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Dopo l’età di Augusto, che Roma è ?
L’atmosfera sociale e culturale
di Roma nel secondo periodo imperiale
scheda
I - LAT
©&®
[01]
lett.
20.0 – 2015
La dimensione culturale
1. la difficile successione ad Augusto e gli imperatori “strani”
2. prevalenza forte del privato sul pubblico
a. paure e rivolte (e repressioni)
b. elementi di religione e mistici
c. la revisione del classicismo (in tutti i campi) e la sua cristallizzazione
3. rapporto intricato tra il potere e l’intellettuale
a. la cultura soffocata
b. controllo vs. mecenatismo
i. clientelarismo e asservimento
ii. età di crisi (in senso etimologico): doppiezza, differenza
iii. intolleranze ed esilî
iv. ob ambigui ioci versiculum e condanna a morte
v. letteratura e salario
c. Claudio: un’eccezione ?
d. il progetto culturale di Nerone
e. “dispotismo illuminato” ?
f. storiografia tra opposizione e consenso
g. imperatore e poesia
i. imperatori filologi
ii. cultura ed erudizione di Claudio
h. ideale “platonico” (cfr. Seneca e Nerone)
i. filosofia vs. potere
ii. sviluppo dell’etica politica
i. la “parabola dell’epica”
i. il confronto con Virgilio
ii. il rifugiarsi nel mito lontano e indolore
iii. le vie alternative (simboliche, allusive, …) dell’opposizione
4. convivenza pacifica della cultura greca con quella latina
a. questioni linguistiche
b. uso del greco (cfr. prima)
c. generi letterari
d. fusione: due lingue per esprimere la medesima cultura
5. ci fu vuoto letterario?
a. le ipotesi di Winckelmann e le tesi tedesche
b. nasce il classicismo
i. poche idee, molte riprese
ii. le esercitazioni e le tentazioni delle scuole di retorica (l’ “eroe va a scuola”)
c. tendenze dominanti
i. influsso della II sofistica e le declamationes futili
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ii. il ruolo (inutile) della retorica: da cittadino a suddito
iii. istituzione scolastica
iv. biblioteche pubbliche e private; collezionismo
v. manierismo (cfr. arte)
vi. asianesimo
vii. mania per la classificazione
viii. enciclopedismo
ix. poesia tecnico-didascalica e dottrina astrusa
d. i generi letterari e le loro evoluzioni
e. erudizione a se stante e pedanteria
f. arte per l’arte
g. letteratura “rumorosa” ma vuota
6. età di crisi
a. i pericoli della politica
b. la “corte-vespaio” e la pazzia degli imperatori
c. le donne al potere
d. il culto della personalità e l’aura di sacralità dell’uomo di potere
7. la filosofia e il modo di affrontare la vita
a. lo stoicismo e l’opposizione
b. il ruolo dell’intellettuale
c. storiografia: opposizione e consenso
d. la formazione dei giovani
8. generi letterari e cultura letteraria
a. la storiografia e il mito storiografico (Alessandro): erudizione e adulazione
b. le tendenze “enciclopediche” e “universali”: erudizione e totalità
c. la retorica e il “tribunale da camera”
d. l’aneddotica e la filosofia
e. i generi nuovi e le poetiche nuove: il “reale”
i. imitazione
ii. straripamento
iii. innovazione
iv. recitationes e declamationes
f. la prosa e la poesia: perché prevale un tipo ?
g. il teatro
La dimensione antropologico-sociale
1. cultura urbana
a. raffinata
b. “sporca”
2. Roma “spaccanapoli”, Roma città dei contrasti
a. Amsterdam, Napoli, via Pre, Pigalle, Harleem
b. il Foro e il brulicare della folla, le attività illegali
c. la vita notturna: giovani e sbandati
d. vita parallela dei quartieri malfamati
i. Suburra, Argileto, Circo Massimo, Trastevere
“…c’è poi la Suburra, per offrire ai più poveri o ai più viziosi i suoi torbidi piaceri. I Romani frequentano, con un senso di
attrazione mescolato al disgusto, il Submemmium, la “via delle prostitute”, che attraversa il quartiere; una via, o meglio una
sequenza di tuguri lerci e minuscoli, il cui ingresso è appena velato da una tenda piena di buchi, per i voyeurs. È l’ ”inferno” di
Roma, l’abisso senza fondo della decadenza e del fango, di cui Fellini, nel suo Satyricon, ci ha dato un’immagine simbolica e
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sorprendente. Davanti a questi bugigattoli puzzolenti […] stanno in piedi gli schiavi, ragazzi e ragazze, completamente nudi. In
mezzo ai chioschi degli artigiani, tra il brusio dei vicoli, questo è uno spettacolo familiare per chi passeggia per Roma” (p. 278)
e. lupanari e botteghe di artigiani
i. donne esposte, prezzi
ii. botteghe e osterie: “coperture” (cfr. saloon)
f. viuzze strette e vicoli ciechi
i. situazione urbanistica
ii. problemi di struttura
iii. insulae e locali simili agli alberghi
iv. in questi quartieri almeno 500.000 persone (su 1.000.000)
v. meltin’ pot etnico
1. ebrei, orientali
2. africani e greci
g. tipologie di persone: mondo torbido e inquietante
i. poveri e proletari senza terra
ii. emarginati
iii. delinquenti con impunità (per via dei luoghi)
iv. schiavi fuggitivi
v. prostitute
1. pubbliche e private
2. “togli le prostitute, Roma cade nel caos”
vi. ladri, giocatori d’azzardo
vii. lenoni
viii. maghi, chiromanti, “truffa della devozione”, filosofi, religiosi
ix. ubriachi
x. bande politiche, gangs
xi. giovani di famiglie bene si divertono
h. malattie ed epidemie
i. rifiuti e fosse comuni
j. carestie
k. incendi
l. baccano e violenze notturne
m. e la polizia? (tresviri nocturni o capitales)
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Un nuovo “(s)oggetto letterario”: la questione dei Cristiani.
Dalla confusione con gli Ebrei alla religio (superstitio) licita
“…il rapporto tra la nuova religione e il potere politico appare articolato in modo complesso: ogni generalizzazione è
certamente scorretta, sia quella ormai apparentemente superata, che faceva dei tre secoli una persecuzione continua,
sia quella più recente, tendente a minimizzare la portata delle persecuzioni, eliminandone addirittura alcune…In realtà il
cristianesimo non si oppone mai al potere costituito come funzione e come responsabilità […] ma al potere come
dominio che usurpa i diritti di Dio…” (pp. 11 s.)
1. la questione delle interpretazioni moderne
a. la natura delle testimonianze
b. le ideologie e le esagerazioni
c. la natura delle opposizioni tra religione e politica
2. I puntata: il processo di Cristo
a. di chi è la colpa della condanna ?
i. due processi
ii. Vangelo: la colpa fu dei Giudei alcuni autori vedono in Pilato un Cristiano
iii. Ebrei: la colpa fu dei Romani
iv. noi: provinciali non potevano comminare condanna a morte
b. Tiberio – dopo la relazione di Pilato - propose al Senato di riconoscere Cristo come Dio
c. cristianesimo è giudaismo, una sua setta (solo dopo il nome Christiani, prima Nazorei)
3. II puntata: Pietro a Roma
a. Roma ama il cristianesimo perché ha messianismo senza implicazioni politiche
b. ospite di senatori e nobili
i. parodia di Petronio
ii. ospite di Gallione (fratello di Seneca, “in odore” di cristianità)
c. 49 (regno di Claudio) : espulsione di Iudaei impulsore Chiesto…tulmultuantes
i. la correzione
ii. chi sono ?
d. nasce comunità cristiana a Roma
4. III puntata: l’inizio delle persecuzioni
a. 56: arriva Paolo (incarcerato, liberato grazie a influenze politiche)
i. dure persecuzioni contro stoici
ii. il rapporto con Seneca e la questione della corrispondenza apocrifa (?)
b. la svolta del 62
i. editto di Nazareth
1. voluto da Poppea per ripicca a Paolo che la correggeva
2. firmato da Nerone
3. pena di morte per chi rimuove pietre delle tombe e per chi crede dio un uomo
ii. inizia la persecuzione
iii. l’episodio del 64: l’incendio
1. perché Roma morisse con lui
2. per ragioni scenografiche
3. per ragioni urbanistiche
iv. Cristiani sono impopolari
5. IV puntata: l’atteggiamento dei principali imperatori
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a. dinastia flavia: repressione ebraica in Palestina e accuse per chi empio; confusione tra le due religioni per via del
fiscus iudaicus
b. Traiano e il rescritto a Plinio: non sono pericolosi, vanno condannati non per nomen ma per culpa; no alla ricerca
d’ufficio, né alla denuncia anonima
c. Marco Aurelio: confusione col montanismo, svolte con persecuzioni e ricerche d’ufficio; l’imperatore li difende
d. età severiana: tolleranza di fatto, anche per sincretismo e culto dell’unico dio
e. Filippo l’Arabo, primo imperatore cristiano
f. Decio: persecuzioni dure ed editto (libretto e sacrificio); restaurazione pagana; impero va male a causa dell’ira degli
dèi verso i cristiani
g. Gallieno: editto di tolleranza per ragioni d’opportunità politica
h. Diocleziano: restaurazione pagana (no a nova religio per la vetus)
i. la questione costantiniana: un’annosa querelle: “il più feroce macellaio” del IV secolo
6. accuse e integrazioni
a.
i. parricidio
ii. incesto
iii. negromanzia
iv. cannibalismo
v. infanticidio
b.
i. superamento greco-barbaro e giudeo-greco
ii. moralità rigorosa e culto delle origini
iii. solidarietà delle comunità
iv. dimensione sociale permeata dalla religione
v. antichità della tradizione giudaica (ben prima del mondo greco-romano)
vi. il rinnovamento dei tempi e la visione religiosa della storia
vii. simile allo stoicismo
viii. struttura gerarchica
ix. sacrificio
c.
i. nasce come religione dei poveri
ii. entra a Roma presso i nobili
iii. ha ostilità della folla
iv. diventa religione imperiale
7. ultime note sparse
a. cos’è una “conversione” ?
i. semplicità
ii. rapidità
iii. monstra
iv. mai metodo logico
1. impossibile
2. incomprensibile
b. il monoteismo e la supremazia del Dio assoluto
i. Dio
ii. dio = demone
c. le domande comuni all’epoca
i. monotesimo
ii. immortalità
iii. da dove viene il male
iv. attese universali
d. cristianesimo non è tollerante
e. le conversioni di massa
i. gratificazioni
1. sociali
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2. psicologiche
ii. vantaggi sociali
iii. classi coinvolte
1. lavoratori
2. diseredati
3. donne e bambini
4. schiavi
5. itineranti
Alcune ultime idee sui cristiani e l’impero romano (da Tiberio a Marco Aurelio)
8. la predicazione di Gesù e la Palestina romana
a. apocalissi e messianesimo
b. “rivoluzione” politica e indipendenza
c. Gesù ribelle politico: intervento di Dio nella storia
d. Gesù agitatore sociale
e. l’episodio della moneta e i fraintendimenti
i. domanda vera è: è lecito pagare tributi a Roma ?
ii. risposta: non è empio pagare una tassa
iii. non è rivoluzione contro Roma: Gesù collaborazionista ?
iv. rispetto e non venerazione di Roma
f. furono chiamati Cristiani, non lo scelsero: non piaceva
9. Paolo e l’autorità solo da Dio
a. lealismo ed estraneità
b. Romani difendono Cristiani da accuse dei Giudei
c. l’accusa di inertia
d. impietas e maiestas
e. le somiglianze stoiche
10. altre critiche, più sottili
a. protagonista, nel martirio, e teatralità
b. temerarietà
c. pazzia e schiavitù
d. non appartenenza a un popolo
e. recente
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Introduzione alla favolistica e alla favola antica
Dalle origini alla produzione latina di Fedro (e oltre)
1. le origini della favolistica
a. esiste da sempre
b. i luoghi “genetici”
i. Oriente
1. Vicino Oriente
2. Arabia
3. India
ii. Bibbia e i suoi “racconti”
iii. Grecia
1. da Esopo a Socrate-Platone
2. passaggio attraverso la Ionia
3. Esopo non ne è il fondatore
iv. Roma
v. cristianesimo
1. scuola
2. predica
3. autori da scuola elementare?
vi. fiaba
vii. letteratura per l’infanzia
2. i nomi della favola e le questioni nodali
a. antropologia della realtà animale
b. tipologia di favole
i. esopiche
ii. libiche
iii. vegetali
c. i nomi della favola
i. mËyow (mýthos)
ii. épÒlogow (apòlogos)
iii. fabula, fabella
1. radice del vero for
2. radice del verbo l°gv
iv. lusus
d. antecedenti latini
i. Menenio Agrippa, oratoria
ii. satira
1. Ennio
2. Lucilio
3. Orazio
e. letteratura “popolare” ?
i. funzione marxista della favola
ii. base filosofica
1. diatriba cinico-stoica
2. scuole ellenistiche
3. aforismi e apoftegmi
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Approfondimento sull’origine della favola
1. alcune linee storico-geografiche
a. la cultura accadico-babilonese
b. gli animali
i. similitudini e metafore animali (in Omero)
ii. antropomorfismo divinino
iii. simpatia
c. storia inventata che rappresenta la realtà
2. le parti della favola
a. corpo
i. metrica
ii. forma
iii. lingua
iv.
estensione
v. struttura antitetica
b. anima
i. “morale”
ii. promythion
iii. epimythion
3. i nomi e il rapporto con il “mito”
a. tabella sui nomi
lingua
lat
lat
gre
gre
gre
lat
lat
gre
lat
lat
lat
vocabolo
fabula
fabella
mËyow
épÒlogow
‰now
exemplum
iocum
xr¤
argumentum
imago
parabola
[pronuncia]
[mýthos]
[apòlogos]
[àinos]
[chrèia]
traduzione
verbo for, “raccontare”
diminutivo (fabula + -ellus)
radice *mi- “mandare suono”, “parlare”
come lÒgow; radice *leg-“raccogliere”, “parlare”
“elogio”
radice *im- “tirare (fuori)”
radice *jac- “gettare”
“cosa utile” (in retorica)
radice *arg- “brillare, balenare”
radice *mim- “imitare”
prbãllv “metto vicino”, “paragonare”; poi “parlare”
b. una prima stranezza: “mito” e “logos” coesistono
i. la “storia” dell’opposizione nella filosofia greca
c. lo strutturalismo
d. la chiave comune è “parlare”
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Fedro
biografia, autobiografia, bibliografia, poetica
1. biografia
a. pochissime notizie
i. testimonianza di Seneca
ii. schiavitù
iii. damnatio memoriae
b. Macedonia, fine misteriosa
c. Augusto, Seiano
d. maestro di scuola?
e. storia del testo
i. i V libri
ii. l’Appendix perottina
2. prologhi ed epiloghi
3. “buoni per pensare”
4. caratteri generali dell’opera
a. collegamenti con
i. satira
ii. stornello popolare
iii. proverbio
iv. oralità
v. generi minori
vi. filosofia
b. scopo
i. docere
ii. delectare
iii. movere
c. favola storica
d. mancata promessa dell’inizio
i. animali e piante
ii. responsabilità esopica
iii. auctor
e. lingua e metro
i. senario
ii. volgarismi
f. mondo degli emarginati
i. marxismo
ii. strutturalismo
iii. trionfo del realismo
iv. denuncia sociale
v. moralismo
vi. senso di sconfitta
vii. pessimismo
viii. mondo legato dal taglione
ix. astuzie dell’intelligenza
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5. schema del testo
i. 2 personaggi antitetici
ii. dialettica
I prol.
I 15
I 30
II prol.
IV 22
V1
I6
App. 14
I 10
I 24
II 7
Quella materia che lo scrittore Esopo inventò, questa io la limai con versi senari. Duplice è la dote del libretto: che muove al riso e
che insegna la vita con prudente consiglio. Se qualcuno però avrà voluto criticare, perchè le piante parlino, non solo le fiere,
ricordi che noi scherziamo con favole inventate.
Nel cambiare il dominio dei cittadini i poveri non cambiano nulla tranne il nome del padrone. Che ciò sia vero, questa piccola
favoletta dimostra. Un asinello (lo) pascolava in un prato un timido vecchio. Egli atterrito dall'improvviso grido dei nemici
persuadeva l'asino a fuggire, per non essere presi. Ma quello tranquillo "Prego, forse credi che il vincitore mi imporrà doppie
some?" Il vecchio disse di no;. "Perciò, che mi interessa a chi servire, mentre porto some semplici."
Gli umili soffrono quando i potenti litigano. La rana vedendo dalla palude una battaglia di tori, “Ahi, quale grave disgrazia ci
incombe" disse. Interrogata da un'altra perché dicesse così, mentre quelli lottavano per la supremazia della mandria ed i buoi
passavano la vita lontano da loro, "Sia separato il territorio e diversa la razza; chi cacciato dal regno del bosco sarà scappato,
verrà nei segreti nascondigli della palude, e calpestateci ci stritolerà col duro piede. Così il furore di quelli interessa la nostra vita."
Il genere di Esopo è racchiuso dagli esempi e null'altro si cerca attraverso le favolette che si corregga l'errore dei mortali, e
l'impegno diligente acuisca se stesso. Qualunque sia stato dunque il gioco del narrare, purchè prenda l'orecchio e salvi il suo
proponimento, si raccomanda per la cosa, non per il nome dell'autore. Certamente con ogni cura serberò la tradizione del
vecchio. Ma se sarà piaciuto interporre qualcosa, perchè la varietà diletti i sensi dei detti, vorrei, lettori, che accogliessi nelle parti
buone così, se la brevità gli ripagasse il favore. Ma perchè la sua raccomandazione non sia verbosa, guarda perchè tu debba dir
di no agli avidi, offrire anzi ai modesti ciò che non abbiano chiesto.
Perché, Livore, pensi ora di giudicare? Benchè dissimuli, tuttavia capisco bene. Qualunque cosa penserà esser degno di
memoria, dirà (essere) di Esopo; se qualcosa sarà piaciuto meno, a qualsiasi prezzo sosterrà inventato da me. E voglio che sia
confutato già ora con la mia risposta: sia che quest'opera sia inetta sia da lodare, egli scoprì, la nostra mano completò. Ma
continuiamo l'ordine proposto dell'impresa.
Se talora avrò interposto il nome di Esopo, cui attribuii fin da prima ciò che dovetti, sappi che è per l'autorevolezza; come alcuni
artisti fanno nella nostra epoca, che trovano un prezzo maggiore alle opere nuove se al loro marmo vi iscrissero Prassitele,
all'argento usato Mirone, al quadro Zeusi. A tal punto la mordace invidia favorisce più la tinta antichità che i beni presenti. Ma
ormai sono portato alla favola di tale esempio.
Esopo vide le nozze affollate di un vicino ladro, e subito comincia a raccontare. Una volta volendo il Sole prendere moglie, le rane
alzarono un grido alle stelle. Sorpreso dallo schiamazzo Giove chiede la causa del lamento. Allora una abitante dello stagno
”Ora, disse, uno solo brucia tutti i laghi, e costringe le misere a morire per la dimora arida. Cosa mai sta per capitare se avrà
generato figli?”
Un asino vide la lira che giaceva sul prato; s’avvicinò e toccò le corde con lo zoccolo. Toccate risuonarno.”Bella cosa per Ercole
capitò male, disse, perché sono ignorante dell’arte. Se uno più bravo avesse trovato questa, avrebbe dilettato le orecchie con
canti divini.” Così spesso gli ingegni incappano nella disgrazia.
Chiunque con brutta frode una volta sola fu noto,
anche se dice il vero, perde la fiducia.
Questo attesta la breve favola di Esopo.
Il lupo accusava la volpe per la colpa di furto ;
ella diceva che non era vicina al fatto.
Allora sedette giudice tra loro la scimmia.
Mentre l’uno e l’altro peroravano la propria causa,
si racconta che la scimmia pronunciò la sentenza :
« Tu non sembri aver perso ciò che chiedi ;
credo che tu abbia sottratto ciò che nellamente neghi ».
Il povero, mentre vuole imitare il potente, perisce.
Una volta una rana nel prato vide il bue,
e toccata dall’invidia di così grande grossezza
gongio la pelle rugosa. Poi interrogò i suoi
figli se fosse più grossa del bue.
Essi dissero di no. Di nuovo tese la cute
con maggiore sforzo e chiese nello stesso moso,
chi fosse maggiore. Essi dissero “Il bue”.
Da ultimo sdegnata, mentre voleva più fortemente
gongiarsi, scoppiato il corpo, giacque .
Due muli appesantiti dalle some procedevano:
uno portava panieri con denaro,
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III 1
III 12
IV 1
IV 3
IV 20
IV 24
l’altro sacchi gonfi di mlto orzo.
Quello ricco per il peso elevandosi a testa alta,
e scuotendo col collo lo squillante sonaglio;
il compagno seguiva con quieto e placido passo.
Improvvisamente i briganti volano dagli agguati,
e durante il colpo feriscono col ferro il ricco:
rubano le monete, trascurano il vile orzo.
Il derbato dunque piangendo i suoi casi,
”Davvero, disse l’altro, godo d’esser stato disprezzato;
infatti non ho perso nulla, né son stato colpito da ferita”.
Con questta dimostrazione la povertà degli uomini è sicura,
le grandi ricchezze sono soggette a rischio.
Una vecchia vide giacere una anfora bevuta,
che spargeva ancora attorno per la feccia di Falerno
Dal nobile coccio l’odore giocondo.
Dopo che con tutte le narici avida lo trasse:
”O spirito soave, quale dirò che fu il bene in te
prima, essendo tali le rimanenze.”
Chi mi conosce dirà dove miri questo.
In un letamaio un piccolo galletto
mentre cercava cibo, trovò una perla.
”Tu così bella giaci, dice, in luogo indegno.
Se uno avido del tuo prezzo avesse visto ciò,
una volta saresti ritornata all’antico splendore.
Io perché ti ho trovato, al quale il cibo è molto più importante,
non può giovare per nulla né a me né a te.”
Narro questo per quelli che non mi capiscono.
Chi è nato sfortunato, non solo passa una
vita triste, ma pure dopo la morte
lo perseguita la dura miseria del fato.
I Galli di Cibele solevano portare in giro per
la questua un asino, che portava some.
Essendo questo morto di fatica e colpi,
tolta la pelle si fecero un tamburi.
Interrogati poi da uno, cosa avessero fatto
al loro amore, parlarono in questo modo:
”Pensava che sarebbe stato sicuro dopo morte:
ecco altri colpi vengon dati al morto”.
Una volpe spinta dalla fame in una vigna alta
cercava l’uva, saltando con estremi sforzi.
Ma poiché non poté toccarla, andandosene disse:
”Non è ancora matura; non voglio prenderla acerba.”
Quelli che sminuiscono a parole le cose che non posson fare,
dovranno attribuire a sé questo esempio.
Chi offre aiuto ai malvagi, dopo un momento soffre.
Un tale sollevò una biscia intirizzita dal gelo
e la scaldò in seno, egli pietoso contro di sé;
infatti, come fu ripresa, subito nocque all’uomo.
D’altra parte chiedendo questo motivo dell’azione,
rispose: “Perché nessuno impari ad aiutare i malvagi.”
La montagna partoriva, mandando giganteschi gemiti,
e nelle terre c’era una attesa massima.
Ma quella partorì un topo. Questo fu scritto per te,
che, mentre minacci grandi cose, combini nulla
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