Distribuzione gratuita presso le sedi ULSS 18 Rovigo, farmacie, ambulatori dei medici di base, pediatri, comuni e parrocchie. Periodico a carattere divulgativo e sociale esente imposte. Pillole e sciroppi Sede Azienda ULSS 18 Rovigo Viale Tre Martiri, 89 - Tel. 0425 393969 Direttore responsabile Annalisa Boschini Iscr. Trib. di Rovigo n° 23 del 1/12/2004 Edizione e distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2009. 11 Numero Anno 10 Gennaio 2014 Farmaci: fanno bene se si usano bene Fatevi consigliare pag.1 10 regole per curarsi bene pag.1 Quando non si guarisce più pag.2 La cura del Vero o Falso? Alimenti come Se il farmaco arriva Medicine Piccole Naturlmente Farmaci che non usi? Quando usare i Non buttarli! curarsi rimedi della nonna medicine buon senso pag.5 dall’ospedale medicine a 4 zampe pag.4 pag.4 pag.3 pag.2 pag.3 pag.6 pag.5 pag.6 Fatevi consigliare di Arturo Orsini Direttore Generale Oggi non mi sento tanto bene…che fare? Farmaci. Secondo l’Osservatorio Sanità di Unisalute, i farmaci sono tra le soluzioni preferite dagli italiani: il 28% assume regolarmente farmaci in maniera autonoma, il 41% li assume perché prescritti da un medico. In ogni caso, il “rimedio magico” sembra essere una presenza costante nella nostra vita. Ricorriamo ad esso sia per leggeri disturbi che per malattie gravi, convinti che, comunque, ci darà un sollievo immediato eliminando i fastidiosi sintomi. Ad intensificare l’utilizzo di farmaci gioca un ruolo fondamentale la facilità con cui si possono trovare informazioni sul web. Molto spesso non riconducibili a fonti attendibili o se male interpretate, queste nozioni possono nuocere alla salute: ricordiamo sempre che la parola stessa “farmaco” deriva dal greco “pharmacon” e racchiude in sé l’accezione continua a pag. 3 Novità in oncologia pag.7 In piedi dietro al bancone pag.7 10 regole per curarsi bene di Luisa Monti Può sembrare semplice dare consigli per “curarsi bene”, ma così non è! Da farmacista quale sono, mi sento di dare i seguenti consigli per una corretta assunzione dei medicinali: 1°) AVERE CURA DI SE STESSI. Sicuramente questo è il primo e scontato consiglio utile per curarsi bene: conservare la propria salute e fare il possibile per prevenire tutto ciò che può determinare malessere, malattia, infortunio, dipendenza da sostanze (alimenti, farmaci, droghe, etc.). La salute prima di tutto! 2°) NON ASSUMERE AUTONOMAMENTE FARMACI CHE RICHIEDONO LA PRESCRIZIONE MEDICA-SPECIALISTICA. Questi medicinali se somministrati senza precisa diagnosi e/o in quantità eccessiva o per lungo tempo, potrebbero indurre danni lievi o anche gravi all’organismo. Non fare di testa tua! 3°) ASCOLTA ANCHE I CONSIGLI DEL FARMACISTA. Possiamo utilizzare farmaci, per il trattamento di disturbi minori, su consiglio del Farmacista oltre che del Medico. In commercio si trovano anche rimedi che possono essere acquistati in piena autonomia, poco attivi e meno pericolosi: i cosiddetti farmaci da banco (OTC). Vacci piano, il farmaco non è la risposta a tutto! Resp. SOC Farmacia Territoriale 4°) NON SEGUIRE IL “CONSIGLIO DELL’AMICO”. Ognuno di noi potrebbe avere delle particolari reazioni, diverse da individuo a individuo, anche non note. Si possono ad esempio scatenare allergie o altre controindicazioni dovute anche alla contemporanea assunzione di più medicinali. Se hanno effetto positivo sul tuo amico, non è detto che gli stessi farmaci ce l’abbiano anche su di te! 5°) RISPETTARE GLI INTERVALLI DI SOMMINISTRAZIONE. Così come per quanto riguarda gli antibiotici, è consigliato non interrompere a piacimento l’uso del farmaco, soprattutto per le malattie a carattere cronico come ad esempio nel trattamento dell’ipertensione o del colesterolo. Anche se ti senti meglio, non interrompere o modificare la cura prima del termine indicato! 6°) ALL’EMERGERE DI NUOVI SINTOMI CONSULTARE IL MEDICO: POTREBBERO DERIVARE DA NUOVE TERAPIE FARMACOLOGICHE. Non escludere mai che un nuovo sintomo possa derivare dall’utilizzo di una nuova terapia, specie se assunta da pochi giorni. Attenzione particolare se il sintomo viene manifestato da paziente anziano il quale è spesso un forte consumatore di medicinali. Parlane con il medico, con il farmacista o con l’infermiere! 7°) CONSERVARE I FARMACI IN MODO CORRETTO. I farmaci devono essere conservati al riparo dalla luce ed in ambienti freschi e asciutti. Vaccini, insuline e altri ancora necessitano della conservazione in frigorifero, non a contatto con il ghiaccio. E’ necessario eliminare periodicamente i medicinali scaduti e le soluzioni aperte da troppo tempo. Ricorda: solo se ben conservati i farmaci esercitano al meglio la loro attività terapeutica! 8°) ASSUMERE I MEDICINALI CON L’ACQUA. Non assumere i farmaci con bevande alcoliche, bevande a base di pompelmo o altre soluzioni, al fine di non modificare o inattivare i principi attivi dei medicinali. Basta un sorso d’acqua e la pillola va giù! 9°) NON ACQUISTARE MAI I FARMACI VIA INTERNET. Il rischio è quello di ricevere medicinali contraffatti, contenenti sostanze diverse o in minima quantità rispetto al dichiarato. Inoltre potrebbero essere mal conservati o derivanti da illegale riciclaggio. Non rischiare! 10°) LEGGERE SEMPRE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO. Ricordare l’insegnamento tuttora attuale di Paracelso, medico vissuto nel 1500, “Solo la dose giusta fa in modo che il veleno non faccia effetto!”. Salute Ulss 18 2 Quando non si guarisce più Farmaci e dipendenze di Marcello Mazzo Responsabile SERD Non esistono in commercio medicinali che fanno solo bene ed altri che fanno solo male. Se utilizzati correttamente e dietro prescrizione medica, queste sostanze sono in grado di dare sollievo psichico e fisico ma, in alcuni soggetti particolarmente predisposti, certi tipi di farmaci e, soprattutto, l’uso sregolato al di fuori del controllo del medico curante, possono generare “dipendenza”. Denominata farmaco dipendenza, questa condizione è caratterizzata da auto somministrazione continua o periodica della sostanza con la finalità di ritrovare gli effetti psichici piacevoli già provati evitando il malessere da allontanamento. L’ utilizzo scorretto dei farmaci oltre alla dipendenza, può indurre altri comportamenti pericolosi per la salute del paziente quali, ad esempio, l’ uso inadeguato o l’ abuso. L’uso inadeguato o improprio dei farmaci si manifesta quando viene ad interrompersi la relazione medico-paziente e quest’ultimo decide autonomamente dosaggio, durata e modalità di somministrazione della cura. L’abuso, invece, è un utilizzo eccessivo e smodato di un farmaco per curare, ad esempio, semplici fastidi fisici generalmente passeggeri. La dipendenza o addiction vera e propria è riconosciuta quando il soggetto presenta determinate caratteristiche: il desiderio persistente della sostanza o l‘ incapacità di smettere, la quantità di tempo devoluto alla ricerca del farmaco e la riduzione delle attività sociali ed occupazionali. La possibilità di sviluppare una dipendenza è anche correlata a fattori individuali (suscettibilità genetica, predisposizione, tratti di personalità …) oltre che socio-ambientali. Esistono due tipi principali di dipendenza: fisica o psicologica. La persona affetta da dipendenza fisica ha bisogno di innalzare continuamente il dosaggio per godere del medesimo effetto e soffre di crisi di astinenza con una sintomatologia precisa e propria per ciascun farmaco in caso di sospensione. La dipendenza psicologica, invece, si manifesta in particolare attraverso il cosiddetto craving, cioè il forte e irresistibile bisogno di assumere una sostanza che, se non soddisfatto, può provocare sofferenza mentale con risvolti negativi anche a livello fisico. Questo tipo di addiction, inoltre, coinvolge l’individuo nella sfera relazionale in quanto la ricerca ed il consumo del farmaco diventano elementi prioritari nella vita del soggetto. Tra i farmaci che possono indurre e mantenere una situazione di dipendenza, oltre alle più conosciute benzodiazepine, troviamo alcuni antidepressivi, gli stimolanti del Sistema Nervoso Centrale ed alcuni antinfiammatori. Le benzodiazepine, introdotte in terapia da circa 40 anni e indicate prevalentemente per controllare situazioni di insonnia e an- sia, sono tra i farmaci più prescritti da medici di medicina generale e da alcuni specialisti. Il trattamento, secondo tutte le principali linee guida delle società scientifiche, dovrebbe avere una durata di una o due settimane ma, molto spesso, il paziente finisce per prolungarne l’utilizzo. Inizialmente classificati come farmaci sicuri, si sono verificati negli anni altissimi tassi di abuso e dipendenza, in parte anche dovuti alla facile concedibilità. L’Azienda Ulss 18 dispone di un Servizio dedicato alle Dipendenze che, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale, offre un trattamento completo con approccio multi professionale ai pazienti che presentano queste problema- tiche. Il percorso che viene solitamente intrapreso consiste, innanzitutto, nella sostituzione delle benzodiazepine con altri farmaci che non causano dipendenza. In seconda battuta si interviene sulla sfera psico-sociale ed educativa del paziente con l’aiuto di uno psicoterapeuta per la cura del disagio. Suscitando una motivazione al cambiamento rispetto al proprio comportamento, si cerca di responsabilizzare il farmaco-dipendente alle corrette modalità di autogestione del problema. Solo così il malato può finalmente riprendere in mano, non solo il proprio tempo, ma ogni singolo aspetto della propria vita. (R.P.) Naturalmente... Curarsi Intervista a Alessandro Cattaneo - Farmacia “Tre Colombine” L’omeopatia è una pratica della medicina alternativa basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo. Nel nostro Paese questa pratica inizia a prendere piede OLTRE una trentina di anni fa: inizialmente avversata, oggi se ne parla anche nelle Università in specifici Corsi di Studio. “Non ha ancora fondamento scientifico, è vero, forse per questo è ancora nel mirino di alcune polemiche. A favore dell’omeopatia, però, si enumerano moltissimi casi di pazienti che riportano risultati positivi in seguito ai trattamenti effettuati” – Spiega il Dott. Alessandro Cattaneo della Farmacia “Tre Colombine”. Qual è il principio alla base di questa branca della medicina? “Alla base vi è il “principio di similitudine del farmaco”, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, in- duce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche “principio omeopatico”, una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita: queste sostanze possono provenire dal mondo vegetale, animale, minerale o chimico.” Perché scegliere la medicina omeopatica? I medicinali omeopatici vengono di Roberta Panini percepiti come un’opportunità terapeutica importante nella prevenzione di molte patologie, in particolare quelle invernali e le allergie primaverili. L’omeopatia si sceglie perché risulta essere meno invasiva, con meno effetti collaterali e preventiva rispetto alla medicina tradizionale. Negli ultimi anni, ad ogni modo, l’integrazione tra le due pratiche è sempre più forte. Chi sceglie l’omeopatia? La fiducia verso l’omeopatia è in crescita tra le persone di età compresa tra i 25 e 60 anni, molte di cui coppie, che scelgono di curare anche i propri figli con questi rimedi. Il paziente tipo è molto preparato e sa esattamente cosa chiedere quando entra in farmacia. A far crescere la fiducia nei confronti dei medicinali omeopatici è soprattutto il passaparola. Alcuni medici e pediatri nella nostra zona si stanno specializzando in questa branca alternativa: la scelta risulta essere di grande successo, dato il numero di pazienti in costante aumento che si reca nei loro ambulatori. Che consiglio dare a chi non si è ancora avvicinato a questo tipo di rimedio? Credendoci dico sempre “Provate!” d’altronde, se si sta creando così tanta fidelizzazione significa che la gente vede risultati positivi. Salute Ulss 18 3 Farmaci che non usi? Non buttarli! dalla prima pagina di Arturo Orsini di “veleno”. È vero che il farmaco rappresenta un importante strumento di cura, ma una maggiore educazione alla salute e all’utilizzo potrebbe essere la giusta via per creare un circolo virtuoso di benessere per i cittadini e, allo stesso tempo, del Sistema Sanitario Nazionale, costretto sempre più a fare i conti con la ristrettezza di risorse. L’azienda Sanitaria Ulss 18, in quanto realtà ospedaliera, si occupa tutti i giorni dei medicinali offrendo servizi come la Farmacia Ospedaliera, che eroga farmaci ai pazienti in dimissione, o attivando progetti importanti come il recentissimo “farmaci che non usi: non buttarli!” in collaborazione con tutte le farmacie del territorio. Oggi i ritmi pressanti della vita quotidiana, insieme ad un’aumentata cultura ed una conseguente maggiore consapevolezza e conoscenza di noi stessi, ci portano spesso a curare da soli piccoli disturbi con farmaci che non necessitano di prescrizione medica. Il ricorso ai farmaci di automedicazione avviene generalmente per sintomi semplici come un leggero mal di testa, piccoli problemi o disturbi passeggeri come problemi muscolari o i tipici malanni stagionali. L’automedicazione responsabile può essere una scelta giusta per quanto riguarda il trattamento di disturbi lievi e transitori, ma curarsi da soli significa attenersi alle modalità di un impiego corretto del farmaco. Personalmente mi sento di dare alcuni semplici, ma veramente utili, consigli ai nostri cittadini: ricordarsi sempre di leggere il foglietto illustrativo e verificare con il vostro medico o il farmacista se il farmaco scelto può essere assunto contemporaneamente ad altri medicinali che state eventualmente assumendo per cure differenti; conservare i farmaci in un luogo adatto e sempre fuori dalla portata dei bambini ed infine non utilizzate mai farmaci scaduti! Questo numero del giornale aziendale si occuperà quindi del farmaco, dalla sua storia ai progressi degli ultimi anni, dall’omeopatia ai farmaci oncologici, dalle medicine per gli animali ai “consigli della nonna” usati in passato per curarsi, in modo da offrire un’ampia panoramica ai cittadini e nostri utenti con lo scopo di essere informati su questo argomento in modo completo ed esaustivo. I farmaci curano malattie grandi e piccole, ma è necessario usarli con attenzione, moderazione e saggezza. La tua farmacia di fiducia li recupera di Roberta Panini e Roberta Boldrin Da settembre 2013, i cittadini polesani possono portare i farmaci inutilizzati, se in buono stato di conservazione, presso le farmacie presenti sul territorio dell’Azienda ULSS 18: questi, previa verifica e certificazione da parte dei Farmacisti, verranno ridistribuiti a chi ne ha bisogno. L’ Azienda ULSS 18, i rappresentanti delle farmacie pubbliche e private, ed Ecoambiente hanno recentemente siglato un protocollo operativo che permetterà di recuperare con semplicità ed efficacia farmaci ancora utilizzabili. Si tratta del primo progetto sperimentale in Italia a valenza sanitaria, sociale, ed economica, importante anche dal punto di vista ecologico/ambientale. Grazie alle famiglie, ai giovani, agli anziani, che aderiranno al progetto, consegnando le medicine che non usano, i farmaci ancora in validità potranno essere utilizzati da chi ne ha necessità. I cittadini sono pertanto invitati a raccogliere medicinali, che tengono in casa ancora in buono stato di conservazione ma inutilizzati, e portarli presso la farmacia di fiducia: i Farmacisti si occuperanno della validazione e, successivamente, l’Azienda Ulss ridistribuirà le medicine a coloro che ne hanno bisogno. Locandine e brochure informative sono state distribuite presso comuni, ambulatori medici, farmacie e punti sanità del territorio aziendale per rendere partecipi tutti i cittadini di questo innovativo progetto. Per richiamare ulteriormente l’attenzione degli utenti, l’Azienda Ulss ha acquistato spazi pubblicitari su Radio Birikina e Delta Radio per un totale di dieci spot giornalieri su ogni emittente, per far arrivare notizia dell’iniziativa su tutto il territorio rodigino, basso padovano e veronese. Il progetto di raccolta ha addirittura superato i confini regionali: Laura, residente in provincia di Udine, invia alla nostra Azienda una scatola di farmaci molto costosi che a lei non servono più. Dopo una lunga ricerca a livello interregionale, la signora viene a conoscenza del progetto “Farmaci che non usi? Non buttarli!La tua farmacia di fiducia li recupera”. Segue telefonata alla Responsabile del Progetto, Dott.ssa Luisa Monti Direttore SOC Farmacia Territoriale, con cui si accorda sulla spedizione. Due giorni dopo il pacco contenente preziosi farmaci arriva in azienda, accompagnato da una lettera firmata: “La sottoscritta Laura D. a seguito di cambiamento delle cure farmacologiche e saputo, dopo innumerevoli ricerche di centri di recupero farmaci non usati, l’esistenza di questa importante campagna, sono contenta di poter spedire a voi questi farmaci costosi che potrebbero essere utili ad altre persone.” Quando usare i della rimedi nonna di Annalisa Boschini Il Polesine è una piccola Babilonia tra i due fiumi maggiori d’Italia. Il Polesine e le sue acque sfociano nel mare, incontro di culture e saggezze che fanno capo alla terra e al salmastro dello scirocco. La vita nei campi, il duro lavoro tra gli animali, il mescolarsi dell’anima veneziana con quella estense e gonzaghesca ha prodotto una cultura variegata, anche nel curarsi a casa, blandita da quella saggezza timida che è la forza attuale di questa gente. Ma chi curava piccoli e grandi nelle vecchie case lungo i due fiumi? Solitamente la nonna, detta “la sposa vecia”, o una figlia rimasta “puta vecia”, cioè, come si direbbe oggi, una zitella. Si somministrava brodo di cappone con il vino rosso come ricostituente e antifreddo. Il nocino, un liquore fatto in casa con le noci verdi e non mature, zucchero e alcool, veniva allungato con acqua e servito contro le emicranie. Le foglie di salvia e mentuccia scura di campo, strofinate sui denti, li pulivano profondamente e lenivano il male procurato da estrazioni o carie. Prima dell’arrivo della penicillina ne- gli anni ‘50, le ferite che infettavano potevano essere guarite con successo attraverso un impacco di pane stantio, ammuffito al punto giusto, ben bagnato e stretto sulla lacerazione da una forte fasciatura di lino. Il fastidioso orzaiolo guariva guardando a lungo dentro una bottiglia di olio d’oliva. Con l’olio ben spalmato si guarivano anche le screpolature attorno alla bocca e al naso dei più piccoli, costretti ad andare a piedi, accompagnati dal freddo dell’inverno, verso scuola. E l’herpes labiale? Al primo insorgere, una goccia di urina lo faceva regredire immediatamente! Salute Ulss 18 4 Piccole medicine di Francesca Rigon Dirigente medico SOC Pediatria Chi ha a che fare quotidianamente con la salute dei bambini si è certamente accorto che i genitori si dividono in due grandi gruppi. Alcuni, al primo starnuto o al primo colpo di tosse, cercano immediatamente un farmaco in grado di interrompere l’evoluzione dell’infezione, e chi, invece, è del parere che “i bambini si autoregolano”: oltre a non tentare alcun tipo di cura, fanno continuare al figlio la vita di sempre, compresa la frequenza a scuola e agli allenamenti sportivi. Difficile dare ragione a uno o all’altro: come in tante situazioni, la ragione sta nel mezzo. Il ruolo del Pediatra è comunque fondamentale nel primo caso per spiegare ai genitori che le infezioni, dal raffreddore alla gastroenterite, possono limitarsi da sole e, soprattutto nei bambini sani, è più importante l’osservazione e l’accudimento che la somministrazione di farmaci. Nel secondo gruppo, il Pediatra ha invece il compito di allertare i genitori sulle possibili complicanze di un’ infezione trascurata o sottovalutata e di prescrivere la terapia, sempre facendo particolare attenzione nel motivare gli effetti benefici ed eventuali controindicazioni. Molti genitori tendono poi a ricercare un’alternativa alla terapia tradizionale, per diversi motivi che vanno dalla paura di eventuali effetti collaterali, alla convinzione che i prodotti naturali siano meglio tollerati da un organismo in crescita come quello di un bambino. Ci sono, infine, genitori che scelgono di curare i figli con i cosiddetti “rimedi della nonna”: latte e miele per la tosse, acqua e sale per le infezioni cutanee, acqua e aceto per le afte in bocca. Indubbiamente, come per tutte le tradizioni, esiste un fondo di verità per cui spesso questi interventi sono utili a sollevare i bambini dalle situazioni meno gravi. Oggi le possibilità farmacologiche per i bambini sono sicuramente più ampie e studiate rispetto a qualche decennio fa: per esempio, la terapia antipiretica, certamente la più utilizzata soprattutto nel periodo invernale, è disponibile in più formati (sciroppo, supposte, gocce, polvere solubile in acqua) con il vantaggio di poter rispettare le richieste e le caratteristiche del piccolo paziente. Da qualche anno, oltre al paracetamolo, La cura del buon senso Per una corretta prescrizione e relativo utilizzo dei farmaci, medici e pazienti sono molto spesso invitati a seguire precise linee guida. Non sempre, però, queste linee guida si possono prendere alla lettera: è il caso dei medici di medicina generale che, molto spesso, devono tenere ben presente la storia della persona che si trovano davanti e non solo le “regole scritte”. “Non solo linee guida”, infatti, sembra essere il motto di questi medici, dato che spesso è il loro buon senso e la profonda conoscenza dei loro pazienti ad indicare il corretto percorso di cura. Avendo a che fare da molti anni con gli stessi pazienti, hanno la capacità di intuire facilmente le loro richieste e reali necessità: l’ascolto e la comunicazione giocano un ruolo fondamentale, dato che, in questi casi, il medico non è più solo fonte di cura ed assistenza, ma anche un consulente, persona di fiducia ed amico. L’empatia che si crea talvolta è tale da portare i pazienti a delegare in toto le scelte al proprio medico: quando si presentano casi difficili, persone che oltre ad avere problemi fisici sono reticenti alle cure farmacologiche, il migliore medico di medicina generale è disponibile un antipiretico del gruppo degli antinfiammatori, da sempre utilizzato nell’adulto sotto forma di compresse, e ora disponibile all’età pediatrica come sciroppo, utile in casi di infiammazione importante o febbre elevata. Il pericolo che può derivare dall’autogestione nell’utilizzo dei farmaci è principalmente l’abuso degli stessi (somministrazioni molto ravvicinate perché il sintomo persiste) e l’assenza di indicazione per quel tipo di patologia: la situazione più frequente è la richiesta di un antibiotico per una febbre elevata o persistente da qualche giorno, pensando erroneamente che tutte le febbri siano legate ad un battere invece che a forme virali come nella maggioranza dei casi. Esistono poi situazioni in cui la terapia consigliata non ha un limite di tempo, bensì viene prescritta per periodi molto lunghi o addirittura per tutta la vita: siamo nel caso delle malattie croniche come il diabete, l’epilessia, le malattie tumorali. I bambini affetti da tali patologie possono essere anche molto piccoli e quindi non in grado di capire il significato dello sciroppo o dell’ iniezione che quotidianamente i genitori devono somministrare. Dal canto loro, i genitori devono nello stesso tempo affrontare la diagnosi di malattia, con tutto il corollario di rabbia, tristezza, preoccupazione e, contemporaneamente, devono rimboccarsi le maniche e iniziare la somministrazione del farmaco con la serenità e la convinzione necessari per rendere il momento meno gravoso al piccolo paziente. Un altro problema che spesso si presenta nei nostri reparti è dettato dalla numerosità di pazienti stranieri: la difficoltà di comprensione linguistica rende ancora più macchinoso l’approccio ad una terapia cronica, sia perché è difficile spiegare la malattia di base e la necessità del farmaco, sia perché occorre essere sicuri che la dose e i tempi di somministrazione siano perfettamente compresi dai genitori. In conclusione, è importante che tutti i genitori abbiano la possibilità di confrontarsi con la figura del Pediatra per evitare l’utilizzo di farmaci inappropriati e dannosi, e scegliere insieme la terapia necessaria e più indicata per ogni bambino. di Gianluigi Mutterle e Roberta Panini Medico di Medicina Generale diventa il migliore amico con cui confidarsi. Quando ci si trova davanti a questo tipo di pazienti, è necessario “togliersi il camice” e parlare loro in maniera sincera e colloquiale, anche in dialetto se necessario e la situazione lo richiede, per far capire a fondo di cosa si sta trattando in quel momento e cosa si andrà a fare con la cura prescritta. “E’ successo che un paziente soffrisse di forti vertigini. Dopo avergli ordinato 15 gocce da prendere una volta al giorno, si lamenta che non riesce a metterle, che continuano ad uscire…peccato le mettesse nelle orecchie invece che prenderle per bocca!” – racconta il Dott. Gianluigi Mutterle. Ecco perché, in particolare per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci, bisogna sempre essere cauti e precisi, per evitare incomprensioni di questo genere. Assicurarsi che il paziente abbia compreso correttamente il tipo di cura che andremo a fare, le modalità, le controindicazioni e gli effetti della somministrazione, sono le basi per un rapporto corretto sia dal punto di vista etico, medico ed umano. Un altro tipo di pazienti, invece, sono quelli “Hi-tech” che, con tutti i dispositivi tecnologici a loro disposizione, si informano online sui farmaci: purtroppo online si trova di tutto, non tutto. Il rischio, dunque, è quello di carpire informazioni sbagliate sulla cura che si sta andando a fare, oppure credere che una medicina sia migliore rispetto ad un’altra perché così recita un blog online. E’ sicuramente buona cosa documentarsi sulla propria salute, ma non dimentichiamoci che ciò che si legge non sempre è scritto da una fonte attendibile e, soprattutto, il medico è sempre in prima linea proprio per prendersi cura della nostra salute: la fiducia nei suoi confronti sta anche nell’ascoltare i suoi consigli. Ricordiamoci inoltre che non è per forza necessario assumere farmaci per ogni sintomo che si presenta. A volte, ad esempio per i cosiddetti “mali di stagione”, i rimedi tradizionali sono molto spesso i più consigliati: lasciamo al fisico il tempo di rispondere, l’approccio farmacologico non è la risposta a tutto. Salute Ulss 18 5 VERO o FALSO? MEDICINALI: QUANTO NE SAI?? 1. Durante l’allattamento bisogna limitare l’uso di alcuni farmaci. 2. La medicina di genere analizza le differenze tra maschi e femmine per studiare e commercializzare nuovi e diversi farmaci (per uomini e donne). 3. I medicinali scaduti vanno gettati nell’umido. 4. Alcuni colliri monodose, dopo un mese dall’apertura vanno trattati come i medicinali scaduti. V F curarsi a tavola di Laura Cominato Dott.ssa in Biologia della Salute V F V F V F 5. L’ossigeno è un medicinale. V F 6. Gli antidolorifici devono essere somministrati a digiuno. V F V F V F V F V F 11.Acquistare farmaci tramite internet è assolutamente sicuro. V F 12.I medicinali ben conservati, inutilizzati e non scaduti possono essere riconsegnati presso la tua farmacia di fiducia. V F 7. I medicinali vanno conservati lontani da fonti di calore e dall’umidità. 8. I farmaci vanno somministrati agli anziani a dosaggi più elevati. 9. Significato di farmacovigilanza: informare il medico dell’effetto indesiderato che si può verificare con l’uso del medicinale. 10.Generici ed equivalenti non sono farmaci. Alimenti come medicine Nutraceutica. Dalla fusione dei termini “nutrizione” e “farmaceutica” il Dr. Stephen DeFelice, nel 1989, conia il neologismo che identifica lo studio di alimenti che possiedono una funzione benefica sulla salute umana, ovvero l’“alimento-farmaco”. Questi alimenti possiedono elementi caratteristici, detti nutraceutici, che possiedono proprietà medicamentose, antiossidanti e detossificanti. I prodotti nutraceutici non sostituiscono i farmaci ma vengono utilizzati per la prevenzione di determinate malattie come diabete, sindromi metaboliche, ipercolesterolemie, ipertensione e come contrasto all’insorgenza di tumori. Questo nuovo indirizzo sulla cura del “paziente sano”, ovvero la medicina preventiva, ha portato infiammatori. Aiutano nella prevenzione alle manifestazioni croniche e autoimmuni e sono ad esempio ortaggi a foglie verdi, carote, cipolla, semi di lino, zenzero, cannella e curcuma, ananas ed amarene. 4) anti-ipertensivi o ipocolesterolemici. Utilizzati nel monitoraggio giornaliero dei dosaggi in riferimento a un indice variato rispetto ad un particolare stato patologico, gli alimenti che contengono flavonoidi sono ad esempio tè, succo d’arancia, vino rosso, fragole, mele e mirtilli. Tra le disposizioni della nutraceutica, emergono le proprietà del pomodoro che possiede principi antitumorali legati soprattutto alla presenza del licopene, un pigmento responsabile del colore rosso. La cottura ne oggi la nutraceutica e gli integratori di estratti naturali ad una continua e confermata espansione. Alcuni esempi di alimenti con caratteristiche nutraceutiche sono le verdure crucifere (come i cavoli, cavolfiori, verze, broccoli, ecc.), gli agrumi, le bacche e i frutti di bosco, l’aglio, la mela, la melagrana, il pomodoro, la curcuma, la soia, il tè verde e molti altri ancora. Anche lo yogurt e altri prodotti fermentati, per il loro contenuto in probiotici, sono utili a riequilibrare la flora intestinale grazie ai microorganismi in essi contenuti. Le principali categorie sono: 1) antiossidanti. A difesa dallo stress ossidativo si consiglia di assumere cereali, legumi, ortaggi, frutta, cacao, tè, caffè e vino rosso. 2) antimutageni/anticarcinogenici/ detossificatori. Utili per la prevenzione dell’insorgenza dei tumori sono ad esempio aglio, curcuma, pepe e peperoncino, frutti di bosco, mandorle e noci, broccoli, carciofi e cavoli, menta e tè verde. 3) immunomodulatori e anti- migliora il valore nutritivo e, infatti, i prodotti a base di pomodoro (salsa, passata, ecc.) ne possiedono una fonte maggiore. Inoltre se assunto con olii ( es. d’oliva extravergine a crudo) questi ultimi ne aumentano l’assorbimento. Nella classe delle fibre alimentari, quella con maggiori proprietà nutraceutiche è la pectina di mela: come si suol dire “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Attenzione però, perché solo la buccia contiene le pectine e quindi, come per i farmaci, è importante leggere sempre il “foglietto illustrativo” (vedi etichettatura) per assicurarsi dell’origine controllata dei prodotti alimentari che vengono acquistati. Buona notizia anche per i più golosi! Recenti studi hanno annoverato tra gli alimenti nutraceutici anche il cioccolato che, nella sua variante amara con un contenuto di cacao minimo al 90%, è impiegato nella prevenzione e cura dell’ ipertensione e nella riduzione dei livelli di colesterolo. RISPOSTE 1. VERO: Alcuni medicinali possono essere trasferiti dalla mamma al neonato attraverso il latte materno. 2. VERO: Sono in atto studi per differenziare i farmaci da somministrare ai soggetti di sesso femminile e maschile per le diverse caratteristiche che presentano. (es: età fertile, gravidanza, allattamento, menopausa ecc..). 3. FALSO: Lo smaltimento degli scaduti, a seconda della tipologia del medicinale, avviene attraverso ditte specializzate. 4. VERO: E’ fondamentale leggere sempre il foglietto illustrativo infatti ci sono molti farmaci che hanno una durata limitata dopo l’apertura e che richiedono particolari modalità di conservazione. 5. VERO: Si è un medicinale, va prescritto con ricetta medica e somministrato secondo un preciso dosaggio. 6. FALSO: sono gastrolesivi e creano un danno alla mucosa dello stomaco. 7. VERO: i medicinali vanno sempre conservati lontani da fonti di calore e dall’umidità per evitarne il deterioramento. 8. FALSO: non vanno somministrati con dosaggi più elevati per non danneggiare alcuni organi che considerata l’età sono meno attivi (es. fegato e reni). 9. VERO: La farmacovigilanza si occupa di conoscere tutti i possibili effetti indesiderati dopo la somministrazione del farmaco. 10.FALSO: Generici ed equivalenti sono medicinali autorizzati dal ministero della salute e sono copie di medicinali per i quali è scaduto il brevetto. 11.FALSO: Assolutamente NO! Non esiste alcuna garanzia che i farmaci che ricevi soddisfino i criteri previsti di qualità, sicurezza ed efficacia, il farmaco inoltre può essere contraffatto, presentando confezioni autentiche, ma prodotti privi di principio attivo o con un dosaggio che può ledere la tua salute. 12.VERO: è possibile grazie al progetto “Farmaci che non usi? Non buttarli!” al momento in fase sperimentale, che viene attuato grazie alle farmacie pubbliche e private del nostro territorio. Salute Ulss 18 6 Se il farmaco arriva dall’ospedale di Annalisa Ferrarese e Roberta Boldrin Responsabile SOC Farmacia Ospedaliera La Farmacia Ospedaliera è un servizio sanitario di supporto all’attività clinico-assistenziale: ponendosi da tramite tra il trattamento clinico e l’assistenza alla dimissione persegue lo scopo di favorire l’uso appropriato dei farmaci e più in generale del materiale sanitario necessario al paziente che lascia l’ospedale a seguito di un ricovero. La Farmacia dell’Ospedale garantisce la disponibilità dei farmaci e, quando necessario e richiesto dal medico, prepara le terapie ad esempio allestendo i così detti medicinali galenici (farmaci preparati in farmacia dal farmacista, che si differenziano dal farmaco industriale allestito dall’industria farmaceutica) non reperibili in commercio. Questo servizio fornisce inoltre tutte le informazioni utili affinché farmaci e materiali sanitari vengano impiegati con il massimo beneficio e il minimo rischio per i pazienti in dimissione, evitando sprechi economici. Come già sottolineato in precedenza, la Farmacia Ospedaliera rivolge le proprie attività alle strutture di ricovero ed è fortemente impegnata nell’ambito della continuità assistenziale ospedale-territorio. Per questo garantisce la distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti in dimissione dal ricovero, dal day hospital e dalla visita ambulatoriale specialistica. Per poter usufruire del servizio, il paziente dovrà recarsi presso lo sportello di distribuzione diretta che si trova all’entrata dell’Ospedale di Rovigo (entro e non oltre il giorno successivo alla dimissione) con la lettera di dimissione, la prescrizione del medico, la tessera sanitaria ed il piano terapeutico (se previsto), senza dover versare alcun ticket. Il farmacista, una volta controllata la prescrizione, consegnerà i farmaci al paziente, rilasciandogli una copia dell’avvenuta erogazione e una nota informativa per il medico di famiglia. Questo percorso permette di mantenere in memoria, dal proprio medico curante, la terapia che si sta effettuando. Il servizio nasce per aiutare il cittadino che, dopo un ricovero, può andare a casa già con i farmaci necessari per continuare la terapia avviata in ospedale, senza doversi recare nella farmacia di turno per reperire il farmaco necessario da subito. La distribuzione diretta alla dimissione permette non solo di fornire ai pazienti e ai familiari un’informazione puntuale sulle modalità di somministrazione dei farmaci, sugli effetti indesiderati attesi e sui prodotti per automedicazione, ma anche ad esempio di dare consigli e suggerimenti sui cibi da evitare perché oggetto di possibili interazioni. All’ovvio vantaggio della comodità si aggiunge quindi anche la possibilità di un dialogo preciso e informato che permette di “eliminare ogni dubbio” e poter tornare a casa con una cura motivata e soprattutto ben chiarita nella sua applicazione. Oltre a offrire un servizio ai pazienti in dimissione, la distribuzione diretta permette di contenere la questione economica della spesa farmaceutica, dispensando i farmaci ai costi ospedalieri. La questione economica è importante: i risparmi realizzati non sono solo per i diretti interessati nell’acquisto dei farmaci, ma permettono inoltre di finanziare i nuovi farmaci ad alto costo come ad esempio quelli oncologici o evitare l’applicazione di nuovi ticket. Risparmio economico, di tempo e maggior comodità quindi sono all’ordine del giorno per la Farmacia Ospedaliera che dimostra ogni giorno la vicinanza dell’ospedale al paziente, accompagnato “per mano” verso l’esterno, alla dimissione. Medicine a 4 zampe Intervista a Donato Piccolo Dirigente Medico Responsabile del Canile Sanitario Sempre più sono le attenzioni rivolte ai nostri amici animali: di grossa o piccola taglia, di razza o bastardini, li accogliamo nelle nostre abitazioni ed entrano a tutti gli effetti a far parte della famiglia. Le cure che dedichiamo loro sono le stesse che dedichiamo ai nostri cari, come lo stesso è anche l’affetto che ci lega a loro. Ma che fare quando i nostri piccoli amici non si sentono bene? Quando è il momento di rivolgerci al veterinario e quali farmaci sono più adatti a curarli nella maniera giusta? Dott. Piccolo, quali sono le malattie che principalmente colpiscono gli animali da compagnia e quali sono i medicinali più usati? Non esistono malattie più frequenti di altre, le patologie che possono colpire i nostri amici a quattro zampe sono molteplici e coprono tutte le sfere organiche: non esiste quindi un medicinale generico ma delle specialità farmaceutiche per ogni tipo di patologia. Negli ultimi anni, si assiste a una specializzazione delle case farmaceutiche in materia di medicinali per gli animali di “affezione” e non più, come invece era in passato, solo per gli animali “da reddito”. Si è ridotto quindi moltissimo l’utilizzo di farmaci a uso umano per la cura dei nostri piccoli amici. Dove si possono comprare i farmaci per gli animali? Cosa ne pensa dell’acquisto online? In farmacia e nelle farmacie veterinarie. Tutte le specialità farmaceutiche per uso veterinario,sono soggette a prescrizione medica (ricetta) e quindi dispensate da un farmacista. Non sono a conoscenza di acquisto di medicinali per animali in internet, ma comunque, così come per i medicinali a uso umano, esiste un sistema di farmaco vigilanza effettuato dai servizi veterinari, così come di farmaco sorveglianza, attraverso la quale i veterinari che riscontrano effetti del farmaco non segnalati nel libretto informativo, avvisano direttamente le autorità competenti. Quali sono le similitudini con i farmaci ad uso umano? Ad esempio, posso usare l’aspirina per curare a casa il mio gatto? Assolutamente no! Non è consigliabile per nessun motivo curare gli animali con i farmaci che abbiamo in casa. Molecole e principi attivi presenti nei farmaci per animali si equivalgono a quelli contenuti nei farmaci ad uso umano, ma in dosi completamente diverse. Questo significa che somministrare al nostro cane o gatto un medicinale che su di noi produce l’effetto desiderato, può produrre una reazione completamente diversa sul nostro amico a quattro zampe, ed è pericoloso. Esiste una legislazione riguardante la prescrizione dei farmaci veterinari, in particolare esiste una normativa specifica secondo la quale ai medici veterinari è vietato prescrivere medicinali a uso umano se esiste il corrispettivo specifico per uso veterinario. Quando chiamare il proprio veterinario e quando invece chiamare il 118? Il servizio 118 è prioritario per animali randagi feriti o vaganti nel territorio. Un cittadino, in caso di effettiva emergenza sanitaria per il proprio animale d’affezione, non trovando il proprio veterinario, può avvalersi del Servizio118. L’intervento di pronta disponibilità veterinaria tramite il 118 inizia dalle 18.00 alle 7.30 nei giorni feriali e dalle 13.00 del sabato alle 7.30 del lunedì successivo. Ricordiamoci che il pronto intervento veterinario per i privati non è a domicilio: l’area di competenza del servizio è talmente vasta che non sarebbe possibile coprirla tutta con interventi sul posto. Chi chiama deve quindi trasportare l’animale al Canile Sanitario dove vi sono le attrezzature e il personale più idonei per intervenire tempestivamente. (R. B.) Salute Ulss 18 7 Novità in oncologia di Felice Pasini e Roberta Panini Direttore del Dipartimento Oncologico La sfida contro il tumore è una lotta contro una malattia che si sviluppa subdolamente e che spesso si manifesta solo in fase tardiva. Sono necessarie pertanto nuove terapie che colpiscano direttamente e in modo selettivo le cellule tumorali. Tra gli ultimi ritrovati nella farmacologia oncologica spiccano i farmaci appartenenti alla classe delle terapie biologiche. Ne esistono diverse classi. I vaccini che dovrebbero stimolare le nostre difese immunitarie ad agire contro le cellule malate, purtroppo ad oggi non presentano ancora risultati positivi. Altri farmaci biologici attaccano in maniera diretta le cellule, alterando i meccanismi della vita della cellula tumorale e causandone la morte. Al momento quasi tutti questi farmaci sono utilizzati quando la malattia è in fase avanzata: sono in grado di prolungare la vita del malato, purtroppo non di guarirlo definitivamente. Quali i pro e contro delle terapie biologiche? Innanzitutto hanno tempi di ricerca e sviluppo molto lunghi e complessi, con costi enormi per la realizzazione (si parla che per arrivare a produrre un farmaco efficace occorra circa un miliardo di dollari!). Questi costi poi si ripercuotono sul prezzo che gli Stati devono pagare per acquistare il farmaco per i propri pazienti: circa 30.000 € (ma anche più) per una terapia della durata di un anno. In Italia questi costi sono a carico del Servizio Sanitario Regionale, ma ovviamente costituiscono un’importante voce di spesa nel bilancio delle varie ULSS. Il vantaggio dei farmaci biologici è costituito dal fatto di essere terapie maggiormente mirate rispetto alla chemioterapia classica, sono più selettivi nell’azione e, proprio per questa caratteristica, agiscono solo in determinate condizioni. Se correttamente usati, l’efficacia è sicuramente elevata e le statistiche a proposito sono molte. Il problema dell’interpretazione di questi risultati è però assai complesso anche per gli studiosi più preparati e il dibattito nella comunità scientifica è molto articolato. Proprio per questo motivo è indispensabile non credere in maniera acritica a ciò che si legge, in particolare sul web. Non è vero, ad esempio, che le terapie biologiche non abbiano effetti collaterali: gli effetti collaterali ci sono, ma sono diversi da quelli della chemioterapia classica. Alcuni effetti sono più controllabili e in particolare questi farmaci sono meno tossici sui globuli bianchi presenti nel sangue, riducendo così il rischio di infezioni. Per ottenere una corretta informazione è necessario rivolgersi all’oncologo di fiducia che fornirà le spiegazioni scientificamente provate e legate al caso del singolo paziente. Possiamo dire che sono farmaci da utilizzare solo se consigliati da oncologi, che l’efficacia non è uguale in tutti i casi, per il fatto che ogni organismo presenta delle risposte biologiche diverse. Questo nuovo modo di intendere la terapia dei tumori è sicuramente affascinante e ricco di prospettive per il futuro: infatti sono in studio centinaia di nuove molecole e la speranza è di individuarne di sempre più efficaci per la lotta contro un male che l’uomo deve riuscire a vincere. In piedi dietroal bancone Intervista a Guido Bonetto Presidente Federfarma Provincia di Rovigo “Il farmacista? È in piedi dietro al bancone”. Inizia con questa battuta, tanto scanzonata quanto significativa, l’intervista a Guido Bonetto, titolare di farmacia a Badia Polesine, città dell’Abbazia. Bonetto ha incontrato farmaci e preparazioni dopo la laurea e il servizio militare. “Una passione, certo – racconta soddisfatto – incontrata quasi per caso. Ho lavorato a Milano, e poi ho comprato la mia farmacia”. Dalle sue parole si palesa una lunga carriera: “E’ vero…sono stato testimone di un cambiamento epocale. Dai farmaci preparati dietro il bancone, nel laboratorio della farmacia, e dai caratteristici odori, sono passato alla dispensazione dei farmaci preparati dall’industria, con i loro lunghi e complicati bugiardini. “ Una cosa però è rimasta immutata e, anzi, continua a crescere: il rapporto con i clienti che si affidano a noi quotidianamente e che noi cerchiamo di seguire con professionalità ed attenzione, instaurando un ottimo rapporto di fiducia”. “Ora sto assistendo a un nuovo cambiamento della farmacia che, oltre ad essere un luogo di dispensazione di farmaci e altri prodotti per la salute, si è trasformata in farmacia dei servizi. Prenotazioni di visite specialistiche, scarico referti, raccolta di campioni nell’ambito dello screening oncologico: tutti servizi che, fino a questo momento, sono stati forniti gratuitamente e che ritengo importantissimi. Aiutare un anziano a scaricare le sue analisi o a scegliere una visita significa moltissimo, soprattutto in un territorio come il nostro con un alto indice di anzianità. Non dimentichiamo, poi, le analisi di prima istanza per glicemia, colesterolo e trigliceridi, i turni che garantiscono l’accessibilità al farmaco 24 ore su 24, e un accordo provinciale con una società di servizi per una erogazione di prestazioni fornite da p r o fe s s i o n i s t i qualificati quali fisioterapisti, infermieri, badanti ecc”. Un sacco di lavoro insomma: “ Lo confermo, in farmacia non ci si annoia!”. E lo psicologo in farmacia? Mi risulta che in alcune Regioni questo servizio venga già di Annalisa Boschini effettuato. “Potrebbe essere una buona idea, noi stiamo valutando se sia opportuno fornire anche questo tipo di servizio, magari studiando il progetto insieme all’ Ulss 18 di Rovigo”. Salute Ulss 18 8 Farmaci: fanno bene se si usano bene Un ringraziamento speciale a... Luisa Monti, Marcello Mazzo, Alessandro Cattaneo, Francesca Rigon, Laura Cominato, Marta Filippi, Ennio Rossin, Guido Bonetto... Dott.ssa Maria Silvia Greggio e Gabriele Dott. Donato Piccolo e Luna SALUTE Ulss18 Periodico monografico Viale Tre Martiri, 89 - 45100 Rovigo Tel. 0425 393 969 Fax 0425 394 715 [email protected] www.azisanrovigo.it Direttore Generale Arturo Orsini Dott. Gianluigi Mutterle Direttore responsabile Annalisa Boschini Redazione Roberta Panini, Roberta Boldrin Progetto grafico e stampa Sandro Borghi Cooperativa Sociale Nike Kai Dike Fiesso Umbertiano (Ro) Fotografia Luigi Pietro Scantamburlo Finito di stampare nel mese di Dicembre 2013 su Carta Favini Ecocarta 120 gr. riciclata 100% Luigi Pietro Scantamburlo Ristorante “Nisida” - S. Martino di Venezze (Ro) nikekaidike.net Registrazione Tribunale di Rovigo n°23 del 1/12/2004