Clan, Noviziato, Oratorio San Luca Ev. Rosara (AP), 18 aprile 2014, venerdì Santo VENERDì SANTO 2014 Nell'Orto degli Ulivi, davanti
all'imminenza della Passione, che si scatenerà col tradimento di
Giuda, il Signore avverte la necessità
di pregare INTRODUZIONE Un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”» (Mc 10, 17). Gesù ha risposto a questa domanda, che brucia nel più profondo del nostro essere, percorrendo la via della croce. Nella storia della Chiesa numerosi personaggi hanno incarnato la grandezza che l’essere cristiani può dare all’esistenza, nell’umiltà, nell’accettazione, nel sacrificio, nel potere di dare speranza al mondo intero. Il pensiero va ai grandi Santi: San Francesco, Sant’Agostino, Santa Chiara, Santa Rita, San Benedetto, ecc… Oggi esistono ancora personalità così grandi? Questa domanda che noi oggi ci poniamo, probabilmente se la sono posta anche i primi discepoli che dopo la morte e resurrezione di Gesù, non avevano ben compreso che la fede si alimenta anche grazie alla testimonianza di vita cui ciascuno è chiamato. Ti contempliamo, Signore, su questa strada che tu, per primo, hai preso e alla fine della quale «hai gettato la tua croce come un ponte verso la morte, affinché gli uomini possano passare dal paese della morte a quello della Vita». La Pasqua significa “passaggio” dalla morte alla vita, è un periodo di grazia nel quale ognuno ha la possibilità di reindirizzare la propria vita, ripartendo da capo per incamminarsi verso l’ideale che può orientare al bene l’esistenza. Nella convinzione che la parola Eternità dovrebbe essere il nostro obiettivo di ogni giorno! Eternità significa che tutto ciò che facciamo su questa terra non si perde, ma ha un significato infinito; eternità significa che ogni gesto d’amore, ogni eroismo, ogni azione rimane in eterno, rimbomba nella storia e per sempre; eternità significa che siamo fatti per qualcosa di ben più grande, di un impero millenario puramente terrestre. Chi ha Dio, “non manca nulla”: Lui solo resta, non muta, è fedele. Lui che vede ogni cosa, conta ogni capello del nostro capo, e accoglie tra le sue braccia chi da la vita per la verità, anche se agli occhi del mondo, questa vita è persa, finita per sempre; anche se il la parola sacrificio impegno e responsabilità sembrano essere ormai svuotate di ogni significato. senza senso, senza risultato. La chiamata a seguire Gesù trova in alcuni grandi è rivolta a tutti, in particolare a noi giovani. Proprio ai giovani un anziano pontefice ha dedicato il cuore e dato avvio alla più longeva esperienza di comunione mai vista al mondo: le Giornate mondiali della Gioventù. Siamo a Roma, nell’immensa spianata di Tor Vergata. Atterra un puntino bianco, laggiù dietro il palco. Due milioni di urla. Il puntino s'avvicina, s'ingrandisce. Il grido diventa un coro, nel cielo rosato delle sette e mezzo di sera: «Juan Paulo Segundo, te quiere todo el mundo!». E dalle tende piantate vicino all' università, dai sacchi a pelo arroventati sotto i 38 gradi, parte la corsa pazza. Imprevista. Centinaia di Zacchei ad arrampicarsi sui tralicci, a correre senza fiato verso la Papamobile che risale la collinetta. I piedi nudi, i capelli stravolti dagl'idranti, le magliette fradice. I ragazzi travolgono il servizio d'ordine. Sanno il percorso, non si perdono un metro del Grande Atteso. Giovanni Paolo II alza il braccio, ogni suo saluto è una hola della folla. Ci mette un'ora, Wojtyla, ad attraversare solo un pezzettino di questa grande chiesa a cielo aperto. Bandiere che s'agitano, ulivi che ondeggiano, croci, flash come stelle di San Lorenzo, stendardi a promettere «con te nel 3000», un lenzuolo appeso a garantire: «Tranquillo, non abbiamo più paura». L'applauso arriva fino all' autostrada, risale, inghiotte il palco, ritorna nella grande spianata di Tor Vergata. Hanno gli occhi lucidi gli israeliani, gli argentini piangono proprio. Anche sul palco porporato delle autorità, si passa il fazzoletto sulle guance una signora in bianco vicina al capo della Polizia. Si canta l'«Emmanuel» e si battono le mani e si ondeggia, s'emoziona un vigilante vaticano. Anche Giovanni Paolo II non era pronto a un abbraccio simile, con la mano destra ritma sul bracciolo i cori dei cileni. S'asciuga le lacrime due volte: la prima, quando la grande spianata canta l' inno di queste giornate («siamo qui/ sotto la stessa luce/ sotto la tua croce/ cantando ad una voce»); la seconda, non appena una ragazza si stacca dal gruppo dei 300 giovani provenienti dai Paesi in guerra, scavalca il cordone, sale di corsa i 45 scalini del megapalco, abbraccia tenera e ricambiata un Wojtyla che ripiega il capo, si scuote, s'abbandona al pianto sommesso. Arriva un altro pellegrino, correndo, s'inginocchia davanti a Giovanni Paolo. Lui apre le braccia, lo accoglie, l' accarezza. I due parlano fitto, il ragazzo si commuove e il vecchio lo consola, restano lì, la testa del giovane poggiata contro il petto di Wojtyla, finché la sorveglianza non lo conduce via. «Voi chi dite che io sia?», si presenta il Papa, citando Matteo. Lo sanno bene, chi è: «Un padre», «tutto», «un vecchietto che dice cose giuste», rispondono i ragazzi interrogati dai giornalisti. Ci poniamo dunque davanti a te Beato Giovanni Paolo II, con amore, ti presentiamo le nostre difficoltà, volgiamo i nostri sguardi e i nostri cuori alla Croce di Gesù che nella giornata di oggi con forza ci ricorda che nulla si ottiene senza lottare, che l’unica arma vincente non è la forza della vendetta, il grido del più forte, ma la potenza del perdono­amore, che conducono alla salvezza. La tua esperienza di vita ci sia da modello e guida in questa riflessione che stasera, accomunati a Gesù nell’ora del suo più grande isolamento, nell’orto degli ulivi dell’umanità vogliamo apprestarci a fare. Resta al nostro fianco. Insieme recitiamo la Preghiera per la Pace di Giovanni Paolo II. PREGHIERA PER LA PACE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II Signore Gesù, insieme col Successore di Pietro e con tutto il popolo redento, veni a me a te da tutti gli angoli della terra. Non evadiamo dal nostro tempo, né ci impaurisce la nostra giovinezza e pur tuttavia siamo consapevoli che peregriniamo in un momento cruciale. Signore, gli uomini che tu salvasti hanno trasformato molti aratri in spade e le minacce e i gridi di paura sembrano far cessare i canti della vita. Tu che promettesti di restare con noi tutti i giorni, ascolta oggi il grido di questa gioventù e sii tu per la nostra generazione il maestro, il pastore che conduce alla pace. Mentre più assurdo si manifesta il progetto della nuova Torre di Babele proposto dalle ideologie e più angosciosi sono i pronostici di coloro che hanno costruito sulla sabbia, noi ci rivolgiamo a Te, con più ferma decisione. Sali, Signore, di nuovo sul monte, noi verremo con Te per sentirti proclamare alla nostra generazione il codice della vera felicità. Ogni pattuglia è inviata a meditare una delle tre stazioni proposte, leggendo la riflessione iniziale e confrontandosi prima personalmente e poi con gli altri sugli spunti offerti dalle domande che rappresentano solo una traccia. Al termine della condivisione in pattuglia, si scrivono sui foglietti le parole chiave delle esperienze vissute, degli episodi, dei lati della nostra vita che vogliamo lasciarci alle spalle, che vogliamo superare. Non siamo soli nel superare queste difficoltà, perciò chiediamo a Gesù di aiutarci. Il momento in pattuglia si conclude con la lettura di un altro brano della Preghiera per la Pace. I STAZIONE Gesù è caricato della croce – Il card. Karol Wojtyla viene eletto Papa “Carissimi fratelli e sorelle, siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima. Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete. E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, e anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli ”
uomini. RIFLETTIAMO ● Ciascuno di noi, a scuola, in famiglia, con gli amici è chiamato ad assumere un ruolo come figlio, studente, amico fidato. Quanto impegno mettiamo nell’essere delle persone degne di fiducia, rispettose degli altri, amorevoli e capaci di sopportare con fede le difficoltà quotidiane? ● Riconosciamo intorno a noi le persone che possono esserci da esempio? ● Nella quotidianità quali sono i nostri punti fermi? Dove ci sentiamo saldi (amicizie, fede, affetti…)? ● Quali sono invece i nostri punti deboli? Dove potremmo migliorare (carattere, moralità, fiducia negli altri, preghiera…)? PREGHIERA PER LA PACE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II Di’ a noi con la tua voce sapiente e forte la promessa e il programma: “beati i costruttori della pace perché essi saranno chiamati figli di Dio”. Oggi accogliamo il tuo invito e vogliamo fare della pace del mondo il nostro impegno permanente. Non vogliamo varcare la soglia del terzo millennio portandoci dietro cannoni e rovine, vogliamo iniziarlo nel tuo nome portando i covoni di abbondante grano che rallegri tutte le mense con il tuo pane e la tua amicizia. II STAZIONE Gesù consola le donne di Gerusalemme – Giovanni Paolo II ai giovani Cari amici, che avete percorso con ogni mezzo tanti e tanti chilometri per venire qui a Roma, sulle tombe degli Apostoli, lasciate che io cominci il mio incontro con voi ponendovi una domanda: che cosa siete venuti a cercare? La risposta non può essere che una sola: siete venuti a cercare Gesù Cristo! Gesù Cristo che però, per primo, viene a cercare voi. Tutto il mondo creato, prima di diventare realtà, fu pensato da Dio e da Lui voluto con un eterno disegno di amore. Se, dunque, osserviamo il mondo in profondità, lasciandoci stupire dalla sapienza e dalla bellezza che Dio vi ha profuso, possiamo già in esso cogliere un riflesso di quel Verbo che la rivelazione biblica ci svela in pienezza nel volto di Gesù di Nazareth. In certo modo, la creazione è una prima "rivelazione" di Lui. Occorre che cresca e si consolidi la vostra fede in Cristo. Questa fede io desidero testimoniare davanti a voi, giovani amici, sulla tomba dell'Apostolo Pietro, a cui il Signore ha voluto che succedessi come Vescovo di Roma. Oggi io, per primo, desidero dirvi che credo fermamente in Cristo Gesù nostro Signore. Sì, io credo, e faccio mie le parole dell'apostolo Paolo: "Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me". Ma la mia fede, come quella di Pietro e come quella di ognuno di voi, non è soltanto opera mia, adesione mia alla verità di Cristo e della Chiesa. Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" in quest'alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell'umanità del nuovo secolo e millennio. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione. Carissimi, ritornando alle vostre terre, mettete l'Eucaristia al centro della vostra vita personale e comunitaria: amatela, adoratela, celebratela, soprattutto la Domenica, giorno del Signore. Vivete l'Eucaristia testimoniando l'amore di Dio per gli uomini. Guardo con fiducia a questa nuova umanità che si prepara anche per mezzo vostro, guardo a questa Chiesa perennemente ringiovanita dallo Spirito di Cristo e che oggi si rallegra dei vostri propositi e del vostro impegno. Guardo verso il futuro RIFLETTIAMO ● Come sentiamo la nostra giovinezza? Un tempo ricco di potenzialità, in cui poter fare tutte le esperienze possibili ed immaginabili, oppure come altro? ● Essere giovani per me vuol dire ….? ● La persona che sarò domani dipende da ciò che in gioventù avrò seminato, ci credo? ● Domani vorrei…. ● Oggi vorrei… ● Ieri avrei potuto…. PREGHIERA PER LA PACE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II Sappiamo Gesù, che questo proposito richiede ora la nostra buona volontà e un vigile stile di vita. Perciò dacci la purezza del cuore umile per comprendere la Verità e respingere le illusioni ingannatrici. Concedici la libertà della tua grazia per vivere nella giustizia e nell’amore responsabile. Insegnaci a plasmare una cultura nuova dove sia possibile la partecipazione per ciascun uomo, gruppo, popolo e razza. Che il mondo non ci affascini mai con quella pace apparente, opportunistica ed effimera che tu rifiutasti. Signore Gesù Cristo, donaci la tua pace, quella che sgorga dal tuo cuore trafitto, pace nella verità, nella giustizia e nell’amore. Donati la tua pace, non perché la tratteniamo, affidala alla nostra generazione di giovani, perché la partecipiamo a quelli che assetati l’attendono, perché la facciamo crescere, come una preziosa eredità, per quelli che verranno. III STAZIONE Gesù è spogliato delle vesti – Il testamento di Giovanni Paolo II «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (cfr Mt 24, 42) — queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l'umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità. Non lascio dietro di me alcuna proprietà di cui sia necessario disporre. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati. Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione e l'aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti gli altri ringraziamenti, invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perché è difficile esprimerli. [TESTAMENTO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II] Vorrei infine rendere grazie a Dio anche per la personale esperienza che mi ha concesso, di collaborare a lungo con il beato Papa Giovanni Paolo II. Già prima avevo avuto modo di conoscerlo e di stimarlo, ma dal 1982, quando mi chiamò a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona. Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero. E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”, come Cristo lo ha voluto. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno. Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nella Chiesa. Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. Tante volte ci hai benedetto in questa Piazza dal Palazzo! Oggi, ti preghiamo: Santo Padre ci benedica! Amen. [OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ­ Sagrato della Basilica Vaticana ­ Domenica, 1° maggio 2011] RIFLETTIAMO ● Quando mi sono sentito spogliato (mancanza di fiducia da parte degli altri, presa di coscienza dei miei errori, vergogna, ecc…)? ● Qual è stata la volta in cui sono certo di aver lasciato un segno positivo del mio passaggio su questa terra (un aiuto insperato ad un amico in difficoltà, la risoluzione di problemi per gli altri difficili da affrontare, una testimonianza di fede autentica, un gesto d’amore fatto con il cuore, un mettermi al servizio degli altri senza nulla pretendere in cambio, ecc…)? ● Cosa penso resterà di me nel tempo? Quando sarò grande cosa ricorderò di questi anni? Cosa penso della famiglia che mi accoglie, che mi fa studiare, che mi da un tetto e un luogo sicuro dove rifugiarmi? ● Cosa do alla mia famiglia? ● Sono all’altezza di ricambiare agli altri quanto mi è stato donato con gratuità? ●
PREGHIERA PER LA PACE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II Maestro, mentre peregriniamo verso la casa del Padre, insegnaci a farci carico con sapienza del fardello dei conflitti della nostra natura ferita, senza abbandonarci aduna rassegnata passività. Fa’ di noi dei difensori di Abele dovunque egli viva, di Abele povero ed emarginato, di Abele anziano o senza un degno lavoro, di Abele perseguitato per la sua fede, di Abele indifeso nel seno materno. Perdona ai Caino del nostro tempo perché non sanno quello che fanno, converti alla tua pace gli oppressori e i violenti. Da’ ai governanti e alle guide delle nazioni luce e ardimento per trattenere la spirale di quella logica insensata che porta a sottrarre le risorse della vita per impiegarle a scopo di morte e di distruzione del pianeta. Sii tu, Gesù, la nostra Pace. Il tuo Spirito Santo pacifichi il nostro animo con i sacramenti della tua Chiesa e così noi stesi potremo essere pace per tutti i nostri fratelli. TUTTI INSIEME Condividiamo i pensieri, le esperienze, le cose che ci vogliamo lasciare alle spalle, senza sentirci giudicati, ma soltanto accolti perché persone, pensate e create da Dio, figli e fratelli tra di noi. Al termine ogni pattuglia metterà in comune anche il simbolo di legno sul quale ha appeso i propri pensieri. PREGHIERA PER LA PACE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II La tua Madre, o Signore, sia per i tuoi giovani discepoli lo specchio del tuo volto, che si rifletta la perfetta riconciliazione con Dio, con se stessi e col mondo. Sia Ella l’educatrice della nostra speranza, rendendola paziente, coraggiosa, immarcescibile, la sua mano materna curi le nostre ferite causate dalla violenza e ci renda pacifici, anche a costo di eroismo, allorquando il Maligno dovesse spingerci sul sentiero di Caino. Signore, nella notte della tua nascita i poveri pastori di Betlemme ascoltarono la promessa di pace. Noi abbiamo messo in gioco la vita e crediamo che se le convulsioni del nostro secolo sono l’agonia di un mondo vecchio, sono anche i dolori del parto di una tua nuova nascita. Percepiamo che si avvicina l’ora del parto per la giovane madre del nuovo Avvento, e che il Padre vuole distendere per nostro mezzo l’arcobaleno della sua Alleanza di Riconciliazione. Signore, che gli Angeli cantino presto la Beatitudine per coloro che hanno un cuore povero su questa terra. E così, fiduciosi, scopriranno che per essi si avvicina il tuo Regno eterno ed universale, il Regno della Verità e della Vita, il Regno della Santità e della Grazia, il Regno della Giustizia, dell’Amore e della Pace. Amen. 
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