Signore
conta su di me
Cartella DI ANIMAZIONE 2013
documenti - riflessioni - testimonianze - proposte
1
sommario
SIGNORE
CONTA SU DI ME
Chiesa ospite: Malawi
www.missio.ch, ccp 17-1220-9
Il manifesto della campagna missionaria ci
presenta alcuni aspetti significativi della realtà della
Chiesa del Malawi.
La foto è stata scattata a Chimpiya Nchalo,
nella diocesi di Chikwawa il 28 novembre 2012;
giorno in cui la comunità si è riunita per incontrare e
conoscere i rappresentanti di Missio-Svizzera.
Per potersi sedere, nel luogo dell'incontro: la
chiesa che si vede sullo sfondo, senza porte né
finestre, né tetto, né pavimento; era necessario che
qualcuno provvedesse alle sedie.
Con il sorriso e spirito di accoglienza una donna
ha detto conta su di me.
Questi gli elementi che hanno determinato
l'evoluzione della campagna:
- il sorriso e il gesto della donna che porta le
sedie;
- le persone presenti, rappresentative di tutte le
fasce di età della famiglia;
- la chiesa non terminata, segno di bisogno.
Lo slogan Signore conta su di me è scaturito
con tanta naturalezza come risposta di amore verso i
più bisognosi.
Foto: Missio, Brunner; Grafica: Stellwerkost
Ottobre
Missionario
2013
Lettera del direttore di Missio-Malawi
3
Messaggio di mons. Joseph Roduit
5
Malawi, cenni storico-geografici
6
La giornata missionaria mondiale
8
nella Svizzera italiana
Signore conta su di me (riflessioni e testimonianze) 9
- la forza delle donne
10
- organizzazione delle parrocchie
12
- a gioia delle celebrazioni
14
- condivisione
16
- unità tra Chiesa, scuola e famiglia
18
Proposte di animazione per giovani e adulti
21
- immagini per la riflessione sul tema
- gioco: le mie qualità
- gioco: anagramma
22
- canzone «Conto su di te»
- cartellone missionario con quiz
- giornale murale
Proposte di animazione per bambini e ragazzi
23
- incontro alla scoperta del Malawi e del tema
24
- incontro di catechesi
25
- progetto Infanzia-missionaria
26
- Curiosone e... una mano amica
27
- proposta di animazione in 5 punti
28
- giochi vari
29
Un CD pieno di...31
Padre nostro mimato
32
Modelli da fotocopiare
34
Cantori della stella
35
Grazie
ai membri del gruppo di lavoro
Missio della Svizzera italiana
e a tutte le persone
che hanno contribuito per
la realizzazione di questa
Cartella di animazione.
Cari fratelli e sorelle in Svizzera,
quando Missio mi ha chiesto di scrivere una lettera ai credenti del vostro paese per l‘ottobre missionario, ho pensato
a diverse tappe della mia vita, perché se sono sensibile alla
Chiesa universale non è soltanto perché sono il direttore di
Missio nel Malawi.
Lettera del direttore di Missio-Malawi
Già da bambino ho potuto
fare l’esperienza di Chiesa universale grazie all’incontro dei missionari venuti dall’Europa. Dopo aver
fatto la prima comunione, sono
diventato, a 8 anni, chierichetto
in una delle comunità della nostra
grande parrocchia diretta da un
padre montfortano olandese. Una
volta al mese quando veniva a
celebrare la messa nella nostra
cappella, gli andavo incontro con
i miei compagni su per le colline,
per circa 3 km.
Nessuna formazione per i
ministeri senza Missio
All’inizio degli anni ’80 –quando
non c’erano che due preti indigeni–, si realizzò l’idea, del nostro
vescovo, di aprire un seminario
minore, grazie al contributo
ricevuto dalla casa di compensazione di Missio. All’età di 12 anni
sono stato ammesso in questa
scuola con 4 altri ragazzi della
mia parrocchia. I costi per la
frequenza non erano molto alti,
ma hanno comunque richiesto un
grande sacrificio ai genitori,
perché ancora oggi nel Malawi
l’85% della popolazione vive di
un'agricoltura di sopravvivenza e
ha ben poco denaro.
A 17 anni, in occasione di
un’ordinazione, ho capito che ero
chiamato al presbiterato e due
anni dopo sono entrato nel seminario maggiore. Dopo tre anni di
filosofia, ho studiato quattro anni
padre Michael Useni (al centro), direttore di
Missio Malawi con la sua famiglia e il direttore
di Missio, Martin Brunner-Artho.
di teologia nel seminario di Saint Pierre a Zomba. È
grazie agli aiuti ricevuti da Missio che ho potuto
concludere i miei studi. Il 16 luglio 1995, 15 anni
dopo la fondazione del seminario minore, il vescovo
mi ha ordinato prete con un altro diacono. La cattedrale era troppo piccola quel giorno!
Sapevo che le sfide del lavoro in parrocchia
erano numerose. Me ne sono reso conto con la
responsabilità di una sola parrocchia –Notre Mère
des pauvres– che ho ripreso come primo prete
autoctono dopo un padre irlandese di St. Patrick.
Non è stato facile guidare da solo la parrocchia
verso l’indipendenza dopo la presenza dei missionari
europei. Ho svolto questa missione per circa 7 anni
con 21 comunità; alcune distanti oltre 40 km. Sono
riconoscente d’aver potuto fare queste intense
esperienze parrocchiali sull’onda dei missionari
europei, prima di essere nominato, nel 2008 direttore nazionale di Missio nel Malawi.
3
Mese della missione universale: raccoglimento e preghiera
nel Malawi e in Svizzera
Per me, è incoraggiante constatare che durante il mese dell’ottobre missionario in Svizzera e ovunque nel mondo tutti i credenti della
Chiesa partecipano al finanziamento delle Chiese locali per renderle
indipendenti. In questo modo conduciamo tutta la nostra Chiesa verso
la piena autonomia.
Vedere intensamente uniti nella preghiera comune i cristiani in
Malawi e in Svizzera, quest’anno mi rallegra in modo particolare. Questa preghiera mi darà l’occasione per parlare sempre più della missione
universale, di ricordare la nostra solidarietà reciproca e di incoraggiare i
cristiani del mio paese.
In comunione con la Chiesa universale
padre Michael Useni
direttore Missio Malawi
TEMPO DI
PREGHIERA
La vita è espressione della fede: attraverso le opere, la testimonianza, la preghiera.
Se la nostra comunità non avverte il bisogno della preghiera, allora possiamo dire che la nostra fede è zoppa.
In Malawi hanno composto appositamente una preghiera per
l’ottobre missionario. Siamo invitati a recitarla nelle nostre comunità
in unione spirituale ai cristiani malawensi. Essa è distribuita con un
piccolo dépliant che si può richiedere gratuitamente in segretariato.
Può per es. essere recitata alla conclusione della Messa, all’inizio
di un incontro o come preghiera personale durante la giornata, quale
espressione di comunione con i credenti del Malawi.
Un momento comunitario di preghiera può essere vissuto
con la Veglia missionaria. Il testo-guida può essere richiesto in
segretariato.
4
La fede: atto divino e umano
messaggio
di mons. Roduit
Voi disprezzate il povero
Nella lettera che ci è giunta e che possiamo
leggere alla fine del Nuovo Testamento, l’apostolo
san Giacomo ci dice. “Dio ha scelto quelli che agli
occhi del mondo sono poveri, per farli diventare
ricchi nella fede e dare loro quel regno che egli ha
promesso agli uomini che lo amano”. Poi ci trasmette un insegnamento con il quale denuncia l’ipocrisia
di chi si accontenta di belle dichiarazioni a proposito
delle opere in favore dei poveri. E non ha paura ad
affermare: “Voi disprezzate il povero!”. Descrivendoci la ricchezza della fede del povero, chiama all’azione concreta dell’aiuto come segno della fede da
parte di chi è ricco materialmente.
Sviluppando il tema della giustificazione attraverso la fede e le opere, dice ancora: “A che serve
che qualcuno dica: ho la fede, se non ha le opere?”
E arriva a dire che la fede senza opere è morta.
Questi testi del primo secolo ci aiutano a capire
il tema scelto da Missio per il prossimo mese di
ottobre Signore, conta su di me. E l’esempio del
Malawi, questo paese povero dell’africa australe, ci
incoraggia a prendere le nostre responsabilità e a
manifestare meglio la nostra fede, come loro laggiù.
Non ci si può dire credenti se, per tradizione, abbiamo ereditato una religione senza aver mai riflettuto
sull’impegno personale.
La fede è l’incontro tra un Dio che parla e una
persona che risponde con tutto il suo essere. La vita
spirituale permette l’incontro tra i dati teologici che
provengono da Dio e i dati psicologici che provengono dall’uomo. Pregare, non è parlare con se stessi
o parlare nel vuoto. L’atto di fede della preghiera è
un incontro al centro della persona.
Ogni essere umano è stato creato ed è creato,
a immagine e somiglianza di Dio. È nella vita spirituale che ogni uomo è immagine di Dio. La somiglianza arriva con l’incontro con Gesù “immagine
perfetta del Padre”. Allora, il credente cercherà di
assomigliargli.
Gesù ha annunciato le Beatitudini, in cui sono
dichiarati felici i poveri, gli afflitti, i puri di cuore,
coloro che piangono, chi opera la giustizia e la pace.
Da quel momento, la fede cristiana si riconoscerà
dall’attenzione all’altro, cominciando dai poveri,
dagli affamati, dagli stranieri, dai malati, dai carcerati… Tutti atti concreti per cui Gesù potrà dire: “Tutto
quello che avrete fatto al più piccolo tra i miei,
l’avrete fatto a me”. Sono proprio le azioni concrete
che manifestano la fede!
+ Joseph Roduit, abate di Saint Maurice
Responsabile della Missione per la CES
5
MALAWI «CUORE CALDO DELL‘AFRICA»
Spesso, cliché, nomignoli o soprannomi affibbiati a popoli o paesi ne descrivono
usanze, culture o peculiarità naturali, per paradosso o per affinità.
Caldo non è solo il clima ma il cuore della gente. Sebbene il Malawi non sia il primo
paese al quale pensereste se doveste organizzare una vacanza in Africa; dépliant turistici,
resoconti di viaggi, lettere di missionari (soprattutto montfortani) sono concordi nel ritenere che questo appellativo riflette la bellezza del paese ma ancor più descrive in modo
speciale il popolo del Malawi, affabile e accogliente, che vive in pace e armonia nonostante la povertà sia molto diffusa, specialmente nelle zone rurali. Un paese povero di
ricchezze sfruttabili, ma ricco di una natura affascinante, povero di sviluppo ma ricco di
una popolazione che a braccia aperte ti dice ti accolgo con un cuore caldo.
senza catechisti niente chiesa
Aron Kelemeka, catechista nella parrocchia
di Mtendere. Oltre ai suoi doveri di catechista (vedi a lato) si occupa della famiglia e del
suo mantenimento coltivando un campo.
La religione cattolica ha fatto il suo ingresso in Malawi con l'arrivo, il 28 dicembre 1889, di 4 missionari europei. Nel 1901 i padri
Montfortani costruiscono una chiesa a Nzama. Oggi i numerosi cattolici sono guidati da 8 vescovi, 270 preti e 560 religiose.
L'apporto dei catechisti (di solito uomini sposati), nelle immense
parrocchie con le loro innumerevoli cappelle, si assumono numerosi
compiti. Ecco qualche esempio:
• Assistenza alle cappelle, incluso collegamento con i consigli
parrocchiali.
• Assistenza ai gruppi (piccole comunità cristiane, organizzazioni
cattoliche femminili, legione di Maria, coro…).
• Compiti amministrativi: documenti per i sacramenti, tasse alla
Chiesa, controllo dei beni parrocchiali nelle cappelle…).
• Preparazione ai sacramenti: prima comunione (7-10 anni),
confermazione (12 anni), in collaborazione con catechisti/e volontari.
• Attività con i catecumeni.
• Accompagnamento dei catechisti volontari.
• Accompagnamento di chi torna alla Chiesa.
• Visita ai malati e funerali.
• Contatti regolari e coordinazione con il parroco.
• Accompagnamento del parroco quando visita le cappelle,
celebra la messa e amministra i sacramenti.
6
CARTA D‘IDENTITÀ DEL MALAWI
Superficie: 118‘484 km2, di cui 24‘404 km2
acqua (lago Malawi e lago Nyasa). Quasi tre volte la
Svizzera (41‘285km2).
Confini: Mozambico, Tanzania e Zambia.
Punto più alto: Sapitwa (Monte Mlanje) 3‘002m.
Il Malawi non ha accesso al mare.
Densità della popolazione molto alta:
130 ab. per km2 (Svizzera 185).
Il Malawi si trova al 171° posto su 187
paesi nella lista HDI (Indice Sviluppo Umano). La Svizzera è all’11.mo posto.
Circa l’80% della popolazione vive in
campagna (economia principalmente agricola).
Indipendenza dalla Gran Bretagna: 6
luglio 1964
Il 5 aprile 2012, Bingu wa Mutharika, il
presidente eletto a maggio 2009, è morto
improvvisamente. Il 7 aprile, come previsto
dalla costituzione, Joyce Banda, la vice-presidente, ha ereditato il potere. In maggio
2014 ci saranno le elezioni.
Capitale: Lilongwe
Abitanti: 16‘323‘044 (stima luglio 2012);
45% meno di 14 anni (Svizzera: 15%). Solo il 2.7%
ha più di 65 anni.
Città più popolose: Blantyre 856’000 ab.;
Lilongwe 821’000 ab.
Età media: 17,3 anni (Svizzera 42). Il 19%
uomini e il 31% delle donne non sa né leggere né
scrivere.
Lingue: Chichewa (lingua nazionale) 57.2%,
Chinyanja 12.8%, Chiyao 10.1%, Chitumbuka 9.5%,
Chisena 2.7%, Chilomwe 2.4%, Chitonga 1.7%,
altre 3.6% (censimento1998)
Etnie: Chewa 32.6% (soprattutto al Sud e al
Centro del Paese), Lomwe 17.6%, Yao 13.5%, Ngoni
11.5%, Tumbuka 8.8%, Nyanja 5.8%, Sena 3.6%,
Tonga 2.1%, Ngonde 1%, Andere 3.5%
Religioni: cristiani 82.7% (circa 25% cattolici), musulmani 13%, altri 1.9%, senza religione
2.5% (censimento1998)
AIDS: 11% (Svizzera 0.4%)
Clima subtropicale: stagione delle piogge
da novembre a maggio, stagione secca da maggio a
novembre.
Risorse naturali: calcare, terre agricole,
energia idraulica, carbone (non sfruttato), uranio,
bauxite.
7
LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
NELLA SVIZZERA ITALIANA 20.10.2013
Quest’anno la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale non si svolgerà in un un’unica
località per tutta la diocesi. Per privilegiare lo spirito missionario dell’evangelizzazione delle singole
comunità, rivolgiamo l’invito a voler celebrare tale
Giornata a livello vicariale, zonale o parrocchiale.
PROPOSTE DI ANIMAZIONE
«La giornata missionaria mondiale -quest‘anno- si celebra mentre si
sta concludendo l‘Anno della fede,
occasione importante per rafforzare la nostra amicizia con il Signore e
il nostro cammino come Chiesa che
annuncia con coraggio il Vangelo»
(dal messaggio del Papa per la GMM).
•
SANTA MESSA (un testo-guida è inviato ai sacerdoti)
•
RITROVO DOPO LA MESSA (per momento di incontro; proposte
concrete da pag. 21).
•
PRANZO di condivisione.
•
POMERIGGIO CON ATTIVITÀ e testimonianze
- animazioni (diverse proposte si trovano a partire dalla pag. 21)
- filmati sul Malawi (realtà di vita di due giovani del Malawi e
progetto di Infanzia missionaria. Il DVD può essere richiesto in
segretariato.
- momento di testimonianza sul tema “Signore conta su di me”
invitando qualche giovane che ha partecipato ai Campi estivi
CMSI nelle missioni, o dei volontari che nei nostri paesi si
dedicano ad attività per gli altri (case anziani, catechesi, animazione per ragazzi e giovani...)
- eventuale lotteria o bancarella Missio (i materiali si possono
richiedere in segretariato).
8
Il ricco materiale fotografico, le interviste raccolte durante le visite
alle parrocchie, comunità, centri di formazione ed in particolare il filmato realizzato durante la visita di alcune diocesi del Malawi, da parte
del direttore di Missio ed un collaboratore, hanno permesso di captare
le peculiarità di un Paese di cui poco si conosce alle nostre latitudini.
SIGNORE CONTA SU DI ME
riflessioni e testimonianze
Tutte le informazioni riportate dal Malawi, in particolare il filmato, presentano la realtà sociale e religiosa di questo povero paese; la ricchezza della natura, gli incontri con le persone, le vive celebrazioni, i tanti
bisogni, e in particolare le situazioni di vita vissuta nella comunità e in famiglia.
Queste osservazioni e riflessioni hanno permesso di evidenziare alcuni aspetti che rappresentano le
piste di riflessione che presentiamo nelle pagine seguenti.
•
•
•
•
•
la forza che traspare dal lavoro e dalla testimonianza delle donne
l'organizzazione delle parrocchie: il grande lavoro dei catechisti
la gioia espressa durante le celebrazioni
l’esempio di condivisione attraverso le collette
l’unità esistente tra Chiesa, scuola e famiglia
Martin Brunner-Artho, direttore di Missio,
condivide in tempo reale le istantanee raccolte durante il viaggio.
Attraverso le testimonianze
dal Malawi riusciamo a cogliere
l’intensità di queste tematiche.
Ma, proprio per vivere in pieno
l’obiettivo di fraternità e condivisione, abbiamo posto lo sguardo
anche sulla nostra realtà di Chiesa
in Svizzera. Abbiamo pensato alle
nostre situazioni ed alle nostre
testimonianze di persone che
offrono il loro servizio dove vivono e dove c’è bisogno. Le ritroviamo nelle pagine seguenti.
9
la forza delle donne
«Quando le donne hanno la possibilità di trasmettere in pienezza i loro
doni all’intera comunità, la stessa modalità con cui la società si comprende e
si organizza ne risulta positivamente trasformata, giungendo a riflettere
meglio la sostanziale unità della famiglia umana. Le donne in Africa offrono
un grande contributo alla famiglia, alla società, alla chiesa con i loro molti
talenti e capacità. Tuttavia non solo la loro dignità e apporto non vengono
pienamente riconosciuti e apprezzati, ma i loro stessi diritti sono spesso negati. Le donne sono ovunque presenti per assicurare la vita, lottando contro
leggi avverse, contro tabù, contro mentalità misogine. Le donne insegnano a
cogliere le diverse manifestazioni del volto materno di Dio.» (dal messaggio di
Giovanni Paolo ll per la celebrazione della 28° giornata della pace: la donna educatrice di pace).
Signora Rodiana, lei fa parte di una piccola
comunità cristiana (SCC) ed è impegnata in parrocchia. Che cosa la spinge ad impegnarsi?
«Mio marito era membro del comitato della
SCC, adesso è morto e io pure ero membro della
parrocchia. Mio marito ha letto molto la Sacra Scrittura. Dopo la sua morte, continuo a leggerla
anch’io. Così la mia fede si è rafforzata e adesso
Gesù Cristo fa parte della mia vita. Io voglio vivere
secondo gli insegnamenti biblici. Cerco di seguire il
più possibile il mio gruppo SCC, una specie di “luce
del mondo”. Se mi accorgo che qualcuno si allontana dal gruppo o non partecipa più alla vita della
comunità, cerco di farlo tornare, perché viva nella
comunità ecclesiale come me, che raggiunga di nuovo la SCC e dia il proprio apporto.
La sig.ra Suzi Rodiana, di Utembere, diocesi di Dezda: "le Piccole Comunità Cristiane si riuniscono regolarmente una
volta alla settimana. Preghiamo e ascoltiamo la parola di Dio".
La sua partecipazione alla SCC influenza la sua
vita quotidiana?
«Come membro di comitato sì. Inizio sempre il
giorno con la preghiera, ringrazio Dio per la vita.
Ma domando sempre che mi aiuti a non ferire
nessuno con le mie parole. Ci sono delle parole
avventate che fanno nascere dei conflitti. Alla sera
ringrazio Dio per il sostegno che mi ha dato nel
riunire la comunità con parole che creano unità e
non mettono zizzania. Questo dico nelle mie preghiere.»
10
Nell’intervista a Suzi Rodiana abbiamo colto la similitudine con la nostra realtà: l’impegno
nella comunità dopo la morte del marito. Ciononostante la fecondità della donna può continuare nel ruolo di “educare” altri bambini, di occuparsi di una famiglia più ampia: la comunità.
Il suo impegno di “tenere insieme” quelli che già partecipano è importante in quanto anche
aiutare a conservare la fede è fondamentale. Anche la sua umiltà è esemplare, lei alla fine
della giornata ringrazia Dio se con le sue parole non ha ferito nessuno.
Da questa intervista si evince anche l’importanza della formazione della donna con la partecipazione ai vari momenti di formazione proposti dalla comunità.
le nostre situazioni
Le elezioni comunali per il quadriennio
2012/2016 erano alle porte. I membri del Municipio
erano dimissionari. Non si trovavano persone disposte ad assumere il servizio in qualità di autorità
esecutive per il Comune. Era ormai entrata l’idea di
una amministrazione cantonale con persone estranee.
A me sarebbe dispiaciuta una simile soluzione.
Cominciai a pensare seriamente a una eventuale mia
candidatura. Il momento mi sembrava anche propizio considerato il fatto che in famiglia i figli erano
autosufficienti. Avrei potuto dedicarmi a un servizio
che da anni desideravo. Una vita nuova, dedicata al
sociale e alla gente del mio Comune.
Poi, una domenica mattina l’omelia del parroco,
ha toccato proprio la problematica del disinteresse
della gente a prendersi a cuore qualsiasi genere di
aiuto al prossimo sia nelle associazioni parrocchiali
che culturali, sia nelle attività sportive o nella politica. Da quel sermone in poi, la sottoscritta ha cominciato a ragionarci sopra giorno e notte. Ho capito
che una voce da lassù era entrata dentro di me e mi
diceva che era giunto il momento di dare testimo-
nianza della mia buona volontà di cristiana! Mi son
sentita, ad un tratto, responsabile di questa mia
futura esperienza nel mondo della politica. Sarebbe
diventata come una “missione” da compiere ascoltando la mia fede!
Fu questa scintilla che mi diede il coraggio di
mettermi a disposizione per il Municipio del mio
Comune. In me conviveva anche una grande paura,
quella di non essere all’altezza della situazione.
Quasi da incosciente, mi venne da pensare che Dio
mi avrebbe dato sicuramente un aiuto incondizionato se solo lo avessi chiesto e, così, mi sentii tranquilla
e serena nell’affrontare i passi futuri!
Eccomi perciò a essere nel Municipio del Comune di St. Antonio e, nientemeno, a ricoprire la
carica di Sindaca di questo paese, con l’aiuto di altre
due brave persone messesi a disposizione con me
per il bene del paese, del territorio.
Ho sempre avuto un carattere servizievole e mi
sono sempre messa a disposizione di chi fosse nel
bisogno
Non voglio essere una persona autoritaria che
comanda e domina su tutti, ma piuttosto una persona che si mette a disposizione di tutti, che si mette
allo stesso livello del suo prossimo, che cerca umilmente di imparare un nuovo lavoro mettendosi in
gioco, aprendosi ed accogliendo gli aiuti che arrivano da qualsiasi parte o partito!
Ogni volta, forte del coraggio che mi veniva
dato dal Signore Dio, superavo anche quanto inizialmente sembrava insormontabile. Provare la gioia e
la felicità nel “far del bene alla gente” e nel servizio
mi sono stati di gratifica e di appagamento!
Ed, infine, nell’affermare: “Signore, conta su di
me” ho scoperto che seguire alla lettera la legge di
Dio e il suo comandamento dell’amore aiuta a superare difficoltà apparentemente insuperabili.
Daniela Tamagni, sindaca di St. Antonio
11
organizzazione delle parrocchie
I catechisti assicurano e portano avanti le parrocchie. Sono loro che si
trovano a stretto contatto con i fedeli. Laici che fanno un lavoro di evangelizzazione, di missione. Le parrocchie hanno lo stile di “stazioni missionarie” in
quando costituiscono dei veri centri attorno a cui si sviluppa la comunità.
«Sono Aron Kalemeka,
vengo da Uchukumba. Sono
catechista dal 2005. Durante il
primo anno ho fatto uno stage in
parrocchia. Tra il 2006 e il 2008
ho seguito un corso di 6 mesi, poi
sono stato nominato catechista in
questa parrocchia. Lavoro per
cinque parrocchie. Ogni domenica
assicuro la liturgia in una parrocchia. Queste cinque parrocchie
contano assieme trenta comunità
(SCC). Per ogni SCC faccio un
programma mensile. Così le visito
regolarmente e posso restare in
contatto con loro e ascoltare le
loro domande. In occasione delle
visite, la gente viene da me per
problemi familiari, a volte per
tensioni tra loro e per ogni problema che deve essere chiarito. Se
sono problemi gravi li analizzo
con il prete o con un’altra autorità. Ma il referente è sempre il
catechista. Ciò significa che questi
organismi sono tutti sotto la mia
responsabilità. Nel mio programma devo quindi prevedere del
tempo per loro, per le SCC, per le
altre parrocchie e per tutti i miei
impegni.
Se il prete è di passaggio
nelle mie parrocchie, ad esempio
per la prima comunione, gli faccio
l’elenco dei malati e l’accompagno nelle visite dopo
la messa. Mi impegno a rendere autonomi i cristiani.
Accanto a questi compiti, devo anche occuparmi dei miei impegni personali e familiari. Devo
occuparmi del mio campo dove coltivo ciò che serve
alla mia famiglia. Quindi non svolgo solo compiti
pastorali. Io ricevo 11 mila kwachas al mese, circa 27
dollari. Ho 7 figli che vanno a scuola. È una vera
sfida giornaliera.»
Aron Kalemeca di Utembere, diocesi di Dedza, nella sua abitazione.
12
Recentemente papa Francesco ha detto: “non si è cristiani a
tempo, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze. Si è cristiani
in ogni momento! Totalmente.”
Questo lo puoi realizzare se il tuo essere cristiana nasce dalla
consapevolezza di aver incontrato nella tua vita la persona di Gesù
Cristo. Il dono della fede ricevuto nel giorno del Battesimo e rafforzato
con il sacramento della Cresima, è una forza irrompente che non puoi
contenere; nasce così la necessità ed il desiderio di testimoniare la
propria fede. Dove? Come? Con chi? Prima in famiglia, poi nella comunità in cui si vive.
Inizia così il mio impegno di catechista parrocchiale nella preparazione, dei bambini, alla Prima Comunione. È un’esperienza che realizzo
le nostre situazioni
da 25 anni, con un crescendo di formazione e di entusiasmo. Una gioia
interiore alimentata ed arricchita da sentimenti di sincerità, spontaneità
e soprattutto dal desiderio di conoscere sempre più l’amico Gesù che i
bambini sentono.
Nella mia crescita spirituale alcune pagine del Vangelo sono state
e lo sono tutt'ora molto significative e determinanti. Penso all’esperienza delle due sorelle di Betania Marta e Maria, leggendo e rileggendo
questa pagina del Vangelo, ho compreso l’importanza dell’azione e
l’incidenza della forza della preghiera, entrambi necessarie e complementari. L’incontro di Gesù con i due discepoli di Emmaus per sperimentare la gioia del far comunione col Signore e sentirti proiettata a
vivere gesti d’amore e di condivisione con gli altri. Il gesto della lavanda
dei piedi compiuto da Gesù agli apostoli, che mi ha insegnato a mettere al centro della mia vita cristiana il servizio spontaneo e disinteressato. La parabola dei talenti, meditandola ti fa capire che i doni che hai
gratuitamente ricevuto da Dio, non li puoi tenere per te stessa, ma li
devi gratuitamente condividere con gli altri.
Questo cammino terreno ti dà l’opportunità di prepararti all’incontro con Gesù, tenendo viva la tua fede ed alimentandola con la
forza della preghiera e con la grazia dei sacramenti. Tutto questo ti permette di essere vigilante per non addormentarti e non dimenticarti di
Dio. Papa Francesco in una sua udienza del mercoledì diceva: “ La vita dei cristiani addormentati è una
vita triste, non è una vita felice. Il cristiano deve
essere felice, perché ha dentro il cuore la gioia di
Gesù
Naturalmente le radici cristiane della mia famiglia, le buone compagnie incontrate, un marito
aperto alle necessità altrui e la forza misteriosa dello
Spirito Santo, hanno permesso ai semi di bontà, di
generosità, di condivisione, di amore, che il buon
Dio mi ha donato, di crescere e fruttificare nel terreno fertile del mio cuore.
Claudia Anzini
Sono in camera immerso nei
libri. Nei momenti di distrazione
lo sguardo cade su una mappa del
mondo e inevitabilmente gli occhi
vanno sul Venezuela. È passato un
anno da quando misi piede a
Caracas, inconsapevole che era
solo l’inizio di un’esperienza che
mi avrebbe cambiato la vita e
quando sono triste il ricordo non
fa che affiorare più fortemente. Il
Venezuela che ho visto non è
quello del petrolio, di Chavez o
della carta igienica, ma i paesaggi
indescrivibili, albe e tramonti mai
visti da noi, la maestosità dell’Orinoco, l’odore di fritto ovunque, la
musica vibrante, i rumori della
fattoria, le grida dei bambini e la
gente che da subito ti fa sentire
suo fratello. In ogni momento
difficile penso all’estate scorsa e
questo mi fa dimenticare la mia
vita e mi fa riflettere sulla loro
situazione ben più difficile della
mia. Mentre scrivo sto preparandomi per la Tanzania: esperienza
diversa, ma occasione per imparare nuovi valori che, spero, migliorino il mio io. Sono questi i ricordi
che mi aiutano a fronteggiare le
difficoltà, con la consapevolezza
che lì fuori c’è un mondo fantastico che mi aspetta e che è tutto da
scoprire.
Riccardo, campista CMSI
13
la gioia delle celebrazioni
Ciò che in Africa affascina sempre é il piacere e la gioia della vita, che si
concretizzano anche nella liturgia. Niente di intellettuale, ma emozioni,
improvvisamente ci si sente parte dei canti, delle danze, anche se non si capiscono le parole. Sta in questo la forza dello spirito di Dio che permette agli
Africani di essere persone aperte, è il loro modo di avvicinarsi al divino. Le
celebrazioni hanno sempre la presenza di un coro, e si comincia al giovedì a
preparare la liturgia.
C’è una forza di vita che è contagiosa. Le liturgie sono delle vere celebrazioni di festa. Malgrado la povertà si vede che questo popolo non è scoraggiato.
Fra' Anastasio Sitoloo, responsabile pastorale giovanile della diocesi di Blantyre: «possiamo dire che la Chiesa in Malawi è viva e che vive in ogni fascia di età! Lo notiamo nella
grande partecipazione della gente; i credenti partecipano
e pregano. La chiesa in Malawi è sempre più presente. Ma
possiamo anche fare di più, lavoriamo ma abbiamo bisogno
di sostegno.»
Oggi qui da noi possiamo
dire che le celebrazioni sono
gioiose? A qualche tentativo di
portare una gioia simile a quella
della celebrazioni africane ci sono
state delle reazioni negative dei
fedeli perché si deve passare
attraverso il filtro della cultura e la
gioia profonda non viene solo dai
tam-tam. Non sono gli strumenti
che danno la gioia ma è la nostra
disposizione. È il nostro entusiasmo che deve darci gioia. E la vera
gioia proveniente da un cammino
di conversione, è scoprire e comunicare Gesù.
14
Ho avuto la grazia di vivere la giovinezza in
compagnia di una comunità parrocchiale, nella quale
decine di giovani, come me, erano alla ricerca del
significato autentico della loro vita.
Sono tante le componenti che, in quell’ambiente, hanno contribuito a plasmare la mia persona:
rapporti di amicizia, relazioni affettive, una catechesi
continua, il confronto di idee ed esperienze, momenti di condivisione. Credo però che una cosa in
particolare sia stata determinante: il servizio al
prossimo.
Richieste di impegno sempre più esigenti man
mano che crescevo, da parte di persone in diversi
ambiti, mi hanno consentito di sperimentare concretamente alcuni insegnamenti evangelici: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”; “chi
lascia qualcosa per il Regno riceve in terra il centu-
Non mi sembra vero ma è
proprio così; da ormai 55 anni mi
è data la possibilità di rendere
gioiose le celebrazioni liturgiche
accompagnando i canti all'organo.
Non solo, ma ho anche potuto
contare, da oltre trent'anni, su un
gruppo di volonterose signore che
con il canto hanno coinvolto i
fedeli e resa più viva e partecipata
la liturgia. Questa certezza ci ha
portato alla presenza spontanea
anche alle celebrazioni di commiato, a testimonianza della condivisione del lutto.
Tutto è stato ed è ancora
possibile grazie a tanto sacrificio e
disponibilità da parte delle coriste.
Anche in pochi si può fare molto e
dignitosamente, grazie alla co-
plo”; “come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri”; “quello che avete fatto ad uno degli ultimi lo avete fatto a me”; “sono venuto per servire, non per essere servito”.
Oggi, ma potrei dire ieri così come domani, mi riesce difficile non
accorgermi delle necessità attorno a me. In famiglia o al lavoro, in
parrocchia come nel paese, alle richieste più o meno esplicite di impegnarmi per realizzare qualcosa o al servizio di qualcuno, la risposta mi
viene quasi spontanea: eccomi, ci sono! È stato così, ad esempio, per il
servizio alle altre famiglie, per entrare nel consiglio di comunità, per
formulare proposte per il cammino dei giovani, per organizzare diverse
feste della comunità, per la creazione del sito internet parrocchiale.
Devo impormi qualche no, altrimenti sarei sempre fuori casa!
Sono sicuro che non è finita, il Signore chiama ogni giorno; sono
pronto ad impegnarmi ancora e senza riserve, sapendo che alla fine dei
miei giorni dovrò saper dire: “sono stato un servo inutile, Tu Signore
hai fatto ogni cosa”.
Luigi Bartolomeo
le nostre situazioni
stanza della partecipazione settimanale alle prove. Oserei parafrasare il "qui bene cantat bis orat"
in "chi canta con impegno" in
quanto pur non essendo professioniste, la qualità del canto ha
trovato eco sulle onde della radio
e della televisione. Forse il nostro
impegno è una piccola goccia e le
celebrazioni nella nostra piccola
parrocchia non saranno un faro,
ma là dove viviamo come cristiani
cerchiamo di rendere viva la gioia
del Vangelo.
Non posso terminare questa
mia testimonianza senza rivolgere
un pensiero di gratitudine alla mia
maestra, signora Virginia. Un
giorno m'invitò a "provare" a
suonare, m'insegnò ad accompagnare i canti ed eccomi ancor oggi
seduta all'organo, contenta di
poter esprimere in tal modo la mia
riconoscenza alla maestra, sì, ma
soprattutto al Signore che mi ha
dato la possibilità di lodarlo con il
canto e con il suono.
Marive
15
condivisione
La chiesa in Malawi é una chiesa che dona e ci da esempio. Nel Malawi la
colletta domenicale non viene raccolta nei banchi, ma portata all’altare con
una processione. Il tutto è accompagnato da un canto vivace e gioioso. Anche
nella parrocchia di Neno è così! In diversi paesi africani si raccolgono due
collette, una per la parrocchia e l’altra per i bisogni diversi. A Neno sono addirittura tre: una per la parrocchia, una per gli impegni sociali della comunità,
e la terza per il mantenimento del parroco. La condivisione è così importante
che un incaricato della parrocchia fa si che tutti portino qualcosa. Dobbiamo
cambiare il nostro concetto che in Africa si aspettano solo aiuti che arrivano
dall’estero, senza muovere paglia per cambiare la situazione per diventare
autonomi. Anche se il cammino è ancora lungo, si stanno facendo passi nella
giusta direzione.
Padre Henry Chinkanda.
La Chiesa in Malawi è molto ben strutturata. Il paese è collegato dal basso. Le SCC sono una struttura molto efficiente e
anche lo Stato lo riconosce.
L’intervista a padre Henry Chinkanda che
lavora per Giustizia e Pace non fa che riaffermare
questa bella costatazione, infatti ci dice in proposito:
«Tutta la vita cristiana si gioca a livello delle
SCC: pregano, condividono la parola di Dio e il
vissuto quotidiano. Ad esempio, quando qualcuno è
in difficoltà, o quando qualcuno è ammalato, o vi è
un anziano, è la comunità che interviene in aiuto.
Prima andavano dal prete a chiedere aiuto, adesso
sono invece coinvolti a provvedere gli uni gli altri.
Prendiamo ad esempio la giornata missionaria
mondiale, che cosa dobbiamo fare quella domenica? Ognuno deve portare un obolo. Ognuno offre
10 Kwacha e il responsabile della comunità lo
consegnerà in parrocchia, non è molto ma la gente
non può offrire di più.»
La Chiesa in Europa è sempre più debole, in
Africa cresce. Cosa può apportare la Chiesa africana alla Chiesa universale?
«Ad esempio il forte senso di solidarietà. Ho
visto perfino nelle città che per un decesso tutti
accorrono nella casa del defunto e passano la notte
lì con i familiari. Se nella comunità arriva qualcuno
da un’altra regione lo si va a cercare perché non
resti solo. Viene introdotto e aiutato se è malato o
se ha altri bisogni. Questo è lo spirito della solidarietà, la preoccupazione per il prossimo.»
La Chiesa africana e in particolare la Chiesa
del Malawi é come una famiglia.
«La gente ha imparato che se non hai nulla
non puoi aiutare gli altri. Se non hai niente non si
può aiutare il prete per la moto. La Chiesa avrebbe
dovuto pensare al futuro. Come può una comunità
sostenere il prete? In un villaggio hanno messo
assieme mattoni e hanno costruito la chiesa. Ma
non avevano più nulla per il tetto. Per due anni
abbiamo celebrato senza tetto. Poi è arrivata un’offerta e abbiamo coperto la chiesa.»
16
le nostre situazioni
La nostra bottega del mondo è attiva da un trentennio, prima a
Gravesano, poi a Manno e da circa un decennio la sua sede è a Lamone in Via Girella. Il nostro negozio vive grazie al volontariato (sono
attive 15 volontarie e due volontari).
Da alcuni anni (da quando sono passato al beneficio della pensione) anch’io opero in bottega come volontario.
Come mai ho fatto questa scelta?
Nel nostro mondo globalizzato di oggi sentiamo parlare di sfruttamento dei paesi poveri da parte di quelli più sviluppati, delle multinazionali, dei grandi produttori, … Anche ultimamente abbiamo visto in
che condizioni devono lavorare le persone attive in fabbriche fatiscenti
dell’Asia in cui non si ha nessun rispetto per la vita dell’uomo. Questo
modo di produrre sfruttando la manodopera a basso costo (magari
infantile) non può essere condiviso da noi (soprattutto da chi si reputa
cristiano e fonda i suoi principi sugli insegnamenti del Vangelo). Ecco
perché quando acquistiamo qualcosa, dobbiamo essere disposti a non
cercare sempre il prezzo minore che è generato dallo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo. Dobbiamo quindi impegnarci perché nei paesi
produttori chi lavora onestamente per costruirsi un futuro migliore
venga pagato in modo giusto.
Siro Casari
Una mano aiuta l’altra e la mano aiutata ne aiuterà un’altra ancora e così via. Mi
piace raccontarla così la condivisione: mani operose che si donano l’una all’altra.
Quante volte chi parte in missione sente gli elogi della gente? Quante volte si appare come grandi eroi che compiono gesta impensabili? Eppure, se ci fermiamo un momento a pensare, se la parola condivisione non fosse messa in pratica dall’inizio, ancora a casa
nostra, non potremmo portarla ad altri. Quanta gente si muove dietro i missionari?
Quanti volti, a volte anonimi, quante mani operose offrono una moneta, un vestito, un
pallone perché i missionari li portino ad altri? Condividere è questo, entrare in un progetto ed offrire il proprio talento, le proprie doti a favore di altri che porteranno ad altri.
Chiara Gerosa
condividere con gioia
A Neno la colletta è un momento liturgico importante: cantando e
danzando, i fedeli si avvicinano per tre volte all'altare con la propria
offerta. Dapprima per le necessità della loro piccola comunità, poi per i
bisogni della parrocchia, l'ultima colletta (denaro o doni naturali) per
gli operatori pastorali che vivono di questo.
Come sarebbe bello se per la colletta della Giornata
Missionaria Mondiale prendessimo un po' del calore e
della gioia della condivisione nel Malawi!
Ringraziamo sin d'ora le comunità per il sostegno a
Missio attraverso la colletta della Giornata Missionaria
Mondiale.
17
unità tra chiesa, scuola e famiglia
Guardando la sua diocesi, cosa vede come
punto forte? C’è qualcosa di cui va particolarmente
fiero?
Prima di tutto direi l’unità. Siamo uniti: il
vescovo, i preti, i fedeli. Lavoriamo insieme. E
cerchiamo di mantenere in piedi questa unità. Per
me è questo uno dei punti di forza della nostra
diocesi, perché con questa unità abbiamo raggiunto
molti obiettivi e abbiamo smosso molte cose.
Quando capitano delle difficoltà, ci ritroviamo,
esaminiamo il problema, discutiamo e ci esprimiamo. Questo è possibile solo grazie all’unità che
abbiamo qui. È come una specie di trampolino.
Cosa produce questo impegno di unità?
Il nostro obiettivo, come membri della chiesa
in questa regione –preti, catechisti, coppie– è costruire la chiesa di Gesù Cristo. Con il battesimo
sono un membro di questa chiesa. Capito questo,
uno può lasciarsi coinvolgere in questa costruzione
della Chiesa. Una grande difficoltà nell’applicare il
piano pastorale consiste nella carenza di personale:
abbiamo molti cattolici, ma pochi preti. Questo
complica la realizzazione.
i membri si ritrovano tra loro e si sostengono a
vicenda. È una cosa molto bella.
E cosa dice ai cattolici svizzeri?
Anche se apparteniamo a diverse nazionalità,
e viviamo distanti gli uni dagli altri, siamo membri
di una sola famiglia, di una grande famiglia. Questo
significa che, dovunque siamo, dobbiamo preoccuparci dei nostri fratelli in Svizzera, pregare per loro,
perché i beni materiali non danno tutto. Questo
sarebbe il messaggio che dovremmo dare qui dal
Malawi alla Svizzera. Questa unità, questo spirito
di famiglia, sono alla base del senso di responsabilità per il benessere di ciascuno di noi. Perché ciascuno di noi è fatto ad immagine di Dio.
Intervista a mons. Peter Martin Musikuwa
Qual é il perno del piano pastorale?
Partiamo dalle famiglie e investiamo sulla
formazione catechetica. Perché tutto inizia dalle
famiglie. Se le famiglie sono formate bene, e sanno
cosa bisogna fare, allora andiamo sul sicuro. Facciamo il possibile per sostenere le famiglie. Attraverso
le famiglie arriviamo ai giovani, ecc...
Ci può fare un esempio di come funziona la
catechesi familiare?
Per me è un po’ difficile rispondere, perché
sono i preti che la organizzano a livello parrocchiale. Ma quando faccio le visite nelle parrocchie,
almeno in alcune famiglie posso vedere come pregano e come vivono la vita cristiana. In alcune
parrocchie ci sono movimenti per le famiglie, in cui
Mons. Peter Martin Musikuwa vescovo di
Lilongwe: "Quando ritornerà in Svizzera,
la prego di dire ai giovani che noi vogliamo sostenere questa spiritualità della fratellanza. In questo senso vorrei dire: fate
venire, se potete, un paio di giovani qui, in
Africa, in Malawi."
18
È con lo spirito del tema di quest’anno che
partecipo con gioia all’esperienza del centro d’ascolto. Come nostro Signore conta su ciascuno di noi, io
devo contare non su, ma per, ogni fratello che viene
a bussare alla porta del nostro scantinato, mettendomi al suo servizio per ascoltarlo, consigliarlo ed,
anche solo per qualche ora, condividere con lui il
suo bisogno, che è anche il mio, di fraternità. E la
cosa più sorprendente è che ascoltare e discutere i
suoi problemi ridimensiona miracolosamente anche i
miei, che, seppur diversi, sono di fatto simili proprio
perché provengono dalle stesse, comuni paure.
Marco (Centro ascolto Chi Ama)
le nostre situazioni
A tre giovani animatori,
Lorenzo Fedon
(LF), Bianca Derighetti (BD),
Gisella Alves Peres (GAP), della
Colonia estiva di
Azione cattolica
a Camperio, abbiamo rivolto alcune domande.
Qual è il motivo per cui hai
deciso di offrire il tuo tempo e
competenze per l’impegno di
animatore in Azione Cattolica?
LF - Principalmente il motivo
per cui mi sono messo a disposizione in questa colonia è il fatto
che ho avuto la possibilità di fare
qualcosa per gli altri. Ci sono tanti
giovani che non hanno questa
possibilità ed allora desidero
mettere a frutto questa opportunità.
BD - Io ho deciso di fare
l’animatrice dopo aver visto la
felicità dei miei fratelli per la
partecipazione alla Giornata
Mondiale della Gioventù. Quindi
due anni fa ho voluto provare ad
impegnarmi per gli altri e dopo
l’esperienza positiva del primo
anno ho deciso di venire ancora.
GAP - Io vorrei iniziare
citando Matteo 7,12: le cose che
volete facciano a voi, fatele anche
voi agli altri. Mi piace aiutare le
altre persone, a scuola per esempio. Quando don Rolando mi ha
proposto di fare l’animatrice al
campo estivo l’ho colta come
un’occasione per aiutare il prossimo ed anche per imparare qualcosa.
Lo slogan “Signore conta su
di me” è di stimolo per te ad un
impegno duraturo?
LF - Penso di sì. Mi sono
preso un impegno e intendo
rispettarlo a lungo andare.
BD - Sì perché trovo sempre
bello essere coerenti e si impara
molto dall’avere delle responsabilità.
mazione delle colonie di AC. Farei
ancora qualche anno e col passare del tempo potrebbe venirmi il
desiderio per qualche altro impegno.
GAP - Io invece sono già nel
volontariato, faccio parte del
comitato regionale di Amnesty
International. Ora in AC cerco di
trasmettere ciò che imparo ad
Amnesty e viceversa.
GP - Io penso che se dici
conta su di me ad una persona
significa che ci può contare sempre. Fare l’animatrice ti insegna
anche a crescere, a capire che ti
devi assumere delle responsabilità.
Aver detto una volta conta
su di me, dovrebbe valere per
tutta la vita. Dopo questa esperienza potreste impegnarvi per il
prossimo in altri ambiti?
LF - Non ci avevo mai pensato; ma in effetti dire Signore conta
su di me -oggi- per l’impegno di
animatore, è uno stimolo a prolungare la disponibilità in altri
ambiti.
BD - Per me personalmente
è forse troppo presto; per intanto
non voglio fare di più oltre all’ani19
La responsabile del settore ragazzi di Azione
Cattolica (ACR),
Rina Ceppi, ha
rilasciato invece
la seguente testimonianza:
«Quando ho cominciato a
progettare il primo campo estivo
ACR ho pensato di offrire l’opportunità per un percorso di
crescita spirituale con gli animatori ma che si riversasse sui ragazzi. Visto che ammiro tanto
Madre Teresa (ho avuto la fortuna di averla conosciuta personalmente) ed ho trovato questo
libretto “Vivi davvero” ho pensato che facesse al caso per questo
campo estivo. Ogni giorno approfondiamo uno dei versetti
della poesia/preghiera “Vivi la
vita” come risposta all’invito che
vi è contenuto. Ogni mattina tra
gli animatori leggiamo un passaggio e a turno ci si assume l’incarico di approfondirlo in un’attività
con i ragazzi. Poi alla sera si
riassume come è stato vissuto.
Per es. “la vita è tristezza, superala”; e aiutiamo i bambini a
superare la nostalgia. In pratica
stiamo facendo l’esperienza che
ogni invito di Madre Teresa, in
piccolo o in grande, può essere
vissuto ogni giorno anche a
questo campo estivo.
Perché facciamo questo
lavoro? Solo perché ci piace farlo?
No lo facciamo per costruire il
regno di Dio nel cuore delle
persone.
Valérie Baggi,
animatrice alla
prima esperienza, al campo
estivo per ragazzi ci ha rilasciato
la sua motivazione di impegno
come volontaria in una colonia che connòta
bene, all’interno della società,
l’appartenenza
ad un’associazione cattolica.
Ho cominciato la prima volta
a frequentare l’ambiente di persone credenti alla GMG di Madrid.
Lì mi sono accorta che mi aiutava
tantissimo vedere altre persone
che credevano in Dio e che non
ero l’unica. Mentre a Malvaglia
-andando in chiesa- vedo solo
persone adulte o anziane e mi
sento quasi l’unica giovane a
credere, alla GMG mi faceva
molto bene vederne altre. Ciò mi
ha fatto nascere il desiderio di
aiutare i bambini che forse -come
me, nel loro piccolo- si sentono un
pochino una minoranza nella
Chiesa. Inoltre desidero aiutarli a
credere ed anche rendere l’ambiente religioso un po’ più accogliente; non che non lo sia ma si
pensa forse che sia un ambiente
molto serio e forse è dall’infanzia
che si può cambiare un pochino
quest’idea. Qui a Campo Blenio
con una ventina di bambini non è
che cambio chissà cosa però
avevano bisogno e quindi ho
detto il mio conta su di me.
20
proposte di animazione per giovani e adulti
immagini per la riflessione sul tema
Per decorare il locale dove avranno luogo le animazioni o il pranzo in comune, quale
complemento di immagini al manifesto “Signore conta su di me” proponiamo 6 foto con
didascalia che invitano a riflettere sullo slogan e renderlo attuale nella nostra quotidianità.
Ecco tre esempi:
• Foto di uomo che spala la neve
didascalia «Giovanni spala la neve dei vicini di casa»
• Foto di donna anziana in casa
didascalia «Maria fa la spesa per Carmen»
• Foto di tavola con genitori e figli
didascalia «Rosanna prepara il pranzo per i figli della vicina ammalata»
altre foto con relative didascalie si trovano sul CD-Animazione da richiedere in segretariato (vedi pag. 31).
1 - gioco: le mie qualitÀ
testi di riflessione: La vocazione di Isaia (Is 6, 1-10) e La vocazione di Geremia (Ger 1, 5-10)
Motivazione:
attorno a me c’è un ambiente umano nel quale sono nato, cresco e lentamente prendo le mie responsabilità.
Preparativi ed esecuzione: (partecipanti divisi a gruppetti)
• Su un foglietto ognuno scrive una propria qualità.
• Ogni gruppo riceve un grande fiore con 5 petali (sotto-torta formato grande) al
cui centro vi è scritto “IO”.
• I petali rappresentano i diversi ambienti di vita: Scuola, Parrocchia, Famiglia,
Sport, Lavoro...
• Ciascuno indica almeno 3 ambienti in cui potrebbe svolgere un servizio secondo le
proprie qualità.
Preghirera:
Signore donaci occhi per vedere i bisogni degli altri e apri la nostra vita al servizio. C’è chi attende una collaborazione: rendici disponibili. C’è chi attende una parola di consolazione: donaci
di concedere loro il nostro tempo di ascolto. C’è chi ha bisogno
delle nostre qualità anche per giocare: aprici ai giochi da condividere con gli altri e non a quelli individuali. Te lo chiediamo per
Gesù, nostro Signore, che ci ha dato il comandamento dell’amore. Amen
21
2 - gioco: cosa fare per sentire il desiderio di essere mandato? - ANAGRAMMA
Motivazione:
Dio ci parla nel cuore e nel nostro intimo. La chiamata è da percepire all’interno di noi
stessi, aiutati dall’ambiente in cui viviamo. Solo così scopriamo di essere tutti missionari. Come sentire in me il desiderio di rispondere: Signore conta su di me?
Esecuzione:
A gruppi di 4 persone risolvere l’anagramma. Partendo dalla prima lettera A e toccando (in tutte le direzioni)
una sola volta le altre lettere, otterrai
la risposta alla domanda: cosa fare
per sentire in me il desiderio di essere mandato?
Risolto l’anagramma (= ascoltare il
cuore) trascrivere a caratteri maiuscoli, su un cartellone diviso in due
parti le parole (tra quelle proposte a
fianco all’anagramma) che ascoltereste dal vostro cuore e quelle contrarie. Provate poi a inventare un titolo.
O
C
S
R
L
A
A
E
E
T
C
I
R
O
U
L
SERVIZIO, PREPOTENZA, NON
ASCOLTARE, LUCE, AMORE,
BUIO, PACE, ASCOLTO, SOLITUDINE, ALTRUISMO, SOLIDARIETÀ, PRENDERE IN GIRO, EVANGELIZZARE, DARE GIOIA,
INDIFFERENZA, VITA IMPEGNATA, GUERRA, BULLISMO, INTOLLERANZA, SORRISO, RETTITUDINE, UMANITÀ, GIUSTIZIA
3 - canzone di adriano celentano «conto su di te»
Esecuzione:
- ascoltare la canzone e procurarsi le parole (facilmente reperibili su internet);
- trascriverla su un cartellone grande;
- evidenziare le frasi in cui il papà dice di contare sul figlio e per quale motivo o situazione;
- dare una spiegazione, ascoltare gli esempi concreti e interiorizzarli;
- scrivere su un foglio personale e firmare, le situazioni in cui posso dire: Signore conta su di me.
4 - cartellone missionario con quiz
Obiettivo:
Attraverso alcune schede presentare
la storia della missione. Con le informazioni acquisite risolvere i quiz.
Materiale:
Schede e domande per il quiz si possono richiedere in segretariato o trovare sul CD-Animazione.
5 - giornale murale
Obiettivo:
Scrivere il proprio messaggio o impressioni sul tema «Signore conta su
di me» su un cartellone.
22
proposte di animazione per bambini e ragazzi
mani per ...gli altri
Cari bambini, ragazzi, catechisti, animatori parrocchiali,
quest’anno vogliamo conoscere i bambini del Malawi, loro vivono in un piccolo paese
dell’Africa attorniato da Tanzania, Zambia e Mozambico. Il Malawi è uno dei paesi più
poveri e più densamente popolato dell’Africa. Viene anche chiamato “il cuore caldo dell’Africa” perché tutti sono accoglienti.
Malgrado la povertà, la gente cerca di mettere in pratica ogni giorno la propria fede. Per
esempio aiutandosi, pregando ogni giorno, leggendo il Vangelo e mettendo in pratica l’insegnamento di Gesù.
La vita della Chiesa è molto viva, alla messa domenicale ci sono tre collette, durante la
terza i parrocchiani portano i prodotti che hanno coltivato con fatica con le proprie mani. La
condivisione fa parte della loro vita quotidiana anche se hanno poco.
Anche noi vogliamo vivere la nostra fede in modo concreto: compiere
dei gesti anche semplici che possano aiutare chi ci sta vicino oppure
lontano.
mani per ...gli altri
- mani per il compagno, il fratello, i genitori ...
- mani per i bambini del Malawi
- mani per pregare
- mani per condividere
PROPOSTE
1. Incontro per bambini e ragazzi alla scoperta del
Malawi e del tema
2. Incontro di catechesi
3. Storia «Curiosone e una mano amica» presentazione progetto di Infanzia Mssionaria
4. Proposta di percorso per un pomeriggio
5. Organizzare un gruppo di Cantori della stella
OBIETTIVO
Aiutare i bambini ad utilizzare bene le
proprie mani...
lo scoprirai con le attività proposte. Ma prima
devi conoscere un po’ il Malawi.
Buon viaggio!
23
incontro alla scoperta
del malawi e del tema
Creare un ambiente accogliendo i bambini con musica del
Malawi (CD canti) *.
Messaggio: anch’io posso
vivere concretamente la fede
mettendo in pratica il motto
“mani per ...gli altri”.
Attività: ogni bambino riceve
una mano (modello a pag. 34) da
colorare e su cui scrivere un messaggio.
Al termine ognuno legge il
messaggio e colloca la propria
mano vicino a una grande candela
oppure forma una ghirlanda.
Insieme poi si recita la preghiera:
Cercare assieme a loro dove
è situato il Paese con il globo o
una cartina e spiegare che è stato
scelto da Missio-Infanzia per
l’anno scolastico 2013-14.
Presentare il Malawi:
• con le 24 immagini proposte sul CD-Animazione *
• con il filmato sul paese e la
vita dei bambini (su DVD) *
• con il filmato sul progetto
di Infanzia missionaria (su DVD)*
Conversazione libera con i
bambini su ciò che è stato svolto.
Proporre il gioco “la scossa”
(descrizione a pag. 29)
Presentare il tema: “mani per
...gli altri”
Chiedere ai bambini cosa
significa questa frase. Accogliere
le loro risposte trascrivendole su
un cartellone ed aiutarli a completare le osservazioni aggiungendo
notizie sulla loro vita.
Preghiera
Signore,
tu m hai donato una testa per pensare,
un cuore per amare, e mani per pregare!
Davanti a te apro il mio cuore,
chiudo gli occhi e tendo le mani verso di te.
Signore,
fa' che le mie mani facciano carezze e non ferite,
fa' che siano aperte e non chiuse come pugni!
fa' che sappiano condividere e non tenere gelosamente!
fa' che siano sempre tese verso la sorgente inesauribile
del tuo amore.
Signore,
con le mie mani ti voglio servire tutti i giorni della mia
vita,
con i miei occhi voglio ammirare la tua creazione,
con le mie orecchie voglio ascoltare la tua parola,
con la mia bocca voglio parlare di te
con tutto me stesso voglio cantarti e lodarti per sempre.
*) CD e DVD si possono richiedere in segretariato.
24
incontro di catechesi
La mano nella tua
io metto mio Signor:
cammino accanto a te
e non ti lascerò.
1.
Introduzione: creare un ambiente accogliente
con musica del Malawi.
Leggere la parabola del Buon Samaritano (Luca
10, 29-37)
Mimare la parabola usando solo le mani nel
seguente modo:
Mani aperte = accoglienza
Mani chiuse = aggressione
Mani che spingono = rifiuto
Stretta di mano = amicizia
Attualizzare: cosa possiamo fare?
• vicino a noi: uscire a giocare con gli altri, dedicare del tempo a
un vicino o a una persona sola o anziana o ad un ammalato leggendogli il giornale, aiutandolo a fare la spesa o preparando assieme la torta.
Non chiudersi nel proprio mondo ma essere aperti a ciò che succede
nel mondo.
La tua parola tengo nel cuor:
non me la scorderò;
alla tua mensa ritornerò
con gli altri amici tuoi! (rit.)
2. Del tuo perdono io canterò,
e ad altri l’offrirò;
della tua pace dono farò
a chi non sa cos’è! (rit.)
Canto dell'amicizia
In un mondo di maschere
dove sembra impossibile
riuscire a sconfiggere
tutto ciò che annienta l'uomo:
il potere e la falsità,
la violenza e l'avidità,
sono cose da abbattere.
Noi però non siamo soli.
Canta con noi, batti le mani,
alzale in alto,
muovile al ritmo del canto.
stringi la mano del tuo vicino
e scoprirai che è meno duro il cammino così.
• lontano da noi: pregare per i bambini di un altro paese, partecipare a delle azioni concrete in favore di opere di aiuto, interessarsi al
modo di vivere dell’altro e ai problemi degli altri.
Gioco: “mani aperte, mani chiuse” a
pag. 29.
Preghiera: in cerchio con la candela
accesa recitare una preghiera
Canto: “la mano nella tua”.
25
È a Mtakataka, al centro del paese, vicino al villaggio di Maua, che si trova
il Centro di salute di Nakalanzi. Il progetto prevede l'ampliamento del Centro
per poter offrire maggiori cure ai bambini e alle mamme.
Contesto
Ecco cosa ci dice suor Joyce: ”Il Centro di salute
di Mtakataka è situato sulla riva del lago Malawi
dove le zanzare sono numerose, soprattutto durante
la stagione delle piogge. Molti bambini soffrono di
malaria. I minori di 5 anni sono i più vulnerabili:
spesso muoiono per mancanza di medicine e di cure.
Poterli curare all’ospedale e tenerli in osservazione è
una sfida, perché i mezzi mancano.
Quando il clima di un Paese non è salubre, non
ci sono delle vere possibilità di sviluppo. La stessa
Chiesa ha bisogno di persone in buona salute.
Perciò è importante sviluppare il settore pediatrico nell’ospedale affinché il maggior numero possibile di ragazzi possa ricevere le cure necessarie”.
INFANZIA MISSIONARIA
Progetto di sostegno 2013-14
Costruzione di un nuovo reparto con
venti letti per bambini e un locale per la
persona di guardia.
Descrizione
Si tratta di un piccolo ospedale che accoglie
bambini da zero a cinque anni. Inoltre vi è la sala
maternità dove avvengono in media due nascite al
giorno; le mamme possono però restare un solo
giorno all'ospedale.
La comunità di suore si occupa della gestione
del centro. Esse assicurano il sostegno materiale ma
anche quello spirituale ai malati. La diocesi, amministratrice legale, garantisce il buon esito del progetto.
Suor Joyce chiede a Missio di finanziare questa
costruzione: “Se vogliamo poter accogliere un
maggior numero di bambini è indispensabile ampliare il centro. L’edificio, con la nuova camera di
accoglienza per i bambini, sorgerà di fronte alle
attuali camere. La cosa peggiore per il personale
curante è essere impotenti davanti alla malattia per
mancanza di medicine e di posti letto. E la domanda è grande! Aiutateci a salvare questi piccoli dalla
malaria e da altre malattie. Grazie per la vostra
generosità!”
Cosa puoi fare
• Conoscere più da vicino il progetto del Centro
Nakalanzi (un dépliant di presentazione si può richiedere in segretariato).
• Pensare a questi bambini e pregare per loro.
• Con l'aiuto della catechista organizzare un
incontro per scoprire il Malawi e vendere gli oggetti
che missio propone il cui ricavato andrà a favore di
questo progetto e di altri di Infanzia missionaria.
Suor Joyce Machumbuza, della comunità delle Suore della Presentazione di Maria
Vergine, è la direttrice del Centro dal 2008.
26
Per presentare il
progetto
di infanzia missionaria
in modo
creativo.
curiosone e... una mano amica
Obiettivo: attraverso la messa in scena della storia «Curiosone e... una mano amica»,
i bambini scoprono come prendersi cura degli altri, così come invita a fare il motto di
Infanzia-missionaria: i bambini aiutano i bambini.
Materiale e svolgimento: grande guanto (vedi foto sopra); striscette con parole
chiave, grande albero di cartone.
I due protagonisti (Curiosone = C e la Mano = M) presentano la storia.
Testo della storia:
C -Mi presento. Per gli amici mi chiamo…
Curiosone. Tutti mi chiamano così, per la mia voglia
di viaggiare e di avere occhi e orecchie attenti a
scoprire ciò che rende bella la vita.
Un giorno mi trovavo nel villaggio di Nakalanzi nel Malawi, in Africa. E mentre me ne stavo bel
bello al fresco sotto un albero, all’improvviso vedo
sbucare tra i rami qualcosa di strano. Improvvisamente, da quel momento, ascolto una voce e divento protagonista di una storia.
M - «Cosa fai così impalato? Dai, vieni a danzare con me».
(La persona, che spicca per la sua enorme mano,
C -«Certo che voglio danzare, ma voglio che
tanti bambini si impegnino per i loro coetanei lontani
battendo le mani con me».
(Curiosone riprende): «Fammi leggere la
parola dell’indice!»
M - «Certo, il dito indice indica la parola che
consola. Sai, all’ospedale di Nakalanzi ho incontrato
Samuel, un bambino triste perché ammalato. Gli ho
raccontato una barzelletta e lui ha sorriso. Vuoi
anche tu condividere il tuo tempo con me ?».
C - «Sì, va bene ! ». (Curiosone è a testa bassa.
La mano gli chiede):
con un gesto invita Curiosone alla danza).
C -«Va bene, è bello danzare con te, ma…
fermati un po’, fammi capire perché hai una mano
così grande e una scritta su ogni dito».
M - «Eccoti accontentato ! Vedi, questo è il
pollice. È il più piccolo, ma è un grande: è il dito
dell’impegno. Proprio in questa città ci sono tanti
bambini ammalati di malaria e di colera, malattie che
per fortuna voi non conoscete. In ospedale potrebbero guarire, ma per costruirlo occorre l’impegno di
tutti. Vuoi danzare con impegno?
M - «Sei in crisi? Cos’hai? Pensi di essere l’unico
al mondo a non essere capito? Guarda il mio dito
medio, c’è scritto la parola preghiera. Quando sono
in crisi vado nella mia camera e parlo con Gesù.
Anche con Samuel ieri ho pregato ed è stato bellissimo. La preghiera dà coraggio ed ora vuol danzare
con te. Vai !»
la storia continua a pag. 31
27
Bisogna
organizzare 5
punti, luoghi,
dove i bambini
si possono
recare per fare
l’animazione.
Ogni punto
avrà il nome di
un dito con una
parola collegata. L’ultimo dito
è dove tutti i
bambini s’incontrano (se ci
sono tanti
gruppi) e l’animazione sarà
svolta tutti
insieme.
proposta di animazione
basata sulla storia della pagina precedente. Dopo aver raccontato la storia, si propone ai bambini divisi in gruppi, la
seguente attività.
1° punto: POLLICE – IMPEGNO
4° punto: ANULARE – AGIRE
Materiale: ogni bambino
costruisce un mattoncino.
Fare uno dei giochi alla pagina seguente.
Svolgimento: prendere un
cartoncino ondulato (recuperarlo da scatole d'imballaggio), tagliarne delle strisce larghe ca. 6 cm e
lunghe 8 o 9. Incollarne 6 o 7 una sopra l'altra (a
seconda dello spessore). Ev. decorarli o scrivere su
un lato cosa vuol dire per te impegno. Al posto del
cartoncino si possono utilizzare scatole dei fiammiferi.
2° punto: INDICE – CONSOLA
Allestire un cartellone con 10 foto che illustrano varie situazioni del Malawi (le foto si possono
richiedere in segretariato o trovare sul CD-Animazione).
Procurarsi dei cerotti che i bambini dovranno
applicare sulle immagini che illustrano una scena che
richiede CONSOLAZIONE.
5° punto: MIGNOLO – ENTUSIASMO
Procurarsi due canne di bambù o due listelli di
legno di circa un metro.
Preparare due cartine, quella del Ticino e quella
del Malawi ad una certa distanza. Disporre i due
listelli paralleli tra le due cartine ad una larghezza di
ca. 20-30 cm. I bambini dispongono tra i due listelli
tutti i mattoncini preparati, in modo da costruire un
ponte.
Il ponte tra le due cartine è segno che si desidera costruire un legame con i bambini del Malawi e
che possono contare su di noi per l'ingrandimento
dell'ospedale pediatrico.
3° punto: MEDIO – PREGHIERA
Recitare il Padre nostro animandolo, (una
proposta mimata si trova a pag. 32).
28
Giochi
LA SCOSSA
Obiettivo: sentire la stretta di mano e ripeterla al compagno.
Svolgimento: bambini in cerchio si danno la mano. Uno inizia a
dare la stretta "la scossa" al compagno il quale a sua volta la trasmette
all'altro.
Il gioco continua fino a quando "la scossa" ha fatto il giro del
cerchio.
MIMO
Obiettivo: mimare delle azioni utilizzando solo le mani.
Materiale: biglietti con scritte piccole azioni (pettinarsi, mangiare,
lavarsi i denti, scrivere, aiutare, fare la spesa, scrivere un messaggino...
Svolgimento: il bambino estrae il biglietto ed esegue il mimo. Gli
altri devono indovinare di cosa si tratta.
MANI APERTE - MANI CHIUSE
Materiale: cartellini con disegno di mano aperta e mano chiusa,
modelli a pag. 34.
Obiettivo: fare un esempio di azione con il significato della mano
che ho pescato.
Svolgimento: il bambino estrae un cartellino e deve dire agli altri
un esempio (mano aperta = gioco con il mio compagno; mano chiusa =
non presto la gomma).
La gazzella del malawi
I bambini sono seduti in cerchio chinati verso il centro del cerchio.
Un giocatore (la gazzella) inizia il gioco saltellando intorno al cerchio
con una palla in mano cantando: la gazzella corre corre, ognuno a suo
turno sarà gazzella e correrà. A questo punto tira la palla sulla schiena
di uno dei seduti e comincia a correre intorno al cerchio. Il colpito deve
alzarsi, prendere la palla e inseguire la gazzella per colpirla con la palla
sulla schiena prima che riesca a raggiungere il posto lasciato vuoto. Se
viene colpita deve entrare nel cerchio e rimanere lì in piedi su una
gamba.
29
cOSA MANCA?
Completa il testo, mettendo al posto giusto le parole (si può ingrandire il testo, metterlo su un cartellone e distribuire ai bambini le parole
seguenti da collocare al posto giusto):
africa – agricoltori – inglese – capre – clima- sviluppato – bambini
etnie – grande – industria – laghi – Lilongwe – lotte – paese – povero
religione – estende – sottosuolo
Il mio …............... è molto bello. È tre volte più ….............. della
Svizzera. È situato nell'….................. dell'est. Confina col Mozambico,
la Tanzania e lo Zambia. Si ….................. da nord a sud.
Il 20% della superficie è costituita da …............. ; il …............ è
tropicale, con una stagione secca da maggio a ottobre e una stagione
delle piogge durante il resto dell'anno.
La sua capitale è …..............., ma Blantyre è il centro commerciale
e industriale del paese.
Il Malawi conta 16 milioni di abitanti. Le …................ sono numerose. Tutti parlano il chichewa e l'...................... viene insegnato a
scuola. I ….................. sono poco scolarizzati. Circa il 30% delle donne
e il 20% degli uomini non sanno leggere. La maggioranza delle persone è di …................... cristiana, m ci sono ancora delle vecchie tradizioni indigene. Il Malawi conobbe delle …........... tra le tribù. Dal 1800 i
missionari cattolici e protestanti hanno …................. le scuole. I commercianti portoghesi, in seguito quelli inglesi invasero il paese; questi
ultimi imposero la loro lingua. Il mio paese è …............... , sul piano
economico, è uno dei paesi meno sviluppati dell'Africa. È popolato da
…................. che producono: granoturco, arachidi, te, canna da zucchero, tabacco; allevano le mucche e le ........... . La pesca è molto
importante. Il ….................. non racchiude praticamente nessuna
risorsa mineraria e l'..................... è poco sviluppata.
30
UN CD PIENO DI...
tutto ciò che serve per l'animazione
Nelle pagine di questo fascicolo, molte volte si
fa riferimento al "CD-Animazione". Esso contiene
immagini e testi delle relative proposte suddivise per
fasce di età oltre a testi vari, per es. questo fascicolo
a colori, foglio A4 con testo di pag. 30, storia Curiosone e... una mano amica; ecc. Costo fr. 5.Alcuni contenuti:
• 6 foto con didascalia per decorare il locale
• Schede e domande per il cartellone missionario con quiz (vedi pag. 22)
• 10 foto per punto "Consola" (vedi pag. 28)
• Padre nostro mimato
• 10 foto con commento sul progetto Infanzia
missionaria
• 24 foto con commento di presentazione del
Malawi
• Testo veglia missionaria
• Testo celebrazione liturgica
•...
Continuazione storia: «Curiosone e... una mano amica»
C - «Va bene, ci sto». (La mano si avvicina a Curiosone e i due si muovono a passo di danza).
(Curiosone riprende a parlare):
«Sono proprio stanco, ho bisogno di un po’ di riposo, ma sono Curiosone e voglio sapere la parola scritta sull’anulare».
M - «Semplice, il dito dell’anello è quello del servizio, che lega gli uni agli altri. Dobbiamo agire per aiutare i vicini e i
lontani. Cerchiamo di fare del nostro meglio perché l’ospedale dei bambini in Malawi diventi realtà».
C-
«Mamma mia, che bello, mi piacerebbe fare qualcosa per aiutare quei bambini ; le danze sono bellissime, ma
io sono stanco. Mi sembra di non avere più forza!»
M -
«Certo, ti manca la parola del mignolo. È minuscola, ma vale molto. Si chiama entusiasmo; anch’io quando
ero stanco di tutto e ho incontrato Samuel che, pur con la febbre, mi sorrideva, ho pensato a tanti bambini come lui che possono guarire. Insieme a loro possiamo godere la bellezza della natura e della vita in Malawi».
C-
Con tutte le dita della mano amica, da vero Curiosone, ho scoperto che prendersi cura degli altri porta dentro
di noi una grande gioia. Festeggiamo assieme, e con allegria, la nostra scoperta.
Danza per tutti, accompagnata dal canto, il cui motivo dice: Se sei felice, tu lo sai batti le mani (tre volte)…
31
Padre nostro che sei nei cieli
Sia fatta la tua volontà
Incrociare le braccia sul petto, dapprima il
sinistro verso destra.
Mani giunte nel gesto di preghiera.
Sia santificato il tuo nome
Come in cielo così in terra
Le mani formano una coppa all'altezza degli
occhi.
Mani giunte incrociate, nel gesto abituale di
preghiera. In questo gesto si può vedere la riunificazione di tutti i contrari, per esempio un'immagine
per l'"ecumene" (la terra abitata), o un segno di
consacrazione.
Venga il tuo regno
Le mani formano una sfera aperta, o un
"pomo" che tiene l'imperatore. Nell'iconografia antica, si vede spesso Gesù sulle ginocchia di Maria con
il "pomo del regno" nelle mani. Questo gesto può
anche significare il globo terrestre e la volta celeste,
il cielo e la terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
Tenere le mani aperte in atteggiamento di chi
riceve.
32
Rimetti a noi i nostri debiti
Perché tuo è il regno, tua la potenza e...
Mani aperte all'altezza delle spalle girate verso
il corpo per accogliere la grazia e il perdono.
Mani alzate in gesto di adorazione e riconoscenza.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
...la gloria nei secoli dei secoli
Mano sinistra girata verso il basso per posarsi
su quella del vicino e donare perdono. Mano destra
girata verso l'alto per ricevere il perdono dal vicino.
Ci si stringe la mano a sinistra e a destra per stabilire
il contatto.
Unire le mani sopra la testa e portarle verso il
basso formando un bel cerchio.
E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male
Amen
Mani all'altezza delle spalle con il palmo rivolto
verso l'esterno, con gesto di protezione.
Incrociare le braccia sul petto come all'inizio.
33
Modelli di mano da fotocopiare (ev. ingrandire) da
utilizzare per l'attività di pag. 24
Modelli di mani
aperte e chiuse
per il gioco di
pag. 29
34
cantori della stella
i giovanissimi protagonisti ci raccontano:
È bello ritrovarsi insieme, di notte e seguire la grande stella, con le lanterne e guardare la faccia felice della gente che ascolta i nostri canti.
Quando siamo entrati in chiesa durante la Messa del mandato, cantando la canzone dei "seminatori delle stelle", mi sono emozionata.
Alcuni hanno acceso le candele o le lucine alle finestre e ci aspettavano.
Siamo stati accolti con gioia, meglio degli altri anni perché ora ci conoscono.
Una persona anziana che ci aspettava ci aveva chiamato per chiederci
se arrivavamo e nella busta con l'offerta ha scritto per i bambini della
Tanzania.
Le persone che siamo andati a trovare già l'anno scorso hanno apprezzato il nostro ritorno e si è capito che per loro è stato importante.
Durante la ricreazione a scuola, stiamo preparando dei piccoli lavoretti
da vendere. Il ricavato lo metteremo nel salvadanaio dei cantori della
stella.
Speriamo di mantenere questa bella tradizione anche nei prossimi anni
così da far felici i nostri anziani che andiamo sempre a trovare.
Ai parroci, catechiste e animatori, rivolgiamo l’invito a voler considerare tra le attività
di catechesi, la formazione di un gruppo di
Cantori della Stella.
Un dépliant illustrativo e di spiegazioni, oppure la nostra
presenza ad una serata per mostrare, con immagini e filmati la
storia dei Cantori della stella e di Infanzia missionaria, può essere
richiesto o concordata con il segretriato.
Programma
5ottobre
Ex-Convento - Monte Carasso
ore 16.00 - 21.00
«da 30 anni la diocesi
in missione»
pomeriggio di festa
aperto a tutti
durante il quale verrà
presentato anche l'ottobre
missionario.
20 ottobre
Giornata Missionaria Mondiale
NOVITÀ:
non più celebrata in un
unico luogo per tutta
la diocesi, ma –per privi
legiare lo spirito di evan
gelizzazione là dove la
gente forma comunità–
la Giornata Missionaria
Mondiale sarà celebrata
in ogni parrocchia o
zona pastorale o
vicariato.
www.missio.ch
è il sito su cui puoi trovare
• questa cartella di animazione (a colori, contrariamente alla versione cartacea)
• sussidio per le celebrazioni liturgiche
• proposte di attività
• uno shop di oggetti simpatici e utili
• e... naturalmente informazioni sul mondo della missione in italiano, francese e
tedesco
Impressum
Missio, Casella postale 5286, 6901 Lugano
Tel.: 091 966 72 42 - Fax: 091 967 47 89
Mail: [email protected][email protected]
Internet: www.missio.ch
Foto: Missio
Stampa: Procom SA, Bioggio
Scarica

Cartella DI aNIMaZIONe 2013