93° Stagione Concertistica 2014/2015
Sabato 18 aprile 2015
Teatro Sperimentale, ore 21.00
ROBERTO PROSSEDA
Pianoforte
GABRIELE PIERANUNZI
Violino
FRANCESCO FIORE
Viola
SHANA DOWNES
Violoncello
60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426
PROGRAMMA
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847)
Trio per pianoforte, violino e viola in do minore, MWV Q3
Allegro
Scherzo
Adagio
Allegro
Quartetto n. 2 op. 2 in fa minore, MWV Q13, per pianoforte, violino, viola e violoncello
Allegro molto
Adagio
Intermezzo (Allegro moderato)
Allegro molto vivace
******
Quartetto n. 3 op. 3 in si minore, MWV Q17, per pianoforte, violino, viola e violoncello
Allegro molto
Andante
Allegro molto
Finale. Allegro vivace
NOTE AL PROGRAMMA
Felix Mendelssohn Bartholdy, Trio per pianoforte, violino e viola in do minore, MWV Q3
Genesi. All’inizio del 1820 Mendelssohn diventa estremamente prolifico nella produzione di nuove
opere. Ben oltre una dozzina di lavori da camera risalgono a questo periodo, quasi tutte scritte per
violino e pianoforte. Alcune sono fughe che hanno l’impronta dell’esercizio di contrappunto, altre,
come il Trio in do minore per violino, viola e pianoforte, sono invece pagine sostanziali e ricche
d’inventiva. Nello stesso periodo, nascono anche numerose composizioni per pianoforte solo e,
occasionalmente, per due pianoforti.
Struttura. Dalla struttura semplice e lineare è l’Allegro iniziale al quale segue il secondo
movimento, Scherzo, dotato invece di qualche caratteristica particolare. Pur trattandosi di un’opera
più che precoce, avendo Mendelssohn solo undici anni, questo tempo, ricco di staccati e legati,
contrappunti e sfumature dinamiche, contiene già le potenzialità di grandi opere come, ad esempio,
Sogno di una notte di mezza estate.
Serio e impulsivo è il terzo movimento, Adagio, paragonato in qualche occasione ad una Sarabanda
di Bach. Qui il carattere d’esercizio sembra più evidente, ma viene subito contraddetto dal trionfale
e sapientemente costruito Allegro finale.
Ricezione. Le opere da camera dell’adolescenza mostrano quanto Mendelssohn sia attratto da stili
diversi, Beethoven o Carl Maria von Weber i suoi modelli. Il giovane compositore però non si
limita a rifarne il verso in esercitazioni cameristiche. Ma sembra che, oltre a voler apprendere la
forma dei grandi contemporanei, ne voglia carpire la sostanza, l’energia alla quale applicare la sua
propria malinconia e la sua intima affettuosità.
Annus mirabilis. Nel 1820 Lazarev avvista per la prima volta l’Antartide, la statua della Venere di
Milo viene scoperta nell’omonima isola greca da un contadino di nome Yorgos Kentrotas, Hans
Christian Ørsted scopre la relazione tra elettricità e magnetismo, viene varata la nave HMS Beagle
che più tardi condurrà Charles Darwin nel suo viaggio scientifico, Silvio Pellico viene arrestato,
nascono Anne Brontë e Florence Nightingale, muoiono i generali Lefebvre e Dufour.
Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto per pianoforte e archi n. 2 in fa minore op. 2 (MWV
Q13)
Genesi. Nel catalogo di Mendelssohn troviamo quattro quartetti per pianoforte, tutti composti in
un’età compresa tra i tredici e i quindici anni. Mentre il primo quartetto rimane sepolto nella casa di
famiglia fino a ben dopo la morte del compositore nel 1847, gli altri tre sono i primi pezzi che
Mendelssohn pubblica con il numero di opus 1, 2 e 3. Tra il primo Quartetto in do minore,
composto nell’ottobre 1822 e dedicato al principe Anton Radziwill, e il secondo in fa minore,
scritto tra novembre e dicembre 1823, passa poco più di un anno. Eppure, nel secondo, il cui
numero d’opus 2 è legittimo al contrario di quanto spesso accade nei registri dei compositori, si
respira una sicurezza e una maturità straordinarie se si considera che Mendelssohn all’epoca aveva
solo quattordici anni. La dedica non poteva essere che al suo maestro Carl Friedrich Zelter.
Struttura. La partitura è in quattro tempi. Le idee tematiche principali e secondarie dell’Allegro
molto iniziale sembrano seguire un disegno tessuto in trame liriche, che si muovono e crescono nel
proseguire il cammino. Nell’esposizione, il violista canta nel registro acuto il secondo tema.
Cantabile e dolce l’Adagio che segue, la cui incantevole melodia è proposta dal pianoforte che poi
lo porge graziosamente agli archi. Nella parte centrale il movimento si fa portatore di un’immagine
sonora puramente romantica, abitata dalle figurazioni del pianoforte.
Come terzo movimento, piuttosto che uno scherzo in senso proprio, il giovane Mendelssohn scrive
un Intermezzo. Allegro moderato.
Infine, al pari di un improvviso tornado, l’Allegro molto vivace finale agita le acque ponendo al pari
del pianoforte gli archi, liberi di mostrare ogni abilità tecnica in un crescendo virtuosistico.
Ricezione. La sfida che un compositore ha davanti quando si accinge a scrivere un quartetto per
pianoforte e archi è quella dell’equilibrio tra le parti. E conoscendo di certo i quartetti per pianoforte
di Mozart e di Beethoven, al giovanissimo Mendelssohn deve essere sembrata una sfida degna di
essere raccolta. Seppure in questi suoi primi quartetti il predominio virtuosistico spetti spesso al
pianista, gli archi hanno forse meno occasioni di primeggiare, ma quelle occasioni portano a volte il
reale peso tematico dell’intero pezzo.
Annus mirabilis. Nel 1823 la chiesa di San Paolo fuori le Mura a Roma viene quasi completamente
distrutta da un incendio, Simon Bolivar diventa presidente del Perù, Luigi Pini inventa il corno a
pistoni approvato dal Conservatorio di Milano, Alessandro Manzoni scrive la tragedia Spartaco,
William Webb Ellis inventa il rugby, Mary Shelley pubblica Valperga, vita e avventure di
Castruccio, principe di Lucca, nascono Gotthold Eisenstein e Pierre Laffitte, muoiono Papa Pio VII
e Vincenzo Cuoco.
Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto per pianoforte e archi n. 3 in si minore op. 3 (MWV
Q17)
Genesi. I tre quartetti per pianoforte di Felix Mendelssohn raccontano in maniera chiara il
progressivo sviluppo musicale del giovane compositore. Se il primo è innegabilmente un pezzo di
bravura, considerata la giovane età dell’autore, il secondo già si sposta di un gradino più in alto
nella consapevolezza dei mezzi a disposizione. A sua volta, il Quartetto n. 3 in si minore si impone
sui precedenti tanto da poter essere considerato il pezzo che inaugura la carriera compositiva di
Mendelssohn. Infatti, lo stesso Luigi Cherubini ha modo di conoscere e ammirare questa pagina, nel
marzo del 1825, mentre il giovane musicista si trova a Parigi accompagnato dal padre, il quale, per
la prima volta, prende coscienza del fatto che la strada intrapresa dal figlio ha enormi potenzialità.
Iniziato alla fine del 1824 e dedicato a Goethe che Mendelssohn aveva incontrato tempo addietro, il
Quartetto viene completato un paio di settimane dopo l’inizio dell’anno successivo, poco prima del
sedicesimo compleanno dell’autore.
Struttura. Fin dall’inizio di questa splendida partitura, divisa in quattro movimenti, si ha la
sensazione che il compositore abbia imparato a volare da solo. Mentre nei quartetti precedenti,
infatti, l’avvio è affidato a frasi dal carattere tipicamente classico che richiamano modelli
importanti, qui il gesto d’apertura è molto più personale. Nell’Allegro molto iniziale il pianoforte,
senza accompagnamento, mormora una tranquilla idea basata su una sesta napoletana che
immediatamente ruota su se stessa dando luogo a un’atmosfera che potrebbe sembrare
schumanniana. Gli archi entrano subito, ma, prima di ripetere l’idea proposta dal pianoforte,
scivolano lungo una ripida scala cromatica.
Il secondo movimento, Andante, procede senza fretta nel suo mi maggiore, seguito dall’Allegro
molto, uno scherzo di gran lunga superiore, per intenzioni e idee chiare, rispetto allo stesso
movimento del op. 1 o all’Intermezzo dell’op. 2.
Nell’Allegro vivace conclusivo, pur riproponendo una scrittura pianistica virtuosistica già vista nei
precedenti quartetti, il compositore mette nelle mani del pianista idee nuove e sofisticate, che
accompagnano ad uno splendido finale.
Ricezione. Una pagina significativa lungo la quale si può leggere come il Mendelssohn adulto
prenda il sopravvento sullo studente. Prese ormai le distanze dalle esercitazioni iniziali e dalla
titubanza che lo portava a emulare i grandi contemporanei, qui il compositore conquista spazio.
Letteralmente. La lunghezza e le dimensioni della partitura, non solo la sua sostanza, riempiono
quasi il doppio della quantità di carta utilizzata per i precedenti quartetti.
Annus mirabilis. Nel 1825 Ezra Daggett e Thomas Kensett ottengono il brevetto per il processo
conservativo del cibo in lattine, Francesco I firma un’amnistia liberando 144 detenuti ai lavori
forzati, la Bolivia diventa una repubblica autonoma, la prima locomotiva che spinge un treno
passeggeri inaugura la linea ferroviaria Stockton-Darlington, esce la prima edizione di Eugenio
Onegin di Aleksandr Puškin da cui Čajkovskij trarrà l’omonima opera, viene scoperta Malden
Island un’isola disabitata al centro dell’Oceano Pacifico, nascono l’impresario Léon Carvalho e
l’imprenditore farmaceutico Friedrich Bayer, muoiono Antonio Salieri e Peter Winter.
Anna Cepollaro
28 marzo 2015
ROBERTO PROSSEDA
Roberto Prosseda (Latina, 1975) ha guadagnato una notorietà internazionale in seguito alle sue
incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con il Concerto in
mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus Orchester. Nel 2013 ha completato, sempre per
Decca, la prima integrale completa della musica pianistica di Mendelssohn in 9 CD.
Ha suonato come solista con la London Philharmonic, la Gewandhaus Orchester, la Filarmonica
della Scala, l‘Orchestra Santa Cecilia di Roma, la New Japan Philharmonic, la Royal Liverpool
Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic, e ha tenuto concerti alla
Wigmore Hall di Londra, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al Teatro alla
Scala di Milano.
Dodici sue incisioni sono state incluse nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche
Grammophon (2010). Attivo nella promozione della musica italiana del Novecento e
contemporanea, ha inciso l’integrale pianistica di Petrassi, Dallapiccola e Aldo Clementi.
Dal 2011 suona in pubblico anche il piano-pédalier, avendo riscoperto e presentato in prima
esecuzione moderna il Concerto di Charles Gounod per piano-pédalier e orchestra con la
Filarmonica Toscanini di Parma, e che ha rieseguito con i Berliner Symphoniker, la Staatskapelle di
Weimar, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana, la Netherlands Symphony Orchestra, la Lahti
Symphony Orchestra. Nel 2012 ha inciso l'integrale di Gounod per piano-pédalier e orchestra per
l'etichetta Hyperion con l'Orchestra della Radio Svizzera Italiana diretta da Howard Shelley.
Roberto Prosseda è anche attivo come saggista e autore televisivo. Ospite regolare di Radiotre, ha
curato alcune delle “Lezioni di Musica”, dedicate a Mozart, Mendelssohn, Schumann, Chopin. È
autore e coproduttore di tre documentari per RAI Educational, dedicati rispettivamente a
Mendelssohn, Chopin e Liszt, pubblicati in DVD per Euroarts. È autore del volume “Guida
all'ascolto del repertorio pianistico”, in uscita per le Edizioni Curci. È coideatore e coordinatore
artistico della rete di musicisti “Donatori di Musica”, presidente dell'Associazione Mendelssohn
Italia e consulente artistico di Cremona Pianoforte e Cremona Mondomusica.
www.robertoprosseda.com
GABRIELE PIERANUNZI
Per il talento precoce e per le non comuni doti naturali di strumentista e di interprete, Gabriele
Pieranunzi si è imposto presto all’attenzione del pubblico e della critica come uno dei migliori
violinisti della sua generazione.
Tra le numerose affermazioni in concorsi internazionali che hanno caratterizzato il suo ingresso
sulla scena musicale spiccano due premi al Concorso “N. Paganini” di Genova (rispettivamente nel
1988 e 1990) e altri riconoscimenti in competizioni di grande prestigio come “Tibor Varga” di Sion,
il “L. Spohr” di Friburgo, il “R. Romanini” di Brescia, il “G. B. Viotti di Vercelli, il “R. Lipizer” di
Gorizia ed il “Biennale di Vittorio Veneto”.
Diplomatosi a sedici anni, si è poi perfezionato con il Maestro Stefan Gheorghiu. Nel corso della
sua brillante carriera di solista Pieranunzi ha suonato con direttori come Aldo Ceccato, Alun
Francis, Lu Jia, Jeffrey Tate, Piero Bellugi, Mattias Barnet, U. Benedetti Michelangeli, Anton
Nanut, Julian Kovatchev, Nicolas Cleobury, Gianandrea Noseda, e ha collaborato, in ambito
cameristico, con Boris Belkin, Bruno Canino, Alfons Kontarskij, Rocco Filippini, Franco Petracchi,
Nelson Goerner, Alain Meunier, Laura de Fusco, Rainer Kussmaul.
Invitato più volte dal Comune di Genova a suonare il famoso Guarneri del Gesù “Il Cannone”,
appartenuto a N. Paganini, è ospite regolare delle più importanti istituzioni concertistiche italiane
come Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Accademia Chigiana di Siena, Teatro Regio di Torino,
Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra Sinfonica “Verdi” di Milano, Teatro Comunale di
Bologna, Teatro di San Carlo di Napoli (suonando sotto la bacchetta del M° J. Tate il Concerto di
K. Weill e la Tzigane di Ravel), Festival dei Due Mondi di Spoleto, Settimane Internazionali di
Musica da Camera a Villa Pignatelli di Napoli e Settimane Musicali di Stresa nell’ambito delle
quali, nel 2000, ha eseguito l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven. È inoltre
ospite di istituzioni estere quali Herculeesaal di Monaco di Baviera, Baden Baden Philarmonie, Rtsi
di Lugano, Festival Bemus di Belgrado, Filarmonica G. Enescu di Bucarest, Wigmore Hall di
Londra (Canino and friends), City of Birmingham Symphony Orchestra (Paganini, Concerto n. 2
“La Campanella”, dir. G. Noseda), Bournemouth Symphony Orchestra (Paganini, Concerto n. 1),
Franz Liszt Chamber Orchestra di Budapest, Malmoe Symfony Orchestra (Beethoven, Concerto per
violino, dir. G. Noseda), Opera City Hall di Tokyo. Nel 2002 ha effettuato una tournée in Sud
America nel corso della quale ha suonato tra l’altro a Buenos Aires (Teatro Colisseum).
Dal 2004, con incarico conferitogli per chiara fama, è Primo Violino di spalla dell’Orchestra del
Teatro di San Carlo di Napoli.
Raffinato interprete di musica da camera, Pieranunzi ha al suo attivo su CD:
 L’integrale dei Quartetti per pianoforte ed archi di Gabriel Fauré con il pianista Maurizio
Baglini (allegato al numero di Febbraio 2006 della rivista italiana “Amadeus”);
 I Quintetti per clarinetto ed archi di Mozart e Brahms con il clarinettista A. Carbonare
(allegato al numero di aprile 2007 della rivista italiana “Amadeus”);
 Il primo volume dei Quartetti per pianoforte ed archi di Mendelssohn con Roberto Prosseda
al pianoforte (Decca/Universal) “Early Chamber Works”.
E’ stato recentemente pubblicato, per l’etichetta “Concerto”, un CD registrato dal vivo al Teatro
San Carlo di Napoli comprendente il Concerto di Kurt Weill per violino e fiati con la direzione di J.
Tate e due brani per violino, pianoforte e clarinetto con A. Carbonare ed E. Pieranunzi, L’Histoire
du soldat di Stravinsky e la Suite Concertante di Milhaud.
E’ di imminente pubblicazione il secondo volume dell’integrale dei Quartetti per pianoforte ed
archi di Mendelssohn con Roberto Prosseda al pianoforte (Decca/Universal).
FRANCESCO FIORE
Francesco Fiore, nato a Roma, ha compiuto i suoi studi presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma,
sotto la guida dei maestri Lina Lama e Massimo Paris. Si è successivamente perfezionato con il
Maestro Bruno Giuranna presso la fondazione W. Stauffer di Cremona.
Vincitore di numerosi premi si è presto imposto come uno dei musicisti più interessanti dell’ultima
generazione, intraprendendo una intensa attività concertistica quale ospite regolare delle più
prestigiose Associazioni e Festival italiani: Roma, Accademia Nazionale di S. Cecilia, Istituzione
Universitaria dei Concerti, Accademia Filarmonica; Milano, Società del Quartetto, Serate Musicali;
Torino, Unione Musicale; Accademia Chigiana di Siena; Spoleto, Festival dei Due Mondi; Festival
di Brescia e Bergamo; Settimane Musicali di Stresa; Bologna, Musica Insieme; Firenze, Venezia,
Verona, Palermo, Padova e Perugia, Amici della Musica; G.O.G. di Genova; Vicenza e Vercelli,
Società del Quartetto; Festival delle Nazioni di Città di Castello; Vicenza, Settimana musicale del
Teatro Olimpico; Napoli, Settimane Internazionali di Villa Pignatelli, Teatro S. Carlo e Ass.
Scarlatti; Festival Pontino di Sermoneta; Estate Musicale sul Garda; Bemus di Belgrado, settimo
Festival Internazionale di Cartagena. La sua attività solistica e cameristica lo ha portato a
collaborare con artisti come Salvatore Accardo, Boris Belkin (con i quali ha eseguito numerose
volte la “Sinfonia Concertante” di W. A. Mozart), Uto Ughi, Pierre Amoyal, Renata Scotto, Bruno
Canino, Alfons Kontarskij, Alexander Mazdar, Michele Campanella, Andrea Lucchesini, Rocco
Filippini, Alain Meunier, Bruno Giuranna, Franco Petracchi, Gabriele Pieranunzi, Rainer Kussmaul,
Pavel Vernikov, David Lively.
E’ membro del Quartetto Accardo, con il quale ha recentemente riscosso vivissimi consensi di
critica e pubblico con la prima esecuzione assoluta del Quartetto n. 5 di F. Vacchi, presso la Società
del Quartetto di Milano.
Ha inciso numerosi CD per RCA, ASV, FONIT CETRA, FONÉ e MUSIKSTRASSE. Per
quest’ultima ha realizzato la prima incisione mondiale del Quartetto di Mercadante per viola solista
ed archi, brano del quale aveva effettuato la prima esecuzione moderna al San Carlo di Napoli. Nel
febbraio 2006 e nell’aprile 2007 sono stati pubblicati dalla rivista Amadeus due CD con l’integrale
dei Quartetti con pianoforte di G. Fauré e con i Quintetti con clarinetto di Mozart e Brahms.
I recenti CD DECCA comprendenti l’integrale delle composizioni cameristiche giovanili di
Mendelsshon, realizzati da G. Pieranunzi, F. Fiore, S. Downes, G. Geminiani assieme al pianista R.
Prosseda, hanno ottenuto i più lusinghieri riconoscimenti sulle principali riviste specializzate
italiane ed internazionali.
Ha partecipato alla registrazione televisiva di due Quartetti di L. Boccherini assieme al maestro
Salvatore Accardo, suonando la celebre viola Stradivari custodita presso il Palazzo Reale di
Madrid, per un programma realizzato dalla NHK di Tokio, dedicato all’unico quartetto di strumenti
Stradivari esistente al mondo.
Dal 1991 è prima viola dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma: il medesimo ruolo ha
ricoperto anche presso l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, presso l’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presso l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di
Torino e, invitato da Salvatore Accardo, nell’Orchestra da Camera Italiana.
Nel quadro dei Corsi Superiori Biennali è stato docente presso vari Conservatori (Santa Cecilia di
Roma, Latina, Fermo, ecc.). Attualmente è titolare di viola e musica da camera presso l’Istituto
“Monteverdi” di Cremona.
Suona una viola Joseph Hill, Londra 1774, ed una viola d’amore Raffaele Fiorini, Bologna 1894.
SHANA DOWNES
Lodata dalla critica in Europa ed nel Nord America, riconosciuta come un’eccellente solista e
camerista, la violoncellista americana Shana Downes ha iniziato ad affascinare le platee fin da
bambina. Intraprende gli studi musicali, sia con il violoncello che con il pianoforte, all’età di 4 anni
a San Francisco, sua città natale. Un anno più tardi ha l’occasione di suonare per il maestro
Rostropovich, il quale, entusiasta del suo talento, la incoraggia a proseguire gli studi di violoncello.
Debutta quattordicenne come violoncello solista alla San Francisco’s Davies Symphony Hall, quale
vincitrice del concorso San Francisco Symphony Pepsi-Cola Young Musician’s Award. Nel 1988
riceve il premio della “United States National Foundation for the Arts”, al quale hanno fatto seguito
numerosissimi premi in concorsi internazionali quali l’“A.R.D. Musikwettbewerb” di Monaco di
Baviera, il “Maria Canals” di Barcellona, il “Vittorio Gui”, il Concorso di Trapani ed il “Premio
Trio di Trieste” in Italia, nonché il premio per la musica da camera al Concorso Rostropovich di
Parigi. Shana Downes si esibisce nelle sale da concerto più famose al mondo, come la Queen
Elizabeth Hall a Londra, il Concertgebouw ad Amsterdam, il Musikverein a Vienna, la Salle
Gaveau a Parigi, la Sala Verdi a Milano e il Teatro Coliseo di Buenos Aires. La sua partecipazione
a Festival Internazionali come il Pablo Casals, lo Schleswig-Holstein, Verbier, la Corinthischer
Sommer, l’Hindemith Foundation in Svizzera, l’Accademia Musicale Chigiana, il Festival di Riva
del Garda, le Settimane di Musica d’Insieme a Napoli, il Festival di Musica di Asolo, il Festival dei
Due Mondi di Spoleto e il Festival di Tanglewood negli Stati Uniti ha favorito collaborazioni con
colleghi eccellenti, quali V. Repin, P. Vernikov, M. Quarta, R. Kussmaul, D. Kashimoto, Itamar
Golan, B. Giuranna, F. Petracchi, A. Meunier, C. Ivaldi, A. Carbonare, M. Bagliniù; suona inoltre
regolarmente in duo con la sorella pianista, Avi Downes. Numerose le incisioni come primo
violoncello dell'Orchestra Verdi di Milano (direttore Chailly, per la Decca), in Quartetto con
pianoforte (cd distribuito da Amadeus) e in duo con Avi (cd per il “Premio Trio di Trieste” e per
Assicurazioni Generali-Roma).
La presentazione del CD di Quartetti di G. Faurè, inciso per la Decca, la porta in tournée, nella
stagione 2014/2015, in Italia e in Europa (Madrid, Varsavia, Tirana), in quartetto con il pianista
Roberto Prosseda, il violinista Gabriele Pieranunzi e il violista Francesco Fiore, con cui collabora
da anni.
Da qualche anno si è stabilita in Italia con la sua famiglia e, più precisamente, a Milano, dove ha
modo di vivere anche l’altra sua grande passione, quella per l’Interior Design.
***
ABBONAMENTI:
Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2014/2015 degli Amici della Musica
BIGLIETTI
INTERI: € 22.00
RIDOTTI: € 13.50
(riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26
anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore)
RIDOTTI EXTRA: € 4.00
(gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni)
Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il
biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse
nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
BIGLIETTERIA:
Tel. 071 52525 – Fax 071 52622
[email protected]
PER INFO:
Società Amici della Musica “Guido Michelli”
Via degli Aranci, 2
Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30)
[email protected]
www.amicimusica.an.it
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