93° Stagione Concertistica 2014/2015 Sabato 18 aprile 2015 Teatro Sperimentale, ore 21.00 ROBERTO PROSSEDA Pianoforte GABRIELE PIERANUNZI Violino FRANCESCO FIORE Viola SHANA DOWNES Violoncello 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 PROGRAMMA FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847) Trio per pianoforte, violino e viola in do minore, MWV Q3 Allegro Scherzo Adagio Allegro Quartetto n. 2 op. 2 in fa minore, MWV Q13, per pianoforte, violino, viola e violoncello Allegro molto Adagio Intermezzo (Allegro moderato) Allegro molto vivace ****** Quartetto n. 3 op. 3 in si minore, MWV Q17, per pianoforte, violino, viola e violoncello Allegro molto Andante Allegro molto Finale. Allegro vivace NOTE AL PROGRAMMA Felix Mendelssohn Bartholdy, Trio per pianoforte, violino e viola in do minore, MWV Q3 Genesi. All’inizio del 1820 Mendelssohn diventa estremamente prolifico nella produzione di nuove opere. Ben oltre una dozzina di lavori da camera risalgono a questo periodo, quasi tutte scritte per violino e pianoforte. Alcune sono fughe che hanno l’impronta dell’esercizio di contrappunto, altre, come il Trio in do minore per violino, viola e pianoforte, sono invece pagine sostanziali e ricche d’inventiva. Nello stesso periodo, nascono anche numerose composizioni per pianoforte solo e, occasionalmente, per due pianoforti. Struttura. Dalla struttura semplice e lineare è l’Allegro iniziale al quale segue il secondo movimento, Scherzo, dotato invece di qualche caratteristica particolare. Pur trattandosi di un’opera più che precoce, avendo Mendelssohn solo undici anni, questo tempo, ricco di staccati e legati, contrappunti e sfumature dinamiche, contiene già le potenzialità di grandi opere come, ad esempio, Sogno di una notte di mezza estate. Serio e impulsivo è il terzo movimento, Adagio, paragonato in qualche occasione ad una Sarabanda di Bach. Qui il carattere d’esercizio sembra più evidente, ma viene subito contraddetto dal trionfale e sapientemente costruito Allegro finale. Ricezione. Le opere da camera dell’adolescenza mostrano quanto Mendelssohn sia attratto da stili diversi, Beethoven o Carl Maria von Weber i suoi modelli. Il giovane compositore però non si limita a rifarne il verso in esercitazioni cameristiche. Ma sembra che, oltre a voler apprendere la forma dei grandi contemporanei, ne voglia carpire la sostanza, l’energia alla quale applicare la sua propria malinconia e la sua intima affettuosità. Annus mirabilis. Nel 1820 Lazarev avvista per la prima volta l’Antartide, la statua della Venere di Milo viene scoperta nell’omonima isola greca da un contadino di nome Yorgos Kentrotas, Hans Christian Ørsted scopre la relazione tra elettricità e magnetismo, viene varata la nave HMS Beagle che più tardi condurrà Charles Darwin nel suo viaggio scientifico, Silvio Pellico viene arrestato, nascono Anne Brontë e Florence Nightingale, muoiono i generali Lefebvre e Dufour. Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto per pianoforte e archi n. 2 in fa minore op. 2 (MWV Q13) Genesi. Nel catalogo di Mendelssohn troviamo quattro quartetti per pianoforte, tutti composti in un’età compresa tra i tredici e i quindici anni. Mentre il primo quartetto rimane sepolto nella casa di famiglia fino a ben dopo la morte del compositore nel 1847, gli altri tre sono i primi pezzi che Mendelssohn pubblica con il numero di opus 1, 2 e 3. Tra il primo Quartetto in do minore, composto nell’ottobre 1822 e dedicato al principe Anton Radziwill, e il secondo in fa minore, scritto tra novembre e dicembre 1823, passa poco più di un anno. Eppure, nel secondo, il cui numero d’opus 2 è legittimo al contrario di quanto spesso accade nei registri dei compositori, si respira una sicurezza e una maturità straordinarie se si considera che Mendelssohn all’epoca aveva solo quattordici anni. La dedica non poteva essere che al suo maestro Carl Friedrich Zelter. Struttura. La partitura è in quattro tempi. Le idee tematiche principali e secondarie dell’Allegro molto iniziale sembrano seguire un disegno tessuto in trame liriche, che si muovono e crescono nel proseguire il cammino. Nell’esposizione, il violista canta nel registro acuto il secondo tema. Cantabile e dolce l’Adagio che segue, la cui incantevole melodia è proposta dal pianoforte che poi lo porge graziosamente agli archi. Nella parte centrale il movimento si fa portatore di un’immagine sonora puramente romantica, abitata dalle figurazioni del pianoforte. Come terzo movimento, piuttosto che uno scherzo in senso proprio, il giovane Mendelssohn scrive un Intermezzo. Allegro moderato. Infine, al pari di un improvviso tornado, l’Allegro molto vivace finale agita le acque ponendo al pari del pianoforte gli archi, liberi di mostrare ogni abilità tecnica in un crescendo virtuosistico. Ricezione. La sfida che un compositore ha davanti quando si accinge a scrivere un quartetto per pianoforte e archi è quella dell’equilibrio tra le parti. E conoscendo di certo i quartetti per pianoforte di Mozart e di Beethoven, al giovanissimo Mendelssohn deve essere sembrata una sfida degna di essere raccolta. Seppure in questi suoi primi quartetti il predominio virtuosistico spetti spesso al pianista, gli archi hanno forse meno occasioni di primeggiare, ma quelle occasioni portano a volte il reale peso tematico dell’intero pezzo. Annus mirabilis. Nel 1823 la chiesa di San Paolo fuori le Mura a Roma viene quasi completamente distrutta da un incendio, Simon Bolivar diventa presidente del Perù, Luigi Pini inventa il corno a pistoni approvato dal Conservatorio di Milano, Alessandro Manzoni scrive la tragedia Spartaco, William Webb Ellis inventa il rugby, Mary Shelley pubblica Valperga, vita e avventure di Castruccio, principe di Lucca, nascono Gotthold Eisenstein e Pierre Laffitte, muoiono Papa Pio VII e Vincenzo Cuoco. Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto per pianoforte e archi n. 3 in si minore op. 3 (MWV Q17) Genesi. I tre quartetti per pianoforte di Felix Mendelssohn raccontano in maniera chiara il progressivo sviluppo musicale del giovane compositore. Se il primo è innegabilmente un pezzo di bravura, considerata la giovane età dell’autore, il secondo già si sposta di un gradino più in alto nella consapevolezza dei mezzi a disposizione. A sua volta, il Quartetto n. 3 in si minore si impone sui precedenti tanto da poter essere considerato il pezzo che inaugura la carriera compositiva di Mendelssohn. Infatti, lo stesso Luigi Cherubini ha modo di conoscere e ammirare questa pagina, nel marzo del 1825, mentre il giovane musicista si trova a Parigi accompagnato dal padre, il quale, per la prima volta, prende coscienza del fatto che la strada intrapresa dal figlio ha enormi potenzialità. Iniziato alla fine del 1824 e dedicato a Goethe che Mendelssohn aveva incontrato tempo addietro, il Quartetto viene completato un paio di settimane dopo l’inizio dell’anno successivo, poco prima del sedicesimo compleanno dell’autore. Struttura. Fin dall’inizio di questa splendida partitura, divisa in quattro movimenti, si ha la sensazione che il compositore abbia imparato a volare da solo. Mentre nei quartetti precedenti, infatti, l’avvio è affidato a frasi dal carattere tipicamente classico che richiamano modelli importanti, qui il gesto d’apertura è molto più personale. Nell’Allegro molto iniziale il pianoforte, senza accompagnamento, mormora una tranquilla idea basata su una sesta napoletana che immediatamente ruota su se stessa dando luogo a un’atmosfera che potrebbe sembrare schumanniana. Gli archi entrano subito, ma, prima di ripetere l’idea proposta dal pianoforte, scivolano lungo una ripida scala cromatica. Il secondo movimento, Andante, procede senza fretta nel suo mi maggiore, seguito dall’Allegro molto, uno scherzo di gran lunga superiore, per intenzioni e idee chiare, rispetto allo stesso movimento del op. 1 o all’Intermezzo dell’op. 2. Nell’Allegro vivace conclusivo, pur riproponendo una scrittura pianistica virtuosistica già vista nei precedenti quartetti, il compositore mette nelle mani del pianista idee nuove e sofisticate, che accompagnano ad uno splendido finale. Ricezione. Una pagina significativa lungo la quale si può leggere come il Mendelssohn adulto prenda il sopravvento sullo studente. Prese ormai le distanze dalle esercitazioni iniziali e dalla titubanza che lo portava a emulare i grandi contemporanei, qui il compositore conquista spazio. Letteralmente. La lunghezza e le dimensioni della partitura, non solo la sua sostanza, riempiono quasi il doppio della quantità di carta utilizzata per i precedenti quartetti. Annus mirabilis. Nel 1825 Ezra Daggett e Thomas Kensett ottengono il brevetto per il processo conservativo del cibo in lattine, Francesco I firma un’amnistia liberando 144 detenuti ai lavori forzati, la Bolivia diventa una repubblica autonoma, la prima locomotiva che spinge un treno passeggeri inaugura la linea ferroviaria Stockton-Darlington, esce la prima edizione di Eugenio Onegin di Aleksandr Puškin da cui Čajkovskij trarrà l’omonima opera, viene scoperta Malden Island un’isola disabitata al centro dell’Oceano Pacifico, nascono l’impresario Léon Carvalho e l’imprenditore farmaceutico Friedrich Bayer, muoiono Antonio Salieri e Peter Winter. Anna Cepollaro 28 marzo 2015 ROBERTO PROSSEDA Roberto Prosseda (Latina, 1975) ha guadagnato una notorietà internazionale in seguito alle sue incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con il Concerto in mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus Orchester. Nel 2013 ha completato, sempre per Decca, la prima integrale completa della musica pianistica di Mendelssohn in 9 CD. Ha suonato come solista con la London Philharmonic, la Gewandhaus Orchester, la Filarmonica della Scala, l‘Orchestra Santa Cecilia di Roma, la New Japan Philharmonic, la Royal Liverpool Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic, e ha tenuto concerti alla Wigmore Hall di Londra, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al Teatro alla Scala di Milano. Dodici sue incisioni sono state incluse nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche Grammophon (2010). Attivo nella promozione della musica italiana del Novecento e contemporanea, ha inciso l’integrale pianistica di Petrassi, Dallapiccola e Aldo Clementi. Dal 2011 suona in pubblico anche il piano-pédalier, avendo riscoperto e presentato in prima esecuzione moderna il Concerto di Charles Gounod per piano-pédalier e orchestra con la Filarmonica Toscanini di Parma, e che ha rieseguito con i Berliner Symphoniker, la Staatskapelle di Weimar, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana, la Netherlands Symphony Orchestra, la Lahti Symphony Orchestra. Nel 2012 ha inciso l'integrale di Gounod per piano-pédalier e orchestra per l'etichetta Hyperion con l'Orchestra della Radio Svizzera Italiana diretta da Howard Shelley. Roberto Prosseda è anche attivo come saggista e autore televisivo. Ospite regolare di Radiotre, ha curato alcune delle “Lezioni di Musica”, dedicate a Mozart, Mendelssohn, Schumann, Chopin. È autore e coproduttore di tre documentari per RAI Educational, dedicati rispettivamente a Mendelssohn, Chopin e Liszt, pubblicati in DVD per Euroarts. È autore del volume “Guida all'ascolto del repertorio pianistico”, in uscita per le Edizioni Curci. È coideatore e coordinatore artistico della rete di musicisti “Donatori di Musica”, presidente dell'Associazione Mendelssohn Italia e consulente artistico di Cremona Pianoforte e Cremona Mondomusica. www.robertoprosseda.com GABRIELE PIERANUNZI Per il talento precoce e per le non comuni doti naturali di strumentista e di interprete, Gabriele Pieranunzi si è imposto presto all’attenzione del pubblico e della critica come uno dei migliori violinisti della sua generazione. Tra le numerose affermazioni in concorsi internazionali che hanno caratterizzato il suo ingresso sulla scena musicale spiccano due premi al Concorso “N. Paganini” di Genova (rispettivamente nel 1988 e 1990) e altri riconoscimenti in competizioni di grande prestigio come “Tibor Varga” di Sion, il “L. Spohr” di Friburgo, il “R. Romanini” di Brescia, il “G. B. Viotti di Vercelli, il “R. Lipizer” di Gorizia ed il “Biennale di Vittorio Veneto”. Diplomatosi a sedici anni, si è poi perfezionato con il Maestro Stefan Gheorghiu. Nel corso della sua brillante carriera di solista Pieranunzi ha suonato con direttori come Aldo Ceccato, Alun Francis, Lu Jia, Jeffrey Tate, Piero Bellugi, Mattias Barnet, U. Benedetti Michelangeli, Anton Nanut, Julian Kovatchev, Nicolas Cleobury, Gianandrea Noseda, e ha collaborato, in ambito cameristico, con Boris Belkin, Bruno Canino, Alfons Kontarskij, Rocco Filippini, Franco Petracchi, Nelson Goerner, Alain Meunier, Laura de Fusco, Rainer Kussmaul. Invitato più volte dal Comune di Genova a suonare il famoso Guarneri del Gesù “Il Cannone”, appartenuto a N. Paganini, è ospite regolare delle più importanti istituzioni concertistiche italiane come Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Accademia Chigiana di Siena, Teatro Regio di Torino, Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra Sinfonica “Verdi” di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Teatro di San Carlo di Napoli (suonando sotto la bacchetta del M° J. Tate il Concerto di K. Weill e la Tzigane di Ravel), Festival dei Due Mondi di Spoleto, Settimane Internazionali di Musica da Camera a Villa Pignatelli di Napoli e Settimane Musicali di Stresa nell’ambito delle quali, nel 2000, ha eseguito l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven. È inoltre ospite di istituzioni estere quali Herculeesaal di Monaco di Baviera, Baden Baden Philarmonie, Rtsi di Lugano, Festival Bemus di Belgrado, Filarmonica G. Enescu di Bucarest, Wigmore Hall di Londra (Canino and friends), City of Birmingham Symphony Orchestra (Paganini, Concerto n. 2 “La Campanella”, dir. G. Noseda), Bournemouth Symphony Orchestra (Paganini, Concerto n. 1), Franz Liszt Chamber Orchestra di Budapest, Malmoe Symfony Orchestra (Beethoven, Concerto per violino, dir. G. Noseda), Opera City Hall di Tokyo. Nel 2002 ha effettuato una tournée in Sud America nel corso della quale ha suonato tra l’altro a Buenos Aires (Teatro Colisseum). Dal 2004, con incarico conferitogli per chiara fama, è Primo Violino di spalla dell’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli. Raffinato interprete di musica da camera, Pieranunzi ha al suo attivo su CD: L’integrale dei Quartetti per pianoforte ed archi di Gabriel Fauré con il pianista Maurizio Baglini (allegato al numero di Febbraio 2006 della rivista italiana “Amadeus”); I Quintetti per clarinetto ed archi di Mozart e Brahms con il clarinettista A. Carbonare (allegato al numero di aprile 2007 della rivista italiana “Amadeus”); Il primo volume dei Quartetti per pianoforte ed archi di Mendelssohn con Roberto Prosseda al pianoforte (Decca/Universal) “Early Chamber Works”. E’ stato recentemente pubblicato, per l’etichetta “Concerto”, un CD registrato dal vivo al Teatro San Carlo di Napoli comprendente il Concerto di Kurt Weill per violino e fiati con la direzione di J. Tate e due brani per violino, pianoforte e clarinetto con A. Carbonare ed E. Pieranunzi, L’Histoire du soldat di Stravinsky e la Suite Concertante di Milhaud. E’ di imminente pubblicazione il secondo volume dell’integrale dei Quartetti per pianoforte ed archi di Mendelssohn con Roberto Prosseda al pianoforte (Decca/Universal). FRANCESCO FIORE Francesco Fiore, nato a Roma, ha compiuto i suoi studi presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, sotto la guida dei maestri Lina Lama e Massimo Paris. Si è successivamente perfezionato con il Maestro Bruno Giuranna presso la fondazione W. Stauffer di Cremona. Vincitore di numerosi premi si è presto imposto come uno dei musicisti più interessanti dell’ultima generazione, intraprendendo una intensa attività concertistica quale ospite regolare delle più prestigiose Associazioni e Festival italiani: Roma, Accademia Nazionale di S. Cecilia, Istituzione Universitaria dei Concerti, Accademia Filarmonica; Milano, Società del Quartetto, Serate Musicali; Torino, Unione Musicale; Accademia Chigiana di Siena; Spoleto, Festival dei Due Mondi; Festival di Brescia e Bergamo; Settimane Musicali di Stresa; Bologna, Musica Insieme; Firenze, Venezia, Verona, Palermo, Padova e Perugia, Amici della Musica; G.O.G. di Genova; Vicenza e Vercelli, Società del Quartetto; Festival delle Nazioni di Città di Castello; Vicenza, Settimana musicale del Teatro Olimpico; Napoli, Settimane Internazionali di Villa Pignatelli, Teatro S. Carlo e Ass. Scarlatti; Festival Pontino di Sermoneta; Estate Musicale sul Garda; Bemus di Belgrado, settimo Festival Internazionale di Cartagena. La sua attività solistica e cameristica lo ha portato a collaborare con artisti come Salvatore Accardo, Boris Belkin (con i quali ha eseguito numerose volte la “Sinfonia Concertante” di W. A. Mozart), Uto Ughi, Pierre Amoyal, Renata Scotto, Bruno Canino, Alfons Kontarskij, Alexander Mazdar, Michele Campanella, Andrea Lucchesini, Rocco Filippini, Alain Meunier, Bruno Giuranna, Franco Petracchi, Gabriele Pieranunzi, Rainer Kussmaul, Pavel Vernikov, David Lively. E’ membro del Quartetto Accardo, con il quale ha recentemente riscosso vivissimi consensi di critica e pubblico con la prima esecuzione assoluta del Quartetto n. 5 di F. Vacchi, presso la Società del Quartetto di Milano. Ha inciso numerosi CD per RCA, ASV, FONIT CETRA, FONÉ e MUSIKSTRASSE. Per quest’ultima ha realizzato la prima incisione mondiale del Quartetto di Mercadante per viola solista ed archi, brano del quale aveva effettuato la prima esecuzione moderna al San Carlo di Napoli. Nel febbraio 2006 e nell’aprile 2007 sono stati pubblicati dalla rivista Amadeus due CD con l’integrale dei Quartetti con pianoforte di G. Fauré e con i Quintetti con clarinetto di Mozart e Brahms. I recenti CD DECCA comprendenti l’integrale delle composizioni cameristiche giovanili di Mendelsshon, realizzati da G. Pieranunzi, F. Fiore, S. Downes, G. Geminiani assieme al pianista R. Prosseda, hanno ottenuto i più lusinghieri riconoscimenti sulle principali riviste specializzate italiane ed internazionali. Ha partecipato alla registrazione televisiva di due Quartetti di L. Boccherini assieme al maestro Salvatore Accardo, suonando la celebre viola Stradivari custodita presso il Palazzo Reale di Madrid, per un programma realizzato dalla NHK di Tokio, dedicato all’unico quartetto di strumenti Stradivari esistente al mondo. Dal 1991 è prima viola dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma: il medesimo ruolo ha ricoperto anche presso l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, presso l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presso l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino e, invitato da Salvatore Accardo, nell’Orchestra da Camera Italiana. Nel quadro dei Corsi Superiori Biennali è stato docente presso vari Conservatori (Santa Cecilia di Roma, Latina, Fermo, ecc.). Attualmente è titolare di viola e musica da camera presso l’Istituto “Monteverdi” di Cremona. Suona una viola Joseph Hill, Londra 1774, ed una viola d’amore Raffaele Fiorini, Bologna 1894. SHANA DOWNES Lodata dalla critica in Europa ed nel Nord America, riconosciuta come un’eccellente solista e camerista, la violoncellista americana Shana Downes ha iniziato ad affascinare le platee fin da bambina. Intraprende gli studi musicali, sia con il violoncello che con il pianoforte, all’età di 4 anni a San Francisco, sua città natale. Un anno più tardi ha l’occasione di suonare per il maestro Rostropovich, il quale, entusiasta del suo talento, la incoraggia a proseguire gli studi di violoncello. Debutta quattordicenne come violoncello solista alla San Francisco’s Davies Symphony Hall, quale vincitrice del concorso San Francisco Symphony Pepsi-Cola Young Musician’s Award. Nel 1988 riceve il premio della “United States National Foundation for the Arts”, al quale hanno fatto seguito numerosissimi premi in concorsi internazionali quali l’“A.R.D. Musikwettbewerb” di Monaco di Baviera, il “Maria Canals” di Barcellona, il “Vittorio Gui”, il Concorso di Trapani ed il “Premio Trio di Trieste” in Italia, nonché il premio per la musica da camera al Concorso Rostropovich di Parigi. Shana Downes si esibisce nelle sale da concerto più famose al mondo, come la Queen Elizabeth Hall a Londra, il Concertgebouw ad Amsterdam, il Musikverein a Vienna, la Salle Gaveau a Parigi, la Sala Verdi a Milano e il Teatro Coliseo di Buenos Aires. La sua partecipazione a Festival Internazionali come il Pablo Casals, lo Schleswig-Holstein, Verbier, la Corinthischer Sommer, l’Hindemith Foundation in Svizzera, l’Accademia Musicale Chigiana, il Festival di Riva del Garda, le Settimane di Musica d’Insieme a Napoli, il Festival di Musica di Asolo, il Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Festival di Tanglewood negli Stati Uniti ha favorito collaborazioni con colleghi eccellenti, quali V. Repin, P. Vernikov, M. Quarta, R. Kussmaul, D. Kashimoto, Itamar Golan, B. Giuranna, F. Petracchi, A. Meunier, C. Ivaldi, A. Carbonare, M. Bagliniù; suona inoltre regolarmente in duo con la sorella pianista, Avi Downes. Numerose le incisioni come primo violoncello dell'Orchestra Verdi di Milano (direttore Chailly, per la Decca), in Quartetto con pianoforte (cd distribuito da Amadeus) e in duo con Avi (cd per il “Premio Trio di Trieste” e per Assicurazioni Generali-Roma). La presentazione del CD di Quartetti di G. Faurè, inciso per la Decca, la porta in tournée, nella stagione 2014/2015, in Italia e in Europa (Madrid, Varsavia, Tirana), in quartetto con il pianista Roberto Prosseda, il violinista Gabriele Pieranunzi e il violista Francesco Fiore, con cui collabora da anni. Da qualche anno si è stabilita in Italia con la sua famiglia e, più precisamente, a Milano, dove ha modo di vivere anche l’altra sua grande passione, quella per l’Interior Design. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2014/2015 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30) [email protected] www.amicimusica.an.it