mensile
della
comunità
di Salò
ANNO LXIII - n. 1 Gennaio 2014
Vita di parrocchia a cura della Redazione
Tappe della vita
Stralcio dal Verbale del C.P.P.
del 12.12. 2013
Sono tornati alla casa del Padre:
Mondolo Dino, anni 93
Bocchio Elisabetta ved. Franchini, anni 90
Righetti Gianpaolo, anni 75
Belloni Paola ved. Bottini, anni 88
Badinelli Bice ved. Viadana, anni 91
Amonti Domenica ved. Zane, anni 88
Panzarini Antonio, anni 83
Minelli Matilde ved. Leonesio, anni 86
Dell’Erba Francesco, anni 81
Si sono uniti nel matrimonio cristiano:
Cominotti Gabriele con Cipani Chiara
2 – 1 – 1998
2 – 1 – 2014
Prof. GIUSEPPE RECHER
La moglie e le figlie con l’amore di sempre
ricordano il loro caro.
8 – 1 – 2012
8 – 1 – 2014
Prof. ELIO GIANNETTA
Caro sposo e papà. A due anni dalla tua dipartita, la tua assenza è divenuta presenza viva, protettiva, quasi custodia di
noi tutti. Tu continui a vivere in noi, in comunione con noi in
Cristo “Il Signore, tuo Dio,… ti rinnoverà con il Suo amore…”.
Gianna e Sandra con famiglia.
In suffragio saranno celebrate una S. Messa nella Chiesa di
San Giuseppe il 1 gennaio 2014 alle ore 10,00 e una in Duomo
il 5 gennaio alle ore 11,00.
Rinnovo abbonamento
bollettino Parrocchiale
€. 11,00 per i bollettini recapitati a casa dalle zelatrici.
€. 30,00 per i bollettini spediti per posta.
€. 30,00 per ogni modulo di pubblicità e annunci vari.
HANNO COLLABORATO
ALLA
Gioia, misericordia
e tenerezza
REDAZIONE
Andreis mons. Francesco
Cavedaghi Daniela
Ciato Giovanni
Cobelli Renato
Dondio Lamberto
Guana don Gianluca
Giacomuzzi Giancarlo
Lugli Nerina
Madureri Luisa
Manni Anna
Marelli Bruno
Monti Osvaldo
Pollini Rosa
Tomasoni don Pierluigi
ALLA STAMPA
Beretta Alfredo
Vezzola Maurilio Elio
Sant Nicola
Rizza Augusto (Foto)
Equipe Tipolitografia Lumini
A. Dopo la preghiera si procede ad approvare il verbale dell’incontro del 10-10-2013 e si rivede quanto si è realizzato o relizabile dai Gruppi:
+ Missioni alla prossima seduta si illustrerà meglio.
+ Caritas: Viene fornito quadro dettagliato dell’azione Ente concernente i contatti (1614 - 35% italiani), i bisogni primari rilevati
(precarietà occupazionale, disoccupazione, povertà conseguente..), interventi effettuati (1878 – prevalentemente vestiario
– extracomunitari e viveri - italiani; ritiro pacchi viveri ogni 15
giorni, anche a Roè Volciano comune contribuente insieme a
Salò (bisogni finora soddisfatti grazie a interventi vari - U.E.,
Comuni interessati, anonimo..).
+ Liturgia: Si riflette sulla diffusione della recita del rosario prima della celebrazione eucaristica…
+ Famiglie: Si stanno consolidando gli incontri mensili animati
da riflessioni che traggono spunto dall’Esortazione apostolica
di Papa Francesco.
+ Giovani, catechesi e attività Oratorio: Talora difficoltà nella
partecipazione dei ragazzi per il loro carico di impegni: si confida nella cooperazione dei catechisti. Attività Oratorio: Novena
di preparazione al Natale con preghiera pomeridiana nella cappella dell’Oratorio, incontri di spiritualità con il Vescovo Luciano, in preparazione Sinfonia di Natale, In.Ve., “grest” invernale,
Cenone in Oratorio per il 31 dicembre.
B. 1. Evangelii Gaudium (Don Pierluigi).
2. Unità Pastorali: viene presentato lo “Strumento di lavoro”.
C. Varie: Mons. Francesco illustra il piano di interventi che si
rendono necessari nella chiesa di San Bernardino e il restauro
del quadro cartaceo del Duomo.
La Segretaria
Gianna Giannetta Caravaggi
Anagrafe Parrocchiale
Battesimi Cresime
Matrimoni
Funerali
2012
27
39
13
69
2013
26
43
10
56
NUMERI UTILI PER TELEFONARE:
Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria
FAX Vicolo Campanile 2
.
.
.
Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri
Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino
.
Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri .
.
Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 .
Padri Cappuccini Barbarano
.
.
.
Caritas Zonale Via Canottieri 2 .
.
.
Cinema Cristal Largo D.Alighieri .
.
.
tel. 521700
tel. 523294
cel. 3492267166
. tel. 40296
. tel. 520302 . tel. 43449
tel. 43646
. tel. 40039
. tel. 20447
tel. 520843
. tel. 521555
sono tra le prime voci in graduatoria nel vocabolario papale. Ecco
il lampo di due citazioni: “Non abbiate paura della tenerezza”.
Un’altra frase del vescovo di Roma basta sentirla una sola volta,
che ci resta subito scolpita in cuore: “La Chiesa è misericordia,
non tortura”. È da notare che misericordia e tenerezza sono
due parole intercambiabili, al punto che nella nuova traduzione
dei salmi, là dove prima si leggeva “misericordia” oggi si
legge “tenerezza”. Forse si potrebbe dire semplicemente che
la tenerezza è il filo d’oro di cui è intessuta l’umile stoffa della
misericordia. Ecco, il Natale è l’epifania della gratuita tenerezza di
Dio, è la trasparenza della sua generosa e premurosa misericordia.
Questo è il supporto biblico: “Sono apparse la bontà di Dio e il
suo amore per gli uomini” (Tt 3,4). Ma subito dopo, a completare
il suo vocabolario del cuore, sentiamo rimbalzare parole tanto
umane e abituali: Per favore! Grazie! Scusa…… Sono parole
vecchie pur sempre nuove, ma che pronunciate suonano come
Carezza di Dio verso l’uomo.
Fare la pace
vivere in pace, guardare in faccia le persone che vivono accanto
a noi in modo amichevole, è una cosa bellissima.
Non sempre è facile però. Chi non ha mai litigato con il compagno
o con la compagna di banco? E com’è faticoso poi avvicinarsi
di nuovo, spiegarci, chiedere scusa per ricevere o offrire il
perdono. Quando però abbiamo fatto la pace, sembra che il
mondo ci torni a sorridere. Per questo motivo il messaggio per
la Giornata della pace dice: Fraternità è fondamento e via per la
pace! Allora, giocare di nuovo con quell’amico, sedersi ancora
accanto a lui o a lei, è un gesto che ci riempie di soddisfazione
e ci regala serenità. Capita anche in casa, con un fratello o una
sorella, con un compagno o con un amico. Si litiga, spesso vola
qualche spintone o qualche sberla. Ma poi le cose si sistemano.
Perché avere un fratello o una sorella con cui condividere i
momenti belli, ma soprattutto quelli tristi, è qualcosa di troppo
importante per lasciare che un banale litigio possa oscurare il
nostro affetto. Papa Francesco ha preso esempio proprio dal
rapporto tra fratelli per spiegare al mondo come vivere in pace.
Sembra un suggerimento scontato, invece è il segreto per vivere
serenamente. Un detto orientale dice che l’uomo a 300 metri è
un bersaglio da mirare, a 30 metri è un essere da riconoscere,
ma a 3 metri è un fratello da amare. Per essere cristiani autentici
dobbiamo avvicinarci.
In copertina:
La Parola del Parroco
a cura di Mons. Francesco Andreis
Che cosa renderò al Signore… di tutto quello che mi ha dato?
2
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del
Signore! Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il
suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te,
Gerusalemme.… (Salmo 116). Il “condottiero” di Israele per
dire grazie si mette in mezzo alla sua gente e assieme compie il
“sacrificio nel tempio”, sacrifica, rende “sacro” il dono che di cui
si priva per darlo sull’altare al Signore, che lo ha aiutato!
«Con quest’anno, 2014, sono 50 anni, che il Signore mi ha
consacrato sacerdote! Desidero dirgli GRAZIE! e desidero
rendere questo gesto più autentico, come nella storia di Israele.
Aiutatemi a dire meglio la mia riconoscenza con un gesto di
carità!… Gesù ha detto “…Quello che avete fatto a uno di
questi… l’avete fatto a me!”. Alla fine della Messa vi consegnerò
un pezzo di carta, fatto preparare appositamente, perché
consegnandolo a chi vorrete aiutare, amare, sostenere in questi
giorni (almeno prima dell’Epifania – giorno dei doni dei Magi), lui
(che nel ricevere l’atto di Carità si trasfigura in LUI, Gesù) capisca
che con voi ci sono anch’io, che mi sforzo di amare il fratello.
Permettetemi di beneficiare della vostra bontà e generosità…
Così mi esprimevo durante l’omelia dell’ultimo giorno dell’anno.
All’uscita del Duomo, sulla porta ad ogni famiglia o componenterappresentante… ho consegnato un biglietto, accompagnandolo
con la richiesta: «Ricordatevi anche di me in quel gesto di Carità!»
Qualcuno scansandosi commentava: “Sono 50 euro? Che siano
veri? No, non sono falsi…”; “Che ne faccio?…”; “Io non so quali
persone da aiutare… lo faccia lei che conosce di più Salò!…”
È vero che aiutare “chi sta alla periferia che è corpo, carne di
Cristo” non è facile…ma rende felice. Ricordiamocelo bene
quello che ci dirà: ”…avevo fame, avevo sete, ero ignudo, ero
malato, ero carcerato… e voi mi avete aiutato. Venite benedetti
dal Padre mio!”.
Ci stiamo accorgendo che è bello e gioioso amare,
costruire la serenità per molti, donare la pace anche
usando un pezzo di carta usata, due denari.
Pala dell’altare maggiore
nella Chiesa dei Cappuccini di Barbarano
Pala dell’altare maggiore, in soasa lignea. Gesù crocefisso, con ai piedi l’Addolorata, San
Giovanni Evangelista, Maria Maddalena. Olio su tela. Una delle migliori composizioni del
bresciano Francesco Paglia (1636-1713). Alunno del Guercino, introdusse a Brescia il gusto
per la ricerca chiaroscurale.
3
4
Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”
Giornata mondiale della Pace
Primo messaggio di papa Francesco
In occasione della 47ª Giornata Mondiale della Pace, che si
festeggia il 1° gennaio, offriamo alcuni passaggi dal messaggio
del Santo Padre Francesco. “...desidero rivolgere a tutti, singoli e
popoli, l’augurio di un’esistenza colma di gioia e di speranza. Nel
cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio
di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile
alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei
quali troviamo fratelli da accogliere e abbracciare... La famiglia
è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento
e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe
contagiare il mondo con il suo amore...”.
“Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie,
delle società e delle culture, vediamo seminata la vocazione a
formare una comunità composta da fratelli che si accolgono
reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale
vocazione è però spesso contrastata e smentita nei fatti, in un
mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza”
che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro,
chiudendoci in noi stessi...”.
“Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una
paternità trascendente... Non si tratta di una paternità generica,
indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale,
puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun
uomo. Una paternità, dunque, efficacemente generatrice di
fraternità, perchè l’amore di Dio, quando è accolto, diventa il più
formidabile agente di trasformazione dell’esistenza e dei rapporti
con l’altro, aprendo gli uomini alla solidarietà e alla condivisione
operosa...”.
Davanti al presepio
In un tempo in cui crisi e difficoltà ci portano forse a chiuderci in
noi stessi e ad essere diffidenti verso il prossimo, sostare davanti
alla rappresentazione della Natività può diventare occasione
per riscoprire valori che sembravano dimenticati. Le occasioni
per fare questo sono numerose, sia in paese, che in zona, che
in città: molti sono i presepi allestiti con grande cura e amore.
Visitiamo le nostre chiese e apprezziamo l’impegno dei nostri
concittadini e, se vogliamo, usciamo dai confini. A Desenzano
La Valle, il suo lavoro,
la sua gente,
la sua Banca.
è organizzata la mostra di «Presepi artistici del mondo», presso
la Galleria Civica Bosio, fino al 12 gennaio. A Lonato, fino
all’Epifania, è allestita la mostra «Cento presepi» nella chiesa
di S. Antonio Abate. A Brescia, nel Duomo Vecchio, si svolge
l’iniziativa «Presepi in Mostra», che accoglie oltre 200 presepi
provenienti dall’Italia e dal mondo, oltre a opere d’arte sul tema
della Natività.
Sulla via della santità
La Consulta medica della Congregazione delle cause dei Santi
ha riconosciuto l’inspiegabilità di una guarigione, avvenuta per
intercessione di Giovanni Battista Montini. Ora toccherà ai teologi
e ai cardinali vagliare il miracolo, che, se sarà riconosciuto anche
da loro, darà il via alla beatificazione di Paolo VI. A beneficiare del
presunto miracolo è stato un bambino nei primi anni Novanta,
in California. Alla giovane mamma in attesa i medici avevano
suggerito di abortire, a causa di un grave problema riscontrato
nel feto. La donna si era opposta e aveva voluto portare a
termine la gravidanza, affidandosi all’intercessione di Paolo VI,
autore dell’enciclica Humanae vitae. Il bambino nacque senza
problemi, ma fu necessario attendere l’adolescenza per verificare
l’assenza di conseguenze e quindi la perfetta guarigione.
Canonizzazione di don Tonino Bello
È arrivata a termine la fase diocesana del processo di
canonizzazione di don Tonino Bello. La memoria di don Tonino,
dopo la sua morte, non si è mai affievolita nel cuore dei fedeli,
che hanno conservato come gemme preziose ogni parola
ascoltata e ogni gesto vissuto.
Canonizzazione di Chiara Lubich
Il 7 dicembre, in occasione del 70° anniversario della
fondazione del Movimento dei Focolari, è stato dato l’annuncio
dell’imminente presentazione al Vescovo di Frascati della
richiesta formale di avvio della causa di canonizzazione di
Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, morta il 14 marzo 2008.
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In ascolto della Parola
… Una luce rifulse
... a cura di Oswald
D
a sempre il cuore dell’uomo è alla
ricerca di Dio.
La liturgia della Parola di domenica 26
gennaio, 3^ Domenica del Tempo Ordinario, ci rivela molto di più. È Gesù
che va alla ricerca dell’uomo.
Se Giovanni Battista chiama a sé le
folle, il Figlio di Dio andando verso la
Galilea, va loro incontro.
Gesù inizia il suo ministero nella Galilea; chiede alla gente di convertirsi, cioè di ritornare a Dio. Dunque
la Chiesa è nata sulle rive del lago
di Galilea, dove il vento ha il sapore salmastro delle partenze a vele
spiegate, dove si respira il fascino
dell’avventura in cui si rischia tutto: il
luogo ideale perché la buona notizia
prenda il volo, sorretta dal soffio dello Spirito.
Nella prima lettura, tratta dal libro
del profeta Isaia (8,23-9,3) leggiamo…”Il popolo che camminava
nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro
che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Zabulon e Neftali erano state le due prime
tribù della Palestina ad essere invase e cadere
in schiavitù. In questo contesto storico, Isaia annuncia l’avvento di una grande luce, ad indicare
la futura liberazione. La gente di Zabulon e di
Neftali, e della Galilea tutta, ha realmente visto
una “grande luce” dal momento in cui Gesù ha
cominciato ad annunciare il regno di Dio.
Anche il ritornello del Salmo 26 (27) ci ricorda
che “Il Signore è mia luce e mia salvezza”.
Prega con il Vangelo
Donaci, Signore, la tua grazia, perchè possiamo impegnarci ogni giorno nella conversione
del nostro cuore ed essere fedeli nel cammino che ci hai indicato con l’esempio della tua
vita e con la tua parola, per cooperare alla
santificazione di noi stessi e aiutare tanti nostri fratelli ad uscire dalle tenebre del peccato,
sostenerli nel cammino di conversione e guidarli con la nostra condotta di vita sulla via
della santità.
N
ella seconda lettura, ricavata dalla prima lettera
di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,10-13.17), apprendiamo che i cristiani di Corinto si sono divisi in
gruppi che si richiamano ognuno ad un maestro particolare. L’apostolo Paolo dice a loro e a noi: “non c’è
che un solo maestro, Gesù Cristo”. Il primo rimprovero
di Paolo ai cristiani di Corinto, riguarda senza dubbio il
male più grave di cui soffre la loro comunità: lo spirito
di partito, che la divide in gruppi rivali e gelosi.
Questo peccato minaccia ancor oggi ogni comunità
cristiana. Alcuni non accettano che si possa giungere
a Cristo per altre vie diverse dalle loro. Attaccarsi con
animo settario ad un leader, gettarsi contro tutte le altre forme di espressione della fede, significa monopolizzare a proprio vantaggio il nome di Cristo, sfigurare
il Vangelo ed insultare il Cristo, che è morto per riunire
tutti in un solo corpo. Non dobbiamo possedere il Vangelo, ma esserne afferrati. Si può esprimere la fede in
modi diversi, ma coscienti che la salvezza ci viene solo
dalla croce di Cristo.
Passiamo quindi all’ascolto del Vangelo secondo
Matteo che in questo testo sta quasi ad indicare la
continuità tra l’attività del Battista con quella di Gesù,
pur nell’evidente diversità della missione salvifica “...
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato,
si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret ed andò ad abitare
a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zabulon
e di Neftali, perché si compisse ciò che era stato detto
per mezzo del profeta Isaia”. Cristo entra in scena per
il suo ministero pubblico con un messaggio lineare ed
essenziale indirizzato a tutti gli uomini di buona volontà: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. È
Gesù che prende l’iniziativa e non il discepolo: “Non
voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. E così sia!
5
Caritas
e Vita Missionaria
6
Testimonianza Progetto
Scuola di Kapenguria
(Kenya)
D
a quasi sette anni io e mio marito Ennio
ci rechiamo a Kapenguria in Kenya, per
periodi più o meno lunghi, per prestare aiuto
nel completamento della scuola primaria. Il
progetto scuola di Kapenguria è stato iniziato
dalla Fondazione per la pace Tegla Loroupe.
Tegla Loroupe è una famosa maratoneta
Keniota, noi l’abbiamo conosciuta a Salò in
occasione della 1ª camminata per la pace e
per la vita Memorial Maria Chiara svoltasi a
marzo 2006. Il suo obiettivo era di costruire
una scuola per dare l’opportunità ai bambini
delle varie tribù del West Pokot, una regione
sugli altipiani del Kenya che confina con l’Uganda, di ricevere un’istruzione e, crescendo
assieme, di risolvere i loro conflitti etnici tuttora molto forti. Il nostro compito, con l’aiuto
e il contributo di tanti amici salodiani e non, è
stato principalmente quello di costruire e far
funzionare la cucina della scuola oltre a dare
consigli e sollecitazioni per il completamento della scuola stessa. La scuola ha iniziato
a funzionare nel gennaio 2012 – in Kenya
l’anno scolastico inizia a gennaio e finisce a
novembre – e attualmente è frequentata da
300 bambini di età compresa fra i 4 e gli 11
anni. Siamo partiti per il Kenya lo scorso 22
ottobre e in questo mese Ennio, con i lavora-
Beato
Giuseppe Gabriele
del Rosario Brochero
Santo del mese
a cura di Luisa Madureri
“Guai se il diavolo mi ruba un’anima!”
tori locali, è riuscito a completare l’impianto
di raccolta e distribuzione dell’acqua piovana
del tetto della cucina. Adesso l’acqua scorre
dai rubinetti dei lavelli installati in cucina, nel
refettorio e nei bagni. Inoltre è stato completato l’impianto di raccolta dell’acqua piovana
del tetto lato Ovest della scuola con la posa
di una grossa cisterna da lt. 10.000. Il Preside della scuola ci ha presentato una serie di
priorità per la gestione della scuola per cui
abbiamo provveduto all’acquisto di tavoli e
panche per il refettorio dal momento che, al nostro arrivo, i
bambini mangiavano seduti per
terra o in piedi; abbiamo acquistato 40 banchi che serviranno
il prossimo anno scolastico
per le classi 6ª e 7ª; abbiamo
finanziato il progetto “pollaio”
con l’acquisto di n. 100 galline
ovaiole che forniranno le uova
in modo da dare ai bambini un
uovo alla settimana – adesso l’alimentazione è a base di
mais, fagioli e riso - il surplus
di uova sarà barattato con altri
alimenti o beni utili per il funzionamento della
scuola.
Le risorse economiche che abbiamo portato
e speso in Kenya derivano dai proventi del
Memorial Maria Chiara, liberi contributi da
parte di parenti, amici, conoscenti e Associazioni salodiane. Ringraziamo di cuore tutti
quanti per questa generosità. In questi anni
di esperienza in Kenya abbiamo conosciuto
e apprezzato il lavoro svolto dai missionari
comboniani e dalle suore della missione di
Kapenguria e abbiamo constatato direttamente la difficoltà di portare aiuto alla popolazione. La nostra volontà di aiutare si scontra con l’atteggiamento dei locali che ritengono sia tutto loro dovuto e non apprezzano
gli sforzi del volontariato missionario. Un
anziano padre comboniano ci ha detto che in
Africa chi semina non vede il frutto di ciò che
ha seminato perché lì i tempi sono molto più
dilatati rispetto ai nostri, cosa difficile da capire per la nostra mentalità occidentale. Noi
speriamo che la scuola e l’esempio dei missionari religiosi e laici serva ad aprire le menti
dei ragazzi che daranno un futuro all’Africa.
Gabriella
Filiale di Salò - Località Rive
Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele
14 Settembre 2013 provincia argentina di Cordoba: centinaia di
gauchos, larghi ponchos ed ampi cappelli, contadini scesi dalle
montagne a cavallo, con i bus, in bicicletta, in moto si raccolgono,
in una gelida giornata, per onorare la beatificazione di uno di loro,
il “cura gaucho” (sacerdote) Brochero, un prete molto amato. C’è
profonda gioia, ci sono i canti: si celebra un grande sacerdote,
un povero tra i poveri, che per tutta la vita gira il centro e il
Nord dell’Argentina sulla sua mula “malacara” dalla frangetta
bianca, con il poncho colorato e il cappello a larghe tese.
“Il cura Brochero – ricorda Papa Francesco – era una visita
di Gesù stesso ad ogni famiglia. Portava con sè l’immagine
della Vergine, il libro della preghiera con la parola di Dio, il necessario per celebrare la Messa quotidiana. Lo invitavano
a bere un “mate”, chiaccheravano e Brochero parlava loro
in modo che tutti comprendevano, perchè gli usciva dal
cuore, dalla fede e dall’amore che nutriva per Gesù”.
Nasce nel 1840, quarto di dieci fratelli, a santa Rosa di
Rio Primero, ai piedi dei monti della Sierra Chicas, vicino
a Cordoba. Nel 1856 entra in seminario ed a 26 anni celebra la prima messa. Conclude l’Università di Cordoba
con il titolo di Maestro in Filosofia: “Il suo linguaggio era
semplice, ma ricercato, con parole ed espressioni locali,
appartenenti al lessico popolare e facilmente comprensibili da tutti. La sua predicazione toccava i cuori, convertendo anche i
peccatori più incalliti”. Si ammala di lebbra e per molti anni, ormai divenuto sordo e cieco, condivide in tutto la vita delle persone lebbrose: “Ora ho tutto pronto per il viaggio”, le ultime parole, nel 1914, a
73 anni a Villa del Transito, la sua parrocchia, divenuta in suo onore, nel 1916, la città di Villa Cura Brochero.
La carezza di Dio
“Che il Cura Brochero sia tra i beati è una gioia ed una benedizione molto grande
per gli argentini e per i devoti di questo pastore che odorava di pecora, - scrive
Papa Francesco - che lottò sempre per star vicino a Dio ed alla gente, che fece
e continua a farlo tanto bene come carezza di Dio al nostro popolo sofferente”.
Brochero ha una parrocchia di duecento chilometri quadrati: piccoli villaggi isolati, sentieri aspri, lande desolate. La percorre continuamente, per incontrare
uomini e donne, per entrare “nella loro conversazione”, nella loro anima, nella
loro “notte”, per aiutarli con il Vangelo, con la preghiera, con la Messa, a trovare
la loro meta, l’incanto della vita. Dedica la sua vita agli ultimi, è uno ”zelante
missionario”, un pioniere “nelle periferie geografiche ed esistenziali, per portare
tutto l’amore e la misericordia di Dio: egli non è rimasto in un ufficio parrocchiale”. Crede fortemente al valore degli esercizi spirituali, ispirati a quelli codificati
da Sant’Ignazio di Loyola, che vive come “bagno dell’anima, scuola delle virtù
e morte dei vizi”. Per Brochero gli esercizi sono essenziali per giungere alla luce
della verità di Dio e per far trionfare la grazia nelle anime ribelli. Sono tre gli
impegni da perseguire, per i sacerdoti e Brochero sempre li ripete ai suoi fratelli preti: essere perseveranti nel ministero della Sacra Dottrina, parlando con
generosità di Dio; essere sempre pietosi, pregare, perdonare; essere portatori
di letizia, perchè è dalla gioia che scaturisce la carità e la santità. “La Chiesa è
gioia”, dice il Papa nell’omelia di domenica 15 dicembre 2013.
Un “callejero”
della fede
Brochero cerca sempre la gente, è un
prete “di strada”, callejero della fede.
Non si ferma mai, eppure non è un
superuomo: è un uomo normale, fragile, sorretto solo da Gesù. Quando nel
1867 si diffonde il colera, a Cordoba,
nella capitale, nelle campagne, è ovunque, vicino agli ammalati, non teme
nulla, si contagia, ma continua a lavorare instancabile.
Organizza collegamenti sanitari, costruisce ponti di pietra, apre scuole,
ambulatori medici, chiese, asili, case
per donne sole, canali per irrigare i
campi, la Santa Casa degli Esercizi
nella sede parrocchiale: e tutto per
amore di Dio.
7
8
S
Ritiri in Avvento
abato 30 novembre il gruppo S. Giovanni Piamarta si è
riunito in Oratorio per vivere un pomeriggio di preparazione
verso il Natale. Avvento significa attesa, avvenimento di un
fatto storico, unico ed irripetibile: l’attesa del figlio di Dio nato
e morto per noi. L’incontro è cominciato con un video di Papa
Francesco che parla di misericordia: “Dio è misericordia; il
volto di Dio è quello di un padre misericordioso e paziente
verso noi peccatori. Non si stanca di perdonarci se torniamo
a lui con il cuore contrito. La misericordia rende il mondo
meno freddo e più giusto”. Parole quelle del Papa che ci
hanno aiutato a riflettere e a calarci ancor di più nel clima
dell’Avvento; parole che ci portano ad essere più buoni e
generosi verso gli altri.
Dopo questo momento di riflessione, i bambini si sono divertiti
nella creazione e decorazione della candela dell’Avvento.
Aiutati dai catechisti e da alcuni genitori che hanno
predisposto il materiale, ogni bambino ha personalizzato la
propria candela ed ha ricevuto un libretto di preghiere da
leggere ogni sera quando accenderanno la candela con la
propria famiglia. E così in questo pomeriggio ci siamo trovati
a condividere questo momento di attesa verso la nascita del
Salvatore.
Maddy
L
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Una serata
con i seminaristi
a sera di sabato 7 dicembre siamo andati al
Seminario di Brescia per una serata di festa
assieme ai seminaristi. All’inizio ero un po’ dubbioso ma poi, quando ho visto che sarebbero venuti molti miei amici, ho deciso di andare anch’io.
Ci siamo trovati in oratorio alle 17.30 e alle 17.40
siamo partiti ed alle 18.30 siamo arrivati al Seminario.
Appena arrivati i seminaristi ci hanno accolto calorosamente. Nel piazzale del Seminario c’erano
molti falò accesi dove ci si poteva scaldare; in
un piccolo gazebo c’erano dei biscotti e si poteva prendere del tè o della cioccolata calda.
Alle 19.30 circa alcuni Seminaristi si sono esibiti
in una scenetta riguardante la vita di Giona. Poi
abbiamo cenato. Dopo la cena abbiamo visto la
continuazione delle scenette; dopodiché ci siamo divisi in gruppi e abbiamo giocato con vari
giochi riguardanti le scenette. Siamo rientrati in
oratorio verso la mezzanotte e venti.
Durante la serata mi sono divertito molto e ho
scoperto quanto sono simpatici i seminaristi, ma
la cosa che mi ha colpito di più è stata la loro
età; infatti molti di loro sono giovanissimi e questo mi ha fatto capire la forza della chiamata del
Signore.
Guglielmo
I
l giorno 30 novembre 2013 in Oratorio i
ragazzi di terza e quarta elementare hanno
vissuto un bellissimo
ritiro sull’Avvento.
Il don ci ha spiegato
il significato di “AVVENTO” ossia attesa
di un avvenimento.
Ma chi stiamo aspettando?
Abbiamo anche guardato un video con le parole di Papa Francesco. Dopodiché abbiamo pregato e costruito, con l’aiuto di
alcune mamme, una bellissima corona da mettere in mezzo alla
tavola decorata con pigne, rametti, fiocchi e una candela da
accendere durante i pasti che, in questo periodo di attesa, ci
ricorda la luce di Gesù. Insieme a ciò c’era anche una preghiera
per prepararci alla grande nascita del Salvatore.
Abbiamo poi fatto merenda con torta e tè e giocato in Oratorio
come veri amici!!!
Irene
Ritiro della prima media a Limone
nella casa di Padre Comboni
S
abato 7 dicembre siamo andati a Limone a visitare la casa natale
di Padre Comboni. Ci hanno accolto Padre Manuel, Suor Elianna e
un’altra suora che ci ha raccontato la vita di Daniele Comboni. S. Daniele
Comboni nacque il 15-3-1831 nella camera dei genitori Luigi e Domenica. I
fratelli (8) erano morti molto giovani e quindi S. Daniele rimase subito solo.
In una sua lettera dice che sua madre voleva che lui avesse un letto più
morbido su cui potesse riposarsi.
La prima esperienza che S. Daniele ebbe con gli africani fu in un Istituto di
Firenze (dove il padre lo aveva mandato a studiare) dove si accoglievano
ragazze e ragazzi africani per dare loro un’educazione adeguata per essere poi rimandati in Africa a fondare scuole cristiane.
S. Daniele vedeva che in Europa (e in America) gli africani venivano trattati
come schiavi e invece voleva che fossero loro a sentirsi al centro della religione, quindi fondò scuole cristiane dove si poteva imparare a diventare
sacerdoti.
Basta entrare nella cappella di casa Comboni (che una volta era una stalla)
per vedere quanto S. Daniele fosse legato all’Africa: sul tabernacolo, a
forma di capanna africana, c’è un ulivo (che rappresenta Limone) e una
palma (che rappresenta l’Africa) e questo vuol dire che ha portato il
cristianesimo in Africa. Inoltre c’è una statua della Madonna che cammina
sull’Africa offrendo Gesù ai poveri del mondo.
Dopo aver visitato la mostra dedicata a Padre Comboni, Suor Elianna ci
ha raccontato della sua esperienza in Congo. È stato un bel pomeriggio
anche se brevissimo.
Michela
9
Sinfonia di Natale
A
nche quest’anno la nostra comunità si è riunita per la Sinfonia di
Natale; è infatti ormai una tradizione per noi augurarci buon Natale
con uno spettacolo realizzato dai bambini e dai ragazzi dell’oratorio. Il filo
conduttore della storia partiva da lontano, dalla promessa fatta da Dio
ad Abramo di concedergli una terra e una discendenza; così tra un canto
e l’altro abbiamo percorso la storia della nostra salvezza incontrando
Giacobbe, Mosè, Davide, fino ad arrivare a Giuseppe e Maria. Tutti si sono
fidati di Dio, hanno lasciato i loro beni, i loro progetti per seguire la volontà
del Signore.
Ciascuno, dai più piccoli ai più grandi, si è impegnato al massimo per
la buona riuscita della serata e ne è uscito un bellissimo spettacolo. Un
grazie agli attori, ai bambini, alla regista, a don Gianluca e a tutti coloro
che hanno partecipato alla realizzazione della Sinfonia. Al termine del
racconto è stato chiesto di osservare in silenzio la Famiglia di Nazaret
per un momento di riflessione e preghiera, poi alcuni giovani hanno
consegnato ad ognuno un biglietto con l’augurio più bello per questo S.
Natale: “ Destatevi dal vostro torpore...è nato Cristo Signore!”-
La Fraternità
fondamento della vita Oratoriana…
Un pomeriggio al bar dell’Oratorio
mentre chiacchiero con una della
volontarie le chiedo: “cosa la
spinge a venire qui una volta alla
settimana a fare questo servizio?”
In fondo, penso io, i suoi figli sono
già grandi… Mi risponde: “la fede
in Gesù ed il desiderio che questi
ragazzi sperimentino un po’ di
fraternità, almeno in Oratorio!”
Proprio in questi giorni è stata
pubblicata la lettera che, per la
Giornata Mondiale della Pace,
papa Francesco ha scritto: “la
fraternità è una dimensione
essenziale della vita dell’uomo:
mediante la sua razionalità puo’
vedere e trattare ogni persona
come una vera sorella e un vero
fratello”.
Mi tornano allora alla mente le
parole di mio padre che dice
spesso a noi figli: “l’amore fraterno
si impara in famiglia”. O, come
dice la nostra volontaria, “questo
stile dovrebbe caratterizzare
anche la vita dell’Oratorio”. In
fondo è vero: come adulti siamo
spesso chiamati a “delegare” il
nostro ruolo educativo ad altri
persone (insegnanti, allenatori,
educatori…), non per mancanza
di volontà ma perché non sempre
o non dappertutto possiamo
esserci. In Oratorio questo
“stile delega-educativo” si puo’
modificare.
Ciascun cristiano dovrebbe
sentirsi totalmente responsabile
della vita dei ragazzi che
incontra, anche se non sono suoi
figli diretti. Questo, a mio parere,
deve verificarsi sia nell’ambito
della catechesi che della vita
ordinaria. Imitando l’amore di
Gesù Cristo, con il nostro stile
di vita, possiamo contagiare il
mondo con l’amore fraterno. “La
fraternità ha bisogno di essere
scoperta, amata, sperimentata,
annunciata e testimoniata”,
scrive il Papa. Il nostro Oratorio puo’ essere, non
solo per i ragazzi ma soprattutto
per noi adulti, una scuola di
vita. Questo stile fraterno non
si realizza con lo sforzo umano,
ma mediante l’amore donato da
Dio. Apriamo dunque il nostro
cuore all’azione di Gesù Cristo
e sproniamoci a vicenda a vivere
così… passando magari a fare
due chiacchiere anche con le
nostre volontarie del Bar.
don Gianluca
Il talento
Scrive l’autore ebreo, Yehuda BERG, che noi veniamo al mondo
con un talento eccezionale, tutti indistintamente, Dio non fa preferenze, il suo dono è gratuito e per ogni uomo.
Come mai, allora, la ricchezza donata va perduta?
L’opinione comune, infatti, è che il talento sia di pochi, riconoscendo tale solo quelle fiammate che danno fortuna, fama e denaro. Fin
dall’infanzia i bambini manifestano delle curiosità, delle tendenze, che sono banalizzate dai grandi, perché considerate cose da
bambinelli, capacità di cui il piccolo non ha coscienza e che solo
diventato adulto saprà discernere, per una scelta adeguata alle
sue capacità. In realtà, purtroppo, i bambini desiderano soltanto
crescere per sottrarsi all’inevitabile controllo dei genitori.
Tutto pare concorrere ad una giusta strategia per sostenere le loro
attitudini: l’asilo, la scuola, lo sport ed altre strutture che nel tempo
arrivano a consolidare le loro presunte predisposizioni. I genitori
si affannano, non soltanto nella corsa per affermare se stessi, ma
proprio nel cercare di dare il meglio ai figli ripetendo così ciò che è
già accaduto loro, qualcuno li ha spinti in una direzione piuttosto
che un’altra. Ci sono persone che fanno un lavoro, anche di grande rilievo, senza passione e solo perché si sono ritrovati lì con la
strada spianata e con la storia di qualcun altro, non hanno vissuto
la loro. È il momento di fermarsi, osservare, appropriarsi del tempo
e cogliere la LUCE di cui parla Papa Francesco, l’essenza delle
cose, guardarsi intorno e scoprire ciò che nasconde la natura, non
solo quella che ci circonda, che è parte fondamentale in questo
percorso, ma la natura insita in ognuno di noi, che va coltivata proprio per far emergere quel talento specifico, contraddistinto, donato ad ognuno. Dobbiamo sentirli, non guardarli soltanto questi
figli, liberarli nelle loro vocazioni, perché siano segno di una scelta
libera, consapevole qualunque essa sia, anche nella più assoluta
normalità e semplicità. A quel punto si può comprendere davvero
la gratuità e scoprirne la condivisione, perché quando si riconosce
che quel dono nasce dalla nostra reale interiorità s’intuisce anche
che ridonarlo non è privarsene, ma farsi prossimo in tutte le forme
di vita.
Daniela C.
10
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Vacanze entusiasmanti: tra compiti, pentole
e tanto divertimento, riscoprendo Dio dentro di noi!
M
a sono vacanze natalizie queste? Durante i giorni di 27, 28,
29 e 30 dicembre per i ragazzi delle medie è stato proposta
l’esperienza dell’In.ve.
Non possiamo dire che sia stata una passeggiata rilassante,
però è stata un’esperienza ben organizzata e ricca di momenti
di allegria. Tutto è iniziato con l’incubo di ogni ragazzo: i compiti!
Primo giorno tedesco, non passava più! Che giornata, una rovina. Secondo giorno: inglese ed antologia… sono sopravvissuto
e ce l’ho fatta, anzi, terminato il mio lavoro mi sono guadagnato
un pomeriggio di gioco libero!
Mediante questa esperienza abbiamo svolto anche alcuni piccoli compiti di servizio (apparecchiare e sparecchiare la tavola, lavare le posate…) ed abbiamo imparato che stare insieme
agli altri da molta gioia. Nei momenti liberi noi ragazze abbiamo
inventato un inno per accompagnare le nostre mega partite a
fobalino… ci siamo gasate molto!
A conclusione di questa esperienza siamo stai in gita anche
a Sea-Life, l’Acquario di Gardaland… è stata proprio una bella esperienza, una degna conclusione ad un’iniziativa in cui le
C
squadre erano divise per gruppi di pesci: lago contro mare… chi
perdeva rischiava di finire dritto in padella!
Don Gianluca è proprio un simpaticone smemorato: per trovare
dove ha lasciato le torte della merenda (nel baule della sua auto)
abbiamo addirittura fatto una caccia al tesoro.
Vi lasciamo con due brevi pensieri di papa Francesco (per la
giornata della Pace) che abbiamo meditato in questi giorni:
1. La FRATERNITÀ è una DIMENSIONE ESSENZIALE dell’uomo: ogni persona è come una vera sorella e un vero fratello.
2. La FRATERNITÀ si comincia ad imparare solitamente in
FAMIGLIA, che è la sorgente di ogni fraternità.
Ci vediamo l’anno prossimo. Grazie a don Gianluca, Sara,
Emma, Paola, Marianna, Marian e Rossella che ci hanno aiutato
in questi giorni… insomma abbiamo vissuto proprio un’esperienza entusiasmante (entusiasmo = Dio dentro di te!). Grazie
anche ai cuochi (Anna, Luciano e Carla) che hanno cucinato per
noi deliziosi pranzetti!
Gruppo dei partecipanti
La Bibbia nello zaino
ome tutti ben sanno l’Agesci è un’associazione giovanile educativa che
si propone di contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il
metodo dello scoutismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale
italiana di oggi. Un pilastro insostituibile
dello scoutismo è anche quello della fede
essendo un’associazione cattolica: è per
questo che una piccola delegazione del
Salò 1 si è incamminata nel weekend del
16/17 novembre per partecipare al con-
vegno fede organizzato dall’associazione
a Trento. Nello stesso momento si svolgeva la stessa “ambientazione” in altre due
città italiane, Loreto e Catania, in modo
che tutti i capi italiani potessero aderirvi. I
numeri sono stati sorprendenti 1200 capi
a Trento, 700 a Loreto e 300 a Catania.
Titolo del convegno “Ma voi chi dite che
io sia?” È una domanda che ha in sé una
sfida, quella dell’evangelizzazione delle
nuove generazioni, un’occasione per ripensare al mandato della trasmissione
della fede e della evangelizzazione attraverso il linguaggio dell’esperienza scout.
Il convegno si è svolto seguendo due metodologie; quella degli esperti che esprimono, attraverso la tavola rotonda, l’analisi della realtà ed una attiva per i capi che
attraverso il confronto all’interno di gruppi
di lavoro facevano altrettanto.
Tre le tracce seguite per svolgere i nostri
lavori:
PRIMA TRACCIA: leggere criticamente il
percorso dell’Agesci nell’educazione alla
fede fatto fino ad ora dal famosissimo
Puc (progetto unitario di catechesi) degli
anni 90 fino ai Campi Bibbia che si svolgono ogni anno per capi e ragazzi
SECONDA TRACCIA: leggere gli interrogativi e le prospettive che provengono dal
mutamento sociale e religioso. Qui due
esperti ci hanno aiutato a veder meglio
la realtà: Monsignore Giacomo Canobbio
delegato vescovile di teologia presso la
nostra diocesi di Brescia e professore di
teologia presso la Facoltà dell’Italia settentrionale e Stefano Martelli professore
dei processi culturali e comunicativi a Bologna.
TERZA TRACCIA: identificare percorsi
formativi che impegnino il cammino associativo. In questa fase i capi hanno contribuito nei gruppi di lavoro suddivisi nei
vari ruoli educativi in cui ogni capo opera. Quindi i capi dei lupetti e coccinelle,
esploratori e guide, rover e scolte, hanno
analizzato la realtà metodologica e consigliato nuovi metodi. I capi gruppo ed i
quadri come poter far crescere una rete
tra scoutismo e chiesa locale ed altre realtà. I formatori come proporre percorsi di
fede significativi. Quello che è emerso è
che secondo noi capi il metodo più valido per trasmettere la fede è utilizzare il
metodo della narrazione, attraverso il gioco, il servizio, l’avventura e l’esempio del
proprio capo il ragazzo riuscirà a leggere
la parola di Dio e viverla nel quotidiano facendola divenire propria.
Dal convegno scaturiranno percorsi, approfondimenti e materiali per aiutarci a
vivere con consapevolezza il nostro ruolo
di capi. E l’augurio è che, ognuno di noi,
vivendo il proprio cammino e sfruttando
pienamente ogni occasione possa arrivare a dare una risposta alla domanda “E
voi chi dite che io sia?”.
Flavia
11
Vita di Parrocchia a cura della Redazione
Pellegrinaggio in pullman a
LOURDES, SANTIAGO DE COMPOSTELA e FATIMA
dal 8 luglio al 18 luglio 2014 8 LUGLIO: SALÒ/ PERPIGNAN - Ritrovo presso la
stazione delle Corriere davanti al Cinema Cristal al mattino
sistemazione a bordo del pullman di Gran Turismo e partenza
per la Francia. Pranzo in ristorante lungo il percorso. Arrivo
in serata a Perpignan, sistemazione cena e pernottamento
in hotel.
9 LUGLIO: PERPIGNAN/BURGOS - Prima colazione in
hotel e partenza per Burgos, pranzo in ristorante. Arrivo in
serata in hotel, sistemazione cena e pernottamento.
10 LUGLIO: BURGOS / LEON / SANTIAGO DE
COMPOSTELA - Prima colazione in hotel. Partenza per
Leon e visita con guida alla Cattedrale e la Basilica di
Sant’Isidoro. Santa Messa. Pranzo in ristorante. Partenza
per Santiago de Compostela. All’arrivo, sosta al monumento
del Pellegrino sul Monte della Gioia. Sistemazione cena e
pernottamento in hotel.
11 LUGLIO: SANTIAGO DE COMPOSTELA - Prima
colazione in hotel, al mattino visita della città con
partecipazione alla S. Messa del Pellegrino. Pranzo in
ristorante. Nel pomeriggio visita all’esterno della Cattedrale
di S. Giacomo e del museo. Tempo a disposizione. Cena e
pernottamento in hotel.
12 LUGLIO: SANTIAGO DE COMPOSTELA/FATIMA Prima colazione in albergo e partenza per il Portogallo.
Sosta per il pranzo lungo il percorso ed arrivo previsto in
serata. Sistemazione nelle camere riservate presso l’hotel.
Cena e pernottamento.
13 LUGLIO: FATIMA - Pensione completa in hotel. Giornata
dedicata a funzioni religiose.
14 LUGLIO: FATIMA – SALAMANCA – VALLADOLID -
Studio Dentistico
Dott. Salvinelli
Claudio Paolo
Laureato in Odontoiatria
e protesi dentaria
Piazza Martiri della Libertà, 13
(di fronte nuovo Italmark)
SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073
Prima colazione in hotel. Al mattino presto S. Messa, arrivo
a Salamanca, pranzo in ristorante e visita guidata della
città, proseguimento per Valladolid. Sistemazione cena e
pernottamento in hotel.
15 LUGLIO: VALLADOLID – LOURDES - Prima colazione
in hotel. Partenza per Lourdes, pranzo in ristorante
lungo il percorso. Arrivo in serata, sistemazione cena e
pernottamento in hotel.
16 LUGLIO: LOURDES - Prima colazione in hotel. Giornata
a disposizione. Pranzo in hotel. Cena e pernottamento in
hotel.
17 LUGLIO: LOURDES – MONTPELLIER - Prima colazione
in hotel. Al mattino visita ai luoghi di Bernadette e tempo a
disposizione per la preghiera. Pranzo in ristorante o hotel.
Nel pomeriggio partenza per Montpellier. Arrivo in serata,
sistemazione cena e pernottamento in hotel.
18 LUGLIO: MONTPELLIER – SALÒ - Prima colazione
in hotel. Partenza per il rientro con sosta per il pranzo in
ristorante a Nizza. Proseguimento per il rientro in Italia.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE:
Euro 970,00 a persona in camera doppia
Euro 309,00 supplemento camera singola
Iscrizioni
presso la Segreteria Parrocchiale
con acconto di euro 200,00.
Idrosanitari
climatizzazione
riscaldamento
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Centenaria Premiata
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Lavorazione e commercio:
candele, ceri, lumini, torce,
fiaccole. Vendita al dettaglio
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Tel. e Fax 0365 520766
12
Vita di parrocchia
a cura di Renato Cobelli
Sobrietà
come responsabilità
Esaurimento delle risorse
Numerosi segnali ci dicono che il pianeta è sull’orlo del tracollo ambientale
e sociale. Le montagne di rifiuti e il cambiamento del clima sono le spie più
dirette di un modello che produce e consuma oltre le potenzialità della Madre terra. Anche l’esaurimento delle risorse, come l’acqua, rappresenta un
campanello d’allarme; così pure il pesce il 90% delle grandi specie marine
sono scomparse o sono in posizione di grave criticità.
Si perdono ogni anno 13 milioni di ettari di foreste naturali. Assieme a loro
se ne va la biodiversità che non può essere ricostituita con un habitat artificiale. È sotto accusa la velocità dei nostri consumi, oggi misurata in termini
di giorni. Il concetto è stato battezzato “overshoot day”, il giorno del sorpasso (che nel 2012 è coinciso con 22 agosto). Quel giorno la nostra voracità
ha superato la capacità di rigenerazione della terra. Consumati i frutti, si è
concluso l’anno a spese del “capitale naturale”: al posto dei vitelli, abbiamo
cominciato ad abbattere le mucche, abbiamo consumato i semi al posto
dei raccolti agricoli.
Secondo il Wwf il nostro consumo supera del 50% la capacità di rigenerazione
della terra e, di questo passo, nel 2030
L’immagine del bimbo piangente
avremo bisogno di due pianeti solo per
le risorse naturali. Lo stesso quadro si
Esaurimento delle risorse e accumulo dei rifiuti laggi sperduti nelle campagne e si affollano nelle
presenta per i minerali, messi peggio
sono chiari segnali di un sistema che sta divoran- baraccopoli delle città. Campano su lavori predelle piante e dei pesci perchè consido se stesso. Il tutto si verifica mentre metà della cari, malpagati, alla mercé di padroni, caporali e
stenti in risorse non rinnovabili. Il tempo
popolazione mondiale non ha ancora conosciuto mercanti. Li incontriamo tramite i nostri consumi:
delle materie prime a buon mercato se
il gusto della dignità umana. Crisi sociale e crisi quando beviamo una tazza di caffè, quando manne sta andando per sempre. Non a caso
ambientale sono strette in un abbraccio mortale. giamo una banana, quando indossiamo un paio di
la Cina, all’inizio del 2012, ha deciso di
Secondo la Banca Mondiale le persone che vivo- scarpe sportive.
limitare l’espansione delle cosiddetno in una situazione di povertà e di sottosviluppo La coscienza di ogni persona civile dovrebbe rite “terre rare”, un gruppo di 17 metalli
sono tre miliardi. Esse hanno le sembianze del bellarsi davanti a un mondo dove il 20% più ricco
essenziali all’industria elettronica e alla
bambino piangente che siede nudo fuori della ca- gode dell’86% della ricchezza prodotta, mentre il
tecnologia delle risorse rinnovabili. Né
panna. Hanno l’aspetto dell’uomo dal volto sca- 40% più povero deve accontentarsi del 3%. Tocca
possiamo illuderci che il riciclaggio posvato e bruciato da sole che, machete alla mano, a tutti arginare una globalizzazione che, in nome
sa permetterci di disporre di materiali
cerca di strappare un pezzo di terra alla foresta. del libero mercato, dà alle multinazionali il potere
all’infinito, posto che il tempo medio
Assomigliano alla donna dal corpo macilento e di fissare il prezzo di caffè e cacao a livelli di fame.
di riciclaggio, in rapporto al peso, è
vestito di stracci che cerca cibo frugando nella Tocca a tutti fare pressione sulle imprese che dedel 50%.
montagna di rifiuti. I poveri assoluti popolano i vil- localizzano affinché paghino salari dignitosi.
Vivere semplicemente
Già negli anni Quaranta Gandhi proponeva: “vivere semplicemente, affinché gli altri
possano semplicemente vivere”. Di fronte all’idea di dover ridurre i nostri consumi la
prima reazione è di panico: nella nostra fantasia si affacciano immagini di privazioni
e di sofferenze. Tuttavia la sobrietà non significa ritorno alla candela o alla morte per
tetano. Significa piuttosto liberarsi dalla schiavitù dell’inutile e del superfluo, adottando uno stile di vita più parsimonioso, più pulito, più inserito nei cicli naturali. Significa
ricordarsi che la civiltà non consiste nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella capacità
di ridurli.
Dobbiamo essere in grado di scoprire altre modalità di soddisfacimento dei nostri bisogni: come, ad esempio: la via della condivisione, cioè l’uso in comune dei beni. Il
presupposto della sobrietà è il recupero del senso di sufficienza, cioè di sazietà. Oggi
viviamo in un sistema che invita a consumare sempre di più, facendoci credere che la
felicità passa solo attraverso l’avere. Tuttavia, così facendo, perdiamo altre dimensioni
umane: la spiritualità, la socialità, l’affettuosità, la gratuità. Ed eccoci arrivati al nocciolo della questione: noi non troveremo la misura dei consumi finché non riusciremo a guardare all’avere con distanza; e ciò non avverrà finché non avremo riempito il nostro cuore e la nostra mente con altri principi ed altri valori di riferimento.
Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò
13
L’esclusione della religione dall’ambito pubblico come, per altro verso, il fondamentalismo religioso, impediscono l’incontro tra le persone e la loro collaborazione per
il progresso dell’umanità. La vita pubblica si impoverisce di motivazioni e la politica assume un volto opprimente e aggressivo. I diritti umani rischiano di non essere
rispettati o perché vengono privati del loro fondamento trascendente o perché non viene riconosciuta la libertà personale. Nel laicismo e nel fondamentalismo si perde
la possibilità di un dialogo fecondo e di una proficua collaborazione tra la ragione e la fede religiosa. La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede e
questo vale anche per la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare
il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo dell’umanità. (Caritas in veritate n. 56).
DOMANDA: ho letto di “buoni” regionali per i disabili. Di che si tratta?
RISPOSTA: anche a seguito di un accordo con CGIL/CISL/UIL la Regione Lombardia ha emesso la Delibera n. 740 del 27/9/2013 approvando un
nuovo programma di interventi in tema di disabilità “gravi” e “gravissime”.
Disabilità gravissima: per queste persone, è previsto un buono economico
di € 1.000,00 mensili che viene erogato dall’ASL.
Hanno diritto al buono mensile, per esempio:
a) persone, di qualsiasi età e con qualsiasi reddito, affette da malattie del
motoneurone, ivi compresa la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e la
Atrofia Muscolare Spinale (SMA);
b) persone, di qualsiasi età e con qualsiasi reddito, in Stato vegetativo (SV);
c) persone, con età inferiore ai 65 anni e con qualsiasi reddito, con altre
patologie che comportano comunque la dipendenza vitale e la necessità
di assistenza continua nell’arco delle 24 ore .
Per informazioni rivolgersi presso l’ASL.
Disabilità grave e per anziani non autosufficienti: importo massimo
di € 800,00 mensili attivate dai Comuni della Zona per il Servizio di
Assistenza Domiciliare (SAD), per il sollievo dei familiari e per progetti di vita indipendente del disabile. Sarà richiesto un ISEE inferiore ad un importo limite che non è stato ancora stabilito. Rivolgersi
all’Ufficio di Piano del Distretto (Salò - Via Fantoni, di fronte all’ASL).
Per ambedue le provvidenze si richiede la predisposizione di un Progetto
individuale.
DOMANDA: è stata definito l’aumento delle pensioni in base all’indice
ISTAT?
RISPOSTA: in via provvisoria, la variazione dell’indice Istat per l’anno 2013
– che misura il costo della vita dal 1° gennaio al 30/9/ 2013 - con decorrenza dal 1° gennaio 2014, è stata calcolata nella misura del 1,2% e sarà
determinata in via definitiva nel corso del 2014. Il precedente adeguamento
previsto dal 1° gennaio 2013, nella misura del 3% viene confermato dai dati
definitivi e, pertanto, non si dovrà procedere ad alcun conguaglio.
Per quanto attiene le pensioni minime, con l’incremento dell’1,2% l’importo
passa da 495,43 a 501,38 euro al mese. Sale anche l’assegno sociale, la
rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni sprovvisti di
altri redditi, che passa da 442,30 a 447,61 euro al mese. Mentre la pensione
EVINRUDE
VENDITA - ASSISTENZA
MOTORI - IMBARCAZIONI
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MOTONAUTICA ZANCA
SALÒ - Via Muro, 2
Tel. e Fax 0365 43476
MANERBA - Via Case Sparse,103/A
Tel. e Fax 0365 654230
sociale, ancora vigente per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, diventa di 368,88 € mensili.
Per le pensioni con indennità integrativa speciale, l’indicizzazione viene
calcolata separatamente sull’indennità e sulla pensione. Pertanto la nuova
indennità integrativa speciale sarà pari a € 767,83 mentre la tredicesima
mensilità sarà pari a € 747,74.
La somma aggiuntiva di cui alla L. 127/07 (“quattordicesima” per chi ha almeno 65 anni) non viene incrementata mentre viene indicizzato (aumentato)
il limite di reddito che dà diritto alla stessa.
Si riepilogano le fasce di reddito suddivise per anzianità contributiva:
€ 9.776,91 limite di reddito entro il quale la somma aggiuntiva spetta per intero; € 10.112,91 limite di reddito corrispondente alla prima
fascia di contribuzione (15-18 anni); € 10.196,91 limite di reddito corrispondente alla seconda fascia di contribuzione (25-28); € 10.280,91
limite di reddito corrispondente alla terza fascia di contribuzione
(oltre 25-28).
Per quanto riguarda il cumulo delle pensioni ai superstiti con redditi
del beneficiario, la legge 335/95 ha previsto la riduzione delle pensioni
in presenza di determinati limiti reddituali che per l’anno 2014 vengono così adeguati: fino a € 19.553,82 non è prevista alcuna riduzione
della pensione; da € 19.553,82 a € 26.071,76 è prevista la riduzione
del 25%; da € 26.071,76 a € 32.589,70 è prevista la riduzione del
40%; oltre € 32.589,70 è prevista la riduzione del 50%.
Per le pensioni superiori al minimo, fermo restando l’adeguamento al
100% per le pensioni fino a 3 volte il minimo, si scende al 90% per i
trattamenti fra 3 e 4 volte; al 75% per gli importi compresi fra 4 e 5
volte; al 50% per quelli compresi fra 5 e 6 volte, mentre per le pensioni
che superano 6 volte la medesima soglia di riferimento pari a
€ 2.972,58 viene esclusa ogni rivalutazione.
Quindi:
• aumento dell’1,2% (100% dell’indice Istat) sulle pensioni d’importo
mensile sino a 3 volte il minimo di Dicembre 2013 (1.487 euro);
• più 1,08% (90% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso
tra 3 e 4 volte il minimo (da 1.487 a 1.982 euro);
• più 0,90% (75% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso
tra 4 e 5 volte il minimo (da 1.982 a 2.478 euro);
• più 0,60% (50% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso
tra 5 e 6 volte il minimo (da 2.478 a 2.973 euro);
• nessun aumento per le pensioni d’importo superiore 2.973 euro.
Onoranze Funebri
Falegnameria
TEDESCHI
Tel.
SALÒ (Brescia)
0365 40162
Via S. Benedetto, 34
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La RADIO DUOMO
della Parrocchia di Salò
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Ascoltiamo e
partecipaimo alle
iniziative che vengono
proposte in radio!!!
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Notizie utili
a cura di Giovanni Ciato
La regione geografica
Il Garda non è solo un lago, ma è una regione che si caratterizza
nel contesto del territorio, con culture, tradizioni, lingue diverse.
Basti pensare che pur guardandoci da una sponda all’altra e a
distanze non poi così considerevoli, le differenze che esistono tra
la cultura bresciana e quella veronese, piuttosto che con quella
trentina del lago, sono forti. Oltre al dialetto, la cucina, il modo di
Le tre sponde del lago
Garda luogo da vivere
pensare, insomma, pur affacciandoci sulla stessa piazza, siamo
diversi. Ma il bello è che chi si affaccia su questa piazza (il lago
per intenderci) è diverso anche da coloro che appartengono alla
stessa provincia, perché il veronese della bassa, come quello della provincia di Brescia, non si identifica con quello del lago. E a
guardar poi bene bene, alla fine, i lacustri si assomigliano più tra
di loro che con quelli della provincia di appartenenza, bresciani,
veronesi o trentini che siano. E se andiamo ancora più a fondo
siamo legati, come se attaccati da un cordone ombelicale, anche
con chi ci segue o ci precede, il fiume Sarca con Arco e il Mincio
con il mantovano.
Ecco allora che si parla di regione geografica di appartenenza,
perché sono più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono.
Poi ci sono le eccezioni, come chi scrive, che abitando da tanto
tempo qui si identifica con il luogo in cui vive e ama, e forse è
anche agevolato nel vedere i punti di unione rispetto a quelli di
divisione. Ma questa è antropologia.
Ecco allora che da sempre questa regione geografica ha attirato grande interesse, culture e popoli diversi, mescolandoli in un
insieme che è ancora in evoluzione. Tante le cose buone, ma probabilmente altrettanto quelle meno buone, e così ci troviamo oggi
a parlare di noi sperando che il futuro ci ridia quello che un tempo
sognavamo: “il grande lago”.
Il Garda nella storia
Ma per essere tale questa realtà va salvaguardata, tutelata, migliorata e spesa. Spesa bene, naturalmente.
Basti pensare all’interesse che questo bacino ha suscitato nel corso dei secoli, quando addirittura i Gonzaga di
Mantova, da sempre affascinati dal Garda, per raggiungere Maderno, dove in posizione panoramica nel XVII secolo
fecero erigere un sontuoso palazzo con annessa palazzina
chiamata per l’appunto del “Serraglio”, tutt’ora esistente,
circondata da un parco, maestosa al punto tale che Gabriele d’Annunzio, prima di acquistare Villa Cargnacco a
Gardone Riviera, oggi il Vittoriale degli Italiani, aveva tentato di acquistarla.
Il Golfo di Maderno
Mantova, Curtatone, Goito in barca
e in bicicletta, lungo percorsi suggestivi
Expo ed il futuro del Lago
Ma per conoscere questa bellissima regione, capirla e assaporarla,
bisogna poterla raggiungere, visitarla, insomma consentire a tutti di
godere delle sue bellezze. Si pensi che i Gonzaga per raggiungere il
Serraglio risalivano il Mincio con barconi sino a Peschiera e da qui
sino a Maderno. Quello che prima o poi dovremo riscoprire per godere appieno di questi stupendi paesaggi.
Parlando con l’amico Bruno Marelli nel commentare l’articolo dell’ultimo numero dal titolo “Garda come Lochness?”, è stato fatto un
parallelo tra le aspettative auspicate in quel testo ed Expo 2015, con
tutte le potenziali possibilità per far conoscere questo territorio in
occasione di questo evento.
Se quindi la ricerca scientifica è auspicabile per suscitare interesse e
conoscere ciò che ancora ignoriamo, bisogna riscoprire ciò che è già
noto. Per fare questo bisogna valorizzare tutte le risorse, prima tra
tutte le vie d’acqua, ma non solo.
“Il Segno italiano,
moderno per tradizione”
Scuola paritaria cattolica
a cura della Scuola “E. Medi”
L’Istituto “Enrico Medi” a Parma per il Convegno
su editoria e design organizzato
dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori
Secondo appuntamento per gli alunni del Liceo Enrico
Medi di Salò con l’Osservatorio Permanente Giovani
Editori. Dopo il successo del Convegno “Crescere tra
le righe”, tenutosi a Siena nella primavera 2013, al quale un gruppo di studenti di varie classi del nostro Istituto aveva partecipato grazie all’apprezzato contributo
al progetto “Il Quotidiano in classe”, anche quest’anno
il nostro lavoro è stato premiato con l’invito al nuovo
convegno di Parma: un incontro tra gli studenti italiani e alcuni degli
esponenti più in vista del
mondo del giornalismo,
dell’editoria, dell’imprenditoria e del design.
A fare da cornice all’evento
il prestigioso Teatro Regio,
sul cui palcoscenico si sono
alternati i relatori, moderati
dall’editorialista del “Corriere della Sera” Dario Di Vico
e letteralmente assediati
dalle numerose domande
della giovanissima platea.
Un Convegno pensato e realizzato in omaggio ad un illustre parmigiano di adozione, Giambattista Bodoni, tipografo e stampatore che ha segnato la storia dell’editoria
italiana, inventando l’omonimo carattere (il “bodoni”,
appunto), tra i più utilizzati ancora oggi. Proprio la riflessione sull’innovazione apportata in campo tipografico da
quest’ultimo, il quale ha saputo come nessun altro prima
di lui coniugare nella stampa precisione e ricercatezza,
chiarezza e praticità, ha dato l’avvio ad una discussione
più ampia sul valore del prodotto artigianale italiano, sul
cosiddetto “made in Italy” e sull’attenzione alla qualità
che deve caratterizzare, non solo i beni materiali, ma anche il mondo dell’informazione.
Ricetta per il futuro
Facendo dialogare passato e presente, tra
retrospettive sulle eccellenze di ieri e proposte
di valorizzazione e di rilancio dei talenti di oggi,
i relatori hanno presentato la loro ricetta per
il futuro del nostro Paese, che sembra talvolta
aver paura della novità e del cambiamento.
Dal pluripremiato designer italiano Massimo
Vignelli, a Paolo Barilla, vice presidente
dell’azienda simbolo del “made in Italy”, fino alla
giovanissima type and graphic designer Marta
Bernstein, nessuno sembra avere dubbi sul fatto che, per superare
le difficoltà di questi anni e riuscire finalmente ad imboccare la strada
della ripartenza e del successo, sia necessario che alle giovani
generazioni non manchino coraggio e determinazione. I puntuali e
sempre intelligenti interventi della platea di studenti lasciano ben
sperare in questo senso. Incalzati dalle domande, talvolta anche
provocatorie, ma sempre acute e ben ponderate, il direttore del
“Corriere della Sera“ Ferruccio de Bortoli e il Direttore Generale della
Rai Luigi Gubitosi hanno sottolineato l’importanza di un’informazione
e di un intrattenimento di qualità, che si adatti alle esigenze dei più
giovani e alle nuove modalità di fruizione dei dati. Sempre apprezzato
l’intervento degli ospiti internazionali, questa volta ben rappresentati
da Marcus Brauchli, Vice Presidente del “The Washington Post”,
quotidiano statunitense tuttora stampato in carattere “postoni”,
nient’altro che una reinterpretazione del tradizionale “bodoni”.
Nuova esperienza
Padroni di casa, l’amministratore delegato e il direttore della Gazzetta di Parma hanno
ripercorso la storia di quella che nel ‘700 veniva definita una “petite capitale”, una
cittadina ricca di storia, ma aperta alle novità, della quale gli studenti hanno avuto un
piccolo assaggio proprio grazie a questo convegno. Un’esperienza che ha arricchito
il bagaglio culturale dei ragazzi selezionati e delle due docenti che hanno avuto
l’opportunità di partecipare a questa due giorni: una parentesi nella quotidiana vita
scolastica, che è stata anche occasione di dialogo e di confronto tra due generazioni,
per cercare un punto d’incontro e porre le basi per una costruttiva collaborazione. I
nostri studenti sentono sempre più pressante la necessità di fondare su nuovi e più
positivi valori la società del domani ed è quindi giusto che ad essi sia riservata la
possibilità di essere sempre di più protagonisti del cambiamento.
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Cinema teatro Cristal
La Traviata
“Libiamo né lieti calici” e “Parigi o cara” hanno riempito con le loro
melodie la sala del Cristal nella serata di Santo Stefano, evento che
vede da anni la “Junior Band” e l’Orchestra di Fiati “Gasparo Bertolotti” di Salò impegnate a regalarci una serata da ricordare. L’appuntamento del 26 dicembre 2013 è sicuramente destinato ad essere ricordato negli anni futuri in quanto abbiamo assistito ad uno spettacolo
che merita tutto il nostro plauso.
L’introduzione è stata fatta dalla Junior Band di Salò diretta dalla Maestra Chiara Turati che ci ha proposto “Jubilations”, poi due brani tratti
dai musical “Il Fantasma dell’Opera” e “Grease” per concludere con
il brano natalizio “Away in a manger”. L’Orchestra di Fiati diretta dal
Maestro Andrea Oddone ha dato poi esecuzione alla “TRAVIATA” di
Giuseppe Verdi resa in versione di concerto con selezione di brani
dall’opera mediante impiego di voce recitante, soprano, tenore e baritono.
Violetta (soprano) era interpretata da Giulia MIJ, Alfredo (tenore) da
Byeong Jun Park mentre Germont, padre di Alfredo (baritono) era affidato a Chen Qi. La voce recitante era quella di Antonio Carli. L’impiego della voce recitante ha pienamente raggiunto lo scopo di fornire
allo spettatore una visione completa dell’opera verdiana agendo da
collegamento i vari brani musicali ed assicurando loro la continuità.
Se si pensa che la prima rappresentazione dell’opera al Teatro “La Fenice” di Venezia nella data del 6 marzo 1853 si rivelò un sonoro fiasco,
i successi che vennero dopo quella serata infausta hanno reso piena
giustizia all’impegno di Giuseppe Verdi e del librettista Edoardo Maria
Piave profusi nell’opera. Del resto le emozioni che gli spettatori hanno
provato ascoltando quanto l’Orchestra a Fiati e gli artisti ci hanno proposto nella serata di San Silvestro evidenziate dai continui applausi a
scena aperta dimostrano quanta presa abbia sul pubblico la vicenda
della “Signora delle Camelie” nata dalla feconda fantasia creativa di
Alexandre Dumas figlio.
L’Orchestra a fiati con l’esecuzione dei brani per sola orchestra quali
i preludi e gli altri, unita alla costante funzione di accompagnamento
delle parti cantate e il legame tessuto dalla voce recitante hanno continuato la tradizione di successi che l’opera verdiana riscuote ovunque venga rappresentata. Abbiamo considerato “La Traviata” come
nostra ed in questo il Maestro Verdi aveva visto giusto considerandola
opera “popolare” unitamente al “Rigoletto” e al “Trovatore”.
Il Presidente Mauro Salvadori ha parlato della “Traviata” affidata
all’Orchestra di Fiati come di un “esperimento”. Si è trattato di un
esperimento perfettamente riuscito.
Lamberto Dondio
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Martedì 4 febbraio 2014
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Tornano gli anni ottanta, molto sapore di sale,
torna la grande commedia italiana. Classico.
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oiché l’annunzio del Vangelo costituisce
sempre l’apice della liturgia della Parola, la
tradizione liturgica sia orientale che occidentale ha sempre fatto una certa distinzione fra i
libri delle letture. Il libro dei Vangeli veniva infatti preparato e ornato con la massima cura,
ed era oggetto di venerazione più di ogni altro
libro destinato alle letture.
Un libro liturgico
La centralità del libro dei Vangeli nella vita della Chiesa è, in effetti, attestata con chiarezza
cristallina dal singolare posto di onore che nella celebrazione eucaristica è ad esso riservato.
- fin dall’inizio, l’Evangeliario accompagna la
processione dei ministri, verso l’altare che costituisce il centro dinamico cui tende l’intera
celebrazione: non a caso, durante la liturgia
della Parola, il libro dei Vangeli rimane deposto
proprio sopra la mensa;
- la proclamazione evangelica giunge sempre
al vertice della liturgia della Parola: le tradizioni liturgiche di oriente e di occidente sono
concordi nel lasciare per ultima quella parola
che, insieme alle parole evangeliche di Cristo
nell’ultima cena, illumina il senso delle Scritture;
- la lettura del Vangelo è affidata per quanto è
possibile ad un ministro particolare, il diacono,
ed è accompagnata da preghiere particolari di
benedizione e di supplica che precedono e seguono la lettura;
- la proclamazione evangelica è inoltre accompagnata da speciali gesti di venerazione
da parte dei ministri e dell’assemblea tutta: la
processione con lumi e incensi, il bacio e i segni di croce tracciati sul libro e sul corpo dei
fedeli, l’ascolto in piedi, i canti e le risposte di
acclamazione;
- infine, da sempre si è dedicata una cura
speciale per la bellezza e la preziosità del libro liturgico dei Vangeli, distinto dal Lezionario
riportante le altre letture.
Uno dei frutti più importanti della Costituzione conciliare “Sacrosanctum
Concilium” e della riforma liturgica da essa ispirata è senza dubbio la riscoperta dell’importanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa. Il ripristino
della liturgia, quale parte integrante di ogni celebrazione liturgica, è fondato
sulla consapevolezza che “è Lui che parla, quando nella Chiesa si legge la
sacra Scrittura”.
Da qui l’invito ad una lettura della Scrittura più abbondante, più varia e meglio scelta, che ha portato a distribuire praticamente l’intero testo dei quattro
Vangeli nel ciclo festivo
triennale e nel ciclo feriale annuale. La ripresa
dell’uso tradizionale di
distinguere, nei riti pontificali, il libro dei Vangeli
dal libro delle altre letture
si allarga finalmente al
modello rituale di ogni
celebrazione eucaristica
festiva, che prevede – almeno “nelle parrocchie
e nelle chiese più grandi
e più frequentate” - un
libro a parte, intorno al
quale si concentra una
ricca e variegata ritualità.
La richiesta di un Evangeliario “splendidamente
ornato” non è concessione alle esigenze estetizzanti del cerimoniale solenne, ma espressione della
sua funzione rituale: quella di essere “segno e simbolo di realtà superiori”,
capace di “suscitare negli ascoltatori il senso della presenza di Dio che parla
al suo popolo”. Per questo si richiede esplicitamente che i libri dai quali si
desumono le letture della Parola di Dio siano davvero degni, decorosi e belli.
La Parola si scriva in noi
La varietà degli utilizzi dell’Evangeliario costituisce un invito rivolto a tutte le comunità cristiane perché esprimano, attraverso segni e simboli eloquenti, l’importanza di
un ascolto attento e perseverante della parola di Cristo, perché la Parola “compia la
sua corsa e sia glorificata”. La Parola che si è fatta persona, nella carne del Figlio e
libro, nel corpo delle Scritture evangeliche, compia la sua corsa nel corpo della Chiesa, chiamata a diventare una lettera di Cristo, scritta non con inchiostro, su tavole di
pietra, ma con lo Spirito di Dio, sulle tavole di carne dei cuori (2 Cor 3,3).
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Musica e Canto
a cura di Lamberto Dondio
La Chiesa di San Bernardino
ricorda
Ferdinando Bertoni
Papa Francesco, dopo l’enciclica sulla fede,
Lumen fidei, alla fine del novembre scorso, ha
consegnato alla Chiesa un nuovo documento dal
titolo Evangelii gaudium che tradotto in italiano
suona la gioia del vangelo. Per essere precisi, si
tratta di un’esortazione apostolica che fa seguito
ai lavori del Sinodo dei Vescovi celebrato nell’ottobre del 2012 sulla nuova evangelizzazione.
È importante sottolineare come il Papa, non solo
riprende quanto i Vescovi hanno detto sul tema
dell’annuncio del Vangelo, ma presenta le linee
del programma del suo pontificato. Mi spiego: di
solito il nuovo Pontefice, a pochi mesi dall’elezione, nella sua prima enciclica tratteggia il programma della sua azione pastorale. Non è stato
Nella serata di Domenica 8 dicembre l’organo della Chiesa di San Bernardino ha fatto sentire
la sua voce affidato alle mani esperte della Prof.ssa Maria Cecilia Farina. Il concerto era inserito
nell’ambito del programma “Itinerari Organistici Bresciani”, che ha lo scopo di valorizzare gli
organi presenti nelle Chiese della nostra provincia affidandoli alle mani di esperti esecutori
creando apposite serate artistiche.
L’organo della Chiesa di San Bernardino è stato costruito dalla Ditta Inzoli Cav. Pacifico nel
1879 ed è stato restaurato nel 2008 dalla Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico di Bonizzi F.lli.
Si sviluppa su 1116 canne con tastiera di 58 tasti e pedaliera originale a leggio di 17 pedali,
più Terzamano, Campanelli e Rullante.
Le musiche e l’esecuzione
Il programma della serata era stato concepito per presentare al pubblico un grande
musicista nostro concittadino, Ferdinando
Bertoni (1725-1813), del quale abbiamo
parlato recentemente su “IL DUOMO” e
della sua scuola, poiché Bertoni fu anche
un notevole insegnante.
Maria Cecilia Farina, docente presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano è notevolmente impegnata nell’attività concertistica quale organista e clavicembalista, oltre che curare l’esecuzione del programma
con notevole maestria, ci ha guidato con le
sue presentazioni dei brani, lungo gli anni
del soggiorno veneziano di Bertoni e della
sua scuola inquadrandone i tempi e gli stili
musicali. Il titolo del programma era infatti:
“Ferdinando Giuseppe Bertoni da Salò: il
suo tempo e la sua scuola”.
Tutti gli autori le cui musiche sono state eseguite nella serata appartenevano
all’ambiente musicale “veneziano” e molti
sono stati allievi di Ferdinando Bertoni. Suo
allievo fu Giovanni Battista Grazioli nato a
Gargnano nel 1747. Attratto dai miti della
scuola veneziana si recò nella città lagunare ove si perfezionò con Bertoni e divenne
secondo organista della Basilica di San
Marco per diventarne poi primo organista
quando Bertoni divenne maestro di cappella. Rimase sempre a Venezia ove morì nel
1820. Andrea Luchesi (1741-1801) ha sicuramente risentito dell’influenza e dei contatti che ha avuto con Ferdinando Bertoni
anche se alcune pubblicazioni non lo citano
fra i suoi allievi; di certo le sue composizioni
sono nate nel contesto della scuola veneziana.
Un notevole allievo di Bertoni è stato sicuramente Giovanni Simone Mayr (17631845) ove Giovanni Simone sta per Johann
Simon dato che era nato nei pressi di Ingolstadt in Germania. Ma la traduzione italiana del nome è sicuramente appropriata in
quanto egli visse molti anni in Italia a Venezia e principalmente a Bergamo ove concluse la sua esistenza. Nel caso di Giovanni
Simone Mayr l’incontro con Bertoni fu decisivo per la sua carriera in quanto avvenne
in un momento non certo felice per la sua
esistenza ove era deciso ad abbandonare
l’Italia.
Il musicista era venuto a Bergamo nel
1789 per perfezionarsi frequentando i corsi
di Carlo Lenzi, maestro di cappella della
Basilica di Santa Maria Maggiore. Evidentemente insoddisfatto del suo percorso di
studi voleva tornarsene in Germania ma il
L’esortazione apostolica
“Evangelii Gaudium”
di Papa Francesco
Le proposte di Papa Francesco
Conte Pesenti lo convinse a rimanere e lo
indirizzò alla scuola veneziana ove incontrò
Ferdinando Bertoni. Questo incontro, oltre
che importante per il suo perfezionamento
gli fece conoscere il mondo del teatro italiano, dell’opera e della musica sacra. Da quel
momento la produzione artistica di Mayr
prese il volo è diventò uno dei grandi compositori di opere e di musica sacra oltre che
docente. Gaetano Donizetti fu suo allievo a
Bergamo ove si ritirò negli ultimi anni della
sua esistenza dando un notevole impulso
alla vita musicale della città.
Di Ferdinando Bertoni e di tutti gli autori citati sono stati eseguiti nel corso del concerto, uno o più lavori. Trattandosi di “ambiente
veneziano” non potevano mancare nel programma Benedetto Marcello (1686-1739) e
Baldassarre Galuppi (1706-1785) dei quali
sono stati eseguiti brani di notevole rilievo
e così sicuramente il pubblico presente ha
tratto dalla serata così completa un sicuro
apporto culturale grazie a Maria Cecilia Farina e all’organo di San Bernardino.
Papa Francesco al n. 17 dice: «ho scelto di proporre alcune linee che possano incoraggiare
e orientare in tutta la Chiesa una nuova tappa evangelizzatrice, piena di fervore e dinamismo.
In questo quadro […] ho deciso, tra gli altri temi, di soffermarmi ampiamente sulle seguenti
questioni:
a) La riforma della Chiesa in uscita missionaria.
b) Le tentazioni degli operatori pastorali.
c) La Chiesa intesa come la totalità del Popolo di Dio che evangelizza.
d) L’omelia e la sua preparazione.
e) L’inclusione sociale dei poveri.
f) La pace e il dialogo sociale.
g) Le motivazioni spirituali per l’impegno missionario».
Questi punti, che costituiscono l’ossatura dell’esortazione apostolica, non sono una novità,
sono un richiamo ormai consueto e familiare di Papa Francesco ad un’autentica vita e testimonianza cristiana, come consueto e familiare è un passaggio pungente con il quale ci
rimprovera: «Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in
mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore… Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che
generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico.
Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!»
(n. 84). Ritengo utile una seconda osservazione per capire ulteriormente il testo. Faccio riferimento non tanto al contenuto, ma quanto al modo con il quale il contenuto è presentato: l’entusiasmo che ha conquistato il mondo intero al Papa lo troviamo pari, pari in queste pagine.
È fuori discussione che Papa Francesco sia un uomo entusiasta, basta vederlo. È entusiasta
di essere cristiano, di essere vescovo, di essere pastore. È un uomo contento. Non dice cose
straordinarie, ma la gioia con la quale comunica è come una ventata d’aria fresca che tempra
e ti permette di respirare a pieni polmoni. C’è in lui un’innata giovinezza dello Spirito.
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così per Papa Francesco, il quale, con intelligenza e spirito di umiltà, ha fatto suo il lavoro di Benedetto XVI di riflessione circa il tema della fede
arricchendo il testo dell’enciclica Lumen fidei
con alcune aggiunte.
È quindi possibile affermare che con la Evangelii gaudium, in un certo qual modo, il Papa
presenta quali sono gli aspetti della vita della
Chiesa che desidera condividere con noi cristiani nella riflessione, e tradurre in azione pastorale.
Quest’osservazione non è un dettaglio secondario, bensì ci consente di avere ben chiaro il contesto che ci fa comprendere alcune urgenze care
al Papa, quali, per citarne una a modo di esempio, le periferie esistenziali della povertà.
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Essere cristiano
L’entusiasmo di Papa Francesco nasce dalla gioia di essere cristiano. Il Papa ci vuole contagiare.
Infatti, le parole con le quali inizia l’esortazione
apostolica possono essere considerate come un
accenno garbato a quella che è la sua esperienza
di vita cristiana che vuole condividere con noi: «La
gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di
coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si
lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato,
dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.
Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» .
Un’ultima osservazione: la gioia di cui parla Papa
Francesco non va confusa, o peggio ancora, identificata con la spensieratezza.
L’annuncio del Vangelo è un impegno esigente.
Impegno sostenuto, dice Papa Bergoglio, dalla
certezza «che l’iniziativa è di Dio, che “è lui che
ha amato noi” per primo (1 Gv 4,10) e che “è Dio
solo che fa crescere” (1 Cor 3,7). «Questa convinzione – sono sempre le parole di Papa Francesco
– ci permette di conservare la gioia in mezzo a un
compito tanto esigente e sfidante che prende la
nostra vita per intero. Ci chiede tutto, ma nello
stesso tempo ci offre tutto».
In conclusione, è lo stile di Papa Francesco il miglior commento alla sua esortazione apostolica
sulla gioia del vangelo. Ciò che chiede e indica alla
Chiesa lo vive per primo fino in fondo.
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Accade a Salò e dintorni
Tavina:
un’altra mancata adozione
Saltato l’accordo. Il progetto Tavina, la più imponente operazione urbanistica mai programmata a Salò, è stato bocciato per la
seconda volta dal Consiglio comunale il 12 dicembre, come era
già successo in luglio. A questo punto, ogni decisione è demandata a chi vincerà le prossime elezioni. Eppure sembrava che
questa potesse essere la volta buona. In ottobre la maggioranza
del sindaco Botti e i 5 consiglieri d’opposizione del Gruppo Misto avevano siglato un accordo, sulla base dei contenuti delle
convenzioni urbanistiche. Ma non è bastato. Il Gruppo Misto ha
votato contro (in seguito ad alcune novità emerse dopo la sottoscrizione dell’accordo), così come le altre minoranze. Risultato:
10 favorevoli (la maggioranza, orfana di un voto per questioni di
incompatibilità) e 10 contrari. Sul mancato rispetto dell’accordo pesa soprattutto la diversità di vedute sulle opere pubbliche
da realizzare nell’ambito dell’operazione: per la maggioranza un
centro sportivo-sanitario legato al tema acqua nel quartiere Tavina, per il Gruppo Misto il restauro del teatro comunale.
Le dimissioni del presidente
del Consiglio comunale
Che la mancata adozione del Piano Tavina potesse generare ripercussioni politiche era prevedibile. Infatti all’indomani del concitato Consiglio comunale del 12 dicembre il presidente dell’assemblea consiliare, Gualtiero Comini, ha rassegnato le proprie
dimissioni. «Lo svolgimento del Consiglio comunale sulla Tavina
- scrive Comini - con fasi così concitate, che hanno reso quasi
impossibile il regolare svolgimento del Consiglio medesimo, e
con accuse che volavano dai banchi dei consiglieri gli uni contro
gli altri scagliati, mi hanno reso convinto che a partire da Roma
e via via scendendo a livello di consigli regionali, provinciali e
comunali, la diatriba politica ha trasceso ogni limite di decenza».
Per Comini «le diatribe personali hanno preso il sopravvento sulla ricerca del bene comune».
Un giardino
per ricordare l’ing. Cozzaglio
Salò ricorda il progettista della Gardesana. La Giunta municipale ha deliberato di intitolare all’ing. Riccardo Cozzaglio (Brescia
1895 - Gardone Riviera 1965) il giardino «ex Hotel Splendid»,
PIZZERIA - GELATERIA
a cura di Simone Bottura
area verde affacciata sulla passeggiata a lago «Antiche Rive» e
recentemente tornata, dopo un lungo contenzioso, nella disponibilità del Comune, che ne ha fatto un piccolo parco pubblico.
Che ora ha anche un nome. L’ing. Cozzaglio fu il progettista del
tratto altogardesano della Gardesana Occidentale, spettacolare
strada che all’inaugurazione, nel 1931, fu denominata da d’Annunzio «Il Meandro» per la sinuosità del suo tracciato. «L’ing.
Cozzaglio - si legge nella delibera - ha consentito la realizzazione
della Gardesana Occidentale, una “via scolpita nel lago”, come
da lui definita, di fondamentale importanza negli anni a venire
per il potenziamento turistico, nonché trait d’union fra i comuni
della sponda bresciana del lago».
Un defibrillatore automatico
in pattuglia
Il dispositivo salvavita è in dotazione alla Polizia Locale salodiana dal 18 dicembre. L’iniziativa è promossa dal Lions Club di
Desenzano che, per mano del presidente Paolo Borghesani, ha
consegnato al sindaco Barbara Botti e al comandante dei vigili
Stefano Traverso un defibrillatore automatico di ultima generazione. Perché coinvolgere i vigili? Perché, spiega Traverso, «rileviamo l’85% degli incidenti che si registrano a Salò e spesso,
visto che presidiamo il territorio dalle 12 alle 18 ore al giorno,
arriviamo prima del personale sanitario». La Polizia locale salodiana, una delle prime in Italia a dotarsi di tale attrezzatura, potrà
così svolgere un ruolo decisivo nel rendere più veloci le operazioni di primo soccorso, nel corso delle quali lo scarto di pochi
secondi può valere una vita.
Una Pigotta per i nuovi salodiani
Una «Pigotta» per ogni bimbo nato a Salò nel 2013. L’ha consegnata nei giorni scorsi il vicesindaco Stefania Zambelli. I
destinatari del dono sono i 48 nuovi salodiani, 29 maschi e 19
femminucce, iscritti all’anagrafe nel corso del 2013. Le Pigotte
erano, in dialetto lombardo, le bambole di pezza del dopoguerra;
oggi sono le bambole dell’Unicef, uniche e irripetibili, realizzate
a mano da nonni, genitori e bambini di tutt’Italia. Ogni Pigotta
apre un cerchio di solidarietà che unisce chi l’ha realizzata, chi
l’ha adottata e il bimbo che, grazie all’Unicef, verrà inserito nel
programma di lotta alla mortalità infantile. Il Comune di Salò ha
contribuito a sostenere il progetto Unicef con un contributo di
500 euro.
La RADIO DUOMO
della Parrocchia di Salò
AL MOLO
FM. 90,7 Mhz
Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs)
Ascoltiamo e
partecipaimo alle
iniziative che vengono
proposte in radio!!!
di CIFALÀ ANTONINO
tel. 0365 521006
20
ONORANZE FUNEBRI
ZAMBONI
OMAR SANTO
SERVIZI FUNEBRI COMPLETI
SALÒ Via Garibaldi n. 96
telefono: 0365 41741
Radiotelefono 337421728
ANNUS MIRABILIS
Anno di miracoli
Alla sera del terzo giorno
a cura di Bruno Marelli
Questo è un periodo di grandi cambiamenti...
Speriamo in meglio, perché quel che non cambia, tende a peggiorare...
Far finire le cose
Todo Cambia -Tutto cambia
“Il paese cambia ogni giorno,
è pieno di gente che cambia;
è un paese che, preso pezzettino per pezzettino, ha una
vocazione all’innovazione, alla
sperimentazione, al coraggio
incredibile.
Ma il paese è fermo.
C’è da importare nel sistema
paese una dinamicità, una disponibilità al rischio, una capacità di interpretare i fatti con
un certa velocità, che singolarmente gli italiani hanno e questo lo si può fare solo se gli italiani singolarmente decidono,
una volta per tutte, di essere
determinati, di avere il piacere
di far finire le cose.
scritta da Julio Numhauser,
poeta e musicista cileno.
Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo
.......
cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
.......
E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.
Alessandro Baricco
Rinascimento
contemporaneo
P
roviamo per un attimo a ripensare a
come eravamo un anno fa, all’inizio
del 2013 e come stiamo ora. Stiamo certamente peggio di allora, questo è sicuro,
ma è anche evidente che molte cose sono
migliorate nel frattempo e di parecchio. Il
cambiamento ha attraversato luoghi dove
nulla mutava da decenni e il cambiamento
è entrato a larghi passi, con energia e forza,
ha riportato entusiasmo dove c’era disorientamento e apatia, emozioni dove c’era
stanchezza e disillusione.
Dobbiamo allora riconoscere che il cambiamento non solo è possibile ma appare
perfino semplice, anche quando sappiamo
che semplice non lo è davvero.
Ma cosa è che determina il cambiamento, o
detto in altro modo, come avviene che ciò
che è immutabile si trasforma e ciò che è
immobile si anima? Un po’ è il segno dei
tempi; come dice Victor Hugo “Si resiste
all’invasione degli eserciti, ma non si resiste all’invasione delle idee. Non c’è nulla al
mondo di così potente come un’idea quando la sua ora è giunta”.
L’ora evidentemente era giunta e da molto
tempo, nelle sante stanze del Vaticano.
Ma serviva un uomo che si facesse carico
di mettere su di sé la fatica che serve per
cambiare. Così da marzo dello scorso anno,
quasi ogni giorno ci siamo stupiti a leggere
le cose che Papa Francesco ci dice, parole
che dovrebbero essere assolutamente normali e infatti lo sono, ma diventano potenti,
rivoluzionarie, solo perché nessuno aveva
mai osato pronunciarle prima di lui.
L’ora evidentemente era giunta anche di là
dal Tevere, tra il grande e variegato popolo
cristiano, che finalmente sente, io credo, di
appartenere a una fede che ha una parola
di verità da presentare al mondo, che esiste
e opera non in virtù di una storia millenaria,
con lo sguardo inchiodato al proprio passato, ma che sa essere ben presente nell’oggi. Una Chiesa che vuole essere davvero
missionaria non può che essere nel presente, nell’oggi, perché qui sono i bisogni a cui
deve una risposta. E anche questo è, o dovrebbe essere, un concetto ovvio.
Ora però c’è una nuova energia che percorre il resto del Paese. Non diversamente
dalla Chiesa Romana, anche la politica romana, e più in generale italiana, sta vivendo ora giorni di grande sommovimento.
Un cambio rapido, in gran parte inatteso,
generazionale ma non solo; di passo, di
idee, di determinazione. E oggi Roma e
l’Italia sembrano pervase da una voglia di
cambiamento che potrebbe presagire la
fine di un periodo lungo e buio che stiamo attraversando e che ci sta portando alla
disgregazione, come paese. Tutto avviene
in fretta, anche in modo confuso. Eppure
mai la politica è cambiata così in profondità
come adesso.
A Roma e non solo; l’ora era giunta anche
qui da noi in Lombardia. Sembrava che
il potere fosse saldamente nelle stesse
mani, da decenni, mani troppo abituate ad amministrare la cosa pubblica con
spregiudicatezza e arroganza. Ora invece
quel potere è passato di mano e chi prima
comandava e spadroneggiava ora appare
destinato a un rapido oblio.
E per la prima volta, lo voglio sperare davvero, il nuovo sembra essere migliore, più
motivato, più incisivo del vecchio.
Tutto questo è accaduto in un solo anno.
Ora sta a noi scegliere come vogliamo
essere, dove vogliamo stare mentre tutto
questo sta accadendo attorno a noi.
Nella Chiesa, come nello Stato, nella
Regione o nel Comune come nella via in
cui abitiamo, siamo uomini e donne che
hanno la possibilità di incidere sulle cose
che accadono, sulle scelte che si prendono. Il nostro potere è piccolo, nulla possiamo se non insieme agli altri.
Ma non è tempo questo di alibi. Come insegna l’esempio di Francesco questo è il
tempo per uomini e donne che operano
per il cambiamento, con coraggio e fede.
Il cammino è appena iniziato e basta un
niente perché tutto si fermi nuovamente o
prenda la via sbagliata. Non lasciamo che
questo avvenga per la nostra pigrizia.
21
Invito alla lettura
22
a cura di Nerina Lugli
Lo so benissimo di utilizzare indegnamente un titolo
leopardiano: a mia giustificazione avanzo timidamente l’orgoglio di portare
un nome di battesimo reso
immortale dal sublime
canto d’amore del poeta che condensa nei suoi
versi una stupenda storia
di sentimenti profondi. A
mia discolpa penso possa avere valore la lunga
consuetudine con il poeta
Leopardi e con quei versi
immortali che costituiscono un prezioso patrimonio
culturale.
Q
uesta lunga premessa personale
per tirar giù dagli scaffali un testo
particolarmente prezioso che riguarda
la tormentata biografia di una bravissima collega a cui sono stata (e continuo
ad esserlo) profondamente debitrice.
Ecco il titolo: Chi insegna a chi?
Ed. Einaudi 1972 – che già in copertina dichiara di raccogliere casi di
repressione nei confronti di insegnanti
che personalmente hanno vissuto la
professione nel tentativo di impersonare un’istanza di trasformazione nella
scuola.
A spingermi a riprendere in mano questo libro è stato innanzitutto il legame
professionale che non cessa mai di
coinvolgermi, ma anche il grande spazio che vi si dedica alla figura di una
docente che ho molto stimato e della
cui biografia professionale tormentata si parla qui in modo approfondito:
la prof. Margherita Marmiroli, laureata
all’Università Cattolica di Milano e responsabile del fatto che io in queste
mattine mi alzi molto presto per assistere al… “miracoloso” sorgere del
sole sul lago di Garda. Coltissima ed
innovatrice come docente, fu lei a segnalare il mio nome all’Istituto S. Orsola di Salò, essendo a conoscenza
del fatto che io, laureata a Bologna e
disoccupata intrattenevo in una cano-
-
Le ricordanze
Anno nuovo,
vita nuova
Altre note...
a cura di Giancarlo Giacomuzzi
U
L’un fu tutto serafico in ardore,
l’altro per sapienza in terra fue
di cherubica luce uno splendore.
(Paradiso C. XI v. 37.39)
nica di un piccolo paese del reggiano
degli allievi che non potevano recarsi alla scuola media, troppo lontana,
quindi irraggiungibile. Così, grazie a
Lei iniziò la mia professione che, dopo
il matrimonio, vide me e mio marito
abbandonare il luogo natio per diventare “lombardi”. Questa premessa è
finalizzata a sottolineare momenti particolari della vita e della professione.
Con grande curiosità ho affrontato una
lettura giunta alla ribalta in questi giorni con successo, favorito anche dalla
presentazione televisiva. Si tratta di:
“L’utilità dell’inutile – Manifesto” - Ed. Bompiani, dl Nuccio
Ordine, professore ordinario di Letteratura Italiana nell’Università della Calabria, noto per la sua produzione sia
in Italia che all’estero e rinomato per
vari riconoscimenti e premi. All’autore piace definirsi “un ragazzo del sud,
cresciuto in un mondo ostile, che saliva la mattina sul pullman degli operai
per arrivare al Liceo prima che suonasse la campanella e poi studiava greco e latino senza nessuno a casa che
potesse dargli una mano perché nato
in una casa senza libri”. Attraverso la
citazione dei grandi filosofi (Platone,
Aristotele… Montaigne…) e grandi scrittori (Ovidio, Dante, Petrarca,
Boccaccio….) intende dimostrare che
n augurio, un modo di dire ricco più di speranze
che di sicura certezza; confidiamo comunque in
un anno favorevole e buone cose a tutti. Una citazione
di Cicerone (ve la risparmio in latino) dice …nessuno è
tanto vecchio che non pensi di poter vivere ancora per
un anno ed io mi aggrappo a questa idea, ne condivido il pensiero, ma non il giudizio che inspiegabilmente
oggi si da al termine “vecchio” ritenuto così brutto da
insegnare ai nostri ragazzi che non si deve dire “vecchio” ma “anziano”.
Per me il termine resta bellissimo anche se molti di noi
cercano di lasciarlo alle spalle convinti da un programma
televisivo (canale Real Time) che con la chirurgia estetica
si possa inseguire l’eterna giovinezza. Nell’antichità si parlava di una “fonte della giovinezza” nel giardino dell’Eden
che ringiovaniva chi vi si immergeva, ma era solo una leggenda, in realtà gli antichi, che credevano nell’immortalità dell’anima spostavano il loro pensiero sul tema della
morte che sarebbe prima o poi sopraggiunta, ma che
una vita virtuosa aiutava ad accettare serenamente.
Sfida per restare giovani
l’ossessione del possedere e il culto
dell’utilità tanto di moda finiscono per
inaridire lo spirito: per questo la cultura, la scuola, l’università sono in crisi,
perché prevale, al posto della creatività e dell’arte la corsa all’affermazione, al profitto e alla carriera. Viviamo,
come comunità, dei giorni nei quali la
collettività soffre momenti difficili, che
ci addolorano e ci umiliano.
Dobbiamo riconoscere che gli autentici Maestri non si improvvisano, come
ci ha insegnato il domenicano padre
Muraro nelle sue riflessioni mattutine:
occorre innanzitutto porre noi stessi
con aperta disponibilità di fronte ai valori che intendiamo sostenere e ai quali
educare le nuove generazioni. Soltanto
quando ci saremo offerti con la totale disponibilità di un nuovo Adamo,
soltanto quando avremo sviluppato
nell’intimo un’autentica formazione
cristiana, grazie alle occasioni offerte nelle diverse situazioni di vita, potremo sentirci preparati a collaborare
con profitto all’educazione vera dei
nostri compagni di viaggio e, muniti di
un sicuro apparato culturale in grado
di permetterci e di indicare agli altri la
strada di una vita autentica e di camminare sulle orme del “serafico ardore”
di Francesco, illuminati dallo splendore
della “cherubica luce” di Domenico.
I
n questo nostro tumultuoso secolo che avanza è in corso una sfida per restare sempre più giovani e sembra
che la parola d’ordine sia apparire, apparire, solo apparire, dimentichi che in letteratura il patto di Faust e la figura di Dorian Grey nonchè nella filmografia l’ultimo film
“Target” del regista Zeldovich dimostrino quanto tutto
ciò sia effimero e illusorio. Eppure si continua a vedere la vecchiaia come una malattia che infastidisce, una
età da cancellare dal nostro calendario biologico, una
condizione che deve, al massimo, riguardare solo la vita
degli altri, senza ricordarci dei molti ragionamenti della
filosofia che, di filosofo in filosofo, concludono che l’invecchiamento e la trasformazione della nostra immagine
nel tempo sono un fattore inevitabile e centrale della no-
stra vita e che il volgere forzatamente la nostra attenzione in altre direzioni non aiuta a cambiare la nostra sorte.
Quanto ai giovani, sono solo capaci di riunirsi a crocchio
e di pensare a realizzare il proprio utile quotidiano lontani
dall’idea che la vecchiaia un giorno sarà anche loro.
Pochi pensano al suo lato positivo, a quanto ci può offrire
in risorse interiori mai utilizzate, in continui suggerimenti
di cominciare a vedere gli anni non come un susseguirsi
rigido di epoche (infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità), ma come un continuo scorrere di momenti di vita
dove ogni singolo momento ha un suo preciso significato. In Africa, e sappiamo quanto l’Africa è distante dalla
nostra cultura, un detto ricorda …un vecchio resta seduto e vede, un giovane sta in piedi e non vede nulla.
Sollievo finale
N
el riquadro, una breve lirica di Simonide di Ceo (556-467 a.C.), poeta
che visse il momento più glorioso della storia greca famosa la sua
lirica “Per i caduti alle Termopili”, nella quale ci parla, con il suo stile
chiaro e musicalmente dolce, della virtù, quell’inclinazione dell’animo ad
operare secondo il bene e il giusto.
Come conclusione la musica di Bedrich Smetana (1824/84) il caposcuola della rinascita musicale cèca, autore di quei nove poemi sinfonici (fra i
quali “La Moldava”), raggruppati sotto il nome di Má vlast - la mia patria.
Il suo monumento a Praga è proprio sulle rive del fiume Moldava che l’attraversa, a due passi dallo storico Ponte Carlo dove trovò l’ispirazione
per il suo Trio in sol minore per piano, violino e violoncello che compose
a trentun anni, opera tragica, a tratti elegiaca a tratti funebre, ma di sicuro impatto emotivo. Una figura importante quella di Smetana, tenace
assertore dei valori culturali e artistici nazionali che seppe trasfondere
nella sua musica, così come l’appassionato amore per il suo paese.
Narra la fama
che sopra rocce la Virtù dimori
difficili all’ascesa
e che d’agili ninfe un puro coro
velocemente a lei d’intorno danzi.
Non visibile agli occhi
dei mortali,
ma solo a chi affannoso sforzo nutra
dentro il suo cuore
ed al culmine giunga con coraggio.
23
Informazioni utili
SS. MESSE
DUOMO
• Prefestiva: ore 18.30
• Festive: ore 9.30
11.00 - 18.30
• Feriale: ore 18.30
GENNAIO 2014
Giovedì 9
Gita-pelleggrinaggio a Sotto il Monte e a Dalmine con collaboratori
Mercoledì 15
ore 20,45 in Oratorio Catechesi per gli adulti (7)
Venerdì 17
ore 20,45 Magistero per i Catechisti dei genitori
dal 18 al 25:
Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani
Sabato 18
ore 20,00 incontro gruppo A giovani famiglie
Domenica 19 ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Filippo e del primo anno
dell’I.C.F.R.
Mercoledì 22
ore 20,45 in Oratorio Catechesi degli adulti (8)
S. BENEDETTO - Muro
Giovedì 23
ore 20,30 in Duomo: incontro zonale spiritualità giovani
col Vescovo Luciano
• Festive: ore 7.30
Venerdì 24
ore 20,45 Magistero per tutti i catechisti
Sabato 25
ore 20,00 incontro gruppo B giovani famiglie
S. BERNARDINO
Domenica 26 ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Francesco
ore 15,00 a Roè Volciano incontro zonale gruppi Antiochia e 2 e 3 media
• Festive: ore 9.00 - 17.00
• Feriale: ore 9.00
Martedì 28
ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”
Mercoledì 29
ore 20,45 in Oratorio Catechesi degli adulti (9)
Giovedì 30
ore 20,30 in canonica: Animatori della Liturgia (3)
S. GIUSEPPE
Venerdì 31
ore 20,45 Magistero per i catechisti degli adolescenti
• Festive: ore 10.00
• Feriale: ore 17.30
(esclusi: giovedì e sabato)
FEBBRAIO
Domenica 2
GIORNATA PER LA VITA
Martedì 4
ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale
(don Busca e don Passeri)
Mercoledì 5
Ritiro presbiteri a Montecastello
Giovedì 6
ore 20,30 in canonica: Ministri straordinari dell’Eucarestia (2)
Preghiera e giochi in Oratorio
S. GIOVANNI
Solo feriale: ore 7.15
RENZANO
• Solo sabato: ore 18.00
Venerdì 7
Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati in casa
ore 20,45 Magistero per tutti i Catechisti
Domenica 9
ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi S. Paolo - S. Angela e S. Carlo
CAPPUCCINI
BARBARANO
Martedì 11
ore 18,30 S. Messa nella Chiesa di S. Antonio
ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale
(don Busca e don Passeri)
• Festive: ore 10.00 -17.00
• Feriale: ore 17.00
Venerdì 14
ore 20,45 Magistero per i Catechisti dei genitori
Sabato 15
ore 20,00 incontro gruppo A giovani famiglie
MONASTERO
DELLA VISITAZIONE
• Festive e feriali: ore 8.00
Domenica 16 ore 14,30 incontro per i genitori gruppi S. Giovanni Piamarta e S. Caterina
Martedì 18
ore 20,45 a Fasano: Scuola di preghiera per la zona Pastorale
(don Busca e don Passeri)
Giovedì 20
ore 20,30 in Canonica: incontro del C.P.P. (3)
Venerdì 21
ore 20,45 Magistero per tutti i Catechisti
IL DUOMO - n. 1 Gennaio 2014
Anno LXIII
- abb. annuo Euro 11,00
- una copia Euro 1,05
- abb. sped. postale Euro 30,00
Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale
- Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974
- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294
- Fotocomposizione del 7/1/2014 nella Canonica di Salò
- Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)
- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it
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