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in attesa della consegna del premio
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In ricordo di M ariuccia Bussini
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Parole di M ariuccia.
Preghiera composta il 4 giugno del 1998 in
occasione della giornata del malato celebrata nella
comunità di Gerenzano.
“Signore a volte è tanto duro dire sia
fatta la tua volontà, ma se ti guardo lì su
quella croce morto per amore mio e dei
miei fratelli obbediente all’amore fino in
fondo, con la docilità di un agnellino da
latte, come posso tirarmi indietro se ti ho
scelto come mio Signore mio unico bene e
mio tutto; non posso non fare quello che tu
mi hai insegnato e cercare con tutta la
buona volontà di seguirti anche se costa.
Lo so che non riuscirò mai perché solo tu conosci la mia debolezza e la
mia fragilità, ma tu sai anche che con tutto il cuore e la buona volontà
desidero ardentemente essere tutta tua per essere davvero tutta dei
fratelli come mi hai insegnato Tu.
Festa della vita
4 febbraio 2011
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Signore so anche che alla fine della vita quando mi presenterò davanti a
Te per ricevere il premio o la pena, Tu non guarderai tanto se sono
riuscita, ma bensì se sarò stata costante nello sforzo di provarci sempre
ad imitarti nell’amore, nell’umiltà, nella pazienza, nell’ubbidienza, cioè per
essere santa come Tu mi vuoi;
però Gesù so anche che il mio
amore sarà vero solo se ti avrò
saputo vedere sofferente in ogni
fratello sofferente e gioioso in ogni
fratello che gioisce per amor tuo,
proprio perché tu mi hai insegnato
che se ti amo devo gioire con chi
gioisce e soffrire con chi soffre,
cioè devo condividere con te la
croce per amore dei fratelli perché solo così sarò parte integrante di
quella croce viva che Tu un giorno mi hai indicato e che testimonia che Tu
sei risorto.
Signore se non farò questo il mio amore non sarà vero, ma menzognero!
Amen.”
Festa della vita
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Omelia di Monsignor Luigi Basilico durante la
celebrazione della santa messa per il funerale di
Mariuccia.
Stiamo celebrando la Santa Messa, questa liturgia
eucaristica
che
significa
azione
pubblica
di
ringraziamento.
Mentre noi ringraziamo il Signore, fonte della santità, che
si effonde poi nelle anime che accolgono la grazia di Dio
e infatti ripensando alla vita e soprattutto alla fine della
Mariuccia, possiamo dire con Maria Santissima: ha fatto
in me cose grandi Colui che è potente.
Ora non voglio né commentare le letture e neppure fare
un panegirico della Mariuccia, ma soltanto dare una
testimonianza dei nostri incontri negli ultimi mesi. Quasi
tutte le settimane ci si incontrava e ci si incontrava in un
luogo di sofferenza, all’ospedale.
Infatti lunedì scorso, appena salito in reparto dove ci
dovevo andare, sono entrato nel corridoio e avendo visto
seduta su una sedia quella donnina malata che era nella
sua stanza ho avuto il presentimento che Mariuccia fosse
morta.
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Entrato poi nella stanza, visto il paravento, ho avuto la certezza della sua morte, ma
dietro il paravento c’era la mamma, il fratello, la sorella; la mamma di una grande
serenità, il fratello di una grande impressione e la sorella di una grande commozione
e non sono stato capace di fare le condoglianze non perché il momento non fosse
opportuno, ma ricordando quanto lei,
in un dialogo presente la mamma,
aveva affermato -quasi ripetendo le
parole
di
San
Luigi
Gonzaga
qualche giorno prima di morire alla
sua mamma- e diceva: ‘mamma
quando riceverai la notizia della
mia morte non piangere, non
piangere perché io sono nella gioia
in paradiso’.
Le stesse parole Mariuccia le ha dette
alla mamma: ‘mamma non piangere’,
ma non si può non piangere.
Perché aldilà di quella che è la forza
delle fede, c’è il legame profondo
della natura che non ci impedisce di piangere.. anzi vorrebbe che piangessimo, però
è un pianto diverso.
E’ un pianto di una persona che è sicura di aver raggiunto la meta. Proprio in un
colloquio dicevo a Mariuccia: ‘Mariuccia dimmi un po’..quello che tu hai scritto nel
messaggio che mi hai dato anche quest’anno ai malati, agli anziani che i sofferenti
sono dei prediletti, che i sofferenti sono dei privilegiati, dei benedetti …sei
convinta?’.
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E lei mi ha risposto: ‘si, sono convinta di essere una privilegiata!’. Non perché non
sentisse la sofferenza; la sofferenza la sentiva fino in fondo, quasi da dire con Gesù:
‘Padre mio, se possibile allontana da me questo calice! non sia fatta la mia, ma la
tua volontà’.
E in un altro momento della conversazione -l’altro giorno- ecco che parlando del
dolore anche lei diceva: ‘quando il dolore penetra fino in fondo.. fino alle ossa: è
una cosa così straordinaria! non tremenda..straordinaria e bisogna farne
esperienza per comprendere tutta l’importanza’.
Si parlava del dolore profondo e lei questo dolore l’ha vissuto diverse volte..è la sua
testimonianza del dolore…fino in fondo!
però sapendo della sua situazione oramai di
fine, non si parlava mai di guarigione, si
parlava sempre del paradiso!
I nostri discorsi erano discorsi per il
paradiso..in attesa del paradiso, ossia discorsi
nei quali si poteva ripetere –e io lo dicevo
anche a lei- la frase di San Francesco: “Tanto
è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è
diletto” oppure la frase di San Paolo alla
lettera ai romani: “Tutte le sofferenze di
questo mondo non sono paragonabili alla
gloria, alla gioia che il Signore prepara per
quelli che lo amano”.
E la gioia della Mariuccia si esprimeva nel
sorriso, alcune volte non poteva neppur parlare, ma non le mancava mai il sorriso.
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Un sorriso vivo.. proprio di dialogo.. senza parole, che esprimeva la gioia che sta
nel suo fondo, la gioia straordinaria! Perché quella è la caratteristica del suo
spirito nei momenti più difficili.
Quando commentando anche qui in
chiesa il 14 di dicembre, sabato, la terza
domenica di dicembre la frase della
lettera ai Tessalonicesi: ‘Dio santifica le
anime fino alla perfezione’ …ho detto:
pensate come il Signore sta portando la
Mariuccia alla perfezione!
La santità è una cosa comune, la
perfezione nella santità la si vive sempre
nella sofferenza.
Non c’è grande santo che non sia
diventato tale senza la sofferenza e la
Mariuccia ha sofferto; in quel momento
proprio ricordando quello che anche mi
dicevano i medici,
che aveva già superato 3 interventi chirurgici in pochi
giorni …per cui era sempre in pericolo, mi veniva quasi da dire: ‘ Signore basta non
farla soffrire più, non farla soffrire più!’.
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E ha tirato avanti ancora un po’. E in ultimo, mi diceva la mamma, qualche volta si
lamentava e per lamentarsi la Mariuccia vuol dire che è qualcosa di insopportabile,
qualcosa che soltanto la grazia di Dio poteva dare la capacità di viverla quella
sofferenza.. di esperimentare quel momento, questa è la sua…………
Quindi ecco che la sua fine è stata una fine gloriosa! Proprio lunedì ancora, quando
ho terminato di fare la medicazione sono tornato a rivederla, perché anche sul letto
del dolore, sul lettino della sua morte aveva un sorriso misterioso..un sorriso
misterioso!
E contemplando quel sorriso ho detto: ‘vengo qui o
Mariuccia non a pregare per te, ma perché tu preghi per
me! E dato che sono all’ospedale, perché tu preghi
adesso per la mia completa guarigione’.
Adesso non devo domandare più una grazia simile, ma in
quel momento in uno stanza d’ospedale mi è venuta
spontanea la richiesta, per intercessione della Mariuccia,
di avere la guarigione, la guarigione!
Perché vedete quando morì il Cardinal Schuster tutti
dicemmo è morto un santo e lo stesso è stato ripetuto alla
morte di Papa Giovanni nel ’63, di Padre Pio nel ’68, di
Madre Teresa di Calcutta nel ’97: ‘è morta una santa!’.
Ebbene oggi posso dire ..con tutta fiducia: ‘è morta la santa di Gerenzano!’.
Veramente una santa! Vedete la storia di un popolo è legata diremmo a dei fattori
particolari: alla storia politica, basta vedere le targhe sulle strade;
alla
storia
economica, i signori che hanno dominato.
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Ma esiste anche la storia spirituale e in questa storia spirituale, la Mariuccia è un
gigante dinnanzi al quale noi non ci sentiamo piccoli.. ci sentiamo meschini, presi
come siamo dei nostri piccoli problemi e dimentichiamo quelli più importanti!
Ecco perché faccio l’augurio proprio che la memoria della Mariuccia sia tutta
sempre viva, magari approfondendo sempre di più alcuni aspetti della sua spiritualità;
la spiritualità eucaristica, la spiritualità mariana e il senso ecclesiale e missionario.
La vostra conoscenza, i suoi scritti, potrebbero essere veramente una testimonianza
anche nel futuro di questa spiritualità ed è anche.. quasi quasi ..nel riconoscere che
fra tutti i personaggi della storia di Gerenzano degli ultimi tempi, la più grande
benefattrice è stata la Mariuccia! Lei dirà: ‘perché?’.
Come Pio XI ha proclamato patrono delle missioni Santa Teresina del Bambin Gesù,
che mai è uscita dal convento, così possiamo dire con tutto il cuore e con tutta
certezza che nessuno ha beneficato tanto con la sua sofferenza, con la sua preghiera,
con la sua testimonianza, quanto la Mariuccia Bussini!
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Benefattrice della comunità, grande nella comunità! Di una grandezza che forse noi
non la consideriamo, eppure ha vissuto nel modo più completo il rovescio di una
frase evangelica che dice il vangelo: ‘A che giova guadagnare il mondo intero se poi
uno perde la sua vita?’. Ebbene la Mariuccia può dire io ho capovolto questa frase:
‘A che giova perdere il mondo intero se io ho realizzato la mia vita’.
Dal punto di vista umano la Mariuccia
è stata una fallita..diciamolo chiaro!
Dei 54 anni di vita quanti ne ha
passati sulla carrozzina, quanti ne ha
passati nel letto, quanti ne ha passati
nella sofferenza?
Eppure nessun giorno della sua vita è
andato perduto.
Questa è la testimonianza della mia
esperienza; dico: ‘Grazie oh Signore
che in questi ultimi due mesi ,quasi
tutte le settimane, mi hai dato la
possibilità - eccetto forse una volta o due quando ero in sala di rianimazione- di
incontrare un’anima così grande, un’anima così bella e un’anima così straordinaria
come quella della Mariuccia’.
Siano questi i pensieri di forza alla mamma, al fratello e alla sorella.
Qualcosa ho già detto anche a loro.
Viviamo questo momento come un momento di grazia!
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Cristo s'interessa radicalmente della sofferenza, tant'è vero
che il Vangelo di Marco è per oltre un terzo una serie di
racconti di guarigioni di malati. Tuttavia, come diceva il
poeta francese Paul Claudel, «Dio è venuto non a spiegare la
sofferenza, è venuto a riempirla della sua presenza». Infatti,
attraverso il Figlio suo, egli è entrato nella carne dell'uomo,
divenendo uomo, condividendo il nostro limite, assumendolo
in sé. Non per nulla egli sperimenta tutta la gamma del
dolore umano: la sofferenza fisica, la solitudine dagli amici,
la paura del morire, il silenzio di Dio e, alla fine, il diventare
cadavere nella morte.
………………
Nella città di Dio «non ci sarà più la morte, né lutto, né
lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate»
(21,4). Durante il cammino della storia, il Signore raccoglie
nell'otre suo le nostre lacrime: esse sono registrate nel libro
della vita che Dio tiene davanti a sé (si veda Sal 56,9). Ma
egli ci vuole condurre, attraverso la vita divina a noi donata
da Cristo, a quell'orizzonte luminoso ove «Dio asciugherà le
lacrime su ogni volto» (Is 25,8) e il dolore e la morte
saranno vinti per sempre.
Gianfranco Ravasi, 500 curiosità della fede, Mondatori 2009
Festa della vita
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Lettera di Mariuccia per “La Campanella”,
scritta in occasione della festa della Madonna di
Lourdes del 11 febbraio 2001.
Dalla mia carozzina penso a te o Maria.
Quando ti guardo, O Maria, dalla mia carrozzina il
mio primo pensiero è quello di chiamarti mamma!
Si, perché questo sei per me da sempre in modo
speciale e voglio nel mio cuore che tutti gli ammalati
e i sofferenti di vario genere ti sentano mamma,
amica, sorella, cioè abbiano in te un punto di
riferimento sicuro e sappiano che tu sola puoi capire
tutto e comprenderci.
Tu sai consolare, sai incoraggiare, sai amare come
nessuno ama. Ami di amore puro! Tu sola ci insegni
la scienza vera, che è Cristo crocifisso e risorto per
condurci dolcemente al cielo. Non posso pensare alla vita senza la mamma perché
Lei è lo strumento di Dio che mi ha fatto nascere, ma non posso neppure pensare alla
vita serena con Gesù, senza di te oh Maria!
Perché senza di Te, Lui non poteva raggiungerci ed abitare in mezzo a noi come uno
di noi e neppure di noi Lo possiamo avvicinare e conoscere senza tuo tramite.
Tu sei la mia via che ci rende facili le cose difficili. Maria è la mamma che Gesù ci
ha lasciato in dono prima di morire in croce. E’ la mamma di Gesù, è la mamma
nostra, la mamma di tutti i peccatori e giusti! Chiunque può levare a lei lo sguardo
per chiedere aiuto, protezione, conforto e comprensione e rispondere al suo appello
di madre che ci ama e vuole solo il nostro bene.
Festa della vita
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Maria è rifugio dei peccatori, è la consolazione degli afflitti, è il consiglio dei
cristiani, è la Madre e Vergine, è Regina. Forse non accettiamo la nostra situazione e
facciamo tanta fatica ad accettare il dolore. Cerchiamo comprensione, amore,
abbiamo bisogno di uno sfogo. Ecco la mamma delle mamme che tutto capisce e
tutto comprende. Ecco Colei che come nessun’altra mamma sa amare e consolare.
Maria è da sola più amante di tutte le mamme unite insieme e allora: quale onore
averla per mamma!
Per chiederLe di farci ogni giorni conformi a Gesù, per aiutarci a fare bene la
volontà di Gesù perseverando con amore e pazienza fino in fondo. Penso a te Maria,
che ci ami tanto e ci senti come prediletti del tuo cuore e di quello di Gesù, perché
come sofferenti siamo –o almeno dovremmo essere- la più viva e trasparente
immagine di Gesù crocifisso e risorto, ma non è sempre così purtroppo.
Sono in molti a non volere la croce,
molti sono quelli che si ribellano,
che imprecano contro Dio con la
bestemmia
e
così
ti
facciamo
piangere oh mamma buona, perché
tu guardi i nostri cuori e invece di
trovare Gesù trovi la disperazione.
Allora ti faccio una preghiera, oh
Madre, e cioè: aiuta chi ha avuto la
grazia di accettare e valorizzare il
dolore, così che neppure una briciola
vada perduta per aiutare chi non accetta e consolare il cuore di Gesù e il tuo ..tanto
affannati!
Festa della vita
4 febbraio 2011
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Guardandoti, oh mamma, mi ritengo la persona più ricca del mondo perché l’unico
mio possesso siete Tu e Gesù e ti rendo mille volte grazie per la costanza che hai
avuto nello starmi accanto nonostante le mie debolezze ed avermi aiutata a dire
sempre ‘si’ al Signore, capendo che il segreto della gioia sta proprio lì..in quel ‘si’.
Eccomi sono pronta a fare la tua volontà, Signore! Gesù non ci porta via niente se
rispondiamo ‘si’ al suo invito; al contrario, ci arricchisce! Perciò di dico: ‘aiutaci oh
madre ad avvicinarci a Te, come ad una mamma speciale, ad avvicinarci a te con
tenerezza e amore, a confidarti tutte le nostre paure ed angosce, certi che ci riempirai
di pace perché ci dai Gesù. Comunque ogni volta che ti guardo e penso a te, la prima
cosa che mi viene spontanea di pensare è la storia del tuo ‘si’ generoso alla chiamata
di Dio, il tuo distacco da tutto, anche dal tuo progetto maturato e buono. Con
prontezza hai lasciato tutto e tutti per Dio, tutto ciò è la storia di qualcosa che amo e
che vorrei fare anch’io ..con il tuo aiuto e quello di Gesù.
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Festa della vita
4 febbraio 2011
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libretto della celebrazione - sanpietroepaologerenzano.it