Cina, India e Europa nel processo di globalizzazione prof. Vittorio Valli (Università di Torino) AEEE- Liceo C. Cattaneo di Torino 5-2- 2013 21/12/2015 1 Tab 1: Cina e India PIL totale in PPPs: USA = 100 (a = GGDC GK, b =GGDC EKS, c = World Bank) 1820 1870 1913 1950 1978 1992 2010a 2010b 2010c 2011 c Cina 1821,8 192,9 46,7 13,1 17,7 32,1 104,5 79,5 6,2 75,4 India 887,9 137,1 39,5 15,3 15,3 19,6 42,0 29,3 28,8 30,0 21/12/2015 2 La UE 27 (e il Giappone e in parte gli USA) stanno declinando….. Tabella 2 EU 27 Stati Uniti Cina India Giappone 1990 2010 1990 2010 1990 2010 1990 2010 1990 2010 Popolazione (milioni) 473 501 250 309 1135 1338 839 1181 124 128 Popolazione ( % US) 189 162 100 100 454 433 336 382 49.6 41.4 PIL in PPA (% US) 124.6 109.0 100 100 21.9 79.5 13.2 29.3 41.7 30.8 PIL pro capite in PPA (% US) 65.9 67.3 100 100 4.7 18.4 3.9 7.7 84.4 74.6 2002 2007 2002 2007 2002 2007 2002 2007 2002 2007 Quota sui ricercatori del mondo (%) 20.6 20.1 23.1 20.0 13.9 19.7 2.3 2.2 11.1 9.8 Quota sulle spese R&S (%) 26.1 23.1 35.1 32.6 5.0 8.9 1.6 2.2 13.7 12.9 Spesa R&S in % del PIL 1.9 1.8 2.6 2.7 1.0 1.4 0.8 0.8 3.2 3.4 Fonti: linee 2-5: Conference Board-GGDC (PPA EKS per PIL e PIL pro capite), UNESCO (2011) e statistiche nazionali 21/12/2015 3 Tab. 3. Crescita economica in Cina e India CINA 1978-91 INDIA 1991-2010 1978-91 1991-2010 PIL reale in PPA EKS * 7,1 9,5 4,5 6,9 Popolazione * 1,4 0,8 2,2 1,7 PIL reale pro capite, PPA EKS* 5,7 8,7 2,3 5,2 1978 2010 1978 2010 956 1.338 648 1.181 PIL in PPA EKS, miliardi $ 2010 838,1 11.464,3 664,6 4.221,7 PIL pro capite in PPA EKS in $ 2010 877 8569 1026 3675 Popolazione (milioni) * Tasso di variazione medio annuo 21/12/2015 Fonte: Conference Board-GGDC 4 Declino economico relativo e ascesa economica relativa • Nel 1820 e 1870 Cina e India erano le più grandi economie del mondo. Esse avevano un PIL pro capite assai più basso rispetto agli USA ed al Regno Unito, nonché un livello tecnologico e di armamenti assai inferiore, ma per la loro enorme popolazione esse avevano un PIL totale in parità di potere d’acquisto (PPA) maggiore. • Tra il 1870 ed il 1913 tutto ciò rapidamente cambiò. Cina e India ebbero un forte declino economico relativo in parte dovuto alle conseguenze della colonizzazione per l’India e dei trattati ineguali per la Cina: nel frattempo gli Stati Uniti ebbero un grande ascesa economica relativa, diventando nel 1913 di gran lunga la maggiore economia del mondo. • Cina e India hanno iniziato una vigorosa rincorsa economica solo dal 1978 (Cina) e dal 1992 (India). Il periodo di rapida crescita economica e di ascesa economica relativa è finora durato circa 35 anni per la Cina e circa 20 anni per l’India. Esso è totalmente avvenuto durante la seconda ondata della globalizzazione e sta trasformando in profondità gli equilibri economici nel mondo. • L’Europa ha avuto una ascesa economica relativa negli anni 1950- 1973 ed è declinata soprattutto negli anni 1990 e 2000 (tabella 2). 21/12/2015 5 La seconda ondata della globalizzazione • Dagli anni 1970 vi è stata la seconda ondata della globalizzazione. La prima aveva avuto luogo tra la fine del secolo XIX ed il 1913. • Vi sono importanti differenze tra le due ondate. • La prima aveva avuto luogo tra paesi indipendenti e, all’interno dei grandi imperi coloniali, tra il centro e la periferia degli imperi. La globalizzazione aveva in questi casi largamente favorito dal punto di vista economico il centro rispetto alle periferie degli imperi. • La seconda ondata è avvenuta tutta tra stati indipendenti, sebbene con forza politica, economica e militare molto diversificata. La seconda ondata ha avuto effetti sia positivi che negativi. La Cina, ed in parte anche l’India, hanno potuto evitare molti degli aspetti negativi della globalizzazione finanziaria mantenendo un notevole controllo sulla propria moneta, sui movimenti di capitale e sugli IDE in entrata. 21/12/2015 6 Tab.4: Indicatori sulla globalizzazione per Cina e India Cina India 1990 2000 2010 1990 2000 2010 14,0 22,1 33,3 2,0 14,2 17,2 Stock di IDE in entrata in % del PIL 5,1 16,2 9,9 0,5 3,7 12,0 Stock di IDE in uscita in % del PIL 1,1 2,3 5,1 - 0,4 5,6 Grado di apertura * *(Import. + export.)/2 in % del PIL 21/12/2015 Fonti: IMF and UNCTAD 7 Due sistemi in transizione a confronto CINA INDIA A partire dal 1978: da un economia socialista pianificata centralmente ad un’economia del triplo mix (mix tra piano e mercato, tra sistema centralizzato e decentralizzato, tra proprietà pubblica e privata) con graduale transizione da un elemento all’altro di ciascun mix. A partire soprattutto dal 1992: Da un’economia mista (di mercato, ma con una forte presenza dello stato ed una assai pesante regolazione), ad un’economia sempre mista, ma con maggiore liberalizzazione economica interna ed esterna e decrescente regolazione pubblica. Da sistema politico autoritario, monopartitico e centralizzato, ad un sistema un po’ più decentralizzato con crescenti poteri delle autorità locali e dei privati. Da sistema politico democratico, multipartitico, ma con forti tensioni etniche, religiose, castali, a sistema via via un po’ meno centralizzato, con più autonomia ai singoli stati ed agli agenti economici Da economia assai chiusa, fino a metà anni 1990, ad economia sempre più aperta al commercio con l’estero e ad IDE, prima in entrata e poi anche in uscita. Da economia chiusa, molto protetta e con import- substitution, ad economia via via più aperta, soprattutto a partire dal 1992. 21/12/2015 8 Tab. 5. Alcuni indicatori Indicatori Cina India Popolazione (in miliardi - 2010) => maggiore in Cina, ma l’India la sorpasserà nel futuro 1,34 1,18 Tasso di crescita medio annuo della popolazione (2000- 2010) => Problema dell’ invecchiamento in Cina, non nell’India nei prossimi vent’anni. 0,6 1,6 Livello del PIL pro capite in PPA nel 1978, 1991, 2010 (Cina = 100), Fonte: GGDC EKS 100 117 => 78 => 42 Tasso di crescita medio annuo del PIL reale pro capite: 1991-2010 => è maggiore in Cina, ma il divario sta riducendosi 8,7 5,2 Indice di sviluppo umano nel 2010 (posizione nella graduatoria mondiale) 89 119 Anni medi di istruzione 7,5 4,4 Grado di apertura commerciale nel 2010 27 % 22% Spese in R.&S. in % del PIL nel 2007 1,5 0,8 Indice di Gini : 2000-2010 (UNDP) 41.5 36.8 21/12/2015 9 Altre importanti differenze…… Cina India Rapida Industrializzazione più prolungata (dagli anni ‘80) e assai più estesa, con progressivo e più rapido up-grading tecnologico. Minore industrializzazione, ma iniziata oltre un decennio più tardi; maggior sviluppo del terziario, segnatamente del software e di alcuni altri servizi. Maggior sfruttamento dei vantaggi della arretratezza economica relativa e del modello fordista di sviluppo (economie di scala e di rete, etc.) Minor sfruttamento dei vantaggi dell’arretratezza economica relativa e del modello fordista di sviluppo (limitato quasi del tutto al settore formale dell’economia che interessa meno di un decimo degli occupati). Sistema finanziario assai più esteso, ma meno sofisticato di quello indiano. Sistema finanziario più articolato e sofisticato, ma assai meno esteso. Maggiore crescita delle disuguaglianze economiche sia tra le famiglie che regionali, più rapida riduzione della povertà assoluta. Minori disuguaglianze economiche, ma società divisa dal forte dualismo sul mercato del lavoro, tra settore formale ed informale, e da divisioni castali, etniche e territoriali. Più esteso rapido aumento dell’inquinamento, che si è iniziato a combattere con efficacia solo negli anni recenti. Minore inquinamento, in parte dovuto al minor livello di sviluppo, in parte alle migliore 10 politiche ambientali. Traiettorie di crescita industriale: il caso del settore automobilistico Cina Settore ancora fortemente frammentato. Difficoltà a far emergere dei “campioni nazionali” Ruolo trainante del mercato interno e boom della domanda negli anni 2000. Dal 2009 è il primo mercato mondiale, davanti agli Stati Uniti. Joint venture e imprese nazionali. Modello dominante di governance: impresa a capitale pubblico locale (municipale o provinciale) India Oligopolio concentrato. Ruolo della domanda interna e delle esportazioni: veicoli low cost e componenti. Attori multinazionali e attori nazionali. Modello dominante di governance: gruppi conglomerali, altamente diversificati, a controllo familiare. Dalla pesante regolamentazione dell’epoca della sostituzione dell’importazione (Licence Raj) alla liberalizzazione Politiche industriali attive, a livello nazionale e provinciale 11 Le multinazionali emergenti cinesi e indiane: una sfida per l’analisi economica Le strategie multinazionali. Determinanti: L’accesso ai mercati esteri L’accesso alle materie prime: energia, terra, prodotti agricoli (Cina in Africa) L’accesso alle tecnologie e ai marchi (brand) esteri (Asset seeking) Investimenti diretti nei paesi emegenti: greenfield o sotto forma di joint venture. Investimenti diretti in Europa e nord America: acquisizioni market-oriented e asset-seeking. esempi: Tata Motors acquisisce Jaguar e Land Rover (2008) Geely acquisisce Volvo (2010) Imprese di paesi a basso costo del lavoro (Cina e India) investono in paesi ad alto costo del lavoro: un paradosso ? Il rovesciamento delle teorie basate sulla dotazione fattoriale (HOS). L’analisi della delocalizzazione in questione. 12 Sul futuro delle due economie asiatiche…… Cina India Riuscirà la Cina a mantenere un regime autoritario e monopartitico con un’economia e una società progressivamente più diversificata e decentralizzata ? Riuscirà l’India a mantenere una sufficiente stabilità politica con un crescente divario economico tra circa un quinto della popolazione e i restanti 4/5. Riuscirà la Cina a bloccare per tempo il problema dell’invecchiamento della popolazione, con le sue pesanti conseguenze negative sullo sviluppo ? Riuscirà l’India a sfruttare pienamente nei prossimi due decenni i vantaggi della transizione demografica ? Riuscirà la Cina a bloccare il progressivo catastrofico aumento dell’inquinamento, soprattutto nella aree metropolitane ? Riuscirà l’India a conciliare sviluppo economico con un ambiente meno inquinato ? Riuscirà la Cina ad assicurarsi fonti adeguate di energie, senza politiche neo-imperialistiche nei confronti dei paesi produttori ? Idem per l’India Riuscirà la Cina a ridurre le eccessive e crescenti diseguaglianze economiche, portatrici di tensioni sociali e politiche? Riuscirà l’India a ridurre le disuguaglianze nel mercato del lavoro tra settore formale ed informale, tra regioni e nel sistema educativo? 13 I problemi “reali” di fondo dell’economia della UE negli anni 1990 e 2000 • • • • • • • • A) Rapido invecchiamento della popolazione in molti paesi. Ad esempio Germania e Italia hanno la popolazione più vecchia del mondo dopo il Giappone. Ciò deprime l’economia in vari modi (più spese in pensioni e sanità, minor dinamismo tecnologico ed imprenditoriale, meno investimenti, etc..) B) Bassi investimenti reali e alta disoccupazione, soprattutto tra i giovani e le donne. Paradosso: relativamente pochi giovani e molti sprecati perché inattivi. C) De-industrializzazione indebolisce strutturalmente la bilancia dei pagamenti (fanno eccezione la Germania e anche l’Olanda, ricca di gas naturale) D) Grandi differenze negli anni 2000 nelle bilance delle partite correnti tra paesi in surplus strutturale (Germania e alcuni paesi del nord) e in deficit ( Grecia, Italia ed in anni recenti Portogallo, Spagna, Italia e molti paesi dell’Est). E) Forte aumento nelle diseguaglianze dei salari e dei redditi in molti paesi UE e debole convergenza reale tra pesi Peggiora la coesione sociale. F) Mancanza di un’efficace politica di bilancio comune (fiscale e della spesa) e limiti alla politica monetaria e finanziaria. G) Debole, complicata e barocca struttura istituzionale della UE, un gigante invertebrato. 21/12/2015 14 Le tre grandi crisi correnti: finanziaria, reale e del debito sovrano • • • • • • 2007: scoppia la grande crisi dei sub-prime e della finanza negli USA 2008 la crisi finanziaria dilaga anche all’Europa 2008-9 la crisi finanziaria diventa crisi reale 2010-13 => ciò contribuisce a mettere in crisi la finanza pubblica e i conti con l’estero dei paesi più deboli (prima la Grecia, poi Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia etc.). Attacchi speculativi contro i paesi più deboli, che sono indotti a politiche restrittive (aumento delle tasse e riduzione della spesa) che peggiorano la situazione facendo diminuire il PIL. Problema dei due indicatori di Maastricht: deficit pubblico/PIL e debito pubblico/PIL. Se si cerca di ridurre il numeratore si riduce anche il denominatore per cui il rapporto debito/PIL può nel breve –medio periodo addirittura peggiorare ( vedi, ad esempio i casi di Grecia ed Italia). Inoltre il rapporto debito/PIL è tra un concetto stock (il debito) e uno flusso (il PIL) e non tiene conto né del debito privato, né del debito estero. 21/12/2015 15 Rimedi possibili ? • • • • • • • • • A) Rifondare la UE, più snella, più federale, più democratica. B) Aumentare gradualmente il bilancio UE, fino ad almeno il 10% del PIL, per politiche comuni di sviluppo e di coesione. C) riformare i parametri di Maastricht, che non debbono essere rapporti col PIL. D) Dare la possibilità alla BCE di sottoscrivere titoli pubblici. E) Eliminare (rapidamente) gran parte dei derivati, non di semplice copertura, e vietarli a banche commerciali e enti pubblici. F) Promuovere gli investimenti in capitale fisico e umano e in R.&.S, aumentando le tasse sulle rendite finanziarie e sui patrimoni e riducendo quelle sul lavoro. G) Fissare imposte fortemente progressive o altri disincentivi per stipendi e bonus troppo elevati. H) Con una più elevata e generalizzata Tobin tax rendere meno convenienti i movimenti di capitali speculativi. G) Con una più elevata e generalizzata carbon tax internalizzare completamente i costi di inquinamento legati a trasporti, produzione di elettricità e di calore, etc. disincentivando in tal modo de-localizzazioni eccessive, e favorendo le produzioni locali e le energie alternative. 21/12/2015 16 Bibliografia -G. Balcet, V. Valli, (editors), Potenze economiche emergenti: Cina e India a confronto, Il Mulino, Bologna, 2012. -I. Musu, La Cina contemporanea, il Mulino, Bologna, 2011. -E. Marelli, M. Signorelli, China and India: Openness, Trade and Effects on Economic Growth, in “European Journal of Comparative Economics” vol. 8, n.1, 2011, pp. 129-154. -V.Valli, D. Saccone, Structural Change and Economic Development in China and India, in “European Journal of Comparative Economics”, 2009, n. 1, pp. 101-129. -V.Valli, A.Geuna, R.Burlando, Politica economica e macroeconomia. Una nuova prospettiva. Carocci, Roma, 2010, (In particolare I capitoli 16 e 17 sull’Europa, pp. 385-442.) 21/12/2015 17