INCONTRO CON I GENITORI a.p. 2013/2014 Primo e secondo anno catechismo La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita (LF,53). RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE 1. La fede: fidarsi completamente di Dio 1 Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: "Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano , 5perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga". 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa". 9All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. (Vangelo di Luca 7,1-10) 2. La fede viene dall’incontro con Dio È necessario tener presente che la fede non viene da un indottrinamento, né si riceve per eredità genetica o culturale, ma nasce dall’incontro con Dio. La cultura di un luogo, la tradizione, la famiglia imprimono il loro segno importante affinché si conosca Gesù Cristo Signore, ma è il rapporto interpersonale che rappresenta la vera conoscenza di Dio. «La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro» LF,4. 3. Dio lo si incontra camminando Intervista di papa Francesco a Civiltà Cattolica, 19 set 2013 «Il rischio nel cercare e trovare Dio in tutte le cose è dunque la volontà di esplicitare troppo, di dire con certezza umana e arroganza: “Dio è qui”. Troveremmo solamente un dio a nostra misura. L’atteggiamento corretto è quello agostiniano: cercare Dio per trovarlo, e trovarlo per cercarlo sempre. E spesso si cerca a tentoni, come si legge nella Bibbia. È questa l’esperienza dei grandi Padri della fede, che sono il nostro modello. Bisogna rileggere il capitolo 11 della Lettera agli Ebrei. Abramo è partito senza sapere dove andava, per fede. Tutti i nostri antenati della fede morirono vedendo i beni promessi, ma da lontano… La nostra vita non ci è data come un libretto d’opera in cui c’è tutto scritto, ma è andare, camminare, fare, cercare, vedere… Si deve entrare nell’avventura della ricerca dell’incontro e del lasciarsi cercare e lasciarsi incontrare da Dio». «Perché Dio sta prima, Dio sta prima sempre, Dio primerea. Dio è un po’ come il fiore del mandorlo della tua Sicilia, Antonio, che fiorisce sempre per primo. Lo leggiamo nei Profeti. Dunque, Dio lo si incontra camminando, nel cammino. 4. La fede è la dilatazione della vita In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a cominciare dall’infanzia: i bambini imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli. Soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così complessa, ricca e importante per la fede, devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede. Tutti abbiamo visto come, nelle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa. I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità. (FRANCESCO, Enciclica Lumen Fidei – n.53 Fede e famiglia). 5. Chi è il sacerdote Dunque, primo compito di un vescovo e di un prete «è pregare e predicare il Vangelo. Un vescovo, un prete deve pregare e tanto... Deve annunciare Gesù Cristo Risorto e tanto. Noi dobbiamo chiedere al Signore che custodisca proprio noi vescovi e i preti, perché possiamo pregare, intercedere, predicare con coraggio il messaggio di salvezza. Il Signore ci ha salvato! E lui è vivo fra noi»! (Francesco, Omelia a Santa Marta 15 maggio 2013) Ma l'accento fondamentale deve essere proprio quello che l'essere pastore è in se stesso un atto spirituale. Lei ha giustamente accennato al Vangelo di Giovanni, cap. 10, dove il Signore si definisce il buon Pastore. E come primo momento definitivo, Gesù dice che il Pastore precede. Cioè Lui mostra la strada, fa prima quanto devono fare gli altri, prende prima la strada che è la strada per gli altri. Il Pastore precede. Questo vuol dire che Lui stesso vive innanzitutto la Parola di Dio: è un uomo di preghiera, è un uomo di perdono, è un uomo che riceve e celebra i Sacramenti come atti di preghiera e di incontro con il Signore. È un uomo di carità, vissuta e realizzata E così tutti gli atti semplici di colloqui, di incontri, di tutto quanto si deve fare, diventano atti spirituali in comunione con Cristo. Il suo «pro omnibus» diventa il nostro «pro meis». (Benedetto XVI, Incontro con i parroci e i preti di Roma, 2007)