Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DICB Milano Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano N. 32 | GIUGNO 2012 TENDENZE E ATTUALITÀ DELLA DISTRIBUZIONE EDILE Speciale Macchine e Attrezzature da Cantiere TRA TECNOLOGIA E SICUREZZA Dai limiti della crescita allo sviluppo sostenibile BRIANZA PLASTICA I nostri primi 50 anni Il fondatore dell’azienda Giuseppe Crippa ripercorre i 10 lustri di evoluzioni che hanno affermato l’azienda nel settore dei sistemi di isolamento per le coperture IL LEGNO CHE VIVE IN ARMONIA CON L’ AMBIENTE La linea legno all’acqua offre soluzioni protettive e decorative per tutti i manufatti in legno. Disponibile in una vasta gamma di tonalità. Una trasmittanza da record L’unico cupolino che è anche una finestra. Da VELUX l’unico cupolino con vetro piano interno bassoemissivo Uw = 0,72 W (m2K)*. Tutto il design, la tecnologia e la sicurezza delle finestre per tetti VELUX. 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Perché in questi anni sono cambiate anche le richieste stesse del mercato. Chi acquista è più consapevole e utilizza il web, chi vende deve adeguarsi. Senza dimenticare la maggiore attenzione ai temi dell’ambiente, l’efficienza energetica di città ed edifici: bisogna adeguarsi entro il 2020, secondo quanto chiede l’Europa. Insomma, la sfida mette al centro la particella «ri»: rivalutare, riusare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridurre, ringegnerizzare. È il momento di rinnovare, di rinnovarci, con un approccio smart, intelligente e innovativo. Il convegno di settembre sarà dedicato a questi temi, partendo dall’analisi congiunturale del mercato per affrontare il tema della distribuzione e delle prospettive future in relazione ai nuovi attori e ai nuovi consumatori. Sarà anche l’occasione per presentare, come lo scorso anno, i risultati del nuovo tavolo tecnico che YouTrade promuoverà nel corso dei prossimi mesi e che sarà concentrato sul tema del credito in rapporto alle necessità di rilancio economico delle costruzioni e del Paese. isti per la filiera consumatore 2.0 19 SETTEMBRE 2012 CENTRO CONGRESSI FIERA DI BERGAMO Via Lunga - presso Polo Fieristico - Bergamo in collaborazione con patrocini Installazione e Impianti Costruzioni main SPONSOR SPONSOR DISTRIBUZIONE L AT E R I Z I sistemi anticaduta dall’alto Tendenze e attualità della distribuzione edile BIO Pannello in fibra di legno per l’isolamento termico di tetti e pareti organo ufficiale associazione acal Anno 4 - Numero 32 - Giugno 2012 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. 0247761275 [email protected] - [email protected] Novità Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino [email protected] Consulente editoriale / Editor Consultant Francesca Negri [email protected] Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. 0247761275 - cell. 3401761951 [email protected] Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Umberto Anitori, Andrea Cammarata, Federico Della Puppa, Carlo Ezechieli, Gaia De Lorenzi, Giacomo Galli, Maria Lisieux, Ludovico Lucchi, Leda Martinelli, Sofia Marsigli, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Santina Muscarà, Brunella Orsini, Alessandra Tale, Nicola Zeni Armatura in fibra di vetro per rivestimenti edilizi Progetto grafico e impaginazione Graphic Design and Page layout Fabio Monauni Curcu & Genovese Associati s.r.l. - Trento Comitato Tecnico / Technical Committee Giampiero Abrate Umberto Bonazza Matteo Camillini Claudio Cammi Giovanni Carubelli Gilberto Castoldi Stefano Colombino Mario Cuc Fabrizio Di Luzio Daniele Ferrai Giovanni Pietro Grazioli Gianni Guidoccio Franco Nessi Andrea Veroni Novità ETAG 004 C.C.E. De Eccher Gruppo BigMat Cammi Edilpadana TopHaus Gruppo Uniedil Edilcuc Vemac Bauexpert Centredil Consorzio C.R.E. Eternedile - Iperedil Lino Veroni Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 Copia singola € 5,00 Per abbonarsi è sufficiente fare richiesta a [email protected] Spedizione in contrassegno Stampa / Printing C.P.M. Spa, Via Puccini, 64 - Casarile (MI) Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. 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Lgs. 196/2003. editoriale www.youtradeweb.com La lunga attesa dei project bond e D urante la Grande depressione del 1929, un economista di nome John Maynard Keynes elaborò la teoria secondo la quale per sostenere la domanda e uscire dalla crisi un governo doveva, tra l’altro, impegnarsi a investire in opere pubbliche. Al debito accumulato per compiere i lavori ci si sarebbe pensato dopo, una volta usciti dalla recessione. Keynes è tornato di moda. E così la crescita, come la fenice, dovrebbe risorgere dalle ceneri grazie a una cura a base di project bond per 4,3 miliardi. In sostanza, l’Europa ha convinto Angela Merkel che finanziare opere con un sistema misto pubblico-privato è una strada accettabile per rilanciare l’economia. Ma la verità è che non bisogna farsi illusioni. Intanto, non è detto che realizzare l’ennesima autostrada, traforo o linea ferroviaria sia davvero un toccasana per l’economia. In secondo luogo, la strada per giungere alla realizzazione delle opere è ancora lunga e, se anche tutto filerà senza intoppi, passeranno mesi, più probabilmente anni, prima che una pietra venga smossa. Vediamo perché. Dopo il via libera ai project bond da parte della Commissione di Bruxelles, bisognerà aspettare la metà di luglio per il voto del Parlamento europeo di Strasburgo. Solo dopo arriverà l’ok del Consiglio europeo. Ma, i passaggi non terminano qui. I project bond, infatti, saranno gestiti dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti, un organismo che permetterà di abbassare il rating delle obbligazioni emesse a fronte dei finanziamenti. La Bei affronterà il problema in agosto. A settembre, mentre l’autunno è alle porte, cominceranno ad affluire le richieste e saranno individuate le opere. Per l’Italia si parla, per esempio, della linea ferroviaria Vienna-Udine-VeneziaRavenna o della Napoli-Bari, del Porto di Trieste o della connessione via acqua tra Milano e Trieste. Tante belle idee che, presumibilmente, viaggeranno con la consueta celerità (si fa per dire) a cui siamo abituati. Qualche mese dopo arriverà il momento di valutarne la compatibilità finanziaria: i project bond, infatti, si basano sul principio che a finanziare le opere concorrano anche i privati, ammesso che si trovino. Compiuto il miracolo, sarà la volta dell’esame definitivo dei progetti e della successiva emissione dei bond con cui finanziare pro quota le opere. Difficile, a questo punto, fissare date o scadenze. Di sicuro, per far lavorare un po’ le grandi imprese di costruzioni passerà un bel po’ di tempo. In compenso, i project bond non serviranno per mettere in sicurezza gli edifici a rischio sismico e neppure per riqualificare le case già costruite, ma fuori norma o realizzate con standard obsoleti. Insomma, siamo proprio sicuri di averne bisogno? 7 l’econauta di Federico Mombarone Giornalista Il giorno più lungo del mattone I l termine D-Day è utilizzato dai militari americani per indicare il giorno in cui si deve compiere un attacco o un’operazione di guerra. Come nel famoso sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, quello che è passato alla storia come il giorno più lungo. D’ora in avanti, però, il termine D-Day servirà a segnare anche una svolta nei rapporti tra imprese e Stato italiano. È stato indicato così, infatti, l’appuntamento organizzato il 5 maggio (tra parentesi, anniversario della morte di Napoleone, uno che l’edilizia l’ha spinta alla grande) da Ance assieme a Confartigianato, Cna e associazioni delle cooperative, e con il consenso di Anci (comuni) e Upi (province). Il D-Day, però, non ha stabilito nessuno sbarco, nessun bombardamento, zero colpi di cannone. La battaglia che ha ingaggiato, infatti, è assolutamente legale e incruenta. Ma non per questo meno determinata. Una guerra allo Stato inadempiente che si riassume in un numero: 7.552. Cioè quante sono le imprese edili fallite negli ultimi tre anni. Certo, in questa decimazione la crisi dell’economia c’entra eccome. Eppure a spiegare la moria di aziende non bastano il credit crunch e i fantasiosi e mai decollati Piani casa. C’è, infatti, del dolo da parte dei governi che negli ultimi anni sono riusciti ad accumulare la fantastica cifra di 70 miliardi di lavori non pagati alle aziende. Mentre, naturalmente, non si può sgarrare un giorno nel pagare le tasse. Ed ecco perché il D-Day è stata l’occasione per annunciare una grande chiacchiere di condominio class action contro lo «Stato non pagatore». Operazione non semplice sul piano giuridico, ma che sul versante politico rappresenta un attacco vincente, almeno sul piano mediatico. Così a fronte di 19 miliardi di crediti non pagati (la parte di pertinenza dell’edilizia) e di un’attesa media che ha raggiunto gli otto mesi, con punte fino a due anni, il mondo delle costruzioni ha detto basta e ha preparato le citazioni in tribunale. E non si tratta di un semplice annuncio a effetto: l’Ance è scesa in campo dopo aver raccolto segnalazioni per 1 miliardo di euro dovuti ad aziende già in condizioni per fare un decreto ingiuntivo. Insomma, questa volta si fa sul serio. Chissà se sarà una guerra lampo o combattuta in trincea. di Umberto Anitori Ex segretario nazionale ANACI MODIFICA DEL CODICE DEL CONDOMINIO: NUOVO TESTO ADOTTATO DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA I l 23 maggio il Comitato ristretto della Commissione Giustizia della Camera ha approvato il nuovo testo base della riforma del Codice Civile in materia di condominio. Molte le novità: durata del mandato dell’amministratore portata a due anni; termine per l’approvazione del rendiconto, che deve essere di competenza, fissato in 180 giorni; istituzione presso ogni Ufficio provinciale dell’Agenzia del Territorio di un Repertorio dei condomini e dei rispettivi amministratori, nel quale dovranno essere annotati oltre al codice fiscale del condominio, le unità immobiliari che lo compongono con i relativi dati catastali, nonché la nomina e la cessazione dell’amministratore. Le modalità attuative 8 del repertorio dovranno essere approvate con provvedimento dell’Agenzia del Territorio entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. Una modifica che porterà notevoli cambiamenti nella vita condominiale è quella che prevede la perdita del diritto di voto in assemblea per i condomini che siano morosi da più di sei mesi. Altro intervento di notevole impatto specie nei piccoli condomini è quello che prevede l’obbligo di apertura di un conto corrente postale o bancario e di far transitare sullo stesso tutti i movimenti di denaro inerenti il condominio. Su precipua delibera dell’assemblea, l’amministratore dovrà fornire polizza fideiussoria con massimali non inferiori agli importi approvati nel preventivo, che ovviamente dovranno essere adeguati nel caso di lavori straordinari, e dovrà attivare un sito protetto da relativa password su cui i condomini potranno visionare sia i documenti che le situazioni contabili. Tante altre sono le innovazioni su cui torneremo successivamente, ma già oggi va rilevato come, mentre il Governo sta esaminando la possibilità di rendere obbligatoria una polizza che copra i rischi da terremoti per tutti gli immobili, il Parlamento non dispone nemmeno l’obbligatorietà della polizza di responsabilità civile per i condomini. Da sottolineare anche come non vengano fissati dei requisiti minimi per svolgere l’attività di amministratore di condominio. l’avvocato di Ludovico Lucchi del Foro di Milano e-mail [email protected] TRASFORMARE il balcone IN VERANDA L a trasformazione del proprio balcone in veranda non obbliga all’osservanza delle distanze prescritte dall’articolo 907 c.c. se la veranda coincide esattamente con l’area del balcone senza debordare dal suo perimetro, in modo da non limitare la veduta in avanti e a piombo del proprietario del balcone sovrastante. Ciò perché il codice civile non attribuisce al proprietario del balcone sovrastante il diritto di guardare, dalla soletta o dal parapetto del suo balcone, verso l’interno della sottostante proprietà. Quanto all’autorizzazione del condominio, la giurisprudenza consolidata ritiene che sia possibile trasformare un balcone o una terrazza in veranda, anche senza l’autorizzazione degli altri condomini o dell’amministratore, purchè la costruzione non arrechi danni all’estetica dell’edificio (che non va deturpata o danneggiata) e non provochi la violazione di norme igieniche o delle distanze legali. Poiché la veranda è considerata un nuovo locale autonomamente utilizzabile che difetta normalmente del carattere di precarietà trattandosi di opera destinata a durare nel tempo, ampliando così il godimento dell’immobile, sotto il profilo urbanistico la trasformazione di un balcone in veranda necessita del rilascio del permesso a costruire da parte delle autorità comunali. In particolare, la giurisprudenza ha affermato che la trasformazione di un balcone o di un terrazzino circondato da muri perimetrali in veranda, o di un terrapieno mediante chiusura con installazione di pannelli di vetro su intelaiatura metallica o altri elementi costruttivi, non costituisce intervento di manutenzione straordinaria né di restauro, ma è opera soggetta a permesso di costruire (in passato, a concessione edilizia). il futuro, adesso Tutti i mesi il punto e lE tendenze del mercato: ABBONATI! 10 numeri 48 euro tel. 02/47761275 l’informazione che fa la differenza 9 I FATTI NOSTRI di Roberto Anghinoni Giornalista L’ATTENZIONE COLLETTIVA ALL’OMBRA DEL D-DAY Mentre il settore delle costruzioni si appresta a ricevere una boccata di ossigeno dai recenti decreti del Governo, la distribuzione edile è alla ricerca di un mercato reale con cui confrontarsi con presupposti differenti dal passato N e abbiamo parlato sul numero di aprile di questa rivista, ma nel frattempo alle – per ora – irrisolte tempistiche dei pagamenti della Pubblica amministrazione si sono aggiunti un paio di mesi, che di fronte all’eternità sono poca cosa, ma diventano determinanti quando l’acqua è alla gola e, quel che è peggio, continua a salire. L’ha di nuovo sottolineato anche il presidente di ANCE Paolo Buzzetti lo scorso 15 maggio in occasione del “D-Day” delle Costruzioni”, una ricorrenza che per gli effetti sulle vicende umane è ormai seconda solo all’altro famoso “D-Day”, ovvero il giorno dello sbarco in Normandia. Circa una settimana dopo, il premier Mario Monti annuncia quattro Decreti che sbloccheranno 30 miliardi di Euro per il pagamento dei debiti alle imprese (in senso lato). L’ANCE stima che solo al settore delle costruzioni ne andrebbero 19 e si prepara a firmare i decreti ingiuntivi nei confronti dello Stato, se questa situazione di stallo non dovesse cessare. Nel suo intervento, peraltro, Buzzetti allontana l’ipotesi del baratto o di surrogati vari della liquidità: Bot, Cct e garanzie varie non li vogliamo, a noi serve il denaro contante. Monti, con una deliziosa mossa a sorpresa, offre una grossa mano al settore delle costruzioni, aumentando l’aliquota del bonus fiscale per le ristrutturazioni dall’attuale 36% al 50%. Finalmente qualcuno capisce quanto sia importante investire nell’edilizia per rilanciare l’economia. Ma fra i rarissimi aspetti positivi dei tempi che stiamo vivendo, l’attenzione collettiva è fra le novità emergenti. Suona un po’ come la chiusura della stalla quando i buoi 10 se ne sono già andati, ma almeno ci si pone il problema. Al di là della situazione economico- finanziaria del nostro paese che ci costringe a riflettere sul nostro modo di lavorare, al di là anche della situazione del nostro specifico settore che comunque mantiene le sue grandi potenzialità, solo fortemente limitate dalla mancanza di risorse (pensate all’Expo e al pesante ridimensionamento degli obiettivi anche infrastrutturali) è evidente che nei prossimi anni dovremo tutti ridefinire le nostre aspettative, anche se non necessariamente in negativo, e dipende da noi. Ma è anche vero che la nostra attività e il nostro modo di concepire l’impresa si devono poter misurare all’interno di una economia finalmente reale, oggi drasticamente orientata al cambiamento. Noi non possiamo che schierarci a fianco dell’ANCE per cercare di ottenere anche semplicemente ciò che ci è eticamente e commercialmente dovuto, ma il periodo che stiamo affrontando con così tanta difficoltà ci deve poter trasformare in soggetti economici nuovi, quindi tenacemente aggrappati alla realtà di un mercato diverso che premierà distributori diversi da quello che siamo stati per trent’anni. L’economia reale non è un problema, è un punto di riferimento certo. Non illude e non gioca brutti scherzi, perché è reale. Ecco dove l’attenzione collettiva (ai sintomi e alle mutazioni del mercato, alla definizione di una nuova professionalità, alla scelta dei partner, alla scelta dei clienti, alla gestione finanziaria, eccetera) diventa determinante, anzi vitale, perché contiene i presupposti per la nascita di un settore della distribuzione edile veramente nuovo e moderno, con il quale tutti ci auguriamo che il mercato reale si vorrà confrontare. Con la speranza che le recenti misure del governo riaccendano il lumicino della fiducia, anche questa collettiva. Per la ripresa della nostra economia vale più di ogni altra cosa, più del bonus fiscale, più del pagamento dei debiti, più di qualsiasi agevolazione. È la fiducia, in un mondo reale, che fa crescere l’economia delle nazioni. BigMat, specialmente per l’edilizia. Quando si tratta di edilizia, l’esperienza insegna che è meglio affidarsi a chi se ne intende davvero. Come BigMat, il Gruppo di distributori edili indipendenti leader in Italia e in Europa da più di 30 anni. Negli oltre 190 punti vendita BigMat presenti in tutta Italia trovi i prodotti delle migliori marche accuratamente selezionati, una gamma di servizi sempre al passo con i tempi e consulenza specifica sulle nuove tecnologie costruttive. Oltre a promozioni e offerte vantaggiose tutto l’anno. Passa agli specialisti, passa a BigMat. 18 Dai limiti della crescita allo sviluppo sostenibile Dal celebre “The limits of the growth” del 1972 al Rapporto Brundtland del 1987, quarant’anni di studi e analisi per costruire il nostro futuro giugno 2012 N. 32 14 LA tigre di carta UNA POLITICA ECONOMICA UNICA CHE NON C’è. UNA GUIDA ASSENTE. UNA STRATEGIA POCO CHIARA. ECCO I VIZI DI UN’EUROPA SULL’ORLO DI UNA CRISI (NON SOLO DI NERVI)… 22 NON SI BUTTA VIA NIENTE REFURBISHMENT: OVVERO GLI OGGETTI USATI, RICONDIZIONATI, MESSI NUOVAMENTE SUL MERCATO A PREZZI DAVVERO INTERESSANTI. UN FENOMENO IN ASCESA ANCHE IN ITALIA 24 FORMEDIL: QUANDO LA FORMAZIONE SOSTIENE L’EDILIZIA Davvero la formazione può essere la chiave per uscire da quest’impasse che attanaglia le imprese del mondo delle costruzioni? A rispondere è Massimo Calzoni, presidente di Formedil 26 TECNOLOGIA e SICUREZZA E SPECIALE MACCHINE IERE ATTREZZATURE da CANT 38 BRIANZA PLASTICA E I SUOI primi CINQUANT’ANNI 40 Con il progetto europeo Construction 21, L’edilizia fa il pieno di energia La piattaforma Construction 21 permetterà ai professionisti di accedere a informazioni e assistenza pratica dedicata alle prestazioni energetiche e ambientali 42 MOBILITà SOSTENIBILE Ecco le proposte della Comunità europea e di Legambiente 12 44 48 52 53 56 EDILIZIA ABITATIVA A -40% E RITARDI DEI PAGAMENTI IMPOSSIBILI BIM: La rappresentazione architettonica di nuova generazione COSA VOGLIONO GLI ARCHITETTI dai rivenditori? in 300 al cre cup QR CODE: UN QUADRATO APERTO SUL MONDO 60 COME RISPARMIARE CON IL MARKETING 2.0 61 IL CEMENTO COME SCULTURA 62 BASF: I SEGRETI E I PROGETTI PER CONTINUARE A CRESCERE 64 CHEMXCHANGE, IL PROGETTO pER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI EDILI 68 70 MERCATI ESTERI E GREEN ECONOMY LA CASA DI ENZO FERRARI DIVENTA MUSEo 72 YOUBOOK 73 INTERNATIONAL 74 NEWS DALLA RETE 75 zapping 77 hi tech 78 WROOM 79 ON THE ROAD 80 QUESTIONI DI GOLA LA TIGRE DI CARTA 14 - youprimopiano UNA POLITICA ECONOMICA UNICA CHE NON C’è. UNA GUIDA ASSENTE. UNA STRATEGIA POCO CHIARA. ECCO I VIZI DI UN’EUROPA SULL’ORLO DI UNA CRISI (NON SOLO DI NERVI)… di Federico Mombarone «Q uante divisioni ha il Papa?», chiedeva ironicamente Giuseppe Stalin. Come dire: senza la vera forza non si conta nulla. Il dittatore si sbagliava: il Vaticano è ancora lì, seppure con qualche problemuccio, mentre l’Urss non esiste più. Eppure, chissà se tra qualche anno gli storici potranno fare la stessa constatazione a proposito dell’Unione Europea. Perché in Cina, Russia e, soprattutto, Stati Uniti, la domanda che aleggia di fronte alla crisi dell’eurozona è più o meno la stessa: quante divisioni ha vecchia Europa? Anche se, in questo caso, il riferimento non è ad artiglieria e aviazione, ma alla potenza dell’economia. Nell’attesa di misurare la capacità di fuoco di Bruxelles, la convinzione che l’Europa sia una tigre di carta spinge la speculazione all’attacco. Insomma, se l’economia va a catafascio è anche perché il Vecchio continente appare come un budino in cui affondare il coltello. Senza una guida, senza una strategia chiara, senza un’economia davvero unica e con una banca centrale ad autonomia limitata. Che lo scetticismo dilaghi lo dimostrano le opinione espresse negli ultimi mesi da quelli che sono i policy maker, cioè i guru capaci di indirizzare le decisioni dei governanti e di influenzare l’onda degli investimenti. Loro fanno i teorici, mentre le grandi banche d’affari operano sui mercati facendo schizzare gli spread. Le critiche, in ogni caso, arrivano da Est come da Ovest. Con un denominatore comune: sono drastiche. «Le possibili soluzioni richiedono un significativo ridimensionamento del tenore di vita per molti Paesi dell’Europa meridionale e radicali riforme del suo mercato del lavoro. Entrambi questi obiettivi hanno come presupposto il consenso e la collaborazione di cittadini, al momento assenti», ha sentenziato l’economista cinese Andy Xie. Come dire: siete incurabili e destinati al declino. D’altra parte, il caso Grecia dimostra che non si può dare tutti i torti ai critici. Dopotutto, che l’Europa sia una casa senza un capofamiglia e che l’Italia sia la figlia che ha contratto una montagna di debiti è la pura verità. L’America cresce e produce occupazione, ha tassi di interesse bassi e gode delle misure di stimolo dell’economia. L’Europa, invece, è ferma. Anzi, è vista come una minaccia per il resto del mondo. Il fatto curioso è, però, che gli youprimopiano - 15 Mario Monti con Barack Obama antieuropei accusano i governanti della Ue per motivi opposti. In sintesi, c’è chi sostiene che andrebbero decisi tagli ancora più drastici alla spesa e chi, al contrario, se la prende con gli europei perché badano troppo ai conti pubblici invece di investire in opere infrastrutturali per rilanciare l’economia. Tra questi ultimi, seppure con la dovuta diplomazia, c’è anche il presidente degli Usa, Barack Obama, che si è sentito il dovere di strigliare i leader europei per spingerli ad Paul Krugman 16 - youprimopiano adottare politiche di crescita. Gli economisti sono più espliciti e puntano il dito sul rigore tedesco, visto come un freno al finanziamento di opere che potrebbero riavviare l’economia. «Non è da oggi che la Germania detta legge, già nel ‘92 ha finanziato l’unificazione sulle spalle degli altri Paesi europei. Oggi continua a sbagliare», è la tesi di Dominick Salvatore, preside della facoltà di Economia della Fordham University. Sul fronte opposto, quello degli ultraliberisti, c’è Martin Feldstein, professore a Harvard e una delle voci più autorevoli tra i conservatori americani: «Quella dell’euro è una costruzione squilibrata. I conflitti ci sono stati e continueranno perché politiche e interessi economici restano divergenti. Anche se probabilmente alla fine la moneta unica non crollerà, perché sarebbe troppo costoso». I più feroci nemici dell’Unione Europea sono, infatti, i repubblicani Usa. Jim DeMint, senatore della South Carolina, per esempio, qualche mese fa è arrivato a raccogliere firme tra i colleghi del Congresso per ritirare 100 miliardi di dollari di contributi americani al Fondo monetario internazionale con l’obiettivo di bloccare eventuali prestiti all’area euro in crisi. Ma il pessimismo la fa da padrone anche sulla sponda liberal, che vede come portabandiera il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, secondo cui l’Europa si sta semplicemente suicidando: «I governi europei hanno raddoppiato le loro politiche fallimentari e sta diventando sempre più difficile credere in un’inversione di rotta», spiega. Nel mirino di Krugman ci sono le politiche di tagli di bilancio a tutti i costi: «L’Europa ha avuto una lunga esperienza con programmi di austerità ed il risultato è esattamente ciò che i manuali avevano previsto: questi programmi spingono le economie depresse ancora di più verso il basso». In mezzo a tanti scettici, però, c’è anche chi nonostante tutto è ottimista per il futuro. Come Fred Bergsten, stimato economista del Peterson Institute for International Economics di Washington: «L’Europa ce la farà, lo scetticismo dell’America sull’euro è infondato o quanto meno eccessivo», ha spiegato al Congresso Usa. «I tedeschi pagheranno quello che è necessario perché hanno un interesse profondo non solo a mantenere in vita l’eurozona, ma a rafforzarla. Per ragioni geopolitiche e morali, la loro responsabilità nel tenere insieme l’Europa ed evitare che la Germania faccia un percorso a ritroso nella sua storia, ma soprattutto per interesse economico. La Germania è il Paese col più grande surplus commerciale del mondo e, nonostante ciò, grazie all’euro ha una valuta debole: è una combinazione perfetta». Speriamo che abbia ragione lui. 87magenta.it I NOSTRI PRODOTTI PER I VOSTRI IMPIANTI FOTOVOLTAICI Recinzioni seguici: Cancelli Grigliato per passerelle Grigliato protezione anticaduta Via E. Majorana, 13 31025 S. Lucia di Piave (Tv) Italy Tel +39 0438.450850 Fax +39 0438.450811 w w w.grigliatibaldassar.com - [email protected] Scale di sicurezza Dai limiti della crescita allo sviluppo sostenibile Dal celebre “The limits of the growth” del 1972 al Rapporto Brundtland del 1987, quarant’anni di studi e analisi per costruire il nostro futuro di Federico Della Puppa I l 2012 è un anno di anniversari importanti. Esattamente quarant’anni fa, nel 1972, usciva “The limits of the growth”, il celebre rapporto del MIT di Boston sui limiti della crescita economica. Venticinque anni fa, nel 1987, fu la volta di “Our common future”, altrimenti noto come “Rapporto Brundtland”, nel quale venne introdotto per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile. In occasione di questi anniversari è interessante provare a fare il punto della situazione, per capire quali insegnamenti questi studi ancora 18 - youprimopiano oggi forniscono al mondo sociale ed economico e quali prospettive è possibile individuare nell’attuale scenario di crisi economica e dell’edilizia in particolare. Quando il Club di Roma – la famosa associazione non governativa e non profit fondata dall’imprenditore italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, che coinvolgeva numerosi scienziati, economisti, imprenditori, ma anche attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici e capi di stato di tutti e cinque i continenti – affidò al MIT di Boston il compito di studiare i limiti della crescita economica, si era agli albori dell’informatica e della possibilità di utilizzare la tecnologia per studiare l’interazione complessa dei fenomeni economici e ambientali. Il MIT, grazie ad un gruppo di giovani ricercatori trentenni (tra cui vanno ricordati soprattutto Donella Meadows, Dennis Meadows e Jørgen Randers) mise a punto una simulazione al computer per studiare l’interazione tra popolazione, crescita industriale e limiti degli ecosistemi. Il lavoro riprendeva e ampliava quanto presentato dagli stessi autori poco tempo prima nel libro “Dynamics of Growth in a Finite World”. In sostanza, era la prima volta che nel mondo moderno e nel pieno della crescita industriale mondiale post seconda guerra mondiale si introduceva il concetto di limite e di finitezza delle risorse. Fino a quel momento, infatti, si era creduto che la crescita economica potesse avere una dinamica infinita, anche se nel 1966 Kenneth Boulding aveva ben illustrato come il mondo moderno dovesse fare i conti con il concetto di limite, da lui esemplificato nel famoso saggio “The Economics of the Coming Spaceship youprimopiano - 19 Earth”, nel quale metteva a confronto l’economia del cowboy, con le frontiere spostate continuamente e risorse praticamente infinite, con l’economia dell’astronauta, che al contrario nella navicella spaziale per sopravvivere deve risparmiare su ogni cosa e riciclare quanto più possibile. L’intuizione di Peccei e del Club di Roma, fu di mettere al centro della discussione questi temi e di provare a utilizzare la migliore tecnologia a disposizione del MIT di Boston per indagare le conseguenze dello sviluppo economico. Il risultato fu che “I limiti dello sviluppo”, maldestra traduzione italiana che confonde crescita e sviluppo, divenne non solo un punto di svolta nelle analisi economiche, ma anche un fortunato bestseller. Il punto di partenza del ragionamento di Meadows e degli altri ricercatori è molto semplice e ben delineato in una sua famosa intervista: “se siete un genitore, e avete un bambino, allora sarete entusiasti se nei suoi primi 18 o 20 anni di vita il bimbo diventa più grande, cioè cresce fisicamente. È persino una fonte di felicità se vostro figlio cresce molto velocemente. Ma dopo circa 18 o 20 anni non vorrete che vostro figlio cresca ancora; vorrete che vostro figlio si sviluppi, diventi più saggio, impari lingue straniere, impari ad avere importanti relazioni sentimentali, ad essere un buon genitore e così via. Dopo 18 o 20 anni, se vostro figlio continuasse a crescere, diventando alto due, tre o quattro metri sareste davvero in imbarazzo, e sareste davvero preoccupati. La gente sarebbe meravigliata e addirittura ne riderebbe. Sfortunatamente, in economia, non abbiamo fatto questa distinzione. C’era un tempo in cui per i paesi del ricco occidente era molto utile avere una espansione fisica, con capitali in aumento, forte uso di energia, consumo di materiali, sempre più edifici e così via. Ma quel periodo è passato da molto tempo. Sfortunatamente abbiamo preso l’abitudine di prendere azioni che provocano una crescita fisica, e continuiamo a tenere questa abitudine”. Lo sguardo verso il futuro dei tre giovani scienziati del MIT di Boston mostrò per la prima volta al mondo le conseguenze della crescita incontrollata su un pianeta dalle 20 - youprimopiano risorse non infinite. Ovviamente lo studio ebbe molte critiche da parte dell’establishment economicofinanziario, ma negli ultimi decenni si è compreso come la crescita infinita non sia un concetto economico praticabile, anche se, a detta di Meadows, rimangono alcune “credenze popolari”, che oggi lui sintetizza in questo modo: negli anni ‘70 l’idea era che non ci fossero limiti; negli anni ‘80 che vi fossero, ma in un lontano futuro; negli anni ‘90 si prende coscienza dell’esistenza dei limiti ma sono ritenuti irrilevanti perchè possono essere gestiti dal mercato; negli anni 2000 si percepisce che i limiti sono prossimi e il mercato non è adeguato, ma si confida nella tecnologia che permetterà di superarli. La crisi economica, paradossalmente, pone oggi tutti di fronte al concetto di limite in modo molto più profondo e strutturale di quanto le precedenti crisi economiche abbiano potuto e saputo fare, dallo shock petrolifero del 1973 alle crisi degli anni ’80 e ’90. Tutte crisi veloci, parziali e superate in fretta, al contrario di quella attuale, che è globale e di lungo periodo. Da dove partire, o ripartire, dunque, per costruire un futuro di sviluppo e non di crescita? Dobbiamo farci aiutare da altri anniversari. Nel 1992, esattamente trent’anni dopo, gli stessi ricercatori del MIT, utilizzando strumenti informatici ancora più sofisticati e dati statistici molto più approfonditi, tornarono sulla questione e lanciarono un ulteriore grido di allarme, mettendo in guardia sugli effetti devastanti dell’azione umana sul clima, la qualità delle acque, la biodiversità e su tutte le altre risorse naturali. Questo studio seguì, a distanza di cinque anni, un altro fondamentale rapporto, “Our Common Future“ del 1987, noto come Rapporto Brundtland. Fu l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ad affidare alla Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development, WCED), la redazione di un rapporto sulla situazione mondiale dell’ambiente e dello sviluppo. Lo studio prese il nome del primo ministro norvegese Gro Harlem Brundtland, che presiedeva la Commissione e venne presentato il 4 agosto del 1987. Questo documento, dal punto di vista economico e politico, arriverà laddove lo studio del MIT non arrivava, ovvero a proporre un modello di sviluppo diverso e introdurre questo concetto e questo modello nelle politiche di sviluppo dei diversi governi. Il concetto è quello dello sviluppo sostenibile. Cinque anni dopo, nel 1992 (altro anniversario) la Conferenza ONU di Rio de Janeiro sancì l’esigenza di rendere compatibili lo sviluppo economico e la tutela ambientale. Il Rapporto Brundtland aveva raggiunto il suo scopo. Da quel momento in poi il concetto di sviluppo sostenibile ha prodotto moltissime modifiche nelle normative internazionali e nazionali destinate a conciliare sviluppo economico e ambiente. Ma una delle peculiarità del Rapporto è che non pone al centro dell’attenzione l’ambiente, quanto la possibilità delle generazioni future di poter soddisfare i propri bisogni. Sposta cioè sul futuro la visione dello sviluppo e indica la necessità di conciliare le esigenze con quelle future. Non pone dunque rigidi canoni, ma indica una strada, traccia una direzione per lo sviluppo, ponendo l’accento sulle esigenze delle generazioni future e dunque sui risvolti sociali che le decisioni di crescita comportano, ovvero sugli impatti che generano. È una svolta epocale nel pensiero ecomomico e non solo ambientalista, perché da quel momento in poi si sviluppano numerosi campi di azione e di investimento orientati alla produzione di prodotti e processi produttivi, nonché di modi di consumo, sostenibili. Tuttavia, come ben noto, questi cambiamenti sono sempre molto lenti e avvengono solo in alcuni settori della società oppure in alcune nazioni, quelle più sviluppate, nelle quali il senso del limite è stato raggiunto e compreso. La novità è che, a quarant’anni da Meadows e a venticinque da Brundtland, oggi la crisi velocizza e amplifica queste esigenze. Anzi, è proprio la crisi economica e produttiva che evidenzia la necessità di promuovere investimenti e azioni di innovazione al fine di perseguire un nuovo sviluppo economico che non sia basato solo ed esclusivamente sulla crescita, ma che ponga proprio la questione dello “sviluppo” al centro del processo produttivo. Per il mondo dell’edilizia e delle costruzioni è una vera svolta epocale, strutturale, profonda, che deve modificare sostanzialmente i modelli di intervento e le modalità di investimento sul territorio. L’Italia è una delle nazioni più urbanizzate ed edificate d’Europa e del mondo. Se escludiamo le zone montane, abbiamo consumato il 25% del nostro territorio, con punte del 40% e del 50%. Abbiamo costruito la crescita delle città espandendole e non sviluppandole dentri i confini e i limiti delle città stesse. Abbiamo creato conurbazioni urbane che oggi sono inefficienti nella gestione dei flussi della mobilità e inefficaci nel creare qualità della vita. Abbiamo edificato città diffuse estese, come se il nostro territorio fosse terra di conquista per i cowboy del mattone. La crisi può aiutare a comprendere che quel modello di “sviluppo” non è più adatto, adeguato, non è più possibile perseguirlo. È sulla rigenerazione urbana, sul riuso del territorio, sulla riqualificazione dell’edificato (in Italia costituito da edifici eccessivamente energivori) che possiamo costruire il nostro futuro. Il nostro comune futuro è lì: dobbiamo saperlo cogliere grazie alla capacità di innovazione delle nostre imprese e soprattutto concentrando l’attenzione più sui processi che sui prodotti. Perché è nei processi che si generano efficienza delle risposte ed efficacia delle soluzioni. Dobbiamo imparare a gestire i processi. E la crisi, altro non è, che un processo da affrontare secondo un’ottica di rinnovamento imprenditoriale che deve guardare alla sostenibilità come unico e solo motore dello sviluppo futuro. Brundtland docet. NON SI BUTTA VIA NIENTE APPLICATO NON SOLO IN CUCINA, IL MOTTO TORNA OGGI ALLA RIBALTA E SI DÀ UN PO’ DI TONO FACENDOSI CHIAMARE REFURBISHMENT. OVVERO GLI OGGETTI USATI, RICONDIZIONATI, MESSI NUOVAMENTE SUL MERCATO A PREZZI DAVVERO INTERESSANTI. UN FENOMENO IN ASCESA ANCHE IN ITALIA di Veronica Monaco R efurbished, ricondizionati, rigenerati. Chiamateli come volete, ma sono una delle nuove frontiere del mercato, una schiera di oggetti usati e abbandonati, rimessi a nuovo e venduti a prezzi inferiori del 20-30%, o anche più. Basta fare un giro nella sezione “factory refurbished” del sito di e-commerce Amazon.com, per 22 - youprimopiano scoprire l’enorme quantità di oggetti che è possibile ricondizionare: rasoi elettrici, computer, consolle, televisori, macchine fotografiche, cellulari e tablet, aspirapolveri, macchine del caffè, orologi, ma anche trapani, tassellatrici, taglierine, levigatrici, compressori e ogni sorta di attrezzatura per lavori manuali. L’idea è vincente, e molte imprese hanno colto l’occasione per lanciarsi nel nuovo business, complici la crisi, consumatori in cerca di soluzioni sempre più a buon mercato e un’attenzione generale verso l’utilizzo più razionale delle risorse e la riduzione dell’impatto sull’ambiente. Basti pensare che, solo negli Stati Uniti, il settore dei prodotti refurbished nel 2011 ha dato lavoro a 500mila persone, per un giro di affari pari a 100 miliardi di dollari annui. Solo per fare alcuni nomi, Motorola, Bosch, Electrolux in America, Apple anche in Italia, hanno creato specifiche divisioni dedicate al ricondizionamento dei loro prodotti, che vengono rigenerati in fabbrica e reintrodotti sul mercato, “come nuovi” e garantiti. Nel caso del factory refurbishment (“ricondizionamento industriale”), il meccanismo è semplice: il cliente consegna al rivenditore l’oggetto che non utilizza più, che a sua volta lo rende al produttore. Il produttore esegue ispezioni tecniche sul prodotto e, se necessario, lo ripara con componenti nuove, lo testa e infine lo inserisce nuovamente sul mercato, soprattutto attraverso canali di e-commerce. Oltre al refurbishment industriale, ci sono poi tutta una serie di attività artigianali o di piccolemedie imprese che si dedicano a questa attività, riparando, sostituendo, rigenerando oggetti più svariati, dalle biciclette ai cellulari, dai computer ai vestiti. Quello che conta, alla fine, è sempre il rapporto tra il valore d’uso residuo del prodotto, che ne determina il valore economico, e il costo del suo ricondizionamento. E in Italia? Anche nel nostro Paese, l’interesse per questa nuova realtà commerciale è altissimo, tanto che appena due mesi fa è nato Ri-Store, il primo portale di re-commerce d’Europa che propone prodotti ricondizionati e garantiti. «L’idea è semplice – scrivono sul portale – se l’automobile usata ha un valore, perché non dovrebbero averlo anche telefoni cellulari e personal computer con due anni di vita, o un passeggino per bambini usato solo tre mesi? Perché non recuperare questo valore, risparmiando i nostri soldi e le risorse di questo pianeta?» Una domanda legittima che si sono posti anche Daniele Badiali e Gian Marco Varco della Algotech di Cologno Monzese, in provincia di Milano, che dal 2004 importa pc dismessi da tutta Europa e li rimette a nuovo, con aggiornamenti software e periferiche. O Jacopo e Valerio Borgato, appena 18 e 23 anni, che hanno attrezzato la loro cantina come officina ciclistica, revisionando e riparando biciclette (Recicli). O ancora Silvia Ingravallo del Baby Bazar a Sesto San Giovanni, specializzato – come suggerisce il nome – in articoli per l’infanzia, Gerardo Taglianetti di Celluvale, il primo servizio online in Italia per la vendita e riparazione di cellulari non funzionanti e l’acquisto di cellulari ricondizionati, Daniele Vitali di Punto Vespa, i toscani di Rewind Selection che realizza borse e accessori con le vele usate. Le idee dunque non mancano, e abbracciano i più disparati settori. L’unica nota dolente del mercato dei prodotti rigenerati è l’assenza finora di una legislazione adeguata in termini di garanzia. La questione è abbastanza complicata. Secondo il Codice del consumo, infatti, in caso di difetto di conformità di un prodotto nuovo, il venditore è responsabile entro due anni dalla consegna del bene (art. 130). Per i prodotti usati, e solo se chiaramente indicato dal venditore, questa garanzia può invece scendere fino a un anno. Quindi, nel caso dei prodotti ricondizionati, se il venditore non spiega che si tratta di un prodotto usato, si dovrebbe applicare la normativa generale che prevede il periodo di due anni dalla data d’acquisto. Molti venditori, però, si fermano anche a 6 o a 3 mesi. Inoltre, soprattutto per oggetti elettronici come cellulari, tablet, o computer, non è ancora chiaro se la garanzia minima debba essere estesa a tutto il prodotto o solo alla parte sostituita. A questo proposito, la legge italiana non si esprime, mentre da Bruxelles stanno lavorando per colmare questo vuoto legislativo. Vedremo. youprimopiano - 23 Davvero la formazione può essere la chiave per uscire da quest’impasse che attanaglia le imprese del mondo delle costruzioni? A rispondere è Massimo Calzoni, presidente di Formedil FORMEDIL: QUANDO LA FORMAZIONE SOSTIENE L’EDILIZIA di Sofia Marsigli È da tempo ormai che si sente parlare di formazione come motore per la ripresa economica. Perché per ricominciare occorre prepararsi anziché rimanere immobili a crogiolarsi nell’attesa che le cose tornino a girare nel verso giusto. Ma davvero, in edilizia, la formazione può essere la chiave per uscire da quest’impasse che attanaglia le imprese? «La formazione in edilizia è uno degli elementi che oggi ci fa dire 24 - youprimopiano che il nostro settore è all’avanguardia per quanto riguarda la tutela della salute dei lavoratori, degli interessi delle imprese e del buon impiego lavorativo – afferma Massimo Calzoni, presidente di Formedil – e rappresenta un forte sostegno che gli altri settori non hanno. Tuttavia non credo sia corretto considerare la formazione il motore primo della ripresa, ma un motore ausiliario, un elemento di supporto di fronte a condizioni prevalenti, prima tra tutte la disponibilità di posti di lavoro». Di fatto il principale problema da superare riguarda la diffusa mancanza di occasioni di lavoro, FORMAZIONE ROSA PER L’EDILIZIA Da quanto emerge dal Rapporto Formedil curato dal Cresme, sono le donne ad aver dato maggior soddisfazione nella formazione in edilizia, passando dalle 5mila/6mila presenze del 2009 e del 2010 a ben 15mila nel 2011. Inoltre il 2011 ha visto la più alta partecipazione degli ultimi anni ai corsi con 142.357 allievi, di cui più di 116mila operai e 23mila tecnici. In totale il triennio della crisi ha formato più di 385mila allievi, confermando i segnali di crescita del settore formativo. che alimenta anche la concorrenza sleale: «Ci sono aziende che si comportano correttamente e altre che si comportano meno correttamente – mette in guardia Calzoni – e una maggior sicurezza di occasioni lavorative di certo scongiurerebbe questa situazione. Altro elemento a sfavore del mondo formativo – continua il presidente - sono i finanziamenti a pioggia offerti dalle Regioni, che però non tengono conto della qualità della formazione che si effettua. Oppure ci sono realtà private o associative che cercano finanziamenti per auto-sostenersi, senza realizzare, in realtà, una formazione professionale seria». Di contro il sistema delle scuole edili del settore mette a disposizione circa 100 milioni di euro all’anno per assicurare la preparazione necessaria a chi opera in cantiere. Infatti, lavorando in sedi diverse i rischi sono tantissimi, soprattutto nell’ambito di grandi lavori infrastrutturali, e la manodopera deve essere preparata al meglio. A maggior ragione quando le nuove generazioni prendono il posto delle vecchie, o quando a cambiare sono anche, come avviene regolarmente, attrezzature e macchinari, sempre più tecnologicamente avanzati. «È da oltre due anni che teniamo conto della trasformazione dei sistemi costruttivi in atto – attesta Calzoni –, e anche se la responsabilità della sicurezza in cantiere è attribuita unicamente all’impresa, esistono organizzazioni appartenenti a determinati settori edili che hanno stipulato con noi protocolli specifici per l’utilizzo di macchinari particolari. Il primo protocollo, per esempio, lo abbiamo realizzato con l’Aif, l’Associazione delle imprese italiane che si occupano di fondazioni speciali e che operano nel settore del consolidamento dei terreni, delle sottofondazioni e della costruzione di gallerie. Abbiamo collaborato anche Massimo Calzoni con l’Aideco, l’Associazione italiana della demolizione controllata, le cui imprese utilizzano mezzi di recente produzione e, ancora, con l’Anima, la Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine». A quanto pare le iniziative per rimanere al passo coi tempi non mancano e tra le proposte che Calzoni ha ultimamente avanzato ad Ascomac, la Federazione nazionale commercio macchine, vi è quella di riuscire a realizzare un tipo di formazione specifica per ogni macchina di una determinata marca «perché le novità produttive aumentano anno dopo anno e sarebbe interessante poter mettere a disposizione dell’acquirente una sorta di bonus per l’effettuazione della formazione specifica riguardante il prodotto acquistato». Oltre alla formazione in sé, è importante l’attività di servizio complessiva che questa offre: «Noi abbiamo varato un progetto di forza lavoro che consente di attuare la massima impiegabilità possibile, favorendo l’incontro tra lavoratori e imprese – spiega Calzoni –. In pratica non creiamo posti di lavoro ma l’opportunità di orientarsi in un vasto mercato, offrendo un vero e proprio servizio». Il ruolo delle scuole edili diviene sempre più articolato e Formedil, sulla base del nuovo contratto di lavoro stipulato nel 2008, ha varato un processo di riconversione del sistema formativo edile: «Non prevediamo più una formazione a bando, che a nostro avviso non è sempre utile, ma abbiamo incentrato l’attività delle nostre scuole edili su una serie di progetti strutturali con format nazionale. I principali riguardano l’apprendistato – entra nello specifico il presidente –; il progetto Mics 16oreprima, cioè le 16 ore preventive l’assunzione volte a garantire la capacità professionale minima e la conoscenza degli elementi di base a persone che si affacciano per la prima volta al mondo edile; i moduli integrati per costruire in sicurezza, tra cui l’attribuzione dei patentini per la conduzione di macchine complesse; il progetto inerente la banca dati della formazione, che prevede il libretto formativo per il lavoratore e il registro formativo per l’impresa, in modo che le competenze di ciascun operatore siano registrate elettronicamente a livello nazionale». Motore o no, la formazione in edilizia procede con passi da gigante e la strada tracciata appare più che virtuosa. Tabella di sintesi rapporto Formedil 2012 Corsi Ore formative Allievi Di cui operai Di cui tecnici di cui rappresentanza Di cui stranieri Di cui donne 2009 10.633 413.759 126.121 100.406 21.117 4.598 28.063 5.917 2010 10.335 386.287 116.734 94.230 19.977 2.527 26.668 5.387 2011 11.845 399.616 142.357 116.539 23.180 2.638 29.665 14.825 Totale 32.813 1.199.662 385.212 311.175 64.274 9.763 84.396 26.129 Fonte: Rapporto Formedil 2012 youprimopiano - 25 TECNOLOGIA e SICUREZZA a CANTIERE TURE d A Z Z TTRE A E INE H IALE MACC SPEC LE NUOVE TECNOLOGIE AVANZANO SEMPRE PIù NEI CANTIERI: QUALI PROBLEMI O NOVITà COMPORTANO A LIVELLO DI SISTEMI COSTRUTTIVI E SICUREZZA? LO CHIEDIAMO AGLI ATTORI DEL SETTORE di Sofia Marsigli A ltroché cantieri di una volta. Se i piccoli strumenti elettrici hanno preso da tempo il posto dei vecchi e utili chiodo e martello, la tendenza delle macchine da cantiere è quella di proporre, anno dopo anno, soluzioni specifiche e diversificate. «Tutti i comparti dell’edilizia hanno visto la presenza sempre più imponente di macchine volte a migliorare la capacità di esecuzione dei lavori da parte degli operatori, in nome di risultati più rapidi, affidabili e di qualità e di un servizio sempre più qualificato – afferma Paolo Pianigiani, direttore marketing di Imer International –. Ma a livello di volumi – continua – la piccola, vecchia e amata betoniera è sempre il numero uno tra gli attrezzi più richiesti». Ciò non toglie nulla, ovviamente, alla Paolo Pianigiani crescita delle 26 - youSPECIAL tecnologie e di settori particolari che decollano nonostante la crisi: «Tutto quel che serve al ripristino di opere murarie di manutenzione straordinaria e ordinaria o alla sostituzione di impianti elettrici e sanitari è in crescita grazie all’attenzione verso il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti alternative e la riqualificazione degli edifici», sostiene Pianigiani. Una sfida è senz’altro la capacità di costruire macchine complesse ma allo stesso tempo assolutamente semplici da usare, in grado di migliorare anche i livelli di sicurezza degli operatori, «livelli che già stanno aumentando – attesta il direttore – a fronte dei nuovi decreti legislativi, dei maggiori controlli previsti nei cantieri e dell’introduzione dei patentini per gli operatori». Tra le tecnologie in crescita «ci sono quelle inerenti l’applicazione di materiali più complessi e il taglio dei materiali in generale», dichiara Pianigiani, al quale fa subito eco Vichi Montoli, amministratore unico di Brevetti Montolit: «Ormai diverse aziende in Italia producono lastre che arrivano a misurare fino a più di tre metri ma con spessori sottili, per le quali abbiamo pensato a specifiche macchine tagliapiastrelle». Vichi Montoli Non è più necessario usare graniti, marmi e lastre che pesano tonnellate: con la ceramica si possono creare effetti ottici originali e può essere applicata con facilità su vecchi pavimenti. «Oltre alla tagliapiastrelle – specifica Montoli – esistono una serie di prodotti e attrezzature adatte alle nuove dimensioni che rappresentano una novità sul mercato». E per quanto riguarda la sicurezza? Non sarà che l’avvento di nuovi prodotti e nuove pose porti ulteriori rischi per la mancanza di conoscenza da parte degli operatori? «In realtà il nostro intervento in cantiere inizia quando le situazioni a rischio sono già avvenute – risponde Montoli –, ma forse un aspetto che oggi viene ancora preso poco in considerazione per i piastrellisti è quello legato all’ergonomia. Le posizioni e le posture di lavoro infatti vengono sottovalutate con il conseguente insorgere di malattie professionali che potrebbero essere evitate avendo maggior attenzione. È per questo che noi proponiamo da tempo supporti, tavolini e altre soluzioni per agevolare il lavoro degli operatori». Non è detto, però, «che tutti i settori appartenenti all’attuale parco macchine e attrezzature in cantiere siano all’avanguardia per sicurezza e nuovi sistemi costruttivi - fa notare Alberto Damiani, titolare dell’impresa Damiani Costruzioni –. Si ricorre con Alberto Damiani frequenza all’utilizzo di componenti prefabbricati sia dal punto di vista delle strutture che delle finiture, quindi la fase del montaggio è molto delicata in termini di dispositivi di protezione e linee vita provvisorie che consentano agli operai di poter procedere in sicurezza. Ma i moderni sistemi di casseratura sono studiati nei minimi dettagli – rassicura il titolare -. I problemi più complessi si hanno in sede di ristrutturazione quando si effettuano demolizioni importanti in strutture esistenti, per le quali è necessario avere a disposizione sistemi di puntellazione flessibili». Anche per i sollevatori, dalle gru ai semimoventi, le gamme sono in aumento ed è possibile raggiungere tutte le altezze necessarie in condizioni di sicurezza: «Un carro elevatore o una gru edile acquistati oggi hanno caratteristiche completamente diverse rispetto a quelli acquistati cinque anni fa, anche dal punto di vista del minor consumo energetico», dichiara Damiani, dando l’idea della velocità di evoluzione del settore. Rispetto a prima, le nuove macchine a basso consumo semplificano i lavori in condizioni in cui la fornitura di energia elettrica è difficoltosa, e i nuovi sollevatori telescopici a braccio sviluppabile consentono, in fase di ristrutturazione, di raggiungere gli angoli meno accessibili del cantiere. Anche Fassi Gru da qualche anno propone gru più leggere e per la seconda parte del 2012 prevede «l’introduzione di gru leggere con articolazioni tra colonna e braccio primario e tra braccio primario e secondario, rendendo l’offerta più versatile e performante per l’uso in spazi stretti – spiega Silvio Chiapusso, responsabile comunicazione Fassi Gru –. Il modello F1950RA, lanciato nella seconda parte del 2011 ed entrato a tutti gli effetti nel mercato quest’anno Silvio Chiapusso youSPECIAL - 27 come top di gamma, rientra nella classe delle 195 tonnellate/metro come capacità di sollevamento, facendo concorrenza alle autogru». Concorrenza giustificata dal fatto che le autogru hanno un prezzo superiore e necessitano dei permessi per circolare, «mentre la nostra gru articolata non è allestita su mezzi a circolazione limitata e si presta a lavorare in spazi ristretti», sottolinea Chiapusso. Con le nuove normative europee le gru articolate hanno l’obbligo di avere sistemi di stabilità che ne garantiscano la sicurezza: «Noi avevamo già provveduto a inserire l’elettronica a bordo macchina – informa Chiapusso – così ci siamo adeguati velocemente alle nuove leggi». Nonostante i grandi passi in tema di sicurezza, «il problema principale che governa gli infortuni in edilizia resta sempre la caduta dall’alto», interviene Damiani. E proprio per far fronte a questo problema Sicur Live continua con successo a portare avanti le iniziative di Sicur Zone, realtà nata per la formazione sul campo degli operatori in edilizia. Giovanni Buffoli «Lavorando nel campo della formazione ci siamo accorti che gli operatori non hanno conoscenze sull’utilizzo dei DPI e dei dispositivi anticaduta in generale – racconta Giovanni Buffoli, amministratore di Sicur Live. È inutile montare le linee vita e poi ritrovarsi in quota senza sapere cosa sia un gancio antipendolo o senza indossare correttamente le imbragature. Purtroppo anche chi ha frequentato scuole o corsi di formazione non sa queste cose». Per questo motivo Sicur Zone mira soprattutto alla pratica, destinando un’area di 3.500 mq agli allievi, che possono sperimentare cosa significhi lavorare su tutte le tipologie di tetto, di accessi, di scale e di accessori: «L’obiettivo è quello di far capire ai nostri corsisti cosa vuol dire restare appesi in copertura e quali sono i rischi che si corrono lavorando senza avere le giuste protezioni - asserisce Buffoli -. Noi disponiamo di tutti i tipi di imbragatura e ne abbiamo a sufficienza 28 - youSPECIAL IL MERCATO DELLE MACCHINE MOVIMENTO TERRA Ecco le dichiarazioni di Elisa Cesaretti, presidente di Ascomac, per quanto riguarda il settore delle macchine movimento terra: «Questo è un momento molto delicato per il nostro Paese e per tutta l’Europa. La crisi ha colpito il nostro settore, in particolare fin dal 2008, pur essendo un motore ed un volano di sviluppo per tutto il comparto delle costruzioni». Ma perdersi d’animo non serve a niente e le proposte di Ascomac non vengono meno: «Le nostre imprese costruiscono strade, edifici, estraggono le materie Elisa Cesaretti prime per l’industria, sono le più vicine alle risorse della nostra terra. Per questo, nonostante la crisi, ci stiamo impegnando in due direzioni: da un lato indirizziamo le attività verso l’innovazione tecnologica, l’alta efficienza di macchine ed impianti, l’elevata formazione e quindi professionalità delle maestranze dirette ed indirette, la semplificazione burocratica, un sempre più elevato standard di sicurezza sul lavoro, sulla qualità di materiali ecosostenibili ed efficienti; dall’altro – continua la Cesaretti – tendiamo alla costruzione di un cantiere a impatto energetico ed ambientale quasi zero,oltre che alla riduzione fino all’eliminazione degli infortuni, ad una burocrazia più snella nel pieno rispetto della legge e della sicurezza». I dati raccolti da Ascomac Centiermacchine registrano nei primi tre mesi del 2012 una contrazione delle vendite di macchine movimento terra pari ad oltre il 21% rispetto allo stesso periodo del 2011. A questo si aggiunge il trend negativo del comparto, che dal 2007 al 2011 ha registrato una contrazione della domanda del 65%. Nel dettaglio, la domanda degli escavatori cingolati sopra le sei tonnellate scende del 24,8%, gli skid loaders gommati scendono del 49%, i miniescavatori del 18,1%, le pale gommate del 14,61% e i tracked loaders del 25%. Le uniche macchine che registrano segnali positivi sono le terne, in salita del 38,9%, e gli escavatori gommati, che salgono del 9,4%. Probabilmente la crescita di domanda di questi prodotti dipende dal mercato della demolizione o del recupero rifiuti. Le macchine destinate ai lavori stradali invece raggiungono livelli critici con riduzioni di oltre il 28%. MERCATO ITALIANO MACCHINE (unità fisiche) DETTAGLIO PER LINEA DI PRODOTTO Periodo: dall'1/1/2012 al 31/03/2012 I Trimestre 2011 I Trimestre 2012 Var. (%) 11 11 0 Escavatori Cingolati 327 246 -24.77 Escavatori Gommati 32 35 9.38 Pale Gommate 185 158 -14.59 Totale MOVIMENTO TERRA TRADIZIONALE -18.92 Dozer 555 450 Terne AWS 10 18 80 Terne Rigide 26 32 23.08 Totale TERNE 36 50 38.89 Miniascavatori 1.091 894 -18.06 219 110 -49.77 Skid Loaders Track Loaders Totale MINI 116 87 -25 1.426 1.091 -23.49 -83.33 Rulli Monotamburo 18 3 Rulli Tandem 24 27 12.5 Totale RULLI 42 30 -28.57 Vibrofinitrici 3 10 233.33 Totale VIBROFINITRICI 3 10 233.33 Dumper Articolati 6 3 -50 Totale DUMPER ARTICOLATI 6 3 -50 36 25 -30.56 S.Front.<=6.3 S.Front. 6.31-10 70 44 -37.14 S.Front. 10.1-13 27 17 -37.04 S.Front. oltre 13 32 24 -25 S.Rot.<16 17 11 -35.29 29 19 -34.48 211 140 -33.65 S.Rot.>16.1 Totale SOLL.TELESCOPICI Cercate la soluzione per massime rese di movimentazione e operatori fortemente motivati? 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Il discorso non fa una piega ed è per questo che Sicur Live Group ha deciso di investire molti soldi in questo tipo di iniziative, che comprendono sia corsi gratuiti, anche per i rivenditori, che a pagamento. Nel campo delle linee vita attualmente non ci sono grandi novità, in compenso in questo momento l’azienda è impegnata nello studio di nuovi strumenti per la misurazione dei carichi che vengono posti sui tasselli. «Per ridurre il rischio della caduta di materiale dall’alto l’anno scorso abbiamo presentato una nuova piattaforma di trasporto per cose e persone, che evita che il materiale viaggi sospeso e che il personale salga e scenda ripetutamente dal ponteggio attraverso le scale interne – dichiara Vincenzo Andreazza, amministratore delegato di Alimak Hek –. Ora stiamo preparando il lancio di un prodotto simile ma con dimensioni più grandi, in modo da poter portare più persone e più materiale». I principali problemi Vincenzo Andreazza che attanagliano i cantieri in questo momento sono legati al fatto che «si presta poca attenzione alla sicurezza e si tende a preoccuparsi di spendere meno per le attrezzature; non c’è un’adeguata istruzione degli operatori e non c’è la giusta competenza da parte degli ispettori nello svolgere i controlli – sostiene Andreazza –. Certamente la tendenza della sicurezza è in fase di miglioramento ma ancora ci sono problemi importanti da risolvere e per farlo bisogna coinvolgere tutte le parti». Tra chi dedica grande attenzione alla sicurezza c’è senza dubbio la Ima, che ha presentato quest’anno la linea Eleva, «costituita da scale elettriche, compatte, leggere ed economiche che permettono di arrivare fino a sette metri di altezza semplicemente premendo un pulsante», dichiara Piero Faraone, titolare di Ima. La linea nasce dall’esigenza di disporre di attrezzature montabili e smontabili velocemente e nella massima sicurezza nel corso di CRESCE L’ESPORT DELLE MACCHINE PER COSTRUZIONI Nonostante i segnali negativi del comparto, si hanno buone news dal mercato dell’export che, secondo i dati Istat rielaborati da Unacea, nel periodo gennaiofebbraio 2012, cresce per quanto riguarda le macchine per costruzioni. Le esportazioni hanno superato i 275 milioni di euro con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un’accelerazione del +2% rispetto allo scorso gennaio. Valori in aumento per le macchine movimento terra e stradali, entrambe in crescita del 32%, per le macchine per la preparazione di inerti (21%) e di gru a torre (+2%). Al contrario, le macchine per la perforazione calano del 19%, seguite dalle macchine per il calcestruzzo che flettono del 6%. Se l’export dà soddisfazioni, non si può dire la stessa cosa per le importazioni, che diminuiscono del 9% rispetto allo stesso bimestre del 2011. 30 - youSPECIAL interventi mediopiccoli di ristrutturazioni. «Questi prodotti – continua - si rivolgono a installatori e manutentori operanti sia nell’ambito Piero Faraone industriale che in alberghi, edifici pubblici, fiere, musei, eccetera. Da settembre inizierà la campagna pubblicitaria di Eleva, linea che comprende sette diversi modelli per le varie esigenze, tra macchine semoventi, automatiche e semiautomatiche. Di solito i lavori di impiantistica si svolgono oltre i quattro metri di altezza, quindi la nuova linea rappresenta una fetta di mercato importante», conclude Faraone. Se è già stato ribadito che i cantieri si evolvono in fretta, a rivoluzionarli ulteriormente è la tecnologia 3D, già affermata nel resto del mondo e in fase di avanzamento in Italia. In particolare, a parlare di Bim (Building Information Modelling) è Massimo Combi, amministratore delegato di Spektra, azienda che ha acquisito per 500 milioni di dollari una società scandinava che Massimo Combi produce questo tipo di software. «Stiamo trasformando radicalmente il sistema che dalla progettazione permette la costruzione degli edifici – dichiara Combi –. In pratica è possibile trasferire i dati dal computer alla realizzazione limitando il rischio di errori e costruendo opere dal design moderno. Noi offriamo una soluzione avanzata integrata, dal software allo strumento che consente di mettere in atto il progetto – continua l’amministratore –. Per adesso ci rivolgiamo ai progettisti con la speranza che presto tutti possano usufruire di questa tecnologia di costruzione». Insomma, nel giro di un paio di anni gli operatori avranno in mano un trapano che dirà loro esattamente dove andare a creare un buco, che tipo di tassello inserire e per quale motivo. innovazione in cantiere * Per tutti gli ordini di livelli laser rotativi SPektra effettuati entro il 30 giugno 2012. Un nuovo iPad ogni 5 livelli laser acquistati. Nuovo iPad modello Wi-Fi 16 GB, display retina ad alta risoluzione, fotocamera iSight 5 megapixel e videocamera Facetime. Il nuovo iPad ti aspetta! quote squadri allineamenti piombature pendenze Ordina 5 livelli laser * e ricevi GRATIS quote il nuovo iPad di Apple! squadri allineamen 012 fino al 30 giugno 2 Info 039.62505655 piombature Spektra, la gamma più completa di livelli laser rotativi. pendenze Per tutte le imprese, per tutte le applicazioni, per tutte le tasche! Spektra Spa | via Trieste, 26/28 | 20871 Vimercate MB | [email protected] | www.spektra.it speciale macchine e attrezzature PROBLEMATICA IN CANTIERE: pedonabilità senza ponteggio: come operare in quota. SOLUZIONE: il parapetto provvisorio CSC permette di creare passerelle pedonabili su coperture fino a 30° dove gli spazi esterni sono limitati. PROBLEMATICA IN CANTIERE: taglio di laterizi, materiali lapidei e rivestimenti in pietra. SOLUZIONE: M400 Smart, la segatrice ad acqua di Imer Group, fornita di serie con disco Ø 350, ma che, in base alle diverse esigenze dell’operatore, può montare un disco da Ø 400, senza dover sostituire anche il carter. PROBLEMATICA IN CANTIERE: cadute dall’alto in costruzione copertura. SOLUZIONE: Linea Vita, gamma Vardanega, di ancoraggi in classe A1 e A2 e linee vita flessibili in classe C, a norma UNI EN 795:2002. PROBLEMATICA IN CANTIERE: esigenza di avere un aggancio su un sistema anticaduta fisso ove l’operatore possa assicurarsi per evitare cadute accidentali. SOLUZIONE: Vitafix di Braas è una linea completa di componenti e accessori per realizzare un sistema anticaduta in grado di garantire la messa in sicurezza degli operatori su tutte le tipologie di copertura. PROBLEMATICA IN CANTIERE: garantire maggiore sicurezza agli operatori su qualsiasi tipo di copertura, con una soluzione affidabile che risponde a tutte le normative vigenti. PROBLEMATICA IN CANTIERE: assicurare la protezione necessaria agli operatori, in caso di caduta accidentale dall’alto. SOLUZIONE: Vitasafe Pro di Wierer è il sistema di protezione dalle cadute dall’alto disponibile con dispositivi certificati in classe C, classe A1 e classe A2. SOLUZIONE: Vitalife Easy Top in classe C di Monier è la soluzione ideale, in kit già preconfezionati, per la protezione dalle cadute dall’alto su ogni tipo di copertura civile, pubblica e privata. 32 - youSPECIAL PROBLEMATICA IN CANTIERE: interventi sui tetti. PROBLEMATICA IN CANTIERE: taglio di lastre in gesso rivestito. SOLUZIONE: Parapetto 005-085 di Rotodis, inclinabile con fissaggio a morsa verticale o orizzontale. Indicato per tetti inclinati, solette e cordoli. SOLUZIONE: Blade Runner è un attrezzo sviluppato dalla tecnologia Gyproc Saint-Gobain che permette agli addetti ai lavori di ottimizzare il processo di taglio del gesso rivestito e di ottenere un taglio veloce e preciso. speciale macchine e attrezzature PROBLEMATICA IN CANTIERE: esigenza di leggerezza, flessibilità, robustezza e semplicità nei lavori in facciata o sui ponteggi nelle nuove costruzioni o restauri. SOLUZIONE: TPL 500&300 è la piattaforma di trasporto per persone e materiali di Alimak Hek che, grazie a un sofisticato software, ottimizza pesi, resistenza e praticità. PROBLEMATICA IN CANTIERE: montare un’impalcatura in spazi ridotti e con un peggioramento dell’impatto visivo, come nei centri storici. SOLUZIONE: Redbau lancia Roof Safety System, il sistema di impalcatura in alluminio che si monta facilmente grazie alla sua leggerezza e non ha bisogno di tavole o reti supplementari. PROBLEMATICA IN CANTIERE: creare la doppia pendenza in un parcheggio per convogliare l’acqua in un punto stabilito. SOLUZIONE: RL HGW, livellatore laser autolivellante a doppia pendenza con controllo digitale di Stanley. PROBLEMATICA IN CANTIERE: svuotare materiali inerti senza l’intervento di un operatore in zona di scarico. SOLUZIONE: Benna autoscaricante di Officine Polieri che permette di svuotare il materiale solo con una semplice manovra del mezzo di sollevamento. PROBLEMATICA IN CANTIERE: residui, macchie ed aloni di stucco epossidico che rimangono dopo la posa. SOLUZIONE: FILACR10, il detergente di Fila Surface Care Products per il lavaggio dopo la posa di pavimenti e rivestimenti fugati con stucchi epossidici. PROBLEMATICA IN CANTIERE: garantire la sicurezza degli operatori che lavorano in quota ai sensi del D.Lgs 81/2008. SOLUZIONE: lo “zainetto della sicurezza” Nacanco è un pratico e funzionale kit che comprende i DPI necessari in caso di utilizzo di mezzi per il sollevamento aereo. 34 - youSPECIAL PROBLEMATICA IN CANTIERE: garantire la sicurezza degli operatori di macchine da cantiere. SOLUZIONE: le minipale JCB sono le più sicure sul mercato grazie all’esclusivo monobraccio che permette la salita laterale dell’operatore. PROBLEMATICA IN CANTIERE: esigenza di installazioni impiantistiche rapide, che non sporcano e di lunga durata. SOLUZIONE: Nuovi carotatori Tyrolit a corona diamantata con alimentazione elettrica per lavorare a secco e umido su laterizi e cemento. PROBLEMATICA IN CANTIERE: necessità di installare su coperture piane una linea vita rispettando l’obbligo di non forare la guaina impermeabilizzante per ancorare i dispositivi. SOLUZIONE: Lux-top mobilE della Linea Vita Riwega è un dispositivo di ancoraggio certificato secondo la normativa EN 795 classe E, studiato per mettere in sicurezza le coperture perché non necessita di alcun fissaggio sulla struttura portante. PROBLEMATICA IN CANTIERE: demolire pareti, creare aperture nei tramezzi, sollevare pavimenti, praticare fori per passaggio cavi, forare sia metallo che legno. SOLUZIONE: le caratteristiche tecniche del demolitore perforato Dunker BH 1200/40 di Ferritalia, ne fanno una macchina dalle prestazioni ideali per lavori medio-pesanti. SOLUZIONE: SicurUp di Svelt è il dispositivo da montare su una scala ancorata alla parete per consentire all’operatore, agganciato tramite imbracatura a due punti, di lavorare in sicurezza. PROBLEMATICA IN CANTIERE: lavoro in condizioni di scarsa luminosità. SOLUZIONE: Facom presenta l’innovativa gamma Facom Fod caratterizzata dall’impiego di materiali fluorescenti che rendono immediatamente visibili gli utensili in condizioni di scarsa luminosità. %KIR^METIVP´%QFMIRXI IPE+IWXMSRIHIPPP´)RIVKME speciale macchine e attrezzature PROBLEMATICA IN CANTIERE: poter utilizzare la scala come punto di ancoraggio del DPI. speciale macchine e attrezzature PROBLEMATICA IN CANTIERE: accesso e camminamento sui tetti. SOLUZIONE: la Passerella di Marchetti permette la messa in sicurezza di passaggi scivolosi o non calpestabili e coperture fragili. PROBLEMATICA IN CANTIERE: fissaggio linee vita. SOLUZIONE: Sita Acciaio CE opzione 1 acciaio Inox AISI316 -A4 di G&B Fissaggi permette il fissaggio delle torrette dei sistemi di linee vita sulle travi di colmo dei tetti in calcestruzzo, secondo la normativa EN795 sulle linee vita. PROBLEMATICA IN CANTIERE: garantire la sicurezza dell’operatore e di chi lavora in cantiere. PROBLEMATICA IN CANTIERE: garanzia di sicurezza, praticità e modularità estreme a chi lavora in quota. SOLUZIONE: Kit Pro.Tetto con Piastra a V di Cotto Possagno, per tratte fino a 15 metri. Comprende due pali di ancoraggio con piastra a doppia inclinazione, un tenditore, un assorbitore, un kit serracavo. PROBLEMATICA IN CANTIERE: lavori in altezza di ogni tipologia con fattore di caduta 2. SOLUZIONE: il dispositivo retrattile Kapriol è testato e omologato per trattenere una caduta di fattore 2. Leggero e con carter antiurto in ABS, è dotato di anello di ancoraggio girevole. SOLUZIONE: il nuovo miniescavatore girosagoma New Holland Kobelco E55B SR, con cabina con protezione TOPS/FOPS/ROPS e kit movimentazione carichi sospesi. Ideale per le applicazioni più impegnative negli spazi stretti. PROBLEMATICA IN CANTIERE: esigenza di sicurezza in fase di montaggio e di armatura solaio, ottimizzazione di tempi e costi, massima flessibilità. SOLUZIONE: Liteform di Pilosio, la cassaforma di sicurezza in alluminio che si monta da basso in totale sicurezza, ideale per la realizzazione di solai prefabbricati o monolitici, consente una drastica riduzione dei tempi rispetto ai sistemi tradizionali. 36 - youSPECIAL PROBLEMATICA IN CANTIERE: taglio di lastre ceramiche di lunghezza sino a 3 metri con differenti spessori, da 3 a 10 millimetri. SOLUZIONE: Monster300 di Brevetti Montolit, la prima tagliapiastrelle manuale al mondo in grado di tagliare 3 metri con estrema precisione e massima semplicità. Q U A L I T À C E R T I F I C ATA PRODOTTO I TA L I A N O SISTEMI ANTICADUTA PROVVISORI E PERMANENTI, LINEE VITA, PARAPETTI, PROTEZIONI E ATTREZZATURE PER L’EDILIZIA Da oltre 30 anni progettiamo e produciamo attrezzature per l’edilizia con sistema di controllo UNI EN ISO 9001-2008: sistemi linea vita indeformabili e inox in classe A1, A2 e C secondo UNI EN 795, protezioni provvisorie in classe A e B secondo UNI EN 13374 e certificati da ISPESL-INAIL Roma, sistemi anticaduta temporanei per montaggio e smontaggio ponteggi secondo UNI EN 795, e attrezzature per l’edilizia: nelle migliori rivendite di tutta Italia. w w w . c s c e d i l i z i a . c o m C.S.C. S.r.l. Via Europa, 1B - 42015 Correggio (Reggio Emilia) ITALY Tel. +39.0522.732009 - Fax +39.0522.732059 - [email protected] BRIANZA PLASTICA E I SUOI primi CINQUANT’ANNI GIUSEPPE CRIPPA, FONDATORE DELL’AZIENDA, RIPERCORRE CAMBIAMENTI ED EVOLUZIONI CHe HANNO PORTATO ALL’AFFERMAZIONE DELL’AZIENDA NEL SETTORE DEI SISTEMI DI COPERTURA ISOLANTE di Maria Lisieux N el 1962 era un piccolo stabilimento con pochi operai. Oggi, dopo cinquant’anni, vanta quattro sedi produttive e commesse di prestigio in tutto il mondo. Quale modo migliore per festeggiare il cinquantesimo anniversario? È d’accordo Giuseppe Crippa, fondatore dell’azienda in questione, Brianza Plastica: «Nonostante la criticità del periodo, abbiamo un trend di crescita particolarmente sensibile - afferma -, dovuto principalmente alla nostra buona organizzazione produttiva e commerciale, all’immagine qualificata e alla regolarità nell’assolvere agli impegni». Ingredienti certamente vincenti, alla luce dei risultati raggiunti. Giuseppe Crippa aveva solo venticinque anni quando, assieme al fratello Enrico, decise di mettere a frutto l’esperienza maturata in un’azienda tessile per creare un’impresa propria con un primo stabilimento a Besana Brianza. Dalla lavorazione di laminati in vetroresina per coperture, Brianza Plastica ha sviluppato e incrementato la sua attività e la gamma dei suoi prodotti, occupando un posto di rilievo nel settore delle costruzioni e offrendo al mondo dell’edilizia soluzioni 38 - youSPECIAL destinate a cambiare il modo di vivere gli spazi. «Nel 1968 ci siamo trasferiti a Carate Brianza nella sede di via Rivera – racconta Crippa – e con la crisi di fine anni Settanta siamo stati costretti a diminuire il numero degli operai, per tornare però, quasi subito, ad un aumento della produzione Giuseppe ed Enrico Crippa grazie al lancio di un nuovo sistema di polimerizzazione a caldo». Ma il momento clou per l’azienda coincide con la nascita del Sistema Isotec, che ha rivoluzionato il modo di coibentare le abitazioni: «Con la crisi energetica degli anni Ottanta – spiega Crippa – si è deciso di diversificare la produzione e il Sistema Isotec ha dato la possibilità di isolare, areare e impermeabilizzare le coperture con un solo prodotto. Ancora oggi è il nostro fiore all’occhiello». Nel 1988 inizia anche la produzione dei pannelli curvi Elycop, un sistema di copertura industriale efficiente e innovativo, nato in risposta delle crescenti esigenze estetiche della moderna architettura industriale. «Attualmente i nostri marchi spaziano in tutti i settori delle costruzioni, – dichiara Crippa - dalla prefabbricazione all’agricoltura, ai veicoli a temperatura controllata». Giuseppe Crippa ed i figli Paolo, Cristina ed Alberto Isotec, Elycop, Elyplast, Elyfoam ed Elettrotegola sono nomi ormai conosciuti, grazie ai quali vengono mantenuti gli altissimi standard qualitativi che hanno permesso a Brianza Plastica di ottenere riconoscimenti e prestigiose certificazioni. I clienti inoltre sono seguiti in ogni fase del progetto, dalla progettazione alla realizzazione, la consegna e l’assistenza in fase di applicazione. Il servizio post vendita garantisce una comunicazione efficace. Tra i valori che contraddistinguono l’azienda sono in cima alla classifica «innovazione tecnologica e alta qualità, – assicura Crippa –, che permettono ai nostri prodotti di rispondere in maniera adeguata alle richieste del mercato, rispettando le direttive europee sulla certificazione energetica degli edifici». Di certo l’azienda è in continua evoluzione e le novità di prodotto non mancano mai, così come l’occhio di riguardo nei confronti del mondo accademico con il quale dal 1993 si è instaurato un rapporto stabile. «Collaboriamo con vari istituti universitari, – conferma il fondatore – tra i quali il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, le Università di Bologna e di Ferrara e con molti docenti delle facoltà di Architettura e di Ingegneria delle Università di Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo». Tra gli interventi di Brianza Plastica non si possono non menzionare il Teatro alla Scala, il Teatro Petruzzelli, la Fabbrica del Vapore e Palazzo Reale a Milano, la Reggia del Vanvitelli a Caserta, il Teatro San Giorgio a Catania, la Villa Reale a Monza. Alla luce di un percorso così glorioso, come inaugurare i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’azienda? «Con la cena in occasione della 23esima Proam Isotec presso il Golf Club di Carimate», risponde prontamente Crippa, che dal 2006 ricopre anche la carica di presidente del Golf Club. Brianza Plastica, sede di Carate Brianza youSPECIAL - 39 Con il progetto europeo Construction 21, L’edilizia fa il pieno di energia La piattaforma Construction 21 permetterà ai professionisti di accedere a informazioni e assistenza pratica dedicata alle prestazioni energetiche e ambientali; l’iniziativa avrà inoltre l’ obiettivo di promuovere un sistema di concorrenza del mercato, in base alle analisi dei costi, e creare una comunità di tecnici europei specializzati di Giacomo Galli S ono temi sulla bocca di tutti, non c’è dubbio. E pur tra esitazioni, ripensamenti e incertezze, non c’è dubbio che efficienza energetica, energie rinnovabili, riduzione dell’impatto ambientale si collochino oggi tra i principali driver di un settore che ha capito come questi rappresentino uno degli orizzonti più realisticamente prossimi per uscire dalla crisi. Oggi questa consapevolezza fa un ulteriore passo avanti. E lo fa grazie a un progetto europeo davvero interessante e innovativo. In vista dei nuovi obiettivi previsti e richiesti dall’Unione Europea, che si basano sull’efficienza energetica degli edifici, infatti, nasce “Construction 21”, progetto europeo finanziato dal programma Intelligent Energy for Europe e realizzato da alcune organizzazioni di sei paesi europei. Una piattaforma internet e internazionale, in grado di permettere lo scambio d’informazioni operative e di analisi costo, relative al settore delle nuove costruzioni. La piattaforma Construction 21 permetterà ai professionisti di accedere a informazioni e assistenza pratica 40 - youprimopiano dedicata alle prestazioni energetiche e ambientali; l’iniziativa avrà inoltre l’obiettivo di promuovere un sistema di concorrenza del mercato, in base alle analisi dei costi, e creare una comunità di tecnici europei specializzati. Nella piattaforma di Construction 21 saranno inseriti casi di studio di edilizia sostenibile particolarmente riusciti, relativi a edifici ad alte prestazioni energetiche sia nuovi che riqualificati. Inoltre saranno consultabili anche delle comunità tecniche specifiche per gli addetti del settore, e ogni singola attività sarà supportata da attività d’informazione e formazione sulla sostenibilità energetica. Di respiro internazionale In perfetta coerenza con i nuovi obiettivi di efficienza energetica degli edifici richiesti dalla direttiva 2010/31/ EU, Construction 21 persegue una serie di obiettivi ben precisi. Oltre a creare una piattaforma europea per lo scambio di informazioni operative e di analisi costo/prestazioni per nuove costruzioni e ristrutturazioni ad alta efficienza energetica, il progetto si propone di fornire ai professionisti della progettazione informazioni e assistenza pratica sulle prestazioni energetiche e ambientali così da favorire il passaggio verso pratiche sostenibili, promuovendo un sistema di concorrenza di mercato sulla base di analisi costi/prestazioni e del ciclo di vita; su un piano di più ampio respiro, inoltre, Construction 21 mira a creare una comunità di tecnici europei capace di portare trasparenza sul mercato attraverso lo studio e l’analisi di specifiche problematiche tecniche, nonché a generare a livello europeo una competizione per l’emulazione e l’adozione di sistemi Le Volnay ad alta efficienza energetica e basse emissioni di CO2. La piattaforma su cui si basa il progetto, oltre ad ospitare i sopra citati casi di studio relativi a edifici ad alte prestazioni energetiche appartenenti a differenti tipologie edilizie – residenziale, terziario, ricettivo-alberghiero, industriale, ecc. – permetterà la creazione di comunità tematiche in cui gli addetti del settore potranno dare vita ad approfondimenti, scambi di opinioni ed informazioni. L’attività sarà supportata anche da attività di informazione e formazione sugli argomenti della sostenibilità tramite workshop, comunità virtuali, specifici eventi. Ad oggi i partner provengono da Francia, Germania, Italia (attraverso l’ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili), Lituania, Romania, Spagna, ma già altri paesi hanno mostrato interesse a partecipare; un fatto, quest’ultimo, che lascia ben sperare circa la possibilità di estendere la piattaforma s tutti i paesi dell’Unione Europea. Il sistema, consultabile all’indirizzo www. construction21.eu (inaugurato a marzo 2012), conterrà le informazioni anche nella lingua di ogni paese partner. L’inserimento di casi studio sarà possibile, previa registrazione, a chiunque possieda un edificio con particolari caratteristiche di sostenibilità, fornendo i dati richiesti e allegando schemi costruttivi, particolari di progetto, informazioni specifiche sui materiali gli impianti e le tecnologie impiegate, nonché indicando i nominativi di progettisti, tecnici e imprese che hanno partecipato alla realizzazione dell’edificio. Saperi in rete per un mercato che cambia Le informazioni raccolte nella piattaforma di Construction 21 – che replica in 5 paesi europei il successo della piattaforma francese che riunisce tematiche e casi studio proposti dai vari soggetti coinvolti in ambito di efficienza energetica in edilizia – saranno destinate a confluire a loro volta nel sito web europeo Build Up, che rappresenta uno degli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto dell’Energia dell’UE e del Cambiamento Climatico attraverso l’abbattimento dei consumi energetici nell’edilizia. Nella filosofia del progetto, infatti, l’attivazione di una rete di scambi di competenze e di migliori pratiche favorisce il miglioramento dei prodotti realizzati dalle imprese e la concorrenza tra esse, portando al tempo stesso una maggiore trasparenza del mercato europeo grazie alla possibilità di comparare procedure, prezzi, ecodesign e soluzioni ad alta efficienza energetica. I paesi partner del progetto contribuiranno a valutare i criteri di accettazione dei casi studio, moderare le reti locali di professionisti e le comunità online, in collaborazione con i soggetti pubblici e privati. La piattaforma, da implementare e animare a livello nazionale in ciascuno dei paesi sopra elencati citati, sarà un web “semantico” mirato alla creazione di una rete che consenta la condivisione delle migliori e più avanzate pratiche e tecniche impiegate a livello europeo per l’edilizia sostenibile, e diventerà un punto di riferimento per gli attori del settore. Le piattaforme nazionali, inoltre, agiranno da catalizzatrici per i soggetti interessati, coinvolgendo in maniera proattiva professionisti, aziende, autorità, associazioni e investitori. In particolare la partnership con le autorità pubbliche contribuirà alla determinazione dei criteri di valutazione, alla promozione dei risultati e alla gestione della comunicazione tra le reti locali e le comunità online che si creeranno nei diversi Paesi. Il progetto, se integrato nei programmi scolastici e universitari, favorirà inoltre lo sviluppo di soluzioni di progettazione sostenibile e allo stesso tempo consentirà ai fornitori di soddisfare la crescente domanda di innovazione del mercato. Unendo i professionisti della domanda e dell’offerta in Europa, attraverso la costituzione di comunità online e di partnership tra istituzioni pubbliche e private e reti accademiche, si formerà rapidamente una “massa critica” interessata all’edilizia sostenibile. Una dinamica, in sintesi, destinata ad aiutare la trasformazione del mercato dell’edilizia in direzione della sostenibilità. L’eccellenza va in rete In attesa che la rete in costruzione di tecnici esprima le proprie “best practices”, alcuni casi di studio sono già pubblicati sulla piattaforma web di Construction 21. Esempi di eccellenza in cui i principi dell’edilizia sostenibile hanno trovato applicazioni particolarmente riuscite con performance energetiche di alto livello. Diverse le tipologie edilizie degli interventi ospitati, dall’edilizia residenziale e collettiva al terziario. Fra questi Evocasa Selecta, edificio a destinazione abitativa ubicato a Bucarest (Romania); l’immobile, distribuito su una superficie di circa 9.000 m2 articolati in dieci piani fuori terra, ospita 77 appartamenti più una serie di attività commerciali e spazi uffici. Caratterizzato da un fabbisogno energetico di 102,00 kWh FE/m2/anno, l’edificio implementa una serie di soluzioni impiantistiche avanzate, fra cui caldaie a gas e pompe di calore, oltre a adottare un involucro tale da garantire una efficace ventilazione naturale. Agli stessi principi si ispira La Clairière, efficace esempio di social housing realizzato a Bétheny (Francia) costituito da un edificio passivo di circa 1.500 m2. Estremamente contenuto in questo caso il fabbisogno energetico, 49,00 kWh FE/m2/anno, ottenuto grazie a una oculata applicazione dei principi dell’architettura bioclimatica e un massiccio impiego di tecnologie per la produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico/geotermico). Di eccellente livello i risultati ottenibili anche nell’edilizia destinata all’ospitalità, come dimostra il terzo esempio qui presentato, l’Ostello Fenice di Padova (Italia). L’immobile, distribuito su una superficie di circa 300 m2, si distingue in particolare per l’esteso impiego di energie rinnovabili, prodotte in questo caso da una combinazione di impianti fotovoltaici, solari termici, geotermici e microeolici. A chiudere questa breve carrellata è lo spazio uffici Le Volnay, immobile di circa 900 m2 realizzato ad Amiens (Francia). Caratteristica di spicco, in questo caso, è la presenza di un impianto composto da sette sonde geotermiche che, oltre a garantire la copertura dell’intero fabbisogno energetico dell’immobile, consentono la produzione di un leggero surplus, il quale colloca l’immobile nella categoria degli edifici energeticamente attivi. youprimopiano - 41 MOBILITà SOSTENIBILE Dei sistemi di trasporto concorrenziali sono vitali per la capacità dell’Europa di competere nel mondo, per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e per la qualità della vita quotidiana delle persone. Ecco le proposte della Comunità europea e di Legambiente di Veronica Monaco I l 20% dell’energia globale e il 60% della produzione mondiale di petrolio, tanto consuma oggi il settore dei trasporti, responsabile di un quarto delle emissioni di anidride carbonica. Una catastrofe se pensiamo che, entro il 2050, il numero dei veicoli è destinato ad aumentare dai 900 milioni attuali ai 2 miliardi. Per questo la Comunità europea e le amministrazioni pubbliche stanno correndo ai ripari e sono all’ordine del giorno idee e progetti per lo sviluppo di programmi di mobilità sostenibile, capaci di dar vita a un nuovo modello di vivibilità urbana e di integrazione dei trasporti. C’è ancora molta strada da fare – un’immagine che ben si presta, parlando appunto di mobilità –, ma qualcuno sta già iniziando a tracciare la giusta direzione. La Comunità europea, ad esempio, lo scorso settembre ha varato l’ambizioso piano “Trasporti 2050”, un progetto di ampio respiro che si propone di creare un sistema di trasporti concorrenziale in grado di incrementare la mobilità, rimuovere i principali ostacoli nelle aree essenziali e alimentare la crescita e l’occupazione. «Trasporti 2050 costituisce una roadmap per un settore dei trasporti competitivo in grado di incrementare la mobilità e ridurre le emissioni – ha affermato Siim Kallas, vicepresidente della commissione europea per i trasporti –. Possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. La convinzione ampiamente diffusa per cui sarebbe necessario ridurre la mobilità per combattere il cambiamento climatico 42 - youprimopiano è semplicemente sbagliata. Dei sistemi di trasporto concorrenziali sono vitali per la capacità dell’Europa di competere nel mondo, per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e per la qualità della vita quotidiana delle persone. Ridurre la mobilità non è un’opzione; né lo è mantenere lo status quo. Possiamo interrompere la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio senza sacrificarne l’efficienza e compromettere la mobilità. Possiamo guadagnare su tutti i fronti». Gli obiettivi essenziali tracciati dal piano, da qui al 2050, saranno l’esclusione delle auto ad alimentazione tradizionale nelle città, l’uso pari al 40% di carburanti sostenibili a bassa emissione di anidride carbonica nel settore aeronautico e riduzione di almeno il 40% delle emissioni del trasporto marittimo, il trasferimento del 50% dei viaggi intercity di medio raggio di passeggeri e merci dal trasporto su gomma a quello su rotaia e fluviale: un insieme di azioni che permetteranno di ridurre del 60% le emissioni di anidride carbonica nei trasporti. E qualcosa si sta muovendo anche in Italia. “La mobilità per tutti nella città di domani” è il titolo del documento presentato da ACI e Legambiente a conclusione della European Mobility Week del 2011: 13 proposte fatte al Governo e agli Katiuscia Eroe enti locali per lo sviluppo di un modello di mobilità sostenibile e la creazione di una regia nazionale in grado di programmare gli interventi e vigilare sulla loro implementazione (vedi box a pag. 25). «Siamo abituati a vivere in città congestionate dal traffico, in cui diventa veramente difficile spostarsi sia che si utilizzi il trasporto pubblico, sia che utilizzi il mezzo privato. Agire per emergenza non è mai una soluzione – dichiara Katiuscia Eroe dell’Ufficio Energia e Clima di Legambiente –. Bisogna costruire le infrastrutture, trovare le risorse e investire nello sviluppo di un modello diverso di mobilità. Come in Belgio dove il nuovo codice della strada è formulato proprio per la tutela degli utenti meno veloci». In auge dal 1975 e modificato Appuntamento a Klimamobility 2012 Il Salone della mobilità sostenibile torna a Bolzano, dal 20 al 22 settembre, e offrirà una panoramica delle principali novità di mercato sul fronte della mobilità sostenibile: veicoli elettrici, ibridi e ad idrogeno a 2, 3, 4 ruote, attrezzature e macchinari per la ricarica dei mezzi, accessori, componenti per veicoli, sistemi di trazione. Il 20 settembre è inoltre previsto il congresso internazionale dedicato alle visioni e tendenze della mobilità sostenibile e ai progetti più attuali in materia. nel 2003, il “Code de la rue” belga (che si contrappone al “Code de la route”, valido sulle strade extraurbane) è basato sull’obbligo di rispetto per l’utente più forte verso l’utente più debole e ha introdotto nuove regole di circolazione, a tutto vantaggio di pedoni e ciclisti. «Anche nei Comuni italiani, iniziano ad esserci diverse iniziative di mobilità sostenibile – prosegue la Eroe – Emblematico il caso di UnicoCampania. Il consorzio, che riunisce le 14 aziende del trasporto pubblico campano, ha scelto racchiudere tutta la rete in un unico sistema di tariffazione integrata. In questo modo ha spostato 60.000 utenti dall’utilizzo del mezzo privato al trasporto pubblico o collettivo. Un altro esempio è quello di Bologna che, con il progetto Mi Muovo, l’abbonamento unico integrato per treno e bus per i cittadini dell’EmiliaRomagna, ha facilitato la mobilità dei cittadini, soprattutto degli studenti». L’attenzione per la mobilità sostenibile si concretizza anche nell’implementazione di trasporti più ecologici, come i veicoli elettrici. Gli studi più recenti promossi dalla Commissione Europea confermano le potenzialità dell’elettrificazione del trasporto privato in termini di efficienza energetica, riduzione delle emissioni di CO2 e riduzione degli inquinanti in ambito urbano. Tuttavia i costi di proprietà e gestione dei veicoli elettrici non sembrano ancora prospettare per gli utenti una soluzione economicamente conveniente. Per questo motivo «solo una appropriata valorizzazione, economica e regolatoria (diritti di accesso, mobilità, parcheggio) dei benefici ambientali dell’elettrificazione del trasporto privato, realizzata nell’ambito di una strategia nazionale di sostegno alla realizzazione della rete di ricariche e alla diffusione dei veicoli e di coordinamento delle iniziative degli enti locali, può consentire un’ottimizzazione delle politiche sull’auto elettrica», ha dichiarato Andrea Molocchi, responsabile dell’associazione Amici della Terra, nel corso di un recente seminario dedicato proprio all’auto elettrica e all’efficienza energetica. E in Italia, come si sta muovendo la politica su questo fronte? In base al disegno di legge I TREDICI PUNTI DI LEGAMBIENTE E ACI 1.Attivare un’Authority o Cabina di regia nazionale che, attraverso gli strumenti della programmazione e della concertazione, indirizzi in modo uniforme le scelte e le politiche in tema di mobilità e trasporti, monitorando gli interventi effettuati ai diversi livelli di governo del territorio. 2.Emanare una Legge quadro che stabilisca criteri generali per la realizzazione dei nuovi insediamenti urbani, con previsione della Valutazione di Impatto sulla Mobilità. 3.Emanare una norma quadro che stabilisca criteri uniformi in base ai quali le autorità comunali possano predisporre provvedimenti che limitano la circolazione veicolare. 4.Investire risorse finanziarie in un programma strutturale per rendere più efficiente e meno inquinante la flotta del trasporto pubblico locale (TPL), puntando alla sostituzione dei veicoli più inquinanti (Euro 0 e Euro 1) con flotte ecologiche. 5.Aumentare l’estensione delle corsie preferenziali del TPL e migliorare l’offerta di km percorsi. 6. Potenziare l’accessibilità ai centri urbani, e solo se indispensabile definire criteri uniformi per le politiche tariffarie per l’accesso ai centri delle città, i cui introiti siano destinati alla mobilità sostenibile. 7.Finanziare il potenziamento e la realizzazione di parcheggi di scambio e residenziali, non su strada. 8. Ampliare il numero e l’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30”, nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario. 9. Rimodulare e semplificare il meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza (kw) ma ai livelli di emissione di CO2 e allo spazio occupato. 10.Realizzare vie verdi – strade dove vietare la sosta e la fermata – lungo le arterie di maggior traffico interne ai centri urbani al fine di fluidificare la circolazione, prevedendo alternative per la sosta. 11.Assicurare particolare attenzione agli utenti vulnerabili della strada (pedoni, ciclisti, disabili ecc.), con assegnazione di risorse adeguate. 12.Promuovere meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l’auto in multiproprietà) e il car-pooling (l’utilizzo dell’auto in almeno tre persone). 13.Formare ed educare il cittadino ad un uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano, riducendo gli spostamenti con l’automobile se non strettamente necessari e promuovendo corsi di guida ecologica. “Norme per lo sviluppo di spazi verdi urbani” presentato dall’ex Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, già approvato al Senato e ora sotto esame alla Camera, nei piani urbani ed extraurbani per la mobilità gli enti locali dovranno prevedere disposizioni per lo sviluppo di una rete pubblica di ricarica per i veicoli elettrici, sia in aree pubbliche che private. Inoltre, le società di distribuzione di energia elettrica potranno usufruire di un sistema tariffario dedicato per realizzare e installare su suolo pubblico dispositivi di ricarica dei veicoli a trazione elettrica dotati di misuratore elettronico telegestito. È inoltre prevista una semplificazione delle regole condominiali per installare infrastrutture di ricarica all’interno delle aree condominiali. Sperando che la politica – che, al momento sembra abbia altre gatte da pelare –, riesca ad approvare la legge in tempo utile, alcuni distributori locali di energia si sono già attivati per l’installazione dei sistemi di ricarica, come A2A che dal 2009, con il progetto E-Moving, ha realizzate 270 colonnine di ricarica a Milano e Brescia. Anche il distributore nazionale Enel sta installando punti di ricarica personalizzati, per rendere il rifornimento facile, accessibile e sicuro. Enel ha inoltre siglato accordi con le principali case automobilistiche, con enti locali (come la Regione EmiliaRomagna) e con altri distributori italiani, e sta implementando sulla sua rete stazioni di ricarica presso le centrali di Enel Produzione e in altre città italiane, tra cui Genova, Bari, Perugia, Bologna, Reggio Emilia, Rimini, oltre che nei Comuni dell’hinterland milanese. youprimopiano - 43 EDILIZIA ABITATIVA A -40% E RITARDI DEI PAGAMENTI IMPOSSIBILI ECCO LA FOTOGRAFIA DEL RAPPORTO CONGIUNTURALE ANCE LOMBARDIA di Gaia De Lorenzi 44 - youprimopiano C osa succederebbe se tutte le aziende che vantano crediti con la pubblica amministrazione ricorressero al decreto ingiuntivo? Un rischio che Gianluigi Coghi, coordinatore del Centro Studi di Ance Lombardia, ha illustrato nel corso del convegno di presentazione del Rapporto congiunturale sullo stato dell’industria delle costruzioni nella Regione, e che si fa sempre più concreto. Tanto concreto che, lo scorso 15 maggio la stessa Ance e altre associazioni imprenditoriali (Confartigianato, Cna e associazioni delle cooperative) hanno convocato una manifestazione di protesta, già ribattezzata dai media italiani come il “D-Day delle costruzioni”. Il giorno dell’attacco, del combattimento. Le imprese si sono incontrate, sventolando i decreti ingiuntivi inoltrati alle amministrazioni pubbliche, per passare finalmente all’incasso dei dovuti corrispettivi. Un primo miliardo di euro, riferito a crediti già esigibili per lavori svolti e mai onorati dalle amministrazioni appaltanti, solidissimi dal punto di vista della loro identificazione e certificazione. «Quella che nel nostro Paese è stata ritenuta una patologia, è diventata ora una tipologia: sembra ormai fisiologico, infatti, che la pubblica amministrazione non rispetti gli impegni contrattuali presi con le aziende rispetto al pagamento dei corrispettivi per la realizzazione di un’opera o la fornitura di un servizio. Al contrario, però, lo Stato esige con forme, anche molto perentorie, tutti i crediti vantati nei confronti delle aziende – ha affermato Coghi, durante il convegno –. D’altra parte è venuto meno anche il credito e la possibilità per le aziende di ricorrere a metodi di compensazione attraverso i finanziamenti erogati dagli istituti di credito o con forme alternative, come il pro soluto con la cessione del credito della P.A. alle banche». In un settore come quello delle costruzioni, in cui alla crisi sistemica globale si somma una crisi strutturale, il problema dei ritardati pagamenti diventa la ciliegia sulla torta – una torta molto amara – che rischia di causare il tracollo finale. Secondo lo studio Ance i tempi di pagamento dei lavori pubblici, solo nel secondo semestre 2011, si aggirano intorno agli 8 mesi (234 giorni), con punte che superano anche i due anni di ritardo. L’84% di imprese del Nord Ovest denuncia ritardi medi superiori a 2 mesi oltre i termini contrattuali. Una situazione insostenibile che trova le sue cause nel Patto di Stabilità Interno – vero nodo gordiano del conflitto fra le esigenze di controllo delle politiche di bilancio dello Stato e le necessità di spesa dei Comuni – e nell’inefficienza della P.A., riscontrata soprattutto negli enti locali (vedi fig. 1). Una delle soluzioni individuate dall’Ance per migliorare l’efficienza nei processi di pagamento si chiama “regionalizzazione del Patto”, cioè la previsione di regole regionali che premino le spese in conto capitale (riferite agli investimenti a fini produttivistici, tra cui le risorse per le infrastrutture, che dal 2011 sono calate del 2,1%, e dal 2008 addirittura del 43%) e comprimano invece le spese correnti inutili degli enti locali. Come ha fatto nel 2011 Regione Lombardia, che ha sbloccato 75,5 milioni di euro di pagamenti, di cui hanno beneficiato l’80% dei Comuni soggetti al Patto. «Pensiamo si possa fare di più. Solo con la regionalizzazione del patto, in Lombardia si potrebbe attivare mezzo miliardo di euro. Abbiamo bisogno che la Regione continui ad ambire a un sistema gestionale flessibile, che sia capace di rispondere in maniera elastica e rapida alle problematiche di trasformazione, soprattutto nelle città», ha sostenuto il coordinatore del Centro Studi Ance. Tra le altre soluzioni utili ad attenuare il problema del ritardo nei pagamenti, Ance propone il rafforzamento di strumenti finanziari come il pro soluto che consentano alle aziende di ottenere la liquidità necessaria alla prosecuzione della propria attività, pur con un costo aggiuntivo. Una prospettiva su cui hanno lavorato anche il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia, che hanno recentemente annunciato un pacchetto di misure per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese. Il pacchetto è formato da quattro decreti: due riguardano la certificazione dei crediti delle imprese verso la P.A., il terzo riguarda la compensazione tra crediti e debiti verso la P.A. per le somme iscritte a ruolo al 30 aprile 2012, e l’ultimo prevede la creazione di un fondo di (Fig. 1) - Enti responsabili dei ritardi di pagamento nel nord-ovest La domanda prevedeva la possibilità di risposte multiple Fonte Ance - Indagine rapida settembre 2011 garanzia diretta sull’anticipazione dei crediti verso la P.A.. Ultimo tassello, l’accordo tra Abi e associazioni imprenditoriali per la costituzione di un plafond dedicato allo smobilizzo dei crediti. «Le imprese potranno farsi anticipare dalle banche i crediti vantati verso le pubbliche amministrazioni con entrambe le formule del pro solvendo e del pro soluto – ha detto il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, presentando i quattro decreti ministeriali –. Pro solvendo e pro soluto: fa parte della libertà dell’azienda». Mentre nel primo caso, il cedente (l’impresa) garantisce solo l’esistenza del credito senza rispondere dell’eventuale inadempienza del debitore, nel pro solvendo l’impresa creditrice diventa responsabile del credito, e di conseguenza debitrice, in caso di mancato pagamento, nei confronti della banca. Una soluzione, quest’ultima, che il Governo sembrava preferire (in questo modo – sostenevano dai Ministeri – il credito mantiene la sua natura commerciale, senza andare ad aumentare il debito pubblico), ma che riscontrava non poche perplessità tra imprese e associazioni. Perplessità acuite dalla difficile situazione del settore delle costruzioni che, secondo il Rapporto di Ance, subisce (vedi fig. 2) dal 2008 una fase recessiva che non si è ancora fermata e che farà registrare alla fine del 2012 un ridimensionamento degli investimenti del 24,1%, con un picco youprimopiano - 45 del -40,4% per la nuova edilizia abitativa (rapportato alla sola Lombardia, i numeri si attestano ad un -22,1% di investimenti e un -42,3% per le nuove costruzioni). Sul fronte occupazionale, Ance riporta i dati Istat: secondo l’Istituto statistico il numero di occupati nel settore delle costruzioni è passato da 362mila del 2008 a 317mila del 2011 (-12,3%), una riduzione che si accompagna anche ad un sensibile aumento della cassa integrazione. «Le imprese lombarde hanno fatto grande ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG): le ore autorizzate sono quadruplicate, passando dai 4,2 milioni del 2008 ai 17,9 milioni del 2011 – ha spiegato Coghi –. Questo dato rivela però anche quanto gli imprenditori dell’industria delle costruzioni tengano alla loro manodopera e stiano cercando di mantenere l’occupazione nonostante la forte riduzione del mercato, in un settore che rimane ad ogni modo strategico per la Lombardia, rappresentando l’8,4% del suo Pil e l’8% del totale dei suoi occupati», e che potrebbe trovare nuova linfa vitale grazie al grande evento dell’Expo 2015. Grazie all’Expo, infatti, sono in fase di realizzazione alcune importanti infrastrutture, come la nuova linea 5 della metropolitana milanese e alcune importante arterie stradali (Bre.be.mi, Pedemontana, Tangenziale Est Esterna di Milano), tuttavia sono ancora notevoli i ritardi per il sito espositivo rispetto alle previsioni di avvio delle opere. Insomma, «le prospettive per l’edilizia, anche per il 2012 non sono rosee e le risorse per le infrastrutture previste nella manovra di finanza pubblica per quest’anno mostrano ulteriori tagli (ndr -19,3% rispetto al 2011, vedi fig. 3)», ha dichiarato preoccupato il coordinatore del Centro Studi Ance. Il Governo Monti ha recentemente sbloccato risorse pubbliche in sede Cipe (10 miliardi di euro, metà dei quali destinati a opere medio-piccole rapidamente cantierabili, a cui si aggiungono i 9 miliardi di euro del Piano per il Sud), ma nel 2012, secondo una stima Ance, in termini di cassa saranno disponibili non più di 4 miliardi. Per garantire la rapida trasformazione delle risorse in cantieri e posti di lavoro, l’Associazione dei costruttori edili ritiene prioritario dare il via a quelle 46 - youprimopiano (Fig. 2) - Investimenti in costruzioni in Italia (*) opere che rivestono attualmente carattere d’urgenza e di maggiore utilità per il Paese, e in particolare quelli relativi alla messa in sicurezza del scuole e alla riduzione del rischio idrogeologico (pari per la Lombardia a 119,7 milioni di euro, che vanno a sommarsi ai 147 milioni di euro di risorse regionali in parte provenienti dal FAS – Fondo per lo sviluppo e la coesione). A livello di politica europea, invece, l’utilizzo dei fondi strutturali focalizza l’attenzione sul rafforzamento di una strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile, con contributi a fondo perduto e con strumenti di ingegneria finanziaria revolving. «La rigenerazione urbana è il vero motore del futuro – ha insistito Coghi –. Abbiamo città da rigenerare, edifici che consumano molto. Dobbiamo ripartire da qui, con interventi di efficientamento energetico, e laddove non sia possibile con interventi di demolizione e ricostruzione, e orientando la ricerca verso prodotti sempre più sostenibili. Le amministrazioni pubbliche devono attivarsi su questi argomenti, dimostrando che riqualificare è possibile». (Fig. 3) - Manovra di Finanza Pubblica per l’anno 2012 Risorse per nuove infrastrutture (1) Milioni di euro ® DAL 1960 RETI E UTENSILI DI QUALITA’ PER L’EDILIZIA FEDIMECC ROMILDO LOCATELLI SPA 24030 PONTIDA (BG) VIA BEMA SOTTO, 62 TEL.035 79.52.37 FAX 035 79.50.46 www.fedimecc.it [email protected] BIM (Building Information Modelling). La rappresentazione architettonica di nuova generazione Non si tratta solo di un nuovo linguaggio espressivo, ma anche un nuovo modo di “fare” architettura: la diffusione dei software per la modellazione architettonica in Italia, tuttavia, è ancora a macchia di leopardo, nonostante permettano al progettista, grazie alle loro potenzialità rappresentative, di comprendere e anche di gestire meglio il progetto e il processo edilizio di Andrea Cammarata N e è passato di tempo da quando Brunelleschi, nel XV secolo, realizzò la sua famosa maquette lignea per illustrare ai committenti quello che sarebbe diventato il più ardito progetto architettonico del tempo: la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Alla maquette richiedeva anche di illustrare alle maestranze il processo costruttivo, le componenti edilizie e le modalità di assemblaggio in cantiere. Ma soprattutto la concepì come aiuto per se stesso nella fase di progettazione e di ideazione degli strumenti necessari a portare a compimento l’opera. Le esigenze dei progettisti di oggi non sono diverse da quelle del Maestro: per la gestione dei livelli di complessità e per la corretta progettazione e realizzazione delle architetture innovative, in fondo, ci si muove sempre nel campo della spe rimentazione. Ciò che è cambiato sono gli strumenti che il progettista ha a disposizione per stemperare i problemi di gestione del progetto, e del processo edilizio. Negli ultimi vent’anni, dopo l’avvento del CAD (già dagli anni ’70), hanno fatto la loro comparsa sul mercato software di progettazione che hanno progressivamente cambiato il modo { di fare architettura: come Revit, oggi di Autodesk, Bentley Architecture di Bentley, AllPlan di Nemetschek e Archicad di Graphisoft: gli equivalenti moderni della maquette di Brunelleschi che vanno sotto il nome di BIM – Building Information Modelling – e che fanno parte di una stessa famiglia di modellatori architettonici, quella che supera il CAAD (Computer Aided Architectural Design), poiché oltre a gestire la rappresentazione del progetto sotto forma di tavole tecniche, creano anche un modello in grado di inglobare, gestire e risolvere aspetti rappresentativi, architettonici, compositivi, strutturali, impiantistici e normativi. Si tratta, insomma, di strumenti che permettono di costruire un modello virtuale (maquette significa appunto I software BIM, oltre a gestire la rappresentazione del progetto sotto forma di tavole tecniche, creano anche un modello in grado di inglobare, gestire e risolvere aspetti rappresentativi, architettonici, compositivi, strutturali, impiantistici e normativi. Per questo la loro diffusione è destinata a crescere enormemente anche in Italia, così come già accade all’estero. 48 - youprimopiano lʼimpermeabilizzazione ® su misura per la tua casa CEMENGUAINA, leader tra i prodotti impermeabilizzanti è una guaina liquida bicomponente da miscelare al momento dellʼuso. Disponibile in diverse colorazioni è applicabile effettivamente a rullo, su superfice asciutta o umida. Opportunamente armata, permette di impermeabilizzare, con soli due millimetri di spessore, qualsiasi spazio di abitazioni ed immobili in genere. CEMENGUAINA può essere lasciata stabilmente “a vista” perché ad elevata pedonabilità e garantisce una totale resistenza allʼacqua e allʼaggressione dei raggi solari. Si applica con estrema semplicità, sia a basse temperature che nelle calde giornate estive, su qualsiasi supporto edile e su vecchi manti bituminosi evitando quindi onerosi smantellamenti e permettendo, se desiderato, di incollare direttamente una nuova pavimentazione, con enorme risparmio di tempo e di denaro, e tutela dellʼambiente. CEMENGUAINA è disponibile in: grigio scuro, grigio chiaro, verde e rosso ed in confezioni da 20, 10 e 5 chilogrammi. Claudia Fiorentini fotografata da Martino Cusano © Maggiori info e scheda tecnica su www.naici.it o inquadrando il QR CODE sottostante COME FUNZIONA IL BIM - Il modello architettonico attraverso un database relazionale Nei software BIM, ogni tavola di rappresentazione del progetto edilizio realizzata dal software può essere visualizzata in diversi modi, o viste, che possono essere 2D (pianta, prospetto, alzata, sezione…), 3D (prospettiva e assonometria), o abaco (tabelle riassuntive/computo metrico); mentre si lavora a una tavola di rappresentazione del progetto, le informazioni relative al progetto vengono raccolte e coordinate in tutte le restanti tavole: il coordinamento avviene mediante un motore, che consente di estendere le modifiche eseguite in un punto alle altre viste, tavole di disegno, abachi, sezioni e piante del modello. Ciascuna tavola di disegno - vista 2D o 3D o abaco - costituisce quindi una rappresentazione specifica di informazioni provenienti dallo stesso database relazionale parametrico, che sta alla base del modello di edificio e viene aggiornato in real time. Quando si esegue una modifica in un punto, essa viene estesa all’intero progetto perché tutti gli elementi interessati dalla modifica vengono immediatamente individuati e di conseguenza aggiornati, così che si lavora sempre con dati omogenei. Proprio per questo si parla di database “relazionale parametrico”. Il software accompagna quindi il progettista nell’intero workflow, senza che siano richieste particolari competenze di programmazione. modello) che simula in tutti gli aspetti l’oggetto reale, assemblando e manipolando i suoi componenti in un modo diverso rispetto al CAD. Nuovo, dunque, il modo di fare architettura, nuovi l’approccio, la logica del modello, il modo di manipolare gli oggetti e i componenti del progetto. L’interoperabilità Caratteristica chiave comune ai software in commercio è l’interoperabilità, cioè quella procedura progettuale tesa a creare un modello che è allo stesso tempo disegno, struttura, impiantistica, materiali, computo e capitolato; un modello/disegno unico e omnicomprensivo, su cui ogni membro dell’equipe di lavoro può intervenire per apportare le modifiche necessarie al completamento dell’oggetto architettonico. L’introduzione dell’interoperabilità nasce proprio dall’esigenza di gestire in maniera adeguata (in un unico file/modello) la complessità del processo edilizio, a partire dal progetto architettonico, passando per tutte le fasi organizzative e realizzative con le relative varianti di progetto, per finire con la gestione dell’edificio nel tempo attraverso gli opportuni interventi di manutenzione programmata e/o di ampliamento o adeguamento. Sistemi di modellazione come Revit, Bentley, AllPlan e Archicad sono quindi piattaforme di modellazione delle informazioni edilizie, sistemi di progettazione e simulazione 50 - youprimopiano architettonica che attraverso il BIM supportano la progettazione fornendo informazioni su progetto, obiettivi, quantità e fasi della progettazione, in tempo reale. Come cambia il modo di fare architettura Se dunque il disegno BIM rappresenta un passo in avanti fondamentale nell’ambiente di lavoro del CAD, Andrea Cammarata è architetto e docente di Disegno CAD Parametrico 3D, Enhanced Digital Drawing, Disegno Digitale Avanzato presso il Politecnico di Milano. Collabora inoltre alle attività del CoDE Lab (Cooperative Design Environment Lab) e LabSAT, focalizzando la sua attività di ricerca nell’ambito della modellazione e della rappresentazione architettonica, con particolare attenzione alle nuove tecnologie viste come ambito di trasformazione dell’edificio, dell’ambiente e della città. non possiamo che auspicare la sua massiccia diffusione negli studi di progettazione italiani, che, tuttavia, è ancora in embrione. In realtà la modellazione di un buon progetto implica infatti un notevole knowhow specifico nel dominio di attività: bisogna ragionare da architetto, non da disegnatore, e conoscere bene il processo di progettazione e produzione nonché il funzionamento dell’intero edificio. In un CAD la geometria è geometria, non interessa che cosa è ciò che si sta disegnando: un muro o un tetto sono intesi in modo identico come un insieme di linee e retini. In un sistema BIM, invece, bisogna innanzitutto definire gli oggetti per quello che sono: elementi con specifiche proprietà che bisogna conoscere per poterle imputare al sistema. Le potenzialità dei software interoperabili in realtà vanno oltre quanto appena descritto perché il modello BIM di un edificio, ovvero la sua descrizione completa, rimane vivo durante l’intero arco di vita dell’edificio stesso: da esso si possono per esempio esportare gli elementi per calcolare il consumo di energia o per verificare la rispondenza a nuove norme di sicurezza, e poi simulare gli interventi di adeguamento, così come quelli di manutenzione. Proprio per questo c’è sempre maggiore interesse nella comunità architettonica verso la possibilità di disegnare l’intero ciclo di vita di una costruzione, ben oltre le fasi di progetto e di costruzione. C M Y CM MY CY CMY K Milano Architettura Design Edilizia Il futuro è adesso 8 aree specializzate, 1950 espositori, 96.580 mq di esposizione netta, 253.533 visitatori professionali, 70 associazioni di categoria, 240 convegni. Strutture, involucro edilizio, serramenti, architettura d’interni, spazi verdi, software e cantiere. A MADE expo soluzioni innovative e sostenibili realizzano oggi il futuro dell’architettura. Fiera Milano, Rho 17_20 ottobre 2012 MADE expo è un’iniziativa di: Organizzata da: MADE eventi srl MADE eventi srl tel. +39 051 6646624 • +39 02 80604440 Federlegno Arredo srl [email protected] • [email protected] Promossa da: www.madeexpo.it COSA VOGLIONO GLI ARCHITETTI dai rivenditori? Verso una rivendita come centro di competenza tecnica di Carlo Ezechieli M entre le rivendite di materiali edili rivestono, come è noto, un ruolo importante nella gestione dei rapporti tra produttori e imprese, il contatto con i progettisti, risulta molto più labile. Generalmente i progettisti tendono a rivolgersi direttamente ai produttori che, attraverso strutture commerciali ben organizzate e diffuse, forniscono tutta l’assistenza tecnica richiesta. Di recente però, qualcosa sta cambiando. I rivenditori di materiali edili – con sempre più frequenti seminari tecnici e giornate di approfondimento su temi specifici (come “il cappotto”, “le coperture metalliche”, “le facciate 52 - youTrend ventilate”) – stanno rivolgendo la propria attenzione ai progettisti. All’interno di questa categoria, gli architetti, cui spetta la progettazione ed il coordinamento generale di un processo di realizzazione di un’opera, sono senza dubbio figure all’apice della “catena alimentare” del progetto e pertanto meritevoli di attenzione. Ma cosa è utile e cosa può servire di più agli architetti a livello di servizi o prodotti, da parte di una rivendita? Sulla base dell’esperienza personale e di quella di molti colleghi, un aspetto molto importante e raramente proposto, non è tanto assistere ad impegnativi seminari dedicati ad aspetti costruttivi specifici, quanto semmai ottenere risposte in modo il più possibile fluido ed efficace rispetto a questioni tecniche specifiche del proprio progetto. Questo soprattutto di fronte all’attuale difficoltà nell’identificazione di soluzioni efficaci, durevoli, ecologicamente ed economicamente intelligenti, che impongono gli standard costruttivi (soprattutto in relazione alle normative di isolamento termico ed acustico) e le problematiche ambientali attuali. Da questo punto di vista, le rivendite di materiali edili – data la gamma complessa e generica di prodotti trattati – si trovano nella posizione ideale per fornire un servizio di consulenza in termini di fisica delle costruzioni e di risoluzione di problemi tecnico-costruttivi. Ogni rivendita dovrebbe diventare un centro dove un esperto o uno staff di esperti di fisica delle costruzioni sappia dare, più e meglio delle imprese, un contributo di consulenza estremamente competente ai problemi tecnici dei progettisti. Soluzioni mirate, che superino sia la naturale parzialità messa a disposizione dai produttori, sia i limiti di approfondimento tecnico delle ditte piccole e medie funzionando, appunto, da orientamento ed evitando ai progettisti di perdersi, come spesso accade, nel mare magnum di prodotti e produttori. Alcune rivendite, specialmente dell’Alto Adige, stanno già proponendo un approccio di questo tipo mettendo a disposizione dei progettisti tecnici ed esperti di notevole perizia: un genere di servizio che un architetto non può che apprezzare. In 300 al Cre Cup Anche quest’anno si è svolto l’ormai tradizionale torneo di calcio a sette con otto team composti dal gruppo Cre e da giocatori di otto aziende partner e colleghi rivenditori di Gaia De Lorenzi P artecipare è più importante che vincere, lo dice anche il proverbio. Perché quel che conta è stare insieme, ritrovarsi, rinsaldare relazioni e amicizie e far emergere lo spirito di gruppo. Un’idea abbracciata a pieno titolo dal Gruppo Cre di Trento, che anche quest’anno ha rinnovato l’appuntamento annuale con la manifestazione Cre Cup, tenutasi lo scorso 26 maggio presso il Centro Sportivo Sport Hotel Veronello, a Calmasino Veronese (vedi box). Giunto alla sua terza edizione, il torneo di “calcio a sette” organizzato dal Cre ha visto la partecipazione di otto team, composti da colleghi rivenditori e aziende partner (Bacchi, CRE, Dakota, Index, Kerakoll, Redi, Tenax, Wierer), che hanno dato vita a una giornata in cui a vincere sono stati il divertimento e l’amicizia. «Una serena e divertente giornata di incontro fra colleghi produttori, rivenditori e collaboratori, molti dei quali presenti con le loro famiglie, un fatto alquanto gradito in questi tempi», affermano dal Cre, che a Veronello ha radunato più di 300 partecipanti e predisposto anche mini tornei di green volley, calcetto e calcio balilla per i bambini. «Cre Cup è partito tre anni fa quasi come uno scherzo, per dare una svolta nelle strategie del consorzio a livello di approccio territoriale. Ora è diventata una manifestazione importante e imprescindibile per vivere, anche in maniera informale, il rapporto che ci lega ai nostri partner commerciali – dichiara Gianni Guidoccio, coordinatore del Cre -. Siamo di fronte a grandi Gianni Guidoccio youTrend - 53 Sport Hotel Veronello «Abbiamo un solo difetto: diventiamo amici dei nostri clienti». Ecco, riassunto in una sola frase, lo spirito di Nicola Verdolin responsabile dello Sport Hotel Veronello, la struttura alberghiero-sportiva che ha ospitato la prima e la terza edizione del Cre Cup. «Con Gianni è nata una bella collaborazione. Già dalla prima edizione immaginavo che l’evento avrebbe raggiunto numeri importanti e sono sicuro che crescerà ancora». Situato tra Verona e il lago di Garda, in una zona verdissima nel cuore della riviera degli Ulivi, lo Sport Hotel Veronello si caratterizza per la presenza di un ampio centro sportivo, con quattro campi di calcio disposti su una superficie di 5 ettari. Costruito alla fine degli anni ’60 dall’allora presidente del Verona, è stato aperto al pubblico negli anni ’70, e per 25 anni ha ospitato anche squadre professionali, come il Chievo. Ampi spazi verdi, una piscina, il ristorante e diverse tipologie di camere completano l’offerta della struttura, una vera e propria oasi per rilassarsi, fare attività sportiva, rimettersi in forma e divertirsi. Nicoletta Torresani cambiamenti nel mercato, e dobbiamo continuare a coltivare e mantenere attivo il rapporto umano, anche fuori dal luogo di lavoro. Non a caso abbiamo deciso di far passare questo messaggio attraverso il motto che ha caratterizzato l’edizione di quest’anno: 54 - youTrend “CREdiamoci”». Anche la presidente Nicoletta Torresani si dichiara soddisfatta: «Abbiamo registrato una grandissima partecipazione e un bell’entusiasmo da parte sia delle squadre che dei loro accompagnatori. L’obiettivo che ha ispirato la nascita di questo evento è stato centrato e l’evento e il Cre Cup sta ormai diventando un appuntamento fisso nell’agenda di diverse aziende e colleghi rivenditori. Quindi: che vinca il migliore!». I migliori quest’anno sono stati i membri del team Dakota che, replicando il successo del 2011, si sono aggiudicati il primo posto in un’emozionante finale con l’esordiente Tenax, finito ai tempi supplementari con un parziale di 2 a 1. Al terzo e quarto posto si sono classificate invece Redi e Index, squadra quest’ultima di Francesco Viaro, eletto capo cannoniere del torneo, con 6 reti in 4 partite. Scopri tutti i vantaggi e le promozioni su www.youtradeweb.com Da oggi anche ONLINE, puoi sottoscrivere, pagare e gestire il tuo abbonamento a Youtrade Magazine, comodamente, tramite il circuito paypal™ Sicuro. Affidabile. Certificato! 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QR CODE UN QUADRATO APERTO SUL MONDO UNA DELLE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING che permette di accedere tramite il proprio device digitale a contenuti multimediali e servizi interattivi, come campagne promozionali, coupon, video, cataloghi e molto altro di Veronica Monaco D ammi un QR code e ti dirò chi sei. Così prometteva Xenesys, azienda italiana specializzata nella consulenza, progettazione e vendita di soluzioni, servizi e infrastrutture IT, nel corso di un recente convegno organizzato a Padova sui nuovi scenari del retail. Per chi ancora non lo sapesse, il QR code è una delle nuove frontiere del marketing digitale, che permette attraverso la lettura di un codice a barre in 2D con un apposito reader (programma ormai facilmente scaricabile dalla rete, anche in modo gratuito), di accedere tramite il proprio device digitale a contenuti multimediali e servizi interattivi, come campagne promozionali, coupon, video, cataloghi e molto altro. Un modo innovativo per comunicare con i propri clienti, attuali e potenziali, e che permette di inviare un’infinita quantità di informazioni, in ogni luogo e in ogni momento. Queste informazioni possono inoltre subire un’accelerazione virale, grazie alla possibilità di condivisione dei contenuti aperta dai nuovi media interattivi, come i social network. Intervistato da YouTrade, Giuseppe Mastrocicco, business development enterprise applications di Xenesys, spiega: «Sta assumendo una valenza sempre più significativa la spinta a mettere il consumatore al 56 - youTrend centro delle attività di marketing, attraverso un approccio multicanale che integri social media e nuove tecnologie mobili, che permettono di personalizzare la comunicazione tra l’azienda e il suo cliente, e di veicolare il brand in maniera più efficace. Attraverso i social network, inoltre, è possibile assistere a una diffusione ancora più efficiente del brand, attraverso il passaparola del cliente verso gli altri utenti della rete». Giuseppe Mastrocicco base ACQUA E aggiunge: «Pensiamo poi all’ecommerce, piuttosto che al mondo delle App (le applicazioni per smartphone e tablet disponibili sulla rete, in maniera gratuita o a pagamento), nuovi canali che permettono di veicolare l’offerta direttamente al cliente, in maniera interattiva, e di incentivare la visita in negozio, con l’attivazione di sconti e promozioni, tramite sms, coupon, Qr code». Insomma, lo shopping del futuro non è un’utopia, ma un’opportunità che, grazie alle tecnologie digitali, ai social media e agli strumenti mobile, è possibile cogliere già adesso a piene mani. Incrementando l’afflusso nel punto vendita, aumentando la customer satisfaction e rafforzando la fidelizzazione del cliente, per dare 58 - youTrend una marcia in più al proprio business, sia nel comparto dei beni di consumo che in quello dei beni durevoli. «Nel settore dei beni consumo c’è un interesse e un utilizzo maggiore, ma il discorso vale anche per il comparto dei beni durevoli, quali per esempio l’arredamento, i sanitari, le ceramiche, in quanto il processo di acquisto attivato dal consumatore è lo stesso – dichiara Mastrocicco –. Il consumatore si reca infatti nel punto vendita per toccare con mano il prodotto, ma ha iniziato la sua avventura di acquisto già prima, chiedendo in rete una risposta “autorevole” da parte di coloro che hanno avuto esperienza diretta del prodotto e facendo approfondimenti tecnici. Il punto vendita è l’ultimo passaggio». Ultimo, sì, but not least, come direbbero gli inglesi. «Il lay-out sarà sempre più importante. Ma il semplice marketing distributivo non è più sufficiente: è necessario anche creare interazione con l’utente che visita lo showroom, magari attraverso piccoli chioschi vicino a specifiche esposizioni, filmati che spiegano i dati dell’offerta, touch screen che consentano di accedere alle informazioni in modo personalizzato (colori, ambientazioni, dati tecnici) – suggerisce il business development di Xenesys-. Le tecnologie per fare tutto questo sono già disponibili, bisogna solo saper cogliere la sfida. «Il segreto è riuscire ad avvicinare il più possibile lo store fisico a quello virtuale, creando un filo conduttore sinergico, in modo da raggiungere il cliente attraverso più canali: attività di vendita in negozio, pubblicità sui media, social network, App, Qr code, couponing, loyalty card», conclude Mastrocicco. Conviene cambiare Sistema Scegli i Sistemi Costruttivi a Secco! + SPAZIO + VELOCITA’ DI POSA + ISOLAMENTO ACUSTICO + RESISTENZA AGLI URTI Scopri tutti i vantaggi dei Sistemi a Secco Knauf! Knauf ha realizzato una comparazione tra i sistemi a secco e i sistemi tradizionali. Per la realizzazione di una parete esterna di tamponamento lo sapevi che puoi guadagnare fino al 6% di spazio interno calpestabile* e ridurre i tempi di costruzioni di 7 giorni ? Ti invitiamo a vedere i video comparativi sul sito www.knauf.it Clicca sul codice con il tuo cellulare e visualizza tutti i video Apri l’applicazione, inquadra il codice con la fotocamera del cellulare, clicca e visualizza il contenuto. * prova fatta per un appartamento di 90 mq COME RISPARMIARE CON IL MARKETING 2.0 LE NUOVE TECNOLOGIE OFFRONO SOLUZIONI ALL’AVANGUARDIA PER ESSERE HI-TECH E GREEN E PER COMPRIMERE I COSTI di Nicola Zeni M igliaia e migliaia di cataloghi, manuali, brochure, flyer, volantini. Pile di carta, che hanno un costo di stampa, di grafica, di impaginazione, di trasporto e di magazzino, perché niente più di queste cose occupa spazio, in casa come in ufficio. Senza considerare il fattore E, quello dell’ecologia. Ecco perché molte aziende, di tutti i comparti del mercato, da qualche mese hanno scelto di dare un taglio a più carta possibile, trasferendo sul web la loro documentazione tecnica e commerciale, mandando inviti a eventi solo in forma elettronica, cercando di trasferire anche tutta la fatturazione via email. Certo le tipografie non ne saranno molto contente, mentre gli utenti, invece, sembrano gradire. Meno scartoffie in giro anche per loro, meno spazio occupato sugli scaffali e, alla fine, più facilità nel reperire le documentazioni utili: invece di scartabellare in mezzo a mille depliant nel tentativo di trovare quello desiderato, con il pc basta un click e tutto ciò che serve è lì, a portata di mano, in una manciata di byte o di mega. Che dire, poi, della trasportabilità? Oggi a un agente di commercio come a un architetto bastano un tablet o uno smartphone per avere con sé centinaia e centinaia di schede, foto, capitolati, listini prezzi e qualsiasi altra cosa possa essere utile per il proprio lavoro, da condividere in tempo reale 60 - youTrend con collaboratori e clienti. Magari via email, se non addirittura via facebook. Poi c’è il capitolo App, che già alcune aziende delle costruzioni hanno lanciato gratuitamente sugli store multimediali. Quello di Geoplast, ad esempio, con una grafica semplice ed estremamente intuitiva consente di navigare nelle varie categorie di prodotti – dall’edilizia all’ambiente – a cui poi sono dedicate singole schede, ognuna completa di foto, catalogo e un’interessante utility di calcolo. Un po’ meno “pulita”, ma sempre esaustiva e d’interesse, anche l’applicazione di Gyproc, che dà la possibilità di scegliere tra “Soluzioni”, “Documentazione”, “News” e “Contatti”. Con la App di Italnolo, invece, si trova ciò che si vuole noleggiare con pochi click. Siete a caccia di un’azienda certificata in un determinato modo? Su questi criteri di ricerca si basa il software per device mobili dei certificatori di ICMQ, che con la funzione “Around me” segnala le imprese che offrono le documentazioni di qualità ambientale, marcatura CE, sicurezza, certificazione di prodotto, etc. Il mondo della tecnologia ormai ha dilatato il marketing, aprendo sempre più nuove strade a un’interattività just in time, on demand e sempre più social. Conti alla mano il risparmio per la carta non stampata, per un’azienda di medie dimensioni, con un centinaio di prodotti a catalogo, va dai 50 ai 100mila euro. Ma la tecnologia sta aiutando a risparmiare anche da altre parti. Con la telefonia, ad esempio: le filiali, ormai, si chiamano con Skype, il voip gratuito utilizzato sempre più spesso anche per le riunioni, specie se al tavolo devono sedere persone distanti tra loro chilometri. Basta attivare una funzione e si entra in conference call in diretta video con tutti i partecipanti al meeting virtuale, risparmiando sui costi di trasporto, sulle emissioni di CO2 e anche sul tempo. Insomma, con un po’ di ingegno e di pratica informatica, i campi dove riuscire a tagliare i costi sono svariati e, talvolta, anche più utili del caro e vecchio quaderno di carta, della romantica cornetta del telefono e di tanti altri mezzi che ci hanno accompagnato fino ai giorni nostri. IL CEMENTO COME SCULTURA Pezzi unici per effetti irripetibili, che esaltano la duttilità del calcestruzzo e creano ambienti dalle infinite possibilità emotive di Leda Martinelli Wave E ra il 1961 quando un pioniere dell’arte italiana contemporanea, Giuseppe Uncini, introdusse nella pratica scultorea il cemento e i tondini di ferro. Materiali improbabili, fino ad allora utilizzati unicamente in edilizia, che diventarono spunto di riflessione per percorsi inesplorati, punto di partenza per le successive sperimentazioni artistiche dei minimalisti americani e dei fautori dell’Arte Povera italiana. Dai psichedelici e avanguardistici anni ’60 ne è trascorso di tempo, ma c’è ancora chi predilige cemento e Orlando Vivarelli con alcune delle sue creazioni calcestruzzo per la realizzazione delle proprie opere. Pezzi unici per effetti irripetibili, che esaltano la duttilità del calcestruzzo e creano ambienti dalle infinite possibilità emotive, grazie all’utilizzo sapiente della luce. «Mi diverto nel creare oggetti in cemento: lampade, statue, mobili, che diventano poi oggetti di design grazie all’utilizzo della luce Led, che si sposa perfettamente con il materiale e permette di creare degli effetti bellissimi», spiega Orlando Vivarelli della Art Beton Life di Bedano, vicino alla città svizzera di Lugano, Brick Orlando Vivarelli e la sua lampada da pavimento Torsion specializzato nella progettazione e realizzazione artigianale di sistemi di illuminazione LED e fibre ottiche, lampade e mobili contemporanei su misura, per interni ed esterni, in calcestruzzo fibrorinforzato. Nel laboratorio Art Beton Life vengono creati anche i modelli, gli stampi e i calchi per la realizzazione delle opere in cemento che, integrate con la luce a Led, assumono una particolare profondità, oltre che un aspetto brillante e personale. «Ho creato diversi pezzi, dalla lampada a pavimento Wave, in calcestruzzo bianco con venature in vetro colorato, alla lampada murale Brick con 6 Led da 2W, a quella per soffitto Soffira, in calcestruzzo con due 2 strisce Ledda 150 cm». Soluzioni belle e originali, per dare un tocco di creatività alle nostre case. youPRODUCT - 61 BASF: I SEGRETI E I PROGETTI PER CONTINUARE A CRESCERE Basf ha presentato i suoi dati di bilancio 2011 e i progetti fino al 2020 L’ Italia si conferma uno dei principali Paesi di sviluppo e investimento per il gruppo multinazionale Basf. Nonostante la difficile situazione internazionale ed europea, l’azienda ha chiuso il 2011 con un andamento complessivamente positivo, anche se intaccato dalle conseguenze della crisi libica intercorsa tra febbraio e ottobre dello scorso anno. Il momentaneo blocco delle estrazioni e l’interruzione delle vendite di petrolio e gas hanno avuto forti ricadute su tutto il settore petrolchimico, in particolare quello italiano. In questo senso va letta la leggera flessione del 13% nel fatturato 2011 di Basf Italia, che si attesta a quota 2.434 milioni di euro. A sottolineare l’eccezionalità dell’evento, già nel primo trimestre 2012 il segmento Oil & Gas ha La sostenibilità nelle industrie clienti promuove innovazioni in nuovi campi di crescita 62 - youPRODUCT di Alessandra Tale riavviato la sua produzione a ritmi ininterrotti e ha aumentato gli utili, superando i livelli raggiunti nello stesso periodo di riferimento dello scorso anno. Discorso a parte per il comparto “chemical business”, che ha continuato a crescere, raggiungendo nel 2011 il fatturato record di 1.736 milioni di euro, con un +14% rispetto all’anno precedente. «Sono cambiate moltissime cose, non solo per le aziende che operano nel Paese, ma per l’Italia stessa chiamata a grosse sfide e decisioni importanti a livello sia economico che politico – ha dichiarato il vicepresidente e amministratore delegato di Basf Italia, Erwin Rauhe, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati aziendali –. In questo contesto, il nostro gruppo ha comunque saputo crescere in maniera forte e continuativa, in vista anche degli obiettivi futuri». Secondo quanto illustrato dall’ad di Basf Italia, le principali direttive su cui si fonda l’asset strategico dell’azienda sono creazione di valore, innovazione, sostenibilità e formazione. «Si prospettano tre sfide per il nostro pianeta: le risorse, l’ambiente e il clima; il cibo e la nutrizione; la qualità della vita – ha affermato Rauhe -. Tre sfide a cui possiamo rispondere attraverso la chimica, che da una scienza di settore diventerà scienza di sistema, in grado di fornire soluzioni a esigenze specifiche, mettendo insieme le esperienze provenienti da diversi campi, in un’ottica di sviluppo della sostenibilità e dell’innovazione». Gli obiettivi dell’azienda al 2020 si riferiscono ad una crescita fino a 115 miliardi di euro di fatturato rispetto agli attuali 73,5 miliardi. «Vogliamo che un terzo del fatturato sia generato da prodotti nuovi, che abbiamo già lanciato o lanceremo sul mercato nel decennio che va dal 2010 e il 2020», ha precisato Rauhe, che ha poi proseguito elencando gli altri obiettivi sul fronte dell’ambiente e della sicurezza: riduzione del 40% nelle emissioni di gas serra, miglioramento dell’efficienza energetica del 35%, diminuzione degli infortuni dell’80% e miglioramento dell’indice di performance di salute a un livello maggiore di 0,9 punti». Coerentemente con la sua strategia globale, Basf ha recentemente portato a termine l’acquisizione di BC Foam di Volpiano (To), specializzata nella produzione di schiume PET utilizzate prevalentemente nelle pale delle turbine eoliche. «Si tratta di una giovane azienda, nata nel 1999 ma ad alto tasso tecnologico – ha spiegato l’amministratore delegato di Basf Italia – che ha sviluppato al suo interno un prodotto che a noi mancava e che sarà di sicuro avvenire, vista la crescita dell’energia eolica in Europa e nel mondo. Ora intendiamo potenziare il sito per ampliare la produzione». Attualmente, l’azienda conta in Italia 16 siti di cui 11 produttivi, e occupa circa 1.500 dipendenti impiegati nello sviluppo e fabbricazione di prodotti chimici, materie plastiche, prodotti di nobilitazione, agrofarmaci, petrolio e gas. Se il comparto Oil & Gas ha registrato una buona ripresa nel primo trimestre 2012 (+10%), il business chimico ha subito un’inversione di tendenza rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-9%). «Se guardo all’anno scorso – ha concluso Rauhe – i dati del primo trimestre, in particolare del comparto chimico, sembrano scontare il quadro di profonda incertezza che continua a perdurare in Italia e nell’area mediterranea. Sono comunque contento dei risultati raggiunti e Basf Italia continuerà nella sua politica di contenimento dei costi e ottimizzazione dell’efficienza operativa, lavorando per focalizzarsi sulle esigenze dei clienti e cogliere ogni nuova opportunità di sviluppo». Trend e scenari Durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati di Basf Italia per il 2011 e il primo trimestre 2012, il vicepresidente e amministratore delegato Erwin Rauhe ha fatto il punto sull’andamento del mercato a livello internazione e nazionale, con un interessante approfondimento sulla situazione del comparto chimico mondiale e italiano. «Siamo in presenza di un generale e progressivo rallentamento dell’economia a livello globale, sia per quanto riguarda l’andamento del Pil mondiale che quello del commercio internazionale. Nel complesso però possiamo affermare che non dovremmo avviarci verso una fase di recessione grave, come quella registrata nel biennio 2008-2009 – ha dichiarato Rauhe –. Vediamo curve di crescita differenti tra i paesi avanzati e quelli emergenti, i quali daranno un contributo sempre più importante al futuro dell’economia. Tuttavia, per effetto della forte richiesta di materie prime da parte delle economie emergenti, i prezzi resteranno elevati, andando a deprimere ulteriormente i consumi o erodendo ancora di più i margini delle imprese». Rauhe ha poi proseguito: «L’Italia continua a registrare un PIL in decrescita e un indebolimento dei consumi delle famiglie, con una forte contrazione soprattutto nell’acquisto di beni durevoli. Uno spiraglio molto interessante per le imprese è quello relativo alle esportazioni, che si prevede possano crescere del 2,5% nel 2012. La produzione industriale resta tuttavia in grande difficoltà in tutti i settori, dalle costruzioni alle automobili, dall’arredamento agli elettrodomestici». Non bisogna tuttavia perdere le speranze. Come ha dichiarato l’amministratore delegato di Basf: «L’Italia può tornare a crescere, grazie anche alle misure e alle manovre restrittive messe appunto dal Governo, anche se l’incertezza nel medio periodo rimarrà elevata. Bisognerà quindi pensare a misure specifiche per lo sviluppo, passando dal decreto “Salva Italia” al “Cresci Italia”». E per quanto riguarda più specificatamente il comparto chimico? «La chimica a livello mondiale sta continuando a crescere dopo il crollo del 2009, mentre quella europea non riuscirà a recuperare i livelli pre-crisi entro il 2012, nonostante stia registrando una buona ripresa – ha spiegato Rauhe –. La chimica in Italia rappresenta il terzo mercato europeo, dopo Germania e Francia, con un fatturato a livello globale, esclusa la farmaceutica, che nel 2011 è cresciuto fino a 53,4 miliardi di euro (+1,5% dal 2010). L’export è stato uno dei motori di questa crescita, e molte aziende si sono internazionalizzate senza delocalizzare la produzione. Continua però ad aumentare anche il livello delle importazioni, soprattutto di chimica di base, settore che in Italia è quasi scomparso. Secondo Eurostat, comunque, la chimica italiana è una delle più innovative, con numerose imprese che fanno ricerca e innovazione». Gruppo BASF: Fatturato 2011 e EBIT per regioni youPRODUCT - 63 CHEMXCHANGE, IL PROGETTO PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI EDILI PRESENTATA DA UNIEP, È LA BANCA DATI CENTRALIZZATA PER LA GESTIONE ELETTRONICA DELLE SCHEDE DI SICUREZZA DEI PRODOTTI CHIMICI, PENSATA PER RISPONDERE IN MANIERA EFFICACE AL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO REACH E ALLE NORME DI SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO. PERCHÉ OGNI ANNO CI SONO 2 MILIONI DI CASI DI MALATTIA PER ESPOSIZIONE CHIMICA NELLE COSTRUZIONI, CHE COSTANO AL COMPARTO ALMENO 75 MILIARDI DI EURO di Veronica Monaco P er quanto riguarda la sicurezza e la salute dei suoi operatori, il settore delle costruzioni non brilla certo ai primi posti della classifica. A dirlo, già nel 2009, il team di esperti dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), che in un rapporto intitolato “Expert forecast on emerging chimical risks related to occupational safety and health” (Previsione degli esperti sui rischi chimici emergenti) aveva assegnato al settore una delle sue peggiori valutazioni, a causa non solo dell’elevata esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da rumori, vibrazioni, cadute e disturbi muscoloscheletrici, ma anche a quelli dovuti all’elevatissimo numero di sostanze chimiche con cui gli operatori si trovano quotidianamente a contatto, sostanze anche molto pericolose, con 64 - youPRODUCT effetti nocivi, tossici, cancerogeni e mutageni. «È stato stimato che l’esposizione chimica costa al settore edile quasi due milioni di casi di malattia ogni anno e almeno 98 milioni di giorni di assenza dal lavoro, per costi diretti pari a circa 75 miliardi di euro all’anno» – ha dichiarato Patrizia Di Mauro, segretario generale dell’Uniep, l’associazione internazionale dei pittori professionisti, nel corso del convegno organizzato da Anvides per la presentazione del nuovo progetto ChemXchange. Finanziato in parte dall’UE, e promosso da Uniep e da altre associazioni di settore di differenti Paesi europei, il progetto ha l’obiettivo di istituire una banca dati centralizzata dei prodotti chimici che, attraverso la gestione elettronica delle schede di sicurezza, permetta uno scambio di informazioni efficace Patrizia Di Mauro, segretario generale Uniep tra i diversi attori coinvolti nella catena di approvvigionamento, dal produttore all’utilizzatore finale. «Il progetto ChemXchange nasce ARMANDO TESTA ia ne -li ter on iet l o gi ig ag /b om e.it i tto ie rsa gl Bi .ce w w w Grazia Piccininno per Cersaie 2012 Facoltà di Architettura di Genova 25-29 Settembre 2012 www.cersaie.it Organizzato da EDI.CER. spa Promosso da ConfInDustRIa CERamICa In collaborazione con segreteria operativa: PROMOS srl - P.O. Box 37 - 40050 CENTERGROSS BOLOGNA - Tel. 051.6646000 - Fax 051.862514 ufficio stampa: EDI.CER. spa - Viale Monte Santo 40 - 41049 SASSUOLO (Modena) - Tel. 0536.804585 - Fax 0536.806510 rischio in cantiere «Servono informazioni precise e azioni per informare gli operatori sulla prevenzione del rischio dalle sostanze chimiche in cantiere – ha affermato Franco Pellaschiar, docente in numerosi corsi promossi da Aitiva per i tecnici dell’industria delle vernici, intervenuto al convegno di presentazione di ChemXChange –. La tutela degli operatori può essere infatti impostata meglio, solo qualora si conoscano in modo adeguato la natura e la consistenza dei rischi per i quali si devono predisporre azioni di prevenzione e protezione». Ma la questione è molto complessa. «In un cantiere vanno infatti considerate, volta per volta, le caratteristiche di specificità e di temporaneità degli interventi, le varietà dei prodotti impiegati, spesso preparati “ad hoc”, le difficoltà di attuare dei controlli ambientali e di valutare gli indici di rischio, le necessità di predisporre tempestivamente efficaci misure preventive e protettive in ragione della grande variabilità in cui si configurano le fasi operative», ha dichiarato Pellaschiar, elencando alcuni casi esemplari: «Se ad esempio prendiamo in esame le operazioni connesse con un ciclo di pulizia e di trattamento superficiale di opere architettoniche, notiamo che l’operatore è esposto a polveri, nebbie e a rumore, e l’ambiente circostante ad inquinamento acustico e polveri. Così pure il lavaggio con liquidi detergenti o con soluzioni acide o alcaline comporta la necessità di protezione della cute e degli occhi dell’operatore e la possibilità di dispersione di liquidi inquinanti nell’ambiente. Altri rischi sono quelli associati all’applicazione di prodotti a base solvente quali impregnanti, impermeabilizzanti, pitture antiruggine e smalti a finire, dove si verifica l’esposizione dell’operatore ai vapori della fase solvente e la progressiva diffusione di tali vapori nell’ambiente esterno. Può verificarsi anche un rischio di esplosione e di incendio se tali operazioni avvengono in spazi confinati. Vi sono poi alcune operazioni che comportano il rischio di esposizione a polveri, a fibre di minerali e a vapori e fumi di sostanze bituminose». L’esposizione alle sostanze chimiche nei cantieri può portare allo sviluppo di fenomeni di irritazione locale a carico della cute o delle mucose delle prime vie respiratorie, a fenomeni allergici della cute, con eritema o eczema, o delle vie respiratorie, con asma bronchiale, a fenomeni di alterazione della funzionalità epatica o renale, o addirittura ad effetti cronici caratterizzati da logoramento mentale attribuibile al prolungato assorbimento di solventi (“sindrome del pittore”). «Diventano pertanto importanti, nella valutazione e nella prevenzione di questi rischi, la concentrazione delle varie sostanze nella zona circostante ed il relativo tempo di esposizione dell’operatore, secondo i parametri già individuati da diverse istituzioni ed enti internazionali e nazionali, tra cui l’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists)». dall’idea di un gruppo di imprese edili norvegesi che negli anni ‘90 hanno lanciato BASS, un sistema elettronico per la produzione e la distribuzione di schede di sicurezza. Questo sistema richiedeva però nuovi sviluppi per tenere il passo con le esigenze delle aziende e con il nuovo regolamento europeo sulle sostanze chimiche REACH – ha spiegato la Di Mauro –. Per questo motivo è nato ChemXChange, un sistema che offre anche informazioni sui marchi di qualità ecologica e le dichiarazioni ambientali di prodotto, un controllo della qualità centralizzato, oltre a strumenti specifici per la gestione dei rischi, la sostituzione dei prodotti e la formazione». L’identificazione e la valutazione delle normative nazionali ed europee è un elemento chiave del 66 - youPRODUCT progetto, con particolare riferimento al nuovo regolamento europeo REACH relativo alla registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche emesse o importate sul mercato dell’UE, entrato in vigore il 1° giugno 2007 e pienamente operativo nel 2018. «Secondo questo regolamento – ha illustrato Cristina Bocca, responsabile normativa prodotti del Centro Ricerca & Sviluppo Riccardo Cavalleroni di Boero, presente come relatrice al convegno – tutte le sostanze, prodotte in quantità maggiore di una tonnellata all’anno e immesse sul mercato europeo, sia come sostanze pure che come componenti di miscele, devono essere registrate. Le sostanze pericolose devono invece essere registrate indipendentemente dal Schermata del sistema ChemXChange quantitativo. Solo le sostanze registrate possono essere commercializzate, alcune liberamente, altre invece sono sottoposte ad autorizzazioni o restrizioni a seconda della loro pericolosità». «Un capitolo molto importante del REACH – ha poi aggiunto – riguarda le schede di sicurezza (SDS) dei prodotti. Le novità principali sono la presenza del numero di registrazione, l’identificazione degli usi della sostanza, gli scenari di esposizione per le sostanze pericolose, le informazioni sulla gestione del rischio. Tutte queste informazioni devono essere correttamente rese disponibili lungo tutta la catena di approvvigionamento, dal produttore all’utilizzatore finale, proprio attraverso le SDS». Ogni scheda è articolata in sedici paragrafi, con dati dettagliati che vanno dalla composizione e dalle caratteristiche chimico-fisiche alle proprietà tossicologiche e alle modalità di manipolazione, stoccaggio, bonifica, smaltimento, trasporto del prodotto. Viene inoltre fornita esauriente spiegazione dei simboli di pericolo e delle frasi di rischio evidenziate in etichetta, e indicate le misure di prevenzione e i mezzi di protezione da applicare per evitare infortuni, danni ambientali, nonché l’insorgere di patologie professionali. «La piattaforma informatica per la gestione delle informazioni e delle Schede di Sicurezza (SDS) dei prodotti da costruzione, in fase di sviluppo nell’ambito del progetto europeo Chemxchange, è pensata come uno strumento semplice per rispondere alla normativa chimica europea (REACH) e alle norme di sicurezza sul luogo di lavoro, in modo da garantire la disponibilità e lo scambio via software delle informazioni sui prodotti utilizzati in un cantiere tra i vari soggetti coinvolti, nonché la loro registrazione e tracciabilità», ha spiegato Giorgio Recine, Research&Development Manager di Labor, società incaricata dell’implementazione del sistema gestionale. Per il momento sono previste due tipologie di accesso, con diverse funzionalità: l’accesso come produttore permette la creazione e la gestione delle SDS, inclusa la traduzione, la stampa delle etichette; l’accesso come utente finale, invece, consente la gestione e la condivisione delle informazioni sui prodotti utilizzati nei cantieri. «Considerando che la sicurezza chimica rappresenta un onere di gestione notevole per le aziende e che il 97% del settore edile europeo è costituito da PMI, il progetto ChemXchange permette di diminuire i costi e di offrire una soluzione ai problemi delle piccole e medie imprese relative alla mancanza di conformità con le nuove normative», ha inoltre tenuto a precisare la Di Mauro. Un progetto interessante, che dovrà però fare i conti con la complessità della situazione italiana, divisa tra aziende ancora poco strutturate per rispondere in maniera adeguata all’iniziativa, e altre impegnate in una faticosa lotta contro il tempo per stare al passo con gli adeguamenti normativi, e che difficilmente riusciranno a trovare risorse interne per l’implementazione e l’aggiornamento della banca dati. Per rispondere a queste difficoltà pratiche, in Norvegia hanno già pensato di mettere a disposizione delle aziende un servizio di traduzione delle schede di sicurezza dalla versione cartacea a quella elettronica. Una soluzione valida ed efficiente, che è possibile provare a replicare anche nel nostro Paese. Un classico... ad alto spessore VIA MILANO è un sistema modulare ad alto spessore dalla superficie particolarmente estetica che ricorda gli antichi lastricati del capoluogo lombardo. La finitura a spacco richiama l’effetto pietra rendendo VIA MILANO insostituibile in tutte quelle situazioni in cui sono richieste prestazioni eccezionali coniugate al fascino della tradizione. Per questo VIA MILANO è unico per la pavimentazione di piazze e di strade soggette a viabilità ordinaria e anche straordinaria, perfetto in un contesto storico ma anche nel nuovo, ogni volta che la bellezza si sposa con la qualità e le alte prestazioni. Via E. Mattei, 6 - 22070 Bregnano (CO) Tel. +39 031 773554 - Fax +39 031 774339 www.mvb-bregnano.it - [email protected] MERCATI ESTERI E GREEN ECONOMY ICN – INDUSTRIA CHIMICA NAICI, SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE DI PAVIMENTAZIONI IN RESINA E IMPERMEABILIZZANTI, LANCIA NUOVI PRODOTTI HI-TECH E PREPARA UNA RETE PER PRESIDIARE L’ESTERO. COME? LO SPIEGA GIOVANNI SPAGNOL, RESPONSABILE COMMERCIALE NAICI di Brunella Orsini Il Responsabile Commerciale durante un Seminario di approfondimento tecnico 68 - youPRODUCT G reen economy e internazionalizzazione: queste le parole chiave della strategia 2013 per ICN-Industria Chimica Naici, l’azienda italiana con sede nel Lazio specializzata nella produzione di resine per pavimenti e rivestimenti ed impermeabilizzanti, tra cui Cemenguaina, la guaina liquida cementizia bicomponente, cavallo di battaglia della sua offerta commerciale. Un importante cambio di passo, che Naici ha deciso di affrontare per garantire ai propri prodotti una diffusione ancora più ampia, attraverso la sperimentazione commerciale sul mercato europeo. «Il mercato estero è uno degli obiettivi più imminenti – spiega Giovanni Spagnol, responsabile commerciale dell’azienda – tanto che abbiamo istituito un gruppo di lavoro che si sta occupando in modo specifico dell’internazionalizzazione dell’azienda attraverso lo sviluppo di contatti con diversi buyer esteri. Pensiamo già dal 2013 di poter essere presenti in modo continuativo anche fuori dall’Italia con una nostra rete commerciale». Oltre al mercato estero, Naici sta lavorando con grande impegno per la messa a punto di una nuova linea di prodotti green, disponibile sul mercato già dal prossimo anno. «Con la collaborazione di alcuni laboratori universitari, da oltre un anno e mezzo stiamo testando e certificando tutti i nostri prodotti per poterli catalogare secondo le nuove normative della green economy – riferisce Spagnol –. Naici crede molto nello sviluppo di questo settore: il futuro dell’edilizia è sempre più rivolto alla green economy e all’immissione sul mercato di prodotti eco-sostenibili che garantiscano risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria». Il rispetto per l’ambiente, la cura per la qualità, l’efficacia e la durata dei risultati sono gli elementi caratterizzanti della produzione Naici, sempre in linea con le più attuali esigenze del mondo professionale. Come le guaine fibrorinforzate, che l’azienda ha inserito lo scorso anno nella propria offerta commerciale con Fibroguaina e Fibroguaina-s impermeabilizzanti ideali a ricevere l’incollaggio diretto di pavimenti e piastrelle. Dal primo febbraio di quest’anno l’azienda ha raddoppiato la propria proposta con la presentazione di due nuovi prodotti: FibroDark, la guaina liquida fibrorinforzata antiradice e pavimentabile, costituita da resine polimeriche ad alta resistenza e applicabile senza interposizione di ulteriore armatura in fibra di vetro, e Rapida, la guaina impermeabilizzante al solvente monocomponente colorata ad asciugatura rapida. Grazie all’intenso lavoro dei suoi Laboratori di Ricerca e Sviluppo, «l’azienda ha presentato per le pavimentazioni in resina cinque nuovi prodotti, tre per il settore industriale (Nairetan Pharm, rivestimento epossidico per industrie farmaceutiche e alimentari; Nairetan 200 HPT, rivestimento poliuretanico trasparente dalle eccezionali proprietà di resistenza ai raggi ultravioletti e agli agenti atmosferici; Nairoad, prodotto colorato ad uso professionale, indicato come rivestimento di piste ciclabili, aree pedonali e superfici ad uso sportivo) e due per il settore civile (Decò Perla, finitura policromatica all’acqua con effetto madreperlato; Nairetan SPT Floor, rivestimento epossidico spatolabile dedicato a pavimenti e superfici orizzontali quali uffici, negozi, appartamenti)», illustra il responsabile commerciale Naici. E aggiunge: «Negli ultimi anni la nostra azienda si sta sviluppando con estrema velocità e stiamo investendo moltissimo per essere presenti nei punti vendita con una offerta sempre più ampia, puntando su prodotti di qualità ad alto contenuto tecnologico e prestazionale, e sul miglioramento continuo del servizio al cliente, grazie anche alla presenza nazionale di una rete vendita con elevate Particolare del Laboratorio di ricerca e sviluppo competenze tecniche, in grado di seguire direttamente il cliente in cantiere e dare supporto continuo al rivenditore». Naici organizza inoltre altre numerose iniziative, tra cui un nutrito calendario di appuntamenti open-day (160 solo nel 2011) con dimostrazioni teorico-pratiche, riunioni serali con tecnici in cui viene mostrata l’applicazione dei prodotti da inserire in capitolato, la scuola di formazione Naici Academy, una vera e propria accademia per applicatori specializzati sia nel campo delle impermeabilizzazioni che delle pavimentazioni in resina. «Quest’anno è stato istituito anche l’albo applicatori professionisti Naici, che riunisce tutti gli applicatori che hanno compiuto l’intero percorso di formazione previsto dalla Naici Academy», conclude Spagnol. Uno dei reparti dell’Azienda youPRODUCT - 69 LA CASA DI ENZO FERRARI DIVENTA MUSEo INAUGURATA IL 10 MARZO SCORSO, L’ABITAZIONE DEL FONDATORE DEL CAVALLINO RAMPANTE è DIVENTATA UN MUSEO COSTRUITO CON LE TECNICHE Più AVANZATE di Santina Muscarà S e questa casa potesse parlare probabilmente direbbe di aver sognato di essere una casa Ferrari. Così come disse all’età di novant’anni il suo proprietario, Enzo Ferrari, parlando di se stesso. Proprio a casa Ferrari è iniziata la leggenda del fondatore dell’azienda automobilistica che ha reso mito il Cavallino Rampante facendolo sfrecciare in tutto il mondo a bordo della famosa Testarossa. E a casa Ferrari, ancora una volta, si respira aria di tecnologia e modernità grazie all’altissimo valore architettonico e culturale che la realizzazione ricopre a livello internazionale. Lo scorso 10 marzo, infatti, la casa in questione è ufficialmente diventata il Museo Casa Enzo Ferrari, importantissimo COOPERATIVA DI COSTRUZIONI DI MODENA Cooperativa di Costruzioni di Modena è un’impresa generale di costruzioni con sede a Modena che vanta una produzione pari a circa 170 milioni di euro all’anno. Nel 2008 CdC ha festeggiato un secolo di attività, durante il quale ha realizzato interventi di elevata complessità in grado di esaltare le capacità professionali e organizzative dei tecnici, l’abilità delle maestranze e l’utilizzo di un parco macchine e attrezzature tecnologicamente avanzato. 70 - youPRODUCT LE MAESTRANZE DELL’OPERA Impresa aggiudicatrice dell’appalto: Associazione Temporanea d’Imprese tra Consorzio Cooperative di Costruzioni di Bologna (mandataria) – Opere Civili Consorzio Stabile Modenese (mandante) - Opere Civili Ferrari Impianti (mandante) – Impianti meccanici Ite Group (mandante) – Impianti Elettrici Imprese assegnatarie opere civili: Cooperativa di Costruzioni di Modena, Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, Coopsette, Scianti, Costruzioni Generali 2 Capo gruppo dell’Associazione temporanea d’Imprese: CdC, Cooperativa di Costruzioni di Modena Direttore tecnico: Giuseppe Coppi (CdC) Assistente tecnico: Luca Bergonzini (CdC) Assistente tecnico: Emilio Nigro (CG2) Capo cantiere: Loris Golinelli (CdC) polo d’attrazione turistica per la città di Modena e per l’intero Paese. L’antica casa è ora sovrastata dalla galleria espositiva che richiama la forma di un “cofano” in alluminio giallo, colore simbolo di Modena e presente sullo sfondo del Cavallino. L’edificio, futuristico e tecnologico, si estende su circa 5mila metri quadrati per un investimento di 18 milioni di euro e ha lo scopo di raccontare al mondo la passione che ha spinto alla costruzione di automobili da sogno. Le vesti originali della casa e dell’officina si sposano perfettamente con la nuova galleria e gli spazi interni ospitano allestimenti multimediali che narrano la vita di Enzo Ferrari attraverso immagini e filmati, mentre la galleria sfoggia un allestimento flessibile che rappresenta i luoghi e gli attori della storia dell’automobilismo sportivo modenese. Protagoniste assolute sono ovviamente le automobili, che sulle loro pedane di design parlano da sole. Le scelte accurate non riguardano solo l’estetica espositiva e architettonica della struttura, ma anche le tecniche costruttive, al servizio della fruibilità e funzionalità degli spazi, nel rispetto del benessere dei visitatori. L’utilizzo di materiali all’avanguardia e la progettazione secondo i principi della bioclimatica, infatti, assicurano un alto risparmio energetico e un’elevata sostenibilità ambientale. I sistemi radianti di climatizzazione sono alimentati da un impianto di geotermia, mentre l’acqua calda sanitaria e l’illuminazione delle aree prive di illuminazione naturale diretta sono prodotte da pannelli fotovoltaici. La CdC Cooperativa di Costruzioni di Modena ha coordinato l’intera commessa, divenendo capogruppo dell’associazione temporanea di imprese che ha realizzato l’intervento, sia nella fase commerciale di studio del progetto, sia durante l’esecuzione dei lavori, compresi quelli affidati dalla committenza a fornitori terzi. Oltre ai tecnici, in cantiere hanno lavorato i due operatori della gru e del muletto e due operai qualificati affiancati dal personale delle imprese collaboratrici, per un totale di 25/50 persone variabili. Il cantiere ha accolto giornalisti, gruppi accompagnati e diverse personalità interessate alla visita dello spazio di lavoro, e all’ingresso dell’area dell’intervento è stato installato un maxischermo a led incorporato che ha trasmesso 24 ore su 24 immagini e informazioni relative all’iniziativa, alle personalità, al progetto e ai lavori in esecuzione. A rendere ancora più suggestivo lo svolgimento dei lavori, gli operatori hanno indossato divise gialle e blu, i colori di Modena e del Museo, complete di logo appositamente studiato per l’occasione. Tutte queste attenzioni hanno contribuito ad aumentare l’interesse attorno all’opera in costruzione, battezzata lo scorso marzo ma abitata di ingegno già dal lontano 1898, anno di nascita di Enzo Ferrari. youPRODUCT - 71 youbook A un giovane italiano di Carlo Azeglio Ciampi Rizzoli, collana Saggi 2012; pp. 160 14 euro Esiste un futuro per le giovani generazioni? E in quali forme si prospetta? L’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi non vuole offrire modelli da seguire, ma tentare di scorgere un “domani” possibile, attraverso la propria storia personale. La guerra, i grandi sconvolgimenti politici, i traguardi culturali, giuridici e politici dell’Europa vissuti in prima persona, e poi la crisi e il disastro economico recente, rappresentano lo spunto ideale per comprendere come, in momenti nei quali tutto sembra perduto, sia possibile ancora crescere, migliorarsi ed essere utili alla società e al prossimo. Libertà, solidarietà ed equità, uguaglianza, merito, diritto all’istruzione sono i concetti chiave su cui Ciampi invita a riflettere i giovani di oggi, per la prima volta privati della speranza di un futuro migliore. Valori alla base della civiltà occidentale di cui i “vecchi” non hanno l’esclusiva, ma virtù civili che le generazioni hanno il dovere di trasmettersi, “se vogliamo restituire un senso al nostro stare insieme”. Un’esortazione a mantenere una forte speranza, nonostante il contesto effettivamente critico. Per chi: adolescenti, giovani, adulti di ogni età, anziani. Un libro per tutti, per riflettere e reagire di fronte agli ostacoli che si frappongono tra noi e il nostro domani. 72 Zombie economics. Le idee fantasma da cui liberarsi di John Quiggin a cura di Emilio Barucci e Marcello Messori Edizioni Egea 2012; pp. 376 29,50 euro La lunga vita delle idee. A volte sopravvivono a chi le ha prodotte, magari in forme nuove e diverse, altre volte muoiono e vengono dimenticate ma, anche se dannose, ritornano come veri e propri zombie. Così la pensa John Quiggin, docente di Economia nell’australiana University of Queensland, quando illustra le idee alla base della grande corrente del liberismo, idee-zombie che hanno condotto il sistema finanziario globale sull’orlo dell’attuale precipizio: la grande moderazione, l’ipotesi dei mercati efficienti, l’equilibrio generale dinamico stocastico (il fatto cioè che l’analisi macroeconomica dovrebbe essere derivata da modelli microeconomici del comportamento individuale), l’economia del gocciolamento (le politiche che beneficiano i benestanti aiutano tutti), la privatizzazione, sono fallite. Alla luce di questo insuccesso, Quiggin guarda avanti, consapevole che il semplice ritorno all’economia keynesiana non basterà a liberarsi delle vecchie idee e a prevenire altre crisi. Per chi: economisti, imprenditori, politici e tutti coloro che non vogliono più commettere gli errori del passato, per superare la crisi Eating Planet 2012 Nutrirsi oggi: una sfida per l’uomo e per il pianeta Barilla Center Food and Nutrition in collaborazione con Worldwatch Institute Edizioni Ambiente 2012; pp. 352 26 euro Obesità o sovrappeso (oltre un miliardo di individui sulla Terra ne sono colpiti) convivono con la denutrizione e la povertà (925 milioni di individui non hanno accesso a sufficienti risorse alimentari, e 1,4 miliardi di persone vivono con meno di 1,25 dollari al giorno). Il sistema alimentare globale sarebbe in grado di fornire cibo sufficiente a tutti gli esseri umani presenti sul pianeta, tuttavia il 30% della produzione alimentare globale viene utilizzato per nutrire i circa tre miliardi di animali da allevamento (attività responsabile di almeno il 50% delle emissioni agricole di gas serra) e considerevoli parti dei terreni agricoli e dei raccolti globali sono destinati alla produzione di biocarburanti (solo negli Stati Uniti, il 45% del mais raccolto nel 2011 è stato destinato alla produzione di biofuel). Questi i principali paradossi, non più accettabili, che affliggono oggi il nostro pianeta. Eating Planet 2012 raccoglie i contributi dei massimi esperti internazionali, tra cui, Vandana Shiva, Raj Patel, Carlo Petrini, Shimon Peres, Mario Monti suddivisi secondo le aree oggetto di studio del Barilla Center for Food & Nutrition, centro di pensiero multidisciplinare che affronta il mondo della nutrizione e dell’alimentazione in relazione con l’economia, la medicina, la nutrizione, la sociologia e l’ambiente. Per chi: politici, economisti, sociologi, medici, ambientalisti, e la società civile nel suo complesso, per diffondere la conoscenza e la consapevolezza attorno a uno dei principali problemi della nostra modernità. L’eredità Proposta per un futuro sostenibile di David Suzuki Orme Editori 2012; pp. 125 12 euro Grande biologo, pioniere dell’ambientalismo e scrittore, David Suzuki ha sempre combattuto in prima linea per un mondo più sostenibile, sensibilizzando la società civile e le istituzioni sul surriscaldamento del pianeta, l’impoverimento degli oceani e la necessità di un futuro basato sulle energie rinnovabili. Ora Suzuki ha deciso di raccogliere le idee e lasciare un testamento che sa di dono prezioso per il futuro dell’umanità. “Un racconto di verità sul difficile mondo in cui viviamo, ma anche un racconto di speranza: la nostra occasione – se saremo in grado di coglierla – per un’opportunità di bellezza, di stupore e di comunione con il resto del creato”, scrive Margaret Atwood nella prefazione al libro. Ma le parole da sole non bastano: dobbiamo impegnarci, rimboccarci le maniche e inventare un nuovo modo di stare al mondo per trasformare l’eredità di Suzuki in realtà. Per chi: ambientalisti, anime green, downshifter e tutti coloro che vogliono adoperarsi per rendere più sostenibile il nostro mondo. RISTRUTTURAZIONE E TECNOLOGIA PER SUPERARE L’AFFANNO DEL MERCATO EDILE Vecchio ed altamente inefficiente? Investiamo nel tecnologico. Questo è l’augurio e la proposta emersa dopo la pubblicazione dei risultati delle indagini svolte sul mondo dell’edilizia da Federcostruzioni-Confindustria ed Enea. Questa sembra essere anche la soluzione per rilanciare l’industria del mattone, considerato il gettito che potrebbe comportare un’azione di miglioramento del 40-60% dell’efficienza energetica negli edifici. Un successo da 20 miliardi di euro l’anno, frutto anche della possibilità di sgravio fiscale (si parla del 55%, per l’ammodernamento energetico degli edifici italiani). Un risparmio che si può tradurre anche in dati positivi come la riduzione di ben oltre i 2GW/h registrata nel 2010. Sono soprattutto i dati dell’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia, e lo sviluppo economico, a dimostrare come sul territorio italiano persistano situazioni abitative iscrivibili nelle insoddisfacenti classi energetiche F e G, con consumi energetici 3-5 volte superiori rispetto ad edifici ristrutturati con elementi tecnologici e sistemi attenti al risparmio. Tecnologie che puntano all’aumento della coibentazione degli edifici, a sistemi di riscaldamento e raffrescamento, alla gestione diversificata delle temperature degli ambienti a secondo del loro utilizzo, ad impianti d’illuminazione intelligenti. Nel 2007 sono state introdotte una serie di agevolazioni e detrazioni fiscali per spingere e sostenere il mercato della riqualificazione energetica. Tuttavia, i dati raccolti da Enea e Confindustria dimostrano che «siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati dai Paee, i Piani d’azione per l’efficienza energetica», come spiega Paolo Pierino, consigliere delegato di Anie. Le misure proposte dovrebbero comunque consentire entro il 2016 di risparmiare oltre sette milioni di tonnellate di petrolio con il conseguente abbattimento di oltre 41 milioni di tonnellate di CO². I dati registrati dal 2007 al 2010 denotano una crescita degli interventi soprattutto da parte dei privati, un terreno quindi fertile per le aziende che sapranno comprendere e sfruttare queste nuove direzioni intraprese dal mercato. CONFLITTO DI COMPETENZE. SCONTRO GEOMETRI, INGEGNERI E ARCHITETTI Continua la diatriba tra geometri ed ingegneri e il Ddl 1865 sulle competenze dei geometri, presentato dalla senatrice e architetto Simona Vicari, che ha riacceso gli animi. Terreno di battaglia e luogo di annose questioni è la querelle sulle competenze che spettano a progettisti laureati o ai tecnici diplomati frutto dell’aperta interpretazione della parte normativa che parla di “modesta costruzione civile”. Il Ddl, presentato già nel 2009 ma sospeso fino allo scorso aprile, apre ai geometri la possibilità di progettare e collaudare edifici in cemento armato fino a tre piani fuori terra. I piani vengono ridotti a due qualora la zona in cui si sviluppano sia considerata sismica. A questa novità si aggiunge anche la possibilità, dopo la frequentazione di 120 ore di aggiornamento, di elaborare piani di lottizzazione entro il limite di un ettaro. Di sicuro ci sarà continua battaglia visto la ferma convinzione, da parte degli Ordini dei geometri, che la presenza del cemento armato non sia più considerabile come elemento atto a rendere non modesta una costruzione, soprattutto anche in seguito all’abrogazione del R.D. del 16 novembre 1939 n. 2229 che attribuiva ad ingegneri e architetti una sorta di esclusività nel calcolo strutturale. Dal canto loro architetti e ingegneri iniziano a sentirsi usurpati di un sano diritto, frutto anche delle conoscenze acquisite in anni di studio e dei principi del diritto comunitario. A preoccupare comunque è, in principal modo, la possibilità che con l’approvazione del disegno si assista all’apertura del mercato a soggetti non adeguati, o per nulla formati, per situazioni che richiedono senso di responsabilità e precise competenze in campo urbanistico, edilizio strutturale. Il Ddl Vicari, comunque, difficilmente si farà. Nonostante ciò però entrambe le categorie sentono la necessità di un ridefinizione più precisa e aggiornata dei rispettivi ruoli e competenze cercando soluzione nell’organizzazione di una commissione partecipata dai rappresentanti delle diverse categorie professionali. IDEE GREEN PER UN EUROPA PIÙ UNITA L’Europa ha bisogno di difendere il suo “verde”, di migliorare lo stile di vita dei suoi abitanti donando loro la possibilità di scelte che guardino al futuro. Nasce da questi presupposti il nuovo bando, promosso dall’Unione Europea, da oltre 34 milioni di euro per finanziare idee verdi. L’iniziativa, denominata Eco-innovazione 2012, punta a creare un mercato europeo di stampo ecologico, ovvero, prodotti in via di sviluppo, tecniche, servizi e processi che riducano le emissioni di CO², promuovano l’uso corretto delle risorse, favoriscano il riciclaggio. I settori da soddisfare possono essere cinque: il riciclaggio dei materiali e i processi di materiali, prodotti per l’edilizia sostenibile, il settore alimentare e delle bevande, l’efficienza idrica e business verde. L’idea dell’Unione Europea è quella di sostenere con questi finanziamenti l’avvio dei progetti che poi dovranno riuscire a continuare autonomamente il percorso intrapreso. Un percorso che possa esser il più europeo possibile, ovvero in grado di coinvolgere tutti gli Stati membri: una scelta anche economicamente favorevole. Infatti, secondo uno studio dell’OCSE, i servizi forniti dalle eco-industrie rappresentano circa il 2,5% del Pil dell’Unione Europea. L’iniziativa si inserisce nell’attuazione del piano d’azione per le tecnologie ambientali, Etap, alla cui base sta l’idea di favorire il mercato attraverso comportamenti ecologici e sostenibili. Questa iniziativa è gestita dall’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione, Eaci, con la collaborazione della commissione ambiente dell’Unione europea. Il bando si chiuderà il 6 settembre 2012 alle ore 17.00 a Bruxelles. 73 news dalla rete CONCORSO ONLINE PER GIOVANI E AFFERMATI DESIGNER contest.andreuworld.com sezione Directions, un aggregatore di post raggruppati in grandi temi al fine di rendere più chiari e facilmente individuabili i segnali e le direzioni del progettare contemporaneo. Un blog dinamico ed in continuo fermento grazie alla colonna dedicata ai post twitter che riflettono tutti gli hash dedicati ai moodboards. Il tocco di contemporaneità e dinamicità visiva è stato sottolineato anche dagli artisti, architetti e designer come Yuri Ancarani, Paolo Formisano, Lorenzo Palmieri e Marco Rainò intervenuti durante la presentazione ufficiale del progetto, avvenuta durante il Salone 2012 a Milano. DALIFORM GROUP SI VESTE A NUOVO www.daliformgroup.com prese con un mercato talvolta difficile da esplorare. Tutto il materiale dovrà pervenire entro e non oltre il prossimo 10 settembre e rispettare le regole presenti sul sito, che fungerà anche da finestra delle varie proposte inviate. CONTEMPORANEITÀ E TENDENZE. NUOVO BLOG PER bTICINO www.blinkproject.it Ritorna l’annuale appuntamento con il concorso internazionale di design indetto dall’azienda spagnola Andreu World S.A. e dedicato ai giovani progettisti e designer. Primo Premio? 3.000 euro. L’iscrizione può avvenire solamente online attraverso il sito http://contest.andreuworld.com, che presenta tutte le regole ed il contest di questa dodicesima edizione. Per il secondo anno consecutivo, il tema del concorso si focalizzerà sulla progettazione di una sedia o di un tavolo; ad innovare il contest saranno i materiali da utilizzare: legno di faggio, rovere sbiancato o noce. Il prodotto potrà ospitare anche materiali di natura diversa - vetro, ceramica, metalli, plastiche - però solo nel caso in cui abbiano fini complementari, strutturali o incidentali. L’idea deve essere nuova, non può essere stata usata in altri concorsi o già commercializzata e le proposte dovranno essere realizzate valutandone anche il costo per la produzione di massa, la facilità del trasporto e gli aspetti economici diretti ed indiretti della loro commercializzazione su grande scala. Un concorso stimolante attivato da una delle aziende europee leader nel settore dell’arredamento, un’opportunità sia per professionisti affermati che per giovani designer alle 74 «Se non siete curiosi lasciate perdere». Questa affermazione di Achille Castiglioni appare nella prima pagina di blinkproject. it il nuovo corporate blog dell’azienda bTicino, uno sguardo giovane e frizzante sul mondo del progetto contemporaneo. A coordinarlo Manuela Scisci, architetto e coorporate communication di bTicino. Tre le pagine principali del blog. Nella sezione About il progetto viene descritto come un dinamico hub di connessioni con il quale presentare tutte le nuove tendenze dell’architettura e del design. Moodboards è invece il vero e proprio cuore pulsante del blog. Attivato solo nel febbraio del 2012 ha già inanellato una serie di post interessanti giocati sulla presentazione delle nuove tendenze del design contemporaneo e sull’imprescindibile tematica dell’ecologia nella progettazione architettonica. Una sezione a sviluppo cronologico, che nella terza e ultima area raccoglierà i contenuti in maniera tematica. Stiamo parlando della Rinnovarsi per avvicinare il linguaggio tecnico dell’edilizia, al mondo sempre più vasto di possibili acquirenti e/o semplici curiosi ormai abituati ad informarsi solo attraverso l’uso del web. Questo l’obiettivo di Daliform Group e del rinnovamento del suo sito http://www. daliformgroup.com, in cui è stata migliorata l’usabilità e la facilità di lettura delle schede tecniche dei prodotti dell’azienda. Il sito, semplice nella sua impronta grafica, presenta un menù suddiviso in otto intuitive voci, a loro volta scandite in specifici argomenti. Troviamo la storia, la filosofia, in pratica il mondo di Daliform group, nella sezione Corporate; i prodotti vengono elencati nella sezione apposita suddivisi per edilizia, sezione acqua, verde e ambiente. Ad affiancare questa voce, la sezione Engineering in cui sono presentate tutte le fasi progettuali e le conoscenze messe a disposizione dall’azienda. Molto interessanti anche le aree Case history, Eventi e Contatti. Plus del sito la multilingua (sette le lingue disponibili), e la sezione Download dove trovare schede tecniche, capitolati, referenze, cataloghi, particolari costruttivi di ogni singolo prodotto dell’azienda. Purtroppo, da rivedere sia il nome della sezione Advertising, poco comprensibile se poi rimanda alla rassegna stampa dell’azienda, sia la sezione News, difficilmente rintracciabile all’interno del sito e poco chiara qualora si cerchi un elenco completo delle news pubblicate. ZAPPING La luce naturale protagonista del contest Velux La luce naturale è protagonista del primo contest promosso da Velux Italia in associazione con Archilovers.com. Il concorso “I Love Velux” è rivolto a tutti i progettisti italiani con l’obiettivo di raccogliere, condividere e selezionare i progetti residenziali più significativi e innovativi, che siano espressione di un attento studio della luce naturale attraverso l’utilizzo di prodotti dell’azienda. Per partecipare al concorso bastano pochi click (fino al 30 giugno, collegandosi al sito www.archilovers.com). I progetti pervenuti saranno valutati da una prestigiosa giuria secondo criteri di creatività, innovazione, originalità, scelta e ambientazione del prodotto. Il più meritevole si aggiudicherà un MacBook Air da 11 pollici, al secondo e terzo classificato andrà in premio una Apple TV. L’Italia è il secondo mercato al mondo del solare Come la pietra, e anche di più Il nuovo cordolo Pietra di M.V.B., azienda comasca produttrice di masselli autobloccanti e blocchi in calcestruzzo vibrocompresso, coniuga tutta l’estetica della natura e la tecnologia del prodotto industrializzato, rappresentando un punto di arrivo per eleganza e durabilità. Gli elementi sono realizzati in calcestruzzo vibrocompresso, costituito da inerti selezionati naturali e cemento ad alta resistenza (Portland 42,5 R), per garantire una migliore resistenza all’abrasione e agli agenti atmosferici. Cordolo Pietra rientra nella produzione top di gamma, ed è caratterizzato dalla particolare finitura “granito martellinato”, che esalta gli inerti pregiati della sua miscela e dona al cordolo una colorazione inconfondibile. Particolarmente indicato per la realizzazione di arredo urbano di rappresentanza, come rotonde, contenimento marciapiedi o aiuole verdi. La potenza fotovoltaica annuale del nostro paese ha rappresentato più del 33% di tutto il mercato mondiale del 2011 e quello italiano è diventato il secondo mercato mondiale dell’anno dopo la Germania, che conserva il primato per potenza cumulata (24.700 MW installati). Questi i dati presentati da Gerardo Montanino, direttore divisione operativa del Gestore Servizi Energetici (GSE) durante la quarta edizione dell’“Italian Pv Summit, roadmap to grid parity”, che si è tenuto a Verona, ad apertura della fiera Solaexpo. Il mercato italiano delle rinnovabili è passato da 18,3 GW di potenza del 2000 (per il 91% rappresentata dalla fonte idroelettrica) a 41,3 GW nel 2011, con un incremento del 125%. Il 75% di dell’aumento (23 GW) si è avuto solo negli ultimi 4 anni. In testa a tutti il fotovoltaico che a fine 2011 rappresentava il 31% della potenza rinnovabile installata, mentre l’idroelettrico passa al 43%. Con gli oltre 340mila impianti presenti nel nostro paese la produzione elettrica da fotovoltaico è stimabile oggi in circa 11 TWh/anno ed è in continua crescita. Circa il 95% dei Comuni italiani ha nel proprio territorio almeno un impianto, una quota che era solo del 31% nel 2007. Batterie addio, c’è Free Power Presentata in anteprima a MCE 2012, Free Power è l’innovativa valvola per radiatori Seitron che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella termoregolazione wireless. Free Power, infatti, è una valvola motorizzata completamente “self-powered” (autoalimentata), che può essere installata su ogni singolo terminale ambiente e che funziona senza bisogno di batterie o di alimentazione esterna. L’alternatore che alimenta la batteria ricaricabile interna è azionato direttamente dal flusso d’acqua attraverso una nanoturbina. In questo modo il dispositivo è completamente autonomo da altri tipi di alimentazione, per una durata illimitata. Inoltre, il termostato esegue via radio il campionamento della temperatura ambiente ogni 10 minuti, attivando il comando on/off. Per le sue caratteristiche, Free Power rappresenta un nuovo concetto di sostenibilità, attento all’ambiente, perché evita lo smaltimento di centinaia di migliaia di batterie altamente inquinanti, e ai consumi, permettendo l’abbattimento dei costi per la sostituzione delle batterie. Il lancio sul mercato è previsto per la seconda metà del 2013. 75 Il rispetto di flora e fauna passa anche per i vetri LA NUOVA GENERAZIONE DEL POLISTIRENE ESTRUSO Grazie alla tecnologia Xenergy di Dow Building Solutions, Monier propone al mercato il pannello isolante Thermomanto System Xenergy della gamma Wierer, che grazie all’aggiunta di carbon black all’interno del polistirene possiede un valore di conducibilità termica superiore fino al 20%, e permette di raggiungere prestazioni termiche superiori ai tradizionali pannelli in polistirene estruso. Con un elevato isolamento termico a spessori ridotti, Thermomanto System Xenergy rispetta l’ambiente, comporta un minor impiego di materia prima e riduce i costi. È una scelta innovativa per progettisti e installatori. La battentatura a L sui quattro lati permette di evitare la formazione di ponti termici e la struttura a cellule chiuse conferisce un’elevata resistenza alla compressione, resistenza all’umidità e durabilità. Inoltre il pannello è dotato di scanalature che facilitano l’aggrappaggio delle tegole e di ampi canali per la ventilazione del sottotegola. DuPont Glass Laminating Solutions annuncia il lancio commerciale di Dupont SentryGlas N-UV, una nuova tecnologia di interstrato ionoplastico per vetro di sicurezza architettonico durevole, che garantisce un’elevata trasmissione della luce naturale UV, assolutamente necessaria all’interno di spazi che ospitano flora e fauna con particolari requisiti di illuminazione. Dupont SentryGlas N-UV non è reticolato o trattato, e fa affidamento sulla stabilità intrinseca dello ionoplasto per resistere alla degradazione o alla perdita di trasparenza provocate da una prolungata esposizione alla luce solare. Questo vetro offre fino a 100 volte la rigidità e 5 volte la resistenza dei tradizionali interstrati per vetri di sicurezza, permettendo la realizzazione di vetri più grandi. Inoltre, se usato in combinazione con vetro ad elevata trasmissione, può migliorare ulteriormente la trasmissione della luce naturale. SentryGlas N-UV è stato recentemente utilizzato nel South Korea's National Ecological Institute (NEI) "Ecorium", un centro studi che ospita anche riserva naturale con diverse aree climatiche. 76 Nasce Leonardo, il nuovo sistema radiante a soffitto di Eurotherm, il primo sul mercato disponibile con due diversi interassi della tubazione. Costituito da pannelli in cartongesso modulari con tubazione già integrate nella lastra, disponibile in diverse dimensioni, Leonardo ha una resa estremamente elevata sia in riscaldamento che in raffrescamento (entrambe certificate dal WSP Lab di Stoccarda). Questo grazie alla rivoluzionaria forma dell’anello, per cui la tubazione è disposta nei circuiti con andamento serpeggiante in modo da massimizzare la superficie di scambio radiante tra tubazione e cartongesso. Inoltre le linee guida di sviluppo del circuito riportate sulla superficie del pannello in cartongesso, assicurano grande velocità e facilità di posa. Il sistema Leonardo è disponibile anche come applicazione a parete. L'adesivo super flessibilizzato e deformabile Isolmant, una App avanti! Da oggi è ancora più comodo, facile e veloce conoscere il mondo Isolmant. È nata infatti la App Isolmant (sia per iPad che per Android), ideata per i progettisti, i distributori e le imprese edili, e già disponibile gratuitamente nel vari “market place” per essere scaricata e subito utilizzata. L’App di Isolmant consente di consultare in ogni momento il La nuova frontiera del soffitto radiante catalogo dei prodotti, le schede tecniche aggiornate e le relative certificazioni, sia nell’ambito delle nuove costruzioni che per il risanamento di quelle già esistenti. Inoltre, grazie ad appositi filmati dedicati alle possibili applicazioni su superfici orizzontali e verticali, alle illustrazioni chiare e complete sulle varie modalità applicative, l’App offre un approccio interattivo alla soluzione delle problematiche relative all’isolamento. A ulteriore sostegno della sua attività, l’APP di Isolmant favorisce l’immediato contatto con l’ufficio tecnico aziendale per la fornitura dei calcoli. Infine, è anche disponibile un efficace motore di ricerca attraverso il quale i progettisti e gli operatori, partendo da una semplice parola o tipologia di problema da risolvere, possono giungere facilmente e in un attimo a tutte le informazioni che desiderano. Torggler Chimica presenta al mercato il nuovissimo adesivo cementizio monocomponente X-Tile 480 ad alta resistenza, adatto per l'incollaggio all'interno e all'esterno, a parete e a pavimento, anche in sovrapposizione, di grès porcellanato e smaltato e ceramiche di tutti i tipi e formati. L’adesivo è caratterizzato da antiscivolamento, tempo aperto allungato, super flessibilità e deformabilità, resistenza al gelo. L’utilizzo di X-Tile 480 garantisce una resa ottimale, oltre che in una maggiore facilità d’uso ed economia sul lavoro finito, che risulterà impeccabile sia in termini tecnici che estetici. X-Tile 480 si inserisce inoltre all’interno del “T-Life Project” di Torggler, impegnata da molti anni nello sviluppo di prodotti caratterizzati dalla massima compatibilità ambientale. hi COME TI GUSTO IL GELATO Il gelato compagno di momenti piacevoli da soli, in compagnia o per recuperare lo spirito dopo una giornata faticosa. Il gelato però quello buono cremoso, soffice ma persistente. Purtroppo non sempre la consistenza è adeguata, o troppo liquido o, ancora peggio, troppo solido. Quale potrebbe essere la consistenza adeguata e come raggiungerla senza allungare l’attesa? A questa difficoltà ha cercato di porre rimedio il designer e architetto giapponese Naoki Terada con il suo cucchiaio fondi, ma non sciogli gelato. Meglio conosciuto come 15%, la percentuale definita dalla legge giapponese come minima quantità obbligatoria di latte presente nella deliziosa sostanza, questo nuovo accessorio realizzato in alluminio sfrutta la conduttività termica il cui grado termico consente di fondere, senza ridurlo in liquido, la nostra porzione di gelato. Le vaschette estratte dal nostro freezer saranno finalmente domate ed il gelato diverrà semplicemente una dolce e rassicurante pausa. Naturalmente non bisognerà farsi distrarre dal prezzo del cucchiaino, con il quale si potrebbero acquistare oltre due chili della deliziosa fredda sostanza. ADDIO AI GRAFFI POST-IT IN 2.0 Siete anche voi imperterriti utilizzatori di Post-it? Ebbene anche l’ormai tradizionale, e consueto, modo di appuntare promemoria si rinnova e diventa hi-tech. Il promemoria diverrà 2.0. Tranquilli non sarà una rivoluzione, non vi condurrà alla perdita della scrittura, semplicemente diverrà digitale. Addio foglietti e largo ad una videocamera, un microfono, 12 display Super Amoled sottilissimi e un pennino. La webcam ed il microfono consentiranno di registrare messaggi audio e video, visibili poi grazie ad uno comodissimo display. Il pennino invece non ci farà perdere l’uso della scrittura e ci permetterà di segnare le nostre note su 12 fogli digitali. I post-it erano “appicicabili”, ebbene anche questi agili fogli digitali avranno la medesima, e forse più potente, caratteristica grazie alla banda di polipropilene di cui sono dotati. Una prossima tecnologia ma già vincente, che si è aggiudicata il concorso Samsung per giovani designer, tenutosi a Milano a fine 2011. Speriamo venga posta sul mercato ad un prezzo abbordabile, altrimenti anche l’aspetto ecologico dell’abbattimento del consumo di carta andrà a scemare. DAI VOCE AL TUO IPAD Come regalare una nuova vivacità all’audio del vostro iPad? A tutto ciò risponde BeoPlay A3, il nuovo funzionale ed elegante sistema audio sviluppato da B&O Play e uscito dalla creatività del designer danese Steffen Schmelling. Ne è scaturita un’elegante cornice nera tagliata in alluminio. Questo rivoluzionario sistema abbina l’ottima definizione audio con la possibilità della separazione stereo qualora si voglia portare con se l’iPad. BeoPlay A3 è un dispositivo sfaccettato che consente di usufruire delle qualità di portabilità dell’iPad, la sua leggerezza e stabilità ne consente l’utilizzo sia da sdraiati sia da seduti. Appoggiandolo ad un tavolo consente l’utilizzo sia in orizzontale, comodo per leggere ad esempio le email, sia in verticale, qualora si voglia scorrere un elenco di riproduzione. Presenta anche l’adaptive stereo orientation che riconosce i programmi trasmessi e selezione autonomamente quali dei quattro diffusori BeoPlay A3 sia meglio utilizzare per ogni situazione di ascolto. La tecnologia non ha più confini grazie a Nissan. Una delle principali innovazioni nel settore automobilistico approdano nel mondo della telefonia, o meglio nell’universo iPhone. Nissan ha annunciato il lancio di un’esclusiva custodia auto riparante per iPhone: il Nissan Scratch iPhone case. Lo scratch shield rappresenta la prima tecnologia che consente ai piccoli graffi di vernice di ripararsi da soli. Detto fatto, questa innovazione è stata subito trasposta in un mondo dove i piccoli graffi possono essere quasi all’ordine del giorno, la telefonia. Il nuovo materiale è il frutto di anni di analisi svolte dal centro ricerca della casa automobilistica asiatica in collaborazione con il centro studi dell’università di Tokyo. La custodia si caratterizza per tre impostanti comportamenti fisici: elasticità e flessibilità che agevolano le azioni di auto riparazione dei piccoli graffi, a cui si aggiunge la composizione gelatinosa della vernice che la rende molto più resistente ai graffi. La sostanza a cui si devono questi efficaci comportamenti è l’ABS, materiale da anni sfruttato in campo automobilistico per la miglior resistenza ad urti e graffi rispetto a tutti gli altri materiali plastici. 77 m o o r w SPORT UTILITY COMPATTA CHEVROLET. CI SIAMO Un piccolo gioiello di design e comfort per il nuovo SUV marchiato Chevrolet. Un modello che adatta al mercato americano lo stile ed il design della vettura gemella: la Opel Mokka. La scelta dei 5 posti e dello stile degli interni denotano comunque l’attenzione dei progettisti anche per il mercato del vecchio continente. Queste le prime impressioni scaturite dalla visione dei concept della nuova Chevrolet Trax, definitiva versione dopo il primordiale prototipo del 2007, GREEN A DUE RUOTE Sarà il 2014 l’anno lancio della nuova sfida due ruote della Smart. Per ampliare la gamma delle sue proposte ecologiche, Smart dà il là all’Escooter, terzo lancio del marchio, che si va ad aggiungere alla Smart forTwo ED e alla eBike. Un modello dalle linee futuristiche, che guardano però alle forme dell’Ovetto Piaggio, modificandole per ciò che concerne la larghezza della carenatura. L’Escooter sarà dedicato anche al mercato dei non patentati, grazie alla limitazione della velocità a 45km/h. L’azione motrice 78 arenato per consentire di sviluppare una vettura dai connotati tipici di una sport utility compatta. Come è ormai marchio di fabbrica, ritroviamo la consueta mascherina divisa in due parti dalla cornice che ospita il logo della casa americana e si conclude in due gruppi ottici dalle forme massicce. Forme importanti, che rimbalzano lungo i muscolosi parafanghi posteriori, e alle quali si sommano la grande calandra e le nervature ben in vista sulle fiancate. Un design che delinea un’imponenza delle forme contrastate però dagli interni sviluppati seguendo i tagli di finiture delicate. Il modello sarà presentato al Salone di Parigi il prossimo settembre, una vetrina importante per il lancio sul mercato che avverrà nella primavera del 2013. Gli allestimenti meccanici, quasi sicuramente, presenteranno le versioni benzina da 1.6 e 1.4 litri turbo e la versione 1.7 diesel, tutte abbinate ad una trazione anteriore e integrale. sarà garantita da un propulsore elettrico da 5,4 CV posto nella ruota posteriore ed alimentato da una batteria al litio. Le prestazioni? La casa parla di un’autonomia di circa 100km con una disponibilità a pieno regime di 5 ore di guida continuate. Energia che sarà recuperata anche da un sistema di accumulo in frenata, al quale si affianca la produzione energetica garantita dai pannelli fotovoltaici che coprono gran parte della carrozzeria. Abs, airbag, Blind Spot Assistant, gruppi ottici a led e manopole riscaldabili completano il ricco corollario di accessori disponibili, anche se il marchio non ha ancora definito l’equipaggiamento della versione standard. Di sicuro ci sarà uno smartphone ad elencare tutte le informazioni sul veicolo, stato della batteria e velocità, oltre alla possibilità di un navigatore integrato. I colori? Come ormai definito dalla linea eco di Smart, verranno giocati sul bianco candido abbinato al verde di alcuni particolari. COREANA D’EUROPA Conquistare l’Europa. Questo il messaggio lanciato da Kia, la casa automobilistica coreana che da oltre dieci anni continua il suo successo nel mercato europeo. Una conquista frutto della scelta di operare attivamente sul suolo del vecchio continente, inaugurando nel 2007 il primo modello della Cee’d. Ebbene, dopo cinque anni e il successo di mercato, oltre che di attestazione (basti ricordare il quarto posto della vettura nel premio Car of the year), Kya decide di rinnovare lo stile della Cee’d. Dall’occhio attento alle nuove tendenze e alle influenze europee, deriva un assetto della vettura abbassato e slanciato che le dona un aspetto ancora più sportivo. Prodotta interamente negli stabilimenti di Zilina, in Slovacchia, il nuovo modello ha un motore sviluppato in modo da ridurre notevolmente i consumi, attestati nel valore medio del 4%. Disponibile sul mercato nelle versioni fra i 90 e i 135 Cv, le motorizzazioni saranno a benzina per il modello 1.4 MPI da 100 CV e 1.6 GDI da 135 CV. Tre le versioni diesel la 1.4 WGT da 90 CV e la 1.6 Vgt da 110 e 128 CV. Potenze che, pur garantendo un abbattimento dei consumi, non dimenticano l’anima sportiva del marchio e consentono di toccare velocità vivaci e ottimi spunti sin dalle versioni base: 13,5 secondi da 0 a 100 km/h. Una risposta alle esigenze del guidatore, possibile grazie al cambio automatico-sequenziale DCT a doppia frizione sviluppato da Kia. Un’evoluzione che, oltre a migliorare le prestazioni di guida, concorre nella riduzione dei consumi della vettura. Non solo meccanica ma anche design: i progettisti della nuova Cee’d sono riusciti a migliorare abitabilità e comfort senza ritoccare la misura di passo della versione precedente. La nuova Cee’d si presenta con uno spazio interno aumentato di oltre il 9%, e una capacità di carico da 380 litri (ben 40 litri in più rispetto alla versione del 2007). on the road IN CANADA IMMERSI NELLA NATURA SELVAGGIA King Pacific Lodge è un lussuoso hotel nel cuore della foresta del Grande orso, sulla costa occidentale della British Columbia in Canada. Un luogo che coniuga la qualità e le comodità di un resort di prestigio alle idee contemporanee di eco-vacanza. Vincitore indiscusso sin dal 2008 del premio Best Resort in Canada, ospita diciassette camere e suite tutte arricchite da morbidi piumini, bagni con vasche incassate in legni locali e affacciate sulla natura esterna. Le aperture delle varie camere si tuffano su luoghi diversi che alternano visioni sulla foresta pluviale temperata alla spettacolare vista del porto di Barnard e del canale Whale. La Princess Royal Suit è il lusso. Un sontuoso apparta- mento su due piani, con una vista sul paesaggio circostante, arrichita da una master room, un soggiorno con ampio camino in roccia, jacuzzi in ardesia, sala da pranzo. Un intrigante lodge raggiungibile solo in idrovolante o con trasferimento in barca. Un edificio immerso in una natura da esplorare con le numerose attività come le escursioni in kayak, le arrampicate e le lunghe camminate alla ricerca delle balene o alla scoperta della variegata e selvaggia fauna. A partire da 3.700,00 euro (3 notti min) king pacific lodge 255 West 1st Street, Ste. 214, North Vancouver, BC - Canada Tel. 604.987.5452 [email protected] www.kingpacificlodge.com DOMINARE LA JUNGLA THAILANDESE Fuggire dal trambusto per poi fermarsi a farsi cullare dalle comodità di un ambiente da favola, ospitato in una delle regioni più affascinanti e naturali del mondo. Questo offre l’Antara Golden Triangle Resort, arroccato sulle alte colline a confine tra Thailandia, Myanmar e Laos. Là si potranno assaporare le lente passeggiate nella jungla in sella ad un elefante, o godere delle spinte delle correnti del fiume Mekong durante un’attraversata in un ambiente idilliaco. Un luogo immenso in grado di ospitare settantasette stanze e suite con ampi balconi, pavimenti in teak e grandi vasche da bagno. Atmosfere di intenso romanticismo reso ancora più appassionante dalle sete che decorano pareti e arredamento, nonché dalla luce del cielo thailandese che filtra attraverso enormi porte finestre e invitano l’ospite a perdersi nella splendida vista sul fiume Mekong o nei lussureggianti giardini del Resort. Gli intensi e variegati colori esterni trovano il giusto connubio nelle scelte cromatiche delle stanze, giocate sui toni pacati del bianco e delle gradazioni di tonalità ocra. Sei spaziose suite coronano gli ultimi piani dell’edificio ed ospitano una camera da letto, una zona soggiorno oltre ad un balcone di ben 20 mq nel quale vengono ospitati grandi cuscini ed accoglienti divani per rilassarsi assaporando la fievole aria di montagna. Opere thailandesi, sculture in legno di teak, peluche, oltre alla tecnologia di schermi piatti, lettori iPod fino a macchine per l’espresso, riescono coccolare l’ospite. Saranno però le 13 Antara Three Country View Suite ad offrire le viste più mozzafiato e la comodità di ambienti di oltre 64 mq, nei quali perdersi coccolati dai confort e dalle visioni sul triangolo Thainlandia, Laos e Myanmar. A partire da 250,00 euro. Anantara Golden Triangle Resort & Spa 229 Moo 1, Chiang Saen Chiang Rai 57150 - Thailand +66 (0) 5378 4084 [email protected] www.goldentriangle.anantara.com DESIGN E STORIA PER LE CENTO TORRI DI ASCOLI PICENO Ad Ascoli Piceno design e storia si incontrano racchiuse nelle mura di un antico palazzo nobiliare del ‘700. Questa la Residenza Cento Torri, un residence quattro stelle che riesce a coniugare l’impianto architettonico originario, sia del palazzo che degli ambienti delle vecchie fabbriche di famigli, con piccoli elementi dal design delicato e contemporaneo che ricreano una suggestivo ambiente d’antan. Lo stesso nome trova origine nella storia della città conosciuta, appunto, come la città delle cento torri, un passato glorioso il cui sapore si ritrova nei stretti vicoli e nei severi edifici del quartiere medievale, un profumo che ha anche suggestionato alcune tra le menti più brillanti del secolo scorso come Jean Paul Sartre. Tutti gli ambienti interni sono giocati su colori ocra in un dialogo delicato con la pietra che ne orna le pareti e gli esterni; comodi divani e poltrone accolgono l’ospite nel grande salotto che si affaccia sul giardino d’inverno, un ambiente illuminato dalla luce zenitale che riverbera dopo l’incontro con le piramidali pareti del soffitto in vetro. Letti a baldacchino, grandi balconi e finestre che si affacciano sul centro storico della città marchigiana, sono i primi aspetti ad esser colti dagli ospiti. Saranno, però, i piccoli particolari a cullarli tra un mobile firmato da famosi interior designer e dipinti originali d’autore. L’adiacente corte ospita invece una serie di appartamenti nei quali riscoprire il fascino dell’arredamento antico, riscaldati dal torpore di un caminetto che guarda alle barocche corti locali, e la cui luce crea sinuosi giochi di ombre incontrando gli stucchi d’autore, gli arredamenti in stile inizio ‘900, i quadri antichi e i pregiati vasi che decorano gli ambienti delle varie stanze. A partire da 153,00 euro. RESIDENZA 100 TORRI Via C. Mazzoni, 6 - 63100 Ascoli Piceno (AP) Tel. 0736.255123 [email protected] www.centotorri.com 79 Questioni di gola Ritorno dal passato Il Trentino annoverava tra le sue gemme gastronomiche un’esclusiva farina da polenta, il Mais Spin, una varietà che si distingue dalle altre pannocchie per la presenza di un rostro sulla cariosside. La coltivazione di mais in Trentino ha una tradizione dalle radici antiche che si ritrovano sin dalla seconda metà del ‘600. Il Mais Spin si è introdotto in questa secolare storia solo con l’800, trovando nelle valli del Veneto e dell’Adige l’ambiente ideale per sostenerne la produzione, talvolta massiccia come avveniva nella zona della Valsugana. Un successo che durò fino ai primi anni ‘60 a cui seguì un periodo di oblio. Oggi le sue pannocchie – di colore arancio vivo, lunghe e pesanti – sono ritornate ad essere le protagoniste della dieta e coltivazione trentina. Raccolte nei primi di ottobre, e asciugate al vento montano, vengono successivamente macinate con lentezza per conservarne i profumi e i principi nutritivi. Enologia tra tradizione, magia e successo Ricordi dalla valle dell’Adige Assaporare un sorso di schietta ed elegante tradizione enologica. Perdersi in una gamma cromatica che ricorda le tonalità rosate della buccia di cipolla. Inebriarsi in profumi dalle note pompelmo con avvolgenti contorni floreali che si concludono nel ricordo dei limoni del Garda. Questo il Revì Rosè, il fonetico spumante classico prodotto ad Aldeno dalla cura di due donne, Carmen Tomasi e Giovanna Bertoldi guidate dalle mani esperte dell’enologo Paolo Malfer e dal giovane figlio Giacomo. Le uve del Revì nascono lungo le sponda destra del fiume Adige, una zona individuata quale ambiente ideale per ottenere uve dall’ottima acidità che creano questo delicato TrentoDoc. Cabala enologica Un pentagono come simbolo. Cinque le punte del logo come cinque sono i vini prodotti da Leuta, giovane ma già affermata azienda viticola, di Cortona. Punto di forza delle ricerche viticole dei trentini, ma toscani d’adozione, Enzo Berlanda e Dennis Zeni, il Leuta Merlot 1,618. Un nome le cui cifre rimandano alla magia della sezione aurea, il numero con cui la natura esprime le sue forme. Un vino che assomma alla raffinatezza ed eleganza dei suoi toni il persistente ricordo della forza del suo gusto. Il timbro fruttato di questa varietà di origine francese s’intreccia agli odori di geranio e a sensazioni minerali. Nettare Canadese La Borgogna, culla del Pinot nero, sembra aver trovato nel Canada una degna e ospitale erede. Un habitat ideale per vini di grande pregio ottenuti da una delicata varietà qual è il Pinot nero. È piacevole quindi incorrere in vini come il Pinot Noir 2008 “Bench” dell’azienda Malivoire sorta lungo la costa sud–occidentale del lago Ontario. Il clima proibitivo di questi luoghi è addolcito dalla presenza del lago che crea un microclima adatto alla coltivazione della vite. Ne deriva un vino, il Bench, convoglio di frutti, spezie e erbe aromatiche. Un Pinot nero dalle note eleganti con una buona acidità. andando per ristoranti Le Calandre, a Sarmeola di Rubano (PD), è uno splendido ed elegante ristorante nel quale i sapori sono preludio ad un viaggio nelle sollecitazioni di abbinamenti e accurata presentazione. A guidarlo i fratelli Alajmo, Massimiliano e Raffaele, il primo chef, il secondo responsabile di sala e attento selezionatore degli oltre 1.500 vini a menù. Un ristorante protetto da una buona stella, anzi tre come quelle Michelin confermate anche nel 2011, nel quale l’attenzione delle proposte culinarie si riflette in un arredamento unico, frutto della maestria di artigiani locali, e volutamente imperfetto come le bellezze della natura. Ad affiancare le proposte gourmet del ristorante le Calandre troverete il delfino, e molto più casual, il Calandrino, un bar, enoteca, ristorante e pasticceria. Qui, padrona di casa è Rita Alajmo, la mamma, grande cuoca e pasticcera che ha trasmesso ed entusiasmato con le proprie passioni culinarie i due figli. Due realtà imperdibili per chi ama concedersi momenti di puro piacere enogastronomico. IL LEGNO CHE VIVE IN ARMONIA CON L’ AMBIENTE La linea legno all’acqua offre soluzioni protettive e decorative per tutti i manufatti in legno. Disponibile in una vasta gamma di tonalità. Ristorante LE CALANDRE via Liguria 135030 Sarmeola di Rubano (PD) Tel. 049.630303 - 633000 [email protected] 80 SI DICE SITOL SCHIUMAPUR BLOCK. SI LEGGE TORGGLER. Sitol Sch Schiumapur hiumapu Block. Schiuma a poliure poliuretanica per la posa di elementi rettificati. Schiuma poliuretanica da costruzione per la posa di blocchi rettificati in laterizio (plan) o altri elementi rettificati nella costruzione di murature. Con eccellente capacità di adesione ai supporti, elevata impermeabilità e buona resistenza chimica, permette un’estrema rapidità e pulizia nella posa in opera e nella messa in esercizio degli elementi posati. Il prodotto è contraddistinto da una classificazione B2 secondo DIN 4102 e certificato EI 180, secondo UNI EN 13501-2 quale adesivo per blocchi rettificati. Risulta inoltre idoneo per la sigillatura di elementi idraulici tipo pozzetti, tubature e canali, sia di natura cementizia, sia polimerica. Da oltre 140 anni, leader tecnologico nei prodotti per l’edilizia. www.torggler.com