Signore conta su di me Cartella DI ANIMAZIONE 2013 documenti - riflessioni - testimonianze - proposte 1 sommario SIGNORE CONTA SU DI ME Chiesa ospite: Malawi www.missio.ch, ccp 17-1220-9 Il manifesto della campagna missionaria ci presenta alcuni aspetti significativi della realtà della Chiesa del Malawi. La foto è stata scattata a Chimpiya Nchalo, nella diocesi di Chikwawa il 28 novembre 2012; giorno in cui la comunità si è riunita per incontrare e conoscere i rappresentanti di Missio-Svizzera. Per potersi sedere, nel luogo dell'incontro: la chiesa che si vede sullo sfondo, senza porte né finestre, né tetto, né pavimento; era necessario che qualcuno provvedesse alle sedie. Con il sorriso e spirito di accoglienza una donna ha detto conta su di me. Questi gli elementi che hanno determinato l'evoluzione della campagna: - il sorriso e il gesto della donna che porta le sedie; - le persone presenti, rappresentative di tutte le fasce di età della famiglia; - la chiesa non terminata, segno di bisogno. Lo slogan Signore conta su di me è scaturito con tanta naturalezza come risposta di amore verso i più bisognosi. Foto: Missio, Brunner; Grafica: Stellwerkost Ottobre Missionario 2013 Lettera del direttore di Missio-Malawi 3 Messaggio di mons. Joseph Roduit 5 Malawi, cenni storico-geografici 6 La giornata missionaria mondiale 8 nella Svizzera italiana Signore conta su di me (riflessioni e testimonianze) 9 - la forza delle donne 10 - organizzazione delle parrocchie 12 - a gioia delle celebrazioni 14 - condivisione 16 - unità tra Chiesa, scuola e famiglia 18 Proposte di animazione per giovani e adulti 21 - immagini per la riflessione sul tema - gioco: le mie qualità - gioco: anagramma 22 - canzone «Conto su di te» - cartellone missionario con quiz - giornale murale Proposte di animazione per bambini e ragazzi 23 - incontro alla scoperta del Malawi e del tema 24 - incontro di catechesi 25 - progetto Infanzia-missionaria 26 - Curiosone e... una mano amica 27 - proposta di animazione in 5 punti 28 - giochi vari 29 Un CD pieno di...31 Padre nostro mimato 32 Modelli da fotocopiare 34 Cantori della stella 35 Grazie ai membri del gruppo di lavoro Missio della Svizzera italiana e a tutte le persone che hanno contribuito per la realizzazione di questa Cartella di animazione. Cari fratelli e sorelle in Svizzera, quando Missio mi ha chiesto di scrivere una lettera ai credenti del vostro paese per l‘ottobre missionario, ho pensato a diverse tappe della mia vita, perché se sono sensibile alla Chiesa universale non è soltanto perché sono il direttore di Missio nel Malawi. Lettera del direttore di Missio-Malawi Già da bambino ho potuto fare l’esperienza di Chiesa universale grazie all’incontro dei missionari venuti dall’Europa. Dopo aver fatto la prima comunione, sono diventato, a 8 anni, chierichetto in una delle comunità della nostra grande parrocchia diretta da un padre montfortano olandese. Una volta al mese quando veniva a celebrare la messa nella nostra cappella, gli andavo incontro con i miei compagni su per le colline, per circa 3 km. Nessuna formazione per i ministeri senza Missio All’inizio degli anni ’80 –quando non c’erano che due preti indigeni–, si realizzò l’idea, del nostro vescovo, di aprire un seminario minore, grazie al contributo ricevuto dalla casa di compensazione di Missio. All’età di 12 anni sono stato ammesso in questa scuola con 4 altri ragazzi della mia parrocchia. I costi per la frequenza non erano molto alti, ma hanno comunque richiesto un grande sacrificio ai genitori, perché ancora oggi nel Malawi l’85% della popolazione vive di un'agricoltura di sopravvivenza e ha ben poco denaro. A 17 anni, in occasione di un’ordinazione, ho capito che ero chiamato al presbiterato e due anni dopo sono entrato nel seminario maggiore. Dopo tre anni di filosofia, ho studiato quattro anni padre Michael Useni (al centro), direttore di Missio Malawi con la sua famiglia e il direttore di Missio, Martin Brunner-Artho. di teologia nel seminario di Saint Pierre a Zomba. È grazie agli aiuti ricevuti da Missio che ho potuto concludere i miei studi. Il 16 luglio 1995, 15 anni dopo la fondazione del seminario minore, il vescovo mi ha ordinato prete con un altro diacono. La cattedrale era troppo piccola quel giorno! Sapevo che le sfide del lavoro in parrocchia erano numerose. Me ne sono reso conto con la responsabilità di una sola parrocchia –Notre Mère des pauvres– che ho ripreso come primo prete autoctono dopo un padre irlandese di St. Patrick. Non è stato facile guidare da solo la parrocchia verso l’indipendenza dopo la presenza dei missionari europei. Ho svolto questa missione per circa 7 anni con 21 comunità; alcune distanti oltre 40 km. Sono riconoscente d’aver potuto fare queste intense esperienze parrocchiali sull’onda dei missionari europei, prima di essere nominato, nel 2008 direttore nazionale di Missio nel Malawi. 3 Mese della missione universale: raccoglimento e preghiera nel Malawi e in Svizzera Per me, è incoraggiante constatare che durante il mese dell’ottobre missionario in Svizzera e ovunque nel mondo tutti i credenti della Chiesa partecipano al finanziamento delle Chiese locali per renderle indipendenti. In questo modo conduciamo tutta la nostra Chiesa verso la piena autonomia. Vedere intensamente uniti nella preghiera comune i cristiani in Malawi e in Svizzera, quest’anno mi rallegra in modo particolare. Questa preghiera mi darà l’occasione per parlare sempre più della missione universale, di ricordare la nostra solidarietà reciproca e di incoraggiare i cristiani del mio paese. In comunione con la Chiesa universale padre Michael Useni direttore Missio Malawi TEMPO DI PREGHIERA La vita è espressione della fede: attraverso le opere, la testimonianza, la preghiera. Se la nostra comunità non avverte il bisogno della preghiera, allora possiamo dire che la nostra fede è zoppa. In Malawi hanno composto appositamente una preghiera per l’ottobre missionario. Siamo invitati a recitarla nelle nostre comunità in unione spirituale ai cristiani malawensi. Essa è distribuita con un piccolo dépliant che si può richiedere gratuitamente in segretariato. Può per es. essere recitata alla conclusione della Messa, all’inizio di un incontro o come preghiera personale durante la giornata, quale espressione di comunione con i credenti del Malawi. Un momento comunitario di preghiera può essere vissuto con la Veglia missionaria. Il testo-guida può essere richiesto in segretariato. 4 La fede: atto divino e umano messaggio di mons. Roduit Voi disprezzate il povero Nella lettera che ci è giunta e che possiamo leggere alla fine del Nuovo Testamento, l’apostolo san Giacomo ci dice. “Dio ha scelto quelli che agli occhi del mondo sono poveri, per farli diventare ricchi nella fede e dare loro quel regno che egli ha promesso agli uomini che lo amano”. Poi ci trasmette un insegnamento con il quale denuncia l’ipocrisia di chi si accontenta di belle dichiarazioni a proposito delle opere in favore dei poveri. E non ha paura ad affermare: “Voi disprezzate il povero!”. Descrivendoci la ricchezza della fede del povero, chiama all’azione concreta dell’aiuto come segno della fede da parte di chi è ricco materialmente. Sviluppando il tema della giustificazione attraverso la fede e le opere, dice ancora: “A che serve che qualcuno dica: ho la fede, se non ha le opere?” E arriva a dire che la fede senza opere è morta. Questi testi del primo secolo ci aiutano a capire il tema scelto da Missio per il prossimo mese di ottobre Signore, conta su di me. E l’esempio del Malawi, questo paese povero dell’africa australe, ci incoraggia a prendere le nostre responsabilità e a manifestare meglio la nostra fede, come loro laggiù. Non ci si può dire credenti se, per tradizione, abbiamo ereditato una religione senza aver mai riflettuto sull’impegno personale. La fede è l’incontro tra un Dio che parla e una persona che risponde con tutto il suo essere. La vita spirituale permette l’incontro tra i dati teologici che provengono da Dio e i dati psicologici che provengono dall’uomo. Pregare, non è parlare con se stessi o parlare nel vuoto. L’atto di fede della preghiera è un incontro al centro della persona. Ogni essere umano è stato creato ed è creato, a immagine e somiglianza di Dio. È nella vita spirituale che ogni uomo è immagine di Dio. La somiglianza arriva con l’incontro con Gesù “immagine perfetta del Padre”. Allora, il credente cercherà di assomigliargli. Gesù ha annunciato le Beatitudini, in cui sono dichiarati felici i poveri, gli afflitti, i puri di cuore, coloro che piangono, chi opera la giustizia e la pace. Da quel momento, la fede cristiana si riconoscerà dall’attenzione all’altro, cominciando dai poveri, dagli affamati, dagli stranieri, dai malati, dai carcerati… Tutti atti concreti per cui Gesù potrà dire: “Tutto quello che avrete fatto al più piccolo tra i miei, l’avrete fatto a me”. Sono proprio le azioni concrete che manifestano la fede! + Joseph Roduit, abate di Saint Maurice Responsabile della Missione per la CES 5 MALAWI «CUORE CALDO DELL‘AFRICA» Spesso, cliché, nomignoli o soprannomi affibbiati a popoli o paesi ne descrivono usanze, culture o peculiarità naturali, per paradosso o per affinità. Caldo non è solo il clima ma il cuore della gente. Sebbene il Malawi non sia il primo paese al quale pensereste se doveste organizzare una vacanza in Africa; dépliant turistici, resoconti di viaggi, lettere di missionari (soprattutto montfortani) sono concordi nel ritenere che questo appellativo riflette la bellezza del paese ma ancor più descrive in modo speciale il popolo del Malawi, affabile e accogliente, che vive in pace e armonia nonostante la povertà sia molto diffusa, specialmente nelle zone rurali. Un paese povero di ricchezze sfruttabili, ma ricco di una natura affascinante, povero di sviluppo ma ricco di una popolazione che a braccia aperte ti dice ti accolgo con un cuore caldo. senza catechisti niente chiesa Aron Kelemeka, catechista nella parrocchia di Mtendere. Oltre ai suoi doveri di catechista (vedi a lato) si occupa della famiglia e del suo mantenimento coltivando un campo. La religione cattolica ha fatto il suo ingresso in Malawi con l'arrivo, il 28 dicembre 1889, di 4 missionari europei. Nel 1901 i padri Montfortani costruiscono una chiesa a Nzama. Oggi i numerosi cattolici sono guidati da 8 vescovi, 270 preti e 560 religiose. L'apporto dei catechisti (di solito uomini sposati), nelle immense parrocchie con le loro innumerevoli cappelle, si assumono numerosi compiti. Ecco qualche esempio: • Assistenza alle cappelle, incluso collegamento con i consigli parrocchiali. • Assistenza ai gruppi (piccole comunità cristiane, organizzazioni cattoliche femminili, legione di Maria, coro…). • Compiti amministrativi: documenti per i sacramenti, tasse alla Chiesa, controllo dei beni parrocchiali nelle cappelle…). • Preparazione ai sacramenti: prima comunione (7-10 anni), confermazione (12 anni), in collaborazione con catechisti/e volontari. • Attività con i catecumeni. • Accompagnamento dei catechisti volontari. • Accompagnamento di chi torna alla Chiesa. • Visita ai malati e funerali. • Contatti regolari e coordinazione con il parroco. • Accompagnamento del parroco quando visita le cappelle, celebra la messa e amministra i sacramenti. 6 CARTA D‘IDENTITÀ DEL MALAWI Superficie: 118‘484 km2, di cui 24‘404 km2 acqua (lago Malawi e lago Nyasa). Quasi tre volte la Svizzera (41‘285km2). Confini: Mozambico, Tanzania e Zambia. Punto più alto: Sapitwa (Monte Mlanje) 3‘002m. Il Malawi non ha accesso al mare. Densità della popolazione molto alta: 130 ab. per km2 (Svizzera 185). Il Malawi si trova al 171° posto su 187 paesi nella lista HDI (Indice Sviluppo Umano). La Svizzera è all’11.mo posto. Circa l’80% della popolazione vive in campagna (economia principalmente agricola). Indipendenza dalla Gran Bretagna: 6 luglio 1964 Il 5 aprile 2012, Bingu wa Mutharika, il presidente eletto a maggio 2009, è morto improvvisamente. Il 7 aprile, come previsto dalla costituzione, Joyce Banda, la vice-presidente, ha ereditato il potere. In maggio 2014 ci saranno le elezioni. Capitale: Lilongwe Abitanti: 16‘323‘044 (stima luglio 2012); 45% meno di 14 anni (Svizzera: 15%). Solo il 2.7% ha più di 65 anni. Città più popolose: Blantyre 856’000 ab.; Lilongwe 821’000 ab. Età media: 17,3 anni (Svizzera 42). Il 19% uomini e il 31% delle donne non sa né leggere né scrivere. Lingue: Chichewa (lingua nazionale) 57.2%, Chinyanja 12.8%, Chiyao 10.1%, Chitumbuka 9.5%, Chisena 2.7%, Chilomwe 2.4%, Chitonga 1.7%, altre 3.6% (censimento1998) Etnie: Chewa 32.6% (soprattutto al Sud e al Centro del Paese), Lomwe 17.6%, Yao 13.5%, Ngoni 11.5%, Tumbuka 8.8%, Nyanja 5.8%, Sena 3.6%, Tonga 2.1%, Ngonde 1%, Andere 3.5% Religioni: cristiani 82.7% (circa 25% cattolici), musulmani 13%, altri 1.9%, senza religione 2.5% (censimento1998) AIDS: 11% (Svizzera 0.4%) Clima subtropicale: stagione delle piogge da novembre a maggio, stagione secca da maggio a novembre. Risorse naturali: calcare, terre agricole, energia idraulica, carbone (non sfruttato), uranio, bauxite. 7 LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE NELLA SVIZZERA ITALIANA 20.10.2013 Quest’anno la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale non si svolgerà in un un’unica località per tutta la diocesi. Per privilegiare lo spirito missionario dell’evangelizzazione delle singole comunità, rivolgiamo l’invito a voler celebrare tale Giornata a livello vicariale, zonale o parrocchiale. PROPOSTE DI ANIMAZIONE «La giornata missionaria mondiale -quest‘anno- si celebra mentre si sta concludendo l‘Anno della fede, occasione importante per rafforzare la nostra amicizia con il Signore e il nostro cammino come Chiesa che annuncia con coraggio il Vangelo» (dal messaggio del Papa per la GMM). • SANTA MESSA (un testo-guida è inviato ai sacerdoti) • RITROVO DOPO LA MESSA (per momento di incontro; proposte concrete da pag. 21). • PRANZO di condivisione. • POMERIGGIO CON ATTIVITÀ e testimonianze - animazioni (diverse proposte si trovano a partire dalla pag. 21) - filmati sul Malawi (realtà di vita di due giovani del Malawi e progetto di Infanzia missionaria. Il DVD può essere richiesto in segretariato. - momento di testimonianza sul tema “Signore conta su di me” invitando qualche giovane che ha partecipato ai Campi estivi CMSI nelle missioni, o dei volontari che nei nostri paesi si dedicano ad attività per gli altri (case anziani, catechesi, animazione per ragazzi e giovani...) - eventuale lotteria o bancarella Missio (i materiali si possono richiedere in segretariato). 8 Il ricco materiale fotografico, le interviste raccolte durante le visite alle parrocchie, comunità, centri di formazione ed in particolare il filmato realizzato durante la visita di alcune diocesi del Malawi, da parte del direttore di Missio ed un collaboratore, hanno permesso di captare le peculiarità di un Paese di cui poco si conosce alle nostre latitudini. SIGNORE CONTA SU DI ME riflessioni e testimonianze Tutte le informazioni riportate dal Malawi, in particolare il filmato, presentano la realtà sociale e religiosa di questo povero paese; la ricchezza della natura, gli incontri con le persone, le vive celebrazioni, i tanti bisogni, e in particolare le situazioni di vita vissuta nella comunità e in famiglia. Queste osservazioni e riflessioni hanno permesso di evidenziare alcuni aspetti che rappresentano le piste di riflessione che presentiamo nelle pagine seguenti. • • • • • la forza che traspare dal lavoro e dalla testimonianza delle donne l'organizzazione delle parrocchie: il grande lavoro dei catechisti la gioia espressa durante le celebrazioni l’esempio di condivisione attraverso le collette l’unità esistente tra Chiesa, scuola e famiglia Martin Brunner-Artho, direttore di Missio, condivide in tempo reale le istantanee raccolte durante il viaggio. Attraverso le testimonianze dal Malawi riusciamo a cogliere l’intensità di queste tematiche. Ma, proprio per vivere in pieno l’obiettivo di fraternità e condivisione, abbiamo posto lo sguardo anche sulla nostra realtà di Chiesa in Svizzera. Abbiamo pensato alle nostre situazioni ed alle nostre testimonianze di persone che offrono il loro servizio dove vivono e dove c’è bisogno. Le ritroviamo nelle pagine seguenti. 9 la forza delle donne «Quando le donne hanno la possibilità di trasmettere in pienezza i loro doni all’intera comunità, la stessa modalità con cui la società si comprende e si organizza ne risulta positivamente trasformata, giungendo a riflettere meglio la sostanziale unità della famiglia umana. Le donne in Africa offrono un grande contributo alla famiglia, alla società, alla chiesa con i loro molti talenti e capacità. Tuttavia non solo la loro dignità e apporto non vengono pienamente riconosciuti e apprezzati, ma i loro stessi diritti sono spesso negati. Le donne sono ovunque presenti per assicurare la vita, lottando contro leggi avverse, contro tabù, contro mentalità misogine. Le donne insegnano a cogliere le diverse manifestazioni del volto materno di Dio.» (dal messaggio di Giovanni Paolo ll per la celebrazione della 28° giornata della pace: la donna educatrice di pace). Signora Rodiana, lei fa parte di una piccola comunità cristiana (SCC) ed è impegnata in parrocchia. Che cosa la spinge ad impegnarsi? «Mio marito era membro del comitato della SCC, adesso è morto e io pure ero membro della parrocchia. Mio marito ha letto molto la Sacra Scrittura. Dopo la sua morte, continuo a leggerla anch’io. Così la mia fede si è rafforzata e adesso Gesù Cristo fa parte della mia vita. Io voglio vivere secondo gli insegnamenti biblici. Cerco di seguire il più possibile il mio gruppo SCC, una specie di “luce del mondo”. Se mi accorgo che qualcuno si allontana dal gruppo o non partecipa più alla vita della comunità, cerco di farlo tornare, perché viva nella comunità ecclesiale come me, che raggiunga di nuovo la SCC e dia il proprio apporto. La sig.ra Suzi Rodiana, di Utembere, diocesi di Dezda: "le Piccole Comunità Cristiane si riuniscono regolarmente una volta alla settimana. Preghiamo e ascoltiamo la parola di Dio". La sua partecipazione alla SCC influenza la sua vita quotidiana? «Come membro di comitato sì. Inizio sempre il giorno con la preghiera, ringrazio Dio per la vita. Ma domando sempre che mi aiuti a non ferire nessuno con le mie parole. Ci sono delle parole avventate che fanno nascere dei conflitti. Alla sera ringrazio Dio per il sostegno che mi ha dato nel riunire la comunità con parole che creano unità e non mettono zizzania. Questo dico nelle mie preghiere.» 10 Nell’intervista a Suzi Rodiana abbiamo colto la similitudine con la nostra realtà: l’impegno nella comunità dopo la morte del marito. Ciononostante la fecondità della donna può continuare nel ruolo di “educare” altri bambini, di occuparsi di una famiglia più ampia: la comunità. Il suo impegno di “tenere insieme” quelli che già partecipano è importante in quanto anche aiutare a conservare la fede è fondamentale. Anche la sua umiltà è esemplare, lei alla fine della giornata ringrazia Dio se con le sue parole non ha ferito nessuno. Da questa intervista si evince anche l’importanza della formazione della donna con la partecipazione ai vari momenti di formazione proposti dalla comunità. le nostre situazioni Le elezioni comunali per il quadriennio 2012/2016 erano alle porte. I membri del Municipio erano dimissionari. Non si trovavano persone disposte ad assumere il servizio in qualità di autorità esecutive per il Comune. Era ormai entrata l’idea di una amministrazione cantonale con persone estranee. A me sarebbe dispiaciuta una simile soluzione. Cominciai a pensare seriamente a una eventuale mia candidatura. Il momento mi sembrava anche propizio considerato il fatto che in famiglia i figli erano autosufficienti. Avrei potuto dedicarmi a un servizio che da anni desideravo. Una vita nuova, dedicata al sociale e alla gente del mio Comune. Poi, una domenica mattina l’omelia del parroco, ha toccato proprio la problematica del disinteresse della gente a prendersi a cuore qualsiasi genere di aiuto al prossimo sia nelle associazioni parrocchiali che culturali, sia nelle attività sportive o nella politica. Da quel sermone in poi, la sottoscritta ha cominciato a ragionarci sopra giorno e notte. Ho capito che una voce da lassù era entrata dentro di me e mi diceva che era giunto il momento di dare testimo- nianza della mia buona volontà di cristiana! Mi son sentita, ad un tratto, responsabile di questa mia futura esperienza nel mondo della politica. Sarebbe diventata come una “missione” da compiere ascoltando la mia fede! Fu questa scintilla che mi diede il coraggio di mettermi a disposizione per il Municipio del mio Comune. In me conviveva anche una grande paura, quella di non essere all’altezza della situazione. Quasi da incosciente, mi venne da pensare che Dio mi avrebbe dato sicuramente un aiuto incondizionato se solo lo avessi chiesto e, così, mi sentii tranquilla e serena nell’affrontare i passi futuri! Eccomi perciò a essere nel Municipio del Comune di St. Antonio e, nientemeno, a ricoprire la carica di Sindaca di questo paese, con l’aiuto di altre due brave persone messesi a disposizione con me per il bene del paese, del territorio. Ho sempre avuto un carattere servizievole e mi sono sempre messa a disposizione di chi fosse nel bisogno Non voglio essere una persona autoritaria che comanda e domina su tutti, ma piuttosto una persona che si mette a disposizione di tutti, che si mette allo stesso livello del suo prossimo, che cerca umilmente di imparare un nuovo lavoro mettendosi in gioco, aprendosi ed accogliendo gli aiuti che arrivano da qualsiasi parte o partito! Ogni volta, forte del coraggio che mi veniva dato dal Signore Dio, superavo anche quanto inizialmente sembrava insormontabile. Provare la gioia e la felicità nel “far del bene alla gente” e nel servizio mi sono stati di gratifica e di appagamento! Ed, infine, nell’affermare: “Signore, conta su di me” ho scoperto che seguire alla lettera la legge di Dio e il suo comandamento dell’amore aiuta a superare difficoltà apparentemente insuperabili. Daniela Tamagni, sindaca di St. Antonio 11 organizzazione delle parrocchie I catechisti assicurano e portano avanti le parrocchie. Sono loro che si trovano a stretto contatto con i fedeli. Laici che fanno un lavoro di evangelizzazione, di missione. Le parrocchie hanno lo stile di “stazioni missionarie” in quando costituiscono dei veri centri attorno a cui si sviluppa la comunità. «Sono Aron Kalemeka, vengo da Uchukumba. Sono catechista dal 2005. Durante il primo anno ho fatto uno stage in parrocchia. Tra il 2006 e il 2008 ho seguito un corso di 6 mesi, poi sono stato nominato catechista in questa parrocchia. Lavoro per cinque parrocchie. Ogni domenica assicuro la liturgia in una parrocchia. Queste cinque parrocchie contano assieme trenta comunità (SCC). Per ogni SCC faccio un programma mensile. Così le visito regolarmente e posso restare in contatto con loro e ascoltare le loro domande. In occasione delle visite, la gente viene da me per problemi familiari, a volte per tensioni tra loro e per ogni problema che deve essere chiarito. Se sono problemi gravi li analizzo con il prete o con un’altra autorità. Ma il referente è sempre il catechista. Ciò significa che questi organismi sono tutti sotto la mia responsabilità. Nel mio programma devo quindi prevedere del tempo per loro, per le SCC, per le altre parrocchie e per tutti i miei impegni. Se il prete è di passaggio nelle mie parrocchie, ad esempio per la prima comunione, gli faccio l’elenco dei malati e l’accompagno nelle visite dopo la messa. Mi impegno a rendere autonomi i cristiani. Accanto a questi compiti, devo anche occuparmi dei miei impegni personali e familiari. Devo occuparmi del mio campo dove coltivo ciò che serve alla mia famiglia. Quindi non svolgo solo compiti pastorali. Io ricevo 11 mila kwachas al mese, circa 27 dollari. Ho 7 figli che vanno a scuola. È una vera sfida giornaliera.» Aron Kalemeca di Utembere, diocesi di Dedza, nella sua abitazione. 12 Recentemente papa Francesco ha detto: “non si è cristiani a tempo, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze. Si è cristiani in ogni momento! Totalmente.” Questo lo puoi realizzare se il tuo essere cristiana nasce dalla consapevolezza di aver incontrato nella tua vita la persona di Gesù Cristo. Il dono della fede ricevuto nel giorno del Battesimo e rafforzato con il sacramento della Cresima, è una forza irrompente che non puoi contenere; nasce così la necessità ed il desiderio di testimoniare la propria fede. Dove? Come? Con chi? Prima in famiglia, poi nella comunità in cui si vive. Inizia così il mio impegno di catechista parrocchiale nella preparazione, dei bambini, alla Prima Comunione. È un’esperienza che realizzo le nostre situazioni da 25 anni, con un crescendo di formazione e di entusiasmo. Una gioia interiore alimentata ed arricchita da sentimenti di sincerità, spontaneità e soprattutto dal desiderio di conoscere sempre più l’amico Gesù che i bambini sentono. Nella mia crescita spirituale alcune pagine del Vangelo sono state e lo sono tutt'ora molto significative e determinanti. Penso all’esperienza delle due sorelle di Betania Marta e Maria, leggendo e rileggendo questa pagina del Vangelo, ho compreso l’importanza dell’azione e l’incidenza della forza della preghiera, entrambi necessarie e complementari. L’incontro di Gesù con i due discepoli di Emmaus per sperimentare la gioia del far comunione col Signore e sentirti proiettata a vivere gesti d’amore e di condivisione con gli altri. Il gesto della lavanda dei piedi compiuto da Gesù agli apostoli, che mi ha insegnato a mettere al centro della mia vita cristiana il servizio spontaneo e disinteressato. La parabola dei talenti, meditandola ti fa capire che i doni che hai gratuitamente ricevuto da Dio, non li puoi tenere per te stessa, ma li devi gratuitamente condividere con gli altri. Questo cammino terreno ti dà l’opportunità di prepararti all’incontro con Gesù, tenendo viva la tua fede ed alimentandola con la forza della preghiera e con la grazia dei sacramenti. Tutto questo ti permette di essere vigilante per non addormentarti e non dimenticarti di Dio. Papa Francesco in una sua udienza del mercoledì diceva: “ La vita dei cristiani addormentati è una vita triste, non è una vita felice. Il cristiano deve essere felice, perché ha dentro il cuore la gioia di Gesù Naturalmente le radici cristiane della mia famiglia, le buone compagnie incontrate, un marito aperto alle necessità altrui e la forza misteriosa dello Spirito Santo, hanno permesso ai semi di bontà, di generosità, di condivisione, di amore, che il buon Dio mi ha donato, di crescere e fruttificare nel terreno fertile del mio cuore. Claudia Anzini Sono in camera immerso nei libri. Nei momenti di distrazione lo sguardo cade su una mappa del mondo e inevitabilmente gli occhi vanno sul Venezuela. È passato un anno da quando misi piede a Caracas, inconsapevole che era solo l’inizio di un’esperienza che mi avrebbe cambiato la vita e quando sono triste il ricordo non fa che affiorare più fortemente. Il Venezuela che ho visto non è quello del petrolio, di Chavez o della carta igienica, ma i paesaggi indescrivibili, albe e tramonti mai visti da noi, la maestosità dell’Orinoco, l’odore di fritto ovunque, la musica vibrante, i rumori della fattoria, le grida dei bambini e la gente che da subito ti fa sentire suo fratello. In ogni momento difficile penso all’estate scorsa e questo mi fa dimenticare la mia vita e mi fa riflettere sulla loro situazione ben più difficile della mia. Mentre scrivo sto preparandomi per la Tanzania: esperienza diversa, ma occasione per imparare nuovi valori che, spero, migliorino il mio io. Sono questi i ricordi che mi aiutano a fronteggiare le difficoltà, con la consapevolezza che lì fuori c’è un mondo fantastico che mi aspetta e che è tutto da scoprire. Riccardo, campista CMSI 13 la gioia delle celebrazioni Ciò che in Africa affascina sempre é il piacere e la gioia della vita, che si concretizzano anche nella liturgia. Niente di intellettuale, ma emozioni, improvvisamente ci si sente parte dei canti, delle danze, anche se non si capiscono le parole. Sta in questo la forza dello spirito di Dio che permette agli Africani di essere persone aperte, è il loro modo di avvicinarsi al divino. Le celebrazioni hanno sempre la presenza di un coro, e si comincia al giovedì a preparare la liturgia. C’è una forza di vita che è contagiosa. Le liturgie sono delle vere celebrazioni di festa. Malgrado la povertà si vede che questo popolo non è scoraggiato. Fra' Anastasio Sitoloo, responsabile pastorale giovanile della diocesi di Blantyre: «possiamo dire che la Chiesa in Malawi è viva e che vive in ogni fascia di età! Lo notiamo nella grande partecipazione della gente; i credenti partecipano e pregano. La chiesa in Malawi è sempre più presente. Ma possiamo anche fare di più, lavoriamo ma abbiamo bisogno di sostegno.» Oggi qui da noi possiamo dire che le celebrazioni sono gioiose? A qualche tentativo di portare una gioia simile a quella della celebrazioni africane ci sono state delle reazioni negative dei fedeli perché si deve passare attraverso il filtro della cultura e la gioia profonda non viene solo dai tam-tam. Non sono gli strumenti che danno la gioia ma è la nostra disposizione. È il nostro entusiasmo che deve darci gioia. E la vera gioia proveniente da un cammino di conversione, è scoprire e comunicare Gesù. 14 Ho avuto la grazia di vivere la giovinezza in compagnia di una comunità parrocchiale, nella quale decine di giovani, come me, erano alla ricerca del significato autentico della loro vita. Sono tante le componenti che, in quell’ambiente, hanno contribuito a plasmare la mia persona: rapporti di amicizia, relazioni affettive, una catechesi continua, il confronto di idee ed esperienze, momenti di condivisione. Credo però che una cosa in particolare sia stata determinante: il servizio al prossimo. Richieste di impegno sempre più esigenti man mano che crescevo, da parte di persone in diversi ambiti, mi hanno consentito di sperimentare concretamente alcuni insegnamenti evangelici: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”; “chi lascia qualcosa per il Regno riceve in terra il centu- Non mi sembra vero ma è proprio così; da ormai 55 anni mi è data la possibilità di rendere gioiose le celebrazioni liturgiche accompagnando i canti all'organo. Non solo, ma ho anche potuto contare, da oltre trent'anni, su un gruppo di volonterose signore che con il canto hanno coinvolto i fedeli e resa più viva e partecipata la liturgia. Questa certezza ci ha portato alla presenza spontanea anche alle celebrazioni di commiato, a testimonianza della condivisione del lutto. Tutto è stato ed è ancora possibile grazie a tanto sacrificio e disponibilità da parte delle coriste. Anche in pochi si può fare molto e dignitosamente, grazie alla co- plo”; “come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri”; “quello che avete fatto ad uno degli ultimi lo avete fatto a me”; “sono venuto per servire, non per essere servito”. Oggi, ma potrei dire ieri così come domani, mi riesce difficile non accorgermi delle necessità attorno a me. In famiglia o al lavoro, in parrocchia come nel paese, alle richieste più o meno esplicite di impegnarmi per realizzare qualcosa o al servizio di qualcuno, la risposta mi viene quasi spontanea: eccomi, ci sono! È stato così, ad esempio, per il servizio alle altre famiglie, per entrare nel consiglio di comunità, per formulare proposte per il cammino dei giovani, per organizzare diverse feste della comunità, per la creazione del sito internet parrocchiale. Devo impormi qualche no, altrimenti sarei sempre fuori casa! Sono sicuro che non è finita, il Signore chiama ogni giorno; sono pronto ad impegnarmi ancora e senza riserve, sapendo che alla fine dei miei giorni dovrò saper dire: “sono stato un servo inutile, Tu Signore hai fatto ogni cosa”. Luigi Bartolomeo le nostre situazioni stanza della partecipazione settimanale alle prove. Oserei parafrasare il "qui bene cantat bis orat" in "chi canta con impegno" in quanto pur non essendo professioniste, la qualità del canto ha trovato eco sulle onde della radio e della televisione. Forse il nostro impegno è una piccola goccia e le celebrazioni nella nostra piccola parrocchia non saranno un faro, ma là dove viviamo come cristiani cerchiamo di rendere viva la gioia del Vangelo. Non posso terminare questa mia testimonianza senza rivolgere un pensiero di gratitudine alla mia maestra, signora Virginia. Un giorno m'invitò a "provare" a suonare, m'insegnò ad accompagnare i canti ed eccomi ancor oggi seduta all'organo, contenta di poter esprimere in tal modo la mia riconoscenza alla maestra, sì, ma soprattutto al Signore che mi ha dato la possibilità di lodarlo con il canto e con il suono. Marive 15 condivisione La chiesa in Malawi é una chiesa che dona e ci da esempio. Nel Malawi la colletta domenicale non viene raccolta nei banchi, ma portata all’altare con una processione. Il tutto è accompagnato da un canto vivace e gioioso. Anche nella parrocchia di Neno è così! In diversi paesi africani si raccolgono due collette, una per la parrocchia e l’altra per i bisogni diversi. A Neno sono addirittura tre: una per la parrocchia, una per gli impegni sociali della comunità, e la terza per il mantenimento del parroco. La condivisione è così importante che un incaricato della parrocchia fa si che tutti portino qualcosa. Dobbiamo cambiare il nostro concetto che in Africa si aspettano solo aiuti che arrivano dall’estero, senza muovere paglia per cambiare la situazione per diventare autonomi. Anche se il cammino è ancora lungo, si stanno facendo passi nella giusta direzione. Padre Henry Chinkanda. La Chiesa in Malawi è molto ben strutturata. Il paese è collegato dal basso. Le SCC sono una struttura molto efficiente e anche lo Stato lo riconosce. L’intervista a padre Henry Chinkanda che lavora per Giustizia e Pace non fa che riaffermare questa bella costatazione, infatti ci dice in proposito: «Tutta la vita cristiana si gioca a livello delle SCC: pregano, condividono la parola di Dio e il vissuto quotidiano. Ad esempio, quando qualcuno è in difficoltà, o quando qualcuno è ammalato, o vi è un anziano, è la comunità che interviene in aiuto. Prima andavano dal prete a chiedere aiuto, adesso sono invece coinvolti a provvedere gli uni gli altri. Prendiamo ad esempio la giornata missionaria mondiale, che cosa dobbiamo fare quella domenica? Ognuno deve portare un obolo. Ognuno offre 10 Kwacha e il responsabile della comunità lo consegnerà in parrocchia, non è molto ma la gente non può offrire di più.» La Chiesa in Europa è sempre più debole, in Africa cresce. Cosa può apportare la Chiesa africana alla Chiesa universale? «Ad esempio il forte senso di solidarietà. Ho visto perfino nelle città che per un decesso tutti accorrono nella casa del defunto e passano la notte lì con i familiari. Se nella comunità arriva qualcuno da un’altra regione lo si va a cercare perché non resti solo. Viene introdotto e aiutato se è malato o se ha altri bisogni. Questo è lo spirito della solidarietà, la preoccupazione per il prossimo.» La Chiesa africana e in particolare la Chiesa del Malawi é come una famiglia. «La gente ha imparato che se non hai nulla non puoi aiutare gli altri. Se non hai niente non si può aiutare il prete per la moto. La Chiesa avrebbe dovuto pensare al futuro. Come può una comunità sostenere il prete? In un villaggio hanno messo assieme mattoni e hanno costruito la chiesa. Ma non avevano più nulla per il tetto. Per due anni abbiamo celebrato senza tetto. Poi è arrivata un’offerta e abbiamo coperto la chiesa.» 16 le nostre situazioni La nostra bottega del mondo è attiva da un trentennio, prima a Gravesano, poi a Manno e da circa un decennio la sua sede è a Lamone in Via Girella. Il nostro negozio vive grazie al volontariato (sono attive 15 volontarie e due volontari). Da alcuni anni (da quando sono passato al beneficio della pensione) anch’io opero in bottega come volontario. Come mai ho fatto questa scelta? Nel nostro mondo globalizzato di oggi sentiamo parlare di sfruttamento dei paesi poveri da parte di quelli più sviluppati, delle multinazionali, dei grandi produttori, … Anche ultimamente abbiamo visto in che condizioni devono lavorare le persone attive in fabbriche fatiscenti dell’Asia in cui non si ha nessun rispetto per la vita dell’uomo. Questo modo di produrre sfruttando la manodopera a basso costo (magari infantile) non può essere condiviso da noi (soprattutto da chi si reputa cristiano e fonda i suoi principi sugli insegnamenti del Vangelo). Ecco perché quando acquistiamo qualcosa, dobbiamo essere disposti a non cercare sempre il prezzo minore che è generato dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Dobbiamo quindi impegnarci perché nei paesi produttori chi lavora onestamente per costruirsi un futuro migliore venga pagato in modo giusto. Siro Casari Una mano aiuta l’altra e la mano aiutata ne aiuterà un’altra ancora e così via. Mi piace raccontarla così la condivisione: mani operose che si donano l’una all’altra. Quante volte chi parte in missione sente gli elogi della gente? Quante volte si appare come grandi eroi che compiono gesta impensabili? Eppure, se ci fermiamo un momento a pensare, se la parola condivisione non fosse messa in pratica dall’inizio, ancora a casa nostra, non potremmo portarla ad altri. Quanta gente si muove dietro i missionari? Quanti volti, a volte anonimi, quante mani operose offrono una moneta, un vestito, un pallone perché i missionari li portino ad altri? Condividere è questo, entrare in un progetto ed offrire il proprio talento, le proprie doti a favore di altri che porteranno ad altri. Chiara Gerosa condividere con gioia A Neno la colletta è un momento liturgico importante: cantando e danzando, i fedeli si avvicinano per tre volte all'altare con la propria offerta. Dapprima per le necessità della loro piccola comunità, poi per i bisogni della parrocchia, l'ultima colletta (denaro o doni naturali) per gli operatori pastorali che vivono di questo. Come sarebbe bello se per la colletta della Giornata Missionaria Mondiale prendessimo un po' del calore e della gioia della condivisione nel Malawi! Ringraziamo sin d'ora le comunità per il sostegno a Missio attraverso la colletta della Giornata Missionaria Mondiale. 17 unità tra chiesa, scuola e famiglia Guardando la sua diocesi, cosa vede come punto forte? C’è qualcosa di cui va particolarmente fiero? Prima di tutto direi l’unità. Siamo uniti: il vescovo, i preti, i fedeli. Lavoriamo insieme. E cerchiamo di mantenere in piedi questa unità. Per me è questo uno dei punti di forza della nostra diocesi, perché con questa unità abbiamo raggiunto molti obiettivi e abbiamo smosso molte cose. Quando capitano delle difficoltà, ci ritroviamo, esaminiamo il problema, discutiamo e ci esprimiamo. Questo è possibile solo grazie all’unità che abbiamo qui. È come una specie di trampolino. Cosa produce questo impegno di unità? Il nostro obiettivo, come membri della chiesa in questa regione –preti, catechisti, coppie– è costruire la chiesa di Gesù Cristo. Con il battesimo sono un membro di questa chiesa. Capito questo, uno può lasciarsi coinvolgere in questa costruzione della Chiesa. Una grande difficoltà nell’applicare il piano pastorale consiste nella carenza di personale: abbiamo molti cattolici, ma pochi preti. Questo complica la realizzazione. i membri si ritrovano tra loro e si sostengono a vicenda. È una cosa molto bella. E cosa dice ai cattolici svizzeri? Anche se apparteniamo a diverse nazionalità, e viviamo distanti gli uni dagli altri, siamo membri di una sola famiglia, di una grande famiglia. Questo significa che, dovunque siamo, dobbiamo preoccuparci dei nostri fratelli in Svizzera, pregare per loro, perché i beni materiali non danno tutto. Questo sarebbe il messaggio che dovremmo dare qui dal Malawi alla Svizzera. Questa unità, questo spirito di famiglia, sono alla base del senso di responsabilità per il benessere di ciascuno di noi. Perché ciascuno di noi è fatto ad immagine di Dio. Intervista a mons. Peter Martin Musikuwa Qual é il perno del piano pastorale? Partiamo dalle famiglie e investiamo sulla formazione catechetica. Perché tutto inizia dalle famiglie. Se le famiglie sono formate bene, e sanno cosa bisogna fare, allora andiamo sul sicuro. Facciamo il possibile per sostenere le famiglie. Attraverso le famiglie arriviamo ai giovani, ecc... Ci può fare un esempio di come funziona la catechesi familiare? Per me è un po’ difficile rispondere, perché sono i preti che la organizzano a livello parrocchiale. Ma quando faccio le visite nelle parrocchie, almeno in alcune famiglie posso vedere come pregano e come vivono la vita cristiana. In alcune parrocchie ci sono movimenti per le famiglie, in cui Mons. Peter Martin Musikuwa vescovo di Lilongwe: "Quando ritornerà in Svizzera, la prego di dire ai giovani che noi vogliamo sostenere questa spiritualità della fratellanza. In questo senso vorrei dire: fate venire, se potete, un paio di giovani qui, in Africa, in Malawi." 18 È con lo spirito del tema di quest’anno che partecipo con gioia all’esperienza del centro d’ascolto. Come nostro Signore conta su ciascuno di noi, io devo contare non su, ma per, ogni fratello che viene a bussare alla porta del nostro scantinato, mettendomi al suo servizio per ascoltarlo, consigliarlo ed, anche solo per qualche ora, condividere con lui il suo bisogno, che è anche il mio, di fraternità. E la cosa più sorprendente è che ascoltare e discutere i suoi problemi ridimensiona miracolosamente anche i miei, che, seppur diversi, sono di fatto simili proprio perché provengono dalle stesse, comuni paure. Marco (Centro ascolto Chi Ama) le nostre situazioni A tre giovani animatori, Lorenzo Fedon (LF), Bianca Derighetti (BD), Gisella Alves Peres (GAP), della Colonia estiva di Azione cattolica a Camperio, abbiamo rivolto alcune domande. Qual è il motivo per cui hai deciso di offrire il tuo tempo e competenze per l’impegno di animatore in Azione Cattolica? LF - Principalmente il motivo per cui mi sono messo a disposizione in questa colonia è il fatto che ho avuto la possibilità di fare qualcosa per gli altri. Ci sono tanti giovani che non hanno questa possibilità ed allora desidero mettere a frutto questa opportunità. BD - Io ho deciso di fare l’animatrice dopo aver visto la felicità dei miei fratelli per la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù. Quindi due anni fa ho voluto provare ad impegnarmi per gli altri e dopo l’esperienza positiva del primo anno ho deciso di venire ancora. GAP - Io vorrei iniziare citando Matteo 7,12: le cose che volete facciano a voi, fatele anche voi agli altri. Mi piace aiutare le altre persone, a scuola per esempio. Quando don Rolando mi ha proposto di fare l’animatrice al campo estivo l’ho colta come un’occasione per aiutare il prossimo ed anche per imparare qualcosa. Lo slogan “Signore conta su di me” è di stimolo per te ad un impegno duraturo? LF - Penso di sì. Mi sono preso un impegno e intendo rispettarlo a lungo andare. BD - Sì perché trovo sempre bello essere coerenti e si impara molto dall’avere delle responsabilità. mazione delle colonie di AC. Farei ancora qualche anno e col passare del tempo potrebbe venirmi il desiderio per qualche altro impegno. GAP - Io invece sono già nel volontariato, faccio parte del comitato regionale di Amnesty International. Ora in AC cerco di trasmettere ciò che imparo ad Amnesty e viceversa. GP - Io penso che se dici conta su di me ad una persona significa che ci può contare sempre. Fare l’animatrice ti insegna anche a crescere, a capire che ti devi assumere delle responsabilità. Aver detto una volta conta su di me, dovrebbe valere per tutta la vita. Dopo questa esperienza potreste impegnarvi per il prossimo in altri ambiti? LF - Non ci avevo mai pensato; ma in effetti dire Signore conta su di me -oggi- per l’impegno di animatore, è uno stimolo a prolungare la disponibilità in altri ambiti. BD - Per me personalmente è forse troppo presto; per intanto non voglio fare di più oltre all’ani19 La responsabile del settore ragazzi di Azione Cattolica (ACR), Rina Ceppi, ha rilasciato invece la seguente testimonianza: «Quando ho cominciato a progettare il primo campo estivo ACR ho pensato di offrire l’opportunità per un percorso di crescita spirituale con gli animatori ma che si riversasse sui ragazzi. Visto che ammiro tanto Madre Teresa (ho avuto la fortuna di averla conosciuta personalmente) ed ho trovato questo libretto “Vivi davvero” ho pensato che facesse al caso per questo campo estivo. Ogni giorno approfondiamo uno dei versetti della poesia/preghiera “Vivi la vita” come risposta all’invito che vi è contenuto. Ogni mattina tra gli animatori leggiamo un passaggio e a turno ci si assume l’incarico di approfondirlo in un’attività con i ragazzi. Poi alla sera si riassume come è stato vissuto. Per es. “la vita è tristezza, superala”; e aiutiamo i bambini a superare la nostalgia. In pratica stiamo facendo l’esperienza che ogni invito di Madre Teresa, in piccolo o in grande, può essere vissuto ogni giorno anche a questo campo estivo. Perché facciamo questo lavoro? Solo perché ci piace farlo? No lo facciamo per costruire il regno di Dio nel cuore delle persone. Valérie Baggi, animatrice alla prima esperienza, al campo estivo per ragazzi ci ha rilasciato la sua motivazione di impegno come volontaria in una colonia che connòta bene, all’interno della società, l’appartenenza ad un’associazione cattolica. Ho cominciato la prima volta a frequentare l’ambiente di persone credenti alla GMG di Madrid. Lì mi sono accorta che mi aiutava tantissimo vedere altre persone che credevano in Dio e che non ero l’unica. Mentre a Malvaglia -andando in chiesa- vedo solo persone adulte o anziane e mi sento quasi l’unica giovane a credere, alla GMG mi faceva molto bene vederne altre. Ciò mi ha fatto nascere il desiderio di aiutare i bambini che forse -come me, nel loro piccolo- si sentono un pochino una minoranza nella Chiesa. Inoltre desidero aiutarli a credere ed anche rendere l’ambiente religioso un po’ più accogliente; non che non lo sia ma si pensa forse che sia un ambiente molto serio e forse è dall’infanzia che si può cambiare un pochino quest’idea. Qui a Campo Blenio con una ventina di bambini non è che cambio chissà cosa però avevano bisogno e quindi ho detto il mio conta su di me. 20 proposte di animazione per giovani e adulti immagini per la riflessione sul tema Per decorare il locale dove avranno luogo le animazioni o il pranzo in comune, quale complemento di immagini al manifesto “Signore conta su di me” proponiamo 6 foto con didascalia che invitano a riflettere sullo slogan e renderlo attuale nella nostra quotidianità. Ecco tre esempi: • Foto di uomo che spala la neve didascalia «Giovanni spala la neve dei vicini di casa» • Foto di donna anziana in casa didascalia «Maria fa la spesa per Carmen» • Foto di tavola con genitori e figli didascalia «Rosanna prepara il pranzo per i figli della vicina ammalata» altre foto con relative didascalie si trovano sul CD-Animazione da richiedere in segretariato (vedi pag. 31). 1 - gioco: le mie qualitÀ testi di riflessione: La vocazione di Isaia (Is 6, 1-10) e La vocazione di Geremia (Ger 1, 5-10) Motivazione: attorno a me c’è un ambiente umano nel quale sono nato, cresco e lentamente prendo le mie responsabilità. Preparativi ed esecuzione: (partecipanti divisi a gruppetti) • Su un foglietto ognuno scrive una propria qualità. • Ogni gruppo riceve un grande fiore con 5 petali (sotto-torta formato grande) al cui centro vi è scritto “IO”. • I petali rappresentano i diversi ambienti di vita: Scuola, Parrocchia, Famiglia, Sport, Lavoro... • Ciascuno indica almeno 3 ambienti in cui potrebbe svolgere un servizio secondo le proprie qualità. Preghirera: Signore donaci occhi per vedere i bisogni degli altri e apri la nostra vita al servizio. C’è chi attende una collaborazione: rendici disponibili. C’è chi attende una parola di consolazione: donaci di concedere loro il nostro tempo di ascolto. C’è chi ha bisogno delle nostre qualità anche per giocare: aprici ai giochi da condividere con gli altri e non a quelli individuali. Te lo chiediamo per Gesù, nostro Signore, che ci ha dato il comandamento dell’amore. Amen 21 2 - gioco: cosa fare per sentire il desiderio di essere mandato? - ANAGRAMMA Motivazione: Dio ci parla nel cuore e nel nostro intimo. La chiamata è da percepire all’interno di noi stessi, aiutati dall’ambiente in cui viviamo. Solo così scopriamo di essere tutti missionari. Come sentire in me il desiderio di rispondere: Signore conta su di me? Esecuzione: A gruppi di 4 persone risolvere l’anagramma. Partendo dalla prima lettera A e toccando (in tutte le direzioni) una sola volta le altre lettere, otterrai la risposta alla domanda: cosa fare per sentire in me il desiderio di essere mandato? Risolto l’anagramma (= ascoltare il cuore) trascrivere a caratteri maiuscoli, su un cartellone diviso in due parti le parole (tra quelle proposte a fianco all’anagramma) che ascoltereste dal vostro cuore e quelle contrarie. Provate poi a inventare un titolo. O C S R L A A E E T C I R O U L SERVIZIO, PREPOTENZA, NON ASCOLTARE, LUCE, AMORE, BUIO, PACE, ASCOLTO, SOLITUDINE, ALTRUISMO, SOLIDARIETÀ, PRENDERE IN GIRO, EVANGELIZZARE, DARE GIOIA, INDIFFERENZA, VITA IMPEGNATA, GUERRA, BULLISMO, INTOLLERANZA, SORRISO, RETTITUDINE, UMANITÀ, GIUSTIZIA 3 - canzone di adriano celentano «conto su di te» Esecuzione: - ascoltare la canzone e procurarsi le parole (facilmente reperibili su internet); - trascriverla su un cartellone grande; - evidenziare le frasi in cui il papà dice di contare sul figlio e per quale motivo o situazione; - dare una spiegazione, ascoltare gli esempi concreti e interiorizzarli; - scrivere su un foglio personale e firmare, le situazioni in cui posso dire: Signore conta su di me. 4 - cartellone missionario con quiz Obiettivo: Attraverso alcune schede presentare la storia della missione. Con le informazioni acquisite risolvere i quiz. Materiale: Schede e domande per il quiz si possono richiedere in segretariato o trovare sul CD-Animazione. 5 - giornale murale Obiettivo: Scrivere il proprio messaggio o impressioni sul tema «Signore conta su di me» su un cartellone. 22 proposte di animazione per bambini e ragazzi mani per ...gli altri Cari bambini, ragazzi, catechisti, animatori parrocchiali, quest’anno vogliamo conoscere i bambini del Malawi, loro vivono in un piccolo paese dell’Africa attorniato da Tanzania, Zambia e Mozambico. Il Malawi è uno dei paesi più poveri e più densamente popolato dell’Africa. Viene anche chiamato “il cuore caldo dell’Africa” perché tutti sono accoglienti. Malgrado la povertà, la gente cerca di mettere in pratica ogni giorno la propria fede. Per esempio aiutandosi, pregando ogni giorno, leggendo il Vangelo e mettendo in pratica l’insegnamento di Gesù. La vita della Chiesa è molto viva, alla messa domenicale ci sono tre collette, durante la terza i parrocchiani portano i prodotti che hanno coltivato con fatica con le proprie mani. La condivisione fa parte della loro vita quotidiana anche se hanno poco. Anche noi vogliamo vivere la nostra fede in modo concreto: compiere dei gesti anche semplici che possano aiutare chi ci sta vicino oppure lontano. mani per ...gli altri - mani per il compagno, il fratello, i genitori ... - mani per i bambini del Malawi - mani per pregare - mani per condividere PROPOSTE 1. Incontro per bambini e ragazzi alla scoperta del Malawi e del tema 2. Incontro di catechesi 3. Storia «Curiosone e una mano amica» presentazione progetto di Infanzia Mssionaria 4. Proposta di percorso per un pomeriggio 5. Organizzare un gruppo di Cantori della stella OBIETTIVO Aiutare i bambini ad utilizzare bene le proprie mani... lo scoprirai con le attività proposte. Ma prima devi conoscere un po’ il Malawi. Buon viaggio! 23 incontro alla scoperta del malawi e del tema Creare un ambiente accogliendo i bambini con musica del Malawi (CD canti) *. Messaggio: anch’io posso vivere concretamente la fede mettendo in pratica il motto “mani per ...gli altri”. Attività: ogni bambino riceve una mano (modello a pag. 34) da colorare e su cui scrivere un messaggio. Al termine ognuno legge il messaggio e colloca la propria mano vicino a una grande candela oppure forma una ghirlanda. Insieme poi si recita la preghiera: Cercare assieme a loro dove è situato il Paese con il globo o una cartina e spiegare che è stato scelto da Missio-Infanzia per l’anno scolastico 2013-14. Presentare il Malawi: • con le 24 immagini proposte sul CD-Animazione * • con il filmato sul paese e la vita dei bambini (su DVD) * • con il filmato sul progetto di Infanzia missionaria (su DVD)* Conversazione libera con i bambini su ciò che è stato svolto. Proporre il gioco “la scossa” (descrizione a pag. 29) Presentare il tema: “mani per ...gli altri” Chiedere ai bambini cosa significa questa frase. Accogliere le loro risposte trascrivendole su un cartellone ed aiutarli a completare le osservazioni aggiungendo notizie sulla loro vita. Preghiera Signore, tu m hai donato una testa per pensare, un cuore per amare, e mani per pregare! Davanti a te apro il mio cuore, chiudo gli occhi e tendo le mani verso di te. Signore, fa' che le mie mani facciano carezze e non ferite, fa' che siano aperte e non chiuse come pugni! fa' che sappiano condividere e non tenere gelosamente! fa' che siano sempre tese verso la sorgente inesauribile del tuo amore. Signore, con le mie mani ti voglio servire tutti i giorni della mia vita, con i miei occhi voglio ammirare la tua creazione, con le mie orecchie voglio ascoltare la tua parola, con la mia bocca voglio parlare di te con tutto me stesso voglio cantarti e lodarti per sempre. *) CD e DVD si possono richiedere in segretariato. 24 incontro di catechesi La mano nella tua io metto mio Signor: cammino accanto a te e non ti lascerò. 1. Introduzione: creare un ambiente accogliente con musica del Malawi. Leggere la parabola del Buon Samaritano (Luca 10, 29-37) Mimare la parabola usando solo le mani nel seguente modo: Mani aperte = accoglienza Mani chiuse = aggressione Mani che spingono = rifiuto Stretta di mano = amicizia Attualizzare: cosa possiamo fare? • vicino a noi: uscire a giocare con gli altri, dedicare del tempo a un vicino o a una persona sola o anziana o ad un ammalato leggendogli il giornale, aiutandolo a fare la spesa o preparando assieme la torta. Non chiudersi nel proprio mondo ma essere aperti a ciò che succede nel mondo. La tua parola tengo nel cuor: non me la scorderò; alla tua mensa ritornerò con gli altri amici tuoi! (rit.) 2. Del tuo perdono io canterò, e ad altri l’offrirò; della tua pace dono farò a chi non sa cos’è! (rit.) Canto dell'amicizia In un mondo di maschere dove sembra impossibile riuscire a sconfiggere tutto ciò che annienta l'uomo: il potere e la falsità, la violenza e l'avidità, sono cose da abbattere. Noi però non siamo soli. Canta con noi, batti le mani, alzale in alto, muovile al ritmo del canto. stringi la mano del tuo vicino e scoprirai che è meno duro il cammino così. • lontano da noi: pregare per i bambini di un altro paese, partecipare a delle azioni concrete in favore di opere di aiuto, interessarsi al modo di vivere dell’altro e ai problemi degli altri. Gioco: “mani aperte, mani chiuse” a pag. 29. Preghiera: in cerchio con la candela accesa recitare una preghiera Canto: “la mano nella tua”. 25 È a Mtakataka, al centro del paese, vicino al villaggio di Maua, che si trova il Centro di salute di Nakalanzi. Il progetto prevede l'ampliamento del Centro per poter offrire maggiori cure ai bambini e alle mamme. Contesto Ecco cosa ci dice suor Joyce: ”Il Centro di salute di Mtakataka è situato sulla riva del lago Malawi dove le zanzare sono numerose, soprattutto durante la stagione delle piogge. Molti bambini soffrono di malaria. I minori di 5 anni sono i più vulnerabili: spesso muoiono per mancanza di medicine e di cure. Poterli curare all’ospedale e tenerli in osservazione è una sfida, perché i mezzi mancano. Quando il clima di un Paese non è salubre, non ci sono delle vere possibilità di sviluppo. La stessa Chiesa ha bisogno di persone in buona salute. Perciò è importante sviluppare il settore pediatrico nell’ospedale affinché il maggior numero possibile di ragazzi possa ricevere le cure necessarie”. INFANZIA MISSIONARIA Progetto di sostegno 2013-14 Costruzione di un nuovo reparto con venti letti per bambini e un locale per la persona di guardia. Descrizione Si tratta di un piccolo ospedale che accoglie bambini da zero a cinque anni. Inoltre vi è la sala maternità dove avvengono in media due nascite al giorno; le mamme possono però restare un solo giorno all'ospedale. La comunità di suore si occupa della gestione del centro. Esse assicurano il sostegno materiale ma anche quello spirituale ai malati. La diocesi, amministratrice legale, garantisce il buon esito del progetto. Suor Joyce chiede a Missio di finanziare questa costruzione: “Se vogliamo poter accogliere un maggior numero di bambini è indispensabile ampliare il centro. L’edificio, con la nuova camera di accoglienza per i bambini, sorgerà di fronte alle attuali camere. La cosa peggiore per il personale curante è essere impotenti davanti alla malattia per mancanza di medicine e di posti letto. E la domanda è grande! Aiutateci a salvare questi piccoli dalla malaria e da altre malattie. Grazie per la vostra generosità!” Cosa puoi fare • Conoscere più da vicino il progetto del Centro Nakalanzi (un dépliant di presentazione si può richiedere in segretariato). • Pensare a questi bambini e pregare per loro. • Con l'aiuto della catechista organizzare un incontro per scoprire il Malawi e vendere gli oggetti che missio propone il cui ricavato andrà a favore di questo progetto e di altri di Infanzia missionaria. Suor Joyce Machumbuza, della comunità delle Suore della Presentazione di Maria Vergine, è la direttrice del Centro dal 2008. 26 Per presentare il progetto di infanzia missionaria in modo creativo. curiosone e... una mano amica Obiettivo: attraverso la messa in scena della storia «Curiosone e... una mano amica», i bambini scoprono come prendersi cura degli altri, così come invita a fare il motto di Infanzia-missionaria: i bambini aiutano i bambini. Materiale e svolgimento: grande guanto (vedi foto sopra); striscette con parole chiave, grande albero di cartone. I due protagonisti (Curiosone = C e la Mano = M) presentano la storia. Testo della storia: C -Mi presento. Per gli amici mi chiamo… Curiosone. Tutti mi chiamano così, per la mia voglia di viaggiare e di avere occhi e orecchie attenti a scoprire ciò che rende bella la vita. Un giorno mi trovavo nel villaggio di Nakalanzi nel Malawi, in Africa. E mentre me ne stavo bel bello al fresco sotto un albero, all’improvviso vedo sbucare tra i rami qualcosa di strano. Improvvisamente, da quel momento, ascolto una voce e divento protagonista di una storia. M - «Cosa fai così impalato? Dai, vieni a danzare con me». (La persona, che spicca per la sua enorme mano, C -«Certo che voglio danzare, ma voglio che tanti bambini si impegnino per i loro coetanei lontani battendo le mani con me». (Curiosone riprende): «Fammi leggere la parola dell’indice!» M - «Certo, il dito indice indica la parola che consola. Sai, all’ospedale di Nakalanzi ho incontrato Samuel, un bambino triste perché ammalato. Gli ho raccontato una barzelletta e lui ha sorriso. Vuoi anche tu condividere il tuo tempo con me ?». C - «Sì, va bene ! ». (Curiosone è a testa bassa. La mano gli chiede): con un gesto invita Curiosone alla danza). C -«Va bene, è bello danzare con te, ma… fermati un po’, fammi capire perché hai una mano così grande e una scritta su ogni dito». M - «Eccoti accontentato ! Vedi, questo è il pollice. È il più piccolo, ma è un grande: è il dito dell’impegno. Proprio in questa città ci sono tanti bambini ammalati di malaria e di colera, malattie che per fortuna voi non conoscete. In ospedale potrebbero guarire, ma per costruirlo occorre l’impegno di tutti. Vuoi danzare con impegno? M - «Sei in crisi? Cos’hai? Pensi di essere l’unico al mondo a non essere capito? Guarda il mio dito medio, c’è scritto la parola preghiera. Quando sono in crisi vado nella mia camera e parlo con Gesù. Anche con Samuel ieri ho pregato ed è stato bellissimo. La preghiera dà coraggio ed ora vuol danzare con te. Vai !» la storia continua a pag. 31 27 Bisogna organizzare 5 punti, luoghi, dove i bambini si possono recare per fare l’animazione. Ogni punto avrà il nome di un dito con una parola collegata. L’ultimo dito è dove tutti i bambini s’incontrano (se ci sono tanti gruppi) e l’animazione sarà svolta tutti insieme. proposta di animazione basata sulla storia della pagina precedente. Dopo aver raccontato la storia, si propone ai bambini divisi in gruppi, la seguente attività. 1° punto: POLLICE – IMPEGNO 4° punto: ANULARE – AGIRE Materiale: ogni bambino costruisce un mattoncino. Fare uno dei giochi alla pagina seguente. Svolgimento: prendere un cartoncino ondulato (recuperarlo da scatole d'imballaggio), tagliarne delle strisce larghe ca. 6 cm e lunghe 8 o 9. Incollarne 6 o 7 una sopra l'altra (a seconda dello spessore). Ev. decorarli o scrivere su un lato cosa vuol dire per te impegno. Al posto del cartoncino si possono utilizzare scatole dei fiammiferi. 2° punto: INDICE – CONSOLA Allestire un cartellone con 10 foto che illustrano varie situazioni del Malawi (le foto si possono richiedere in segretariato o trovare sul CD-Animazione). Procurarsi dei cerotti che i bambini dovranno applicare sulle immagini che illustrano una scena che richiede CONSOLAZIONE. 5° punto: MIGNOLO – ENTUSIASMO Procurarsi due canne di bambù o due listelli di legno di circa un metro. Preparare due cartine, quella del Ticino e quella del Malawi ad una certa distanza. Disporre i due listelli paralleli tra le due cartine ad una larghezza di ca. 20-30 cm. I bambini dispongono tra i due listelli tutti i mattoncini preparati, in modo da costruire un ponte. Il ponte tra le due cartine è segno che si desidera costruire un legame con i bambini del Malawi e che possono contare su di noi per l'ingrandimento dell'ospedale pediatrico. 3° punto: MEDIO – PREGHIERA Recitare il Padre nostro animandolo, (una proposta mimata si trova a pag. 32). 28 Giochi LA SCOSSA Obiettivo: sentire la stretta di mano e ripeterla al compagno. Svolgimento: bambini in cerchio si danno la mano. Uno inizia a dare la stretta "la scossa" al compagno il quale a sua volta la trasmette all'altro. Il gioco continua fino a quando "la scossa" ha fatto il giro del cerchio. MIMO Obiettivo: mimare delle azioni utilizzando solo le mani. Materiale: biglietti con scritte piccole azioni (pettinarsi, mangiare, lavarsi i denti, scrivere, aiutare, fare la spesa, scrivere un messaggino... Svolgimento: il bambino estrae il biglietto ed esegue il mimo. Gli altri devono indovinare di cosa si tratta. MANI APERTE - MANI CHIUSE Materiale: cartellini con disegno di mano aperta e mano chiusa, modelli a pag. 34. Obiettivo: fare un esempio di azione con il significato della mano che ho pescato. Svolgimento: il bambino estrae un cartellino e deve dire agli altri un esempio (mano aperta = gioco con il mio compagno; mano chiusa = non presto la gomma). La gazzella del malawi I bambini sono seduti in cerchio chinati verso il centro del cerchio. Un giocatore (la gazzella) inizia il gioco saltellando intorno al cerchio con una palla in mano cantando: la gazzella corre corre, ognuno a suo turno sarà gazzella e correrà. A questo punto tira la palla sulla schiena di uno dei seduti e comincia a correre intorno al cerchio. Il colpito deve alzarsi, prendere la palla e inseguire la gazzella per colpirla con la palla sulla schiena prima che riesca a raggiungere il posto lasciato vuoto. Se viene colpita deve entrare nel cerchio e rimanere lì in piedi su una gamba. 29 cOSA MANCA? Completa il testo, mettendo al posto giusto le parole (si può ingrandire il testo, metterlo su un cartellone e distribuire ai bambini le parole seguenti da collocare al posto giusto): africa – agricoltori – inglese – capre – clima- sviluppato – bambini etnie – grande – industria – laghi – Lilongwe – lotte – paese – povero religione – estende – sottosuolo Il mio …............... è molto bello. È tre volte più ….............. della Svizzera. È situato nell'….................. dell'est. Confina col Mozambico, la Tanzania e lo Zambia. Si ….................. da nord a sud. Il 20% della superficie è costituita da …............. ; il …............ è tropicale, con una stagione secca da maggio a ottobre e una stagione delle piogge durante il resto dell'anno. La sua capitale è …..............., ma Blantyre è il centro commerciale e industriale del paese. Il Malawi conta 16 milioni di abitanti. Le …................ sono numerose. Tutti parlano il chichewa e l'...................... viene insegnato a scuola. I ….................. sono poco scolarizzati. Circa il 30% delle donne e il 20% degli uomini non sanno leggere. La maggioranza delle persone è di …................... cristiana, m ci sono ancora delle vecchie tradizioni indigene. Il Malawi conobbe delle …........... tra le tribù. Dal 1800 i missionari cattolici e protestanti hanno …................. le scuole. I commercianti portoghesi, in seguito quelli inglesi invasero il paese; questi ultimi imposero la loro lingua. Il mio paese è …............... , sul piano economico, è uno dei paesi meno sviluppati dell'Africa. È popolato da …................. che producono: granoturco, arachidi, te, canna da zucchero, tabacco; allevano le mucche e le ........... . La pesca è molto importante. Il ….................. non racchiude praticamente nessuna risorsa mineraria e l'..................... è poco sviluppata. 30 UN CD PIENO DI... tutto ciò che serve per l'animazione Nelle pagine di questo fascicolo, molte volte si fa riferimento al "CD-Animazione". Esso contiene immagini e testi delle relative proposte suddivise per fasce di età oltre a testi vari, per es. questo fascicolo a colori, foglio A4 con testo di pag. 30, storia Curiosone e... una mano amica; ecc. Costo fr. 5.Alcuni contenuti: • 6 foto con didascalia per decorare il locale • Schede e domande per il cartellone missionario con quiz (vedi pag. 22) • 10 foto per punto "Consola" (vedi pag. 28) • Padre nostro mimato • 10 foto con commento sul progetto Infanzia missionaria • 24 foto con commento di presentazione del Malawi • Testo veglia missionaria • Testo celebrazione liturgica •... Continuazione storia: «Curiosone e... una mano amica» C - «Va bene, ci sto». (La mano si avvicina a Curiosone e i due si muovono a passo di danza). (Curiosone riprende a parlare): «Sono proprio stanco, ho bisogno di un po’ di riposo, ma sono Curiosone e voglio sapere la parola scritta sull’anulare». M - «Semplice, il dito dell’anello è quello del servizio, che lega gli uni agli altri. Dobbiamo agire per aiutare i vicini e i lontani. Cerchiamo di fare del nostro meglio perché l’ospedale dei bambini in Malawi diventi realtà». C- «Mamma mia, che bello, mi piacerebbe fare qualcosa per aiutare quei bambini ; le danze sono bellissime, ma io sono stanco. Mi sembra di non avere più forza!» M - «Certo, ti manca la parola del mignolo. È minuscola, ma vale molto. Si chiama entusiasmo; anch’io quando ero stanco di tutto e ho incontrato Samuel che, pur con la febbre, mi sorrideva, ho pensato a tanti bambini come lui che possono guarire. Insieme a loro possiamo godere la bellezza della natura e della vita in Malawi». C- Con tutte le dita della mano amica, da vero Curiosone, ho scoperto che prendersi cura degli altri porta dentro di noi una grande gioia. Festeggiamo assieme, e con allegria, la nostra scoperta. Danza per tutti, accompagnata dal canto, il cui motivo dice: Se sei felice, tu lo sai batti le mani (tre volte)… 31 Padre nostro che sei nei cieli Sia fatta la tua volontà Incrociare le braccia sul petto, dapprima il sinistro verso destra. Mani giunte nel gesto di preghiera. Sia santificato il tuo nome Come in cielo così in terra Le mani formano una coppa all'altezza degli occhi. Mani giunte incrociate, nel gesto abituale di preghiera. In questo gesto si può vedere la riunificazione di tutti i contrari, per esempio un'immagine per l'"ecumene" (la terra abitata), o un segno di consacrazione. Venga il tuo regno Le mani formano una sfera aperta, o un "pomo" che tiene l'imperatore. Nell'iconografia antica, si vede spesso Gesù sulle ginocchia di Maria con il "pomo del regno" nelle mani. Questo gesto può anche significare il globo terrestre e la volta celeste, il cielo e la terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano Tenere le mani aperte in atteggiamento di chi riceve. 32 Rimetti a noi i nostri debiti Perché tuo è il regno, tua la potenza e... Mani aperte all'altezza delle spalle girate verso il corpo per accogliere la grazia e il perdono. Mani alzate in gesto di adorazione e riconoscenza. Come noi li rimettiamo ai nostri debitori ...la gloria nei secoli dei secoli Mano sinistra girata verso il basso per posarsi su quella del vicino e donare perdono. Mano destra girata verso l'alto per ricevere il perdono dal vicino. Ci si stringe la mano a sinistra e a destra per stabilire il contatto. Unire le mani sopra la testa e portarle verso il basso formando un bel cerchio. E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male Amen Mani all'altezza delle spalle con il palmo rivolto verso l'esterno, con gesto di protezione. Incrociare le braccia sul petto come all'inizio. 33 Modelli di mano da fotocopiare (ev. ingrandire) da utilizzare per l'attività di pag. 24 Modelli di mani aperte e chiuse per il gioco di pag. 29 34 cantori della stella i giovanissimi protagonisti ci raccontano: È bello ritrovarsi insieme, di notte e seguire la grande stella, con le lanterne e guardare la faccia felice della gente che ascolta i nostri canti. Quando siamo entrati in chiesa durante la Messa del mandato, cantando la canzone dei "seminatori delle stelle", mi sono emozionata. Alcuni hanno acceso le candele o le lucine alle finestre e ci aspettavano. Siamo stati accolti con gioia, meglio degli altri anni perché ora ci conoscono. Una persona anziana che ci aspettava ci aveva chiamato per chiederci se arrivavamo e nella busta con l'offerta ha scritto per i bambini della Tanzania. Le persone che siamo andati a trovare già l'anno scorso hanno apprezzato il nostro ritorno e si è capito che per loro è stato importante. Durante la ricreazione a scuola, stiamo preparando dei piccoli lavoretti da vendere. Il ricavato lo metteremo nel salvadanaio dei cantori della stella. Speriamo di mantenere questa bella tradizione anche nei prossimi anni così da far felici i nostri anziani che andiamo sempre a trovare. Ai parroci, catechiste e animatori, rivolgiamo l’invito a voler considerare tra le attività di catechesi, la formazione di un gruppo di Cantori della Stella. Un dépliant illustrativo e di spiegazioni, oppure la nostra presenza ad una serata per mostrare, con immagini e filmati la storia dei Cantori della stella e di Infanzia missionaria, può essere richiesto o concordata con il segretriato. Programma 5ottobre Ex-Convento - Monte Carasso ore 16.00 - 21.00 «da 30 anni la diocesi in missione» pomeriggio di festa aperto a tutti durante il quale verrà presentato anche l'ottobre missionario. 20 ottobre Giornata Missionaria Mondiale NOVITÀ: non più celebrata in un unico luogo per tutta la diocesi, ma –per privi legiare lo spirito di evan gelizzazione là dove la gente forma comunità– la Giornata Missionaria Mondiale sarà celebrata in ogni parrocchia o zona pastorale o vicariato. www.missio.ch è il sito su cui puoi trovare • questa cartella di animazione (a colori, contrariamente alla versione cartacea) • sussidio per le celebrazioni liturgiche • proposte di attività • uno shop di oggetti simpatici e utili • e... naturalmente informazioni sul mondo della missione in italiano, francese e tedesco Impressum Missio, Casella postale 5286, 6901 Lugano Tel.: 091 966 72 42 - Fax: 091 967 47 89 Mail: [email protected] – [email protected] Internet: www.missio.ch Foto: Missio Stampa: Procom SA, Bioggio