DELLA CONTIENE INSERTO ANNO XXXIV 28 NOVEMBRE 2009 E 1,00 A don AGOSTINO CLERICI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Il senso dell’Avvento A PAGINA 3 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ttendere è un verbo che s’addice all’uomo del terzo millennio? È disposto a coniugarlo in prima persona? Attendere non è la stessa cosa che aspettare, anche se i due verbi nel linguaggio comune sono usati come sinonimi. Aspettare è l’azione di uno che, stando fermo, guarda nella direzione in cui dovrebbe generarsi un evento: lo aspetta come qualcosa che viene dal futuro. Attendere è l’azione con cui uno si dirige incontro a quell’avvenimento che ha messo in moto la sua stessa attesa: è una tensione che riguarda non solo lo sguardo, ma la vita intera. L’attesa è il tempo generato dall’evento: c’è un fatto che mi raggiunge (e-venit) ed io mi protendo verso di esso (ad-tendo). Ora, il tempo dell’Avvento quello che apre un nuovo anno liturgico e ci prepara al Natale è un tipico tempo di attesa: il Fatto sta nel passato (ma ha lasciato una traccia imperitura in ogni presente) e genera la mia tensione verso di esso. Il Fatto l’Evento - è la persona di Gesù Cristo nel suo raggiungermi sulla retta della storia in cui io abito. L’attesa, allora, non può che essere un movimento di compagnia con Lui e con tutti quelli che sono stati raggiunti da Lui. Alla luce di questa dinamica viene spontaneo rispondere che l’uomo di oggi, purtroppo, non vive nell’attesa, e il mondo non lo aiuta affatto ad attendere. L’uomo s’aspetta sempre qualcosa, ma non sa più attendere. Fatica a riconoscere l’Evento che lo precede, abita seduto in sguardi che scrutano il futuro in una sorta di ansia esistenziale, in una ricerca senza fondamento. Il cercare di chi è stato trovato è anche più avventuroso del cercare di chi ha fatto della strada la sua unica meta... Il Natale, da questo punto di vista, è la terapia più bella per quest’uomo, a cui deve essere continuamente annunciato che Dio ha già compiuto quel tratto di strada che dal cielo raggiunge la terra. La verticalità si è provvidenzialmente estinta in un orizzonte umano. Il modo migliore per vivere il tempo dell’Avvento, allora, è sperimentare la «carnalità» di Dio. Viviamo queste settimane nella trama di rapporti non virtuali. Diamoci la mano, guardiamoci negli occhi, parliamo ai volti, custodiamo le amicizie, coltiviamo nuove relazioni, appassioniamoci al divano della nostra casa... con il televisore e il computer spenti. Il rapporto sulla comunicazione presentato la scorsa settimana segnala che YouTube e Facebook (per fare i due nomi più conosciuti di social network) si mangiano la metà del tempo che una volta era condiviso con gli altri o dedicato alla lettura di un buon libro. Se aggiungiamo la televisione, resta davvero poco tempo all’esercizio di una autentica socialità. E i risultati si vedono! Perché allora non utilizzare il tempo dell’Avvento per una salutare ascesi della «carnalità», per una full immersion nella dimensione reale dell’incontro, sottratto alle mediazioni fredde della tecnologia? E se chiudessimo per quattro settimane il «libro delle facce» (Facebook) per guardare in faccia Dio che ci viene incontro nel volto dell’altro? 44 DIOCESI COMO UNA GUIDA PER I DETENUTI COMASCHI VISITA PASTORALE IL VESCOVO A BORMIO ALLE PAGINE 10-11 resentata la prima Carta dei servizi, in otto lingue. Un vero e proprio vademecum per accompagnare, sin dai primi passi, chi è costretto a trascorrere del tempo dietro le sbarre. P A PAGINA 13 COMO SCARP DE’ TENIS: UNA VOCE DALLA STRADA 2,50 euro a copia. A venderlo sono “senza fissa dimora” cui spetta una parte del ricavato. Vendere il giornale significa lavorare, non fare accattonaggio. A PAGINA 23 COMO FESTIVAL DI MUSICA SACRA S. ANSELMO Il Festival Autunno Musicale programma un percorso di iniziative legato alla storia del territorio lombardo e al suo patrimonio spirituale e culturale. ALLE PAGINE 18 E 19 GUANZATE TORNA L’ORGANO RESTAURATO A PAGINA 15 VARESE CON L’ASSESSORE CATTANEO, DIBATTITO SULLE INFRASTRUTTURE A PAGINA 26 MORBEGNO IN CALENDARIO UN INTERESSANTE CONFRONTO SUL «FINE VITA» A PAGINA 27 A PAGINA 21 A PAGINA 14 COMO TRENI: DAL TICINO UNA MANO ALL’ITALIA? CASSINA RIZZARDI LA PRIMA PIETRA DI UNA CASA “SPECIALE” CASNATE CON BERNATE IN UN VOLUME LA STORIA DEL PAESE A PAGINA 22 SOLIDARIETÀ ANCHE IN PROVINCIA DI SONDRIO TORNA LA COLLETTA ALIMENTARE A PAGINA 27 ANNO SACERDOTALE IL PELLEGRINAGGIO DEL CLERO DIOCESANO, CON IL VESCOVO, SULLE ORME DEL CURATO D’ARS A PAGINA 9 SEMINARIO VERSO LA GIORNATA DEL 6 DICEMBRE A PAGINA 8 VALTELLINA FRA VIABILITÀ E URBANISTICA IL TERRITORIO CAMBIA Il cantiere del primo stralcio, primo lotto della statale 38 prosegue a ritmo spedito: lavori in consegna fra un anno e mezzo. Intanto Sondrio rifà le piazze. ALLE PAGINE 28 E 29 P A G I N A 2 LA PAROLA NELL’ANNO C RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO -28 NOVEMBRE 2009 IL NUOVO LIBRO DEL CARD. SCOLA MARIA, LA DONNA Q In queste riflessioni sulle letture delle liturgie domenicali dell’anno C la brevità si accompagna alla semplicità e alla chiarezza. Ciò che colpisce in questi commenti è l’incisività dei titoli, piccole sintesi dei contenuti, insieme all’armonica connessione delle letture proposte, dove la buona esegesi si coniuga con l’efficace attualizzazione che giunge alla nostra vita quotidiana. DARIO VIVIAN, E fu dolce come miele, Elledici, pagine 200, euro 12,00. uesto nuovo libro di Angelo Scola, Patriarca di Venezia, mette in luce fin dal titolo ciò che più sta a cuore al cardinale: ripercorrere la straordinaria avventura umana di Maria, la donna che con il suo “sì” accettò di donare se stessa per accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio. Maria, scrive il Patriarca, è il paradigma della donna: in lei il “genio femminile” ha trovato piena realizzazione. Il rapporto privilegiato che instaurò con il Figlio, fa di Maria l’icona di ciò che ogni uomo e ogni donna sono chiamati a diventare in Cristo: persone compiute. In questo senso per Angelo Scola guardare ai misteri che hanno segnato la vita di Maria, in un’ottica che ponga l’accento sulla fisicità e sulla quotidianità di quegli eventi straordinari, si traduce nel prendere coscienza della pienezza dell’umano. Un piccolo libro che è a un tempo testimonianza del rapporto personale dell’autore con la Vergine e provocazione a interrogarsi su cosa significhi giocare in pieno la propria libertà di uomini e donne nel rapporto con se stessi, con gli altri e con Dio. L’invito finale che il cardinale rivolge ai suoi lettori è quello di imparare ad affidarsi alla Madonna con la stessa fiducia con cui Dio le affidò il suo unico Figlio: “Avevo circa trent’anni ANGELO SCOLA, Maria, la donna. I misteri della Sua vita, Cantagalli, pagine 110, euro 8,00 quando un grande sacerdote mi insegnò ad affidare alla Madonna - con un’Ave Maria ogni sera prima di dormire - la vita. Ora lo raccomando sempre a tutti, soprattutto ai giovani. L’affidamento a Maria è un’autentica consolazione d’amore. Dopo ogni giornata è conforto e speranza. A te, caro lettore, mipermetto di rivolgere lo stesso invito”. MARIAVERA SPECIALE Della ricca tradizione della spiritualità carmelitana è nota la pratica della Lectio divina, il metodo di preghiera quotidiana raccomandato dalla Regola dell’Ordine e riscoperta e valorizzata negli ultimi decenni all’interno della Chiesa Cattolica. Questo volume offre la Lectio dei testi evangelici domenicali dell’Anno Liturgico C, frutto di un ampio progetto nato all’interno dell’Ordine Carmelitano. Classico lo schema di ogni incontro: lectio, meditatio, oratio, contemplatio. ANTHONY CILIA (a cura di), Lectio divina sui Vangeli festivi per l’Anno liturgico C, Elledici, pagine 704, euro 22.00. Questo sussidio è pensato per la preparazione dell’omelia festiva, un aiuto che comunque non deve sostituire la preparazione personale del sacerdote. Per ogni domenica e festa dell’anno liturgico “C”, il sussidio riporta i testi delle letture (Leggo la Parola), una succinta ma densa meditazione (Rifletto) e un’orazione (Prego). GIUSEPPE SACINO, Leggo, rifletto, prego - Anno C, Elledici, pagine 288, euro 14,00. NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di ELENA CLERICI LE VITE DEI SANTI Le vite dei santi sono appassionanti: avventurose, sorprendenti, ricche e intense. Sfogliando questo libro si fa la conoscenza dei 42 santi che le nazioni europee hanno scelto come loro patroni. Si comincia con i protettori d’Europa: Benedetto da Norcia, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce. Poi via via, in ordine alfabetico per nazione dall’Austria all’Ungheria. Accanto a santi molto noti, come san Francesco d’Assisi, san Bernardo di Chiaravalle, Giacomo il Maggiore, Antonio da Padova, ci sono figure poco conosciute ma non meno affascinanti, la corsa Devota, Cunegonda di Lussemburgo, il danese Canuto e Gudula del Belgio, per citarne solo alcuni. Di ciascun santo è narrata la storia, e sono indicati, oltre agli estremi della vita, anche il giorno in cui viene festeggiato dalla Chiesa. MARIA VAGO – illustrazioni di FRANCA TRABACCHI, Santi patroni d’Europa, Paoline, pagine 160, euro 23,00. Riflettere sulla diversità è necessario in un mondo globale, che esige nuovi modi di agire, ma anche nuovi atteggiamenti, valori e aperture: è questo il presupposto che ha dato vita a questo libro, pensato per ragazzini tra gli otto e i dodici anni che si pongono domande su tutto ciò che li circonda, cominciano ad ordinare il mondo in modo personale e pongono le basi per opinioni e giudizi che molte volte dureranno tutta la vita. In otto capitoli, che vanno dal concreto all’astratto, si affronta dunque la diversità da varie angolature in modo diretto e grafico: nella forma, nel movimento, nelle percezioni, nella famiglia, nella società e nella cultura per giungere all’umanità. E’ un libro su cui dissentire e discutere, per fare domande, da consultare; e non manca la proposta di attività per approfondire l’apprendimento, la sperimentazione e la riflessione sui diversi temi. Contiene anche un gioco da fare in gruppo che mette alla prova l’intelligenza emotiva, e mostra come la diversità delle persone crea diversità di comportamenti. La diversità. Siamo diversi, unici e speciali, Paoline, pagine 112, euro 29,00. Una raccolta di materiali “predicabili”. Il sussidio suggerisce per ogni domenica e festa: monizione d’apertura e monizioni alle Letture, un’omelia di taglio divulgativo, altri materiali per l’omelia, preghiera dei fedeli. Ogni liturgia della Parola è centrata sopra un unico tema, che viene anticipato nelle monizioni, sviluppato nell’omelia, e pregato nella preghiera dei fedeli. I termini teologici non sono evitati ma utilizzati e spiegati. Le monizioni alle Letture non sono commenti eruditi, ma introduzioni semplici e chiare che preparano all’ascolto. Le omelie contengono in abbondanza episodi, citazioni, forme brevi (aforismi, massime, proverbi, anche battute). ENZO BIANCO, All’altare di Dio - Anno C, Elledici, pagine 288, euro 15,00. PRIMA DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C Parola FRA noi GER 33,14-16 SAL 24 1 TS 3,12-4,2 LC 21,25-28.34-36 Dal Vangelo giungono parole di speranza di ANGELO SCEPPACERCA PRIMA SETTIMANA del Salterio NELLE NOSTRE MANI LA VISIBILITÀ DI DIO I l Vangelo di oggi porta una richiesta: guardate sul serio gli avvenimenti che vi circondano, molti di essi sono segni del nemico che vuole allontanarci da Cristo. Il caos esterno è la cornice del disordine interiore che è peggiore di quello perché è fatto dalle paure di un uomo stretto dal vuoto e posseduto dall’angoscia, senza possibilità di scampo dal precipitare nel nulla. Chi non conosce la paternità di Dio vive il tempo “senza un padre” perché non sa di venire da lui e di tornare a lui. L’uomo tramortito dalla paura è curvato sotto il peso dell’angoscia. Ha paura di vivere, forse più che di morire. Dal Vangelo giungono parole di speranza per difenderci da questo nemico. Risollevatevi. È la prima parola. Non rimanere schiacciato dalla paura, alzati pieno di speranza perché Cristo ti ha già liberato. È vicino a te. Alzate il capo. E gli occhi al Si- gnore. Non sentirti come un ergastolano. Guardate il fico e le altre piante. Apri gli occhi dell’intelligenza. E del cuore. State attenti a voi stessi, che il cuore non si appesantisca da ciò che toglie tempo ed energie all’essenziale. Vegliate in ogni momento pregando, siate vigilanti nella preghiera perché ogni momento è gravido di salvezza. I fatti che disorientano e spaventano, per noi cristiani sono il segno che l’ora della salvezza si avvicina. Anche dietro le tragedie e gli sconvolgimenti, c’è una venuta del Signore. La fede non risparmia dalle sciagure e dai dolori; ma, nonostante tutto, essa invita a perseverare nel cammino, a rimanere vigili e in preghiera in attesa della venuta del Signore. Non è della sua presenza che dobbiamo aver paura, come l’ebbe Adamo al rumore dei passi di Dio nel giardino, ma della sua assenza. È la vita che non porta da nessuna parte che spa- venta fino alla morte; è la mancanza di speranza che uccide. La liturgia dice al cristiano, con assoluta sicurezza, dove nasce e verso dove è diretto. L’inizio e la fine sono indissolubilmente uniti. All’inizio del sacramento del Battesimo c’è un dialogo fra il sacerdote e i genitori del neonato: “Cosa chiedete alla Chiesa per questo bambino?”. “La vita eterna”, è la risposta. Fin dall’inizio conosciamo il punto di approdo. La nostra vita non sarà, dunque, l’odissea di Ulisse ma l’esodo di Israele dalla schiavitù alla libertà del servizio in una terra promessa, perché il comandamento si riassume nell’amore disinteressato, nel servizio ai fratelli. Nelle nostre mani, così fragili, è lasciata la stessa credibilità e visibilità di Dio. Se viviamo nella carità, ogni attimo è quello della presenza e della venuta del Signore: a sera, a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino. In ogni istante è nascosto l’attimo dell’incontro. Vegliare, dunque, per cogliere il senso delle cose. Vegliare sul senso del tempo. Vegliare sui tempi della vita. Perché è l’Avvento, il tempo in cui Dio irrompe e viene. “Anno dopo anno, il tempo scorre in silenzio; il ritorno di Cristo si avvicina sempre di più. Se potessimo almeno avvicinarci al cielo come egli si avvicina alla terra! ... il cielo e la terra costituiscono un velo trasparente posto fra noi e Dio; verrà un giorno in cui Dio stesso strapperà questo velo e si mostrerà a noi”. Così scriveva il cardinale J.H. Newman in un’omelia del tempo di Avvento. Tempo di attesa, l’Avvento è tempo di gioia perché ogni venuta di Cristo è dono di grazia e di salvezza, ma è anche tempo d’impegno perché ci spinge a vivere il presente come tempo di responsabilità e di vigilanza. La “vigilanza” sta a dire la necessità – l’urgenza! – di un’attesa viva ed operosa. CHIESA PRIMOPIANO P A G I N A 3 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 ATTESA... LA GRATUITÀ DEL DIO DI GESÙ AVVENTO 2009 OLTRE OGNI I l tema dell’attesa ci raggiunge nella profondità più nascosta, là dove le paure e le speranze si incontrano. La novità dell’Avvento sta nella certezza che agli uomini è ridata la speranza di un’attesa e a quanti l’hanno perduta essa viene riconsegnata. L’avvenimento che dà senso a questa prospettiva è Dio stesso: un Dio che viene incontro all’uomo, si mette sulla sua stessa strada per aprirgli orizzonti inattesi. Da Abramo a Gesù di Nazaret, compimento di ogni attesa e allo stesso tempo- promessa di un’altra pienezza verso la quale i credenti sono invitati a camminare. Il Dio atteso non è separato da tutte le speranze umane: i cristiani sanno bene di dover preparare con le loro forze ciò che chiedono come dono da Dio. Vivendo l’Avvento i cristiani affermano che la storia ha un senso, uno sviluppo e una fine. Al centro c’è Gesù Cristo. A lui converge tutta la storia precedente che egli ci riconsegna svelandocene il senso profondo: ogni realizzazione storica è punto di arrivo e di partenza allo stesso tempo. Il Dio di Gesù Cristo è sempre un passo più avanti di ogni speranza umana concretizzatasi. A Dio interessa l’uomo, ogni uomo. Prima ancora di chiedersi che cosa fare per Dio, è necessario che i credenti comprendano come è perché il Dio di Gesù si è schierato dalla parte dell’uomo, di ogni uomo. Per sempre. Il cristiano è chiamato a vivere la propria fede all’interno della quotidiana esistenza, spesso segnata dal peccato, dalla smentita, dalla delusione. Ma il credente non può pensare che la salvezza sia altro dalla storia concreta in cui vive: sarebbe evasione; non può neppure ridurre la salvezza a quanto egli vive e spera: sarebbe idolatria. Ecco perché per i credenti ogni avvenimento è decisivo, ogni istante significativo; ma è altrettanto vero che non posso- Una riflessione per vivere bene questo tempo forte verso il Natale di ARCANGELO BAGNI no restare prigionieri di essi. Per questo i credenti ricordano e celebrano costantemente la pienezza della storia a cui sono chiamati. Una prospettiva che permette di discernere -oggi, nella quotidianità semplice ed umile del vivere- le realtà che restano da quelle che svaniscono. E resiste all’usura del tempo solo ciò che appartiene alla logica profonda che ha guidato tutta la vita di Gesù di Nazaret. Il Dio che ci rivela Gesù è un Dio che si dona gratuitamente, per primo, incondizionatamente. Collocandoci in questa prospettiva i credenti possono verificare se la loro attesa è religiosa o mondana. Il criterio: stare dalla parte di chi è “nulla” per il “mondo” per testimoniare che chi non conta per il mondo conta, invece, per il Dio di Gesù. Il credente ama appassionatamente la quotidianità in cui vive e nella quale proclama la speranza che nasce dalla fattiva certezza di non muoversi a caso, ma di essere in cammino verso una pienezza che in Gesù già si è fatta storia. E’ questa speranza che lo abilita a stare al proprio posto, senza frustrazioni, senza crisi di identità, senza chiedersi ad ogni momento che cosa debba fare o come misurare, ad ogni passo fatto, l’entità del proprio contributo. Un’esistenza che si muove nella linea della gratuità e del dono non ha bisogno di conferme mondane: le basta la propria debolezza. Che è poi ciò che la rende forte. Nulla infatti è più debole di ciò che è gratuito; nulla, allo stesso tempo, è così essenziale come il gratuito. Come Gesù di Nazaret, atteso e accolto gratuitamente; e, sempre gratuitamente, proposto a tutti. Il sussidio pastorale che ogni anno, in occasione dei tempi forti, gli organismi della Segreteria Generale della CEI propongono, oltre ad essere segno di un atteggiamento di servizio, intende indicare una strada: quella della collaborazione e della messa in comune delle competenze. Prima ancora, però, ci muove la convinzione della fecondità dell’Anno liturgico come itinerario educativo del cristiano. «Vivere secondo la domenica», per usare la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia, conferisce all’esistenza credente una forma particolare, che si caratterizza come ecclesiale e comunitaria, costruita sulla parola di salvezza e sulla carità. Lo mostra chiaramente anche il presente sussidio, con la sua articolazione secondo i verbi fondamentali della vita cristiana: annunciare, celebrare, testimoniare. Sono questi i verbi dell’uomo “rialzato” dall’incarnazione di Dio. Risvegliato dalla luce di Betlemme a un mattino nuovo, prefigurazione del giorno senza tramonto. L’Avvento, in particolare, è tempo fecondo per crescere nella speranza, per imparare il vangelo dell’umiltà e dell’attesa. È il paradosso cristiano: il Bambino davanti a cui ci commoviamo è il nostro Maestro. La debolezza della sua umanità, la nostra forza. Afferma il grande mistico Meister Eckhart: «Il dono più grande è che siamo figli di Dio e che egli generi in noi suo Figlio». Perché «il più nobile desiderio di Dio è generare. Egli non è soddisfatto prima di aver generato in noi suo Figlio. Nello stesso modo, l’anima non è mai soddisfatta, se in essa non nasce il Figlio di Dio. È allora che scaturisce la grazia». Ricordiamolo, in un tempo in cui occorre ritrovare il senso pieno e la gioia del generare. Buon Avvento e Buon Natale a tutti! + Mariano Crociata Segretario Generale della CEI BREVI NOTE PER CELEBRARE L’AVVENTO I temi generali del tempo vengono declinati con sfumature diverse nelle varie domeniche: - un tempo di liberazione in cui Dio ristabilisce la giustizia, di speranza nelle sofferenze (I dom. C); - un tempo in cui passare dal lutto alla gioia, in cui cambiare vita e raddrizzare strade (II dom. C): - un tempo in cui rallegrarsi, in cui maturare frutti di conversione (III dom. C, chiamata “domenica gaudete”, cioè “gioite”); - un tempo in cui il Signore si fa presente anche in luoghi insignificanti e inconsueti, in cui riconoscere che Egli fa meraviglie (IV dom. C). •Il colore liturgico di questo tempo è il viola (il rosa per la terza domenica, quella del gaudete). • Gli atteggiamenti caratteristici sono: l’attesa e la vigilanza, il desiderio, la speranza, la gioia. Essendo un tempo di “preparazione”, porta con sé una forte connotazione di conversione, ma anche di povertà e essenzialità. • I segni festivi acquistano una maggiore sobrietà, in attesa di esplodere nel tempo di Natale. Questo potrà essere manifestato nell’organizzazione dello spazio attraverso uno stile globalmente semplice: la composizione floreale (che può essere mantenuta, con eventuali varianti, per le quattro settimane) avrà pochi fiori, e potranno trovare spazio anche materiali “poveri” come rami, foglie essiccate, pietre. • Per dare il senso della continuità alle quattro domeniche, distinguendole dal tempo ordinario, è possibile tenere fissi alcuni canti non abituali (ad esempio un canto di inizio, un alleluia, un agnello di Dio…). In alternativa è possibile dare il senso della progressione “costruendo” il testo di un canto ed aggiungendo una strofa ogni domenica. Può essere anche l’occasione per introdurre un canto nuovo, che verrà mantenuto e consolidato progressivamente nelle successive domeniche. • Il tema della luce, della vigilanza, della veglia, può essere sottolineato attraverso il rito del “lucernario” (ricorrendo alla corona di Avvento o a semplici candele). Questo gesto, accompagnato da un canto, può sostituire il canto di inizio (con un ingresso in silenzio o con musica strumentale), oppure può essere inserito in un momento a parte (nei riti di inizio, alla presentazione dei doni, dopo la comunione…). • È possibile valorizzare i riti di inizio (che risultano un po’ “alleggeriti” dalla mancanza del Gloria), trattando il canto d’inizio in modo “creativo” (vedi sopra), oppure rendendo più ampio l’atto penitenziale. • Il desiderio di ascoltare e accogliere la Parola di Dio può essere simboleggiato da un brevissimo invito all’ascolto tra l’orazionecolletta e la prima lettura (un intervento strumentale, la lettura di un breve testo, il canto di un ritornello come “Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce”, ecc.). Durante la celebrazione si può vigilare che siano valorizzati i brevi spazi di silenzio normalmente previsti. • Il tema della gioia può essere sottolineato attraverso un’esecuzione non usuale del salmo responsoriale (ritornello cantato, strofe cantillate, sottofondo musicale…). http://www.elledici.org/liturgia/avvento/celebrare.php SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 IL PAPA E GLI ARTISTI Domande sul mistero L a “via della bellezza” come “percorso artistico, estetico” ma anche come “itinerario di fede”. A riproporla agli artisti è stato Benedetto XVI, incontrando il 21 novembre circa 300 esponenti del mondo dell’arte nella Cappella Sistina. Occasione dell’incontro, promosso dal Pontificio Consiglio della cultura, il decennale della Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti (4 aprile 1999) e il 45° anniversario dell’incontro di Paolo VI con gli artisti (7 maggio 1964). Il SIR ha rivolto alcune domande a Mariano Apa, docente di storia dell’arte contemporanea all’Accademia di belle arti de L’Aquila, che ha partecipato all’evento. “Rinnovare l’amicizia della Chiesa con il mondo dell’arte”: con questo intento Benedetto XVI si è inserito nel “solco” tracciato da Paolo VI e Giovanni Paolo II… “A mio avviso, la cifra dell’incontro di papa Benedetto XVI con gli artisti sta nella volontà di ribadire un’intera tradizione, che dal II Concilio di Nicea arriva fino al Concilio Vaticano II, passando per l’ultima giornata del Concilio di Trento, dedicata alla questione delle immagini. Ribadire la centralità della tradizione, tuttavia, non è sinonimo – come taluni vorrebbero – di ideologia del tradizionalismo: è la Chiesa che, depositaria del magistero, esplicita nei segni dei tempi la condizione attraverso cui si svolge il nostro cammino di fede, all’insegna dello stretto legame tra arte e liturgia. Nella Chiesa vive la bellezza e la verità: ciascun artista di ogni tempo è chiamato a farci i conti, attraverso le modalità espressive che gli sono proprie. È nel tesoro della tradizione che l’artista trova la sua libertà: nelle parole del Papa trova eco la tradizione anche recente della Chiesa, da Pio XI a Pio XII, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo I – che ha aperto la strada alla beatificazione del Beato Angelico, patrono dei pittori, e di Claudio Granzotto, patrono degli scultori, da parte del suo successore – fino a Giovanni Paolo II, che oltre alla Lettera agli artisti ha dedicato un’opera intera al valore dell’arte: il Trittico Romano”. La “via della bellezza” è la proposta del Papa come antidoto alla “disperazione”: come evitare che il nostro tempo cada nella trappola di una bellezza “seducente e ipocrita”? “La proposta che fa Benedetto XVI agli artisti è quella di camminare non tanto sul terreno della memoria, ma di qualcosa che è perennemente vivo: Cristo morto e risorto. Il profondo legame tra arte e liturgia è, dunque, il presupposto non dichiarato, ma imprescindibile, delle parole pronunciate dal Papa nella Cappella Sistina. È il movimento liturgico che conduce al Concilio Vaticano II, come Joseph Ratzinger dimostra nella sua opera sullo spirito della liturgia”. Nella coscienza di ciascun artista, la bellezza è un appello ad un “oltre”: un forte richiamo per un dialogo anche con i non credenti… “Quello che ogni artista dovrebbe evitare è l’autoreferenzialità. Un’opera d’arte è tale nella misura in cui si confronta con la questione del senso, e dunque indaga sul mistero. Anche attraverso i propri dubbi, i propri malumori, le proprie nevrosi, il proprio disagio, l’arte può definirsi tale se conduce alle domande sul senso della morte e della rinascita. Se l’artista non si fa carico della bellezza che pone la domanda, fa del decorativismo e diviene preda dell’autoreferenzialità. L’inquietudine, la condizione esistenziale ai limiti dell’esistenza stessa: tutto ciò conduce alla radicalità della domanda. È una via dolorosa che hanno percorso molti artisti, anche non credenti, che a volte nella loro strada hanno trovato un compagno di viaggio capace di dialogare con loro a partire dal proprio vissuto di fede”. Cosa dice il simbolo delle cattedrali, “bibbie di pietra”, all’Europa, dove – denuncia il Papa – l’arte rischia di essere incomprensibile, se non si tiene conto della sua anima religiosa? “Si tratta di una questione delicatissima, e decisiva per il futuro del nostro continente. In un’epoca di globalizzazione come la nostra, dove con estrema facilità si innalza un minareto, per erigere un campanile occorre ancora – come per le antiche cattedrali – che si instauri un corretto rapporto, fatto di dialogo ma a volte anche di salutari contrasti, tra il vescovo e l’artista. Il riferimento, nel discorso del Papa, alle cattedrali è un invito per l’artista a pensare nel concetto dell’opera totale, che trova il suo simbolo nella cattedrale come cantiere dove lavora tutto il popolo di Dio. L’Europa delle cattedrali è un’Europa fatta di chiese che non si chiudono il giorno dell’inaugurazione, ma che nei secoli camminano, si evolvono, si restaurano. Ancora una volta, arte come metafora della liturgia: l’artista non può pensarsi come singolo individuo, deve vedere riflesso in se stesso tutti quanti e capire che nella propria espressione artistica c’è tutto il popolo di Dio. Quello che si è succeduto nei secoli, ma anche quello che non si è ancora convertito”. a cura di M.MICHELA NICOLAIS IL «FACCIA A FACCIA» DELLA FELICITÀ PIENA Parlando agli artisti, sabato 21 novembre, nella Cappella Sistina, papa Benedetto ha voluto soffermarsi a riflettere sulla tensione verso l’alto che è propria del credente. Lo ha fatto prendendo spunto dal Giudizio universale di Michelangelo per dire che tutta l’esistenza dell’uomo “è movimento e ascensione, è inesausta tensione verso la pienezza, verso la felicità ultima, verso un orizzonte che sempre eccede il presente mentre lo attraversa. Nella sua drammaticità, però, questo affresco pone davanti ai nostri occhi anche il pericolo della caduta definitiva dell’uomo, minaccia che incombe sull’umanità quando si lascia sedurre dalle forze del male. L’affresco lancia perciò un forte grido profetico contro il male; contro ogni forma d’ingiustizia. Ma per i credenti il Cristo risorto è la via, la verità e la vita. Per chi fedelmente lo segue è la porta che introduce in quel «faccia a faccia», in quella visione di Dio da cui scaturisce senza più limitazioni la felicità piena e definitiva”. GIOVANI E SOCIETÀ ADOLESCENTI COI PIEDI PER TERRA Poco attratti da stelle e stelline I l sovraffollamento del Pantheon mediatico e la continua demitizzazione con la quale il gossip aggredisce gli idoli provvisori della musica, dello sport, dello spettacolo e della politica portano i giovani con i piedi per terra. Questo sembra il tratto caratteristico che si può trarre dal 10° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza che Eurispes e Telefono Azzurro hanno intitolato: Generazione provvisoria. Il diritto di immaginare il futuro. Dai dati della rilevazione appare significativo, infatti, che il 38,8% degli adolescenti dichiarano di non voler assomigliare a nessuno in particolare. Nella classifica tutti personaggi proposti rimangono a distanza abissale il più vicino è Barak Obama all’8,4% e poi c’è Valentino Rossi al 5,3% e a seguire la prima donna: Belen Rodriguez a 4,9%. Quello che è ancora più stupefacente in questa speciale classifica appare al secondo posto. Una risposta ricavata dalla specificazione che nei questionari viene dedicata alla casella “altro”. Si scopre qui che il 15,3% degli adolescenti dichiara che “da grande” vorrebbe assomigliare a se stesso. Insomma se ne deduce che i nostri giovani in primo luogo non vengono molto ispirati dalle stelle e stelline che circondano il panorama nostrano. Qui cade uno stereotipo che vede i ragazzi pendere dalle labbra del mito di turno. Si può cogliere un segnale importante per quelli che sono interessati al- l’educazione delle nuove generazioni. Forse occorre andare oltre le figure astratte, bisogna proporre e parlare di persone concrete che accompagnino nel percorso di vita. Non significa soltanto investire di un ruolo educativo adulti maturi, ma significa anche saper trasmettere l’umanità in quello che si propone per poter parlare a persone interessate a quello che accade loro e non a quello che gira nel “virtuale”. In secondo luogo si può trarre un’ulteriore indicazione cercando di interpretare la risposta che indica la preferenza dei giovani di “voler assomigliare a se stessi”. All’interno di questa dichiarazione dei giovani, molto importante perché nata da loro e non richiesta a priori nel questionario da quel che si de- duce nella presentazione della ricerca, ci sono due aspetti che molto probabilmente si combinano. Da un lato si evidenzia la fatica di superare il proprio stato attuale. Si può notare l’incapacità di pensarsi in prospettiva di immaginare un “progetto desiderio” da inseguire. Però dall’altro lato a partire da una simile dichiarazione si può iniziare a costruire una grande proposta di ricerca di senso. Iniziare ad “assomigliare a se stessi” significa iniziare a scoprirsi, a conoscersi meglio, significa iniziare il cammino verso la maturità. C’è un’esigenza fondamentale nascosta in quell’ … altro dichiarato. Se si saprà rispondere si potrà fornire di ali questi giovani con i piedi per terra. ANDREA CASAVECCHIA COLPO D’OCCHIO IL RISCHIO DELLA VOLGARITÀ Chi sa resistere alla tentazione della parolaccia? E chi sa resistere alla tentazione del barattolo di Nutella? Poche persone: certamente non i bambini, i quali fanno presto a imparare che se la Nutella ha un effetto gratificante, la parolaccia ha un effetto dirompente, soprattutto se in precedenza sono stati rimproverati da qualcuno che gli ha gridato “Non si dice!”. Tutti noi rimaniamo un po’ bambini, anche chi arriva all’età della ragione o chi, ancora più grande, arriva alle più alte cariche dello Stato, come la presidenza della Camera. Gianfranco Fini, anche lui, non ha saputo resistere alla tentazione e ha detto la parolaccia. L’ha detta di fronte a una cinquantina di ragazzi immigrati che certamente non avevano bisogno di impararla dal presidente della Camera ma ai quali ha fatto effetto, appunto, dirompente, sentirla pronunciare da un così “alto” e distinto personaggio, sia pure vestito, per l’occasione, in jeans. Sì, perché Fini parlava alla borgata romana di Tor Pignattara, particolare questo riferito da alcuni giornali quasi a guisa di giustificazione, come se rivolgendosi ai borgatari, e per giunta immigrati, ci si possa dimenticare del “parlar corretto” e usare le parolacce. Ovviamente, l’effetto – appunto, dirompente – non si è limitato ai ragazzi: si è ripercosso sui media. Con commenti, a dir poco, “epocali”, da inizio di una nuova era: “Da oggi la parola in questione entra di diritto nel linguaggio”, “Il via libera l’ha dato il presidente della Camera”, “Adesso tutti saranno autorizzati a farne uso”. Bum! Una parolaccia resta una parolaccia, non ci sono presidenti di sorta, neanche della Crusca, a riqualificare un termine che il Vocabolario classifica “volgare”. E oltretutto, per chi ci tenga, neppure italianissimo: giunge a noi dal longobardo. PIERO ISOLA SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 EUROPA HERMAN VAN ROMPUY E CATHERINE ASHTON I due mediatori A vrà i volti di Herman Van Rompuy e di Catherine Ashton il Trattato di Lisbona, che dal 1° dicembre costituirà il prossimo quadro normativo dell’Unione europea. Il Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo che aderiscono alla “casa comune” ha affidato al politico democristiano belga la carica di presidente “stabile” del Consiglio stesso; all’esponente laburista britannica è andato invece il ruolo di Alto rappresentante della politica estera, che sarà anche vicepresidente della Commissione. Due nuove figure, introdotte per dare continuità alla politica comunitaria, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini. I due personaggi non rappresentano certo figure di spicco della scena continentale; il loro (modesto) carisma è pari alla “fede europeista” finora dimostrata. Il punto di forza di entrambi, l’elemento che ha fatto prevalere i loro nomi rispetto ad altri candidati più noti e con un curriculum di maggior rilievo (si pensi agli ex premier inglese Tony Blair e italiano Massimo D’Alema) è, paradossalmente, il loro procedere “sotto traccia”, la fama di negoziatori discreti e, forse, il fatto di non aver mai mostrato coraggiosi accenti federalisti. Appena raggiunto l’accordo su Van Rompuy e Ashton, i premier dei Paesi aderenti hanno espresso loro complimenti e auguri, aggiungendo – col garbo che si usa a livello diploma- tico – che da loro ci si attende un lavoro da “mediatori”, dando unitarietà all’azione europea e svolgendo ruoli più vicini a quelli di alti funzionari della burocrazia che non quelli di ispiratori e di guide della politica dell’Unione. Una scelta “low profile”, la quale conferma come le cancellerie non intendano rafforzare le istituzioni di Bruxelles e tanto meno cedere altri poteri per una maggiore efficacia dell’Ue. Anche altri personaggi, eventualmente collocati al posto di presidente stabile o di Alto rappresentante, non avrebbero potuto d’un tratto mutare o accelerare il processo d’integrazione europea; ma il summit che la scorsa settimana ha deciso sulle due cariche stabilite a Lisbona ha confermato che il ti- U mone dell’Unione per ora rimane nelle capitali nazionali. E, in particolare, si colloca nel triangolo fra Berlino, Parigi e Londra, con buona pace dell’Italia e della Spagna, della Polonia e dei Paesi dell’Est, di quelli nordici e dei mediterranei. Ciononostante, l’entrata in vigore del Trattato di riforma costituirà un ulteriore passo avanti dell’Europa comune, la quale necessita, volente o nolente, di forme di coordinamento sul piano politico, economico e sociale per tenere il passo col mondo globalizzato. Una fase di rodaggio sarà ora necessaria, sia per le norme derivanti da Lisbona sia per Herman Van Rompuy e Catherine Ashton, i cui ruoli, inscritti nel Trattato ma non sufficientemente definiti nelle specifiche competenze, sono sostanzialmente da inventare: e, come si sa, la fase di rodaggio è essenziale per la futura resa di una macchina. GIANNI BORSA CORSIVO di AGOSTINO CLERICI STORIE DI CROCI E DI CROCIFISSI Le cronache continuano a parlare di croci e di crocifissi. Un professore dell’istituto tecnico “Badoni” di Lecco, dopo un acceso dibattito in classe sulla discutibile sentenza della Corte di Strasburgo che vorrebbe vietare il crocifisso nelle aule scolastiche, forse preso dalla rabbia per aver avuto tutti gli studenti contro, ha staccato il crocifisso dal muro e l’ha gettato nel cestino. È stato visto da alcuni colleghi, e così il professore è finito dal preside, come l’ultimo dei “pierini”. Sembra abbia riconosciuto il suo errore: «Si è trattato di un attimo di pazzia», ha detto, giustificando il gesto con il suo temperamento focoso e impulsivo. Il preside pensa di sospenderlo per alcuni giorni. Ma certo il prof non ha fatto una bella figura davanti ai suoi studenti. A Milano è accaduto un fatto che considero ancora più grave. All’Università Statale, ormai da alcune settimane, accade che un gruppo di studenti, che fanno riferimento a Comunione e Liberazione e che prestano servizio presso una piccola cartolibreria, sono oggetto di aggressione da parte di membri di centri sociali (di area anarco-comunista) che pretendono, fra l’altro, di fare centinaia di fotocopie gratis e organizzano raid punitivi e hanno pure scritto i nomi dei titolari della libreria sulle pareti della facoltà: una vera lista di proscrizione con un suggerimento chiaro circa le persone da colpire... Nel Paese in cui si vorrebbero misure più drastiche ed esemplari per punire chi anche solo verbalmente offende un gay, succede che su violenze come queste (che richiamano i sistemi della mafia e del brigatismo rosso) sia steso un velo di silenzio, sia da parte delle autorità accademiche, sia da parte dei mezzi di informazione (sempre in cerca di occasioni per mostrare che la libertà di stampa... esiste). Non vi sarebbe stato lo stesso silenzio se ad essere “crocifissi”, invece che un gruppo di cattolici, vi fossero stati altri soggetti politi- Oltre le «facili» certezze religiose ci o religiosi... Se si aggiunge che qualche giorno prima alcuni studenti, arrestati per la guerriglia urbana ordita in occasione di manifestazioni, sono stati prontamente rimessi in libertà e ridonati alla piazza urlante, con la raccomandazione del giudice a... fare i bravi, beh allora il quadro è proprio allarmante. S’aggiunga anche la notizia che, per celebrare un Christmas sereno e sufficientemente white, in un comune del Bresciano l’amministrazione pubblica ha incoraggiato una caccia al clandestino, che, a dire il vero, non sembra aver avuto una calda accoglienza nella maggior parte della popolazione. Insomma, quel crocifisso che sta sul muro - e, sia chiaro, nessuno deve permettersi di gettarlo nel cestino! - forse dovrebbe ispirare maggiormente anche soltanto il senso civico e l’onestà morale dei tanti che in questi giorni ne hanno riconosciuto la valenza laica e universale. Simbolo di pietà, di condivisione del dolore e di solidarietà. Tutte cose giuste... da non lasciare appese al muro! n dato appare documentabile: il contesto nel quale le comunità cristiane e i singoli credenti vengono a trovarsi è sotto il segno della novità e dell’inedito. La caduta del senso di onnipotenza e la profonda consapevolezza del limite (delle ideologie, della politica, della scienza...) pongono radicali interrogativi agli uomini del nostro tempo e ai credenti. In molti contesti religiosi si lavora ancora - almeno questa è la mia impressione - presupponendo un mondo che in realtà è altro da quello in cui tutti viviamo. UN NUOVO ORIZZONTE Così molti credenti continuano a ragionare e a confrontarsi con i ‘miti’ della scienza del secolo scorso, della politica che risolve tutto, delle ideologie che prospettano nuovi orizzonti all’umanità. Quello che abita il cuore delle persone più avvedute è, invece, il profondo senso del limite, fino allo sconforto. Il non avvedersene comporta per i credenti il rischio di buttare in faccia ai contemporanei questo limite in una sorta di apologetica di se stessi; ecco, allora, che non pochi credenti si collocano più sul versante della denuncia che su quello della proposta creativa; essi sono pronti a denunciare ciò che non va come se il mondo in cui vivono li dispensasse da una solidarietà verso tutti; una solidarietà che dovrebbe essere più avvertita proprio verso quanti pongono, in diversi modi, domande profonde. Onestà chiede che ci si ricordi che non solo le diverse ideologie hanno dimostrato i loro limiti, ma che anche il cristianesimo storico. E se in nome del cristianesimo vogliamo denunciare il limite delle ideologie, della politica e della scienza, dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di dichiarare anche il limite del cristianesimo storico. Non c’è qualcuno che nel momento attuale posa “chiamarsi fuori”. E “chiamarsi fuori” in nome di “certezze religiose astoriche” significherebbe misconoscere il tempo in cui si vive e collocarsi nella incapacità di una proposta religiosa valida ad interpellare il cuore degli uomini che sono in ricerca. UNA LOGICA DIVERSA E’ certamente facile dire le cose che non vanno. Ma non è compito specifico o prioritario del cristiano fare tutto ciò. Egli è erede e custode di una “lieta notizia”, di un annuncio capace di coinvolgere l’uomo concreto in qualsiasi situazione. Ma, se ci si guarda attorno, sorgono spontanei alcuni interrogativi: come mai tanti contemporanei non trovano nei cristiani la possibilità di incontrare una “lieta notizia” capace di ridare speranza? Come mai tanti sono più propensi alla denuncia del male che alla proposta della novità evangelica? Forse è mancata, per tanti cristiani, la possibilità di una reale crescita nella fede secondo la logica evangelica? Per crescere nella fede e attuare una seria proposta è necessario lasciarsi continuamente interrogare dalla Parola e interrogarla a nostra volta, con nuova radicalità e rinnovata lucidità. In questa prospettiva è più che mai urgente riscoprire lo stile del “punto interrogativo”: “Il punto esclamativo è sterile, blocca; mentre il punto interrogativo è fecondo, crea. Sorge però un’apparente contraddizione: la testimonianza chiede il punto esclamativo, perché la fede si può solo esclamare, mentre la mediazione culturale chiede il punto interrogativo. Il problema è di evitare l’unilateralità tra le esclamazioni e gli interrogativi, ma anche di vivere l’impasto giusto: quello per cui gli interrogativi nascono entro le esclamazioni. Se si può solo esclamare la fede, questa esclamazione deve anche interrogare: “Gesù è il Signore! Ma perché, come, in che senso?”. Questa forma non sminuisce l’affermazione e neanche la mette in forse, ma permette di capirla meglio e di verificarla, per stabilire condizioni e senso, per poterla riaffermare, esclamandola in modo più illuminante e plausibile”(T. Citrini). Sono disposti i credenti a collocarsi in una simile prospettiva? Evitando il ricorso (che a volte appare quasi un alibi) a presunte “certezze religiose” che gratificano solo chi le propone? FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI AVVENIRE: IL DIRETTORE È MARCO TARQUINIO Marco Tarquinio, da 82 giorni responsabile ad interim di Avvenire, è il nuovo direttore del quotidiano della Cei. A deciderlo, martedì mattina, il consiglio di amministrazione di Avvenire Nei (Nuova editoriale italiana), presieduto dal vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato, padre di due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico umbro. Tra il 1982 e il 1983 ha partecipato alla commissione ristretta che su incarico della Conferenza episcopale umbra e in particolare dell’allora vescovo di Gubbio, mons. Ennio Antonelli, “ripensò” quella storica testata, e tra il 1983 e il 1984 ha fatto parte del nucleo redazionale chiamato a realizzarla e rilanciarla. Ha lavorato poi al Corriere dell’Umbria di Perugia, quindi il trasferimento a Roma nell’88, alla redazione de La Gazzetta. Nel 1990 entra al Tempo dove rimane fino al 1994 salendo vari “gradini” della carriera, fino a diventare capo della redazione politica ed editorialista. In quell’anno Dino Boffo gli propone di passare ad Avvenire, di cui ha guidato a lungo la redazione romana prima di essere nominato, nel 2007, vicedirettore. Dal 3 settembre ha assunto la direzione ad interim del giornale. CHIESA P A G I N A 7 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 REALTÀ NEL CUORE DELLA DIOCESI del VESCOVO GIOVEDÌ 26 A Como, al mattino, consiglio episcopale; a Como, nel pomeriggio, udienze e colloqui personali. DA VENERDÌ 27 A DOMENICA 29 Visita pastorale in Valtellina Superiore: Bormio. LUNEDÌ 30 A Nuova Olonio, al mattino, incontro con i religiosi. MARTEDÌ 1 DICEMBRE A Como, in Vescovado, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, incontro con i referenti delle scuole cattoliche presenti in diocesi. MERCOLEDÌ 2 A Roma, giunta del Consiglio nazionale della scuola cattolica. GIOVEDÌ 3 A Roma, lezione presso la Pontificia Università Gregoriana sul tema La presenza e il ruolo del Vescovo nella formazione sacerdotale. DAL 4 ALL’8 Visita pastorale alla Zona Valtellina Superiore: Valdidentro. L’Ordo Virginum V enerdì 13 novembre, in un clima di fraternità e di intensa preghiera, l’Ordo Virginum diocesano ha incontrato il suo Vescovo che, durante la celebrazione dei Vespri, ha consegnato a ciascuna vergine consacrata il libretto L’Ordine delle Vergini nella diocesi di Como, frutto di un recente lavoro di revisione che descrive in modo sintetico l’Ordo Virginum della diocesi di Como (identità, vita e formazione della vergine consacrata) e riporta in appendice il Rito di Consacrazione delle vergini. In un colloquio paterno il Vescovo ha sottolineato la bellezza di questa antichissima (e nuova) sorprendente forma di vita, già testimoniata a partire dal IV secolo, poi caduta in disuso e ripristinata dal Concilio Vaticano II a partire dal 1970. Siete buttate nel mondo - ha detto il Vescovo in cui dovete essere segno del Regno dei Cieli. L’Ordo Virginum, privo com’è di qualunque struttura o sicurezza umana, richiede alle vergini consacrate di fondare la propria sicurezza unicamente sulla roccia che è il Signore Gesù ed è proprio la “debolezza” di questa vocazione - che fa dell’ascolto e della meditazione della Parola di Dio cibo quotidiano per riconoscere la voce dello Sposo che si manifesta negli eventi di ogni giorno e continuamente coinvolge nel suo progetto di salvezza - la via attraverso cui la vergine consacrata, sposa di Cristo e figlia della Chiesa, diventa, nel cuore della Chiesa e del mondo, madre nello spirito e sorella dell’umanità. Vocazione, quella della vergine consacrata - inserita senza particolari distinzioni di abito, di luogo e di stile esteriore, nella condizione normale dei membri AVVENTO AL MONASTERO DI GRANDATE Lettura e condivisione della Parola di Dio. Questa è l’iniziativa proposta dalle monache del Monastero delle Benedettine di Grandate (Co), via Giovanni Paolo II, 1 - telefono 031564823, con incontri, aperti a tutti, che si terranno alle ore 20.30 nei seguenti giorni: venerdì 27 novembre; venerdì 4 dicembre; venerdì 11 dicembre e venerdì 18 dicembre. Inoltre tutti i sabato di Avvento alle ore 21.00, si terrà una veglia con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture. COOPERATORI SALESIANI L’associazione Salesiani Cooperatori comunica che domenica 13 dicembre, presso il Salesianum di Tavernola, in via Conciliazione 98, si terrà una Giornata di spiritualità e la seconda conferenza annuale. Programma: ore 9.00 - accoglienza; ore 9.30 - preghiera-riflessione sul tema Don Rua: L’evangelizzazione dei giovani; intervallo e confessioni; ore 11.30 - celebrazione eucaristica; ore 12.30 - inizio del momento conviviale. Durante tutta la giornata ci sarà una lotteria di beneficenza per aiutare i bambini di Bananeiras, frazione di Araruama, città a 120 chilometri da Rio de Janeiro. Durante la celebrazione eucaristica saranno ricordati i Salesiani Cooperatori e i parenti defunti nel 2009. Al termine, comunicazioni sull’associazione. FORMAZIONE CON L’AZIONE CATTOLICA Sabato 28 novembre ha inizio il percorso di formazione dell’Azione cattolica diocesana per responsabili e simpatizzanti. Il primo incontro, Istantanee di un volto. Fisionomia e identità dell’Azione cattolica, si tiene a Nuova Olonio, presso la Casa Opera Don Guanella, alle ore 15.30. Il relatore è Andrea Favaro, consigliere nazionale di Ac, settore Giovani. Info: telefono 031-265181. APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - COMO • Mercoledì 2 dicembre, alle ore 15.00: incontro di formazione per gli animatori parrocchiali e simpatizzanti presso l’Istituto Canossiano. • Giovedì 10 dicembre alle ore 15.30: adorazione eucaristica nella chiesa di S. Cecilia, insieme al MITE. del popolo di Dio - che richiede grande prudenza e una forte maturità individuale, pari soltanto alla capacità di abbandono e di obbedienza alle mozioni dello Spirito. Vocazione che non consente sconti o riduzioni sulle esigenze di una vita radicalmente evangelica. Il Vescovo ha quindi esortato ciascuna a una costante tensione verso una vera santità, offrendo alla Chiesa i ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ AGENDA propri talenti personali. La serata è poi proseguita con una cena fraterna in una sala dell’Episcopio recentemente strutturato, in un clima di gioiosa convivialità: le vergini hanno dato prova della loro “arte culinaria” strappando meravigliati complimenti al Vescovo, che dal canto suo ha stupito le stesse, onorandole del suo umile servizio a tavola! L’incontro che avete tanto atteso – ci ha detto il Vescovo – potrà ben diventare il primo di una serie, perché non vi ho dimenticate e l’Ordo è nel mio cuore come anche nel cuore della diocesi. Oltre il desiderio reciproco di poter ripetere altri momenti di convivialità come quello appena vissuto, è stata espressa sia da parte del Vescovo che delle vergini consacrate la volontà ferma di darsi appuntamento almeno una volta all’anno per una giornata di condivisione nella preghiera e di confronto sulla vita dell’Ordo in diocesi. Per l’anno prossimo, la data è già è fissata: sabato 5 giugno e sarà preziosa occasione per verificare insieme con il Vescovo, e alla luce delle indicazioni del nuovo libretto, l’esperienza fatta. La nuova vita dell’Ordo virginum è scritta: ora si tratta di “farla fiorire”, prima di tutto dentro di noi, poi nelle nostre comunità parrocchiali e in tutta la diocesi. L’anno pastorale che abbiamo appena iniziato ci vede impegnate per questo scopo con due scelte precise: la prima è quella di dedicare i ritiri mensili di quest’anno all’approfondimento della figura della vergine consacrata, così come essa è delineata nel libretto: meditando e pregando sui testi della sacra Scrittura e della Liturgia di consacrazione potremo trovare nutrimento sicuro per essere fedeli alla nostra vocazione. Il secondo impegno consiste nel girare la diocesi per far conoscere, prima di tutto ai preti ma non solo, il libretto dell’Ordo, ma soprattutto la nostra presenza viva nella Chiesa locale. Stiamo concordando con i vicari foranei uno spazio negli incontri presbiterali di zona per far conoscere questa particolare vocazione che è segno sublime dell’amore che la Chiesa porta a Cristo, immagine escatologica della sposa celeste e della vita futura (Premesse al rito, 1). A.A.-C.O. PRESENTAZIONE DELL’ORDO VIRGINUM NEGLI INCONTRI PRESBITERALI DI ZONA • 15 dicembre 2009: Como Centro e Como Sud • 12 gennaio 2010: Media Valtellina (da confermare) • 19 gennaio 2010: Bisbino • 26 gennaio 2010: Tremezzina • 9 marzo 2010: Valle Intelvi ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ La soglia d’ingresso del Seminario TO BAR TESAGHI di don ROBER ROBERTO BARTESAGHI IL SEMINARIO SI RACCONTA D ove inizia il cammino di un seminarista? A volte ci capita di pensare che il percorso di un seminarista prenda le mosse dal giorno in cui egli ha manifestato la volontà di entrare in Seminario. In realtà, quel giorno rappresenta solo il momento in cui il giovane ha trovato il coraggio di fare sintesi tra le tante esperienze che hanno segnato il suo cammino di fede. Ma l’inizio della sua vocazione sta nell’esperienza di vita cristiana all’interno della propria famiglia, nel confronto con la fede dei propri coetanei, nella vita sacramentale vissuta nella propria parrocchia, nelle piccole scelte e responsabilità che i nostri oratori propongono, nel rapporto con i propri sacerdoti e nell’esempio che i giovani ne ricevono, nelle esperienze forti di servizio. Insomma, ogni vocazione trova il suo punto di partenza nel cammino ordinario di fede di un giovane. È facile allora capire che “fare pastorale vocazionale per il Seminario” non significa soltanto proporre delle attività che avvicinino il giovane al Seminario. Certo ci vogliono anche quelle e il nostro Seminario ne ha per gli adolescenti (il GOV, Gruppo Orientamento Vocazionale) e per i giovani (Venite e Vedrete). Ma è molto più importante preoccuparsi di stimolare nei nostri giovani, adolescenti e, perché no, preadolescenti (alle volte abbiamo troppo poco coraggio nel fare esplicitamente la proposta a questa età!), la voglia d’interrogarsi rispetto al proprio futuro, diffondendo una mentalità vocazionale che impregni di sé tutta la vita delle nostre comunità. Ed è ancora più importante mostrare come la scelta del sacerdozio ministeriale non sia riservata a pochi straordinari eletti dalle capacità eccezionali, ma sia una proposta che il Signore abbondantemente fa a molti, semplici, ordinari e normali giovani. Ed è proprio in questa direzione che da anni si muove la Pastorale vocazionale del nostro Seminario, attraverso le Giornate del Seminario, vissute a rotazione nelle varie Zone pastorali, l’attenzione ai ministranti e ai cresimandi, in collaborazione col Centro Diocesano Vocazioni, e la collaborazione a numerose attività della Pastorale giovanile. La soglia d’ingresso del Seminario si trova molto più vicino a noi di quanto pensiamo! P A G I N A 8 D omenica 6 dicembre 2009, la nostra Diocesi vuole avere un’attenzione particolare per il Seminario Vescovile diocesano, cuore pulsante della nostra Chiesa locale. Siamo chiamati a rinnovare il nostro sostegno sia attraverso la preghiera, sia tenendo presente i bisogni concreti ed economici. “Come è bello conoscere , amare e servire Dio!” (S. Giovanni Maria Vianney). Questa frase del Santo Curato d’Ars mette in evidenza alcuni degli aspetti importanti del rapporto tra l’uomo e Dio: solo conoscendoLo, lo si può amare; solo amandoLo, lo si può servire. Questo vale per tutti: solo se lo si incontra, solo se si vive un rapporto vivo con Lui, una relazione personale, forte, coinvolgente, appassionata, allora s’inverano le parole del Curato. Tutto ciò vale in particolar modo per i seminaristi i quali, durante il cammino di formazione, sono chiamati in prima persona a far crescere questa “relazione viva”. CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 DOMENICA 6 DICEMBRE 2009 VERSO LA GIORNATA DEL SEMINARIO In settimana verrà recapitato alle parrocchie il materiale predisposto per l’animazione della Giornata del Seminario. Ringraziamo anticipatamente per il sostegno concreto tutti coloro che si rendono sensibili alle necessità della formazione dei seminaristi della nostra Diocesi. Ricordiamo che le offerte raccolte durante la Giornata potranno essere recapitate direttamente in Seminario o versate su uno dei seguenti c/c. Credito Valtellinese IBAN:IT19J0521610900000000040606 Sede di Como Intesa San Paolo IBAN:IT27F0306910900100000010205 Filiale di Como-Piazza Cavour Banca Popolare di Sondrio IBAN:IT08P0569610900000009001X10 Filiale di Como Intesa San Paolo IBAN:IT58U0306910910000038190111 Filiale di Como-Via Rubini CHIESA PELLEGRINAGGIO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 IL PELLEGRINAGGIO DEL CLERO DIOCESANO GIORNI DI PREGHIERA, COMUNIONE, RIFLESSIONE C inque giorni di intensa preghiera, di riflessione e di comunione sono quelli che un gruppo di sacerdoti della diocesi ha vissuto in terra di Francia sulle orme di grandi santi. Giorni di preghiera gustata e condivisa nella recita comune di tanta parte della liturgia delle ore, nella celebrazione dell’Eucaristia e nell’adorazione. Giorni di riflessione per scoprire dietro storie e vicende diverse quell’unico cammino di santità che è possibile quando si lascia fare a Dio nella nostra vita. Giorni di comunione segnati dal dono e dalla presenza del Vescovo che, come padre e fratello, non ha mancato di offrirci la sua sollecitudine e la sua vivace presenza; insieme alla gioia gustata per essere insieme da tante parti della diocesi e con la ricchezza di differenti personalità, ma uniti nella fraternità sacerdotale e nella consapevolezza dell’unica missione. Bernadette e il suo rapporto con i sacerdoti, il mistero di Paray, l’apostolo del Cuore di Gesù, la spiritualità e lo slan- cio pastorale del Curato d’Ars, la figura gigantesca del vescovo Francesco di Sales insieme a santa Giovanna Francesca de Chantal sono stati i temi e gli incontri del pellegrinaggio sacerdotale. Significativo e arricchente l’incontro con la realtà delle Chiese locali attraverso la presenza e la parola dei Vescovi. In particolare l’incontro con il cardinale Primate Philippe Barbarin arcivescovo di Lione che ci ha incoraggiati ed esortati a riflettere intorno alla definizione che il Curato d’Ars ha dato del prete: “Il sacerdote è l’amore del Cuore di Gesù”. Certamente le sollecitazioni delle riflessioni e dei luoghi, l’incontro con la vita delle Chiese locali e dei santi di cui custodiscono la memoria, il gusto e la gioia di essere preti e di essere insieme a servizio del Regno hanno lasciato dentro di noi un seme che siamo chiamati a custodire perché porti frutto. Credo che il pellegrinaggio abbia consegnato a noi sacerdoti due suggestioni decisive per la nostra vita e il ministero che siamo chiamati a vivere nella Chiesa e per la Chiesa. Da una parte cogliere la freschezza della santità quale totale abbandono all’opera di Dio nella nostra vita e dall’altra comprendere che la santità, così testimoniano i santi visitati, è il primo compito del nostro ministero sacerdotale. Credo che il clima di amicizia e di fraternità, che fin dall’inizio si è subito instaurato tra noi preti, rimanga quale tesoro a cui dobbiamo costantemente attingere e che dobbiamo far crescere, anche attraverso qualche tocco di poesia un poco goliardica che non è mancata. Concludo con una raccomandazione che era del Curato d’Ars e che mi obbliga a chiudere: “Ci sono preti che fanno rumore sui giornali; e ci sono preti che fanno rumore davanti al tabernacolo”. Entrambi preferiamo questo secondo gruppo. Lungo i giorni del pellegrinaggio non è mancato il “rumore” davanti al tabernacolo, ne andrà fiero san Giovanni Maria Vianney e sarà contento il Signore. don GIOVANNI ILLIA P A G I N A 9 P A G I N A 10 Di ritorno da Ars il Vescovo ha ripreso la visita pastorale alle parrocchie della diocesi. Dal 21 al 23 novembre ha incontrao le comunità di S.Maria a Livigno e di S.Anna a Trepalle in Valtellina Superiore CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 E’ RIPARTITA DA LIVIGNO E TREPALLE LA VISITA PASTORALE ALLE PARROCCHIE DELLA DICOESI DI NUOVO IN CAMMINO TRA LE MONTAGNE DELLA VALTELLINA LA ZONA IN PILLOLE La zona pastorale, Valtellina Superiore comprende cinque comuni, Livigno, Valdidentro, Valdisotto, Valfurva e Bormio per un totale di 19697 abitanti. Sono presenti dodici parrocchie, sette parrocchie singole e cinque parrocchie aggregate. In zona pastorale sono presenti dieci parroci, due coadiutori, due sacerdoti emeriti e due religiosi. I sacerdoti presenti sono sedici di cui tredici diocesani, due della congregazione religiosa dei preti del Sacro Cuore di Gesù di Betherram e uno dell’Opera don Folci, tre congregazioni di religiose: le suore della carità Sante Bartolomeo Capitanio e Vicenza Gerosa dette di Maria Bambina, le suore delle Poverelle istituto Beato Palazzolo, le suore Missionarie francescane del Verbo incarnato, e con un complessivo di 19697 abitanti. D opo una settimana di pausa per partecipare all’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana ad Assisi, il Vescovo ha ripreso il suo cammino da pastore per le strade della diocesi. Carico dell’entusiasmo maturato nei cinque giorni di preghiera e comunione con i sacerdoti della diocesi, in pellegrinaggio ad Ars, mons. Diego Coletti è arrivato sabato 21 novembre a Livigno, accolto dai bambini della scuola materna del paese. Dopo un breve saluto, insieme al convisitatore mons. Flavio Feroldi, ha incontrato privatamente i sacerdoti, don Marco Zubiani e don Romano Trabucchi. Nel pomeriggio, come già avvenuto durante gli incontri in Valle d’Intelvi, anche in Valtellina Superiore, il Vescovo ha incontrato gli amministratori cittadini consegnando l’enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate, e la lettera alla diocesi scritta in occasione dell’ultima festa di S.Abbondio. Un momento per riflettere insieme sul bene comune. La giornata a Livigno è proseguita con l’incontro rivolti a genitori ed educatori in cui mons. Coletti è tornato a parlare del tema dell’educare che sarà al centro del programmazione pastorale della Chiesa italiana per il prossimo decennio. Subito dopo l’incontro dei giovani che si è concluso con la S.Messa celebrata nella chiesa di S.Maria. Accanto ai momenti di preghiera e riflessione la visita pastorale è, però, anche occasione per fare festa insieme. E’ così che le famiglie delle co- I bambini dell’ACR munità di Livigno e Trepalle si sono ritrovate sabato sera in Plaza Placheda, cuore di molte manifestazioni livignasche, per una cena a cui hanno partecipato circa settecento persone. La domenica la visita è proseguita a Trepalle nella parrocchia di S.Anna dove ha incontrato la comunità apostolica nata dalla collaborazione delle due parrocchie. Anche qui, prima della messa e della visita al cimitero, mons. Coletti ha voluto trascorrere un breve incontro con i giovani. Nel pomeriggio il ritorno nel fondovalle a Livigno per la visita ad alcuni anziani e ammalati a cui è seguito l’incontro I con una cinquantina di ragazzi dell’Acr (Azione Cattolica ragazzi). La giornata si è conclusa con la celebrazione solenne a S.Maria che ha visto la partecipazione di tutta la comunità apostolica. La terza e ultima giornata a Livigno e Trepalle si è aperta, lunedì 23 novembre, con la celebrazione della messa a San Rocco e la visita agli asili nido della comunità. In mattina mons. Coletti ha poi benedetto e inaugurato la nuova via Crucis per i turisti a Livigno. Prima di lasciare la Valtellina Superiore il Vescovo non ha voluto mancare l’incontro con i ragazzi del centro diurno disabili e con i bambini delle scuole elementari e medie. La visita si è conclusa poco dopo le 17 al termine dei vespri. Il Vescovo tornerà nella Valtellina Superiore il prossimo fine settimana per incontrare la comunità di Bormio. (Un servizio approfondito sulla visita a Livigno e Trepalle sarà disponibile sul prossimo numero de “Il Settimanale”) M.L. la comunità apostolica Incontro con bambini e ragazzi Incontro con i giovani P A G I N A 11 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 Prosegue la visita pastorale in Valtellina Superiore. Da venerdì 27 a domenica 29 novembre il vescovo, Diego Coletti, incontrerà la comunità della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Bormio. IL VESCOVO A BORMIO 27-28-29 NOVEMBRE L a parrocchia dei S.S. Gervasio e Protasio occupa tutto il territorio del Comune di Bormio fino al Passo dello Stelvio. I Comuni confinanti sono quelli di Valdisotto, Valdidentro e Valfurva. Bormio rappresenta per gli abitanti delle zone vicine un punto di riferimento per quanto riguarda i servizi presenti su questo territorio: presidio sanitario, scuole secondarie di primo e secondo grado, Comunità Montana, casa di riposo “Villa del sorriso”, mercato il 1° e 3° martedì del mese, società sportive, terme, palestre per allenamenti e corsi …; per molti è anche sede di lavoro, soprattutto nel settore turistico e artigianale. Anche la Parrocchia, per la sua storia antica, è un punto di riferimento per la zona, infatti la nascita della chiesa a Bormio, secondo alcuni storici, risale addirittura ai tempi di S.Ambrogio (340-397 d.C.). Di essa si parla già in antichi documenti: il primo riferimento alla chiesa battesimale si ha nell’824: in un documento dell’imperatore Lotario (nipo- Chiesa di S. Antonio una veduta dal Monte Scale La “Collegiata” di Bormio te di Carlo Magno) vengono confermati dall’Abbazia di S.Dionigi in Francia alcuni beni già concessi da Carlo Magno nel 778 e in questi documenti si parla dunque della chiesa di Bormio. Nel XI secolo la chiesa diventa collegiata ossia chiesa ove opera un gruppo di sacerdoti: risiedevano qui infatti ben 5 canonici. La chiesa di Bormio faceva capo a tutte le vallate del bormiese: tutti i sacerdoti abitavano presso la casa canonica e conducevano una vita di comunità; da Bormio si spostavano nelle chiese dei vari paesi per celebrare le messe e per assistere le popolazioni. A partire dalla fine del 1400 molte chiese delle valli si staccano da Bormio e ottengono l’indipendenza parrocchiale. Era infatti molto scomodo non avere un sacerdote a disposizione nei paesi: per ricevere tutti i sacramenti era necessario raggiungere Bormio e per quei tempi privi di qualsiasi comodità, soprattutto nei mesi invernali, era davvero un’impresa raggiungere questo centro. Man mano i sacerdoti si staccano dal collegio di Bormio per prendere dimora fissa nelle varie parrocchie del territorio. La Collegiata è stata rifatta molte volte: una parziale ricostruzione avvenne nel 1454 e nel 1629 fu ricostruita dopo essere stata distrutta dall’incendio del 1621. La struttura antica della chiesa doveva essere a tre navate come confermano i due portali laterali ancora conservati in facciata. Guardando le antiche aperture sul lato nord, la chiesa doveva avere un porticato; il cimitero era addossato al lato nord e c’era anche un ossario. Un affresco del 1393 collega la Collegiata alla Casa canonica. All’interno della chiesa molte opere sono state restaurate come le tele del presbiterio e la Cappella del Santo Sepolcro. La solennità della struttura e le opere d’arte presenti aiutano immediatamente chi entra ad essere avvolto da un clima particolare che favorisce la preghiera in un incontro a tu per tu col Signore. A Bormio ci sono altre chiese, tutte molto importanti per i bormini, a partire da quella dedicata a S.Antonio ma nota a tutti come la chiesa del Crocifisso di Combo, la chiesa di S.Ignazio e di S.Vitale sempre aperte per la celebrazione della S.Messa e le chiesette della Madonna del Sassello e della Madonna del Buon Consi- glio, ricche di storia e legate alle tradizioni di Bormio. La comunità parrocchiale attende a braccia aperte il Vescovo Diego sperando, come ha molto pregato durante questa attesa, che “questo incontro sia per tutti un dono di profonda revisione della vita di fede, di fraternità rinnovata, di consolazione dello Spirito, di incoraggiamento alla testimonianza del Vangelo”. LA COMUNITÀ PARROCCHIALE Oratorio don Bosco PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE A BORMIO VENERDÌ 27 SABATO28 DOMENICA 29 9.30 9.30 10.30 In Collegiata, celebrazione solenne con Bettesimo e partecipazione delle famiglie 14.30 Preghiera comunitaria e conclusione della Visita Pastorale al cimitero. 15.00 17.00 18.00 20.45 Incontro con i sacedoti e i religiosi Visita alla scuola per l’infanzia e alla comuni tà delle suore In Colleggiata incontro con alunni della scuola elementare e media Al S.Crocifisso S.Messa con i gruppi parrocchiali In sala Colonne incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio Affari Economici e i gruppi Visita ammalati e anziani 10.30 Visita alla casa di riposo “Villa Sorriso” 15.30 In sala Colonne incontro con amministratori, enti, associazioni e gruppi sportivi 18.00 S.Messa in Collegiata animata dai giovani 21.00 In oratorio incontro con adolescenti e giovani P A G I N A Como CRONACA DI E P R O V I N C I A 13 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 U na carta dei servizi. La prima per il carcere del Bassone di Como. Una vera e propria guida per accompagnare il detenuto, passo passo, all’interno della Casa Circondariale. Sin dal suo primo ingresso. Ce n’era bisogno. Il Bassone viaggia oggi sul filo delle 550 presenze, ben oltre il limite di tollerabilità stabilito in 420 detenuti, e molto vicino alla capienza massima fissata a quota 581. Carenze d’organico nel personale di polizia penitenziaria, deficit di carattere strutturale… Chi più ne ha più ne metta. La guida rappresenta un raggio di sole, un primo step per uscire dal tunnel. Un passo (dall’inglese “step”, appunto) a cui, è inevitabile, dovranno seguirne altri, molti altri. Non a caso abbiamo scelto di utilizzare il termine step. La prima guida per i detenuti di Como nasce infatti nell’ambito di un laboratorio transculturale, ideato e attivato dagli operatori di un progetto che proprio da questa parola prende il nome, acronimo di Sostegno Transculturale Elaborazione Psicologica. Un percorso iniziato tre anni fa, che ha visto il coinvolgimento di una decina di persone, detenuti e operatori di differenti lingue e culture. Un viaggio che ha permesso di superare barriere e pregiudizi e che ha portato all’elaborazione di uno strumento prezioso per la Casa Circondariale. Ma quale sarà, nello specifico, lo scopo di questo strumento? A spiegarlo è il dott. Mauro Imperiale, capo Area Educativa del Carcere. «La Carta dei servizi - spiega il dott. Imperiale - rappresenta un significativo strumento di informazione e formazione. Ai detenuti nuovi arrivati in istituto verrà consegnato l’opuscolo e in tal modo l’adattamento e l’orientamento alla vita carceraria saranno sicuramente meno drammatici e problematici. Rappresenta uno strumento di contatto di- CARCERE DEL BASSONE Una guida per i detenuti comaschi Pesentata la prima Carta dei servizi, in otto lingue. Un vero e proprio vademecum per accompagnare, sin dai primi passi, chi è costretto a trascorrere del tempo dietro le sbarre di MARCO GATTI [email protected] SETTE LINGUE Sette lingue e non poteva essere altrimenti. La prima “Guida per i detenuti di Como”, elaborata da carcerati e operatori - nell’ambito del Progetto Step (Sostegno Transculturale Elaborazione Psicologica), condotto in collaborazione con la cooperativa Questa Generazione delle Acli di Como - e realizzata grazie ad un importante contributo della Regione Lombardia, si presenta in veste multilingue. Italiano, inglese, francese, spagnolo, albanese, romeno, russo, arabo. Passo passo fornisce al detenuto le informazioni chiave di cui deve essere al corrente sin dal suo ingresso in carcere: le prime ore, l’ufficio matricola (dove è costituita la cartella con i primi dati), il magazzino ove sono custoditi gli effetti personali, l’ufficio conti correnti (che si occupa della contabilità e gestisce la somma che il detenuto possiede all’interno del carcere o quanto percepisce per il lavoro svolto dentro la struttura), la prima visita medica, la domandina per poter parlare con gli operatori… E poi ancora un’informativa sulle leggi di maggior interesse, i benefici penitenziari e le misure alternative alla detenzione, i servizi a disposizione. Non poteva mancare un vademecum di condotta all’interno dell’istituto: regole comportamentali, telefonate, posta, spesa, igiene, rapporti con il personale, possibilità di lavoro e attività (istruzione, cultura, sport), progetti interni al carcere. retto, nel senso che la consegna a tutti i nuovi arri- vati verrà accompagnata da un colloquio. Si tratta IL CENTRO D’ASCOLTO È già stato approntato il ricco programma musicale che caratterizzerà la basilica di S. Fedele durante il periodo d’Avvento. Di seguito il programma degli appuntamenti. Elevazioni Musicali per l’Avvento e il Natale 2009 in S. Fedele Como: sabato 28.11.09 ore 17.30: musiche per organo. Organista: maestro Gianluca Origgi; sabato 5.12.09 ore 17.30: musiche per organo. Organista: Stefano Venturini; martedì 8.12.09 ore 17.00: Coro Regina Pacis di Villaguardia (Como) sabato 12.12.2009 ore 17.30: musiche d’organo. Organista: Mattia Marelli; sabato 19.12.2009 ore 17.30: musiche per organo. Organista: Bruno Mazzola; giovedì 24.12.09 ore 23.00: musiche per coro, organo e strumenti. Direttore: Oscar Taietti. Organista: Raffaele Bellotti; sabato 26.12.2009 ore 16.30: musiche organistiche. Organista: maestro Alessandro Milesi. Organizzazione: Cappella Musicale della Basilica di S.Fedele. Il percorso è promosso con il patrocinio dell’Associazione Italiana Organisti di chiesa. in sintesi di incontrare il soggetto che al momento dell’arresto incontra inevitabili difficoltà e sostenerlo ed aiutarlo nel percorso di conoscenza delle regole, dei servizi, dei progetti e delle attività trattamentali, che la struttura offre. Rappresenta uno strumento che nella sua ideazione e costruzione, ha visto presenti attorno ad un tavolo di studio e di analisi i detenuti, destinatari dell’offerta, ma anche gli operatori penitenziari interni, gli operatori del Progetto Step, dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e della Polizia penitenziaria. Costituisce e ha costituito indubbiamente un sostegno transculturale nel senso che i detenuti appartenenti alle diverse nazionalità hanno trovato uno spazio di dialogo e confronto, conservando intatte le caratteristiche e le prerogative della propria identità e appartenenza culturale. È uno strumento di arricchimento, non solo dal punto di vista della formazione e dell’informazione, ma anche sul piano delle relazioni con gli utenti». «Infine - conclude Imperiale - la presenza dei mediatori è stata una insostituibile risorsa avendo gli stessi mostrato capacità di mediazione interculturale ed avendo spronato i presenti ad accrescere il proprio bagaglio culturale con conoscenze attinenti alle lingue e alle culture diverse». A salutare con plauso questo nuovo strumento anche la direttrice del Bassone, Teresa Mazzotta, divisa tra questo incarico e la vice direzio- ne del carcere milanese di S. Vittore. «Il carcere, oggi, - spiega - rappresenta uno spaccato del mondo esterno. La popolazione straniera risulta in costante aumento, con crescenti difficoltà di comprensione e relazione. Queste difficoltà si riflettono anche all’interno delle strutture penitenziarie. Nelle carceri del nord è concentrato il 40% dei detenuti stranieri dell’intero paese (al Bassone sfiora ormai il 50% il rapporto italiani-stranieri, ndr). Ciò conferma l’urgenza di impiegare strumenti che agevolino i processi comunicativi, di dialogo. Questo vale tanto all’interno, e qui si gioca l’importanza della Guida, quanto all’esterno. Non si può pensare alla definizione di reali spazi di recupero ed integrazione per il detenuto se non si opera seguendo la logica della rete, della collaborazione tra operatori e istituzioni diverse. È questa logica che favorisce reali spazi di integrazione. La Guida si inserisce in questo quadro: un supporto per dotare il detenuto, spesso straniero, di elementi in più per leggere e vivere, sin dal primo acchito, la realtà carceraria del Bassone». «Ciò che più mi è rimasto di questo percorso spiega l’unico detenuto rimasto ancora in carcere del gruppo che ha contribuito alla realizzazione della Guida - è stato il riuscire a lavorare in sinergia, fianco a fianco, senza distinzioni, barriere, pregiudizi. Approccio non sempre scontato dentro queste mura…». Una voce fuori dal coro, nell’ambito della presentazione, è arrivata da uno dei detenuti presenti. «Siamo qui a presentare una Guida - ha spiegato ma a che serve questo strumento se tanti servizi poi, di fatto, dentro il carcere non funzionano e non sono attivi?». Pronta la risposta di Federica Pisani, pedagogista, educatrice penitenziaria. «La Guida non è la soluzione dei problemi. Nemmeno la coperta che intende coprirli. Non significa che tutto funziona bene qui. Vuole essere soltanto un passo che ci aiuti, lo speriamo, a risolvere tante delle criticità con le quali conviviamo tutti i giorni e che nessuno intende nascondere». Un primo step dunque… INCIDENTI: COMO SESTA IN LOMBARDIA Como al sesto posto in Lombardia, nel 2008, per numero di incidenti stradali (1594 in totale), al sesto per i feriti (2147) e all’ottavo per quanto riguarda i morti sulla strada (37). Sono questi gli ultimi dati diffusi dall’Aci relativi allo scorso anno che offrono un quadro numerico interessante rispetto alla pericolosità delle strade lombarde e comasche. Como si colloca, dunque, in una posizione intermedia rispetto alle altre province della regione. Complessivamente in Lombardia, nel 2008, sono stati 41.827 gli incidenti, che hanno causato 680 morti e 59.953 feriti. Entrando nel dettaglio delle vie comasche sono le strade urbane le più “incidentate” (con 1029 sinistri e 1296 feriti), mentre il tasso più elevato di mortalità si riscontra sulle strade provinciali, regionali o statali fuori dall’abitato. Il mese più colpito dagli incidenti, nel Comasco, nel 2008 è stato maggio, con 161 sinistri; maggio quello per numero di feriti (219) mentre quello più funestato dai lutti è stato febbraio, con 6 decessi. Il mancato rispetto dei segnali risulta la causa principale d’incidente (nel 23,29% dei casi), mentre è la velocità il principale imputato per scontri con esito mortale (38,71% dei casi). CRONACA P A G I N A Como 14 2,50 euro a copia. A venderlo sono senza fissa dimora cui spetta una parte del ricavato. Vendere il giornale significa lavorare, non fare accattonaggio. La rivista ospita articoli e testimonianze di questo mondo parallelo. Testimonianze come quella che pubblichiamo qui sotto IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 È VENDUTO ANCHE NEL COMASCO Scarp de’ tenis una voce dalla strada di SALVATORE COUCHOUD E “ l purtava i scarp de tennis / perché l’era un barbun”, cantava Enzo Jannacci in una canzone che fece epoca negli anni Sessanta. In quel periodo, e forse fino a non molto tempo fa, l’identificazione del “barbone”, che oggi con termine impreziosito dall’anglicismo, si preferisce definire homeless, anche se il cambiamento riguarda la forma e non la sostanza, con le sue scarpe, le più semplici, le più economiche e le più facili da reperire, era infatti pressoché automatica. Naturalmente tutti coloro che le calzavano appartenevano all’infelice categoria e in giro ne circolavano anche di costose, più o meno belle e più o meno griffate, tutte rigorosamente di tela bianca. Tramontata l’epoca della canzone, il mito delle “scarp de tennis” rivive oggi nella benemeri- ta rivista milanese varata nel 1994 dalla Caritas Ambrosiana, nell’ambito di un progetto a sostegno delle realtà emarginate della metropoli meneghina. Quelle persone che per le più svariate motivazioni: perdita del lavoro, separazioni familiari, insorgenza di malattie o altro, in nessun caso di volontà propria, si erano venute improvvisamente a trovare in condizioni di grave disagio economico e sociale. Avevano dovuto malvolentieri indossare un metaforico paio di “scarp de tennis”, rimboccarsi le maniche e cimentarsi nella difficile arte di sbarcare il lunario senza alcun mezzo di sussistenza. Ricevevano saltuariamente aiuti che venivano loro indirizzati dalla Caritas in termini di servizi essenziali quali la mensa, il vestiario e l’assistenza sanitaria gratuita. Molti di loro, oltre 500, sono riusciti, nel tempo, a togliere di nuovo quelle fatidiche “scarp de tennis” e, beneficiando di proventi ottenuti dalla vendita settimanale del periodico “scarp de tennis”, nelle parrocchie della diocesi milanese, sono tornati a un’esistenza dignitosa e “normale”. Quella per intenderci corredata da un alloggio non di fortuna, un lavoro, bene o male, non saltuario e retribuito il giusto, l’inserimento in una rete relazionale fatta di amicizie e collaborazioni non solo con i compagni di strada, ma con i volontari, gli esperti del settore e quanti ogni giorno dedicano tempo ed energie a tutela dei più deboli. Constatato il successo dell’esperimento pilota nel capoluogo lombardo, “scarp de tennis” si è poi estesa fino a raggiungere numerose città italiane ed attualmente è presente su tutto il territorio nazionale e quindi anche a Como. Per queste ragioni, “scarp” è ormai diventata un osservatorio nazionale su tutte le problematiche legate al mondo dell’emarginazione, della povertà e del disagio sociale. Nelle 74 pagine a colori della rivista compaiono note di attualità e di costume, editoriali sempre vivaci focalizzati sulla denuncia delle incongruenze e dell’insen- sibilità della classe politica verso l’emarginazione; ampie retrospettive sull’andamento dell’economia e sulle mutazioni in atto nella so-cietà italiana, tra crisi dei valori tradizionali e speranze che continuamente rifioriscono e si rinnovano. Una gran bella rivista, da sfogliare e leggere con attenzione, quindi da acquistare, alla modica cifra di euro 2.50 (periodico mensile). Non dobbiamo dimenticare che l’importo serve a dare una mano a chi gradirebbe commutare il paio di scarpe lacere ai piedi con almeno un paio di pantofole, da godere stando, se possibile a casa propria. L’INTENZIONE È PRESENTARE UNA DELIBERA D’INDIRIZZO IN CONSIGLIO COMUNALE E Paco rilancia la proposta di dormitorio C ondividi la necessità che il comune di Como si doti e mantenga aperta, per l’intero anno solare, una struttura minima destinata ai “senza fissa dimora”, che consenta il ricovero notturno e l’accesso ai servizi igienici essenziali?” A questo interrogativo, sottoposto nell’ambito del referendum propositivo del 21 e 22 giugno scorso, avevano risposto oltre 15 mila comaschi. Il 90% dei quali dichiarandosi favorevole. Quindicimila votanti, il 21,93% degli aventi diritto. Non abbastanza per il raggiungimento del quorum, ma pur sempre una fetta importante della popolazione. “A questo appello - scriveva il Comitato referendario qualche settimana dopo l’esito delle urne - hanno risposto quindicimila cittadini, non abbastanza per il regolamento comunale, abbastanza per dire che una parte non trascurabile della città vuole essere partecipe delle decisioni”. “ Alla ricerca di un pronunciamento chiaro, da parte dell’ Amministrazione, su una tematica di grande urgenza di MARCO GATTI È proprio partendo da questa constatazione che il gruppo consiliare Paco, tra i promotori e sostenitori del referendum, ha deciso di rendersi promotore di una nuova iniziativa nell’intento di interpellare direttamente l’ Amministrazione rispetto alla stringente problematica dei senza fissa dimora. La proposta, sulla quale nei prossimi giorni il gruppo consiliare espresso da Buno Magatti cercherà di raggiungere larghe intese, consiste in una delibera di indirizzo del Consiglio comunale sulle linee da assumere per risolvere il disagio delle persone a forte rischio di esclusione sociale. «L’obiettivo di questa delibera - ci spiega Bruno Magatti - è quello di ar- rivare alla richiesta di un pronunciamento chiaro da parte dell’Amministrazione su una tematica, oggi più che mai, di stringente attualità. Chi da anni opera nel sociale, con sensibilità e competenza, sente con forza il bisogno di un appoggio chiaro e condiviso da parte dell’intera Amministrazione. Appoggio che deve tradursi in una generale condivisione d’intenti, e non, dunque, nell’isolato sostegno espresso da parte di questo o di quel referente politico, oltre che nella messa a disposizione delle strutture adeguate. In questo senso l’Amministrazione può e deve esprimersi davvero come reale rappresentanza democratica dei cittadini». «La delibera - chiarisce Magatti - non vuole essere, in alcun modo, “contro” qualcosa o qualcuno, piuttosto lo spunto per un dibattito franco che, di certo, potrà essere arricchito grazie al contributo di tutti, auspicando che su questa tematica si potrà trovare ampia convergen- GLI ESTREMI DELLA DELIBERA DI INDIRIZZO La delibera rammenta l’esistenza di svariati punti di riferimento in Convalle per i servizi ai più deboli e l’impegno di alcune associazioni che si occupano delle problematiche collegate a questo problema e che “andrebbero meglio supportate nello svolgimento dei propri compiti e che si confrontano quotidianamente tra di loro lavorando per riavviare queste persone verso una loro vita autonoma”. Stanti queste premesse la delibera si prefigge di impegnare “il sindaco e la giunta ad approntare un programma pluriennale per realizzare alcune strutture minime per l’accoglienza e il recupero delle persone a forte rischio di esclusione sociale e a fare propri gli indirizzi di seguito specificati: - individuare almeno tre strutture di dimensioni contenute, appartenenti al patrimonio pubblico o privato, determinate in modo che sia possibile dividere gli ospiti in gruppi adeguati ai disagi degli stessi; - permettere un percorso di crescita degli ospiti delle strutture attraverso un sostegno alla formazione finalizzati ad un reinserimento nel mondo del lavoro; - reperire i fondi per la ristrutturazione e per garantire il funzionamento, attraverso una gestione diretta da parte del Comune o una gestione in convenzione; - partendo dalle sinergie già esistenti in materia di servizi sociali, dialogare con gli enti e Comuni del territorio provinciale al fine di favorire le persone a forte richio di esclusione sociale che usufruiscono dei servizi nella nostra città; - costituire un osservatorio permanente sulla grave esclusione sociale per monitorare continuativamente il fenomeno insieme alle associazioni ed elaborare annualmente un rapporto conoscitivo”. za. Per la presentazione di questo documento occorrono almeno 8 firme da parte di esponenti del Consiglio. Ci metteremo subito al lavoro per rag- giungere questo obiettivo. Il confronto che ne seguirà ed eventuali emendamenti che verranno proposti alla delibera non potranno che arricchirne il contenuto, nella speranza di portare l’intera Amministrazione alla definizione di un programma chiaro che la investa per i prossimi anni». CRONACA P A G I N A Como 15 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 TRASPORTO FERROVIARIO TRANSFRONTALIERO Treni: dal Ticino una mano all’Italia? I l periodo invernale è stato, negli ultimi anni, foriero di cambiamenti nel servizio di trasporto ferroviario per il territorio comasco. L’anno scorso per la soppressione della fermata di Chiasso dei convogli Cisalpino e per l’introduzione dei convogli Tilo tra Albate e Bellinzona, nonché per l’apertura di un posteggio alle porte di Como Sud. Qualche mese fa l’argomento treni tornò alla ribalta per il lancio della proposta di dar vita alla cosiddetta “Pedemontana ferroviaria” e per l’annuncio della chiusura della società Cisalpino. Questa volta i treni tornano protagonisti, alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo orario invernale che prevede il ripristino di una fermata commerciale sul confine tra Italia e Svizzera, grazie al Consiglio di Stato del Canton Ticino che, prendendo Lettera del Consiglio di Stato Ticinese alla Regione Lombardia con l’obiettivo di unire gli sforzi per migliorare servizio e affidabilità di LUIGI CLERICI atto di come nel nostro territorio la gestione ferroviaria sia non solo approssimativa, ma talvolta lesionistica (si pensi, in proposito ai numerosi convogli per pendolari soppressi da Trenitalia finora e quelli che verranno soppressi da dicembre con l’orario invernale), ha preso in mano carta e penna ed ha scritto alla Regione Lombardia con un obiettivo: unire gli sforzi per migliorare servizio e affidabilità. I rappresentanti elvetici vor- rebbero che la Regione Lombardia esercitasse con il Consiglio di Stato una pressione congiunta nei confronti dei gestori del servizio internazionale, ovvero Trenitalia e FFS, affinché sia ripristinato al più presto un servizio a cadenza oraria sull’asse di trasporto ZurigoTicino-Brianza-Milano. Nel testo sii legge: “La sottoscrizione, nel gennaio 2008, dell’accordo operativo tra Canton Ticino e Regione Lombardia nel settore del trasporto pubblico ha gettato le basi per la concretizzazione di importanti progetti nell’ambito del servizio ferroviario regionale. Un ambito in cui la collaborazione tra Cantone e Regione è sempre stata buona. Ricordiamo con particolare piacere l’avvio dei lavori del nuovo collegamento ferroviario Lugano-Mendrisio-Varese-Malpensa come pure il prolungamento della linea Tilo Biasca-Chiasso fino ad Albate. Purtroppo, a seguito di scelte aziendali per noi incomprensibili, i servizi ferroviari a lunga percorrenza sull’asse S. Gottardo-Milano - malgrado un miglioramento dei tempi di percorrenza - hanno subito in quest’ultimo anno un pesante degrado. Oltre alla riduzione del numero di collegamenti vi sono stati, e vi sono tuttora, problemi di puntualità inaccettabili per l’utenza. Questi pro- blemi hanno certamente contribuito allo scioglimento della società Cisalpino, il cui servizio sarà ripreso nel 2010 dalle due case madri. Ci auguriamo che ciò possa portare a un miglioramento della puntualità. Non è tuttavia risolta la questione del numero di collegamenti tra la Svizzera e Milano. Anzi, con l’orario 2010 saranno cancellati altri 5 collegamenti diretti tra Milano e la Svizzera”. Durante gli incontri tecnici tra Canton Ticino e Regione Lombardia il tema è stato già ampiamente discusso e sono state trovate soluzioni per la fascia oraria dei lavoratori pendolari. La qualità di questa offerta è ritenuta comunque molto bassa. “Malgrado la questione non sia semplice - concludono i vertici politici ticinesi - è importante che i nostri due enti rafforzino la loro pressione congiunta nei confronti dei gestori del servizio internazionale affinché sia ripristinato al più presto un servizio internazionale a cadenza oraria”. Il Canton Ticino, e in particolare il Dipartimento del territorio in quanto committente del servizio regionale, presenteranno dunque un progetto affinché si dia vita ad un adeguato servizio nelle fasce orarie dei pendolari, tramite il ripristino dei collegamenti diretti Ticino-Milano la mattina e la sera, e si è dichiarato disponibile ad organizzare un incontro a breve con i vertici regionali. Sul dibattito è intervenuto anche il consigliere regionale comasco, Luca Gaffuri (Pd), da sempre attento alle problematiche relative al trasporto ferroviario locale: «Negli ultimi anni si è vista una politica di continui tagli sulle linee di collegamento tra Milano e la Svizzera che penalizza molto il territorio comasco e rischia di disaffezionare gli utenti costringendoli a spostarsi prevalentemente su gomma andando ad intasare le nostre strade già sature - ha dichiarato -. Non basta sottoscrivere accordi transfrontalieri, è necessario finanziarli». LA PRESENTAZIONE DI UN VIDEO CHE ILLUSTRA L’OFFERTA COMASCA Passa da Comus la “rete” museale della provincia È stato presentato la scorsa settimana, presso la sede dell’Amministrazione Provinciale, “Comus”, un video per raccontare la provincia di Como attraverso i suoi musei, le sue raccolte e collezioni. Il prodotto multimediale è stato promosso e cofinanziato dalla Regione Lombardia, dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Como e dai musei aderenti al progetto di gestione associata dal titolo “Musei Raccolte Collezioni: un patrimonio da conoscere. Lavorare in sistema per la valorizzazione, la promozione e la didattica dei patrimoni museali della provincia di Como”. I musei che hanno partecipato a questo progetto sono 21: i Musei Civici, il Museo Didattico della Seta e il Museo Studio del Tessuto MuST-Far per il capoluogo, il Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate, il Museo Civico di Erba ed il Buco del Piombo, la Raccolta Museale dell’Avifauna Lombarda di Arosio, la Galleria del Design e dell’Arredamento di Cantù, il Museo etnografico e dell’acqua di Albese con Cassano; il Museo del Ciclismo “Madonna del Ghisallo” di Magreglio; Villa Carlotta di Tre-mezzo, Villa Mylius Vigoni di Menaggio, fraz.Loveno, Villa del Balbianello di Lenno, il Museo Diocesano di Arte Sacra e il Museo dei Fossili dei Monti Intelvesi di Scaria, il Museo della Valle di Cavargna. A questi si affianca il Sistema Museale Territoriale Alpi Lepontine (SMUTAL) promosso dalla Comunità Montana Alpi Lepontine - ora Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio - di cui fanno parte le realtà museali di tale territorio, con capofila il Museo Casa Pagani di Valsolda, recentemente inaugurato. Nell’ambito del progetto è stato anche realizzato lo studio del Logo Comus (i musei della provincia di Como) e l’immagine coordinata da utilizzare per le azioni condivise. Un quadrato formato da tante tessere con diverse sfumature di colore che, come per un mosaico, sono indispensabili per ottenere un insieme compiuto: quattro le declinazioni cromatiche individuate, ovvero il rosso per indicare le azioni istituzionali condivise, il giallo per le iniziative di educazione svolte da e nei musei, il verde per la ricerca, il blu per le manifestazioni e gli eventi culturali. A breve il video sarà proiettato non solo in tutti i musei del territorio aderenti al progetto, ma anche in quelli che ne faranno richiesta. L’azione di comunicazione integrata coinvolgerà, oltre all’ambito locale, anche le altre Province lombarde e la vicina Svizzera, ma non solo. Accanto ai tradizionali canali di comunicazione e divulgazione, la Provincia sta lavoran- do alla possibilità di ampliare la promozione di Comus attraverso accordi o convenzioni con altri Enti, quali ad esempio APT, FFSS, Ferrovie Nord, o la grande distribuzione, nonché radio e Tv locali e il mondo del web, proprio con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di potenziali visitatori. Questo lavoro costituisce un’ulteriore tappa di un importante percorso avviato nel 2002 dalla Provincia di Como per la promozione e valorizzazione delle diverse realtà museali lariane, grandi e piccole, pubbliche e private, attraverso le quali il pubblico può conoscere il territorio. Il lavoro della Provincia ha visto in questi anni altre importanti realizzazioni, anche tramite i progetti di gestione associata: il volume con CD “Musei, Raccolte, Collezioni. Alla scoperta del Sistema Museale della provincia di Como” (2004), il depliant “Musei Raccolte Collezioni” (2005), il sito web (dal 2005), la newsletter (dal 2007), le guide alle attività educative (2007-2008 e 2008-2009), i Workshop di museologia riservati agli operatori del settore (2008 e 2009). «In questa direzione si intende proseguire - spiega l’assessore provinciale alla cultura Mario Colombo - coordinando e sostenendo la progettazione di iniziative condivise, la promozione e la valorizzazione dei patrimoni culturali, il miglioramento dell’offerta culturale e dei servizi, con azioni di accompagnamento alla creazione di sistemi (territoriali o tematici) o per il proseguimento di progetti in gestione associata, a seconda delle strategie dei singoli musei e raccolte, mettendo le basi per un nuovo modo di lavorare insieme». Ha scritto Rosanna Pavoni, consulente scientifico del progetto: «la Provincia di Como vanta ec- Il Centro Donatori del Tempo di Como, da anni attivo sul fronte della sensibilizzazione e dell’aiuto legati al tema dell’Alzheimer propone, sabato 28 e domenica 29 novembre, l’“Open Days 2009” dei Donatori del Tempo. L’appuntamento è a Como, in via Volta 83, presso il centro diurno comunale, dalle 15 alle 19 e domenica 29 novembre dalle ore 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Sarà possibile avere tutte le informazioni sulle attività che da anni i Donatori del Tempo organizzano per i malati di Alzheimer ed i loro familiari, sui programmi per il 2010 con gli incontri per i fa-miliari condotti dalla psicologa dottoressa Luciana Quaia e con il laboratorio di Arteterapia per i malati di Alzheimer, condotto da Chiara Salza. Ci sara’ anche la “Mostra-Mercatino di Natale” con molte idee originali per gli auguri di Natale, a sostegno delle attività dei Donatori del Tempo. cellenze che fanno di questo territorio uno strumento prezioso in grado di narrare storie originali e ricche di contenuti multidisciplinari. Possiamo ricordare ad esempio l’Ursus spelaeus, l’età del Ferro, le ville ed il collezionismo, i giardini e le architetture arboree, il Neoclassicismo e il Romanticismo, la stagione del Razionalismo, gli “Uomini illustri” (Plinio, Paolo Giovio, Alessandro Volta), la filiera della seta, i mestieri e le tradizioni, il grande sport. Queste eccellenze, che si esprimono in paesaggi, in creazioni artistiche e architettoniche, in saperi artigianali e produttivi, in testimonianze storiche e archeologiche, trovano nei musei i luoghi in cui vengono tutelate e studiate e attraverso cui diventano patrimonio condiviso e strumento formativo». Per informazioni: http:/ /www.provincia.como.it/ sistemamuseale. S. F. 28 E 29 NOVEMBRE OPEN DAYS DEI DONATORI DEL TEMPO CRONACA P A G I N A Como 16 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 CASA DIVINA PROVVIDENZA-OPERA DON GUANELLA La Grande Corte: braccia tese ai più piccoli È attivo da poco meno di due anni, ma è già un punto di riferimento per la città e la provincia nel campo dei servizi all’infanzia e all’adolescenza. È “La Grande Corte”, della Casa Divina Provvidenza - Opera Don Guanella di Como, istituita per dare risposte positive e concrete ai bisogni diffusi dei minori e delle loro famiglie, bisogni che si stanno facendo sempre più pressanti ad acuti anche sul nostro territorio. Ne parliamo con il responsabile, Samuele Robbioni: «L’obiettivo principale del Centro Servizi alla famiglia “La Grande Corte” è quello di fornire un sostegno di tipo educativo che permetta alla famiglia di valorizzare le sue risorse e di vivere rapporti emotivi, affettivi e sociali corretti ed adeguati alle proprie esigenze. “La Grande Corte” offre dunque servizi specifici al minore, al suo ambito familiare e alla rete sociale circostante, con particolare attenzione alle problematiche legate al disagio e alla conflittualità, in accordo con i valori della pedagogia guanelliana che invita all’acco- Attiva da poco meno di due anni, è già una preziosa risorsa in città nel campo dei servizi all’infanzia e all’adolescenza di SILVIA FASANA glienza e alla promozione integrale della persona». Il fiore all’occhiello de “La Grande Corte” è l’offerta di consulenze e di percorsi rivolti al singolo minore, alla coppia, alla famiglia in situazione di fragilità, come ad esempio il sostegno alla genitorialità, la mediazione familiare, le consulenze psicopedagogiche, educative e anche legali, il sostegno psicologico, la psicoterapia, l’orientamento scolastico, la supervisione ai docenti. «Dal gennaio 2008 ad oggi abbiamo erogato oltre trecento consulenze. Sono stati anche organizzati percorsi formativi rivolti agli insegnanti di ogni ordine e grado nelle scuole di Como e provincia, nonché attività di sostegno a genitori con figli portatori di handicap». Spiega Daniela Mascheroni, coordinatrice del Centro: «Un altro importante servizio è il “Centro Educativo di Prevenzione Primaria”, che accoglie minori dagli 8 ai 17 anni con ritardi scolastici e/o a rischio di emarginazione, che hanno bisogno di un particolare sostegno educativo. Ci preme in questo caso, prevenire eventuali processi di esclusione, di disagio, di difficoltà di crescita, promuovendo la vita di relazione e la partecipazione attiva dei ragazzi. Le segnalazioni dei minori possono provenire dalle stesse famiglie, dalla scuola, dai Servizi Sociali comunali o dall’Unità Operativa di neuropsichiatria infantile. All’interno di uno spazio educativo, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle 18.00, sono proposte, oltre al pranzo (visto come importante momento educativo e di socializzazione), attività di sostegno didattico, gioco, laboratori creativi-sportivi tra cui il basket, l’informatica, il restauro, il cineforum e anche la musica presso lo “Spazio Tribù” di Cantù. Stiamo anche partendo con alcuni progetti speciali rivolti a bambini dislessici, e a ragazzi disabili che hanno terminato il percorso scolastico obbligatorio. Prosegue con importanti risultati il progetto “Scuola Mia” per il conseguimento della licenza media di ragazzi in difficoltà». “La Grande Corte” può contare sulla competenza di diverse figure come psicologi, psicoterapeuti, consulenti legali, mediatori familiari, psicopedagogisti, educatori, volontari del Servizio Civile, tirocinanti delle Scuole superiori e delle Università, grazie alle diverse collaborazioni che sono state intraprese. «È importante per noi creare e sviluppare sinergie con altri Enti ed Associazioni che operano sul territorio a favore del minore e delle famiglie - continua Daniela Mascheroni, perché questo dà un valore aggiunto alla nostra attività. Ad esempio stiamo lavorando molto per le nostre consulenze con il Centro clinico Kairos, una realtà milanese che comprende psicoterapeuti e psicologi, in collegamento con le Facoltà di psicolo- gia di alcuni atenei milanesi e svizzeri, nonché con diverse scuole di specialità in psicoterapia e consulenza psicologica. Con la Cooperativa Arcoiris invece quest’anno abbiamo inaugurato la ludoteca “Arcogiochi” come spazio privilegiato di percorsi formativi per genitori e minori; con l’Associazione Culturale “Olga Fiorini”, abbiamo in programma l’implementazione del micronido “Don Guanella” secondo il metodo montessoriano e l’attivazione di un Centro di Formazione Professionale in sinergia con il Centro Servizi alla Famiglia. In collaborazione con l’Associazione “Genitori si diventa” abbiamo attivato la scorsa stagione, un ciclo di incontri sul tema dell’azione e anche quest’anno lo stiamo riproponendo visto il grande interesse riscosso; questo sta portando alla creazione di un punto d’incontro per le famiglie interessate al tema, sia nella fase pre che in quella post adozione, con appositi percorsi di accompagnamento e sostegno. “La Grande Corte” è anche un punto di incontro per le famiglie numerose, grazie all’omonima Associazione. Sul versante sportivo, è stata sviluppata una importante sinergia tra il nostro Centro e il Pool Comense 1872, con l’attivazione di un laboratorio ludico e sportivo, all’interno del quale i bambini con disabilità possano imparare ad esprimere le loro potenzialità e le loro capacità, accettando i propri limiti e valorizzando le diversità attraverso il confronto con l’altro per il raggiungimento di un obiettivo comune. Per il mondo delle nuove tecnologie, segnaliamo la nostra collaborazione con M.T. Promozione per la sistemazione della nostra aula informatica e per l’attivazione dei corsi di avviamento al computer e di creazione di siti internet». Per informazioni ci si può rivolgere a “La Grande Corte”, via T. Grossi 18, Como; tel. 031.296702031.296756; cell. 349. 2237557; fax. 031.296898; e-mail: lagrandecorte@ guanelliani.it; sito internet: www.guanellaco mo.it. RITORNA “PUNTO FAMIGLIA” Ritorna anche quest’anno “Punto Famiglia”, il momento di incontro e formazione per le famiglie, proposto in diocesi dal Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile (C.G.P.G.) di Como, sia a Como che a Chiavenna. Da alcuni anni gli organizzatori hanno voluto estendere le proposte formative guanelliane, tradizionalmente rivolte ai ragazzi, anche ai loro genitori, invitando le mamme e i papà ad unirsi al cammino di fede e di amicizia dei figli. Ci sarà come di consueto uno spazio dedicato ai genitori, ai ragazzi e ai bambini, ciascuno pensato per le diverse fasce d’età. I momenti comuni di condivisione e di scambio saranno quelli della preghiera iniziale, del pranzo al sacco e della S. Messa conclusiva. Un gruppo di animatori aiuterà religiosi e religiose del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile nell’animazione della giornata. Ci spiega Elisabetta Caronni, responsabile con don Domenico Scibetta del C.G.P.G.: «Il tema scelto quest’anno è “Vogliamo vedere Gesù”. In particolare nel primo incontro vogliamo mettere in luce il desiderio di cercare e la fatica di dare un senso alla ricerca; vorremmo riflettere sui nostri desideri e guardare a chi ha già fatto dei passi per dare un orientamento alla propria vita. La liturgia dell’Avvento ci aiuta inoltre a prepararci all’incontro con Gesù, che non è una difficile conquista, ma è semplice, in quanto è lui stesso che si è fatto uomo ed è venuto incontro a noi. Si tratta di aspettarlo e di riconoscerlo». Un interessante itinerario che parte dalla quotidianità dell’esperienza per aprirsi a ciò che dà senso e significato al vivere e allo stare insieme. Sono invitate tutte le famiglie, per condividere insieme un momento di riflessione e di fraternità. Il primo appuntamento è fissato per domenica 29 novembre a Como, presso la Casa Divina Provvidenza; seguirà il 13 dicembre a Chiavenna, presso “Il Deserto”; il 21 febbraio sempre a Como e il 16 maggio a Chiavenna anche per i partecipanti di Como. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere alla segreteria del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, via L. Guanella, 13 Como; tel. 031. 296783; e-mail: [email protected], oppure alla Comunità “Il Deserto”, via Deserto 2, Chiavenna; tel. 0343.36526; e-mail: [email protected]. Il Signore della Vita ha voluto con sé oggi l’anima buona di Giuliano De Angeli che potrà gustarLo faccia a faccia nella luce e nella gioia dopo una lunghissima sofferenza sopportata con silenziosa pazienza. Tutti gli operatori volontari di oggi e di ieri e le educatrici delle Case d’accoglienza del Centro di Aiuto alla Vita di Como stringono in un abbraccio di consolazione nella preghiera la moglie Piera, nostra preziosa collaboratrice, e i figli Massimiliano e Davide, che nella lunga attività della mamma, sono pure uniti nella condivisione affettuosa. Como, 23 novembre 2009 Appuntamenti del “Punto Famiglia” a Como 29 novembre 2009 21 febbraio 2010 16 maggio (con trasferimento a Chiavenna) Appuntamenti del “Punto Famiglia” a Chiavenna 13 dicembre 2009 16 maggio 2010 (con i partecipanti di Como) A Dio Fernando Bianchi. E’ ritornato alla casa del Padre il sig. Fernando Bianchi fratello del nostro amico Enzo. Eleviamo preghiere di suffragio. I funerali hanno avuto luogo nella chiesa parrocchiale di Maccio sabato 21 novembre. All’amico Enzo e ai familiari le cristiane condoglianze della Fism-Como. Il presidente Fism-Como, Claudio Bianchi. Il consulente ecclesiastico, mons. Antonio Carlisi. CRONACA P A G I N A 17 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 PER QUARANT’ANNI IN CURIA Don Enrico “emerito” cancelliere Don Malinverno è stato il notaio attento, colui che ha sottoscritto tanti documenti, che ha avviato e accompagnato infinite pratiche relative alla vita religiosa di persone e di parrocchie. Oggi è arrivato, anche per lui, il tempo della pensione. Tempo nuovo che, ne siamo certi, saprà dedicare al meglio di DON TITINO Q uando arriva l’autunno cadono le foglie dagli alberi. E’ uno spettacolo vederle staccarsi e poi portate qua e là dal vento. Andando fuori città sono stato sorpreso dalla bellezza di un evento che incoraggia serie riflessioni, suscitando anche un pizzico di nostalgia per il parco della parrocchia di Prestino con montagne di foglie! E’ il cammino della vita. Chi va e chi viene. Fino a un momento prima le foglie autunnali sfoggiavano sui rami i bei colori della stagione. Cadute, sono cose finite, da buttare. In realtà rimangono utili, a qualcosa servono ancora, seppure di meno appariscente. Di pensiero in pensiero, mi è apparsa una bella foglia che, in questo incipiente autunno, si è staccata dal ramo forte di un antico albero. Sì, pensavo a don Enrico Malinverno che dopo quarant’anni vissuti come ricca e vitale foglia della cancelleria vescovile è entrato nella schiera degli “emeriti”. L’albero è la Curia, il ramo è la Cancelleria. Vi era entrato, giovanotto di trentatrè anni nel 1960, avendo alle spalle dieci anni di ministero sacerdotale. Per diciannove anni a fianco di tre cancellieri: Baserga, Andreani, Ratti. Dal 20 marzo 1989, all’indomani dell’ingresso in diocesi di mons. Maggiolini, all’ultimo giorno di settembre 2009 cancelliere. Chi sia e quali i compiti del cancelliere vescovile lo descrive mons. Coletti nel decreto - scritto in tono meno austero e più familiare del consueto “stilus Curiae” - per la nomina del nuovo cancelliere. Don Enrico è stato il notaio attento, colui che ha sottoscritto tanti documenti, che ha avviato e accompagnato infinite pratiche relative alla vita religiosa di persone e di parrocchie. Lo ha fatto con fraterna attenzione e diligenza, cercando di essere di aiuto nell’impostare e risolvere tanti casi. La sua attività ha spazia- to in molti altri utili servizi alla diocesi. Ha curato più volte l’edizione di quella che si chiamava la “Como Sacra” e da ultimo “Guida della diocesi di Como” con l’innovazione del curriculum con fotografia di ogni sacerdote, con statistiche circa la popolazione e la vita pastorale; ha composto un elenco quotidiano di preti defunti dal titolo “Dittici dei sacerdoti defunti 19401982”, come pure l’elenco alfabetico sulla “Como Sacra” del 2004. Da ultimo, prezioso gioiello, il volume “…in memoria…” che fa memoria dei preti diocesani, dei preti diocesani passati ad altra diocesi o congregazione religiosa, dei preti non diocesani o religiosi che hanno svolto ministero in diocesi, defunti tra il 1900 e il 2006, con fotografia e curriculum. E tante altre cose tra le quali primeggia la cura del “cineforum”. Don Enrico cancelliere vescovile, anello di una lunga catena. E chi sono gli altri anelli che hanno attraversato il secolo ventesimo? Volgendo lo sguardo al passato incontriamo, subito, mons. Giovanni Battista Gianera. Era di Isola, la frazione che allora dava il nome al comune di Isolato. Nato il 19 settembre 1850, prete dal 29 marzo 1873. In Curia dal 1877, pro-cancelliere dal 1882, cancelliere dal 1890 fino alla morte nel 1933. I vecchi della Curia ne parlavano come di un “oracolo”. Conosceva tutto delle pratiche. Il canonico Sosio diceva di lui che, diventato cecuziente, riconosceva le pratiche al tatto. Era uno delle tre “glorie” della Val San Giacomo, dopo don Luigi Guanella. La seconda era monsignor dottor Tomaso Trussoni di Fraciscio, ove era nato il 13 agosto 1856. Laureato in lettere e filosofia a Pavia, professore in Seminario, vicario generale del vescovo Archi, arcivescovo di Cosenza dal 1912 al 1934, ritiratosi, divenne arcivescovo titolare di Gerapoli di Siria. Morto a Chiaven-na sotto Natale del 1940, è sepolto nella chiesa di Fraciscio. Il terzo è Gugli- Mons. Enrico Malinverno e madre Rita Bertoncin nel cimitero del monastero di Castel Madama elmo Turchetti. Nato a Dalò sui monti di San Giacomo Filippo il 13 novembre 1872, prete il 19 gennaio 1896, dottore in sacra teologia che insegnò per lunghi anni fino al 1935 quando passò il testimone a don Clemente Gaddi. I suoi alunni lo avevano soprannominato “Serafino”. Dopo monsignor Gianera, fu, per breve interregno, pro-cancelliere don Ambrogio Fogliani. Era del 1901 come don Gaddi e prete dal 1925. Per tre anni fu a Roma all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici - oggi Pontificia Accademia ecclesiastica - e per breve tempo in Segreteria di Stato. Laureato in teologia e diritto canonico, preferì la sua diocesi e il suo paese, Olgiate Comasco, di cui fu vicario e prevosto. Nel 1946, scambiandosi con don Anacleto Brachetti, prevosto del Duomo, che andò a Olgiate, prese la direzione della POA, la Pontificia Opera di Assistenza, grande istituzione di papa Pio XII e continuò per tanti anni l’opera caritativa avviata in tempo di guerra. Monsignor Fogliani vi operò con intelligenza e amore, con infinite iniziative, affiancato da don Giuseppe Fossati. Lo ricordiamo prete alla mano e nello stesso tempo solenne, che portava con tanta dignità le insegne prelatizie, soprattutto quando fu arciprete di Sondrio. Morì, giusto quarant’anni fa, il 15 novembre 1969. Cancelliere fu dal 1936 mons. Giovanni Baserga. Grande studioso, insigne storico, cultore di ricerche archeologiche, direttore del Museo civico. Assunto l’ufficio di cancelliere fu in particolare attento all’Archivio della Curia di cui curò una prima, diligente ed efficace, sistemazione rendendolo accessibile agli studiosi.. Gli capitò alle volte di fidarsi troppo di qualche studioso che riuscì a sottrarre documenti antichi. Uomo semplice, umile, facilmente irascibile, della cui “luna” era chiaro indizio il berretto. Canonico della Cat- tedrale, fu prevosto del Duomo e arciprete del Capitolo. Morì, dopo avere goduto per breve tempo la soddisfazione del protonotariato apostolico, in Valduce, il 9 dicembre 1951, giorno del suo 78° compleanno. Dopo di lui, qualche mese prima della sua morte, monsignor Angelo Andreani. Tutto spirito, aggiungeva alla cura dei compiti curiali particolare attenzione alla spiritualità di quanti incontrava. Era molto devoto del cardinale Merry del Val, di cui auspicava la beatificazione. Per questo si mantenne in relazione con il cardinale Nicola Canali che, dell’antico segretario di Stato di Pio X, fu segretario. Il suo servizio di cancelliere durò dal 1950 alla morte nel febbraio 1963. In Curia era stato con altri incarichi dal 1935 al 1939. Gli successe don Pietro Ratti, chiavennasco. Subito dopo l’ordinazione nel 1938, era stato vicario o come si diceva - “canonico” in patria, fedelissimo dell’arciprete Bormetti. Grande cultore della Liturgia di cui conosceva non soltanto alla perfezione tutte le regole, ma la storia e più ancora lo spirito. Sapeva tutto della storia di Chiavenna e della Valle. Era infornato di tutto quanto avveniva così che si poteva fare riferimento a lui per una infinità di notizie. Trasferito, dopo tredici anni, parroco a Fraciscio sentì forte il distacco. Nel 1954 venne a Como, cappellano del Monastero di Grandate e addetto all’Ufficio Legati in Curia, di cui dal 1958 fu direttore fino al 1980. Alla morte di monsignor Andreani divenne cancelliere vescovile. Attentissimo a tutte le pratiche, fedelissimo agli orari, devoto ai vescovi, disponibile ad ogni esigenza, si muoveva con uno stile che lo faceva tanto somigliare al padre, sempre in pista nel negozio alimentari in piazza Cantòn a Chiavenna. Ul- timo suo atto fu la sottoscrizione del verbale di ingresso del vescovo Maggiolini. Quella sera fu colpito da ictus. Visse un lungo calvario fino alla morte il 6 giugno 1999, all’età di ottantasette anni. E’ sepolto nel cimitero di Chiavenna. Questi gli uomini che nel secolo appena trascorso si sono dedicati a un servizio, nascosto, delicato, non sempre riconosciuto, importante per la vita della diocesi. Ultimo della serie, per quarant’anni, don Enrico. Dopo che il vento autunnale lo ha staccato, antica foglia, dall’albero della Curia, cosa farà don Enrico? Si inoltrerà in un mal’inverno? No, perché ogni foglia ha sempre qualcosa da dare. Farà certamente molte cose. Ma c’è un progetto, ambizioso, se si vuole, ma bellissimo. L’archivio di Curia custodisce, in una serie di volumi ben rilegati, tutti i Bollettini ufficiali della diocesi, dal 1927 in avanti. Sono una miniera di nomi, di argomenti. Lettere pastorali, istruzioni, richiami, comunicazioni, documenti pontifici, testi di conferenze … Preziose le presentazioni che i Vescovi facevano delle encicliche pontificie. Tutto questo da chi viene utilizzato? Sappiamo che don Enrico pensa a un indice onomastico e a un indice per argomenti. Un lavoro da spaventare. Ma don Enrico è una formica silenziosa che sa percorrere le vie più difficili. Mobiliterà tanti collaboratori. Ci vorrà forse qualche anno. Ma la diocesi si ritroverà con qualcosa di prezioso. Lo accompagnamo nella fatica, non mancando di augurare buon lavoro a don Fausto che entra nel solco di tanti esempi, forte delle sue scelte, dei suoi studi, dell’esperienza parrocchiale, della tradizione di fedeltà alla Chiesa della sua famiglia. Il Signore lo guidi a rendere più solido quel grande ramo. CRONACA P A G I N A 18 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 NEL IX CENTENARIO DELLA MORTE Festival di Musica Sacra Sant’Anselmo Il Festival Autunno Musicale programma un percorso di iniziative legato alla storia del territorio lombardo e al suo patrimonio spirituale e culturale ome nella consolidata tradizione, anche quest’anno il Festival Autunno Musicale programma un percorso di iniziative legato alla storia del territorio lombardo e al suo patrimonio spirituale e culturale, esplorato anche nell’ambito di un processo di interscambio con le molteplici tradizioni culturali presenti nel continente europeo. Nella ricorrenza del IX centenario di sant’Anselmo, universalmente riconosciuto il padre della filosofia scolastica, l’Autunno Musicale ha deciso di dedicare la programmazione 2009 all’esplorazione e alla riscoperta dei numerosi punti di contatto più significativi fra il panorama sociale, politico, culturale caratterizzante l’intera Europa medioevale e quello specificamente lombardo. Il processo di esplorazione e di studio storico della rinascita culturale in epoca medievale prende avvio da sant’Anselmo, dal suo pensiero e dal suo insegnamento, consolidati e perpetuati nel tempo da figure di uomini e donne che, vissuti nella sua orbita di azione, sono divenuti anch’essi artefici della costruzione di una coscienza europea intesa non come semplice unità geografica ma come componente della propria memoria culturale. Il vero e proprio Festival di Musica Sacra che viene articolandosi, accompagnerà il pubblico in un percorso di studio di eventi storici, figure politiche, filosofi, teologi che hanno portato la Lombardia ad essere uno dei punti di partenza del vasto processo di ricostruzione culturale estesosi dall’Italia tutto il vecchio continente e che ha portato alla formazione della cultura dell’uomo moderno. Sono lombardi molti dei numerosi personaggi che hanno animato il periodo storico compreso fra il X e l’ XI secolo e fatto loro il pensiero di Sant’Anselmo, divenendo a tutti gli effetti gli artefici della formazione della civiltà europea. La stessa collocazione geografica della Lombardia contribuisce a svilupparne le caratteristiche di crocevia di culture fra Mediterraneo e Continente. La Lombardia, quale centro propulsore della vasta circolazione e dell’intenso interscambio di idee che avviarono il processo di avanzamento e consolidamento di una unica rete culturale europea le cui radici sono costituite da un’unità di base religiosa e dall’uso di una lingua culturale comune (il latino). Fondamentale in tale contesto, la presenza e l’apporto culturale ricco di specificità di altre culture e confessioni presenti in quell’epoca sul territorio lombardo. Valore emblematico, ad esempio, si attribuisce a Liutprando re dei Longobardi grazie al quale la religione cattolica diviene un nuovo elemento di coesione del regno, essendo la fede elemento comune tanto dei dominatori longobardi quanto dei sudditi romani. O alla dominazione dei Franchi il cui re Carlo Magno è l’artefice della fase di rinascita carolingia, anticipatrice del successivo processo di rinnovamento culturale avvenuto con il formarsi del pensiero scolastico di sant’Anselmo. La fase di progresso che si instaura nel pensiero influenza, conseguentemente, tutti gli aspetti legati alla quotidianità: l’insegnamento superiore, il contesto sociale, economico, politico, le forme di espressione (la musica, la pittura, la letteratura), il patri- Nella Foto William il maestro Italo Gomez C SANT’ANSELMO D’AOSTA PARLA ALL’UOMO D’OGGI. DI ALESSANDRO GHISALBERTI monio architettonico). La rinascita culturale che sta vivendo l’Europa si concretizza in un fenomeno nuovo legato al continuo spostamento, all’interno della stessa Europa, di uomini di cultura. L’impegno di ricerca del sapere diviene una vera e propria professione che assorbe gran parte dell’esistenza e porta a continui spostamenti per le strade d’Europa. Ne consegue un evento destinato a caratterizzare fortemente tutta l’Europa: la nascita dell’Università, che offre nuove tipologie di insegnamento superiore. Il fenomeno della circolazione delle genti e conseguentemente delle idee si manifesta anche nell’architettura del Medioevo, esprimendosi attraverso una rete di contatti e di reciproche influenze a livello continentale. E’ a partire dal X secolo che architetti, costruttori e maestranze agiscono sull’intero territorio dell’Europa con estrema mobilità, integrandosi in Paesi e regioni distanti fra loro. Protagonisti primi di questi percorsi sono architetti, scultori, pittori, decoratori originari dell’area lombardo-ticinese e conosciuti universalmente oggi come Magistri Comacini, che portano di Paese in Paese specificità di stile e forme di integrazione architettoniche: lo stile romanico. La fase di progresso che si instaura nel pensiero e conseguentemente in tutti gli aspetti legati alla quotidianità, va ad interessare anche il contesto musicale. I cambiamenti che vengono via via a manifestarsi sono essenzialmente finalizzati al superamento della “musica per voci singole” che aveva caratterizzato la riforma gregoriana e prende forma, così, un linguaggio musicale sempre più complesso, improntato alla verticalità. Anche nella sfera musicale, la Lombardia è in primo piano: il repertorio ambrosiano è giunto sino a noi e tuttora eseguito. E cosa dire del ruolo svolto dai monasteri? Nei monasteri non si copiano solo testi sacri, ma anche opere di grandi autori latini e greci; la trascrizione degli antichi codici viene vista come un proficuo esercizio spirituale e al tempo stesso come strumento di conservazione e trasmissione della cultura. Proprio nel nord Italia sono situati alcuni dei monasteri più attivi nell’opera di trascrizione e conservazione dei testi e delle fonti: l’Abbazia della Novalesa o il Monastero di Bobbio, solo per citarne alcuni. II Medioevo contrariamente a quanto si crede, è anche la prima età in cui alcune donne raggiunsero un notevole grado di emancipazione sociale e culturale e cominciano a porre le base per quelle rivendicazioni di uguaglianza e parità ancora oggi attuali. Fra queste, la lombarda Matilde di Canossa potente feudataria e convinta sostenitrice di Papa Gregorio VII nella lotta per le investiture contro l’imperatore Enrico IV (famoso l’episodio del perdono di Canossa). Donna di assoluto primo piano nel contesto politico, arriva a dominare tutti i territori italici a nord degli Stati della Chiesa. ITALO GOMEZ vicepresidente Comitato Nazionale Sant’Anselmo La parola di Anselmo vince i secoli e, a quasi mille anni di distanza, continua a parlare a noi in modo avvincente. Non siamo in presenza di un personaggio dalla vita semplice e lineare, che ha poi beneficiato di una ventata agiografica che l’ha reso subito popolare; il suo è stato un percorso a tappe, sempre impegnato a non considerarsi mai arrivato del tutto. Da giovane, la sua caratteristica principale, che va letta come in filigrana nelle scarne biografie giunteci, fu quella di sentirsi attratto dagli studi di filosofia, allora denominati delle “arti liberali”, che avviò nella natia Aosta per cercare poi la specializzazione nelle scuole d’oltralpe. Quando, a 26 anni (nel 1059), l’attrazione per lo studio matura nella ricerca di una vita confacente ai propri tratti di amante della conoscenza, e sceglie di farsi monaco benedettino a Le Bec (Normandia), la cifra della sua attività si rivela segnata da un’ispirazione personale molto profonda, quella di coniugare le arti dialettiche con la sacra pagina della Rivelazione cristiana. La possibilità di applicare lo sviluppo della logica e della dialettica nell’ambito delle verità rivelate si traduce nella capacità di suscitare un indicibile diletto per quello che l’intelletto riesce a comprendere. Il profilo di Anselmo risulta dunque del tutto peculiare sin dagli anni giovanili, non appena cerchiamo di evidenziare quegli aspetti spesso trascurati che hanno segnato le sue scelte di vita: un giovane aostano fortemente attratto dallo studio, dopo la formazione di base impartitagli da maestri privati, si impegna a mettere a fuoco le proprie aspirazioni personali e le individua nel desiderio di crescita nell’ambito della conoscenza. A 23 anni è in condizione di partire per realizzare il suo sogno; prima di arrivare a questo giorno tuttavia ha dovuto attivare un lungo impegno per creare le condizioni di possibilità: individuare delle scuole a lui congeniali, costituire le risorse necessarie per partire alla volta della Borgogna, sia per potersi mantenere con la sua scorta, sia per retribuire i maestri delle scuole che intendeva frequentare, in Borgogna, in Francia e in Normandia (Avranches), sino alla sua scelta monastica. Un contributo economico era di norma richiesto anche dai monasteri presso i quali il novizio chiedeva di fare la professione monastica. Questi richiami a dati di fatto ci confermano che Anselmo non passò nell’ozio gli anni della sua giovinezza sino al 1056, come una biografia fantasiosa e troppo agiografica suppone, ma che egli impegnò tutto il tempo necessario per maturare interiormente e per rendere attuabile praticamente la sua scelta di vita dedita agli studi e alla ricerca. La vasta produzione pervenutaci attesta proprio come lo studio e la ricerca risultino essere la dimensione più confacente alla mente di Anselmo, segnata dalla passione per la dialettica e dotata di una non comune attitudine alla stringenza logica, il tutto inserito in una osmosi totale del pensiero pensante con la Parola di Dio, al punto che Anselmo assegna all’intelletto il compito di attivare l’intelligenza della fede, in modo parossistico, secondo il suo celebre enunciato programmatico: la fede alla ricerca dell’intelligenza (fìdes quaerens intellectum). Un altro aspetto dell’attualità della figura di Anselmo è la sua capacità, una volta divenuto arcivescovo di Canterbury (1093), di resistere ai compromessi nelle controversie circa le investiture ecclesiastiche, e ciò sulla base del rigore della sua visione della giustizia, che è soprattutto “rettitudine della volontà”, e pertanto, come tutto ciò che è “retto”, esige la sottomissione alla volontà di Dio e alla retta ragione dell’uomo. Anselmo non vuole “separare” la Chiesa dallo Stato, idea anacronistica per il suo tempo; egli si impegna affinché le due istituzioni rispettino le proprie competenze e prerogative, e si pervenga ad un armonioso accordo. Il duplice, lungo esilio di Anselmo dalla sua diocesi testimonia la sua fiducia nella ragione, volta a mutare l’atteggiamento dei re normanni, attraverso la fedeltà ai principi dichiarati e la riprova della loro fondamentale “rettitudine” o giustizia. Un ulteriore aspetto forte emerge dallo studio delle opere e delle azioni di Anselmo: egli si configura ai nostri occhi come uno dei fondatori dell’Europa cristiana, per la sua scelta della cultura classica, ed in particolare per il grande contributo offerto con la valorizzazione della logica e della dialettica. Con l’assunzione convinta delle categorie della razionalità nella trasmissione della dottrina della fede, Anselmo si pone all’origine di quella grande stagione della conoscenza integrata realizzata dalla teologia scolastica, la quale ha alimentato per secoli la cultura dell’Europa cristiana. Sulla scia di Agostino, vissuto quando l’Europa non si era ancora costituita, ma che aveva posto le basi dottrinali per una città degli uomini che deve crescere sviluppando valori idonei a confluire nella città di Dio, Anselmo ha contribuito in modo esemplare alla costruzione di una società in cui siano integrate vita cristiana e vita civile, a livello culturale, spirituale e politico-ecclesiale. ALESSANDRO GHISALBERTI Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (tratto dal volume “Anselmo da Aosta a Canterbury”) CRONACA P A G I N A Como 19 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 7 NOVEMBRE 2009 Monumento Sant'Anselmo ad Aosta PRIMO CICLO DAL 27 NOVEMBRE AL 19 DICEMBRE Una cultura per l’uomo Il Calendario del primo ciclo 27 novembre Como, Basilica di San Giorgio, ore 15.00 Prova generale aperta al pubblico Omaggio a Thomas Becket, martire e successore del pensiero di S. Anselmo Coro polifonico Famiglia Sala Associazione Culturale Pronomos Paolo Pasqualin, percussioni 27 NOVEMBRE Si parte da S. Giorgio 27 novembre Como, Basilica di San Giorgio, ore 21.00 Sacra rappresentazione Omaggio a Thomas Becket, martire e successore del pensiero di S. Anselmo Coro polifonico Famiglia Sala Associazione Culturale Pronomos Paolo Pasqualin, percussioni 28 novembre Como, Basilica di San Giorgio, ore 11.00 Iniziativa per le scuole Omaggio a Thomas Becket, martire e successore del pensiero di S. Anselmo Coro polifonico Famiglia Sala Associazione Culturale Pronomos Paolo Pasqualin, percussioni 29 novembre Como, Chiesa di San Salvatore, ore 16.00 Lo spirito monastico di S. Anselmo, priore dell’Abbazia di Le Bec Hellouin in Normandia Schola Gregoriana Mediolanensis Direttore Giovanni Vianini 29 novembre Como,Chiesa di Santa Cecilia, ore 21.00 La produzione letteraria e musicale e il medioevo al femminile Coro Hildegarda Von Bingen 4 dicembre Como, Chiesa di Sant’Eusebio, ore 21.00 La filosofia scolastica e l’insegnamento. Dalle Scholae delle Cattedrali e dei Monasteri alla nascita delle Università Ensemble Dramsam Omaggio a Thomas Becket, martyr, continuatore del pensiero di Anselmo Sulle orme lasciate da Sant’Anselmo, si collocano altri personaggi che apportano un tassello essenziale all’approfondimento della coscienza storica e della memoria per l’uomo moderno. Fondamentale, ad esempio, è stato Thomas Becket, anch’egli Arcivescovo di Canterbury protagonista della procedura di canonizzazione di Sant’Anselmo e uno dei più convinti promotori dell’azione riformatrice della Chiesa, intorno al 1100 e per tale ragione assassinato nella cattedrale di Canterbury. Il culto di Thomas Becket, proprio per il clamore che suscitò il suo assassinio, si diffuse ampiamente in Italia (il Duomo di Forlì e quello di Marsala sono a lui dedicati) e fu molto sentito anche a Como: una reliquia della mandibola del santo è conservata nella Basilica di San Giorgio e un altare del Duomo è a lui dedicato. Anche nei tempi moderni la figura di Thomas Becket influenza fortemente la sfera letteraria, solo a titolo di esempio, è possibile citare il dramma di Thomas Elliot “Assassinio nella cattedrale”, l’opera del drammaturgo Jean Anouhil portata anche sullo schermo e il capolavoro “I pilastri della terra” di Ken Follet in cui si narra proprio dell’assassinio di Becket. La rappresentazione nella Basilica di San Giorgio si basa, proprio, sul testo di Elliot integrato da musiche coeve e da estratti delle opere di Sant’Anselmo, in una proposta di sacra liturgia. 5 dicembre Como, Chiesa S. Orsola, ore 11.00 Introduzione per le scuole La musica nella nascita dell’Università Percorso illustrativo vocale e musicale sugli strumenti antichi del tardo medioevo Complesso Kvinterna Ensemble di Hana Blochova, voce e riproduzione di strumenti medievali 5 dicembre Como, Chiesa S. Orsola, ore 21.00 Musicisti italiani alla corte dell’Imperatore Carlo IV a Praga Complesso Kvinterna Ensemble di Hana Blochova, voce e riproduzione di strumenti medievali 5 dicembre Ponzate, Chiesa di Santa Brigida, ore 21 Dalle Scholae delle Cattedrali e dei Monasteri alla nascita delle Università Ensemble Dramsam 6 dicembre Somazzo, Chiesa di San Giuseppe, ore 16.00 Musicisti italiani alla corte dell’Imperatore Carlo IV a Praga Complesso Kvinterna Ensemble di Hana Blochova, voce e riproduzione di strumenti medievali 7 dicembre Como, Chiesa di S. Donnino, ore 15.00 Prova generale aperta al pubblico O Doctor optime Beate Anselme Planctus Virginum Super Filia Jephete Galadite Canti gregoriani e polifonici su testi di Tommaso d’Aquino Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti 7 dicembre Como, Chiesa di San Donnino, ore 21.00 O Doctor optime Beate Anselme Planctus Virginum Super Filia Jephete Galalite Canti gregoriani e polifonici su testi di Tommaso d’Aquino Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti 8 dicembre Uggiate, Chiesa Parrocchiale di SS. Pietro e Paolo, ore 21.00 O Doctor optime Beate Anselme Planctus Virginum Super Filia Jephete Galalite Canti gregoriani e polifonici su testi di Tommaso d’Aquino Coro Canthus Anthimi, direttore Livio Picotti 11 dicembre Como, Basilica di San Fedele, ore 21.00 Anselmus, episcopus et ecclesiae doctor In adventu Domini Coro “Abbazia della Novalesa” 12 dicembre Como, Chiesa di S. Agostino, ore 21.00 Il pensiero del dopo. Coscienza della morte, fonte della libertà Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna Direttore David Winton 13 dicembre Como, Sala E. Musa. Istituto Carducci, ore 11.00 La nascita dell’Università con la musica Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna Direttore David Winton 13 dicembre Cernobbio, Chiesa di San Vincenzo, ore 21.00 La nascita dell’Università con la musica Coro Collegium Musicum Alma Matris di Bologna Direttore David Winton 14 dicembre Como, Chiesa S. Eusebio, ore 21.00 Sant’Anselmo e l’uomo medievale alla ricerca di Dio Ensemble Aquila Altera 15 dicembre Cermenate, Convento Francescano del Sacro Cuore, ore 21.00 Sant’Anselmo e l’uomo medievale alla ricerca di Dio Ensemble Aquila Altera 18 dicembre Como, Chiesa del Gesù, ore 21.00 Cantata per Sant’Anselmo: credo ut intelligam De veritate - De libertate arbitrii - De casu diaboli Complesso Ecovanavoce 19 dicembre Como Loc. Sagnino, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, ore 21.00 Cantata per Sant’Anselmo: credo ut intelligam De veritate - De libertate arbitrii - De casu diaboli Complesso Ecovanavoce 20 dicembre Sede da definire Concerto Straordinario orchestra e Coro Giuseppe Verdi di Milano Omaggio al festival Autunno Musicale CRONACA Bassa&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 P A G I N A 21 RISALE AL 1885 Santuario di Guanzate: torna l’organo restaurato Dopo il recupero hanno preso il via i lavori di montaggio. Presto le note di questo prezioso strumento potranno così tornare a risuonare S ono ripartiti i lavori per il rimontaggio dell’organo del Santuario mariano di Gu- anzate. Dopo un intervento mirato e conservativo durato circa un anno e mezzo, presto il prezioso strumento tornerà ad accompagnare la liturgia nelle celebrazioni del tempio mariano. Il restauro è stato curato dall’organaro Ilic Colzani di Villa Guardia, già fautore di prestigiosi restauri tra cui l’organo di Brunate. «Siamo contenti di aver recuperato uno strumento di grande pregio storico - spiega l’organista Ivan Bancora - in quanto oltre al restauro vero e proprio, abbiamo aggiunto anche materiale fonico mancante sin dalla sua co-struzione». «Infatti - ci spiega Ivan - l’organo, risalente al 1885 attribuito a Pietro Bernasconi, noto ed illustre organaro varesino, sin dalla sua costruzione mancava di alcune file di canne e anche delle prime cinque note di tutti i registri presenti nell’organo stesso». In principio, si attribuì l’assenza di questo materiale fonico alla leggenda di quel parroco che fece togliere taluni registri e canne per ricavarne denaro per far fronte alla carenza di fondi destinati a ignoti progetti. Durante il restauro, questa leggenda è stata sfatata: infatti il Bernasconi era solito creare alcuni strumenti di ottima fattura, e certamente ha Alcune immagini delle fasi di rimontaggio dell’organo. A sinistra l’organista Ivan Bancora progettato tale anche l’organo del Santuario. Si è scoperto che all’epoca della costruzione dell’organo, la fabbriceria commissionò uno strumento di pregio al Bernasconi, incompleto nel suo essere per via dei fondi mancanti, ma con possibilità di incrementarlo successivamente con registri, materiali e canne varie quando le finanze lo avessero permesso. LOMAZZO DOMENICA 29 NOVEMBRE Giornata speciale in Casa Albergo Una giornata veramente speciale quella di domenica 29 novembre presso la Casa Albergo di Lomazzo. Tutto inizierà alle ore 10.30 nel salone delle feste, dove si svolgerà la Santa Messa, fatta celebrare per desiderio del gruppo volontari della Casa Albergo e con la partecipazione del coro liturgico di Bregnano. Nel pomeriggio, alle ore 15.30, si festeggeranno tutti gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di novembre. La festa sarà allietata dalla musica e simpatia del Gruppo Revival di Carugo. Inoltre, per l’intera giornata sarà aperta la Mostra mercato di Natale organizzata dal gruppo volontari. Presso il banco vendita sarà possibile acquistare oggetti realizzati a mano nel corso dell’anno, dolci artigianali che ripropongono i sapori delle ricette tradizionali e altri prodotti che possono diventare un bel dono e una occasione per partecipare in modo attivo e solidale alla vita della Casa. Tra i lavori realizzati vi saranno anche quelli prodotti dagli ospiti durante il laboratorio di terapia occupazionale “La butega del fa e desfa’. Gli ospiti che verranno festeggiati nel pomeriggio saranno: Dozio Agnese e Braghin Fernando (77 anni), Capuano Raffaele e Cattaneo Pietro (84 anni), Suigo Rosa e Negrini Angelo Luigi (85 anni), Mognoni Giuseppe (87 anni), Banfi Maria, Banfi Giuseppina, Vistalli Rosina e Beretta Giuseppe (88 anni), De Filippi Emma (94 anni), Bianchi Lina, Marelli Giuseppina e Marinoni Antonietta (95 anni). Dal restauro infatti è emerso che anche alcuni registri completi presenti (Violino e Principale II) non sono attribuibili al Bernasconi, ma sono risalenti a diversi periodi collocabili nel corso del XX secolo. Inoltre, delle prime cinque note gravi non ci sono le canne, ma sono presenti tutti i meccanismi, e tali meccanismi non sono stati bloccati o manomessi (come in genere si opera quando si asportano delle canne,per evitare che ci siano perdite di aria), e la notizia della “leggenda sfatata” ci è stata confermata quando aprendo il somiere, per queste prime note gravi, sono stati trovati i ventilabri, mancanti della levetta di azionamento degli stessi. Perciò, se qualcuno avesse voluto asportare le canne, non si sarebbe certo preoccupato di togliere tali levette, in quanto avrebbe dovuto smontare tutto il somiere e quindi lo strumento in essere. «Con questo restauro conservativo, abbiamo recuperato anche le vecchie pompe per far suonare l’organo anche senza l’utilizzo della corrente elettrica, un traguardo da me fortemente voluto», spiega ancora Ivan, indicando in una stanza retrostante l’organo, una leva girevole che aziona un meccanismo particolare per introdurre aria nel mantice, «e contiamo di inaugurare l’organo completamente restaurato nella prima settimana di maggio 2010, con un concerto tenuto da un grande maestro. Stiamo proprio perfezionando in questi giorni l’organizzazione dell’evento con il Comitato per il restauro dell’organo, presieduto dal parroco, don Mauro Colombo». Per eventuali informazioni su manifestazioni, è possibile contattare Ivan Bancora: i riferimenti sono indicati nel sito internet: http:// xoomer.alice.it/organi-acanne.guanzate.co. 5° CORSO PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA La Federazione Italiana Scuole Materne di Como e l’Ufficio Pastorale della Scuola e dell’Università di Como propongono il 5° Corso teologico-dottrinale utile per il conseguimento dell’idoneità all’I.R.C. nelle scuole dell’infanzia Fism. Le iscrizioni si raccoglieranno entro il 22 dicembre (max 120 partecipanti). Destinatari del corso sono: le insegnanti che non hanno ancora conseguito l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica (I.R.C.) secondo le disposizioni diocesane. In particolare: le insegnanti che devono ancora effettuare il percorso formativo teologico-dottrinale; le insegnanti prive dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica (recentemente assunte e altre…). Per le scuole della diocesi di Milano: il corso è riconosciuto quale parte di formazione teologico-dottrinale (2° livello) utile al conseguimento dell’idoneità all’I.R.C.. I corsi avranno una durata complessiva di 15 ore (3 ore per ciascuno dei 5 incontri). Il calendario del corso prevede: sabato 27 febbraio 2010: “L’insegnamento della religione cattolica nella scuola dell’infanzia: i fondamenti”. Introduzione di Claudio Bianchi, presidente Fism Como. Lezione di don Stefano Cadenazzi, direttore dell’Ufficio Pastorale Scolastica della diocesi di Como; sabato 6 marzo: “La Bibbia: introduzione generale, formazione della Bibbia, questioni fondamentali”; sabato 13 marzo: “Le parabole”; sabato 20 marzo: “Gli incontri di Gesù nel Vangelo”; sabato 27 marzo: “Genesi 1-3: la creazione, la vita umana, la bellezza, la sofferenza, la morte”. Lezioni del prof. Arcangelo Bagni; sabato 10 aprile: Esame conclusivo con test di varia configurazione. Il contributo di partecipazione (65 euro a persona) dovrà essere versato anticipatamente sul conto corrente postale n. 14539225 intestato a “Federazione Italiana Scuole Materne - FISM Como - viale C. Battisti 8 - 22100 Como”, indicando la causale: “5° Corso IRC Teologico-Dottrinale” CRONACA P A G I N A ComoLibri 22 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 UN LIBRO DI MARIO MASCETTI In un volume la storia di Casnate con Bernate ’ L Amministrazione comunale di Casnate con Bernate ha voluto realizzare un volume di storia locale, afffidandosi alla ricerca e alla penna di Mario Mascetti, che, dopo quasi tre anni di ricerca, ha prodotto 860 pagine, sotto il titolo Casnate con Bernate, due paesi una comunità. La presentazione del libro sarà fatta a Casnate sabato 28 novembre alle ore 10.30 nella sala del Consiglio comunale; quindi sarà inaugurata una mostra fotografica di documenti allestita nella Cà di Fràa. All’autore chiediamo qualche ragguaglio sulla sua ennesima opera di questo genere. Come si fa a scrivere 860 pagine su un comune di provincia? «I documenti archivistici avrebbero fornito materiale per scrivere il doppio o il triplo. Evidentemente ho dovuto fare una selezione, secondo uno schema progettuale ormai consolidato di “storia tipo” fatta alla mia maniera. Ho sacrificato anche un centinaio di pagine già pronte, per non sdoppiare il lavoro su due volumi». Da quando comincia Lo storico comasco, dopo quasi tre anni di ricerche condotte su mandato dell’Amministrazione comunale, ha prodotto un tomo di ben 860 pagine. La presentazione è in programma sabato 28 novembre, alle 10.30, in sala consiliare la storia di Casnate e Bernate? «A Bernate, nel Prato Pagano, ci sono state scoperte archeologiche importanti, come quella di una spada di bronzo d’epoca preromana. Tra i ritrovamenti d’età romana c’è anche una dedica a Mercurio. Probabilmente è di origine romana anche la torre di Casnate (oggi inserita in una villa padronale) facente parte di un sistema segnaletico, usata nei secoli per immagazzinare grani, più che per scopi militari in senso stretto. Il primo documento in cui si cita Casnate, indicato come Casteniade, è del secolo IX». E la storia della gente e delle famiglie? «Le prime citazioni di persone e famiglie del luogo compaiono in documenti del secolo XIII. Da lì in poi, si incontrano tutte le generazioni. Nel Quattrocento le famiglie locali in maggioranza pro- venivano dall’Alto Lago, serbatoio di risorse umane e di braccia per la campagna delle colline comasche, dove i padroni erano enti ecclesiastici e casate nobili comasche. Nel Cinquecento ho trovato “mastri” che da Casnate migravano verso l’Italia Centrale, segnatamente a San Severino Marche. Una tessera a sorpresa nel mosaico delle migrazioni di maestranze comacine». Ci sono “novità” importanti rispetto a quanto già tramandato? «Le novità sono molte, spesso a rettifica di credenze un po’ vaghe e leggendarie. Ho potuto ricostruire la storia delle parrocchie, risalendo ben oltre il Concilio di Trento. Ai venti parroci noti ne aggiungo almeno tredici antichi, finora sconosciuti, per non parlare dei cappellani della romanica chiesa di S. Martino di Bernate dalla metà del Quattrocento in poi». Ci sono cose d’arte meritevoli di attenzione? «Anche su questo versante nel libro faccio chiarezza su varie cose, a cominciare da Villa Casnati, ora palazzo comunale, opera integrale e tra le prime dell’architetto neoclassico monzese Carlo Amati, progettata nel 1810. Importanti sono stati gli interventi di Simone Cantoni (il progettista di Villa Olmo) sulla Villa Rosales di Bernate. Per la chiesa nuova di Casnate (quella antica crollò nel 1837) si fecero ben sei progetti. Quello realizzato nel 1847-50 è dell’architetto neoclassico varesino Paolo Ponti su disegno del 1840. La chiesa di Bernate è del milanese Gaetano Martignoni, costruita nel 1845-48. Ber- nate diede i natali allo scultore Emmanuele Rosales, di cui resta la statua di S. Bernardo originale scolpita e premiata a Parigi nel 1904, donata dai bernatesi nel 1921 all’Università Cattolica di Milano, mentre in paese c’è una copia in bronzo fatta eseguire nel 1922 da padre Agostino Gemelli. Ovviamente nel libro si parla anche dei dipinti, tra i quali ve ne sono di pregevoli». Quel Gaspare Rosales, cui è dedicata una via di Como, c’entra o no con i Rosales di Bernate? «C’entra eccome. È il nonno dello scultore. Si tratta di un personaggio eccezionale. C’è un capitolo, quasi un “libro nel libro”, in cui trascrivo i processi cui lo sottopose- LEGGENDE E STORIE DELL’ALTO LARIO E DINTORNI EDITRICE LARIOLOGO I mè noni i me diseven... U n tuffo in luoghi lontani non solo nello spazio ma anche nel tempo. Parole che sanno di lago, montagna, saggezza paesana e fede profonda. E’ il giornalista e scrittore Gianpiero Riva a guidarci in Alto Lario lungo il crinale che divide storia e leggenda in un viaggio attraverso i secoli e le storie delle persone che hanno abitato questo angolo di lago. Un patrimonio di “sapere popolare”, oggi sempre più offuscato dai luccichii della modernità, che lo scrittore comasco ha racchiuso nel libro “I mè noni i me diseven…”, pubblicato da Lariologo editore (190 p, 16,50 euro). Una raccolta in cui l’autore ha recuperato quelle storie che fino alla metà del secolo scorso, quando ancora non c’era “carosello” e le moderne sit-com, gli anziani Un libro di Ganpiero Riva che ci riporta al caldo tepore del focolare di una volta... di MICHELE LUPPI erano soliti tramandare ai bambini e ai ragazzi nelle sere d’inverno, accanto al camino. “Nei racconti e nelle narrazioni di paese - scrive Riva - spesso caratterizzati a un candore disarmante, si annida la semplicità della quotidianità che poi rappresenta la vera storia del territorio”. Ecco allora raccontare della Madonna delle Lacrime di Dongo e di quelle lacrime che, secondo la tradizione, sgorgarono dal dipinto il 6 settembre 1553, vicino alla vigna di Tomaso Scanagatta, dove oggi sorge il convento dei francescani. Oppure la storia di Catasco, vicino a Garzeno, una di quelle piccole frazioni spesso sconosciute a chi vive anche solo pochi chilometri più lontano. Un luogo in cui fino agli anni sessanta del secolo scorso non c’era l’elettricità, né l’acqua e quando qualcuno moriva doveva essere portato a valle a piedi lungo un piccolo sentiero. E poi le storie di altri paesi e frazioni come la Val Cavergna e Sorico, Vercana e Trezzone. Racconti che si tingono di mistero quando parlano di streghe o fatti nefasti. E’ il caso della maledizione dell’Isola Comacina che la leggenda vuole pronunciata dall’allora vescovo di Como, Vidulfo, nel 1169, al termine della lotta tra Como e Milano. Ma anche pagine piene di no- stalgia con le lettere scritte dai militari nelle trincee della Grande Guerra. “Mi auguro che, sfogliando questa raccolta - scrive lo stesso Gianpiero Riva -, possiate soffermarvi a ricordare, a riflettere, a pensare semplicemente per un attimo a uno stile di vita perso e dimenticato troppo in fretta in nome di una corsa sfrenata verso un’irresistibile, irrefrenabile e continuo bisogno di novità”. Un solo rammarico colpisce alla lettura di questo libro. Si finisce, inevitabilmente, per pensare a quante storie e racconti sono ormai andati perduti come animali estinti e quanti rischiano di perdersi con il correre degli anni. Non ci resta che consolarci gustandoci questi racconti, meglio se seduti accanto al fuoco, e, perché no, raccontarli alle nuove generazioni. ro gli austriaci nel 1832, quando fu arrestato. Egli era il collettore dei finanziamenti ai moti mazziniani della Giovine Italia e dei Carbonari. Fu l’amante della contessa Marietta Cigalini dal Verme, che a vent’anni nel 1826 abbandonò il marito per essersi innamorata del Rosales. Si sposarono nel 1862 dopo la morte del conte Dal Verme, per legittimare i figli nati dalla loro relazione. Marietta era sorella del conte Agostino Cigalini, padrone della villa di Bernate. Egli nel 1864 lasciò in eredità i suoi beni al nipote Luigi (figlio di Marietta e Gaspare Rosales), ed è così che i Rosales approdarono a Bernate, dove lo stesso Gaspare morì nel 1887. I verbali dei processi aprono scenari interessantissimi e raccontano in tempo reale la vita della gioventù nobile e le loro relazioni sociali nella Milano ottocentesca. Danno anche un quadro della Carboneria lombarda e nazionale (compresa, in particolare, quella comasca) e si vedono in pratica i metodi della investigazione e della repressione austriaca, con qualche episodio, in cui protagonista è il conte Bolza (comasco di nascita, che già a suo tempo aveva arrestato Silvio Pellico), il capo della polizia austriaca autore dell’arresto del Rosales e di una perquisizione notturna al castello di Monguzzo, con risvolti esilaranti». Ci sono illustrazioni fotografiche? «Il testo è accompagnato da circa 300 foto (di documenti, luoghi, opere d’arte, eccetera). Per la foto di copertina e i risguardi ho fatto un volo apposito da Verzago sul motoaliante di un amico, Roberto Vanoni, già mio alunno. Così ho potuto vedere tutto “dal cielo”, già da vivo». CRONACA P A G I N A Bassa&territorio 23 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 A CASSINA SORGERÀ UNA RESIDENZA SANITARIA Disabilità: la prima pietra di una casa “speciale” I l “dopo di noi”. E’ così che Maria Angela Capuccino, sindaco di Montano Lucino e presidente del Consorzio “Impegno Sociale”, chiama la nuova residenza sanitaria per disabili che il Consorzio, comprendente 14 Comuni della Bassa comasca, costruirà a Cassina Rizzardi. La prima pietra verrà posata sabato 28 novembre in via monte Grappa di fronte al centro diurno per disabili che il Consorzio gestisce dal 1999. “Ogni genitore - racconta il presidente Capuccino - pensa al futuro dei propri figli ma, nel caso dei genitori di persone con disabilità, questi pensieri si caricano spesso di ansia e preoccupazioni. Chi si prenderà cura di loro quando non ci saremo più o non saremo più in grado di accudirli? Questa è una domanda che tante volte i genitori dei ragazzi del nostro centro diurno ci hanno posto e da qui è nata l’idea di realizzare questa struttura”. Il progetto prevede la realizzazione, su di un terreno di 7500 m2 concesso gratuitamente dal Comune di Cassina Rizzardi, di una struttura capace di ospitare venti persone divise in due comunità. “I posti - continua Maria Angela Capuccino - saranno a disposizione degli utenti del Centro diurno, ma non solo. In una parte della struttura vi sarà la possibilità di ospitare insieme agli ospiti, per brevi periodi, anche i loro familiari”. Il costo complessivo della struttura è di 3,5 milioni di euro. Un milio- Sarà posata sabato 28 novembre. A realizzarla il Consorzio “Impegno Sociale” che attualmente gestisce un centro diurno, oltre ad altri servizi, per 14 Comuni consorziati di MICHELE LUPPI ne è stato messo a disposizione della Fondazione Cariplo mentre i restanti due milioni e mezzo saranno finanziati in vent’anni dai Comuni associati attraverso un mutuo agevolato concesso dalla Cassa Rurale e Artigiana di Cantù. “La rata annuale - precisa il presidente sarà di 152mila euro e sarà ripartita tra i comuni in base al numero di abitanti. Per fare un esempio il Comune di Montano Lucino pagherà attorno ai 10mila euro all’anno. Una cifra che potrebbe diminuire con l’ingresso nel consorzio di nuovi comuni”. La nuova casa, pronta per la fine del 2010, non sarà solo un dormitorio, ma verrà attrezzata con spazi per le terapie e per lo svago. L’idea è quella di realizzare uno spazio autonomo rispetto al Centro diurno, ma che mantenga lo stesso clima di familiarità. All’interno dell’edificio è prevista la realizzazione CAVALLASCA CICLO DI INCONTRI Per una salute senza età di una cappella che, in occasione delle celebrazioni, sarà aperta ai fedeli di Cassina Rizzardi e dei comuni vicini. “Non vogliamo creare un ghetto - racconta Maria Angela Capuccino - ma una realtà che possa essere aperta ai cittadini. Per questo su indicazione di don Vittorino Vittori, che purtroppo è deceduto improvvisamente poche settimane fa, abbiamo pensato di realizzare questa cappella che rappresenterà un punto di contatto con la comunità di Cassina Rizzardi”. E’ così, aprendosi agli altri, che la nuova residenza e i suoi ospiti vogliono essere una risorsa e non un peso per il territorio. IL CONSORZIO IMPEGNO SOCIALE Il Consorzio “Impegno Sociale” è costituito tra i Comuni di: Albese con Cassano, Bulgarograsso, Cadorago, Cassina Rizzardi, Casnate con Bernate, Cavallasca, Cirimido, Fino Mornasco, Fenegrò, Grandate, Guanzate, Montano Lucino, Senna Comasco, Vertemate con Minoprio. Prossimamente vi entrerà anche S. Fermo della Battaglia. Il Consorzio ha sede in Cassina Rizzardi, via Monte Grappa n.95, tel e fax 031-928181, e-mai: impegnosociale @tin.it. Il progetto della nuova residenza IL CENTRO DIURNO Il Centro Diurno Disabili (CDD) di Cassina Rizzarsi rappresenta una struttura d’avanguardia per l’assistenza e la terapia di persone con disabilità gravi. Nato come centro dell’allora USL, dal 1999 è gestito dal “Consorzio Impegno Sociale” che ha rimodernato interamente la struttura a cui sono stati assegnati tre differenti certificazioni di qualità. All’interno del CDD vengono assistiti 26 adulti grazie al lavoro degli operatori ma anche, da alcuni anni, alla collaborazione dei volontari dell’ “Associazione Amici e Genitori”. “L’associazione - spiega una dei soci, Regina Zoni - è nata con la volontà di contribuire al miglioramento della struttura attraverso la collaborazione dei volontari nelle attività del Centro e alla raccolta di fondi per cercare di migliorarne sempre più le dotazioni. Dall’altra parte crediamo sia importante l’attività di promozione e sensibilizzazione nei confronti dell’esterno, ma anche delle stesse famiglie che spesso non sono informate sulle opportunità normative, sanitarie e previdenziali per i propri figli”. Signora Zoni, siete stati voi come associazione a chiedere la realizzare di una struttura residenziale. Qual è la sua importanza? “Tutti i genitori di persone disabili, specialmente di adulti, prima o poi si chiedono cosa sarà dei loro figli quando non potranno più prendersi cura di loro. Crediamo però che il distacco dalla famiglia debba essere un passaggio graduale e non improvviso, così da abituare i figli e le famiglie alla nuova realtà. Da qui è nata la richiesta al Consorzio e siamo felici della scelta di concretizzare questo progetto”. La volontà del Consorzio è quella di creare un luogo che non sia chiuso, ma aperto alla comunità. E’ la direzione giusta? “Questo è un aspetto fondamentale e uno dei nostri desideri più grandi. Da qui, infatti, è nata anche la scelta di rendere la nostra associazione presente a manifestazioni del mondo del volontariato così da farci conoscere. E’ importante che il territorio e la comunità si conoscano e interagiscano perché siamo convinti che si possa dare tanto a questi ragazzi ma, come ci dicono i tanti volontari che frequentano il centro e posso confermare da mamma, c’è tantissimo da ricevere da loro. Le persone con disabilità grave non sanno produrre ma c’è una cosa che sanno fare e possono insegnare: dare e ricevere amore gratuitamente con semplicità”. Quale opportunità può rappresentare per la persona disabile una struttura come questa? “Creare attorno a loro un clima familiare è importante per la loro serenità. Per alcuni potrebbero sembrare cose inutili ma se abbiamo a cuore la dignità della persona umana credendo che la vita abbia un valore in sé a prescindere da tutto, allora il fare questo non può che essere una cosa normale”. E per le famiglie? “E’ bello poter vedere i propri figli inseriti in una realtà accogliente simile all’ambiente domestico. Da qui la scelta di puntare su piccole comunità. Dall’altra parte la residenza darà l’opportunità di effettuare ricoveri di sollievo per quelle famiglie che si trovano in momenti di difficoltà. Vi saranno, infatti, degli spazi in cui potranno essere ospitati anche i familiari. Certo per un genitore non è mai facile staccarsi dal proprio figlio, questo vale anche per me e mio marito, ma spero proprio che mia figlia possa vivere lì ed essere felice”. Prosegue il ciclo di incontri promossi dall’Amministrazione Comunale di Cavallasca, assessorato ai Servizi Sociali, rivolti alla popolazione anziana, sulle tematiche della salute. I prossimi due appuntamenti in programma, sempre presso la sede di Villa Imbonati, saranno: Domenica 29 novembre, dalle 9 alle 12 Mattinata di misurazione fattori di rischio: colesterolo, pressione, glicemia. Star bene con il cuore. La prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari. A cura dell’associazione Comocuore. Screening gratuito della popolazione interessata (presentarsi a digiuno per chi desidera il controllo della glicemia) Venerdì 11 dicembre, ore 15.30 Non fermiamoci mai. Come difendere il nostro corpo dall’incedere del tempo: tra sport e riabilitazione. Dott. Francesco Floris, medico specialista in ortopedia e medicina dello sport. PER NON DIMENTICARE IL PATRIMONIO STORICO DELLA NOSTRA PROVINCIA Come accade ormai da dieci anni a questa parte, la Fondazione della Comunità Comasca anche per il 2009 ha deciso di emettere un Bando a favore del patrimonio storico ed artistico della nostra provincia, stanziando 400.000 euro. Con i contributi erogati dalla Fondazione, negli scorsi anni in questo settore, sono stati realizzati significativi interventi sul nostro territorio. La Fondazione si impegna a contribuire alla realizzazione dei progetti, che le verranno proposti, con un contributo fino al 50% del loro costo complessivo, sino ad un importo massimo di euro 50.000 se presentati da una sola organizzazione o di euro 60.000 se proposti congiuntamente da più organizzazioni. Si dovrà presentare un progetto preliminare agli uffici della Fondazione entro l’8 febbraio 2010 ed in seguito il progetto definitivo entro il 15 marzo 2010. Sul sito Internet www.fondazione-comasca.it sono disponibili il regolamento e il modulo da compilare anche on line. CRONACA P A G I N A 24 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 DONGO È SPIRATO IL 18 NOVEMBRE A Dio fra’ Benedetto I n punta di piedi, così come è entrato nella vita di ognuno di noi, alle 16.00 di mercoledì scorso, 18 novembre, fra Benedetto Mauri è salito alla casa del Padre. È veramente difficile saper e poter scrivere un pensiero su una persona che, veramente, ha dedicato tutta la sua vita alla fede, alla preghiera, a quella santità contenta donandosi completamente a Dio. Mille ricordi e pensieri invadono i nostri cuori: chi di noi non ha conosciuto o sentito parlare di fra Benedetto? Praticamente nessuno. Basta chiudere gli occhi per ricordarlo per il suo gioioso sorriso con il quale ha saputo accogliere ogni persona che ha incrociato il suo sguardo, per la sua semplicità che l’ha reso unico, per la sua vogliosa Fratel Mauri si è spento all’età di 83 anni nel convento della Madonna delle Lacrime; un frate francescano da tutti conosciuto ed amato che veramente ha fatto la storia della comunità di ROCCO PONCIA dinamicità con la quale, anche se non più giovanissimo, ha sempre saputo travolgere e coinvolgere chi gli è stato vicino, anche solo per un istante. Un uomo di fede che sapeva predicare anche solo con uno sguardo, con gli occhi, con la sua sem- plicità. Stringendo le sue mani callose frutto di una vita dedicata al lavoro, alla preghiera, si sentiva una forza immensa che non passava inosservata. Era impossibile che nei suoi discorsi mancasse la conferma della sua felicità di essere diventato frate, dell’abbandono completo nelle braccia della sua Madonna. Mai sono mancate parole di conforto a chi era in difficoltà, una dolce carezza e un coraggioso augurio carico di fede: “Vai avanti che la Madonna ti aiuta!”. Grazie Benedetto, davvero, grazie di cuore per il rapporto speciale che hai saputo instaurare con ognuno di noi. Per tutto quello che ci hai insegnato ogni giorno, per averci fatto capire che senza la fede non possiamo vivere nemmeno un minuto. Hai voluto sa- lutarci con discrezione in mezzo a ciò che hai sempre amato: i tuoi animali, i tuoi giardini, sotto l’ombra di quel convento che, grazie a te, è stato completamente restaurato e fatto non solo di pietre, ma di amore di tutte quelle persone che, in tutti questi anni, son state vicine a te, ai frati, alla Madonna delle Lacrime. Perdonaci se stiamo vivendo momenti di angoscia per la tua morte. Scusaci se i nostri occhi sono pieni di lacrime e i nostri cuori di sofferenza. Sappiamo benissimo che tu stai sorridendo con gioia in quel paradiso che sempre hai sognato. Ti chiediamo solo di pregare per noi, dove ora tu sei, così come hai sempre fatto ogni giorno della tua vita. Grazie Benedetto. Ti vogliamo bene. VALLE INTELVI Novembre sui monti, tra santi ed emigranti... N ovembre ha tante facce: i boschi si tingono di meravigliosi colori che sembrano mischiati da un pittore. Tanti e disparati colori che vanno dal bianco candido dei tronchi delle betulle al verde cupo degli abeti. L’amaranto, il giallo oro, il grigio argenteo hanno strappato un complimento di meraviglia l’anno scorso a mons. Coletti che ai bambini di Castiglione si era detto convinto fossero stati loro a dipingere il paesaggio, informandosi poi (lasciando i piccoli a bocca aperta) quante notti avessero impiegato per dipingere tutti i boschi. La simpatia e la capacità comunicativa del nostro vescovo stanno diventando proverbiali… Ma novembre è anche il mese dei tanti impegni. È una specie di inventario di quanto è stato raccolto durante l’anno che sta per finire. Un tempo i giorni della festività dei morti e la novena che seguiva erano interamente dedicati al ricordo dei defunti con delle levatacce. Chissà Era il mese delle tradizioni, del bilancio di un anno, ma anche del ritorno a casa degli uomini, dopo mesi di fatica e di lavoro all’estero di RINA CARMINATI FRANCHI perché la messa si celebrava alle cinque del mattino e per chi reclamava e indugiava a lasciare il calduccio del letto, c’era sempre la paura di vedersi avverarsi la nota tiritera: I moort i ta tira i cuvert, se ta stee in lecc a pultrunà, e num dala pagura na pareva propi da sentii a tirà. Poi arrivava S. Martino. Non tanto simpatico, ma accettabile, visto che era il giorno del pagamento dell’affitto dei campi e delle case. In novembre le case erano ricche dei frutti del raccolto e della vendita del bestiame che eccedeva. Così le donne erano fiere di poter pagare l’affitto senza intaccare i soldi che gli emigranti avrebbero (speravano) portato a casa dopo una stagione di lavoro all’estero. Poi il venticinque arrivava S. Caterina…i vacc ala casina. Si facevano, neve permettendo, gli ultimi lavori, sfruttando le poche ore di luce, si riempiva la fuiera, la legnaia, e i solai di legna, indispensabile per passare tranquilli e sereni l’inverno che era alle porte e che a ciamal al rispundeva. Ed ecco arrivare l’ultimo di novembre, dedicato a S. Andrea. Il giorno tanto atteso del ritorno degli emigranti. Arrivavano a gruppi, portavano allegria e gioia. I bambini correvano loro incontro e frugavano nelle tasche di tutti e nelle borse per cercare il cioccolato e le caramelle dure a forma di ometto che noi chiamavamo i pupin. Con loro la solita raccomandazione: teneteli per l’albero di Natale… raccomandazione mai seguita. Le valige, invece, erano tabù. Le mamme non ci lasciavano rovistare dicendo che c’era solo biancheria sporca. Ma il vero motivo era che contenevano i re- gali per Natale. Quando arrivavano gli uomini dai Paesi dell’emigrazione, il paese sembrava risvegliarsi per gli ultimi lavori dell’anno e tirare un sospiro di sollievo. Nelle famiglie le donne, oltre a essere felici per il ritorno del marito, si sentivano sollevate di tanta responsabilità nella gestione della famiglia che aveva gravato sulle loro spalle durante tutto l’an- no. Poi, come formiche, il pittore, tempo permettendo, ridava calce alla casa, lo scultore riparava il tetto allora fatto di piode, e nei boschi si sentiva cantare la scure che smetteva soltanto per mezzogiorno, quando le donne e i ragazzi raggiungevano i padri e i fratelli maggiori portando nelle gerle il pasto caldo e il caffè pronto da fare nel pentolino, attaccato ai tre pali e alla catena che formavano un focolare di fortuna. Era uno dei tanti modi per stare insieme, ormai con l’andare degli anni. Gli uomini si aiutavano dando e ricevendo giornate di lavoro a prestito, formando gruppi ben assortiti in cui a ognuno toccava il suo lavoro. Ricordo ancora con nostalgia i cori, un po’ stonati, che accompagnavano il battere delle scuri e lo stridio delle seghe, il vociare dei bambini alla ricerca degli ultimi funghi e delle nespole selvatiche, lo scampanio delle capre e pecore che brucavano l’ultima erba dei pascoli vicino le case. Non tutti gli emigranti, però, riuscivano a tornare a casa. Durante l’anno alcuni morivano, lontano, per malattia o per incidenti sul lavoro e allora si organizzava una veglia funebre e, al posto del corpo del familiare morto lontano, si metteva il crocifisso, quasi nel segno che Gesù tenesse il posto di chi non era più riuscito a far ritorno. Mamma mia, che ciciarada … Termino però con la vecchia cantilena di benvenuto agli emigranti. Troppo bella per essere ignorata: Sant’Andrea...boia i can (anche i cani di casa stentavano nel riconoscere il padrone dopo tanto tempo trascorso lontano) è scià tucc i Maestrann…duu davanti e trii dadree... cunt la bursa dii danee. OSPEDALE GRAVEDONA: VIA LIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE AL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E URGENZA: LA PAROLA PASSA ORA AL CONSIGLIO Deliberazione importante della Giunta regionale che, nei giorni scorsi, ha scelto di individuare l’Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona quale sede di Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione (Dea). Ora la parola passerà al Consiglio regionale che dovrà confermare definitivamente la decisione. «Noi lo abbiamo sempre detto che l’ospedale di Gravedona ha le carte in regola per essere dichiarato Dea, in quanto il presidio si trova su un territorio sprovvisto di altri ospedali e nel quale gli spostamenti sono resi difficili da una rete viaria, a tratti addirittura disagiata e priva di infrastrutture”, ha commentato Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd. “Ancora una volta - ha affermato il consigliere del Pdl Gianluca Rinaldin - Regione Lombardia è attenta al territorio comasco, in particolare all’Alto Lago, per cui l’Ospedale di Gravedona svolge un’insostituibile funzione di pubblica utilità anche nell’ambito di partecipazione alla rete di emergenza urgenza. La delibera della Giunta regionale va nella direzione di quanto richiesto lo scorso luglio in un’interrogazione presentata insieme al collega Gaffuri, in cui è stato formalmente richiesto all’assessore Bresciani il riconoscimento della funzione Dea al presidio sanitario. Era un impegno preso verso i sindaci e i cittadini dell’Alto Lago ed è un impegno che è stato mantenuto”. Il nosocomio ha registrato, negli ultimi anni, un aumento significativo di casi trattati in tutti i settori, dalla rianimazione al pronto soccorso; sta realizzando un’elisuperficie per i voli notturni e, avendo un assetto che comprende le unità operative di rianimazione, neurochirurgia, chirurgia vascolare, cardiologia con Utic (Unità di terapia intensiva e cardiologia), ortopedia traumatologia con sala gessi, un centro autonomo trasfusionale, servizi di radiologia , oltre a tutte le specialità di medicina generale, di fatto, svolge già le funzioni di un Dea da un decennio. P A G I N A 26 CRONACA ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 INCONTRO CON CATTANEO INDICAZIONI DALL’ASSESSORE REGIONALE Progetti e futuro delle infrastrutture ’ L assessore regionale alle infrastrutture e mobilità, Raffaele Cattaneo è stato a Cuveglio venerdì scorso 20 novembre per affrontare con Amministratori e Cittadini le criticità della mobilità in Valcuvia. L’appuntamento era alle 18.00 nella sala polivalente del Comune di Cuveglio, ove al tavolo dei relatori erano presenti anche, Carlo Baroni Assessore al territorio della Provincia di Varese, Marco Galbiati assessore della Comunità Montana Valli del Verbano, il sindaco di Laveno Ercole Ielmini, quello di Cuveglio Giorgio Piccolo e l’assessore della Comunità Montana del Piambello (nata dalla fusione della CM Valganna-Valmarchirolo con la CM Valceresio) Paolo Sartorio. La ricca platea era invece composta da cittadini e da tanti amministratori della valle, intervenuti per cogliere le novità in campo viabilistico relativo alla zona. Durante la serata, infatti, è stato succintamente illustrato ai presenti l’accordo in corso di perfezionamento tra gli enti interessati, relativo alla realizzazione dell’ultimo tratto di SP1 che collegherà Cittiglio con Laveno – Mombello e permetterà di eliminare due importanti passaggi a livello uno sulle ferrovie Nord a Cittiglio e l’altro sulla linea FS a Laveno Mombello. Altro argomento trattato è stata la proposta di progetto - condivisa dai sindaci della zona - della variante alla strada statale 394 che servirà per togliere il traffico in transito dal centro di Cuveglio. Tale percorso è un’ipotesi parzialmente alternativa rispetto al tracciato previsto nel Piano territoriale di Coordinamento Provinciale e, quindi, dovrà essere ancora approfondito dalle istituzioni, prima di arrivare ad una programmazione definitiva del tracciato. Da ultimo sono state elencate le opere che serviranno per velocizzare e rendere meno pericoloso il collegamento – utilizzato per lo più dai frontalieri - Ponte Tresa-Cuveglio, con l’allargamento della strettoia tra Cunardo e Ferrera, la sistemazione della strada per Grantola e la realizzazione di una nuova rotonda a Mesenzana. In questo contesto hanno trovato spazio anche due altri progetti di rotatorie poste alle due estremità della strada che porta a Cassano Valcuvia, vale a dire una nuova rotonda a Rancio, all’incrocio per Cantevia/Cassano e una seconda nel punto in cui la strada di Cassano si reimmette a nord sulla SS 394. A queste proposte ha ben risposto l’assessore Cattaneo il quale ha ribadito che la Regione Lombardia è pronta a sostenere e portare avanti tali progetti perché necessari al territorio e perché frutto di condivisione da parte degli amministratori locali, non solo, Cattaneo ha anche ricordato l’impegno della regione per allargare e mettere in sicurezza il collegamento Luino Confine di stato di Zenna RITIRO D’AVVENTO E CALENDARIO VOCAZIONALE Per adolescenti e giovani della zona pastorale la Commissione Giovanile e Vocazionale di zona ha programmato il “Ritiro d’Avvento” dal titolo “Nulla è impossibile a Dio – Cristo speranza dell’uomo”, che si terrà domenica 29 novembre a partire dalle ore 14.30 presso la Villa Immacolata in via per Nasca 5, a Castelveccana (Va). L’incontro verrà tenuto da padre Corrado e padre Samuele. La celebrazione della S. Messa concluderà l’incontro. La medesima commissione ha reso noto, inoltre, in questi giorni anche il calendario 2009/10 degli incontri zonali per giovani dai 18 anni in su, che si svolgeranno la domenica a partire dalle 18.30, come sotto riportato: • 13 dicembre, oratorio di Cittiglio; • 17 gennaio, oratorio di Azzio; • 21 marzo, oratorio di Ponte Tresa. Ci saranno, inoltre, per la stessa fascia d’età, il ritiro di quaresima nel pomeriggio del 21 febbraio al convento dei Passionisti di Caravate; la Via Crucis a Cassano Valcuvia la sera del 27 marzo; la Veglia di Pentecoste il 22 maggio a Ponte Tresa e la partecipazione al pellegrinaggio diocesano al Soccorso, sabato 24 aprile. Per i 14enni sono programmati, invece due appuntamenti Pre-Molo 14 la sera di sabato 16 gennaio a Cittiglio e sabato 17 aprile a Ponte Tresa; per i chierichetti la riunione zonale il 30 maggio a Cittiglio e, per i cresimandi l’incontro annuale domenica 7 marzo, sempre a Cittiglio. (inizio lavori per febbraio 2010), lo studio per l’eliminazione di altri passaggi a livello lungo la rete ferroviaria dell’alto varesotto, lo studio per una sistemazione della SP 32 nel tratto di attraversamento del comune di Caravate. Soddisfazione al termine dell’incontro tra gli amministratori locali per la concretezza delle parole ascoltate e per la convinzione che, come nel recente passato, gli enti superiori – Regione e provincia – siano pronte a recepire le proposte del territorio, a condividerle e a portarle a realizzazione, per il bene di tutti. ANTONIO CELLINA VALCUVIA DALLA FONDAZIONE CARIPLO Finanziamenti prati magri el corso del 2008 l’allora Comunità Montana della Valcuvia aveva ottenuto un finanziamento di 106mila euro da Cariplo sul bando “Tutelare e valorizzare la biodiversità”, relativo ad uno studio sui prati magri, cioè quelle aride distese erbose – un tempo molto più diffuse di oggi sui monti prealpini che sono un ambiente di alto valore naturalistico, la cui conservazione è fondamentale per la tutela della biodiversità. Esempi di queste aree sono in Valcuvia la Val Buseggia – poco sopra Vararo, in comune di Cittiglio – e le cenge prative diffuse sul Monte Sangiano, tra la N località San Clemente e Caravate. In questi giorni si sono conclusi i primi rilevamenti botanici e faunistici inseriti nel progetto finanziato. L’indagine si è concentrata nelle due aree della Val Buseggia (Cittiglio) e del Monte Sangiano (Caravate) e ha permesso la catalogazione di esemplari tipici della fauna di questi luoghi e cioè invertebrati della specie dei lepidotteri (farfalle). I prossimi dati forniranno i numeri di specie che interessano coleotteri e ortotteri che popolano i prati magri della Valcuvia. Lo studio è stato realizzato con la supervisione scientifica dell’Università di Milano Bicocca e dell’Università dell’Insubria di Varese, mentre il lavoro è stato svolto dall’equipe di botanici e naturalisti coinvolti nel progetto. Prossimamente in alcuni lotti verranno condotte le prime prove di decespugliamento, finalizzate al recupero di aree particolarmente invase dagli arbusti. Lo studio ha anche lo scopo di monitorare i cambiamenti indotti dalle operazioni di sfalcio su fauna e vegetazione e individuare di conseguenza i metodi di gestione più appropriati di queste zone, con l’intento di ripristinare alcuni pascoli magri, caratteristici dei versanti rocciosi ed esposti al sole dei monti valcuviani. A.C. CAMPAGNA DI RIDUZIONE DEI RIFIUTI Anche in provincia di Varese è in corso la campagna della Settimana Europea per la riduzione rifiuti. «La riduzione dei rifiuti – ha dichiarato l’assessore a Tutela Ambientale, Ecologia ed Energia Luca Marsico – è importante e vogliamo rilanciare su tutto il territorio un segnale forte sull’opportunità della riduzione e del riciclo degli imballi. Gli ottimi risultati ottenuti sulla più generale questione della raccolta differenziata possono quindi essere migliorati anche grazie a queste importanti iniziative e soprattutto con la grande collaborazione degli Enti locali e dei cittadini, che si dimostrano molto sensibili riguardo a questo aspetto». La settimana europea per la riduzione dei rifiuti è un progetto triennale supportato dal programma LifePlus, della Commissione Europea fino al 2011, per promuovere iniziative locali di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti. Con il termine di “prevenzione” l’Unione ha voluto ampliare il concetto di riduzione della produzione dei rifiuti, inserendo fra le possibili azioni, l’insieme delle misure prese per evitare che una sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto. Queste misure hanno lo scopo quindi di ridurre la quantità dei rifiuti prodotti, attraverso il riuso o l’allungamento della vita dei prodotti ed i loro effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute umana. Due gli obiettivi: sensibilizzare le mamme e abbattere l’utilizzo di imballi, specie per l’acqua e il latte. P A G I N A 27 Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 MORBEGNO SERATA DI APPROFONDIMENTO IL PROSSIMO 3 DICEMBRE Per confrontarsi sul «fine vita»... ’ L associazione Siro Mauro per le Cure Palliative in provincia di Sondrio, operativa dal 2002 nei reparti di Sondalo e Morbegno dell’Unità di Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna e sul territorio della provincia, organizza giovedì 3 dicembre alle ore 17.00 presso l’auditorium Sant’Antonio di Morbegno, un incontro pubblico dal titolo: Fine vita: tra diritti e diritto. Interverranno: Amedeo Santosuosso, consigliere Corte d’Appello di Milano, presidente del Centro Interdipartimentale di ricerca ECLS Università degli Studi di Pavia; don Battista Rinaldi, incaricato diocesano per la catechesi. Moderatore della serata sarà Donato Valenti, medico, responsabile Unità di Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna e vice presidente dell’associazione Siro Mauro. L’iniziativa è patrocinata da. Aovv, Asl, Comune di Morbegno, Comunità Montana di Morbegno, Provincia di Sondrio. La Siro Mauro, associazione di volontariato che quotidianamente opera per lenire il dolore delle persone affette da malattie inguaribili nelle fasi finali della vita, non può esimersi dallo stimolare al proprio interno e anche verso tutta la popolazione un dibattito culturale sulle tematiche etiche sulla fine della vita, fornendo gli strumenti per accrescere le conoscenze e poter esprimere così motivati pareri al riguardo. È noto il dibattito in corso, anche a livello parlamentare, in merito a diverse proposte di legge sul testamento biologico o analoghi, come possibile strumento per salvaguardare o regolare la volontà di cura di chi si trovasse in condizioni di non intendere o non poter comunicare la propria volontà. Inoltre è da ricordare la recente approvazione di una legge nazionale che valorizza le cure palliative, e che nello specifico prevede un osservatorio nazionale permanente, stanzia dei fondi ad hoc per tale servizi, semplifica le prescrizioni dei farmaci necessari in que- sversalmente tutta la società civile. Come spesso accade, il dibattito intorno a temi che coinvolgono la vita umana rischia di trasformarsi da un civile confronto tra opinioni differenti in una rigida contrapposizione tra schieramenti ideologici. Eppure, alla base di tutto vi è il desiderio comune di contribuire ad evitare, laddove possibile, la sofferenza, soprattutto quando essa è correlata alle fasi conclusive della vita». Migliorare la qualità della vita, fino alla fine, per POMERIGGI MUSICALI A SONDRIO sta fase della malattia, sviluppa la cosiddetta “rete delle cure palliative”, vale a dire l’assistenza a casa e in hospice (reparto di cure palliative), investe sulla formazione degli operatori, e promuove campagne istituzionali di comunicazione per informare i cittadini… «Tale dibattito, anche in Italia, è prepotentemente uscito dagli ambiti dei mondi della scienza e della bioetica – riflette Furio Zucco, presidente della Società Italiana di Cure Palliative – coinvolgendo tra- SOLIDARIETÀ SIAMO ALLA TREDICESIMA EDIZIONE E ritorna la Colletta Alimentare Q uella che sabato si svolgerà anche in provincia di Sondrio sarà la 13a Giornata della Colletta Alimentare, organizzata dalla Onlus Fondazione Banco Alimentare e dalla Compagnia delle Opere che propongono il semplice gesto della carità di condividere la propria spesa con chi è nell’indigenza. A guardare i numeri del raccolto dello scorso anno c’è da rimanere sbalorditi: quando già si faceva sentire la crisi economica, oltre cinque milioni di italiani, con l’aiuto di centomila volontari, hanno donato poco meno di novemila tonnellate di generi alimentari per un valore di oltre 27 milioni di euro, di- stribuiti a milioni di poveri attraverso ottomila enti convenzionati col Banco Alimentare. «Questi numeri però si comprendono, se si pensa al cuore che sta all’origine del gesto di tante persone - osserva Ruggero Sainaghi, da anni responsabile provinciale per la Colletta - significato che ritroviamo nelle parole che ogni anno accompagnano l’iniziativa e che stavolta sottolineano l’esperienza di quasi tutti i volontari di “Imbattersi in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, (evento che) scatena un desiderio e un interesse vivo e palpabile che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione”. Per questo chi partecipa una volta alla Colletta ammalati e familiari, “non più giorni alla vita ma più vita ai giorni”, rispettando le decisioni individuali, oltre che attirare l’attenzione sulle responsabilità che la società ha nei confronti delle persone più fragili, indifese e morenti, affinché ricevano cure adeguate, rispondendo ai bisogni di tipo psicosociale, spirituale oltre che fisici. Riducendo la sofferenza, ogni tipo di sofferenza, si possono aiutare le persone ad affrontare serene l’ultima parte della propria vita. ritorna, molto spesso non da solo, ma insieme a qualcun altro conquistato dal racconto della sua esperienza». «Tutte le persone che ho coinvolto - conferma Francesco Fabani, referente della Caritas provinciale - sono state sempre molto contente e disponibili, tanto da voler partecipare anche al lavoro di imballo e smistamento successivo a quello di raccolta nei vari supermercati, perché convinti della bellezza e dell’utilità di quello che fanno. I numeri del Banco Alimentare mi hanno spinto anche a pensare che, se non ci fosse, milioni di persone oggi vivrebbero la crisi in modo ben più profondo e drammatico. Per questo dico che, se un’iniziativa così non ci fosse, bisognerebbe inventarla, tanto più che dallo scorso anno, possiamo attingere direttamente al raccolto della Colletta per distribuirlo ai nostri enti sul territorio in rapporto ai bisogni segnalati». Gianni, invece, racconta che l’anno scorso si è trovato a fare la Colletta presso un supermercato a Castione Andevenno. Lì ha notato che gli extracomunitari sono fra i più generosi, magari arrivano per fare la spesa a bordo di un’auto che sta insieme per miracolo, tutto di loro denuncia che non navigano nell’abbondanza, e tuttavia non possono fare a meno di ricordarsi di aver vissuto le stesse difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena e sono solidali con quelli più poveri di loro. Luigi invece sottolinea che, pur essendo in pensione, alcuni suoi ex colleghi lo hanno chiamato già nella prima settimana di novembre, per informarsi se anche quest’anno ci sarebbe stata la Colletta e per pregarlo di ricordarsi di chiamarli, perché volevano esserci. «In un gesto come questo - ha concluso - non c’è il rischio di cadere nell’abitudine e di perdere di vista le ragioni che spingono a farlo, perché ho scoperto in tutti il bisogno di donare è così profondamente connaturato che basta poco per farlo emergere». A confermare che questa osservazione è vera c’è la richiesta da parte di tanti donatori di ripetere altre volte durante l’anno il gesto della Colletta. Pertanto, si sta pensando quali potrebbero essere le modalità concrete per realizzare anche in provincia un Banco Alimentare. Quest’anno tra i gruppi organizzati di volontari, oltre agli alpini, il cui contributo umano e organizzativo come sempre sarà determinante, e ai giovani e agli adulti di Comunione e liberazione, ci saranno anche gli scout, che si uniranno nel pomeriggio a dare una mano. All’ingresso dei supermercati i volontari distribuiranno la busta per la spesa della solidarietà da riempire coi Univale e dell’associazione culturale Asma di Sondrio, invitano ai “Pomeriggi Musicali dell’Oncologia” terza edizione. La prossima esibizione si terrà presso l’Aula Magna dell’ospedale di Sondrio sabato 28 novembre alle ore 17.00. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare la comunità sondriese e valtellinese verso un percorso di umanizzazione della realtà ospedaliera. Gli interpreti della performance artistica del 28 novembre saranno gli allievi della Civica Scuola di Musica della Provincia di Sondrio: il tema dell’esibizione è “Musica in Relazione”. LA FIGURA FEMMINILE NEI MASS MEDIA OGGI Sabato 28 novembre dalle ore 9.00 alle 12.30, presso la Sala Vitali del Credito Valtellinese, via Pergole, angolo via Cesura a Sondrio si terrà il 7° Convegno/Tavola rotonda sul tema “Tv, Tv delle mie brame… chi è la più bella del reame?”. Seduzioni, mutazioni, ossessioni del corpo femminile nei mass-media a cura di “Argonaute”. Coordinamento e introduzione di Mariella Londoni, docente di Filosofia e socia Argonaute; ne discutono: Elena Braito, studiosa di semiotica dei nuovi media a Sondrio; Edgardo Sandrini, psichiatra; Giannina Corvi, ostetrica; Irene Riva, esperta di tematiche di genere. Programma: • ore 8.30: registrazione partecipanti; • ore 9.00: apertura lavori con Mariella Londoni; • ore 9.20: proiezione del documentario “Il corpo delle donne”; • dalle ore 9.50 alle ore 10.20 interverranno: Elena Braito, Edgardo Sandrini, Giannina Corvi, Irene Riva; • ore 10.30: intervallo; • ore 10.45: pubblico dibattito; • ore 12.15: conclusioni e prospettive. La partecipazione è a ingresso libero. Informazioni presso segreteria “Argonaute”, tel. 333.3554485; e-mail: [email protected]; [email protected]; www.argonaute.org. prodotti suggeriti sul volantino (olio, omogeneizzati, prodotti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legumi). Infine, ricordiamo che la Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con docenti delle Università Cattolica di Milano e di Milano Bicocca, ha realizzato il volume La povertà alimentare in Italia. Prima indagine quantitativa e qualitativa, dove si conclude che oggi in Italia la povertà colpisce 3 milioni di persone e le cause principali sono la solitudine, l’allentamento dei legami familiari, della rete di amicizie, dell’appartenenza alla comunità. “Oggi uno può diventare un ‘nuovo povero’ - scrive a questo proposito Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà - chi ha in casa un malato cronico da curare; chi perde il lavoro a 50 anni per un’improvvisa crisi aziendale; chi, senza una pensione adeguata, si ritrova anziano senza parenti che lo sostengono; chi si trova ad affrontare separazioni matrimoniali e non riesce a mantenersi da solo. La famiglia che si disgrega può segnare anche l’inizio di un’esclusione nei casi di gravidanza precoce, malattia mentale, tossicodipendenza, abusi. Nella definizione di povertà non si può più considerare solo il reddito, ma bisogna includere la vulnerabilità, il rischio, la marginalizzazione, la limitazione nelle scelte. Il vero indigente alimentare non è solo quello che non ha il pane: è colui che non riesce a migliorare la propria condizione. Così, questa indagine conduce a capire che la questione cruciale nella lotta alla povertà è l’educazione del povero a ricostruire questi legami, a prendere iniziativa verso la propria condizione”. PI.ME. P A G I N A 28 CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 VIABILITÀ DALL’ALTO I LAVORI DEL CANTIERE DEL PRIMO STRALCIO, PRIMO LOTTO, DA FUENTES A COSIO E la nuova «38» prende forma L a cerimonia di posa della prima pietra dei lavori per la realizzazione del primo stralcio, primo lotto della nuova statale 38 avvenne con tanto di cerimonia ufficiale lo scorso 28 febbraio. Una manifestazione in grande stile – con la “retorica” che l’evento imponeva – presso il Polo Fieristico di Morbegno. «È un’opera attesa da tempo, in primo luogo dalle popolazioni locali – spiegò in quella sede il presidente dell’Anas Pietro Ciucci poiché l’attuale tracciato, disegnato in epoca imperiale (parliamo di Maria Teresa d’Austria) e asfaltato nei primi decenni del Novecento, è ormai obsoleto sia per l’eccessiva tortuosità, sia perché attraversa nuclei ad alto insediamento abitativo. I lavori del primo tratto della Variante, dal Trivio di Fuentes a Cosio Valtellino, che avrà due corsie per senso di marcia». Il primo tratto della Variante sarà lungo circa 9,3 km e costituirà la Variante alla Strada Statale 38 “dello Stelvio”, dall’incrocio con la Strada Statale 36 “del Lago di Como e dello Spluga” (Trivio di Fuentes) al Comune di Cosio Valtellino. Verrà realizzato anche lo svincolo di Cosio, che assicurerà il collegamento con la esistente Statale 38. La principale opera da realizzare, all’interno del nuovo tratto, sarà costituita dai “Viadotto Valtellina”, della lunghezza di 3.860 metri. Le altre opere di rilevanza sono costituite dal “Viadotto Fuentes” (348 metri) e dal “Viadotto Borgofrancone” (106 metri). La strada sarà larga oltre 23 metri (oggi, in alcuni punti, non si raggiungono i 7 metri e mezzo…). Nel suo complesso l’investimento richiesto dalla nuova infrastruttura sarà di oltre 220 milioni di euro. Regione Lombardia e Provincia di Sondrio contribuiscono alla realizzazione dell’opera con l’importante contributo complessivo di 97 milioni. La durata dei lavori è prevista in 780 gior- ni e la nuova opera verrà ultimata entro l’aprile 2011. Negli ultimi mesi si sono registrate code polemiche sulla questione “espropri” (oltre trecento i proprietari interessati dal provvedimento), sulla presenza “ingombrante” dei mezzi di cantiere, mentre è di metà novembre il duro scontro fra Ente Provincia e comune di Cosio Valtellino in merito alla progettazione definitiva dello svincolo, che insisterà proprio sul territorio dell’amministrazione della bassa valle, cui viene chiesto il sacrificio maggiore in termini di impatto ambientale e di terra messa a disposizione dell’infrastruttura: 1 milione di metri quadrati di territorio e 7 chilometri di strada (sui poco meno dei 10 complessivi di tutto il tracciato) sacrificati affinchè quest’opera possa diventare realtà. Alla fine lo svincolo comprenderà un sovrappasso, per scavalcare Adda e ferrovia, e non un sottopasso come auspicato dal comune guidato da Fausta Svanella: questa seconda soluzione avrebbe richiesto un impegno economico troppo elevato. Quindi il nulla osta definitivo è arrivata per la prima ipotesi progettuale. «I lavori procedono spediti e nel rispetto del crono programma – ha affermato a inizio settimana il presidente della Provincia Massimo Sertori –: l’opera sarà completata fra un anno e mezzo». Sertori, l’assessore alla grande viabilità Ugo Parolo e l’onorevole Maurizio Del Tenno hanno compiuto una ricognizione area del cantiere. «I lavori – hanno affermato – sono in corso su più fronti: dall’alto è stato possibile constatare l’avanzamento del cantiere. Il tracciato è tutto definito, rotonda compresa, così come sono state gettate le basi per le parti in viadotto. L’impressione è di un buon impatto sull’ambiente (8 i milioni di euro destinati alle opere di mitigazione ambientale), di certo migliore dello spettacolo offerto dallo sviluppo urbanistico disordinato dei moltissimi capannoni presenti lungo la statale». Ora la scommessa è proiettata sul 2011. Completato il primo stralcio primo lotto si vorrebbe partire con il cantiere della variante di Morbegno, che consentirebbe di by-passare il capoluogo del Bitto e da Cosio immettersi diret- tamente sul viadotto del Tartano: infrastruttura per la quale, al momento, mancano all’appello 85 milioni di euro. La Strada Statale 38, nella sua configurazione attuale, a causa delle sue ordinarie condizioni di saturazione del traffico, limita lo sviluppo locale del territorio e condiziona pesantemente la qualità della vita dei residenti. Proprio per risolvere i problemi di viabilità di accesso alla Valtellina nel dicembre 2006 venne sottoscritto tra l’Anas, il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio, la Camera di Commercio di Sondrio, la Comunità Montana e i Comuni della Valtellina uno specifico Accordo di Programma. «Con l’apertura di questo cantiere – promi- se sempre Ciucci lo scorso febbraio – vengono poste le premesse per il futuro prolungamento e completamento dell’arteria. Il progetto definitivo del 2° stralcio del 1° Lotto della Variante di Morbegno prevede il proseguimento della variante con un tratto a singola carreggiata dallo svincolo di Cosio allo svincolo di Tartano, per un investimento di 250 milioni di euro. Voglio sottolineare che nella programmazione Anas è previsto anche il raddoppio a quattro corsie di questo tratto, con un investimento dl ulteriori 280 milioni di euro». Lo scorso giugno Conferenza dei servizi e Cipe hanno dato il via libera all’opera, per la quale, però, mancano gli 85 milioni già ricordati prima. «È il primo grande cantiere che si inaugura in Valtellina dopo le opere della ricostruzione nel post-alluvione – osservò durante la cerimonia morbegnese l’assessore regionale Raffaele Cattaneo -. Questa opera, però, da sola non basta». Cattaneo si impegnò in un programma non da poco: terminato il primo stalcio, nel 2011, si vorrebbe far partire il cantiere per l’attraversamento di Morbegno (da concludere entro il 2014), che da solo costa più dei lavori avviati sabato; a partire da febbraio 2012 (da terminare entro il 2015) dovrebbe avviarsi l’opera per la tangenziale di Tirano; infine nel periodo gennaio 2010-maggio 2012 lavori per la tangenzialina di Bormio-Santa Lucia. Le date sono state segnate sul calendario. Il Sole24Ore, di recente, ha definito il cantiere del primo stralcio primo lotto come la prima opera per importanza, impatto e investimenti attualmente in corso in Italia (al secondo posto la tangenziale di Padova). Per il prosieguo dei lavori la difficile congiuntura economica, la crisi e le difficoltà di bilancio non sono elementi da sottovalutare. ENRICA LATTANZI NUOVA URBANISTICA PIAZZA GARIBALDI, IL SUO PARCHEGGIO, MA ANCHE PIAZZA CAMPELLO E CORSO ITALIA Sondrio: le sue piazze cambiano e si trasformano H a preso il via da circa un mese la seconda grande opera del piano integrato di intervento per la riqualificazione delle piazze centrali della città di Sondrio. Dopo l’inaugurazione di piazza Garibaldi e la ripavimentazione di corso Italia, sono cominciati i lavori per la riqualificazione di piazza Campello. Nella mattinata di sabato 17 ottobre, gli assessori Michele Iannotti e Fabio Colombera, avevano incontrato i sondriesi proprio nella piazza antistante il municipio per illustrare i progetti dei lavori cominciati nella settimana successiva. La prima parte del progetto, condivisa dai diversi schieramenti del consiglio comunale e divenuta esecutiva, sarà terminata nei prossimi giorni e ha visto la realizzazione di una piazzetta rialzata, con la posa, avvenuta lo scorso martedì, di un filare di quattro querce sul lato sud della Collegiata, nell’area dove sorgevano l’oratorio e il chiostro della chiesa. La zona è stata pavimentata con la stessa pietra utilizzata in piazza Garibaldi e in corso Italia, mentre all’ombra degli alberi è stata realizzata un’area di sosta con diverse panchine. Il crono-programma indica il 27 novembre come data di conclusione dei lavori: per il momento sembra che tutto proceda secondo le previsioni. L’intervento dovrebbe in ogni caso essere concluso, al più tardi, per la fine del mese di novembre, in modo da non intralciare lo shopping prenatalizio e le manifestazioni di “Sondrio è... inverno”. Il progetto prevede nei prossimi mesi, la trasformazione dell’aiuola davanti al Credito Valtellinese, dove un tempo si trovava la chiesa del Suffragio, in una “stanza urbana all’aperto” con una grande fontana circondata da spazi per sedersi e una nuova alberatura, la realizzazione di uno spazio di sosta all’angolo fra corso Italia e corso XXV Aprile, e la valorizzazione dell’area della fontana accanto alla torre ligariana. L’idea del sagrato con gli alberi è però, finora, l’unica che mette d’accordo maggioranza e opposizione. Dai gruppi di minoranza sono arrivate diverse critiche all’impianto complessivo del progetto: secondo Danilo Sava del Pdl e Andrea Massera di Sondrio Liberale, infatti, il Campello con questo allestimento finirebbe per somigliare troppo a piazza Garibaldi, con un disegno che «trasmette un’idea di freddezza ed è troppo dominato dalla pietra». Secondo i consiglieri di opposizione servirebbero più spazi verdi, ma anche soluzioni capaci di rendere il più possibile accogliente «quello che per i sondriesi deve essere un luogo d’incontro importante». In vista della seconda fase del progetto fa discutere anche l’ipotesi, ormai quasi certa, dell’abbattimento del cedro che si trova davanti alla sede della banca. Il dibattito che, da più parti, ha animato la città nelle ultime settimane, ha quasi fatto perdere di vista gli altri aspetti dell’intervento di riqualificazione della piazza. Secondo gli esperti, il cedro di piazza Campello non è in buone condizioni e, in futuro, la situazione non farà che peggiorare. L’architetto Fabio Della Torre della società Stelline, nella se- duta di ottobre della commissione consigliare per l’urbanistica, ha spiegato ai consiglieri i motivi che hanno portato ad ipotizzare l’eliminazione di quello che per tanti sondriesi è l’albero di Natale della città per antonomasia. «Prima di iniziare l’elaborazione del progetto – ha spiegato il professionista a nome del team dei progettisti – abbiamo richiesto una relazione tecnica ad esperti del settore, come fato anche nel caso del giardino di palazzo Martinengo, per avere gli elementi per valutare la conservazione dell’albero, il taglio, oppure lo spostamento. prosegue nella pagina accanto CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 P A G I N A 29 SONDRIO ANCHE UN BLOG PER IL CEDRO DA ABBATTERE Il dibattito è aperto S i tratta di un Cedrus deodata, una pianta originaria dell’Himalaya che grazie alla sua crescita rapida divenne molto di modo a partire dal primo ottocento per i giardini all’inglese, ed è stato messo dimore nei primi anni sessanta. Il problema è che l’aiuola è formata da uno strato di terreno riportato sopra le fondamenta della chiesa del Suffragio, abbattuta nel 1941, quindi il cedro non ha avuto spazio adeguato per sviluppare l’apparato radicale grande e diffuso in profondità che è tipico di questa varietà. L’albero quindi risulta poco stabile e per giunta sbilanciato perché negli anni scorsi la cima venne tagliata e un ramo ne ha preso il posto, crescendo lateralmente e poi verso l’alto. Inoltre lo stato di salute del cedro non è dei migliori, anche perché l’albero crescendo ha “inglobato” anche pali e cavi che erano posati nell’aiuola e, con l’andare del tempo, lo sviluppo “sfasato” dei due tronchi comprometterà sempre più la stabilità della pianta». Mentre in città è nato anche un comitato di cittadini che chiedono all’Amministrazione di salvare il cedro, è intervenuta nel dibattito anche Legambiente. «Gli alberi sono importanti – ha scritto l’associazione ambientalista in un comunicato –: Legambiente lo ha affermato con forza quando ha detto che non si può rifare un bosco piantando alberi, come nel caso del taglio dell’ontaneto di Cedrasco. Legambiente sa che sistemando opportunamente a verde gli spazi cittadini si può migliorare la qualità ecologica del centro di Sondrio, magari sacrificando il cedro». «L’attaccamento Fotoservizio MF al cedro dimostrato da Sondrio colpisce favorevolmente Legambiente – ha affermato Ruggero Spada di Legambiente Valtellina –, che ha a cuore la qualità ambientale complessiva del nostro capoluogo e del suo verde pubblico. Ma un verdetto ambientalista, forse atteso e in qualche modo richiesto, merita qualche riflessione preliminare. Quel singolo cedro, non è una pianta monumentale e il Comune non ha un regolamento del verde che ne impedisca il taglio. Non ha particolari pregi ecologici e, come molti altri alberi sempreverdi, è utilizzato più del necessario nel verde pubblico». Lo scorso sabato, intanto, il comitato di cittadini, che ha aperto persino un blog (http:// cedrocampello.blogsp ot.com), ha raccolto firme e fondi con un banchetto allestito proprio di fronte all’ormai celebre pianta. Dopo la petizione contro l’abbattimento del cedro, che in poche settimane ha superato quota mille ade- sioni, i promotori hanno deciso di fare un passo avanti per chiedere al Comune di far eseguire una perizia esaustiva sullo stato di salute dell’albero, per avere un ulteriore parere rispetto a quello espresso dalla relazione stilata a suo tempo dalla naturalista Maria Grazia Ciccardi. Per coprire i costi della perizia il comitato ha chiesto aiuto alla popolazione e sembra che numerosi sondriesi abbiano risposto all’appello: «abbiamo già raccolto moltissime firme – spiegavano sabato pomeriggio dal comitato – e la raccolta fondi procede a gonfie vele: molti sono passati in piazza Campello proprio per dare il loro contributo, ed è una soddisfazione vedere che i cittadini sostengono questa iniziativa con convinzione. Non abbiamo ancora perso le speranze di poter salvare il cedro, e ci auguriamo che il Comune accolga la richiesta della perizia autofinanziata, perché questo consentirebbe di fare chiarezza sulla situazione partendo da dati scientifici dettagliati». In questi giorni l’iniziativa del comitato sta proseguendo con la raccolta di ulteriori adesioni e contributi nei negozi della zona che finora hanno sostenuto la petizione. Le firme verranno poi consegnate a palazzo Pretorio, a corredo della richiesta, indi- rizzata al sindaco Alcide Molteni, di commissionare una perizia dettagliata ad un dottore forestale specializzato. Non rimane ora che attendere il finale di questa storia che coinvolge e appassiona l’opinione pubblica e i media. Su internet sono diversi gli interventi contrari o favorevoli all’abbattimento del cedro: i toni usati dagli interlocutori cominciano a diventare forse esagerati… si tratta pur sempre di una pianta! È vero che per molti sondriesi il cedro è un simbolo del Natale e di vecchi ricordi, ma forse potrebbero esserci altre priorità e attenzioni in vista della celebrazione della nascita del Signore. Prima che per una pianta, petizioni e raccolte di fondi si potrebbero fare per quelle persone – e non sono poche in città – che vivranno un Natale povero e carico di difficoltà ben più gravi di quelle del cedro. a cura di ALBERTO GIANOLI PROSEGUE ANCHE IL CANTIERE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AUTORIMESSE INTERRATE DI PIAZZA GARIBALDI Proseguono anche i lavori per la realizzazione dell’autorimessa interrata di piazza Garibaldi. La data ufficiale dell’apertura non è ancora stata fissata, ma il Comune assicura che il nuovo autosilo aprirà prima delle festività natalizie. Rimarrà aperto 24 ore su 24 e regolato da un sistema postpay con tariffe differenziate per il giorno e le ore serali e notturne. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato la delibera con cui vengono indicate al gestore dell’autosilo, che per il primo anno sarà la società costruttrice Sondrio Città Centro, modalità di pagamento, tariffe e orari del parcheggio del centro città. Dalle ore 7.00 alle ore 20.00 la sosta nei 223 posti pubblici realizzati sotto la piazza costerà un euro all’ora, «con applicazione della tariffa – precisa la delibera di giunta – per frazioni di mezz’ora», e la possibilità di sosta gratuita per i primi 15 minuti, in modo da agevolare la ricerca del posto ed eventualmente le soste brevi per chi deve fare commissioni rapide negli uffici del centro città. Lasciare l’auto nel posteggio sotterraneo per tutto il giorno, invece, costerà 8 euro per il periodo dalle ore 7.00 alle ore 20.00. Dalle ore 20.00 a mezzanotte, con prolungamento fino alla una in caso di manifestazioni varie, sarà invece in vigore la tariffa serale, che prevede un costo di 50 centesimi all’ora. Il periodo da mezzanotte fino alle ore 7.00 rientra invece nella fascia oraria notturna, per la quale verrà applicata ancora la tariffa di 50 centesimi ogni 60 minuti. I due piani di autorimesse sono ormai prossimi al completamento: la pavimentazione è completata, assieme ai sistemi di sicurezza e antincendio. Le diverse zone adibite a parcheggio sono servite da numerosi pulsanti di sicurezza, oltre che da un modernissimo sistema antincendio di tipo sprinkler, ovvero per l’estinzione a pioggia e attivabile anche solo nella zona interessata dalle fiamme. L’illuminazione, regolata da sensori di movimento, è completata e composta da lampade, all’apparenza comuni neon, caratterizzate dalla nuova tecnologia per il risparmio energetico. Perché i due piani dell’autorimessa siano fruibili, manca ancora, oltre al sistema di sicurezza con 27 telecamere, la segnaletica verticale e quella orizzontale che indichi i sensi di marcia e demarchi gli oltre 200 stalli per la sosta pubblica. Nelle zone delle quasi 90 autorimesse private, collocate sui due livelli in corrispondenza circa di Bar Sport e palazzo Martinengo, manca ancora la posa di alcune saracinesche. Non sono poi ancora state posate le griglie sui condotti di aerazione naturale e in prossimità delle condotte che, attraverso un moderno sistema di aerazione, permetteranno di espellere le quantità di anidride carbonica in eccesso da un comignolo, visibile nel giardino verso il lungo Mallero, che verrà presto ricoperto di edere. L’interno delle autorimesse, già visibile in quello che sarà lo stato dell’arte definitivo, appare molto luminoso e pulito: tutti i sottoservizi, a differenza di altri parcheggi, non sono a vista. Saranno invece visibili il solo sistema antincendio e le luci. Gli accessi pedonali sono ormai completi: a quello che si trova tra l’Albergo della Posta e l’edificio della Banca d’Italia manca la pavimentazione delle scale, così pure a quello che si trova nel corpo avanzato di palazzo Lambertenghi. In quest’ultima zona sono già stati collocati anche gli ascensori, mentre saranno collocate nei prossimi giorni, all’interno di due atri, le casse per il pagamento dei ticket. A.GIA. P A G I N A 30 CRONACA SondrioAmbiente IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 SONDRIO PROSEGUE FINO AL 2 DICEMBRE LA MOSTRA DEL PIO XII SEMINARIO DI EUROMONTANA SU A MOUNTAIN OF ENERGY: IL RUOLO DELLE AREE MONTANE NELL’UNIONE EUROPEA La provincia di Sondrio, per due giorni, è stata la capitale europea della montagna in generale e dell’energia di montagna in particolare. Il 19 novembre palazzo Muzio a Sondrio, il 20 l’auditorium comunale di Chiuro, hanno ospitato il convegno internazionale “Una montagna piena di energia”, organizzato dall’associazione Euromontana, realtà che riunisce 72 associazioni di 18 paesi europei e opera con l’obiettivo di promuovere la montagna, favorirne lo sviluppo sostenibile, migliorare la qualità di vita delle popolazioni che abitano le cosiddette terre alte. Alla due giorni di convegni hanno preso parte eurodeputati, funzionari ed esperti del settore, per concentrarsi su un tema cruciale quale quello dell’energia. Si è parlato dello stato attuale della situazione, delle fonti pulite, di quelle rinnovabili, delle novità del settore e dell’importanza dei processi di riciclo. In occasione del convegno, inoltre, è stato presentato il position paper, un vero e proprio documento d’intenti che definisce le possibili linee strategiche per il progetto Asse di finanziamento per l’energia di montagna. Destinataria: l’Europa del dopo trattato di Lisbona. Il documento, che andrà a incidere sul bilancio 2011 dell’Unione Europea, comincerà a essere discusso nella prossima primavera. Tre i punti cardine del paper: autosufficienza energetica, diversificazione delle fonti di reddito e sfruttamento attivo dell’acqua e del legno. Il testo è stato ufficialmente ratificato dai membri di Euromontana proprio durante il forum valtellinese. «La montagna – è questo il contenuto del documento – non vuole arrendersi alle proprie criticità, ma mettere in evidenza le proprie potenzialità, che rappresentano un valore aggiunto per l’Europa». A organizzare il convegno, insieme a Euromontana (e con il sostegno di Regione Lombardia e Provincia di Sondrio) l’istituto di ricerca per l’economia nelle aree alpine Irealp, che, oltre alla sede di Chiuro, ha una propria rappresentanza a Bruxelles. Il presidente Irealp Fabrizio Ferrari ha sottolineato come «l’occasione del forum è stata importante per mantenere desta l’attenzione sulle regioni montane, che necessitano di interventi e finanziamenti ad hoc, che ne sostengano e favoriscano lo sviluppo. Sono interventi “integrati e trasversali” – conclude Ferrari – che renderebbero l’Europa più vicina a i cittadini e, soprattutto, permetterebbero di realizzare la sussidiarietà, valore fondamentale su cui si basa l’esistenza dell’Unione». Il presidente di Euromontana, André Marcon ha infine messo in evidenza come l’appuntamento valtellinese abbia rappresentato un momento di sintesi su un percorso di riflessione su questi temi condiviso da molti Paesi e che ora ha come obiettivo sia il sollecitare una riflessione la più ampia possibile in ambito europeo, sia il fornire strumenti incisivi e vincenti alle realtà montane. PROGETTO «CENTO TETTI» PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE Le energie rinnovabili rappresentano uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile anche per il territorio della provincia di Sondrio, già all’avanguardia per la tradizionale presenza di impianti idroelettrici. Sole e vento consentono di arricchire questo patrimonio naturale di immenso valore. Il 2010 rappresenterà un anno importante per il settore fotovoltaico in Italia (con ogni probabilità nel corso di quest’anno si esauriranno gli incentivi statali) ed anche la nostra provincia può e deve farsi trovare pronta. Per questo l’associazione VentiVenti, con il progetto 100 Tetti, si ripropone di operare un cambiamento culturale promuovendo la conoscenza dei vantaggi delle fonti rinnovabili di energia. Quali le strategie da seguire secondo l’associazione? Innanzitutto stimolare la domanda: i cittadini possono produrre in modo autonomo la propria energia elettrica ricavandone anche dei vantaggi economici. In secondo luogo migliorare l’offerta: offrendo occasioni di formazione e confronto al settore del fotovoltaico. Il progetto 100 Tetti è ideato e gestito dall’associazione VentiVenti con il supporto di Società di Sviluppo Locale, Politec e The Natural Step nell’ambito del progetto V2015, cofinanziato da Fondazione Cariplo. Si rivolge prima di tutto ai cittadini, ma anche a comuni e imprese e conta sull’adesione di: Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura Sondrio; Confartigianato Imprese Sondrio; Confindustria Sondrio; Unione commercio, turismo e servizi di Sondrio; Banca Popolare di Sondrio; Banca Popolare Etica e Credito Valtellinese. 100 Tetti offre un percorso assistito che porti all’installazione di impianti di piccole dimensioni garantendo: una campagna informativa per aiutare i cittadini ad effettuare una scelta consapevole; incontri di approfondimento e formazione per gli installatori (riguardanti aspetti tecnici, commerciali, ambientali, normativi, ecc.); soluzioni finanziarie ad hoc; il coinvolgimento diretto delle amministrazioni pubbliche; un gruppo di acquisto per i pannelli; l’installazione e la messa in opera. Info: www.centotetti.it; [email protected]; [email protected]. a cura di ENRICA LATTANZI Ecologia, fede, natura F ino al 2 dicembre sarà esposta a Sondrio nella sala Ligari del palazzo della Provincia la mostra Atmosphera: realtà e miti dei cambiamenti climatici, una tra i maggiori catalizzatori di interesse dell’edizione 2008 del Meeting di Rimini. È la quarta mostra scientifica ad essere allestita a Sondrio (negli anni scorsi ce n’erano state altre tre, rispettivamente su Einstein, la Via Lattea, la Luce) dall’Istituto Pio XII. Va sottolineato che la presentazione al pubblico è affidata agli studenti, i quali, per prepararsi adeguatamente come guide, si sono dedicati insieme ai loro professori a un lavoro di ricerca, di riflessione e di studio, che ha richiesto anche parecchie ore extra scolastiche. Qui di seguito proponiamo alcuni spunti riprendendoli dalla relazione del redattore del catalogo, Mario Gargantini, intervenuto per la presentazione di apertura della mostra a Sondrio. Egli ha anzitutto indirizzato l’attenzione su ciò che è immediatamente evidente anche dal titolo: i cambiamenti climatici ci sono, sono sotto gli occhi di tutti ed è impossibile non accorgersene, ma da qui a lanciare annunci catastrofici come spesso avviene da parte dei mezzi di comunicazione di massa, ce ne corre. Per mostrare che ragionevolmente le cose stanno in modo differente, Gargantini ha ricordato che, ben prima che sulla terra vi fosse un qualche influsso antropico, il clima sul pianeta Terra aveva già avuto sensibili variazioni, passando da periodi di gelo (le glaciazioni) ad altri in cui il riscaldamento terrestre è stato talvolta addirittura ben superiore a quello che stiamo riscontrando in questi anni. Dunque, quanta parte va attribuita a cause naturali e quanta invece all’azione dell’uomo? Per non cadere in risposte semplicistiche e/o preconcette ecco che la mostra si preoccupa di presentare tutti gli eventi, i fatti certi e le ipotesi senza la pretesa di fornire conclusioni definitive sulle questioni aperte, scegliendo invece di porre saggiamente l’accento sulla delicatezza degli equilibri e dei fenomeni naturali e, quindi, sulla grave responsabilità affidata all’uomo. Il visitatore che entra nel- la mostra ha anzitutto l’opportunità di riflettere sulle numerose civiltà antiche (Accadi, Maya, Vichinghi, Moshe, Anasazi) distrutte o duramente provate dalle “bizze del clima”. Poi gli viene spiegato i vari modi che consentono di ricostruire una storia del clima, come la “biblioteca” climatica della Terra che conserva tanti indicatori: i sedimenti e le rocce dei fondali marini, da cui risulta l’alternanza tra fasi più fredde (icehouse), durante le quali si formavano le calotte glaciali polari, e fasi più calde (greenhouse) con l’assenza di calotte glaciali, ma con un intenso effetto serra e l’innalzamento del livello dei mari. La storia può venire anche dai tronchi (la dendrocronologia) e dalla vegetazione (la fitogeografia). Ad es., il ritrovamento in Valcamonica a 2450 metri di altitudine di un tronco di pino cembro risalente a 7000 anni fa in un laghetto di origine glaciale, è un indicatore che dimostra che a quell’epoca il clima era più caldo dell’attuale, dove gli alberi riescono a vegetare al massimo fino a 2100-2300 metri. A determinare il clima e le sue variazioni non è solo l’effetto serra, ma una serie di fattori, tra cui particolare importanza rivestono “gli eventi geodinamici che hanno modificato la distribuzione degli oceani e dei continenti”. Da qui la conclusione che “Lo studio dei sedimenti, del loro contenuto fossilifero, delle loro proprietà fisico chimiche permette di ricavare le informazioni ambientali, biologiche e climatiche del periodo in cui si sono formati”. «Dun- que, dall’insieme di questi e di vari altri elementi - ha concluso Gargantini - si può cominciare a farsi un’idea di come sono andate le cose e che la complessità dei fenomeni è tale da implicare il ricorso a tante scienze e discipline per studiarli». Lasciando al lettore interessato di approfondire di persona l’intero percorso della mostra, in questo articolo vogliamo piuttosto richiamare l’attenzione del lettore sulla positività del punto di vista di quanti hanno collaborato alla sua realizzazione, perché non hanno cercato la notizia ad effetto, bensì di mostrare i probabili (non certi) scenari, suggerendo di fronte al cambiamento climatico di adottare non le strategie della mitigazione, che come il protocollo di Kioto - puntano alla riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas ad effetto serra, tentativi che - ormai è evidente - sono poco efficaci e gravosi per l’economia e lo sviluppo (“l’immissione di CO2 nell’atmosfera dovuta all’uso di combustibili fossili è pressoché costante e vale solo il 3-4%, mentre la sua concentrazione dipende molto più da immissioni naturali, in particolare El Niño incide fortemente”), quanto piuttosto la strategia dell’adattamento, che identifica gli effetti del cambiamento climatico (cicloni, tifoni, tornado, innalzamento del livello del mare, carenza di risorse idriche, ecc.), studia interventi di adattamento e protezione e ne realizza su problemi in gran parte già esistenti. A questo punto, quali possono essere gli atteggiamenti da assumere davanti ai nuovi scenari prodotti dai cambiamenti climatici? A questa domanda nel catalogo della mostra si risponde che “I termini adeguati della questione che ci troviamo ad affrontare non sono forse colpa e precauzione, ma responsabilità, prudenza e temperanza. Abbiamo ricevuto in eredità il pianeta sul quale viviamo, l’humana dimora, e ci legano ad esso vincoli di sopravvivenza ma anche di stupore, ammirazione e, per molti di noi, di gratitudine. Ciò suggerisce anzitutto che una più profonda conoscenza del problema sarà necessaria per intraprendere azioni adeguate, con la certezza che usare le risorse con una maggiore prudenza e temperanza non ci renderà meno liberi”. E, ancora, a proposito di temperanza, non posso non riprendere alcuni passaggi della riflessione su questo tema del filosofo francese Henri Hude. Parlando di Prospettive di un’ecologia familiare che onori la virtù della temperanza, egli arriva a concludere prima di tutto che la lussuria sfocia nello smembramento della famiglia e che “La temperanza, opposta alla lussuria, ha quindi come effetto politico proprio la protezione della vita familiare. Di conseguenza, l’ecologia o sarà familiare o sarà totalitaria, e un possibile ritorno ad una vita più semplice o sarà familiare, o sarà tirannico. Sarà familiare soltanto se ritroveremo la virtù della temperanza”. In secondo luogo, Hude osserva che una “politica ecologica senza rispetto per la vita è molto probabilmente una menzogna e, non possedendo alcuna coerenza, non può arrivare a nulla. L’istinto di sopravvivenza senza rispetto per la vita rischia di sfociare in un totalitarismo omicida per paura”, per poi incalzare: “Ecologia umana, ecologia dello spirito: che cosa pensare dell’assenza di queste due dimensioni nelle problematiche correnti dell’ecologia? L’anima troppo carnale è completamente immersa nel mondo che la circonda e non ha altro raccoglimento che quello che conduce ad adorare la Natura prima di superarla nel vuoto e nel non pensiero. In questa vacuità non dimora più nulla… Nei paesi occidentali sviluppati… L’ecologia si disegna sempre più come antiumanesimo e politica della carne, come cultura della volontà e della morte. Al contrario, l’ecologia teista parte dal concetto di cosmo come Oikos Koinós (Dimora Comune). Si tratta di contemplare e servire la famiglia umana nella sua casa, nel suo giardino, dove il Padre passeggia nella frescura della sera”. Hude conclude la riflessione osservando che l’ecologia attuale “ci appare chiusa in una contraddizione fra il suo spirito di sensualità e le sue intenzioni politiche”. ma in un mondo dove “lo spirito illuminista ha abbandonato il dovere kantiano a favore dell’edonismo e del relativismo etico, la democrazia illuminata non si struttura più intorno alla libertà che eleva, ma intorno a quella che degrada”, l’unica alternativa sarà il ricorso alla tirannia politica che “tuttavia in simili condizioni, non potrà avere successo. (Quindi) l’ecologia sarà familiare ed evangelica, o non esisterà affatto”. C’è da auspicare che l’ennesima conferenza sul clima, che si terrà a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre, pochi giorni dopo la chiusura della mostra, sappia affrontare i problemi con la stessa volontà di cogliere il nocciolo della questione e con uno sguardo altrettanto attento a tutto l’umano. a cura di PIERANGELO MELGARA CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 SONDRIO DOMENICA SCORSA ALL’ORATORIO DEL SACRO CUORE Le famiglie in «festa» A bitare la parrocchia – sentirsi a casa è stato il tema scelto per la sedicesima edizione della Festa della Famiglia che si è svolta domenica, nella solennità di Cristo Re dell’Universo, ultima domenica dell’anno liturgico. Circa 550 persone si sono ritrovate al centro pastorale Sacro Cuore di Sondrio per prendere partecipare all’annuale appuntamento organizzato dalla Commissione Famiglia della parrocchia dei santi Gervasio e Protasio, che ha promosso la giornata assieme all’altra parrocchia sondriese della Beata Vergine del Rosario. Il primo appuntamento è stato la celebrazione della Messa, presieduta dall’arciprete, monsignor Valerio Modenesi, alle 10.30. Nell’omelia, il sacerdote ha voluto illustrare il nesso tra la solennità di Cristo Re e la festa della famiglia. «Il Regno di Dio dov’è? Di fronte ad un’apparente assenza – ha spiegato monsignor Modenesi –, bisogna ricercarlo nelle coppie che vivono la fedeltà al matrimonio e si scambiano l’amore che viene da Dio, attraverso gesti invisibili ma concreti». La prima parte della celebrazione è stata vissuta in due luoghi separati da adulti e bambini. I più grandi, come sempre, erano in chiesa, mentre i più piccoli si sono ritrovati nella cappella feriale, guidati dal salesiano don Stefano D’Aprile e da alcuni catechisti, per celebrare una liturgia della Parola adatta a loro. Al momento della professione di fede poi, anche i bambini hanno raggiunto il resto dell’assemblea in chiesa per proseguire come di consueto la Messa, durante la quale sono state ricordate due coppie che hanno raggiunto il traguardo dei cinquant’anni di matrimonio. A chi, invece, ha appena avviato la vita matrimoniale è stato dedicato un apposito momento prima del pranzo: l’arciprete ha incontrato le coppie di fidanzati o di giovani sposi che hanno compiuto il percorso in preparazione al matrimonio cristiano, per invitarli a proseguire con nuovi incontri rivolti alle giovani coppie. La festa di domenica è stata pure l’occasione per consegnare alle fa- miglie sondriesi il vademecum “A servizio della famiglia”, preparato dalla parrocchia dei santi Gervasio e Protasio. Un pieghevole che illustra le diverse proposte che la pastorale famigliare parrocchiale rivolge alle famiglie: corsi per fidanzati, percorsi per giovani coppie su tematiche legate alla famiglia, esperienza di formazione e condivisione col Gruppo Famiglia, incontri per coppie sulla realtà, il mistero e la profezia del sacramento del matrimonio alla luce della Parola di Dio. Il sussidio fornisce, inoltre, informazioni per le famiglie che desiderano chiedere il Battesimo per i propri figli, ma anche per le persone separate e divorziate che volessero cogliere la possibilità di riprendere un cammino spirituale. A MILANO L’ESPERIENZA DELLO SPAZIO TEMPO ZERO DI SONDRIO, PER PREVENIRE IL DISAGIO MENTALE GIOVANILE Da Sondrio a Milano: il lavoro del Centro Psico-Sociale dell’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valtechiavenna alla Triennale di Milano. È stata inaugurata lo scorso 19 novembre, a Milano, “La città fragile”. Si tratta di una mostra curata dallo psicologo valtellinese di natali e milanese d’adozione Aldo Bonomi, che dopo aver firmato appuntamenti come La città infinita (2003), La rappresentazione della pena (2006), La vita nuda (2008), torna con questo nuovo e suggestivo spazio. Una serie di opere che mostrano al visitatore le conseguenze dei processi di modernizzazione e globalizzazione. Processi che sembrano aver sgretolato i riferimenti familiari e comunitari, veicolatori di valori da una generazione all’altra. Il risultato è l’incomunicabilità tra i diversi spazi della nuova metropoli, dalla quale emerge “La città fragile”. Attraverso documenti fotografici, video, illustrazioni, mappe, dati statistici emblematici, Bonomi fornisce il quadro dipinto dai cambiamenti derivanti dai processi di evoluzione, tipici della società moderna. A fare da cappello all’atteso appuntamento una tavola rotonda sul tema dell’intervento precoce sugli esordi psicotici. Una problematica attuale e sulla quale l’azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna da tempo svolge un ruolo attivo attraverso il progetto “Tempo Zero”. Un percorso importante che vede coinvolta la sanità della Valtellina e della Valchiavenna attraverso l’attento e quotidiano impegno di professionisti, medici ed educatori. Un progetto che si realizza soprattutto attraverso l’ascolto nei diversi punti predisposti dai promotori di Tempo zero. Una punta di diamante che ha richiamato dal capoluogo milanese educatori ed esperti. Fra questi, Federico Galvan, educatore professionale, che ha esposto il percorso intrapreso con “Tempo Zero”. Il disagio e la sofferenza psicologica sono esperienza di tutti. Ansia, depressione, irritabilità, sbalzi d’umore, disturbi del sonno e dell’appetito, difficoltà di concentrazione, problemi nello studio o nel lavoro, possono essere risolti in modo efficace grazie ad un supporto mirato ed individualizzato basato sui bisogni e sugli obiettivi dei ragazzi. Da queste osservazioni è nato il servizio “Tempo Zero” è accessibile presso l’Informagiovani del Comune di Sondrio, in via Perego 1, il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 19.00. Il Team multiprofessionale offre: valutazioni e consulenze personalizzate anche a domicilio; consulenze a famiglie, associazioni e cittadini; supporto individualizzato. Per ulteriori informazioni è possibile telefonare o inviare un sms ai numeri telefonici 366-6687739; oppure 366-6687740; oppure 366-6687741. Federico, Pucci, Fabiola, Natalia, Marco, Daniela, Simona, Tiziana, Chiara, Francesca e Rossana saranno a disposizione per dare immediatamente ascolto e attenzione. Il pieghevole dedica molto spazio, inoltre, alla proposta delle cellule di evangelizzazione, gruppi formati da credenti che desiderano vivere il vangelo ed evangelizzare nel proprio ambiente ordinario. Nate a Milano poco più di venti anni fa, nel 1988, per iniziativa di don Gigi Perini, le cellule parrocchiali di evangelizzazioni si sono diffuse dapprima in Europa e poi in tutto il mondo, sino ad ottenere, lo scorso mese di marzo, il riconoscimento del Pontificio Consiglio per i Laici. «Le cellule di evangelizzazione – si legge sono dei piccoli gruppi, formati da credenti che desiderano vivere il vangelo ed evangelizzare nel proprio contesto di vita quotidiano: amici, parenti, colleghi, vicini di casa. La cellula ti aiuta a crescere nelle quattro dimensioni fondamentali della vita cristiana: la preghiera, la formazione, la fraternità e l’evangelizzazione. Esse sono un modo per restare in ascolto del Signore e attenti ad evangelizzare, oggi, nel proprio ambiente. Al momento in Parrocchia vi sono tre gruppi di adulti che si trovano nella casa di una famiglia ospite, per l’incontro settimanale di un’ora. Si invoca lo Spirito Santo, si condivide quanto il Signore ha fatto per noi e noi per Lui in settimana, si ascolta il vangelo della domenica e si condivide quanto il Signore ci ispira, si prega per i fratelli che desideriamo accompagnare quotidianamente». Altro impegno segnalato alle famiglie è quello rivolto ai genitori dei bambini che frequentano la catechesi. «Riteniamo di fondamentale importanza – scrivono i sacerdoti della Collegiata – che i ragazzi possano sperimentare nella vita di famiglia la coerenza del messaggio che viene annunciato nella catechesi. Per questo è importante che i genitori trovino un’altra occasione per riscoprire la pro- P A G I N A 31 UNA CENA PER RICORDARE PADRE GIOVANNI ABBIATI Venerdì 27 novembre, a Sondrio, presso l’oratorio del Sacro Cuore, alle ore 19.30, si terrà una cena di solidarietà in memoria del missionario saveriano padre Giovanni Abbiati scomparso di recente in un incidente stradale in Bangladesh. I fondi raccolti durante la serata serviranno a sostenere il progetto “Terra”, che prevede il sostegno economico a 300 famiglie bengalesi per acquistare il terreno dove costruire la propria casa. Info: 0342-567310. GLI APPUNTAMENTI DI UNITRE A SONDRIO E A TIRANO L’ultima lezione del mese di novembre, a Sondrio, vedrà lunedì 30, Alessandra Berlanda, esperta di Storia dell’arte, ospite di Unitre di Sondrio per sviluppare il tema de La suggestione dell’arte primitiva e arcaica nella pittura e nella scultura del primo Novecento col sussidio di proiezioni in power-point. Gli appuntamenti del mese di dicembre si aprono mercoledì 2 con Steve Marsland, direttore del British Language Centre di Sondrio, che con proiezioni in power-point presenterà le avventure di viaggio Da Sidney a Hobert in barca a vela: la più temuta attraversata oceanica; venerdì 4, Franco Rama, chimico e vicedirettore dell’Osservatorio astronomico di Legnano, anch’egli con immagini in powerpoint, tratterà de Il pensiero astronomico nei secoli: dai Greci a Galileo; lunedì 7, Benedetto Della Vedova, parlamentare europeo ed esperto di economia, terrà una conferenza aperta al pubblico sul tema Economia di mercato: tramonto o ripartenza?. Gli incontri si terranno presso la rinnovata sede di Unitre in via C. Battisti 29 a partire dalle ore 15.30. In questa stessa settimana l’unitre di Tirano propone martedì 1 dicembre l’incontro con Donato Valenti, medico responsabile della terapia del dolore presso l’AOVV, che tratterà di un argomento al centro della discussione politica, La vita e la morte. Problemi bioetici; venerdì 4, Martino Parisi curerà il tecno-caffè proponendo ricerche in internet su argomenti a richiesta dei soci. Entrambi gli incontri si tengono presso la sala del Credito Valtellinese in piazza Marinoni a partire dalle ore 15.00. FOTOGRAFIE E MUSICA A SOSTEGNO DI SAO MATEUS L’associazione A dança da Vida per il gemellaggio solidale tra Sondrio e São Mateus, in collaborazione con l’amministrazione comunale del capoluogo, ha realizzato, anche quest’anno, un calendario solidale sul Brasile, con fotografie di Franco Garlaschelli dedicate ai lavori svolti dalla gente povera del Paese sudame-ricano (taglio della canna da zucchero, pesca, raccolta della frutta…). Il ricavato servirà a sostenere i progetti di sviluppo e promozione sociale in Brasile. In calendario, poi, c’è anche un evento di musica latinoamericana, in programma giovedì 3 dicembre alle ore 21.00 presso l’Auditorium Torelli di Sondrio con la cantante Nadia Braito ed il chitarrista Giuseppe Grillo Della Berta. CON L’ASSOCIAZIONE CREA, A MORBEGNO, RIFLESSIONE SUI DISORDINI ALIMENTARI La neonata associazione Crea, che si occupa dei problemi correlati ai disordini alimentari, promuove una conferenza a ingresso libero, aperta a tutti dal titolo Il corpo racconta... Il dolore, il malessere fisico, la mancata espressione delle nostre emozioni, ci limitano nel condurre la vita che desideriamo. Abitudini, malesseri e stati d’animo si esprimono fisicamente nei nostri corpi. Nello stesso modo in cui li abbiamo imparati possiamo disimpararli e riuscire a fermarli. Per farlo è necessario scoprire come si manifestano e come noi li creiamo. L’incontro si terrà venerdì 4 dicembre, alle ore 20.30, presso la sede dell’associazione Crea, a Morbegno, in via Carlo Cotta. Interverrà Sergio De Petri. Info: Elisabetta Ventura, 346 -0646602. pria fede partecipando alla celebrazione eucaristica con i loro figli, ad alcuni incontri di formazione o incontrando anche individualmente i catechisti. In attesa del pranzo, tutti gli altri presenti sono stati intrattenuti dallo spettacolo proposto dalle giovani sbandieratrici dell’oratorio di san Rocco. Quindi, alle ore 12.30, è stato il momento di gustare i pizzoccheri preparati dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio che, assieme ai volontari e agli animatori dei quattro oratori cittadini, ha offerto un impeccabile servizio ai numerosi commensali. La festa è proseguita nel pomeriggio, nuovamen- te con la collaborazione dei giovani animatori degli oratori, che hanno proposto una tombolata per gli adulti e, con la partecipazione degli educatori dell’Azione Cattolica Ragazzi, giochi all’aperto per i più piccoli. Con la merenda si è conclusa l’intensa giornata che «è andata davvero bene rispetto alle aspettative – hanno commentato gli organizzatori. Molto importante è stato il coinvolgimento dei ragazzi dei diversi oratori e delle coppie di fidanzati che hanno concluso il loro percorso e hanno potuto sperimentare l’accoglienza della comunità parrocchiale». ALBERTO GIANOLI CRONACA P A G I N A 32 Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 CHIAVENNA LA CONFERENZA CULTURALE PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE “LA TORRE” Una serata dedicata alla Sindone L a Sindone al 95% risalirebbe al 12601390. Questo è il risultato dell’esame del Carbonio 14, a cui un frammento di tessuto di sette centimetri per uno è stato sottoposto una ventina di anni fa. Da qui è partito il prof. Giorgio Luraschi, ordinario di diritto romano e istituzioni all’Università Insubria, sede di Como, e noto storico dell’età romana, come lo ha presentato l’amico e collega Guido Scaramellini alla conferenza organizzata dal circolo culturale “La torre” nella serata dello scorso 20 novembre al Credito Valtellinese di Chiavenna. Davanti a un pubblico che assiepava letteralmente la sala, con molte persone in piedi, il relatore ha esposto una serie di argomenti che rendono assai dubbie le conclusioni a cui sono pervenuti gli esperti dei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, su autorizzazione del card. Ballestrero. Qui ci si limita a riferirne alcuni. Il frammento fu prelevato in un angolo del tessuto, proprio dove - come documentano le fotografie delle varie ostensioni - ripetutamente chi ne ha fatto il trasporto ha posato le proprie dita, prendendone i lembi estremi, com’è naturale. Il che non è un particolare di poco conto, e per capire questo bisogna ricordare la procedura del Carbonio 14. Con la morte dell’organismo esso decade secondo tempi regolari, trasformandosi in azoto; misurando il C14 superstite, si scopre il grado di decadimento e quindi la data del reperto. Successive contaminazioni alterano la quantità del C14 e possono, anche di molto, ringiovanire o invecchiare il reperto stesso. E di contaminazioni la Sindone ne ha subite tante, anche lo stesso giorno del prelievo per l’ultima analisi, quando - come mostrano le fotografie e i servizi televisivi - chi tagliò il reperto lo fece a mani nude, mentre tra gli astanti qualcuno posava i gomiti sul telo stesso. Per non parlare del centinaio e più di ostensioni che espo- TEATRO PER LA SALUTE MENTALE L’associazione pro salute mentale La Navicella ha presentato a Chiavenna, insieme a diverse realtà della Valle tra cui la cooperativa Nisida, la Fondazione Cariplo e il Centro Servizi Volontariato L.A.Vo.P.S., il progetto Avviene… talvolta, titolo che cela una poesia di Alda Merini e “filo rosso” che accompagna e lega lo snodarsi di un percorso comunitario verso il superamento dei pregiudizi nei confronti del disagio psichico. Momenti diversi da condividere nei luoghi della comunità, esperienze creative che “mettono in scena” con il linguaggio del teatro la nostra capacità di costruire cammini di accoglienza nel tessuto sociale, contro le resistenze che escludono, la paura che ignora e il silenzio che scivola nell’indifferenza. “Avviene…Talvolta” ha esordito con lo spettacolo di Teatro Forum Roba da matti, lo scorso 20 novembre. Nel corso della serata, è stato presentato il laboratorio di playback theatre Psipiti - Quasi una parola magica, che avrà inizio lunedì 30 novembre, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, per dieci incontri. Gli eventi avranno luogo nell’ ex convento Cappuccini di Chiavenna e la partecipazione è gratuita. Il laboratorio di playback theatre condurrà il gruppo a farsi “compagnia” che, nei luoghi della comunità, ne racconti le storie e le metta in scena? È ciò che si scoprirà in altri momenti del percorso che continuerà a snodarsi nei successivi incontri in calendario (dopo quello del 30 novembre) il: 7, 14, 21 dicembre; 11, 18, 25 gennaio; 1, 15, 22 febbraio, per avere una conclusione brillante e festosa in una Rotonda Rete, aperta a tutta la cittadinanza. «Dentro un percorso così – spiegano gli organizzatori – (ci permettiamo la confidenza) Alda Merini sarebbe stata “dei nostri”». Questo progetto scaturisce da esperienze di playback theatre effettuate dal 2005, promosse da La Navicella, che hanno tenuto vivo nel tempo interesse e motivazione grazie a un piccolo gruppo che, ora, tramite Avviene…Talvolta ha “fatto rete” intorno al desiderio di “coesione sociale”, come recita il bando che ha permesso di realizzare questa iniziativa, frutto della collaborazione tra i Centri Servizi Volontariato della Lombardia, il Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato in Lombardia e la Fondazione Cariplo. Per ulteriori informazioni e iscrizioni: Elena, telefono 338-2719459; Giuliana, telefono 338-4809961. sero la Sindone al fumo delle candele, alla fuliggine, alle gocce di cera, a spore, acari, trovati in abbondanza; per non parlare della bollitura in olio e successivo lavaggio con lisciva nel 1503 o dell’incendio del 1532 a Chambery, che lasciò tracce in 16 punti e dei secchi d’acqua gettati per sottrarla alle fiamme. La polemica - ha precisato il relatore davanti a un pubblico straordinariamente attento - è diretta non contro quella scienza che pretende di essere o di chiamarsi esatta, ma contro la presunzione di chi la professa senza attenersi a procedure corrette. Basti dire che nel 1982 un test eseguito dall’università di California su un filo sindonico fu datato da una parte al 200 dopo Cristo, dall’altra al 1000 dopo Cristo, proprio per le contaminazioni che falsano il risultato del C14. Inconfutabile è che la figura di Cristo, com’è desumibile dalla Sindone, compare già nelle monete di Giustiniano del VII secolo, ben prima quindi del XIII-XIV secolo, datazione proposta dall’ultima analisi. Importanti furono nel 1898 le fotografie della Sindone, eseguite in occasione delle nozze di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, presso i quali il telo era custodito: il negativo fotografico restituì il positivo dell’immagine, che quindi risultava impressa al negativo sul len- CHIAVENNA SIGNIFICATIVA LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI Con Bertacchi: «uno e due!» LA NUOVA FRONTIERA DELLA PROMOZIONE ADESSO HA IL NOME DI “GEOTURISMO” Geoturismo. È questa la parola magica, la nuova frontiera del turismo a Novate Mezzola. La zona dell’arco alpino compresa tra la Val Codera e la Val Masino non sarà l’americano Bryce Canyon o la Cappadocia turca, ma è sicuramente piena di fenomeni riguardanti la terra in grado di appassionare un numero crescente di turisti orientati verso questo segmento del mercato. Basta dare un’occhiata alla rete Internet, dove si sta assistendo ad un proliferare di siti ad hoc, per rendersi conto che anche in Italia l’interesse per il geoturismo sta crescendo in modo rilevante. Per questo è nato il progetto Interreg “Un passo nel Geoturismo alpino” inserito all’interno del programma di Iniziativa Comunitaria denominato “Integrazione dell’area turistica transfrontaliera”. Il progetto vede il comune di Novate come ente capofila e comprende realtà come il Cai Novate, i comuni di Verceia e Val Masino, il Consorzio per la Gestione della Riserva Naturale del Lago di Mezzola, l’Associazione Amici della Val Codera e l’Associazione Italiana Geoturismo. «L’amministrazione - si legge nella delibera di approvazione del progetto - ritiene importante, per il proprio territorio montano, perseguire l’obiettivo di uno sviluppo organico ed efficiente del sistema economico, sia collaborando con enti ed associazioni all’interno di ogni singolo territorio, sia rafforzando i legami e gli scambi transfrontalieri, al fine di creare spunti e sinergie tra culture e approcci gestionali differenti, nell’ottica di una valorizzazione globale dell’intera area alpina. A seguito di una approfondita analisi della situazione territoriale locale, è parsa fondamentale l’esigenza di rivalutare e potenziare l’offerta turistica e sportiva. All’interno di questa valutazione, la cultura e il turismo rappresentano una delle risorse fondamentali da rivitalizzare, interpretandolo come un’occasione di interazione con gli aspetti rurali, naturalistici ed enogastronomici che costituiscono la ricchezza e l’identità dell’area di montagna». Il progetto è stato condiviso, ovviamente, anche con partners transfrontalieri. In modo particolare il Museo della Ciasa Granda di Stampa in Val Bregaglia. Gli interventi di valorizzazione e di promozione della zona e della sua offerta turistica non sono sicuramente di poco conto. Si parla di un investimento complessivo di 878mila euro circa. Ovviamente la parte del leone spetta all’Italia, la cui quota parte ammonta a 832mila euro. La domanda di contributo è già stata inoltrata agli uffici della Regione Lombardia. D.P. stata dedicata a Giovanni Bertacchi la manifestazione conclusiva del progetto “C4 in Piazza” voluta per ricordare i 140 anni della nascita del poeta avvenuta a Chiavenna il 9 febbraio 1869. Laureatosi a Milano nel 1892 la sua attività poetica inizia del 1895 con la pubblicazione del Canzoniere delle Alpi. Un’opera prima che, come lui ricorda ha radici profonde nella sua terra Lombarda, con È preferenza nostalgica, ma non esclusiva e morbosa per la sua valle. Non pochi sono i versi “pubblicati” (i più senza licenza) dagli editori di cartoline postali con paesaggi e luoghi dell’arco alpino. Di qui l’occhio si spazi […] in tenue nebbia, avvolto, la in fondo è il mio paese. Nell’androne d’accesso del municipio di Chiavenna, Edoardo Mezzera ha presentato un’esauriente selezione di queste cartoline. Un piccolo patrimonio culturale che lo zuolo, cosa impossibile a un ipotetico falsario medievale. Apparve così un uomo con barba, alto circa un metro e 80 centimetri, di età fra 30 e 35 anni, deceduto per morte violenta, di razza semitica, con un centinaio di ferite inferte da due direzioni, trafitture al cuoio capelluto (si ricordi la corona di spine), il polso e il piede sinistro trafitto, una ferita sul fianco destro e due monete poste sugli occhi. Accurati ingrandimenti fotografici hanno rivelato che queste ultime appartenevano ai tempi di Ponzio Pilato fra il 29 e il 32 dopo Cristo. E pare difficile pensare che l’ipotetico falsario medievale se le sia potute procurare e copiare. Ce n’è a sufficienza - ha concluso il relatore - per affermare che la Sindone è effettivamente “una straordinaria testimonianza delle sofferenze di Cristo” e “un segno veramente singolare che rimanda a Gesù”, come affermò dieci anni fa Giovanni Paolo II nel discorso davanti alla Sindone. CRISTIAN COPES stesso ha rintracciato “setacciando” i mercatini e le fiere specializzate. Sono anni - spiega Mezzera - che mi dedico alla ricerca di materiale come cartoline, corrispondenza militare, francobolli ed altro che riguardano la Valchiavenna e non solo. Bertacchi, da sempre, è un punto di riferimento, anche se, ad onor del vero, ha avuto un buon successo anche la selezione della corrispondenza militare ed in particolare quella dei prigionieri di guerra. La scoperta dei pezzi importanti il più delle volte è frutto di casualità, o di fortuna, come quando, nel 2004, alla fiera di settore di Verona, Scaramellini Lorenzo ha messo le mani su uno scatolone all’interno del quale erano celate le lettere e le cartoline che Bertacchi spedì alla famiglia dell’avvocato Strada di Brescia. Un carteggio di 101 documenti autografi, attraverso i quali si scopre un Bertacchi professore che accetta volentieri gli inviti dell’avvocato e della moglie Maria. “Il poeta, racconta lo scopritore Lorenzo Scaramellini, si fermava sovente a Brescia di ritorno da Padova e l’amicizia con l’avvocato Strada era tale che le sue visite avvenivano anche senza invito. Si è anche scoperto – prosegue - che il poeta donò alla famiglia un quadro con la sua fotografia. È una foto del 1914 che, per la prima volta, lo ritrae seduto. Il ritratto, che ho esposto sabato è una riproduzione autorizzata perché l’originale è conservato dagli eredi”. Dalla corrispondenza lo storico Guido Scaramellini, ne ha tratto una selezione e ha curato il volume Bertacchi ritrovato. L’evento ha richiamato numerosi visitatori, ma la sorpresa più gradita è stata la visita di una scolaresca delle classi elementari della scuola Garibaldi. Buon segno! MARCO SARTORI P A G I N A Sport 33 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 IL COMO VITTORIOSO Ha portato bene il posticipo notturno del lunedì al Como della coppia Oscar Brevi-Ottavio Strano. La compagine lariana ha infatti sfatato il “tabù” stagionale dello stadio Sinigaglia conquistando la seconda vittoria consecutiva in questa fase di campionato alle spese del ben più quotato Lumezzane. Il risultato finale, 2-1, riteniamo sia giusto di quanto espresso dalle due squadre durante i 90 minuti del match. Infatti se, in effetti, il Lumezzane è apparso squadra ben più quotata del Como (che invidia vedere ottimi scambi di palla in tutto il campo e lanci precisi senza alzare lo sguardo alla ricerca del compagno perché si sa già dove questi si troverà per raccogliere il pallone), allo stesso tempo i bresciani hanno veramente sciupato una ghiotta occasione da gol quando il punteggio era ancora sullo 0-0. Poi, bravo sì l’estremo difensore azzurro Malatesta, ma il suo è stato un compito normale e non ha certo dovuto fare i cosiddetti “straordinari”. E il Como? Beh, guardando il primo tempo tutti avremmo sottoscritto un punto, ma la paura era che in agguato ci fosse la solita sconfitta. Invece, al 43°, un lungo lancio dalla difesa trova il difensore del Lumezzane, Emerson, incespicare e lasciare a Cozzolino un lungo varco verso la porta. L’atleta azzurro è bravo a resistere alla carica di un avversario ed a calciare prima che il portiere ospite possa coprire tutto lo specchio della porta: 1-0 al primo tiro in porta! Niente male come statistica. Nella ripresa, dopo soli 3 minuti, è arrivato il raddoppio di Franco. Da qui in poi ci si aspetta il Lumezzane, ma la reazione bresciana non è così trascendentale come i timori facevano presagire. Grande possesso di palla, quello sì, per i rossoblu, ma quasi niente di più. Il Como gioca di rimessa, non subisce più di tanto, e quando il Lumezzane con un forte tiro da fuori area di Emerson trova il gol del 2-1 è troppo tardi. Siamo, infatti, già al 92° e per gli ospiti non c’è nemmeno la possibilità di abbozzare un forcing finale. Il Como, grazie, a questi tre punti si tira su in classifica ed ora, a quota 14, si trova in buona compagnia. La settimana scorsa, dopo la vittoria con la Paganese, avevamo scritto che magari il campionato del Como sarebbe iniziato proprio da quel momento. Col Lumezzane abbiamo avuto una prima risposta. L.CL. CSI: le partite della settimana UNDER 14 A 7 Or. Solbiate - Oratorio Asso G.S. S. Giov. Bosco - C.S. Carbonatese Or. Rovellasca - U.S. Prestino Pol. Sanrocchese - Piano e Valli U.S. S. Maurizio - Pol. Grandola G.S. Oral Albiolo - G.S. San Siro 2001 3-7 3-1 0-12 rinv 6-2 8-3 ALLIEVI A 7 Inter Club Valbrona - U.S. Vertematese A.S.D. S. Michele - U.S.O. S.A. Mariano “A” U.S.O. S.A. Mariano “B” - G.S. S. Giov. Bosco G.S.O. Perticato - U.S. S. Maurizio 5-1 6-2 4-6 1-2 TOP JUNIOR A 7 Pol. Azzurra - G.S. S. Giov. Bosco Civiglio - Pol. S. Agata Nuova E. Terraneo - C.S.O. Cirimido G.S. Grisoni - Calcio Montorfano A.S.O.F. - U.S.O. S.A. La Spezia 2-3 1-9 3-0 7-4 5-2 OPEN A 7 Categoria A - Girone A U.S. Villa Romanò - AZ Pneumatica GGB Intermed. Imm. - C.S. Asnago Cantù Pol. Longone - Nuova E. Terraneo G.S. Consolini - Pol. Sanrocchese Ric. Rab. Ripam. Carugo - G.S.O. Buc. “B” G.S. Arco Lomazzo “B” - C.S. Real Asnago A.C. Caglio - U.S.O. S.A. Mauri Macchine np 3-1 4-1 2-4 3-3 2-1 5-1 Categoria A - Girone B Burpers F.C. 1994 - Piano e Valli “A” L.C. Graved. Oscar Cap - Pol. S. Gius. Como C.S.I. Civello - Fraquelli Ettore Croce Go and Play - Ossuccio Minniti G.S. Valmorea - G.T. Li Gufi Pol. Lariana Menaggio - I&M Bernareggi U.S. Oltronese - G.S. Rovennese 6-5 np 3-3 1-4 4-1 4-4 1-1 Categoria B - Girone A Calcio Piazza - S.T.L. Schignano U.S. Prestino - Alfieri 1998 U.S. Laglio - Cusino A.S. Grian. Bar T. Vecchia - Valli del Ceresio Lenno - Celtic Como Montorfano “A” - Real’s Pol. Libertas S.B. - 33 Caffè 2-1 4-4 5-8 5-4 5-3 5-4 3-8 Categoria B - Girone B Or. Pontel. - Senna Velox Plurice Service A.S.O.F. - HP ERBA Buccinigo Off. Mecc. Bastai - U.S. S. Maur. Pol. Castelmartese - A.S. Bulgorello G.S.O. S.A. Arosio - C.G. Cabiate Inter Club Valbrona - G.S.O. Novedrate C.S.O. S. Carlo “A” - Fair’s Point 4-4 1-3 5-4 6-3 np 4-3 6-5 Categoria B - Girone C Or. G. Buratti - G.S. S. Giov. Bosco F.C. Dragons - Oratorio Cadorago Amor Sportiva - S. Giorgio Luraghese “B” U.S. Rovellese - Pol. Limidese S. Giorgio Luraghese “A” - Or. Rovellasca F.C. Bulgaro - G.S.O. S. Luigi A Pressal G.S. Valmorea - O.S.G. Guanzate 1-2 3-3 9-2 1-0 np nd 2-5 Categoria C - Girone A U.S. Tremezzo - P.L. S. Pietro Carlazzo G.S. Plesio - Or. Città Murata P.L. Corrido - A.C. Muggiò Bar Fuin Pol. Grandola - P.L. S. Pietro G.S. Nadir Breggia - Piano e Valli “B” Lario 04 - Pol. S. Agata 4-2 2-1 1-3 np 6-3 0-0 Categoria C - Girone C USO S.A. G.C. Tagliabue - P.C.G. Copreno S. Marco Mirabello “B” - C.S.O. S. Carlo “B” G.S. Figino - Real Cantù 2009 Caffè Pigalle - G.S.O. Cimnago Oratorio Lambrugo - Pol. Forti e Liberi G.A.S. 95 - Atletico Figinese 8-2 0-2 8-5 8-3 np 3-2 Categoria C - Girone D New Team Como - G.S. Oral Albiolo “B” np G.S. C. Prestino 2000 - Lora 04 3-1 G.S. Drezzo 76 - S. Marco Bucabelin np G.S. di Lip. MA.GI.STE - G.S. Villa Guardia 7-4 Rovascio Seprio Am. Audaci “B” 3-6 G.S. Grisoni - S.C.S. Socco 4-5 New Red Boys ha riposato OPEN A 11 Categoria C - Girone B G.S. S. Giuseppe - Virtus Lario np Seprio Am. Audaci “A” - S. Marco Mirab. “A” 4-3 G.S. Oral Albiolo “A” - G.S. Arco Lomazzo “A” 5-3 G.S. Rodero RCCC - G.S. Rodero 3-4 I Grifoni - G.S. Or. S. Luigi B 10-2 Categoria A - Girone A C.S.I. Luisago - Monosportiva Como F.C. Albate Calcio - Lora 04 G.S. Or. S. Luigi - U.S. Albatese Pol. S. Giuseppe Como - U.S. Lanzo Intelvi A.C. Grandatese - Hotel Funicolare 2-2 np 1-1 1-2 0-0 Categoria A - Girone B Misinto Calcio - U.S. Inverigo Calcio F.C. Monguzzo 1997 - Electric 92 Cantù G.S.O. Lur. A.S.D. “A” - A.S.D. Real Sag. A.S.D. S. Michele - G.S. Senna Cernobbio Calcio 2005 - S.S. Falange 3-1 1-2 1-0 2-4 0-0 Categoria B Pol. Cuc. 80 “B” - New Team Como A.S.D. 1-1 A.S.D. Brunatese - A.S.D. Lambrugo Calcio 1-2 A.S.D. Cernobbio - A.S. Gagginese 0-0 S.S. Assese - U.S.D. Cacciatori Alpi 3-0 G.S. Cavallasca A.S.D. - Pol. Cucciago 80 “A” np G.S. di Lipomo - Bernate Calcio 0-0 G.S.O. Lurago A.S.D. “B” ha riposato P A G I N A 34 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 ALCUNI SPUNTI DALLA RICERCA CENSIS/UCSI 2009 SULLA COMUNICAZIONE IN ITALIA I MEDIA E GLI ITALIANI, TRA IL BOOM DEI SOCIAL NETWORK E LA CRISI DELLA STAMPA L a dieta mediatica degli italiani continua a essere a base di televisione, ma cresce esponenzialmente l’uso dei social network, mentre precipita la lettura della carta stampata. Sono alcuni tra i dati salienti del Rapporto sulla comunicazione Censis/Ucsi 2009, presentato nei giorni scorsi a Roma, da cui emerge la consueta fotografia sul nostro rapporto con i media. Le nuove tecnologie appassionano una platea crescente di utenti e le percentuali sono eloquenti: Facebook e YouTube sono conosciuti da oltre il 60% degli italiani, Messenger dal 50,5%, Skype dal 37,6%, MySpace dal 31,8%. Se poi si scorporano i dati relativi ai giovani di età compresa fra i 14 e i 29 anni, le percentuali crescono ulteriormente: fra loro gli utenti di Facebook, YouTube e Messenger sono intorno al 90%. I ragazzi hanno ormai consolidato l’abitudine a una connessione pressoché continua con amici e conoscenti, grazie all’uso stabile del cellulare a una crescente confidenza con internet. I social network li affascinano, grazie proprio alle possibilità di contatto con altre persone che offrono, ma hanno conquistato anche molti adulti: secondo le stime del Censis, sono quasi 33 milioni gli italiani che conoscono almeno un social network, mentre quasi 20 milioni sono gli effettivi utilizzatori abituali. Perché i social network piacciono tanto? Si può cercare qualche risposta considerando, per esempio, il caso Facebook. La motivazione primaria che ha spinto molti a iscriversi al “Libro delle facce” online è la vo- lontà di mantenere i contatti con gli amici (70,5%) o di ritrovare vecchi compagni di scuola ed ex colleghi di lavoro (57,8%). Pochissimi sono invece gli utenti che sperano di intrecciare una relazione affettiva attraverso questo strumento (1,8%). Le principali attività di chi è iscritto a Facebook sono consultare le bacheche con i commenti degli amici (41,2%), mandare messaggi personali (40,5%), inserire un proprio commento nelle bacheche degli amici (37,2%), chattare in diretta online (35,7%), utilizzare le applicazioni relative ai test o ai giochi (24,6%), inserire fotografie, video o file musicali (21,3%). Il social network più famoso del momento, dunque, diventa il luogo dell’incontro personale, dello scambio di contenuti, della chiacchierata, della condivisione di informazioni e materiali vari. Se la possibilità di tenere vivi i con- tatti con gli amici può avere risvolti positivi, non altrettanto si può dire di un’altra tendenza rilevata dalla ricerca: il 42% degli utenti dichiara che da quando è iscritto a Facebook dedica meno tempo alla lettura dei libri, alla consultazione di altri siti (40%), alla televisione (26,5%), allo studio e al lavoro (21,7%), al colloquio telefonico con i conoscenti (14,4%), a uscire con gli amici (11,5%), ad andare al cinema (11%). Fra i timori prevalenti, oltre a quelli legati alla tutela della propria privacy (ma se uno ci tiene così tanto, chi glielo fa fare di iscriversi?), il 23,4% degli interpellati parla di un indebolimento delle relazioni dirette con familiari e amici, il 13,4% teme un minore rendimento nel lavoro e nello studio. Ben venga la consapevolezza di questi possibili rischi, se diventa uno stimolo per non lasciarsi catturare acri- L’INCONTRO DEGLI UFFICI DI COMUNICAZIONE SOCIALE LOMBARDI COMUNICARE IN “SINERGIA” « L a “nostra” comunicazione è sinergica?»: questa è la riflessione che ha fatto da filo conduttore alle giornate di confronto, studio e programmazione per i direttori degli uffici comunicazioni sociali della Lombardia e le persone impegnate nella comunicazione diocesana, svoltesi a Caravaggio il 20 e il 21 novembre scorso. Per la nostra Diocesi era presente una delegazione dell’ufficio diocesano Comunicazioni Sociali con il responsabile, don Aurelio Pagani. La giornata di venerdì è culminata nel dibattito “La Chiesa e la sfida della comunicazione. Quale posto, quale rilevanza, quali spazi per la comunicazione in una curia?”, con la partecipazione di mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova, delegato CEL per le comunicazioni Sociali, di mons. Domenico Pompili, direttore Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali CEI e di mons. Gianni Zappa, già responsabile dell’Ufficio Comunicazione della diocesi di Milano e ora Moderator Curiae della stessa diocesi. Ne è risultata la necessità di un coordinamento sempre più stretto nella comunicazione, non solo per un comune scambio di esperienze, ma per mettere in luce il volto della Chiesa con un discorso unitario. Sabato mattina Fiorenzo Tagliabue, dell’agenzia di comunicazione milanese SEC, attraverso la proposizione di un caso concreto, ha sottolineato l’estrema importanza della comunicazione vista non come un insieme di strumenti o di canali, ma come una dimensione costitutiva di ogni evento e comportamento, e che pertanto necessita di una accurata strategia preliminare. A chi parliamo, cosa vogliamo comunicare, come possiamo fare in modo che i nostri interlocutori comprendano, sperimentino e approvino ciò che stiamo comunicando: sono domande fondamentali da porsi prima di affrontare qualsiasi decisione in merito. Una volta chiariti questi aspetti, è utile scegliere tante forme e tanti strumenti comunicativi diversi, per convergere su un unico obiettivo prefissato. La sinergia non deve essere infatti casuale, ma voluta, pensata, costruita. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, con grande passione ha invece presentato l’esperienza del suo quotidiano in sinergia con Tv 2000 e il circuito radiofonico InBlu, mettendo in rilevo come occorra essere consapevoli delle diversità dei mezzi a servizio della comunicazione per “sfruttarne” appieno le caratteristiche, i tempi e le potenzialità, in un’ottica sinergica. Sinergia, non significa infatti “essere uguali”, ma “lavorare insieme per lo stesso obiettivo”. Ad esempio, il ricorso al web permette una comunicazione molto immediata e veloce, la carta stampata consente invece un approfondimento maggiore. Il futuro dell’informazione, secondo Tarquinio, sarà proprio in questa direzione e la grande sfida per il futuro può essere sintetizzata nello slogan “Glocal”: pensare come il globale possa essere colto nel locale sarà l’unico modo di fare una comunicazione che arrivi veramente alle persone e possa rivelarsi utile. Nel pomeriggio c’è stato un importante confronto tra le esperienze nelle diverse diocesi lombarde, in particolare quelle di Brescia, Milano e Pavia. Nei successivi laboratori, organizzati per singolo strumento di comunicazione (carta stampata, radio/tv e internet), ha suscitato particolare interesse la scelta della diocesi di Como di adottare la messaggistica SMS e la posta elettronica come strumenti basilari per una comunicazione rapida e capillare verso i sacerdoti. Un momento di sintesi ha concluso questo intenso fine settimana che ha lasciato ai partecipanti un ricco bagaglio di idee e di spunti per continuare il proprio lavoro di ogni giorno. SILVIA FASANA ticamente dal fascino del mezzo o da quella che secondo alcuni è una vera e propria dipendenza da esso. Non sono soltanto le nuove tecnologie e i nuovi canali di contatto a catalizzare l’attenzione degli italiani. È la quantità complessiva di consumo generalizzato dei media a crescere: gli spettatori televisivi sono quasi il 98% della popolazione, le persone dotate di cellulare l’85%, i radioascoltatori l’81,2%. Molto meno utilizzati sono i giornali e i libri. La carta stampata, in particolare, fa registrare un calo per certi versi preoccupante: negli ultimi due anni la lettura dei quotidiani è scesa dal 67% al 54,8%, facendo registrare un’inversione di tendenza rispetto alla costante crescita che aveva segnato gli anni fino al 2007. Se poi si va ad analizzare il numero di utenti “abituali”, che leggono un quotidiano almeno tre volte la settimana, si scende dal 51,1% del 2007 al 34,5% del 2009. La quantità di italiani che prima della crisi aveva un contatto stabile con i quotidiani si riduce dalla metà a un terzo e, considerando che in questa quota sono compresi anche le testate sportive, ben si comprende quanto sia ormai diventato marginale il ruolo della carta stampata nel favorire la comprensione e l’interpretazione dell’attualità. A formare l’opinione pubblica continua a essere soprattutto la televisione, mezzo che – per come ci parla e per quello che ci dice – non può certo essere preso come principale fonte di ispirazione delle nostre convinzioni e dei nostri comportamenti. MARCO DERIU Tele IL comando Domenica 29 Le frontiere dello Spirito, C5, 8,50. Ravasi commenta Geremia 33 e la Sangiorgi ci parla del genocidio armeno. A sua immagine, Rai1, 10,30. Merlino, It1, 13,50. Mini-serie completa con Sam Neill e Mirando Richardson. Pirati, R4, 16,40. Film d’avventura di Polansky con W.Matthau a suo agio. La bisbetica domata, La7, 17,15. Ottimo film di Zeffirelli dalla commedia di Shakespeare, con la coppia Burton/Taylor scoppiettante. Grazie a tutti, Rai1, 21,30. Spettacolo musicale con Morandi. NCIS/ Criminal minds Rai2, 21,00 Telefilm polizieschi. Report, Rai3, 21,30, I signori della sanità. Inchiesta sulla sanità privata che fornisce servizi a quella pubblica. Il ritorno di Don Camillo, R4, 21,30. Divertimento assicurato. Un’impresa da Dio, It1, 21,25. Film commedia divertente. Speciale Tg1, Rai1, 23,35. Attualità. Glob, Rai3, 23,35. Un programma di satira con Bertolino. Lunedì 30 Le vite degli altri, Rai1, 21,10. Ottimo film tedesco. Germania est 1984. Oscar miglior film straniero. L’infedele, La7, 21,10. Con Gad Lerner. Voyager, Rai2, 21,05. Seconda guerra mondiale. Comandante Florent, R4, 21,10. Telefilm poliziesco. Chi l’ha visto?, Rai3, 21,10. Attualità. Alien la clonazione, R4, 23,25. Film di fantascienza, metafora dell’ingegneria genetica. Martedì 1 Medicina generale 2, Rai1,21,10. Fiction. Ballarò, Rai3, 21.10. Attualità. Impero, La7, 21,10. Documentario. Vite straordinarie: Corrado, R4, 21,10. Documentario. Mercoledì 2 Medicina generale 2, Rai1,21,10. Un caso per due, Rai3, 21,10. Poliziesco. Exit, La7, 21,00. attualità. Il Patriota, R4, 21,10. Film storico con Mel Gibson. X factor, Rai2, 21,05. Gioco musicale. Babel, Rai4, 21,10. Bel film drammatico con Brad Pitt. Giovedì 3 Una settimana da Dio, C5, 21,10. Commedia divertente con Jim Carrey. Don Matteo 6, Rai1, 21,10. Fiction con T. Hill. Falò, Tsi, 21,00. Attualità. Speciale che tempo che fa, Rai3, 21,10. Una notte all’opera. Carmen di Bizet che inaugurerà la Scala di Milano. The district, La7, 21,10. Telefilm polizieschi. Io per voi un libro aperto, Rai2, 23,35. Prosa con Enrico Brignano. Venerdì 4 I migliori anni, Rai1, 21,10. Varietà con C. Conti. Mi manda Rai3, 21,10. Attualità. I Robinson, Rai2, 21,05. Film d’animazione. Giovani aquile, R4, 21,10. Film di guerra. Niente di personale, La7, 21,10. Con A. Piroso. Tv7, Rai1, 23,20. Sabato 5 TV Talk, Rai3, 9,00. Analisi della Tv con M. Bernardini. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,25. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai, 17,10. Rubrica religiosa. Babe maialino coraggioso, It1, 19,25. Geniale film per tutti. Closet o RITA home, Rai2,ANTONIO 21,05. Telefilm investigativi. Nati liberi, Rai3, 21,05. Doc. sugli animali. L’ispettore Barnaby, La7, 21,10 Telefilm polizieschi.Gli uomini preferiscono le bionde, Iris, 21,00. Con M. Monroe. La mummia, It1,21,10. Film d’avventura con B. Fraser . il settimanale il settimanale P A G I N A 35 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 NOVEMBRE 2009 Maria Verso il Natale... Una vita secondo la Parola Dieci meditazioni che ripercorrono in Maria, donna secondo la Parola, altrettanti misteri di salvezza: dall’Immacolata Concezione all’Assunzione, passando per l’Annunciazione, la gravidanza e la nascita, la visitazione, la croce. Donna divenuta madre, Maria continua ad essere segnavia di speranza! RACCOGLIE LA PREDICAZIONE AL SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI DI MORBIO - LUGLIO 2009 UN LIBRO PREZIOSO DI 80 PAGINE FORMATO 11 X 18 CM. ADATTO PER FARE UN REGALO AI TUOI AMICI, AI CATECHISTI DELLA PARROCCHIA, ALLE PERSONE CARE... 1 COPIA: EURO 5,00 OGNI 5 COPIE, UNA IN OMAGGIO! ancora disponibili altri volumi della collana... 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