DELLA
CONTIENE INSERTO
ANNO XXXIV
28 NOVEMBRE 2009
E 1,00
A
don AGOSTINO CLERICI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
Il senso dell’Avvento
A PAGINA 3
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
ttendere è un verbo
che s’addice all’uomo
del terzo millennio? È
disposto a coniugarlo
in prima persona? Attendere non è la stessa cosa che
aspettare, anche se i due verbi
nel linguaggio comune sono usati come sinonimi. Aspettare è l’azione di uno che, stando fermo,
guarda nella direzione in cui dovrebbe generarsi un evento: lo
aspetta come qualcosa che viene
dal futuro. Attendere è l’azione
con cui uno si dirige incontro a
quell’avvenimento che ha messo
in moto la sua stessa attesa: è
una tensione che riguarda non
solo lo sguardo, ma la vita intera. L’attesa è il tempo generato
dall’evento: c’è un fatto che mi
raggiunge (e-venit) ed io mi protendo verso di esso (ad-tendo).
Ora, il tempo dell’Avvento quello che apre un nuovo anno
liturgico e ci prepara al Natale è un tipico tempo di attesa: il
Fatto sta nel passato (ma ha lasciato una traccia imperitura in
ogni presente) e genera la mia
tensione verso di esso. Il Fatto l’Evento - è la persona di Gesù
Cristo nel suo raggiungermi sulla retta della storia in cui io abito. L’attesa, allora, non può che
essere un movimento di compagnia con Lui e con tutti quelli che
sono stati raggiunti da Lui.
Alla luce di questa dinamica
viene spontaneo rispondere che
l’uomo di oggi, purtroppo, non vive
nell’attesa, e il mondo non lo aiuta affatto ad attendere. L’uomo
s’aspetta sempre qualcosa, ma
non sa più attendere. Fatica a riconoscere l’Evento che lo precede, abita seduto in sguardi che
scrutano il futuro in una sorta
di ansia esistenziale, in una ricerca senza fondamento. Il cercare di chi è stato trovato è anche più avventuroso del cercare
di chi ha fatto della strada la sua
unica meta... Il Natale, da questo punto di vista, è la terapia
più bella per quest’uomo, a cui
deve essere continuamente annunciato che Dio ha già compiuto quel tratto di strada che dal
cielo raggiunge la terra. La verticalità si è provvidenzialmente
estinta in un orizzonte umano. Il
modo migliore per vivere il tempo dell’Avvento, allora, è sperimentare la «carnalità» di Dio.
Viviamo queste settimane nella
trama di rapporti non virtuali.
Diamoci la mano, guardiamoci
negli occhi, parliamo ai volti, custodiamo le amicizie, coltiviamo
nuove relazioni, appassioniamoci al divano della nostra casa...
con il televisore e il computer
spenti. Il rapporto sulla comunicazione presentato la scorsa settimana segnala che YouTube e
Facebook (per fare i due nomi più
conosciuti di social network) si
mangiano la metà del tempo che
una volta era condiviso con gli
altri o dedicato alla lettura di un
buon libro. Se aggiungiamo la televisione, resta davvero poco tempo all’esercizio di una autentica
socialità. E i risultati si vedono!
Perché allora non utilizzare il
tempo dell’Avvento per una salutare ascesi della «carnalità»,
per una full immersion nella dimensione reale dell’incontro, sottratto alle mediazioni fredde della tecnologia? E se chiudessimo
per quattro settimane il «libro
delle facce» (Facebook) per guardare in faccia Dio che ci viene
incontro nel volto dell’altro?
44
DIOCESI
COMO
UNA GUIDA
PER I DETENUTI
COMASCHI
VISITA
PASTORALE
IL VESCOVO
A BORMIO
ALLE PAGINE 10-11
resentata la prima Carta dei servizi, in otto
lingue. Un vero e proprio vademecum per
accompagnare, sin dai
primi passi, chi è costretto a
trascorrere del tempo dietro le
sbarre.
P
A PAGINA 13
COMO
SCARP DE’ TENIS:
UNA VOCE
DALLA STRADA
2,50 euro a copia. A venderlo sono “senza fissa dimora” cui spetta una parte del
ricavato. Vendere il giornale significa lavorare, non
fare accattonaggio.
A PAGINA 23
COMO
FESTIVAL
DI MUSICA SACRA
S. ANSELMO
Il Festival Autunno Musicale programma un percorso di iniziative legato alla
storia del territorio lombardo e al suo patrimonio
spirituale e culturale.
ALLE PAGINE 18 E 19
GUANZATE
TORNA L’ORGANO
RESTAURATO
A PAGINA 15
VARESE
CON L’ASSESSORE
CATTANEO,
DIBATTITO SULLE
INFRASTRUTTURE
A PAGINA 26
MORBEGNO
IN CALENDARIO
UN INTERESSANTE
CONFRONTO
SUL «FINE VITA»
A PAGINA 27
A PAGINA 21
A PAGINA 14
COMO
TRENI: DAL TICINO
UNA MANO
ALL’ITALIA?
CASSINA
RIZZARDI
LA PRIMA PIETRA
DI UNA CASA
“SPECIALE”
CASNATE
CON BERNATE
IN UN VOLUME
LA STORIA
DEL PAESE
A PAGINA 22
SOLIDARIETÀ
ANCHE IN
PROVINCIA DI
SONDRIO TORNA
LA COLLETTA
ALIMENTARE
A PAGINA 27
ANNO
SACERDOTALE
IL PELLEGRINAGGIO
DEL CLERO
DIOCESANO,
CON IL VESCOVO,
SULLE ORME
DEL CURATO D’ARS
A PAGINA 9
SEMINARIO
VERSO LA
GIORNATA
DEL 6 DICEMBRE
A PAGINA 8
VALTELLINA
FRA VIABILITÀ
E URBANISTICA
IL TERRITORIO
CAMBIA
Il cantiere del primo stralcio, primo lotto della statale 38 prosegue a ritmo spedito: lavori in consegna fra
un anno e mezzo. Intanto
Sondrio rifà le piazze.
ALLE PAGINE 28 E 29
P A G I N A
2
LA PAROLA
NELL’ANNO C
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO -28 NOVEMBRE 2009
IL NUOVO LIBRO DEL CARD. SCOLA
MARIA, LA DONNA
Q
In queste riflessioni sulle letture delle liturgie domenicali dell’anno C la brevità si accompagna alla semplicità e
alla chiarezza. Ciò che colpisce in questi commenti è
l’incisività dei titoli, piccole
sintesi dei contenuti, insieme
all’armonica connessione delle letture proposte, dove la
buona esegesi si coniuga con
l’efficace attualizzazione che
giunge alla nostra vita quotidiana. DARIO VIVIAN, E fu
dolce come miele, Elledici,
pagine 200, euro 12,00.
uesto nuovo libro di
Angelo Scola, Patriarca di Venezia,
mette in luce fin dal
titolo ciò che più sta
a cuore al cardinale: ripercorrere la straordinaria avventura
umana di Maria, la donna che
con il suo “sì” accettò di donare se
stessa per accogliere nel suo
grembo il Figlio di Dio.
Maria, scrive il Patriarca, è il
paradigma della donna: in lei il
“genio femminile” ha trovato piena realizzazione. Il rapporto privilegiato che instaurò con il Figlio, fa di Maria l’icona di ciò che
ogni uomo e ogni donna sono
chiamati a diventare in Cristo:
persone compiute. In questo senso per Angelo Scola guardare ai
misteri che hanno segnato la vita
di Maria, in un’ottica che ponga
l’accento sulla fisicità e sulla
quotidianità di quegli eventi
straordinari, si traduce nel prendere coscienza della pienezza
dell’umano.
Un piccolo libro che è a un tempo testimonianza del rapporto
personale dell’autore con la Vergine e provocazione a interrogarsi su cosa significhi giocare in
pieno la propria libertà di uomini e donne nel rapporto con se
stessi, con gli altri e con Dio.
L’invito finale che il cardinale
rivolge ai suoi lettori è quello di
imparare ad affidarsi alla Madonna con la stessa fiducia con
cui Dio le affidò il suo unico Figlio: “Avevo circa trent’anni
ANGELO SCOLA,
Maria, la donna. I
misteri della Sua vita,
Cantagalli, pagine
110, euro 8,00
quando un grande sacerdote mi
insegnò ad affidare alla Madonna - con un’Ave Maria ogni sera
prima di dormire - la vita. Ora lo
raccomando sempre a tutti, soprattutto ai giovani. L’affidamento a Maria è un’autentica consolazione d’amore. Dopo ogni giornata è conforto e speranza. A te,
caro lettore, mipermetto di rivolgere lo stesso invito”.
MARIAVERA SPECIALE
Della ricca tradizione della spiritualità carmelitana è nota la pratica
della Lectio divina, il metodo di preghiera quotidiana raccomandato
dalla Regola dell’Ordine e riscoperta
e valorizzata negli ultimi decenni all’interno della Chiesa Cattolica.
Questo volume offre la Lectio dei testi evangelici domenicali dell’Anno
Liturgico C, frutto di un ampio progetto nato all’interno dell’Ordine
Carmelitano. Classico lo schema di
ogni incontro: lectio, meditatio,
oratio, contemplatio. ANTHONY
CILIA (a cura di), Lectio divina
sui Vangeli festivi per l’Anno liturgico C, Elledici, pagine 704,
euro 22.00.
Questo sussidio è pensato per
la preparazione dell’omelia
festiva, un aiuto che comunque non deve sostituire la
preparazione personale del
sacerdote. Per ogni domenica
e festa dell’anno liturgico “C”,
il sussidio riporta i testi delle letture (Leggo la Parola),
una succinta ma densa meditazione (Rifletto) e un’orazione (Prego). GIUSEPPE
SACINO, Leggo, rifletto,
prego - Anno C, Elledici,
pagine 288, euro 14,00.
NOVITÀ IN LIBRERIA
a cura di ELENA CLERICI
LE VITE DEI SANTI
Le vite dei santi sono appassionanti: avventurose, sorprendenti, ricche e intense. Sfogliando questo libro si fa la conoscenza dei 42 santi che le nazioni europee hanno scelto come loro patroni. Si
comincia con i protettori d’Europa: Benedetto da Norcia, Brigida di Svezia,
Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce. Poi via via,
in ordine alfabetico per nazione dall’Austria all’Ungheria. Accanto a santi molto noti, come san Francesco d’Assisi, san
Bernardo di Chiaravalle, Giacomo il
Maggiore, Antonio da Padova, ci sono figure poco conosciute ma non meno affascinanti, la corsa Devota, Cunegonda di
Lussemburgo, il danese Canuto e Gudula
del Belgio, per citarne solo alcuni. Di ciascun santo è narrata la
storia, e sono indicati, oltre agli estremi della vita, anche il giorno
in cui viene festeggiato dalla Chiesa. MARIA VAGO – illustrazioni di FRANCA TRABACCHI, Santi patroni d’Europa,
Paoline, pagine 160, euro 23,00.
Riflettere sulla diversità è necessario in
un mondo globale, che esige nuovi modi
di agire, ma anche nuovi atteggiamenti,
valori e aperture: è questo il presupposto
che ha dato vita a questo libro, pensato
per ragazzini tra gli otto e i dodici anni
che si pongono domande su tutto ciò che
li circonda, cominciano ad ordinare il mondo in modo personale e pongono le basi
per opinioni e giudizi che molte volte dureranno tutta la vita. In otto capitoli, che
vanno dal concreto all’astratto, si affronta dunque la diversità da varie angolature
in modo diretto e grafico: nella forma, nel movimento, nelle percezioni, nella famiglia, nella società e nella cultura per giungere
all’umanità. E’ un libro su cui dissentire e discutere, per fare domande, da consultare; e non manca la proposta di attività per approfondire l’apprendimento, la sperimentazione e la riflessione sui
diversi temi. Contiene anche un gioco da fare in gruppo che mette
alla prova l’intelligenza emotiva, e mostra come la diversità delle
persone crea diversità di comportamenti. La diversità. Siamo diversi, unici e speciali, Paoline, pagine 112, euro 29,00.
Una raccolta di materiali “predicabili”. Il
sussidio suggerisce per ogni domenica e festa: monizione d’apertura e monizioni alle
Letture, un’omelia di taglio divulgativo, altri materiali per l’omelia, preghiera dei fedeli. Ogni liturgia della Parola è centrata
sopra un unico tema, che viene anticipato
nelle monizioni, sviluppato nell’omelia, e
pregato nella preghiera dei fedeli. I termini teologici non sono evitati ma utilizzati e
spiegati. Le monizioni alle Letture non sono
commenti eruditi, ma introduzioni semplici e chiare che preparano all’ascolto. Le
omelie contengono in abbondanza episodi,
citazioni, forme brevi (aforismi, massime,
proverbi, anche battute). ENZO BIANCO,
All’altare di Dio - Anno C, Elledici, pagine 288, euro 15,00.
PRIMA DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Parola
FRA
noi
GER 33,14-16
SAL 24
1 TS 3,12-4,2
LC 21,25-28.34-36
Dal Vangelo
giungono parole
di speranza
di ANGELO SCEPPACERCA
PRIMA SETTIMANA
del Salterio
NELLE NOSTRE MANI LA VISIBILITÀ DI DIO
I
l Vangelo di oggi porta una
richiesta: guardate sul serio
gli avvenimenti che vi circondano, molti di essi sono
segni del nemico che vuole
allontanarci da Cristo. Il caos
esterno è la cornice del disordine interiore che è peggiore di
quello perché è fatto dalle paure
di un uomo stretto dal vuoto e
posseduto dall’angoscia, senza
possibilità di scampo dal precipitare nel nulla. Chi non conosce
la paternità di Dio vive il tempo
“senza un padre” perché non sa
di venire da lui e di tornare a lui.
L’uomo tramortito dalla paura è
curvato sotto il peso dell’angoscia. Ha paura di vivere, forse
più che di morire.
Dal Vangelo giungono parole
di speranza per difenderci da
questo nemico. Risollevatevi. È
la prima parola. Non rimanere
schiacciato dalla paura, alzati
pieno di speranza perché Cristo
ti ha già liberato. È vicino a te.
Alzate il capo. E gli occhi al Si-
gnore. Non sentirti come un ergastolano. Guardate il fico e le
altre piante. Apri gli occhi dell’intelligenza. E del cuore. State
attenti a voi stessi, che il cuore
non si appesantisca da ciò che
toglie tempo ed energie all’essenziale. Vegliate in ogni momento pregando, siate vigilanti
nella preghiera perché ogni momento è gravido di salvezza.
I fatti che disorientano e spaventano, per noi cristiani sono il
segno che l’ora della salvezza si
avvicina. Anche dietro le tragedie e gli sconvolgimenti, c’è una
venuta del Signore. La fede non
risparmia dalle sciagure e dai
dolori; ma, nonostante tutto,
essa invita a perseverare nel
cammino, a rimanere vigili e in
preghiera in attesa della venuta
del Signore. Non è della sua presenza che dobbiamo aver paura,
come l’ebbe Adamo al rumore dei
passi di Dio nel giardino, ma della sua assenza. È la vita che non
porta da nessuna parte che spa-
venta fino alla morte; è la mancanza di speranza che uccide.
La liturgia dice al cristiano, con
assoluta sicurezza, dove nasce e
verso dove è diretto. L’inizio e la
fine sono indissolubilmente uniti. All’inizio del sacramento del
Battesimo c’è un dialogo fra il sacerdote e i genitori del neonato:
“Cosa chiedete alla Chiesa per
questo bambino?”. “La vita eterna”, è la risposta. Fin dall’inizio
conosciamo il punto di approdo.
La nostra vita non sarà, dunque,
l’odissea di Ulisse ma l’esodo di
Israele dalla schiavitù alla libertà del servizio in una terra promessa, perché il comandamento
si riassume nell’amore disinteressato, nel servizio ai fratelli.
Nelle nostre mani, così fragili,
è lasciata la stessa credibilità e
visibilità di Dio. Se viviamo nella carità, ogni attimo è quello
della presenza e della venuta del
Signore: a sera, a mezzanotte, al
canto del gallo, al mattino. In
ogni istante è nascosto l’attimo
dell’incontro. Vegliare, dunque,
per cogliere il senso delle cose.
Vegliare sul senso del tempo. Vegliare sui tempi della vita. Perché è l’Avvento, il tempo in cui
Dio irrompe e viene.
“Anno dopo anno, il tempo
scorre in silenzio; il ritorno di
Cristo si avvicina sempre di più.
Se potessimo almeno avvicinarci al cielo come egli si avvicina
alla terra! ... il cielo e la terra costituiscono un velo trasparente
posto fra noi e Dio; verrà un giorno in cui Dio stesso strapperà
questo velo e si mostrerà a noi”.
Così scriveva il cardinale J.H.
Newman in un’omelia del tempo
di Avvento. Tempo di attesa,
l’Avvento è tempo di gioia perché
ogni venuta di Cristo è dono di
grazia e di salvezza, ma è anche
tempo d’impegno perché ci spinge a vivere il presente come tempo di responsabilità e di vigilanza. La “vigilanza” sta a dire la
necessità – l’urgenza! – di un’attesa viva ed operosa.
CHIESA
PRIMOPIANO
P A G I N A
3
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
ATTESA...
LA GRATUITÀ DEL DIO DI GESÙ
AVVENTO 2009
OLTRE OGNI
I
l tema dell’attesa ci raggiunge nella profondità più
nascosta, là dove le paure e
le speranze si incontrano.
La novità dell’Avvento sta
nella certezza che agli uomini
è ridata la speranza di un’attesa e a quanti l’hanno perduta
essa viene riconsegnata. L’avvenimento che dà senso a questa
prospettiva è Dio stesso: un Dio
che viene incontro all’uomo, si
mette sulla sua stessa strada
per aprirgli orizzonti inattesi.
Da Abramo a Gesù di Nazaret,
compimento di ogni attesa e allo stesso tempo- promessa di
un’altra pienezza verso la quale i credenti sono invitati a camminare.
Il Dio atteso non è separato
da tutte le speranze umane: i
cristiani sanno bene di dover
preparare con le loro forze ciò
che chiedono come dono da Dio.
Vivendo l’Avvento i cristiani
affermano che la storia ha un
senso, uno sviluppo e una fine.
Al centro c’è Gesù Cristo. A lui
converge tutta la storia precedente che egli ci riconsegna svelandocene il senso profondo:
ogni realizzazione storica è
punto di arrivo e di partenza
allo stesso tempo. Il Dio di Gesù
Cristo è sempre un passo più
avanti di ogni speranza umana
concretizzatasi. A Dio interessa l’uomo, ogni uomo. Prima
ancora di chiedersi che cosa
fare per Dio, è necessario che i
credenti comprendano come è
perché il Dio di Gesù si è schierato dalla parte dell’uomo, di
ogni uomo. Per sempre.
Il cristiano è chiamato a vivere la propria fede all’interno
della quotidiana esistenza,
spesso segnata dal peccato, dalla smentita, dalla delusione. Ma
il credente non può pensare che
la salvezza sia altro dalla storia concreta in cui vive: sarebbe evasione; non può neppure
ridurre la salvezza a quanto
egli vive e spera: sarebbe idolatria. Ecco perché per i credenti ogni avvenimento è decisivo,
ogni istante significativo; ma è
altrettanto vero che non posso-
Una riflessione
per vivere bene
questo tempo forte
verso il Natale
di ARCANGELO BAGNI
no restare prigionieri di essi.
Per questo i credenti ricordano e celebrano costantemente la
pienezza della storia a cui sono
chiamati. Una prospettiva che
permette di discernere -oggi,
nella quotidianità semplice ed
umile del vivere- le realtà che
restano da quelle che svaniscono. E resiste all’usura del tempo solo ciò che appartiene alla
logica profonda che ha guidato
tutta la vita di Gesù di Nazaret.
Il Dio che ci rivela Gesù è un
Dio che si dona gratuitamente,
per primo, incondizionatamente. Collocandoci in questa prospettiva i credenti possono verificare se la loro attesa è religiosa o mondana. Il criterio: stare dalla parte di chi è “nulla”
per il “mondo” per testimoniare che chi non conta per il mondo conta, invece, per il Dio di
Gesù. Il credente ama appassionatamente la quotidianità in
cui vive e nella quale proclama
la speranza che nasce dalla
fattiva certezza di non muoversi a caso, ma di essere in cammino verso una pienezza che in
Gesù già si è fatta storia. E’
questa speranza che lo abilita
a stare al proprio posto, senza
frustrazioni, senza crisi di identità, senza chiedersi ad ogni
momento che cosa debba fare o
come misurare, ad ogni passo
fatto, l’entità del proprio contributo. Un’esistenza che si muove nella linea della gratuità e
del dono non ha bisogno di conferme mondane: le basta la propria debolezza. Che è poi ciò che
la rende forte. Nulla infatti è
più debole di ciò che è gratuito;
nulla, allo stesso tempo, è così
essenziale come il gratuito.
Come Gesù di Nazaret, atteso
e accolto gratuitamente; e, sempre gratuitamente, proposto a
tutti.
Il sussidio pastorale che ogni
anno, in occasione dei tempi
forti, gli organismi della
Segreteria Generale della CEI
propongono, oltre ad essere
segno di un atteggiamento di
servizio, intende indicare una
strada: quella della collaborazione e della messa in comune
delle competenze.
Prima ancora, però, ci muove la
convinzione della fecondità
dell’Anno liturgico come
itinerario educativo del cristiano. «Vivere secondo la domenica», per usare la celebre
espressione di Sant’Ignazio di
Antiochia, conferisce all’esistenza credente una forma
particolare, che si caratterizza
come ecclesiale e comunitaria,
costruita sulla parola di
salvezza e sulla carità.
Lo mostra chiaramente anche il
presente sussidio, con la sua
articolazione secondo i verbi
fondamentali della vita cristiana: annunciare, celebrare,
testimoniare. Sono questi i
verbi dell’uomo “rialzato”
dall’incarnazione di Dio.
Risvegliato dalla luce di
Betlemme a un mattino nuovo,
prefigurazione del giorno senza
tramonto.
L’Avvento, in particolare, è
tempo fecondo per crescere
nella speranza, per imparare il
vangelo dell’umiltà e dell’attesa. È il paradosso cristiano: il
Bambino davanti a cui ci
commoviamo è il nostro Maestro. La debolezza della sua
umanità, la nostra forza.
Afferma il grande mistico
Meister Eckhart: «Il dono più
grande è che siamo figli di Dio
e che egli generi in noi suo
Figlio». Perché «il più nobile
desiderio di Dio è generare.
Egli non è soddisfatto prima di
aver generato in noi suo Figlio.
Nello stesso modo, l’anima non
è mai soddisfatta, se in essa
non nasce il Figlio di Dio.
È allora che scaturisce la
grazia». Ricordiamolo, in un
tempo in cui occorre ritrovare il
senso pieno e la gioia del
generare. Buon Avvento e Buon
Natale a tutti!
+ Mariano Crociata
Segretario Generale della CEI
BREVI NOTE PER CELEBRARE L’AVVENTO
I temi generali del tempo vengono declinati con sfumature diverse nelle varie domeniche:
- un tempo di liberazione in cui Dio ristabilisce la giustizia, di speranza nelle sofferenze (I dom. C);
- un tempo in cui passare dal lutto alla gioia, in cui cambiare vita e raddrizzare strade (II dom. C):
- un tempo in cui rallegrarsi, in cui maturare frutti di conversione (III dom. C, chiamata “domenica gaudete”, cioè “gioite”);
- un tempo in cui il Signore si fa presente anche in luoghi insignificanti e inconsueti, in cui riconoscere che Egli fa meraviglie (IV dom. C).
•Il colore liturgico di questo tempo è il viola (il rosa per la terza domenica, quella del gaudete).
• Gli atteggiamenti caratteristici sono: l’attesa e la vigilanza, il desiderio, la speranza, la gioia. Essendo un tempo di “preparazione”,
porta con sé una forte connotazione di conversione, ma anche di povertà e essenzialità.
• I segni festivi acquistano una maggiore sobrietà, in attesa di esplodere nel tempo di Natale. Questo potrà essere manifestato nell’organizzazione dello spazio attraverso uno stile globalmente semplice: la composizione floreale (che può essere mantenuta, con eventuali
varianti, per le quattro settimane) avrà pochi fiori, e potranno trovare spazio anche materiali “poveri” come rami, foglie essiccate,
pietre.
• Per dare il senso della continuità alle quattro domeniche, distinguendole dal tempo ordinario, è possibile tenere fissi alcuni canti
non abituali (ad esempio un canto di inizio, un alleluia, un agnello di Dio…). In alternativa è possibile dare il senso della progressione
“costruendo” il testo di un canto ed aggiungendo una strofa ogni domenica. Può essere anche l’occasione per introdurre un canto
nuovo, che verrà mantenuto e consolidato progressivamente nelle successive domeniche.
• Il tema della luce, della vigilanza, della veglia, può essere sottolineato attraverso il rito del “lucernario” (ricorrendo alla corona di
Avvento o a semplici candele). Questo gesto, accompagnato da un canto, può sostituire il canto di inizio (con un ingresso in silenzio o con
musica strumentale), oppure può essere inserito in un momento a parte (nei riti di inizio, alla presentazione dei doni, dopo la comunione…).
• È possibile valorizzare i riti di inizio (che risultano un po’ “alleggeriti” dalla mancanza del Gloria), trattando il canto d’inizio in modo
“creativo” (vedi sopra), oppure rendendo più ampio l’atto penitenziale.
• Il desiderio di ascoltare e accogliere la Parola di Dio può essere simboleggiato da un brevissimo invito all’ascolto tra l’orazionecolletta e la prima lettura (un intervento strumentale, la lettura di un breve testo, il canto di un ritornello come “Fa’ che ascoltiamo,
Signore, la tua voce”, ecc.). Durante la celebrazione si può vigilare che siano valorizzati i brevi spazi di silenzio normalmente previsti.
• Il tema della gioia può essere sottolineato attraverso un’esecuzione non usuale del salmo responsoriale (ritornello cantato, strofe
cantillate, sottofondo musicale…).
http://www.elledici.org/liturgia/avvento/celebrare.php
SOCIETÀ
P A G I N A
4
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
IL PAPA E GLI ARTISTI
Domande sul mistero
L
a “via della bellezza”
come “percorso artistico,
estetico” ma anche come
“itinerario di fede”. A
riproporla agli artisti è
stato Benedetto XVI, incontrando il 21 novembre circa 300
esponenti del mondo dell’arte
nella Cappella Sistina. Occasione dell’incontro, promosso dal
Pontificio Consiglio della cultura, il decennale della Lettera di
Giovanni Paolo II agli artisti (4
aprile 1999) e il 45° anniversario dell’incontro di Paolo VI con
gli artisti (7 maggio 1964). Il
SIR ha rivolto alcune domande
a Mariano Apa, docente di storia dell’arte contemporanea all’Accademia di belle arti de
L’Aquila, che ha partecipato all’evento.
“Rinnovare l’amicizia della Chiesa con il mondo dell’arte”: con questo intento
Benedetto XVI si è inserito
nel “solco” tracciato da Paolo VI e Giovanni Paolo II…
“A mio avviso, la cifra dell’incontro di papa Benedetto XVI
con gli artisti sta nella volontà
di ribadire un’intera tradizione,
che dal II Concilio di Nicea arriva fino al Concilio Vaticano II,
passando per l’ultima giornata
del Concilio di Trento, dedicata
alla questione delle immagini.
Ribadire la centralità della tradizione, tuttavia, non è sinonimo – come taluni vorrebbero –
di ideologia del tradizionalismo:
è la Chiesa che, depositaria del
magistero, esplicita nei segni
dei tempi la condizione attraverso cui si svolge il nostro cammino di fede, all’insegna dello
stretto legame tra arte e liturgia. Nella Chiesa vive la bellezza e la verità: ciascun artista
di ogni tempo è chiamato a farci i conti, attraverso le modalità espressive che gli sono proprie. È nel tesoro della tradizione che l’artista trova la sua libertà: nelle parole del Papa trova eco la tradizione anche recente della Chiesa, da Pio XI a
Pio XII, da Giovanni XXIII a
Giovanni Paolo I – che ha aperto la strada alla beatificazione
del Beato Angelico, patrono dei
pittori, e di Claudio Granzotto,
patrono degli scultori, da parte
del suo successore – fino a Giovanni Paolo II, che oltre alla
Lettera agli artisti ha dedicato
un’opera intera al valore dell’arte: il Trittico Romano”.
La “via della bellezza” è la
proposta del Papa come antidoto alla “disperazione”:
come evitare che il nostro
tempo cada nella trappola
di una bellezza “seducente
e ipocrita”?
“La proposta che fa Benedetto XVI agli artisti è quella di
camminare non tanto sul terreno della memoria, ma di qualcosa che è perennemente vivo:
Cristo morto e risorto. Il profondo legame tra arte e liturgia è,
dunque, il presupposto non dichiarato, ma imprescindibile,
delle parole pronunciate dal
Papa nella Cappella Sistina. È
il movimento liturgico che conduce al Concilio Vaticano II,
come Joseph Ratzinger dimostra nella sua opera sullo spirito della liturgia”.
Nella coscienza di ciascun
artista, la bellezza è un appello ad un “oltre”: un forte
richiamo per un dialogo
anche con i non credenti…
“Quello che ogni artista dovrebbe evitare è l’autoreferenzialità. Un’opera d’arte è tale
nella misura in cui si confronta con la questione del senso, e
dunque indaga sul mistero.
Anche attraverso i propri dubbi, i propri malumori, le proprie
nevrosi, il proprio disagio, l’arte può definirsi tale se conduce
alle domande sul senso della
morte e della rinascita. Se l’artista non si fa carico della bellezza che pone la domanda, fa
del decorativismo e diviene preda dell’autoreferenzialità. L’inquietudine, la condizione esistenziale ai limiti dell’esistenza stessa: tutto ciò conduce alla
radicalità della domanda. È
una via dolorosa che hanno percorso molti artisti, anche non
credenti, che a volte nella loro
strada hanno trovato un compagno di viaggio capace di dialogare con loro a partire dal proprio vissuto di fede”.
Cosa dice il simbolo delle
cattedrali, “bibbie di pietra”, all’Europa, dove – denuncia il Papa – l’arte rischia di essere incomprensibile, se non si tiene conto
della sua anima religiosa?
“Si tratta di una questione
delicatissima, e decisiva per il
futuro del nostro continente. In
un’epoca di globalizzazione
come la nostra, dove con estrema facilità si innalza un minareto, per erigere un campanile
occorre ancora – come per le
antiche cattedrali – che si instauri un corretto rapporto, fatto di dialogo ma a volte anche
di salutari contrasti, tra il vescovo e l’artista. Il riferimento,
nel discorso del Papa, alle cattedrali è un invito per l’artista
a pensare nel concetto dell’opera totale, che trova il suo simbolo nella cattedrale come cantiere dove lavora tutto il popolo
di Dio. L’Europa delle cattedrali
è un’Europa fatta di chiese che
non si chiudono il giorno dell’inaugurazione, ma che nei secoli camminano, si evolvono, si
restaurano. Ancora una volta,
arte come metafora della liturgia: l’artista non può pensarsi
come singolo individuo, deve
vedere riflesso in se stesso tutti quanti e capire che nella propria espressione artistica c’è
tutto il popolo di Dio. Quello che
si è succeduto nei secoli, ma
anche quello che non si è ancora convertito”.
a cura di M.MICHELA NICOLAIS
IL «FACCIA A FACCIA» DELLA FELICITÀ PIENA
Parlando agli artisti, sabato 21 novembre, nella Cappella Sistina,
papa Benedetto ha voluto soffermarsi a riflettere sulla tensione
verso l’alto che è propria del credente. Lo ha fatto prendendo spunto dal Giudizio universale di Michelangelo per dire che tutta l’esistenza dell’uomo “è movimento e ascensione, è inesausta tensione
verso la pienezza, verso la felicità ultima, verso un orizzonte che
sempre eccede il presente mentre lo attraversa. Nella sua drammaticità, però, questo affresco pone davanti ai nostri occhi anche il
pericolo della caduta definitiva dell’uomo, minaccia che incombe
sull’umanità quando si lascia sedurre dalle forze del male. L’affresco lancia perciò un forte grido profetico contro il male; contro ogni
forma d’ingiustizia. Ma per i credenti il Cristo risorto è la via, la
verità e la vita. Per chi fedelmente lo segue è la porta che introduce
in quel «faccia a faccia», in quella visione di Dio da cui scaturisce
senza più limitazioni la felicità piena e definitiva”.
GIOVANI E SOCIETÀ ADOLESCENTI COI PIEDI PER TERRA
Poco attratti da stelle e stelline
I
l sovraffollamento del Pantheon mediatico e la continua demitizzazione con la
quale il gossip aggredisce
gli idoli provvisori della
musica, dello sport, dello spettacolo e della politica portano i
giovani con i piedi per terra.
Questo sembra il tratto caratteristico che si può trarre dal
10° Rapporto Nazionale sulla
condizione dell’infanzia e dell’adolescenza che Eurispes e
Telefono Azzurro hanno intitolato: Generazione provvisoria. Il
diritto di immaginare il futuro.
Dai dati della rilevazione appare significativo, infatti, che il
38,8% degli adolescenti dichiarano di non voler assomigliare
a nessuno in particolare. Nella
classifica tutti personaggi proposti rimangono a distanza
abissale il più vicino è Barak
Obama all’8,4% e poi c’è Valentino Rossi al 5,3% e a seguire la prima donna: Belen Rodriguez a 4,9%.
Quello che è ancora più stupefacente in questa speciale
classifica appare al secondo posto. Una risposta ricavata dalla specificazione che nei questionari viene dedicata alla casella “altro”. Si scopre qui che
il 15,3% degli adolescenti dichiara che “da grande” vorrebbe assomigliare a se stesso.
Insomma se ne deduce che i
nostri giovani in primo luogo
non vengono molto ispirati dalle stelle e stelline che circondano il panorama nostrano. Qui
cade uno stereotipo che vede i
ragazzi pendere dalle labbra
del mito di turno. Si può cogliere un segnale importante per
quelli che sono interessati al-
l’educazione delle nuove generazioni. Forse occorre andare
oltre le figure astratte, bisogna
proporre e parlare di persone
concrete che accompagnino nel
percorso di vita. Non significa
soltanto investire di un ruolo
educativo adulti maturi, ma significa anche saper trasmettere l’umanità in quello che si
propone per poter parlare a persone interessate a quello che
accade loro e non a quello che
gira nel “virtuale”.
In secondo luogo si può trarre un’ulteriore indicazione cercando di interpretare la risposta che indica la preferenza dei
giovani di “voler assomigliare a
se stessi”. All’interno di questa
dichiarazione dei giovani, molto importante perché nata da
loro e non richiesta a priori nel
questionario da quel che si de-
duce nella presentazione della
ricerca, ci sono due aspetti che
molto probabilmente si combinano. Da un lato si evidenzia
la fatica di superare il proprio
stato attuale. Si può notare l’incapacità di pensarsi in prospettiva di immaginare un “progetto desiderio” da inseguire. Però
dall’altro lato a partire da una
simile dichiarazione si può iniziare a costruire una grande
proposta di ricerca di senso. Iniziare ad “assomigliare a se stessi” significa iniziare a scoprirsi, a conoscersi meglio, significa iniziare il cammino verso la
maturità. C’è un’esigenza fondamentale nascosta in quell’ …
altro dichiarato.
Se si saprà rispondere si potrà fornire di ali questi giovani
con i piedi per terra.
ANDREA CASAVECCHIA
COLPO
D’OCCHIO
IL RISCHIO
DELLA VOLGARITÀ
Chi sa resistere alla tentazione della parolaccia? E chi
sa resistere alla tentazione
del barattolo di Nutella? Poche persone: certamente non
i bambini, i quali fanno presto a imparare che se la
Nutella ha un effetto gratificante, la parolaccia ha un
effetto dirompente, soprattutto se in precedenza sono
stati rimproverati da qualcuno che gli ha gridato “Non
si dice!”. Tutti noi rimaniamo un po’ bambini, anche chi
arriva all’età della ragione o
chi, ancora più grande, arriva alle più alte cariche dello
Stato, come la presidenza
della Camera. Gianfranco
Fini, anche lui, non ha saputo resistere alla tentazione
e ha detto la parolaccia. L’ha
detta di fronte a una cinquantina di ragazzi immigrati che certamente non
avevano bisogno di impararla dal presidente della Camera ma ai quali ha fatto effetto, appunto, dirompente,
sentirla pronunciare da un
così “alto” e distinto personaggio, sia pure vestito, per
l’occasione, in jeans.
Sì, perché Fini parlava alla
borgata romana di Tor Pignattara, particolare questo
riferito da alcuni giornali
quasi a guisa di giustificazione, come se rivolgendosi
ai borgatari, e per giunta immigrati, ci si possa dimenticare del “parlar corretto” e
usare le parolacce. Ovviamente, l’effetto – appunto,
dirompente – non si è limitato ai ragazzi: si è ripercosso sui media. Con commenti, a dir poco, “epocali”, da
inizio di una nuova era: “Da
oggi la parola in questione
entra di diritto nel linguaggio”, “Il via libera l’ha dato il
presidente della Camera”,
“Adesso tutti saranno autorizzati a farne uso”. Bum!
Una parolaccia resta una parolaccia, non ci sono presidenti di sorta, neanche della Crusca, a riqualificare un
termine che il Vocabolario
classifica “volgare”. E oltretutto, per chi ci tenga, neppure italianissimo: giunge a
noi dal longobardo.
PIERO ISOLA
SOCIETÀ
P A G I N A
5
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
EUROPA HERMAN VAN ROMPUY E CATHERINE ASHTON
I due mediatori
A
vrà i volti di Herman
Van Rompuy e di
Catherine Ashton il
Trattato di Lisbona,
che dal 1° dicembre
costituirà il prossimo quadro
normativo dell’Unione europea.
Il Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo che aderiscono
alla “casa comune” ha affidato
al politico democristiano belga
la carica di presidente “stabile” del Consiglio stesso; all’esponente laburista britannica è andato invece il ruolo di
Alto rappresentante della politica estera, che sarà anche vicepresidente della Commissione. Due nuove figure, introdotte per dare continuità alla politica comunitaria, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini.
I due personaggi non rappresentano certo figure di spicco
della scena continentale; il loro
(modesto) carisma è pari alla
“fede europeista” finora dimostrata. Il punto di forza di entrambi, l’elemento che ha fatto
prevalere i loro nomi rispetto ad
altri candidati più noti e con un
curriculum di maggior rilievo
(si pensi agli ex premier inglese Tony Blair e italiano Massimo D’Alema) è, paradossalmente, il loro procedere “sotto traccia”, la fama di negoziatori discreti e, forse, il fatto di non
aver mai mostrato coraggiosi
accenti federalisti.
Appena raggiunto l’accordo
su Van Rompuy e Ashton, i
premier dei Paesi aderenti hanno espresso loro complimenti e
auguri, aggiungendo – col garbo che si usa a livello diploma-
tico – che da loro ci si attende
un lavoro da “mediatori”, dando unitarietà all’azione europea
e svolgendo ruoli più vicini a
quelli di alti funzionari della
burocrazia che non quelli di
ispiratori e di guide della politica dell’Unione.
Una scelta “low profile”, la
quale conferma come le cancellerie non intendano rafforzare
le istituzioni di Bruxelles e tanto meno cedere altri poteri per
una maggiore efficacia dell’Ue.
Anche altri personaggi, eventualmente collocati al posto di
presidente stabile o di Alto rappresentante, non avrebbero potuto d’un tratto mutare o accelerare il processo d’integrazione europea; ma il summit che
la scorsa settimana ha deciso
sulle due cariche stabilite a Lisbona ha confermato che il ti-
U
mone dell’Unione per ora rimane nelle capitali nazionali. E, in
particolare, si colloca nel triangolo fra Berlino, Parigi e Londra, con buona pace dell’Italia
e della Spagna, della Polonia e
dei Paesi dell’Est, di quelli nordici e dei mediterranei.
Ciononostante, l’entrata in
vigore del Trattato di riforma
costituirà un ulteriore passo
avanti dell’Europa comune, la
quale necessita, volente o
nolente, di forme di coordinamento sul piano politico, economico e sociale per tenere il passo col mondo globalizzato. Una
fase di rodaggio sarà ora necessaria, sia per le norme derivanti
da Lisbona sia per Herman Van
Rompuy e Catherine Ashton, i
cui ruoli, inscritti nel Trattato
ma non sufficientemente definiti nelle specifiche competenze, sono sostanzialmente da inventare: e, come si sa, la fase di
rodaggio è essenziale per la futura resa di una macchina.
GIANNI BORSA
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
STORIE DI
CROCI E DI
CROCIFISSI
Le cronache continuano a
parlare di croci e di crocifissi. Un professore dell’istituto tecnico “Badoni” di Lecco, dopo un acceso dibattito
in classe sulla discutibile
sentenza della Corte di
Strasburgo che vorrebbe
vietare il crocifisso nelle
aule scolastiche, forse preso dalla rabbia per aver
avuto tutti gli studenti contro, ha staccato il crocifisso
dal muro e l’ha gettato nel
cestino. È stato visto da alcuni colleghi, e così il professore è finito dal preside,
come l’ultimo dei “pierini”.
Sembra abbia riconosciuto
il suo errore: «Si è trattato
di un attimo di pazzia», ha
detto, giustificando il gesto
con il suo temperamento focoso e impulsivo. Il preside
pensa di sospenderlo per alcuni giorni. Ma certo il prof
non ha fatto una bella figura davanti ai suoi studenti.
A Milano è accaduto un
fatto che considero ancora
più grave. All’Università
Statale, ormai da alcune
settimane, accade che un
gruppo di studenti, che fanno riferimento a Comunione e Liberazione e che prestano servizio presso una
piccola cartolibreria, sono
oggetto di aggressione da
parte di membri di centri
sociali (di area anarco-comunista) che pretendono,
fra l’altro, di fare centinaia
di fotocopie gratis e organizzano raid punitivi e hanno
pure scritto i nomi dei titolari della libreria sulle pareti della facoltà: una vera
lista di proscrizione con un
suggerimento chiaro circa le
persone da colpire...
Nel Paese in cui si vorrebbero misure più drastiche
ed esemplari per punire chi
anche solo verbalmente offende un gay, succede che su
violenze come queste (che
richiamano i sistemi della
mafia e del brigatismo rosso) sia steso un velo di silenzio, sia da parte delle
autorità accademiche, sia
da parte dei mezzi di informazione (sempre in cerca di
occasioni per mostrare che
la libertà di stampa... esiste). Non vi sarebbe stato lo
stesso silenzio se ad essere
“crocifissi”, invece che un
gruppo di cattolici, vi fossero stati altri soggetti politi-
Oltre le «facili»
certezze religiose
ci o religiosi... Se si aggiunge che qualche giorno prima
alcuni studenti, arrestati
per la guerriglia urbana ordita in occasione di manifestazioni, sono stati prontamente rimessi in libertà e
ridonati alla piazza urlante, con la raccomandazione
del giudice a... fare i bravi,
beh allora il quadro è proprio allarmante. S’aggiunga
anche la notizia che, per celebrare un Christmas sereno e sufficientemente white,
in un comune del Bresciano l’amministrazione pubblica ha incoraggiato una
caccia al clandestino, che, a
dire il vero, non sembra
aver avuto una calda accoglienza nella maggior parte della popolazione.
Insomma, quel crocifisso
che sta sul muro - e, sia
chiaro, nessuno deve permettersi di gettarlo nel cestino! - forse dovrebbe ispirare maggiormente anche
soltanto il senso civico e l’onestà morale dei tanti che
in questi giorni ne hanno
riconosciuto la valenza laica e universale. Simbolo di
pietà, di condivisione del dolore e di solidarietà. Tutte
cose giuste... da non lasciare appese al muro!
n dato appare documentabile: il contesto nel quale le comunità cristiane e i
singoli credenti
vengono a trovarsi è sotto il
segno della novità e dell’inedito. La caduta del senso di
onnipotenza e la profonda consapevolezza del limite (delle
ideologie, della politica, della
scienza...) pongono radicali interrogativi agli uomini del
nostro tempo e ai credenti. In
molti contesti religiosi si lavora ancora - almeno questa è
la mia impressione - presupponendo un mondo che in realtà è altro da quello in cui
tutti viviamo.
UN NUOVO
ORIZZONTE
Così molti credenti continuano a ragionare e a confrontarsi con i ‘miti’ della scienza del
secolo scorso, della politica che
risolve tutto, delle ideologie
che prospettano nuovi orizzonti all’umanità. Quello che abita il cuore delle persone più
avvedute è, invece, il profondo senso del limite, fino allo
sconforto. Il non avvedersene
comporta per i credenti il rischio di buttare in faccia ai
contemporanei questo limite
in una sorta di apologetica di
se stessi; ecco, allora, che non
pochi credenti si collocano più
sul versante della denuncia
che su quello della proposta
creativa; essi sono pronti a
denunciare ciò che non va
come se il mondo in cui vivono li dispensasse da una solidarietà verso tutti; una solidarietà che dovrebbe essere più
avvertita proprio verso quanti pongono, in diversi modi,
domande profonde.
Onestà chiede che ci si ricordi
che non solo le diverse ideologie hanno dimostrato i loro
limiti, ma che anche il cristianesimo storico. E se in nome
del cristianesimo vogliamo
denunciare il limite delle ideologie, della politica e della
scienza, dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di dichiarare
anche il limite del cristianesimo storico. Non c’è qualcuno
che nel momento attuale posa
“chiamarsi fuori”. E “chiamarsi fuori” in nome di “certezze
religiose astoriche” significherebbe misconoscere il tempo in
cui si vive e collocarsi nella
incapacità di una proposta religiosa valida ad interpellare
il cuore degli uomini che sono
in ricerca.
UNA LOGICA
DIVERSA
E’ certamente facile dire le
cose che non vanno. Ma non è
compito specifico o prioritario del
cristiano
fare tutto
ciò. Egli è
erede e custode di una
“lieta notizia”, di un
annuncio
capace di
coinvolgere
l’uomo concreto
in
qualsiasi situazione.
Ma, se ci si
guarda attorno, sorgono spontanei alcuni interrogativi: come mai tanti contemporanei non trovano
nei cristiani la possibilità di
incontrare una “lieta notizia”
capace di ridare speranza?
Come mai tanti sono più propensi alla denuncia del male
che alla proposta della novità
evangelica? Forse è mancata,
per tanti cristiani, la possibilità di una reale crescita nella
fede secondo la logica evangelica?
Per crescere nella fede e attuare una seria proposta è necessario lasciarsi continuamente
interrogare dalla Parola e interrogarla a nostra volta, con
nuova radicalità e rinnovata
lucidità. In questa prospettiva è più che mai urgente
riscoprire lo stile del “punto
interrogativo”: “Il punto esclamativo è sterile, blocca; mentre il punto interrogativo è fecondo, crea. Sorge però un’apparente contraddizione: la testimonianza chiede il punto
esclamativo, perché la fede si
può solo esclamare, mentre la
mediazione culturale chiede il
punto interrogativo. Il problema è di evitare l’unilateralità
tra le esclamazioni e gli interrogativi, ma anche di vivere
l’impasto giusto: quello per cui
gli interrogativi nascono entro
le esclamazioni. Se si può solo
esclamare la fede, questa
esclamazione deve anche interrogare: “Gesù è il Signore!
Ma perché, come, in che senso?”. Questa forma non sminuisce l’affermazione e neanche
la mette in forse, ma permette di capirla meglio e di verificarla, per stabilire condizioni
e senso, per poterla riaffermare, esclamandola in modo
più illuminante e plausibile”(T. Citrini). Sono disposti i
credenti a collocarsi in una
simile prospettiva? Evitando
il ricorso (che a volte appare
quasi un alibi) a presunte “certezze religiose” che gratificano solo chi le propone?
FUORI
dal
CORO
ARCANGELO BAGNI
AVVENIRE: IL DIRETTORE È MARCO TARQUINIO
Marco Tarquinio, da 82 giorni responsabile ad interim di Avvenire,
è il nuovo direttore del quotidiano della Cei. A deciderlo, martedì
mattina, il consiglio di amministrazione di Avvenire Nei (Nuova
editoriale italiana), presieduto dal vescovo di Albano, mons.
Marcello Semeraro. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato,
padre di due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico umbro.
Tra il 1982 e il 1983 ha partecipato alla commissione ristretta
che su incarico della Conferenza episcopale umbra e in particolare dell’allora vescovo di Gubbio, mons. Ennio Antonelli, “ripensò”
quella storica testata, e tra il 1983 e il 1984 ha fatto parte del
nucleo redazionale chiamato a realizzarla e rilanciarla. Ha lavorato poi al Corriere dell’Umbria di Perugia, quindi il trasferimento a Roma nell’88, alla redazione de La Gazzetta. Nel 1990 entra
al Tempo dove rimane fino al 1994 salendo vari “gradini” della
carriera, fino a diventare capo della redazione politica ed editorialista. In quell’anno Dino Boffo gli propone di passare ad Avvenire, di cui ha guidato a lungo la redazione romana prima di essere nominato, nel 2007, vicedirettore. Dal 3 settembre ha assunto
la direzione ad interim del giornale.
CHIESA
P A G I N A
7
CHIESA LOCALE
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
REALTÀ NEL CUORE DELLA DIOCESI
del
VESCOVO
GIOVEDÌ 26
A Como, al mattino, consiglio episcopale; a Como,
nel pomeriggio, udienze e
colloqui personali.
DA VENERDÌ 27
A DOMENICA 29
Visita pastorale in Valtellina Superiore: Bormio.
LUNEDÌ 30
A Nuova Olonio, al mattino, incontro con i religiosi.
MARTEDÌ 1
DICEMBRE
A Como, in Vescovado, dalle ore 17.00 alle ore 19.00,
incontro con i referenti delle scuole cattoliche presenti in diocesi.
MERCOLEDÌ 2
A Roma, giunta del Consiglio nazionale della scuola
cattolica.
GIOVEDÌ 3
A Roma, lezione presso la
Pontificia Università Gregoriana sul tema La presenza e il ruolo del Vescovo nella formazione sacerdotale.
DAL 4 ALL’8
Visita pastorale alla Zona
Valtellina Superiore: Valdidentro.
L’Ordo Virginum
V
enerdì 13 novembre,
in un clima di fraternità e di intensa preghiera, l’Ordo Virginum diocesano ha incontrato il suo Vescovo che, durante la celebrazione dei Vespri,
ha consegnato a ciascuna vergine consacrata il libretto L’Ordine delle Vergini nella diocesi
di Como, frutto di un recente lavoro di revisione che descrive in
modo sintetico l’Ordo Virginum
della diocesi di Como (identità,
vita e formazione della vergine
consacrata) e riporta in appendice il Rito di Consacrazione delle
vergini.
In un colloquio paterno il Vescovo ha sottolineato la bellezza di
questa antichissima (e nuova)
sorprendente forma di vita, già
testimoniata a partire dal IV secolo, poi caduta in disuso e ripristinata dal Concilio Vaticano II
a partire dal 1970. Siete buttate
nel mondo - ha detto il Vescovo in cui dovete essere segno del Regno dei Cieli. L’Ordo Virginum,
privo com’è di qualunque struttura o sicurezza umana, richiede alle vergini consacrate di fondare la propria sicurezza unicamente sulla roccia che è il Signore Gesù ed è proprio la “debolezza” di questa vocazione - che fa
dell’ascolto e della meditazione
della Parola di Dio cibo quotidiano per riconoscere la voce dello
Sposo che si manifesta negli
eventi di ogni giorno e continuamente coinvolge nel suo progetto di salvezza - la via attraverso
cui la vergine consacrata, sposa
di Cristo e figlia della Chiesa,
diventa, nel cuore della Chiesa e
del mondo, madre nello spirito e
sorella dell’umanità.
Vocazione, quella della vergine
consacrata - inserita senza particolari distinzioni di abito, di
luogo e di stile esteriore, nella
condizione normale dei membri
AVVENTO AL MONASTERO DI GRANDATE
Lettura e condivisione della Parola di Dio. Questa è l’iniziativa proposta dalle monache del Monastero delle Benedettine di Grandate (Co), via Giovanni Paolo II, 1 - telefono 031564823, con incontri, aperti a tutti, che si terranno alle
ore 20.30 nei seguenti giorni: venerdì 27 novembre; venerdì 4 dicembre; venerdì 11 dicembre e venerdì 18
dicembre. Inoltre tutti i sabato di Avvento alle ore 21.00,
si terrà una veglia con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture.
COOPERATORI SALESIANI
L’associazione Salesiani Cooperatori comunica che domenica 13 dicembre, presso il Salesianum di Tavernola, in via
Conciliazione 98, si terrà una Giornata di spiritualità e la
seconda conferenza annuale. Programma: ore 9.00 - accoglienza; ore 9.30 - preghiera-riflessione sul tema Don Rua:
L’evangelizzazione dei giovani; intervallo e confessioni;
ore 11.30 - celebrazione eucaristica; ore 12.30 - inizio del
momento conviviale. Durante tutta la giornata ci sarà una
lotteria di beneficenza per aiutare i bambini di Bananeiras,
frazione di Araruama, città a 120 chilometri da Rio de Janeiro.
Durante la celebrazione eucaristica saranno ricordati i Salesiani Cooperatori e i parenti defunti nel 2009. Al termine,
comunicazioni sull’associazione.
FORMAZIONE CON L’AZIONE CATTOLICA
Sabato 28 novembre ha inizio il percorso di formazione dell’Azione cattolica diocesana per responsabili e simpatizzanti.
Il primo incontro, Istantanee di un volto. Fisionomia e
identità dell’Azione cattolica, si tiene a Nuova Olonio,
presso la Casa Opera Don Guanella, alle ore 15.30. Il relatore
è Andrea Favaro, consigliere nazionale di Ac, settore Giovani. Info: telefono 031-265181.
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - COMO
• Mercoledì 2 dicembre, alle ore 15.00: incontro di formazione per gli animatori parrocchiali e simpatizzanti presso
l’Istituto Canossiano.
• Giovedì 10 dicembre alle ore 15.30: adorazione
eucaristica nella chiesa di S. Cecilia, insieme al MITE.
del popolo di Dio - che richiede
grande prudenza e una forte
maturità individuale, pari soltanto alla capacità di abbandono e di obbedienza alle mozioni
dello Spirito. Vocazione che non
consente sconti o riduzioni sulle
esigenze di una vita radicalmente evangelica. Il Vescovo ha quindi esortato ciascuna a una costante tensione verso una vera
santità, offrendo alla Chiesa i
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
AGENDA
propri talenti personali. La serata è poi proseguita con una cena
fraterna in una sala dell’Episcopio recentemente strutturato,
in un clima di gioiosa convivialità: le vergini hanno dato prova
della loro “arte culinaria” strappando meravigliati complimenti
al Vescovo, che dal canto suo ha
stupito le stesse, onorandole del
suo umile servizio a tavola!
L’incontro che avete tanto atteso
– ci ha detto il Vescovo – potrà
ben diventare il primo di una serie, perché non vi ho dimenticate
e l’Ordo è nel mio cuore come anche nel cuore della diocesi. Oltre
il desiderio reciproco di poter ripetere altri momenti di convivialità come quello appena vissuto, è stata espressa sia da parte del Vescovo che delle vergini
consacrate la volontà ferma di
darsi appuntamento almeno una
volta all’anno per una giornata
di condivisione nella preghiera e
di confronto sulla vita dell’Ordo
in diocesi. Per l’anno prossimo, la
data è già è fissata: sabato 5 giugno e sarà preziosa occasione per
verificare insieme con il Vescovo,
e alla luce delle indicazioni del
nuovo libretto, l’esperienza fatta.
La nuova vita dell’Ordo virginum
è scritta: ora si tratta di “farla
fiorire”, prima di tutto dentro di
noi, poi nelle nostre comunità
parrocchiali e in tutta la diocesi.
L’anno pastorale che abbiamo
appena iniziato ci vede impegnate per questo scopo con due scelte precise: la prima è quella di
dedicare i ritiri mensili di quest’anno all’approfondimento della figura della vergine consacrata, così come essa è delineata nel
libretto: meditando e pregando
sui testi della sacra Scrittura e
della Liturgia di consacrazione
potremo trovare nutrimento sicuro per essere fedeli alla nostra
vocazione. Il secondo impegno
consiste nel girare la diocesi per
far conoscere, prima di tutto ai
preti ma non solo, il libretto dell’Ordo, ma soprattutto la nostra
presenza viva nella Chiesa locale. Stiamo concordando con i vicari foranei uno spazio negli incontri presbiterali di zona per far
conoscere questa particolare vocazione che è segno sublime dell’amore che la Chiesa porta a Cristo, immagine escatologica della
sposa celeste e della vita futura
(Premesse al rito, 1).
A.A.-C.O.
PRESENTAZIONE DELL’ORDO VIRGINUM
NEGLI INCONTRI PRESBITERALI DI ZONA
• 15 dicembre 2009: Como Centro e Como Sud
• 12 gennaio 2010: Media Valtellina (da confermare)
• 19 gennaio 2010: Bisbino
• 26 gennaio 2010: Tremezzina
• 9 marzo 2010: Valle Intelvi
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
La soglia
d’ingresso del
Seminario
TO BAR
TESAGHI
di don ROBER
ROBERTO
BARTESAGHI
IL
SEMINARIO
SI
RACCONTA
D
ove inizia il cammino di un seminarista?
A volte ci capita di pensare che il percorso di un seminarista prenda le mosse
dal giorno in cui egli ha manifestato la
volontà di entrare in Seminario. In realtà, quel giorno rappresenta solo il momento in cui il giovane
ha trovato il coraggio di fare sintesi tra le tante
esperienze che hanno segnato il suo cammino di
fede. Ma l’inizio della sua vocazione sta nell’esperienza di vita cristiana all’interno della propria famiglia, nel confronto con la fede dei propri coetanei, nella vita sacramentale vissuta nella propria
parrocchia, nelle piccole scelte e responsabilità che
i nostri oratori propongono, nel rapporto con i
propri sacerdoti e nell’esempio che i giovani ne
ricevono, nelle esperienze forti di servizio. Insomma, ogni vocazione trova il suo punto di partenza
nel cammino ordinario di fede di un giovane. È
facile allora capire che “fare pastorale vocazionale
per il Seminario” non significa soltanto proporre
delle attività che avvicinino il giovane al Seminario. Certo ci vogliono anche quelle e il nostro Seminario ne ha per gli adolescenti (il GOV, Gruppo
Orientamento Vocazionale) e per i giovani (Venite e
Vedrete). Ma è molto più importante preoccuparsi
di stimolare nei nostri giovani, adolescenti e, perché no, preadolescenti (alle volte abbiamo troppo
poco coraggio nel fare esplicitamente la proposta
a questa età!), la voglia d’interrogarsi rispetto al
proprio futuro, diffondendo una mentalità
vocazionale che impregni di sé tutta la vita delle
nostre comunità.
Ed è ancora più importante mostrare come la
scelta del sacerdozio ministeriale non sia riservata
a pochi straordinari eletti dalle capacità eccezionali, ma sia una proposta che il Signore abbondantemente fa a molti, semplici, ordinari e normali giovani.
Ed è proprio in questa direzione che da anni si
muove la Pastorale vocazionale del nostro Seminario, attraverso le Giornate del Seminario, vissute a rotazione nelle varie Zone pastorali, l’attenzione ai ministranti e ai cresimandi, in collaborazione col Centro Diocesano Vocazioni, e la collaborazione a numerose attività della Pastorale giovanile.
La soglia d’ingresso del Seminario si trova molto più vicino a noi di quanto pensiamo!
P A G I N A
8
D
omenica 6 dicembre 2009, la nostra
Diocesi vuole avere un’attenzione
particolare per il Seminario Vescovile diocesano,
cuore pulsante della nostra
Chiesa locale. Siamo chiamati a rinnovare il nostro
sostegno sia attraverso la
preghiera, sia tenendo presente i bisogni concreti ed
economici. “Come è bello conoscere , amare e servire
Dio!” (S. Giovanni Maria
Vianney). Questa frase del
Santo Curato d’Ars mette
in evidenza alcuni degli
aspetti importanti del rapporto tra l’uomo e Dio: solo
conoscendoLo, lo si può amare; solo amandoLo, lo si
può servire. Questo vale
per tutti: solo se lo si incontra, solo se si vive un rapporto vivo con Lui, una relazione personale, forte,
coinvolgente, appassionata, allora s’inverano le parole del Curato. Tutto ciò
vale in particolar modo per
i seminaristi i quali, durante il cammino di formazione, sono chiamati in prima
persona a far crescere questa “relazione viva”.
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
DOMENICA 6 DICEMBRE 2009
VERSO
LA GIORNATA
DEL SEMINARIO
In settimana verrà recapitato alle parrocchie il materiale
predisposto per l’animazione della Giornata del Seminario.
Ringraziamo anticipatamente per il sostegno concreto tutti
coloro che si rendono sensibili alle necessità della formazione dei seminaristi della nostra Diocesi.
Ricordiamo che le offerte raccolte durante la Giornata potranno essere recapitate direttamente in Seminario o versate su uno dei seguenti c/c.
Credito Valtellinese
IBAN:IT19J0521610900000000040606
Sede di Como
Intesa San Paolo
IBAN:IT27F0306910900100000010205
Filiale di Como-Piazza Cavour
Banca Popolare di Sondrio
IBAN:IT08P0569610900000009001X10
Filiale di Como
Intesa San Paolo
IBAN:IT58U0306910910000038190111
Filiale di Como-Via Rubini
CHIESA
PELLEGRINAGGIO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
IL PELLEGRINAGGIO DEL CLERO DIOCESANO
GIORNI DI PREGHIERA,
COMUNIONE, RIFLESSIONE
C
inque giorni di intensa
preghiera, di riflessione
e di comunione sono
quelli che un gruppo di
sacerdoti della diocesi
ha vissuto in terra di Francia
sulle orme di grandi santi. Giorni di preghiera gustata e condivisa nella recita comune di
tanta parte della liturgia delle
ore, nella celebrazione dell’Eucaristia e nell’adorazione. Giorni di riflessione per scoprire dietro storie e vicende diverse quell’unico cammino di santità che
è possibile quando si lascia fare
a Dio nella nostra vita.
Giorni di comunione segnati
dal dono e dalla presenza del
Vescovo che, come padre e fratello, non ha mancato di offrirci la sua sollecitudine e la sua
vivace presenza; insieme alla
gioia gustata per essere insieme da tante parti della diocesi
e con la ricchezza di differenti
personalità, ma uniti nella
fraternità sacerdotale e nella
consapevolezza dell’unica missione.
Bernadette e il suo rapporto
con i sacerdoti, il mistero di
Paray, l’apostolo del Cuore di
Gesù, la spiritualità e lo slan-
cio pastorale del Curato d’Ars,
la figura gigantesca del vescovo Francesco di Sales insieme
a santa Giovanna Francesca de
Chantal sono stati i temi e gli
incontri del pellegrinaggio sacerdotale.
Significativo e arricchente l’incontro con la realtà delle Chiese locali attraverso la presenza
e la parola dei Vescovi. In particolare l’incontro con il cardinale Primate Philippe Barbarin
arcivescovo di Lione che ci ha
incoraggiati ed esortati a riflettere intorno alla definizione che
il Curato d’Ars ha dato del prete: “Il sacerdote è l’amore del
Cuore di Gesù”. Certamente le
sollecitazioni delle riflessioni e
dei luoghi, l’incontro con la vita
delle Chiese locali e dei santi
di cui custodiscono la memoria,
il gusto e la gioia di essere preti e di essere insieme a servizio
del Regno hanno lasciato dentro di noi un seme che siamo
chiamati a custodire perché
porti frutto.
Credo che il pellegrinaggio
abbia consegnato a noi sacerdoti due suggestioni decisive per
la nostra vita e il ministero che
siamo chiamati a vivere nella
Chiesa e per la Chiesa. Da una
parte cogliere la freschezza della santità quale totale abbandono all’opera di Dio nella nostra vita e dall’altra comprendere che la santità, così testimoniano i santi visitati, è il primo compito del nostro ministero sacerdotale.
Credo che il clima di amicizia e di fraternità, che fin dall’inizio si è subito instaurato tra
noi preti, rimanga quale tesoro
a cui dobbiamo costantemente
attingere e che dobbiamo far
crescere, anche attraverso qualche tocco di poesia un poco
goliardica che non è mancata.
Concludo con una raccomandazione che era del Curato
d’Ars e che mi obbliga a chiudere: “Ci sono preti che fanno
rumore sui giornali; e ci sono
preti che fanno rumore davanti
al tabernacolo”. Entrambi preferiamo questo secondo gruppo.
Lungo i giorni del pellegrinaggio non è mancato il “rumore”
davanti al tabernacolo, ne andrà fiero san Giovanni Maria
Vianney e sarà contento il Signore.
don GIOVANNI ILLIA
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P A G I N A
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Di ritorno da
Ars il
Vescovo ha
ripreso la
visita
pastorale
alle
parrocchie
della diocesi.
Dal 21 al 23
novembre ha
incontrao le
comunità di
S.Maria a
Livigno e di
S.Anna a
Trepalle in
Valtellina
Superiore
CHIESA
VISIT
AP
ASTORALE
VISITAP
APASTORALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
E’ RIPARTITA DA LIVIGNO E TREPALLE LA VISITA PASTORALE ALLE PARROCCHIE DELLA DICOESI
DI NUOVO IN CAMMINO TRA
LE MONTAGNE DELLA VALTELLINA
LA ZONA IN PILLOLE
La zona pastorale, Valtellina
Superiore comprende cinque
comuni, Livigno, Valdidentro,
Valdisotto, Valfurva e Bormio
per un totale di 19697 abitanti. Sono presenti dodici
parrocchie, sette parrocchie
singole e cinque parrocchie
aggregate. In zona pastorale
sono presenti dieci parroci,
due coadiutori, due sacerdoti
emeriti e due religiosi. I sacerdoti presenti sono sedici di
cui tredici diocesani, due della congregazione religiosa dei
preti del Sacro Cuore di Gesù
di Betherram e uno dell’Opera don Folci, tre congregazioni di religiose: le suore della
carità Sante Bartolomeo
Capitanio e Vicenza Gerosa
dette di Maria Bambina, le
suore delle Poverelle istituto
Beato Palazzolo, le suore
Missionarie francescane del
Verbo incarnato, e con un
complessivo di 19697 abitanti.
D
opo una settimana
di pausa per partecipare all’Assemblea
della Conferenza
Episcopale Italiana
ad Assisi, il Vescovo ha ripreso il suo cammino da pastore
per le strade della diocesi.
Carico dell’entusiasmo maturato nei cinque giorni di preghiera e comunione con i sacerdoti della diocesi, in pellegrinaggio ad Ars, mons. Diego Coletti è arrivato sabato 21
novembre a Livigno, accolto
dai bambini della scuola materna del paese. Dopo un breve saluto, insieme al convisitatore mons. Flavio Feroldi,
ha incontrato privatamente i
sacerdoti, don Marco Zubiani
e don Romano Trabucchi. Nel
pomeriggio, come già avvenuto durante gli incontri in Valle d’Intelvi, anche in Valtellina
Superiore, il Vescovo ha incontrato gli amministratori cittadini consegnando l’enciclica di
Benedetto XVI, Caritas in
Veritate, e la lettera alla diocesi scritta in occasione dell’ultima festa di S.Abbondio.
Un momento per riflettere
insieme sul bene comune. La
giornata a Livigno è proseguita con l’incontro rivolti a genitori ed educatori in cui
mons. Coletti è tornato a parlare del tema dell’educare che
sarà al centro del programmazione pastorale della Chiesa
italiana per il prossimo decennio. Subito dopo l’incontro dei
giovani che si è concluso con
la S.Messa celebrata nella
chiesa di S.Maria.
Accanto ai momenti di preghiera e riflessione la visita
pastorale è, però, anche occasione per fare festa insieme.
E’ così che le famiglie delle co-
I bambini dell’ACR
munità di Livigno e Trepalle
si sono ritrovate sabato sera
in Plaza Placheda, cuore di
molte manifestazioni livignasche, per una cena a cui hanno partecipato circa settecento persone. La domenica la visita è proseguita a Trepalle
nella parrocchia di S.Anna
dove ha incontrato la comunità apostolica nata dalla collaborazione delle due parrocchie. Anche qui, prima della
messa e della visita al cimitero, mons. Coletti ha voluto
trascorrere un breve incontro
con i giovani. Nel pomeriggio il ritorno nel fondovalle a
Livigno per la visita ad alcuni
anziani e ammalati a cui è
seguito l’incontro I con una
cinquantina di ragazzi dell’Acr
(Azione Cattolica ragazzi). La
giornata si è conclusa con la
celebrazione solenne a S.Maria che ha visto la partecipazione di tutta la comunità apostolica. La terza e ultima giornata a Livigno e Trepalle si è
aperta, lunedì 23 novembre,
con la celebrazione della messa a San Rocco e la visita agli
asili nido della comunità. In
mattina mons. Coletti ha poi
benedetto e inaugurato la
nuova via Crucis per i turisti
a Livigno. Prima di lasciare la
Valtellina Superiore il Vescovo non ha voluto mancare l’incontro con i ragazzi del centro diurno disabili e con i bambini delle scuole elementari e
medie. La visita si è conclusa
poco dopo le 17 al termine dei
vespri.
Il Vescovo tornerà nella
Valtellina Superiore il prossimo fine settimana per incontrare la comunità di Bormio.
(Un servizio approfondito sulla visita a Livigno e Trepalle
sarà disponibile sul prossimo
numero de “Il Settimanale”)
M.L.
la comunità apostolica
Incontro con bambini e ragazzi
Incontro con i giovani
P A G I N A
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CHIESA
VISIT
AP
ASTORALE
VISITAP
APASTORALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
Prosegue la
visita
pastorale in
Valtellina
Superiore. Da
venerdì 27 a
domenica 29
novembre il
vescovo,
Diego Coletti,
incontrerà la
comunità
della
parrocchia
dei Santi
Gervasio e
Protasio di
Bormio.
IL VESCOVO A BORMIO
27-28-29 NOVEMBRE
L
a parrocchia dei S.S.
Gervasio e Protasio
occupa tutto il territorio del Comune di
Bormio fino al Passo
dello Stelvio. I Comuni confinanti sono quelli di Valdisotto, Valdidentro e Valfurva.
Bormio rappresenta per gli
abitanti delle zone vicine un
punto di riferimento per quanto riguarda i servizi presenti
su questo territorio: presidio
sanitario, scuole secondarie di
primo e secondo grado, Comunità Montana, casa di riposo
“Villa del sorriso”, mercato il
1° e 3° martedì del mese, società sportive, terme, palestre
per allenamenti e corsi …; per
molti è anche sede di lavoro,
soprattutto nel settore turistico e artigianale. Anche la Parrocchia, per la sua storia antica, è un punto di riferimento per la zona, infatti la nascita della chiesa a Bormio, secondo alcuni storici, risale
addirittura ai tempi di
S.Ambrogio (340-397 d.C.).
Di essa si parla già in antichi
documenti: il primo riferimento alla chiesa battesimale si
ha nell’824: in un documento
dell’imperatore Lotario (nipo-
Chiesa di S. Antonio
una veduta dal Monte Scale
La “Collegiata” di Bormio
te di Carlo Magno) vengono
confermati dall’Abbazia di
S.Dionigi in Francia alcuni
beni già concessi da Carlo
Magno nel 778 e in questi documenti si parla dunque della
chiesa di Bormio. Nel XI secolo la chiesa diventa
collegiata ossia chiesa ove
opera un gruppo di sacerdoti:
risiedevano qui infatti ben 5
canonici. La chiesa di Bormio
faceva capo a tutte le vallate
del bormiese: tutti i sacerdoti
abitavano presso la casa
canonica e conducevano una
vita di comunità; da Bormio
si spostavano nelle chiese dei
vari paesi per celebrare le
messe e per assistere le popolazioni.
A partire dalla fine del 1400
molte chiese delle valli si staccano da Bormio e ottengono
l’indipendenza parrocchiale.
Era infatti molto scomodo non
avere un sacerdote a disposizione nei paesi: per ricevere
tutti i sacramenti era necessario raggiungere Bormio e
per quei tempi privi di qualsiasi comodità, soprattutto nei
mesi invernali, era davvero
un’impresa raggiungere questo centro. Man mano i sacerdoti si staccano dal collegio di
Bormio per prendere dimora
fissa nelle varie parrocchie del
territorio.
La Collegiata è stata rifatta
molte volte: una parziale ricostruzione avvenne nel 1454
e nel 1629 fu ricostruita dopo
essere stata distrutta dall’incendio del 1621.
La struttura antica della
chiesa doveva essere a tre
navate come confermano i
due portali laterali ancora conservati in facciata. Guardando le antiche aperture sul lato
nord, la chiesa doveva avere
un porticato; il cimitero era
addossato al lato nord e c’era
anche un ossario. Un affresco
del 1393 collega la Collegiata
alla Casa canonica.
All’interno della chiesa molte opere sono state restaurate come le tele del presbiterio
e la Cappella del Santo Sepolcro. La solennità della struttura e le opere d’arte presenti aiutano immediatamente
chi entra ad essere avvolto da
un clima particolare che favorisce la preghiera in un incontro a tu per tu col Signore.
A Bormio ci sono altre chiese, tutte molto importanti per
i bormini, a partire da quella
dedicata a S.Antonio ma nota
a tutti come la chiesa del Crocifisso di Combo, la chiesa di
S.Ignazio e di S.Vitale sempre
aperte per la celebrazione della S.Messa e le chiesette della Madonna del Sassello e della Madonna del Buon Consi-
glio, ricche di storia e legate
alle tradizioni di Bormio.
La comunità parrocchiale
attende a braccia aperte il
Vescovo Diego sperando, come
ha molto pregato durante questa attesa, che “questo incontro sia per tutti un dono di
profonda revisione della vita
di fede, di fraternità rinnovata, di consolazione dello Spirito, di incoraggiamento alla
testimonianza del Vangelo”.
LA COMUNITÀ PARROCCHIALE
Oratorio don Bosco
PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE A BORMIO
VENERDÌ 27
SABATO28
DOMENICA 29
9.30
9.30
10.30 In Collegiata, celebrazione solenne con
Bettesimo e partecipazione delle famiglie
14.30 Preghiera comunitaria e
conclusione della Visita Pastorale al cimitero.
15.00
17.00
18.00
20.45
Incontro con i sacedoti e
i religiosi
Visita alla scuola per
l’infanzia e alla comuni
tà delle suore
In Colleggiata incontro
con alunni della scuola
elementare e media
Al S.Crocifisso S.Messa
con i gruppi parrocchiali
In sala Colonne incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il
Consiglio Affari Economici e i gruppi
Visita ammalati e anziani
10.30 Visita alla casa di riposo “Villa Sorriso”
15.30 In sala Colonne incontro
con amministratori, enti,
associazioni e gruppi
sportivi
18.00 S.Messa in Collegiata
animata dai giovani
21.00 In oratorio incontro con
adolescenti e giovani
P A G I N A
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
13
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
U
na carta dei
servizi. La prima per il carcere del Bassone
di Como. Una
vera e propria guida per
accompagnare il detenuto, passo passo, all’interno della Casa Circondariale. Sin dal suo primo
ingresso.
Ce n’era bisogno. Il Bassone viaggia oggi sul filo
delle 550 presenze, ben
oltre il limite di tollerabilità stabilito in 420 detenuti, e molto vicino alla
capienza massima fissata a quota 581. Carenze
d’organico nel personale
di polizia penitenziaria,
deficit di carattere strutturale… Chi più ne ha più
ne metta.
La guida rappresenta
un raggio di sole, un primo step per uscire dal
tunnel. Un passo (dall’inglese “step”, appunto) a
cui, è inevitabile, dovranno seguirne altri, molti
altri.
Non a caso abbiamo
scelto di utilizzare il termine step. La prima guida per i detenuti di Como
nasce infatti nell’ambito
di un laboratorio transculturale, ideato e attivato dagli operatori di un
progetto che proprio da
questa parola prende il
nome, acronimo di Sostegno Transculturale Elaborazione Psicologica.
Un percorso iniziato tre
anni fa, che ha visto il coinvolgimento di una decina di persone, detenuti e
operatori di differenti lingue e culture. Un viaggio
che ha permesso di superare barriere e pregiudizi e che ha portato all’elaborazione di uno strumento prezioso per la Casa Circondariale.
Ma quale sarà, nello
specifico, lo scopo di questo strumento? A spiegarlo è il dott. Mauro Imperiale, capo Area Educativa del Carcere. «La Carta dei servizi - spiega il
dott. Imperiale - rappresenta un significativo
strumento di informazione e formazione. Ai detenuti nuovi arrivati in istituto verrà consegnato l’opuscolo e in tal modo l’adattamento e l’orientamento alla vita carceraria
saranno sicuramente meno drammatici e problematici. Rappresenta uno
strumento di contatto di-
CARCERE DEL BASSONE
Una guida
per i detenuti
comaschi
Pesentata la prima Carta dei servizi,
in otto lingue. Un vero e proprio
vademecum per accompagnare,
sin dai primi passi, chi è costretto a
trascorrere del tempo dietro le sbarre
di MARCO GATTI
[email protected]
SETTE LINGUE
Sette lingue e
non poteva essere altrimenti. La
prima “Guida per
i detenuti di Como”, elaborata da
carcerati e operatori - nell’ambito
del Progetto Step
(Sostegno Transculturale Elaborazione Psicologica), condotto in collaborazione con la
cooperativa Questa Generazione
delle Acli di Como
- e realizzata grazie
ad un importante contributo della Regione Lombardia, si presenta in veste multilingue. Italiano, inglese, francese, spagnolo, albanese, romeno, russo, arabo.
Passo passo fornisce al detenuto le informazioni chiave di cui deve essere al corrente sin dal
suo ingresso in carcere: le prime ore, l’ufficio matricola (dove è costituita la cartella con i primi
dati), il magazzino ove sono custoditi gli effetti
personali, l’ufficio conti correnti (che si occupa
della contabilità e gestisce la somma che il detenuto possiede all’interno del carcere o quanto percepisce per il lavoro svolto dentro la struttura),
la prima visita medica, la domandina per poter
parlare con gli operatori… E poi ancora un’informativa sulle leggi di maggior interesse, i benefici penitenziari e le misure alternative alla detenzione, i servizi a disposizione. Non poteva
mancare un vademecum di condotta all’interno
dell’istituto: regole comportamentali, telefonate,
posta, spesa, igiene, rapporti con il personale, possibilità di lavoro e attività (istruzione, cultura,
sport), progetti interni al carcere.
retto, nel senso che la consegna a tutti i nuovi arri-
vati verrà accompagnata
da un colloquio. Si tratta
IL CENTRO D’ASCOLTO
È già stato approntato il ricco programma musicale che caratterizzerà la basilica di S. Fedele durante il periodo d’Avvento. Di seguito il programma degli
appuntamenti.
Elevazioni Musicali per l’Avvento e il Natale 2009 in S. Fedele Como:
sabato 28.11.09 ore 17.30: musiche per organo. Organista: maestro Gianluca
Origgi;
sabato 5.12.09 ore 17.30: musiche per organo. Organista: Stefano Venturini;
martedì 8.12.09 ore 17.00: Coro Regina Pacis di Villaguardia (Como)
sabato 12.12.2009 ore 17.30: musiche d’organo. Organista: Mattia Marelli;
sabato 19.12.2009 ore 17.30: musiche per organo. Organista: Bruno Mazzola;
giovedì 24.12.09 ore 23.00: musiche per coro, organo e strumenti. Direttore:
Oscar Taietti. Organista: Raffaele Bellotti;
sabato 26.12.2009 ore 16.30: musiche organistiche. Organista: maestro Alessandro Milesi.
Organizzazione: Cappella Musicale della Basilica di S.Fedele.
Il percorso è promosso con il patrocinio dell’Associazione Italiana Organisti di
chiesa.
in sintesi di incontrare il
soggetto che al momento
dell’arresto incontra inevitabili difficoltà e sostenerlo ed aiutarlo nel percorso di conoscenza delle
regole, dei servizi, dei progetti e delle attività trattamentali, che la struttura offre. Rappresenta uno
strumento che nella sua
ideazione e costruzione,
ha visto presenti attorno
ad un tavolo di studio e
di analisi i detenuti, destinatari dell’offerta, ma
anche gli operatori penitenziari interni, gli operatori del Progetto Step, dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e della Polizia penitenziaria. Costituisce e ha costituito indubbiamente un sostegno
transculturale nel senso
che i detenuti appartenenti alle diverse nazionalità hanno trovato uno
spazio di dialogo e confronto, conservando intatte le caratteristiche e le
prerogative della propria
identità e appartenenza
culturale. È uno strumento di arricchimento, non
solo dal punto di vista della formazione e dell’informazione, ma anche sul
piano delle relazioni con
gli utenti».
«Infine - conclude Imperiale - la presenza dei mediatori è stata una insostituibile risorsa avendo
gli stessi mostrato capacità di mediazione interculturale ed avendo spronato i presenti ad accrescere il proprio bagaglio
culturale con conoscenze
attinenti alle lingue e alle
culture diverse».
A salutare con plauso
questo nuovo strumento
anche la direttrice del
Bassone, Teresa Mazzotta, divisa tra questo
incarico e la vice direzio-
ne del carcere milanese di
S. Vittore. «Il carcere,
oggi, - spiega - rappresenta uno spaccato del mondo esterno. La popolazione straniera risulta in costante aumento, con crescenti difficoltà di comprensione e relazione.
Queste difficoltà si riflettono anche all’interno delle strutture penitenziarie. Nelle carceri del
nord è concentrato il 40%
dei detenuti stranieri dell’intero paese (al Bassone
sfiora ormai il 50% il rapporto italiani-stranieri,
ndr). Ciò conferma l’urgenza di impiegare strumenti che agevolino i processi comunicativi, di dialogo. Questo vale tanto all’interno, e qui si gioca
l’importanza della Guida,
quanto all’esterno. Non si
può pensare alla definizione di reali spazi di
recupero ed integrazione
per il detenuto se non si
opera seguendo la logica
della rete, della collaborazione tra operatori e istituzioni diverse. È questa
logica che favorisce reali
spazi di integrazione. La
Guida si inserisce in questo quadro: un supporto
per dotare il detenuto,
spesso straniero, di elementi in più per leggere
e vivere, sin dal primo
acchito, la realtà carceraria del Bassone».
«Ciò che più mi è rimasto di questo percorso spiega l’unico detenuto
rimasto ancora in carcere del gruppo che ha contribuito alla realizzazione
della Guida - è stato il riuscire a lavorare in sinergia, fianco a fianco, senza
distinzioni, barriere, pregiudizi. Approccio non
sempre scontato dentro
queste mura…».
Una voce fuori dal coro,
nell’ambito della presentazione, è arrivata da uno
dei detenuti presenti.
«Siamo qui a presentare
una Guida - ha spiegato ma a che serve questo
strumento se tanti servizi poi, di fatto, dentro il
carcere non funzionano e
non sono attivi?». Pronta
la risposta di Federica
Pisani, pedagogista, educatrice penitenziaria. «La
Guida non è la soluzione
dei problemi. Nemmeno
la coperta che intende coprirli. Non significa che
tutto funziona bene qui.
Vuole essere soltanto un
passo che ci aiuti, lo speriamo, a risolvere tante
delle criticità con le quali
conviviamo tutti i giorni
e che nessuno intende nascondere». Un primo step
dunque…
INCIDENTI: COMO SESTA IN LOMBARDIA
Como al sesto posto in Lombardia, nel 2008, per numero di incidenti stradali
(1594 in totale), al sesto per i feriti (2147) e all’ottavo per quanto riguarda i
morti sulla strada (37).
Sono questi gli ultimi dati diffusi dall’Aci relativi allo scorso anno che offrono
un quadro numerico interessante rispetto alla pericolosità delle strade
lombarde e comasche.
Como si colloca, dunque, in una posizione intermedia rispetto alle altre province della regione.
Complessivamente in Lombardia, nel 2008, sono stati 41.827 gli incidenti, che
hanno causato 680 morti e 59.953 feriti.
Entrando nel dettaglio delle vie comasche sono le strade urbane le più
“incidentate” (con 1029 sinistri e 1296 feriti), mentre il tasso più elevato di
mortalità si riscontra sulle strade provinciali, regionali o statali fuori dall’abitato.
Il mese più colpito dagli incidenti, nel Comasco, nel 2008 è stato maggio, con
161 sinistri; maggio quello per numero di feriti (219) mentre quello più funestato
dai lutti è stato febbraio, con 6 decessi.
Il mancato rispetto dei segnali risulta la causa principale d’incidente (nel
23,29% dei casi), mentre è la velocità il principale imputato per scontri con
esito mortale (38,71% dei casi).
CRONACA
P A G I N A
Como
14
2,50 euro
a copia.
A venderlo
sono senza
fissa dimora
cui spetta
una parte
del ricavato.
Vendere
il giornale
significa lavorare,
non fare
accattonaggio.
La rivista ospita
articoli e
testimonianze
di questo mondo
parallelo.
Testimonianze
come quella
che pubblichiamo
qui sotto
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
È VENDUTO ANCHE NEL COMASCO
Scarp de’ tenis
una voce
dalla strada
di SALVATORE COUCHOUD
E
“
l purtava i
scarp de tennis / perché
l’era un barbun”, cantava
Enzo Jannacci in una
canzone che fece epoca
negli anni Sessanta. In
quel periodo, e forse fino
a non molto tempo fa,
l’identificazione del “barbone”, che oggi con termine impreziosito dall’anglicismo, si preferisce definire homeless, anche se il
cambiamento riguarda la
forma e non la sostanza,
con le sue scarpe, le più
semplici, le più economiche e le più facili da reperire, era infatti pressoché
automatica. Naturalmente tutti coloro che le calzavano appartenevano all’infelice categoria e in giro ne circolavano anche di
costose, più o meno belle
e più o meno griffate, tutte rigorosamente di tela
bianca. Tramontata l’epoca della canzone, il mito
delle “scarp de tennis” rivive oggi nella benemeri-
ta rivista milanese varata nel 1994 dalla Caritas
Ambrosiana, nell’ambito
di un progetto a sostegno
delle realtà emarginate
della metropoli meneghina. Quelle persone che
per le più svariate motivazioni: perdita del lavoro, separazioni familiari,
insorgenza di malattie o
altro, in nessun caso di
volontà propria, si erano
venute improvvisamente
a trovare in condizioni di
grave disagio economico e
sociale. Avevano dovuto
malvolentieri indossare
un metaforico paio di
“scarp de tennis”, rimboccarsi le maniche e cimentarsi nella difficile arte di
sbarcare il lunario senza
alcun mezzo di sussistenza. Ricevevano saltuariamente aiuti che venivano
loro indirizzati dalla Caritas in termini di servizi
essenziali quali la mensa,
il vestiario e l’assistenza
sanitaria gratuita. Molti
di loro, oltre 500, sono riusciti, nel tempo, a togliere di nuovo quelle fatidiche “scarp de tennis” e, beneficiando di proventi ottenuti dalla vendita settimanale del periodico
“scarp de tennis”, nelle
parrocchie della diocesi
milanese, sono tornati a
un’esistenza dignitosa e
“normale”. Quella per intenderci corredata da un
alloggio non di fortuna,
un lavoro, bene o male,
non saltuario e retribuito
il giusto, l’inserimento in
una rete relazionale fatta di amicizie e collaborazioni non solo con i compagni di strada, ma con i
volontari, gli esperti del
settore e quanti ogni giorno dedicano tempo ed
energie a tutela dei più
deboli. Constatato il successo dell’esperimento pilota nel capoluogo lombardo, “scarp de tennis” si
è poi estesa fino a raggiungere numerose città
italiane ed attualmente è
presente su tutto il territorio nazionale e quindi
anche a Como. Per queste
ragioni, “scarp” è ormai
diventata un osservatorio
nazionale su tutte le problematiche legate al mondo dell’emarginazione,
della povertà e del disagio sociale. Nelle 74 pagine a colori della rivista
compaiono note di attualità e di costume, editoriali sempre vivaci focalizzati sulla denuncia delle
incongruenze e dell’insen-
sibilità della classe politica verso l’emarginazione; ampie retrospettive
sull’andamento dell’economia e sulle mutazioni
in atto nella so-cietà italiana, tra crisi dei valori
tradizionali e speranze
che continuamente rifioriscono e si rinnovano.
Una gran bella rivista, da
sfogliare e leggere con attenzione, quindi da acquistare, alla modica cifra
di euro 2.50 (periodico
mensile). Non dobbiamo
dimenticare che l’importo
serve a dare una mano a
chi gradirebbe commutare il paio di scarpe lacere
ai piedi con almeno un
paio di pantofole, da godere stando, se possibile
a casa propria.
L’INTENZIONE È PRESENTARE UNA DELIBERA D’INDIRIZZO IN CONSIGLIO COMUNALE
E Paco rilancia la proposta di dormitorio
C
ondividi la necessità che il
comune di Como si doti e
mantenga aperta, per l’intero anno solare, una struttura minima destinata ai “senza fissa dimora”, che consenta
il ricovero notturno e l’accesso ai servizi igienici
essenziali?”
A questo interrogativo,
sottoposto nell’ambito del
referendum propositivo
del 21 e 22 giugno scorso,
avevano risposto oltre 15
mila comaschi. Il 90% dei
quali dichiarandosi favorevole.
Quindicimila votanti, il
21,93% degli aventi diritto. Non abbastanza per il
raggiungimento del quorum, ma pur sempre una
fetta importante della
popolazione. “A questo
appello - scriveva il Comitato referendario qualche
settimana dopo l’esito delle urne - hanno risposto
quindicimila cittadini,
non abbastanza per il regolamento comunale, abbastanza per dire che una parte non trascurabile della città vuole essere
partecipe delle decisioni”.
“
Alla ricerca di un
pronunciamento
chiaro,
da parte dell’
Amministrazione,
su una tematica
di grande urgenza
di MARCO GATTI
È proprio partendo da
questa constatazione che
il gruppo consiliare Paco,
tra i promotori e sostenitori del referendum, ha
deciso di rendersi promotore di una nuova iniziativa nell’intento di interpellare direttamente l’
Amministrazione rispetto
alla stringente problematica dei senza fissa dimora. La proposta, sulla
quale nei prossimi giorni
il gruppo consiliare espresso da Buno Magatti
cercherà di raggiungere
larghe intese, consiste in
una delibera di indirizzo
del Consiglio comunale
sulle linee da assumere
per risolvere il disagio
delle persone a forte rischio di esclusione sociale.
«L’obiettivo di questa
delibera - ci spiega Bruno Magatti - è quello di ar-
rivare alla richiesta di un
pronunciamento chiaro
da parte dell’Amministrazione su una tematica, oggi più che mai, di
stringente attualità. Chi
da anni opera nel sociale,
con sensibilità e competenza, sente con forza il
bisogno di un appoggio
chiaro e condiviso da parte dell’intera Amministrazione. Appoggio che
deve tradursi in una generale condivisione d’intenti, e non, dunque, nell’isolato sostegno espresso da parte di questo o di
quel referente politico, oltre che nella messa a disposizione delle strutture
adeguate. In questo senso l’Amministrazione può
e deve esprimersi davvero come reale rappresentanza democratica dei cittadini».
«La delibera - chiarisce
Magatti - non vuole essere, in alcun modo, “contro”
qualcosa o qualcuno, piuttosto lo spunto per un dibattito franco che, di certo, potrà essere arricchito grazie al contributo di
tutti, auspicando che su
questa tematica si potrà
trovare ampia convergen-
GLI ESTREMI DELLA DELIBERA DI INDIRIZZO
La delibera rammenta l’esistenza di svariati punti di riferimento in Convalle per i servizi ai più deboli e l’impegno di alcune associazioni che si occupano delle problematiche collegate a questo problema e che “andrebbero
meglio supportate nello svolgimento dei propri compiti e che si confrontano
quotidianamente tra di loro lavorando per riavviare queste persone verso
una loro vita autonoma”.
Stanti queste premesse la delibera si prefigge di impegnare “il sindaco e
la giunta ad approntare un programma pluriennale per realizzare alcune
strutture minime per l’accoglienza e il recupero delle persone a forte rischio
di esclusione sociale e a fare propri gli indirizzi di seguito specificati:
- individuare almeno tre strutture di dimensioni contenute, appartenenti
al patrimonio pubblico o privato, determinate in modo che sia possibile dividere gli ospiti in gruppi adeguati ai disagi degli stessi;
- permettere un percorso di crescita degli ospiti delle strutture attraverso
un sostegno alla formazione finalizzati ad un reinserimento nel mondo del
lavoro;
- reperire i fondi per la ristrutturazione e per garantire il funzionamento,
attraverso una gestione diretta da parte del Comune o una gestione in convenzione;
- partendo dalle sinergie già esistenti in materia di servizi sociali, dialogare con gli enti e Comuni del territorio provinciale al fine di favorire le persone a forte richio di esclusione sociale che usufruiscono dei servizi nella
nostra città;
- costituire un osservatorio permanente sulla grave esclusione sociale per
monitorare continuativamente il fenomeno insieme alle associazioni ed elaborare annualmente un rapporto conoscitivo”.
za. Per la presentazione
di questo documento occorrono almeno 8 firme da
parte di esponenti del
Consiglio. Ci metteremo
subito al lavoro per rag-
giungere questo obiettivo.
Il confronto che ne seguirà ed eventuali emendamenti che verranno proposti alla delibera non potranno che arricchirne il
contenuto, nella speranza
di portare l’intera Amministrazione alla definizione di un programma chiaro che la investa per i
prossimi anni».
CRONACA
P A G I N A
Como
15
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
TRASPORTO FERROVIARIO TRANSFRONTALIERO
Treni: dal Ticino
una mano
all’Italia?
I
l periodo invernale è
stato, negli ultimi
anni, foriero di cambiamenti nel servizio
di trasporto ferroviario per il territorio comasco. L’anno scorso per
la soppressione della fermata di Chiasso dei convogli Cisalpino e per l’introduzione dei convogli
Tilo tra Albate e Bellinzona, nonché per l’apertura di un posteggio alle
porte di Como Sud. Qualche mese fa l’argomento
treni tornò alla ribalta
per il lancio della proposta di dar vita alla cosiddetta “Pedemontana ferroviaria” e per l’annuncio
della chiusura della società Cisalpino. Questa volta i treni tornano protagonisti, alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo orario invernale che
prevede il ripristino di una fermata commerciale
sul confine tra Italia e
Svizzera, grazie al Consiglio di Stato del Canton
Ticino che, prendendo
Lettera
del Consiglio
di Stato Ticinese
alla Regione
Lombardia con
l’obiettivo
di unire gli sforzi
per migliorare
servizio e
affidabilità
di LUIGI CLERICI
atto di come nel nostro
territorio la gestione ferroviaria sia non solo approssimativa, ma talvolta lesionistica (si pensi, in
proposito ai numerosi
convogli per pendolari
soppressi da Trenitalia
finora e quelli che verranno soppressi da dicembre
con l’orario invernale), ha
preso in mano carta e
penna ed ha scritto alla
Regione Lombardia con
un obiettivo: unire gli
sforzi per migliorare servizio e affidabilità. I rappresentanti elvetici vor-
rebbero che la Regione
Lombardia esercitasse
con il Consiglio di Stato
una pressione congiunta
nei confronti dei gestori
del servizio internazionale, ovvero Trenitalia e
FFS, affinché sia ripristinato al più presto un servizio a cadenza oraria sull’asse di trasporto ZurigoTicino-Brianza-Milano.
Nel testo sii legge: “La
sottoscrizione, nel gennaio 2008, dell’accordo operativo tra Canton Ticino
e Regione Lombardia nel
settore del trasporto pubblico ha gettato le basi per
la concretizzazione di importanti progetti nell’ambito del servizio ferroviario regionale. Un ambito
in cui la collaborazione
tra Cantone e Regione è
sempre stata buona. Ricordiamo con particolare
piacere l’avvio dei lavori
del nuovo collegamento
ferroviario Lugano-Mendrisio-Varese-Malpensa
come pure il prolungamento della linea Tilo
Biasca-Chiasso fino ad
Albate. Purtroppo, a seguito di scelte aziendali
per noi incomprensibili, i
servizi ferroviari a lunga
percorrenza sull’asse S.
Gottardo-Milano - malgrado un miglioramento
dei tempi di percorrenza
- hanno subito in quest’ultimo anno un pesante degrado. Oltre alla riduzione del numero di collegamenti vi sono stati, e vi
sono tuttora, problemi di
puntualità inaccettabili
per l’utenza. Questi pro-
blemi hanno certamente
contribuito allo scioglimento della società Cisalpino, il cui servizio sarà
ripreso nel 2010 dalle due
case madri. Ci auguriamo
che ciò possa portare a un
miglioramento della puntualità. Non è tuttavia risolta la questione del numero di collegamenti tra
la Svizzera e Milano. Anzi, con l’orario 2010 saranno cancellati altri 5
collegamenti diretti tra
Milano e la Svizzera”.
Durante gli incontri tecnici tra Canton Ticino e
Regione Lombardia il tema è stato già ampiamente discusso e sono state
trovate soluzioni per la
fascia oraria dei lavoratori pendolari. La qualità di
questa offerta è ritenuta
comunque molto bassa.
“Malgrado la questione
non sia semplice - concludono i vertici politici ticinesi - è importante che i
nostri due enti rafforzino
la loro pressione congiunta nei confronti dei gestori del servizio internazionale affinché sia ripristinato al più presto un servizio internazionale a cadenza oraria”. Il Canton
Ticino, e in particolare il
Dipartimento del territorio in quanto committente del servizio regionale,
presenteranno dunque un
progetto affinché si dia vita ad un adeguato servizio nelle fasce orarie dei
pendolari, tramite il ripristino dei collegamenti diretti Ticino-Milano la
mattina e la sera, e si è
dichiarato disponibile ad
organizzare un incontro a
breve con i vertici regionali. Sul dibattito è intervenuto anche il consigliere regionale comasco,
Luca Gaffuri (Pd), da
sempre attento alle problematiche relative al
trasporto ferroviario locale: «Negli ultimi anni si è
vista una politica di continui tagli sulle linee di
collegamento tra Milano
e la Svizzera che penalizza molto il territorio comasco e rischia di disaffezionare gli utenti costringendoli a spostarsi prevalentemente su gomma andando ad intasare le nostre strade già sature - ha
dichiarato -. Non basta
sottoscrivere accordi
transfrontalieri, è necessario finanziarli».
LA PRESENTAZIONE DI UN VIDEO CHE ILLUSTRA L’OFFERTA COMASCA
Passa da Comus la “rete” museale della provincia
È
stato presentato
la scorsa settimana, presso la sede
dell’Amministrazione Provinciale,
“Comus”, un video per
raccontare la provincia di
Como attraverso i suoi
musei, le sue raccolte e
collezioni. Il prodotto
multimediale è stato promosso e cofinanziato dalla Regione Lombardia,
dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di
Como e dai musei aderenti al progetto di gestione
associata dal titolo “Musei Raccolte Collezioni: un
patrimonio da conoscere.
Lavorare in sistema per
la valorizzazione, la promozione e la didattica dei
patrimoni museali della
provincia di Como”.
I musei che hanno partecipato a questo progetto sono 21: i Musei Civici,
il Museo Didattico della
Seta e il Museo Studio del
Tessuto MuST-Far per il
capoluogo, il Museo del
Cavallo Giocattolo di
Grandate, il Museo Civico di Erba ed il Buco del
Piombo, la Raccolta
Museale dell’Avifauna
Lombarda di Arosio, la
Galleria del Design e dell’Arredamento di Cantù,
il Museo etnografico e dell’acqua di Albese con
Cassano; il Museo del Ciclismo “Madonna del
Ghisallo” di Magreglio;
Villa Carlotta di Tre-mezzo, Villa Mylius Vigoni di
Menaggio, fraz.Loveno,
Villa del Balbianello di
Lenno, il Museo Diocesano di Arte Sacra e il
Museo dei Fossili dei
Monti Intelvesi di Scaria,
il Museo della Valle di
Cavargna. A questi si affianca il Sistema Museale
Territoriale Alpi Lepontine (SMUTAL) promosso
dalla Comunità Montana
Alpi Lepontine - ora Comunità Montana Valli del
Lario e del Ceresio - di cui
fanno parte le realtà
museali di tale territorio,
con capofila il Museo
Casa Pagani di Valsolda,
recentemente inaugurato.
Nell’ambito del progetto è
stato anche realizzato lo
studio del Logo Comus (i
musei della provincia di
Como) e l’immagine coordinata da utilizzare per le
azioni condivise. Un quadrato formato da tante
tessere con diverse sfumature di colore che,
come per un mosaico,
sono indispensabili per
ottenere un insieme compiuto: quattro le declinazioni cromatiche individuate, ovvero il rosso per
indicare le azioni istituzionali condivise, il giallo
per le iniziative di educazione svolte da e nei musei, il verde per la ricerca, il blu per le manifestazioni e gli eventi culturali. A breve il video sarà
proiettato non solo in tutti i musei del territorio
aderenti al progetto, ma
anche in quelli che ne faranno richiesta. L’azione
di comunicazione integrata coinvolgerà, oltre all’ambito locale, anche le
altre Province lombarde e
la vicina Svizzera, ma
non solo. Accanto ai tradizionali canali di comunicazione e divulgazione,
la Provincia sta lavoran-
do alla possibilità di ampliare la promozione di
Comus attraverso accordi o convenzioni con altri
Enti, quali ad esempio
APT, FFSS, Ferrovie
Nord, o la grande distribuzione, nonché radio e
Tv locali e il mondo del
web, proprio con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di potenziali
visitatori.
Questo lavoro costituisce un’ulteriore tappa di
un importante percorso
avviato nel 2002 dalla
Provincia di Como per la
promozione e valorizzazione delle diverse realtà
museali lariane, grandi e
piccole, pubbliche e private, attraverso le quali il
pubblico può conoscere il
territorio. Il lavoro della
Provincia ha visto in questi anni altre importanti
realizzazioni, anche tramite i progetti di gestione associata: il volume
con CD “Musei, Raccolte,
Collezioni. Alla scoperta
del Sistema Museale della provincia di Como”
(2004), il depliant “Musei
Raccolte Collezioni”
(2005), il sito web (dal
2005), la newsletter (dal
2007), le guide alle attività educative (2007-2008
e 2008-2009), i Workshop
di museologia riservati
agli operatori del settore
(2008 e 2009).
«In questa direzione si
intende proseguire - spiega l’assessore provinciale
alla cultura Mario Colombo - coordinando e sostenendo la progettazione di
iniziative condivise, la
promozione e la valorizzazione dei patrimoni culturali, il miglioramento dell’offerta culturale e dei
servizi, con azioni di accompagnamento alla creazione di sistemi (territoriali o tematici) o per il
proseguimento di progetti in gestione associata, a
seconda delle strategie
dei singoli musei e raccolte, mettendo le basi per
un nuovo modo di lavorare insieme».
Ha scritto Rosanna Pavoni, consulente scientifico del progetto: «la Provincia di Como vanta ec-
Il Centro Donatori del Tempo di Como, da anni attivo sul fronte della sensibilizzazione e dell’aiuto legati al tema dell’Alzheimer
propone, sabato 28 e domenica 29 novembre, l’“Open Days 2009” dei Donatori del Tempo.
L’appuntamento è a Como, in via Volta 83, presso il centro diurno comunale, dalle 15 alle 19 e domenica 29 novembre dalle ore 11 alle
13 e dalle 16 alle 19.
Sarà possibile avere tutte le informazioni sulle attività che da anni i Donatori del Tempo organizzano per i malati di Alzheimer ed i loro
familiari, sui programmi per il 2010 con gli incontri per i fa-miliari condotti dalla psicologa dottoressa Luciana Quaia e con il laboratorio di Arteterapia per i malati di Alzheimer, condotto da Chiara Salza.
Ci sara’ anche la “Mostra-Mercatino di Natale” con molte idee originali per gli auguri di Natale, a sostegno delle attività dei Donatori
del Tempo.
cellenze che fanno di questo territorio uno strumento prezioso in grado
di narrare storie originali e ricche di contenuti
multidisciplinari. Possiamo ricordare ad esempio
l’Ursus spelaeus, l’età del
Ferro, le ville ed il collezionismo, i giardini e le
architetture arboree, il
Neoclassicismo e il Romanticismo, la stagione
del Razionalismo, gli “Uomini illustri” (Plinio, Paolo Giovio, Alessandro
Volta), la filiera della seta,
i mestieri e le tradizioni,
il grande sport. Queste
eccellenze, che si esprimono in paesaggi, in creazioni artistiche e architettoniche, in saperi artigianali e produttivi, in testimonianze storiche e
archeologiche, trovano
nei musei i luoghi in cui
vengono tutelate e studiate e attraverso cui diventano patrimonio condiviso e strumento formativo».
Per informazioni: http:/
/www.provincia.como.it/
sistemamuseale.
S. F.
28 E 29
NOVEMBRE
OPEN DAYS
DEI DONATORI
DEL TEMPO
CRONACA
P A G I N A
Como
16
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
CASA DIVINA PROVVIDENZA-OPERA DON GUANELLA
La Grande Corte:
braccia tese
ai più piccoli
È
attivo da poco
meno di due anni,
ma è già un punto
di riferimento per
la città e la provincia nel campo dei servizi
all’infanzia e all’adolescenza. È “La Grande
Corte”, della Casa Divina
Provvidenza - Opera Don
Guanella di Como, istituita per dare risposte positive e concrete ai bisogni diffusi dei minori e
delle loro famiglie, bisogni
che si stanno facendo
sempre più pressanti ad
acuti anche sul nostro territorio. Ne parliamo con il
responsabile, Samuele
Robbioni: «L’obiettivo
principale del Centro Servizi alla famiglia “La
Grande Corte” è quello di
fornire un sostegno di tipo
educativo che permetta
alla famiglia di valorizzare le sue risorse e di vivere rapporti emotivi, affettivi e sociali corretti ed
adeguati alle proprie esigenze. “La Grande Corte”
offre dunque servizi specifici al minore, al suo ambito familiare e alla rete
sociale circostante, con
particolare attenzione alle problematiche legate al
disagio e alla conflittualità, in accordo con i valori della pedagogia guanelliana che invita all’acco-
Attiva da poco
meno di due anni,
è già una preziosa
risorsa in città nel
campo dei servizi
all’infanzia e
all’adolescenza
di SILVIA FASANA
glienza e alla promozione
integrale della persona».
Il fiore all’occhiello de
“La Grande Corte” è l’offerta di consulenze e di
percorsi rivolti al singolo
minore, alla coppia, alla
famiglia in situazione di
fragilità, come ad esempio
il sostegno alla genitorialità, la mediazione familiare, le consulenze psicopedagogiche, educative e
anche legali, il sostegno
psicologico, la psicoterapia, l’orientamento scolastico, la supervisione ai
docenti. «Dal gennaio
2008 ad oggi abbiamo erogato oltre trecento consulenze. Sono stati anche organizzati percorsi formativi rivolti agli insegnanti di ogni ordine e grado
nelle scuole di Como e
provincia, nonché attività
di sostegno a genitori con
figli portatori di handicap». Spiega Daniela Mascheroni, coordinatrice
del Centro: «Un altro importante servizio è il
“Centro Educativo di Prevenzione Primaria”, che
accoglie minori dagli 8 ai
17 anni con ritardi scolastici e/o a rischio di emarginazione, che hanno bisogno di un particolare
sostegno educativo. Ci
preme in questo caso, prevenire eventuali processi
di esclusione, di disagio,
di difficoltà di crescita,
promuovendo la vita di
relazione e la partecipazione attiva dei ragazzi.
Le segnalazioni dei minori possono provenire dalle stesse famiglie, dalla
scuola, dai Servizi Sociali comunali o dall’Unità
Operativa di neuropsichiatria infantile. All’interno
di uno spazio educativo,
aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle
18.00, sono proposte, oltre
al pranzo (visto come importante momento educativo e di socializzazione),
attività di sostegno didattico, gioco, laboratori creativi-sportivi tra cui il basket, l’informatica, il restauro, il cineforum e anche la musica presso lo
“Spazio Tribù” di Cantù.
Stiamo anche partendo
con alcuni progetti speciali rivolti a bambini dislessici, e a ragazzi disabili
che hanno terminato il
percorso scolastico obbligatorio. Prosegue con importanti risultati il progetto “Scuola Mia” per il
conseguimento della licenza media di ragazzi in
difficoltà». “La Grande
Corte” può contare sulla
competenza di diverse figure come psicologi, psicoterapeuti, consulenti legali, mediatori familiari,
psicopedagogisti, educatori, volontari del Servizio
Civile, tirocinanti delle
Scuole superiori e delle
Università, grazie alle diverse collaborazioni che
sono state intraprese. «È
importante per noi creare e sviluppare sinergie
con altri Enti ed Associazioni che operano sul territorio a favore del minore e delle famiglie - continua Daniela Mascheroni,
perché questo dà un valore aggiunto alla nostra
attività. Ad esempio stiamo lavorando molto per le
nostre consulenze con il
Centro clinico Kairos, una
realtà milanese che comprende psicoterapeuti e
psicologi, in collegamento
con le Facoltà di psicolo-
gia di alcuni atenei milanesi e svizzeri, nonché con
diverse scuole di specialità in psicoterapia e consulenza psicologica. Con
la Cooperativa Arcoiris
invece quest’anno abbiamo inaugurato la ludoteca “Arcogiochi” come spazio privilegiato di percorsi formativi per genitori e
minori; con l’Associazione
Culturale “Olga Fiorini”,
abbiamo in programma
l’implementazione del
micronido “Don Guanella” secondo il metodo
montessoriano e l’attivazione di un Centro di Formazione Professionale in
sinergia con il Centro Servizi alla Famiglia. In collaborazione con l’Associazione “Genitori si diventa” abbiamo attivato la
scorsa stagione, un ciclo
di incontri sul tema dell’azione e anche quest’anno lo stiamo riproponendo
visto il grande interesse
riscosso; questo sta portando alla creazione di un
punto d’incontro per le famiglie interessate al tema, sia nella fase pre che
in quella post adozione,
con appositi percorsi di
accompagnamento e sostegno. “La Grande Corte” è anche un punto di
incontro per le famiglie
numerose, grazie all’omonima Associazione. Sul
versante sportivo, è stata
sviluppata una importante sinergia tra il nostro
Centro e il Pool Comense
1872, con l’attivazione di
un laboratorio ludico e
sportivo, all’interno del
quale i bambini con disabilità possano imparare
ad esprimere le loro potenzialità e le loro capacità, accettando i propri
limiti e valorizzando le diversità attraverso il confronto con l’altro per il
raggiungimento di un obiettivo comune. Per il
mondo delle nuove tecnologie, segnaliamo la nostra collaborazione con
M.T. Promozione per la
sistemazione della nostra
aula informatica e per
l’attivazione dei corsi di
avviamento al computer e
di creazione di siti internet».
Per informazioni ci si
può rivolgere a “La Grande Corte”, via T. Grossi 18,
Como; tel. 031.296702031.296756; cell. 349.
2237557; fax. 031.296898;
e-mail: lagrandecorte@
guanelliani.it; sito internet: www.guanellaco
mo.it.
RITORNA “PUNTO FAMIGLIA”
Ritorna anche quest’anno “Punto Famiglia”, il
momento di incontro e formazione per le famiglie, proposto in diocesi dal Centro Guanelliano
di Pastorale Giovanile (C.G.P.G.) di Como, sia a
Como che a Chiavenna. Da alcuni anni gli organizzatori hanno voluto estendere le proposte formative guanelliane, tradizionalmente rivolte ai
ragazzi, anche ai loro genitori, invitando le mamme e i papà ad unirsi al cammino di fede e di
amicizia dei figli. Ci sarà come di consueto uno
spazio dedicato ai genitori, ai ragazzi e ai bambini, ciascuno pensato per le diverse fasce d’età. I
momenti comuni di condivisione e di scambio saranno quelli della preghiera iniziale, del pranzo
al sacco e della S. Messa conclusiva. Un gruppo
di animatori aiuterà religiosi e religiose del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile nell’animazione della giornata.
Ci spiega Elisabetta Caronni, responsabile con
don Domenico Scibetta del C.G.P.G.: «Il tema scelto quest’anno è “Vogliamo vedere Gesù”. In particolare nel primo incontro vogliamo mettere in
luce il desiderio di cercare e la fatica di dare un
senso alla ricerca; vorremmo riflettere sui nostri desideri e guardare a chi ha
già fatto dei passi per dare un orientamento alla propria vita. La liturgia dell’Avvento ci aiuta inoltre a prepararci all’incontro con Gesù, che non è una
difficile conquista, ma è semplice, in quanto è lui stesso che si è fatto uomo ed
è venuto incontro a noi. Si tratta di aspettarlo e di riconoscerlo». Un interessante itinerario che parte dalla quotidianità dell’esperienza per aprirsi a ciò
che dà senso e significato al vivere e allo stare insieme. Sono invitate tutte le
famiglie, per condividere insieme un momento di riflessione e di fraternità.
Il primo appuntamento è fissato per domenica 29 novembre a Como, presso
la Casa Divina Provvidenza; seguirà il 13 dicembre a Chiavenna, presso “Il
Deserto”; il 21 febbraio sempre a Como e il 16 maggio a Chiavenna anche per
i partecipanti di Como.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere alla segreteria del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, via L. Guanella, 13 Como; tel. 031.
296783; e-mail: [email protected], oppure alla Comunità “Il Deserto”, via Deserto 2, Chiavenna; tel. 0343.36526; e-mail: [email protected].
Il Signore della Vita ha voluto con sé oggi
l’anima buona di
Giuliano De Angeli
che potrà gustarLo faccia a faccia nella luce
e nella gioia dopo una lunghissima sofferenza sopportata con silenziosa pazienza.
Tutti gli operatori volontari di oggi e di ieri
e le educatrici delle Case d’accoglienza del
Centro di Aiuto alla Vita di Como stringono
in un abbraccio di consolazione nella preghiera la moglie Piera, nostra preziosa collaboratrice, e i figli Massimiliano e Davide,
che nella lunga attività della mamma, sono
pure uniti nella condivisione affettuosa.
Como, 23 novembre 2009
Appuntamenti
del “Punto Famiglia”
a Como
29 novembre 2009
21 febbraio 2010
16 maggio
(con trasferimento
a Chiavenna)
Appuntamenti
del “Punto Famiglia”
a Chiavenna
13 dicembre 2009
16 maggio 2010
(con i partecipanti
di Como)
A Dio Fernando Bianchi.
E’ ritornato alla casa del Padre il
sig. Fernando Bianchi
fratello del nostro amico Enzo. Eleviamo
preghiere di suffragio.
I funerali hanno avuto luogo nella chiesa
parrocchiale di Maccio sabato 21 novembre.
All’amico Enzo e ai familiari le cristiane condoglianze della Fism-Como.
Il presidente Fism-Como, Claudio Bianchi.
Il consulente ecclesiastico, mons. Antonio
Carlisi.
CRONACA
P A G I N A
17
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
PER QUARANT’ANNI IN CURIA
Don Enrico
“emerito”
cancelliere
Don Malinverno è stato il notaio
attento, colui che ha sottoscritto tanti
documenti, che ha avviato
e accompagnato infinite pratiche
relative alla vita religiosa di persone
e di parrocchie. Oggi è arrivato, anche
per lui, il tempo della pensione.
Tempo nuovo che, ne siamo certi,
saprà dedicare al meglio
di DON TITINO
Q
uando arriva
l’autunno cadono le foglie
dagli alberi. E’
uno spettacolo
vederle staccarsi e poi
portate qua e là dal vento. Andando fuori città
sono stato sorpreso dalla
bellezza di un evento che
incoraggia serie riflessioni, suscitando anche un
pizzico di nostalgia per il
parco della parrocchia di
Prestino con montagne di
foglie!
E’ il cammino della vita. Chi va e chi viene. Fino
a un momento prima le foglie autunnali sfoggiavano sui rami i bei colori
della stagione. Cadute,
sono cose finite, da buttare. In realtà rimangono utili, a qualcosa servono
ancora, seppure di meno
appariscente.
Di pensiero in pensiero,
mi è apparsa una bella
foglia che, in questo incipiente autunno, si è staccata dal ramo forte di un
antico albero. Sì, pensavo
a don Enrico Malinverno
che dopo quarant’anni
vissuti come ricca e vitale foglia della cancelleria
vescovile è entrato nella
schiera degli “emeriti”.
L’albero è la Curia, il ramo è la Cancelleria. Vi era
entrato, giovanotto di
trentatrè anni nel 1960,
avendo alle spalle dieci
anni di ministero sacerdotale. Per diciannove anni
a fianco di tre cancellieri:
Baserga, Andreani, Ratti.
Dal 20 marzo 1989, all’indomani dell’ingresso in
diocesi di mons. Maggiolini, all’ultimo giorno di
settembre 2009 cancelliere.
Chi sia e quali i compiti del cancelliere vescovile
lo descrive mons. Coletti
nel decreto - scritto in tono meno austero e più familiare del consueto “stilus Curiae” - per la nomina del nuovo cancelliere.
Don Enrico è stato il notaio attento, colui che ha
sottoscritto tanti documenti, che ha avviato e
accompagnato infinite
pratiche relative alla vita
religiosa di persone e di
parrocchie. Lo ha fatto
con fraterna attenzione e
diligenza, cercando di essere di aiuto nell’impostare e risolvere tanti casi.
La sua attività ha spazia-
to in molti altri utili servizi alla diocesi. Ha curato più volte l’edizione di
quella che si chiamava la
“Como Sacra” e da ultimo
“Guida della diocesi di
Como” con l’innovazione
del curriculum con fotografia di ogni sacerdote,
con statistiche circa la popolazione e la vita pastorale; ha composto un elenco quotidiano di preti defunti dal titolo “Dittici dei
sacerdoti defunti 19401982”, come pure l’elenco
alfabetico sulla “Como
Sacra” del 2004. Da ultimo, prezioso gioiello, il
volume “…in memoria…”
che fa memoria dei preti
diocesani, dei preti diocesani passati ad altra diocesi o congregazione religiosa, dei preti non diocesani o religiosi che hanno
svolto ministero in diocesi, defunti tra il 1900 e il
2006, con fotografia e curriculum. E tante altre cose tra le quali primeggia
la cura del “cineforum”.
Don Enrico cancelliere
vescovile, anello di una
lunga catena. E chi sono
gli altri anelli che hanno
attraversato il secolo ventesimo? Volgendo lo sguardo al passato incontriamo, subito, mons. Giovanni Battista Gianera. Era
di Isola, la frazione che allora dava il nome al comune di Isolato. Nato il 19
settembre 1850, prete dal
29 marzo 1873. In Curia
dal 1877, pro-cancelliere
dal 1882, cancelliere dal
1890 fino alla morte nel
1933. I vecchi della Curia
ne parlavano come di un
“oracolo”. Conosceva tutto delle pratiche. Il canonico Sosio diceva di lui
che, diventato cecuziente,
riconosceva le pratiche al
tatto. Era uno delle tre
“glorie” della Val San Giacomo, dopo don Luigi Guanella. La seconda era
monsignor dottor Tomaso
Trussoni di Fraciscio, ove
era nato il 13 agosto 1856.
Laureato in lettere e filosofia a Pavia, professore
in Seminario, vicario generale del vescovo Archi,
arcivescovo di Cosenza
dal 1912 al 1934, ritiratosi, divenne arcivescovo
titolare di Gerapoli di Siria. Morto a Chiaven-na
sotto Natale del 1940, è
sepolto nella chiesa di
Fraciscio. Il terzo è Gugli-
Mons. Enrico
Malinverno
e madre Rita Bertoncin
nel cimitero
del monastero
di Castel Madama
elmo Turchetti. Nato a
Dalò sui monti di San
Giacomo Filippo il 13 novembre 1872, prete il 19
gennaio 1896, dottore in
sacra teologia che insegnò
per lunghi anni fino al
1935 quando passò il testimone a don Clemente Gaddi. I suoi alunni lo
avevano soprannominato
“Serafino”. Dopo monsignor Gianera, fu, per breve interregno, pro-cancelliere don Ambrogio Fogliani. Era del 1901 come
don Gaddi e prete dal
1925. Per tre anni fu a Roma all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici - oggi
Pontificia Accademia ecclesiastica - e per breve
tempo in Segreteria di
Stato. Laureato in teologia e diritto canonico, preferì la sua diocesi e il suo
paese, Olgiate Comasco,
di cui fu vicario e prevosto. Nel 1946, scambiandosi con don Anacleto
Brachetti, prevosto del
Duomo, che andò a Olgiate, prese la direzione
della POA, la Pontificia
Opera di Assistenza,
grande istituzione di papa Pio XII e continuò per
tanti anni l’opera caritativa avviata in tempo
di guerra. Monsignor Fogliani vi operò con intelligenza e amore, con infinite iniziative, affiancato
da don Giuseppe Fossati.
Lo ricordiamo prete alla
mano e nello stesso tempo solenne, che portava
con tanta dignità le insegne prelatizie, soprattutto quando fu arciprete di
Sondrio. Morì, giusto quarant’anni fa, il 15 novembre 1969. Cancelliere fu
dal 1936 mons. Giovanni
Baserga. Grande studioso, insigne storico, cultore di ricerche archeologiche, direttore del Museo
civico. Assunto l’ufficio di
cancelliere fu in particolare attento all’Archivio
della Curia di cui curò una prima, diligente ed efficace, sistemazione rendendolo accessibile agli
studiosi.. Gli capitò alle
volte di fidarsi troppo di
qualche studioso che riuscì a sottrarre documenti antichi. Uomo semplice, umile, facilmente irascibile, della cui “luna”
era chiaro indizio il berretto. Canonico della Cat-
tedrale, fu prevosto del
Duomo e arciprete del
Capitolo. Morì, dopo avere goduto per breve tempo la soddisfazione del
protonotariato apostolico,
in Valduce, il 9 dicembre
1951, giorno del suo 78°
compleanno. Dopo di lui,
qualche mese prima della sua morte, monsignor
Angelo Andreani. Tutto
spirito, aggiungeva alla
cura dei compiti curiali
particolare attenzione alla spiritualità di quanti
incontrava. Era molto devoto del cardinale Merry
del Val, di cui auspicava
la beatificazione. Per questo si mantenne in relazione con il cardinale Nicola Canali che, dell’antico segretario di Stato di
Pio X, fu segretario. Il suo
servizio di cancelliere durò dal 1950 alla morte nel
febbraio 1963. In Curia era stato con altri incarichi dal 1935 al 1939. Gli
successe don Pietro Ratti, chiavennasco. Subito
dopo l’ordinazione nel
1938, era stato vicario o come si diceva - “canonico” in patria, fedelissimo
dell’arciprete Bormetti.
Grande cultore della Liturgia di cui conosceva
non soltanto alla perfezione tutte le regole, ma la
storia e più ancora lo spirito. Sapeva tutto della
storia di Chiavenna e della Valle. Era infornato di
tutto quanto avveniva così che si poteva fare riferimento a lui per una infinità di notizie. Trasferito, dopo tredici anni,
parroco a Fraciscio sentì
forte il distacco. Nel 1954
venne a Como, cappellano del Monastero di
Grandate e addetto all’Ufficio Legati in Curia,
di cui dal 1958 fu direttore fino al 1980. Alla morte di monsignor Andreani
divenne cancelliere vescovile. Attentissimo a tutte
le pratiche, fedelissimo agli orari, devoto ai vescovi, disponibile ad ogni esigenza, si muoveva con uno stile che lo faceva tanto somigliare al padre,
sempre in pista nel negozio alimentari in piazza
Cantòn a Chiavenna. Ul-
timo suo atto fu la sottoscrizione del verbale di ingresso del vescovo Maggiolini. Quella sera fu colpito da ictus. Visse un
lungo calvario fino alla
morte il 6 giugno 1999,
all’età di ottantasette anni. E’ sepolto nel cimitero
di Chiavenna. Questi gli
uomini che nel secolo appena trascorso si sono dedicati a un servizio, nascosto, delicato, non sempre riconosciuto, importante per la vita della diocesi. Ultimo della serie,
per quarant’anni, don Enrico.
Dopo che il vento autunnale lo ha staccato,
antica foglia, dall’albero
della Curia, cosa farà don
Enrico? Si inoltrerà in un
mal’inverno? No, perché
ogni foglia ha sempre
qualcosa da dare. Farà
certamente molte cose.
Ma c’è un progetto, ambizioso, se si vuole, ma
bellissimo. L’archivio di
Curia custodisce, in una
serie di volumi ben rilegati, tutti i Bollettini ufficiali della diocesi, dal
1927 in avanti. Sono una
miniera di nomi, di argomenti. Lettere pastorali,
istruzioni, richiami, comunicazioni, documenti
pontifici, testi di conferenze … Preziose le presentazioni che i Vescovi facevano delle encicliche pontificie. Tutto questo da chi
viene utilizzato? Sappiamo che don Enrico pensa
a un indice onomastico e
a un indice per argomenti. Un lavoro da spaventare. Ma don Enrico è una
formica silenziosa che sa
percorrere le vie più difficili. Mobiliterà tanti collaboratori. Ci vorrà forse
qualche anno. Ma la diocesi si ritroverà con qualcosa di prezioso. Lo accompagnamo nella fatica,
non mancando di augurare buon lavoro a don Fausto che entra nel solco di
tanti esempi, forte delle
sue scelte, dei suoi studi,
dell’esperienza parrocchiale, della tradizione di
fedeltà alla Chiesa della
sua famiglia. Il Signore lo
guidi a rendere più solido
quel grande ramo.
CRONACA
P A G I N A
18
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
NEL IX CENTENARIO DELLA MORTE
Festival
di Musica Sacra
Sant’Anselmo
Il Festival Autunno Musicale
programma un percorso di iniziative
legato alla storia del territorio
lombardo e al suo patrimonio
spirituale e culturale
ome nella consolidata tradizione,
anche quest’anno il Festival Autunno Musicale programma un percorso di iniziative legato alla storia del
territorio lombardo e al suo patrimonio spirituale e culturale, esplorato anche nell’ambito di un processo di
interscambio con le molteplici tradizioni culturali presenti nel continente europeo.
Nella ricorrenza del IX centenario di
sant’Anselmo, universalmente riconosciuto
il padre della filosofia scolastica, l’Autunno
Musicale ha deciso di dedicare la programmazione 2009 all’esplorazione e alla
riscoperta dei numerosi punti di contatto più
significativi fra il panorama sociale, politico, culturale caratterizzante l’intera Europa medioevale e quello specificamente lombardo.
Il processo di esplorazione e di studio storico della rinascita culturale in epoca medievale prende avvio da sant’Anselmo, dal
suo pensiero e dal suo insegnamento, consolidati e perpetuati nel tempo da figure di
uomini e donne che, vissuti nella sua orbita
di azione, sono divenuti anch’essi artefici
della costruzione di una coscienza europea
intesa non come semplice unità geografica
ma come componente della propria memoria culturale.
Il vero e proprio Festival di Musica Sacra
che viene articolandosi, accompagnerà il
pubblico in un percorso di studio di eventi
storici, figure politiche, filosofi, teologi che
hanno portato la Lombardia ad essere uno
dei punti di partenza del vasto processo di
ricostruzione culturale estesosi dall’Italia
tutto il vecchio continente e che ha portato
alla formazione della cultura dell’uomo moderno.
Sono lombardi molti dei numerosi personaggi che hanno animato il periodo storico
compreso fra il X e l’ XI secolo e fatto loro il
pensiero di Sant’Anselmo, divenendo a tutti gli effetti gli artefici della formazione della civiltà europea.
La stessa collocazione geografica della
Lombardia contribuisce a svilupparne le
caratteristiche di crocevia di culture fra
Mediterraneo e Continente. La Lombardia,
quale centro propulsore della vasta circolazione e dell’intenso interscambio di idee che
avviarono il processo di avanzamento e consolidamento di una unica rete culturale europea le cui radici sono costituite da un’unità di base religiosa e dall’uso di una lingua
culturale comune (il latino).
Fondamentale in tale contesto, la presenza e l’apporto culturale ricco di specificità
di altre culture e confessioni presenti in
quell’epoca sul territorio lombardo. Valore
emblematico, ad esempio, si attribuisce a
Liutprando re dei Longobardi grazie al quale
la religione cattolica diviene un nuovo elemento di coesione del regno, essendo la fede
elemento comune tanto dei dominatori
longobardi quanto dei sudditi romani. O alla
dominazione dei Franchi il cui re Carlo
Magno è l’artefice della fase di rinascita
carolingia, anticipatrice del successivo processo di rinnovamento culturale avvenuto
con il formarsi del pensiero scolastico di
sant’Anselmo.
La fase di progresso che si instaura nel
pensiero influenza, conseguentemente, tutti gli aspetti legati alla quotidianità: l’insegnamento superiore, il contesto sociale, economico, politico, le forme di espressione (la
musica, la pittura, la letteratura), il patri-
Nella
Foto
William
il maestro
Italo
Gomez
C
SANT’ANSELMO D’AOSTA PARLA ALL’UOMO D’OGGI.
DI ALESSANDRO GHISALBERTI
monio architettonico).
La rinascita culturale che sta vivendo l’Europa si concretizza in un fenomeno nuovo
legato al continuo spostamento, all’interno
della stessa Europa, di uomini di cultura.
L’impegno di ricerca del sapere diviene
una vera e propria professione che assorbe
gran parte dell’esistenza e porta a continui
spostamenti per le strade d’Europa. Ne consegue un evento destinato a caratterizzare
fortemente tutta l’Europa: la nascita dell’Università, che offre nuove tipologie di insegnamento superiore.
Il fenomeno della circolazione delle genti
e conseguentemente delle idee si manifesta
anche nell’architettura del Medioevo, esprimendosi attraverso una rete di contatti e di
reciproche influenze a livello continentale.
E’ a partire dal X secolo che architetti,
costruttori e maestranze agiscono sull’intero territorio dell’Europa con estrema mobilità, integrandosi in Paesi e regioni distanti
fra loro. Protagonisti primi di questi percorsi sono architetti, scultori, pittori, decoratori originari dell’area lombardo-ticinese e conosciuti universalmente oggi come Magistri
Comacini, che portano di Paese in Paese specificità di stile e forme di integrazione
architettoniche: lo stile romanico.
La fase di progresso che si instaura nel
pensiero e conseguentemente in tutti gli
aspetti legati alla quotidianità, va ad interessare anche il contesto musicale. I cambiamenti che vengono via via a manifestarsi sono essenzialmente finalizzati al
superamento della “musica per voci singole” che aveva caratterizzato la riforma
gregoriana e prende forma, così, un linguaggio musicale sempre più complesso,
improntato alla verticalità. Anche nella sfera musicale, la Lombardia è in primo piano:
il repertorio ambrosiano è giunto sino a noi
e tuttora eseguito.
E cosa dire del ruolo svolto dai monasteri? Nei monasteri non si copiano solo testi
sacri, ma anche opere di grandi autori latini e greci; la trascrizione degli antichi codici viene vista come un proficuo esercizio spirituale e al tempo stesso come strumento di
conservazione e trasmissione della cultura.
Proprio nel nord Italia sono situati alcuni
dei monasteri più attivi nell’opera di trascrizione e conservazione dei testi e delle fonti:
l’Abbazia della Novalesa o il Monastero di
Bobbio, solo per citarne alcuni.
II Medioevo contrariamente a quanto si
crede, è anche la prima età in cui alcune donne raggiunsero un notevole grado di emancipazione sociale e culturale e cominciano a
porre le base per quelle rivendicazioni di
uguaglianza e parità ancora oggi attuali. Fra
queste, la lombarda Matilde di Canossa potente feudataria e convinta sostenitrice di
Papa Gregorio VII nella lotta per le investiture contro l’imperatore Enrico IV (famoso
l’episodio del perdono di Canossa). Donna
di assoluto primo piano nel contesto politico, arriva a dominare tutti i territori italici
a nord degli Stati della Chiesa.
ITALO GOMEZ
vicepresidente Comitato Nazionale Sant’Anselmo
La parola di Anselmo vince i secoli e, a quasi mille anni di distanza,
continua a parlare a noi in modo avvincente. Non siamo in presenza di
un personaggio dalla vita semplice e lineare, che ha poi beneficiato di
una ventata agiografica che l’ha reso subito popolare; il suo è stato un
percorso a tappe, sempre impegnato a non considerarsi mai arrivato del
tutto. Da giovane, la sua caratteristica principale, che va letta come in
filigrana nelle scarne biografie giunteci, fu quella di sentirsi attratto dagli studi di filosofia, allora denominati delle “arti liberali”, che avviò nella natia Aosta per cercare poi la specializzazione nelle scuole d’oltralpe.
Quando, a 26 anni (nel 1059), l’attrazione per lo studio matura nella
ricerca di una vita confacente ai propri tratti di amante della conoscenza, e sceglie di farsi monaco benedettino a Le Bec (Normandia), la cifra
della sua attività si rivela segnata da un’ispirazione personale molto
profonda, quella di coniugare le arti dialettiche con la sacra pagina della
Rivelazione cristiana. La possibilità di applicare lo sviluppo della logica
e della dialettica nell’ambito delle verità rivelate si traduce nella capacità di suscitare un indicibile diletto per quello che l’intelletto riesce a
comprendere. Il profilo di Anselmo risulta dunque del tutto peculiare sin
dagli anni giovanili, non appena cerchiamo di evidenziare quegli aspetti
spesso trascurati che hanno segnato le sue scelte di vita: un giovane
aostano fortemente attratto dallo studio, dopo la formazione di base impartitagli da maestri privati, si impegna a mettere a fuoco le proprie
aspirazioni personali e le individua nel desiderio di crescita nell’ambito
della conoscenza. A 23 anni è in condizione di partire per realizzare il
suo sogno; prima di arrivare a questo giorno tuttavia ha dovuto attivare
un lungo impegno per creare le condizioni di possibilità: individuare delle scuole a lui congeniali, costituire le risorse necessarie per partire alla
volta della Borgogna, sia per potersi mantenere con la sua scorta, sia per
retribuire i maestri delle scuole che intendeva frequentare, in Borgogna,
in Francia e in Normandia (Avranches), sino alla sua scelta monastica.
Un contributo economico era di norma richiesto anche dai monasteri
presso i quali il novizio chiedeva di fare la professione monastica.
Questi richiami a dati di fatto ci confermano che Anselmo non passò
nell’ozio gli anni della sua giovinezza sino al 1056, come una biografia
fantasiosa e troppo agiografica suppone, ma che egli impegnò tutto il
tempo necessario per maturare interiormente e per rendere attuabile
praticamente la sua scelta di vita dedita agli studi e alla ricerca.
La vasta produzione pervenutaci attesta proprio come lo studio e la
ricerca risultino essere la dimensione più confacente alla mente di
Anselmo, segnata dalla passione per la dialettica e dotata di una non
comune attitudine alla stringenza logica, il tutto inserito in una osmosi
totale del pensiero pensante con la Parola di Dio, al punto che Anselmo
assegna all’intelletto il compito di attivare l’intelligenza della fede, in
modo parossistico, secondo il suo celebre enunciato programmatico: la
fede alla ricerca dell’intelligenza (fìdes quaerens intellectum).
Un altro aspetto dell’attualità della figura di Anselmo è la sua capacità, una volta divenuto arcivescovo di Canterbury (1093), di resistere ai
compromessi nelle controversie circa le investiture ecclesiastiche, e ciò
sulla base del rigore della sua visione della giustizia, che è soprattutto
“rettitudine della volontà”, e pertanto, come tutto ciò che è “retto”, esige
la sottomissione alla volontà di Dio e alla retta ragione dell’uomo. Anselmo
non vuole “separare” la Chiesa dallo Stato, idea anacronistica per il suo
tempo; egli si impegna affinché le due istituzioni rispettino le proprie
competenze e prerogative, e si pervenga ad un armonioso accordo. Il duplice, lungo esilio di Anselmo dalla sua diocesi testimonia la sua fiducia
nella ragione, volta a mutare l’atteggiamento dei re normanni, attraverso la fedeltà ai principi dichiarati e la riprova della loro fondamentale
“rettitudine” o giustizia.
Un ulteriore aspetto forte emerge dallo studio delle opere e delle azioni di Anselmo: egli si configura ai nostri occhi come uno dei fondatori
dell’Europa cristiana, per la sua scelta della cultura classica, ed in particolare per il grande contributo offerto con la valorizzazione della logica e
della dialettica. Con l’assunzione convinta delle categorie della razionalità nella trasmissione della dottrina della fede, Anselmo si pone all’origine di quella grande stagione della conoscenza integrata realizzata dalla teologia scolastica, la quale ha alimentato per secoli la cultura dell’Europa cristiana. Sulla scia di Agostino, vissuto quando l’Europa non si
era ancora costituita, ma che aveva posto le basi dottrinali per una città
degli uomini che deve crescere sviluppando valori idonei a confluire nella città di Dio, Anselmo ha contribuito in modo esemplare alla costruzione di una società in cui siano integrate vita cristiana e vita civile, a livello culturale, spirituale e politico-ecclesiale.
ALESSANDRO GHISALBERTI
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
(tratto dal volume “Anselmo da Aosta a Canterbury”)
CRONACA
P A G I N A
Como
19
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 7 NOVEMBRE 2009
Monumento
Sant'Anselmo
ad Aosta
PRIMO CICLO DAL 27 NOVEMBRE AL 19 DICEMBRE
Una cultura
per l’uomo
Il Calendario
del primo ciclo
27 novembre
Como, Basilica di
San Giorgio, ore
15.00
Prova generale
aperta al pubblico
Omaggio a Thomas Becket, martire e successore
del pensiero di S.
Anselmo
Coro polifonico Famiglia Sala
Associazione Culturale Pronomos
Paolo Pasqualin,
percussioni
27 NOVEMBRE
Si parte da S. Giorgio
27 novembre
Como, Basilica di San Giorgio, ore 21.00
Sacra rappresentazione
Omaggio a Thomas Becket, martire e successore
del pensiero di S. Anselmo
Coro polifonico Famiglia Sala
Associazione Culturale Pronomos
Paolo Pasqualin, percussioni
28 novembre
Como, Basilica di San Giorgio, ore 11.00
Iniziativa per le scuole
Omaggio a Thomas Becket, martire e successore
del pensiero di S. Anselmo
Coro polifonico Famiglia Sala
Associazione Culturale Pronomos
Paolo Pasqualin, percussioni
29 novembre
Como, Chiesa di San Salvatore, ore 16.00
Lo spirito monastico di S. Anselmo,
priore dell’Abbazia di Le Bec Hellouin
in Normandia
Schola Gregoriana Mediolanensis
Direttore Giovanni Vianini
29 novembre
Como,Chiesa di Santa Cecilia, ore 21.00
La produzione letteraria e musicale
e il medioevo al femminile
Coro Hildegarda Von Bingen
4 dicembre
Como, Chiesa di Sant’Eusebio, ore 21.00
La filosofia scolastica e l’insegnamento.
Dalle Scholae delle Cattedrali e dei Monasteri alla
nascita delle Università
Ensemble Dramsam
Omaggio a Thomas Becket, martyr, continuatore del pensiero di Anselmo
Sulle orme lasciate da Sant’Anselmo, si collocano altri
personaggi che apportano un tassello essenziale all’approfondimento della coscienza storica e della memoria
per l’uomo moderno. Fondamentale, ad esempio, è stato Thomas Becket, anch’egli Arcivescovo di Canterbury
protagonista della procedura di canonizzazione di
Sant’Anselmo e uno dei più convinti promotori dell’azione riformatrice della Chiesa, intorno al 1100 e per tale
ragione assassinato nella cattedrale di Canterbury.
Il culto di Thomas Becket, proprio per il clamore che
suscitò il suo assassinio, si diffuse ampiamente in Italia (il Duomo di Forlì e quello di Marsala sono a lui
dedicati) e fu molto sentito anche a Como: una reliquia della mandibola del santo è conservata nella Basilica di San Giorgio e un altare del Duomo è a lui
dedicato.
Anche nei tempi moderni la figura di Thomas Becket
influenza fortemente la sfera letteraria, solo a titolo
di esempio, è possibile citare il dramma di Thomas
Elliot “Assassinio nella cattedrale”, l’opera del drammaturgo Jean Anouhil portata anche sullo schermo e
il capolavoro “I pilastri della terra” di Ken Follet in cui
si narra proprio dell’assassinio di Becket.
La rappresentazione nella Basilica di San Giorgio si
basa, proprio, sul testo di Elliot integrato da musiche
coeve e da estratti delle opere di Sant’Anselmo, in una
proposta di sacra liturgia.
5 dicembre
Como, Chiesa S. Orsola, ore 11.00
Introduzione per le scuole
La musica nella nascita dell’Università
Percorso illustrativo vocale e musicale
sugli strumenti antichi del tardo medioevo
Complesso Kvinterna Ensemble di Hana
Blochova, voce e riproduzione di strumenti
medievali
5 dicembre
Como, Chiesa S. Orsola, ore 21.00
Musicisti italiani alla corte dell’Imperatore
Carlo IV a Praga
Complesso Kvinterna Ensemble di Hana
Blochova, voce e riproduzione di strumenti
medievali
5 dicembre
Ponzate, Chiesa di Santa Brigida, ore 21
Dalle Scholae delle Cattedrali e dei Monasteri
alla nascita delle Università
Ensemble Dramsam
6 dicembre
Somazzo, Chiesa di San Giuseppe, ore 16.00
Musicisti italiani alla corte dell’Imperatore
Carlo IV a Praga
Complesso Kvinterna Ensemble di Hana Blochova,
voce e riproduzione di strumenti medievali
7 dicembre
Como, Chiesa di S. Donnino, ore 15.00
Prova generale aperta al pubblico
O Doctor optime Beate Anselme
Planctus Virginum Super Filia Jephete Galadite
Canti gregoriani e polifonici su testi
di Tommaso d’Aquino
Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti
7 dicembre
Como, Chiesa di San Donnino, ore 21.00
O Doctor optime Beate Anselme
Planctus Virginum Super Filia Jephete Galalite
Canti gregoriani e polifonici su testi
di Tommaso d’Aquino
Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti
8 dicembre
Uggiate, Chiesa Parrocchiale
di SS. Pietro e Paolo, ore 21.00
O Doctor optime Beate Anselme
Planctus Virginum Super Filia Jephete Galalite
Canti gregoriani e polifonici su testi di Tommaso
d’Aquino
Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti
11 dicembre
Como, Basilica di San Fedele, ore 21.00
Anselmus, episcopus et ecclesiae doctor
In adventu Domini
Coro “Abbazia della Novalesa”
12 dicembre
Como, Chiesa di S. Agostino, ore 21.00
Il pensiero del dopo. Coscienza della morte, fonte
della libertà
Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna
Direttore David Winton
13 dicembre
Como, Sala E. Musa. Istituto Carducci, ore 11.00
La nascita dell’Università con la musica
Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna
Direttore David Winton
13 dicembre
Cernobbio, Chiesa di San Vincenzo, ore 21.00
La nascita dell’Università con la musica
Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna
Direttore David Winton
14 dicembre
Como, Chiesa S. Eusebio, ore 21.00
Sant’Anselmo e l’uomo medievale
alla ricerca di Dio
Ensemble Aquila Altera
15 dicembre
Cermenate, Convento Francescano
del Sacro Cuore, ore 21.00
Sant’Anselmo e l’uomo medievale
alla ricerca di Dio
Ensemble Aquila Altera
18 dicembre
Como, Chiesa del Gesù, ore 21.00
Cantata per Sant’Anselmo: credo ut intelligam De veritate - De libertate arbitrii - De casu diaboli
Complesso Ecovanavoce
19 dicembre
Como Loc. Sagnino,
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, ore 21.00
Cantata per Sant’Anselmo: credo ut intelligam De veritate - De libertate arbitrii - De casu diaboli
Complesso Ecovanavoce
20 dicembre
Sede da definire
Concerto Straordinario orchestra e Coro Giuseppe Verdi di Milano
Omaggio al festival Autunno Musicale
CRONACA
Bassa&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
P A G I N A
21
RISALE AL 1885
Santuario
di Guanzate:
torna l’organo
restaurato
Dopo il recupero
hanno preso
il via i lavori
di montaggio.
Presto le note
di questo prezioso
strumento
potranno
così tornare
a risuonare
S
ono ripartiti i lavori per il rimontaggio dell’organo
del Santuario
mariano di Gu-
anzate.
Dopo un intervento mirato e conservativo durato circa un anno e mezzo,
presto il prezioso strumento tornerà ad accompagnare la liturgia nelle
celebrazioni del tempio
mariano.
Il restauro è stato curato dall’organaro Ilic Colzani di Villa Guardia, già
fautore di prestigiosi restauri tra cui l’organo di
Brunate.
«Siamo contenti di aver
recuperato uno strumento di grande pregio storico - spiega l’organista
Ivan Bancora - in quanto oltre al restauro vero e
proprio, abbiamo aggiunto anche materiale fonico
mancante sin dalla sua
co-struzione».
«Infatti - ci spiega Ivan
- l’organo, risalente al
1885 attribuito a Pietro
Bernasconi, noto ed illustre organaro varesino,
sin dalla sua costruzione
mancava di alcune file di
canne e anche delle prime
cinque note di tutti i registri presenti nell’organo
stesso».
In principio, si attribuì
l’assenza di questo materiale fonico alla leggenda
di quel parroco che fece
togliere taluni registri e
canne per ricavarne denaro per far fronte alla carenza di fondi destinati a
ignoti progetti.
Durante il restauro,
questa leggenda è stata
sfatata: infatti il Bernasconi era solito creare alcuni strumenti di ottima
fattura, e certamente ha
Alcune immagini
delle fasi di rimontaggio
dell’organo.
A sinistra l’organista
Ivan Bancora
progettato tale anche l’organo del Santuario.
Si è scoperto che all’epoca della costruzione dell’organo, la fabbriceria
commissionò uno strumento di pregio al Bernasconi, incompleto nel suo
essere per via dei fondi
mancanti, ma con possibilità di incrementarlo
successivamente con registri, materiali e canne
varie quando le finanze lo
avessero permesso.
LOMAZZO DOMENICA 29 NOVEMBRE
Giornata speciale
in Casa Albergo
Una giornata veramente speciale quella di domenica 29 novembre presso la Casa Albergo di Lomazzo.
Tutto inizierà alle ore 10.30 nel salone delle feste, dove si svolgerà la
Santa Messa, fatta celebrare per desiderio del gruppo volontari della Casa
Albergo e con la partecipazione del coro liturgico di Bregnano.
Nel pomeriggio, alle ore 15.30, si festeggeranno tutti gli ospiti che hanno
compiuto gli anni nel mese di novembre. La festa sarà allietata dalla musica e simpatia del Gruppo Revival di Carugo.
Inoltre, per l’intera giornata sarà aperta la Mostra mercato di Natale
organizzata dal gruppo volontari. Presso il banco vendita sarà possibile
acquistare oggetti realizzati a mano nel corso dell’anno, dolci artigianali
che ripropongono i sapori delle ricette tradizionali e altri prodotti che possono diventare un bel dono e una occasione per partecipare in modo attivo
e solidale alla vita della Casa. Tra i lavori realizzati vi saranno anche quelli prodotti dagli ospiti durante il laboratorio di terapia occupazionale “La
butega del fa e desfa’.
Gli ospiti che verranno festeggiati nel pomeriggio saranno: Dozio Agnese
e Braghin Fernando (77 anni), Capuano Raffaele e Cattaneo Pietro (84 anni), Suigo Rosa e Negrini Angelo Luigi (85 anni), Mognoni Giuseppe (87
anni), Banfi Maria, Banfi Giuseppina, Vistalli Rosina e Beretta Giuseppe
(88 anni), De Filippi Emma (94 anni), Bianchi Lina, Marelli Giuseppina e
Marinoni Antonietta (95 anni).
Dal restauro infatti è
emerso che anche alcuni
registri completi presenti (Violino e Principale II)
non sono attribuibili al
Bernasconi, ma sono risalenti a diversi periodi collocabili nel corso del XX
secolo.
Inoltre, delle prime cinque note gravi non ci sono
le canne, ma sono presenti tutti i meccanismi, e tali meccanismi non sono
stati bloccati o manomessi (come in genere si opera quando si asportano
delle canne,per evitare
che ci siano perdite di aria), e la notizia della “leggenda sfatata” ci è stata
confermata quando aprendo il somiere, per
queste prime note gravi,
sono stati trovati i ventilabri, mancanti della levetta di azionamento degli stessi.
Perciò, se qualcuno avesse voluto asportare le
canne, non si sarebbe certo preoccupato di togliere
tali levette, in quanto
avrebbe dovuto smontare
tutto il somiere e quindi
lo strumento in essere.
«Con questo restauro
conservativo, abbiamo recuperato anche le vecchie
pompe per far suonare
l’organo anche senza l’utilizzo della corrente elettrica, un traguardo da me
fortemente voluto», spiega ancora Ivan, indicando in una stanza retrostante l’organo, una leva
girevole che aziona un
meccanismo particolare
per introdurre aria nel
mantice, «e contiamo di
inaugurare l’organo completamente restaurato
nella prima settimana di
maggio 2010, con un concerto tenuto da un grande maestro. Stiamo proprio perfezionando in questi giorni l’organizzazione
dell’evento con il Comitato per il restauro dell’organo, presieduto dal parroco, don Mauro Colombo».
Per eventuali informazioni su manifestazioni, è
possibile contattare Ivan
Bancora: i riferimenti sono indicati nel sito
internet:
http://
xoomer.alice.it/organi-acanne.guanzate.co.
5° CORSO PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
La Federazione Italiana Scuole Materne di Como e l’Ufficio Pastorale della Scuola e dell’Università di Como propongono il 5° Corso teologico-dottrinale utile per
il conseguimento dell’idoneità all’I.R.C. nelle scuole dell’infanzia Fism. Le iscrizioni si raccoglieranno entro il 22 dicembre (max 120 partecipanti). Destinatari
del corso sono: le insegnanti che non hanno ancora conseguito l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica (I.R.C.) secondo le disposizioni diocesane. In
particolare: le insegnanti che devono ancora effettuare il percorso formativo teologico-dottrinale; le insegnanti prive dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica (recentemente assunte e altre…). Per le scuole della diocesi di
Milano: il corso è riconosciuto quale parte di formazione teologico-dottrinale (2°
livello) utile al conseguimento dell’idoneità all’I.R.C..
I corsi avranno una durata complessiva di 15 ore (3 ore per ciascuno dei 5 incontri).
Il calendario del corso prevede:
sabato 27 febbraio 2010: “L’insegnamento della religione cattolica nella scuola
dell’infanzia: i fondamenti”. Introduzione di Claudio Bianchi, presidente Fism
Como. Lezione di don Stefano Cadenazzi, direttore dell’Ufficio Pastorale Scolastica della diocesi di Como;
sabato 6 marzo: “La Bibbia: introduzione generale, formazione della Bibbia,
questioni fondamentali”;
sabato 13 marzo: “Le parabole”;
sabato 20 marzo: “Gli incontri di Gesù nel Vangelo”;
sabato 27 marzo: “Genesi 1-3: la creazione, la vita umana, la bellezza, la sofferenza, la morte”. Lezioni del prof. Arcangelo Bagni;
sabato 10 aprile: Esame conclusivo con test di varia configurazione.
Il contributo di partecipazione (65 euro a persona) dovrà essere versato anticipatamente sul conto corrente postale n. 14539225 intestato a “Federazione Italiana Scuole Materne - FISM Como - viale C. Battisti 8 - 22100 Como”, indicando
la causale: “5° Corso IRC Teologico-Dottrinale”
CRONACA
P A G I N A
ComoLibri
22
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
UN LIBRO DI MARIO MASCETTI
In un volume
la storia
di Casnate
con Bernate
’
L
Amministrazione
comunale di Casnate con Bernate ha voluto realizzare un volume
di storia locale, afffidandosi alla ricerca e alla
penna di Mario Mascetti,
che, dopo quasi tre anni
di ricerca, ha prodotto 860
pagine, sotto il titolo Casnate con Bernate, due paesi una comunità.
La presentazione del libro sarà fatta a Casnate
sabato 28 novembre alle
ore 10.30 nella sala del
Consiglio comunale; quindi sarà inaugurata una
mostra fotografica di documenti allestita nella Cà
di Fràa.
All’autore chiediamo
qualche ragguaglio sulla
sua ennesima opera di
questo genere.
Come si fa a scrivere
860 pagine su un comune di provincia?
«I documenti archivistici avrebbero fornito materiale per scrivere il doppio o il triplo. Evidentemente ho dovuto fare una
selezione, secondo uno
schema progettuale ormai consolidato di “storia
tipo” fatta alla mia maniera. Ho sacrificato anche
un centinaio di pagine già
pronte, per non sdoppiare il lavoro su due volumi».
Da quando comincia
Lo storico comasco, dopo quasi
tre anni di ricerche condotte
su mandato dell’Amministrazione
comunale, ha prodotto un tomo
di ben 860 pagine.
La presentazione è in programma
sabato 28 novembre,
alle 10.30, in sala consiliare
la storia di Casnate e
Bernate?
«A Bernate, nel Prato
Pagano, ci sono state scoperte archeologiche importanti, come quella di una spada di bronzo d’epoca preromana. Tra i ritrovamenti d’età romana c’è
anche una dedica a Mercurio. Probabilmente è di
origine romana anche la
torre di Casnate (oggi inserita in una villa padronale) facente parte di un
sistema segnaletico, usata nei secoli per immagazzinare grani, più che per
scopi militari in senso
stretto. Il primo documento in cui si cita Casnate,
indicato come Casteniade,
è del secolo IX».
E la storia della gente e delle famiglie?
«Le prime citazioni di
persone e famiglie del luogo compaiono in documenti del secolo XIII. Da
lì in poi, si incontrano tutte le generazioni. Nel Quattrocento le famiglie locali in maggioranza pro-
venivano dall’Alto
Lago, serbatoio di risorse umane e di
braccia per la campagna
delle colline comasche,
dove i padroni erano enti
ecclesiastici e casate nobili comasche. Nel Cinquecento ho trovato “mastri” che da Casnate migravano verso l’Italia
Centrale, segnatamente a
San Severino Marche. Una tessera a sorpresa nel
mosaico delle migrazioni
di maestranze comacine».
Ci sono “novità” importanti rispetto a quanto già tramandato?
«Le novità sono molte,
spesso a rettifica di credenze un po’ vaghe e leggendarie. Ho potuto ricostruire la storia delle parrocchie, risalendo ben oltre il Concilio di Trento.
Ai venti parroci noti ne
aggiungo almeno tredici
antichi, finora sconosciuti, per non parlare dei
cappellani della romanica chiesa di S. Martino di
Bernate dalla metà del
Quattrocento in poi».
Ci sono cose d’arte
meritevoli di attenzione?
«Anche su questo versante nel libro faccio chiarezza su varie cose, a cominciare da Villa Casnati, ora palazzo comunale,
opera integrale e tra le
prime dell’architetto neoclassico monzese Carlo
Amati, progettata nel
1810. Importanti sono
stati gli interventi di Simone Cantoni (il progettista di Villa Olmo) sulla
Villa Rosales di Bernate.
Per la chiesa nuova di Casnate (quella antica crollò nel 1837) si fecero ben
sei progetti. Quello realizzato nel 1847-50 è dell’architetto neoclassico varesino Paolo Ponti su disegno del 1840. La chiesa di
Bernate è del milanese
Gaetano Martignoni, costruita nel 1845-48. Ber-
nate diede i natali allo
scultore Emmanuele Rosales, di cui resta la statua di S. Bernardo originale scolpita e premiata
a Parigi nel 1904, donata
dai bernatesi nel 1921 all’Università Cattolica di
Milano, mentre in paese
c’è una copia in bronzo
fatta eseguire nel 1922 da
padre Agostino Gemelli.
Ovviamente nel libro si
parla anche dei dipinti,
tra i quali ve ne sono di
pregevoli».
Quel Gaspare Rosales, cui è dedicata una
via di Como, c’entra o
no con i Rosales di Bernate?
«C’entra eccome. È il
nonno dello scultore. Si
tratta di un personaggio
eccezionale. C’è un capitolo, quasi un “libro nel
libro”, in cui trascrivo i
processi cui lo sottopose-
LEGGENDE E STORIE DELL’ALTO LARIO E DINTORNI EDITRICE LARIOLOGO
I mè noni i me diseven...
U
n tuffo in luoghi
lontani non solo
nello spazio ma
anche nel tempo. Parole che
sanno di lago, montagna,
saggezza paesana e fede
profonda. E’ il giornalista
e scrittore Gianpiero Riva
a guidarci in Alto Lario
lungo il crinale che divide storia e leggenda in un
viaggio attraverso i secoli e le storie delle persone
che hanno abitato questo
angolo di lago. Un patrimonio di “sapere popolare”, oggi sempre più offuscato dai luccichii della
modernità, che lo scrittore comasco ha racchiuso
nel libro “I mè noni i me
diseven…”, pubblicato da
Lariologo editore (190 p,
16,50 euro). Una raccolta
in cui l’autore ha recuperato quelle storie che fino
alla metà del secolo scorso, quando ancora non c’era “carosello” e le moderne sit-com, gli anziani
Un libro
di Ganpiero Riva
che ci riporta
al caldo tepore
del focolare
di una volta...
di MICHELE LUPPI
erano soliti tramandare
ai bambini e ai ragazzi
nelle sere d’inverno, accanto al camino. “Nei racconti e nelle narrazioni di
paese - scrive Riva - spesso caratterizzati a un candore disarmante, si annida la semplicità della quotidianità che poi rappresenta la vera storia del
territorio”. Ecco allora
raccontare della Madonna delle Lacrime di Dongo e di quelle lacrime che,
secondo la tradizione,
sgorgarono dal dipinto il
6 settembre 1553, vicino
alla vigna di Tomaso Scanagatta, dove oggi sorge
il convento dei francescani. Oppure la storia di Catasco, vicino a Garzeno,
una di quelle piccole frazioni spesso sconosciute a
chi vive anche solo pochi
chilometri più lontano.
Un luogo in cui fino agli
anni sessanta del secolo
scorso non c’era l’elettricità, né l’acqua e quando
qualcuno moriva doveva
essere portato a valle a
piedi lungo un piccolo
sentiero. E poi le storie di
altri paesi e frazioni come
la Val Cavergna e Sorico,
Vercana e Trezzone. Racconti che si tingono di mistero quando parlano di
streghe o fatti nefasti. E’
il caso della maledizione
dell’Isola Comacina che la
leggenda vuole pronunciata dall’allora vescovo
di Como, Vidulfo, nel
1169, al termine della lotta tra Como e Milano. Ma
anche pagine piene di no-
stalgia con le lettere scritte dai militari nelle trincee della Grande Guerra.
“Mi auguro che, sfogliando questa raccolta - scrive lo stesso Gianpiero Riva -, possiate soffermarvi
a ricordare, a riflettere, a
pensare semplicemente
per un attimo a uno stile
di vita perso e dimenticato troppo in fretta in nome di una corsa sfrenata
verso un’irresistibile, irrefrenabile e continuo bisogno di novità”. Un solo
rammarico colpisce alla
lettura di questo libro. Si
finisce, inevitabilmente,
per pensare a quante storie e racconti sono ormai
andati perduti come animali estinti e quanti rischiano di perdersi con il
correre degli anni. Non ci
resta che consolarci gustandoci questi racconti,
meglio se seduti accanto
al fuoco, e, perché no, raccontarli alle nuove generazioni.
ro gli austriaci nel 1832,
quando fu arrestato. Egli
era il collettore dei finanziamenti ai moti mazziniani della Giovine Italia
e dei Carbonari. Fu l’amante della contessa Marietta Cigalini dal Verme,
che a vent’anni nel 1826
abbandonò il marito per
essersi innamorata del
Rosales. Si sposarono nel
1862 dopo la morte del
conte Dal Verme, per legittimare i figli nati dalla loro relazione. Marietta
era sorella del conte Agostino Cigalini, padrone
della villa di Bernate. Egli nel 1864 lasciò in eredità i suoi beni al nipote
Luigi (figlio di Marietta e
Gaspare Rosales), ed è così che i Rosales approdarono a Bernate, dove lo
stesso Gaspare morì nel
1887. I verbali dei processi aprono scenari interessantissimi e raccontano
in tempo reale la vita della gioventù nobile e le loro
relazioni sociali nella Milano ottocentesca. Danno
anche un quadro della
Carboneria lombarda e
nazionale (compresa, in
particolare, quella comasca) e si vedono in pratica i metodi della investigazione e della repressione austriaca, con qualche
episodio, in cui protagonista è il conte Bolza (comasco di nascita, che già a
suo tempo aveva arrestato Silvio Pellico), il capo
della polizia austriaca
autore dell’arresto del Rosales e di una perquisizione notturna al castello di
Monguzzo, con risvolti
esilaranti».
Ci sono illustrazioni
fotografiche?
«Il testo è accompagnato da circa 300 foto (di documenti, luoghi, opere
d’arte, eccetera). Per la foto di copertina e i risguardi ho fatto un volo apposito da Verzago sul
motoaliante di un amico,
Roberto Vanoni, già mio
alunno.
Così ho potuto vedere
tutto “dal cielo”, già da
vivo».
CRONACA
P A G I N A
Bassa&territorio
23
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
A CASSINA SORGERÀ UNA RESIDENZA SANITARIA
Disabilità:
la prima pietra
di una casa
“speciale”
I
l “dopo di noi”. E’ così
che Maria Angela
Capuccino, sindaco di
Montano Lucino e
presidente del Consorzio “Impegno Sociale”,
chiama la nuova residenza sanitaria per disabili
che il Consorzio, comprendente 14 Comuni della
Bassa comasca, costruirà
a Cassina Rizzardi. La
prima pietra verrà posata sabato 28 novembre in
via monte Grappa di fronte al centro diurno per
disabili che il Consorzio
gestisce dal 1999. “Ogni
genitore - racconta il presidente Capuccino - pensa al futuro dei propri figli ma, nel caso dei genitori di persone con disabilità, questi pensieri si
caricano spesso di ansia
e preoccupazioni. Chi si
prenderà cura di loro quando non ci saremo più o
non saremo più in grado
di accudirli? Questa è una
domanda che tante volte
i genitori dei ragazzi del
nostro centro diurno ci
hanno posto e da qui è nata l’idea di realizzare questa struttura”. Il progetto prevede la realizzazione, su di un terreno di
7500 m2 concesso gratuitamente dal Comune di
Cassina Rizzardi, di una
struttura capace di ospitare venti persone divise
in due comunità. “I posti
- continua Maria Angela
Capuccino - saranno a disposizione degli utenti del
Centro diurno, ma non solo. In una parte della
struttura vi sarà la possibilità di ospitare insieme agli ospiti, per brevi
periodi, anche i loro familiari”. Il costo complessivo della struttura è di 3,5
milioni di euro. Un milio-
Sarà posata
sabato 28
novembre.
A realizzarla
il Consorzio
“Impegno
Sociale” che
attualmente
gestisce un centro
diurno, oltre
ad altri servizi,
per 14 Comuni
consorziati
di MICHELE LUPPI
ne è stato messo a disposizione della Fondazione
Cariplo mentre i restanti
due milioni e mezzo saranno finanziati in vent’anni dai Comuni associati attraverso un mutuo
agevolato concesso dalla
Cassa Rurale e Artigiana
di Cantù. “La rata annuale - precisa il presidente sarà di 152mila euro e sarà ripartita tra i comuni
in base al numero di abitanti. Per fare un esempio il Comune di Montano Lucino pagherà attorno ai 10mila euro all’anno. Una cifra che potrebbe diminuire con l’ingresso nel consorzio di nuovi
comuni”. La nuova casa,
pronta per la fine del
2010, non sarà solo un
dormitorio, ma verrà attrezzata con spazi per le
terapie e per lo svago. L’idea è quella di realizzare
uno spazio autonomo rispetto al Centro diurno,
ma che mantenga lo stesso clima di familiarità. All’interno dell’edificio è
prevista la realizzazione
CAVALLASCA CICLO DI INCONTRI
Per una salute
senza età
di una cappella che, in occasione delle celebrazioni,
sarà aperta ai fedeli di
Cassina Rizzardi e dei comuni vicini. “Non vogliamo creare un ghetto - racconta Maria Angela Capuccino - ma una realtà
che possa essere aperta ai
cittadini. Per questo su
indicazione di don Vittorino Vittori, che purtroppo è deceduto improvvisamente poche settimane
fa, abbiamo pensato di
realizzare questa cappella che rappresenterà un
punto di contatto con la
comunità di Cassina Rizzardi”. E’ così, aprendosi
agli altri, che la nuova residenza e i suoi ospiti vogliono essere una risorsa
e non un peso per il territorio.
IL CONSORZIO
IMPEGNO
SOCIALE
Il Consorzio “Impegno Sociale” è costituito tra i Comuni di: Albese con Cassano, Bulgarograsso, Cadorago,
Cassina Rizzardi, Casnate con Bernate, Cavallasca, Cirimido, Fino Mornasco, Fenegrò,
Grandate, Guanzate,
Montano Lucino, Senna Comasco, Vertemate con Minoprio.
Prossimamente vi entrerà anche S. Fermo
della Battaglia. Il
Consorzio ha sede in
Cassina Rizzardi, via
Monte Grappa n.95,
tel e fax 031-928181,
e-mai: impegnosociale
@tin.it.
Il progetto
della nuova
residenza
IL CENTRO DIURNO
Il Centro Diurno Disabili (CDD) di Cassina Rizzarsi rappresenta una struttura d’avanguardia per l’assistenza e la terapia di persone con disabilità gravi. Nato come centro dell’allora USL, dal 1999 è gestito dal “Consorzio Impegno Sociale” che ha rimodernato interamente la struttura a cui sono stati assegnati tre differenti certificazioni di qualità. All’interno del CDD vengono
assistiti 26 adulti grazie al lavoro degli operatori ma anche, da alcuni anni,
alla collaborazione dei volontari dell’ “Associazione Amici e Genitori”. “L’associazione - spiega una dei soci, Regina Zoni - è nata con la volontà di contribuire al miglioramento della struttura attraverso la collaborazione dei volontari
nelle attività del Centro e alla raccolta di fondi per cercare di migliorarne
sempre più le dotazioni. Dall’altra parte crediamo sia importante l’attività di
promozione e sensibilizzazione nei confronti dell’esterno, ma anche delle stesse famiglie che spesso non sono informate sulle opportunità normative, sanitarie e previdenziali per i propri figli”.
Signora Zoni, siete stati voi come associazione a chiedere la realizzare di una struttura residenziale. Qual è la sua importanza?
“Tutti i genitori di persone disabili, specialmente di adulti, prima o poi si
chiedono cosa sarà dei loro figli quando non potranno più prendersi cura di
loro. Crediamo però che il distacco dalla famiglia debba essere un passaggio
graduale e non improvviso, così da abituare i figli e le famiglie alla nuova realtà. Da qui è nata la richiesta al Consorzio e siamo felici della scelta di concretizzare questo progetto”.
La volontà del Consorzio è quella di creare un luogo che non sia
chiuso, ma aperto alla comunità. E’ la direzione giusta?
“Questo è un aspetto fondamentale e uno dei nostri desideri più grandi. Da
qui, infatti, è nata anche la scelta di rendere la nostra associazione presente a
manifestazioni del mondo del volontariato così da farci conoscere. E’ importante che il territorio e la comunità si conoscano e interagiscano perché siamo
convinti che si possa dare tanto a questi ragazzi ma, come ci dicono i tanti volontari che frequentano il centro e posso confermare da mamma, c’è tantissimo da ricevere da loro. Le persone con disabilità grave non sanno produrre ma
c’è una cosa che sanno fare e possono insegnare: dare e ricevere amore gratuitamente con semplicità”.
Quale opportunità può rappresentare per la persona disabile una
struttura come questa?
“Creare attorno a loro un clima familiare è importante per la loro serenità.
Per alcuni potrebbero sembrare cose inutili ma se abbiamo a cuore la dignità
della persona umana credendo che la vita abbia un valore in sé a prescindere
da tutto, allora il fare questo non può che essere una cosa normale”.
E per le famiglie?
“E’ bello poter vedere i propri figli inseriti in una realtà accogliente simile
all’ambiente domestico. Da qui la scelta di puntare su piccole comunità. Dall’altra parte la residenza darà l’opportunità di effettuare ricoveri di sollievo
per quelle famiglie che si trovano in momenti di difficoltà. Vi saranno, infatti,
degli spazi in cui potranno essere ospitati anche i familiari. Certo per un genitore non è mai facile staccarsi dal proprio figlio, questo vale anche per me e
mio marito, ma spero proprio che mia figlia possa vivere lì ed essere felice”.
Prosegue il ciclo di incontri promossi dall’Amministrazione Comunale di Cavallasca, assessorato ai
Servizi Sociali, rivolti alla popolazione anziana, sulle
tematiche della salute.
I prossimi due appuntamenti in programma, sempre presso la sede di Villa Imbonati, saranno:
Domenica 29 novembre, dalle 9 alle 12
Mattinata di misurazione fattori di rischio:
colesterolo, pressione, glicemia.
Star bene con il cuore. La prevenzione
e la cura delle malattie cardiovascolari.
A cura dell’associazione Comocuore.
Screening gratuito della popolazione interessata
(presentarsi a digiuno per chi desidera il controllo
della glicemia)
Venerdì 11 dicembre, ore 15.30
Non fermiamoci mai.
Come difendere il nostro corpo dall’incedere
del tempo: tra sport e riabilitazione.
Dott. Francesco Floris, medico specialista
in ortopedia e medicina dello sport.
PER NON DIMENTICARE
IL PATRIMONIO STORICO
DELLA NOSTRA PROVINCIA
Come accade ormai da dieci anni a questa parte, la
Fondazione della Comunità Comasca anche per il
2009 ha deciso di emettere un Bando a favore del
patrimonio storico ed artistico della nostra provincia, stanziando 400.000 euro.
Con i contributi erogati dalla Fondazione, negli scorsi anni in questo settore, sono stati realizzati significativi interventi sul nostro territorio.
La Fondazione si impegna a contribuire alla realizzazione dei progetti, che le verranno proposti, con un
contributo fino al 50% del loro costo complessivo, sino
ad un importo massimo di euro 50.000 se presentati
da una sola organizzazione o di euro 60.000 se proposti congiuntamente da più organizzazioni.
Si dovrà presentare un progetto preliminare agli uffici della Fondazione entro l’8 febbraio 2010 ed in
seguito il progetto definitivo entro il 15 marzo 2010.
Sul sito Internet www.fondazione-comasca.it sono disponibili il regolamento e il modulo da compilare
anche on line.
CRONACA
P A G I N A
24
Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
DONGO È SPIRATO IL 18 NOVEMBRE
A Dio fra’ Benedetto
I
n punta di piedi, così
come è entrato nella
vita di ognuno di noi,
alle 16.00 di mercoledì scorso, 18 novembre, fra Benedetto Mauri
è salito alla casa del Padre. È veramente difficile
saper e poter scrivere un
pensiero su una persona
che, veramente, ha dedicato tutta la sua vita alla
fede, alla preghiera, a
quella santità contenta
donandosi completamente a Dio. Mille ricordi e
pensieri invadono i nostri
cuori: chi di noi non ha conosciuto o sentito parlare di fra Benedetto? Praticamente nessuno. Basta
chiudere gli occhi per ricordarlo per il suo gioioso
sorriso con il quale ha saputo accogliere ogni persona che ha incrociato il
suo sguardo, per la sua
semplicità che l’ha reso unico, per la sua vogliosa
Fratel Mauri
si è spento all’età
di 83 anni
nel convento
della Madonna
delle Lacrime; un
frate francescano
da tutti conosciuto
ed amato che
veramente ha
fatto la storia
della comunità
di ROCCO PONCIA
dinamicità con la quale,
anche se non più giovanissimo, ha sempre saputo travolgere e coinvolgere chi gli è stato vicino,
anche solo per un istante. Un uomo di fede che
sapeva predicare anche
solo con uno sguardo, con
gli occhi, con la sua sem-
plicità. Stringendo le sue
mani callose frutto di una
vita dedicata al lavoro, alla preghiera, si sentiva una forza immensa che non
passava inosservata. Era
impossibile che nei suoi
discorsi mancasse la conferma della sua felicità di
essere diventato frate,
dell’abbandono completo
nelle braccia della sua
Madonna. Mai sono mancate parole di conforto a
chi era in difficoltà, una
dolce carezza e un coraggioso augurio carico di fede: “Vai avanti che la Madonna ti aiuta!”. Grazie
Benedetto, davvero, grazie di cuore per il rapporto speciale che hai saputo instaurare con ognuno
di noi. Per tutto quello che
ci hai insegnato ogni giorno, per averci fatto capire
che senza la fede non possiamo vivere nemmeno
un minuto. Hai voluto sa-
lutarci con discrezione
in mezzo a ciò che hai
sempre amato: i tuoi animali, i tuoi giardini, sotto
l’ombra di quel convento
che, grazie a te, è stato
completamente restaurato e fatto non solo di pietre, ma di amore di tutte
quelle persone che, in tutti questi anni, son state
vicine a te, ai frati, alla
Madonna delle Lacrime.
Perdonaci se stiamo vivendo momenti di angoscia per la tua morte. Scusaci se i nostri occhi sono
pieni di lacrime e i nostri
cuori di sofferenza. Sappiamo benissimo che tu
stai sorridendo con gioia
in quel paradiso che sempre hai sognato. Ti chiediamo solo di pregare per
noi, dove ora tu sei, così
come hai sempre fatto
ogni giorno della tua vita.
Grazie Benedetto. Ti vogliamo bene.
VALLE INTELVI
Novembre sui monti,
tra santi ed emigranti...
N
ovembre ha
tante facce: i
boschi si tingono di meravigliosi colori che
sembrano mischiati da un
pittore. Tanti e disparati
colori che vanno dal bianco candido dei tronchi delle betulle al verde cupo
degli abeti. L’amaranto, il
giallo oro, il grigio argenteo hanno strappato un
complimento di meraviglia l’anno scorso a mons.
Coletti che ai bambini di
Castiglione si era detto
convinto fossero stati loro
a dipingere il paesaggio,
informandosi poi (lasciando i piccoli a bocca aperta) quante notti avessero
impiegato per dipingere
tutti i boschi.
La simpatia e la capacità comunicativa del nostro vescovo stanno diventando proverbiali…
Ma novembre è anche il
mese dei tanti impegni. È
una specie di inventario
di quanto è stato raccolto
durante l’anno che sta per
finire.
Un tempo i giorni della
festività dei morti e la novena che seguiva erano
interamente dedicati al
ricordo dei defunti con
delle levatacce. Chissà
Era il mese
delle tradizioni,
del bilancio
di un anno, ma
anche del ritorno
a casa degli
uomini,
dopo mesi
di fatica
e di lavoro
all’estero
di RINA CARMINATI FRANCHI
perché la messa si celebrava alle cinque del mattino e per chi reclamava
e indugiava a lasciare il
calduccio del letto, c’era
sempre la paura di vedersi avverarsi la nota tiritera: I moort i ta tira i cuvert, se ta stee in lecc a
pultrunà, e num dala pagura na pareva propi da
sentii a tirà.
Poi arrivava S. Martino.
Non tanto simpatico, ma
accettabile, visto che era
il giorno del pagamento
dell’affitto dei campi e
delle case. In novembre le
case erano ricche dei frutti del raccolto e della vendita del bestiame che eccedeva. Così le donne erano fiere di poter pagare
l’affitto senza intaccare i
soldi che gli emigranti
avrebbero (speravano)
portato a casa dopo una
stagione di lavoro all’estero.
Poi il venticinque arrivava S. Caterina…i vacc
ala casina. Si facevano,
neve permettendo, gli ultimi lavori, sfruttando le
poche ore di luce, si riempiva la fuiera, la legnaia,
e i solai di legna, indispensabile per passare
tranquilli e sereni l’inverno che era alle porte e che
a ciamal al rispundeva.
Ed ecco arrivare l’ultimo di novembre, dedicato a S. Andrea. Il giorno
tanto atteso del ritorno
degli emigranti. Arrivavano a gruppi, portavano
allegria e gioia.
I bambini correvano loro incontro e frugavano
nelle tasche di tutti e nelle borse per cercare il cioccolato e le caramelle dure
a forma di ometto che noi
chiamavamo i pupin. Con
loro la solita raccomandazione: teneteli per l’albero di Natale… raccomandazione mai seguita. Le
valige, invece, erano tabù.
Le mamme non ci lasciavano rovistare dicendo
che c’era solo biancheria
sporca. Ma il vero motivo
era che contenevano i re-
gali per Natale.
Quando arrivavano gli
uomini dai Paesi dell’emigrazione, il paese sembrava risvegliarsi per gli ultimi lavori dell’anno e tirare un sospiro di sollievo.
Nelle famiglie le donne,
oltre a essere felici per il
ritorno del marito, si sentivano sollevate di tanta
responsabilità nella gestione della famiglia che
aveva gravato sulle loro
spalle durante tutto l’an-
no. Poi, come formiche, il
pittore, tempo permettendo, ridava calce alla casa,
lo scultore riparava il tetto allora fatto di piode, e
nei boschi si sentiva cantare la scure che smetteva soltanto per mezzogiorno, quando le donne e
i ragazzi raggiungevano
i padri e i fratelli maggiori portando nelle gerle il
pasto caldo e il caffè pronto da fare nel pentolino,
attaccato ai tre pali e alla
catena che formavano un
focolare di fortuna.
Era uno dei tanti modi
per stare insieme, ormai
con l’andare degli anni.
Gli uomini si aiutavano
dando e ricevendo giornate di lavoro a prestito, formando gruppi ben assortiti in cui a ognuno toccava il suo lavoro.
Ricordo ancora con nostalgia i cori, un po’ stonati, che accompagnavano il battere delle scuri e
lo stridio delle seghe, il
vociare dei bambini alla
ricerca degli ultimi funghi
e delle nespole selvatiche,
lo scampanio delle capre
e pecore che brucavano
l’ultima erba dei pascoli
vicino le case.
Non tutti gli emigranti, però, riuscivano a tornare a casa. Durante l’anno alcuni morivano, lontano, per malattia o per
incidenti sul lavoro e allora si organizzava una
veglia funebre e, al posto
del corpo del familiare
morto lontano, si metteva
il crocifisso, quasi nel segno che Gesù tenesse il
posto di chi non era più
riuscito a far ritorno.
Mamma mia, che ciciarada … Termino però con
la vecchia cantilena di
benvenuto agli emigranti. Troppo bella per essere ignorata: Sant’Andrea...boia i can (anche i
cani di casa stentavano
nel riconoscere il padrone
dopo tanto tempo trascorso lontano) è scià tucc i
Maestrann…duu davanti
e trii dadree... cunt la
bursa dii danee.
OSPEDALE GRAVEDONA: VIA LIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE
AL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E URGENZA: LA PAROLA PASSA ORA AL CONSIGLIO
Deliberazione importante della Giunta regionale che, nei giorni scorsi, ha scelto di
individuare l’Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona quale sede di Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione (Dea). Ora la parola passerà al Consiglio
regionale che dovrà confermare definitivamente la decisione. «Noi lo abbiamo sempre detto che l’ospedale di Gravedona ha le carte in regola per essere dichiarato
Dea, in quanto il presidio si trova su un territorio sprovvisto di altri ospedali e nel
quale gli spostamenti sono resi difficili da una rete viaria, a tratti addirittura disagiata e priva di infrastrutture”, ha commentato Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd. “Ancora una volta - ha affermato il consigliere del Pdl Gianluca Rinaldin
- Regione Lombardia è attenta al territorio comasco, in particolare all’Alto Lago,
per cui l’Ospedale di Gravedona svolge un’insostituibile funzione di pubblica utilità anche nell’ambito di partecipazione alla rete di emergenza urgenza. La delibera
della Giunta regionale va nella direzione di quanto richiesto lo scorso luglio in
un’interrogazione presentata insieme al collega Gaffuri, in cui è stato formalmente
richiesto all’assessore Bresciani il riconoscimento della funzione Dea al presidio
sanitario. Era un impegno preso verso i sindaci e i cittadini dell’Alto Lago ed è un
impegno che è stato mantenuto”. Il nosocomio ha registrato, negli ultimi anni, un
aumento significativo di casi trattati in tutti i settori, dalla rianimazione al pronto
soccorso; sta realizzando un’elisuperficie per i voli notturni e, avendo un assetto che
comprende le unità operative di rianimazione, neurochirurgia, chirurgia vascolare,
cardiologia con Utic (Unità di terapia intensiva e cardiologia), ortopedia traumatologia con sala gessi, un centro autonomo trasfusionale, servizi di radiologia , oltre a
tutte le specialità di medicina generale, di fatto, svolge già le funzioni di un Dea da
un decennio.
P A G I N A
26
CRONACA
ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
INCONTRO CON CATTANEO INDICAZIONI DALL’ASSESSORE REGIONALE
Progetti e futuro
delle infrastrutture
’
L
assessore regionale alle infrastrutture e mobilità, Raffaele Cattaneo è stato a
Cuveglio venerdì scorso
20 novembre per affrontare con Amministratori
e Cittadini le criticità della mobilità in Valcuvia.
L’appuntamento era alle
18.00 nella sala polivalente del Comune di
Cuveglio, ove al tavolo dei
relatori erano presenti
anche, Carlo Baroni Assessore al territorio della
Provincia di Varese, Marco Galbiati assessore della Comunità Montana
Valli del Verbano, il sindaco di Laveno Ercole
Ielmini, quello di Cuveglio Giorgio Piccolo e l’assessore della Comunità
Montana del Piambello
(nata dalla fusione della
CM Valganna-Valmarchirolo con la CM Valceresio)
Paolo Sartorio. La ricca
platea era invece composta da cittadini e da tanti
amministratori della valle, intervenuti per cogliere le novità in campo
viabilistico relativo alla
zona. Durante la serata,
infatti, è stato succintamente illustrato ai presenti l’accordo in corso di
perfezionamento tra gli
enti interessati, relativo
alla realizzazione dell’ultimo tratto di SP1 che collegherà Cittiglio con
Laveno – Mombello e permetterà di eliminare due
importanti passaggi a livello uno sulle ferrovie
Nord a Cittiglio e l’altro
sulla linea FS a Laveno
Mombello. Altro argomento trattato è stata la
proposta di progetto - condivisa dai sindaci della
zona - della variante alla
strada statale 394 che
servirà per togliere il traffico in transito dal centro
di Cuveglio. Tale percorso è un’ipotesi parzialmente alternativa rispetto al tracciato previsto nel
Piano territoriale di Coordinamento Provinciale e,
quindi, dovrà essere ancora approfondito dalle istituzioni, prima di arrivare ad una programmazione definitiva del tracciato. Da ultimo sono state
elencate le opere che serviranno per velocizzare e
rendere meno pericoloso
il collegamento – utilizzato per lo più dai frontalieri - Ponte Tresa-Cuveglio, con l’allargamento
della strettoia tra Cunardo e Ferrera, la sistemazione della strada per
Grantola e la realizzazione di una nuova rotonda
a Mesenzana. In questo
contesto hanno trovato
spazio anche due altri
progetti di rotatorie poste
alle due estremità della
strada che porta a Cassano Valcuvia, vale a dire
una nuova rotonda a Rancio, all’incrocio per Cantevia/Cassano e una seconda nel punto in cui la
strada di Cassano si reimmette a nord sulla SS 394.
A queste proposte ha ben
risposto l’assessore Cattaneo il quale ha ribadito
che la Regione Lombardia
è pronta a sostenere e portare avanti tali progetti
perché necessari al territorio e perché frutto di
condivisione da parte degli amministratori locali,
non solo, Cattaneo ha anche ricordato l’impegno
della regione per allargare e mettere in sicurezza
il collegamento Luino
Confine di stato di Zenna
RITIRO D’AVVENTO
E CALENDARIO
VOCAZIONALE
Per adolescenti e giovani della zona pastorale
la Commissione Giovanile e Vocazionale di zona
ha programmato il “Ritiro d’Avvento” dal titolo
“Nulla è impossibile a Dio – Cristo speranza
dell’uomo”, che si terrà domenica 29 novembre
a partire dalle ore 14.30 presso la Villa Immacolata in via per Nasca 5, a Castelveccana (Va).
L’incontro verrà tenuto da padre Corrado e padre Samuele. La celebrazione della S. Messa
concluderà l’incontro. La medesima commissione ha reso noto, inoltre, in questi giorni anche il
calendario 2009/10 degli incontri zonali per giovani dai 18 anni in su, che si svolgeranno la
domenica a partire dalle 18.30, come sotto riportato:
• 13 dicembre, oratorio di Cittiglio;
• 17 gennaio, oratorio di Azzio;
• 21 marzo, oratorio di Ponte Tresa.
Ci saranno, inoltre, per la stessa fascia d’età, il
ritiro di quaresima nel pomeriggio del 21 febbraio al convento dei Passionisti di Caravate;
la Via Crucis a Cassano Valcuvia la sera del 27
marzo; la Veglia di Pentecoste il 22 maggio a
Ponte Tresa e la partecipazione al pellegrinaggio diocesano al Soccorso, sabato 24 aprile. Per
i 14enni sono programmati, invece due appuntamenti Pre-Molo 14 la sera di sabato 16 gennaio a Cittiglio e sabato 17 aprile a Ponte Tresa;
per i chierichetti la riunione zonale il 30 maggio a Cittiglio e, per i cresimandi l’incontro annuale domenica 7 marzo, sempre a Cittiglio.
(inizio lavori per febbraio
2010), lo studio per l’eliminazione di altri passaggi a livello lungo la rete
ferroviaria dell’alto varesotto, lo studio per una sistemazione della SP 32
nel tratto di attraversamento del comune di Caravate. Soddisfazione al
termine dell’incontro tra
gli amministratori locali
per la concretezza delle
parole ascoltate e per la
convinzione che, come nel
recente passato, gli enti
superiori – Regione e provincia – siano pronte a recepire le proposte del territorio, a condividerle e a
portarle a realizzazione,
per il bene di tutti.
ANTONIO CELLINA
VALCUVIA DALLA FONDAZIONE CARIPLO
Finanziamenti prati magri
el corso del
2008 l’allora Comunità Montana della Valcuvia aveva ottenuto un finanziamento di
106mila euro da Cariplo
sul bando “Tutelare e valorizzare la biodiversità”,
relativo ad uno studio sui
prati magri, cioè quelle
aride distese erbose – un
tempo molto più diffuse di
oggi sui monti prealpini che sono un ambiente di
alto valore naturalistico,
la cui conservazione è fondamentale per la tutela
della biodiversità. Esempi di queste aree sono in
Valcuvia la Val Buseggia
– poco sopra Vararo, in comune di Cittiglio – e le
cenge prative diffuse sul
Monte Sangiano, tra la
N
località San Clemente e
Caravate. In questi giorni si sono conclusi i primi
rilevamenti botanici e
faunistici inseriti nel progetto finanziato. L’indagine si è concentrata nelle
due aree della Val Buseggia (Cittiglio) e del Monte Sangiano (Caravate) e
ha permesso la catalogazione di esemplari tipici
della fauna di questi luoghi e cioè invertebrati della specie dei lepidotteri
(farfalle). I prossimi dati
forniranno i numeri di
specie che interessano coleotteri e ortotteri che popolano i prati magri della Valcuvia. Lo studio è
stato realizzato con la supervisione scientifica dell’Università di Milano
Bicocca e dell’Università
dell’Insubria di Varese,
mentre il lavoro è stato
svolto dall’equipe di botanici e naturalisti coinvolti nel progetto. Prossimamente in alcuni lotti verranno condotte le prime
prove di decespugliamento, finalizzate al recupero
di aree particolarmente
invase dagli arbusti. Lo
studio ha anche lo scopo
di monitorare i cambiamenti indotti dalle operazioni di sfalcio su fauna e
vegetazione e individuare di conseguenza i metodi di gestione più appropriati di queste zone, con
l’intento di ripristinare alcuni pascoli magri, caratteristici dei versanti rocciosi ed esposti al sole dei
monti valcuviani.
A.C.
CAMPAGNA DI RIDUZIONE DEI RIFIUTI
Anche in provincia di Varese è in corso la campagna della Settimana Europea
per la riduzione rifiuti. «La riduzione dei rifiuti – ha dichiarato l’assessore a
Tutela Ambientale, Ecologia ed Energia Luca Marsico – è importante e vogliamo rilanciare su tutto il territorio un segnale forte sull’opportunità della riduzione e del riciclo degli imballi. Gli ottimi risultati ottenuti sulla più generale questione della raccolta differenziata possono quindi essere migliorati anche grazie
a queste importanti iniziative e soprattutto con la grande collaborazione degli
Enti locali e dei cittadini, che si dimostrano molto sensibili riguardo a questo
aspetto». La settimana europea per la riduzione dei rifiuti è un progetto triennale
supportato dal programma LifePlus, della Commissione Europea fino al 2011,
per promuovere iniziative locali di riduzione e prevenzione della produzione dei
rifiuti. Con il termine di “prevenzione” l’Unione ha voluto ampliare il concetto di
riduzione della produzione dei rifiuti, inserendo fra le possibili azioni, l’insieme
delle misure prese per evitare che una sostanza, un materiale o un prodotto
diventi rifiuto. Queste misure hanno lo scopo quindi di ridurre la quantità dei
rifiuti prodotti, attraverso il riuso o l’allungamento della vita dei prodotti ed i
loro effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute umana. Due gli obiettivi: sensibilizzare le mamme e abbattere l’utilizzo di imballi, specie per l’acqua e il latte.
P A G I N A
27
Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
MORBEGNO SERATA DI APPROFONDIMENTO IL PROSSIMO 3 DICEMBRE
Per confrontarsi sul «fine vita»...
’
L
associazione Siro Mauro per le
Cure Palliative
in provincia di
Sondrio, operativa dal 2002 nei reparti
di Sondalo e Morbegno
dell’Unità di Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna e sul territorio della provincia, organizza giovedì 3 dicembre alle ore 17.00 presso l’auditorium Sant’Antonio di Morbegno,
un incontro pubblico dal
titolo: Fine vita: tra diritti e diritto. Interverranno: Amedeo Santosuosso, consigliere Corte d’Appello di Milano,
presidente del Centro
Interdipartimentale di
ricerca ECLS Università degli Studi di Pavia;
don Battista Rinaldi,
incaricato diocesano per
la catechesi. Moderatore della serata sarà Donato Valenti, medico,
responsabile Unità di
Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna e
vice presidente dell’associazione Siro Mauro. L’iniziativa è patrocinata
da. Aovv, Asl, Comune di
Morbegno, Comunità
Montana di Morbegno,
Provincia di Sondrio.
La Siro Mauro, associazione di volontariato
che quotidianamente
opera per lenire il dolore delle persone affette
da malattie inguaribili
nelle fasi finali della vita,
non può esimersi dallo
stimolare al proprio interno e anche verso tutta la popolazione un dibattito culturale sulle
tematiche etiche sulla
fine della vita, fornendo
gli strumenti per accrescere le conoscenze e
poter esprimere così
motivati pareri al riguardo. È noto il dibattito in
corso, anche a livello
parlamentare, in merito
a diverse proposte di legge sul testamento biologico o analoghi, come
possibile strumento per
salvaguardare o regolare la volontà di cura di
chi si trovasse in condizioni di non intendere o
non poter comunicare la
propria volontà. Inoltre
è da ricordare la recente approvazione di una
legge nazionale che valorizza le cure palliative,
e che nello specifico prevede un osservatorio nazionale permanente,
stanzia dei fondi ad hoc
per tale servizi, semplifica le prescrizioni dei
farmaci necessari in que-
sversalmente tutta la società civile. Come spesso accade, il dibattito intorno a temi che coinvolgono la vita umana
rischia di trasformarsi
da un civile confronto
tra opinioni differenti in
una rigida contrapposizione tra schieramenti
ideologici. Eppure, alla
base di tutto vi è il desiderio comune di contribuire ad evitare, laddove
possibile, la sofferenza,
soprattutto quando essa
è correlata alle fasi conclusive della vita». Migliorare la qualità della
vita, fino alla fine, per
POMERIGGI MUSICALI A SONDRIO
sta fase della malattia,
sviluppa la cosiddetta “rete delle cure palliative”,
vale a dire l’assistenza a
casa e in hospice (reparto di cure palliative), investe sulla formazione
degli operatori, e promuove campagne istituzionali di comunicazione
per informare i cittadini… «Tale dibattito, anche in Italia, è prepotentemente uscito dagli
ambiti dei mondi della
scienza e della bioetica
– riflette Furio Zucco,
presidente della Società
Italiana di Cure Palliative – coinvolgendo tra-
SOLIDARIETÀ SIAMO ALLA TREDICESIMA EDIZIONE
E ritorna la Colletta Alimentare
Q
uella che sabato si svolgerà
anche in provincia di Sondrio
sarà la 13a Giornata della Colletta Alimentare, organizzata dalla Onlus Fondazione Banco Alimentare e dalla Compagnia delle Opere che propongono il semplice gesto
della carità di condividere
la propria spesa con chi è
nell’indigenza. A guardare
i numeri del raccolto dello
scorso anno c’è da rimanere sbalorditi: quando già si
faceva sentire la crisi economica, oltre cinque milioni di italiani, con l’aiuto di
centomila volontari, hanno
donato poco meno di novemila tonnellate di generi
alimentari per un valore di
oltre 27 milioni di euro, di-
stribuiti a milioni di poveri attraverso ottomila enti
convenzionati col Banco
Alimentare. «Questi numeri però si comprendono, se
si pensa al cuore che sta all’origine del gesto di tante
persone - osserva Ruggero
Sainaghi, da anni responsabile provinciale per la
Colletta - significato che ritroviamo nelle parole che
ogni anno accompagnano
l’iniziativa e che stavolta
sottolineano l’esperienza
di quasi tutti i volontari di
“Imbattersi in volti lieti e
grati, per la sorpresa di essere voluti bene, (evento che)
scatena un desiderio e un
interesse vivo e palpabile
che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione”. Per questo chi partecipa una volta alla Colletta
ammalati e familiari,
“non più giorni alla vita
ma più vita ai giorni”, rispettando le decisioni
individuali, oltre che attirare l’attenzione sulle
responsabilità che la società ha nei confronti delle persone più fragili, indifese e morenti, affinché ricevano cure adeguate, rispondendo ai bisogni di tipo psicosociale,
spirituale oltre che fisici. Riducendo la sofferenza, ogni tipo di sofferenza, si possono aiutare le
persone ad affrontare
serene l’ultima parte
della propria vita.
ritorna, molto spesso non
da solo, ma insieme a
qualcun altro conquistato
dal racconto della sua
esperienza». «Tutte le persone che ho coinvolto - conferma Francesco Fabani,
referente della Caritas
provinciale - sono state
sempre molto contente e
disponibili, tanto da voler
partecipare anche al lavoro di imballo e smistamento successivo a quello di
raccolta nei vari supermercati, perché convinti della
bellezza e dell’utilità di
quello che fanno. I numeri
del Banco Alimentare mi
hanno spinto anche a pensare che, se non ci fosse,
milioni di persone oggi vivrebbero la crisi in modo
ben più profondo e drammatico. Per questo dico
che, se un’iniziativa così
non ci fosse, bisognerebbe
inventarla, tanto più che
dallo scorso anno, possiamo attingere direttamente al raccolto della Colletta per distribuirlo ai nostri
enti sul territorio in rapporto ai bisogni segnalati».
Gianni, invece, racconta
che l’anno scorso si è trovato a fare la Colletta presso
un supermercato a Castione Andevenno. Lì ha notato che gli extracomunitari
sono fra i più generosi, magari arrivano per fare la
spesa a bordo di un’auto
che sta insieme per miracolo, tutto di loro denuncia
che non navigano nell’abbondanza, e tuttavia non
possono fare a meno di ricordarsi di aver vissuto le
stesse difficoltà a mettere
insieme il pranzo con la
cena e sono solidali con
quelli più poveri di loro.
Luigi invece sottolinea
che, pur essendo in pensione, alcuni suoi ex colleghi
lo hanno chiamato già nella prima settimana di novembre, per informarsi se
anche quest’anno ci sarebbe stata la Colletta e per
pregarlo di ricordarsi di
chiamarli, perché volevano
esserci. «In un gesto come
questo - ha concluso - non
c’è il rischio di cadere nell’abitudine e di perdere di
vista le ragioni che spingono a farlo, perché ho scoperto in tutti il bisogno di donare è così profondamente
connaturato che basta poco
per farlo emergere». A confermare che questa osservazione è vera c’è la richiesta da parte di tanti donatori di ripetere altre volte
durante l’anno il gesto della Colletta. Pertanto, si sta
pensando quali potrebbero essere le modalità concrete per realizzare anche
in provincia un Banco
Alimentare. Quest’anno
tra i gruppi organizzati di
volontari, oltre agli alpini,
il cui contributo umano e
organizzativo come sempre
sarà determinante, e ai
giovani e agli adulti di Comunione e liberazione, ci
saranno anche gli scout, che
si uniranno nel pomeriggio
a dare una mano. All’ingresso dei supermercati i
volontari distribuiranno la
busta per la spesa della solidarietà da riempire coi
Univale e dell’associazione culturale Asma di
Sondrio, invitano ai “Pomeriggi Musicali
dell’Oncologia” terza edizione. La prossima esibizione si terrà presso l’Aula Magna dell’ospedale di
Sondrio sabato 28 novembre alle ore 17.00. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare la comunità
sondriese e valtellinese verso un percorso di
umanizzazione della realtà ospedaliera. Gli interpreti della performance artistica del 28 novembre
saranno gli allievi della Civica Scuola di Musica
della Provincia di Sondrio: il tema dell’esibizione è
“Musica in Relazione”.
LA FIGURA FEMMINILE
NEI MASS MEDIA OGGI
Sabato 28 novembre dalle ore 9.00 alle 12.30,
presso la Sala Vitali del Credito Valtellinese,
via Pergole, angolo via Cesura a Sondrio si terrà il
7° Convegno/Tavola rotonda sul tema “Tv, Tv delle
mie brame… chi è la più bella del reame?”. Seduzioni, mutazioni, ossessioni del corpo femminile nei
mass-media a cura di “Argonaute”. Coordinamento
e introduzione di Mariella Londoni, docente di Filosofia e socia Argonaute; ne discutono: Elena Braito,
studiosa di semiotica dei nuovi media a Sondrio;
Edgardo Sandrini, psichiatra; Giannina Corvi, ostetrica; Irene Riva, esperta di tematiche di genere.
Programma:
• ore 8.30: registrazione partecipanti;
• ore 9.00: apertura lavori con Mariella Londoni;
• ore 9.20: proiezione del documentario “Il corpo
delle donne”;
• dalle ore 9.50 alle ore 10.20 interverranno: Elena Braito, Edgardo Sandrini, Giannina Corvi, Irene
Riva;
• ore 10.30: intervallo;
• ore 10.45: pubblico dibattito;
• ore 12.15: conclusioni e prospettive.
La partecipazione è a ingresso libero.
Informazioni presso segreteria “Argonaute”, tel.
333.3554485; e-mail: [email protected];
[email protected]; www.argonaute.org.
prodotti suggeriti sul volantino (olio, omogeneizzati, prodotti per l’infanzia,
tonno e carne in scatola,
pelati e legumi). Infine, ricordiamo che la Fondazione per la Sussidiarietà, in
collaborazione con docenti
delle Università Cattolica
di Milano e di Milano
Bicocca, ha realizzato il volume La povertà alimentare in Italia. Prima indagine quantitativa e qualitativa, dove si conclude che
oggi in Italia la povertà colpisce 3 milioni di persone
e le cause principali sono
la solitudine, l’allentamento dei legami familiari, della rete di amicizie, dell’appartenenza alla comunità.
“Oggi uno può diventare un
‘nuovo povero’ - scrive a
questo proposito Giorgio
Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà - chi ha in casa
un malato cronico da curare; chi perde il lavoro a 50
anni per un’improvvisa crisi aziendale; chi, senza una
pensione adeguata, si ritrova anziano senza parenti che lo sostengono; chi si
trova ad affrontare separazioni matrimoniali e non
riesce a mantenersi da
solo. La famiglia che si disgrega può segnare anche
l’inizio di un’esclusione nei
casi di gravidanza precoce,
malattia mentale, tossicodipendenza, abusi. Nella
definizione di povertà non
si può più considerare solo
il reddito, ma bisogna includere la vulnerabilità, il
rischio, la marginalizzazione, la limitazione nelle
scelte. Il vero indigente alimentare non è solo quello
che non ha il pane: è colui
che non riesce a migliorare
la propria condizione. Così,
questa indagine conduce a
capire che la questione cruciale nella lotta alla povertà è l’educazione del povero a ricostruire questi legami, a prendere iniziativa verso la propria condizione”.
PI.ME.
P A G I N A
28
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
VIABILITÀ DALL’ALTO I LAVORI DEL CANTIERE DEL PRIMO STRALCIO, PRIMO LOTTO, DA FUENTES A COSIO
E la nuova «38» prende forma
L
a cerimonia di posa
della prima pietra
dei lavori per la realizzazione del primo stralcio, primo
lotto della nuova statale 38
avvenne con tanto di cerimonia ufficiale lo scorso 28
febbraio. Una manifestazione in grande stile – con
la “retorica” che l’evento
imponeva – presso il Polo
Fieristico di Morbegno. «È
un’opera attesa da tempo,
in primo luogo dalle popolazioni locali – spiegò in
quella sede il presidente
dell’Anas Pietro Ciucci poiché l’attuale tracciato,
disegnato in epoca imperiale (parliamo di Maria
Teresa d’Austria) e asfaltato nei primi decenni del
Novecento, è ormai obsoleto sia per l’eccessiva tortuosità, sia perché attraversa
nuclei ad alto insediamento abitativo. I lavori del
primo tratto della Variante, dal Trivio di Fuentes
a Cosio Valtellino, che
avrà due corsie per senso
di marcia». Il primo tratto
della Variante sarà lungo
circa 9,3 km e costituirà la
Variante alla Strada Statale 38 “dello Stelvio”, dall’incrocio con la Strada Statale 36 “del Lago di Como
e dello Spluga” (Trivio di
Fuentes) al Comune di Cosio Valtellino. Verrà realizzato anche lo svincolo di
Cosio, che assicurerà il collegamento con la esistente Statale 38. La principale opera da realizzare,
all’interno del nuovo tratto, sarà costituita dai “Viadotto Valtellina”, della lunghezza di 3.860 metri. Le
altre opere di rilevanza
sono costituite dal “Viadotto Fuentes” (348 metri) e
dal “Viadotto Borgofrancone” (106 metri). La strada
sarà larga oltre 23 metri
(oggi, in alcuni punti, non
si raggiungono i 7 metri e
mezzo…). Nel suo complesso l’investimento richiesto dalla nuova infrastruttura sarà di oltre
220 milioni di euro. Regione Lombardia e Provincia di Sondrio contribuiscono alla realizzazione dell’opera con l’importante
contributo complessivo di
97 milioni. La durata dei
lavori è prevista in 780 gior-
ni e la nuova opera verrà
ultimata entro l’aprile
2011.
Negli ultimi mesi si sono
registrate code polemiche
sulla questione “espropri”
(oltre trecento i proprietari interessati dal provvedimento), sulla presenza “ingombrante” dei mezzi di
cantiere, mentre è di metà
novembre il duro scontro
fra Ente Provincia e comune di Cosio Valtellino in
merito alla progettazione
definitiva dello svincolo,
che insisterà proprio sul
territorio dell’amministrazione della bassa valle, cui
viene chiesto il sacrificio
maggiore in termini di impatto ambientale e di terra messa a disposizione
dell’infrastruttura: 1 milione di metri quadrati
di territorio e 7 chilometri di strada (sui poco
meno dei 10 complessivi di
tutto il tracciato) sacrificati affinchè quest’opera possa diventare realtà.
Alla fine lo svincolo comprenderà un sovrappasso,
per scavalcare Adda e ferrovia, e non un sottopasso
come auspicato dal comune guidato da Fausta Svanella: questa seconda soluzione avrebbe richiesto
un impegno economico troppo elevato. Quindi il nulla
osta definitivo è arrivata
per la prima ipotesi progettuale.
«I lavori procedono spediti
e nel rispetto del crono programma – ha affermato a
inizio settimana il presidente della Provincia Massimo Sertori –: l’opera
sarà completata fra un anno e mezzo». Sertori, l’assessore alla grande viabilità Ugo Parolo e l’onorevole Maurizio Del Tenno
hanno compiuto una ricognizione area del cantiere. «I lavori – hanno affermato – sono in corso su
più fronti: dall’alto è stato possibile constatare
l’avanzamento del cantiere. Il tracciato è tutto definito, rotonda compresa,
così come sono state gettate le basi per le parti in viadotto. L’impressione è di un
buon impatto sull’ambiente (8 i milioni di euro destinati alle opere di mitigazione ambientale), di
certo migliore dello spettacolo offerto dallo sviluppo
urbanistico disordinato
dei moltissimi capannoni
presenti lungo la statale».
Ora la scommessa è proiettata sul 2011. Completato il primo stralcio primo lotto si vorrebbe partire con il cantiere della variante di Morbegno, che
consentirebbe di by-passare il capoluogo del Bitto e
da Cosio immettersi diret-
tamente sul viadotto del
Tartano: infrastruttura
per la quale, al momento,
mancano all’appello 85
milioni di euro.
La Strada Statale 38, nella sua configurazione attuale, a causa delle sue ordinarie condizioni di saturazione del traffico, limita
lo sviluppo locale del territorio e condiziona pesantemente la qualità della vita
dei residenti. Proprio per
risolvere i problemi di viabilità di accesso alla Valtellina nel dicembre 2006
venne sottoscritto tra
l’Anas, il Ministero delle
Infrastrutture, la Regione
Lombardia, la Provincia di
Sondrio, la Camera di
Commercio di Sondrio, la
Comunità Montana e i Comuni della Valtellina uno
specifico Accordo di Programma. «Con l’apertura
di questo cantiere – promi-
se sempre Ciucci lo scorso
febbraio – vengono poste le
premesse per il futuro prolungamento e completamento dell’arteria. Il progetto definitivo del 2°
stralcio del 1° Lotto della
Variante di Morbegno prevede il proseguimento della variante con un tratto a
singola carreggiata dallo
svincolo di Cosio allo svincolo di Tartano, per un investimento di 250 milioni
di euro. Voglio sottolineare che nella programmazione Anas è previsto anche il
raddoppio a quattro corsie
di questo tratto, con un investimento dl ulteriori 280
milioni di euro». Lo scorso
giugno Conferenza dei servizi e Cipe hanno dato il via
libera all’opera, per la quale, però, mancano gli 85
milioni già ricordati prima.
«È il primo grande cantiere che si inaugura in Valtellina dopo le opere della
ricostruzione nel post-alluvione – osservò durante la
cerimonia morbegnese l’assessore regionale Raffaele Cattaneo -. Questa opera, però, da sola non basta».
Cattaneo si impegnò in un
programma non da poco:
terminato il primo stalcio,
nel 2011, si vorrebbe far
partire il cantiere per
l’attraversamento di Morbegno (da concludere entro
il 2014), che da solo costa
più dei lavori avviati sabato; a partire da febbraio
2012 (da terminare entro il
2015) dovrebbe avviarsi
l’opera per la tangenziale
di Tirano; infine nel periodo gennaio 2010-maggio
2012 lavori per la tangenzialina di Bormio-Santa
Lucia. Le date sono state
segnate sul calendario. Il
Sole24Ore, di recente, ha
definito il cantiere del primo stralcio primo lotto
come la prima opera per
importanza, impatto e investimenti attualmente in
corso in Italia (al secondo
posto la tangenziale di Padova). Per il prosieguo dei
lavori la difficile congiuntura economica, la crisi e
le difficoltà di bilancio non
sono elementi da sottovalutare.
ENRICA LATTANZI
NUOVA URBANISTICA PIAZZA GARIBALDI, IL SUO PARCHEGGIO, MA ANCHE PIAZZA CAMPELLO E CORSO ITALIA
Sondrio: le sue piazze cambiano e si trasformano
H
a preso il via da
circa un mese la
seconda grande
opera del piano
integrato di intervento per la riqualificazione delle piazze centrali della città di Sondrio. Dopo l’inaugurazione di piazza Garibaldi e
la ripavimentazione di
corso Italia, sono cominciati i lavori per la riqualificazione di piazza Campello. Nella mattinata di
sabato 17 ottobre, gli assessori Michele Iannotti
e Fabio Colombera, avevano incontrato i sondriesi proprio nella piazza antistante il municipio per illustrare i progetti dei lavori cominciati nella settimana successiva. La prima parte
del progetto, condivisa
dai diversi schieramenti del consiglio comunale e divenuta esecutiva,
sarà terminata nei prossimi giorni e ha visto la
realizzazione di una piazzetta rialzata, con la posa, avvenuta lo scorso
martedì, di un filare di
quattro querce sul lato
sud della Collegiata, nell’area dove sorgevano
l’oratorio e il chiostro
della chiesa. La zona è
stata pavimentata con la
stessa pietra utilizzata in
piazza Garibaldi e in corso Italia, mentre all’ombra degli alberi è stata
realizzata un’area di sosta con diverse panchine. Il crono-programma
indica il 27 novembre
come data di conclusione dei lavori: per il momento sembra che tutto
proceda secondo le previsioni. L’intervento dovrebbe in ogni caso essere concluso, al più tardi, per la fine del mese
di novembre, in modo da
non intralciare lo shopping prenatalizio e le manifestazioni di “Sondrio
è... inverno”.
Il progetto prevede nei
prossimi mesi, la trasformazione dell’aiuola
davanti al Credito Valtellinese, dove un tempo si
trovava la chiesa del
Suffragio, in una “stanza urbana all’aperto” con
una grande fontana circondata da spazi per sedersi e una nuova alberatura, la realizzazione
di uno spazio di sosta all’angolo fra corso Italia
e corso XXV Aprile, e la
valorizzazione dell’area
della fontana accanto
alla torre ligariana. L’idea del sagrato con gli alberi è però, finora, l’unica che mette d’accordo
maggioranza e opposizione. Dai gruppi di minoranza sono arrivate diverse critiche all’impianto complessivo del progetto: secondo Danilo
Sava del Pdl e Andrea
Massera di Sondrio Liberale, infatti, il Campello
con questo allestimento
finirebbe per somigliare
troppo a piazza Garibaldi, con un disegno che
«trasmette un’idea di
freddezza ed è troppo dominato dalla pietra». Secondo i consiglieri di opposizione servirebbero
più spazi verdi, ma anche soluzioni capaci di
rendere il più possibile
accogliente «quello che
per i sondriesi deve essere un luogo d’incontro
importante».
In vista della seconda
fase del progetto fa discutere anche l’ipotesi,
ormai quasi certa, dell’abbattimento del cedro
che si trova davanti alla
sede della banca. Il dibattito che, da più parti,
ha animato la città nelle ultime settimane, ha
quasi fatto perdere di
vista gli altri aspetti dell’intervento di riqualificazione della piazza.
Secondo gli esperti, il
cedro di piazza Campello
non è in buone condizioni e, in futuro, la situazione non farà che peggiorare. L’architetto Fabio Della Torre della società Stelline, nella se-
duta di ottobre della
commissione consigliare
per l’urbanistica, ha spiegato ai consiglieri i motivi che hanno portato ad
ipotizzare l’eliminazione
di quello che per tanti
sondriesi è l’albero di Natale della città per antonomasia. «Prima di iniziare l’elaborazione del
progetto – ha spiegato il
professionista a nome
del team dei progettisti
– abbiamo richiesto una
relazione tecnica ad esperti del settore, come
fato anche nel caso del
giardino di palazzo Martinengo, per avere gli elementi per valutare la
conservazione dell’albero, il taglio, oppure lo spostamento.
prosegue nella pagina
accanto
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
P A G I N A
29
SONDRIO ANCHE UN BLOG PER IL CEDRO DA ABBATTERE
Il dibattito è aperto
S
i tratta di un
Cedrus deodata,
una pianta originaria dell’Himalaya che grazie
alla sua crescita rapida
divenne molto di modo
a partire dal primo ottocento per i giardini all’inglese, ed è stato messo dimore nei primi anni
sessanta. Il problema è
che l’aiuola è formata da
uno strato di terreno riportato sopra le fondamenta della chiesa del
Suffragio, abbattuta nel
1941, quindi il cedro non
ha avuto spazio adeguato per sviluppare l’apparato radicale grande e
diffuso in profondità che
è tipico di questa varietà. L’albero quindi risulta poco stabile e per
giunta sbilanciato perché negli anni scorsi la
cima venne tagliata e un
ramo ne ha preso il posto, crescendo lateralmente e poi verso l’alto.
Inoltre lo stato di salute
del cedro non è dei migliori, anche perché l’albero crescendo ha “inglobato” anche pali e cavi
che erano posati nell’aiuola e, con l’andare
del tempo, lo sviluppo
“sfasato” dei due tronchi
comprometterà sempre
più la stabilità della pianta».
Mentre in città è nato
anche un comitato di cittadini che chiedono all’Amministrazione di
salvare il cedro, è intervenuta nel dibattito anche Legambiente. «Gli
alberi sono importanti –
ha scritto l’associazione
ambientalista in un comunicato –: Legambiente lo ha affermato con
forza quando ha detto
che non si può rifare un
bosco piantando alberi,
come nel caso del taglio
dell’ontaneto di Cedrasco. Legambiente sa che
sistemando opportunamente a verde gli spazi
cittadini si può migliorare la qualità ecologica
del centro di Sondrio,
magari sacrificando il
cedro». «L’attaccamento
Fotoservizio MF
al cedro dimostrato da
Sondrio colpisce favorevolmente Legambiente
– ha affermato Ruggero
Spada di Legambiente
Valtellina –, che ha a
cuore la qualità ambientale complessiva del nostro capoluogo e del suo
verde pubblico. Ma un
verdetto ambientalista,
forse atteso e in qualche
modo richiesto, merita
qualche riflessione preliminare. Quel singolo
cedro, non è una pianta
monumentale e il Comune non ha un regolamento del verde che ne
impedisca il taglio. Non
ha particolari pregi ecologici e, come molti altri alberi sempreverdi, è
utilizzato più del necessario nel verde pubblico».
Lo scorso sabato, intanto, il comitato di cittadini, che ha aperto
persino un blog (http://
cedrocampello.blogsp
ot.com), ha raccolto firme e fondi con un banchetto allestito proprio
di fronte all’ormai celebre pianta. Dopo la petizione contro l’abbattimento del cedro, che in
poche settimane ha superato quota mille ade-
sioni, i promotori hanno
deciso di fare un passo
avanti per chiedere al
Comune di far eseguire
una perizia esaustiva
sullo stato di salute dell’albero, per avere un
ulteriore parere rispetto a quello espresso dalla relazione stilata a suo
tempo dalla naturalista
Maria Grazia Ciccardi.
Per coprire i costi della
perizia il comitato ha
chiesto aiuto alla popolazione e sembra che
numerosi sondriesi abbiano risposto all’appello: «abbiamo già raccolto moltissime firme –
spiegavano sabato pomeriggio dal comitato –
e la raccolta fondi procede a gonfie vele: molti
sono passati in piazza
Campello proprio per dare il loro contributo, ed
è una soddisfazione vedere che i cittadini sostengono questa iniziativa con convinzione.
Non abbiamo ancora perso le speranze di poter
salvare il cedro, e ci auguriamo che il Comune
accolga la richiesta della perizia autofinanziata, perché questo consentirebbe di fare chiarezza sulla situazione
partendo da dati scientifici dettagliati».
In questi giorni l’iniziativa del comitato sta
proseguendo con la raccolta di ulteriori adesioni e contributi nei negozi della zona che finora
hanno sostenuto la petizione. Le firme verranno poi consegnate a palazzo Pretorio, a corredo della richiesta, indi-
rizzata al sindaco Alcide
Molteni, di commissionare una perizia dettagliata ad un dottore forestale specializzato.
Non rimane ora che attendere il finale di questa storia che coinvolge
e appassiona l’opinione
pubblica e i media. Su
internet sono diversi gli
interventi contrari o favorevoli all’abbattimento del cedro: i toni usati
dagli interlocutori cominciano a diventare forse esagerati… si tratta
pur sempre di una pianta! È vero che per molti
sondriesi il cedro è un
simbolo del Natale e di
vecchi ricordi, ma forse
potrebbero esserci altre
priorità e attenzioni in
vista della celebrazione
della nascita del Signore. Prima che per una
pianta, petizioni e raccolte di fondi si potrebbero fare per quelle persone – e non sono poche
in città – che vivranno
un Natale povero e carico di difficoltà ben più
gravi di quelle del cedro.
a cura
di ALBERTO GIANOLI
PROSEGUE ANCHE IL CANTIERE PER LA REALIZZAZIONE
DELLE AUTORIMESSE INTERRATE DI PIAZZA GARIBALDI
Proseguono anche i lavori per la realizzazione dell’autorimessa interrata
di piazza Garibaldi. La data ufficiale dell’apertura non è ancora stata fissata, ma il Comune assicura che il nuovo autosilo aprirà prima delle festività natalizie. Rimarrà aperto 24 ore su 24 e regolato da un sistema postpay con tariffe differenziate per il giorno e le ore serali e notturne. Nei
giorni scorsi la giunta comunale ha approvato la delibera con cui vengono
indicate al gestore dell’autosilo, che per il primo anno sarà la società
costruttrice Sondrio Città Centro, modalità di pagamento, tariffe e orari
del parcheggio del centro città.
Dalle ore 7.00 alle ore 20.00 la sosta nei 223 posti pubblici realizzati
sotto la piazza costerà un euro all’ora, «con applicazione della tariffa –
precisa la delibera di giunta – per frazioni di mezz’ora», e la possibilità di
sosta gratuita per i primi 15 minuti, in modo da agevolare la ricerca del
posto ed eventualmente le soste brevi per chi deve fare commissioni rapide negli uffici del centro città. Lasciare l’auto nel posteggio sotterraneo
per tutto il giorno, invece, costerà 8 euro per il periodo dalle ore 7.00 alle
ore 20.00. Dalle ore 20.00 a mezzanotte, con prolungamento fino alla una
in caso di manifestazioni varie, sarà invece in vigore la tariffa serale, che
prevede un costo di 50 centesimi all’ora. Il periodo da mezzanotte fino
alle ore 7.00 rientra invece nella fascia oraria notturna, per la quale verrà applicata ancora la tariffa di 50 centesimi ogni 60 minuti.
I due piani di autorimesse sono ormai prossimi al completamento: la
pavimentazione è completata, assieme ai sistemi di sicurezza e
antincendio. Le diverse zone adibite a parcheggio sono servite da numerosi pulsanti di sicurezza, oltre che da un modernissimo sistema
antincendio di tipo sprinkler, ovvero per l’estinzione a pioggia e attivabile
anche solo nella zona interessata dalle fiamme. L’illuminazione, regolata
da sensori di movimento, è completata e composta da lampade, all’apparenza comuni neon, caratterizzate dalla nuova tecnologia per il risparmio
energetico. Perché i due piani dell’autorimessa siano fruibili, manca ancora, oltre al sistema di sicurezza con 27 telecamere, la segnaletica verticale e quella orizzontale che indichi i sensi di marcia e demarchi gli oltre
200 stalli per la sosta pubblica. Nelle zone delle quasi 90 autorimesse
private, collocate sui due livelli in corrispondenza circa di Bar Sport e
palazzo Martinengo, manca ancora la posa di alcune saracinesche. Non
sono poi ancora state posate le griglie sui condotti di aerazione naturale e
in prossimità delle condotte che, attraverso un moderno sistema di
aerazione, permetteranno di espellere le quantità di anidride carbonica
in eccesso da un comignolo, visibile nel giardino verso il lungo Mallero,
che verrà presto ricoperto di edere. L’interno delle autorimesse, già visibile in quello che sarà lo stato dell’arte definitivo, appare molto luminoso
e pulito: tutti i sottoservizi, a differenza di altri parcheggi, non sono a
vista. Saranno invece visibili il solo sistema antincendio e le luci.
Gli accessi pedonali sono ormai completi: a quello che si trova tra l’Albergo della Posta e l’edificio della Banca d’Italia manca la pavimentazione
delle scale, così pure a quello che si trova nel corpo avanzato di palazzo
Lambertenghi. In quest’ultima zona sono già stati collocati anche gli ascensori, mentre saranno collocate nei prossimi giorni, all’interno di due atri,
le casse per il pagamento dei ticket.
A.GIA.
P A G I N A
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CRONACA
SondrioAmbiente
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
SONDRIO PROSEGUE FINO AL 2 DICEMBRE LA MOSTRA DEL PIO XII
SEMINARIO DI EUROMONTANA
SU A MOUNTAIN OF ENERGY:
IL RUOLO DELLE AREE MONTANE
NELL’UNIONE EUROPEA
La provincia di Sondrio, per due giorni, è stata la
capitale europea della montagna in generale e dell’energia di montagna in particolare. Il 19 novembre palazzo Muzio a Sondrio, il 20 l’auditorium
comunale di Chiuro, hanno ospitato il convegno internazionale “Una montagna piena di energia”, organizzato dall’associazione Euromontana, realtà
che riunisce 72 associazioni di 18 paesi europei e
opera con l’obiettivo di promuovere la montagna,
favorirne lo sviluppo sostenibile, migliorare la qualità di vita delle popolazioni che abitano le cosiddette terre alte. Alla due giorni di convegni hanno
preso parte eurodeputati, funzionari ed esperti del
settore, per concentrarsi su un tema cruciale quale
quello dell’energia. Si è parlato dello stato attuale
della situazione, delle fonti pulite, di quelle
rinnovabili, delle novità del settore e dell’importanza dei processi di riciclo. In occasione del convegno, inoltre, è stato presentato il position paper, un
vero e proprio documento d’intenti che definisce le
possibili linee strategiche per il progetto Asse di
finanziamento per l’energia di montagna.
Destinataria: l’Europa del dopo trattato di Lisbona. Il documento, che andrà a incidere sul bilancio
2011 dell’Unione Europea, comincerà a essere discusso nella prossima primavera. Tre i punti cardine del paper: autosufficienza energetica,
diversificazione delle fonti di reddito e sfruttamento attivo dell’acqua e del legno. Il testo è
stato ufficialmente ratificato dai membri di
Euromontana proprio durante il forum valtellinese.
«La montagna – è questo il contenuto del documento – non vuole arrendersi alle proprie criticità, ma
mettere in evidenza le proprie potenzialità, che rappresentano un valore aggiunto per l’Europa». A organizzare il convegno, insieme a Euromontana (e
con il sostegno di Regione Lombardia e Provincia di
Sondrio) l’istituto di ricerca per l’economia nelle aree
alpine Irealp, che, oltre alla sede di Chiuro, ha una
propria rappresentanza a Bruxelles. Il presidente
Irealp Fabrizio Ferrari ha sottolineato come «l’occasione del forum è stata importante per mantenere desta l’attenzione sulle regioni montane, che necessitano di interventi e finanziamenti ad hoc, che
ne sostengano e favoriscano lo sviluppo. Sono interventi “integrati e trasversali” – conclude Ferrari –
che renderebbero l’Europa più vicina a i cittadini e,
soprattutto, permetterebbero di realizzare la sussidiarietà, valore fondamentale su cui si basa l’esistenza dell’Unione». Il presidente di Euromontana,
André Marcon ha infine messo in evidenza come
l’appuntamento valtellinese abbia rappresentato
un momento di sintesi su un percorso di riflessione
su questi temi condiviso da molti Paesi e che ora ha
come obiettivo sia il sollecitare una riflessione la
più ampia possibile in ambito europeo, sia il fornire strumenti incisivi e vincenti alle realtà montane.
PROGETTO «CENTO TETTI»
PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Le energie rinnovabili rappresentano uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile anche per il territorio
della provincia di Sondrio, già all’avanguardia per
la tradizionale presenza di impianti idroelettrici.
Sole e vento consentono di arricchire questo patrimonio naturale di immenso valore. Il 2010 rappresenterà un anno importante per il settore
fotovoltaico in Italia (con ogni probabilità nel corso
di quest’anno si esauriranno gli incentivi statali)
ed anche la nostra provincia può e deve farsi trovare
pronta. Per questo l’associazione VentiVenti, con il
progetto 100 Tetti, si ripropone di operare un cambiamento culturale promuovendo la conoscenza dei
vantaggi delle fonti rinnovabili di energia. Quali le
strategie da seguire secondo l’associazione?
Innanzitutto stimolare la domanda: i cittadini possono produrre in modo autonomo la propria energia
elettrica ricavandone anche dei vantaggi economici.
In secondo luogo migliorare l’offerta: offrendo occasioni di formazione e confronto al settore del
fotovoltaico. Il progetto 100 Tetti è ideato e gestito dall’associazione VentiVenti con il supporto
di Società di Sviluppo Locale, Politec e The
Natural Step nell’ambito del progetto V2015, cofinanziato da Fondazione Cariplo. Si rivolge prima
di tutto ai cittadini, ma anche a comuni e imprese
e conta sull’adesione di: Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura Sondrio; Confartigianato Imprese Sondrio; Confindustria Sondrio;
Unione commercio, turismo e servizi di Sondrio;
Banca Popolare di Sondrio; Banca Popolare Etica e
Credito Valtellinese. 100 Tetti offre un percorso
assistito che porti all’installazione di impianti
di piccole dimensioni garantendo: una campagna informativa per aiutare i cittadini ad effettuare una scelta consapevole; incontri di approfondimento e formazione per gli installatori (riguardanti aspetti tecnici, commerciali, ambientali,
normativi, ecc.); soluzioni finanziarie ad hoc; il
coinvolgimento diretto delle amministrazioni pubbliche; un gruppo di acquisto per i pannelli; l’installazione e la messa in opera. Info: www.centotetti.it;
[email protected]; [email protected].
a cura di ENRICA LATTANZI
Ecologia, fede, natura
F
ino al 2 dicembre
sarà esposta a Sondrio nella sala Ligari del palazzo della
Provincia la mostra
Atmosphera: realtà e miti dei cambiamenti climatici, una tra i maggiori
catalizzatori di interesse
dell’edizione 2008 del Meeting di Rimini. È la quarta mostra scientifica ad essere allestita a Sondrio (negli anni scorsi ce n’erano
state altre tre, rispettivamente su Einstein, la Via
Lattea, la Luce) dall’Istituto Pio XII. Va sottolineato
che la presentazione al
pubblico è affidata agli studenti, i quali, per prepararsi adeguatamente come
guide, si sono dedicati insieme ai loro professori a
un lavoro di ricerca, di riflessione e di studio, che ha
richiesto anche parecchie
ore extra scolastiche. Qui
di seguito proponiamo alcuni spunti riprendendoli
dalla relazione del redattore del catalogo, Mario
Gargantini, intervenuto
per la presentazione di
apertura della mostra a
Sondrio. Egli ha anzitutto
indirizzato l’attenzione su
ciò che è immediatamente
evidente anche dal titolo: i
cambiamenti climatici ci
sono, sono sotto gli occhi di
tutti ed è impossibile non
accorgersene, ma da qui a
lanciare annunci catastrofici come spesso avviene da
parte dei mezzi di comunicazione di massa, ce ne corre. Per mostrare che ragionevolmente le cose stanno
in modo differente, Gargantini ha ricordato che,
ben prima che sulla terra
vi fosse un qualche influsso antropico, il clima sul
pianeta Terra aveva già avuto sensibili variazioni,
passando da periodi di gelo
(le glaciazioni) ad altri in
cui il riscaldamento terrestre è stato talvolta addirittura ben superiore a
quello che stiamo riscontrando in questi anni.
Dunque, quanta parte va
attribuita a cause naturali e quanta invece all’azione dell’uomo? Per non cadere in risposte semplicistiche e/o preconcette ecco
che la mostra si preoccupa
di presentare tutti gli eventi, i fatti certi e le ipotesi
senza la pretesa di fornire
conclusioni definitive sulle questioni aperte, scegliendo invece di porre saggiamente l’accento sulla
delicatezza degli equilibri
e dei fenomeni naturali e,
quindi, sulla grave responsabilità affidata all’uomo.
Il visitatore che entra nel-
la mostra ha anzitutto l’opportunità di riflettere sulle numerose civiltà antiche
(Accadi, Maya, Vichinghi,
Moshe, Anasazi) distrutte
o duramente provate dalle
“bizze del clima”. Poi gli viene spiegato i vari modi che
consentono di ricostruire
una storia del clima, come
la “biblioteca” climatica
della Terra che conserva
tanti indicatori: i sedimenti e le rocce dei fondali marini, da cui risulta l’alternanza tra fasi più fredde
(icehouse), durante le quali
si formavano le calotte glaciali polari, e fasi più calde
(greenhouse) con l’assenza
di calotte glaciali, ma con
un intenso effetto serra e
l’innalzamento del livello
dei mari. La storia può venire anche dai tronchi (la
dendrocronologia) e dalla
vegetazione (la fitogeografia). Ad es., il ritrovamento in Valcamonica a 2450
metri di altitudine di un
tronco di pino cembro risalente a 7000 anni fa in un
laghetto di origine glaciale, è un indicatore che dimostra che a quell’epoca il
clima era più caldo dell’attuale, dove gli alberi riescono a vegetare al massimo
fino a 2100-2300 metri. A
determinare il clima e le
sue variazioni non è solo
l’effetto serra, ma una serie di fattori, tra cui particolare importanza rivestono “gli eventi geodinamici
che hanno modificato la distribuzione degli oceani e dei
continenti”. Da qui la conclusione che “Lo studio dei
sedimenti, del loro contenuto fossilifero, delle loro proprietà fisico chimiche permette di ricavare le informazioni ambientali, biologiche
e climatiche del periodo in
cui si sono formati”. «Dun-
que, dall’insieme di questi
e di vari altri elementi - ha
concluso Gargantini - si può
cominciare a farsi un’idea
di come sono andate le cose
e che la complessità dei fenomeni è tale da implicare
il ricorso a tante scienze e
discipline per studiarli».
Lasciando al lettore interessato di approfondire di
persona l’intero percorso
della mostra, in questo articolo vogliamo piuttosto
richiamare l’attenzione del
lettore sulla positività del
punto di vista di quanti
hanno collaborato alla sua
realizzazione, perché non
hanno cercato la notizia ad
effetto, bensì di mostrare i
probabili (non certi) scenari, suggerendo di fronte al
cambiamento climatico di
adottare non le strategie
della mitigazione, che come il protocollo di Kioto
- puntano alla riduzione
delle emissioni di CO2 e
degli altri gas ad effetto
serra, tentativi che - ormai
è evidente - sono poco efficaci e gravosi per l’economia e lo sviluppo (“l’immissione di CO2 nell’atmosfera
dovuta all’uso di combustibili fossili è pressoché costante e vale solo il 3-4%,
mentre la sua concentrazione dipende molto più da
immissioni naturali, in particolare El Niño incide fortemente”), quanto piuttosto
la strategia dell’adattamento, che identifica gli
effetti del cambiamento
climatico (cicloni, tifoni,
tornado, innalzamento del
livello del mare, carenza di
risorse idriche, ecc.), studia
interventi di adattamento
e protezione e ne realizza
su problemi in gran parte
già esistenti. A questo
punto, quali possono essere gli atteggiamenti da assumere davanti ai nuovi
scenari prodotti dai cambiamenti climatici? A questa domanda nel catalogo
della mostra si risponde
che “I termini adeguati della questione che ci troviamo
ad affrontare non sono forse colpa e precauzione, ma
responsabilità, prudenza e temperanza. Abbiamo ricevuto in eredità il pianeta sul quale viviamo,
l’humana dimora, e ci legano ad esso vincoli di sopravvivenza ma anche di stupore, ammirazione e, per
molti di noi, di gratitudine. Ciò suggerisce anzitutto
che una più profonda conoscenza del problema sarà
necessaria per intraprendere azioni adeguate, con la
certezza che usare le risorse
con una maggiore prudenza e temperanza non ci renderà meno liberi”. E, ancora, a proposito di temperanza, non posso non riprendere alcuni passaggi
della riflessione su questo
tema del filosofo francese
Henri Hude. Parlando di
Prospettive di un’ecologia familiare che onori
la virtù della temperanza, egli arriva a concludere
prima di tutto che la lussuria sfocia nello smembramento della famiglia e
che “La temperanza, opposta alla lussuria, ha
quindi come effetto politico
proprio la protezione della
vita familiare. Di conseguenza, l’ecologia o sarà familiare o sarà totalitaria, e
un possibile ritorno ad una
vita più semplice o sarà familiare, o sarà tirannico.
Sarà familiare soltanto se
ritroveremo la virtù della
temperanza”. In secondo
luogo, Hude osserva che
una “politica ecologica senza rispetto per la vita è molto probabilmente una menzogna e, non possedendo alcuna coerenza, non può arrivare a nulla. L’istinto di
sopravvivenza senza rispetto per la vita rischia di sfociare in un totalitarismo
omicida per paura”, per poi
incalzare: “Ecologia umana, ecologia dello spirito: che cosa pensare dell’assenza di queste due dimensioni nelle problematiche
correnti dell’ecologia? L’anima troppo carnale è completamente immersa nel mondo che la circonda e non ha
altro raccoglimento che
quello che conduce ad adorare la Natura prima di superarla nel vuoto e nel non
pensiero. In questa vacuità
non dimora più nulla… Nei
paesi occidentali sviluppati… L’ecologia si disegna
sempre più come antiumanesimo e politica della carne, come cultura della volontà e della morte. Al contrario, l’ecologia teista parte dal concetto di cosmo
come Oikos Koinós (Dimora Comune). Si tratta di
contemplare e servire la famiglia umana nella sua
casa, nel suo giardino, dove
il Padre passeggia nella
frescura della sera”. Hude
conclude la riflessione osservando che l’ecologia attuale “ci appare chiusa in
una contraddizione fra il
suo spirito di sensualità e le
sue intenzioni politiche”.
ma in un mondo dove “lo
spirito illuminista ha abbandonato il dovere kantiano a favore dell’edonismo e
del relativismo etico, la democrazia illuminata non si
struttura più intorno alla
libertà che eleva, ma intorno a quella che degrada”,
l’unica alternativa sarà il
ricorso alla tirannia politica che “tuttavia in simili
condizioni, non potrà avere
successo. (Quindi) l’ecologia sarà familiare ed
evangelica, o non esisterà
affatto”. C’è da auspicare
che l’ennesima conferenza
sul clima, che si terrà a
Copenhagen dal 7 al 18 dicembre, pochi giorni dopo
la chiusura della mostra,
sappia affrontare i problemi con la stessa volontà di
cogliere il nocciolo della
questione e con uno sguardo altrettanto attento a
tutto l’umano.
a cura
di PIERANGELO MELGARA
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
SONDRIO DOMENICA SCORSA ALL’ORATORIO DEL SACRO CUORE
Le famiglie in «festa»
A
bitare la parrocchia – sentirsi a casa è
stato il tema
scelto per la
sedicesima edizione della Festa della Famiglia che si è svolta domenica, nella solennità
di Cristo Re dell’Universo, ultima domenica dell’anno liturgico. Circa
550 persone si sono ritrovate al centro pastorale Sacro Cuore di
Sondrio per prendere
partecipare all’annuale
appuntamento organizzato dalla Commissione
Famiglia della parrocchia dei santi Gervasio
e Protasio, che ha promosso la giornata assieme all’altra parrocchia
sondriese della Beata
Vergine del Rosario.
Il primo appuntamento è stato la celebrazione della Messa, presieduta
dall’arciprete,
monsignor Valerio Modenesi, alle 10.30. Nell’omelia, il sacerdote ha
voluto illustrare il nesso tra la solennità di Cristo Re e la festa della
famiglia. «Il Regno di
Dio dov’è? Di fronte ad
un’apparente assenza –
ha spiegato monsignor
Modenesi –, bisogna ricercarlo nelle coppie che
vivono la fedeltà al matrimonio e si scambiano
l’amore che viene da
Dio, attraverso gesti invisibili ma concreti». La
prima parte della celebrazione è stata vissuta
in due luoghi separati da
adulti e bambini. I più
grandi, come sempre,
erano in chiesa, mentre
i più piccoli si sono ritrovati nella cappella feriale, guidati dal salesiano
don Stefano D’Aprile e
da alcuni catechisti, per
celebrare una liturgia
della Parola adatta a loro. Al momento della
professione di fede poi,
anche i bambini hanno
raggiunto il resto dell’assemblea in chiesa per
proseguire come di consueto la Messa, durante
la quale sono state ricordate due coppie che hanno raggiunto il traguardo dei cinquant’anni di
matrimonio. A chi, invece, ha appena avviato la
vita matrimoniale è stato dedicato un apposito
momento prima del
pranzo: l’arciprete ha
incontrato le coppie di
fidanzati o di giovani sposi che hanno compiuto il
percorso in preparazione
al matrimonio cristiano,
per invitarli a proseguire con nuovi incontri rivolti alle giovani coppie.
La festa di domenica è
stata pure l’occasione
per consegnare alle fa-
miglie sondriesi il vademecum “A servizio della famiglia”, preparato
dalla parrocchia dei santi Gervasio e Protasio.
Un pieghevole che illustra le diverse proposte
che la pastorale famigliare parrocchiale rivolge alle famiglie: corsi per fidanzati, percorsi
per giovani coppie su
tematiche legate alla famiglia, esperienza di formazione e condivisione
col Gruppo Famiglia, incontri per coppie sulla
realtà, il mistero e la
profezia del sacramento
del matrimonio alla luce
della Parola di Dio. Il
sussidio fornisce, inoltre,
informazioni per le famiglie che desiderano chiedere il Battesimo per i
propri figli, ma anche
per le persone separate
e divorziate che volessero cogliere la possibilità
di riprendere un cammino spirituale.
A MILANO L’ESPERIENZA DELLO SPAZIO TEMPO ZERO DI
SONDRIO, PER PREVENIRE IL DISAGIO MENTALE GIOVANILE
Da Sondrio a Milano: il lavoro del Centro Psico-Sociale dell’Azienda ospedaliera di
Valtellina e Valtechiavenna alla Triennale di Milano. È stata inaugurata lo scorso
19 novembre, a Milano, “La città fragile”. Si tratta di una mostra curata dallo
psicologo valtellinese di natali e milanese d’adozione Aldo Bonomi, che dopo aver
firmato appuntamenti come La città infinita (2003), La rappresentazione della
pena (2006), La vita nuda (2008), torna con questo nuovo e suggestivo spazio. Una
serie di opere che mostrano al visitatore le conseguenze dei processi di
modernizzazione e globalizzazione. Processi che sembrano aver sgretolato i riferimenti familiari e comunitari, veicolatori di valori da una generazione all’altra. Il
risultato è l’incomunicabilità tra i diversi spazi della nuova metropoli, dalla quale
emerge “La città fragile”. Attraverso documenti fotografici, video, illustrazioni,
mappe, dati statistici emblematici, Bonomi fornisce il quadro dipinto dai cambiamenti derivanti dai processi di evoluzione, tipici della società moderna. A fare da
cappello all’atteso appuntamento una tavola rotonda sul tema dell’intervento precoce sugli esordi psicotici. Una problematica attuale e sulla quale l’azienda
Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna da tempo svolge un ruolo attivo
attraverso il progetto “Tempo Zero”. Un percorso importante che vede coinvolta la
sanità della Valtellina e della Valchiavenna attraverso l’attento e quotidiano impegno di professionisti, medici ed educatori. Un progetto che si realizza soprattutto attraverso l’ascolto nei diversi punti predisposti dai promotori di Tempo zero.
Una punta di diamante che ha richiamato dal capoluogo milanese educatori ed
esperti. Fra questi, Federico Galvan, educatore professionale, che ha esposto il
percorso intrapreso con “Tempo Zero”.
Il disagio e la sofferenza psicologica sono esperienza di tutti. Ansia, depressione,
irritabilità, sbalzi d’umore, disturbi del sonno e dell’appetito, difficoltà di concentrazione, problemi nello studio o nel lavoro, possono essere risolti in modo efficace
grazie ad un supporto mirato ed individualizzato basato sui bisogni e sugli obiettivi dei ragazzi. Da queste osservazioni è nato il servizio “Tempo Zero” è accessibile
presso l’Informagiovani del Comune di Sondrio, in via Perego 1, il lunedì, martedì,
giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 19.00. Il Team multiprofessionale offre:
valutazioni e consulenze personalizzate anche a domicilio; consulenze a famiglie,
associazioni e cittadini; supporto individualizzato. Per ulteriori informazioni è
possibile telefonare o inviare un sms ai numeri telefonici 366-6687739; oppure
366-6687740; oppure 366-6687741. Federico, Pucci, Fabiola, Natalia, Marco, Daniela, Simona, Tiziana, Chiara, Francesca e Rossana saranno a disposizione per
dare immediatamente ascolto e attenzione.
Il pieghevole dedica
molto spazio, inoltre,
alla proposta delle cellule di evangelizzazione,
gruppi formati da credenti che desiderano vivere il vangelo ed evangelizzare nel proprio ambiente ordinario. Nate a
Milano poco più di venti
anni fa, nel 1988, per
iniziativa di don Gigi Perini, le cellule parrocchiali di evangelizzazioni
si sono diffuse dapprima
in Europa e poi in tutto
il mondo, sino ad ottenere, lo scorso mese di
marzo, il riconoscimento del Pontificio Consiglio per i Laici. «Le cellule di evangelizzazione
– si legge sono dei piccoli gruppi, formati da credenti che desiderano vivere il vangelo ed evangelizzare nel proprio contesto di vita quotidiano:
amici, parenti, colleghi,
vicini di casa. La cellula
ti aiuta a crescere nelle
quattro dimensioni fondamentali della vita cristiana: la preghiera, la
formazione, la fraternità
e l’evangelizzazione.
Esse sono un modo per
restare in ascolto del Signore e attenti ad evangelizzare, oggi, nel proprio ambiente. Al momento in Parrocchia vi
sono tre gruppi di adulti
che si trovano nella casa
di una famiglia ospite,
per l’incontro settimanale di un’ora. Si invoca lo
Spirito Santo, si condivide quanto il Signore ha
fatto per noi e noi per Lui
in settimana, si ascolta il
vangelo della domenica e
si condivide quanto il Signore ci ispira, si prega
per i fratelli che desideriamo accompagnare quotidianamente».
Altro impegno segnalato alle famiglie è quello rivolto ai genitori dei
bambini che frequentano la catechesi. «Riteniamo di fondamentale importanza – scrivono i sacerdoti della Collegiata –
che i ragazzi possano
sperimentare nella vita
di famiglia la coerenza
del messaggio che viene
annunciato nella catechesi. Per questo è importante che i genitori
trovino un’altra occasione per riscoprire la pro-
P A G I N A
31
UNA CENA PER RICORDARE
PADRE GIOVANNI ABBIATI
Venerdì 27 novembre, a Sondrio, presso l’oratorio del Sacro Cuore, alle ore 19.30, si terrà una
cena di solidarietà in memoria del missionario
saveriano padre Giovanni Abbiati scomparso di recente in un incidente stradale in Bangladesh. I fondi raccolti durante la serata serviranno a sostenere
il progetto “Terra”, che prevede il sostegno economico a 300 famiglie bengalesi per acquistare il terreno dove costruire la propria casa. Info: 0342-567310.
GLI APPUNTAMENTI DI UNITRE
A SONDRIO E A TIRANO
L’ultima lezione del mese di novembre, a Sondrio,
vedrà lunedì 30, Alessandra Berlanda, esperta
di Storia dell’arte, ospite di Unitre di Sondrio per
sviluppare il tema de La suggestione dell’arte primitiva e arcaica nella pittura e nella scultura del primo
Novecento col sussidio di proiezioni in power-point.
Gli appuntamenti del mese di dicembre si aprono
mercoledì 2 con Steve Marsland, direttore del
British Language Centre di Sondrio, che con proiezioni in power-point presenterà le avventure di viaggio Da Sidney a Hobert in barca a vela: la più temuta
attraversata oceanica; venerdì 4, Franco Rama,
chimico e vicedirettore dell’Osservatorio astronomico di Legnano, anch’egli con immagini in powerpoint, tratterà de Il pensiero astronomico nei secoli:
dai Greci a Galileo; lunedì 7, Benedetto Della Vedova, parlamentare europeo ed esperto di economia, terrà una conferenza aperta al pubblico sul
tema Economia di mercato: tramonto o ripartenza?.
Gli incontri si terranno presso la rinnovata sede di
Unitre in via C. Battisti 29 a partire dalle ore 15.30.
In questa stessa settimana l’unitre di Tirano propone martedì 1 dicembre l’incontro con Donato
Valenti, medico responsabile della terapia del dolore presso l’AOVV, che tratterà di un argomento al
centro della discussione politica, La vita e la morte.
Problemi bioetici; venerdì 4, Martino Parisi curerà
il tecno-caffè proponendo ricerche in internet su argomenti a richiesta dei soci. Entrambi gli incontri
si tengono presso la sala del Credito Valtellinese in
piazza Marinoni a partire dalle ore 15.00.
FOTOGRAFIE E MUSICA
A SOSTEGNO DI SAO MATEUS
L’associazione A dança da Vida per il gemellaggio
solidale tra Sondrio e São Mateus, in collaborazione con l’amministrazione comunale del capoluogo,
ha realizzato, anche quest’anno, un calendario solidale sul Brasile, con fotografie di Franco Garlaschelli
dedicate ai lavori svolti dalla gente povera del Paese sudame-ricano (taglio della canna da zucchero,
pesca, raccolta della frutta…). Il ricavato servirà a
sostenere i progetti di sviluppo e promozione sociale in Brasile. In calendario, poi, c’è anche un evento
di musica latinoamericana, in programma giovedì
3 dicembre alle ore 21.00 presso l’Auditorium
Torelli di Sondrio con la cantante Nadia Braito
ed il chitarrista Giuseppe Grillo Della Berta.
CON L’ASSOCIAZIONE CREA,
A MORBEGNO, RIFLESSIONE
SUI DISORDINI ALIMENTARI
La neonata associazione Crea, che si occupa dei
problemi correlati ai disordini alimentari, promuove una conferenza a ingresso libero, aperta a tutti
dal titolo Il corpo racconta... Il dolore, il malessere fisico, la mancata espressione delle nostre emozioni, ci limitano nel condurre la vita che desideriamo. Abitudini, malesseri e stati d’animo si esprimono fisicamente nei nostri corpi. Nello stesso modo
in cui li abbiamo imparati possiamo disimpararli e
riuscire a fermarli. Per farlo è necessario scoprire
come si manifestano e come noi li creiamo. L’incontro si terrà venerdì 4 dicembre, alle ore
20.30, presso la sede dell’associazione Crea, a
Morbegno, in via Carlo Cotta. Interverrà Sergio
De Petri. Info: Elisabetta Ventura, 346 -0646602.
pria fede partecipando
alla celebrazione eucaristica con i loro figli, ad
alcuni incontri di formazione o incontrando anche individualmente i
catechisti.
In attesa del pranzo,
tutti gli altri presenti
sono stati intrattenuti
dallo spettacolo proposto
dalle giovani sbandieratrici dell’oratorio di san
Rocco. Quindi, alle ore
12.30, è stato il momento di gustare i pizzoccheri preparati dall’Accademia del Pizzocchero di
Teglio che, assieme ai
volontari e agli animatori dei quattro oratori cittadini, ha offerto un impeccabile servizio ai numerosi commensali. La
festa è proseguita nel
pomeriggio, nuovamen-
te con la collaborazione
dei giovani animatori
degli oratori, che hanno
proposto una tombolata
per gli adulti e, con la
partecipazione degli
educatori dell’Azione
Cattolica Ragazzi, giochi
all’aperto per i più piccoli. Con la merenda si
è conclusa l’intensa giornata che «è andata davvero bene rispetto alle
aspettative – hanno commentato gli organizzatori. Molto importante è
stato il coinvolgimento
dei ragazzi dei diversi
oratori e delle coppie di
fidanzati che hanno concluso il loro percorso e
hanno potuto sperimentare l’accoglienza della
comunità parrocchiale».
ALBERTO GIANOLI
CRONACA
P A G I N A
32
Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
CHIAVENNA LA CONFERENZA CULTURALE PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE “LA TORRE”
Una serata dedicata alla Sindone
L
a Sindone al 95% risalirebbe al 12601390. Questo è il risultato dell’esame
del Carbonio 14, a
cui un frammento di tessuto di sette centimetri per
uno è stato sottoposto una
ventina di anni fa. Da qui è
partito il prof. Giorgio Luraschi, ordinario di diritto
romano e istituzioni all’Università Insubria, sede
di Como, e noto storico dell’età romana, come lo ha
presentato l’amico e collega Guido Scaramellini alla
conferenza organizzata dal
circolo culturale “La torre”
nella serata dello scorso 20
novembre al Credito Valtellinese di Chiavenna.
Davanti a un pubblico che
assiepava letteralmente
la sala, con molte persone
in piedi, il relatore ha esposto una serie di argomenti
che rendono assai dubbie
le conclusioni a cui sono
pervenuti gli esperti dei laboratori di Oxford, Tucson
e Zurigo, su autorizzazione del card. Ballestrero.
Qui ci si limita a riferirne
alcuni. Il frammento fu
prelevato in un angolo del
tessuto, proprio dove - come documentano le fotografie delle varie ostensioni - ripetutamente chi ne
ha fatto il trasporto ha posato le proprie dita, prendendone i lembi estremi,
com’è naturale. Il che non è
un particolare di poco conto, e per capire questo bisogna ricordare la procedura del Carbonio 14. Con la
morte dell’organismo esso
decade secondo tempi regolari, trasformandosi in
azoto; misurando il C14
superstite, si scopre il grado di decadimento e quindi la data del reperto. Successive contaminazioni alterano la quantità del C14
e possono, anche di molto,
ringiovanire o invecchiare
il reperto stesso. E di contaminazioni la Sindone ne
ha subite tante, anche lo
stesso giorno del prelievo
per l’ultima analisi, quando - come mostrano le fotografie e i servizi televisivi -
chi tagliò il reperto lo fece
a mani nude, mentre tra gli
astanti qualcuno posava i
gomiti sul telo stesso. Per
non parlare del centinaio e
più di ostensioni che espo-
TEATRO PER LA SALUTE MENTALE
L’associazione pro salute mentale La Navicella ha presentato a Chiavenna, insieme a diverse realtà della Valle tra cui la cooperativa Nisida, la Fondazione Cariplo
e il Centro Servizi Volontariato L.A.Vo.P.S., il progetto Avviene… talvolta, titolo
che cela una poesia di Alda Merini e “filo rosso” che accompagna e lega lo snodarsi di un percorso comunitario verso il superamento dei pregiudizi nei confronti del
disagio psichico. Momenti diversi da condividere nei luoghi della comunità, esperienze creative che “mettono in scena” con il linguaggio del teatro la nostra capacità di costruire cammini di accoglienza nel tessuto sociale, contro le resistenze
che escludono, la paura che ignora e il silenzio che scivola nell’indifferenza.
“Avviene…Talvolta” ha esordito con lo spettacolo di Teatro Forum Roba da
matti, lo scorso 20 novembre. Nel corso della serata, è stato presentato il laboratorio di playback theatre Psipiti - Quasi una parola magica, che avrà inizio
lunedì 30 novembre, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, per dieci incontri. Gli
eventi avranno luogo nell’ ex convento Cappuccini di Chiavenna e la partecipazione è gratuita. Il laboratorio di playback theatre condurrà il gruppo a farsi
“compagnia” che, nei luoghi della comunità, ne racconti le storie e le metta in
scena? È ciò che si scoprirà in altri momenti del percorso che continuerà a snodarsi nei successivi incontri in calendario (dopo quello del 30 novembre) il: 7, 14, 21
dicembre; 11, 18, 25 gennaio; 1, 15, 22 febbraio, per avere una conclusione brillante e festosa in una Rotonda Rete, aperta a tutta la cittadinanza. «Dentro un
percorso così – spiegano gli organizzatori – (ci permettiamo la confidenza) Alda
Merini sarebbe stata “dei nostri”». Questo progetto scaturisce da esperienze di
playback theatre effettuate dal 2005, promosse da La Navicella, che hanno tenuto
vivo nel tempo interesse e motivazione grazie a un piccolo gruppo che, ora, tramite
Avviene…Talvolta ha “fatto rete” intorno al desiderio di “coesione sociale”, come
recita il bando che ha permesso di realizzare questa iniziativa, frutto della collaborazione tra i Centri Servizi Volontariato della Lombardia, il Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato in Lombardia e la Fondazione Cariplo.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni: Elena, telefono 338-2719459; Giuliana,
telefono 338-4809961.
sero la Sindone al fumo
delle candele, alla fuliggine, alle gocce di cera, a
spore, acari, trovati in abbondanza; per non parlare
della bollitura in olio e successivo lavaggio con lisciva
nel 1503 o dell’incendio del
1532 a Chambery, che lasciò tracce in 16 punti e dei
secchi d’acqua gettati per
sottrarla alle fiamme. La
polemica - ha precisato il
relatore davanti a un pubblico straordinariamente
attento - è diretta non contro quella scienza che pretende di essere o di chiamarsi esatta, ma contro la
presunzione di chi la professa senza attenersi a procedure corrette. Basti dire
che nel 1982 un test eseguito dall’università di California su un filo sindonico
fu datato da una parte al
200 dopo Cristo, dall’altra
al 1000 dopo Cristo, proprio per le contaminazioni
che falsano il risultato del
C14. Inconfutabile è che la
figura di Cristo, com’è desumibile dalla Sindone,
compare già nelle monete
di Giustiniano del VII secolo, ben prima quindi del
XIII-XIV secolo, datazione
proposta dall’ultima analisi. Importanti furono nel
1898 le fotografie della Sindone, eseguite in occasione
delle nozze di Vittorio Emanuele III ed Elena di
Montenegro, presso i quali
il telo era custodito: il negativo fotografico restituì il
positivo dell’immagine,
che quindi risultava impressa al negativo sul len-
CHIAVENNA SIGNIFICATIVA
LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI
Con Bertacchi:
«uno e due!»
LA NUOVA FRONTIERA
DELLA PROMOZIONE ADESSO
HA IL NOME DI “GEOTURISMO”
Geoturismo. È questa la parola magica, la nuova frontiera del turismo a Novate
Mezzola. La zona dell’arco alpino compresa tra la Val Codera e la Val Masino non
sarà l’americano Bryce Canyon o la Cappadocia turca, ma è sicuramente piena di
fenomeni riguardanti la terra in grado di appassionare un numero crescente di
turisti orientati verso questo segmento del mercato. Basta dare un’occhiata alla
rete Internet, dove si sta assistendo ad un proliferare di siti ad hoc, per rendersi
conto che anche in Italia l’interesse per il geoturismo sta crescendo in modo rilevante. Per questo è nato il progetto Interreg “Un passo nel Geoturismo alpino”
inserito all’interno del programma di Iniziativa Comunitaria denominato “Integrazione dell’area turistica transfrontaliera”. Il progetto vede il comune di Novate
come ente capofila e comprende realtà come il Cai Novate, i comuni di Verceia e
Val Masino, il Consorzio per la Gestione della Riserva Naturale del Lago di Mezzola, l’Associazione Amici della Val Codera e l’Associazione Italiana Geoturismo.
«L’amministrazione - si legge nella delibera di approvazione del progetto - ritiene
importante, per il proprio territorio montano, perseguire l’obiettivo di uno sviluppo organico ed efficiente del sistema economico, sia collaborando con enti ed associazioni all’interno di ogni singolo territorio, sia rafforzando i legami e gli scambi
transfrontalieri, al fine di creare spunti e sinergie tra culture e approcci gestionali
differenti, nell’ottica di una valorizzazione globale dell’intera area alpina. A seguito di una approfondita analisi della situazione territoriale locale, è parsa
fondamentale l’esigenza di rivalutare e potenziare l’offerta turistica e sportiva.
All’interno di questa valutazione, la cultura e il turismo rappresentano una delle
risorse fondamentali da rivitalizzare, interpretandolo come un’occasione di
interazione con gli aspetti rurali, naturalistici ed enogastronomici che costituiscono la ricchezza e l’identità dell’area di montagna». Il progetto è stato condiviso,
ovviamente, anche con partners transfrontalieri. In modo particolare il Museo
della Ciasa Granda di Stampa in Val Bregaglia. Gli interventi di valorizzazione
e di promozione della zona e della sua offerta turistica non sono sicuramente di
poco conto. Si parla di un investimento complessivo di 878mila euro circa. Ovviamente la parte del leone spetta all’Italia, la cui quota parte ammonta a 832mila
euro. La domanda di contributo è già stata inoltrata agli uffici della Regione
Lombardia.
D.P.
stata dedicata a
Giovanni Bertacchi
la manifestazione
conclusiva del progetto “C4 in Piazza” voluta per ricordare i
140 anni della nascita del
poeta avvenuta a Chiavenna il 9 febbraio 1869.
Laureatosi a Milano nel
1892 la sua attività poetica inizia del 1895 con la
pubblicazione del Canzoniere delle Alpi. Un’opera
prima che, come lui ricorda ha radici profonde nella
sua terra Lombarda, con
È
preferenza nostalgica, ma
non esclusiva e morbosa per
la sua valle. Non pochi sono
i versi “pubblicati” (i più
senza licenza) dagli editori di cartoline postali con
paesaggi e luoghi dell’arco
alpino. Di qui l’occhio si
spazi […] in tenue nebbia,
avvolto, la in fondo è il mio
paese. Nell’androne d’accesso del municipio di
Chiavenna, Edoardo Mezzera ha presentato un’esauriente selezione di queste cartoline. Un piccolo
patrimonio culturale che lo
zuolo, cosa impossibile a
un ipotetico falsario medievale. Apparve così un
uomo con barba, alto circa
un metro e 80 centimetri,
di età fra 30 e 35 anni, deceduto per morte violenta,
di razza semitica, con un
centinaio di ferite inferte
da due direzioni, trafitture
al cuoio capelluto (si ricordi la corona di spine), il
polso e il piede sinistro trafitto, una ferita sul fianco
destro e due monete poste
sugli occhi. Accurati ingrandimenti fotografici
hanno rivelato che queste
ultime appartenevano ai
tempi di Ponzio Pilato fra
il 29 e il 32 dopo Cristo. E
pare difficile pensare che
l’ipotetico falsario medievale se le sia potute procurare e copiare. Ce n’è a sufficienza - ha concluso il relatore - per affermare che
la Sindone è effettivamente “una straordinaria testimonianza delle sofferenze
di Cristo” e “un segno veramente singolare che rimanda a Gesù”, come affermò dieci anni fa Giovanni Paolo II nel discorso davanti alla Sindone.
CRISTIAN COPES
stesso ha rintracciato
“setacciando” i mercatini e
le fiere specializzate. Sono
anni - spiega Mezzera - che
mi dedico alla ricerca di
materiale come cartoline,
corrispondenza militare,
francobolli ed altro che riguardano la Valchiavenna
e non solo. Bertacchi, da
sempre, è un punto di riferimento, anche se, ad onor del
vero, ha avuto un buon successo anche la selezione della corrispondenza militare
ed in particolare quella dei
prigionieri di guerra. La
scoperta dei pezzi importanti il più delle volte è frutto di casualità, o di fortuna, come quando, nel 2004,
alla fiera di settore di Verona, Scaramellini Lorenzo ha messo le mani su uno
scatolone all’interno del
quale erano celate le lettere e le cartoline che Bertacchi spedì alla famiglia dell’avvocato Strada di Brescia. Un carteggio di 101 documenti autografi, attraverso i quali si scopre un
Bertacchi professore che
accetta volentieri gli inviti
dell’avvocato e della moglie
Maria. “Il poeta, racconta
lo scopritore Lorenzo Scaramellini, si fermava sovente a Brescia di ritorno da
Padova e l’amicizia con l’avvocato Strada era tale che
le sue visite avvenivano anche senza invito. Si è anche
scoperto – prosegue - che il
poeta donò alla famiglia un
quadro con la sua fotografia. È una foto del 1914 che,
per la prima volta, lo ritrae
seduto. Il ritratto, che ho
esposto sabato è una riproduzione autorizzata perché
l’originale è conservato dagli eredi”. Dalla corrispondenza lo storico Guido Scaramellini, ne ha tratto una
selezione e ha curato il volume Bertacchi ritrovato. L’evento ha richiamato
numerosi visitatori, ma la
sorpresa più gradita è stata la visita di una scolaresca delle classi elementari della scuola Garibaldi.
Buon segno!
MARCO SARTORI
P A G I N A
Sport
33
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
IL COMO VITTORIOSO
Ha portato bene il posticipo notturno del lunedì al Como della coppia Oscar Brevi-Ottavio
Strano. La compagine lariana ha infatti sfatato il “tabù” stagionale dello stadio Sinigaglia
conquistando la seconda vittoria consecutiva in
questa fase di campionato alle spese del ben
più quotato Lumezzane. Il risultato finale, 2-1,
riteniamo sia giusto di quanto espresso dalle
due squadre durante i 90 minuti del match.
Infatti se, in effetti, il Lumezzane è apparso
squadra ben più quotata del Como (che invidia
vedere ottimi scambi di palla in tutto il campo
e lanci precisi senza alzare lo sguardo alla ricerca del compagno perché si sa già dove questi
si troverà per raccogliere il pallone), allo stesso
tempo i bresciani hanno veramente sciupato
una ghiotta occasione da gol quando il punteggio era ancora sullo 0-0. Poi, bravo sì l’estremo
difensore azzurro Malatesta, ma il suo è stato
un compito normale e non ha certo dovuto fare
i cosiddetti “straordinari”. E il Como? Beh, guardando il primo tempo tutti avremmo sottoscritto un punto, ma la paura era che in agguato ci
fosse la solita sconfitta. Invece, al 43°, un lungo
lancio dalla difesa trova il difensore del
Lumezzane, Emerson, incespicare e lasciare a
Cozzolino un lungo varco verso la porta. L’atleta azzurro è bravo a resistere alla carica di un
avversario ed a calciare prima che il portiere
ospite possa coprire tutto lo specchio della porta: 1-0 al primo tiro in porta! Niente male come
statistica. Nella ripresa, dopo soli 3 minuti, è
arrivato il raddoppio di Franco. Da qui in poi ci
si aspetta il Lumezzane, ma la reazione bresciana non è così trascendentale come i timori
facevano presagire. Grande possesso di palla,
quello sì, per i rossoblu, ma quasi niente di più.
Il Como gioca di rimessa, non subisce più di tanto, e quando il Lumezzane con un forte tiro da
fuori area di Emerson trova il gol del 2-1 è troppo tardi. Siamo, infatti, già al 92° e per gli ospiti non c’è nemmeno la possibilità di abbozzare
un forcing finale. Il Como, grazie, a questi tre
punti si tira su in classifica ed ora, a quota 14,
si trova in buona compagnia. La settimana scorsa, dopo la vittoria con la Paganese, avevamo
scritto che magari il campionato del Como sarebbe iniziato proprio da quel momento. Col
Lumezzane abbiamo avuto una prima risposta.
L.CL.
CSI: le partite della settimana
UNDER 14 A 7
Or. Solbiate - Oratorio Asso
G.S. S. Giov. Bosco - C.S. Carbonatese
Or. Rovellasca - U.S. Prestino
Pol. Sanrocchese - Piano e Valli
U.S. S. Maurizio - Pol. Grandola
G.S. Oral Albiolo - G.S. San Siro 2001
3-7
3-1
0-12
rinv
6-2
8-3
ALLIEVI A 7
Inter Club Valbrona - U.S. Vertematese
A.S.D. S. Michele - U.S.O. S.A. Mariano “A”
U.S.O. S.A. Mariano “B” - G.S. S. Giov. Bosco
G.S.O. Perticato - U.S. S. Maurizio
5-1
6-2
4-6
1-2
TOP JUNIOR A 7
Pol. Azzurra - G.S. S. Giov. Bosco
Civiglio - Pol. S. Agata
Nuova E. Terraneo - C.S.O. Cirimido
G.S. Grisoni - Calcio Montorfano
A.S.O.F. - U.S.O. S.A. La Spezia
2-3
1-9
3-0
7-4
5-2
OPEN A 7
Categoria A - Girone A
U.S. Villa Romanò - AZ Pneumatica
GGB Intermed. Imm. - C.S. Asnago Cantù
Pol. Longone - Nuova E. Terraneo
G.S. Consolini - Pol. Sanrocchese
Ric. Rab. Ripam. Carugo - G.S.O. Buc. “B”
G.S. Arco Lomazzo “B” - C.S. Real Asnago
A.C. Caglio - U.S.O. S.A. Mauri Macchine
np
3-1
4-1
2-4
3-3
2-1
5-1
Categoria A - Girone B
Burpers F.C. 1994 - Piano e Valli “A”
L.C. Graved. Oscar Cap - Pol. S. Gius. Como
C.S.I. Civello - Fraquelli Ettore Croce
Go and Play - Ossuccio
Minniti G.S. Valmorea - G.T. Li Gufi
Pol. Lariana Menaggio - I&M Bernareggi
U.S. Oltronese - G.S. Rovennese
6-5
np
3-3
1-4
4-1
4-4
1-1
Categoria B - Girone A
Calcio Piazza - S.T.L. Schignano
U.S. Prestino - Alfieri 1998
U.S. Laglio - Cusino
A.S. Grian. Bar T. Vecchia - Valli del Ceresio
Lenno - Celtic Como
Montorfano “A” - Real’s
Pol. Libertas S.B. - 33 Caffè
2-1
4-4
5-8
5-4
5-3
5-4
3-8
Categoria B - Girone B
Or. Pontel. - Senna Velox Plurice Service
A.S.O.F. - HP ERBA
Buccinigo Off. Mecc. Bastai - U.S. S. Maur.
Pol. Castelmartese - A.S. Bulgorello
G.S.O. S.A. Arosio - C.G. Cabiate
Inter Club Valbrona - G.S.O. Novedrate
C.S.O. S. Carlo “A” - Fair’s Point
4-4
1-3
5-4
6-3
np
4-3
6-5
Categoria B - Girone C
Or. G. Buratti - G.S. S. Giov. Bosco
F.C. Dragons - Oratorio Cadorago
Amor Sportiva - S. Giorgio Luraghese “B”
U.S. Rovellese - Pol. Limidese
S. Giorgio Luraghese “A” - Or. Rovellasca
F.C. Bulgaro - G.S.O. S. Luigi A
Pressal G.S. Valmorea - O.S.G. Guanzate
1-2
3-3
9-2
1-0
np
nd
2-5
Categoria C - Girone A
U.S. Tremezzo - P.L. S. Pietro Carlazzo
G.S. Plesio - Or. Città Murata
P.L. Corrido - A.C. Muggiò Bar Fuin
Pol. Grandola - P.L. S. Pietro
G.S. Nadir Breggia - Piano e Valli “B”
Lario 04 - Pol. S. Agata
4-2
2-1
1-3
np
6-3
0-0
Categoria C - Girone C
USO S.A. G.C. Tagliabue - P.C.G. Copreno
S. Marco Mirabello “B” - C.S.O. S. Carlo “B”
G.S. Figino - Real Cantù 2009
Caffè Pigalle - G.S.O. Cimnago
Oratorio Lambrugo - Pol. Forti e Liberi
G.A.S. 95 - Atletico Figinese
8-2
0-2
8-5
8-3
np
3-2
Categoria C - Girone D
New Team Como - G.S. Oral Albiolo “B”
np
G.S. C. Prestino 2000 - Lora 04
3-1
G.S. Drezzo 76 - S. Marco Bucabelin
np
G.S. di Lip. MA.GI.STE - G.S. Villa Guardia 7-4
Rovascio Seprio Am. Audaci “B”
3-6
G.S. Grisoni - S.C.S. Socco
4-5
New Red Boys
ha riposato
OPEN A 11
Categoria C - Girone B
G.S. S. Giuseppe - Virtus Lario
np
Seprio Am. Audaci “A” - S. Marco Mirab. “A” 4-3
G.S. Oral Albiolo “A” - G.S. Arco Lomazzo “A” 5-3
G.S. Rodero RCCC - G.S. Rodero
3-4
I Grifoni - G.S. Or. S. Luigi B
10-2
Categoria A - Girone A
C.S.I. Luisago - Monosportiva Como
F.C. Albate Calcio - Lora 04
G.S. Or. S. Luigi - U.S. Albatese
Pol. S. Giuseppe Como - U.S. Lanzo Intelvi
A.C. Grandatese - Hotel Funicolare
2-2
np
1-1
1-2
0-0
Categoria A - Girone B
Misinto Calcio - U.S. Inverigo Calcio
F.C. Monguzzo 1997 - Electric 92 Cantù
G.S.O. Lur. A.S.D. “A” - A.S.D. Real Sag.
A.S.D. S. Michele - G.S. Senna
Cernobbio Calcio 2005 - S.S. Falange
3-1
1-2
1-0
2-4
0-0
Categoria B
Pol. Cuc. 80 “B” - New Team Como A.S.D.
1-1
A.S.D. Brunatese - A.S.D. Lambrugo Calcio 1-2
A.S.D. Cernobbio - A.S. Gagginese
0-0
S.S. Assese - U.S.D. Cacciatori Alpi
3-0
G.S. Cavallasca A.S.D. - Pol. Cucciago 80 “A” np
G.S. di Lipomo - Bernate Calcio
0-0
G.S.O. Lurago A.S.D. “B”
ha riposato
P A G I N A
34
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
ALCUNI SPUNTI DALLA RICERCA CENSIS/UCSI 2009 SULLA COMUNICAZIONE IN ITALIA
I MEDIA E GLI ITALIANI, TRA IL BOOM DEI
SOCIAL NETWORK E LA CRISI DELLA STAMPA
L
a dieta mediatica degli
italiani continua a essere a base di televisione,
ma cresce esponenzialmente l’uso dei social
network, mentre precipita la
lettura della carta stampata.
Sono alcuni tra i dati salienti del
Rapporto sulla comunicazione
Censis/Ucsi 2009, presentato nei
giorni scorsi a Roma, da cui
emerge la consueta fotografia sul
nostro rapporto con i media. Le
nuove tecnologie appassionano
una platea crescente di utenti e
le percentuali sono eloquenti:
Facebook e YouTube sono conosciuti da oltre il 60% degli italiani, Messenger dal 50,5%, Skype
dal 37,6%, MySpace dal 31,8%.
Se poi si scorporano i dati relativi ai giovani di età compresa fra
i 14 e i 29 anni, le percentuali
crescono ulteriormente: fra loro
gli utenti di Facebook, YouTube e
Messenger sono intorno al 90%.
I ragazzi hanno ormai consolidato l’abitudine a una connessione pressoché continua con amici
e conoscenti, grazie all’uso stabile del cellulare a una crescente
confidenza con internet. I social
network li affascinano, grazie
proprio alle possibilità di contatto con altre persone che offrono,
ma hanno conquistato anche
molti adulti: secondo le stime del
Censis, sono quasi 33 milioni gli
italiani che conoscono almeno un
social network, mentre quasi 20
milioni sono gli effettivi utilizzatori abituali. Perché i social
network piacciono tanto? Si può
cercare qualche risposta considerando, per esempio, il caso Facebook. La motivazione primaria
che ha spinto molti a iscriversi al
“Libro delle facce” online è la vo-
lontà di mantenere i contatti con
gli amici (70,5%) o di ritrovare
vecchi compagni di scuola ed ex
colleghi di lavoro (57,8%). Pochissimi sono invece gli utenti che
sperano di intrecciare una relazione affettiva attraverso questo
strumento (1,8%). Le principali
attività di chi è iscritto a Facebook sono consultare le bacheche
con i commenti degli amici
(41,2%), mandare messaggi personali (40,5%), inserire un proprio commento nelle bacheche
degli amici (37,2%), chattare in
diretta online (35,7%), utilizzare
le applicazioni relative ai test o ai
giochi (24,6%), inserire fotografie, video o file musicali (21,3%).
Il social network più famoso del
momento, dunque, diventa il luogo dell’incontro personale, dello
scambio di contenuti, della chiacchierata, della condivisione di
informazioni e materiali vari. Se
la possibilità di tenere vivi i con-
tatti con gli amici può avere risvolti positivi, non altrettanto si
può dire di un’altra tendenza rilevata dalla ricerca: il 42% degli utenti dichiara che da quando è iscritto a Facebook dedica
meno tempo alla lettura dei libri,
alla consultazione di altri siti
(40%), alla televisione (26,5%),
allo studio e al lavoro (21,7%), al
colloquio telefonico con i conoscenti (14,4%), a uscire con gli
amici (11,5%), ad andare al cinema (11%). Fra i timori prevalenti, oltre a quelli legati alla tutela
della propria privacy (ma se uno
ci tiene così tanto, chi glielo fa
fare di iscriversi?), il 23,4% degli
interpellati parla di un indebolimento delle relazioni dirette con
familiari e amici, il 13,4% teme
un minore rendimento nel lavoro e nello studio. Ben venga la
consapevolezza di questi possibili rischi, se diventa uno stimolo
per non lasciarsi catturare acri-
L’INCONTRO DEGLI UFFICI DI COMUNICAZIONE SOCIALE LOMBARDI
COMUNICARE IN “SINERGIA”
«
L
a “nostra” comunicazione è sinergica?»:
questa è la riflessione
che ha fatto da filo
conduttore alle giornate di confronto, studio e programmazione per i direttori degli
uffici comunicazioni sociali della
Lombardia e le persone impegnate nella comunicazione diocesana, svoltesi a Caravaggio il 20
e il 21 novembre scorso. Per la
nostra Diocesi era presente una
delegazione dell’ufficio diocesano
Comunicazioni Sociali con il responsabile, don Aurelio Pagani.
La giornata di venerdì è culminata nel dibattito “La Chiesa e la
sfida della comunicazione. Quale posto, quale rilevanza, quali
spazi per la comunicazione in
una curia?”, con la partecipazione di mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova, delegato CEL per
le comunicazioni Sociali, di
mons. Domenico Pompili, direttore Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali CEI e di mons.
Gianni Zappa, già responsabile
dell’Ufficio Comunicazione della
diocesi di Milano e ora Moderator Curiae della stessa diocesi.
Ne è risultata la necessità di un
coordinamento sempre più stretto nella comunicazione, non solo
per un comune scambio di esperienze, ma per mettere in luce il
volto della Chiesa con un discorso unitario. Sabato mattina
Fiorenzo Tagliabue, dell’agenzia
di comunicazione milanese SEC,
attraverso la proposizione di un
caso concreto, ha sottolineato
l’estrema importanza della comunicazione vista non come un
insieme di strumenti o di canali,
ma come una dimensione costitutiva di ogni evento e comportamento, e che pertanto necessita
di una accurata strategia preliminare. A chi parliamo, cosa vogliamo comunicare, come possiamo fare in modo che i nostri
interlocutori comprendano, sperimentino e approvino ciò che
stiamo comunicando: sono domande fondamentali da porsi
prima di affrontare qualsiasi
decisione in merito. Una volta
chiariti questi aspetti, è utile scegliere tante forme e tanti strumenti comunicativi diversi, per
convergere su un unico obiettivo
prefissato. La sinergia non deve
essere infatti casuale, ma voluta,
pensata, costruita. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, con
grande passione ha invece presentato l’esperienza del suo quotidiano in sinergia con Tv 2000
e il circuito radiofonico InBlu,
mettendo in rilevo come occorra
essere consapevoli delle diversità dei mezzi a servizio della comunicazione per “sfruttarne”
appieno le caratteristiche, i tempi e le potenzialità, in un’ottica
sinergica. Sinergia, non significa
infatti “essere uguali”, ma “lavorare insieme per lo stesso obiettivo”. Ad esempio, il ricorso al
web permette una comunicazione molto immediata e veloce, la
carta stampata consente invece
un approfondimento maggiore. Il
futuro dell’informazione, secondo
Tarquinio, sarà proprio in questa
direzione e la grande sfida per il
futuro può essere sintetizzata
nello slogan “Glocal”: pensare
come il globale possa essere colto nel locale sarà l’unico modo di
fare una comunicazione che arrivi veramente alle persone e possa rivelarsi utile. Nel pomeriggio
c’è stato un importante confronto tra le esperienze nelle diverse
diocesi lombarde, in particolare
quelle di Brescia, Milano e Pavia.
Nei successivi laboratori, organizzati per singolo strumento di
comunicazione (carta stampata,
radio/tv e internet), ha suscitato
particolare interesse la scelta
della diocesi di Como di adottare
la messaggistica SMS e la posta
elettronica come strumenti basilari per una comunicazione rapida e capillare verso i sacerdoti.
Un momento di sintesi ha concluso questo intenso fine settimana che ha lasciato ai partecipanti un ricco bagaglio di idee e
di spunti per continuare il proprio lavoro di ogni giorno.
SILVIA FASANA
ticamente dal fascino del mezzo o
da quella che secondo alcuni è una
vera e propria dipendenza da esso.
Non sono soltanto
le nuove tecnologie
e i nuovi canali di
contatto a catalizzare l’attenzione
degli italiani. È la
quantità complessiva di consumo
generalizzato dei
media a crescere:
gli spettatori televisivi sono quasi il
98% della popolazione, le persone
dotate di cellulare
l’85%,
i
radioascoltatori l’81,2%. Molto
meno utilizzati sono i giornali e
i libri. La carta stampata, in particolare, fa registrare un calo per
certi versi preoccupante: negli
ultimi due anni la lettura dei
quotidiani è scesa dal 67% al
54,8%, facendo registrare un’inversione di tendenza rispetto
alla costante crescita che aveva
segnato gli anni fino al 2007. Se
poi si va ad analizzare il numero
di utenti “abituali”, che leggono
un quotidiano almeno tre volte la
settimana, si scende dal 51,1%
del 2007 al 34,5% del 2009. La
quantità di italiani che prima
della crisi aveva un contatto stabile con i quotidiani si riduce dalla metà a un terzo e, considerando che in questa quota sono compresi anche le testate sportive,
ben si comprende quanto sia ormai diventato marginale il ruolo
della carta stampata nel favorire la comprensione e l’interpretazione dell’attualità. A formare
l’opinione pubblica continua a
essere soprattutto la televisione,
mezzo che – per come ci parla e
per quello che ci dice – non può
certo essere preso come principale fonte di ispirazione delle nostre convinzioni e dei nostri comportamenti.
MARCO DERIU
Tele
IL
comando
Domenica 29 Le frontiere dello Spirito, C5, 8,50.
Ravasi commenta Geremia
33 e la Sangiorgi ci parla del
genocidio armeno. A sua immagine, Rai1, 10,30. Merlino, It1, 13,50. Mini-serie
completa con Sam Neill e Mirando Richardson. Pirati,
R4, 16,40. Film d’avventura
di Polansky con W.Matthau a
suo agio. La bisbetica domata, La7, 17,15. Ottimo
film di Zeffirelli dalla commedia di Shakespeare, con la
coppia Burton/Taylor scoppiettante. Grazie a tutti,
Rai1, 21,30. Spettacolo musicale con Morandi. NCIS/
Criminal minds Rai2,
21,00 Telefilm polizieschi.
Report, Rai3, 21,30, I signori della sanità. Inchiesta
sulla sanità privata che fornisce servizi a quella pubblica.
Il ritorno di Don Camillo,
R4, 21,30. Divertimento assicurato. Un’impresa da Dio,
It1, 21,25. Film commedia divertente. Speciale Tg1,
Rai1, 23,35. Attualità. Glob,
Rai3, 23,35. Un programma
di satira con Bertolino.
Lunedì 30 Le vite degli
altri, Rai1, 21,10. Ottimo
film tedesco. Germania est
1984. Oscar miglior film straniero. L’infedele, La7, 21,10.
Con Gad Lerner. Voyager,
Rai2, 21,05. Seconda guerra
mondiale. Comandante
Florent, R4, 21,10. Telefilm
poliziesco. Chi l’ha visto?,
Rai3, 21,10. Attualità. Alien
la clonazione, R4, 23,25.
Film di fantascienza, metafora dell’ingegneria genetica.
Martedì 1 Medicina generale 2, Rai1,21,10. Fiction. Ballarò, Rai3, 21.10.
Attualità. Impero, La7,
21,10. Documentario. Vite
straordinarie: Corrado,
R4, 21,10. Documentario.
Mercoledì 2 Medicina
generale 2, Rai1,21,10. Un
caso per due, Rai3, 21,10.
Poliziesco. Exit, La7, 21,00.
attualità. Il Patriota, R4,
21,10. Film storico con Mel
Gibson. X factor, Rai2,
21,05. Gioco musicale. Babel,
Rai4, 21,10. Bel film drammatico con Brad Pitt.
Giovedì 3 Una settimana da Dio, C5, 21,10. Commedia divertente con Jim
Carrey. Don Matteo 6, Rai1,
21,10. Fiction con T. Hill.
Falò, Tsi, 21,00. Attualità.
Speciale che tempo che fa,
Rai3, 21,10. Una notte all’opera. Carmen di Bizet che
inaugurerà la Scala di Milano. The district, La7, 21,10.
Telefilm polizieschi. Io per
voi un libro aperto, Rai2,
23,35. Prosa con Enrico
Brignano.
Venerdì 4 I migliori
anni, Rai1, 21,10. Varietà
con C. Conti. Mi manda
Rai3, 21,10. Attualità. I
Robinson, Rai2, 21,05. Film
d’animazione.
Giovani
aquile, R4, 21,10. Film di
guerra. Niente di personale, La7, 21,10. Con A. Piroso.
Tv7, Rai1, 23,20.
Sabato 5 TV Talk, Rai3,
9,00. Analisi della Tv con M.
Bernardini. Sulla via di
Damasco, Rai2, 10,25. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai, 17,10. Rubrica religiosa. Babe maialino coraggioso, It1, 19,25. Geniale
film per tutti. Closet o
RITA
home, Rai2,ANTONIO
21,05. Telefilm
investigativi. Nati liberi,
Rai3, 21,05. Doc. sugli animali. L’ispettore Barnaby,
La7, 21,10 Telefilm polizieschi.Gli uomini preferiscono le bionde, Iris, 21,00.
Con M. Monroe. La mummia, It1,21,10. Film d’avventura con B. Fraser .
il settimanale
il settimanale
P A G I N A
35
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009
Maria
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