CAMMINO... Voce della Comunità della parrocchia san Simeone prof-Sala a cura del Consiglio Pastorale Parrocchiale www.sansimeoneprofeta.it E-mail: [email protected] Anno XV n° 4– 2 aprile 2008 Carissimi fratelli e sorelle in Gesù Cristo, la liturgia pasquale ci fa incontrare l’immagine dolcissima e paterna di Cristo “Buon e Bel Pastore”. Nelle catacombe di San Callisto, a Roma, c’è la prima raffigurazione del “Buon Pastore, che prende la pecorella sulle spalle e la riporta all’ovile. Non si tratta solo di una pia immagine, legata ai tempi lontani. Il Signore stesso nel Vangelo di Giovanni al capitolo decimo, si presenta :« Io sono il Buon (Bel) Pastore». I primi cristiani, nella persecuzione, hanno lasciato questa traccia della loro fede: sapevano che Gesù li avrebbe cercati, raggiunti… portati nel regno di luce, nella casa che ha un posto per tutti. «E ti vengo a cercare perché sto bene con te, perché ho bisogno della tua presenza». Franco Battiato, in una bellissima canzone, ha questi due versi, che esprimono il desiderio profondo di un Tu. Noi abbiamo ben più di un Dio incomprensibile, indefinito: abbiamo un Dio fatto carne, che nulla chieda a noi senza averlo vissuto per primo. Quando avvertiamo in noi, prepotente, il desiderio di «una realtà più grande», è perché Dio si è messo sui nostri passi con la pazienza che solo Lui conosce. Il primo passo è suo, da sempre, ci conosce e ci chiama per nome: tutti. Si tratta di ascoltare la sua voce e metterci sui suoi passi. Il nostro Dio ci stupisce e ci sorprende, perché ci viene a cercare per primo, pur lasciandoci dire «Ti vengo a cercare». Abbiamo bisogno di fermarci a pensare a chi è Dio per noi, e anche quale Dio raccontiamo. Il Dio cristiano è un Dio di Carne, un Dio che soffre, un Dio di misericordia che non giudica, non condanna, che perdona e insegna l’amore. È facile immaginare il pastore, che va in cerca della pecora smarrita… e la chiama, Gesù dice: do la vita perché nessuna vada perduta. Gesù chiama, nel segreto del cuore, chiama tutti. Chiama i giovani e i grandi. Chiama chi è coniugato e chi sceglie la vita consacrata. Chiama alla santità, cioè alla testimonianza di fede e di amore, ogni cristiano. In questo mese, pensando anche al 10° anniversario del mio sacerdozio(18 Aprile 2008) con la mia comunità parrocchiale, vorrei fermarmi a pregare perché risuoni una “chiamata speciale”: quella a consacrare la vita al Signore, per raccontare agli altri l’Amore di Dio. Mai come in questi ultimi anni Dio ha bisogno di uomini e donne che vivano il Vangelo, di mani e piedi che lavorino per l’amore, la pace, la giustizia… a tutti. Sala di Caserta 1 aprile 2008 Il Parroco Don Vincenzo Bruno CAMMINO… pag.2 Il cattolicesimo sociale e le sfide etiche . (di Antonello Posillipo) Da sempre il cattolicesimo è sinonimo di felicità nel rispetto delle regole e quindi dei precetti che il vangelo suggerisce e non impone per cogliere il senso vero dell’appartenenza ad una comunità in cammino .La felicità non si impone perché la libertà dell’individuo è il rispetto della sua maturità di uomo e della sua dignità nel saper scegliere .Purtroppo oggi assistiamo spesso a momenti di non pieno adeguamento ai valori trasmessi dal vangelo per diversi motivi di convenienza ,ignoranza o rabbia dinanzi agli eventi della vita .Tutto ciò porta i cattolici a dividersi sull’immagine e l’esempio da dare alla comunità degli uomini che non avendo il dono diretto della fede attendono dai fratelli dei suggerimenti per comprendere il senso delle vicende che vivono e le scelte da compiere dinanzi alle difficoltà .Ed è qui il compito più difficile .Essere dei cattolici significa dare l’esempio ma per dare l’esempio dobbiamo essere rispettosi dei precetti e saper vivere il senso della comunità parrocchiale e quindi essere uniti nella parrocchia ,condividere ansie ,timori ,gioie esercitando tra noi i valori che ci sono trasmessi dalla scrittura ,valori che sono l’amore del prossimo ,il rispetto degli anziani e della loro esperienza ,il rispetto della donna e del ruolo educatore ma allo stesso tempo attivo nel reggere la famiglia ,il rispetto dei genitori e dei genitori verso la dignità dei figli ,il rispetto del parroco la cui figura viene troppo volte messa in discussione .A volte avviene che dei cattolici saltino questi passaggi e si affaccino sulla comunità dei non credenti accusandoli di non rispettare quei valori di cui loro si riconoscono portatori senza notare la carenza dell’esempio che portano innanzi ,una carenza dovuta alla mancanza di esercizio o semplicemente ad una questione di mero o sciocco opportunismo .Tutto ciò espone l’intera comunità parrocchiale alle critiche dei non credenti perché anche noi che crediamo non siamo più credibili .Il secolo appena trascorso ha visto la disfatta di alcune importanti battaglie come il divorzio nel 74’ e l’aborto nel 78’ battaglie a cui abbiamo dovuto arrenderci per i suddetti motivi di credibilità .Ormai la vita sregolata di molti di noi e la mancanza di rispetto e di regole nella nostra vita interna ci ha resi deboli all’opinione altrui per cui possiamo ben dire che tutti quei famosi politici abortisti e anticlericali li abbiamo eletti noi che intendiamo come cattolico un uomo che si dice tale ma non lo è perché anche se non volutamente cattivo non è “l’espressione di una reale comunità di credenti” .Non ripetiamo lo stesso errore non andiamo allo scontro ora con i nostri critici ma accogliamo anche le critiche più dure per muoverci ad una riflessione interna sul nostro modo di esercitare la fede nella nostra comunità .Solo amandoci e rispettandoci in quanto cattolici della comunità parrocchiale accresceremo il numero di coloro che seguiranno il nostro cammino e solo allora saremo cosi forti dinanzi a coloro che non credono ,ci criticano ma poi un pò ci ascoltano che gli ostacoli cadranno da sé ,dobbiamo solo capire che la politica e quindi l’esempio che vogliamo dare deve nascere da un confronto interno prima di tutto confessionale e poi sfociare nel dato storico di un Paese che si riconosce storicamente cattolico perché tali ci siamo riconosciuti 2 aprile 2008 Ancora un segno della pastorale di don Enzo Mi confesso: il Sacramento della Riconciliazione Don Enzo anche quest’anno ha voluto lasciare alle famiglie di Sala un segno tangibile del suo passaggio e della sua Benedizione pasquale. Il libretto < Mi confesso: il Sacramento della Riconciliazione> vuole essere un piccolo e modesto aiuto per ritrovare la gioia che nasce dal riconciliarsi con Dio, dal lasciarsi riplasmare dalla sua Parola. Il libretto non rimprovera nessuno per l’aver messo un poco in disparte il Sacramento della Riconciliazione, ma vuole aiutarci a riaccostarci ad esso, perché, fino a che stiamo su questa terra, non riusciamo a sottrarci alle tante tentazioni del mondo e, pentiti, abbiamo bisogno di riconciliarci con Dio, con Gesù che la sera stessa della sua Resurrezione, dona agli apostoli il potere di riconciliarci con Dio:”Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Questo e tanto altro troverete nel libretto “Mi confesso: il Sacramento della Riconciliazione”. Leggetelo con attenzione, perché vi darà momenti di Grazia. 2 aprile 2008 CAMMINO… pag.3 C’è Qualcuno che ci protegge La vita in un piccolo paese quasi sempre è vissuta tranquillamente, non esistono momenti particolari che possono essere motivo di cronaca per un quotidiano. I momenti tristi o felici ci susseguono gli uni agli altri. Ma cosa dire delle nostre strade cittadine? Sono un pericolo costante: non puoi assolutamente fermarti per strada a salutare una persona che incontri perché anche quel minuto può diventare pericoloso per entrambi. Era martedì. Ci eravamo fermati solo un secondo per salutarci, quasi vicino alla nostra chiesa parrocchiale, quando un’utilitaria sopraggiunge “sparata”. Ho avvertito il pericolo e, d’intuito, ho stretta a me la signora: l’auto ha urtato solo il carrello della spesa. La signora si è salvata: Qualcuno ha voluto proteggerci. I miei occhi hanno visto il pericolo; l’istinto di sopravvivenza mi ha fatto agire tempestivamente; poi ho incominciato a riflettere sul tutto come sempre avviene dopo aver superato un pericolo improvviso. Non è stato a riprendere il proprio cammino: certamente c’è Qualcuno che ci protegge, la sua presenza ci è preziosa per continuare a vivere. Marialuisa Auricchio Preghiera del mese Anche questo mese, per la preghiera del mese, attingiamo al bel libretto di preghiere che don Enzo distribuì lo scorso anno durante la Benedizione delle famiglie . Questa preghiera è quasi un esame di coscienza personale che sfocia in una consapevolezza gioiosa che tutto ci viene da Dio, che, nostro Padre, ci accetta così come siamo. E dal nostro cuore sgorga un filiale <<Grazie, mio Dio>>. Ci sono dei giorni, mio Dio, in cui, forse, ti stanco un po’ le orecchie con le mie richieste e le mie suppliche. Sono sempre lì ad importunarti, come un bambino capriccioso, per avere un po’ più di grazia, un po’ più di virtù, un po’ più di santità, un po’ più di sole o di pioggia, un po’ più di soldi, un po’ più di visite… Oggi, mio Dio, mi rivolgo a Te in modo diverso: voglio dirti <<Grazie>>. Grazie, o Dio, di essere sempre così vicino ed attento. Grazie, perché mi ami così come sono. Grazie, mio Dio. CAMMINO… 2 aprile pag.4 UN’ESPERIENZA ESALTANTE!!! ! " ! ! # $ ! ! ! ! " % & % '( ! *+ , ! ! . ) ! ! * ,+ ! ! ) --- ! ! ) / & 0 / 1 ! 2 *! & , " ! 3 " 44 5( ) ) ! 6 ! ) ! ! ! ! ) ) 7 ! 1 ! & 1 1 (:;(+ ! ! 1 8 ! 49:;( < 1 1