Corso di Preparazione esame di
abilitazione 2010
Principi Generali
Corso di Preparazione Esami di Abilitazione
geom. Giorgio G. Vaccari
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Fonti Normative
- D.P.R. n.650 del 26 ottobre 1972 con cui si
stabilisce “Perfezionamento e revisione del
sistema catastale”.
- La Circolare 2 del 26 febbraio 1988 della
Direzione Generale del Catasto e dei Servizi
Tecnici Erariali ha fornito le disposizioni per la
presentazione e la trattazione degli atti
geometrici di aggiornamento oltre alla
contestuale “Istruzione per il rilievo catastale
di aggiornamento”.
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D.P.R. n.650 del 26 ottobre 1972
-Art. 1 - Atti del catasto dei terreni si stabilisce che "Costituiscono il catasto”:
1) la mappa particellare;
2) I'elenco o lo schedario delle particelle;
3) il registro o schedario delle partite;
4) la matricola o schedario dei possessori.
Il tipo, la forma e le caratteristiche degli atti sono approvati con decreti del Ministro per le finanze
anche per assicurarne la idoneità alla elaborazione meccanografica.
Viene inoltre conservata presso gli uffici tecnici erariali la raccolta dei tipi di frazionamento e dei
tipi particellari, che sono assoggettati alla consultazione ed al rilascio di copie alla stregua degli atti
innanzi citati.
Art. 3 - Obbligo delle volture catastali
Ogni qualvolta vengono posti in essere atti civili o giudiziali od amministrativi che diano origine al
trasferimento di diritti censiti nel catasto dei terreni, coloro che sono tenuti alla registrazione degli
atti stessi hanno altresì l'obbligo di richiedere le conseguenti volture catastali.
Lo stesso obbligo incombe, nei casi di trasferimenti per causa di morte, a coloro che sono tenuti
alla presentazione delle denunce di successione.
Le volture devono essere richieste mediante presentazione delle apposite domande, nel termine
di trenta giorni dall'avvenuta registrazione degli atti o delle denunce di cui ai precedenti commi,
all'ufficio tecnico erariale della provincia dove ha sede l'ufficio presso il quale ha avuto luogo la
registrazione, ovvero della provincia ove si trovano i beni su cui si esercitano i diritti trasferiti.
Art. 5 - Presentazione dei tipi di frazionamento
Quando un trasferimento di beni immobili comporta il frazionamento di particelle, deve essere
preventivamente presentato all'ufficio tecnico erariale il corrispondente tipo di frazionamento, firmato
da un ingegnere, architetto, dottore in scienze agrarie, geometra, perito edile, perito agrario o perito
agrimensore regolarmente iscritto all'albo della propria categoria: il tipo deve essere presentato in
doppio originale, uno dei quali redatto su di un estratto autenticato della mappa catastale, di data non
inferiore a sei mesi, e l'altro su di una copia dello stesso.
Art. 6 - Redazione dei tipi di frazionamento
Nella redazione dei tipi di frazionamento le nuove linee dividenti devono essere definite mediante misure
prese sul terreno e riportate sul disegno.
Le misure devono essere rigorosamente riferite a punti o linee reali stabili, esattamente identificabili sul
terreno oltrechè riconoscibili sulle mappe catastali; detti punti o linee, oltre che indicativi, devono essere
sinteticamente ma chiaramente descritti. Deve essere data preferenza ai punti riportati sulle mappe
originali d'impianto, di cui può essere a tal fine richiesta la gratuita consultazione o ai punti di cui al
successivo art. 11 o a punti appositamente concordati con l'ufficio tecnico erariale.
L'assunzione delle misure può essere effettuata con qualsiasi metodo suggerito dalla buona tecnica; deve in
particolare essere eseguito un congruo numero di misure di controllo. Qualora queste diano risultati che
presentino, rispetto alle corrispondenti misure rilevate sulla mappa, differenze eccedenti le tolleranze
d'uso, deve esserne fatta esplicita menzione.
Art. 9 - Controlli sopralluogo delle misure
L'ufficio tecnico erariale ha facoltà di effettuare in qualsiasi momento controlli, mediante sopralluoghi, della
rispondenza topografica delle misure riportate sui tipi di frazionamento e sui tipi particellari di cui ai
precedenti articoli 5,6 e 7.
Art. 11 - Punti di riferimento definiti da coordinate analitiche
A cura dell'Amministrazione del catasto verrà introdotto gradualmente in ciascun foglio di mappa un numero
sufficiente di punti di riferimento collegati a caposaldi stabili sul terreno, le cui coordinate analitiche
permettano l'appoggio ad essi per ogni nuovo rilievo topografico.
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Circolare 2 del 26 febbraio 1988
•
La Circolare 2 del 26 febbraio 1988 della Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici
Erariali ha fornito le disposizioni per la presentazione e la trattazione degli atti geometrici di
aggiornamento della mappa catastale nel quadro delle possibilità offerte dalla
strumentazione topografica ad avanzato contenuto tecnologico e dei mezzi di elaborazione e
di calcolo elettronici nella prospettiva della trattazione degli archivi cartografici in forma
numerica. L’Istruzione per il rilievo catastale di aggiornamento emanata
contemporaneamente alla suddetta Circolare ha disciplinato l’impiego di tutte le
metodologie di rilievo all’epoca disponibili, da quella per allineamento e squadri, di più antica
tradizione, a quella celerimetrica eseguita all’attualità con goniometri e distanziometri
elettrici.
Nelle finalità della presente circolare rientra l’obiettivo che, per essere correttamente
perseguito, impone il ricorso a procedure di trattamento standardizzato per tutti gli Uffici
oltre alla migliore utilizzazione dell'operatività dell'utenza tecnica esterna attraverso:
- una standardizzazione dei criteri di scelta e delle modalità di utilizzo dei vincoli di appoggio;
- una individuazione ed una puntualizzazione dei canoni di buona tecnica di rilievo volti a
coinvolgerne la responsabilità e la professionalità;
- un concetto più corretto della definizione della qualità topometrica espressa in funzione
del confronto esercitato sul terreno anziché sulla base dei corrispondenti elementi desumibili
dalla rappresentazione cartografica.
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La redazione di un atto di aggiornamento richiede essenzialmente il rispetto di tre requisiti che
investono direttamente ed in modo esclusivo la responsabilità del professionista:
- individuazione dell'oggetto del rilievo di aggiornamento;
- assunzione delle misure per dare forma e contenuto allo stesso;
- assunzione delle misure per l'inquadramento dell'oggetto del rilievo nella rete dei punti fiduciali.
Pertanto negli atti di aggiornamento devono essere rispettate le norme che seguono per soddisfare
esigenze tecniche che rendano validi i documenti sottoposti al controllo ed alla loro gestione da
parte dell'Amministrazione.
A - Tipi di Frazionamento
L'oggetto primario del rilievo è costituito dalle linee dividenti.
A modifica di quanto previsto nelle attuali normative, I'accettazione da parte dell'Ufficio delI'atto di
aggiornamento è vincolata dalle seguenti disposizioni:
- qualora la superficie della particella originaria risulti minore di 2000 mq il rilievo dovrà prevedere la
misurazione di tutti i vertici della stessa;
- nei casi in cui le particelle derivate risultino di superficie minore o uguale di 2000 mq il rilievo dovrà
essere esteso a tutto il loro contorno indipendentemente dalla superficie della particella
originaria.
Nelle operazioni di campagna potranno non essere rilevati, a deroga di quanto sopra stabilito, soltanto
quei vertici delle particelle non identificabili in modo univoco e corretto sul terreno, perché non
materializzati o non ricostruibili attraverso atti ufficiali in possesso delle parti.
Il verificarsi della situazione suddetta dovrà essere opportunamente evidenziato nell'elaborato
Relazione tecnica definito al punto g) del paragrafo 7 della presente circolare e la dimostrazione del
frazionamento verrà effettuata sulla base delle aree nominali solo per le particelle non
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interamente rilevate.
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B - Tipi Mappali
L'oggetto primario del rilievo è costituito dai contorni dei fabbricati ed eventualmente dalla definizione
dell'area di pertinenza.
A modifica di quanto previsto nelle attuali normative si dispone che:
- qualora i vertici di contorno del lotto edificatorio siano stati rilevati e riportati in atti di aggiornamento redatti
secondo le disposizioni espresse nella presente circolare, il rilievo potrà essere limitato all'individuazione
del fabbricato nell'ambito del lotto (particella sede del manufatto) facendo obbligo al tecnico redattore di
esplicita menzione del riferimento al tipo di frazionamento o particellare originario, sempre che gli
elementi di appoggio siano costituiti da particolari topografici di certa identificazione e di corretta
corrispondenza topografica;
- qualora la particella nella quale insiste il nuovo fabbricato non sia stata oggetto di aggiornamento secondo le
presenti procedure il tecnico redattore dovrà rilevare la stessa con appoggio alla rete dei punti fiduciali;
per lotti di superficie superiore a mq 2000, viene accordata la facoltà di limitare il collegamento ai punti
fiduciali, solo dei vertici della particella necessari per definire la posizione del fabbricato nell'ambito della
stessa.
Si possono presentare dei casi per cui si può eseguire questo tipo di aggiornamento senza appoggiare le misure
alla rete dei Punti Fiduciali:
•
Tipo Mappale per ampliamento inferiore al 50% di quanto già riportato in mappa;
•
Tipo Mappale per inserimento in mappa di fabbricato con superficie inferiore ai 20 mq (modesta entità);
•
Tipo Mappale in Deroga (Conferma di Mappa);
•
Tipo Mappale per inserire un fabbricato di scarsa rilevanza cartografica (tettoie; interrati ecc.)
•
Tipo Mappale successivo a Frazionamento eseguito dopo la Circolare 2/1988
C - Tipi Particellari
L'oggetto del rilievo è costituito dall'intera particella a sua volta oggetto di trasferimento a misura. In questo
caso valgono le disposizioni già espresse nel citato D.P.R. 650/72 (art. 7 comma Il) e che risultano in
questa sede perfettamente congruenti con le predette disposizioni. Infatti nelle modalità di trattamento i
tipi particellari sono riconducibili al caso dei tipi di frazionamento per i quali si prevede il rilievo completo
del contorno della particella.
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Redazione Atti di Aggiornamento
Metodologia per la predisposizione di un atto di aggiornamento catastale.
La prima operazione da effettuare è il reperimento della documentazione:
Rogito notarile di provenienza; che ci può essere fornito direttamente dalla proprietà o eventualmente è
possibile reperirlo presso i competenti Uffici di Pubblicità Immobiliare ex Conservatorie dei Registri
Immobiliari.
Visure catastali aggiornate delle particelle oggetto di aggiornamento; estratto di mappa che individui la
porzione oggetto di aggiornamento e delle porzioni circostanti;
Individuazione sulla mappa dei Punti Fidiciali da utilizzare; reperimento delle eventuali monografie sul sito
dell’Agenzia del Territorio e visura aggiornata degli stessi;
Richiesta mediante i servizi telematici o direttamente presso l’Agenzia del Territorio dell’ Estratto Digitale
di Mappa (EDM).
Qualora in questa fase ci si accorgesse che l’intestazione della/e particella/e non fosse aggiornata si
predispone la voltura per il “Preallineamento” della ditta catastale.
La seconda fase operativa è inerente allo studio in ufficio della documentazione reperita e della progettazione
del rilievo da eseguire in campagna.
In particolare si stimeranno le stazioni da eseguire; mediante gli estratti di mappa reperiti si verificherà se
l’oggetto del rilievo è contenuto all’interno del triangolo fiduciale costituito dal PF scelti per il rilievo; si
stabilirà la strumentazione più adeguata per l’esecuzione del rilievo.
La terza fase operativa è inerente alle operazioni da eseguire per il rilievo in campagna.
Il rilievo effettuato potrà essere effettuato sia mediante Stazione Totale che mediante strumentazione GPS ma
anche con l’integrazione delle due strumentazioni. Inoltre la normativa catastale ci permette di utilizzare
gli allineamenti e gli squadri e alcune misure potranno essere integrate nel rilievo utilizzando tali
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metodologie operative.
La normativa vigente ci obbliga ad eseguire il rilievo altimetrico dei Punti di Stazione; dei Punti Fiduciali e di almeno un
punto dell’oggetto dell’aggiornamento.
Il rilievo in campagna verrà eseguito con particolare cura nell’individuazione dei confini del lotto; delle nuove linee da
introdurre in mappa.
Le caratteristiche che deve rispettare la poligonale realizzata sono:
il numero dei lati della poligonale non deve essere superiore a 10;
a lunghezza di ciascun lato non deve superare i 1000 o i 400 m in funzione della strumentazione utilizzata;
nel caso di poligonale aperta il tracciato della stessa deve essere realizzato in modo da ottenere una spezzata quanto
più possibile vicina al segmento congiungente i vertici di inizio e fine;
i lati della poligonale devono avere, per quanto possibile, lunghezza uniforme.
E’ utile ribadire che le stazioni sono tutte iper determinate da punti ribattuti.
La Quarta fase è rappresentata dalla restituzione in ufficio del lavoro eseguito in campagna.
E’ in questa fase che si provvede a:
sovrapporre il rilievo effettuato con la mappa catastale, tenendo in considerazione che la mappa è solo una
rappresentazione cartografica;
Verificare che vengano rispettate le tolleranze previste dalla normativa vigente;
Alla stesura e preparazione della documentazione da presentare c/o l’Agenzia del Territorio con particolare riguardo
alla Relazione Tecnica
La quinta fase è rappresentata dalla sottoscrizione dei documenti da parte del cliente; l’eventuale deposito in Comune
degli elaborati; e la presentazione all’Agenzia del Territorio che potrà avvenire direttamente presso l’Agenzia di
competenza o tramite la firma digitale mediante presentazione telematica. Questa fase si conclude con la
protocollazione del Tipo di aggiornamento.
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Libretto di Pregeo
I libretti di Pregeo sono tutti codificati, per cui ogni riga ha un codice iniziale numerico che ne
identifica il tipo.
• Riga di tipo 0
Riga di Informazione che identifica il libretto.
Vengono riportate le seguenti informazioni: la Data; il Protocollo; il Cognome, Nome e Qualifica del
Tecnico; la Provincia sede dell’Ordine professionale al quale è iscritto il tecnico redattore; il
Comune; il Foglio; i Mappali e l’Entità Ordinaria o Modesta per dichiarare il tipo di aggiornamento
cartografico che si stà realizzando.
• Riga di tipo 1
Riga che dichiara una stazione celerimetrica.
E’ composta da:
Identificativo del punto; il nome deve essere 100 o un suo multiplo. Sono da usare i nomi a partire da
1000 solo quando si rilevano più di 100 punti da una stazione;
Altezza Strumentale e la Materializzazione del Punto.
Qualora la stazione sia la Base GPS e quindi il punto iniziale della baseline la riga conterrà le seguenti
informazioni:
Identificativo stazione (con le stesse caratteristiche c.s. specificate); Coordinate geocentriche riferite al
sistema WGS84; Altezza centro Antenna; Inizio Osservazioni (data e ora inizio acquisizione dati);
Fine Osservazioni (data e ora fine acquisizione dati); Metodologia del Rilievo da scegliere tra
“Baseline” lavoro statico o cinematico con processamento dei dati in ufficio o RTK per il lavoro in
tempo reale e processamento dati in campagna; Tipo di Ricevitore che potrà essere a
Monofrequenza o a Doppia fequenza; Valori DOP da scegliere tra “PDOP” o “GDOP” ed un valore
numerico intero tra 1 e 7; la Materializzazione del Punto.
•
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• Riga di tipo 2
Battuta su un punto di dettaglio.
E’ composta da:
Identificativo del punto, il nome dipende dalla stazione che lo ha battuto e qualora sia un punto
ribattuto mantiene il numero del punto battuto per primo.
Direzione azimutale (l’angolo orizzontale); Direzione zenitale, (l’angolo verticale); la Distanza ridotta o
inclinata; l’altezza della mira e le note che identificano la materializzazione del punto.
Qualora il punto celerimetrico derivi da una lettura eseguita con strumentazione GPS, tutte le misure
del punto battuto sono espresse in differenze con quelle della base. La linea è così composta:
Identificativo del punto; Componente DX, DY e DZ che rappresenta il delta tra la X, Y e Z in coordinate
geocentriche tra la stazione base ed il punto battuto; altezza centro antenna; valori DOP; matrice di
varianza - covarianza o dei cofattori (sono parametri di precisioni espressi in mq obbligatori solo
nel caso di basi superiori a 5.000 m); materializzazione del punto.
• Riga di tipo 3
Identificazione della poligonale .
E’ composta da:
Numero dei vertici della poligonale; Elenco dei Vertici che compongono la poligonale (solitamente si
inizia e si finisce con un PF e gli altri sono tutte le stazioni).
• Riga di tipo 4 – Origine allineamento
E’ la riga che serve per dichiarare il punto di inizio delle misure eseguite per allineamento e squadro.
E’ composta da: Punto Origine (punto iniziale dell’allineamento);Punto Orientamento (punto finale
dell’allineamento); Correzione Angolare che potrà essere uguale a zero se si lavora in linea e
squadro; nota con l’indicazione della materializzazione del punto e se l’allineamento è stato
effettuato a vista (*V*) o è strumentale (*S*).
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•
Riga di tipo 4 – livellazione da un estremo.
E’ il tipo di osservazione necessaria per calcolare il dislivello sul PF, nel caso in cui lo stesso non sia stato rilevato
direttamente e sia stato battuto per allineamenti e squadro.
L’operazione può essere eseguita mediante l’ausilio di canne metriche, misuratori laser qualora si tratti di piccole
distanze. Questa operazione deve essere completata facendo seguire una o più righe di tipo 5 di livellazione. E’
composto da:
Identificativo del punto di stazione (nome del punto di cui si conosce l’informazione altimetrica); lettura altezza
stazione necessario per calcolare il successivo dislivello.
•
Riga di tipo 4 – livellazione dal mezzo.
E’ lo stesso tipo di operazione descritta in precedenza solo che invece di essere eseguita da un estremo viene eseguita
facendo stazione tra il punto di cui si conosce la quota e quello da calcolare.
E’ composto da:
Identificativo del punto di stazione (nome del punto di cui si conosce l’informazione altimetrica); Identificativo Punto
Avanti (nome del punto del quale si vuole calcolare la quota); Lettura filo medio sul punto indietro (lettura
centrale alla stadia sul punto indietro) Lettura filo medio sul punto avanti (lettura centrale alla stadia sul punto
avanti; nota (materializzazione del punto.
•
Riga di tipo 5 – allineamento.
Questo tipo di linea deve essere preceduto da una linea di tipo 4. Più linee 5 possono seguire una sola linea 4 (più punti
battuti da uno stesso allineamento).
E’ composta da:
Identificativo del punto (nome del punto da battere, si può assegnare un numero da 1 ad n.); Progressiva (numero
positivo o negativo che indica la distanza dall’inizio dell’allineamento; la misura può essere anche negativa
qualora la direzione è nel senso opposto all’allineamento; Squadro (numero positivo o negativo che indica la
misura dell’eventuale squadro. E’ positivo a destra secondo la direzione dell’allineamento è negativo nella
posizione opposta; nota è la materializzazione del punto.
•
Riga di tipo 5 – battuta di livellazione da un estremo.
Questo tipo di riga deve essere preceduto da una linea di tipo 4 di livellazione da un estremo.
Con questo sistema è possibile calcolare il dislivello dal punto di stazione al punto osservato.
E’ composta da:
Identificativo del punto (nome del punto da battere, si può assegnare un numero da 1 ad n.); Lettura al filo medio
(lettura centrale alla stadia sul punto avanti nel caso si utilizzi un livello; la misura per qualsiasi altro metodo; il
valore può essere negativo) Nota è la materializzazione del punto.
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•
Riga di tipo 6 – commenti
Esistono diversi tipi di riga 6 all’operazione che segue.
E’ un campo alfanumerico di 40 caratteri e viene utilizzato ad integrazione e spiegazione delle operazioni
eseguite nel libretto delle misure.
•
Riga di tipo 7 – Contorni
Questo tipo di riga si usa per la dichiarazione di contorni o linee dividenti e per segnalare un punto battuto
come “Punto Vertice” (PV) o “Punto Direzione” (PD).
E’ composta da:
Numero dei vertici di contorno (numero totale dei vertici che compongono il contorno); Elenco nomi dei Vertici
del Contorno (nomi dei punti che compongono il contorno) ed il Tipo di Linea ( è la sigla che identifica il
colore ed il tipo di linea; N=nera – contorni già esistenti in mappa; R=rossa – nuove dividenti; C=continua –
per confermare o creare linee di mappa; T=tratteggiata – per dichiarare elementi di scarsa rilevanza
cartografica; P=punteggiata – per indicare elementi interrati. Nel caso una linea dovesse essere di diversi
colori dovranno essere create diverse linee 7).
•
Riga di tipo 8 – coordinate note.
Serve per dichiarare le coordinate e l’eventuale quota dei punti a cui vengono riferite le misure atte alla
determinazione dell’oggetto del rilievo e per l’inquadramento dello stesso.
E’ composta da:
Identificativo (nome del punto in oggetto; qualora si trattasse di un PF si dichiarerà l’attendibilità; se si dovesse
trattare di un punto derivato da precedente frazionamento nelle note dovranno essere indicati i
riferimenti del Tipo; Coordinata Nord; Coordinata Est; Attendibilità del punto (numero a due cifre
assegnato dagli Uffici del Catasto che identifica la categoria di appartenenza del punto); nota la
materializzazione del punto.
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•
Riga di tipo 9 – informazioni sul rilievo
In questo tipo di riga si devono fornire le informazioni base necessarie all’elaborazione per l’inquadramento
cartografico, per l’assegnazione dei pesi alle misure, nonché il tipo di aggiornamento cartografico che si
stà per eseguire.
E’ Composta da:
Quota sul Livello del Mare (viene arrotondata ai 50 m; essa ha il solo scopo di essere usata nella riduzione della
distanza al piano di riferimento; Precisione angolare (10 in caso di distanziometro elettro-ottico e 100 in
caso di stadia); Precisione Angolare (20 in caso di teodolite e 100 in caso di tacheometro); Est Media (è un
valore numerico dell’est media del rilievo); Versione di Pregeo; Tipo di Aggiornamento (la scelata varia tra
Frazionamento FR; Mappale per Nuova Costruzione MC; Mappale per Ampliamento MA; Modello 26 per
fabbricato rurale 26; Particellare (PA).
Compilato il libretto è possibile eseguire la “Proposta di Aggiornamento”
Le due operazioni in sequenza da eseguire sono l’orientamento del rilievo sulla mappa catastale; è la fase in cui
si utilizzeranno i PV e i PD per geoereferenziare il rilievo sulla mappa. Dopo aver eseguito l’operazione di
cui sopra sarà possibile eseguire l’adattamento delle nuove linee rosse con le linee esistenti della mappa.
Successivamente sarà possibile far elaborare la proposta, fase nella quale verranno assegnate alle particelle
create degli identificativi temporanei; solo dopo questa fase sarà possibile accorpare e/o dichiarare le
nuove particelle e/o fabbricati.
La conclusione di questa fase avviene solo dopo aver confermato la proposta eseguita in precedenza.
L’ultima operazione da eseguire prima della stampa per la presentazione dell’aggiornamento cartografico sarà
la stesura della “Relazione Tecnica” in cui verrà spiegato l’oggetto dell’incarico; la metodologia del rilievo
effettuato; la conferma di essersi attenuti alla normativa prevista dalla Circolare 2/88 e/o la spiegazione
per eventuali deroge.
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Tolleranze e Limiti
Distanze
Molto spesso viene ricordata solo la tolleranza sulle “MISURATE” tra coppie di Punti Fiduciali effettuate da
diversi professionisti; in realtà essa deve essere applicata su tutta la documentazione probante esistente
in Catasto (ad esempio misure per allineamento con vecchia procedura).
In zone Urbane o di espansione Urbanistica:
d-D <0,05+(0,0013xd)m per d<300m;
d-D <0,45m per d>300m;
In zone Extraurbane Pianeggianti Parzialmente Ondulate:
d-D <0,05+(0,0016xd)m per d<300m;
d-D <0,55m per d>300m;
In zone Extraurbane con Terreno Sfavorevole:
d-D <0,10+(0,0020xd)m per d<300m;
d-D <0,70m per d>300m;
Allineamenti
Prolungamento dell’allineamento per massimo ¼ e comunque non superiore a 50m;
Squadro con metodo speditivo (Paline) max 3m;
Squadro strumentale, non superiore ad 1/3 della lunghezza dell’allineamento ma sempre non superiore a 16m;
Artifizi per PF max ¼ della distanza tra PF o in ogni caso max 50m;
Stazioni
Max 4cm stazione avanti e stazione indietro (poliganozione);
Max 10 stazioni (pologonazione);
Fuori dal triangolo fiduciale per massimo il 30% della distanza dei PF corrispondenti;
Possibilmente le distanze tra diverse stazioni dello stesso rilievo devono essere omogenee.
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Oggetto del rilievo:
Le particelle originarie o derivate aventi superficie minore o uguale a 2.000mq dovranno essere rilevate per
intero (tutti i vertici); in caso di impossibilità la motivazione dovrà essere specificata nella Relazione
Tecnica;
La diversità di forma lineare tra quanto riportato in catasto e quanto rilevato deve essere inferiore a 1,50 –
3,00m in funzione della situazione cartografica (scala, ecc);
La superficie eccedente il singolo lato del triangolo fiduciale deve essere inferiore al 30% della superficie
complessiva da rilevare;
La distanza massima esterna tra l’oggetto del rilievo e il lato del triangolo fiduciale deve risultare inferiore al
30% della corrispondente distanza massima interna.
Tolleranza delle superfici:
1/20 se la superficie riportata in catasto e Nominale;
T=1/3 (A/1000 + VA)nel caso di raffronto tra superfici reali.
Dislivelli
L’informazione altimetrica deve essere riportata su tutti i PF del rilievo;
L’informazione altimetrica deve essere riportata su almeno un punto dell’oggetto del rilievo materializzato ed
irremovibile; ragion per cui tutte le stazioni dovranno avere l’informazione altimetrica;
L’altezza dell’antenna GPS;
Per i lavori di modesta entità; Tipo Mappale successivo a Tipo di Frazionamento realizzato con allineamenti e
squadri, non è necessaria alcuna informazione di tipo altimetrico.
Si ricorda che gli eventuali errori negli elementi altimetrici non potrà costituire motivo di sospensione e/o
rallentamento dell’iter di approvazione.
Maglia fiduciale
I lati non dovranno essere inferiori a 250 – 300m;
In deroga potranno essere ammessi fino a 600m;
Nell’impossibilità di poter utilizzare 3PF, usare 2 PF ed un Punto Ausiliario; in Relazione Tecnica si dovrà
specificare il motivo ed iperdeterminare il PF;
Battere tutti i Punti Fiduciali all’interno della maglia utilizzata per il rilievo.
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