DELLA
ANNO XXXV
28 AGOSTO 2010
E 1,20
31
DIOCESI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
CHIESA
E CREATO:
IL DONO
DA CUSTODIRE
SALVAGUARDIA DEL CREATO
l 1° settembre la Chiesa in
Italia celebra la 5ª Giornata per la salvaguardia del
creato. “Custodire il creato, per coltivare la pace” è
il tema del messaggio dei vescovi italiani per la Giornata.
“Mi sembra molto bello interpretare il ‘salvaguardare’ con il
‘custodire’, che richiama il coltivare e il custodire della Genesi, il promuovere e il proteggere, e non solo la preoccupazione a non rovinare qualcosa”,
scrive mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale
per i problemi sociali e il lavoro, commentando il messaggio
della Cei per la Giornata.
“Il creato è dono di Dio per la
vita di tutti gli uomini”, spiega
mons. Casile, perciò “a motivare il nostro impegno per il creato è la passione verso l’uomo,
la ricerca della solidarietà a livello mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia
e del bene comune, vissuti nella fede e nell’amore di Dio”. La
responsabilità per il creato della Chiesa consiste nel difendere “la terra, l’acqua e l’aria
come doni della creazione appartenenti a tutti” e nel “proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso”.
“Se si avvilisce la persona – sottolinea il direttore dell’Ufficio
Cei per i problemi sociali e il
lavoro -, si sconvolge l’ambiente e si danneggia la società, è
necessario quindi educarci ad
una responsabilità ecologica
che ‘affermi con rinnovata convinzione l’inviolabilità della
vita umana in ogni sua fase e
in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia,
nella quale si educa all’amore
per il prossimo e al rispetto
della natura’”, come si legge
nell’enciclica “Caritas in veritate”.
Il credente, sostiene mons.
Casile, “guarda alla natura con
riconoscenza e gratitudine verso Dio, per questo non la considera un tabù intoccabile o tanto meno ne abusa con spregiudicatezza”. Dunque, “l’approccio cristiano mette Dio creatore al primo posto, l’uomo come
prima creatura e il creato come
dono di Dio all’uomo, perché nel
creato l’uomo, ogni uomo, tutto
l’uomo si sviluppi e faccia sviluppare il creato stesso in tutte le sue componenti: uomini,
animali, piante, la visione cristiana è il camminare insieme
dell’uomo e dell’ambiente verso Dio”. Nel messaggio “Custodire il creato, per coltivare la
pace”, i vescovi, ricorda il sacerdote, “ci invitano ad ‘accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il
profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e
la custodia della terra’. È un
impegno prezioso per noi, per
la nostra terra e per le future
generazioni”.
IL PRIMO SETTEMBRE LA
GIORNA
GIORNATTA INTERDIOCESANA
AL SANTUARIO DI PIETRALBA
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
I
A PAGINA 7
Foto AC - Il Settimanale
CHIESA
LOCALE
IL 31 AGOSTO
L’INCONTRO
DEL CLERO
DIOCESANO
PER L’INIZIO
DELL’ANNO
PASTORALE
A PAGINA 8
LIVIGNO
E SONDRIO
IL SALUTO A DON
MARCO ZUBIANI,
NUOVO ARCIPRETE
DI SONDRIO
A PAGINA 24
VALMALENCO
CON IL VESCOVO
LA SANTA MESSA
SULLA CIMA
DEDICATA
A GIOVANNI
PAOLO II
A PAGINA 28
SANITÀ
UN APPELLO
PER MANTENERE
L’EMERGENZA
URGENZA
A PAGINA 29
DONGO
TORNA LA FESTA
DEL MIRACOLO
COMO
MATERIE PRIME
SOTTO
LA SPINA VERDE?
COMO
S. ABBONDIO,
MISTERIOSO
MAUSOLEO
DI MOLTI VESCOVI
PIGRA
LA FUNIVIA
RIPARTIRÀ
A GIUGNO?
ono circa venti i presuli, antichi “santi”
che ebbero sepoltura
presso la basilica del
patrono. Oggi vi si vedono e venerano le reliquie di
cinque. Altre sono state traslate altrove, altre ancora non
identificate. Intanto un apposito sito internet permette di
conoscere più a fondo la storia
della basilica.
A PAGINA 15
A PAGINA 18
COMO
ECONOMIA:
LA PROVINCIA
SEGNA IL PASSO
IN LOMBARDIA
A PAGINA 13
A PAGINA 17
TIRANO
PREPARARSI ALLA
FESTA
DELL’APPARIZIONE
A PAGINA 24
CAPIAGO
“IL SETTEMBRE”
PER UN OSPEDALE
IN CAMERUN
A PAGINA 19
PRIMO PIANO
MADRE TERESA,
100 ANNI
FA LA NASCITA
A PAGINA 3
S
ALLE PAGINA 10, 11 E 12
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
LIBRI PER L’ESTATE QUANDO IL CLASSICO È MODERNO
LE PAGINE SULLA VITA
OLTRE IL TEMPO
Q
uando i classici si avvicinano alla modernità sono gioie e dolori. Gioie perché sembra a volte che parlino precisamente di noi, in quanto ci riconosciamo in atteggiamenti e ansie che ci sembravano
inconfessabilmente nostre, e
questo ci fa sentire meno soli;
dolori, perché emergono con più
evidenza i lati oscuri dell’esistenza.
Se a modernità diamo una accezione vasta, non possiamo non
includervi il Seicento, il che comporta anche autori che si sono
trovati nella fase di passaggio
tra XVI e XVII secolo, come
Shakespeare e Calderon de la
Barca. Non solo barocco, dunque,
ma qualcosa di più profondo, che
va a pescare fino alle radici elementari del nostro essere, con
riflessioni su che cosa è davvero
la nostra vita. Prendete
l’”Amleto” (noi consiglieremmo
l’edizione Bur). Qui si può davvero rabbrividire non solo rileggendo le prime parole del celebre
monologo dell’atto 3, ma andando più avanti, a quel “to die: to
sleep; to sleep, perchance to
dream” (“morire, dormire, forse
sognare”), che sonda l’impossibilità di sapere davvero cosa è sogno e cosa è vita, e che un celebre
gruppo rock italiano, i New
Trolls, riprese nel cantato del
“Concerto Grosso” scritto da
Bachalov. Shakespeare e la chitarra elettrica: chi avrebbe potuto solo pensarlo?
Il dubbio se la vita sia davvero
reale colse anche Pedro Calderon
de la Barca che scrisse l’inquietante “La vita è sogno”, leggibile
nei Tascabili della Spiga: un
principe viene messo in catene
per un vaticinio nefasto, poi, addormentato, viene posto sul trono e poi riportato ancora in catene. Alla fine non saprà più che
cosa è sogno e cosa realtà: è una
radicale riflessione su quanto di
reale davvero ci sia nella nostra
breve vita, che si riallaccia da
una parte al grandioso discorso
biblico di Qoélet e dall’altra anti-
cipa di tre secoli il dibattito all’interno della fisica quantistica sulla possibilità di conoscere davvero la realtà.
Facciamo ora una capatina tra
i classici dell’Ottocento. Pensate
infatti alla classicit à, vale a dire
alla perennità, di un Dostoevskij
che anticipò la teoria dell’inconscio di Freud con un libro scritto
nel 1865, “Le memorie del
sottosuolo” che troverete in edizione tascabile Feltrinelli. Era la
prima volta che un protagonista
si presentava sotto forma negativa, con il celebre inizio “Sono un
uomo malato… sono un uomo
cattivo. Un uomo che non ha nulla di attraente”, che praticamente profetizzava non solo la psicoanalisi, ma tutta la letteratura
novecentesca, fatta di inetti e
perdenti. Parlando di russi non si
può ovviamente tacere di Tolstoj,
un classico talmente classico da
aver fatto teorizzare a qualcuno
la assoluta naturalità dello scrittore, vale a dire il suo rappresentare la voce della natura stessa,
il genio della creazione. Ma qui
abbiamo il problema della lunghezza. Allora portatevi in spiaggia un testo breve che vi farà davvero pensare: l’edizione tascabile Feltrinelli della “Sonata a
Kreutzer”, del 1891. È la storia di
un uxoricidio per gelosia, e quindi è già di per sé attuale, ma con
una postfazione di Tosltoj stesso
che dà la chiave di lettura, terribile per la sua radicalità: il matrimonio basato sul possesso e
sul sesso porta all’abbrutimento
dei sensi. Dobbiamo capire da
cosa partiva il grande russo, di
cui cade il centenario della morte: a fine Ottocento si facevano
strada le idee materialistiche ed
edonistiche sulla animalità dell’uomo e sul sesso libero. Tolstoj
contrapponeva a queste idee una
radicale accettazione del Vangelo, calcando la mano soprattutto
sul lavoro fisico, non quello fatto
per gioco. Come vedete, c’è molto
da ragionare ancora oggi.
Si è parlato prima di anticipazioni di Freud, e allora vi proponiamo una chicca: fatevi cercare
NOVITÀ IN LIBRERIA
a cura di ELENA CLERICI
PER I PIÙ PICCOLI
da un libraio davvero abile un
libricino, edito da Rizzoli, “Viaggio intorno alla mia camera”,
scritto da Xavier de Maistre nel
1795 (sessant’anni prima delle
“Memorie del sottosuolo”!), che
anticipa Freud e anche
Dostoevskij. Un ufficiale savoiardo è agli arresti domiciliari per
ave r sostenuto un duello, e scrive un romanzo: ma non immaginatevi eroi e damine. De Maistre
costruisce una storia semplicemente osservando la sua stanza,
i quadri, il ritratto della sua donna, il suo cane, e così via. Parla
però anche di un qualcosa dentro
di sé, che gli fa fare quello che
non vorrebbe, una sorta di “bestia” come la chiama lui, che addirittura “sa fare il caffè a meraviglia, e molto spesso se lo beve
pure”: come non pensare all’”es”
e all’inconscio di Freud e alla colta citazione di Battiato nella sua
antica canzone “L’animale”, “ma
l’animale che mi porto dentro/
non mi fa vivere felice mai/ si
prende tutto, anche il caffè”?
E poi dicono che ascoltare i
cantanti fa rimanere ignoranti.
MARCO TESTI
Se siete tristi, perchè le vacanze sono agli sgoccioli, vi consigliamo questo libretto, promettente fin dalla prima pagina: “Dato che la Prefazione è quella pagina che l’autore scrive dopo,
l’editore pubblica prima e il lettore non legge
né prima né dopo, è meglio risparmiarla”. Seguono barzellette, aneddoti, indovinelli e battute spiritose per non dimenticare che “l’umorismo è lo zucchero della vita” e per sorridere
anche degli inconvenienti che a volte possono
capitare. PIER GIORGIO GIANAZZA, Sono
solo barzellette dalla A alla Z, Paoline,
pagine 154, euro 7,50.
Giacomo è un bambino con un desiderio particolare, vedere i piedini degli angeli, perchè
è sicuro che essi siano capaci di fare cose incredibili. E infatti da loro impara molte cose:
“Grazie, grazie, angioletti di Dio, che posso
essere un angelo anch’io. Se su voi tengo l’occhio puntato, ecco sono già cambiato, so cosa
far mi conviene: ridere, giocare e voler bene”.
PAOLA ANCILOTTO – illustrazioni di
LIA FRASSINETI, I piedi degli angeli,
Paoline, pagine 24, euro 6,00.
Tutti conoscono il gioco dell’oca: ma quello dell’oca Joka è molto,
molto più divertente. Chi arriverà per primo –
Joka o suo cugino Casimiro - alla Budineria di
zia Pina percorrendo il sentiero lungo il fiume,
tra ponti scavalconi, marmotte sprintose, tassi
cantastorie… e la temibile volpe? Il libro, edito
nella Collana Parco delle Storie 4+, ha il doppio livello di lettura: in alto lo stampato maiuscolo per leggere da soli, il testo più lungo in
minuscolo ascoltando la voce degli adulti. Belle le illustrazioni. ELENA MAGNI – illustrazioni di SARA BENECINO, Il giro dell’oca
Joka, Paoline, pagine 48, euro 10,50.
Piacerà tantissimo ai più piccoli questa storia di Noè, perchè il libro interattivo ha speciali pagine magnetiche che rappresentano le scene, e contiene otto personaggi e nove
animali calamitati da posizionare a piacere mentre si ascolta il
racconto della Genesi narrato a misura di bambino. Le figure
possono essere poi ricollocate nella comoda tasca trasparente sulla copertina. TIM DOWLEY – illustrazioni di HELEN PROLE, Noè e la grande arca, Paoline, pagine 12, euro 16,00.
Quante cose si dimenticano col passare del tempo! Per ricordare e
registrare tanti momenti - dallo sbocciare della vita nella pancia
della mamma ai primi giorni in ospedale, dalle “prime volte” al
primo compleanno - ecco un album dalle illustrazioni delicate: un
libro da sfogliare quando il bebè sarà cresciuto, per ritrovare scatti e notizie. Insieme al volume c’è anche un CD di Ninnenanne con
le musiche di Paola Serafino ed i testi di Daniela Cologgi. Album
ricordo della mia nascita a cura di DIESSE – illustrazioni
di FABRIZIO ZUBIANI, Paoline, euro 16,00. Chicca ha 17 anni:
è quella che tutti definirebbero una brava ragazza, famiglia religiosa, va in chiesa, si impegna in oratorio, anima la messa. Ma
non si accontenta. È incuriosita da ciò che sta oltre il portone della chiesa, e non comprende perché questi due mondi non si possano incontrare con naturalezza. Osserva, e al
posto di uniformarsi pone domande, punta i
piedi se non capisce e se qualcosa non va, cerca soluzioni intelligenti. E’ lei la protagonista
di questo libro scritto in prima persona, e “perfetto per le ragazze che attendono di spiegare
le ali”. ELENA GIORDANO – illustrazioni
di CARLA MANEA, Chicca. L’amicizia, la
fede, l’amore, e mille boh!, Paoline, pagine 174, euro 16,00.
VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Parola
FRA
noi
SIR 3,19-21.30-31
SAL 67
EB 12,18-19.22-24
LC 14,1.7-14
L’invito a nozze non
dipende da noi perché
il banchetto non è nostro
di ANGELO SCEPPACERCA
PRIMA SETTIMANA
del Salterio
CIASCUNO È PROSSIMO
N
on è una lezione di buone maniere. Gesù sta
parlando del Regno di
Dio e il banchetto ne è
l’immagine. Regno e banchetto hanno in comune la necessità di essere invitati dal Padre,
ma sul resto c’è una vera rivoluzione in quello descritto dal Signore: gli invitati sono gli umili
e i bisognosi di tutto, soprattutto
di salvezza. Il banchetto suggerito da Gesù è contrario a tutti
gli usi abituali, perché rivolto,
come invitati, a tutte le categorie di emarginati. Di fronte a Dio
nessuno lo è, ciascuno è prossimo.
L’invito a nozze non dipende da
noi perché il banchetto non è nostro. Prima viene la scelta di
Gesù (“io ho scelto voi”) e poi tocca a noi dirigerci verso l’ultimo
posto. Il migliore per star vicini
a Gesù che, proprio per questo,
ci invita a salire di posto e a sedergli accanto. Il fatto che siano
invitati ciechi e zoppi, suggerisce
di intrattenere con loro buone relazioni, anzi fraterne, così da sperare nella retribuzione futura.
Se l’ultimo posto indica la vergogna, essere invitati a lasciarlo
mostra la gloria. Il passaggio
dalla vergogna alla gloria è figura esplicita della Pasqua di Gesù,
ma anche della nostra vicenda.
Come si vede, nel Vangelo di questa domenica c’è ben più di una
norma di galateo. C’è la figura di
Gesù e quella del discepolo salvato. A tenerle unite, speculari,
l’umiltà.
Una famiglia che da anni ha
scelto di vivere con i poveri di un
piccolo villaggio turco, ai confini
con l’Iran, racconta: “Questo abbiamo cercato di vivere qui con
questa gente: condividere la nostra umanità di figli di Dio, scoprendo che i nostri desideri, speranze, paure, lacrime e sorrisi
sono gli stessi dei musulmani che
vivono accanto a noi. Condividere il mistero dell’incarnazione di
Gesù che ha vissuto per servire
e non per essere servito. È così
che abbiamo cercato di vivere con
loro, come diceva san Francesco
ai suoi frati che vivevano con i
saraceni: essere, nella semplicità e nell’umiltà più profonda del
Pranzo della Comunità di
Sant’Egidio con i poveri
cuore, dei servitori di un’umanità che soffre e spera, cercando di
consolare, così come siamo stati
consolati. Dom Helder Camara,
vescovo brasiliano, ha detto che
siamo noi, con la nostra vita e le
nostre azioni, l’unico vangelo che
molte persone leggeranno. Cerchiamo allora di essere quella
‘edizione speciale’ del vangelo,
dove la specialità è data dall’umiltà e dalla disponibilità all’amore”.
Un santo redentorista, san Clemente Maria Hofbauer, andava
a fare la questua per i suoi orfani e, passando a chiedere in una
locanda, uno degli avventori gli
sputò in faccia; “questo era per
me ed era giusto” – gli disse San
Clemente – “ora però, ti prego,
dammi qualcosa per i miei orfani…”. L’uomo fu talmente colpito dall’umiltà del santo che cambiò vita.
A Madre Teresa di Calcutta un
giornalista domandò che cosa secondo lei non andava bene nel
mondo; rispose: “Quello che non
funziona, signore, siamo lei ed io”.
CHIESA
P A G I N A
3
PRIMOPIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
I
l 26 agosto scorso è stato
il centesimo anniversario
della nascita di Madre
Teresa di Calcutta, avvenuta a Skopje (oggi capitale della Macedonia), nell’allora Impero Ottomano nel 1910.
Un appuntamento atteso con
trepidazione in molti Paesi del
mondo, a partire dall’India dove
Madre Teresa trascorse gran
parte della sua vita e della sua
missione. Le congregazioni religiose fondate dalla beata e le
Chiese particolari del mondo
hanno festeggiato la ricorrenza
con celebrazioni eucaristiche,
veglie di preghiera, novene,
simposi, sotto il comune tema
“Dio ci ha creato per cose più
grandi: amare ed essere amati”.
MADRE TERESA NACQUE A SKOPJE IL 26 AGOSTO DEL 1910
“Vita Opere”
LA “MATITA DI DIO”
“SCRIVE” DA CENT’ANNI
&
Un fitto calendario
di eventi sono stati
organizzati in molti
Paesi del mondo per
ricordare il centesimo
anniversario della
nascita di
Madre Teresa
In preparazione al centenario
le Missionarie della Carità e il
Centro Madre Teresa di Calcutta aveva diffuso un testo con alcune riflessioni sulla vita della
beata e sul suo contributo alla
Chiesa e al mondo. “Attraverso
il suo esempio – si legge nel documento - persone di ogni credo religioso hanno iniziato a
sperimentare che solo il donare può soddisfare l’anelito spirituale insito in ogni creatura:
un anelito spirituale che tende
al rapporto con Dio e passa attraverso l’amore per il prossimo”. Parlando alle sue
consorelloe Madre Teresa sintetizzava così la vocazione universale all’amore: “Siamo tutti
chiamati alla perfezione della
carità: la santità, non è un lusso di pochi, ma un semplice dovere per ognuno di noi”. A
Roma, il Cardinale Angelo
Comastri, Vicario Generale di
Sua Santità per lo Stato della
Città del Vaticano, ha presieduto una Santa Messa nella Basilica di San Lorenzo in
Damaso, alle ore 19.00, a cui
hanno partecipato le congregazioni religiose e le comunità di
vita contemplativa fondate dalla beata, presenti a Roma, insieme ai volontari, ai benefattori e agli ospiti accolti nei conventi romani. La celebrazione
è stata preceduta dall’inaugurazione di una mostra fotografica dal titolo “Beata Teresa di
Calcutta, vita, opere, messaggio”
allestita presso il Palazzo della
Cancelleria. In occasione della
festa liturgica, il 5 settembre
prossimo (decimo anniversario
della sua morte) le iniziative
spirituali si svolgeranno nella
Chiesa di San Gregorio al Celio,
con la veglia di preghiera di
sabato 4 e la liturgia eucaristica di domenica 5 settembre
officiata dal Cardinale Ivan
Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangeliz-zazione
dei Popoli. Liturgie e novene
sono previste in altre città italiane (Torino, Genova, Bologna,
Firenze, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Cagliari) ed europee, tra cui Parigi, Madrid,
Barcellona, Copenaghen, Monaco di Baviera.
A parte queste celebrazioni
ed altre iniziative locali, in Italia, l’anniversario non sembra,
aver destato nei fedeli e nelle
Isituzioni italiane quell’attenzione che ci si sarebbe potuti
aspettare, considerando la devozione che da anni circonda la
beata di Calcutta. “In occasio-
Proclamata beata
da Giovanni Paolo II
nel 2003 la sua
ricorrenza liturgica è
il 5 settembre.
ne di questa ricorrenza – scrivono sul loro sito internet i redattori di Mondo e Missione,
revista del Pime che dedicherà
un approfondimento a M. Teresa sul numero di ottobre - sono
numerose le iniziative di ricordo e celebrazione della “matita
di Dio. Ad esempio, le ferrovie
indiane hanno deciso di lanciare un apposito treno intitolato
“Mother Teresa” proprio il 26
agosto. I vagoni del treno verranno dipinti di blu in assonanza con l’abito religioso delle Missionarie della carità, l’ordine fondato dalla suora”. “Sempre restando in ambito istituzionale - continua l’articolo anche gli Usa e il Canada
omaggeranno la suora dei poveri: il 26 agosto il Peace Bridge
sul fiume Niagara, che unisce
la città statunitense di Buffalo
con quella canadese di Fort Erie
verrà illuminato con luci bianche e blu, anche qui per ricordare il sari della suora dei poveri. “Uno stupendo omaggio”
lo ha definito il vescovo di
Buffalo, mons. Edward U.
Kmiec, che ha promosso questa
iniziativa insieme al suo “collega” canadese Wayne Kirkpatrick. Intanto in India viene organizzato un festival cinematografico apposito su Madre
Teresa”. E’ in questo fiorire di
celebrazioni, secondo i redattori di Mondo e Missione, che
“è da rilevare il silenzio delle
istituzioni pubbliche, nazionali
e locali italiane. Forse che un
evento come i cento anni di nascita di Madre Teresa di
Calcutta, Premio Nobel per la
Pace, non valgono un Colosseo
illuminato o un’iniziativa simile?”
“Il mondo della beata di Calcutta”
M
adre Teresa è stata ricordata con diversi appuntamenti nei Balcani. Il 26 agosto a Skopje, nella
Repubblica ex jugoslava di Macedonia, si è tenuta
una sessione speciale del Parlamento macedone.
Nel pomeriggio, una Santa Messa solenne è stata celebrata
nella Cattedrale del Sacro Cuore da mons. Stanislav Hoèevar,
Arcivescovo di Belgrado, a cui è seguita l’apertura della mostra del fotografo croato Zvonimir Atietiæ, presso la Casa Memoriale “Madre Teresa”. In Albania, un pellegrinaggio nazionale è stato promosso il 26 agosto presso
la Cattedrale di Vau-Dejës, in diocesi di
Sapa, che sarà dedicata a Madre Teresa
con una liturgia eucaristica presieduta
da mons. Rrok Kola Mirdita, arcivescovo
di Durres-Tirana.
Il Kosovo, che ha proclamato il 2010
“Anno di Madre Teresa”, festeggerà la beata il 5 settembre, giorno della festa liturgica, dedicandole una chiesa-santuario a Pristina; la costruzione del tempio
è stato iniziata nel 2003 per volontà del
Vescovo Mark Sopi e del Presidente
Rugova e completato sotto il Vescovo
Dodë Gjergji, attuale Amministratore
apostolico del Kosovo.
I
n India, dove Madre Teresa giunse nel 1929 e dove ha
trascorso gran parte della sua esistenza, le celebrazioni
sono iniziate il 17 agosto con una novena in tutte le parrocchie dell’arcidiocesi di Calcutta, sede della Casa Madre delle Missionarie della Carità, dove il centenario è stato
aperto il 26 agosto con una celebrazione eucaristica presieduta
dal Cardinale Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi.
A New Delhi, un fitto programma di eventi, che include un simposio sulla beata Madre Teresa e due spettacoli di danza e teatro, è previsto tra il 23 e il 31 agosto, su
iniziativa della Conferenza episcopale dell’India (CBCI) e con il concorso dell’UNESCO.
Nella stessa capitale federale si terrà
inoltre la commemorazione pubblica, sabato 28 agosto, alla presenza del presidente indiano Pratibha Devisingh Patil;
nella circostanza verrà ufficialmente presentata la moneta dedicata alla religiosa dallo Stato indiano, che ha voluto proclamare il 26 agosto “Giornata nazionale degli orfani”, in riconoscimento della
sollecitudine di Madre Teresa per le piccole vittime della solitudine e dell’abbandono.
“Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che
attiene alla mia fede, sono una
suora cattolica. Secondo la mia
vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il
mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”.
E’ così che amava definirsi Madre Teresa, nata a Skopje il 26
agosto 1910. La più piccola dei
cinque figli di Nikola e Drane
Bojaxhiu, originari del Kosovo,
fu battezzata Gonxha Agnes,
maturò la sua vocazione all’interno della parrocchia del Sacro
Cuore, grazie agli insegnamenti della madre e alle visite al
Santuario di Letnica in Kosovo.
All’età di diciotto anni lasciò la
sua casa per entrare nell’Istituto delle “Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di
suor Mary Teresa, come Santa
Teresa di Lisieux. Nel 1929 arrivò a Calcutta dove fu insegnante e direttrice del collegio
St. Mary. Il 10 settembre 1946,
durante un viaggio in treno da
Calcutta a Darjeeling, Madre
Teresa ricevette la sua “chiamata nella chiamata”. Quel
giorno, in che modo non lo raccontò mai, la sete di Gesù per
amore e per le anime si impossessò del suo cuore. Dopo due
anni di discernimento, il 17 agosto 1948, indossò per la prima
volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del
convento per entrare nel mondo dei poveri, seguita, alcuni
mesi dopo, da alcune sue ex
allieve.
Dopo il riconoscimento della
sua nuova Congregazione, “le
Missionarie della Carità” da
parte dell’arcidiocesi di Calcutta (1950) e di Papa Paolo VI
(1965) iniziò l’apertura di nuove case in Venezuela, Italia,
Tanzania, fino a toccare tutti i
continenti. Nel 1997, anno della sua morte, le suore di Madre
Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione
sparse in 123 paesi del mondo.
Il governo indiano le tributò
funerali di Stato e la sua tomba, nella Casa Madre delle Missionarie della Carità, divenne
ben presto luogo di pellegrinaggi per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione
alcuna. Meno di due anni dopo
la sua morte Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della
Causa di Canonizzazione. Il 20
dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui
miracoli, preludio alla beatificazione del 19 ottobre 2003.
L’intera vita e l’opera di Madre
Teresa (premio Nobel per la
Pace nel 1979) offrirono testimonianza della gioia di amare,
della grandezza e della dignità
di ogni essere umano, del valore delle piccole cose e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro
aspetto eroico di cui si venne a
conoscenza solo dopo la sua
morte. Nascosta agli occhi di
tutti, la sua vita interiore fu
contrassegnata dall’esperienza
di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere
separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò
la sua prova interiore: “l’oscurità”. La “dolorosa notte” della sua
anima, cominciò in concomitanza con l’inizio del suo apostolato con i poveri e perdurò
tutta la vita, condusse Madre
Teresa a un’unione ancora più
profonda con Dio. Attraverso
l’oscurità partecipò misticamente alla sete di Gesù, al suo
desiderio, doloroso e ardente, di
amore, e condivise la desolazione interiore dei poveri.
SOCIETÀ
P A G I N A
4
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
INTERNET
TEMPI DURI
PER I PIRATI
S
ono tempi duri per il
copyright. Proprio quando i Pirati della Baia
(www.thepiratebay.org)
sembravano nel pieno di
una lenta, ma inesorabile, agonia ed anche le Autorità di settore (come l’Agcom) sembravano
decise a porre fine all’elusione del
diritto d’autore, ecco spuntare il
primo provider Internet “pirata”
e la ricerca dell’Istituto “Bruno
Leoni” sulle inefficienze della
Siae.
Secondo le stime dell’Autorità per
le garanzie nelle comunicazioni
(Agcom) il fenomeno della
pirateria è in costante crescita e
nei prossimi anni diventerà sempre più preoccupante. In una recente indagine conoscitiva, dal titolo “diritto d’autore sulle reti di
comunicazione elettronica”,
Agcom valuta che al 2015 si potrebbe arrivare con un trend di
crescita tra il 18% e il 24% annuo,
pari ad una perdita che va da 32
miliardi di euro (610 mila posti di
lavoro) a 56 miliardi di euro (oltre 1 milione di posti di lavoro),
su scala globale. Un fenomeno
dalle dimensioni spropositate che
richiede, secondo il presidente
dell’Autorità, Corrado Calabrò,
“adeguate forme di cooperazione
con tutti i soggetti coinvolti della
filiera, e con gli internet provider
in particolare”.
Un passo importante, quello dell’Autorità italiana, che segue di
qualche mese il duro colpo inflitto dal tribunale svedese a “The
Pirate Bay”. I quattro fondatori
del più importante portale
internet, dedicato al peer-to-peer,
erano stati condannati in primo
grado con un anno di prigione e
circa 1 milione di dollari di multa
a testa. Un duro colpo per la “Baia”
che da allora aveva iniziato un
lento disfacimento, in attesa che
la Corte d’appello svedese discuta il ricorso di Peter Sunde e compagni il 28 settembre 2010. Insomma, tutto sembrava volgere
per il meglio, Pirati a terra e Autorità schierate a difesa del
copyright, ma ecco arrivare le cattive notizie.
Il “Piratpartiet” (“Partito Pirata”)
svedese che, nelle ultime elezioni
europee, ha riscosso un successo
senza precedenti, conquistando
quasi 400 mila voti ed uno dei 18
seggi assegnati alla Svezia al Parlamento europeo, è in pieno fermento a causa delle prossime elezioni politiche in Svezia, previste
per settembre prossimo. Nasce
così il “Pirate Isp”, che commercializzerà connessioni a banda larga, fino ad 1Giga, in grado di garantire il completo anonimato in
Rete. A guidare il nuovo provider
sarà Gustav Nipe, studente di economia e storico membro del
“Piratpartiet”, che promette dura
battaglia contro le major statunitensi: Non siamo d’accordo con
quello che dicono e non siamo d’accordo con le leggi che stanno producendo quindi se loro hanno un
problema con noi, allora noi avremo un problema”.
Sul fronte di casa nostra, l’Istituto
“Bruno Leoni”, una “think tank” attiva nell’elaborazione di ricerche e
studi, ha pubblicato in questi giorni
uno studio realizzato da Diego
Menegon, dal quale emerge che la
Siae, che gestisce in monopolio i diritti d’autore in Italia, è “costosa e
inefficiente”. Secondo l’autore del
“briefing paper”, “la minor efficienza della Siae costa agli autori, ai
discografici e ai fruitori di opere
musicali protette (quindi ai consumatori) 13,5 milioni di euro all’anno”. Di analogo parere anche l’associazione “Altroconsumo”, che in un
articolo rivela come meno della
metà degli iscritti Siae riesce, con i
ricavi delle proprie opere, a coprire
le spese necessarie a rinnovare la
propria tessera.
ANTONIO RITA
GLI USA LASCIANO IL PAESE MEDIORIENTALE
Iraq: quale futuro adesso?
«
O
ggi, ho il piacere
di annunciare che
grazie a un servizio straordinario
delle nostre truppe e dei nostri civili in Iraq, la
nostra missione di combattimento si concluderà entro questo mese e che stiamo per ultimare un ritiro sostanziale delle nostre truppe”. Con queste
parole, contenute in una lettera del 18 agosto, il presidente
degli Stati Uniti, Barack
Obama, ha comunicato la fine
della missione di combattimento in Iraq. Sette anni dopo l’inizio della guerra, il 20 marzo
2003, che ha portato al rovesciamento del regime di Saddam Hussein, l’ultima brigata
da combattimento ha così lasciato il Paese. Ingente il bilancio delle vittime, 4 mila morti
militari americani e decine di
migliaia le vittime irachene.
Mille miliardi di dollari il costo
dell’operazione, denominata
“Iraqi Freedom”. Dopo il 31 agosto in Iraq resteranno solo 50
mila militari con un ruolo di
assistenza e di addestramento.
Questi ultimi sono destinati a
lasciare l’Iraq entro la fine del
2011. Mentre i colloqui per la
formazione del nuovo Governo,
dopo il voto di marzo, sono
arenati, è lecito domandarsi
adesso, che Iraq lasciano i soldati americani e quale futuro
attende ora la popolazione locale sempre in balia di violenze, rapimenti, furti ed estorsioni. L’attentato più recente a
Baghdad, il 17 agosto, ha provocato la morte di 59 persone e
ha fatto oltre 100 feriti. Il tutto
in attesa di vedere una ricostruzione, non solo economica ma
anche politica e sociale, che potrebbe dare un po’ di speranza
nel futuro. Ne abbiamo parlato
to l’amministrazione Usa in
Iraq?
“La rifondazione dello Stato
e l’impianto formale di strutture democratiche. Tuttavia, lo
Stato è ostacolato per non dire
alienato dal tribalismo e
dall’etno-confessionalismo. La
libertà non è né custodita, né
protetta”.
Dopo il ritiro Usa, c’è il
rischio reale di divisione del
Paese in tre zone: sciita,
sunnita e curda?
“In questo periodo, visto anche il vuoto politico attuale e il
vuoto di sicurezza conseguente,
si temono eventuali conflitti tra
comunità o partiti. Comunque
non mi sembra che la situazione attuale, malgrado la sua
drammaticità, evolva verso una
divisione del Paese. Per ragioni interne e per cause esterne,
la divisione non risolve i problemi oggetto di conflitti tra le varie parti”.
con l’arcivescovo latino di
Baghdad, mons. Jean B. Sleiman (qui sopra nella foto).
Eccellenza, quello americano è più un ritiro o una
ritirata?
“Ritiro o ritirata, la delusione rimane grande. Le promesse si sono rapidamente evaporate. Il Paese stenta ancora
molto a diventare uno Stato di
diritto, a garantire la sicurezza, a rinnovare le infrastrutture, a ridurre la povertà, a fermare l’emigrazione e a
rilanciare l’economia. Quello
che importa più del ritiro è la
ricostruzione dell’Iraq. Un progetto purtroppo ancora lontano
dalla realizzazione”.
Che guerra è stata questa
dal 2003 al 2010?
“Paradossalmente questo periodo lungo sette anni è stato
battezzato ‘dopo-guerra’ quando, invece, è stato la continuazione della guerra. Il dopo-guerra è fatto di anarchia, violenze,
mafia, corruzione a tutti i livelli, esodo massiccio delle popolazioni, pulizie etnico-confessionali, rapimenti ed estorsioni. La
guerra del 2003 ha creato più
problemi di quanti ne ha risolti. Per le comunità cristiane,
poi, è stata micidiale”.
I paesi limitrofi come
Iran, Arabia Saudita, Siria,
Giordania, Turchia faranno
adesso maggiori pressioni
politiche bloccando la formazione di un governo
iracheno forte?
“Mi sembra che accade già”.
In un Iraq diviso o peggio
in guerra civile, quale futuro per le minoranze?
“Le minoranze patiranno
sempre senza uno Stato di diritto. Vivranno in una casa senza tetto se lo Stato non si assume le sue responsabilità. Certo
in caso di conflitti intercomunitari o di guerra civile strisciante, la sorte delle minoranze sarà molto precaria, anzi
ancora più drammatica”.
Quali risultati ha ottenu-
(fonte: SIR)
GIOVANI E SOCIETÀ
Cresce lo scoraggiamento
I
giovani faticano a farsi largo nel mercato del lavoro.
Il tema del loro inserimento lavorativo è stato sempre
uno dei punti più deboli del
mercato di lavoro in Italia. Il
Rapporto del Cnel (Consiglio
nazionale dell’economia e del
lavoro), presentato recentemente dall’economista Carlo Dell’Aringa, ha confermato in tutta la sua gravità questa fragilità.
Anzi, quel che si prefigura
appare un peggioramento rispetto al passato. Dai dati del
Rapporto sul mercato del lavoro 2009-2010 relativi ai giovani si mettono in luce due elementi: da una parte, c’è un ridotto grado di occupazione dei
giovani, da attribuire ad un ingresso posticipato dai percorsi
scolastici dovuto sia all’innalzamento dell’obbligo scolastico,
sia all’introduzione dei percorsi universitari “3+2”, i quali,
introducendo la laurea breve
avevano lo scopo di diminuire i
tempi di studio, invece, hanno
sortito l’effetto opposto, dato
che quasi tutti gli studenti, una
volta raggiunta la laurea breve, scelgono di continuare per
altri due anni.
I dati del Rapporto
Cnel non sono davvero
incoraggianti. Quel
che sembra è che
l’introduzione della
flessibilità
contrattuale finora
invece che favorire
una maggiore mobilità
e contaminazione, tra
esperienze
professionali e
aziendali diverse, ha
solamente ampliato la
sfavorevole
condizione di partenza
dei giovani
di ANDREA CASAVECCHIA
Dall’altra parte, tra i giovani
c’è una maggiore possibilità di
disoccupazione, dato che le varie riforme dei contratti di lavoro avviate dal 1997 in Italia,
con il pacchetto Treu e poi con-
solidate dalla più complessa
Riforma Biagi, hanno introdotto una maggiore flessibilità in
entrata, ma anche in uscita dal
mondo della produzione. Così
come si legge dalle pagine del
Rapporto: “Per una giovane persona attiva nel mercato del lavoro italiano, il rischio di essere disoccupata è il triplo rispetto a quello sperimentato dalle
forze di lavoro più mature”.
Nel lavoro c’è poco spazio per
i giovani. In Italia, sempre seguendo le spiegazioni del Cnel,
la precarietà si aggiunge ad
una loro vulnerabilità “costituzionale”, “dovuta alla mancanza di competenze, esperienze
lavorative, capacità di ricerca di
un impiego e risorse economiche da utilizzare durante la ricerca”.
Si aggiunga, poi, che oltre a
pochi occupati e tanti che cercano lavoro, tra i giovani è molto alto il tasso di scoraggiamento. I dati del Cnel confermano
che i Neet (coloro i quali non
sono né studenti né impegnati
nel mercato del lavoro) arrivano quasi al 25%. Tra questi non
ci sono soltanto i soliti vitelloni,
che stanno bene sul divano dei
loro genitori con il telecoman-
do in mano. Dal Rapporto, infatti, si evince che per una quota di giovani tra i 15 e i 24 anni
oggi è meno facile di qualche
anno fa passare da un’occupazione temporanea ad una fissa,
mentre “nell’ultimo periodo è
sostanzialmente aumentata
l’uscita verso la disoccupazione
e l’inattività: ovvero, se in passato era più probabile per un
giovane a cui scadeva un contratto a tempo determinato essere assunto con contratto permanente, attualmente questa
situazione si è capovolta, dato
che è molto più probabile alla
scadenza passare tra i non occupati”.
I dati del Rapporto Cnel non
sono davvero incoraggianti.
Quel che sembra è che l’introduzione della flessibilità contrattuale finora invece che favorire una maggiore mobilità e
contaminazione, tra esperienze
professionali e aziendali diverse, ha solamente ampliato la
sfavorevole condizione di partenza dei giovani. Forse sarebbe ora di considerare qualche
via d’uscita senza continuare la
litania consolatoria: “Si ma tanto per i giovani è sempre stato
così”.
SOCIETÀ
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
P A G I N A
5
10 AGOSTO, 14 AGOSTO E 7 SETTEMBRE 1910
Padre Pio: quei tre giorni!
T
re giorni significativi
della vita di padre Pio:
a narrarli in un agile
volumetto intitolato
“Quei tre giorni di padre Pio - A Pietrelcina un secolo fa 1910 - 2010” (Tau editrice) è il giornalista Raffaele
Iaria. Non tre giorni qualsiasi, ma tre momenti “particolari e decisivi nella vita di un
santo”; giorni “straordinari
come sono quelli di una ordinazione sacerdotale, di una
prima messa, di una scoperta
indicibile” (le stigmate, ndr),
scrive nella prefazione Paolo
Bustaffa, direttore dell’Agenzia SIR, che sottolinea anche
la semplice e meravigliosa
grandezza dei genitori di padre Pio. Il “sì per sempre a Dio”
nel matrimonio di mamma
Maria Giuseppa e papà Grazio, osserva Bustaffa, “ha preceduto e nutrito quello del loro
figlio nel sacerdozio”. “Protagonista” della pubblicazione è
anche Pietrelcina, piccolo borgo del Sannio che il 25 maggio 1887 diede i natali al Santo e dal 25 maggio di quest’anno custodisce nella chiesa dei
cappuccini “Sacra Famiglia”
una sua reliquia. L’unica che,
staccatasi in modo naturale
durante la riesumazione, è
conservata in un luogo diverso da San Giovanni Rotondo.
10 AGOSTO 1910:
L’ORDINAZIONE
SACERDOTALE
Padre Pio ha solo 23 anni,
ma a causa del suo stato di
salute, così cagionevole da
non lasciare “presagire nulla
di buono”, riceve, grazie a una
dispensa, la consacrazione sacerdotale prima del compimento del 24° anno richiesto
dalla legge canonica. “Domani festa di san Lorenzo è pure
il giorno della mia festa - scrive il 9 agosto 1912 ricordando
la sua ordinazione -… Fin da
stamattina ho incominciato a
gustare il paradiso… Il giorno di san Lorenzo fu il giorno
in cui trovai il mio cuore più
acceso di amore per Gesù”.
Egli, osserva padre Gerardo
De Flumeri, uno dei suoi
biografi, “ha esercitato il suo
ministero in tre direzioni: celebrazione della santa messa,
amministrazione del sacramento della riconciliazione,
direzione delle anime”. “Il frate cappuccino - scrive Iaria considerava la vocazione come
dono ricevuto”. Un giorno, ad
un giornalista che gli chiese
chi fosse, rispose: “Un povero
frate che prega”. Una vita di
sacerdote trascorsa all’ombra
del tabernacolo e della croce.
“Cinquant’anni di vita religiosa, cinquant’anni confitto alla
croce, cinquant’anni di fuoco
divoratore per te Signore, per
i tuoi redenti”, scrive padre
Pio il 22 gennaio 1953, 50° anniversario
della
sua
vestizione.
14 AGOSTO 1910:
LA PRIMA MESSA
Quattro giorni dopo l’ordinazione sacerdotale e alla vigilia dell’Assunta, padre Pio celebra a Pietrelcina la sua prima messa nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l’attua-
le santuario a lui dedicato. Il
discorso di rito viene tenuto
da padre Agostino di San Marco in Lamis, suo professore di
teologia, che tra l’altro gli
dice: “Tu hai poca salute, perciò non potrai fare il predicatore. Ti auguro però di essere
un grande e assiduo confessore”. “Un augurio profetico commenta l’autore del volumetto - che comincerà a realizzarsi in maniera portentosa
di lì a pochi anni”.
SETTEMBRE 2010: LE
STIGMATE “INVISIBILI”
A Piana Romana, a tre chilometri da Pietrelcina, una
sera, probabilmente il 7 settembre, sotto un olmo ormai
secco e oggi custodito dentro
le mura della chiesetta dedicata nel 1958 a san Francesco
d’Assisi, il frate riceve le “prime stimmate”, invisibili fino
alla stigmatizzazione visibile
e permanente del 20 settembre 1918, ma già accompagnate da intensa sofferenza, soprattutto in alcuni giorni della settimana. “Dal giovedì sera
fino al sabato, come anche il
martedì è una tragedia dolorosa per me - scrive padre Pio
il 21 marzo 1912 a padre
Agostino -. Il cuore, le mani
ed i piedi sembrami che siano
trapassati da una spada; tanto è il dolore che ne sento”.
Sempre lo stesso anno, il 26
agosto, il frate scrive: “Me ne
stavo in chiesa a farmene il
rendimento di grazie per la
messa quando, tutto ad un
tratto mi sentii ferire il cuore
da un dardo di fuoco sì vivo ed
di AGOSTINO CLERICI
Vito Mancuso pubblicherà ancora per Mondadori
oppure lascerà la casa editrice di Segrate per un altro (redditizio) editore?
Vedo che i quotidiani si
stanno appassionando alla
vicenda, e mi viene il dubbio che anch’io la notte
passata abbia dormito poco
e male perché influenzato
da questo dilemma di fine
estate. Il problema che il
discusso teologo ha sollevato non è di scarso livello morale: è lecito o no ricevere i proventi e dare lustro con il proprio nome ad
una impresa che froda il fisco? A parte che bisogna
ancora dimostrare che la
Mondadori sia da annoverare in tale categoria. Anzi, leggo che sino ad ora
due gradi di giudizio hanno messo nero su bianco
esattamente il contrario.
E, comunque, il contenzioso con il fisco era già
aperto - mi sembra - e già
pubblicamente noto, quando il Mancuso cominciò a
pubblicare per Mondadori.
Sia chiaro. È legittimo
che il Mancuso se ne sia
accorto solo ora o solo ora
avverta il vulnus di una
connivenza immorale con
la Mondadori di Berlusconi e, quindi, cambi editore
per un altro che, presumibilmente, ha già trovato e
che, dopo un tale battage
pubblicitario sulle prime
pagine dei quotidiani, lo
accoglierà sicuramente a
braccia aperte.
Un caso di coscienza come questo - ripeto, legittimo e quindi anche doveroso - avrebbe avuto bisogno
di silenzio, come si addice
ai casi di coscienza autentici. Mancuso, invece, lo
ha buttato in prima pagina su Repubblica e questo
atto di spavalderia ne ha
minato proprio l’autenticità, virtù tanto amata dal
nostro teologo, che vi ha
dedicato recentemente un
saggio. Qualche «cattivone» ha potuto sospettare
che ci sia qualche interesse... pubblicitario in tutta
la vicenda, un modo di far
parlare di sé, di farsi notare. Ma, al di là della malalingua - che, dice il proverbio, pensa male e magari
indovina - mi pare che pru-
ardente, che credetti morirne… L’anima, vittima di queste consolazioni, diventa
muta. Mi sembrava che una
forza invisibile m’immergesse
tutto quanto nel fuoco… Dio
mio, che fuoco! Quale dolcezza!”. E ancora: “Di questi trasporti d’amore ne ho sentiti
molti, e per diverso tempo
sono rimasto come fuori di
questo mondo. L’altre volte
questo fuoco è stato però
meno intenso; questa volta
invece un istante, un secondo
di più, l’anima mia si sarebbe
separata dal corpo… se ne sarebbe andata con Gesù”.
SANTITÀ NELLA
“MOBILITÀ”
Dopo un capitolo dedicato al
“rapporto” dei papi con padre
Pio - da Benedetto XV, che
salito al soglio pontificio il 3
settembre 1914 fu il primo a
occuparsene direttamente, a
Benedetto XVI, “fermato” nella sua immagine in ginocchio
e in preghiera accanto alla
teca con le spoglie del Santo
il 21 giugno 2009 - la postfazione, a firma di mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, si sofferma sul fenomeno
della “mobilità”. Nel rammentare che il 10 agosto 1910 il
padre Grazio e il fratello Michele non erano presenti all’ordinazione del religioso perché emigrati negli Stati Uniti
come braccianti agricoli,
mons. Perego sottolinea che
“padre Pio, la sua vocazione
itinerante, la storia del padre
e del fratello”, sono “tasselli
di una storia e vita sacerdotale che aiutano a costruire
l’ipotesi di una santità nella
mobilità” e ci aiutano “collocare nuovamente e originalmente la storia del sacerdozio
cristiano”.
IRLANDA: VESCOVI SU RAPPORTO
STRAGE CLAUDY, “CHOC” PER
COINVOLGIMENTO PRETE CATTOLICO
CORSIVO
IN QUESTO
MONDO
DI LADRI...
Benedetto XVI in pellegrinaggio al santuario di San Pio da Pietrelcina
nel giugno del 2009
denza avrebbe voluto che
il cambio di editore per
imcompatibilità di coscienza etica dovesse avvenire
in un ambito più riservato
e sereno. E, soprattutto, in
tempo utile per evitare il
lancio pubblicitario per i
tipi di Mondadori del volume di Vito Mancuso intitolato Piccola guida dei perplessi. Si può addirittura già
ordinarlo on line: 19 euro
con spedizione compresa,
nonostante il libro sarà in
libreria solo a novembre
2010. Insomma, un poco
perplessi si resta davvero,
soprattutto a leggere nella
presentazione del libro che
«il cambiamento è l’unica
condizione per vivere nella
fedeltà a Gesù e al suo messaggio, cioè l’amore per Dio
e per l’uomo». Che sia il
cambiamento... di editore
ciò a cui il Mancuso si riferisce? Credo proprio di no,
eppure il dubbio viene...
Antonello Venditti cantava che «in questo mondo di
ladri» l’unica certezza è che
«noi stiamo bene tra noi e
ci fidiamo di noi». Amara
consolazione! Ma non servirebbero più nemmeno i libri. Basterebbe una caverna a testa, buia e pulita!
La Chiesa cattolica è “sempre stata costante nel condannare il
male della violenza. E’ pertanto scioccante che un prete possa essere stato sospettato di essere coinvolto in una tale violenza”. Così
in un comunicato congiunto il card. Sean Brady, arcivescovo di
Armagh e mons. Seamus Hegarty, vescovo di Derry, commentano il
rapporto pubblicato oggi dalla polizia dell’Irlanda del Nord circa il
coinvolgimento di un prete cattolico, padre James Chesney, nella
strage avvenuta il 31 luglio 1972 a Claudy nella contea di
Londonderry. “L’attentato a Claudy, il 31 luglio 1972 – scrivono i
vescovi -, è stato un crimine orrendo. Nel leggere il rapporto della
polizia dell’Irlanda del nord, pubblicato oggi, non possiamo perdere di vista il terribile costo umano di questa atrocità. Nove persone
sono morte, compresi i bambini. Molti sono rimasti feriti. L’intera
comunità di un piccolo paese rurale è stata traumatizzata da un
terribile attacco contro gente innocente”. “In una giornata come
questa – proseguono i due vescovi -, è importante ricordare il dolore
sofferto da migliaia di persone con il lutto, la perdita e il trauma”
e “ci rendiamo conto che la pubblicazione di oggi dei dati del rapporto riporterà molti ricordi dolorosi e per questo vogliamo assicurare le nostre preghiere e la preoccupazione in questo momento”.
Qualche tempo dopo l’attentato, padre Chesney è stato interrogato dall’allora vescovo di Derry, Neil Farren, e poi dal successore
mons. Edward Daly. Entrambe le volte il sacerdote ha negato qualsiasi coinvolgimento. Del caso fu informato anche il card. William
Conway, allora arcivescovo di Armagh. Nel 1978, Chesney fu trasferito in una parrocchia nella contea di Donegal, dove morì nel
1980. Nel comunicato, i due vescovi irlandesi assicurano che tutto
“il materiale in possesso alla Chiesa cattolica è stato dato alla
polizia”. Ed aggiungono: “Questo caso avrebbe dovuto essere oggetto di indagine e risolto durante la vita di Padre Chesney. Se ci
fossero state prove sufficienti per collegarlo ad attività criminali,
avrebbe dovuto essere arrestato e interrogato al più presto, come
chiunque altro. Siamo d’accordo con il mediatore della polizia che
il fatto che questo non sia accaduto, ha ingiuriato ancor di più
coloro che sono stati uccisi, feriti e tutte le vittime dei bombardamenti”. Nella nota, i vescovi assicurano che “la Chiesa cattolica
non si è impegnata a coprire” nulla e che “le azioni del card. Conway
e di qualsiasi altra autorità della Chiesa non hanno mai impedito la possibilità di arresto ed interrogatorio di padre Chesney”.
La nota si conclude con un appello “a chiunque abbia informazioni
in merito a questo crimine orribile a fornirle al Servizio di polizia
dell’Irlanda del Nord”.
P A G I N A
6
SOCIETÀ
EUROP
A
EUROPA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
LA FORZA NECESSARIA
UNIONE EUROPEA E
“METODO COMUNITARIO”
A
nche le istituzioni
dell’Unione europea
si sono prese una vacanza. L’appuntamento con la ripresa
dei lavori di Parlamento, Commissione e Consiglio, tra la fine
d’agosto e i primi di settembre,
segnala già un’agenda fitta, caratterizzata soprattutto da tante “questioni aperte”, pari, per
numero e per importanza, ai
temi sollevati nella prima metà
dell’anno e agli impegni che le
stesse istituzioni hanno esplicitamente assunto verso i
cittadini.Basterà, in tal senso,
ricordare alcuni passaggi delle
“Conclusioni” del Consiglio europeo di giugno. “L’Ue ha affrontato la crisi finanziaria mondiale guidata da una determinazione comune e ha fatto il necessario per salvaguardare la stabilità dell’Unione economica e
monetaria - vi si legge -. In particolare, in maggio è stato raggiunto un accordo su un pacchetto di sostegno alla Grecia e
un meccanismo europeo di
stabilizzazione finanziaria e un
fondo di stabilità finanziaria.
Abbiamo gettato le fondamenta per una governance economica molto più forte”. “Restiamo
determinati - scrivono i
Ventisette - ad adottare tutte le
misure necessarie per riportare le nostre economie sui binari della crescita sostenibile e
creatrice di posti di lavoro”. A
tale scopo il summit ha adottato la strategia Europa 2020:
“Essa promuoverà la realizzazione di riforme strutturali...
Nei prossimi mesi valuteremo
più approfonditamente in che
modo sia possibile mobilitare
specifiche politiche per sblocca-
re il potenziale di crescita Ue,
a partire dalle politiche di innovazione ed energetiche”. Nello stesso testo si legge della “comune determinazione ad assicurare la sostenibilità dei bilanci” e “la stabilità finanziaria,
ovviando alle lacune nella
regolamentazione e nella vigilanza dei mercati”, nonché
l’”urgente necessità di rafforzare il coordinamento delle nostre
politiche economiche... Attendiamo con interesse la relazione finale che la task force presenterà in ottobre”. E poi altre
promesse e impegni sul versante degli Obiettivi del millennio
(conferenza Onu di New York),
della lotta ai cambiamenti climatici (vertice di Cancun), della collaborazione in sede di
G20.I “fronti interni” (occupazione, previdenza, inclusione
sociale, sicurezza, migrazioni,
riforma del bilancio, revisione
della politica agricola, coesione
e sostegno alle regioni in ritar-
do…), procedono parallelamente con quelli “esterni”: i rapporti con Usa, Russia e Cina; l’istituzione del servizio diplomatico comunitario; i negoziati con
Turchia, Croazia, Islanda, Macedonia e gli altri Paesi balcanici; le relazioni con gli Stati del
Mediterraneo e i vicini orientali; i grandi rebus di Afghanistan, Iran e Iraq; l’Africa e la
cooperazione con i Paesi poveri. Per tener testa a tutti questi “fronti” servirebbe una Ue
salda, coesa, convinta che l’azione comune (pur nel doveroso
rispetto delle specificità nazionali e del principio di sussidiarietà) moltiplica le forze. Non a
caso gli europeisti più convinti
- che tra Bruxelles e Strasburgo
sono pur sempre in gran numero - insistono per rinsaldare i
legami e le politiche Ue, adottando con maggior decisione il
“metodo comunitario” e chiedendo ai governi nazionali di
moderare i tatticismi, gli interessi particolari, le diffidenze
reciproche. Una leadership politica riconosciuta, in grado di
decidere, costituirebbe un elemento favorevole in più, specie
se accompagnata da un diffuso
rispetto delle regole comunitarie (un tema dibattuto in Italia
nelle ultime settimane a partire dal “caso Sky” e da quello
delle “quote latte”). La pausa
estiva può allentare le tensioni
accumulatesi negli ultimi tempi e magari suggerire un ritorno, dopo le ferie, in chiave proeuropeo, inteso - al di là di ogni
verbosità - a dare risposte efficaci alle attese e ai bisogni dei
cittadini dell’Unione.
Chiese europee
Francia - Italia
IL FESTIVAL
DELLA GIOVENTÙ
ORTODOSSA
“Giù la maschera. Uomo, chi
sei?”. Questo il tema scelto
quest’anno per il “Festival della gioventù ortodossa” che si
svolgerà dal 17 al 19 settembre ad Essonne, in Francia,
presso l’abbazia di “Notre
Dame de l’Ouye”. Camminate,
tavole rotonde, lavori di gruppo. Il Festival riunirà, come
ogni anno, i membri di diversi
movimenti giovanili ortodossi
presenti in Francia e non solo.
Tra i più conosciuti Syndesmos
e la Orthodox Christian Youth
Uk. Il Festival - si legge nella
presentazione dell’evento - ha
scelto quest’anno di rivisitare
il famoso detto di Socrate, “Conosci te stesso”, “alla maniera
ortodossa, senza tabù e con
molta umiltà e radicalità”. Significa in concreto far percorrere ai giovani un cammino di
riflessione che dovrebbe condurre alla scoperta della loro
“filiazione a Dio” e “come essere coerenti e autentici” e capire come la “fede può aiutate a
superare le nostre debolezze”.
LE “SENTINELLE
DEL MATTINO”
“Scoprire e riscoprire la fede
attraverso l’intensità del primo
annuncio, come facevano gli
apostoli al tempo di Gesù”.
Questo impegno è stato per cinque giorni al centro del
“Summer Event 2010” organizzato a Pescara in luglio dalle
“Sentinelle del Mattino”(il progetto di evangelizzazione dei
giovani delle diocesi italiane) in
collaborazione con l’ufficio
diocesano per la Pastorale giovanile. In questi giorni circa
200 ragazzi fra i 20 e i 35 anni
si sono
ritrovati sul
lungomare
pescarese per
iniziare
“un processo di
s e n sibilizzazione
ed
evangelizzazione dei giovani negli ambienti più informali come
le discoteche e le spiagge”. Per
l’occasione, nei pressi del lido
“Acapulco Beach”, è stata allestita come chiesa una tenda
gonfiabile, della grandezza di
32 metri per 22, accessibile
dalle ore 22 fino alle 2 del mattino.
“Un’idea nata dal desiderio di
portare il messaggio di Maria
e di Gesù a tutti i ragazzi utilizzando il grande mezzo della
musica”: così don Roberto
Fiscer, giovane viceparroco di
Arenzano (Genova) ha spiegato l’uscita del suo primo singolo intitolato “Io vi amo”,
pubblicato recentemente dalla casa discografica Hit Record e definito un “inno da
discoteca cristiana”. Il singolo unisce infatti musica e ritmo da discoteca con un testo
di ispirazione cristiana e si
inserisce nel solco della prima “discoteca cristiana” della diocesi di Genova inaugurata proprio quest’estate dal
giovane sacerdote, già dj a
bordo di navi da crociera,
aperta tutti i mercoledì sera
presso gli stabilimenti San
Pietro di Arenzano. “Gesù - ha
concluso don Fiscer - non si è
mai fatto problemi per raggiungere qualcuno. Certamente avrebbe chiamato i giovani anche nelle discoteche”.
GIANNI BORSA
COMMISSIONE UE
IL PROGETTO INCOMPIUTO: IL RILANCIO DEL MERCATO UNICO
l lavoro è solo all’inizio. Se
il mercato unico è, come ha
più volte affermato il presidente della Commissione,
José Manuel Barroso, “la
spina dorsale dell’integrazione
e della crescita sostenibile in
Europa”, si tratta di applicarne pienamente i principi e le
regole. Le basi del mercato unico furono gettate, soprattutto
grazie all’azione di Jacques
Delors, nel 1992, con il Trattato di Maastricht. Alla vigilia del
ventennale, la Commissione
rilancia il progetto, segno evidente che esso non è stato ancora attuato.
I
TRA ECONOMIA E
SCELTE POLITICHE
La seconda Commissione
Barroso, in carica da pochi
mesi, ha posto il mercato unico
tra le priorità della sua azione.
Per tale ragione era stato dato
incarico, già alla fine del 2009,
all’economista Mario Monti, di
stendere un rapporto sull’argomento.
Il paladino del mercato interno e della concorrenza proprio
all’interno dell’Esecutivo, di cui
è stato membro tra il 1995 e il
2004, ha consegnato la sua re-
lazione nel mese di maggio.
Essa è diventata oggetto di analisi all’interno della Commissione nel mese di luglio, quando il
collegio Ue ha chiamato Monti
per un confronto diretto e per
studiare i prossimi, possibili
passi per intraprendere la strada giusta.
Il testo, di quasi 120 pagine,
è diviso in 5 capitoli, intesi a definire pregi e limiti del mercato
unico, il contesto nel quale ci si
muove (profondamente diverso
da quello di inizio anni ’90), le
regole da adottare, il “consenso” da generare attorno al grande progetto.
Comprende inoltre un approccio multipolare, nel senso
che affronta temi solitamente
lasciati a margine del mercato
unico, quali, ad esempio, la tutela dei consumatori, la dimensione sociale e occupazionale, il
nodo del rispetto ambientale.
“IMPOPOLARE
MA NECESSARIO”
Monti premette al suo rapporto una frase riconducibile al
belga Paul-Henri Spaak, considerato tra i “padri fondatori”
della Comunità, che nel 1961
dichiarava: “Quanti hanno ten-
tato di risolvere i problemi economici posti dal trattato di
Roma tralasciandone la dimensione politica si sono condannati al fallimento”.
Ebbene Monti si inserisce in
questa linea, considerando anche il fatto che il mercato unico
è diventato un elemento fondante dell’integrazione Ue con
l’entrata in vigore del Trattato
di Lisbona.
La relazione dell’economista
italiano evidenzia che “il mercato unico si trova oggi in una
fase critica”, caratterizzata da
più sfide. La prima consiste
“nell’indebolimento del sostegno politico e sociale all’integrazione del mercato in Europa”.
Il mercato unico suscita a suo
avviso “in molti europei - cittadini e leader politici - sospetto,
paura, se non in alcuni casi
aperta ostilità”. Monti spiega
questo fenomeno con due tendenze: la “stanchezza da integrazione”, la quale “smorza il
desiderio di un’Europa più
grande e più forte”; e la “stanchezza da mercato”, che “mina
la fiducia nel mercato”. Oggi, “il
mercato unico è più impopolare che mai, ma l’Europa ne ha
più che mai bisogno”.
NO A NAZIONALISMI
E PROTEZIONISMI
LA DIMENSIONE
SOCIALE
La seconda sfida “è rappresentata
dall’attenzione
altalenante che il mondo politico accorda allo sviluppo delle
varie componenti di un mercato unico efficace e sostenibile”.
In questo senso le difficoltà che
il mercato unico incontra non
sono solo legate alla “saldatura
incompleta” tra mercati nazionali, così da dar vita a un mercato europeo, ma anche al fatto
che “non si sono ancora concluse le operazioni su altri due
fronti”, ovvero l’espansione verso nuovi settori “per tenere il
passo con un’economia in rapida trasformazione” e “l’impegno
per garantire che il mercato
unico risulti uno spazio di libertà e di opportunità per tutti”,
cittadini, consumatori e imprese. Limiti politici, economici e
potremmo anche dire “culturali” sono dunque alla base del
ritardo nel creare un solo grande mercato europeo. Monti infatti nella sua analisi richiama
altri temi di assoluta rilevanza,
fra cui il ritorno dei nazionalismi e dei protezionismi che
sarebbero l’antitesi del mercato unico.
Comunque dal rapporto presentato alla Commissione
emerge che “il rilancio del mercato unico è non solo necessario ma anche possibile”. Gli
obiettivi sono molteplici: un rafforzamento complessivo dell’integrazione comunitaria, a livello economico ma anche politico-istituzionale; migliori risultati per i cittadini, i consumatori, i lavoratori e le imprese Ue;
una più efficace capacità
competitiva verso l’esterno.
Un’attenzione specifica andrebbe riservata al capitolo 3 della
relazione, quello che tiene in
maggiore considerazione i lineamenti di una “economia sociale di mercato fortemente
competitiva”, citata nel Trattato di Lisbona: la conciliazione
delle libertà economiche con i
diritti dei lavoratori; il ruolo dei
servizi sociali; il problema degli appalti pubblici; “l’uso del
coordinamento fiscale”; “la ricerca di un equilibrio, all’interno del mercato unico, tra concorrenza e coesione, mediante
le politiche di sviluppo regionale”; le forme di difesa rispetto
al mercato globale.
CHIESA
P A G I N A
7
CHIESA LOCALE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
L’OMELIA DEL VESCOVO NEL PONTIFICALE DELL’ASSUNTA
AGENDA
del
VESCOVO
FINO
A DOMENICA 29
A Poschiavo, giornate di
ritiro con i diaconi permanenti.
DOMENICA 29
A Como, alle ore 18.00,
presso la chiesa di san
Giacomo, nell’ambito della manifestazione Parolario, approfondimento sulle Lettere di san Paolo.
LUNEDÌ 30
Al mattino, Consiglio episcopale; alle ore 17.30, in
sant’Abbondio, primi vespri e discorso alla città e
alla diocesi.
MARTEDÌ 31
A Como, dalle ore 10.00
alle ore 16.00, incontro
con il clero in Seminario
per l’inizio dell’anno pastorale; a Como, alle ore
17.00, in Cattedrale , pontificale per sant’Abbondio
MERCOLEDÌ 1
A Pietralba, giornata
interdiocesana per la salvaguardia del Creato.
GIOVEDÌ 2
A Brinzio, alle ore 20.30,
celebrazione della Santa
Messa
VENERDÌ 3
A Como, udienze e colloqui personali
L’impegno nelle relazioni e le radici della nostra gioia
I
l brano di Vangelo che abbiamo ascoltato in alcune delle
principali lingue, arrivando,
così, almeno nelle intenzioni, a parecchie centinaia di
milioni di uomini e di donne sparsi per il mondo, ci presenta una
scena sulla quale vorrei attirare
brevemente la vostra attenzione.
Una scena notissima, dal Vangelo di Luca, che ci racconta la
Visitazione di Maria a Elisabetta, sua parente. Questa scena è
avvolta in un grido di trionfo:
«d’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata». E questo trionfo non nasce dall’orgoglio, dalla supponenza, da una
vittoria totalmente umana, legata alle nostre forze, ma deriva,
questo canto trionfale, dalla scelta, gratuita, di Dio, comunicata
a una piccola creatura che la accoglie nell’obbedienza, in spirito
di servizio.
Il Magnificat – che noi tutti conosciamo a memoria, credo – è
davvero un canto trionfale, ma
immerso, questo canto, in un duplice contesto: quello di una relazione di aiuto impegnativa e
quello di una gioia profondamente motivata. Trasformerei queste
due riflessioni in due domande
che rivolgo a me stesso e a voi.
Quale impegno noi mettiamo
nelle relazioni di aiuto che viviamo? Fra marito e moglie… Con
il vicino di casa… Con un povero
che passa… Con i bambini da far
crescere… Quale impegno noi
mettiamo? Maria ha affrontato
decine e decine di chilometri a
piedi. E le ha fatte in fretta. Non
come turista, fermandosi qua e
là a godere del panorama. Perché
sapeva che la sua parente Elisabetta aveva bisogno. Anziana e
incinta: aveva bisogno. E, tanto
per quantificare la fatica – e non
penso di sbagliare di molto – è
come se noi andassimo da qui, a
piedi, a Tirano. Con la differenza
che da qui a Tirano il dislivello è
minimo. Mentre da Nazareth ad
Ain Karim ci sono oltre seicento
metri di dislivello… Quindi,
Foto William
andò, dice il Vangelo, di fretta
nella regione montuosa. È costato fatica, a Maria, celebrare la
sua relazione di aiuto con la sua
parente. Quale impegno mettiamo noi nelle relazioni che viviamo. Oppure viviamo le nostre
relazioni sempre e soltanto con
la preoccupazione che ci rendano? Magari con gli interessi? E
non semplicemente per espandere la nostra gioia e la nostra coscienza di uomini e di donne, assolutamente immeritevoli, scelti da Dio per il compimento dei
suoi progetti nella storia… Quale impegno mettiamo nei nostri
rapporti come coniugi, genitori,
vicini di casa, colleghi di lavoro,
parenti, amici… Quanto impegno
mettiamo? Quanta strada siamo
disposti a fare, anche quando è
in salita?
E l’altra domanda è: qual è il
motivo della nostra gioia? Queste due donne, entrambe incinte,
una anziana, l’altra giovane, si
incontrano nella gioia. E l’incontro suscita una gioia così profonda che anche il bambino, nel seno
di Elisabetta, sussulta. Non si
contiene. La madre lo sente muoversi nel suo corpo e capisce che
è un movimento di gioia. Quando ho udito le tue parole – dice
Elisabetta a Maria – ho sentito
il bambino che sussultava di gioia nel mio ventre. Allora, qual è
il motivo della nostra gioia? Ce
ne sono tanti. Anche il fatto di
essere un po’ in vacanza… O il
fatto che, grazie a Dio, abbiamo
un po’ di fresco che ci porta sollievo anziché la calura… Sono
tutte spiegazioni legittime che ci
fanno gioire… Ma qual è il motivo profondo della nostra gioia?
Perchè motivo profondo della gioia di Elisabetta è stato l’incontro
con la madre del Signore. Questo dovrebbe essere il motivo della gioia di questo momento che
stiamo celebrando qui, in questa
Cattedrale dedicata all’Assunta.
Ci stiamo incontrando con Madre del Signore. O meglio, la
Madre del Signore ci viene incontro e suscita dentro di noi, in
quello che noi possiamo generare di buono al mondo, una grande gioia. È così? Oppure stiamo
semplicemente assistendo alla
Messa (per di più quest’anno è
anche di domenica, quindi un impegno in meno… prendi uno, vale
due…).
Come sarebbe bello, invece, che
noi, qui, potessimo partecipare
dei motivi della gioia della
Visitazione. Sentirci visitati dalla madre di Dio. Sentire che lì c’è
la vittoria contro il male – ce l’ha
detto la Prima Lettura dal Libro
dell’Apocalisse. Lì c’è la vittoria
contro tutto ciò che è nemico. E
l’ultimo nemico a essere sconfitto sarà la morte. Quella morte
che tante volte turba i nostri sogni, deprime il nostro cuore, ci
rende fragili, incerti. Dice la
Scrittura: coloro che, per paura
della morte, erano schiavi per
tutta la vita, sono stati liberati
dall’incontro con il Signore. Questa è la nostra gioia!
Quando ci viene la tentazione di
lamentarci della nostra vita piatta o insoddisfacente, della nostra
vita deludente, proviamo a domandarci quanto abbiamo investito di fatica nelle relazioni di
amore che viviamo e dove abbiamo radicato il desiderio, almeno,
la speranza, della nostra gioia.
Concludo dicendo che quanto è
stato assunto in cielo, non è da
considerarsi come il puro e semplice materiale di un corpo umano… Ciò che è stato assunto in
cielo, vincendo la morte, e quindi
consacrato per l’eternità, è tutta
la vita pratica, di fatto, concreta,
di Maria. Attraverso il corpo di
Maria si è manifestata ed espressa la sua esperienza umana. La
sua obbedienza, che è stata detta da quella voce. La sua sollecitudine di aiuto, che è stata tradotta in quelle gambe che camminavano, in quel cuore che pulsava, in quelle mani che si apprestavano a servire. L’ascolto
della parola decisiva della sua
vita, che è passato attraverso
quelle orecchie, che è entrato in
quel cervello, che ha chiesto di capire, che ha emozionato questo
cuore. Ciò che è stato assunto è
la dedizione della sposa, il miracolo della maternità, la gioia del
suo servizio.
+ DIEGO COLETTI, vescovo
SABATO 4
A Nuova Olonio, mattino e pomeriggio, assemblea della vita consacrata.
A PIETRALBA MERCOLEDÌ 1 SETTEMBRE
GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO
SABATO 4
E DOMENICA 5
Visita pastorale a Parè e
Drezzo.
DALLA
Curia
NOMINE E
PROVVEDIMENTI
• don Francesco Donghi,
parroco di Cremenaga (Va);
• don Mariano Margnel li è nominato vice assistente dell’Unitalsi – sottosezione di Sondrio.
CONGRESSO
EUCARISTICO
La segreteria del Congresso eucaristico nazionale
ha predisposto uno stendardo da esporre in chiesa; chi
intende prenotarlo lo può fare entro il 30 settembre segnalando la richiesta e i
quantitativi alla segreteria
del Vicario Generale.
C
on settembre, terminato
il periodo delle ferie estive, si riprendono le consuete attività lavorative.
E nel mese in cui si riprende il consueto ritmo di lavoro la Chiesa Italiana celebra la
Giornata per la salvaguardia del
creato.
Da cinque anni, il primo giorno
di settembre viene indicato, dai
Vescovi a credenti e non creden-
ti, come il giorno da dedicare alla
riflessione sull’importanza fondamentale che il creato ha in funzione della vita umana e dell’intreccio che esiste tra natura e
umanità. Una obiezione sull’opportunità di celebrare al primo
settembre la giornata per la salvaguardia del creato si rifà al
fatto che sono terminate le ferie
e si sono riprese le attività lavorative. Sarebbe stato meglio fis-
sare la ricorrenza nel corso di uno
dei due mesi estivi in cui tradizionalmente si vive il periodo di
riposo. In tal caso ci sarebbe stata maggior possibilità di dedicare il dovuto tempo ad osservate
e godere delle bellezze del creato. L’obiezione sicuramente non
è da trascurare, ma lo scopo della giornata è quella di andare
oltre alla pura estiva osservazione estatica della natura. Lo scopo della giornata è di portare
dall’osservazione estatica della
natura vuole alla lode del Signore per il dono del creato. Tale lode
non deve però esaurirsi nell’ambito ristretto di un giorno estivo,
ma deve estendersi lungo tutto
l’arco dei dodici mesi. Dobbiamo
abituarci ad elevare al Creatore
una lode e un ringraziamento
perenne.
Il primo modo di ringraziare il
Creatore per il dono del creato è
farne un uso coretto a beneficio
di tutti gli uomini, di ogni uomo.
È questa la preoccupazione fondamentale che traspare dal messaggio pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana in occasione della quinta Giornata per
la salvaguardia del creato. “Custodire il creato, per coltivare la
pace”.
In sintesi. I Vescovi ci ricordano
che un uso egoistico delle risorse
del creato, non solo lo depauperano in maniera irreversibile, ma
creano tensioni anche tra le popolazioni e accrescono il divario
tra popoli ricchi e popoli poveri,
tra popoli sfruttatori e popoli
sfruttati. Nel fascicolo che accompagna il messaggio, i Vescovi
hanno voluto richiamare anche
l’importanza di ripensare gli stili di vita personali, che arriva fino
a toccare i contenuti delle nostre
confessioni: confessare il peccato di mancato rispetto del creato
in quanto non si è saputo apprezzare e vedere nel creato un segno forte, un dono offerto dall’amore di Dio per i suoi figli.
Come è ormai consuetudine da
qualche anno quattro Diocesi,
Como, Bolzano-Bressone, Trento
e Belluno insieme con la Parrocchia Evangelica di Bolzano e
quella Romeno-Ortodossa sempre di Bolzano si ritroveranno a
Pietralba per celebrare ecumenicamente la giornata del primo
settembre. Prima di arrivare a
Pietralba i partecipanti percorreranno a piedi un itinerario meditativo, che li porterà a riflettere
sul creato guidati dalla Parola di
Dio, e dai pensieri offerti dai rappresentanti delle diocesi e della
parrocchie presenti.
don GIUSEPPE CORTI
P A G I N A
8
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
L’INCONTRO DEL CLERO
A INIZIO ANNO PASTORALE
on la solennità del Patrono Sant’Abbondio
prende avvio, dopo il
tempo delle attività
estive, l’ultimo tratto
dell’anno pastorale, che si concluderà a novembre con la domenica di Cristo Re. Riproponendo la buona esperienza dello scorso anno, la mattinata e
il primo pomeriggio del 31 agosto – chiudendo con il solenne Pontificale in Cattedrale –
saranno un tempo prezioso
che il Vescovo con il suo presbiterio intendono dedicarsi.
C
In Seminario, come da programma allegato. Non un momento di verifica o di programmazione pastorale – per
le quali cose ci saranno in seguito gli appuntamenti fissati: l’Assemblea diocesana del
25 settembre e il 5 ottobre
l’incontro dei preti –, bensì un
momento del presbiterio e per
il presbiterio.
Don Ennio Apeciti, sacerdote
della diocesi di Milano, ci guiderà nella riflessione, commentando il testo di padre
Radcliffe Venite a me, voi che
siete oppressi. Una riflessione
acuta e pungente che il maestro generale dei domenicani
ha rivolto al clero della diocesi di Dublino dopo lo scalpore
suscitato dai ben noti casi di
pedofilia. Seguirà un momento di condivisione e scambio
divisi in gruppi, e poi, nel pomeriggio, l’illustrazione dei
diversi momenti formativi e
di aggiornamento per i presbiteri distribuiti lungo l’anno.
La meditazione di don Ennio,
infatti, potrà essere opportunamente ripresa e approfondita nel dialogo a livello di presbiterio vicariale. Serviranno
allo scopo le tre apposite schede, preparate da don Ennio in
scia alla sua riflessione, che
potranno essere utilizzate in
altrettanti incontri del presbiterio vicariale nei mesi di novembre, febbraio e maggio
2010-2011.
Nell’incontro del 31 verrà illustrato tutto il programma
2010-2011 di formazione per i
preti, che alternerà momenti
vicariali, interzonali (come i
due ritiri del tempo di Avvento e di Quaresima) e diocesani
(come i tre incontri classici di
aggiornamento).
Come si è a suo tempo discusso con i Vicari Foranei, l’intenzione è di fare del vicariato
(magari di dimensioni più piccole rispetto a quelle degli attuali vicariati) il vero perno
organizzativo della vita del
presbiterio: un discorso destinato ad essere ripreso.
AGENDA DIOCESANA
DATE IN CALENDARIO
DA AGOSTO A OTTOBRE
È pronta l’agenda diocesana ma ricordiamo alcune date
che è bene segnare in calendario per l’avvio del prossimo
anno pastorale. L’agenda diocesana sarà distribuita
in occasione dell’incontro del clero del 31 agosto
in Seminario a Como.
Copie dell’agenda possono essere ritirate o prenotate,
a partire dal mercoledì 1 settembre, presso Il Settimanale
(lunedì-venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00
e dalle ore 14.00 alle ore 18.00;
telefono 031-263533),
oppure presso l’Ufficio amministrativo della Curia
AGOSTO 2010
Lune dì 3 0
NELLA BASILICA DEL SANTO
Lunedì 30 agosto
• ore 17.30: celebrazione dei Primi Vespri, con discorso
del Vescovo alla Città e alla Diocesi
Accoglienza dei fedeli e preparazione a partire dalle
ore 17.00. I sacerdoti staranno in presbiterio con la veste
talare e la cotta (o col camice) e la stola bianca
Martedì 31 agosto (pellegrinaggi delle parrocchie)
• ore 8.00: San Rocco e San Bartolomeo – Santa Messa
• ore 9.00: San Giorgio e San Salvatore – Santa Messa
• ore 10.00: Sant’Agata – Santa Messa
• ore 11.00: Santissima Annunciata – Santa Messa
Domenica 5 settembre
Solennità ‘esterna’ (facoltativa) del Santo. «Se ne possono celebrare tutte le Messe cui partecipa il popolo» (Guida
pastorale 2009-2010, pag. 242). Nella basilica del Santo,
la Santa Messa delle ore 16.30 sarà celebrata in suffragio
di monsignor Teresio Ferraroni, nel terzo anniversario della morte (4 settembre). I sacerdoti che volessero
concelebrare, sono pregati di portare camice e stola verde.
IN CATTEDRALE
A Com o, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 (v ed i p rogra mma in questa p a gina ), in Se m inar io: Gior nata
pe r il Cle r o
Mar te dì 3 1
Sol ennità d i sa nt' Ab b ond io
mons. ANGELO RIVA
SOLENNITA DI SANT’ABBONDIO PATRONO
DELLA CITTA’ E DELLA DIOCESI
A C om o, a l l e or e 17 .3 0 , pre s s o l a b a s ilic a d i
Sant' A bbondio, celebra zione dei Pr im i Ve spr i in
o n o re d e l p a t ro n o d e l l a c i t t à e d e l l a d i o c e s i D isc or so de l Ve sc ovo alla c ittà e alla dioc e si
A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , Sole nne
Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego
SETTEMBRE 2010
Me r c ole dì 1
Gior na ta interd iocesa na
p er l a Sa l v a gua rd ia d el Crea to
Incontro a Ble tte r bac h-Pie tr alba
(diocesi di Bolza no-Bressa none)
Sabato 4
A N uova Olonio, dalle or e 9 .3 0 alle or e 16 .0 0 ,
Gior na ta p er l a Vita Consa cra ta
Sabato 11
A Com o, a lle or e 10 .0 0 , in Catte dr ale , Ord ina z ioni Dia cona l i
A Sondr io, a l l e or e 11.15 , S a nt a Me ssa sol e nne
presso la chiesa Colle giata, presieduta da l pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l
D om e nic a 19
A C om o, a l l e or e 2 0 . 3 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a
Messa solenne con il pa tria rca di Ger usa lemme,
Sua Bea titudine Foua d Twa l, con il Vescov o Diego
Mar te dì 2 1
Ele z ione de l Consiglio Pr e sbite r ale dioc e sano
nelle singole Z one
Sabato 2 5
A Tave r ne r io, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A sse m ble a dioc e sana con: Consiglio Pa stora le Dioc e sa no, S e gre t e ri e Vi t a Consa c ra t a , Vi c a ri Fora nei, Uffici di Pa stora le, Consulte
Martedì 31 agosto
• ore 17.00: Santa Messa Pontificale con il Vescovo
Per la concelebrazione portare camice e stola bianca. La
processione di ingresso partirà come di consueto dalla chiesa
di San Giacomo.
OTTOBRE 2010
A N uova Olonio, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 ,
A ggior nam e nto Unitar io de l Cle r o con:
MARTEDÌ 31 AGOSTO - IN SEMINARIO
INCONTRO PER IL CLERO
•
•
ore 10.00: Ora Media – meditazione del Vescovo;
lettura del testo di Timothy Radcliffe Venite a me, voi
che siete oppressi (disponibile sul sito Diocesano) - commentato da don Ennio Apeciti;
• lavori in gruppo;
• ore 13.00: pranzo;
• ore 14.30: lavoro su:
- agenda diocesana
- presentazione delle proposte formative per il clero
- proposta di esercizi spirituali
- pellegrinaggio presbiterale
- incontri di classe con il Vescovo
- programma della canonizzazione del Beato Guanella
- programma dell’Anno Innocenziano
• ore 17.00: pontificale di Sant’Abbondio in Cattedrale
(concelebrazione).
Mar te dì 5
Ve ne r dì 8
Festa d i sa n Fel ice
p rimo v escov o d el l a d iocesi d i Como
- l e t t ura de l doc ume nt o Ce i sul de c e nni o 2 0 1 0 2 0 2 0 (monsignor Diego Coletti);
- progra mma zione pa stora le dell'a nno 2 0 1 0 -2 0 1 1
(fino a Cristo Re);
- restituzione dell'Assemblea diocesa na del 2 5 settembre
Alle or e 2 0 .4 5 , incontro delle comunità a postolic he a Com o-Sa nt' A g a ta , M or be g no, Bor m io,
Me naggio, Olgiate Com asc o, Canonic a di Cuve glio:
- indizione dell'Anno Pa stora le
- presenta zione del Pia no Pa stora le 2 0 1 0 -2 0 1 3
P A G I N A
CHIESA
CHIESAINIT
ALIA
CHIESAINITALIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
9
LE PAROLE DEL PAPA INAUGURANO LA 31ª EDIZIONE
MEETING DI RIMINI: APRIRSI AGLI ALTRI
Mary McAleese che si è
soffermata su alcuni eventi
che hanno caratterizzato la
storia d’Irlanda per dimostrare che “la ricerca del dialogo,
della convivenza e del rispetto reciproco basati su una concezione dell’uomo centrata
sull’amore e non sull’odio possono vincere i conflitti e creare le condizioni per un miglioramento della vita delle persone quindi della nazione”.
Riferendosi alle crisi sociali ed
economiche degli ultimi anni
McAleese ha provato a tracciare l’identikit di un politico
cristiano: “Deve favorire il dialogo con chi la pensa diversamente senza aspettare che la
pensi come lui. Inoltre ogni
crisi, come quella finanziaria,
può sempre essere strumento per un cambiamento, umano prima che economico o finanziario: se seguiamo la legge dell’amore allora potremmo costruire un mondo migliore”.
«
gni uomo intuisce che proprio
nella realizzazione dei desideri più profondi del suo cuore può trovare
la possibilità di realizzarsi, di
compiersi, di diventare veramente se stesso”. E’ quanto si
legge in un messaggio di Benedetto XVI al Meeting per
l’amicizia fra i popoli, che si è
aperto il 22 agosto (fino al 28)
a Rimini sul tema “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”.
L’uomo “sa che non può rispondere da solo ai propri bisogni”, si legge nel messaggio
a firma del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone: “per
quanto si illuda di essere autosufficiente, egli sperimenta
che non può bastare a se stesso. Ha bisogno di aprirsi ad
altro, a qualcosa o a qualcuno, che possa donargli ciò che
O
gli manca. Deve, per così dire,
uscire da se stesso verso ciò
che sia in grado di colmare
l’ampiezza del suo desiderio”.
L’uomo “è spesso tentato di
fermarsi alle cose piccole, a
quelle che danno una soddisfazione ed un piacere ‘a buon
mercato’, a quelle che appagano per un momento, cose
tanto facili da ottenere, quanto ultimamente illusorie. Da
parte nostra dobbiamo purificare i nostri desideri e le nostre speranze per potere accogliere la dolcezza di Dio”.
Desiderare cose grandi.
Aprendo il Meeting il vescovo
di Rimini, mons. Francesco
Lambiasi, ha detto che “Dio è
padre, ma il suo cuore è anche quello di una madre”. Per
il presule “il nostro cuore è
pieno di una felicità straripante, capolavoro della sua arte
creatrice: il cuore è per natu-
ra fatto per desiderare cose
grandi, in esso è racchiusa la
nostalgia per una patria perduta”. Mons. Lambiasi ha sottolineato che la dimensione
più autentica dell’uomo è la
preghiera: “imparare a pregare è imparare a desiderare e
quindi a vivere”, ha affermato. In apertura della celebrazione il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, ha voluto ricordare don Giancarlo
Ugolini, sacerdote riminese
scomparso l’anno scorso, tra i
partecipanti al primo gruppo
che ha dato vita all’iniziativa.
“Una volta mi disse – ha detto Guarnieri - di ricordarci
sempre che il Meeting non è
nostro”.
Vincere i conflitti con
l’amore. Tra gli interventi
della prima giornata del Meeting quella della presidente
della Repubblica d’Irlanda
Al centro l’uomo. Il Meeting di questo anno dedica
ampio spazio alla ripresa economica che, ha affermato
Giorgio Vittadini, della Compagnia delle Opere, sarà possibile “solo tramite una svolta antropologica che rimetta
al centro l’uomo e il suo desiderio perché solo un desiderio non ridotto cambia anche
l’economia”. Per Vittadini “occorre ripensare a come fare
impresa perché questo Paese
continua comunque a stare in
piedi, perché la gente costruisce ogni giorno dal basso”: la
ripresa economica sarà, pertanto, possibile “solo tramite
una svolta antropologica che
rimetta al centro l’uomo”.
nifestazioni sportive, 346 i
relatori che interverranno
alla manifestazione. “Dopo il
successo di pubblico della scorsa edizione della manifestazione – commenta il direttore
del Meeting Sandro Ricci –
abbiamo investito risorse economiche per aumentare la
capienza dei contenitori degli
incontri”. “Sta assumendo un
rilievo fondamentale la crescita della dimensione internazionale del Meeting. L’abbiamo presentato quest’anno a
New York, Madrid e Budapest;
ad ottobre lo faremo a Il
Cairo”, ha aggiunto. Novità
dell’anno nei Padiglioni del
Meeting il Tg-Meeting, tutte
le sere alle 19,30, dedicato a
quanto accadrà in questi giorni in Fiera. Sarà il primo telegiornale in Italia ad essere
prodotto in Hd. Il Tg si affianca al “Quotidiano Meeting”,
giunto al ventesimo anno di
vita. Alla realizzazione del
Meeting un ruolo significativo è quello dei volontari: 3.142
(un centinaio in più rispetto
allo scorso anno), provenienti
da ogni parte d’Italia e anche
dall’estero, che impegneranno gratuitamente energie,
competenze ed anche ferie per
consentire lo svolgimento della manifestazione.
Un Tg del Meeting. A questa edizione del Meeting un
menu ampio e differenziato di
temi, ospiti e dibattiti: 135 gli
incontri proposti, 19 gli spettacoli, 8 le mostre, 16 le ma-
BENEDETTO XVI
Maria, da semplice fanciulla di Nazaret a regina del mondo
«
O
tto giorni dopo la
solennità della
sua Assunzione
al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di ‘Regina’”. È’
quanto ha ricordato Benedetto XVI, domenica 23 agosto,
affacciandosi al balcone del
Cortile interno del Palazzo
apostolico di Castel Gandolfo
per recitare l’Angelus insieme
con i fedeli e i pellegrini presenti e chiedere l’intercessione di Maria per il dono della
pace nel mondo.
GLI ULTIMI
SARANNO I PRIMI
“Vi sono ultimi che saranno
primi, e vi sono primi che saranno ultimi” e “la Madonna
è l’esempio perfetto di tale
verità evangelica, che cioè Dio
abbassa i superbi e i potenti
di questo mondo e innalza gli
umili”, ha sottolineato Benedetto XVI, che ha aggiunto:
“La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo
Figlio, cioè associata alla sua
regalità universale, così come
la raffigurano numerosi mosaici e dipinti”. “La piccola e
semplice fanciulla di Nazaret
– ha proseguito il Santo Padre - è diventata la Regina del
mondo! Questa è una delle
meraviglie che rivelano il cuore di Dio”. Naturalmente, ha
precisato il Pontefice, “la
regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo:
Egli è il Signore, che, dopo
l’umiliazione della morte di
croce, il Padre ha esaltato al
di sopra di ogni creatura nei
cieli, sulla terra e sotto terra”. Per “un disegno di grazia”,
ha evidenziato Benedetto XVI,
“la Madre Immacolata è stata
pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua incarnazione; alla sua vita terrena,
dapprima nascosta a Nazaret
e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua passione e morte; e infine alla gloria della risurrezione e ascensione al Cielo”.
“NO” ALL’ASSURDA
LOGICA DELLA
VIOLENZA
“La Madre – ha chiarito il
Papa - ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per
l’opera dello Spirito Santo in
lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che
tutta la sua esistenza, povera
e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando
attraverso la ‘porta stretta’
che è Gesù stesso”. “Sì – ha
sostenuto il Santo Padre -,
Maria è la prima che è passata attraverso la ‘via’ aperta da
Cristo per entrare nel Regno
di Dio, una via accessibile agli
umili, a quanti si fidano della
Parola di Dio e si impegnano
a metterla in pratica”. Nella
storia delle città e dei popoli
evangelizzati dal messaggio
cristiano, ha rammentato il
Pontefice, “sono innumerevoli
le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla
regalità della Vergine Maria.
Ma oggi vogliamo soprattutto
rinnovare, come figli della
Chiesa, la nostra devozione a
Colei che Gesù ci ha lasciato
quale Madre e Regina”. Perciò, Benedetto XV ha affidato
“alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace,
specialmente là dove più
infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli
uomini si persuadano che in
questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà
dell’amore”. “Maria, Regina
pacis, ora pro nobis!”, è stata
l’invocazione del Papa.
SAPER ACCOGLIERE LE
LEGITTIME DIVERSITÀ
Dopo l’Angelus, come di consueto, il Santo Padre ha rivolto saluti in varie lingue. “Tutti gli uomini sono chiamati
alla salvezza”, ha affermato
Benedetto XVI, nei saluti ai
pellegrini francesi. La chiamata universale alla salvezza rappresenta anche “un invito a
saper accogliere le legittime
diversità umane”, seguendo
Gesù “venuto a riunire gli
uomini di tutte le nazioni”.
Sempre in francese, il Papa
ha invitato i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale ed ha pregato la Vergine affinché accompagni i ragazzi al rientro a
scuola che si avvicina. “Quando ci viene una sensazione di
smarrimento, di incertezza e
di fragilità dell’esistenza terrena – ha detto il Santo Padre, rivolgendosi ai pellegrini
in lingua polacca – in Cristo
ritroviamo il senso del nostro
cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la pienezza della vita nella risurrezione. Ci accompagni sempre
questa consapevolezza”. In italiano il Pontefice ha salutato
“in particolare i seminaristi
del seminario vescovile minore di Verona, il gruppo di Legionari di Cristo provenienti
da vari Paesi, i giovani di Stra
che vivono un’esperienza di
servizio con la Caritas di
Roma, i fedeli di Catania e
quelli della parrocchia romana di Santa Margherita Maria
Alacoque, come pure l’orchestra giovanile ‘Fuoritempo’ di
Trento”.
P A G I N A
10
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
DA SAPERE
S. Abbondio,
misterioso
mausoleo
di tanti vescovi
N
ell’annuale puntata, in occasione della festa
del patrono, per
illustrare aspetti storici o artistici della
basilica (o del culto di S.
Abbondio, o di altre tradizioni connesse), si propone quest’anno la presentazione delle “tombe”
dei vescovi antichi e moderni ivi presenti, con revisione e aggiornamento
di alcune problematiche
in parte già trattate altre
volte. È abbastanza intrigante la questione relativa alla sepoltura del santo patrono Abbondio, e
con lui di circa una ventina dei suoi successori, che
la Chiesa comense per
tradizione venera come
santi. Intrigante perché,
se di alcuni di essi si sono
riconosciute con certezza
o con alta probabilità le
reliquie, attorno ad altri
è ancora diffuso un alone
di mistero.
GLI SPAZI
ORIGINARI
Per la comprensione di
quanto si andrà ad esporre, va premesso che gli
spazi ora interni alla basilica, fino al secolo XI erano diversamente strutturati: l’area delle navate e dell’attuale coro fino
all’altezza dell’altare
maggiore era occupata
dalla basilica dei Santi
Apostoli Pietro e Paolo del
V secolo; mentre l’area
oltre l’altezza dell’altare,
ora inglobata nel coro, era
“esterna” alla primitiva
“basilica Apostolorum”.
Proprio lì, all’esterno,
dove c’è l’abside attuale,
forse era situato il “mausoleo” (da intendere come
un sacello o cappella funebre) in cui furono sepolti S. Abbondio e i suoi immediati successori; mentre lo spazio tra le due
strutture era pure area
cimiteriale probabilmente recintata, dove furono
collocate le arche sepolcrali di altri antichi vescovi, che in tempi diversi
furono “ammonticchiate”.
Ma su questo punto si tornerà a ragionare meglio
più avanti. Le spoglie di
cinque di questi vescovi
erano già poste in venerazione (ed alcune lo sono
tuttora) in altari a loro
dedicati all’interno dell’attuale basilica, costruita nel secolo XI.
Sono circa venti i presuli, antichi
“santi”, che ebbero sepoltura presso
la basilica del patrono. Oggi vi
si vedono e venerano le reliquie
di cinque, poste sotto gli altari.
Altre sono state traslate altrove; altre
ancora, non identificate, sono sepolte
nei sotterranei.
In base agli atti d’archivio si propone
una lettura ragionata complessiva
delle vicissitudini storiche della
basilica e delle reliquie dei santi
in essa venerate
pagine a cura di MARIO MASCETTI
QUALI VESCOVI
SI VENERANO
IN S. ABBONDIO?
Partiamo dalle certezze
intorno ai cinque santi
vescovi, come appaiono
descritte negli atti della
visita di mons. Ninguarda
redatti nel 1593. Vi si legge che le reliquie dei santi Rubiano e Adalberto,
rispettivamente quattordicesimo e quindicesimo
vescovo di Como, erano
poste in una piccola urna
marmorea sotto un altare collocato nella tribuna,
dove ora c’è l’organo.
Quell’altare era stato rimosso in occasione dei lavori di ristrutturazione
ordinati dal cardinal
Tolomeo Gallio, abate
commendatario, nel 1586
e proseguiti per alcuni
anni. Il primo luglio
1590, nel corso di una
grandiosa processione, il
vescovo Ninguarda trasferì tali reliquie e le lasciò metà in Duomo e
metà in S. Giovanni in
Pedemonte (queste sono
ora conservate in vescovado).
Nella stessa occasione
le reliquie di S. Amanzio,
predecessore del santo
patrono e fondatore della
basilica degli Apostoli
(perciò il primo vescovo
qui sepolto), che pure aveva un altare dedicato, furono portate e lasciate
nella “Chiesa del Gesù”,
allora di fresca costruzione e a lui intitolata, dove
tuttora si trovano con la
sistemazione data dal vescovo Macchi nel 1933,
anno santo della Redenzione. L’urna di marmo in
cui le aveva poste mons.
Ninguarda è invece conservata in S. Fedele.
Le reliquie di altri due
santi vescovi del sesto secolo, Eusebio ed Eupilio,
settimo e nono nell’ordi-
ne di successione, furono
riposte da mons. Ninguarda sotto l’altare a
loro dedicato nella navata settentrionale. Ora si
vedono, così come sono
state risistemate da
mons. Macchi nel 1933:
quelle di S. Eupilio sotto
l’altare rifatto nella stessa navata, quelle di S.
Eusebio in quella meridionale.
LA SCOPERTA
DELLA TOMBA
DI S. ABBONDIO
Altra certezza è quella
relativa alle reliquie del
patrono S. Abbondio. Il
suo avello sepolcrale fu
scoperto l’8 gennaio 1587
durante i lavori di riassetto, sotto il pavimento,
dopo la demolizione dell’altare addossato al muro
dell’abside (perciò quello
consacrato da papa Urbano II), dove ora c’è la cattedra vescovile. A certificare l’identità del corpo
del patrono, sopra la copertura dell’avello era
posata una lastra di marmo con incisa l’iscrizione
dentro una croce: HIC
REQUIESCIT sul braccio
della croce, ABUNDIUS
EPISCOPUS sull’asta.
Il giorno dopo, scavando più in profondità intorno all’avello di S. Abbondio, emersero altre due
arche, che - per induzione logica - si ipotizzò di
identificare come quelle
dei suoi immediati successori, di cui si celebrava congiuntamente la festa: Console alla destra ed
Esuperanzio alla sinistra.
Le reliquie dei tre santi
vescovi nel 1590 furono
deposte nel nuovo altare
fatto erigere dal cardinale Gallio, consacrato da
mons. Niguarda il 7 giugno 1592; altare che sostituì l’esistente già dedica-
L’altare maggiore con sotto le reliquie dei santi Abbondio, Console ed Esuperanzio
come deposte dal vescovo Alessandro Macchi nel 1933. Le ossa dei santi vescovi si
vedono nelle teche di cristallo sotto i simulacri
to a S. Abbondio (che stava davanti a quello consacrato dal papa, perché
per rispetto non si era più
osato celebrarvi). Così si
deduce dalla relazione
che ne fece nel 1587 Alessandro Lucini, già vicario
generale del vescovo Volpi, nonché dalla descrizione contenuta negli atti
della visita Ninguarda
redatti nel 1593. Vanno
lette ambedue “incrociando i dati” per evitare ambiguità interpretative.
Dato essenziale e discriminante da tenere in
considerazione è che il
nuovo unico altare maggiore (in sostituzione dei
due antichi) era ancora
nella parte alta del coro.
Fu fatto demolire nel
1645 dal vescovo Carafino (1626-1665), che per
fare memoria lasciò lassù,
in un loculo sotto il pavimento, una tibia di S.
Abbondio, orientata verso
il nuovo altare da lui fatto erigere sul luogo dell’attuale. La reliquia - scoperta nel 1936 dall’ing.
Giussani, che non conoCONTINUA A PAG. 11
Un sottosuolo
da rivisitare e santi
da riconoscere
Rilievi della pianta della basilica degli Apostoli (in grigio) rispetto all’attuale basilica di S. Abbondio
(in nero) fatta da Arrigo Boito sugli scavi di Serafino Balestra dopo
il 1860. Vi sono qui sovrascritti:
A. Posizione degli avelli sepolcrali
di S. Abbondio e dei santi Console
ed Esuperanzio al momento del ritrovamento (8-9 gennaio 1587) secondo gli atti dell’epoca.
B. Luogo dell’assemblamento delle arche di altri 10 vescovi lasciate
dal card. Gallio in una cella sotto il
nuovo altare da lui eretto, qui posizionato in base alla relazione sui
ritrovamenti, riportata negli atti di
mons. Ninguarda, che consacrò tale
altare il 7 giugno 1592, e in base
agli atti della traslazione delle reliquie nel nuovo altare voluto da
mons. Carafino nel 1645.
C. Posizione delle arche visibili
nel sotterraneo fuori l’abside della
basilica degli Apostoli, in luogo scavato da Serafino Balestra, che non
indagò sotto la parte alta del coro.
Sono state viste anche dal card.
Ratzinger (ora papa Benedetto
XVI) nel 1997. Nel 2009 S.E. mons.
Paolo De Nicolò, prefetto reggente
della Casa pontificia, ha fatto notare per la prima volta che esse
sono orientate non verso l’interno
della basilica, ma verso l’abside,
dove si trovava la tomba di S. Abbondio. Questo particolare potrebbe dare
forza all’ipotesi che il sepolcro originario del patrono fosse all’esterno della
basilica degli Apostoli e che il coro attuale sia stato costruito così profondo per
comprenderlo nella nuova basilica. Ma forse il tutto è il risultato della
traslazione delle sepolture degli antichi vescovi dalla basilica degli Apostoli
demolita e della susseguente sistemazione sotto il coro attuale nel secolo XI.
Per ricostruire la verità è necessaria un’indagine archeologica.
Nella navata centrale la sequenza dei vescovi sepolti negli ultimi due secoli.
CRONACA
P A G I N A
11
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
Il card. Angelo Maria Durini
I vescovi
sepolti
nella corsia
centrale
della Basilica
L
a corsia centrale della basilica di S. Abbondio presenta in successione
sette lapidi sepolcrali di sei vescovi e di un cardinale. Ma di chi si tratta? Partendo dal coro, la prima che si incontra è quella del vescovo
mons. Giambattista Castelnuovo, nativo di Cesana Brianza, che resse
la diocesi per un decennio dal 1821 al 1831.
Segue uno spazio vuoto, dopo il quale si incontra la tomba del cardinale
Angelo Maria Durini. Si dice che una ricognizione avrebbe
rivelato un sepolcro vuoto, ma l’iscrizione latina sulla lapide con lo stemma cardinalizio dice chiaramente che “qui
lasciò le sue spoglie / Angelo Maria Durini / di nobiltà
patrizia milanese / cardinale di Santa Romana Chiesa / di
questa perinsigne basilica di S. Abbondio / ultimo abate
commendatario”. Si sa, invece, che il suo cuore, fu espiantato
e deposto nella chiesa di S. Eufemia a Milano. Nato a Monza
il 24 maggio 1725 da famiglia originaria di Moltrasio, cardinale dal 1776, fu nunzio apostolico a Praga. Morì nella
sua villa del Balbianello il 28 aprile 1796, a quasi 71 anni,
si racconta per lo sforzo compiuto nel sollevare un forziere
pieno di oggetti preziosi, mentre si accingeva a lasciare la
Lombardia prima dell’arrivo dei rivoluzionari francesi.
La lapide successiva in marmi policromi copre la tomba
del vescovo Pietro Carsana, nativo della diocesi di Bergamo,
che governò la diocesi di Como dal 1871 al 1887.
Ecco poi il sepolcro di mons. Carlo Romanò, nato a Cantù
nel 1789, già prevosto di Mariano Comense e S. Stefano a
Milano, vescovo dal 1834 al 1855. A lui si deve l’acquisto
nel 1834 del chiostro dell’antica abbazia di S. Abbondio e
la ristrutturazione (progettata dall’arch. Giuseppe Tazzini)
sepolcrale
per destinarlo a Liceo-Ginnasio del Seminario diocesano. Lapide
del card. Durini
Con questo contribuì a rivitalizzare la basilica, che dopo il
sceva l’intervento di
mons. Carafino descritto
in un atto notarile presso
l’Archivio di Stato, fondamentale per ricostruire
correttamente le vicende
di cui si tratta - lo indusse a ravvisare lassù la posizione dell’antico altare
già dedicato ai Santi Pietro e Paolo e vi posò l’iscrizione tuttora inserita nel
pavimento, senza dubbio
erronea.
LE TRASLAZIONI
DELLE RELIQUIE
L’intento dichiarato di
mons. Carafino nel volere nel 1645 un nuovo altare maggiore (che prima
di morire desiderò consacrare nel 1663) era quello di trasferirvi le reliquie
dei santi Abbondio, Console ed Esuperanzio, affinché i fedeli potessero
vedere da vicino il sepolcro del patrono. Esso, infatti, restava del tutto
nascosto, da quando il
coro era stato diviso dalla navata centrale mediante un muro, per essere riservato alle monache
di S. Tomaso di Civiglio,
già in Borgo Vico, alle
quali nel 1618 l’abate
Marco Gallio (commendatario dopo lo zio cardinale) aveva ceduto il monastero di S. Abbondio. Il
muro divisorio fu fatto
spostare dal vescovo dietro il nuovo altare. Esso
era quello in marmo nero
fatto asportare nel 1933
da mons. Macchi, per posare l’attuale. È ricollocato nella cappella laterale settentrionale della
basilica del Crocifisso. Si
pensava erroneamente (e
c’è chi lo sostiene tuttora)
che fosse l’altare del Gallio.
Pertanto, i luoghi “documentati” della deposizione delle reliquie di S.
Abbondio nei secoli più
lontani sono tre: il sottosuolo all’estremità dell’abside attuale (dal 1095
o dalle origini?); l’altare
del Gallio nella parte alta
del coro (dal 1590); l’altare del Carafino (dal 1645).
Infine l’attuale sistemazione fatta nel 1933 sotto
l’altare attuale, nella medesima posizione.
L’ipotesi già accennata
che la prima collocazione
potesse essere in un
sacello-mausoleo esterno
alla basilica degli Apostoli è suggerita dal fatto che
i tre avelli dei vescovi
Abbondio, Console ed Esuperanzio - dice la relazione sul ritrovamento erano cinti da un “muro
sotterraneo” semicircolare sul retro, diritto sul
davanti. Si tratta del
muro dell’abside attuale
(cui non sembra calzare la
descrizione come “sotterraneo”) o di uno più interno, di una possibile struttura del V secolo ancora
da riconoscere?
Ipotesi alternativa è
che la sistemazione sotto
il coro attuale di tutti gli
avelli sepolcrali dei santi
vescovi (compresa quella
del patrono) sia stata operazione fatta nel secolo XI
dai monaci benedettini,
che li avrebbero trasferiti dalla “basilica Apostolorum” da loro demolita
nel luogo più onorifico e
confacente alla dignità
vescovile, il coro appunto,
della nuova basilica. Ma
viene pure da chiedersi:
c’era bisogno di un coro di
così anomala profondità,
se non era per recingere
una struttura paleocristiana degna di conservazione, perché conteneva la
tomba originaria del patrono? Per “capire” bisognerebbe fare un’indagine archeologica, magari
preceduta da un’ “ecografia” del sottosuolo con
georadar.
IPOTESI
DA VERIFICARE
E MISTERI
DA SVELARE
L’opportunità di un’indagine archeologica è stata suggerita anche dal
Mons. Carlo Romanò,
fondatore del Seminario
di S. Abbondio
Mons.
Felice
Bonomini,
fondatore
del nuovo
Seminario
a Muggiò
1796 era stata pressoché abbandonata e
non era stata ridotta ad uso profano solo
perché era la chiesa del patrono, qualificata come sussidiaria della parrocchiale
dell’Annunciata o del SS. Crocifisso.
Proseguendo verso l’uscita ecco la tomba di mons. Giuseppe Marzorati (18581865), nativo di Milano, il vescovo del tempo di Garibaldi, che ebbe varie occasioni
di incontrarsi con l’”eroe dei due mondi”.
È questa la serie dei vescovi morti in diocesi e tumulati nella basilica del patrono
nel corso dell’Ottocento.
Le
ultime
due
sepolture di vescovi
diocesani sono quelle di
mons. Felice Bonomini
(1948-1974) che a S.
Abbondio frequentemente si soffermava in preghiera e per celebrazioni
in occasione delle sue visite al seminario (fino al 1965) oltre che per presiedervi la
funzione dei vespri nella festa patronale; quindi di mons.
Teresio Ferraroni (1974-1989) morto a quasi 94 anni nel
settembre 2007.
All’osservatore attento non sfuggirà un’altra sepoltura davanti all’altare della Madonna (e di S. Eusebio). Non è di un
vescovo, bensì di mons. Giambattista Rapella, nato a
Morbegno nel 1870, personaggio “mitico” tra il clero del suo
tempo. Dal 1895 al 1906 fu rettore del Seminario di S. Carlo
a Domaso (poi chiuso), quindi professore in Seminario Maggiore fino al 1911, quando fu nominato rettore del Seminario Minore di S. Abbondio, che resse fino alla morte avvenuta
nel 1944. Gli è stata concessa la sepoltura privilegiata (prevista di norma solamente per i vescovi diocesani) in basilica.
Arche sepolcrali antiche trovate con gli scavi
ottocenteschi dietro l’abside della basilica
del V secolo (muro a destra)
vescovo mons. Paolo De
Nicolò, prefetto reggente
della Casa pontificia, in
visita lo scorso anno alla
basilica, il quale - da esperto archeologo - con un
colpo d’occhio ha notato
per la prima volta che le
arche sepolcrali giacenti
nel sotterraneo appena
fuori dell’abside dei Santi Pietro e Paolo, sono rivolte verso l’abside attuale e non verso la basilica
paleocristiana: segno che
il punto più importante,
ossia la tomba di S. Abbondio, doveva essere effettivamente là. Ora, il
problema è di capire se
fosse là (punto A nella
piantina) dalle origini, o
se vi sia stata traslata,
come si è detto, nel secolo
XI, con “al seguito” il
gruppo dei vescovi “santi” più vicini (B), e gli altri un po’ più lontani (C).
Anche intorno a questi,
infatti, restano misteri da
indagare. Quali corpi contengono le arche C? E
quali giacciono nelle arche B, che devono pur esistere lassù, perché mons.
Ninguarda le dice trovate e lasciate proprio sotto
l’altare (quello del Gallio
nella parte alta del coro)
da lui consacrato? Nel secolo XIX il canonico Balestra non estese fin qui gli
scavi, pertanto nessuno
più ne ha fatto ricognizione. Lo stesso vescovo
Ninguarda enuncia la sua
ipotesi. Sarebbero le
sepolture, di cui non si ha
altra notizia, degli altri
dieci vescovi venerati
come santi, che nell’ordine di successione furono:
Flaviano I, Prospero, Giovanni I, Martiniano, Vittorino, Giovanni II e III,
Ottaviano, Benedetto e
Flaviano II. Ressero la
diocesi dalla seconda
metà del secolo VI al primo decennio circa del secolo VIII.
La lapide sepolcrale originaria trovata nella basilica del patrono svela
che anche l’ottavo vescovo, S. Eutichio, era stato
sepolto in S. Abbondio; ma
già in età medievale fu
traslato a S. Giorgio in
Borgo Vico.
Quanti segreti ci sono
ancora nel “ventre” della
basilica di S. Abbondio,
come del resto in tutto il
comparto del chiostro e
nell’area dei pertinenza.
Il desiderio di verità dovrebbe stimolare la ricerca, senza l’ansia o la paura di dover eventualmente rivedere quanto finora
si è dato per acquisito e
tradizionalmente accettato, in gran parte acriticamente.
CRONACA
P A G I N A
Como
12
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
WWW.SANTABBONDIO.EU
S.Abbondio web per i mille
anni della basilica
Un sito realizzato
dal Centro Studi
“Nicolò Rusca” per
ripercorrerne le vicende
storiche e artistiche
I
n occasione del millenario di
fondazione di un monastero
benedettino presso la basilica
di Sant’Abbondio, il Centro
studi «Nicolò Rusca» ha
realizzato il sito Sant’Abbondio
1010-2010 (www.santabbondio. eu)
per ripercorrere sinteticamente le
vicende storiche e artistiche di quello che costituisce uno dei luoghi più
ricchi di «memoria» e di «memorie»
della città e della diocesi di Como.
Attraverso profili redatti tenendo conto delle più recenti acquisizioni della ricerca, il sito rievoca le
varie fasi della storia del complesso - la basilica paleocristiana e il
suo rifacimento romanico, l’insediamento di monaci benedettini e, nel
Seicento, di monache agostiniane,
l’età della commenda, la destinazione a Seminario minore - mentre
una guida essenziale introduce alla
visita della basilica e del chiostro,
restituito alla comunità cittadina
da recenti interventi di riqualificazione.
Questi materiali saranno presto
integrati dall’edizione dei documenti duecenteschi provenienti dall’antico archivio del monastero: per confermare ipotesi di ricerca, confutare tesi consolidate e, soprattutto,
sollecitare nuove curiosità.
OTTOBRE A LOURDES
CON L’UNITALSI
Centro donatori
del Tempo:
promemoria
per la ripresa
I
La sottosezione dell’Unitalsi di
Como comunica che sono aperte le
iscrizioni per l’annuale pellegrinaggio a Lourdes che si svolgerà in ottobre dal 9 al 15 in treno.
In modo particolare il pellegrinaggio è aperto alle persone in difficoltà fisiche: disabili, anziani che saranno accompagnati dai volontari dell’associazione.
Per informazioni la sede dell’
Unitalsi in via Rodari 1 è aperta il
martedì dalle 14 alle 16, il giovedì
dalle 14 alle 18, e il sabato dalle 15
alle 17 telefono 031-304430 oppure
346- 6345474.
l Centro Donatori del Tempo anticipa qualche data di
pro-memoria in vista della ripresa delle attività del
C.D.T. dopo le vacanze estive 2010. Si ricorda che fino
a fine agosto la sede di piazza Mazzini è aperta solo al
giovedì ore 16.30/18.30, ma resta sempre attiva la segreteria telefonica per le informazioni e per registrare
eventuali vostre domande, che verranno evase al giovedì
seguente.
Da segnare in agenda:
la Giornata Mondiale Alzheimer si celebra ogni anno il
21 settembre, ma, per facilitare i familiari che lavorano,
il Centro la organizza sempre di Sabato, perciò:
sabato 18 settembre, dalle15 alle 19, la sede di piazza Mazzini, 9 a Como è aperta per dare informazioni,
documentazioni e consigli utili sulla malattia di Alzheimer, e sempre nello stesso giorno dalle ore 15 alle 19,
presso il centro diurno comunale di via Volta, 83 a Como, la psicologa dottoressa Luciana Quaia e l’avvocato
Anna Cardinali, solo previo appuntamento, sono a disposizione dei familiari per consulenze di carattere psicologico e legale.
Per gli appuntamenti e per ulteriori informazioni tel.e fax 031-270231, e-mail: [email protected].
Lunedì 4 ottobre dalle ore 15 alle 17, riprende il “Caffè del Lunedi” , pomeriggio di animazione per i malati
di Alzheimer e di incontro per i loro familiari , nel bellissimo salone a lago, ospiti presso la sede dello Yacht Club
di Como.
Mercoledì 6 ottobre dalle ore 17 alle 19 riprende il “ Filo diretto “, consulenza psicologica telefonica a disposizione dei familiari di malati di Alzheimer, ogni 1° e 3° mercoledì del mese (da ottobre a giugno): al numero
031-270231 risponde direttamente la psicologa dottoressa Luciana Quaia.
Venerdì 8 ottobre dalle ore 15 alle 17 riprende il “ Venerdì-insieme”, pomeriggio di animazione per i malati di
Alzheimer presso il C.D. Comunale di via Volta, 83 a Como.
CRONACA
P A G I N A
Como
13
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
I DATI DEL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR
Economia: Como
segna il passo
in Lombardia
L
NUOVE
ASSUNZIONI:
COMO PENULTIMA
In provincia di Como le
imprese che hanno previsto assunzioni nel corso
del 2010 sono il 12,9%%
sul totale delle intervistate, ma il dato è molto variabile in base alla dimensione d’impresa e cresce
al crescere della stessa,
passando dal 7% per le
imprese di piccole dimensioni (fino a 9 dipendenti), al 23% delle medie (da
10 a 49 dipendenti) e raggiungendo il 72% per le
aziende con oltre 50 addetti.
Dal confronto con gli
altri livelli territoriali le
imprese della provincia di
Como appaiono più debo-
Numeri non
rassicuranti
dal rapporto
di Unioncamere,
Ministero
del Lavoro e
Unione Europea.
Penultima
sul fronte delle
nuove assunzioni
e del saldo
negativo tra
entrate e uscite
li: in Lombardia la percentuale di aziende che
ha previsto di effettuare
assunzioni nel 2010 oltrepassa il 15% ed il dato
nazionale supera il 18%.
La conferma di come il
territorio comasco stia
ancora risentendo notevolmente della crisi economica viene dai confronti con le altre province
lombarde. Como occupa,
infatti, il penultimo posto,
tra le imprese che hanno
previsto assunzioni, seguito solo da Monza e
Brianza. Ottimo il risultato di Sondrio, dove oltre
un quarto delle imprese
intervistate hanno previsto di assumere personale nel corso dell’anno.
Va detto anche che la
percentuale di imprese
che hanno previsto assunzioni nel comasco ha subito un consistente calo
nel corso dell’ultimo
quadriennio: si partiva da
una quota di 23,3% del
2007, seguita da una lieve crescita nel 2008 e poi
da una brusca discesa,
fino ad arrivare al 12,9%
del 2010.
Delle imprese comasche che hanno dichiarato
l’intenzione di voler assumere personale, la metà
lo fa per sostituire dipendenti indisponibili, ma è
confortante constatare
che il 25% delle aziende
indica che il motivo delle
nuove assunzioni è la domanda in crescita o in ripresa. Coloro che non assumono, nella maggioranza dei casi (67%) è perché
ritengono adeguato l’attuale organico dell’azienda.
Nel 2009 per le imprese comasche il principale
canale per la selezione del
personale sono state le
banche dati aziendali
(24%), seguite a breve distanza dalla conoscenza
diretta (23%); le segnalazioni da conoscenti mantengono un ruolo importante con il 19%, mentre
le società di selezione del
personale, le associazioni
di categoria e internet restano fanalino di coda con
il 4%.
ENTRATE E USCITE
SALDO NEGATIVO
Con specifico riferimento ai movimenti occupazionali previsti dalle imprese comasche per il
2010 al momento dell’indagine erano previste,
come detto, complessivamente 5550 nuove assunzioni, a fronte, però, di
8090 uscite, con un saldo
negativo di 2540 unità.
Tutte le province lombarde mostrano un saldo
negativo con valori abbastanza omogenei, racchiusi in una forbice che non
raggiunge il punto per-
centuale, da -1,2% di Milano a -2,1% di Lodi.
Dal confronto provinciale emerge di nuovo la
problematica situazione
di Como (-2%), che occupa la penultima posizione con Varese, Monza e
Pavia, precedendo Lodi di
un decimo di punto percentuale.
I nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro
riguardano, in massima
parte, il comparto dei servizi, e tra questi in particolare il settore turistico
e della ristorazione. I settori invece in difficoltà,
come mostrato anche dall’analisi congiunturale
del I trimestre, sono quelli della fabbricazione di
macchinari e di prodotti
in metallo e delle costruzioni.
Riguardo alla dimensione, sono le imprese più
piccole a soffrire maggiormente della congiuntura
sfavorevole, con un saldo
dei tassi di entrata e uscita negativo del 3%.
Quasi un terzo delle
nuove assunzioni a carat-
tere non stagionale (1.790
posti) riguarderà impieghi a tempo indeterminato mentre i contratti a
tempo determinato (1.530
posti), che le imprese dichiarano di utilizzare soprattutto per far fronte a
picchi di attività, vengono sempre più utilizzati
come contratto prova al
fine di testare il personale.
Il settore turismo e
ristorazione impiegherà
la maggior parte dei contratti stagionali che riguarderanno oltre 1.600
assunzioni.
Poco consistente il ricorso al nuovo apprendistato e al contratto di inserimento (rispettivamente 6,8% e 1,2% del
totale dei contratti previsti).
In leggera flessione rispetto allo scorso anno il
ricorso al part-time che si
attesta attorno al 20%.
Le assunzioni non stagionali previste per l’anno 2010 in provincia di
Como sono 3.930, il 70%
sul totale, di cui 1.400
NUOVI SPAZI AL PRIMO PIANO
Biblioteca: novità per la mediateca
L
o scorso lunedì 23
agosto la biblioteca comunale di
Como ha ufficialmente riaperto al
pubblico. La pausa estiva
ha rappresentato l’occasione per effettuare alcuni lavori di sistemazione
e rinnovamento, mettendo a punto, in special
modo il servizio della
mediateca. La piccola
mediateca è stata, infatti, riallestita nella grande e luminosa sala a scaffale aperto al primo piano. Libri di narrativa
condividono ora uno spazio adeguato con film e
documentari. In questo
nuovo spazio sono state
anche collocate due
postazioni per la consultazione in sede di film e
del catalogo dei Dvd.
Parte del materiale di
consultazione e la narrativa straniera in lingua
originale è stata ricolloca-
ta, sempre a scaffale aperto, nell’adiacente sala antica, dove restano disponibili negli scaffali anche
i principali repertori en-
ciclopedici di prima consultazione.
Nella “vecchia” mediateca” vi è ora uno spazio
consultazione di materiali speciali, il servizio di informazioni specialistiche
per ricerche bibliografiche complesse che richiedono l’assistenza di
una bibliotecaria e il lettore microfilm. Anche gli
originali arredi - che erano stati tolti per far spazio alla sperimentale
mediateca - sono stati
ricollocati. Questa nuova
disposizione è stata pensata per riunire i due servizi in un unico spazio,
rendendo più funzionale
l’accesso del pubblico che
non dovrà più recarsi in
due settori diversi e molto distanti tra loro. Il si-
stema di erogazione del
prestito non cambia: gli
utenti hanno libero accesso al nuovo scaffale dove sono collocate le
custodie dei DVD. Con la
custodia dei film e documentari scelti, l’utente
ritira i materiali direttamente al banco prestiti/
consultazione.
Una presenza costante
del personale in sala, garantirà, oltre all’immediatezza delle operazioni
di prestito e consultazione, tutta l’assistenza
bibliografica e informativa.
Nella sala studio al primo piano sono stati collocati alcuni repertori enciclopedici, arricchendo così
la dotazione di opere di
consultazione.
nell’industria (35%) e
2.540 nel settore dei servizi (65%).
LA RICHIESTA DI
PROFESSIONALITÀ
ELEVATE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
a crisi non attenua
la sua morsa e per
farvi fronte le imprese comasche
cercano di reagire
investendo in risorse
umane. Risultano 5550,
infatti, i nuovi posti di lavoro previsti nel 2010 di
cui il 60% con contratti di
tipo non stagionale.
A rilevarlo è il “Sistema
informativo per l’occupazione e la formazione”
Excelsior realizzato dall’Unione Italiana delle
Camere di Commercio Industria, Artigianato e
Agricoltura, in collaborazione con il Ministero del
Lavoro e con l’Unione Europea. Sistema che ricostruisce annualmente il
quadro previsionale della
domanda di lavoro e dei
fabbisogni professionali e
formativi espressi dalle
imprese.
Con specifico riferimento alla formazione richiesta il mercato dimostra di
voler investire maggiormente su figure con titolo di studio elevato. Dall’indagine risulta infatti
che le imprese ricercano
sempre più laureati e
diplomati a riprova della
progressiva terziarizzazione che ha caratterizzato il territorio lariano negli ultimi anni con la conseguente richiesta di elevate professionalità, nonostante la difficoltà
espressa dalle imprese di
reperire il personale necessario a causa del ridotto numero di candidati e
della loro inadeguatezza.
Le prime cinque professioni richieste sono: professioni qualificate nelle
attività commerciali
(14%), professioni tecniche nell’amministrazione
e nelle attività finanziarie e commerciali (8%),
operai semiqualificati di
macchinari per lavorazioni in serie e addetti montaggio (8%), professioni
qualificate nelle attività
turistiche e alberghiere
(7%), impiegati a contatto diretto con il pubblico
(7%).
Tra le imprese che hanno specificato l’indirizzo
di studio richiesto, le preferenze maggiori vanno
alle materie economiche e
amministrative, richieste
a tutti i livelli di istruzione: le lauree a indirizzo economico sono preferite
dal 22% delle aziende, per
il livello secondario il 34%
indica l’indirizzo amministrativo-commerciale
come il più adatto e anche chi ritiene sufficiente
la qualifica regionale lo
sceglie nel 19% dei casi.
Rispetto agli anni precedenti calano le assunzioni di personale immigrato non stagionale così
come le preferenze di assunzione per giovani e
donne.
CRONACA
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Como
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
CURIOSITÀ DAL FRONTE ELVETICO
Materie prime
“sotto”
la Spina Verde?
a suscitato curiosità, ma anche preoccupazione, la decisione dell’Azienda
Elettrica Ticinese che dal
30 luglio scorso ha ottenuto il via libera ad eseguire i sondaggi nel sottosuolo del Mendrisiotto
dall’Alpe di Brusino (sul
Serpiano) a Pedrinate
(Chiasso) lungo una linea
di 13,5 chilometri che termina proprio sul confine
del parco della Spina Verde. I sondaggi veri e propri, effettuati solo tramite appositi macchinari,
senza scavi, che capteranno le onde sismiche che
segnalano le materie prime nascoste fino a sei chilometri di profondità, inizieranno nel tardo autunno 2010, mentre i lavori
di preparazione sono già
entrati nel vivo. Se i sondaggi dei “test” daranno
risultati incoraggianti,
seguirà la campagna
H
L’Azienda Elettrica
Ticinese effettuerà
dei sondaggi
in territorio
elvetico, a ridosso
del Parco
regionale,
con appositi
macchinari
che non
richiederanno
l’apertura
di fronti di scavo
di LUIGI CLERICI
principale su un’area più
vasta nel Mendrisiotto. I
risultati della campagna
principale, le esistenti
analisi geofisiche e i dati
di superficie permetteranno di ottenere un quadro geologico approfondito. La campagna è accuratamente pianificata per
non causare disagi o di-
sturbi all’ambiente e alla
popolazione ma ha suscitato un vasto interesse
anche nel nostro territorio in quanto, se venisse
riscontrata la presenza di
materie prime nel sottosuolo ticinese, la stessa
situazione dovrebbe interessare ovviamente anche il comasco. Geologi interpellati hanno evidenziato come sembrerebbe
molto remota la possibilità di trovare e sfruttare
idrocarburi sotto la Spina
Verde. L’incognita, invece,
riguarda l’ipotesi geotermica. Il calore prodotto
dalle rocce può essere utilizzato in presenza di acqua e nel nostro territorio c’è n’è in abbondanza.
I tempi per sciogliere i
dubbi su questo argomento comunque non saranno troppo celeri. Le indagini, infatti, occuperanno
almeno due anni di tempo. Poi sarà seguirà il momento delle perforazioni
di prova e poi le eventuali difficoltà da superare
per lo sfruttamento. Le
reazioni non si sono fatte
attendere anche a livello
politico soprattutto da
parte delle formazioni po-
litiche di ispirazione
ambientalista ticinesi ed
italiane che si sono definite “sconcertate” anche
perché reputano che “il
futuro sia rappresentato
dalle energie rinnovabili”
anche perché, ad esempio,
secondo uno studio della
Duke University, pubblicato anche dal New York
Times, il prezzo dell’energia nucleare ha superato
quello dell’energia solare.
POSTE E LIBERALIZZAZIONI: L’ “OMBRA” DI SWISS POST SUL COMASCO
Ancora qualche mese e decadrà il monopolio delle
Poste Italiane e anche questo mercato sarà liberalizzato. Con la fine del 2010 avverrà l’ultimo cambiamento di un processo lento, quello delle
liberalizzazioni, che entrerà in conflitto con il nostro sistema postale che, nonostante l’apertura del
settore a ditte private avviata fin dal 1999, vede
Poste Italiane detenere un vero e proprio monopolio. La possibilità nella nostra provincia è che il vuoto
che potrà crearsi dalla liberalizzazione possa essere colmato dalle Poste Svizzere, da sempre sinonimo di serietà, competenza ed affidabilità. Swiss Post,
attualmente, può contare da anni su un’agenzia situata a Bregnano e che si occupa della raccolta e
del recapito di posta transfrontaliera. Il suo obiettivo, con la completa liberalizzazione alle porte, sembra però essere quello di consolidare questo tipo di
mercato e non certo di dedicarsi a servizi di raccolta
e recapito della posta nazionale che interesserebbe
ovviamente tutte le località del nostro Paese, grandi e piccole, e che invece potrebbe teoricamente essere appannaggio di una vera e propria “posta privata”. Infatti basterebbe ottenere da parte del Ministero delle Comunicazioni l’apposita licenza e le
altre ulteriori autorizzazioni amministrative che
permetteranno di partecipare alla gara per l’affidamento del servizio.
Ovviamente, in questa situazione, Poste Italiane,
ex monopolista forte di ben 14.000 sportelli e di
150.000 dipendenti, parte avvantaggiato anche se
da qualche anno, anche nel comasco con evidenti
proteste emerse a più riprese soprattutto non solo
in piccole località del lago o delle valli ma anche in
ben più popolosi centri della Brianza, sembra sempre più impegnato a “razionalizzare” la propria rete
dei 14.000 uffici postali sul territorio nazionale ed a
potenziare il ramo dei servizi finanziari. Ed è appunto con un occhio rivolto ai disservizi che anche
la popolazione comasca si interroga sul futuro del
mondo delle poste “liberalizzate”. Non si è infatti
ancora spenta l’eco di quanto accaduto lo scorso inverno riguardo i disservizi postali verificatisi
nell’erbese che sono sfociati in una clamorosa “class
action” promossa dal Comune di Lurago d’Erba. Pur
con la liberalizzazione ricordiamo che però che allo
Stato spetteranno ancora i compiti di
regolamentazione e verifica della qualità del servizio: per questo scopo, è stata creata, presso il Ministero delle comunicazioni, l’Autorità nazionale di
regolamentazione del settore postale ma difficilmente questo potrà tradursi nella sicurezza che siano
rispettati i livelli minimi di standard qualitativi del
servizio sul territorio locale
L.CL.
FINESTRA SUL CAMPIONATO: IL COMO PARTE CON IL PIEDE SBAGLIATO
E’ già campionato. Ci siamo lasciati con il Como ancora a Sondalo per la preparazione estiva e la stagione sportiva 2010/11 è entrata nel vivo. Domenica
scorsa, al Sinigaglia contro il Ravenna, è infatti iniziato il nuovo campionato del
Como guidato in panchina dalla coppia Brevi-Garavaglia, ed alla scrivania da
Di Bari-Rivetti. Un esordio, purtroppo, negativo con gli azzurri che sono stati
superati col punteggio di 2-1, dopo aver disputato buona parte del match in 10
uomini. Al 15’, infatti, il difensore azzurro Fautario commette un fallo da rigore,
successivamente realizzato da Piovaccari, e viene espulso. Sempre dagli 11 metri arriva il pareggio. E’ il 33°. Cozzolino subisce fallo e realizza poi il penalty
che porta il punteggio sull’1-1 che resta invariato fino alla fine del primo tempo.
Nella ripresa il Ravenna si fa più intraprendente e il Como arretra. Al 65° il gol
partita di Gerbino, con un bel colpo di testa. Nella successiva mezz’ora il Como
cerca di rimontare e ci va vicino con Cozzolino quasi allo scadere ma l’estremo
difensore avversario, Rossi, è bravo a deviare il tiro in calcio d’angolo. Un Como
sconfitto ed ancora in fase di rodaggio dove non sono mancati gli arrivi anche
nelle ultime settimane. L’ultimo, in ordine di tempo, è il portiere Paolo Castelli,
già in forza a squadre come Modena e Lucchese, e l’anno scorso a Crotone. Il
30enne estremo difensore andrà ad affiancare il giovane Tornaghi. In precedenza hanno rinforzato il collettivo azzurro il giovane attaccante argentino Josè
Villar, di proprietà dell’Udinese, già alla Cremonese ed il centrocampista italo
argentino Franco Da Dalt, l’anno scorso al Foligno. Prima dell’esordio in campionato gli azzurri hanno disputato altre due amichevoli dopo quella con il Sondalo, rispettivamente contro la Rappresentativa Valtellina (6-0) e l’Equipe Lombardia (1-0), compagine formata da giocatori senza contratto in cui figurava
anche il portiere Castelli. In Coppa Italia, dopo aver superato il primo turno
contro il Guidonia (3-1, gol di doppietta di Fortunato e gol di Cozzolino), il Como
è stato sconfitto per 3-1 dal Varese ancora al Sinigaglia (visto che l’impianto
bosino era sottoposto a lavori di sistemazione). Questa partita è stata giocata
sotto un autentico diluvio, con soli 700 tifosi sugli spalti. Gli azzurri hanno concluso il primo tempo sullo 0-0 ma al 43° hanno perso Cozzolino, espulso per
proteste. Nel secondo tempo i varesini hanno dilagato ed il gol della “bandiera”
lariana è stato messo a segno da Prandelli. Tornando invece al campionato dobbiamo subito sottolineare che la partita tra Como e Verona, valida per la seconda giornata, si disputerà lunedì 30 agosto visto che lo stadio Bentegodi, il giorno
prima, è occupato, visto l’impegno del Chievo. Un incontro già delicato perché
come il Como anche il Verona ha “steccato” la prima andando a perdere per 2-0
sul campo della Paganese.
L.CL.
o,
CRONACA
P A G I N A
Como
16
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
LA PRIMA EDIZIONE NELL’ESTATE DEL 1981
Il Palio del Baradello
compie trent’anni
“
C
omo, mese di
Giugno, anno
del Signore
1159, l’Imperatore Federico I di Svevia, detto “il
Barbarossa”,dopo aver
sconfitto Milano con il
determinante contributo
delle truppe di Lodi,
Cremona e Pavia ma soprattutto Comasche, riconoscente, giunge in visita
a Como. La città alleata
gli tributa gran festa e accoglienza: si organizzano
in suo onore gran banchetti, luminarie, parate e
gare sul lago”.
E’ questo l’evento – tramandateci dai cronisti
dell’epoca – che da ormai
trent’anni viene rievocato durante il Palio del
Baradello. Correva l’anno 1981, infatti, quando le
prime quattro contrade
(Breccia, Camerlata, Rebbio e Prestino), si sfidarono nella prima edizione
del Palio. In questi tre decenni la manifestazione,
promossa dall’associazione cavalieri del Palio del
Baradello con il sostegno
del Comune di Como, è
cresciuta arricchendo il
programma di eventi e il
numero di partecipanti.
Per la chiusura dell’edizione 2010 sono attesi al
corteo storico per le vie
cittadine, domenica 19
settembre, circa 800 figuranti. L’anniversario sarà
ricordato con la pubblicazione del volume “Como e
il suo Palio 1981-2010 Comum Anno Domini
1159” e con l’emissione di
IL PROGRAMMA
DAL 29 AGOSTO AL 19 SETTEMBRE
Domenica 29 agosto
,ingresso del Barbarossa a Como.
Il corteo partirà alle ore
16.30 dalla piazzetta interna di via Balestra percorrendo le vie cittadine,
lungo le mura esterne,
fino a Piazza Duomo dove
l’araldo leggerà il bando
di ingresso e le ancelle accompagnate dalle castalde consegnano la chiave
della città all’imperatore.
Seguirà la lettura dell’editto di Roncaglia. Alle
20.30 giuramento dei Capitani in piazza Duomo,
seguita dallo spettacolo di sbandieratori e musici.
Lunedì 30 agosto – Consegna del Cero Votivo a S.Abbondio in occasione dei Vespri e della preghiera con il Vescovo.
Giovedì 2 settembre Ore 21.00 Concerto di
musica medioevale con le arpe della Celtic Harp
Orchestra nella Basilica di San Abbondio a Como.
Sabato 4 settembre Pomeriggio culturale al
Castel Baradello. Ore 16.00 esibizione
Sbandieratori – visita gratuita alla torre – ore 17.00
S. Messa al Castello.
foto di Carlo Pozzoni
uno speciale annullo postale, che saranno presentati in una cerimonia, domenica 5 settembre, ai
giardini a Lago, zona tempo voltiano. Sono diversi
i borghi, i Comuni e le
contrade che si sono alternate in questi trent’anni:
11 di loro sono riuscite ad
aggiudicarsi almeno una
edizione, ricevendo il
“Pallium”, un artistico
drappo di seta dipinto a
mano da diversi artisti
comaschi. Le formazioni
più titolate sono il borgo
di Tavernola e il Comune
di Briennio con cinque
drappi a testa, seguiti dai
borghi di Camerlata e di
Rebbio con quattro. L’ultima edizione è stata vin-
ta dal Comune di Cernobbio.
L’edizione 2010, prenderà il via domenica 29
agosto con l’ingresso a
Como del “Corteo storico”
che ripropone la trionfale
visita a Como del “Barbarossa” e della consorte
Beatrice di Borgogna, attraverso le vie della città, con le vittoriose truppe Imperiali e Comasche
che, alleate, sconfissero
dopo mesi di assedio, la
comune città nemica Milano. All’arrivo in piazza
Duomo verrà rievocata la
consegna all’imperatore
delle chiavi della città
mentre il banditore leggerà l’editto di Roncaglia,
con cui, nel 1158, l’Impe-
foto Alessandro Auletta
(www.paliodelbaradello.it)
ratore riaffermava il ripristino dei diritti feudali (possibilità di esigere
imposte, emettere moneta ecc.) usurpati nei decenni precedenti dai Comuni lombardi. Al termine della cerimonia vi sarà
il giuramento dei capitani. Il giorno seguente i figuranti e i capitani delle
squadre parteciperanno
ai vespri di S.Abbondio
dove vi sarà la cerimonia
della consegna del cero
votivo. All’edizione di quest’anno parteciperanno
nove fra Borghi, Contrade
e Comuni: borgo di Camerlata, borgo della Roggia Molinara, borgo di
San Martino, borgo di
Tavernola, Contrada della Cortesella, Contrada di
San Fedele, Comune di
Cernobbio e Borgo di
Camnago Volta. Come da
tradizione le gare ufficiali saranno tre: la cariolana, corsa storica con le
carriole, la giostra del
saraceno, dove il Cavaliere di ciascun Borgo scende in campo galoppando
sul proprio destriero e cerca di colpire il bersaglio
del simulacro prima del
proprio antagonista, sceso anch’esso in campo, ottenendo in tal modo il diritto ad incontrare l’avversario successivo ed il
tiro alla fune, che ha sostituito dal 2005 la regata con le caratteristiche
“Lucie”.
M.L.
DAL 27 AGOSTO AL 1 SETTEMBRE
LA TRADIZIONALE FIERA DI S.ABBONDIO
Torna in occasione della Festa di S. Abbondio la tradizionale Fiera nel complesso dei santi Cosma e Damiano,
adiacente alla basilica. Diversi gli appuntamenti e le manifestazioni in programma, dal 27 agosto al 1
settembre, che culmineranno lunedì 30 agosto con la mostra zootecnica. Il ristorante tipico lariano, le lezioni
di cucina del territorio, il mercatino di prodotti locali, la musica con la pista da ballo e la scuola di ballo, i
giochi, i laboratori alimentari per bambini, il trenino turistico, la fattoria didattica e la sfilata della Fanfara
dei Bersaglieri, sono solo alcuni degli appuntamenti previsti.
L’inaugurazione ufficiale della fiera sarà venerdì 27 agosto alle ore 10.00. Per tutta la durata della manifestazione sarà attivo il Ristorante tipico lariano a cura dell’Associazione Provinciale Cuochi di Como. Il
ricavato del servizio verrà devoluto alla Piccola Casa Federico Ozanam di Como. Durante la Fiera sarà
allestita una mostra sul tema “Torri e castelli del triangolo lariano” presso la chiesa dei SS. Cosma e Damiano
a cura della Società Archeologica Comense”. Martedì 31 agosto alle 15 vi sarà, invece, una visita guidata alla
Basilica a cura dell’Associazione Mondo Turistico.
Domenica 5 settembre Ore 15.00 Sfilata da
Viale Varese ai Giardini a lago (tempio Voltiano )Celebrazione dei trent’anni del Palio con la presentazione del Volume “Como e il suo Palio 1981-2010Comum Anno Domini 1159” – collegamento internazionale dei radioamatori – annullo postale speciale con cartolina del 30°.
Mercoledì 8 settembre ore 21.00 Concerto di
musica medioevale nella Basilica di S. Fedele.
Giovedì 9 settembre Festa della contrada di
San Fedele con la tradizionale corsa delle oche alle
ore 21.00.
Venerdì 10 settembre Festa borgo di San
Martino con la gara non ufficiale di corda sui trampoli seguita dalla partita a scacchi viventi e della
danza del ventre.
Sabato 11 settembre a Como festa d’autunno
in via Milano Alta, ore 20.00. Alle 20.30 sfilata dei
rappresentanti storici dalla chiesa di San
Bartolomeo e piazza Vittoria. Ore 21.00 prima gara
ufficiale “La Cariolana” con partenza e arrivo in
Piazza Vittoria.
Domenica 12 settembre Torneo Equestre a
Villa Erba a Cernobbio. Inizio gare eliminatorie alle
ore 10.30. Alle 14.30 dopo il corteo storico ai giardini a Lago prenderà il via il “Torneo Saraceno”.
Mercoledì 15 settembre nella Basilica di
S.Abbondio concerto del Coro di S.Biagio alle 21.00.
Giovedì 16 settembre Visita Archeologica alle
torri di Como: Torre Pantera, del Municipio, di Piazza San Fedele, di Via Vittani e di Via Ballarini. Ritrovo alle 18.00 a piazza San Fedele.
Venerdì 17 settembre ore 20.00 Sotto il
Broletto, avrà luogo la “Cena Medioevale”.
Sabato 18 settembre in Piazzo Duomo alle ore
19.30 spettacolo “Le 7 arti liberali” realizzato dagli
studenti dell’Istituto d’arte “Fausto Melotti” di
Lomazzo. Ore 20.00 corteo verso Piazza Duomo e
poi ultima gara valida per l’assegnazione del Palio:
“Il tiro alla fune”, che deciderà la classifica finale
dei partecipanti al
Palio 2010.
Domenica 19 settembre Corteo Storico con partenza alle
ore 15.00 dal piazzale dell’Ippocastano. Il
corteo sfilerà per le
vie cittadine, Aldo
Moro, XX Settembre,
Milano,
Cesare
Cantù, Giovio, Vittorio Emanuele, fino a
Piazza Cavour dove
vi sarà la consegna
del Drappo al borgo
vincitore.
CRONACA
Lago&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
P A G I N A
17
ERA IL 6 SETTEMBRE 1553
Dongo: ritorna
la “Festa
del Miracolo”
A
Dongo la “Festa
del Miracolo”
ritorna ogni
anno per ricordare la prodigiosa lacrimazione della
Madonna risalente al 6
settembre 1553. Ai bordi
del torrente Albano esisteva una cappellina raffigurante la Madonna con
il Bambino Gesù che sostiene maternamente sul
cuore, mentre Egli alza la
piccola mano a benedire.
L’aveva fatta costruire il
sig. Tommaso Scanagatta
sul muro di cinta del suo
vigneto, quasi a protezione dalle paurose e frequenti inondazioni del
fiume. E proprio la spaventosa alluvione del fiume Albano del 1541 aveva provocato disastri e
danni incalcolabili. La
cinta del suo vigneto fu
radicalmente portata via,
travolta dalle impetuose
onde nella loro pazza corsa verso il lago. Rimaneva intatta la cappelletta
della Madonna, come sospesa nel vuoto, con grande meraviglia di tutti. La
mensola sotto il suo affresco da allora era sempre
circondata da fiori e ceri
che quotidianamente i
devoti portavano alla loro
“Madonnina del Fiume”.
IL MIRACOLO
Arriviamo al 6 settembre 1553 quando una pia
donna, Maria de’ Matti, di
ritorno dai vespri nella
parrocchiale di Santo Stefano, si ferma davanti all’edicola sacra per una
“Ave Maria” e deporvi i
fiori freschi di campo raccolti sul tragitto. Fissa
con intensità e trasporto
la dolce immagine “spirante soave mestizia,
Si rinnova l’ormai
secolare
celebrazione
della prodigiosa
lacrimazione
di un’effigie della
Madonna
avvenuta a metà
del XVI secolo
di GIANNI MORALLI
amabilità verginale, calma rassegnata, paradisiaca dolcezza”. In tale
atteggiamento di preghiera vede che dall’occhio
destro del dipinto sgorgano lacrime che scendono
verso il bambino e la piccola mensa coperta di fiori. Si guarda intorno come
per chiedere conferma e
correndo verso la parrocchiale grida forte: “la Madonna piange…, la Madonna del fiume piange…” e trova il Canonico
Bernardo Bonizio al quale dà la strabiliante notizia. Don Bonizio prende
un calice dalla Prepositurale, lo lega con un
cingolo da Messa e corre
alla cappellina allo scopo
di raccoglierne le lacrime.
Trova già radunate parecchie persone che confermano di aver visto il
prodigio e fa suonare le
campane di Santo Stefano a festa, mentre la plaga si riempie di gente che
chiede, guarda, osserva,
commenta ed in ginocchio
ed a capo scoperto si recita il Rosario e si cantano
le Litanie penitenziali.
MADONNA
DELLE LACRIME
Il processo canonico, tenutosi il 13 luglio 1615,
alla presenza del vescovo
mons. Filippo Archinti,
con le testimonianze
scritte e giurate dei testimoni, confermerà il prodigio e il culto alla Madonna del Fiume, che verrà da allora tramutato in
“Madonna delle Lacrime”. I Figli di San Francesco, arrivati nel 1614,
chiamati dai donghesi per
custodire il loro “tesoro”,
inizieranno i lavori per la
costruzione del Convento
annesso al Santuario. La
devozione alla Madonna
delle Lacrime oltrepassa
i confini locali ed ogni
anno accorrono le genti
dell’Alto Lario, della Bassa Valtellina, della Val
Chiavenna, della Valle
Intelvi, della Val Cavargna, del Ticino, della
Valsassina…, con preghiere, suppliche, canti,
mentre i padri Francescani nel sacramento della penitenza benedicono,
confortano, perdonano le
nostre miserie, depositate davanti alla effigie miracolosa dal dolce sorriso.
Il Santuario è diventato
“diocesano” e dal 1975 si
possono lucrare le “indulgenze” proprie dell’Anno
Santo ed in data 1° novembre 2004 con decreto
del vescovo mons. Alessandro Maggiolini, di venerata memoria, la “Madonna delle Lacrime” di
Dongo è stata proclamata “Patrona delle Tre
Pievi”.
IL RICORDO
DI BEATI
“COMASCHI”
L’anno scorso abbiamo
ricordato il santo curato
d’Ars nel 150° della sua
morte e l’anno sacerdotale “speciale”voluto dal
Santo Padre Benedetto
XVI, mentre quest’anno
ricorderemo il nostro beato, padre Enrico Rebuschini nel 150° della sua
nascita e che proprio dal
nostro Santuario nascerà
la sua vocazione sacerdotale/camilliana, poi l’altro
nostro beato, don Luigi
Guanella, nel 95° della
sua nascita al cielo. Come
parroco a Pianello del
Lario ha trascorso qui
tanti momenti di preghiera alla Madonna delle
Lacrime vestendo inoltre
l’abito del Terz’Ordine,
come l’altra nostra beata;
suor Chiara Bosatta.
Sarà un momento di gioia per tutti la notizia della sua “canonizzazione”
nel prossimo Concistoro
papale. Vogliamo infine
ricordare un giovane santo laico, conosciuto nel-
l’ambito dell’Azione Cattolica, della Conferenza di
San Vincenzo de’ Paoli,
dello scautismo. È il beato Pier Giorgio Frassati,
ingegnere, di cui ricorre il
95° della sua nascita al
cielo ed il 20° della sua
beatificazione. PreghieraCarità-Gioia, sono le caratteristiche della sua
santità. Nella preghiera
ha trovato la forza per
resistere alle tante tentazioni della gioventù, la
preghiera si trasformava
poi in carità verso i malati e i poveri; amava il
bello della vita, le amicizie e tantissimo la montagna. Sono sorti nel suo
ricordo ben 17 “sentieri
Frassati” e proponiamo
alla Zona Pastorale Tre
Pievi, all’Azione Cattolica, al Club Alpino Italiano (CAI), all’Associazione
Nazionale Alpini (ANA)
l’istituzione di un sentiero “Frassati” sul nostro
territorio. Sono tanti i
sentieri delle nostre belle
montagne che conosciamo
e ritroviamoci “assieme”
per scegliere quello che
vogliamo intestare al giovane Pier Giorgio, figura
luminosa per chi voglia
“Vivere e non vivacchiare”, come lui stesso diceva. Ed il “sentiero” deve
partire proprio dal Santuario della Madonna per
la quale aveva una tenera, profonda, filiale devozione.
La S. Messa “speciale”
del 4 settembre in Santuario ha un duplice scopo: suscitare tante vocazioni consacrate e la
santificazione delle nostre famiglie nel sacramento del matrimonio.
CRONACA
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Lago&Valli
18
metà agosto si è
aperto uno spiraglio di luce
sul futuro della
storica funivia
“Argegno - Pigra”, prezioso e veloce canale di collegamento tra il lago e la
Valle Intelvi. A Villa Saporiti è stato infatto sottoscritto l’accordo di programma che dovrebbe decretarne la riattivazione.
Il documento - siglato dagli assessori ai trasporti
della Provincia di Como
(Patrizio Tambini) e della Regione Lombardia
(Raffaele Cattaneo), alla
presenza del presidente
della Provincia di Como,
Leonardo Carioni - prevede uno stanziamento
complessivo di 946mila .
Regione Lombardia,
come previsto dalla convenzione, cofinanzierà
con 500.000 euro il progetto di revisione generale dell’impianto funiviario, mentre i restanti
446.000 euro saranno garantiti da: Provincia di
Como, Comunità Montana Lario Intelvese, Bacini imbriferi montani di
Como e del Ticino, Comune di Pigra, Comune di
Argegno, Unione Comuni
Tremezzina, Comunità
Montana Valle del Ceresio e Camera di Commercio di Como.
«Questa stretta collaborazione tra Regione ed
Enti locali - ha commentato al momento della firma l’assessore Cattaneo dimostra che i problemi si
possono affrontare e risolvere più facilmente con
uno spirito collaborativo
tra tutte le istituzioni.
Pur in presenza di una
difficile situazione legata
agli effetti che avranno i
tagli alle risorse regionali previsti dalla manovra
appena approvata dal
Parlamento, la Regione
non si sottrae ai suoi impegni, soprattutto quando si tratta di garantire
servizi di trasporto pubblico ben programmati o
assolutamente necessari,
come nel caso della funivia di Pigra. Con questa
sottoscrizione abbiamo
garantito il diritto di mobilità dei cittadini lombardi a partire proprio
dalle zone più disagiate
come quelle montane, che
non possono e non devono essere abbandonate”.
L’assessore regionale
A
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
L’ACCORDO SIGLATO VERSO METÀ AGOSTO
Ripartirà
la funivia
di Pigra
L’accordo
di programma
sottoscritto a Villa
Saporiti nelle
settimane scorse
prevede uno
stanziamento
complessivo
di circa 950 mila
euro.
Se tutto andrà
come previsto
l’impianto
potrebbe essere
riattivato già dal
mese di giugno
del prossimo anno
ha inoltre confermato lo
stanziamento di 50.000
Euro, attraverso i contributi per il Trasporto pubblico locale, per sostenere i costi dell’attivazione
di un servizio sostitutivo
di bus nei mesi in cui l’impianto funiviario resterà
fermo.
“In due mesi è stato
predisposto un efficace
piano d’azione - ha sottolineato l’assessore provinciale ai Trasporti, Patrizio
Tambini - e possiamo dire
che, alla fine, ha vinto la
cultura del fare».
L’impianto era stato fermato il 21 maggio scorso,
dopo che erano scaduti i
termini della proroga di
due anni per la revisione
generale prevista dalla
normativa statale, a 40
anni dall’apertura.
La proroga era stata
ottenuta grazie anche a
un finanziamento di Regione Lombardia di
110.000 euro assegnato al
Comune di Pigra per interventi di ammodernamento. A questo la Regione ha aggiunto un contri-
buto di 50.000 euro al
Comune di Pigra per redigere tutti i progetti, fino
a quello esecutivo, degli
interventi necessari per
superare la revisione generale e ottenere il nulla
osta alla riapertura dell’impianto.
La sottoscrizione dell’accordo permetterà al
Comune di Pigra di procedere da subito alla pubblicazione dell’appalto
per affidare i lavori entro
il mese di novembre. Lavori che dovranno terminare entro maggio 2011,
così che l’impianto possa
riaprire per il successivo
mese di giugno.
DA ARGEGNO A PIGRA IN 4 MINUTI
Inaugurata nel 1971 la funivia permetteva di raggiungere, fino allo scorso anno, in
4 minuti, superando un dislivello di 648 metri, il più bel
terrazzo esistente nelle
prealpi Comasche. Due cabine da 15 posti si alternavano lungo un percorso con
pendenze notevoli, dal 71% al
95%, permettendo al viaggiatore di godere di un’incomparabile vista sul lago e sui
monti circostanti. L’importanza di quest’opera non è
certo solo turistica, infatti,
essa rappresenta un vero e
proprio cordone ombelicale
fra il paese, Pigra, e la riva
del lago dove vi è la possibilità di raggiungere Como o
Bellagio tramite i battelli
della navigazione del lago di
Como.
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CRONACA
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Como
19
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
AL VIA LA XII EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE
Il Settembre
Capiaghese
per un ospedale
a Touloum
La tradizionale kermesse prende il via
il 27 agosto. Si conferma il sostegno
a importanti iniziative di solidarietà.
Quest’anno il ricavato sarà destinato
alla realizzazione di un presidio
sanitario nel nord del Camerun,
nella parrocchia di Yagoua
S
i apre il 27 agosto
la XII edizione
della festa del
Comitato Settembre Capiaghese
che prevede, come di consueto, tre serate gastronomiche a tema (cucina tipica brianzola, valtellinese e toscana) allietate
dalla musica dell’orchestra che aprirà le danze.
Anche questa volta il
Comitato Settembre Capiaghese abbina le sue
serate ad un’importante
iniziativa di solidarietà,
offrendo il suo appoggio al
progetto “Costruiamo l’
ospedale a Touloum”, che
prevede la realizzazione
di un ospedale nel nord
del Camerun, nella parrocchia di Yagoua.
I lavori di costruzione
dell’edificio, grazie alla
donazione di alcuni sponsor sono già iniziati; il
Comitato Settembre Capiaghese si impegnerà, in
particolare, per dotare
l’ospedale di moderne attrezzature: dall’arredamento necessario per i 20
posti letto della sala
degenza agli apparecchi
per la diagnostica di base
(ecografo, elettrocardio-
grafo…), ai mobili e strumenti per laboratorio e fisioterapia, agli ausili ortopedici e materiali per il
centro disabili. I beneficiari di questo progetto
saranno 100 utenti, che
potranno disporre giornalmente dell’ambulatorio; 500 utenti al mese,
che potranno usufruire
del reparto pediatrico e
ostetrico; 15 disabili fisici, che saranno accompagnati nelle attività di
rieducazione.
In occasione della XII
edizione delle serate del
Settembre Capiaghese si
continuerà dunque la raccolta fondi, iniziata già lo
scorso anno proprio durante la festa di agosto,
dove per la prima volta è
stato presentato il progetto da Padre Piergiorgio
Cappelletti, capiaghese e
missionario del PIME,
che da 40 anni presta la
propria attività pastorale in Africa.
L’idea, insomma, è quella di coinvolgere tutte le
PROGRAMMA
Capiago Intimiano, oratorio San Giovanni Bosco.
Venerdi 27 agosto ore 19.00
Cucina tipica Brianzola
Stracotto d’asino con polenta,
Polenta con salame cotto;
sabato 28 agosto ore 19.00
Cucina tipica Valtellinese
Pizzoccheri di pasta fresca,
Bresaola in carpaccio
domenica 29 agosto ore 19.00
Cucina tipica toscana
Pappardelle al ragù di cinghiale,
Costata di manzo con osso,
cantucci e vin santo.
Grigliate di carne tutte le sere
Ballo liscio con orchestra tutte le sere.
Il ricavato sostiene l’ iniziativa “Costruiamo l’ospedale a Touloum” per l’acquisto delle attrezzature di
diagnostica di base, attrezzature per fisioterapia per
disabili e dell’arredamento.
realtà locali, provinciali e
regionali, anche il mondo
DAL 17 AL 19 SETTEMBRE
DALLA REGIONE CONTRIBUTI ALLA
PERSONA E ALLA CULTURA
A Como la XVIII
Gara Nazionale
di Primo Soccorso
D
al 17 al 19 settembre Comitato
Provinciale CRI
di Como ospiterà
la XVIII Gara
Nazionale di Primo Soccorso, competizione nazionale con valenza Europea nell’ambito dell’educazione al primo soccorso.
«Sappiamo - spiega in
merito Roberto Antonini,
commissario nazionale
dei Volontari del Soccorso - che le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono i maggiori provider per il primo
soccorso in Europa e nel
Mondo e che si prefiggono come obiettivo essenziale di avere almeno una
persona in ogni casa/aula/
posto di lavoro/ecc. addestrata al primo soccorso,
ma soprattutto alla rianimazione cardiopolmonare.
La Croce Rossa Italiana, membro apprezzato
della Federazione Internazionale, dedica e consi-
Per iscriversi alla
competizione sarà
necessario
compilare gli
appositi moduli
entro e non oltre
il 30 agosto
dera il primo soccorso uno
strumento fondamentale
per la Salute e l’Assistenza Sociosanitaria, che applica in conformità alle
strategie globali della Federazione Internazionale.
Quest’anno la manifestazione, nello spirito dell’unità, avrà una novità;
sarà per la prima volta
intercomponente e offrirà
ancor di più la condivisione comune delle nostre
attività tra tutti i volontari CRI.
Ciò che andremo a fare
proprio nei tre giorni di
competizione non sarà altro che mettere in pratica tutte le nostre conoscenze tecnico-didattiche
sull’argomento, in un confronto di sana competizione fra squadre provenienti da tutte le regioni d’Italia, unite da un unico
obiettivo che ci ha sempre
accompagnato in questi
momenti di aggregazione
volontaristica.
In allegato vi invio il
regolamento di gara, il
materiale tecnico consentito, le schede di adesione
per le squadre, i giudici ed
i supporter (questi ultimi
dovranno farsi carico di
tutte le spese di viaggio,
vitto e alloggio) e provvedere autonomamente a
contattare le strutture alberghiere consigliate,
consultando i moduli, ivi
compreso la carta stradale “dove siamo”.
Vi ricordo che per iscriversi alla competizione
dovrete compilare gli ap-
dell’imprenditoria, che
potrà offrire il suo contri-
buto o donare direttamente le attrezzature necessarie.
Il comitato Settembre
Capiaghese chiede l’aiuto
di tutti, mettendo a disposizione il conto corrente
intestato a:
Comitato Settembre
Capiaghese - Costruiamo
l’Ospedale a Touloum
Presso: Cassa Rurale ed
Artigiana di Cantù - Filiale di Olmeda
IBAN: IT68B084305108
0000000054335
Una nobile finalità,
quella del Comitato, per
donare a Touloum una
struttura sanitaria in
grado di assistere e risolvere i molti problemi esistenti, soprattutto riguardanti i bambini e i portatori di handicap, e per sostenere con un aiuto concreto Padre Piergiorgio
Cappelletti, che con la sua
presenza è viva testimonianza di aiuto ai più deboli ed indifesi.
Per informazioni: [email protected].
positi moduli entro e non
oltre il 30/08/2010.
L’organizzazione si farà
carico delle spese di vitto
e alloggio per le squadre,
l’accompagnatore e i giudici, mentre quelle di trasporto sono a carico delle
Unità di appartenenza.
La segreteria della gara
è ubicata presso il Comitato Provinciale C.R.I. di
Como, coordinata dal Sig.
Andrea Mazzola (cellulare 340-3197545) al seguente numero telefonico
031-243289 fax 031243282 e alla mail gara
[email protected].
Eventuali informazioni,
la modulistica, ulteriori
contatti e riferimenti saranno reperibili e consultabili dal sito www.
cri.it nell’area dedicata
accessibile dalla home
page».
Il mese di agosto ha regalato importanti contributi al Comasco sul fronte della salute e della cultura.
Agli inizi del mese l’agenzia stampa del
Pirellone, Lombardia Notizie, comunicava essere di circa 1,5 milioni di euro l’importo messo
a disposizione dell’Asl di Como per migliorare
la qualità dei servizi offerti ad anziani e
disabili. Stanziamento parte di una somma più
generale con cui erano stati assegnati 20 milioni di euro in più a carico del Fondo Sanitario
Regionale, su disposizione della Giunta. I 20 milioni di euro, a livello regionale, sono stati destinati alle unità d’offerta sociosanitarie come
le 647 Residenze Sanitario Assistenziali per
Anziani (R.S.A.), le 77 Residenze Sanitario Assistenziali per Disabili (R.S.D.), i 256 Centri
Diurni Integrati per Anziani (C.D.I.), i 249 Centri Diurni per Disabili (C.D.D.), le 144 Comunità Socio Sanitarie per Disabili (C.S.S.) e i 20
Hospice.
Qualche giorno dopo sempre Lombardia Notizie dava comunicazione di tre progetti di promozione educativa e culturale di interesse regionale finanziati, in provincia di Como, sempre dalla Giunta regionale. I fondi assegnati in
provincia di Como fanno parte dell’importo di 1
milione di euro approvato dalla Giunta regionale come quota del bando relativo al 2010 per
i progetti culturali.
Nel dettaglio i tre progetti finanziati in provincia di Como sono risultati:
Amministrazione comunale di Como, 50 mila
euro per la mostra Rubens e i Fiamminghi;
Associazione Culturale Parolario, 30 mila euro
per Parolario 2010 “Il Tempo”;
Associazione “Treequattordici onlus”, 5 mila
euro per iniziativa Mabilla Madre Fascino e
Fantasia.
CRONACA
P A G I N A
Como
20
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
LIBRI
Orti di monte,
orti di lago.
Il territorio
lariontelvese
U
n libro che ci riporta indietro
nel tempo, ci fa
riscoprire le coltivazioni tradizionali del nostro territorio, incoraggiando un ritorno alla cura della terra. Nell’ambito della rassegna culturale “Parolario”, domenica 29 agosto,
alle ore 11.30, sarà presentato a Como, in Piazza Cavour, il libro “Orti di
monte, orti di lago. Coltivare secondo tradizione
nel territorio lariointelvese”, di Antonio Cavalleri (con contributi di
Marina Bernardo, Rosaria Bernardo, Erino Bolla, Mario Colombo, Pierluigi Gatti, Marco Lazzati, Stefano Della Torre,
Leonardo Mario Cavalleri
e inserti poetici di Evi
Guida, Lucia Manzoni e
Daniela Mazzoni). Il volume, il nono della collana
“Perle d’Intelvi” edita da
Bellavite Editore, è stato
promosso dalla Comunità
Montana Lario Intelvese
con il patrocinio della Regione Lombardia - Culture, Identità, Autonomie
della Lombardia e della
Provincia di Como - Assessorato alla Cultura e
rientra nel Progetto Integrato d’Area “Ecolarius.
Diffondere la cultura dell’ambiente e del paesaggio tra lago e montagna”,
del quale rappresenta i
Il volume, il nono
della collana
“Perle d’Intelvi”
edita da Bellavite
Editore, sarà
presentato a Como
nell’ambito della
rassegna culturale
“Parolario”,
domenica 29
agosto, alle
ore 11.30
di SILVIA FASANA
temi di “Promozione e diffusione di una fruizione
sostenibile nel sistema
delle aree protette e nelle
aree della rete ecologica
lombarda attraverso la
tutela e la valorizzazione
del patrimonio culturale
e ambientale”. All’incontro saranno presenti, oltre all’autore e ad Oscar
Gandola, Presidente della Comunità Montana
Lario Intelvese, anche
Mario Colombo, Assessore provinciale alla Cultura e Stefano della Torre,
docente del Politecnico di
Milano che ha coordinato
l’elaborazione del Progetto Integrato d’Area “Ecolarius”.
La cura degli orti a uso
familiare era molto diffusa sul territorio lariointelvese. Fin dai tempi
degli antichi romani in
Tremezzina si coltivava
l’ulivo, e, tradizionalmente, fino a pochi decenni fa,
ogni famiglia aveva un
pezzetto di terra da destinare ad orto. Perché l’uomo d’oggi, cresciuto raccogliendo i prodotti tra gli
scaffali dei supermercati
dovrebbe ritornare a coltivare la terra?
Il volume coordinato da
Antonio Cavalleri parte
dalla riscoperta di colture e tecniche tradizionali
di coltivazione, ma va oltre, non limitandosi al
volere solo conservare la
memoria di una cultura
contadina del passato. Lo
scopo della pubblicazione
è infatti quello di stimolare un nuovo interesse
per la cura della terra,
mettendo a frutto saperi
antichi coniugati con le
moderne tecniche dell’agricoltura biologica.
Questo porta a vantaggi indubbi, come la diffusione del piacere di un’alimentazione più sana e
gustosa, un indubbio risparmio economico, il
recupero delle tradizioni
locali e della cultura
agrosilvo-pastorale, il ritorno a uno stile di vita
all’aria aperta più naturale e a misura d’uomo
che porta benessere fisico e serenità dell’animo e,
non da ultimo, una maggior cura del proprio ambiente, contribuendo alla
valorizzazione del patrimonio naturalistico e
paesaggistico.
Il pregio di questo
libro è quello di sapere coniugare l’approccio più tecnico e
scientifico con quello poetico, riflessivo, evoca-tivo che
un tale argomento
può suscitare. Questo risultato è stato raggiunto grazie
all’impegno corale
dei soci dell’Associazione “Orticultura”
di San Fedele Intelvi, di
cui Cavalleri è presidente, oltre che di noti esperti del settore.
Il libro si compone idealmente di cinque grandi
parti. La prima è un’introduzione di Stefano
Della Torre, che sottolinea come la cura e la rinascita del paesaggio nascano solo da un rinnovamento personale del modo
di pensare e di abitare che
passa attraverso una
nuova quotidianità. E
dunque, in questa ottica,
diventa basilare la riscoperta dei tempi, dei gesti
e dello sguardo di una
pratica antica ma attuale quale l’orticoltura. Il secondo capitolo è una descrizione dell’orticoltura
tradizionale del territorio
lariointelvese, con un interessante excursus storico che parte dai ritrovamenti archeologici di
Erbonne e del Caslè di
Ramponio, un’analisi pa-
esaggistica dell’impatto
delle attività agricole sul
paesaggio (i terrazzamenti, che caratterizzano
così bene i ripidi versanti
delle valli lariane), approfondimenti del rapporto
con la zootecnia e dell’importanza del calendario
lunare sui lavori nell’orto. Si passa poi all’esame
delle colture tipiche del
territorio, dal castagno al
noce, all’ulivo della Tremezzina, agli alberi da
frutto, ai piccoli frutti,
agli ortaggi, alle erbe e
aromi.
Dopo aver risvegliato la
nostalgia per saperi e sapori antichi, ecco dunque
il quarto capitolo, ricco di
consigli pratici per realizzare un orto moderno ma
in linea con la tradizione.
Non manca anche uno
spazio di riflessione sulla
“filosofia dell’orto”, in cui
si evidenzia il bisogno di
una “filiera corta” che uni-
sca produttore e consumatore in un patto di rinnovata fiducia, la dimensione educativa e formativa del lavoro agricolo e
l’importanza dell’attesa e
della pazienza, di seguire
i ritmi della Natura. Completano il volume il riassunto in lingua inglese, la
bibliografia e i numeri
utili. Come scrive il presidente della Comunità
Montana Lario Intelvese,
Oscar Gandola, nella sua
presentazione «Un rapporto armonico tra uomo
e natura anche oggi è possibile e la pratica dell’orto, anche rivisitata in
chiave moderna, indica la
strada da seguire…. Questo volume ci ricorda tutto questo e ci ammonisce
a non perdere mai il contatto, anche e soprattutto in senso fisico, con la
nostra terra e la parte più
profonda e ancestrale di
noi stessi».
CON “SCACCIAPENSIERI”
DAL BLU DEL LAGO DI ISEO ALLE
DOLCEZZE DELLE TERRE
DI FRANCIA CORTA
CON “MONDO TURISTICO”
SULLE TRACCE DI GIOVANNI
SEGANTINI
MARIO CALABRESI
IL 27 AGOSTO A ZELBIO
PER CHIUDERE
IL FESTIVAL LETTERARIO
L’associazione Culturale Scacciapensieri propone per domenica 19 settembre “Dal blu del
lago di Iseo alle dolcezze delle Terre di Francia Corta”. La giornata inizierà con la passeggiata lungo i vicoli storici e le piazze della cittadina di Iseo per poi proseguire in motonave
per Monte Isola, l’isola lacustre abitata più
grande d’Europa, riconosciuta come uno dei
“Borghi più belli d’Italia”. Quindi è prevista
una sosta a Carzano con i suoi gruppi compatti di case tra oliveti, vigneti e boschi di castagni e proseguimento per Lovere per il pranzo
al ristorante. Nel pomeriggio visita alla Chiesa di S. Maria della Neve a Pisogne, interamente affrescata dal Romanino negli anni ‘30‘40 del Cinquecento, e considerata la ‘’Cappella Sistina dei Poveri’’. Si proseguirà quindi per
le Terre di Franciacorta, territorio di fama internazionale, per visitare una cantina con degustazione di vino a denominazione di origine
controllata e garantita (DOCG).
Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, cell. 3453302077; e-mail: asso-scacciapensieri@
libero.it; sito internet: http://scacciapensieriisa.blogspot.com/.
L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 28 agosto una visita guidata sulle tracce di
Giovanni Segantini in Brianza.
L’appuntamento è fissato per le ore
14.00 a Pusiano, presso il Centro
Commerciale 2000, sulla Strada Statale Lecco-Como. Dalle rive del lago
di Pusiano, alla magica atmosfera di
Corneno, fino “alla stanga” di Caglio,
si andranno a scoprire orizzonti e paesaggi che hanno ispirato il grande
pittore divisionista.
Caglio gli ha dedicato la mostra permanente “Segantini a cielo aperto”
collocata nei punti più suggestivi del
borgo, dove sono riprodotti i suoi maggiori capolavori che ripercorrono l’intera esperienza artistica ed esistenziale.
La quota di partecipazione è di 6 euro
per i soci, di 7 euro per i non soci.
Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 3394163108; e-mail: mondoturistico
@virgilio.it; sito internet: www.
mondoturistico.it.
Il 27 agosto alle ore 20.45 presso il cine teatro parrocchiale è in programma l’ultimo appuntamento con
il festival letterario del piccolo paese lariano che vedrà protagonista il direttore del quotidiano “La Stampa”, Mario Calabresi.
Il figlio del commissario, vittima simbolo del terrorismo nei primi anni ’70, tratteggerà una sua fotografia dell’Italia attuale e degli stati Uniti d’America (paese nel quale ha vissuto per anni) alla luce della presidenza Obama.
L’ingresso è libero.
Si ricorda che "Quell’altro ramo del Lago di Como"
è la proposta culturale di Pro Loco e Biblioteca di
Zelbio, patrocinata dalla Provincia di Como e curata
da Armando Besio, responsabile delle pagine culturali milanesi di Repubblica, con gli amici del Comitato
cultura di Zelbio.
Giunta alla terza edizione la rassegna quest’anno
ha avuto fra i suoi protagonisti Luca Clerici che ha
tratteggiato un ritratto inedito dell’abate Antonio
Stoppani, notissimo autore de “Il bel paese” e originario proprio di Zelbio, Carlo Rognoni (già direttore
de L’Espresso e vice direttore di Repubblica), il promettente scrittore svizzero Andrea Fazioli (già vincitore del Premio Chiara giovani), il cantautore Franco
Boggero (finalista al Premio Tenco 2009) e Vittorio
Sgarbi.
CRONACA
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Lago&Valli
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
ARTISTI, CULTURA E CURIOSITÀ
Ercole Ferrata
e Antonio Fogazzaro
lontani e vicini
L'angelo crocifero
e Castel S.Angelo
l Ferrata e il Fogazzaro E’ vero che quando ci si lascia andare
con la fantasia nel
tratteggiare il ricordo
di persone e cose famose
ormai scomparse da tempo a volte si corre il rischio di lasciarsi prendere in po’ la mano… Ma affermare che l’angelo crocifero del Ferrata, che si
trova da più di trecento
anni sul Ponte S.Angelo,
a Roma, è il più celebre
angelo di Roma… beh, ci
sembra proprio proprio
un po’ esagerato... In
special modo perché sullo sfondo si può intravedere l’angelo del Bernini
che, dal castello rinfodera
la spada della peste, con
il pericolo che ancora la
“snudi”, con ogni probabilità irritato da certe possibili affermazioni…
Bando, però, agli scherzi. Nel corso di questo
2010 Ercole Ferrata è stato il personaggio dominante di quasi la totalità
delle manifestazioni culturali della Valle dato il
cadere dei 400 anni dalla
sua nascita. E’ stato ricordato in tutti i modi,dalle
scuole alle conferenze culturali e artistiche, dalle
fotografie ai D.V.D che
hanno riportato alla memoria o fatto conoscere i
suoi migliori capolavori.
Ripensando al Ferrata
I
Due personaggi vissuti a distanza
di duecento anni, accomunati da uno
spirito semplice e accogliente.
Il ricordo di un curioso episodio che,
cento anni fa, vide, per un istante,
incrociarsi i loro due mondi
di RINA CARMINATI FRANCHI
è ancora nell’aria la testimonianza di come 100
anni fa, quindi nel 1910,
la Valle ricordò il piccolo
e simpatico pelliese, così
come si può evincere dal
ritratto a olio giunto fino
a noi.
È proprio muovendosi
tra le pieghe della storia
ufficiale e della narrazione orale che è possibile
raccogliere episodi dal
gusto antico. In merito a
ciò ci sembra divertente e
curioso accostare due figure storiche di artisti
vicini alla Valle Intelvi:
Antonio Fogazzaro e, ben
appunto, il “nostro” Ercole Ferrata.
Correva l’anno 1910 e,
come abbiamo detto, in
onore suo gli studiosi della Valle avevano organizzato una mostra di ricordi, ricerche e quadri di
artisti locali. Sede Pellio.
Per l’occasione vi fu un
importante ciclo di con-
ferenze e venne addirittura stampata l’effigie dell’artista su bellissimi bicchieri, dei quali qualche
esemplare è giunto fino a
noi. Ma ecco la curiosità.
Testimonianza di quegli
eventi ci arriva da un improvvisato cronista d’eccezione: Antonio Fogazzaro. In una lettera conservata e diretta a un suo
caro amico parroco di
Dizzasco, il grande scrittore ci fa leggere fra le righe una realtà di montagna di quei lontani anni.
Così scrive il Fogazzaro:
“Caro amico ,Voglio raccontarti un’avventura che
mi è capitata la settimana scorsa. Lo so che mi
aspettavi nel tuo grazioso
paesino, ma ora ti racconto; sono partito con questa
meta precisa deciso di
raggiungerti per fare con
te una bella chiacchierata. Con la barca ho raggiunto Osteno e non ho
resistito al desiderio di
arrampicarmi su per le
stradine che portano in
alto verso Laino e S.Fedele
per poi scendere a Dizzasco .
Sfortunatamente però le
mie gambe non erano
d’accordo e la mia speranza di trovare qualche
vetturino che mi desse un
passaggio è andata delusa, così arrivai alla località chiamata “Garage”
già ben provato e mi sedetti volentieri a tavolino
per prendere un caffè in
una piccola e deliziosa
osteria. Vicino a me venne a sedersi un contadino
di passaggio e incominciammo a chiacchierare .
L’argomento fu la mostra
che si teneva su un artista locale in quei giorni in
un paesino vicino, così mi
incuriosì tanto che decisi
di cambiare direzione e
andare a vederla. Sapu-
to il mio intento il giovane si offrì a darmi un passaggio sul suo carro colmo all’inverosimile di fieno profumato. Mi venne
una domanda alla mente - Sapeva quel giovane
con chi parlava? Penso
proprio di no, perché senz’
altro si sarebbe lasciato
prendere dalla timidezza
e io avrei perso un’esperienza unica che mi ha
lasciato un caldo ricordo
di profumo di fieno sui
vestiti e tanta serenità nel
cuore. Ho potuto così visitare la mostra e sono rimasto stupito e ammirato di come è stata allestita e curata, tanto che mi
sono sentito in dovere di
lasciare un piccolo presente, ben meritato… Spero
che non ti sia offeso di
avermi aspettato inutilmente…”
Immaginarci un Fogazzaro, un personaggio così
importante su un carro di
fieno è una cosa che ci fa
sorridere anche dopo tanti anni, ma, raccontano gli
abitanti della Valsolda, lo
scrittore e poeta non era
nuovo a questi scherzi.
Un giorno si sparse la
voce in paese che questi
era sul battello che proveniva da Lugano, così
una piccola folla di curiosi si radunò sul molo per
applaudirlo, ma lui quando sbarcò portava una
scopa di saggina appena
acquistata e facendo un
po’ il buffone si rivolse la
folla in dialetto dicendo:
“Iscì podarii dì che i vist
un senatuur cunt una
scuua in spala!”
Due artisti, due grandi
uomini divisi da duecento anni di storia, ma che,
oltre al loro ingegno, conservavano quella simpatia affettuosa e rara che
accomuna la gente umile.
UN FENOMENO MOLTO FREQUENTE
Al Cof di Lanzo un corso sulle cadute in corsia
I
l dottor Gino Tassini,
direttore sanitario
del Cof lanzo Hospital, e la caposala
Mabel Ferrario hanno tenuto, nelle settimane scorse, presso la clinica ortopedica e fisiatrica
di Lanzo d’Intelvi(Como)
un corso sulla prevenzione delle cadute in ospedale che verrà presto replicato.
Le cadute dei pazienti in
ospedale rappresentano
un problema rilevante
nell’ambito del ricovero e
per questo motivo da
qualche anno sono diventate oggetto di studi
scientifici che dettano le
strategie idonee a prevenirle. Vi sono diversi fattori di rischio da considerare che spaziano dalle
cause ambientali, come la
mancanza di appigli e
corrimano, alle varie
patologie del malato fino
all’assunzione di farmaci
particolari. Le conseguenze di una caduta accidentale investono non solo il
paziente e la relativa qua-
lità di vita, ma anche la
sua famiglia, il personale
sanitario e l’azienda
ospedaliera. Nei casi peggiori si riscontrano lesioni e fratture che compromettono le condizioni del
malato e aumentano il
suo grado di dipendenza
dagli altri.
Dati statistici in Italia
Mediamente ogni mille
giornate di degenza in
ospedale cadono dalle 3
alle 13 persone. Tra questi sfortunati una percentuale, che va dal 15% al
50%, riporta danni che
possono essere banali o
rilevanti. Stando ai dati
rilevati dalla Regione
Lombardia le cadute gravi sono del 5%.
Conseguenze di una
caduta accidentale
Le implicazioni possono
essere varie e complesse.
Dalle cadute accidentale
si riportano traumi, ferite, danni cerebrali, lesioni degli organi interni, dei
tessuti molli e fratture. In
particolare la frattura del
femore nell’anziano è una
delle più gravi conseguenze traumatiche che porta
all’immobilizzazione e al
ricorso all’intervento chirurgico con possibili problemi bronco-polmonari,
embolie, decubiti e altro.
Incidenza delle cadute sulla psicologia e
la vita sociale dell’anziano
L’anziano dopo una caduta perde sicurezza nel
muoversi e tende ad isolarsi socialmente compromettendo sempre più la
sua autosufficienza. La
stessa paura di cadere
può provocare un calo
dell’autostima che innesca un circolo vizioso che
porta al declino psicofisico.
Impatto del problema delle cadute accidentali in ospedale
In ospedale le cadute
sono un problema per il
paziente, per i familiari,
per il personale e per la
struttura sanitaria. Tra le
conseguenze vi sono il
peggioramento della qualità della vita del paziente, il prolungamento della degenza, l’aumento dei
costi, la perdita di fiducia
negli operatori della
struttura e il risarcimento dei danni.
Che cosa si fa per
prevenire le cadute
Ci sono più interventi
mirati che possono ridurre il rischio di cadute e
spaziano dalla gestione
delle patologie del paziente all’esercizio fisico, dalla revisione della terapia
farmacologica alle modificazioni ambientali, dalle informazioni al paziente agli ausili per la deambulazione fino alla formazione del personale sanitario.
Nuovi ausili per i pazienti
Ci sono delle imbottiture che si applicano a livello delle anche per proteggere gli anziani durante
la caduta e allarmi che si
inseriscono nel letto per
avvisare il personale del
reparto.
Informazioni trasmesse al paziente
Al Cof Lanzo Hospital
diamo ai pazienti un opuscolo informativo con alcuni consigli apparentemente banali sulla conoscenza della stanza in
ospedale e sul modo di
alzarsi dal letto. È utile
sapere come è strutturata la camera e il posizionamento delle prese di
accensione della luce e del
campanello per le chiamate. C’è un modo corretto di alzarsi dal letto; non
di scatto ma, lentamente
passando dalla postura
seduta a quella eretta. Il
paziente che entra in
ospedale è sottoposto ad
una valutazione del rischio di caduta. Se viene
considerato ad alto rischio si mettono in atto
misure speciali, come gli
strumenti per deambulare in modo più sicuro, dal predellino alla carrozzina fino al braccialetto che permette un migliore monitoraggio del
personale sanitario.
Importanza dell’attività fisica per il paziente
L’esercizio fisico migliora la resistenza fisica e il
tono muscolare e corregge l’andatura. Un programma di passeggiate
previene le cadute accidentali
Incidenza della terapia farmacologica sul
rischio di cadute
Ci sono farmaci, come i
sedativi del sistema nervoso centrale, i diuretici e
i lassativi, che aumentano il rischio di caduta. Per
questo motivo spesso può
essere utile una revisione
della terapia farmacologica del paziente.
Modifiche utili dell’ambiente
Adeguare l’altezza del
letto, migliorare l’illuminazione notturna, disporre un corrimano alle pareti, spostare i mobili che
favoriscono gli inciampi,
asciugare le parti di pavimento bagnato e ridurre il disordine nelle stanze.
CRONACA
P A G I N A
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Como&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
PICCIONI VIAGGIATORI
Nel cuore
del Libano
H
o appena terminato il sorvolo
dell’isola di Cipro quando : “Signori e signore,
stiamo per iniziare la discesa su Beirut dove atterreremo tra una ventina di minuti circa …”. Ed
ecco spuntare dal mare
una selva di grattacieli:
Beirut… il Libano!
Libano, prolungamento
della Terra Santa: Tiro,
Sidone, il monte Libano,
Hermon … la storia sacra
ha toccato questi luoghi
come ci ricorda la Bibbia
in diversi passaggi con
vari personaggi: Salomone, Elia, lo stesso Gesù …
E sempre più viene indicata come “ elemento unificante” la Vergine Maria,
Nostra Signora del Libano, che si venera ad Harissa per le diverse confessioni cristiane, il mondo islamico sciita e sunnita! Dove accanto al richiamo alla preghiera del
muezzin (in questo periodo poi è Ramadan), la domenica mattina si odono le campane delle diver-
Un viaggio
in una terra che,
nonostante le
difficoltà e i
conflitti, non ha
perso la sua
magia
di ROBERTO RIGHI
se chiese per la Santa
Messa. Cattolici, maroniti, greco cattolici, greco
ortodossi, armeni etc. Cristiani di antica origine a
cui si aggiungono i nuovi
venuti: filippini, srilankesi … Sempre più minoranza per la denatalità
che per la diaspora, nell’incertezza del futuro!
Libano, terra dei Fenici/
cananei con le loro tre
grandi città e il loro credo (Baal, orgiastici riti…),
le varie dominazioni che
si sono succedute; l’influsso egizio, semitico, romano nell’arte: Biblos, Baalbeck, Tiro, Sidone… per
non parlare dei crociati e
dei mamelucchi per la città di Anjar… Rovine di
Nella foto la moschea
principale di Beirut
tempi, mercati, case, obelischi veramente splendide… mosaici
romani e bizantini, necropoli…; una felice sintesi di
tutto questo lo
si trova nel
Museo Nazionale di
Beirut, rinato dopo la
quindicen-nale guerra civile, essendo lo stesso posto sulla “Green Linee”
che divideva cristiani e
musulmani, la via per
Damasco, che all’inizio
viene detta “piazza dei
Martiri”.
E, a proposito il centro
di Beirut si può dire che
sia stato interamente ricostruito grazie alle azioni della “Solidarè” un ente
creato apposta dal defunto Hariri! Due “chicche”
un mixer di stili tra il
XVII/XVIII secolo, sono la
cittadina di Deir El Kamar e il palazzo di Beittedine, che hanno avuto
in quell’epoca il ruolo di
capitale. Accanto qua e là
rovine di palazzi, dovuti
alla guerra civile: il segno
di pallottole e cannonate
sono un segno!!! E che
dire dei ponti ricostruiti
dopo i bombardamenti
degli israeliani nel 2006!
Il Libano è piccolo territorialmente,
circa
10.400 Kmq, come la nostra Umbria e le destinazioni si raggiungono velocemente; diviso in quattro
zone climatiche: costa,
catena del Libano, valle
della Bekaa, catena dell’
Antilibano al confine con
la Siria. Ma se si va da
Beirut verso Tripoli, a
nord, ci sono grosse speculazioni edilizie, un po’
per scappare dalla guerra, un po’ per respirare
aria più sana di Beirut,
andando verso sud, a Tiro,
le case lasciano il posto a
bananeti, agrumeti …
Nella Bekaa, invece,
grandi estensioni di grano e viti, con cantine per
la produzione di vino e di
arak. Un assaggio presso
quella di Ksara.
Cristiani, musulmani,
drusi con le loro suddivisioni, le grandi famiglie
che detengono il potere
economico, politico, nelle
diverse città o zone, le
massime cariche ripartite tra cristiani, sunniti e
sciiti, emigrazione ed immigrazioni nuove, i campi palestinesi diffusi su
tutto il territorio: circa
cinquecentomila su una
popolazione di quattro
milioni di abitanti, le “influenze” esterne, creano
problemi e incertezze sul
futuro: “Speriamo che si
arrivi finalmente alla
pace” (Shalom/Salam) è
l’auspicio della nostra
guida cristiano maronita.
Certo che viste da vicino
le cose assumono un altro
aspetto. Due esempi: a
sud, dopo la foce del fiume Litani, accanto ai solito posti di blocco o
postazioni dell’esercito
che si trovano qua e là, si
trovano quelli dei caschi
blu dell’Onu; nella valle
della Bekaa è tutto un fiorire di bandiere gialle di
Hezbollah e verdi degli
sciiti di Berri.
Si può girare senza problemi, devo dire!!
Domenica mattina, festa dell’Assunzione, prima della partenza, ho fatto un giro per le chiese
delle varie confessioni di
Beirut, dove si stavano celebrando le sante messe,
per concludere con la mia
partecipazione al rito nella chiesa cattedrale maronita.
Non molte le persone,
ma grande suggestione e
solennità. Per la cronaca,
non sono mancate le visite alle moschee, in un paio
di casi ex chiese, magari
con la “preghiera” in corso.
Poi ahi noi, ci sono toccate le misure antiterrorismo e i controlli aeroportuali… fine della poesia !!
CRONACA
ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
P A G I N A
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BRENTA RACCONTO DI UN’ESPERIENZA PRESSO IL SANTUARIO DI LA SALETTE
Pellegrinaggio dal curato d’Ars
’
L
anno sacerdotale
si è chiuso; ma una visita al Santo Curato d’Ars
significava soprattutto per il sacerdote
salesiano che mi accompagnava, onorare l’anno
dedicato a tutti i parroci;
e chi se non don JeanBaptiste-Marie Vianney,
poteva incarnare al meglio la figura di sacerdote, votata alla povertà e
alla missione tra la gente? Così preso alloggio dai
salesiani di Lione, ci siamo poi portati sulle tracce di questo santo sacerdote iniziando dal suo piccolo paese di Ars, un piccolo villaggio a nord di
Lione. Il luogo dove il nostro parroco trascorse
quasi tutta la sua esistenza. Vi giunse nel Febbraio del 1818 a 32 anni e in
quel villaggio morirà nel
1859.
Ecco la vecchia chiesa
ampliata all’estremità
per raccogliere degnamente le spoglie del santo religioso, che ora riposa in un’urna collocata
sopra un altare. È una
bara in parte di cristallo
che raccoglie il suo corpo
imbalsamato; le sue san-
te reliquie. È il luogo dove
la gente si sofferma a raccogliersi, ad accender un
lume, a chiedere una intercessione. La vecchia
chiesetta è rimasta la
stessa. Alcune piccole vetrate collocate nelle povere cappelle raccontano
episodi della vita del curato e ci raccontano delle
sue visioni e della sua
devozione per i santi, per
la Madonna e per il Sacro Cuore di Gesù. La
canonica, posta accanto
alla chiesa, conserva le
stanze che il sacerdote
occupava. Si trovano oggetti di sua appartenenza: piccole cose, alcuni indumenti, libri…tutto è rimasto come allora. La
vecchia cucina, il letto
dove morì, un piccolo tavolo e le numerose stampe di santi che egli appe-
se alle pareti. Fuori la
stalla, un carretto, il forno per il pane e l’orto dove
raccoglieva i giovani del
paese per istruirli alla
carità. Tutto il villaggio
ruota attorno alla figura
del santo curato; tutto ci
parla di lui: della gente
che accorreva per una
parola, per una confessione, o solamente per vederlo. Per vedere questa umile persona, che si riteneva indegna di essere un
sacerdote, ma che per tutti era già il santo di Ars.
Dopo Ars. Sulla strada del
ritorno saliamo verso La
Salette, una località situata sui monti del
Delfinato, un luogo suggestivo, dove il pini scompaiono per lasciar posto agli
alpeggi. Proprio lassù apparve nel 1846 la Madonna, riconosciuta poi come
Conciliatrice dei peccatori, a due bambini: Massimino Giraud e Melania
Calvat. La Vergine Maria
raccontò loro dei peccati
degli uomini, li invitò a
pregare per la conversione e confidò loro due segreti fatti pervenire poi a
Pio IX. In quel piccolo
avvallo ora si trova una
prima statua della Ma-
donna con accanto i due
pastorelli, la Vergine reca
sul petto una croce e gli
strumenti della passione;
dietro una seconda statua
della Vergine in pianto
seduta su un sasso, come
la videro per la prima volta i due veggenti; più in
alto nuovamente la Madonna che parla ai due,
rappresentati poco distanti ancora una volta
che scendono verso il piccolo vallone. La storia delle apparizioni raccontata
tramite belle statue in
quattro tempi. Vi è poi la
fonte della Vergine e in
alto, su di un piano, ecco
la bella chiesa. Alle sue
spalle una casa di accoglienza per i pellegrini e
religiosi della Fratellanza di La salette. Attorno
una natura splendida e
silenziosa fatta di cime
innevate. Un luogo che
invita alla meditazione. Il
santo curato d’Ars prima
di morire confidò al suo
vescovo che ebbe l’apparizione dei due fanciulli
veggenti e ribadì che bisognava credere alle apparizioni. Credere senza
alcun indugio.
SERGIO TODESCHINI
P A G I N A
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Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
LIVIGNO IL SALUTO AL PARROCO: PRESTO FARÀ IL SUO INGRESSO COME ARCIPRETE DI SONDRIO
Una grande festa per don Marco
«
S
e ho fatto quello che ho fatto
è perché vi voglio bene». Con
queste parole
don Marco Zubiani ha terminato la santa messa delle 19.30 di domenica 1 agosto con la quale si è congedato dalla Comunità cristiana di Livigno dopo quasi 11 anni di servizio. In
una chiesa abbellita per la
tradizionale ricorrenza
della “Prima d’Agosc’t”, festa dedicata alla Madonna
nella prima domenica di
agosto, alla presenza delle
autorità e di numerosi parrocchiani, don Marco ha celebrato la santa messa nel
suo stile sobrio ma non
senza una forte carica di
emozione che, per la prima
volta in 11 anni, l’ha portato a leggere la sua omelia preparata come al solito con cura e rivelatasi ricca di originali e intensi
spunti di riflessione. Come
un sommelier “...guarda,
odora, muove, degusta il
vino per poterne dare un
giudizio e alla fine, se è il
caso, dice la sua anche sul
bicchiere da usare che può
esaltare meglio le caratteristiche del vino” così anche “... il fedele ascolta, medita, riflette sulla Parola
annunciata dal sacerdote
per coglierne la fedeltà al
SANTUARIO MADONNA DI TIRANO
APERTURE ESTIVE
• Il Santuario-Basilica della Madonna di Tirano osserverà l’apertura continuata
dalle ore 7.00 alle ore 19.00 anche nel mese di settembre.
GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO
DOMENICA 5 SETTEMBRE
Domenica 5 settembre si celebra la Giornata Provinciale dell’ammalato, organizzata del santuari con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi:
• ore 7.30 e ore 9.30: Santa Messa
• ore 9.30: accoglienza dei fedeli e dei malati sul piazzale e nelle sale attigue
• ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica
• ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco
• ore 15.00: celebrazione mariana: santo rosario, litanie, recita della preghiera
alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica ai malati e a tutti i fedeli
• ore 16.30 e 18.30: sante Messe
Vangelo, alla Chiesa, l’attenzione al mondo d’oggi.
Non si ferma al sacerdote
ma bada all’annuncio. E se
chi predica con la sua vita
ne “esalta” il contenuto è la
cosa migliore”. Don Marco,
in questi anni a Livigno,
con la sua vita ha saputo
esaltare e non offuscare la
bellezza del Vangelo. Come
ha voluto ricordare il Consiglio Pastorale con la lettera di saluto a don Marco,
la sua attività pastorale si
è concretizzata nella celebrazione accurata della
Santa Messa, nella spiegazione della Parola, nell’accoglienza dei penitenti nella confessione, nella cate-
chesi per gli adulti e nella
preparazione ai sacramenti. Importante la formazione riservata ai catechisti,
agli adulti di Azione cattolica e a vari gruppi. Impegnativa l’organizzazione
della scuola materna e dell’asilo nido. Molto importante anche la sua vicinanza ai problemi delle famiglie, in particolare per
quelle con componenti disabili e con ammalati e anziani. La preparazione e celebrazione dei funerali, i
pellegrinaggi, vicini e lontani sono state esperienze
molto sentite. Sono stati
numerosi gli impegni portati a termine e le iniziative avviate tra cui in particolare l’oratorio con l’associazione “Noi”, e l’Acr. Puntuale e preciso in tutto don
Marco è stato apprezzato
per lo stile di vita decoroso, semplice e povero. In
questi ultimi tre anni, dopo
l’improvvisa scomparsa di
don Adriano Ponti, don
Marco si è preso a cuore la
comunità di Trepalle favorendo la collaborazione e il
camminare insieme tra le
due parrocchie. Notevole è
stato anche il suo impegno
nel favorire l’appartenenza alla Chiesa, nell’espressione concreta della Diocesi e della Zona Pastorale
Valtellina Superiore.
Lunedì 2 agosto don Marco è poi riuscito in un’altra
impresa all’apparenza impossibile: in piena stagione estiva, nel momento culmine del lavoro con gli ospiti presenti a Livigno,
più di mille livignaschi si
sono radunati in Plaza
Placheda per la festa di
NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELL’APPARIZIONE
TEDÌ 28 SETTEMBRE
MARTEDÌ
DA LUNEDÌ 20 A MAR
• ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane
• ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano)
• ore 7.30: Santa Messa
• ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione
• ore 16.00: Santa Messa (solo mercoledì 22 settembre)
• ore 17.30: recita del Santo Rosario
• ore 18.00: Santa Messa
Confessioni: dalle ore 5.30 alle ore 12.00; dalle ore 14.30 alle ore 19.00
PELLEGRINAGGIO DALLA VALPOSCHIAVO
Domenica 26 settembre: giungerà per l’ultima Santa Messa vespertina delle
ore 18.00 (e non 18.30).
GIORNATA DELL’APPARIZIONE
MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE
• ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane
• ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano)
• ore 7.30: Santa Messa
• ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione
• ore 10.30: Santa Messa presieduta dal Vescovo Diego Coletti
• ore 15.00: recita del Santo Rosario, litanie mariane, benedizione eucaristica
• ore 16.00: Santa Messa
• ore 17.30: recita del Santo Rosario
• ore 18.00: Santa Messa
• ore 20.30: processione; a seguire, concerto della Banda cittadina
saluto a don Marco. Così
tante persone tutte insieme e fin quasi a mezzanotte nel polifunzionale di
Livigno non si sono mai viste. Grazie al generoso impegno dei cuochi di Livigno, anch’essi in piena stagione, e a numerosi volontari, la serata, organizzata
dall’associazione Noi Benefizi, si è svolta piacevolmente e, tra una portata e
l’altra, hanno salutato e
omaggiato don Marco i
bambini degli asili, gli ospiti del Centro Diurno
Disabili, i ragazzi di quinta elementare, l’Acr, il Coro
Monte Neve, il Gruppo di
Trepalle, il Gruppo Folkloristico, le catechiste, gli
anziani, la Banda e perfino il Milan Club di Livigno.
Dulcis in fundo il gruppo
teatrale Carcent che ha
saputo strappare qualche
sana risata ai convenuti
con alcune caricature di
don Marco tra cui anche un
«nuntio vobis gaudium magnum: abemus...» il nuovo
arciprete di Sondrio.
QUINTO BORMOLINI
CRONACA
Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
P A G I N A
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CHIAVENNA IL SALUTO AL VICARIO, CHIAMATO A SONDRIO
Grazie don Stefano
«
H
o imparato
molto in questa mia esperienza
a
Chiavenna,
ringrazio tutti». La commozione non ha rotto la
voce di don Stefano Arcara, che nei giorni scorsi ha salutato la comunità dei fedeli della città
del Mera che abbandona
dopo sette anni come vicario all’oratorio di San
Luigi. Al sacerdote, arrivato a Chiavenna subito dopo essere stato ordinato prete, il compito
di celebrare una delle
messe più importanti
dell’anno, quella del
giorno di San Lorenzo
martire patrono della
città. Ad una chiesa di
San Lorenzo gremita,
don Stefano ha voluto
manifestare la sua gratitudine per gli anni trascorsi insieme: «Da questa esperienza ho imparato due cose - ha spiegato il vicario durante
l’omelia - che mi hanno
aiutato a crescere. La
prima è che in tutte le
persone, in tutti i ragazzi, c’è del buono. Che va
trovato magari con pazienza e dedicandovi
tempo. Le maggiori soddisfazioni in questo senso le ho avute affrontando casi che sembravano
complicati. Giovani su
cui difficilmente si pote-
vano nutrire grosse speranze ai quali, invece, ho
visto fare cose molto importanti. Il secondo insegnamento che ho tratto
me lo hanno dato i chiavennaschi, che hanno
per loro natura con la Parola di Dio un rapporto
a volte molto “laico” e
pragmatico. Loro mi
hanno insegnato a verificare il Vangelo nella
vita quotidiana e negli
atti concreti e non limitarmi a discorsi alti. A
loro, però, ora io riman-
do la palla invitandoli a
meditare sulla Parola di
Dio e sull’insegnamento
che contiene». Don Stefano, dopo aver ovviamente ricordato la figura di San Lorenzo, martire per difendere la fede,
ha proseguito con una
lunga serie di ringraziamenti: «Ringrazio ovviamente tutto i cittadini e
tutti coloro che, anche
criticandomi in modo
sincero, mi hanno aiutato a maturare. Sono stati anni in cui ci siamo
voluti bene e, nell’ultimo periodo, la cosa è stata per me molto evidente. In modo particolare
vorrei ringraziare il mio
parroco, don Ambrogio
Balatti, riconoscendogli
di avermi concesso grande libertà nelle iniziative che ho voluto portare avanti. Una libertà,
non scontata, che è nata
da un rapporto dialettico, di confronto costante e costruttivo». Al termine della funzione, la
giornata è proseguita
con un breve rinfresco
per tutti i presenti alla
Messa nella collegiata di
San Lorenzo, con il pranzo organizzato per l’occasione in un crotto e
con la messa solenne
delle ore 18.00. Fra alcuni giorni arriverà il
novello sacerdote don
Lorenzo Mottola.
D.P.
CHIAVENNA IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN LORENZO
GLI EMIGRANTI DI SAMOLACO
È un rapporto ormai consolidato quello tra la comunità di Samolaco e i suoi emigranti, che partiti anni
fa, se non addirittura discendenti di samolichesi ma
nati all’estero, non si sono comunque dimenticati
della terra d’origine. Anzi, hanno voluto regalare un
po’ della propria fortuna in opere di interesse culturale. Tutti conoscono la storia di Elmo Falcinella e
delle donazioni della sua famiglia per la biblioteca
di San Pietro. La famiglia Falcinella, però, non è sola.
Nei giorni scorsi Roberto Pedraglia, residente a Santa Barbara, sobborgo di San Francisco, e samolichese
di origine per parte di madre, ha fatto pervenire all’associazione Culturale Biblioteca di Samolaco la
somma di 5 mila dollari. La generosa donazione, sotto
forma di assegno, è stata consegnata direttamente
nelle mani del presidente Sergio Scuffi da Tranquilla Falcinella, ritornata a Samolaco per una visita ai
parenti. Con tali fondi, secondo la volontà del donatore, verrà rinnovata e potenziata la dotazione informatica della Biblioteca, che risulta ormai inadeguata. «Non è la prima volta - commenta Scuffi - che
Pedraglia dimostra concretamente la sua generosità, particolarmente indirizzata al campo culturale .
Roberto è da sempre amico dei Falcinella, emigrati
in California negli anni ’50. Nell’inserire nella nostra denominazione proprio il termine “biblioteca”,
abbiamo voluto onorare un altro grande benefattore:
Elmo Falcinella. Egli, in più riprese, ha messo a disposizione dell’amministrazione comunale dei fondi; alla fine la maggior parte, si sono resi necessari
per la costruzione della bella e moderna biblioteca,
che porta il suo nome ed è situata nella frazione san
Pietro, dalla quale Falcinella proveniva. La struttura, inaugurata una decina di anni fa, è stata completata ed arredata grazie anche all’intervento della
sorella Tranquilla, che a sua volta aveva partecipato a questa bella manifestazione di generosità nei
riguardi del paese di origine. Continua così la lodevole abitudine di molti che non hanno mai dimenticato il paese di origine, intervenendo con generosità.
Ricordiamo, tra le più significative, le donazioni di
Agostino Baretta per la costruzione dell’Asilo parrocchiale di Era, a cui contribuì anche un gruppo di
emigranti stabilitisi a Western Australia, e di Emanuele Barelli per la recente ristrutturazione della
Torre del Culumbée, Museo». È di questi ultimi mesi,
infine, la mobilitazione di molti “australiani”, cioè
samolichesi che hanno puntato sul Nuovissimo Mondo, che stanno attuando una raccolta di fondi per
contribuire alla ristrutturazione della Cappella di
Fontanedo.
D.Pra.
Folla per il tradizionale concerto
«
er fortuna il
cielo sembra
volerci risparmiare la
pioggia». C’è
mancato veramente pochissimo per smentire le
parole giunte dal palco
dall’assessore alla cultura del comune di Chiavenna Raffaella Palmi e
trasformare una delle
serate musicali più attese dell’anno in un disastro. E, invece, la pioggia è arrivata ma è durata veramente pochi
secondi e la serata si è
trasformata in un trionfo. Giardino di Palazzo
Vertemate Franchi stracolmo per l’attesissimo
Concerto di San Lorenzo 2010, appuntamento
con la musica classica
voluto dall’amministrazione comunale per celebrare il santo patrono
della città del Mera. Un
pubblico stimabile attorno alle 700 persone non
ha voluto mancare all’appuntamento con il
giovane talento pianistico del chiavennasco Michele Montemurro e dei
suoi, altrettanto giovani,
scudieri del “Quintetto
Romantico”. Un appuntamento, come sempre,
musicale ma anche decisamente “mondano”.
Una di quelle serate a
cui difficilmente i chiavennaschi mancano. Se
non proprio obbligati,
ma che negli anni ha co-
P
minciato ad attirare anche qualche appassionato proveniente dalla Bregaglia svizzera.
Partenza soft per Montemurro, che ha introdotto la serata ringraziando dell’opportunità
con voce rotta dall’emozione ma fortificato dal
caloroso applauso del
pubblico; accompagnato
dal violista Luca Guidi
nell’Adagio e Allegro op.
70 di Schumann e nel
valzer “Der Rosenkavalier” di Strauss dalla violinista Melinda Stocker.
La serata ha cominciato
a scaldarsi con Brani che
hanno visto l’esordio sul
palco di Luigi Gatti al violoncello e della notevolissima Daniela Cammarano al violino. La parte
conclusiva della serata
ha visto Montemurro e
i colleghi per un quartetto d’archi impegnato nei
Crisantemi di Giacomo
Puccini. Quintetto Romantico al completo, infine, per il brano conclusivo. L’atteso la “Passacaglia” di Haendel proposta da Guidi e Stocker in
una versione forse con
qualche sbavatura ma
piena di calore e passione. Grandi applausi al
termine dell’esecuzione
per i due. Romanticismo
a piene mani con “Vocàlise op. 34 n.14” di Rachmaninoff e con la “Romanza” e “Danza Ungherese op. 6” dello stesso
compositore russo. “Concerto n. l op. 11 in Mi minore” di Frederich Chopin ha strappato applausi ai presenti, dimostrando la preparazione
e il talento dei giovani
musicisti. Ultima nota
gli auguri arrivati dal
palco da parte dell’assessore Palmi al sindaco di
Chiavenna Maurizio De
Pedrini, ricoverato a
Sondrio per un intervento chirurgico.
D.Pra.
P A G I N A
CRONACA
26 ValchiavennaBassaValle
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
VILLAPINTA DOPO AVER GUIDATO LA COMUNITÀ PARROCCHIALE PER QUATTORDICI ANNI
Il saluto a don Paolo Busato
D
ifficile dimenticare la Messa
celebrata nella
festa del santo
patrono Pietro,
il 29 giugno, alle ore
20.30, per i parrocchiani di Villapinta. È stata
una cerimonia sobria e
partecipata nel corso
della quale tutto si svolge regolarmente, che significa “bene”. D’altra
parte, è più facile sentirsi davvero “famiglia”, e
per di più “cristiana” (e
scusate se è poco!), quando ci troviamo raccolti
nell’antica chiesetta di
san Pietro, nel centro
storico del paese. Sarà
forse per le panche scricchiolanti per l’usura, che
raccontano storie di nonni, bisnonni e avi, oppure per i ritagli di affreschi con scritte in latino,
sopravvissuti fortunatamente ad un insensibile
restauro negli anni della cementificazione. Oppure sarà per le vecchie
stalle circostanti, sfuggite (per ora) all’ edilizia
residenziale e finalmente valorizzate dalle vie
da poco vestite a nuovo
con l’agognato porfido
dal gusto antico, sistemato a regola d’arte da
lodevoli, simpatici , e,
ahimè, incomprensibili,
posatori dagli occhi a
mandorla. Insomma…
sarà per tutto questo,
ma quando celebriamo
nella chiesetta di san
Pietro tutto sembra più
casereccio, come noi.
Semplicemente più bello. E lo era anche lo scorso 29 giugno. Sennon-
ché, al termine della
Messa, la fatidica nota
dolens. Noi abbiamo
fretta di invocare la pro-
tezione del patrono ed
intoniamo “Sancte Petre
ora pro nobis”, ma il don
(Paolo n.d.r.), ci arresta
LAVORI SULLA STATALE 36
IN VALCHIAVENNA
La Giunta esecutiva della Comunità montana della
Valchiavenna informa che sono stati affidati i lavori
per il miglioramento della Strada statale 36 dello
Spluga sul territorio di San Giacomo Filippo, nei tratti vicini alle località Conoia, Mescolana e Vignola con
l’ampliamento dei tornanti. Il cantiere dovrebbe aprirsi il prossimo ottobre. Il costo complessivo dell’operazione per il miglioramento della viabilità sui tratti di
strada della S.S. 36 dello Spluga interessati è stato
stimato in 800mila euro, di cui 300mila a carico di Ente Provincia e Comuni di San Giacomo Filippo, Campodolcino e Madesimo, e 500mila sono gli euro messi
a disposizione dalla Comunità Montana, ente promotore e attuatore della realizzazione dell’intervento.
MONTESPLUGA LA PRIMA EDIZIONE DELL’INIZIATIVA
La «Festa del pellegrino»
e ci chiede un attimo di
pazienza perché deve
dire qualcosa. Ma cosa?
Speriamo nulla di brutto. No, no, tutto sotto
controllo. Vuole solo ricordare il cinquantacinquesimo anno di fondazione della parrocchia
che cade proprio in questi giorni. Il riferimento
ai già quattordici anni
trascorsi con noi, il ricordo delle esperienze condivise, quelle belle e
quelle brutte. Prosegue:
“adesso per me si apre
un nuovo cammino lontano da qui...”. Inutile
dirlo: non ci possiamo
credere. Non ci vogliamo credere. Così, nella
iniziale confusione di
idee e nella tristezza per
l’imminente distacco dal
don, trascorrono i giorni, fino alla sera di martedì 17 agosto, alle ore
20.30, “ultima messa del
don” tra noi… Questa
volta siamo nel più capiente Santuario di San
Cristoforo, chiesa parrocchiale abbellita e
completata, impreziosita
di arte e di colore proprio sotto la guida di don
Paolo. È, anche questa,
una celebrazione semplice ed essenziale, ma ordinata e precisa in ogni
dettaglio. Di gente ce
n’è, e tanta. Segno che
al don ci teniamo davvero e vogliamo stargli vicino per l’ultima volta,
prima di “consegnarlo”,
come testimone prezioso, ad un’altra comunità. Occhi lucidi, qualche
lacrima, alcuni fazzoletti inumiditi. I chierichetti stranamente mesti.
Qualcuno non riesce a
cantare colto da soffo-
cante singhiozzo. Una
intenzione di preghiera
per il don, una per la
comunità. La pergamena con la benedizione
del Santo Padre. Poi un
applauso scrosciante, insieme, tutti in piedi. E
ci salutiamo così… Grazie don Paolo e auguri di
cuore!
ALBA CODAZZI
AIUTO AL MUSEO DELLA VAL MASINO
Ivano Fiorelli chiede un aiuto economico per salvare il Museo etnografico della Val Masino. Il
vicesindaco del comune della Bassa Valle ha lanciato
un appello alle istituzioni per reperire i fondi necessari alla salvaguardia del sito culturale. Il problema
che affligge il museo riguarda le infiltrazioni d’acqua
che danneggiano gli antichi reperti, molti dei quali in
legno, raccolti grazie alle donazioni dei cittadini. «Essendo collocato in un sotterraneo le infiltrazioni sono
parecchie - spiega Fiorelli -. I deumidificatori presenti non servono più a nulla, ormai. Le uniche soluzioni
potrebbero essere o il trasferimento del museo in un
nuovo stabile, oppure una ristrutturazione e
impermeabilizzazione dell’edificio. Ma per farlo servono circa 100mila euro». Il Museo etnografico della Val Masino raccoglie gli attrezzi per la lavorazione
del latte, del legno, della lana e della canapa, molti
reperti bellici e armi antiche ed esemplari di flora e
fauna locale. Tutti gli oggetti sono stati donati dai
cittadini: «È un museo bellissimo - continua Fiorelli frutto dell’interessamento, dell’impegno e del lavoro
di persone brave e competenti».
IN OTTOBRE LA MOSTRA DEL BITTO
Saranno i prodotti tipici i protagonisti dell’edizione
103 della Mostra del Bitto in programma da venerdì
15 a domenica 17 ottobre presso il Polo di Morbegno.
INIZIATIVA DEGLI «AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA
E DI DON PRIMO LUCCHINETTI» DI MESE
Risottata in compagnia è il prossimo invito per soci e simpatizzanti
dell’associazione “Amici della Casa Sacra Famiglia e di don Primo Lucchinetti di Mese. L’appuntamento è previsto per sabato 28 agosto presso l’Istituto delle Suore che prevede alle ore 1100 la S. Messa, quindi la visita
alla “nuova” biblioteca di don Primo e alle ore 12.15 pranzo insieme. Data
la disponibilità limitata dei posti a tavola, si è invitati a prenotarsi (telefono 0343-41002).
DIECI GIORNI DI EVENTI CON GLI SCAVI DI PIURO
Dieci giorni tra storia, cultura, musica, teatro, ambiente e buona cucina.
Inizia venerdì 27 agosto e proseguirà fino a domenica 5 settembre
“Piuro-Bregaglia”, la rassegna promossa dall’Associazione italo-svizzera
per gli scavi di Piuro. Info su www.piuroitalosvizzera.net. Il momento
clou della “Dieci giorni” sarà l’esecuzione parziale dell’opera lirica in forma di concerto: “Die Glocken von Plurs – Le campane di Piuro” di ErnstHermann Seyffardt. Antonello Puglia ha curato la riduzione e l’adattamento. La rappresentazione, diretta dallo stesso Puglia, è in programma
per la serata di sabato 4 settembre alle ore 21.00 a Belfòrt, ambiente
unico e suggestivo. Vedrà impegnati anche la Corale Laurenziana di
Chiavenna, la Corale di Prosto e l’orchestra sinfonica “Francesco Rogantini”
di Sondrio.
S.BAR.
IL CENTRO DI STUDI STORICI VALCHIAVENNASCHI
AL CINQUANTOTTESIMO FESTIVAL DI TRENTO
omenica primo
agosto a Isola di
Montespluga la
prima “Festa
del Pellegrino”.
Bellissima giornata per
il dono del sole, che ci
ha accompagnati per tutta la giornata. Molto apprezzata l’organizzazione: il lavoro dei cuochi e
il servizio ai gazebo. La
foto permette di apprezzare l’indovinata disposizione dell’insieme: ten-
D
done centrale e i venti
gazebo, ognuno con la
bandiera del proprio
sponsor, nel prato grande. Come primo e miglior risultato lo stare insieme, amichevolmente,
collaborando con generosità al Progetto Oratorio. Un’ unica delusione:
la nostra laguna, che
con il suo verde azzurro, sa compensare in
una certa misura l’impatto delle installazioni
elettriche proprio all’entrata del paese, era ridotta... ad una pozzanghera! Che sarebbe Montespluga senza l’acqua
del suo lago? Troppo “in
alto” chi dovrebbe vedere e provvedere, accondiscendendo, almeno in
questa stagione, anche
alle esigenze ambientali della nostra valle? Un
grazie a tutti.
don GIOVANNI CASE
Anche quest’anno il Centro di studi storici valchiavennaschi ha partecipato a Montagnalibri, la mostra svoltasi a Trento dal 29 aprile al 9 maggio
nell’ambito di Trentofilmfestival, giunto alla cinquantottesima edizione.
La recente produzione libraria, presente in mostra, riguarda due pubblicazioni, che sono state adeguatamente schedate nel lussuoso catalogo di
oltre 300 pagine, edito recentemente. Fra le 323 case editrici partecipanti
all’edizione 2010, attive in tutto il mondo, il Centro di studi storici valchiavennaschi ha presentato le pubblicazioni, edite in occasione del cinquantesimo di fondazione, caduto lo scorso anno.
Si tratta di “Patribus nostris”, la raccolta di studi storici in memoria dei
due primi presidenti don Peppino Cerfoglia e don Tarcisio Salice, con contributi di Paolo Raineri, Gian Primo Falappi e Kurt Wanner, Guido Scaramellini, Paolo Rotticci, Simonetta Coppa, Guglielmo Scaramellini, Cristian Copes, Giovanni Giorgetta, Marino Balatti, Renato Dolci, Germano
Caccamo, Giordano Sterlocchi, Giorgio Scaramellini. È un volume di 300
pagine con molte illustrazioni, tutte a colori, rilegato in cartone telato,
che viene ceduto ai soci al prezzo speciale di 20 euro.
Il secondo libro in catalogo è la riedizione anastatica di “Breve narratione
delle prerogative spirituali della valle Campodolcino” di Guglielmo
Chiaverini, uscito la prima volta a Milano nel 1664. Vi è stata premessa
una nota bio-bibliografica di Guido Scaramellini. Il volumetto si presenta
in una sobria veste editoriale, che ben si intona a quella originaria, e
illustra vari aspetti della vita religiosa e civile della val San Giacomo, qui
detta valle Campodolcino dalla penna di un figlio di quella terra, dove fu
curato per tutta la vita. La preziosa pubblicazione spetta gratuitamente a
tutti i soci, vecchi e nuovi.
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
PROVALTELLINA LA FONDAZIONE PROSEGUE LA RACCOLTA
Impegni del territorio
A
lla scadenza
indicata da
Fondazione Cariplo per raggiungere i cinque milioni di euro di donazioni mancano esattamente 20 mesi: da qui al
marzo del 2012 il territorio dovrà garantire circa 800 mila euro per superare la fatidica quota
che consentirà di ottenere dall’organismo filantropico lombardo un
contributo di cinque milioni di euro e di avere
quindi a disposizione un
patrimonio di 15 milioni di euro. Un passaggio
cruciale per la Pro Valtellina, divenuta una
delle fondazioni comunitarie di Fondazione Cariplo nel 2002 dopo oltre
cinquant’anni dalla sua
costituzione. Il presidente Marco Dell’Acqua, e
con lui i componenti del
Consiglio di Amministrazione, stanno promuovendo la cultura della donazione sensibilizzando Enti Pubblici, associazioni, aziende e privati cittadini affinché forniscano il loro contributo, piccolo e grande che
sia, per vincere la sfida
lanciata da Fondazione
Cariplo. “Abbiamo constatato una crescente
attenzione e una grande sensibilità nei confronti della Pro Valtellina da parte di amministratori pubblici, operatori privati e cittadini,
segno che l’opera che
svolgiamo viene riconosciuta quale meritoria –
sottolinea il presidente Dell’Acqua –. Le donazioni sono in aumento e auspichiamo che gli
esempi virtuosi rappresentati da ultimi dalla
Comunità Montana della Valchiavenna, dal Comune di Tirano e da
Piergiordano Pasini siano imitati. La Pro Valtellina è la fondazione del
territorio e tanto più potrà sostenerne lo sviluppo quanto più sarà forte
dal punto di vista patrimoniale: vincere la sfida di Fondazione Cariplo
è un passaggio fondamentale. Noi ci contiamo perché confidiamo
nella propensione al
dono che storicamente
ha caratterizzato gli abitanti di questa provincia:
tutti possono dare il loro
contributo, non importa
di quale entità, l’essenziale è sentirsi parte di
un progetto comune”.
Sono due le opzioni per
chi volesse sostenere la
Pro Valtellina: una semplice donazione, la costituzione di un fondo
patrimoniale ad hoc. In
entrambi i casi il donatore ha facoltà di scegliere la destinazione del
suo contributo selezionando gli ambiti e i progetti che gli stanno maggiormente a cuore, potendo contare sulle com-
petenze della fondazione. Nei mesi scorsi si
erano registrate le adesioni della Provincia, del
Comune di Sondrio, dell’Aler e del Consorzio
della Media Valtellina
per il Trasporto del Gas,
più di recente il consigliere Piergiordano Pasini ha costituito un fondo intitolato alla memoria dei suoi genitori attraverso il quale, insieme alla Pro Valtellina,
destinerà contributi a
iniziative meritevoli. La
Comunità Montana della Valchiavenna, già titolare di un fondo, lo ha
incrementato di 30 mila
euro raggiungendo i 90
mila euro, mentre il Comune di Tirano ha stanziato 10 mila euro. “Siamo molto soddisfatti per
questi contributi – conclude Dell’Acqua –: gli
amministratori pubblici
hanno compreso l’importanza di collaborare
per vincere la sfida di
Fondazione Cariplo. Donare alla Pro Valtellina
significa donare al territorio, poiché tutti i fondi vengono distribuiti attraverso i bandi. Ora tocca ai cittadini ma anche
alle aziende che, lo ricordo, sono favorite dal
punto di vista fiscale:
tutte le donazioni sono
infatti deducibili. Contiamo su di loro come sui
privati cittadini: siamo a
disposizione di chiunque, anche informalmente, voglia avere chiarimenti o ulteriori informazioni al riguardo”.
MORBEGNO PROMOSSO DAL MUSEO E DALLA RISERVA
Workshop sulle ricerche naturali
l Museo civico di Storia naturale di Morbegno, in collaborazione con la Provincia di Sondrio, la Riserva Naturale Pian di
I
Spagna-Lago di Mezzola
e il Parco Nazionale dello Stelvio, organizza nella giornata di sabato 23
ottobre il secondo workshop su Ricerche natu-
ralistiche in provincia
di Sondrio. Con questo
secondo appuntamento,
che fa seguito al primo
workshop tenutosi nel
2008, si intende aggiornare il quadro sulle ricerche e sui monitoraggi
naturalistici in corso o
condotti di recente in
provincia di Sondrio,
anche al fine di una loro
divulgazione. Si invitano
pertanto tutti i ricercatori che abbiano in corso ricerche in provincia,
o che ne abbiano condotte di recente, a partecipare con un proprio contributo al workshop. Per
permettere l’organizzazione della giornata si
chiede di inviare entro
il 6 settembre via mail
al museo (museo.morbe
A MORBEGNO IL MERCATINO DEI LIBRI USATI
La Cooperativa Sociale Insieme con il patrocinio del Comune di Morbegno organizza: il Mercatino del Libro Usato – edizione 2010. La compravendita riguarda i
solo testi adottati nelle scuole superiori. Per i testi adottati nelle scuole medie
sarà predisposta una bacheca cerco/offro. Per chi cerca libri da acquistare l’iniziativa si svolgerà a partire da lunedì 30 agosto fino a venerdì 10 settembre,
tutte le mattine dalle ore 9.00 alle ore 12.00 escluso sabato e domenica,
presso uno spazio segnalato dell’Istituto per Geometri “Pasquale Saraceno” di
Morbegno in piazza Sant’Antonio. Quest’anno gli operatori del Mercatino sono
giovani volontari che hanno già partecipato alle altre attività del Progetto R-Accordi e alcuni utenti del Servizio Formazione all’Autonomia (SFA) di Morbegno. Per
informazioni rivolgersi agli operatori durante i giorni e gli orari di apertura dello
sportello Informagiovani sopra indicati o inviare una e-mail a mercatinolibriu
[email protected].
[email protected] o
museo.morbegno@gmail
.com) il modulo di partecipazione (di cui si può
fare il download da ht
tp://associazioni.pro
vincia.so.it/museomor
begno), comprensivo di
riassunto. Per problemi
di capienza della sala
conferenze del Museo
chiediamo anche a chi
fosse interessato a partecipare come uditore di
comunicare la sua iscrizione appena possibile
sempre via mail o telefonicamente. I contributi, in forma orale (presentazione di 12 minuti
in PowerPoint o Pdf) o
poster, saranno sottoposti al parere del Comitato scientifico della rivista del Museo “Il Naturalista Valtellinese”. Nel
caso giungessero più comunicazioni rispetto al
tempo a disposizione per
esporle, l’organizzazione
si riserva di operare una
scelta basata su cronologia di arrivo, importanza del lavoro, non ripetitività degli argomenti.
I contributi che non verranno scelti per l’esposizione orale potranno essere consegnati come
poster. In considerazione dell’ampia gamma di
argomenti trattati e di
P A G I N A
27
IN MONTAGNA LA DISABILITÀ
NON È UN OSTACOLO...
Una passeggiata tra i sentieri di montagna anche per i disabili motori. È questa la sfida che
da alcuni anni è resa possibile grazie ad una
speciale carrozzina da fuoristrada che consente
alle persone con disabilità di partecipare ad
escursioni anche su territori impervi. La carrozzina si chiama Joëlette e deve il nome al
suo inventore, l’alpinista francese Joël Claudel.
Da due anni è disponibile anche al Parco delle
Orobie Valtellinesi, che è divenuto così fruibile a tutti i visitatori. Il Parco ha fatto anche
corsi di formazione per conduttori e mette a
disposizione di tutti l’uso su prenotazione della
Joëlette. Recentemente anche la sezione Uildm
(Unione Italiana per la lotta alla Distrofia
Muscolare) di Talamona ha acquistato delle
carrozzine Joelette per sostenere le famiglie che
vivono il disagio dell’handicap motorio. Nei giorni scorsi ha programmato gite con ragazzi affetti da distrofia muscolare per far provare loro
quest’insolita e intensa esperienza che li porterà per la prima volta su una “vera” montagna.
Si tratta di uno speciale apparecchio da trasporto a una sola ruota con sospensione e freno,
che viene tenuto da due accompagnatori mediante appositi bracci davanti e dietro. La carrozzina da fuoristrada è in acciaio leggero con
un regolatore di inclinazione e consente il trasporto di una persona anche nei sentieri più
stretti e impervi. La Joëlette permette così anche ai disabili motori non deambulanti di partecipare a escursioni in montagna, uscite di educazione ambientale e in genere attività in ambiente naturale. La nuova carrozzina, già diffusa in Francia da molti anni, è utilizzata da quasi vent’anni da Handi Cap Evasion, una onlus
transalpina che organizza trekking per persone non deambulanti, con guida professionista e
alcuni volontari che ruotano nel portare la carrozzina.
FONDI PER PROGETTI
A SOSTEGNO DELL’INTEGRAZIONE
Con Direttiva del Ministro dell’Interno sono stati
determinati gli obiettivi generali per la gestione del Fondo U.N.R.R.A. per il 2010. Il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del
Ministero dell’Interno stesso, con la Circolare
n. 8 del 4 agosto 2010, ha fornito le indicazioni
necessarie sui requisiti che devono possedere i
progetti, nonché sulle modalità di accesso agli
stessi. La Direttiva individua priorità e criteri
per l’assegnazione dei contributi destinati a favore delle persone in stato di bisogno con particolare attenzione ai minori, agli anziani e ai
disabili per: progetti volti alla realizzazione di
servizi; progetti di potenziamento di servizi esistenti; approvvigionamento di beni relativi ai
servizi socio-assistenziali. Possono avanzare richiesta di contributo enti pubblici nonché organismi privati aventi personalità giuridica ovvero regolarmente costituiti ai sensi degli articoli
14 e seguenti del codice civile o con requisiti
espressamente previsti dalle specifiche normative del settore, che svolgono da almeno 5 anni
attività rientranti nella specifica area di intervento. I progetti, finanziabili fino ad un tetto
massimo di 200mila euro, devono essere redatti pena l’inammissibilità, utilizzando i modelli
A e B reperibili sul sito del Ministero dell’Interno: www.interno.it – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – sezione “Bandi
di gara” o sul sito di questa Prefettura: www.
prefettura.it/sondrio/.Possono essere finanziate: a) le spese per potenziare i centri socio-assistenziali riabilitativi, comprese quelle di costruzione, di ampliamento e di ristrutturazione e
quelle per attrezzature ed arredamenti; b) le
spese di funzionamento di centri e servizi socio-assistenziali, comprese quelle per apparecchiature, strumentazioni, mezzi materiali, mezzi di trasporto, automezzi destinati ai servizi,
nonché per il rimborso ad operatori e volontari
e per la informatizzazione dei servizi, con esclusione di veri e propri oneri di ordinaria gestione. La domanda, da inviare per mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, dovrà pervenire entro il 30 settembre alla Prefettura di
Sondrio.
una conseguente platea
di non esperti nelle singole discipline è richiesto un taglio divulgativo.
Da ultimo si ricorda che
il museo pubblica annualmente la rivista “Il
Naturalista Valtellinese
- Atti del Museo civico di
Storia naturale di Morbegno” e che è in corso
la raccolta dei contributi per il vol. 21. Chi fosse interessato a pubbli-
care un proprio la-voro
può scaricare modello e
istruzioni per gli autori
dal sito del Museo alla
pagina: http://associa
zioni.provincia.so.it/
museomorbegno. Su tale volume verranno pubblicati anche i contributi delle ricerche presentate al workshop che
giungeranno in forma di
nota breve entro il 31 dicembre.
P A G I N A
28
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 LUGLIO 2010
VALMALENCO LA SANTA MESSA CON IL VESCOVO
NUOVI FINANZIAMENTI
PER LE INFRASTRUTTURE
Nuovi finanziamenti per la viabilità valtellinese
potrebbero essere sbloccati nei prossimi mesi.
Ad annunciarlo è il presidente della provincia
di Sondrio, Massimo Sertori, secondo cui i quattro milioni di euro che stanno per arrivare nelle
casse del Consorzio dei Comuni del Bacino
Imbrifero Montano (Bim) dell’Adda dovrebbero essere spesi per “opere ed interventi vitali
per l’intera valle, come le tangenziali di Tirano e Morbegno”. Questo piccolo tesoretto è,
infatti, il frutto della nuova legge sul rinnovo
delle grandi concessioni idroelettriche decise
a partire dall’inizio del 2010 che assicureranno
così al consorzio una rendita annuale di 4 milioni di euro. Con queste risorse, secondo il
presidente della Provincia, si potrebbe accendere un mutuo decennale per un totale di 40
milioni di euro, degli oltre 80 necessari a completale il finanziamento complessivo dell’opera, fissato a 280 milioni di euro. La decisione
ultima sull’utilizzo dei fondi spetterà però all’assemblea dei sindaci che compongono il Bim.
INCONTRO A SIRMIONE
SUI CANONI IDRICI
Si è svolto nei giorni scorsi a Sirmione un incontro tra i presidenti delle Province di
Sondrio, Belluno e l’Assessore provinciale di
Verbano Cusio Ossola. Al centro del vertice la
nuova legge (articolo 15 della Finanziaria) relativa al rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche. Gli amministratori hanno fatto il
punto della situazione rispetto alle novità che
le nuove disposizioni comporteranno: dall’applicazione degli indicatori dei canoni e dei
sovracanoni che, già a partire da gennaio 2010
garantiscono maggiori entrate nelle casse dell’Ente Provincia e del Bim, fino ad arrivare all’opportunità, riservata alle province confinanti
con quelle autonome di Trento e Bolzano, con
Stati Esteri e a quelle nelle quali oltre il 60%
dei comuni ricade nella zona climatica F, di poter
compartecipare in via sperimentale alla gestione degli impianti idroelettrici attraverso la creazione di società misto pubblico private.
Sondrio, Belluno e Verbano rispondono ai requisiti posti dalla legge essendo le uniche tre
province interamente montane di tutta Italia.
“Stiamo dialogando con la Regione - spiega a
tale proposito il Presidente della Provincia
Massimo Sertori - competente in materia di
grandi derivazioni”. “Anche in questo caso aggiunge il Presidente - Valtellina e Valchiavenna potrebbero tracciare le linee guida per una
nuova intesa con il governo regionale, un modello al quale potrebbero successivamente ispirarsi anche altre Regioni, come quella del
Veneto e del Piemonte nel caso delle Province
di Belluno e di Verbano”. Soddisfatti del confronto i colleghi veneti e piemontesi che sono
stati invitati a Sondrio per il prossimo incontro nel corso del quale ha annunciato Sertori
sarà trattata oltre alla questione acque anche
quella relativa all’istruzione.
NOMINA NUOVI ASSESSORI
PER PALAZZO MUZIO
Nel mese di agosto si è provveduto alla nomina dei due nuovi Assessori che siederanno in
Giunta a Palazzo Muzio. A Filippo Compagnoni
saranno attribuite le deleghe all’Identità e Tradizioni Locali e Attuazione dei Programmi Comunitari e Iniziative con i Territori Confinanti, mentre a Severino De Stefani andranno le
deleghe all’Agricoltura, Ambiente, Aree Protette, Caccia e Pesca.
INTERVENTI SUGLI IMPIANTI
DI RISALITA AD APRICA
Il consiglio di amministrazione della Baradello
2000 Spa, per voce dell’amministratore delegato Cristian Negri, annuncia l’imminente
apertura dei lavori dello chalet della ski area
del Baradello, fra Aprica e Corteno Golgi. Ubicato all’arrivo della nuova seggiovia quadriposto,
a quota 2000 metri, lo chalet sarà una terrazza panoramica su tutta la Valtellina e oltre, fino alla vetta del Monte Rosa. La struttura di 250 metri quadrati sarà una caratteristica realizzazione di montagna, in pietra e legno, e andrà a rispondere alla grande esigenza
di un ristoro per gli sciatori che affollano in
inverno la ski area. “Dopo aver superato - sottolinea Negri - importanti difficoltà economiche, la Baradello 2000 Spa, a distanza di meno
di 5 anni dall’investimento di 13 milioni di euro
per l’impianto di risalita, si appresta a fare un
altro grande investimento. Abbiamo predisposto la realizzazione di un servizio richiesto da
tutti i turisti. Grazie a questo intervento ci
aspettiamo un aumento dei passaggi almeno
del 5%”. Taglio del nastro a Natale.
Cima Giovanni Paolo II
O
ltre 200 persone, domenica
22 agosto, erano in cima al
Pizzo Scalino,
in Valmalenco, a quota
3323 metri, alla presenza del vescovo monsignor Diego Coletti. Raggiunta la cima con l’elicottero e dopo una breve preghiera comunitaria, il gruppo si è trasferito alla cima Valfontana, dedicata al papa
Giovanni Paolo II, con il
vescovo Diego accompagnato dalle guide alpine
e dal soccorso su un percorso di alto livello alpinistico. Qui c’è stata la
concelebrazione della
Santa Messa da parte di
monsignor Coletti e del
parroco di Chiesa in Valmalenco don Alfonso
Rossi, alla presenza di
numerosi valligiani e turisti, saliti dai diversi
versanti, e delle autorità locali. Al Vescovo è
stato donato il volume
“La nosa Gént”, unitamente ai “peduli”, lavoro antico delle donne
malenche, per ricordare
la storia della valle ed
apprezzare i valori della
tradizione. L’organizzazione impeccabile è stata seguita dalle parrocchie della Valmalenco,
dalla Sportiva Lanzada,
dal Cai Valmalenco, dal
Soccorso Alpino, ai quali va un sentito ringraziamento: hanno contribuito, assieme ad una
magnifica giornata di
sole, all’ottima riuscita
della manifestazione ed
al godimento di uno spettacolo unico. La giornata si è conclusa a Prabello, al rifugio Cristina,
con il pranzo, cui hanno
preso parte anche il vescovo di Crema monsignor Oscar Cantoni, il
parroco di Caspoggio
don Bartolomeo Cusini e
don Nicolas Negrini, novello sacerdote caspoggino.
MIRIAM LONGHINI
(www.vaol.it)
STELVIO LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER LA MADONNA DELLA NEVE
Sui passi del beato Guanella...
D
omenica 8 agosto, alle ore
11.00, si è celebrata allo Stelvio, sulla terrazza del Pirovano Quarto, la
Santa Messa dedicata alla
“Madonna della neve, regina della Pace”. La celebrazione è stata presieduta da
don Adriano Folonaro, direttore dell’archivio storico guanelliano e autore del
libro “Sui passi di Don Luigi Guanella”, libro che è
stato presentato a margine della Santa Messa. Numerosi i presenti che hanno potuto ascoltare dalla
voce del sacerdote guanelliano la spiritualità che ha
mosso i passi del Guanella, che il prossimo anno diventerà Santo. La manifestazione è stata organizzata da Pirovano Stelvio,
Banca Popolare di Sondrio
e parrocchia di Bormio.
P A G I N A
CRONACA
29
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
CONFINDUSTRIA GLI IMPRENDITORI FAVOREVOLI AL TRAFORO DEL MORTIROLO
Infrastrutture per l’economia
S
l’importante prolungamento della SS38, viene
incontro alle criticità sollevate ma non è in grado di risolverle per intero. “Elevato numero degli accessi laterali alla
SS38, proliferazione di
rotatorie oltre ogni ragionevole limite” prosegue Oberti “sono tutti
problemi che rendono la
circolazione dei mezzi in
provincia di Sondrio non
solo drammaticamente
lenta, ma anche meno
sicura. Senza dimenticare che ormai fermarsi
con gli automezzi pesanti per rispettare i limiti
di legge, sempre più
stringenti, sulle ore di
guida e riposo è veramente difficile” “Sappiamo che è in corso un’analisi di fattibilità congiunta da parte delle
Amministrazioni Provinciali di Sondrio e di
Brescia. Noi di Confindustria siamo fortemente
EMERGENZA INTERVENTI A TIRANO
L’appello dei
sindacati locali
M
edico notturno sostituito con
infermiere
professionale “super” e auto medica ausiliaria: sono queste, in sostanza, le proposte avanzate dalla Regione Lombardia nel
tentativo di riorganizzare la rete del 118 per
una maggior efficienza e
una riduzione dei costi.
La prima zona a essere interessata dal
provvedimento sarà
quella di Tirano. Più
in dettaglio, il nuovo modello proposto dall’Areu,
l’Associazione Regionale
Emergenza Urgenza,
prevede che il medico
non sia più presente sull’ambulanza dalle ore
otto di sera alle otto di
mattina: al suo posto
una nuova figura di Infermiere Professionale
“super” che svolgerà le
funzioni di primo soccorso sul posto. La seconda
novità riguarda la sostituzione dell’ambulanza
medicalizzata presso il
presidio di Sondrio con
un veicolo leggero veloce, cioè un’auto medica,
che raggiunga, in caso di
necessità, l’ambulanza
per prestare le cure del
caso. I sindacati ritengono che con questo nuovo sistema, oltre a non
mettere a disposizione il
medico notturno in ambulanza, si rischierà di
trovare impegnati tutti
i mezzi di soccorso disponibili, qualora l’auto medica debba raggiungere
il primo mezzo di soccorso uscito per ulteriori cure. «Lanciamo un appello alle istituzioni a
trovare una posizione condivisa sul territorio - spiega Marco
Contessa della Uts- Cisl
Sondrio -. Oggi questo
tema riguarda solo Tirano ma presto la soluzione potrebbe essere estesa anche a Morbegno,
come illustra il documento dell’Areu, in
quanto la distanza dagli
ospedali più vicini è di
soli 20 minuti: un tempo definito ottimale dalla Regione. È logico che
i numeri nella nostra
provincia, rispetto alle
grandi città, sono diversi. Ma vivere in Valtellina e Valchiavenna continua Marco Contessa - dev’essere sinonimo
di garanzia: bisogna poter ricevere le cure adeguate non solo negli ospedali ma anche in caso
di emergenza a casa, su
strada o nei boschi». Secondo le rappresentanze
sindacali serve un progetto complessivo nel
quale sia definito il punto di arrivo. «Non si può
dire “per ora togliamo il
medico a Tirano e poi
vediamo come va” - conclude Contessa -. Auspichiamo che i sindaci siano uniti riguardo questo
problema: tutti i sindaci
nella provincia però, non
solo quelli di Tirano perché la riorganizzazione
presto potrebbe interessare anche alti mandamenti. Bisogna chiedere
un tavolo in cui insieme
si possa discutere della
questione».
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
ostegno convinto
all’ipotesi di traforo del Mortirolo, “un’opera sempre più necessaria” afferma Paolo Oberti, presidente della Sezione Trasporti di Confindustria Sondrio “non
solo in una logica di
decongestionamento del
traffico sulle strade valtellinesi, ma anche perché rappresenterebbe
l’unica reale alternativa
alla Statale 36 per l’accesso alla nostra provincia. Un pericoloso collo
di bottiglia emerso in
tutta la sua drammaticità lo scorso mese di gennaio, quando la nostra
valle rimase isolata a
causa della frana di Varenna che provocò danni ingenti a tutti i comparti dell’economia locale: industria, trasporti,
turismo”. Il progetto della grande viabilità di accesso alla Valtellina, con
interessati” sottolinea il
numero uno degli Industriali, Paolo Mainetti “e
sosteniamo l’ipotesi forte del traforo stradale,
l’unica soluzione capace
di imprimere una svolta
e creare un forte impulso di sviluppo del territorio. Seguiamo da vicino lo svolgersi dell’iter,
augurandoci che vengano ripresi in esame anche gli studi realizzati in
passato, e che questa sia
davvero la volta buona.
Serve inoltre lavorare
anche su altri fronti: il
trasporto intermodale,
con il nuovo scalo di Tirano ed il potenziamento della linea ferroviaria
esistente, ed i grandi corridoi alpini”. Il settore
dell’autotrasporto rimane centrale per una valle come la nostra dove
gran parte delle merci
viene tuttora movimentata su gomma. Con la
violenta crisi finanziaria
che ha investito i mercati mondiali a partire
dalla fine del 2008, tutti
i settori produttivi sono
entrati in una spirale recessiva da cui solo ora
stanno uscendo con
grande fatica. “Logico
che i fornitori di servizi,
come gli autotrasportatori, abbiano subìto un
forte impatto” continua
Oberti “stretti come
sono tra l’incremento dei
costi imposto da nuove
leggi sempre più rigorose, la concorrenza sleale di operatori stranieri
(e non solo) che non rispettano le regole e la
committenza che chiede
continuamente riduzioni
tariffarie. Anche in provincia abbiamo un numero eccessivo di aziende e automezzi, ed è fatale che qualche autotrasportatore finisca per
scendere a patti. A partire dal legislatore, tutti
parlano di sicurezza sulle strade, ma poi quando si deve mettere mano
al portafoglio l’importante è che costi meno”.
L’autotrasporto locale
“va certamente difeso, e
siamo pronti a sederci,
anche insieme alla committenza, all’eventuale
tavolo che si andrà a costituire in Camera di
Commercio” conclude Oberti “ma una fase di ristrutturazione è oggettivamente inevitabile.
Pure nel nostro settore,
in provincia di Sondrio
come altrove, c’è bisogno di operatori più
strutturati che siano in
grado di offrire un servizio di qualità, a costi
competitivi nel rispetto
delle normative”.
SONDRIO UNA LETTURA CON MOLTE SFACCETTATURE
I dati del turismo in Valmalenco
ei giorni scorsi
il Consorzio
turistico Sond r i o - Va l m a lenco ha presentato un primo bilancio della stagione turistica. «Con un andamento
ad oggi altalenante –
scrivono dall’Ente –, nel
corso della prima parte
dell’estate, il trend di
crescita dovrebbe girare
a regime durante prossima stagione invernale.
Le previsioni per l’inverno a venire sono buone:
ad oggi il Consorzio prevede in base alle richieste ad ora in essere, un
incremento di oltre l’8 %
rispetto alla stagione invernale passata. L’estate 2010, al momento si
sta rivelando debole,
come già anticipato, la
situazione meteo, alcune problematiche legate
alla viabilità di inizio stagione ma soprattutto
un’endemica debolezza
nei servizi, hanno rallentato i flussi turistici. Le
ultime stime non ancora definitive prevedono
un decremento dei pernottamenti alberghieri
del 3,8% legati soprattutto alla diminuzione della clientela privata. Resta costante invece le
presenze del turismo organizzato. È da segnalare in generale e soprattutto nel comparto del
turismo organizzato, un
aumento della clientela
straniera pari al 5,9%.
dovuto oltre che ad una
serie di iniziative promosse dal Consorzio Turistico anche ad una spe-
N
cifica azione di promocommercializzazione attuata sui mercati esteri
negli scorsi mesi. L’incremento della clientela
straniera prevista invece per questo inverno,
vede il Consorzio con le
attività di consolidamento a supporto sugli operatori in essere, ed con
alcune interessanti operazioni concluse sul
mercato Inglese, il buon
risultato della crescita
prevista. Inoltre, grazie
ad alcune operazioni attuate in collaborazione
con l’Assessorato al Turismo della Provincia di
Sondrio sul mercato italiano (ndr. Beach Tour e
il piano in progetto sui
work-shop) la domanda
interna ad oggi dovrebbe progredire dell’2,8%.
(dati relativi alle richieste in essere del Consorzio). Per la prima volta
nei dati sono stati integrati gli impianti di risalita, i cui risultati dovrebbero aumentare intorno 4/5% in termini
reali, un dato di previsio-
ne che comunque resta
in linea con gli anni passati. Un fattore importante per l’industria del
turismo nel 2010/11 del
Mandamento sarà costituito anche dalle fasi finali della Coppa del Mondo di Snowboard e dai
Mondiali Juniores della
stessa disciplina. Una
strategia voluta fortemente dai primari soci e
sostenuta fin dall’inizio
dal Consorzio, che dopo
anni di investimenti sta
generando oltre una
campagna mediatica interessante, un reale incremento in termini percentuali di nuovi clienti. Nonostante queste
previsioni, rimaniamo
comunque prudenti ed
attenti ai segnali che il
mercato del turismo costantemente lancia. Molto lavoro e importanti
ristrutturazioni rimangono da compiere sul
territorio. La qualità dei
servizi e il sistema alberghiero, non è cambiato negli ultimi anni e
resta un nodo importante nel turismo moderno;
un nodo da sciogliere esclusivamente con un
serio programma dove
tutti gli attori siano presenti, propositivi e soprattutto attivi». Una lettura, va detto per dovere di cronaca, che ha suscitato alcune perplessità. Effettivamente chiunque abbia frequentato la
Valmalenco nel corso di
questa estate 2010 non
ha potuto fare a meno di
notare presenze importanti sul territorio. Da
non sottovalutare il ruolo delle seconde case,
che hanno richiamato in
Valle moltissime persone le quali, complice la
crisi, hanno riscoperto le
case di famiglia, preferendole ad altre forme
di vacanza.
TAGLIATO IL CEDRO DI SONDRIO
Il cedro di piazza Campello, a Sondrio, non c’è più. Le
proteste degli ultimi giorni hanno convinto l’amministrazione comunale ad anticipare il taglio dell’albero,
programmato questa settimana e avvenuto, invece, lo
scorso 20 agosto. Le operazioni sono iniziate intorno
alle 6 del mattino, per garantire sicurezza ai residenti e tranquillità a chi si doveva arrampicare sui rami
ed occuparsi del taglio della pianta, quando la città si
è definitivamente svegliata l’albero non c’era già più.
Al suo posto solo il segno del tronco.
P A G I N A
30
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
UNA DECISIONE DELLA RAI ALLA VIGILIA DELLA RIPRESA DEL CAMPIONATO
Moviola sportiva: addio o arrivederci
A
rchiviati i Mondiali
Sudafrica 2010, ma
nient’affatto sopite
le polemiche sugli
arbitraggi e sulla
possibilità d’introdurre altri “occhi elettronici” in campo, la Rai
spiazza tifosi ed esperti annunciando che nelle sue trasmissioni sportive - in particolare in
quelle dedicate al calcio - non
farà più ricorso alla tradizionale moviola. Non sarà contento il
provocatore Aldo Biscardi, che
da anni ne invoca l’utilizzo in
campo durante le partite, né approveranno la decisione le schiere di tifosi di volta in volta convinti che la loro squadra del cuore abbia subito un torto. Ma forse ne guadagnerà la passione
sportiva, se questa decisione riporterà l’attenzione sul calcio
giocato invece che su quello…
parlato.
La rubrica dedicata alla
moviola sarà eliminata dalle trasmissioni storiche dedicate al
mondo del pallone: “90° Minuto”
e la “Domenica Sportiva”. Stop
alle polemiche del dopo-partita:
l’uso delle immagini avverrà a
scopo soltanto didattico. I “moviolisti” come Carlo Donghi e
Daniele Tombolini saranno sostituiti da esperti di regolamento, che potrebbero essere forniti
dall’Associazione italiana arbitri, chiamati a commentare due
o tre casi eclatanti e nulla più.
Chissà se Iwan Serrurier, quando inventò il dispositivo in questione nel 1924, immaginava che
in un Paese calciofilo a forma di
stivale la sua macchina sarebbe
stata usata per alimentare fiumi
di polemiche intorno a un pallone. L’impiego della moviola è stato a lungo legato soprattutto al
montaggio cinematografico tradizionale. Il nome “moviola” fu
scelto da Serrurier in diretto riferimento alla “Victrola”, congegno
ideato per l’ascolto della musica;
la radice “movie” fa riferimento
proprio alla pellicola cinematografica.
Nei suoi 43 anni di onorato servizio la moviola ha fatto molto
parlare di sé e delle moltissime
azioni che ha permesso di sezionare fin nei minimi particolari.
Naturalmente è sempre stata
osteggiata dalla classe arbitrale
e sembra quasi un contrappasso
la sorte che ha portato Longhi e
Tombolini, ex arbitri di Serie A, a
fare i padroni di casa al posto di
Carlo Sassi, il giornalista che per
un quindicennio e oltre è stato il
severo e implacabile “notaio” del
campionato italiano di calcio.
Fu Sassi il primo a utilizzare
questa tecnologia per smascherare un clamoroso errore arbitrale in un derby Inter-Milan del 22
Una protesta durante una partita della Clericus
Cupriservata a sacerdoti e seminaristi dei Collegi
romani
ottobre 1967, finito 1-1; il gol del
Milan era stato segnato da
Rivera, il cui tiro aveva colpito la
traversa prima di rientrare in
campo. Sassi mostrò che il pallone, ricadendo, aveva sollevato un
po’ di gesso dalla linea di porta,
quindi non era entrato del tutto
in rete: il gol non sarebbe stato da
convalidare. La domenica sera,
nel corso della Domenica Sportiva affidata allora al giovane
Enzo Tortora, andò in onda il primo teleprocesso alla partita e dal
1970 la moviola divenne rubrica
fissa nella “Domenica Sportiva”.
Molti gli episodi divenuti famosi proprio grazie alle immagini
rallentate: dall’ammissione di
colpa dell’arbitro Concetto Lo
Bello che aveva negato un rigore
ai rossoneri durante un MilanJuve del 1972 al gol del roma-
nista Turone contro la Juve, annullato per un fuorigioco inesistente; dall’intervento di un raccattapalle che respinse da dietro
la porta un tiro di Savoldi finito
in rete allo scontro tra Iuliano e
Ronaldo in un Inter-Juve in tempi più recenti.
Se la Rai ha optato per una
quasi totale rinuncia, non altrettanto sembrano disposte a fare
le emittenti private. Anzi, c’è da
aspettarsi che le trasmissioni
calcistiche di Mediaset e le innumerevoli sedute da bar sport che
animano i palinsesti delle tv locali amplieranno gli spazi dedicati alla moviola proprio in conseguenza della scelta della tv di
Stato. A far testo, comunque,
sarà sempre la decisione degli
arbitri in campo.
STAMPA CATTOLICA
DAL 12 AL 19 SETTEMBRE
UN CONGRESSO
MONDIALE IN AFRICA
Sarà l’Africa, e il ruolo della Chiesa e dei media in Africa, il tema centrale intorno a
cui ruoterà il Congresso
mondiale dell’Ucip, l’Unione
internazionale della stampa
cattolica, che quest’anno si
svolgerà a Ouagadougou, in
Burkina Faso, dal 12 al 19
settembre. “I media al servizio della giustizia, della pace
e del buon governo in un
mondo di disuguaglianze e di
povertà” è il titolo del Congresso, che vedrà riuniti giornalisti, studiosi ed esperti da
tutto il mondo. “Un evento
mondiale – spiega l’Ucip –
per promuovere la libertà di
espressione ed informazione
e lo sviluppo di media liberi,
indipendenti e pluralistici”.
Ma anche per “costruire capacità per un accesso universale all’informazione e alla
conoscenza, per formare reti
e messaggeri di pace” e “comprendere la Chiesa in Africa,
i suoi impegni e prospettive”.
Il Congresso sarà preceduto,
l’11 e 12 settembre, da una
Convention mondiale dei
giovani giornalisti cattolici.
La mattina del 14 settembre
è prevista l’apertura ufficiale. Interverranno numerose
personalità e accademici del
Burkina Faso. E’ prevista
anche una visita alla Conferenza episcopale. Il congresso di chiuderà con una messa solenne nel pomeriggio
del 18 settembre.
HOMO VIDENS
IL PRIMO SETTEMBRE SU RAI 1
I “nuovi” Promessi Sposi
Un bozzetto della
scenografia dello
spettacolo
D
opo tante versioni teatrali, cinematografiche, televisive (ben
due versioni) e una
parodistica del trio
Marchesini Lopez Solenghi ecco
ora arrivare una versione musicale, non proprio un musical ma
una via di mezzo tra il musical e
l’opera lirica. Scritta da M. Guardì e Pippo Flora nell’arco di 12
anni o meglio (come dicono loro
di 12 estati), è stata rappresentata nello stadio di San Siro il 18
giugno. C’è stata un’ anteprima
nel duomo di Milano il 30 aprile
alla presenza del Cardinale
Tettamanzi in forma di concerto.
Come sottolineava il Card.
Tettamanzi i promessi sposi sono
un inno alla speranza. Uno spettacolo che non può essere raccontato in breve. Nell’insieme ha
appassionato ed ha travolto emotivamente lo spettatore , vibrando le corde degli animi fino a raggiungere il culmine all’unisono
del sentimento religioso alla recita e al canto del Padre Nostro .
Un enorme palcoscenico ( 40
metri) , dinamico nella sua caratterizzazione specifica: alternato
da scenografie imponenti che
scorrevano sovrapposte, una sull’altra; coreografie e costumi
d’epoca; un impressione di un
palcoscenico suggestivo le cui figure apparivano come le preziose porcellane di Capodimonte.
I promessi Sposi : esempio attuale dell’eterno contrasto tra il
bene ed il male , tra la prepotenza dei forti e il subire dei deboli
che invocano giustizia.
La perfezione raggiunta senza il pur minimo errore: luci ,
amplificazioni stereo, effetti
speciali, proiezioni, la nebbia, la
pioggia , hanno reso lo spettacolo nello spettacolo. Finora pochi
fortunati di Milano ed
Agrigento avevano avuto la possibilità di vederlo, con la trasmissione televisiva del 1° settembre su Rai1, tutta l’Italia potrà ammirare questo nuovo tentativo di unire le grandi
tematiche manzoniane (sempre
attuali) alla forma del teatro
musicale.
Tele
IL
comando
Domenica 29. A sua
immagine, Rai1, 10,30.
Correva l’anno, Rai3, 13,00.
Nenni e Saragat. Doc. I diavoli volanti, R4, 14,50. Film
comico con Stallio e Ollio. Nicola ed Alessandra, La7,
14,00.
Film storico sui
Romanov con Iam Holm. Il
commissario Cordier, R4,
18,35. Poliziesco. Save the
last dance, It1, 19,00. Film
musicale. Tortora l’uomo
che visse due volte,
Raistoria, 21,00. Documentario. Dr. House, It1, 21,10.
Telefilm. Pronto Elisir,
Rai3, 22,20. Programma di
medicina con M.Mirabella.
Alle falde dl Kilimangiaro,
Rai3, 21,00. Programma di
viaggi. Un medico in famiglia 6, Rai1 21,20. Fiction.
La prossima vittima, R4,
21,15. Thriller di Schlessinger, per adulti. Missione
Natura, La7, 21,30. Documentari Speciale Tg1, Rai1,
23,20. Il viaggio di Gesù.
Viaggio alla scoperta della
Terra Santa. Da vedere.
Lunedì 30. Don Matteo 5, Rai1, 14,10. Fiction con
T. Hill. (Da lunedì a venerdì)
Capri 3, Rai1, 15,00. fiction
poliziesca.(Da lun a ven.) Due
per un delitto, R4, 16,15.
Thriller. Juno, C5, 21,20.
Film in bilico tra la commedia
e il dramma. Storia di un’adolescente che rimane incinta.
Flaspoint,
Rai3,
21,10.
Telefilm. Un medico in famiglia 6, Rai1, 21,20. Fiction. Il
giudice e il commissario, R4,
21,10. Poliziesco. Cento giorni
a Palermo, Rai Storia 21,00.
Film di Ferrara sul generale
Della Chiesa. Star Wars, episodio II L’attacco dei cloni, It1,
21,10. La saga continua.
Martedì 31. Rinascimento
nucleare, Rai Storia 21,00. Doc.
Stringi i denti e vai, La7,
21,10. Ottimo western con Gene
Hackman. Oggi è già domani,
Rai1, 21,20. Film commedia con
D. Hoffman. Circo Massimo
show, Rai3, 21.10. Fantozzi
2000 la clonazione, R4, 21,10.
Film con P. Villaggio. Minissima 2010.
Rai2, 21,05.
P.Limiti conduce uno special dedicato a Mina. Correva l’anno,
Rai3, 23,55. E. Berlinguer-l’ultimo segretario.
Mercoledì 1. Becket e il
suo re, La7, 14,05. Ottimo film
con R. Burton nei panni del vescovo T.Becket che il re Enrico II
(Peter O’Tool) farà assassinare
nella cattedrale di Canterbury. I
Promessi Sposi, Rai1, 21,20.
Musical di Michele Guardì dal
romanzo di Manzoni. Da vedere.
Per chi ama l’azione Ronin,
Rai3, 21,10, con R. De Niro.
Crossing Jordan, La7, 21,10.
Telefilm polizieschi. Speciale
Mela verde, R4, 21,10. Attualità.
Giovedì 2. Superquark,
il settimanale
il settimanale
Rai1, 21,20. Alice Nevers,
professione giudice, Rai3,
21,10. Telefilm polizieschi. Le
verità negate, C5, 21,20.
Thriller con S. Sarandon.
Medium, Rai3, 23,35. Telefilm poliziesco con un pizzico
di paranormale.
Venerdì 3. Il generale
Della Chiesa, Raistoria,
18,00. Doc.. La grande storia, Rai3, 21,10. Librate il
Duce. Una notte per Caruso, Rai1, 21,20. Musicale.
NCIS, Rai2, 21,05. Telefilm.
Un amore da vicino, C5,
21,10. Film commedia romantico. Il senso di Smilla per
la neve, R4, 21,10. Thriller
avvincente. La sposa cadavere, It1, 21,10. Capolavoro
del film d’animazione di T.
Burton.
Sabato 4. Stargate, It1,
19,00. Film di fantascienza.
Rigoletto a Mantova Rai1,
20,30. Opera di Verdi con P.
Domingo in diretta. 1° Parte.
Cosmo- siamo tutti nella
rete, Rai3, 21,05. Nuovo programma scientifico. Sister
Act 2, Rai1, 21,35. Con W.
Golberg. L’ispettore Barnaby, La7, 21,30. Rito di iniziazione. Tel. Poliziesco. Tg2
Dossier, Rai2, 23,30. Il
dragone
rampante,
un
reportage sulla Cina.
a cura di
TIZIANO RAFFAINI
P A G I N A
31
CONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010
UN RICORDO DI GIUSEPPE DE CARLI SCOPERTE DELL’ESTATE
LA FINESTRA APERTA
eppino. Lasciatemi continuare a chiamarlo così, Giuseppe De Carli.
Peppino, come l’ho sempre chiamato, da amico.
Sì, perché ho davvero perso un
amico. Certo un collega, un compagno di lavoro, con il quale ho
condiviso quindici anni di vita
della Chiesa. Ma soprattutto un
amico.
Prima del mio ingresso al Tg1,
nel 1995, ci si parlava come giornalisti che, in testate diverse,
svolgevamo il mestiere del
vaticanista. Poi, un giorno, ecco
che arrivo al telegiornale ed è lui,
Peppino, che mi dice: “Siediti lì,
davanti a me”. Cominciammo
così subito a lavorare e a preparare insieme gli appuntamenti
che avremmo poi seguito.
Quando, martedì 13, mi hanno
detto che Peppino ci aveva lasciati, mi sembrava impossibile. Non
ho creduto, forse non volevo credere. E sono andato al Gemelli
dove, dal 9 giugno, era ricoverato in quella stanza al nono piano. Proprio sotto la stanza che
Giovanni Paolo II ha più volte occupato in quell’ospedale da lui
ribattezzato il Vaticano terzo.
Ci hai fatto un bello scherzo, ho
subito detto a Peppino. Si dice
che l’udito sia l’ultimo dei nostri
sensi a smettere di funzionare;
non so se mi abbia davvero sentito, ma credo che in cuor suo sapesse, prima di chiudere per sempre i suoi occhi, che ci stava giocando un grande, insopportabile
scherzo. Noi queste stanze le abbiamo viste dalla collinetta lì di
fronte, gli ho detto. È lì che abbiamo messo i nostri mezzi, le
telecamere, le luci e l’antenna
satellitare per trasmettere nei
giorni dei ricoveri di papa
Wojtyla. È da quella collina che
abbiamo insieme sofferto il freddo, ma soprattutto il dolore di
raccontare una storia che non
avremmo mai voluto raccontare.
Oggi, invece, sono qui a guardare quella collina dalla finestra
della stanza dove tu hai terminato il tuo pellegrinaggio terreno; dove, per usare le parole di
papa Wojtyla, hai compiuto il
passaggio di vita in vita. Che
scherzo ci hai fatto, Peppino.
Sai una cosa: non sono ancora
riuscito ad entrare nella stanza
che tu hai occupato in questi anni
come responsabile di Rai Vaticano. La stanza nella quale insieme abbiamo discusso, parlato,
scelto ospiti, chiamato persone,
deciso servizi e dirette. Abbiamo
anche litigato, in quella stanza.
Ma quanto duravano le nostre
liti, se poi le possiamo chiamare
così: il tempo di una sigaretta
che, in barba ai divieti, ti accendevi e fumavi a metà. Poi di nuovo a parlare e a scegliere luoghi,
temi, persone. Alcuni giornali,
anni fa, hanno anche voluto scrivere - ricordi? - di scontri tra noi
e sgambetti: ci abbiamo sempre
riso su. Certo a volte era impossibile non discutere con te. Ma
era altrettanto impossibile, come
dire, tenerti il muso. Non avevi
un carattere facile, Peppino, e
questo credo che te lo riconoscano in molti. Ma eri fatto così:
schietto, sincero. Se dovevi dire
una cosa, questa ti usciva dalla
tua bocca senza inutili fronzoli:
secca e precisa. C’è chi diceva:
colpa delle origini, di quella ter-
P
ra dove il freddo e la nebbia temperano l’uomo, ne segnano il carattere. Forse. Ma la cosa certa è
che le parole erano quelle e solo
quelle: non c’era altro celato, non
detto.
Ti dicevo della tua stanza e della
mia incapacità a varcare quella
porta. Anche quando lì dentro ho
trovato le persone che collaboravano più strettamente alla struttura da te guidata, sono sempre
rimasto fuori. Da fuori ho salutato e parlato con loro. Forse nella speranza di vedere un po’ di
fumo, quasi messaggio di saluto
e di presenza.
In molti ti hanno ricordato come
vaticanista, giornalista impegnato nelle dirette e nei commenti
più impegnativi; autore di speciali e ideatore di quella maratona
televisiva che tu prima di tutti
hai creduto possibile e voluto realizzare: la lettura ininterrotta
della Bibbia, aperta dalla voce di
papa Benedetto che ha letto un
passo della Genesi, e conclusa dal
cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, con le parole dell’Apocalisse di Giovanni.
Nel giorno dei tuoi funerali, nella
chiesa di Santa Maria della
Traspontina, abbiamo ascoltato le
parole del Papa, nel telegramma
letto da monsignor Rino Fisichella, tuo amico sin dagli anni giovanili nella vostra Lodi. E abbiamo
ascoltato anche la lettera che il
cardinale Bertone ha voluto inviarti, una lettera davvero fraterna nella quale ti ricordava per i
colloqui avuti e per le iniziative
realizzate.
Io, invece, ti voglio ricordare attraverso i giorni che abbiamo trascorso assieme nel fare le cose,
giorni nostri, personali; e proprio
perché solo nostri e personali, forse più importanti e intensi. Potrei ricordare gli speciali che insieme abbiamo realizzato, le tante dirette che abbiamo costruito,
magari parlandoci tra un servizio e un altro. Tu tenevi i conti
dei servizi che realizzavamo e che
andavano in onda al Tg1, così
come tenevi il conto delle dirette
e degli speciali: numeri che a fine
anno sorprendevano innanzitutto noi, incapaci di credere che
avessimo fatto tutte quelle cose.
Poi, quando sei passato alla
struttura, e dunque non più direttamente impegnato con i servizi per il Tg1, non ho continuato
a tenere quelle note. Quante volte mi hai criticato: “Si deve sapere quello che il Tg1 fa per il Papa,
la Chiesa, il Vaticano”.
Una delle ultime volte che nella
tua stanza abbiamo affrontato la
preparazione della diretta di una
celebrazione presieduta dal Papa
- ricordi? - la messa per la conclusione dell’Anno Sacerdotale. Dovevamo farla assieme, tu dallo
studio di Borgo, io da piazza San
Pietro - mi hai dato il tuo libro
“L’ultimo segreto di Fatima” narrato con il cardinale Tarcisio
Bertone. Ad aprile ti avevo dato il
mio libro su papa Wojtyla a cinque anni dalla morte. Nella pagina della dedica abbiamo scritto
più o meno la stessa frase; tutti e
due però abbiamo usato la stessa
parola: amicizia.
Pochi giorni dopo mi hai fatto
sapere che non avevi voce e non
potevi condurre la telecronaca
della celebrazione, una diretta
che, anche in questa occasione,
avevi voluto fortemente. Ti ho ritrovato martedì 13 luglio, in quella stanza al nono piano del Policlinico Gemelli: avevi voluto che
nessuno sapesse il tuo male; non
volevi che ti vedessero, se non
pochissime persone. Ti ho ritrovato nella stanza 18, un lenzuolo candido a coprire il tuo corpo;
e quella finestra aperta sulla collina delle nostre tante dirette,
spoglia senza telecamere e
postazioni per i cronisti.
FABIO ZAVATTARO
LE MARMOTTE POCO
SELVATICHE DEL FURKA
e ti avevano detto che la
marmotta è un animale
selvatico, di cui spesso
più che vedere la fisionomia - a metà strada tra
un gattone e un orsetto - puoi
udire il fischio, ebbene ti avevano detto il vero, ma c’è sempre
una eccezione che conferma la
regola. Per trovarla, non devi far
altro che andare oltre il San
Gottardo e, ad Hospental, imboccare la strada del Furka.
Non mancano le attrazioni
escursionistiche, e per chi ne
vuole approfittare, consigliamo
due piacevoli sgambate per raggiungere due rifugi, l’Albert
Heim a quota 2543 (di fronte al
ghiacciao del Tiefen) e il Sidelen
a quota 2708 (con la spettacolare
cornice del ghiacciao omonimo).
Ma il ghiacciaio più famoso e più
a portata di piedi si trova oltre il
passo del Furka: è il ghiacciao
del Rodano, mangiato dal riscaldamento del pianeta così da ridursi negli ultimi anni a vista
d’occhio. L’attrazione turistica
segnata sulle guide è proprio la
grotta scavata ogni anno sotto il
ghiacciao. L’imboccatura - che
solo vent’anni fa era vicinissima
al Belvedere - ora si raggiunge
con un sentiero in discesa di una
decina di minuti. Vale la pena
entrare sotto il ghiaccio e camminare per quei cento metri sotto
una volta blu, anche perché il biglietto d’ingresso è abbordabile.
Ma l’attrazione che non ti
aspetti è gratuita ed è lì nel parcheggio delle auto, non appena
metti i piedi per terra. Le marmotte del Furka - c’è chi dice che
siano state addomesticate da un
turista paziente - arrivano sino
alla macchina e accettano pezzi
di pane e carote. Anzi, se tu il
pane lo tieni tra le mani, c’è una
marmotta che s’arrischia ad avvicinarsi, s’appoggia alle tue ginocchia e ti sfila il cibo come
nemmeno il tuo micio oserebbe
fare. Non credevo ai miei occhi,
così come avevo lungamente dubitato di chi mi narrava quella che mi sembrava essere una
leggenda... montana! So io quanto ho faticato per fotografare le
marmotte, con lunghi appostamenti e teleobiettivi potenti. Al
Belvedere del Furka basta una
qualunque macchina digitale e,
se hai un teleobiettivo, ebbene,
alla marmotta puoi fare una panoramica dei denti... Vi lascio
S
immaginare
la
meraviglia
dei
bambini. Certo,
anche la marmotta del Furka continua ad essere un
animale selvatico:
ha accettato addirittura una mia
carezza sulla testa,
ma poi ha dovuto
rituffarsi veloce
lungo il sottostante pendio erboso,
per immergersi in
quel
fantastico
mondo, in cui quasi sempre accade
che s’ode un fischio
lontano e tu non
riesci a vedere proprio niente.
AGO. CLE.
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