mensile della comunità di Salò ANNO LXIII - n. 1 Gennaio 2014 Vita di parrocchia a cura della Redazione Tappe della vita Stralcio dal Verbale del C.P.P. del 12.12. 2013 Sono tornati alla casa del Padre: Mondolo Dino, anni 93 Bocchio Elisabetta ved. Franchini, anni 90 Righetti Gianpaolo, anni 75 Belloni Paola ved. Bottini, anni 88 Badinelli Bice ved. Viadana, anni 91 Amonti Domenica ved. Zane, anni 88 Panzarini Antonio, anni 83 Minelli Matilde ved. Leonesio, anni 86 Dell’Erba Francesco, anni 81 Si sono uniti nel matrimonio cristiano: Cominotti Gabriele con Cipani Chiara 2 – 1 – 1998 2 – 1 – 2014 Prof. GIUSEPPE RECHER La moglie e le figlie con l’amore di sempre ricordano il loro caro. 8 – 1 – 2012 8 – 1 – 2014 Prof. ELIO GIANNETTA Caro sposo e papà. A due anni dalla tua dipartita, la tua assenza è divenuta presenza viva, protettiva, quasi custodia di noi tutti. Tu continui a vivere in noi, in comunione con noi in Cristo “Il Signore, tuo Dio,… ti rinnoverà con il Suo amore…”. Gianna e Sandra con famiglia. In suffragio saranno celebrate una S. Messa nella Chiesa di San Giuseppe il 1 gennaio 2014 alle ore 10,00 e una in Duomo il 5 gennaio alle ore 11,00. Rinnovo abbonamento bollettino Parrocchiale €. 11,00 per i bollettini recapitati a casa dalle zelatrici. €. 30,00 per i bollettini spediti per posta. €. 30,00 per ogni modulo di pubblicità e annunci vari. HANNO COLLABORATO ALLA Gioia, misericordia e tenerezza REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini A. Dopo la preghiera si procede ad approvare il verbale dell’incontro del 10-10-2013 e si rivede quanto si è realizzato o relizabile dai Gruppi: + Missioni alla prossima seduta si illustrerà meglio. + Caritas: Viene fornito quadro dettagliato dell’azione Ente concernente i contatti (1614 - 35% italiani), i bisogni primari rilevati (precarietà occupazionale, disoccupazione, povertà conseguente..), interventi effettuati (1878 – prevalentemente vestiario – extracomunitari e viveri - italiani; ritiro pacchi viveri ogni 15 giorni, anche a Roè Volciano comune contribuente insieme a Salò (bisogni finora soddisfatti grazie a interventi vari - U.E., Comuni interessati, anonimo..). + Liturgia: Si riflette sulla diffusione della recita del rosario prima della celebrazione eucaristica… + Famiglie: Si stanno consolidando gli incontri mensili animati da riflessioni che traggono spunto dall’Esortazione apostolica di Papa Francesco. + Giovani, catechesi e attività Oratorio: Talora difficoltà nella partecipazione dei ragazzi per il loro carico di impegni: si confida nella cooperazione dei catechisti. Attività Oratorio: Novena di preparazione al Natale con preghiera pomeridiana nella cappella dell’Oratorio, incontri di spiritualità con il Vescovo Luciano, in preparazione Sinfonia di Natale, In.Ve., “grest” invernale, Cenone in Oratorio per il 31 dicembre. B. 1. Evangelii Gaudium (Don Pierluigi). 2. Unità Pastorali: viene presentato lo “Strumento di lavoro”. C. Varie: Mons. Francesco illustra il piano di interventi che si rendono necessari nella chiesa di San Bernardino e il restauro del quadro cartaceo del Duomo. La Segretaria Gianna Giannetta Caravaggi Anagrafe Parrocchiale Battesimi Cresime Matrimoni Funerali 2012 27 39 13 69 2013 26 43 10 56 NUMERI UTILI PER TELEFONARE: Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria FAX Vicolo Campanile 2 . . . Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . Padri Cappuccini Barbarano . . . Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521700 tel. 523294 cel. 3492267166 . tel. 40296 . tel. 520302 . tel. 43449 tel. 43646 . tel. 40039 . tel. 20447 tel. 520843 . tel. 521555 sono tra le prime voci in graduatoria nel vocabolario papale. Ecco il lampo di due citazioni: “Non abbiate paura della tenerezza”. Un’altra frase del vescovo di Roma basta sentirla una sola volta, che ci resta subito scolpita in cuore: “La Chiesa è misericordia, non tortura”. È da notare che misericordia e tenerezza sono due parole intercambiabili, al punto che nella nuova traduzione dei salmi, là dove prima si leggeva “misericordia” oggi si legge “tenerezza”. Forse si potrebbe dire semplicemente che la tenerezza è il filo d’oro di cui è intessuta l’umile stoffa della misericordia. Ecco, il Natale è l’epifania della gratuita tenerezza di Dio, è la trasparenza della sua generosa e premurosa misericordia. Questo è il supporto biblico: “Sono apparse la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini” (Tt 3,4). Ma subito dopo, a completare il suo vocabolario del cuore, sentiamo rimbalzare parole tanto umane e abituali: Per favore! Grazie! Scusa…… Sono parole vecchie pur sempre nuove, ma che pronunciate suonano come Carezza di Dio verso l’uomo. Fare la pace vivere in pace, guardare in faccia le persone che vivono accanto a noi in modo amichevole, è una cosa bellissima. Non sempre è facile però. Chi non ha mai litigato con il compagno o con la compagna di banco? E com’è faticoso poi avvicinarsi di nuovo, spiegarci, chiedere scusa per ricevere o offrire il perdono. Quando però abbiamo fatto la pace, sembra che il mondo ci torni a sorridere. Per questo motivo il messaggio per la Giornata della pace dice: Fraternità è fondamento e via per la pace! Allora, giocare di nuovo con quell’amico, sedersi ancora accanto a lui o a lei, è un gesto che ci riempie di soddisfazione e ci regala serenità. Capita anche in casa, con un fratello o una sorella, con un compagno o con un amico. Si litiga, spesso vola qualche spintone o qualche sberla. Ma poi le cose si sistemano. Perché avere un fratello o una sorella con cui condividere i momenti belli, ma soprattutto quelli tristi, è qualcosa di troppo importante per lasciare che un banale litigio possa oscurare il nostro affetto. Papa Francesco ha preso esempio proprio dal rapporto tra fratelli per spiegare al mondo come vivere in pace. Sembra un suggerimento scontato, invece è il segreto per vivere serenamente. Un detto orientale dice che l’uomo a 300 metri è un bersaglio da mirare, a 30 metri è un essere da riconoscere, ma a 3 metri è un fratello da amare. Per essere cristiani autentici dobbiamo avvicinarci. In copertina: La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis Che cosa renderò al Signore… di tutto quello che mi ha dato? 2 Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore! Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.… (Salmo 116). Il “condottiero” di Israele per dire grazie si mette in mezzo alla sua gente e assieme compie il “sacrificio nel tempio”, sacrifica, rende “sacro” il dono che di cui si priva per darlo sull’altare al Signore, che lo ha aiutato! «Con quest’anno, 2014, sono 50 anni, che il Signore mi ha consacrato sacerdote! Desidero dirgli GRAZIE! e desidero rendere questo gesto più autentico, come nella storia di Israele. Aiutatemi a dire meglio la mia riconoscenza con un gesto di carità!… Gesù ha detto “…Quello che avete fatto a uno di questi… l’avete fatto a me!”. Alla fine della Messa vi consegnerò un pezzo di carta, fatto preparare appositamente, perché consegnandolo a chi vorrete aiutare, amare, sostenere in questi giorni (almeno prima dell’Epifania – giorno dei doni dei Magi), lui (che nel ricevere l’atto di Carità si trasfigura in LUI, Gesù) capisca che con voi ci sono anch’io, che mi sforzo di amare il fratello. Permettetemi di beneficiare della vostra bontà e generosità… Così mi esprimevo durante l’omelia dell’ultimo giorno dell’anno. All’uscita del Duomo, sulla porta ad ogni famiglia o componenterappresentante… ho consegnato un biglietto, accompagnandolo con la richiesta: «Ricordatevi anche di me in quel gesto di Carità!» Qualcuno scansandosi commentava: “Sono 50 euro? Che siano veri? No, non sono falsi…”; “Che ne faccio?…”; “Io non so quali persone da aiutare… lo faccia lei che conosce di più Salò!…” È vero che aiutare “chi sta alla periferia che è corpo, carne di Cristo” non è facile…ma rende felice. Ricordiamocelo bene quello che ci dirà: ”…avevo fame, avevo sete, ero ignudo, ero malato, ero carcerato… e voi mi avete aiutato. Venite benedetti dal Padre mio!”. Ci stiamo accorgendo che è bello e gioioso amare, costruire la serenità per molti, donare la pace anche usando un pezzo di carta usata, due denari. Pala dell’altare maggiore nella Chiesa dei Cappuccini di Barbarano Pala dell’altare maggiore, in soasa lignea. Gesù crocefisso, con ai piedi l’Addolorata, San Giovanni Evangelista, Maria Maddalena. Olio su tela. Una delle migliori composizioni del bresciano Francesco Paglia (1636-1713). Alunno del Guercino, introdusse a Brescia il gusto per la ricerca chiaroscurale. 3 4 Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo” Giornata mondiale della Pace Primo messaggio di papa Francesco In occasione della 47ª Giornata Mondiale della Pace, che si festeggia il 1° gennaio, offriamo alcuni passaggi dal messaggio del Santo Padre Francesco. “...desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l’augurio di un’esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo fratelli da accogliere e abbracciare... La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore...”. “Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi...”. “Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente... Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo. Una paternità, dunque, efficacemente generatrice di fraternità, perchè l’amore di Dio, quando è accolto, diventa il più formidabile agente di trasformazione dell’esistenza e dei rapporti con l’altro, aprendo gli uomini alla solidarietà e alla condivisione operosa...”. Davanti al presepio In un tempo in cui crisi e difficoltà ci portano forse a chiuderci in noi stessi e ad essere diffidenti verso il prossimo, sostare davanti alla rappresentazione della Natività può diventare occasione per riscoprire valori che sembravano dimenticati. Le occasioni per fare questo sono numerose, sia in paese, che in zona, che in città: molti sono i presepi allestiti con grande cura e amore. Visitiamo le nostre chiese e apprezziamo l’impegno dei nostri concittadini e, se vogliamo, usciamo dai confini. A Desenzano La Valle, il suo lavoro, la sua gente, la sua Banca. è organizzata la mostra di «Presepi artistici del mondo», presso la Galleria Civica Bosio, fino al 12 gennaio. A Lonato, fino all’Epifania, è allestita la mostra «Cento presepi» nella chiesa di S. Antonio Abate. A Brescia, nel Duomo Vecchio, si svolge l’iniziativa «Presepi in Mostra», che accoglie oltre 200 presepi provenienti dall’Italia e dal mondo, oltre a opere d’arte sul tema della Natività. Sulla via della santità La Consulta medica della Congregazione delle cause dei Santi ha riconosciuto l’inspiegabilità di una guarigione, avvenuta per intercessione di Giovanni Battista Montini. Ora toccherà ai teologi e ai cardinali vagliare il miracolo, che, se sarà riconosciuto anche da loro, darà il via alla beatificazione di Paolo VI. A beneficiare del presunto miracolo è stato un bambino nei primi anni Novanta, in California. Alla giovane mamma in attesa i medici avevano suggerito di abortire, a causa di un grave problema riscontrato nel feto. La donna si era opposta e aveva voluto portare a termine la gravidanza, affidandosi all’intercessione di Paolo VI, autore dell’enciclica Humanae vitae. Il bambino nacque senza problemi, ma fu necessario attendere l’adolescenza per verificare l’assenza di conseguenze e quindi la perfetta guarigione. Canonizzazione di don Tonino Bello È arrivata a termine la fase diocesana del processo di canonizzazione di don Tonino Bello. La memoria di don Tonino, dopo la sua morte, non si è mai affievolita nel cuore dei fedeli, che hanno conservato come gemme preziose ogni parola ascoltata e ogni gesto vissuto. Canonizzazione di Chiara Lubich Il 7 dicembre, in occasione del 70° anniversario della fondazione del Movimento dei Focolari, è stato dato l’annuncio dell’imminente presentazione al Vescovo di Frascati della richiesta formale di avvio della causa di canonizzazione di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, morta il 14 marzo 2008. FIORISTA E ONORANZE FUNEBRI - DOMUS FUNERARIA Rodella Gianfranco Servizi funebri completi - Vestizione salma Pratiche trasporti in Italia ed estero agenzie: S. Felice d/Benaco - tel. 0365 41552 Puegnago - tel. 0365 41552 sede: SALÒ - Via Bezzecca, 8 - tel. 0365 41552 - Fax 0365 43239 In ascolto della Parola … Una luce rifulse ... a cura di Oswald D a sempre il cuore dell’uomo è alla ricerca di Dio. La liturgia della Parola di domenica 26 gennaio, 3^ Domenica del Tempo Ordinario, ci rivela molto di più. È Gesù che va alla ricerca dell’uomo. Se Giovanni Battista chiama a sé le folle, il Figlio di Dio andando verso la Galilea, va loro incontro. Gesù inizia il suo ministero nella Galilea; chiede alla gente di convertirsi, cioè di ritornare a Dio. Dunque la Chiesa è nata sulle rive del lago di Galilea, dove il vento ha il sapore salmastro delle partenze a vele spiegate, dove si respira il fascino dell’avventura in cui si rischia tutto: il luogo ideale perché la buona notizia prenda il volo, sorretta dal soffio dello Spirito. Nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia (8,23-9,3) leggiamo…”Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Zabulon e Neftali erano state le due prime tribù della Palestina ad essere invase e cadere in schiavitù. In questo contesto storico, Isaia annuncia l’avvento di una grande luce, ad indicare la futura liberazione. La gente di Zabulon e di Neftali, e della Galilea tutta, ha realmente visto una “grande luce” dal momento in cui Gesù ha cominciato ad annunciare il regno di Dio. Anche il ritornello del Salmo 26 (27) ci ricorda che “Il Signore è mia luce e mia salvezza”. Prega con il Vangelo Donaci, Signore, la tua grazia, perchè possiamo impegnarci ogni giorno nella conversione del nostro cuore ed essere fedeli nel cammino che ci hai indicato con l’esempio della tua vita e con la tua parola, per cooperare alla santificazione di noi stessi e aiutare tanti nostri fratelli ad uscire dalle tenebre del peccato, sostenerli nel cammino di conversione e guidarli con la nostra condotta di vita sulla via della santità. N ella seconda lettura, ricavata dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,10-13.17), apprendiamo che i cristiani di Corinto si sono divisi in gruppi che si richiamano ognuno ad un maestro particolare. L’apostolo Paolo dice a loro e a noi: “non c’è che un solo maestro, Gesù Cristo”. Il primo rimprovero di Paolo ai cristiani di Corinto, riguarda senza dubbio il male più grave di cui soffre la loro comunità: lo spirito di partito, che la divide in gruppi rivali e gelosi. Questo peccato minaccia ancor oggi ogni comunità cristiana. Alcuni non accettano che si possa giungere a Cristo per altre vie diverse dalle loro. Attaccarsi con animo settario ad un leader, gettarsi contro tutte le altre forme di espressione della fede, significa monopolizzare a proprio vantaggio il nome di Cristo, sfigurare il Vangelo ed insultare il Cristo, che è morto per riunire tutti in un solo corpo. Non dobbiamo possedere il Vangelo, ma esserne afferrati. Si può esprimere la fede in modi diversi, ma coscienti che la salvezza ci viene solo dalla croce di Cristo. Passiamo quindi all’ascolto del Vangelo secondo Matteo che in questo testo sta quasi ad indicare la continuità tra l’attività del Battista con quella di Gesù, pur nell’evidente diversità della missione salvifica “... Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret ed andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia”. Cristo entra in scena per il suo ministero pubblico con un messaggio lineare ed essenziale indirizzato a tutti gli uomini di buona volontà: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. È Gesù che prende l’iniziativa e non il discepolo: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. E così sia! 5 Caritas e Vita Missionaria 6 Testimonianza Progetto Scuola di Kapenguria (Kenya) D a quasi sette anni io e mio marito Ennio ci rechiamo a Kapenguria in Kenya, per periodi più o meno lunghi, per prestare aiuto nel completamento della scuola primaria. Il progetto scuola di Kapenguria è stato iniziato dalla Fondazione per la pace Tegla Loroupe. Tegla Loroupe è una famosa maratoneta Keniota, noi l’abbiamo conosciuta a Salò in occasione della 1ª camminata per la pace e per la vita Memorial Maria Chiara svoltasi a marzo 2006. Il suo obiettivo era di costruire una scuola per dare l’opportunità ai bambini delle varie tribù del West Pokot, una regione sugli altipiani del Kenya che confina con l’Uganda, di ricevere un’istruzione e, crescendo assieme, di risolvere i loro conflitti etnici tuttora molto forti. Il nostro compito, con l’aiuto e il contributo di tanti amici salodiani e non, è stato principalmente quello di costruire e far funzionare la cucina della scuola oltre a dare consigli e sollecitazioni per il completamento della scuola stessa. La scuola ha iniziato a funzionare nel gennaio 2012 – in Kenya l’anno scolastico inizia a gennaio e finisce a novembre – e attualmente è frequentata da 300 bambini di età compresa fra i 4 e gli 11 anni. Siamo partiti per il Kenya lo scorso 22 ottobre e in questo mese Ennio, con i lavora- Beato Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero Santo del mese a cura di Luisa Madureri “Guai se il diavolo mi ruba un’anima!” tori locali, è riuscito a completare l’impianto di raccolta e distribuzione dell’acqua piovana del tetto della cucina. Adesso l’acqua scorre dai rubinetti dei lavelli installati in cucina, nel refettorio e nei bagni. Inoltre è stato completato l’impianto di raccolta dell’acqua piovana del tetto lato Ovest della scuola con la posa di una grossa cisterna da lt. 10.000. Il Preside della scuola ci ha presentato una serie di priorità per la gestione della scuola per cui abbiamo provveduto all’acquisto di tavoli e panche per il refettorio dal momento che, al nostro arrivo, i bambini mangiavano seduti per terra o in piedi; abbiamo acquistato 40 banchi che serviranno il prossimo anno scolastico per le classi 6ª e 7ª; abbiamo finanziato il progetto “pollaio” con l’acquisto di n. 100 galline ovaiole che forniranno le uova in modo da dare ai bambini un uovo alla settimana – adesso l’alimentazione è a base di mais, fagioli e riso - il surplus di uova sarà barattato con altri alimenti o beni utili per il funzionamento della scuola. Le risorse economiche che abbiamo portato e speso in Kenya derivano dai proventi del Memorial Maria Chiara, liberi contributi da parte di parenti, amici, conoscenti e Associazioni salodiane. Ringraziamo di cuore tutti quanti per questa generosità. In questi anni di esperienza in Kenya abbiamo conosciuto e apprezzato il lavoro svolto dai missionari comboniani e dalle suore della missione di Kapenguria e abbiamo constatato direttamente la difficoltà di portare aiuto alla popolazione. La nostra volontà di aiutare si scontra con l’atteggiamento dei locali che ritengono sia tutto loro dovuto e non apprezzano gli sforzi del volontariato missionario. Un anziano padre comboniano ci ha detto che in Africa chi semina non vede il frutto di ciò che ha seminato perché lì i tempi sono molto più dilatati rispetto ai nostri, cosa difficile da capire per la nostra mentalità occidentale. Noi speriamo che la scuola e l’esempio dei missionari religiosi e laici serva ad aprire le menti dei ragazzi che daranno un futuro all’Africa. Gabriella Filiale di Salò - Località Rive Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele 14 Settembre 2013 provincia argentina di Cordoba: centinaia di gauchos, larghi ponchos ed ampi cappelli, contadini scesi dalle montagne a cavallo, con i bus, in bicicletta, in moto si raccolgono, in una gelida giornata, per onorare la beatificazione di uno di loro, il “cura gaucho” (sacerdote) Brochero, un prete molto amato. C’è profonda gioia, ci sono i canti: si celebra un grande sacerdote, un povero tra i poveri, che per tutta la vita gira il centro e il Nord dell’Argentina sulla sua mula “malacara” dalla frangetta bianca, con il poncho colorato e il cappello a larghe tese. “Il cura Brochero – ricorda Papa Francesco – era una visita di Gesù stesso ad ogni famiglia. Portava con sè l’immagine della Vergine, il libro della preghiera con la parola di Dio, il necessario per celebrare la Messa quotidiana. Lo invitavano a bere un “mate”, chiaccheravano e Brochero parlava loro in modo che tutti comprendevano, perchè gli usciva dal cuore, dalla fede e dall’amore che nutriva per Gesù”. Nasce nel 1840, quarto di dieci fratelli, a santa Rosa di Rio Primero, ai piedi dei monti della Sierra Chicas, vicino a Cordoba. Nel 1856 entra in seminario ed a 26 anni celebra la prima messa. Conclude l’Università di Cordoba con il titolo di Maestro in Filosofia: “Il suo linguaggio era semplice, ma ricercato, con parole ed espressioni locali, appartenenti al lessico popolare e facilmente comprensibili da tutti. La sua predicazione toccava i cuori, convertendo anche i peccatori più incalliti”. Si ammala di lebbra e per molti anni, ormai divenuto sordo e cieco, condivide in tutto la vita delle persone lebbrose: “Ora ho tutto pronto per il viaggio”, le ultime parole, nel 1914, a 73 anni a Villa del Transito, la sua parrocchia, divenuta in suo onore, nel 1916, la città di Villa Cura Brochero. La carezza di Dio “Che il Cura Brochero sia tra i beati è una gioia ed una benedizione molto grande per gli argentini e per i devoti di questo pastore che odorava di pecora, - scrive Papa Francesco - che lottò sempre per star vicino a Dio ed alla gente, che fece e continua a farlo tanto bene come carezza di Dio al nostro popolo sofferente”. Brochero ha una parrocchia di duecento chilometri quadrati: piccoli villaggi isolati, sentieri aspri, lande desolate. La percorre continuamente, per incontrare uomini e donne, per entrare “nella loro conversazione”, nella loro anima, nella loro “notte”, per aiutarli con il Vangelo, con la preghiera, con la Messa, a trovare la loro meta, l’incanto della vita. Dedica la sua vita agli ultimi, è uno ”zelante missionario”, un pioniere “nelle periferie geografiche ed esistenziali, per portare tutto l’amore e la misericordia di Dio: egli non è rimasto in un ufficio parrocchiale”. Crede fortemente al valore degli esercizi spirituali, ispirati a quelli codificati da Sant’Ignazio di Loyola, che vive come “bagno dell’anima, scuola delle virtù e morte dei vizi”. Per Brochero gli esercizi sono essenziali per giungere alla luce della verità di Dio e per far trionfare la grazia nelle anime ribelli. Sono tre gli impegni da perseguire, per i sacerdoti e Brochero sempre li ripete ai suoi fratelli preti: essere perseveranti nel ministero della Sacra Dottrina, parlando con generosità di Dio; essere sempre pietosi, pregare, perdonare; essere portatori di letizia, perchè è dalla gioia che scaturisce la carità e la santità. “La Chiesa è gioia”, dice il Papa nell’omelia di domenica 15 dicembre 2013. Un “callejero” della fede Brochero cerca sempre la gente, è un prete “di strada”, callejero della fede. Non si ferma mai, eppure non è un superuomo: è un uomo normale, fragile, sorretto solo da Gesù. Quando nel 1867 si diffonde il colera, a Cordoba, nella capitale, nelle campagne, è ovunque, vicino agli ammalati, non teme nulla, si contagia, ma continua a lavorare instancabile. Organizza collegamenti sanitari, costruisce ponti di pietra, apre scuole, ambulatori medici, chiese, asili, case per donne sole, canali per irrigare i campi, la Santa Casa degli Esercizi nella sede parrocchiale: e tutto per amore di Dio. 7 8 S Ritiri in Avvento abato 30 novembre il gruppo S. Giovanni Piamarta si è riunito in Oratorio per vivere un pomeriggio di preparazione verso il Natale. Avvento significa attesa, avvenimento di un fatto storico, unico ed irripetibile: l’attesa del figlio di Dio nato e morto per noi. L’incontro è cominciato con un video di Papa Francesco che parla di misericordia: “Dio è misericordia; il volto di Dio è quello di un padre misericordioso e paziente verso noi peccatori. Non si stanca di perdonarci se torniamo a lui con il cuore contrito. La misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”. Parole quelle del Papa che ci hanno aiutato a riflettere e a calarci ancor di più nel clima dell’Avvento; parole che ci portano ad essere più buoni e generosi verso gli altri. Dopo questo momento di riflessione, i bambini si sono divertiti nella creazione e decorazione della candela dell’Avvento. Aiutati dai catechisti e da alcuni genitori che hanno predisposto il materiale, ogni bambino ha personalizzato la propria candela ed ha ricevuto un libretto di preghiere da leggere ogni sera quando accenderanno la candela con la propria famiglia. E così in questo pomeriggio ci siamo trovati a condividere questo momento di attesa verso la nascita del Salvatore. Maddy L Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Una serata con i seminaristi a sera di sabato 7 dicembre siamo andati al Seminario di Brescia per una serata di festa assieme ai seminaristi. All’inizio ero un po’ dubbioso ma poi, quando ho visto che sarebbero venuti molti miei amici, ho deciso di andare anch’io. Ci siamo trovati in oratorio alle 17.30 e alle 17.40 siamo partiti ed alle 18.30 siamo arrivati al Seminario. Appena arrivati i seminaristi ci hanno accolto calorosamente. Nel piazzale del Seminario c’erano molti falò accesi dove ci si poteva scaldare; in un piccolo gazebo c’erano dei biscotti e si poteva prendere del tè o della cioccolata calda. Alle 19.30 circa alcuni Seminaristi si sono esibiti in una scenetta riguardante la vita di Giona. Poi abbiamo cenato. Dopo la cena abbiamo visto la continuazione delle scenette; dopodiché ci siamo divisi in gruppi e abbiamo giocato con vari giochi riguardanti le scenette. Siamo rientrati in oratorio verso la mezzanotte e venti. Durante la serata mi sono divertito molto e ho scoperto quanto sono simpatici i seminaristi, ma la cosa che mi ha colpito di più è stata la loro età; infatti molti di loro sono giovanissimi e questo mi ha fatto capire la forza della chiamata del Signore. Guglielmo I l giorno 30 novembre 2013 in Oratorio i ragazzi di terza e quarta elementare hanno vissuto un bellissimo ritiro sull’Avvento. Il don ci ha spiegato il significato di “AVVENTO” ossia attesa di un avvenimento. Ma chi stiamo aspettando? Abbiamo anche guardato un video con le parole di Papa Francesco. Dopodiché abbiamo pregato e costruito, con l’aiuto di alcune mamme, una bellissima corona da mettere in mezzo alla tavola decorata con pigne, rametti, fiocchi e una candela da accendere durante i pasti che, in questo periodo di attesa, ci ricorda la luce di Gesù. Insieme a ciò c’era anche una preghiera per prepararci alla grande nascita del Salvatore. Abbiamo poi fatto merenda con torta e tè e giocato in Oratorio come veri amici!!! Irene Ritiro della prima media a Limone nella casa di Padre Comboni S abato 7 dicembre siamo andati a Limone a visitare la casa natale di Padre Comboni. Ci hanno accolto Padre Manuel, Suor Elianna e un’altra suora che ci ha raccontato la vita di Daniele Comboni. S. Daniele Comboni nacque il 15-3-1831 nella camera dei genitori Luigi e Domenica. I fratelli (8) erano morti molto giovani e quindi S. Daniele rimase subito solo. In una sua lettera dice che sua madre voleva che lui avesse un letto più morbido su cui potesse riposarsi. La prima esperienza che S. Daniele ebbe con gli africani fu in un Istituto di Firenze (dove il padre lo aveva mandato a studiare) dove si accoglievano ragazze e ragazzi africani per dare loro un’educazione adeguata per essere poi rimandati in Africa a fondare scuole cristiane. S. Daniele vedeva che in Europa (e in America) gli africani venivano trattati come schiavi e invece voleva che fossero loro a sentirsi al centro della religione, quindi fondò scuole cristiane dove si poteva imparare a diventare sacerdoti. Basta entrare nella cappella di casa Comboni (che una volta era una stalla) per vedere quanto S. Daniele fosse legato all’Africa: sul tabernacolo, a forma di capanna africana, c’è un ulivo (che rappresenta Limone) e una palma (che rappresenta l’Africa) e questo vuol dire che ha portato il cristianesimo in Africa. Inoltre c’è una statua della Madonna che cammina sull’Africa offrendo Gesù ai poveri del mondo. Dopo aver visitato la mostra dedicata a Padre Comboni, Suor Elianna ci ha raccontato della sua esperienza in Congo. È stato un bel pomeriggio anche se brevissimo. Michela 9 Sinfonia di Natale A nche quest’anno la nostra comunità si è riunita per la Sinfonia di Natale; è infatti ormai una tradizione per noi augurarci buon Natale con uno spettacolo realizzato dai bambini e dai ragazzi dell’oratorio. Il filo conduttore della storia partiva da lontano, dalla promessa fatta da Dio ad Abramo di concedergli una terra e una discendenza; così tra un canto e l’altro abbiamo percorso la storia della nostra salvezza incontrando Giacobbe, Mosè, Davide, fino ad arrivare a Giuseppe e Maria. Tutti si sono fidati di Dio, hanno lasciato i loro beni, i loro progetti per seguire la volontà del Signore. Ciascuno, dai più piccoli ai più grandi, si è impegnato al massimo per la buona riuscita della serata e ne è uscito un bellissimo spettacolo. Un grazie agli attori, ai bambini, alla regista, a don Gianluca e a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione della Sinfonia. Al termine del racconto è stato chiesto di osservare in silenzio la Famiglia di Nazaret per un momento di riflessione e preghiera, poi alcuni giovani hanno consegnato ad ognuno un biglietto con l’augurio più bello per questo S. Natale: “ Destatevi dal vostro torpore...è nato Cristo Signore!”- La Fraternità fondamento della vita Oratoriana… Un pomeriggio al bar dell’Oratorio mentre chiacchiero con una della volontarie le chiedo: “cosa la spinge a venire qui una volta alla settimana a fare questo servizio?” In fondo, penso io, i suoi figli sono già grandi… Mi risponde: “la fede in Gesù ed il desiderio che questi ragazzi sperimentino un po’ di fraternità, almeno in Oratorio!” Proprio in questi giorni è stata pubblicata la lettera che, per la Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco ha scritto: “la fraternità è una dimensione essenziale della vita dell’uomo: mediante la sua razionalità puo’ vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello”. Mi tornano allora alla mente le parole di mio padre che dice spesso a noi figli: “l’amore fraterno si impara in famiglia”. O, come dice la nostra volontaria, “questo stile dovrebbe caratterizzare anche la vita dell’Oratorio”. In fondo è vero: come adulti siamo spesso chiamati a “delegare” il nostro ruolo educativo ad altri persone (insegnanti, allenatori, educatori…), non per mancanza di volontà ma perché non sempre o non dappertutto possiamo esserci. In Oratorio questo “stile delega-educativo” si puo’ modificare. Ciascun cristiano dovrebbe sentirsi totalmente responsabile della vita dei ragazzi che incontra, anche se non sono suoi figli diretti. Questo, a mio parere, deve verificarsi sia nell’ambito della catechesi che della vita ordinaria. Imitando l’amore di Gesù Cristo, con il nostro stile di vita, possiamo contagiare il mondo con l’amore fraterno. “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata”, scrive il Papa. Il nostro Oratorio puo’ essere, non solo per i ragazzi ma soprattutto per noi adulti, una scuola di vita. Questo stile fraterno non si realizza con lo sforzo umano, ma mediante l’amore donato da Dio. Apriamo dunque il nostro cuore all’azione di Gesù Cristo e sproniamoci a vicenda a vivere così… passando magari a fare due chiacchiere anche con le nostre volontarie del Bar. don Gianluca Il talento Scrive l’autore ebreo, Yehuda BERG, che noi veniamo al mondo con un talento eccezionale, tutti indistintamente, Dio non fa preferenze, il suo dono è gratuito e per ogni uomo. Come mai, allora, la ricchezza donata va perduta? L’opinione comune, infatti, è che il talento sia di pochi, riconoscendo tale solo quelle fiammate che danno fortuna, fama e denaro. Fin dall’infanzia i bambini manifestano delle curiosità, delle tendenze, che sono banalizzate dai grandi, perché considerate cose da bambinelli, capacità di cui il piccolo non ha coscienza e che solo diventato adulto saprà discernere, per una scelta adeguata alle sue capacità. In realtà, purtroppo, i bambini desiderano soltanto crescere per sottrarsi all’inevitabile controllo dei genitori. Tutto pare concorrere ad una giusta strategia per sostenere le loro attitudini: l’asilo, la scuola, lo sport ed altre strutture che nel tempo arrivano a consolidare le loro presunte predisposizioni. I genitori si affannano, non soltanto nella corsa per affermare se stessi, ma proprio nel cercare di dare il meglio ai figli ripetendo così ciò che è già accaduto loro, qualcuno li ha spinti in una direzione piuttosto che un’altra. Ci sono persone che fanno un lavoro, anche di grande rilievo, senza passione e solo perché si sono ritrovati lì con la strada spianata e con la storia di qualcun altro, non hanno vissuto la loro. È il momento di fermarsi, osservare, appropriarsi del tempo e cogliere la LUCE di cui parla Papa Francesco, l’essenza delle cose, guardarsi intorno e scoprire ciò che nasconde la natura, non solo quella che ci circonda, che è parte fondamentale in questo percorso, ma la natura insita in ognuno di noi, che va coltivata proprio per far emergere quel talento specifico, contraddistinto, donato ad ognuno. Dobbiamo sentirli, non guardarli soltanto questi figli, liberarli nelle loro vocazioni, perché siano segno di una scelta libera, consapevole qualunque essa sia, anche nella più assoluta normalità e semplicità. A quel punto si può comprendere davvero la gratuità e scoprirne la condivisione, perché quando si riconosce che quel dono nasce dalla nostra reale interiorità s’intuisce anche che ridonarlo non è privarsene, ma farsi prossimo in tutte le forme di vita. Daniela C. 10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Vacanze entusiasmanti: tra compiti, pentole e tanto divertimento, riscoprendo Dio dentro di noi! M a sono vacanze natalizie queste? Durante i giorni di 27, 28, 29 e 30 dicembre per i ragazzi delle medie è stato proposta l’esperienza dell’In.ve. Non possiamo dire che sia stata una passeggiata rilassante, però è stata un’esperienza ben organizzata e ricca di momenti di allegria. Tutto è iniziato con l’incubo di ogni ragazzo: i compiti! Primo giorno tedesco, non passava più! Che giornata, una rovina. Secondo giorno: inglese ed antologia… sono sopravvissuto e ce l’ho fatta, anzi, terminato il mio lavoro mi sono guadagnato un pomeriggio di gioco libero! Mediante questa esperienza abbiamo svolto anche alcuni piccoli compiti di servizio (apparecchiare e sparecchiare la tavola, lavare le posate…) ed abbiamo imparato che stare insieme agli altri da molta gioia. Nei momenti liberi noi ragazze abbiamo inventato un inno per accompagnare le nostre mega partite a fobalino… ci siamo gasate molto! A conclusione di questa esperienza siamo stai in gita anche a Sea-Life, l’Acquario di Gardaland… è stata proprio una bella esperienza, una degna conclusione ad un’iniziativa in cui le C squadre erano divise per gruppi di pesci: lago contro mare… chi perdeva rischiava di finire dritto in padella! Don Gianluca è proprio un simpaticone smemorato: per trovare dove ha lasciato le torte della merenda (nel baule della sua auto) abbiamo addirittura fatto una caccia al tesoro. Vi lasciamo con due brevi pensieri di papa Francesco (per la giornata della Pace) che abbiamo meditato in questi giorni: 1. La FRATERNITÀ è una DIMENSIONE ESSENZIALE dell’uomo: ogni persona è come una vera sorella e un vero fratello. 2. La FRATERNITÀ si comincia ad imparare solitamente in FAMIGLIA, che è la sorgente di ogni fraternità. Ci vediamo l’anno prossimo. Grazie a don Gianluca, Sara, Emma, Paola, Marianna, Marian e Rossella che ci hanno aiutato in questi giorni… insomma abbiamo vissuto proprio un’esperienza entusiasmante (entusiasmo = Dio dentro di te!). Grazie anche ai cuochi (Anna, Luciano e Carla) che hanno cucinato per noi deliziosi pranzetti! Gruppo dei partecipanti La Bibbia nello zaino ome tutti ben sanno l’Agesci è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scoutismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi. Un pilastro insostituibile dello scoutismo è anche quello della fede essendo un’associazione cattolica: è per questo che una piccola delegazione del Salò 1 si è incamminata nel weekend del 16/17 novembre per partecipare al con- vegno fede organizzato dall’associazione a Trento. Nello stesso momento si svolgeva la stessa “ambientazione” in altre due città italiane, Loreto e Catania, in modo che tutti i capi italiani potessero aderirvi. I numeri sono stati sorprendenti 1200 capi a Trento, 700 a Loreto e 300 a Catania. Titolo del convegno “Ma voi chi dite che io sia?” È una domanda che ha in sé una sfida, quella dell’evangelizzazione delle nuove generazioni, un’occasione per ripensare al mandato della trasmissione della fede e della evangelizzazione attraverso il linguaggio dell’esperienza scout. Il convegno si è svolto seguendo due metodologie; quella degli esperti che esprimono, attraverso la tavola rotonda, l’analisi della realtà ed una attiva per i capi che attraverso il confronto all’interno di gruppi di lavoro facevano altrettanto. Tre le tracce seguite per svolgere i nostri lavori: PRIMA TRACCIA: leggere criticamente il percorso dell’Agesci nell’educazione alla fede fatto fino ad ora dal famosissimo Puc (progetto unitario di catechesi) degli anni 90 fino ai Campi Bibbia che si svolgono ogni anno per capi e ragazzi SECONDA TRACCIA: leggere gli interrogativi e le prospettive che provengono dal mutamento sociale e religioso. Qui due esperti ci hanno aiutato a veder meglio la realtà: Monsignore Giacomo Canobbio delegato vescovile di teologia presso la nostra diocesi di Brescia e professore di teologia presso la Facoltà dell’Italia settentrionale e Stefano Martelli professore dei processi culturali e comunicativi a Bologna. TERZA TRACCIA: identificare percorsi formativi che impegnino il cammino associativo. In questa fase i capi hanno contribuito nei gruppi di lavoro suddivisi nei vari ruoli educativi in cui ogni capo opera. Quindi i capi dei lupetti e coccinelle, esploratori e guide, rover e scolte, hanno analizzato la realtà metodologica e consigliato nuovi metodi. I capi gruppo ed i quadri come poter far crescere una rete tra scoutismo e chiesa locale ed altre realtà. I formatori come proporre percorsi di fede significativi. Quello che è emerso è che secondo noi capi il metodo più valido per trasmettere la fede è utilizzare il metodo della narrazione, attraverso il gioco, il servizio, l’avventura e l’esempio del proprio capo il ragazzo riuscirà a leggere la parola di Dio e viverla nel quotidiano facendola divenire propria. Dal convegno scaturiranno percorsi, approfondimenti e materiali per aiutarci a vivere con consapevolezza il nostro ruolo di capi. E l’augurio è che, ognuno di noi, vivendo il proprio cammino e sfruttando pienamente ogni occasione possa arrivare a dare una risposta alla domanda “E voi chi dite che io sia?”. Flavia 11 Vita di Parrocchia a cura della Redazione Pellegrinaggio in pullman a LOURDES, SANTIAGO DE COMPOSTELA e FATIMA dal 8 luglio al 18 luglio 2014 8 LUGLIO: SALÒ/ PERPIGNAN - Ritrovo presso la stazione delle Corriere davanti al Cinema Cristal al mattino sistemazione a bordo del pullman di Gran Turismo e partenza per la Francia. Pranzo in ristorante lungo il percorso. Arrivo in serata a Perpignan, sistemazione cena e pernottamento in hotel. 9 LUGLIO: PERPIGNAN/BURGOS - Prima colazione in hotel e partenza per Burgos, pranzo in ristorante. Arrivo in serata in hotel, sistemazione cena e pernottamento. 10 LUGLIO: BURGOS / LEON / SANTIAGO DE COMPOSTELA - Prima colazione in hotel. Partenza per Leon e visita con guida alla Cattedrale e la Basilica di Sant’Isidoro. Santa Messa. Pranzo in ristorante. Partenza per Santiago de Compostela. All’arrivo, sosta al monumento del Pellegrino sul Monte della Gioia. Sistemazione cena e pernottamento in hotel. 11 LUGLIO: SANTIAGO DE COMPOSTELA - Prima colazione in hotel, al mattino visita della città con partecipazione alla S. Messa del Pellegrino. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita all’esterno della Cattedrale di S. Giacomo e del museo. Tempo a disposizione. Cena e pernottamento in hotel. 12 LUGLIO: SANTIAGO DE COMPOSTELA/FATIMA Prima colazione in albergo e partenza per il Portogallo. Sosta per il pranzo lungo il percorso ed arrivo previsto in serata. Sistemazione nelle camere riservate presso l’hotel. Cena e pernottamento. 13 LUGLIO: FATIMA - Pensione completa in hotel. Giornata dedicata a funzioni religiose. 14 LUGLIO: FATIMA – SALAMANCA – VALLADOLID - Studio Dentistico Dott. Salvinelli Claudio Paolo Laureato in Odontoiatria e protesi dentaria Piazza Martiri della Libertà, 13 (di fronte nuovo Italmark) SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073 Prima colazione in hotel. Al mattino presto S. Messa, arrivo a Salamanca, pranzo in ristorante e visita guidata della città, proseguimento per Valladolid. Sistemazione cena e pernottamento in hotel. 15 LUGLIO: VALLADOLID – LOURDES - Prima colazione in hotel. Partenza per Lourdes, pranzo in ristorante lungo il percorso. Arrivo in serata, sistemazione cena e pernottamento in hotel. 16 LUGLIO: LOURDES - Prima colazione in hotel. Giornata a disposizione. Pranzo in hotel. Cena e pernottamento in hotel. 17 LUGLIO: LOURDES – MONTPELLIER - Prima colazione in hotel. Al mattino visita ai luoghi di Bernadette e tempo a disposizione per la preghiera. Pranzo in ristorante o hotel. Nel pomeriggio partenza per Montpellier. Arrivo in serata, sistemazione cena e pernottamento in hotel. 18 LUGLIO: MONTPELLIER – SALÒ - Prima colazione in hotel. Partenza per il rientro con sosta per il pranzo in ristorante a Nizza. Proseguimento per il rientro in Italia. QUOTA DI PARTECIPAZIONE: Euro 970,00 a persona in camera doppia Euro 309,00 supplemento camera singola Iscrizioni presso la Segreteria Parrocchiale con acconto di euro 200,00. Idrosanitari climatizzazione riscaldamento THERMOENERGY di APOLLONIO CORRADO & C. S.R.L. Via Valle, 2 - 25087 SALÒ tel. 0365 41369 (Uff.) - 63473 (Casa) Centenaria Premiata Cereria Filippini di Doniselli E. e M. s.n.c. Lavorazione e commercio: candele, ceri, lumini, torce, fiaccole. Vendita al dettaglio 25087 SALÒ - Via Garibaldi, 71 Tel. e Fax 0365 520766 12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli Sobrietà come responsabilità Esaurimento delle risorse Numerosi segnali ci dicono che il pianeta è sull’orlo del tracollo ambientale e sociale. Le montagne di rifiuti e il cambiamento del clima sono le spie più dirette di un modello che produce e consuma oltre le potenzialità della Madre terra. Anche l’esaurimento delle risorse, come l’acqua, rappresenta un campanello d’allarme; così pure il pesce il 90% delle grandi specie marine sono scomparse o sono in posizione di grave criticità. Si perdono ogni anno 13 milioni di ettari di foreste naturali. Assieme a loro se ne va la biodiversità che non può essere ricostituita con un habitat artificiale. È sotto accusa la velocità dei nostri consumi, oggi misurata in termini di giorni. Il concetto è stato battezzato “overshoot day”, il giorno del sorpasso (che nel 2012 è coinciso con 22 agosto). Quel giorno la nostra voracità ha superato la capacità di rigenerazione della terra. Consumati i frutti, si è concluso l’anno a spese del “capitale naturale”: al posto dei vitelli, abbiamo cominciato ad abbattere le mucche, abbiamo consumato i semi al posto dei raccolti agricoli. Secondo il Wwf il nostro consumo supera del 50% la capacità di rigenerazione della terra e, di questo passo, nel 2030 L’immagine del bimbo piangente avremo bisogno di due pianeti solo per le risorse naturali. Lo stesso quadro si Esaurimento delle risorse e accumulo dei rifiuti laggi sperduti nelle campagne e si affollano nelle presenta per i minerali, messi peggio sono chiari segnali di un sistema che sta divoran- baraccopoli delle città. Campano su lavori predelle piante e dei pesci perchè consido se stesso. Il tutto si verifica mentre metà della cari, malpagati, alla mercé di padroni, caporali e stenti in risorse non rinnovabili. Il tempo popolazione mondiale non ha ancora conosciuto mercanti. Li incontriamo tramite i nostri consumi: delle materie prime a buon mercato se il gusto della dignità umana. Crisi sociale e crisi quando beviamo una tazza di caffè, quando manne sta andando per sempre. Non a caso ambientale sono strette in un abbraccio mortale. giamo una banana, quando indossiamo un paio di la Cina, all’inizio del 2012, ha deciso di Secondo la Banca Mondiale le persone che vivo- scarpe sportive. limitare l’espansione delle cosiddetno in una situazione di povertà e di sottosviluppo La coscienza di ogni persona civile dovrebbe rite “terre rare”, un gruppo di 17 metalli sono tre miliardi. Esse hanno le sembianze del bellarsi davanti a un mondo dove il 20% più ricco essenziali all’industria elettronica e alla bambino piangente che siede nudo fuori della ca- gode dell’86% della ricchezza prodotta, mentre il tecnologia delle risorse rinnovabili. Né panna. Hanno l’aspetto dell’uomo dal volto sca- 40% più povero deve accontentarsi del 3%. Tocca possiamo illuderci che il riciclaggio posvato e bruciato da sole che, machete alla mano, a tutti arginare una globalizzazione che, in nome sa permetterci di disporre di materiali cerca di strappare un pezzo di terra alla foresta. del libero mercato, dà alle multinazionali il potere all’infinito, posto che il tempo medio Assomigliano alla donna dal corpo macilento e di fissare il prezzo di caffè e cacao a livelli di fame. di riciclaggio, in rapporto al peso, è vestito di stracci che cerca cibo frugando nella Tocca a tutti fare pressione sulle imprese che dedel 50%. montagna di rifiuti. I poveri assoluti popolano i vil- localizzano affinché paghino salari dignitosi. Vivere semplicemente Già negli anni Quaranta Gandhi proponeva: “vivere semplicemente, affinché gli altri possano semplicemente vivere”. Di fronte all’idea di dover ridurre i nostri consumi la prima reazione è di panico: nella nostra fantasia si affacciano immagini di privazioni e di sofferenze. Tuttavia la sobrietà non significa ritorno alla candela o alla morte per tetano. Significa piuttosto liberarsi dalla schiavitù dell’inutile e del superfluo, adottando uno stile di vita più parsimonioso, più pulito, più inserito nei cicli naturali. Significa ricordarsi che la civiltà non consiste nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella capacità di ridurli. Dobbiamo essere in grado di scoprire altre modalità di soddisfacimento dei nostri bisogni: come, ad esempio: la via della condivisione, cioè l’uso in comune dei beni. Il presupposto della sobrietà è il recupero del senso di sufficienza, cioè di sazietà. Oggi viviamo in un sistema che invita a consumare sempre di più, facendoci credere che la felicità passa solo attraverso l’avere. Tuttavia, così facendo, perdiamo altre dimensioni umane: la spiritualità, la socialità, l’affettuosità, la gratuità. Ed eccoci arrivati al nocciolo della questione: noi non troveremo la misura dei consumi finché non riusciremo a guardare all’avere con distanza; e ciò non avverrà finché non avremo riempito il nostro cuore e la nostra mente con altri principi ed altri valori di riferimento. Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò 13 L’esclusione della religione dall’ambito pubblico come, per altro verso, il fondamentalismo religioso, impediscono l’incontro tra le persone e la loro collaborazione per il progresso dell’umanità. La vita pubblica si impoverisce di motivazioni e la politica assume un volto opprimente e aggressivo. I diritti umani rischiano di non essere rispettati o perché vengono privati del loro fondamento trascendente o perché non viene riconosciuta la libertà personale. Nel laicismo e nel fondamentalismo si perde la possibilità di un dialogo fecondo e di una proficua collaborazione tra la ragione e la fede religiosa. La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede e questo vale anche per la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo dell’umanità. (Caritas in veritate n. 56). DOMANDA: ho letto di “buoni” regionali per i disabili. Di che si tratta? RISPOSTA: anche a seguito di un accordo con CGIL/CISL/UIL la Regione Lombardia ha emesso la Delibera n. 740 del 27/9/2013 approvando un nuovo programma di interventi in tema di disabilità “gravi” e “gravissime”. Disabilità gravissima: per queste persone, è previsto un buono economico di € 1.000,00 mensili che viene erogato dall’ASL. Hanno diritto al buono mensile, per esempio: a) persone, di qualsiasi età e con qualsiasi reddito, affette da malattie del motoneurone, ivi compresa la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e la Atrofia Muscolare Spinale (SMA); b) persone, di qualsiasi età e con qualsiasi reddito, in Stato vegetativo (SV); c) persone, con età inferiore ai 65 anni e con qualsiasi reddito, con altre patologie che comportano comunque la dipendenza vitale e la necessità di assistenza continua nell’arco delle 24 ore . Per informazioni rivolgersi presso l’ASL. Disabilità grave e per anziani non autosufficienti: importo massimo di € 800,00 mensili attivate dai Comuni della Zona per il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), per il sollievo dei familiari e per progetti di vita indipendente del disabile. Sarà richiesto un ISEE inferiore ad un importo limite che non è stato ancora stabilito. Rivolgersi all’Ufficio di Piano del Distretto (Salò - Via Fantoni, di fronte all’ASL). Per ambedue le provvidenze si richiede la predisposizione di un Progetto individuale. DOMANDA: è stata definito l’aumento delle pensioni in base all’indice ISTAT? RISPOSTA: in via provvisoria, la variazione dell’indice Istat per l’anno 2013 – che misura il costo della vita dal 1° gennaio al 30/9/ 2013 - con decorrenza dal 1° gennaio 2014, è stata calcolata nella misura del 1,2% e sarà determinata in via definitiva nel corso del 2014. Il precedente adeguamento previsto dal 1° gennaio 2013, nella misura del 3% viene confermato dai dati definitivi e, pertanto, non si dovrà procedere ad alcun conguaglio. Per quanto attiene le pensioni minime, con l’incremento dell’1,2% l’importo passa da 495,43 a 501,38 euro al mese. Sale anche l’assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni sprovvisti di altri redditi, che passa da 442,30 a 447,61 euro al mese. Mentre la pensione EVINRUDE VENDITA - ASSISTENZA MOTORI - IMBARCAZIONI ACCESSORI MOTONAUTICA ZANCA SALÒ - Via Muro, 2 Tel. e Fax 0365 43476 MANERBA - Via Case Sparse,103/A Tel. e Fax 0365 654230 sociale, ancora vigente per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, diventa di 368,88 € mensili. Per le pensioni con indennità integrativa speciale, l’indicizzazione viene calcolata separatamente sull’indennità e sulla pensione. Pertanto la nuova indennità integrativa speciale sarà pari a € 767,83 mentre la tredicesima mensilità sarà pari a € 747,74. La somma aggiuntiva di cui alla L. 127/07 (“quattordicesima” per chi ha almeno 65 anni) non viene incrementata mentre viene indicizzato (aumentato) il limite di reddito che dà diritto alla stessa. Si riepilogano le fasce di reddito suddivise per anzianità contributiva: € 9.776,91 limite di reddito entro il quale la somma aggiuntiva spetta per intero; € 10.112,91 limite di reddito corrispondente alla prima fascia di contribuzione (15-18 anni); € 10.196,91 limite di reddito corrispondente alla seconda fascia di contribuzione (25-28); € 10.280,91 limite di reddito corrispondente alla terza fascia di contribuzione (oltre 25-28). Per quanto riguarda il cumulo delle pensioni ai superstiti con redditi del beneficiario, la legge 335/95 ha previsto la riduzione delle pensioni in presenza di determinati limiti reddituali che per l’anno 2014 vengono così adeguati: fino a € 19.553,82 non è prevista alcuna riduzione della pensione; da € 19.553,82 a € 26.071,76 è prevista la riduzione del 25%; da € 26.071,76 a € 32.589,70 è prevista la riduzione del 40%; oltre € 32.589,70 è prevista la riduzione del 50%. Per le pensioni superiori al minimo, fermo restando l’adeguamento al 100% per le pensioni fino a 3 volte il minimo, si scende al 90% per i trattamenti fra 3 e 4 volte; al 75% per gli importi compresi fra 4 e 5 volte; al 50% per quelli compresi fra 5 e 6 volte, mentre per le pensioni che superano 6 volte la medesima soglia di riferimento pari a € 2.972,58 viene esclusa ogni rivalutazione. Quindi: • aumento dell’1,2% (100% dell’indice Istat) sulle pensioni d’importo mensile sino a 3 volte il minimo di Dicembre 2013 (1.487 euro); • più 1,08% (90% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso tra 3 e 4 volte il minimo (da 1.487 a 1.982 euro); • più 0,90% (75% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso tra 4 e 5 volte il minimo (da 1.982 a 2.478 euro); • più 0,60% (50% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso tra 5 e 6 volte il minimo (da 2.478 a 2.973 euro); • nessun aumento per le pensioni d’importo superiore 2.973 euro. Onoranze Funebri Falegnameria TEDESCHI Tel. SALÒ (Brescia) 0365 40162 Via S. Benedetto, 34 Fax RECAPITI: Portese 0365/ 524924 Cellulare San Felice del Benaco 337434380 TOSCOLANO MADERNO tel. 0365 643102 Servizi completi La RADIO DUOMO della Parrocchia di Salò FM. 90,7 Mhz Ascoltiamo e partecipaimo alle iniziative che vengono proposte in radio!!! 14 Notizie utili a cura di Giovanni Ciato La regione geografica Il Garda non è solo un lago, ma è una regione che si caratterizza nel contesto del territorio, con culture, tradizioni, lingue diverse. Basti pensare che pur guardandoci da una sponda all’altra e a distanze non poi così considerevoli, le differenze che esistono tra la cultura bresciana e quella veronese, piuttosto che con quella trentina del lago, sono forti. Oltre al dialetto, la cucina, il modo di Le tre sponde del lago Garda luogo da vivere pensare, insomma, pur affacciandoci sulla stessa piazza, siamo diversi. Ma il bello è che chi si affaccia su questa piazza (il lago per intenderci) è diverso anche da coloro che appartengono alla stessa provincia, perché il veronese della bassa, come quello della provincia di Brescia, non si identifica con quello del lago. E a guardar poi bene bene, alla fine, i lacustri si assomigliano più tra di loro che con quelli della provincia di appartenenza, bresciani, veronesi o trentini che siano. E se andiamo ancora più a fondo siamo legati, come se attaccati da un cordone ombelicale, anche con chi ci segue o ci precede, il fiume Sarca con Arco e il Mincio con il mantovano. Ecco allora che si parla di regione geografica di appartenenza, perché sono più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono. Poi ci sono le eccezioni, come chi scrive, che abitando da tanto tempo qui si identifica con il luogo in cui vive e ama, e forse è anche agevolato nel vedere i punti di unione rispetto a quelli di divisione. Ma questa è antropologia. Ecco allora che da sempre questa regione geografica ha attirato grande interesse, culture e popoli diversi, mescolandoli in un insieme che è ancora in evoluzione. Tante le cose buone, ma probabilmente altrettanto quelle meno buone, e così ci troviamo oggi a parlare di noi sperando che il futuro ci ridia quello che un tempo sognavamo: “il grande lago”. Il Garda nella storia Ma per essere tale questa realtà va salvaguardata, tutelata, migliorata e spesa. Spesa bene, naturalmente. Basti pensare all’interesse che questo bacino ha suscitato nel corso dei secoli, quando addirittura i Gonzaga di Mantova, da sempre affascinati dal Garda, per raggiungere Maderno, dove in posizione panoramica nel XVII secolo fecero erigere un sontuoso palazzo con annessa palazzina chiamata per l’appunto del “Serraglio”, tutt’ora esistente, circondata da un parco, maestosa al punto tale che Gabriele d’Annunzio, prima di acquistare Villa Cargnacco a Gardone Riviera, oggi il Vittoriale degli Italiani, aveva tentato di acquistarla. Il Golfo di Maderno Mantova, Curtatone, Goito in barca e in bicicletta, lungo percorsi suggestivi Expo ed il futuro del Lago Ma per conoscere questa bellissima regione, capirla e assaporarla, bisogna poterla raggiungere, visitarla, insomma consentire a tutti di godere delle sue bellezze. Si pensi che i Gonzaga per raggiungere il Serraglio risalivano il Mincio con barconi sino a Peschiera e da qui sino a Maderno. Quello che prima o poi dovremo riscoprire per godere appieno di questi stupendi paesaggi. Parlando con l’amico Bruno Marelli nel commentare l’articolo dell’ultimo numero dal titolo “Garda come Lochness?”, è stato fatto un parallelo tra le aspettative auspicate in quel testo ed Expo 2015, con tutte le potenziali possibilità per far conoscere questo territorio in occasione di questo evento. Se quindi la ricerca scientifica è auspicabile per suscitare interesse e conoscere ciò che ancora ignoriamo, bisogna riscoprire ciò che è già noto. Per fare questo bisogna valorizzare tutte le risorse, prima tra tutte le vie d’acqua, ma non solo. “Il Segno italiano, moderno per tradizione” Scuola paritaria cattolica a cura della Scuola “E. Medi” L’Istituto “Enrico Medi” a Parma per il Convegno su editoria e design organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori Secondo appuntamento per gli alunni del Liceo Enrico Medi di Salò con l’Osservatorio Permanente Giovani Editori. Dopo il successo del Convegno “Crescere tra le righe”, tenutosi a Siena nella primavera 2013, al quale un gruppo di studenti di varie classi del nostro Istituto aveva partecipato grazie all’apprezzato contributo al progetto “Il Quotidiano in classe”, anche quest’anno il nostro lavoro è stato premiato con l’invito al nuovo convegno di Parma: un incontro tra gli studenti italiani e alcuni degli esponenti più in vista del mondo del giornalismo, dell’editoria, dell’imprenditoria e del design. A fare da cornice all’evento il prestigioso Teatro Regio, sul cui palcoscenico si sono alternati i relatori, moderati dall’editorialista del “Corriere della Sera” Dario Di Vico e letteralmente assediati dalle numerose domande della giovanissima platea. Un Convegno pensato e realizzato in omaggio ad un illustre parmigiano di adozione, Giambattista Bodoni, tipografo e stampatore che ha segnato la storia dell’editoria italiana, inventando l’omonimo carattere (il “bodoni”, appunto), tra i più utilizzati ancora oggi. Proprio la riflessione sull’innovazione apportata in campo tipografico da quest’ultimo, il quale ha saputo come nessun altro prima di lui coniugare nella stampa precisione e ricercatezza, chiarezza e praticità, ha dato l’avvio ad una discussione più ampia sul valore del prodotto artigianale italiano, sul cosiddetto “made in Italy” e sull’attenzione alla qualità che deve caratterizzare, non solo i beni materiali, ma anche il mondo dell’informazione. Ricetta per il futuro Facendo dialogare passato e presente, tra retrospettive sulle eccellenze di ieri e proposte di valorizzazione e di rilancio dei talenti di oggi, i relatori hanno presentato la loro ricetta per il futuro del nostro Paese, che sembra talvolta aver paura della novità e del cambiamento. Dal pluripremiato designer italiano Massimo Vignelli, a Paolo Barilla, vice presidente dell’azienda simbolo del “made in Italy”, fino alla giovanissima type and graphic designer Marta Bernstein, nessuno sembra avere dubbi sul fatto che, per superare le difficoltà di questi anni e riuscire finalmente ad imboccare la strada della ripartenza e del successo, sia necessario che alle giovani generazioni non manchino coraggio e determinazione. I puntuali e sempre intelligenti interventi della platea di studenti lasciano ben sperare in questo senso. Incalzati dalle domande, talvolta anche provocatorie, ma sempre acute e ben ponderate, il direttore del “Corriere della Sera“ Ferruccio de Bortoli e il Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi hanno sottolineato l’importanza di un’informazione e di un intrattenimento di qualità, che si adatti alle esigenze dei più giovani e alle nuove modalità di fruizione dei dati. Sempre apprezzato l’intervento degli ospiti internazionali, questa volta ben rappresentati da Marcus Brauchli, Vice Presidente del “The Washington Post”, quotidiano statunitense tuttora stampato in carattere “postoni”, nient’altro che una reinterpretazione del tradizionale “bodoni”. Nuova esperienza Padroni di casa, l’amministratore delegato e il direttore della Gazzetta di Parma hanno ripercorso la storia di quella che nel ‘700 veniva definita una “petite capitale”, una cittadina ricca di storia, ma aperta alle novità, della quale gli studenti hanno avuto un piccolo assaggio proprio grazie a questo convegno. Un’esperienza che ha arricchito il bagaglio culturale dei ragazzi selezionati e delle due docenti che hanno avuto l’opportunità di partecipare a questa due giorni: una parentesi nella quotidiana vita scolastica, che è stata anche occasione di dialogo e di confronto tra due generazioni, per cercare un punto d’incontro e porre le basi per una costruttiva collaborazione. I nostri studenti sentono sempre più pressante la necessità di fondare su nuovi e più positivi valori la società del domani ed è quindi giusto che ad essi sia riservata la possibilità di essere sempre di più protagonisti del cambiamento. 15 16 Cinema teatro Cristal La Traviata “Libiamo né lieti calici” e “Parigi o cara” hanno riempito con le loro melodie la sala del Cristal nella serata di Santo Stefano, evento che vede da anni la “Junior Band” e l’Orchestra di Fiati “Gasparo Bertolotti” di Salò impegnate a regalarci una serata da ricordare. L’appuntamento del 26 dicembre 2013 è sicuramente destinato ad essere ricordato negli anni futuri in quanto abbiamo assistito ad uno spettacolo che merita tutto il nostro plauso. L’introduzione è stata fatta dalla Junior Band di Salò diretta dalla Maestra Chiara Turati che ci ha proposto “Jubilations”, poi due brani tratti dai musical “Il Fantasma dell’Opera” e “Grease” per concludere con il brano natalizio “Away in a manger”. L’Orchestra di Fiati diretta dal Maestro Andrea Oddone ha dato poi esecuzione alla “TRAVIATA” di Giuseppe Verdi resa in versione di concerto con selezione di brani dall’opera mediante impiego di voce recitante, soprano, tenore e baritono. Violetta (soprano) era interpretata da Giulia MIJ, Alfredo (tenore) da Byeong Jun Park mentre Germont, padre di Alfredo (baritono) era affidato a Chen Qi. La voce recitante era quella di Antonio Carli. L’impiego della voce recitante ha pienamente raggiunto lo scopo di fornire allo spettatore una visione completa dell’opera verdiana agendo da collegamento i vari brani musicali ed assicurando loro la continuità. Se si pensa che la prima rappresentazione dell’opera al Teatro “La Fenice” di Venezia nella data del 6 marzo 1853 si rivelò un sonoro fiasco, i successi che vennero dopo quella serata infausta hanno reso piena giustizia all’impegno di Giuseppe Verdi e del librettista Edoardo Maria Piave profusi nell’opera. Del resto le emozioni che gli spettatori hanno provato ascoltando quanto l’Orchestra a Fiati e gli artisti ci hanno proposto nella serata di San Silvestro evidenziate dai continui applausi a scena aperta dimostrano quanta presa abbia sul pubblico la vicenda della “Signora delle Camelie” nata dalla feconda fantasia creativa di Alexandre Dumas figlio. L’Orchestra a fiati con l’esecuzione dei brani per sola orchestra quali i preludi e gli altri, unita alla costante funzione di accompagnamento delle parti cantate e il legame tessuto dalla voce recitante hanno continuato la tradizione di successi che l’opera verdiana riscuote ovunque venga rappresentata. Abbiamo considerato “La Traviata” come nostra ed in questo il Maestro Verdi aveva visto giusto considerandola opera “popolare” unitamente al “Rigoletto” e al “Trovatore”. Il Presidente Mauro Salvadori ha parlato della “Traviata” affidata all’Orchestra di Fiati come di un “esperimento”. Si è trattato di un esperimento perfettamente riuscito. Lamberto Dondio Studio e servizi fotografici A.R. FOTO di Augusto Rizza 25087 SALÒ (Bs) Piazza Vittorio Emanuele II, 36 Tel. 0365 520572 L’evangeliario a cura di Lamberto Dondio Cineforum Martedì 14 gennaio 2014 UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE di Rocco Papaleo Martedì 21 gennaio 2014 CAPITAN PHILIPS (Attacco in mare) di Paul Greengrass Martedì 28 gennaio 2014 BLUE JASMINE di Woody Allen Martedì 4 febbraio 2014 STIL LIFE di Umberto Pasolini Anteprima Sabato 11 - Domenica 12 - Lunedì 13 Tornano gli anni ottanta, molto sapore di sale, torna la grande commedia italiana. Classico. Pasticceria Vassalli Bomboniere Confezioni regalo SAPORE DI TE di Carlo Vanzina P oiché l’annunzio del Vangelo costituisce sempre l’apice della liturgia della Parola, la tradizione liturgica sia orientale che occidentale ha sempre fatto una certa distinzione fra i libri delle letture. Il libro dei Vangeli veniva infatti preparato e ornato con la massima cura, ed era oggetto di venerazione più di ogni altro libro destinato alle letture. Un libro liturgico La centralità del libro dei Vangeli nella vita della Chiesa è, in effetti, attestata con chiarezza cristallina dal singolare posto di onore che nella celebrazione eucaristica è ad esso riservato. - fin dall’inizio, l’Evangeliario accompagna la processione dei ministri, verso l’altare che costituisce il centro dinamico cui tende l’intera celebrazione: non a caso, durante la liturgia della Parola, il libro dei Vangeli rimane deposto proprio sopra la mensa; - la proclamazione evangelica giunge sempre al vertice della liturgia della Parola: le tradizioni liturgiche di oriente e di occidente sono concordi nel lasciare per ultima quella parola che, insieme alle parole evangeliche di Cristo nell’ultima cena, illumina il senso delle Scritture; - la lettura del Vangelo è affidata per quanto è possibile ad un ministro particolare, il diacono, ed è accompagnata da preghiere particolari di benedizione e di supplica che precedono e seguono la lettura; - la proclamazione evangelica è inoltre accompagnata da speciali gesti di venerazione da parte dei ministri e dell’assemblea tutta: la processione con lumi e incensi, il bacio e i segni di croce tracciati sul libro e sul corpo dei fedeli, l’ascolto in piedi, i canti e le risposte di acclamazione; - infine, da sempre si è dedicata una cura speciale per la bellezza e la preziosità del libro liturgico dei Vangeli, distinto dal Lezionario riportante le altre letture. Uno dei frutti più importanti della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” e della riforma liturgica da essa ispirata è senza dubbio la riscoperta dell’importanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa. Il ripristino della liturgia, quale parte integrante di ogni celebrazione liturgica, è fondato sulla consapevolezza che “è Lui che parla, quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura”. Da qui l’invito ad una lettura della Scrittura più abbondante, più varia e meglio scelta, che ha portato a distribuire praticamente l’intero testo dei quattro Vangeli nel ciclo festivo triennale e nel ciclo feriale annuale. La ripresa dell’uso tradizionale di distinguere, nei riti pontificali, il libro dei Vangeli dal libro delle altre letture si allarga finalmente al modello rituale di ogni celebrazione eucaristica festiva, che prevede – almeno “nelle parrocchie e nelle chiese più grandi e più frequentate” - un libro a parte, intorno al quale si concentra una ricca e variegata ritualità. La richiesta di un Evangeliario “splendidamente ornato” non è concessione alle esigenze estetizzanti del cerimoniale solenne, ma espressione della sua funzione rituale: quella di essere “segno e simbolo di realtà superiori”, capace di “suscitare negli ascoltatori il senso della presenza di Dio che parla al suo popolo”. Per questo si richiede esplicitamente che i libri dai quali si desumono le letture della Parola di Dio siano davvero degni, decorosi e belli. La Parola si scriva in noi La varietà degli utilizzi dell’Evangeliario costituisce un invito rivolto a tutte le comunità cristiane perché esprimano, attraverso segni e simboli eloquenti, l’importanza di un ascolto attento e perseverante della parola di Cristo, perché la Parola “compia la sua corsa e sia glorificata”. La Parola che si è fatta persona, nella carne del Figlio e libro, nel corpo delle Scritture evangeliche, compia la sua corsa nel corpo della Chiesa, chiamata a diventare una lettera di Cristo, scritta non con inchiostro, su tavole di pietra, ma con lo Spirito di Dio, sulle tavole di carne dei cuori (2 Cor 3,3). Via San Bernardino, 48 - SALÒ (Bs) Tel. 0365/43299 LA BETULLA AUT ASL N° 389 DEL 08.06.2001 Direttore sanitario dr Franco PESCIATINI 40 professionisti al servizio della tua Salute di Personi Cinzia Portici Complesso Gasparo, 42 Tel. e Fax 0365 43750 a cura di Rosa Pollini Una presenza Erboristeria 25087 SALÒ (Bs) Capire la Liturgia ------------------------------------------------------ nuove proposte d’arredo www.musestiarreda.it •Mineralometria Ossea Computerizzata MOC DEXA Studio dentistico Resp.: Dott. in odointiatria Lazzaroni Marco Protesi mobile e fissa - Conservativa - Endodonzia ortodonzia fissa e mobile - Impiantologia endossea •Visite per rinnovo patenti e trattamento igiene orale Trattamento con lampada sbiancante effettuati da dott. 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Non è stato Nella serata di Domenica 8 dicembre l’organo della Chiesa di San Bernardino ha fatto sentire la sua voce affidato alle mani esperte della Prof.ssa Maria Cecilia Farina. Il concerto era inserito nell’ambito del programma “Itinerari Organistici Bresciani”, che ha lo scopo di valorizzare gli organi presenti nelle Chiese della nostra provincia affidandoli alle mani di esperti esecutori creando apposite serate artistiche. L’organo della Chiesa di San Bernardino è stato costruito dalla Ditta Inzoli Cav. Pacifico nel 1879 ed è stato restaurato nel 2008 dalla Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico di Bonizzi F.lli. Si sviluppa su 1116 canne con tastiera di 58 tasti e pedaliera originale a leggio di 17 pedali, più Terzamano, Campanelli e Rullante. Le musiche e l’esecuzione Il programma della serata era stato concepito per presentare al pubblico un grande musicista nostro concittadino, Ferdinando Bertoni (1725-1813), del quale abbiamo parlato recentemente su “IL DUOMO” e della sua scuola, poiché Bertoni fu anche un notevole insegnante. Maria Cecilia Farina, docente presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano è notevolmente impegnata nell’attività concertistica quale organista e clavicembalista, oltre che curare l’esecuzione del programma con notevole maestria, ci ha guidato con le sue presentazioni dei brani, lungo gli anni del soggiorno veneziano di Bertoni e della sua scuola inquadrandone i tempi e gli stili musicali. Il titolo del programma era infatti: “Ferdinando Giuseppe Bertoni da Salò: il suo tempo e la sua scuola”. Tutti gli autori le cui musiche sono state eseguite nella serata appartenevano all’ambiente musicale “veneziano” e molti sono stati allievi di Ferdinando Bertoni. Suo allievo fu Giovanni Battista Grazioli nato a Gargnano nel 1747. Attratto dai miti della scuola veneziana si recò nella città lagunare ove si perfezionò con Bertoni e divenne secondo organista della Basilica di San Marco per diventarne poi primo organista quando Bertoni divenne maestro di cappella. Rimase sempre a Venezia ove morì nel 1820. Andrea Luchesi (1741-1801) ha sicuramente risentito dell’influenza e dei contatti che ha avuto con Ferdinando Bertoni anche se alcune pubblicazioni non lo citano fra i suoi allievi; di certo le sue composizioni sono nate nel contesto della scuola veneziana. Un notevole allievo di Bertoni è stato sicuramente Giovanni Simone Mayr (17631845) ove Giovanni Simone sta per Johann Simon dato che era nato nei pressi di Ingolstadt in Germania. Ma la traduzione italiana del nome è sicuramente appropriata in quanto egli visse molti anni in Italia a Venezia e principalmente a Bergamo ove concluse la sua esistenza. Nel caso di Giovanni Simone Mayr l’incontro con Bertoni fu decisivo per la sua carriera in quanto avvenne in un momento non certo felice per la sua esistenza ove era deciso ad abbandonare l’Italia. Il musicista era venuto a Bergamo nel 1789 per perfezionarsi frequentando i corsi di Carlo Lenzi, maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore. Evidentemente insoddisfatto del suo percorso di studi voleva tornarsene in Germania ma il L’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco Le proposte di Papa Francesco Conte Pesenti lo convinse a rimanere e lo indirizzò alla scuola veneziana ove incontrò Ferdinando Bertoni. Questo incontro, oltre che importante per il suo perfezionamento gli fece conoscere il mondo del teatro italiano, dell’opera e della musica sacra. Da quel momento la produzione artistica di Mayr prese il volo è diventò uno dei grandi compositori di opere e di musica sacra oltre che docente. Gaetano Donizetti fu suo allievo a Bergamo ove si ritirò negli ultimi anni della sua esistenza dando un notevole impulso alla vita musicale della città. Di Ferdinando Bertoni e di tutti gli autori citati sono stati eseguiti nel corso del concerto, uno o più lavori. Trattandosi di “ambiente veneziano” non potevano mancare nel programma Benedetto Marcello (1686-1739) e Baldassarre Galuppi (1706-1785) dei quali sono stati eseguiti brani di notevole rilievo e così sicuramente il pubblico presente ha tratto dalla serata così completa un sicuro apporto culturale grazie a Maria Cecilia Farina e all’organo di San Bernardino. Papa Francesco al n. 17 dice: «ho scelto di proporre alcune linee che possano incoraggiare e orientare in tutta la Chiesa una nuova tappa evangelizzatrice, piena di fervore e dinamismo. In questo quadro […] ho deciso, tra gli altri temi, di soffermarmi ampiamente sulle seguenti questioni: a) La riforma della Chiesa in uscita missionaria. b) Le tentazioni degli operatori pastorali. c) La Chiesa intesa come la totalità del Popolo di Dio che evangelizza. d) L’omelia e la sua preparazione. e) L’inclusione sociale dei poveri. f) La pace e il dialogo sociale. g) Le motivazioni spirituali per l’impegno missionario». Questi punti, che costituiscono l’ossatura dell’esortazione apostolica, non sono una novità, sono un richiamo ormai consueto e familiare di Papa Francesco ad un’autentica vita e testimonianza cristiana, come consueto e familiare è un passaggio pungente con il quale ci rimprovera: «Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore… Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!» (n. 84). Ritengo utile una seconda osservazione per capire ulteriormente il testo. Faccio riferimento non tanto al contenuto, ma quanto al modo con il quale il contenuto è presentato: l’entusiasmo che ha conquistato il mondo intero al Papa lo troviamo pari, pari in queste pagine. È fuori discussione che Papa Francesco sia un uomo entusiasta, basta vederlo. È entusiasta di essere cristiano, di essere vescovo, di essere pastore. È un uomo contento. Non dice cose straordinarie, ma la gioia con la quale comunica è come una ventata d’aria fresca che tempra e ti permette di respirare a pieni polmoni. C’è in lui un’innata giovinezza dello Spirito. SALÒ - tel. 0365 40184 MANERBA - tel. 0365 552437 RAGNO FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511 a cura di don Pierluigi Tomasoni così per Papa Francesco, il quale, con intelligenza e spirito di umiltà, ha fatto suo il lavoro di Benedetto XVI di riflessione circa il tema della fede arricchendo il testo dell’enciclica Lumen fidei con alcune aggiunte. È quindi possibile affermare che con la Evangelii gaudium, in un certo qual modo, il Papa presenta quali sono gli aspetti della vita della Chiesa che desidera condividere con noi cristiani nella riflessione, e tradurre in azione pastorale. Quest’osservazione non è un dettaglio secondario, bensì ci consente di avere ben chiaro il contesto che ci fa comprendere alcune urgenze care al Papa, quali, per citarne una a modo di esempio, le periferie esistenziali della povertà. dal grande libro della natura acqua minerale IL PIACERE DEL BERE! I documenti della Chiesa Via Zette, 31 - tel. 0365 438058 Essere cristiano L’entusiasmo di Papa Francesco nasce dalla gioia di essere cristiano. Il Papa ci vuole contagiare. Infatti, le parole con le quali inizia l’esortazione apostolica possono essere considerate come un accenno garbato a quella che è la sua esperienza di vita cristiana che vuole condividere con noi: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» . Un’ultima osservazione: la gioia di cui parla Papa Francesco non va confusa, o peggio ancora, identificata con la spensieratezza. L’annuncio del Vangelo è un impegno esigente. Impegno sostenuto, dice Papa Bergoglio, dalla certezza «che l’iniziativa è di Dio, che “è lui che ha amato noi” per primo (1 Gv 4,10) e che “è Dio solo che fa crescere” (1 Cor 3,7). «Questa convinzione – sono sempre le parole di Papa Francesco – ci permette di conservare la gioia in mezzo a un compito tanto esigente e sfidante che prende la nostra vita per intero. Ci chiede tutto, ma nello stesso tempo ci offre tutto». In conclusione, è lo stile di Papa Francesco il miglior commento alla sua esortazione apostolica sulla gioia del vangelo. Ciò che chiede e indica alla Chiesa lo vive per primo fino in fondo. 19 Accade a Salò e dintorni Tavina: un’altra mancata adozione Saltato l’accordo. Il progetto Tavina, la più imponente operazione urbanistica mai programmata a Salò, è stato bocciato per la seconda volta dal Consiglio comunale il 12 dicembre, come era già successo in luglio. A questo punto, ogni decisione è demandata a chi vincerà le prossime elezioni. Eppure sembrava che questa potesse essere la volta buona. In ottobre la maggioranza del sindaco Botti e i 5 consiglieri d’opposizione del Gruppo Misto avevano siglato un accordo, sulla base dei contenuti delle convenzioni urbanistiche. Ma non è bastato. Il Gruppo Misto ha votato contro (in seguito ad alcune novità emerse dopo la sottoscrizione dell’accordo), così come le altre minoranze. Risultato: 10 favorevoli (la maggioranza, orfana di un voto per questioni di incompatibilità) e 10 contrari. Sul mancato rispetto dell’accordo pesa soprattutto la diversità di vedute sulle opere pubbliche da realizzare nell’ambito dell’operazione: per la maggioranza un centro sportivo-sanitario legato al tema acqua nel quartiere Tavina, per il Gruppo Misto il restauro del teatro comunale. Le dimissioni del presidente del Consiglio comunale Che la mancata adozione del Piano Tavina potesse generare ripercussioni politiche era prevedibile. Infatti all’indomani del concitato Consiglio comunale del 12 dicembre il presidente dell’assemblea consiliare, Gualtiero Comini, ha rassegnato le proprie dimissioni. «Lo svolgimento del Consiglio comunale sulla Tavina - scrive Comini - con fasi così concitate, che hanno reso quasi impossibile il regolare svolgimento del Consiglio medesimo, e con accuse che volavano dai banchi dei consiglieri gli uni contro gli altri scagliati, mi hanno reso convinto che a partire da Roma e via via scendendo a livello di consigli regionali, provinciali e comunali, la diatriba politica ha trasceso ogni limite di decenza». Per Comini «le diatribe personali hanno preso il sopravvento sulla ricerca del bene comune». Un giardino per ricordare l’ing. Cozzaglio Salò ricorda il progettista della Gardesana. La Giunta municipale ha deliberato di intitolare all’ing. Riccardo Cozzaglio (Brescia 1895 - Gardone Riviera 1965) il giardino «ex Hotel Splendid», PIZZERIA - GELATERIA a cura di Simone Bottura area verde affacciata sulla passeggiata a lago «Antiche Rive» e recentemente tornata, dopo un lungo contenzioso, nella disponibilità del Comune, che ne ha fatto un piccolo parco pubblico. Che ora ha anche un nome. L’ing. Cozzaglio fu il progettista del tratto altogardesano della Gardesana Occidentale, spettacolare strada che all’inaugurazione, nel 1931, fu denominata da d’Annunzio «Il Meandro» per la sinuosità del suo tracciato. «L’ing. Cozzaglio - si legge nella delibera - ha consentito la realizzazione della Gardesana Occidentale, una “via scolpita nel lago”, come da lui definita, di fondamentale importanza negli anni a venire per il potenziamento turistico, nonché trait d’union fra i comuni della sponda bresciana del lago». Un defibrillatore automatico in pattuglia Il dispositivo salvavita è in dotazione alla Polizia Locale salodiana dal 18 dicembre. L’iniziativa è promossa dal Lions Club di Desenzano che, per mano del presidente Paolo Borghesani, ha consegnato al sindaco Barbara Botti e al comandante dei vigili Stefano Traverso un defibrillatore automatico di ultima generazione. Perché coinvolgere i vigili? Perché, spiega Traverso, «rileviamo l’85% degli incidenti che si registrano a Salò e spesso, visto che presidiamo il territorio dalle 12 alle 18 ore al giorno, arriviamo prima del personale sanitario». La Polizia locale salodiana, una delle prime in Italia a dotarsi di tale attrezzatura, potrà così svolgere un ruolo decisivo nel rendere più veloci le operazioni di primo soccorso, nel corso delle quali lo scarto di pochi secondi può valere una vita. Una Pigotta per i nuovi salodiani Una «Pigotta» per ogni bimbo nato a Salò nel 2013. L’ha consegnata nei giorni scorsi il vicesindaco Stefania Zambelli. I destinatari del dono sono i 48 nuovi salodiani, 29 maschi e 19 femminucce, iscritti all’anagrafe nel corso del 2013. Le Pigotte erano, in dialetto lombardo, le bambole di pezza del dopoguerra; oggi sono le bambole dell’Unicef, uniche e irripetibili, realizzate a mano da nonni, genitori e bambini di tutt’Italia. Ogni Pigotta apre un cerchio di solidarietà che unisce chi l’ha realizzata, chi l’ha adottata e il bimbo che, grazie all’Unicef, verrà inserito nel programma di lotta alla mortalità infantile. Il Comune di Salò ha contribuito a sostenere il progetto Unicef con un contributo di 500 euro. La RADIO DUOMO della Parrocchia di Salò AL MOLO FM. 90,7 Mhz Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs) Ascoltiamo e partecipaimo alle iniziative che vengono proposte in radio!!! di CIFALÀ ANTONINO tel. 0365 521006 20 ONORANZE FUNEBRI ZAMBONI OMAR SANTO SERVIZI FUNEBRI COMPLETI SALÒ Via Garibaldi n. 96 telefono: 0365 41741 Radiotelefono 337421728 ANNUS MIRABILIS Anno di miracoli Alla sera del terzo giorno a cura di Bruno Marelli Questo è un periodo di grandi cambiamenti... Speriamo in meglio, perché quel che non cambia, tende a peggiorare... Far finire le cose Todo Cambia -Tutto cambia “Il paese cambia ogni giorno, è pieno di gente che cambia; è un paese che, preso pezzettino per pezzettino, ha una vocazione all’innovazione, alla sperimentazione, al coraggio incredibile. Ma il paese è fermo. C’è da importare nel sistema paese una dinamicità, una disponibilità al rischio, una capacità di interpretare i fatti con un certa velocità, che singolarmente gli italiani hanno e questo lo si può fare solo se gli italiani singolarmente decidono, una volta per tutte, di essere determinati, di avere il piacere di far finire le cose. scritta da Julio Numhauser, poeta e musicista cileno. Cambia ciò che è superficiale e anche ciò che è profondo cambia il modo di pensare cambia tutto in questo mondo ....... cambia direzione il viandante sebbene questo lo danneggi e così come tutto cambia che io cambi non è strano. ....... E ciò che è cambiato ieri di nuovo cambierà domani così come cambio io in questa terra lontana. Alessandro Baricco Rinascimento contemporaneo P roviamo per un attimo a ripensare a come eravamo un anno fa, all’inizio del 2013 e come stiamo ora. Stiamo certamente peggio di allora, questo è sicuro, ma è anche evidente che molte cose sono migliorate nel frattempo e di parecchio. Il cambiamento ha attraversato luoghi dove nulla mutava da decenni e il cambiamento è entrato a larghi passi, con energia e forza, ha riportato entusiasmo dove c’era disorientamento e apatia, emozioni dove c’era stanchezza e disillusione. Dobbiamo allora riconoscere che il cambiamento non solo è possibile ma appare perfino semplice, anche quando sappiamo che semplice non lo è davvero. Ma cosa è che determina il cambiamento, o detto in altro modo, come avviene che ciò che è immutabile si trasforma e ciò che è immobile si anima? Un po’ è il segno dei tempi; come dice Victor Hugo “Si resiste all’invasione degli eserciti, ma non si resiste all’invasione delle idee. Non c’è nulla al mondo di così potente come un’idea quando la sua ora è giunta”. L’ora evidentemente era giunta e da molto tempo, nelle sante stanze del Vaticano. Ma serviva un uomo che si facesse carico di mettere su di sé la fatica che serve per cambiare. Così da marzo dello scorso anno, quasi ogni giorno ci siamo stupiti a leggere le cose che Papa Francesco ci dice, parole che dovrebbero essere assolutamente normali e infatti lo sono, ma diventano potenti, rivoluzionarie, solo perché nessuno aveva mai osato pronunciarle prima di lui. L’ora evidentemente era giunta anche di là dal Tevere, tra il grande e variegato popolo cristiano, che finalmente sente, io credo, di appartenere a una fede che ha una parola di verità da presentare al mondo, che esiste e opera non in virtù di una storia millenaria, con lo sguardo inchiodato al proprio passato, ma che sa essere ben presente nell’oggi. Una Chiesa che vuole essere davvero missionaria non può che essere nel presente, nell’oggi, perché qui sono i bisogni a cui deve una risposta. E anche questo è, o dovrebbe essere, un concetto ovvio. Ora però c’è una nuova energia che percorre il resto del Paese. Non diversamente dalla Chiesa Romana, anche la politica romana, e più in generale italiana, sta vivendo ora giorni di grande sommovimento. Un cambio rapido, in gran parte inatteso, generazionale ma non solo; di passo, di idee, di determinazione. E oggi Roma e l’Italia sembrano pervase da una voglia di cambiamento che potrebbe presagire la fine di un periodo lungo e buio che stiamo attraversando e che ci sta portando alla disgregazione, come paese. Tutto avviene in fretta, anche in modo confuso. Eppure mai la politica è cambiata così in profondità come adesso. A Roma e non solo; l’ora era giunta anche qui da noi in Lombardia. Sembrava che il potere fosse saldamente nelle stesse mani, da decenni, mani troppo abituate ad amministrare la cosa pubblica con spregiudicatezza e arroganza. Ora invece quel potere è passato di mano e chi prima comandava e spadroneggiava ora appare destinato a un rapido oblio. E per la prima volta, lo voglio sperare davvero, il nuovo sembra essere migliore, più motivato, più incisivo del vecchio. Tutto questo è accaduto in un solo anno. Ora sta a noi scegliere come vogliamo essere, dove vogliamo stare mentre tutto questo sta accadendo attorno a noi. Nella Chiesa, come nello Stato, nella Regione o nel Comune come nella via in cui abitiamo, siamo uomini e donne che hanno la possibilità di incidere sulle cose che accadono, sulle scelte che si prendono. Il nostro potere è piccolo, nulla possiamo se non insieme agli altri. Ma non è tempo questo di alibi. Come insegna l’esempio di Francesco questo è il tempo per uomini e donne che operano per il cambiamento, con coraggio e fede. Il cammino è appena iniziato e basta un niente perché tutto si fermi nuovamente o prenda la via sbagliata. Non lasciamo che questo avvenga per la nostra pigrizia. 21 Invito alla lettura 22 a cura di Nerina Lugli Lo so benissimo di utilizzare indegnamente un titolo leopardiano: a mia giustificazione avanzo timidamente l’orgoglio di portare un nome di battesimo reso immortale dal sublime canto d’amore del poeta che condensa nei suoi versi una stupenda storia di sentimenti profondi. A mia discolpa penso possa avere valore la lunga consuetudine con il poeta Leopardi e con quei versi immortali che costituiscono un prezioso patrimonio culturale. Q uesta lunga premessa personale per tirar giù dagli scaffali un testo particolarmente prezioso che riguarda la tormentata biografia di una bravissima collega a cui sono stata (e continuo ad esserlo) profondamente debitrice. Ecco il titolo: Chi insegna a chi? Ed. Einaudi 1972 – che già in copertina dichiara di raccogliere casi di repressione nei confronti di insegnanti che personalmente hanno vissuto la professione nel tentativo di impersonare un’istanza di trasformazione nella scuola. A spingermi a riprendere in mano questo libro è stato innanzitutto il legame professionale che non cessa mai di coinvolgermi, ma anche il grande spazio che vi si dedica alla figura di una docente che ho molto stimato e della cui biografia professionale tormentata si parla qui in modo approfondito: la prof. Margherita Marmiroli, laureata all’Università Cattolica di Milano e responsabile del fatto che io in queste mattine mi alzi molto presto per assistere al… “miracoloso” sorgere del sole sul lago di Garda. Coltissima ed innovatrice come docente, fu lei a segnalare il mio nome all’Istituto S. Orsola di Salò, essendo a conoscenza del fatto che io, laureata a Bologna e disoccupata intrattenevo in una cano- - Le ricordanze Anno nuovo, vita nuova Altre note... a cura di Giancarlo Giacomuzzi U L’un fu tutto serafico in ardore, l’altro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore. (Paradiso C. XI v. 37.39) nica di un piccolo paese del reggiano degli allievi che non potevano recarsi alla scuola media, troppo lontana, quindi irraggiungibile. Così, grazie a Lei iniziò la mia professione che, dopo il matrimonio, vide me e mio marito abbandonare il luogo natio per diventare “lombardi”. Questa premessa è finalizzata a sottolineare momenti particolari della vita e della professione. Con grande curiosità ho affrontato una lettura giunta alla ribalta in questi giorni con successo, favorito anche dalla presentazione televisiva. Si tratta di: “L’utilità dell’inutile – Manifesto” - Ed. Bompiani, dl Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura Italiana nell’Università della Calabria, noto per la sua produzione sia in Italia che all’estero e rinomato per vari riconoscimenti e premi. All’autore piace definirsi “un ragazzo del sud, cresciuto in un mondo ostile, che saliva la mattina sul pullman degli operai per arrivare al Liceo prima che suonasse la campanella e poi studiava greco e latino senza nessuno a casa che potesse dargli una mano perché nato in una casa senza libri”. Attraverso la citazione dei grandi filosofi (Platone, Aristotele… Montaigne…) e grandi scrittori (Ovidio, Dante, Petrarca, Boccaccio….) intende dimostrare che n augurio, un modo di dire ricco più di speranze che di sicura certezza; confidiamo comunque in un anno favorevole e buone cose a tutti. Una citazione di Cicerone (ve la risparmio in latino) dice …nessuno è tanto vecchio che non pensi di poter vivere ancora per un anno ed io mi aggrappo a questa idea, ne condivido il pensiero, ma non il giudizio che inspiegabilmente oggi si da al termine “vecchio” ritenuto così brutto da insegnare ai nostri ragazzi che non si deve dire “vecchio” ma “anziano”. Per me il termine resta bellissimo anche se molti di noi cercano di lasciarlo alle spalle convinti da un programma televisivo (canale Real Time) che con la chirurgia estetica si possa inseguire l’eterna giovinezza. Nell’antichità si parlava di una “fonte della giovinezza” nel giardino dell’Eden che ringiovaniva chi vi si immergeva, ma era solo una leggenda, in realtà gli antichi, che credevano nell’immortalità dell’anima spostavano il loro pensiero sul tema della morte che sarebbe prima o poi sopraggiunta, ma che una vita virtuosa aiutava ad accettare serenamente. Sfida per restare giovani l’ossessione del possedere e il culto dell’utilità tanto di moda finiscono per inaridire lo spirito: per questo la cultura, la scuola, l’università sono in crisi, perché prevale, al posto della creatività e dell’arte la corsa all’affermazione, al profitto e alla carriera. Viviamo, come comunità, dei giorni nei quali la collettività soffre momenti difficili, che ci addolorano e ci umiliano. Dobbiamo riconoscere che gli autentici Maestri non si improvvisano, come ci ha insegnato il domenicano padre Muraro nelle sue riflessioni mattutine: occorre innanzitutto porre noi stessi con aperta disponibilità di fronte ai valori che intendiamo sostenere e ai quali educare le nuove generazioni. Soltanto quando ci saremo offerti con la totale disponibilità di un nuovo Adamo, soltanto quando avremo sviluppato nell’intimo un’autentica formazione cristiana, grazie alle occasioni offerte nelle diverse situazioni di vita, potremo sentirci preparati a collaborare con profitto all’educazione vera dei nostri compagni di viaggio e, muniti di un sicuro apparato culturale in grado di permetterci e di indicare agli altri la strada di una vita autentica e di camminare sulle orme del “serafico ardore” di Francesco, illuminati dallo splendore della “cherubica luce” di Domenico. I n questo nostro tumultuoso secolo che avanza è in corso una sfida per restare sempre più giovani e sembra che la parola d’ordine sia apparire, apparire, solo apparire, dimentichi che in letteratura il patto di Faust e la figura di Dorian Grey nonchè nella filmografia l’ultimo film “Target” del regista Zeldovich dimostrino quanto tutto ciò sia effimero e illusorio. Eppure si continua a vedere la vecchiaia come una malattia che infastidisce, una età da cancellare dal nostro calendario biologico, una condizione che deve, al massimo, riguardare solo la vita degli altri, senza ricordarci dei molti ragionamenti della filosofia che, di filosofo in filosofo, concludono che l’invecchiamento e la trasformazione della nostra immagine nel tempo sono un fattore inevitabile e centrale della no- stra vita e che il volgere forzatamente la nostra attenzione in altre direzioni non aiuta a cambiare la nostra sorte. Quanto ai giovani, sono solo capaci di riunirsi a crocchio e di pensare a realizzare il proprio utile quotidiano lontani dall’idea che la vecchiaia un giorno sarà anche loro. Pochi pensano al suo lato positivo, a quanto ci può offrire in risorse interiori mai utilizzate, in continui suggerimenti di cominciare a vedere gli anni non come un susseguirsi rigido di epoche (infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità), ma come un continuo scorrere di momenti di vita dove ogni singolo momento ha un suo preciso significato. In Africa, e sappiamo quanto l’Africa è distante dalla nostra cultura, un detto ricorda …un vecchio resta seduto e vede, un giovane sta in piedi e non vede nulla. Sollievo finale N el riquadro, una breve lirica di Simonide di Ceo (556-467 a.C.), poeta che visse il momento più glorioso della storia greca famosa la sua lirica “Per i caduti alle Termopili”, nella quale ci parla, con il suo stile chiaro e musicalmente dolce, della virtù, quell’inclinazione dell’animo ad operare secondo il bene e il giusto. Come conclusione la musica di Bedrich Smetana (1824/84) il caposcuola della rinascita musicale cèca, autore di quei nove poemi sinfonici (fra i quali “La Moldava”), raggruppati sotto il nome di Má vlast - la mia patria. Il suo monumento a Praga è proprio sulle rive del fiume Moldava che l’attraversa, a due passi dallo storico Ponte Carlo dove trovò l’ispirazione per il suo Trio in sol minore per piano, violino e violoncello che compose a trentun anni, opera tragica, a tratti elegiaca a tratti funebre, ma di sicuro impatto emotivo. Una figura importante quella di Smetana, tenace assertore dei valori culturali e artistici nazionali che seppe trasfondere nella sua musica, così come l’appassionato amore per il suo paese. Narra la fama che sopra rocce la Virtù dimori difficili all’ascesa e che d’agili ninfe un puro coro velocemente a lei d’intorno danzi. Non visibile agli occhi dei mortali, ma solo a chi affannoso sforzo nutra dentro il suo cuore ed al culmine giunga con coraggio. 23 Informazioni utili SS. MESSE DUOMO • Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30 • Feriale: ore 18.30 GENNAIO 2014 Giovedì 9 Gita-pelleggrinaggio a Sotto il Monte e a Dalmine con collaboratori Mercoledì 15 ore 20,45 in Oratorio Catechesi per gli adulti (7) Venerdì 17 ore 20,45 Magistero per i Catechisti dei genitori dal 18 al 25: Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani Sabato 18 ore 20,00 incontro gruppo A giovani famiglie Domenica 19 ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Filippo e del primo anno dell’I.C.F.R. Mercoledì 22 ore 20,45 in Oratorio Catechesi degli adulti (8) S. BENEDETTO - Muro Giovedì 23 ore 20,30 in Duomo: incontro zonale spiritualità giovani col Vescovo Luciano • Festive: ore 7.30 Venerdì 24 ore 20,45 Magistero per tutti i catechisti Sabato 25 ore 20,00 incontro gruppo B giovani famiglie S. BERNARDINO Domenica 26 ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Francesco ore 15,00 a Roè Volciano incontro zonale gruppi Antiochia e 2 e 3 media • Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00 Martedì 28 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo” Mercoledì 29 ore 20,45 in Oratorio Catechesi degli adulti (9) Giovedì 30 ore 20,30 in canonica: Animatori della Liturgia (3) S. GIUSEPPE Venerdì 31 ore 20,45 Magistero per i catechisti degli adolescenti • Festive: ore 10.00 • Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato) FEBBRAIO Domenica 2 GIORNATA PER LA VITA Martedì 4 ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale (don Busca e don Passeri) Mercoledì 5 Ritiro presbiteri a Montecastello Giovedì 6 ore 20,30 in canonica: Ministri straordinari dell’Eucarestia (2) Preghiera e giochi in Oratorio S. GIOVANNI Solo feriale: ore 7.15 RENZANO • Solo sabato: ore 18.00 Venerdì 7 Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati in casa ore 20,45 Magistero per tutti i Catechisti Domenica 9 ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Paolo - S. Angela e S. Carlo CAPPUCCINI BARBARANO Martedì 11 ore 18,30 S. Messa nella Chiesa di S. Antonio ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale (don Busca e don Passeri) • Festive: ore 10.00 -17.00 • Feriale: ore 17.00 Venerdì 14 ore 20,45 Magistero per i Catechisti dei genitori Sabato 15 ore 20,00 incontro gruppo A giovani famiglie MONASTERO DELLA VISITAZIONE • Festive e feriali: ore 8.00 Domenica 16 ore 14,30 incontro per i genitori gruppi S. Giovanni Piamarta e S. Caterina Martedì 18 ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale (don Busca e don Passeri) Giovedì 20 ore 20,30 in Canonica: incontro del C.P.P. (3) Venerdì 21 ore 20,45 Magistero per tutti i Catechisti IL DUOMO - n. 1 Gennaio 2014 Anno LXIII - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00 Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974 - Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294 - Fotocomposizione del 7/1/2014 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS) - Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it