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Programma
LEVES AUREE
[Andantino - Allegro – Andantino - Allegro]
(Mottetto per Soprano, Mezzosoprano e orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 658)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
CANTEMUS DOMINO
[Allegro - Andante - Allegro]
(Mottetto per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 657)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
JUBILATE DEO
[Allegro - Larghetto con moto - Allegro]
(Mottetto per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m.,e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 659)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
KYRIE “di Dresda”
[Grave - Lento - Grave - Allegro]
(per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
Dalla Biblioteca di Dresda (MUS. 3478/D/1)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
STABAT MATER
[Andante - Moderato - Andante]
(Sequenza per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 651)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Da: “LA PASSIONE DI N.S.J. CHRISTO”
- Sinfonia e Coro finale [Largo - Allegro - Andante - Alla Breve]
(Oratorio su libretto di Metastasio per Soli [S.A.T.B] eOrchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 648)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
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Orchestra
VIOLINI:
Dora SERAFIN (1° Violino)
Sara BARUZZO
Igor FOLCA NASH
Fiorella FOTI
Valentina MOSCA
Jhon W. CASTANO MONTOYA
Francesco PAVAN
Stefano PAVAN
Giulia PONTAROLO
Marco RACITI CASTELLI
Giovanni TAGLIENTE
Silvia TOFFOLI
Giulia ZAMPROGNA
VIOLE:
Gianni CARMIGNOLA
Margherita ORLANDI
Federico PUPO
Adriana TERZO
VIOLONCELLI:
Giovanni CAVALLIN
Emanuela BACCEGA
Marco BALBINOT
CONTRABBASSI:
Luigi RATTIN
Luigi BACCEGA
FLAUTI:
Paolo DALLA PIETÀ
Piera BRAGANOLO
OBOI:
Paolo FONTOLAN
Hernan GASTIABURO
CLARINETTI:
Monica GIUST
Ermanno SERRAJOTTO
FAGOTTO:
Marco OSSI
CORNI:
Massimo ZANOLLA
Nikolay NOVIKOV
TROMBE:
Graziano CESTER
Ivan OLIVA
ORGANO:
Stefano MASO
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L’Orchestra
Fondata nel 2003 da Fiorella
Foti (che, oltre a farne parte, ne
cura dall’inizio anche la
Direzione Artistica), l’Orchestra
è prevalentemente formata da
musicisti trevigiani, molti dei
quali hanno collaborato con
importanti orchestre italiane,
sotto la bacchetta di Direttori
come L. Maazel, R. Muti, C.
Abbado. Tra i più prestigiosi
concerti tenuti in questi anni
dall’Ensemble (oltre settanta),
spiccano i due appuntamenti
nella
suggestiva
Basilica
Superiore di Assisi, con il “Coro
Filarmonico Trevigiano Sante
Zanon”, con cui il Gruppo si è esibito nel settembre 2008 in Puglia, chiudendo anche le
celebrazioni per il 40° anniversario della morte di Padre Pio, alla presenza del Segretario
di Stato Vaticano card. T.Bertone e diretta televisiva su “Sky”.
Oltre ai vari concerti con il Coro "L.Lucchesi", diretto da Renzo Toffoli, con la Corale “En
clara vox”, diretta da Davide Pauletto (nel quadro delle celebrazioni dedicate a Canova e
Palladio), agli appuntamenti per la consegna del “Premio Filippin” edizioni 2009 e 2010,
va segnalato nel novembre 2009 il concerto commemorativo per i 150 anni dell’Istituto
“Manzato” di Treviso (Teatro Comunale), in cui il Gruppo è stato affiancato da allievi, exallievi, docenti ed ex-docenti, per dar vita ad uno splendido programma sinfonico, sotto la
guida di Francesco Fanna. Con lo stesso direttore è stato varato un anno fa un ambizioso
progetto: la riscoperta delle Messe Brevi di Haydn e Mozart (in collaborazione con il Coro
“Academia Ars Canendi”, diretto da Manuela Meneghello), che ha già
visto varie esecuzioni in una cornice di grande rilievo, quale la Chiesa di S.Rocco a
Venezia, e che continua a cadenza regolare (prossimo appuntamento: 11-12 giugno). A
metà-ottobre 2010 il Gruppo ha organizzato e preso parte ad uno stage di alto livello,
avvalendosi della preziosa presenza di due solisti quali Giuliano Carmignola (Violino e
Direttore) e Alfonso Ghedin (Viola) - con cui ha affrontato lo studio delle “Sinfonie
Concertanti” di Mozart e Stamitz, poi eseguite in due applauditissimi concerti -, e ha fatto
segnare il tutto esaurito al Teatro Comunale di Treviso, riproponendo il 25 novembre il
"Concerto di S.Cecilia", sotto la direzione di Francesco Fanna. Oltre all’invito giunto nel
2009 ad effettuare una tournée in Canada, per esibirsi nelle principali città dello Stato
dell’Ontario, grazie all’intervento dell’Assessorato ai Flussi Migratori della Regione
Veneto, a fine-2010 l’Ensemble ha compiuto la sua seconda tournée in Grecia, diretto da
Francesco Fanna. Anche in questa occasione ha riportato uno straordinario successo di
pubblico e di critica, tanto da ottenere un invito per concerti nei prossimi mesi, e per
effettuare una tournée – per il terzo anno consecutivo – nel dicembre/gennaio 2011-2012.
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Il Coro
“Luca Lucchesi” si è
costituito nel 1971 su
iniziativa del maestro
fondatore, il padre
francescano
Ermenegildo Tonello,
appartenente all’ordine
dei frati minori, custodi
della
Basilica
–
Santuario “MADONNA
DEI MIRACOLI” in
Motta di Livenza (TV).
La passione per il canto
e l’impegno di rendere
un servizio liturgico
durante le funzioni religiose nella basilica stessa, hanno spinto un gruppo di cantori a
ritrovarsi con impegno e dedizione, al fine di costituire un repertorio che consentisse lo
svolgimento del servizio stesso.Visto l’entusiasmo iniziale e l’aggiunta, successiva, della
componente femminile, il coro ha deciso di estendere il repertorio al canto popolare,
portando così il gruppo ad esibirsi in varie località del Veneto, del Friuli, della
Lombardia, della Toscana, dell’Umbria, delle Marche, del Lazio e della Sicilia. Il
Lussemburgo, la Francia, la Svizzera, la Germania, l’Austria, la Slovacchia, la Slovenia,
l’Ungheria e la Croazia, sono i paesi europei nei quali il coro ha tenuto i suoi concerti,
anche più volte in anni diversi. In alcuni di questi concerti è stato inviato quale
rappresentate ufficiale della Regione Veneto.
Dal 1993 il fondatore, padre Tonello, per raggiunti limiti d’età, lascia la direzione del
coro a Renzo Toffoli, attuale direttore. Con la nuova direzione, Renzo Toffoli, pur
mantenendo il canto popolare, cerca di dare al repertorio di musica sacra un’identità più
specifica, dove sia presente una maggiore unità e caratterizzazione stilistica: inizia così
lo studio della polifonia rinascimentale.
Dal 1997 il direttore inizia con il coro lo studio di un altro periodo storico della
letteratura vocale, molto importante ed impegnativo: il canto gregoriano. Questo studio
viene effettuato a livello scientifico; si cerca di dare una corretta restituzione melodica ed
interpretativa ai neumi notati sui manoscritti originali, alla luce delle ultime ricerche e
conoscenze semiologiche e paleografiche condotte dai più importanti gregorianisti
europei.
Dall’anno 2000 il coro, per quanto concerne il repertorio di musica sacra,
intraprende lo studio e l’esecuzione di partiture di autori afferenti ai periodi barocco,
neoclassico, romantico, e contemporaneo quali: Haendel, Bach Vivaldi, Mozart,
Schnabel, Perosi, Pasini, Pravato, Brisotto ecc. Si tratta di un repertorio che abbisogna
di un accompagnamento organistico od orchestrale e che, in parte, questa sera verrà
eseguito.
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Il Direttore
Renzo Toffoli, ha iniziato lo studio
del pianoforte con Z. Lovato e
successivamente con S. Lorenzi,
dedicandosi inoltre allo studio
dell'organo e della composizione
organistica con S. Dalla Libera e
del canto gregoriano con P.
Ernetti. Sin da giovanissimo ha
accompagnato all'organo, nelle
diverse liturgie, e al pianoforte, in
concerto, varie formazioni corali e
cantanti lirici. Nel 1978 ha
costituito un coro lirico che ha
diretto per quasi vent'anni,
inscenando Traviata, Ernani e Nabucco di G. Verdi. Con altre formazioni corali e l'orchestra
"Ensemble Femminile Italiano" ha realizzato vari oratori, tra i quali il Transitus Animae e Il
Giudizio Universale di Perosi, il Christus di F. Liszt e Il Messia di G.F. Handel. Nel 1974 inizia
la sua collaborazione, nelle liturgie e nei concerti, in veste di organista, con il coro "Luca
Lucchesi", divenendo, nel 1993, il direttore dello stesso. Nel 2002 ha costituito la Mulierum
Schola Gregoriana "Aurea Luce", ensemble femminile esclusivamente dedita allo studio e
all'interpretazione del canto gregoriano. Solo con questa formazione ha all’attivo un centinaio di
esecuzioni in tutta Italia, tenute in cattedrali e basiliche emblematiche per l’arte e la fede tra le
quali – solo per citare quelle della città di Venezia – si annoverano la basilica di san Marco, S.
Giorgio Maggiore, i Frari, San Giovanni e Paolo e la basilica della Salute. Tra i mesi di Luglio e
Agosto, con la sezione maschile della predetta schola, sarà impegnato in una tournée di concerti
in Canada e negli Stati Uniti. Con la medesima schola, infine, ha effettuato un’incisione di un
CD dal titolo: “Cantus Ecclesiae”. Deve la sua recente formazione nel canto gregoriano
all'Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano - Sezione dell'Europa Latina - con
sede a Cremona. In questa sede, sotto la guida dei professori A. Turco, N. Albarosa, G. Baroffio,
J.B. Ghöschl, K. Pouderoijen, R. Fischer, F.K. Praßl, A. Rusconi, J. C. Asensio-Palacio, D.
Saulnier, G. Conti, F. Kok e F. Rainoldi, ha frequentato tutti i corsi previsti dal piano di studi. In
qualità di direttore di coro e accompagnatore di formazioni corali e di solisti, ha al suo attivo
circa 500 concerti in Italia e in Europa. Appassionato di organaria, è stato l'ispiratore e
l'ideatore della costruzione del nuovo organo "A. Zeni" per la chiesa parrocchiale di Salgareda
(TV), modellato sugli stilemi del romanticismo francese, unico in Italia per il suo genere,
conducendo, assieme al costruttore Andrea Zeni una ricerca approfondita sugli strumenti storici
originali francesi di Cavaillè-Coll e Puget. Fortemente affascinato dalla storia locale, è autore
delle seguenti pubblicazioni, frutto di ricerche archivistiche e testimonianze personali di eventi
in cui è stato osservatore o protagonista: “Il nuovo organo della chiesa arcipretale di
Salgareda” - 1999; “Converso itinere” – lo stato odierno della liturgia – 2007;“L’oratorio di
Villa Rebecca a Talponada” - 2007; “Salgareda passato e presente attraverso la fotografia” 2007; “«Piovan» di una chiesa distrutta” - 2007; “Un mondo scomparso” - 2010; e “Chiese e
Oratori di Salgareda dal XVI al XX sec.” - 2010.
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VANIA SOLDAN - soprano: nata
a Pordenone, si è diplomata in canto
col massimo dei voti presso il
Conservatorio di Musica “A.
Steffani” di Castelfranco Veneto e
possiede, inoltre, la licenza di
compimento inferiore di pianoforte,
conseguita al Conservatorio di
Musica “C. Pollini” di Padova.
Segue diverse master class con
docenti prestigiosi, quali il M° L.
Magiera e la soprano Lella Cuberli.
Si è esibita sia come solista sia in
formazioni cameristiche, spaziando
dalla polifonia, al barocco, all’opera
ed all’operetta. Ha debuttato
nell’operetta “Il Cavallino Bianco”
di R. Benatzky (Adria), nell’opera
“Nina, o sia la pazza per amore” di
G. Paisiello (Teatro Alla Scala, diretta da R. Muti), nell’opera “Der
Schauspieldirektor” (L’impresario teatrale) di W. A. Mozart, nell’opera “La Serva
Padrona” di G.B. Pergolesi nel ruolo di Serpina, nell’opera “Il ratto dal serraglio” di
W. A. Mozart nel ruolo di Blonchen, nell’opera “L’Elisir d’amore” di G. Donizetti
nel ruolo di Adina. Ha eseguito inoltre il Requiem di W. A. Mozart a Gorizia per
l’inaugurazione del TeatroVerdi ed il Dixit Dominus (salmo109) KWV232 di G. F.
Haendel, quest’ultimo eseguito in diversi paesi del Friuli Venezia Giulia e nella
chiesa di Santa Maria in Montesanto a Roma. Di J. S. Bach ha eseguito il Magnificat
BWV 243 e la cantata BWV110 ad Udine e Firenze.
Ha inoltre ottenuto il 3° premio al Concorso Nazionale F. Schubert (Ovada ’95)
ed è risultata finalista al Concorso Internazionale “G. Di Stefano” nel 1996 ed al
Concorso Internazionale “ASLICO 2000”. Nel ’94-’95 ha collaborato come artista
del coro presso il Teatro Comunale di Treviso e fino al ’98 con il Teatro Lirico “G.
Verdi” di Trieste. Successivamente ha vinto il Concorso indetto per artisti del coro al
Teatro Alla Scala di Milano, dove è rimasta fino al 2000. Dal 2001, dopo essere
risultata vincitrice del concorso indetto per artisti del coro, è ritornata presso la
Fondazione Lirica “G. Verdi” di Trieste, con la quale tuttora collabora.
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MICHAELA MAGOGA – mezzosoprano: diplomata nel 2006 presso il
Conservatorio Venezze di Rovigo sotto la
guida di E. Baechi, ha continuato la sua
formazione con il soprano F. Scaini;
attualmente è seguita dalla vocal trainer Y.
Takeda. Ha frequentato diversi corsi di
perfezionamento, tra i quali: Master di arte
scenica a Portogruaro col M° C. Desderi
(2005); Master di perfezionamento a
Sabadell-Barcellona col M° J. Aragall
(2006); due Master di alto perfezionamento
finalizzati alla messa in scena di Così fan
tutte (2008-2009) e di Don Giovanni (20092010) di W.A. Mozart con il M° C. Desderi.
Ha conseguito il I premio in canto solistico
alla XVII Rassegna musicale I giovani per i
giovani – Ravenna (2003) e il V premio al
Concorso di canto lirico – Schio (VI)
(2004); ha partecipato a un Recital di Gala
presso il Teatro Olimpico di Vicenza
(2006); è risultata finalista al Concorso
Rome Festival 2007 e ha debuttato come Meg Page in Falstaff di G. Verdi. È stata
Artista del Coro presso il Teatro La Fenice di Venezia e ha conseguito l’idoneità
per il Coro dell’Arena di Verona e per il Coro del Teatro Verdi di Trieste. Svolge
ora attività da solista in opere, concerti di musica sacra e concerti da camera,
spaziando dal repertorio barocco a quello lirico, dalla liederistica alla romanza da
salotto italiana, dal cabaret francese e tedesco alla musica contemporanea.
MICHELE MANFRÉ – tenore: Inizia la sua attivita’ artistica esplorando le più
svariate forme di vocalità e coralità e, dopo un primo ciclo di studi, vede
concretizzarsi la possibilità di proporsi come solista. Ha partecipato a
numerosissimi concerti e rassegne, in qualche caso facenti parte di trasmissioni rai
ed in diverse altre su reti locali ad ampia diffusione. Si definisce un cantante
“eclettico” inserito in un panorama artistico vasto e poliedrico, privilegiando il
repertorio lirico nonché sacro, è tuttavia un attento e sensibile interprete di brani
della tradizione melodica italiana e internazionale. Ha collaborato alla
realizzazione di diversi album musicali ed ha pubblicato una personale ricerca
interpretativa di brani moderni, noti ed inediti, raccolti in un cd dal titolo
“Emozioni di voce”. È stato protagonista nelle seguenti produzioni: “Tosca” di G.
Puccini nel ruolo di Cavaradossi; “Traviata” di G.Verdi nel ruolo di Alfredo;
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“Boheme” di G. Puccini nel ruolo di Rodolfo;
“Madama Butterfly” di G. Puccini nel ruolo
del Principe Yamadori. Nell’operetta “Il cuore
di Venezia” del m.o G. Ruetta Fabbian e nel
recente musical “Hanno ali per volare” del m.o
G. Susana.
Ha ricoperto il ruolo di tenore solista in alcune
esecuzioni sacre per soli coro e orchestra,
quali: la -“Kronungsmesse” di W. A. Mozart,
il “Requiem” di W. A. Mozart e la “Messa di
gloria” di
G. Puccini. Collabora con
l’ensemble Spazioquinto alla produzione del
recital radiomelodie rassegna di brani resi
famosi dalla radio dal 1900 al 1950 prima
dell’avvento della televisione. Sta tutt’ora
proseguendo il lavoro di apprendimento per il
ruolo del duca di Mantova in “Rigoletto” di G. Verdi e di Canio in “Pagliacci” di
R. Leoncavallo. Costantemente e con assiduità sta tutt’ora continuando studio e
ricerca interpretativa, fortemente motivato dalla passione per quest’arte e dal
desiderio di ampliare progressivamente la base cultuale. per questo sta
frequentando il 2° anno del triennio superiore di canto presso il conservatorio
statale di musica A.Steffani in Castelfranco Veneto.
DARKO MATIJASEVIC – Basso: nasce il
10 giugno 1981 a Rijeka. Nel 2001 si iscrive
alla scuola di musica Ivan Matetic Ronjgov di
Rijeka, termina gli studi nel 2006 con il
diploma di cantante lirico. Nel 2003
viene ammesso, a seguito di un'audizione, a far
parte del coro del Teatro Ivan pl. Zajc (Rijeka)
per l'opera Nabucco. Da quel momento, ad
oggi, lavora in teatro come corista, eseguendo
in varie opere piccole parti da solista. Nel
2006 inizia gli studi accademici alla Muzicka
Akademija di Zagabria, conseguendo nel 2009
la laurea quadriennale di primo livello. Nello
stesso anno, lavora un mese a Firenze come
solista per un progetto tetrale italocroato (l'opera Galileo Incatenato -con regista
Branko Brezovec). Da cinque anni, inoltre, fa parte del quintetto Klapa Nevera
(dedicato alla musica tradizionale croata), popolare in Istria e nel Quarnero.
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LEVES AUREE
[Andantino - Allegro - Andantino - Allegro]
(Mottetto per Soprano, Mezzosoprano e orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 658)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Leggere brezze ventilate
con sguardo lieto e animo sereno.
Gradite fonti mormorate leggermente, con
il vostro flusso nella dolce pace;
con leggero sussurro nella dolce pace.
Le fiaccole ardono risplendenti,
Le brezze sublimano profumate
O fedeli adoranti
affrettatevi nella fede e sperate.
Le fiaccole ardono le brezze sublimano.
affrettatevi nella fede e sperate.
O fedeli,
le fiaccole ardono
le brezze sublimano
affrettatevi …
Leves auree ventilate
laeta facie alma serena.
Grati fontes murmurate,
leni cursu in pace amena;
leni voces in pace amena.
Faces ardent refulgentes,
Auree fumant redolentes
Ah fideles adorantes
properate in fide et spe.
Faces ardent auree fumant
properate in fide et spe.
Ah fideles,
faces ardent
auree fumant
properate …
CANTEMUS DOMINO
[Allegro - Andante - Allegro]
(Mottetto per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 657)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Cantemus Domino in Hymnis et canticis.
Laudem demus Deo. In psalmis et organo.
Johan pio ut meritis nobis Angelum
mittat
nobis
ut
Patria
coelestis
Cohaeredes faciat
Cantemus...
Cantiamo al Signore con inni e cantici.
Diamo lode a Dio con i salmi e l’organo.
Il pio Giovanni, per i nostri merito, ci invii
l’Angelo, per renderci coeredi della Patria
celeste.
Cantiamo…
JUBILATE DEO
[Allegro - Larghetto con moto - Allegro]
(Mottetto per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m.,e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 659)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Giubilate a Dio da tutta la terra.
Venite ed esultiamo nel Signore.
Iubilate Deo omnis terra.
Venite et exultemus Domino.
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Giubilate a Dio, nostro Salvatore.
Iubilate Deo Salutari nostro.
Venite et exultemus iubilemus Salutari Venite esultiamo e giubiliamo al nostro
Salvatore.
nostro.
Giubilate.
Iubilate...
KYRIE “di Dresda”
[Grave – Larghetto – Grave - Allegro]
(per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca di Dresda (MUS. 3478/D/1)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
O Signore, pietà di noi!
O Signore, pietà di noi!
O Signore, pietà di noi!
O Cristo, pietà di noi!
O Cristo, pietà di noi!
O Cristo, pietà di noi!
O Signore, pietà di noi!
O Signore, pietà di noi!
O Signore, pietà di noi!
Kyrie eleison
Kyrie eleison
Kyrie eleison
Christe eleison
Christe eleison
Christe eleison
Kyrie eleison
Kyrie eleison
Kyrie eleison
STABAT MATER
[Andante – Moderato - Andante]
(Sequenza per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 651)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Stabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa.
Dum pendebat Filius.
Stava la Madre addolorata
In lacrime presso la croce
dalla quale pendeva il Figlio.
Cuius animam gementem,
contristatam, et dolentem,
per transivit gladius.
La sua anima gemente,
rattristata e dolente,
era come trafitta da una spada.
O quam tristis et afflicta,
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti.
Oh, quanto triste ed afflitta
fu lei benedetta
Madre dell’unico figlio [di Dio].
Quae maerebat et dolebat,
pia Mater dum videbat
nati poenas inclyti.
Come amara e straziata
fu la pia Madre vedendo
le pene del suo figlio.
Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
In tanto supplicio?
Qual è l’uomo che non piangerebbe
vedendo la Madre di Cristo
in tanto atroce supplizio?
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Quis non posset contristari,
piam Matrem contemplari
Dolentem cum Filio?
Chi non potrebbe rattristarsi,
contemplando la pia madre
dolente accanto al Figlio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum.
Per i peccati del suo popolo,
vide Gesù fra i tormenti
e sottoposto ai flagelli.
Vidit suum dulcem natum
moriendo desolatum,
dum emisit spiritum.
Vide il suo dolce Figlio
morire desolato,
quando emise l’ultimo respiro.
Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Oh, Madre fonte dell’amore,
fammi sentire l’intensità del tuo dolore,
affinché io pianga con te.
Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.
Fa’ che il mio cuore bruci
D’amore per Cristo Dio,
fa’ che io lo possa compiacere.
Sancta Mater, istud agas,
crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del crocifisso
fortemente nel mio cuore.
Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
Del tuo figlio dilaniato,
che per me si degnò di patire,
dividi con me le pene.
Fac me tecum pie flere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero
Fammi pietosamente piangere con te,
condividere il dolore del crocifisso,
sempre finché avrò vita.
Iuxta crucem tecum stare,
et me tibi sociare
in planctu desidero.
Presso la croce con te voglio stare,
e, associarmi a te,
nel pianto io desidero.
Virgo virginum praeclara,
mihi iam non sis amara:
fac me tecum plangere.
O Vergine gloriosa fra le vergini,
non essere aspra con me:
fammi piangere con te.
Fac ut portem Christi mortem,
passionis fac me sortem,
et plagas recolere.
Fa’ che io porti la morte di Cristo
fa che io partecipi alla sua passione
e che io mediti sulle sue piaghe.
Fac me plagis vulnerari,
fac me Cruce hac inebriari,
et cruore Filii.
Fa’ che dalle piaghe io resti ferito,
fa che io sia inebriato della croce
e del sangue di tuo Figlio
Flammis ne urar succensuns,
per te Virgo, sim defensus
in die iudicii.
Perché io non bruci nelle fiamme eterne,
da te, o Vergine, io sia difeso
nel giorno del giudizio
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Christe cum sit hinc exire,
da per Matrem me venire
ad palmam victoriae.
O Cristo, quando dal mio corpo dovrò
uscire, per mezzo di tua Madre, fa’ che io
giunga alla palma della vittoria.
Quando corpus morietur,
fac ut animae donetur
paradisi gloria.
Quando il mio corpo morirà,
fa’ che all’anima sia data in dono
la gloria del paradiso.
Amen.
Così sia.
SINFONIA E CORO FINALE
dall’oratorio “La Passione di N.S.J.C.”
[Adagio - Allegro - Sostenuto - Alla breve]
su libretto di Pietro Metastasio
(per Soli [S.A.T.B] Coro a 4 v.m., e Orchestra)
dalla Biblioteca Estense di Modena (MUS. F 648)
Revisione e trascrizione a cura di Agostino Granzotto
Di qual sangue o mortale, oggi fa d’uopo
quella macchia a lavar,
che dall’impuro contaminato fonte in te deriva.
Ma grato, e non superbo,
ti renda il beneficio eguale a questo.
L’obbligo in te
quant’è più grande il dono.
Chi n’abusa è più reo.
Pensaci e trema.
Del Redentor lo scempio,
porta salute al giusto e morte all’empio
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Andrea Luca Luchesi
L'arte della lana andava male a Firenze nel Tre e Quattrocento, ma si espandeva fortemente
a Milano, mentre peggiorava a Lucca, migliorando a Bologna, Genova, Venezia e Milano.
L'industria della seta, al contrario di quella tessile, avvilita a Venezia dalle difficoltà
tecniche nella produzione, la principale delle quali fu la mancanza di acqua dolce, fu invece
favorita nel Trecento, specialmente dopo l'immigrazione di artigiani lucchesi, che si
stanziarono nella Calle della Bissa a San Bartolomeo nel Sestiere di San Marco.
Tra le famiglie che, nel quattordicesimo secolo, lasciarono Lucca per il Veneto, nel caso
specifico per Venezia, ci fu anche quella di Andrea Luca Luchesi con una "c" sola, perchè il
dialetto veneto non ammette doppie, obbligandole, al contrario, quando non ve n'è
necessità. Nato a Motta di Livenza il 23 maggio dell'anno 1741, Andrea Luchesi ebbe come
genitori Pietro, commerciante di granaglie, e Caterina Gottardi. La sua vita e le sue opere
costituiscono uno dei più avvincenti misteri della storia della musica. Egli visse metà della
sua esistenza tra il paese natale e Venezia, dove fu allievo di Gioacchino Cocchi, di
Giuseppe Saratelli (Maestro della cappella marciana), di padre Paolucci (allievo prediletto
del padre Martini), di Vallotti (il maggior teorico musicale del Settecento italiano), di
Fernando Bertoni e del celebre Galuppi. In pochi anni divenne un noto organista e
compositore di musica sacra, strumentale e operistica. E' del 1765 la sua prima opera buffa
"L'isola della fortuna", libretto di Bertati, che fu rappresentata al Teatro di Corte a Vienna.
Luchesi produsse musica per il conte Giacomo Durazzo. A Venezia conobbe i Mozart
(padre e figlio), durante il loro primo soggiorno in Italia. E Wolfgang, correva il carnevale
del 1771, prese in prestito un concerto per cembalo del compositore mottense, che il genio
salisburghese suonerà ancora nel 1778.
Sempre del 1771 il "Requiem", composto per le esequie del conte di Montealegre,
ambasciatore spagnolo alla Serenissima.
La seconda parte della vita di Luchesi, trent'anni, si svolse a Bonn, dove fu invitato dal
Principe Elettore Arcivescovo di Colonia Maximilian Friedrich. Vi giunse nell'autunno del
1771 e si portò appresso una équipe di cantanti, un insegnante di dizione italiana e un
primo violino, l'eccellente Gaetano Mattioli, paragonato all'epoca al Cannabich di
Mannheim. Nella città tedesca, Luchesi affiancò e subentrò all'anziano e al non troppo
brillante Kapellmeister Ludwig van Beethoven senior, portò la Cappella al livello delle
migliori in Germania e istruì Ludwig van Beethoven junior sino alla sua partenza per
Vienna che avvenne nel novembre del 1792. Ciò non compare in nessuna biografia del
Titano della Musica. Mistero o altro? Altri famosi allievi di Luchesi furono Antonin Reiche,
i cugini Bernhard, Andreas Roemberg.
Acquisita la cittadinanza locale, il maestro mottense sposò Anthonetta d'Anthoin, figlia di un
Consigliere del Principe e sorella di Ferdinand, musicista dilettante e suo prestanome per i
lavori che lui non scriveva espressamente per la Cappella.
Nel 1776 a Bonn fu rappresentato l'oratorio "La Passione di Gesù Christo", in esclusiva per
la Cappella del Principe di Colonia, musica sacra non liturgica, per la quale Luchesi
rielaborò e musicò un impegnativo libretto del poeta cesareo Metastasio. Theodor Anton
Henseler, nel suo studio del 1937 "Andrea Luchesi, l'ultimo Kapellmeister di Bonn al tempo
del giovane Beethoven", notò come "La Passione" del mottense non avesse niente a che
vedere con le Passioni bachiane, ma che fosse più simile a un Sepolcro, una traduzione
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lirica ben nota al pubblico italiano del '700.
Come ha scritto il prof. Giorgio Taboga, Luchesi musicò solo la prima parte del testo
metastasiano, che meglio si potrebbe definire il dramma del tradimento di Pietro e lo adattò
alle sue esigenze e alla disponibilità di interpreti, aggiungendovi un quinto personaggio,
Nicodemo. Il manoscritto dell'Oratorio si trova oggi presso la Biblioteca Estense di
Modena, dove è giunta parte dell'archivio musicale di Colonia\Bonn.
La "Passione di Gesù Christo" non nasce a Venezia. Il lavoro fu inventariato da Neefe nel
1784 tra gli "anonimi" e quindi non faceva parte dei lavori con cui Luchesi giunse a Bonn.
Se vi fosse stato compreso, oggi sarebbe intestato come ogni altro lavoro veneziano. Il
Principe aveva l'obbligo di pagarli, perchè erano stati prodotti prima del periodo di
ristrutturazione 1771-74, in cui Luchesi dipese dal Principe, percependo 1207 fiorini
annuali. Ad ogni pagamento doveva corrispondere l'intestazione a nome dell'autore
(Giorgio Taboga "Andrea Luchesi. L'ora della verità" Ass.one Luigi Sartori, 1994).
Nel 1784 Luchesi ebbe rapporti difficili con il nuovo Principe Elettore Maximilian Franz
d'Austria, il quale intendeva sostituirlo con il suo protetto Mozart. Nonostante i sistemi
adottati dal Principe, come la drastica riduzione dello stipendio, il compositore mottense
riuscì a mantenere il suo posto.
Andrea Luchesi conobbe Haydn, quando questi fece tappa a Bonn nel 1790, nel suo primo
viaggio a Londra. E proprio per quanto riguarda Haydn, il prof. Taboga, il più accreditato
studioso di Andrea Luca Luchesi e altri critici musicali parlano (e lo documentano) di
clamorose appropriazioni indebite da parte del compositore di Rohrau ai danni di Luchesi,
complice il conte Durazzo. Legato a filo doppio con Franz Joseph Morzin, fratello del
primo "patrono" di Haydn e con il Principe Nicola Esterhazy, al servizio del quale Haydn
passò quarant'anni, avendo i tre sposato le figlie del conte Weissenwolf, Durazzo funse da
orecchio di Dioniso per i suoi cognati mitteleuropei, procurando loro sinfonie e tutto quello
che poté allietare i programmi musicali dei suoi parenti e clienti. Sempre seguendo la tesi
di alcuni musicologi contemporanei, composizioni di Sammartini, di Traetta, di Sarti, di
Galuppi e di Andrea Luca Luchesi furono inviate dal conte Durazzo in Austria al Principe
Esterhazy, tramite quel fine intenditore di suo cognato, con l'anonimato compreso nel
prezzo, piuttosto che ordinarle al suo indaffarato Kapellmeister Franz Joseph Haydn. Il
falso venne così giustificato con il fatto che l'opera musicale diveniva a tutti gli effetti
proprietà del committente, il quale poteva attribuirne la paternità musicale a chi gli piaceva.
L'invasione delle truppe francesi pose fine, correva l'anno 1794, all'esistenza della Corte di
Bonn. Luchesi, pensionato e con qualche difficoltà economica, dopo alcuni impieghi a
Passau, dove fece rappresentare la sua ultima opera, rimase a Bonn, dove morì il 21 marzo
del 1801. Quanto rimaneva dei suoi archivi personali venne venduito all'asta dagli eredi
della figlia Caterina nel 1826.
Andrea Luchesi ebbe anche figli maschi. Dei primi due, Christian Gottlob Neefe, organista
di Corte, scrisse nel 1785 che erano particolarmente dotati nel campo della musica.
Accusati di simpatie rivoluzionarie durante gli ultimi anni del '700, furono incarcerati. Pare
che uno dei due riuscisse a fuggire in Inghilterra.
Stelvio Mestrovich
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Note ai brani in programma
Leves Auree
Dei lavori adespoti come conseguenza della prassi dell'anonimo praticata a Bonn
e in altre cappelle, si ricorda che la conferma alla tesi della studiosa tedesca, ValderKnechtges, ci viene dal mottetto Leves aureae a due soprani con orchestra e organo
(Mus-F-658). Luchesi portò con sé a Bonn il duetto finale dell'Oratorio "Sacer
Trialogus", che divenne il mottetto "Leves aureae", definito da Burney "stupendo". Ed
è questo l'unico duetto per 2 Soprani che Burney possa avere udito nel 1770 a
Portico, presso Firenze, cantato da Manzuoli e Veroli. Il mottetto Leves aureae
consente una precisa datazione e può perciò costituire un punto fermo per la
valutazione della musica di Luchesi, essendo indubbiamente datato 1768, perché
corrispondente al duetto finale dell'Oratorio "Sacer Trialogus" degli Incurabili.
Cantemus Domino - Jubilate Deo
Si tratta di due mottetti in Re maggiore, due lavori minori, scritti per l’uso
funzionale liturgico. L’autore li denomina genericamente “mottetti”, si tratta in
realtà di due parafrasi testuali tratte rispettivamente dai salmi 150 e 100. Ambedue di
carattere brillante, esprimono in modo plastico l’invito del salmista a gioire, a
giubilare e a cantare con il cuore, con la voce e con l’organo all’unico Dio al solo
essere a cui si deve l’adorazione.
Kyrie “di Dresda”
Alla Landesbibliotek di Dresda in manoscritto vi è un altro lavoro del periodo
veneziano di Andrea Luchesi, che in seguito agli studi di una ricercatrice tedesca,
Valder-Knechtges, gli è stato riconosciuto: un Kyrie, giunto a Dresda per tramite di
Johann Gottlieb Naumann, coetaneo, amico e co-discepolo di Luchesi presso
Saratelli nel 1768. Naumann apprezzava la musica di Luchesi, così come David Perez
a Lisbona e Per Brandt a Stoccolma, tanto da considerarla degna di fare parte della
musica della Cappella di Dresda. La studiosa segnala inoltre che il manoscritto,
redatto su carta di formato ridotto per facilitarne il trasporto la medesima assegna al
Kyrie una data anteriore alla partenza di Luchesi da Venezia e ricostruisce anche la
possibile via seguita per giungere a Dresda. La presenza di lavori di Luchesi a
Dresda è riconducilbile a Johann Gottlieb Naumann, coetaneo, amico e condiscepolo
di Luchesi presso Saratelli. Naumann sicuramente lasciò Venezia per Dresda nel
1768 – da qui la necessità di carta ridotta, da viaggio – portando con sé circa una
cinquantina di lavori di diversi maestri, acquistati «per il miglioramento del servizio
divino ed il rinnovamento del repertorio». Il Kyrie faceva parte di questo stock di
lavori e dovrebbe perciò essere databile al massimo al 1768. Naumann lo tolse forse
da una messa di Luchesi, contando di inserirlo in una messa assemblata con lavori di
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diversi autori, cosa abbastanza comune nel secolo XVIII. La composizione presenta
la prima serie di Kyrie eleison dall’andamento Grave, con la presenza del quartetto
vocale solistico e del coro. La serie di Criste eleison, che costituisce il secondo
tempo, Larghetto, vede protagoniste le due soliste femminili: il soprano ed il
mezzosoprano, in un grazioso dialogo. L’ultima serie di Kyirie, dopo un brevissimo
inizio corale omoritmico dall’andamento Grave, chiude con una bella fuga per solo
coro dall’andamento Allegro, degno della più ortodossa tradizione polifonica
classica.
Stabat Mater
Lo "Stabat Mater" fu composto da Luchesi nel periodo veneziano per uno dei più
rispettabili Monasteri di Venezia, di cui non si è conservato il nome. L'inizio, Andante
in fa minore, è seguito dal sib maggiore (Sancta Mater); ritorna poi (Quando
Corpus) alla tonalità iniziale, chiudendo con due battute "Alla breve-Adagio"
dell'Amen, degno di attenzione per la sua natura imitatoria, apparentemente
polifonica e di particolare effetto. Un lavoro che da solo potrebbe giustificare una
ricerca sul dimenticato autore di un simile gioiello.
Overture e Coro finale da
“LA PASSIONE DI GESÙ CRISTO”
Nel 1776 a Bonn fu rappresentato l'oratorio "La Passione di Gesù Christo", in
esclusiva per la Cappella del Principe di Colonia, musica sacra non liturgica, per la
quale Luchesi rielaborò e musicò un impegnativo libretto del poeta cesareo
Metastasio. Theodor Anton Henseler, nel suo studio del 1937 "Andrea Luchesi,
l'ultimo Kapellmeister di Bonn al tempo del giovane Beethoven", notò come "La
Passione" del mottense non avesse niente a che vedere con le Passioni bachiane, ma
che fosse più simile a un Sepolcro, una traduzione lirica ben nota al pubblico italiano
del '700. Luchesi musicò solo la prima parte del testo metastasiano, che meglio si
potrebbe definire il dramma del tradimento di Pietro e lo adattò alle sue esigenze e
alla disponibilità di interpreti, aggiungendovi un quinto personaggio, Nicodemo. Il
manoscritto dell'Oratorio si trova oggi presso la Biblioteca Estense di Modena, dove
è giunta parte dell'archivio musicale di Colonia\Bonn. La "Passione di Gesù Christo"
non nasce a Venezia. Il lavoro fu inventariato da Neefe nel 1784 tra gli "anonimi" e
quindi non faceva parte dei lavori con cui Luchesi giunse a Bonn. Se vi fosse stato
compreso, oggi sarebbe intestato come ogni altro lavoro veneziano. Il Principe aveva
l'obbligo di pagarli, perché erano stati prodotti prima del periodo di ristrutturazione
1771-74, in cui Luchesi dipese dal Principe, percependo 1207 fiorini annuali.
Dall’oratorio verrà eseguita l’Overture ed il Coro Finale. Il coro finale si divide
sostanzialmente in due parti:la prima, di andamento sostenuto, è sostanzialmente
omoritmica, con brevi episodi di imitazione, mentre la seconda presenta una fuga
“Alla Breve” con l’esposizione del tema affidata ai soprani.
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Domenica 29 maggio ore 11,00 a Motta di Livenza
presso la Fondazione Ada e Antonio Giacomini
presentazione del “Fondo Granzotto” contenente le
trascrizioni delle opere, sinora note, di
Andrea Luca Luchesi
Relatori:
Federico Pupo - Agostino Granzotto, un musicista trevigiano Renzo Toffoli - Criterio di catalogazione del “Fondo Granzotto” Stelvio Mestrovich - La vita e le opere di Andrea Luca Luchesi Gli interventi saranno intercalati con l’esecuzione di composizioni di A.L. Luchesi
Interpreti:
Claudio Rado - Violino
Michele Geremia - Clavicembalo
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La realizzazione del presente concerto è stata possibile
anche grazie alla sensibilità e al contributo di
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Programma di sala