Capitolo 4 – La parrocchia perduta e l’ascendente armaiolo (dal 22 maggio 1995 al 20 giugno 1995) 22 maggio 1995, lunedì Cremnago. Pomeriggio. Il piccolo abitato, che dista un paio di chilometri da Inverigo ed è immerso nel bel verde della Brianza, è ordinato, pulito, poco trafficato. Diversi vecchi fabbricati, tra molti nuovi, sono stati ristrutturati e recuperati all'uso moderno; non così, nel centro del paese, un antico e bel lavatoio pubblico nel quale l'acqua scorre ancora abbondante. Il complesso parrocchiale, che include anche la struttura dell'oratorio, si trova in posizione decentrata nella parte alta dell'abitato e dispone di una propria area molto vasta e ben piantumata. Il fabbricato, in stile barocco, tuttavia privo di esagerazioni decorative, mi è sembrato rappresentare il classico archetipo di chiesa rurale dei secoli trascorsi. Ho trovato Padre Giovanni, appartenente a un ordine monastico che non ricordo, in canonica. Mi ha accolto con calore, mi ha messo a disposizione i registri parrocchiali e, incuriosito dal mio entusiasmo per un'attività che, ha ammesso, non conosceva e lo stupiva, quasi con foga mi ha aiutato nella ricerca. Dapprima abbiamo cercato nel tradizionale registro dei battesimi, quello dal 1795 al 1881, e in corrispondenza della pagina 57 dell'anno 1815 abbiamo rinvenuto e trascrivo. - battesimo di Agostino (1815). “Mille ottocentoquindici li vent’otto di marzo, Antonio Agostino figlio di Gaetano Marelli e di Maria Bestetti, legittimi consorti di questa parrocchia, nato alle ore quattro antimeridiane di quest'oggi, è stato battezzato da me inf(rascritt)o in questa chiesa parrocchiale di S. Vincenzo di Cremnago. La commadre è stata la sig(no)ra Antonia Gerosa del sig(no)r Luigi a nome del suo marito sig(no)r 25 Faustino Viganò del fu Giovanni di questa parrocchia, e p(er) fede Carlo Villa parroco". Poi, andando a ritroso, abbiamo rinvenuto la seguente altra annotazione, affiancata, sul lato sinistro del testo, da una crocetta vergata dal parroco. Anno 1814, pagina 53. "+Mille ottocentoquattordici li ventisei di gennaio, Carlo Giovanni Agostino figlio di Gaetano Marelli e di Maria Bestetti, legittimi consorti di questa parrocchia di Cremnago, nato ad un'ora pomeridiana, è stato battezzato per necessità dalla levatrice di Lurago Rosa *** moglie di Giovanni Antonio Colombo. Furono supplite le cerimonie prescritte da me inf(rascritt)o in questa chiesa parrocchiale di S. Vincenzo Levita e Martire di Cremnago. La commadre è stata Giovanna Crippa moglie di Pietro Antonio Strazza della parrocchia di Inverigo. P(er) fede Carlo Villa curato". E' evidente, ancorché nel testo non fosse detto, che il neonato dovette morire alla nascita o appena dopo; diversamente non si spiegherebbero la crocetta stilizzata disegnata dal parroco e la circostanza del battesimo impartito "per necessità" dalla levatrice. A questo proposito evidenzio come l'esame di quel registro, intriso di crocette, mi abbia reso palese una triste realtà di quei tempi: quanto la mortalità infantile fosse elevata. Non ho certo fatto statistiche, ma penso di non essere lontano dal vero affermando che un trenta per cento dei nati morisse alla nascita, o appena dopo, e che un altro buon dieci per cento morisse entro qualche giorno o, al più, entro qualche settimana. Poi ancora, nulla più avendo trovato prima della nascita di Carlo Giovanni Agostino, sono incappato (nel frattempo padre Giovanni aveva trovato qualcosa di meglio da fare) nel battesimo di Maria Antonia Cherubina, terzogenita di Gaetano e Maria Bestetti. Anno 1817, pagina 61. "Mille ottocentodiciassette li sette di gennaio, Maria Antonia Cherubina figlia di Gaetano Marelli e di Maria Bestetti, legittimi consorti di questa parrocchia, nata ieri alle ore undeci pomeridiane, è stata da me inf(rascritt)o battezzata in questa chiesa parrocchiale di S. Vincenzo M(artire) di Cremnago. Il compadre è stato Giuseppe Antonio Camesasca del fu Giovanni Battista di Romanò, e p(er) fede Carlo Villa parroco". Sui registri che ho esaminato ho trovato il mio cognome con una certa frequenza: ho dunque motivo di credere che il cognome Marelli, a Cremnago, dovesse essere discretamente diffuso. 26 Data l'ora tarda e l'ormai evidente stato di impazienza di Padre Giovanni, ho dovuto interrompere la ricerca, con riserva tuttavia, lui d'accordo, di riprenderla in altra prossima occasione. Si impongono, a questo punto, alcune riflessioni. In considerazione del fatto che in quei tempi, a causa di atavica povertà che non consentiva alternative, un individuo che non appartenesse a famiglia agiata ben difficilmente trasferiva la propria abitazione prima del matrimonio, potrei dedicare il prossimo accesso a Cremnago alla ricerca anche del battesimo di Gaetano nei 20-30 anni precedenti le date di nascita dei suoi figli, pur avendo motivo di pensare che dovette invece nascere a Cantù, o dintorni, luogo indicato quale sua "patria" nell'atto di matrimonio di Antonio Agostino (1815). Non prima, però, di aver scovato nei "nuovi" registri di stato civile l'atto di nascita di Maria Antonia Cherubina (1817). Nel 1816, infatti, la loro tenuta, già affidata ai sindaci dall’amministrazione napoleonica, venne riaffidata ai parroci e per tale ragione dovrei ritrovare il battesimo di Maria Antonio Cherubina nel "nuovo" registro omologo di quello tradizionale, e, con esso, le informazioni inerenti la data e il luogo del matrimonio di Gaetano e Maria Bestetti. 2 giugno 1995, venerdì Presso l'Archivio Storico Diocesano di Milano stamani ho reperito l'atto di nascita di Carolina Messa (1823), moglie di Agostino (1815). Eccone il testo. Anno 1822-23, libro degli atti di nascita della parrocchia di Santo Stefano in Broglio, volume quinto, dal luglio 1822 all'ottobre1823, tavola n. 84. “N. 181 Data della nascita e della presentazione al battesimo del neonato: nata il giorno ventitre settembre 1823 alle ore 13 pomeridiane e battezzata il dì seguente da me prete Massimiliano Porri c(oadiutore) Indicazione del neonato Sesso e nome-Femmina: Messa Rosa Maria Carolina Stato della persona-Legittimo: legitt(imo) Indicazione dei genitori Nome, Cognome e domicilio della madre: Marianna Nobili Nome, Cognome e domicilio del padre: Giovanni Messa, abit(ant)i [in] C(contrada) Sergaro N. 4823 Se coniugi, data del matrimonio e parrocchia in cui fu celebrato: maritati in questa chiesa l'anno 1818 li 5 novembre Religione e condizione di entrambi: cattolici, cuoco Nome, Cognome, Domicilio e Condizione del Padrino e de' Testimonj Padrino: Ferdinando Berti del fu Giuseppe abit(ant)e [in] C(ontra)da Restelli N. 1 - Rosa Gliborri di Giosuè abit(ant)e [in] C(ontra)da della Cerva N. 330 Annotazioni: La madrina si dichiarò illetterata". 27 Ho altresì tentato ancora di rintracciare l'atto di morte di Agostino (1815), ma nulla ho rinvenuto tra il 1875 e il 1879 sia negli atti della Parrocchia di S. Calimero che in quelli di S. Tommaso. 5 giugno 1995, lunedì Rieccomi a Cremnago, dove padre Giovanni Duca mi ha permesso di continuare la consultazione dei vecchi libri di stato civile alla ricerca delle informazioni che ancora mi mancano. Oggi, però, preso da altre incombenze, padre Giovanni non vi ha partecipato. Innanzitutto ho cercato sul "nuovo" registro di stato civile l'atto di nascita di Maria Antonia Cherubina; l'ho puntualmente rinvenuto e ne trascrivo il testo fedelmente. Libro degli atti di nascita della Parrocchia di S. Vincenzo Martire - Comune di Cremnago - Distretto di Mariano - Provincia di Como, anno 1817, tavola n. 4. “N. 1 Data della nascita e della presentazione al battesimo del neonato: nata e battezzata il 7 gennaio 1817 Indicazione del neonato Sesso e nome-Femmina: Maria Antonia Cherubina Stato della persona: legittima Indicazione dei genitori Nome e Cognome e domicilio della madre: Maria Bestetti abitante a Cremnago Nome e Cognome e domicilio del padre: Gaetano Marelli abitante a Cremnago Se coniugi, data del matrimonio e parrocchia in cui fu celebrato: maritati li 1(?) marzo 1813 nella chiesa parrocchiale di Monte, Pieve di Agliate Religione e condizione di entrambi: cattolici entrambi, uno oste, l'altra cucitrice Nome, Cognome, domicilio e condizione del padrino e de' testimonj: Giuseppe Antonio Camesasca abitante in Romanò, oste Carlo Villa parroco Giuseppe Antonio Camisasca padrino”. Ho confrontato questo atto con il suo omologo desunto dal tradizionale registro dei battesimi e ho trovato discordanza sulla data di nascita: in quest'ultimo Maria Antonia Cherubina risulta battezzata il 7 gennaio e "nata ieri alle ore undeci pomeridiane"; sul "nuovo" registro risulta invece nata e battezzata lo stesso 7 gennaio. Ritengo che la data corretta sia quella dell'annotazione tradizionale, ossia il 6 gennaio 1817. Tuttavia il dato di gran lunga il più importante che emerge dall'annotazione è quello del luogo dove venne celebrato il matrimonio tra Gaetano e Maria Bestetti: Monte, Pieve di Agliate. Occorre qui fare un passo indietro nella ricerca e riferire che, dopo aver rinvenuto nell'atto di matrimonio di Agostino (1815) l'informazione 28 secondo la quale Maria Bestetti ebbe un non meglio identificato Monte quale "patria", ho attentamente analizzato la toponomastica dei luoghi giungendo alla conclusione che il "Monte" che cercavo potesse essere ascritto a una delle località di Rovagnate. Invece no. Spunta ora un Monte che fu sì sede di parrocchia, ma che era parte della Pieve di Agliate. Monte di Rovagnate oggi non è sede di parrocchia, né so se lo sia mai stato. Monte di Agliate non è più sede di parrocchia, perché, secondo l'Annuario Cattolico d'Italia, nella diocesi di Milano non esiste alcun Monte. Agliate è solamente una frazione del Comune di Carate Brianza, ma è sede di parrocchia. Carate Brianza ha, quali frazioni e località, Agliate, per l'appunto, Costa Lambro e Riverio. Niente Monte. Ebbene, sembra che Monte e la sua parrocchia si siano volatilizzati. Non mi resterebbe, quindi, che chiedere aiuto al parroco di Agliate perché mi dia una mano per dipanare la matassa. Tuttavia, prima di infastidire il parroco di Agliate, potrei fare una ricerca preliminare presso l'Archivio Storico Diocesano di Milano, dovendo comunque stare, quella parrocchia, in quel tempo, sotto la giurisdizione della diocesi di Milano. Abbiamo anche visto come Gaetano nel 1817 esercitasse l'attività di oste a Cremnago e come, invece, nel 1848 esercitasse quella di cappellaio; ma dove? Non a Cremnago, essendo inverosimile ammettere che, in quel tempo, un'intera famiglia potesse ritrarre sostentamento, in un piccolissimo centro rurale, da un'attività che presupponeva invece un potenziale elevato numero di "teste benestanti" da coprire. Meglio dunque a Milano, dove la nuova attività potrebbe aver avuto avvio in occasione del trasferimento di Gaetano con tutta la famiglia in Contrada del Lauro sotto la Parrocchia di S. Tommaso. Poi, per concludere questo secondo e forse ultimo pomeriggio a Cremnago, pur sprovvisto di valide ragioni per farlo ho tentato anche la ricerca della nascita di Gaetano, che, ovviamente, non ho trovato. Annoto, infine, che padre Giovanni Duca prima di andarmene mi ha fatto dono di un bel volume, opera di Oleg Zastrow, dal titolo: "La chiesa di San Vincenzo di Cremnago di Inverigo" (Ponte Lambro di Como, Tipografia Maggi, novembre 1989). 20 giugno 1995, martedì La parrocchia di Monte, Pieve di Agliate, non è mai esistita, perché mai è esistito Monte; o almeno oggi non è più conosciuta una località di tal nome. L'accesso odierno all’Archivio Storico Diocesano di Milano (ASDM) è stato fruttuoso ed eccitante: dapprima ho voluto accertare la reale portata del caso della parrocchia perduta e, a tale proposito, ho conferito con un sacerdote presente nella sala di studio (invero lo avevo già notato durante i miei precedenti accessi), che mi è parso essere buon conoscitore delle problematiche connesse alle ricerche negli antichi documenti. Gli ho esposto il "caso Monte"e all'istante ho avuto la risposta rivelatrice: non di Monte si trattava, bensì di Montesiro, Pieve di Agliate, allora come oggi sede di parrocchia. Ecco fatto. Al mio rientro, dopo una rapida 29 ricognizione sull'atlante stradale, ho rinvenuto Montesiro nelle immediate vicinanze di Besana in Brianza, di cui è frazione. Dall'Annuario Cattolico ho rilevato che la sua chiesa parrocchiale è dedicata a S. Siro. Monte, Monte San Siro, Montesiro. Semplice, no? Ho poi chiesto di poter consultare, se disponibili, le copie degli atti di matrimonio della ritrovata parrocchia, celebrati in quell'epoca; poco dopo ho avuto una cartella zeppa di atti scritti su fogli di carta spessa, irregolare, rigida e ingiallita, rilegati per annate, dove ho rinvenuto, tra alcuni altri, il fascicoletto dei matrimoni di Montesiro dell'anno 1813 così intestato: "Copia de' registri dei matrimoni celebrati nella chiesa parrocchiale di Monte pieve di Agliate nell'anno 1813" Ho trovato senza difficoltà l'atto di mio interesse, che trascrivo fedelmente. "Il signor Gaetano Marelli figlio del fu signor Agostino, abitante nella parrocchia di Cremnago, e la signora Maria Bestetti figlia del signor Giovanni, abitante in questa parrocchia di Monte, ottenuto da Monsignor Vicario Generale Capitolare la dispensa dalle tre pubblicazioni, riportato il certificato del signor Sindaco di questo Comune di Monte d'avere questo giorno suddetto fatto il loro contratto di matrimonio civile, come in filza si conservano gli attestati, hanno oggi tra loro contratto matrimonio in questa parrocchiale per parole di presente alla presenza ed interrogazioni di me curato sottoscritto, secondo i decreti del sacro Concilio di Trento. Sono stati presenti per testimoni Giuseppe Crippa figlio del fu Carlo Giovanni e Paolo Cazzaniga figlio di Francesco, amendue di Monte, idonei e a tal'effetto chiamati. Per fede, prete Carlo Franco Butti curato". Pur avendo trovato quanto mi premeva, penso di recarmi ugualmente a Montesiro, dove, oltre a gustare l'originale dell'atto appena trascritto, potrò forse reperire altri dati interessanti eventualmente trascurati nella copia dell'ASDM, e vedere, ove fosse ancora conservato, l'attestato del sindaco che certificava la celebrazione del matrimonio civile, per cogliere ogni altra utile informazione. Cantù, la "patria" di Gaetano, ha oggi quattro parrocchie e se intorno al 1790 ne aveva altrettante cercare il suo battesimo senza almeno sapere in quale delle quattro potrebbe essere molto laborioso. Approfittando dell'occasione, ho cercato anche di reperire, nelle copie dei registri della soppressa parrocchia di S. Tommaso, la morte di Gaetano e di Maria Bestetti. L'esito è stato negativo. Dovrò immaginare qualcosa di nuovo per individuare dove si verificarono gli eventi.. Per riparlare di Agostino (1815), armaiolo, del quale pure non ho potuto sinora individuare la data della morte e la parrocchia dove avvenne, discettandone col "sacerdote" dell'ASDM ho scoperto come il mio bravo ascendente fosse forse ancora vivente nel 1881, con sede della propria attività a Milano in Galleria De Cristoforis. La notizia era contenuta, come il "sacerdote" mi ha mostrato, nella 30 "Guida di Milano per il 1881 - Anno cinquantottesimo - preceduta da alcune indicazioni relative alla Esposizione Nazionale". Si trattava di una recente edizione anastatica ricavata, come appariva scritto sul volumetto, da un esemplare della edizione originale, arricchita da illustrazioni tratte dai fascicoli periodici dedicati all'Esposizione Italiana del 1881 in Milano, editi nello stesso anno dai Fratelli Treves e da Edoardo Sonzogno. A pagina1005 del libretto appariva cognome e nome di Agostino nel capitolo dedicato agli armaioli. Trattandosi dell'anno cinquantottesimo dell'edizione originale, è lecito supporre che le pubblicazioni fossero iniziate nel 1823; in una o più di esse potrei trovare anche Gaetano, cappellaio, e forse, chissà, altri interessanti soggetti in qualche modo riconducibili alla ricerca. Il "sacerdote" (continuo a chiamarlo così perché, immerso nei miei pensieri, proprio non mi ha nemmeno sfiorato quello di informarmi sul suo nome) afferma che gli originali della "Guida di Milano", quanti non ha saputo dirmi, sono sicuramente disponibili per la consultazione presso le pubbliche biblioteche. Dimenticavo. Le "Guide" originali venivano edite annualmente dalla "Tipografia Bernardoni di C. Rebeschini e C." di Milano, e per tale motivo sono comunemente conosciute come "Guide Bernardoni". 31