94° Stagione Concertistica 2015/2016
Martedì 23 febbraio 2016
Teatro delle Muse, ore 21.00
MIŠA MAISKY violoncello
LILY MAISKY pianoforte
60121 ANCONA, Via degli Aranci 2, tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426
PROGRAMMA
JOHANN SEBASTIAN BACH (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750)
Sonata n. 3 in sol minore, BWV 1020, 12’
1. Allegro
2. Adagio
3. Allegro
FRANZ SCHUBERT (Vienna, 1797 - 1828)
Sonata per violoncello e pianoforte in la minore, D 821, Arpeggione, 18’
1. Allegro moderato
2. Adagio
3. Allegretto
***
ROBERT SCHUMANN (Zwickau, 1810 – Bonn, 1856)
Fantasiestücke in la minore, op. 73, per violoncello e pianoforte
1. Zart und mit Ausdruck (Delicato con espressione)
2. Lebhaft, leicht (Animato, leggero)
3. Rasch und mit Feuer (Rapido e con fuoco)
JOHANNES BRAHMS (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897)
Sonata n. 1 per violoncello in mi minore, op. 38, 22’
1. Allegro non troppo
2. Allegretto quasi Menuetto - Trio
3. Allegro
NOTE AL PROGRAMMA
Johann Sebastian Bach, Sonata n. 3 in sol minore, BWV 1020
Genesi. Probabilmente composta nel 1734 e pubblicata da Breitkopf &Härtel a Lipsia nel 1860,
controversa è la paternità di questa Sonata: alcuni la definiscono un’opera giovanile, altri
l’attribuiscono al figlio di Bach, Carlo Philipp Emanuel.
Struttura. L’introduzione spensierata affidata al clavicembalo nel primo movimento, Allegro
moderato, dà l’inizio a un dialogo continuo tra i due strumenti, ognuno dei quali ha un proprio
tema. Il basso, talvolta cifrato, sottolinea anche le piccole variazioni al momento in cui i temi sono
ripresi.
Una cantilena sembra quella esposta dal flauto nell’Adagio seguente, sostenuta dalle dondolanti
crome del clavicembalo.
Il finale, Allegro, è una bella conclusione ricca di brio e di serenità.
Ricezione. Tutte in tre movimenti, le sonate per flauto e clavicembalo, nelle quali i due strumenti
sono trattati ugualmente, si situano in un’epoca in cui Bach progetta forme di una ampiezza e di una
ricchezza inusitate.
Annus mirabilis. Nel 1860, anno di pubblicazione della Sonata, ad Arona, in provincia di Novara,
viene ritrovata la prima palafitta su suolo italiano, parte la Spedizione dei Mille, varie città italiane
dichiarano decaduto Francesco II di Borbone e proclamano l’Unità d’Italia, Carducci insegna
letteratura italiana all’Università di Bologna, a Teano storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e
Vittorio Emanuele II, nasce Anton Čechov, muore Arthur Schopenhauer.
2
Franz Schubert, Sonata per violoncello e pianoforte in la minore, D 821,
Arpeggione
Genesi. Nel 1824 Schubert scrive la Sonata D 821 per esplorare le possibilità dell’arpeggione,
costruito l’anno prima dal liutaio viennese Johann Georg Staufer, simile al violoncello, sei corde
come la chitarra, ma dal timbro personale. Commissionata forse da Staufer, il debutto è in casa del
virtuoso Vincenz Schuster, che la esegue con Schubert al piano. Ma l’arpeggione non avrà vita
lunga, tanto che l’originale della Sonata rimarrà manoscritto e la prima edizione del 1871 includerà
la trascrizione per violino e per violoncello. Oggi si esegue generalmente per violoncello e
pianoforte.
Struttura. L’Allegro moderato iniziale è in forma-sonata. Il pianoforte propone un tema pensoso,
offrendolo all’arpeggione che illumina l’atmosfera malinconica con un secondo tema contrastante.
Cromatismi suggeriscono un’ansiosa ricerca, che si amplia per poi spegnersi improvvisamente in un
pianissimo. L’arpeggione mostra in virtuosismi ogni sua capacità tecnica, su una melodia cantabile.
Lo sviluppo amplifica il primo tema, mentre la seconda idea precede piccoli episodi finché la
ripresa, equamente divisa tra i due strumenti, ripete quasi fedelmente l’esposizione. La coda incede
sognante in rallentando e la voce degli strumenti pare spegnersi. Ma il pianoforte prende l’ultima
parola con due bruschi, definitivi accordi in fortissimo.
Nell’Adagio alla maniera di un Lied, dopo una breve introduzione, l’arpeggione canta liberamente
mentre il pianoforte lo ascolta e lo accompagna discreto. Solo quattro misure conclusive di cadenza
del solista per giungere senza soluzione di continuità al terzo movimento.
L’Allegretto finale è in forma di rondò. Un ritornello dalla vena popolare in due strofe: una ritmata
e nervosa, l’altra melodica e cantabile. Il tema principale torna a farsi sentire, prima che una
digressione al piano introduca la via del ritorno.
Ricezione. In una Vienna di inizio secolo, dove la musica da camera gode di grande favore in ogni
ambiente sociale, Schubert scrive pezzi per piccole formazioni da eseguirsi in serate con amici e
familiari: il compositore alla viola, il fratello Ferdinand al primo violino, l’altro fratello Ignaz al
secondo e il padre al violoncello. Già queste pagine giovanili rivelano la ricca invenzione melodica
che caratterizzerà il discorso musicale di Schubert e che contribuirà a quella particolare atmosfera
lirica.
Annus mirabilis. Nel 1824 prima esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven, Leopardi pubblica
le Operette morali, William Buckland trova i primi resti fossili di Megalosaurus, Alfred de Musset
scrive A ma mère, Donizetti compone L’ajo nell’imbarazzo o Don Gregorio, nascono Malipiero,
Bruckner, Smetana, Marie Duplessis, ispiratrice della Marguerite di Dumas figlio, nato nello stesso
anno, e della Violetta di Verdi, muoiono Viotti e Byron.
Robert Schumann, Fantasiestücke op. 73 per violoncello e pianoforte
Genesi. Dresda, 11-12 febbraio 1849.
Struttura. Le tre parti si susseguono senza interruzione. Si impone subito, nella prima pagina del
ciclo Zart und mit Ausdruck (Tenero e con espressione), un clima elegiaco; la bella melodia del
solista dialoga con le terzine del piano. Nel lembo centrale, i due strumenti si scambiano arpeggi in
movimento contrario. Lebhaft, leicht (Brillante, leggero) è uno scherzo in maggiore, che utilizza un
animato gioco a due. Rasch, mit Feuer (Veloce, con fuoco) è una sorta di variazione conclusiva che
riprende gli elementi precedenti: il primo nel trio in minore, il secondo nella coda.
Ricezione. Ognuno di questi pezzi è pensato indipendentemente dallo strumento che farà da solista.
Lo scopo è quello della Hausmusik, musica destinata a un uso domestico, nelle serate insieme alla
moglie Clara e agli amici. Eppure, l’aspetto “casalingo” nulla toglie a questi brani romantici, dai cui
traspare fascino, profondità e animo intimista.
3
Johannes Brahms, Sonata n. 1 per violoncello in mi minore, op. 38
Genesi. Una gestazione di tre anni per questa Sonata terminata nel 1865. Nel febbraio di
quell’anno, il compositore aveva vissuto per la prima volta l’esperienza della perdita di un
familiare: la madre Christiane. Il fratello Fritz lo aveva informato con un telegramma delle gravi
condizioni in cui la donna versava, ma, sebbene il musicista fosse partito immediatamente, al suo
arrivo a Amburgo la madre era già morta. Naturalmente, Brahms è profondamente addolorato, ma
mantiene un atteggiamento composto: il suo dolore si esprime nella musica e, dopo solo un paio di
mesi dall’evento, manda a Clara due movimenti per coro e orchestra destinati a un Requiem
tedesco.
Struttura. Il tema del violoncello dà vita al primo movimento, Allegro non troppo, in cui si respira
un senso di dolore rassegnato, della ricerca di una pace difficile. Più energico il secondo tema,
proposto dal pianoforte, che intraprende un dialogo con l’idea precedente che sembra sollevare
l’animo oscuro. Ma il carattere discendente della melodia al violoncello prima e al piano dopo,
riporta il clima in un buio antro di dolore.
L’inizio dell’Allegretto quasi Minuetto fa sperare in una ripresa interiore, ma tornano le scale
discendenti accompagnate da cadenze improvvise che neanche il Trio riesce a sollevare, nonostante
la briosità di alcuni accenti.
L’Allegro finale sembra un omaggio a Bach, con il suo primo tema fugato presentato però in formasonata. La conclusione è come sospesa tra sogno e realtà.
Ricezione. Dedicato al violoncellista Josef Gänsbacher, il lavoro adopera una scrittura ricca e varia
nel trattamento dei due strumenti, protagonisti alla pari. Numerosi i riferimenti alla tradizione
settecentesca che Brahms amava, ma anche, secondo alcuni, le citazioni da compositori romantici,
quali Schubert.
Annus mirabilis. Nel 1865 Vittorio Emanuele II si insedia a Firenze, Mendel enuncia le leggi
sull’ereditarietà, è assassinato Abraham Lincoln, debutta Tristano e Isotta di Wagner, negli Stati
Uniti alcuni veterani della guerra di secessione fondano il Ku Klux Klan, nasce Paul Dukas, muore
Felice Romani.
Anna Cepollaro
3 febbraio 2016
MIŠA MAISKY
Miša Maisky può vantarsi di essere l’unico violoncellista al mondo ad aver studiato sia con
Mstislav Rostropovich che con Gregor Piatigorsky. Rostropovich ha lodato Miša Maisky con le
parole: "...one of the most outstanding talents of the younger generation of cellists. His playing
combines poetry and exquisite delicacy with great temperament and brilliant technique."
Nato in Lettonia, ha studiato in Russia e, dopo il suo rimpatrio in Israele, Miša Maisky è stato
accolto con grande entusiasmo a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, New York, Tokyo, e in tutti gli
altri più importanti centri musicali.
Miša Maisky si considera un cittadino del mondo: “….suono un violoncello italiano, con archetti
francesi e tedeschi, corde austriache e tedesche. Mia figlia è nata in Francia, mio figlio maggiore in
Belgio, il terzo in Italia e il più piccolo in Svizzera. Guido un’auto giapponese, indosso un orologio
svizzero, una collana indiana e mi sento a casa ovunque ci siano persone che amano la musica
classica.”
Durante gli ultimi 25 anni, con contratto in esclusiva per la Deutsche Grammophon, ha effettuato
più di 30 registrazioni con orchestre quali: Wiener Philharmonic, Berliner Philharmonic, London
4
Symphony, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orpheus und Chamber Orchestra of Europe e
molte altre.
Nel 2000 l’artista ha raggiunto uno dei momenti più alti della sua carriera, impegnando l’intero
anno in una lunghissima tournée dedicata a Bach con più di 100 concerti.
A dimostrazione della grandissima ammirazione dell’artista per il grande compositore, Miša
Maisky ha registrato le Suite di Bach per la terza volta.
Le sue registrazioni sono state acclamate dai critici di tutto il mondo e sono state premiate per ben 5
volte con il prestigioso Record Academy Prize a Tokyo, 3 volte con il Deutscher Schallplattenpreis,
inoltre con il Grand Prix du Disque a Paris e con il Diapason d’Or of the Year, cosi come con le
ambite Grammy nominations.
Un musicista di vera fama mondiale, ospite regolarmente dei maggiori festival internazionali, ha
collaborato con direttori quali Leonard Bernstein, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Riccardo
Muti, Lorin Maazel, James Levine, Vladimir Ashkenazy, Giuseppe Sinopoli e Daniel Barenboim, e
con musicisti quali Martha Argerich, Radu Lupu, Nelson Freire, Evgeny Kissin, Lang Lang, Peter
Serkin, Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Vadim Repin, Maxim Vengerov, Joshua Bell, Julian Rachlin
e Janine Jansen, solo per nominarne alcuni.
LILY MAISKY
Lily Maisky è nata a Parigi nel 1987 e ha iniziato a suonare il piano a quattro anni con Lyl Tiempo.
Ha studiato con Hagit Kerbel, Olga Mogilevsky, Ilana Davids, Alan Weiss. Dal 2001 al 2004 è stata
allieva della “Purcell School of Music”. Ha seguito master classes di Martha Argerich, Dmitri
Bashkirov, Joseph Kalichstein, Evgeny Mogilevsky, Pavel Gililov, Vitali Margulis, Oleg
Maisenberg e Marielle Labeque. Ha frequentato la Verbier Academy e i corsi di piano Oxford
Philomusica.
La sua prima apparizione pubblica avviene nel 1997 alla Carnegie Hall.
Si è esibita in Europa ed in Estremo Oriente, invitata da festival quali Verbier Festival, Progetto
Martha Argerich Lugano, Freiburg Zelt Music Festival, Maggio Musicale Fiorentino, Franz Liszt
Festival in Austria, Julian Rachlin and Friends in Dubrovnik, Rencontres de Bel Air in Francia,
Schlesswig-Holstein Music Festival ed English Chamber Orchestra Music Cruise.
Ha suonato alla Royal Festival Hall (Londra), Konzerthaus (Vienna), Prinzregentheater (München),
Leiszhalle (Hamburg), La Fenice (Venezia), BeethovenHalle (Bonn), Suntory Hall (Tokyo), Teatro
Olimpico (Roma), Conservatory (Moscow), Philarmonie (S. Pietroburgo), Buckingham Palace.
Lily Maisky si esibisce regolarmente in duo con Miša Maisky e con i violinisti Alissa Margulis,
Hrachya Avanesyan e Geza Hosszu-Legocky.
In campo cameristico collabora con Julian Rachlin, Janine Jansen, Renaud Capuçon, Sergey
Krylov, Nicholas Angelich, Frank Braley, Gérard Caussé, Chantal Juillet e Dora Schwarzberg. Ha
inoltre partecipato ad alcune registrazioni di Miša Maisky per la Deutsche Grammophon e
all’album di EMI Music tratto dal progetto Martha Argerich.
***
ABBONAMENTI:
Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2015/2016 degli Amici della Musica
BIGLIETTI
5
INTERI: Platea € 35.00, I Galleria € 29.00, II Galleria € 18.00, III Galleria € 10.00, Palchi Laterali €
14.00.
RIDOTTI: Platea € 28.00, I Galleria € 23.00, II Galleria € 14.00.
(Riservato a: Palchettisti; Amici delle Muse; dipendenti di aziende sponsor; titolari Marche Teatro Card
e Opera Card; ARCI; UNITRE; studenti universitari; giovani da 19 a 26 anni; invalidi e disabili – un
biglietto omaggio per l’accompagnatore)
RIDOTTI EXTRA: € 6.00
(Gruppi di allievi di Scuole Medie Superiori; ragazzi da 15 a 19 anni, in II e III Galleria se non
accompagnati da un adulto pagante o in tutti i settori se accompagnati da un adulto pagante).
RIDOTTI SUPEREXTRA: € 4.00
(Gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori; bambini e ragazzi fino a 15 anni, in II e III Galleria se non
accompagnati da un adulto pagante o in tutti i settori se accompagnati da un adulto pagante).
Ingresso gratuito riservato a n. 20 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il
biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse
dalle ore 9.30 del giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
BIGLIETTERIA:
Tel. 071 52525 – Fax 071 52622
[email protected]
PER INFO:
Società Amici della Musica “Guido Michelli”
Via degli Aranci, 2
Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 – 17.00)
[email protected]
www.amicimusica.an.it
6
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