Solo lo stupore conosce
“ E’ la meraviglia, più
che il dubbio, la fonte
della conoscenza”
(A.J.Heschel)

" La prima condizione per
imparare a pensare è
quella di coltivare in sé la
facoltà dello stupore”
(J. Guitton)


“L' ammirazione e
il desiderio
d'imitare
costituiscono le più
potenti risorse
dell'apprendimento
scolastico”
(J. Guillaumin)
Sommario





1 - Legittimità ed urgenza
2 - Caratteristiche
3 - Correlati: sintonia
4 - Linee operative
5- Sintesi e conclusioni
1 - Legittimità ed urgenza
Oggi la ragione
o é tenuta in uno stato
comatoso
o viene ridotta a capacità di
analisi e misura di contenuti e di
tecniche.
Così si diffonde sempre più un atteggiamento ludico,
superstizioso e sempre meno investigativo.
Anche nello studio e nella scuola.
Nemici :apparenza e consumo
Ci si ferma alla
superficie delle cose.
Si scambia la realtà con il
deposito delle
sensazioni, più o
meno piacevoli, e con le
risposte, più o meno
reattive e meccaniche,
apprese senza
pensiero, senza
verifica


Davvero la realtà non
suggerisce nulla?
Davvero le cose vanno
solo consumate da
buoni clienti e godute
da buoni spettatori ?
Il contrario dello stupore:
la chiusura mentale
“…
l’individuo, ad
un certo punto
del suo
cammino deve
chiudere il
pensiero, deve
cioè operare
una sintesi.
Se l’individuo la mette in
atto da subito, si preclude
la possibilità di scoprire il
nuovo: utilizza cioè il suo
apparato mentale ed
affettivo per confermare
ancora una volta le
precedenti acquisizioni, così
non incontra mai niente.
(
Scabini, 1994).
Scienza e stupore
" Aristotele diceva che la filosofia ha inizio
con la meraviglia, ma si può senz'altro dire
che tutta la scienza ha inizio con la
meraviglia: la ricerca scientifica, infatti,
prende avvio da problemi pratici e teorici,
cioé da aspettazioni deluse, da scoppi
di meraviglia" (Antiseri 1985).
Catastrofe dell’apprendimento

Lo studente, che chiude
anticipatamente e resta nella
rete degli schemi e dei
pregiudizi acquisiti, al massimo
è un "trascinato": si rapporta
alle cose e allo studio in modo
reattivo: non impara a stare con
gli altri, a stare in un ambiente.
Un'ora in cui non accade "niente“?
L'ora
di lezione un momento di
noia scontata ?
fuga divertita e stupida ?
addestramento?
Difficilmente ci sarà conoscenza lieta e libera se
non c‘ é

stupore ed attenzione

desiderio e "corteggiamento"
domanda,

spalancamento di sé.
2 - Caratteristiche
Etimologicamente
stupore significa
reazione ad un
qualcosa
d'imprevisto, di
inaspettato, da cui
siamo stati come
battuti, colpiti.
Primissimo sentimento di fronte alle cose
avvertite nella loro originale pro-vocazione
E' questa emozione primaria che
nella sua purezza mette in
allerta il conoscere
coinvolgendo il soggetto a tutti i
livelli: immaginativo, affettivo,
intellettuale, corporeo. " (Ricoeur
1990, p. 252)
Avvertite come
ciò che "mi sta
davanti e mi
prende",
come
"presenza" che
non lascia
indifferenti.
Un soprassalto


affettivo e cognitivo
che è come il segno che si è
in presenza di un qualcosa di
familiare e nello stesso tempo
di altro rispetto a noi;
un contraccolpo che spinge
al superamento degli schemi
precostituiti e delle pretese di
concettualizzare tutto in
maniera definitiva, una volta
per sempre, e ci stimola a
cercare.
Correlato n.1: attenzione
L 'attenzione è in proporzione diretta alla capacità di
meravigliarsi di fronte a ciò che accade o di fronte
alla parola che si ascolta (De Guidi 1987, p. 80),
perché lo stupore è una specie di lente di
ingrandimento dell'attenzione.
Permette di dare importanza ai particolari e nello
stesso tempo di cogliere l'insieme. E' il lubrificante
del livello razionale dell'attenzione in almeno due
sue caratteristiche: l'intelligenza dei particolari e il
giudizio sintetico.
Correlato n.2: domanda

La domanda è una
scossa prodotta da ciò
che è nuovo ed
inaspettato, un urto tra
pensiero e realtà: " un
'inadeguatezza che
appare all'improvviso e
crea problema"
(Tiberghien, 197O).
•Da quest'urto non deriva
immediatamente, come
dicono alcuni, il dubbio,
che, potremmo dire con
Kierkegaard, è una
civetteria, soprattutto
nella situazione di
insegnamentoapprendimento.
Stupore e domanda
L capacità di porre domande è in
strettissima relazione con quella di
stupirsi.
Lo stupore è una scossa, un soprassalto,
un'emozione che genera un
movimento, la cui prima forma è
appunto la domanda.
(Xodo).
Correlato n.3: sintonia


L'uomo conosce perché è come
"accordato in quanto totalità (attraverso
le sue facoltà) alla realtà intera" ( H. U.
von Balthasar 1971).
Egli impara in modo significativo una
certa cosa grazie a questa accordatura,
o capacità di entrare in sintonia con
questa stessa cosa.
Correlato n.4: docilità

. Per "stupirsi“ occorre "ottenere dal proprio
spirito che accetti di vivere ogni istante sulla
terra come se avesse appena fatto scalo tra
gli uomini durante un viaggio interstellare". E
ciò " mediante una disposizione singolare
della volontà - singolare, poiché deve sfociare
in uno stato di apertura, di docilità e di
abbandono " (Guitton 1986, p.14).
"Lo studio e la ricerca della verità
e della bellezza rappresentano
una sfera di attività
in cui è permesso di
rimanere bambini per tutta la vita"
(A. Einstein)
4 - Linee operative
Educare allo
stupore non
solo è
necessario,
ma anche
possibile
dentro e fuori
la scuola.
Chiamo "insegnare lo
stupore" quell'educazione
della meraviglia che accade
in classe, nelle ore di lezione,
per l'iniziativa del docente.
E' un'iniziativa che
documenta stupore, genera
lezioni-incontro, motiva ed
accompagna
nell'osservazione, guida il
cammino dalla curiosità alla
studiosità.
E’ un’arte
" Insegnare l'arte del meravigliarsi non è un
cedimento a visioni romantiche della scuola, ma è
un tentativo di trasferire a livello di massa una
delle caratteristiche più affascinanti della ricerca
scientifica. E' un'arte che non si impara con un
singolo esercizio e che, soprattutto, non si impara
ascoltando ammonimenti. Piuttosto dovrebbe
essere costante nella formulazione e nella
proposizione dell'intera programmazione didattica.
" (Brusa 1985, p.92)
4.1 - La meraviglia del
docente
La prima modalità di educazione allo
stupore è la meraviglia del docente
documentata nelle scelte didattiche,
nei rapporti con le persone, nello
svolgimento della lezione, nel suo
essere uomo in classe.
Occorre un maestro
"Discendiamo in noi stessi, e noteremo che il
godimento sperimentato dalla nostra età matura
nel campo delle lettere o delle arti deriva dal fatto
che, in passato, un maestro ha sollevato su
qualche punto il velo della consuetudine,
comunicandoci un'ammirazione che egli nutriva,
sempre nuova, nel suo cuore.Non è tanto per
quello che ci insegnava che egli ci istruiva, perché
quelle cose noi avremmo potuto, a rigore, trovarle
in un libro. Ma ci ha fatto penetrare nella sua
stessa emozione. Dire come, sarebbe impossibile"
(Guitton 1986, p.15) .
4.2 - Lezione come incontro
La lezione-incontro è agli
antipodi della lezioneassegnazione. E' avvenimento,
cioé una novità, non una noiosa e
sterile ripetizione
E' la lezione " come riesposizione
di un incontro generatore di
meraviglia" (Mollo 1994, p. 14),
che desta sorpresa nell'insegnante
stesso.
Il luogo di educazione dello
stupore in classe


è una relazione in cui si ha il "
coraggio di dire: io", di porre
in atto "una comunicazione
vivente", di fare dell'ora di
lezione un'ora di incontro.
un ambiente umano in cui si
possa dire "io" anche dentro
e mediante l'apprendimento
delle discipline scolastiche.
Lezione gesto di bellezza e verità
In ogni circostanza didattica, dunque, si può educare
allo stupore, vivendo lo stupore; insegnare l'arte
dell'ammirazione, testimoniando ed attivando il
movimento di apertura verso tutta la realtà, tipico
della nostra ragione.
Ogni momento didattico, in altre parole, può essere
denso di bellezza e di verità: può essere umano
avvenimento, gesto che esprime e costruisce i suoi
protagonisti (docente, studenti, ecc.)
4.3 - L'esercizio della
domanda in classe


La scuola è piena di parole, ma priva di
fatti, di avvenimenti, in quanto tale è
incapace di mettere alla prova, di
interrogare e lasciarsi interrogare.
C’è inter-rogazione (domanda reciproca,
domanda ad altri, richiesta all'Altro) se c'è
spazio per l'io, se la classe non è la
"combriccola" o l"oggettività impersonale"
di cui parla Kierkegaard quando denuncia
la pretesa della ragione di proclamarsi
"misura di tutte le cose".
Lezioni euristiche attive

In quest’ottica la classe si
qualifica come compagnia
guidata in una ricercaazione, per cui le lezioni
sono gesti di continua
inter-rogazione, di una
“reciproca richiesta” di
implicarsi con ciò di cui si
tratta.
Sono ore in cui
si presta
attenzione a ciò
che accade, in
cui si fa scienza
(grammatica,
storia,
matematica),
non si parla
semplicemente
di scienza

Davanti alle cose


“Dobbiamo sempre
cominciare formulando
domande, non dando
risposte.
Dobbiamo creare
interesse per le cose,
per i fenomeni e per i
processi.


...Per prima cosa si
deve creare uno stato
mentale che brama la
conoscenza,
l’interesse e la
meraviglia....
Poi dobbiamo aiutare i
ragazzi a trovare la
conoscenza, dando
suggerimenti,
guidandoli, suscitando
domande...”
(V.Weisskpof)
4.4 -Osservazione
'Stupirsi'delle cose è tenere sgranati gli occhi sul
reale e vedere le cose come per la prima volta, nel
miracolo del loro esserci e della loro forma. Non
per nulla lo stupore è stato definito "desiderio di
vedere" (Heidegger)
. "Chi non è più in grado di provare né stupore né
sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono
spenti " ( Einstein 1982, p. 22).
« Stupore è la circostanza in cui il vedere è costretto
a diventare un guardare » (Petrosino, 88)
Osservare è
Osservare vuol dire immergersi nella realtà
che ci circonda con tutto se stessi,
facendo attenzione ai particolari, ai loro
legami, al loro rapporto con il tutto, ai loro
rimandi essenziali, in modo da non
precludersi di andare oltre il dato, di
cogliere il di più che che c'é nelle cose, di
avvicinarsi al loro segreto.
Guidare all'osservazione
di oggetti, di testi, di se stessi vuol dire
accompagnare gli studenti in un'esperienza
di immersione nella realtà provocandoli a
confrontarsi con un'ipotesi esplicativa,
meglio con quell'ipotesi che il docente
propone e la cui verifica è documentata
proprio dallo stupore del docente.
Osservazione dell’io in azione
L'osservazione del proprio io in azione nello studio è
per l'allievo il fattore primo per acquisire un
metodo di studio personale ed efficace. Il metaapprendimento e la metacognizione sono aspetti
dell'osservazione tenace e nello stesso tempo
naturale e stupita del proprio muoversi, del proprio
apprendere e conoscere. Ma sono efficaci nella
misura in cui tale osservazione non si limita ai
meccanismi dell'azione del soggetto, ma
"ubbidisce" alla totalità della struttura dell'io e alla
natura intera dell'oggetto verso il quale l'io si
rapporta (si mette in azione).
I nostri allievi sono figli di una mentalità che li
penalizza fin da bambini doppiamente: tacitando i
bisogni reali sottrae loro una potente motivazione
ad apprendere, inondandoli di cose priva loro del
piacere del nuovo e di quella "verginale sensibilità"
che li conduce a fremere di fronte agli oggetti più
banali come riscoperti per la prima volta (Xodo
1995, p. 63).
Gratuità e distacco
Educarli allo stupore è anche educarli ad una lettura
dei loro bisogni, ad una "morigeratezza"( Xodo
1995, p. 64), alla " povertà" ovvero al distacco tra
sé e le cose per meglio comprenderle e
conoscerle.
Per conoscere occorre, infatti, un distacco, una
giusta distanza. Per esempio, per conoscere un
quadro non ci portiamo ad un centimetro dal
quadro percorrendolo con uno sguardo miope
millimetro dopo millimetro, perché altrimenti non
vedremmo che macchie.
Senso del mistero
Educare allo stupore è dunque anche educare al
giusto distacco, ad uno sguardo capace di cogliere
l'intero orizzonte umano e quindi di provare " la
più bella e profonda emozione" che è il senso del
mistero: "sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera
scienza" (Einstein). Distacco da se stessi, dai
propri schemi, dalle proprie abitudini..., possibile
in un'ascesi.
“Madre di tutte le domande":


È possibile insegnar e studiare senza censurare la
“simpatia originale” del docente e dello studente
verso la realtà; senza imbavagliare la domanda
capitale, la "madre di tutte le domande": il senso
religioso.
In fondo, al docente non si chiede altro che di
accettare e porre se stesso come domanda e di
prestare attenzione alla domanda che è ed ha
l'alunno; e allo studente non si chiede che di essere
vivo anche in classe, anche di fronte ai compiti e
allo studio
Quadro
sintesi
Educare allo stupore fonte
della conoscenza è
1.
2.
3.
4.
5.
educare l'attenzione
sviluppare la "curiosità",
promuovere motivazioni intrinseche,
guidare all'osservazione (stima,
intelligenza del particolare, giudizio
sintetico, giusto distacco),
favorendo il contatto con tutta la realtà
mediante la con-segna di un'ipotesi
esplicativa di essa ragionevole e affascinante
(almeno per il docente).
Bibliografia




Bersanelli-Gargantini, Solo lo stupore
conosce…, BUR, 2003
J. Guitton, L’arte di pensare, Ed.Paoline
1987
Xodo C., Stupore e conoscenza, In
Scuola e didattica, n.17. 1995
Mazzeo R., Insegnare un metodo a
studiare, Il Capitello, 1997
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LA FONTE DELLA CONOSCENZA: LO STUPORE