DELLA ANNO XXXV 28 AGOSTO 2010 E 1,20 31 DIOCESI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO CHIESA E CREATO: IL DONO DA CUSTODIRE SALVAGUARDIA DEL CREATO l 1° settembre la Chiesa in Italia celebra la 5ª Giornata per la salvaguardia del creato. “Custodire il creato, per coltivare la pace” è il tema del messaggio dei vescovi italiani per la Giornata. “Mi sembra molto bello interpretare il ‘salvaguardare’ con il ‘custodire’, che richiama il coltivare e il custodire della Genesi, il promuovere e il proteggere, e non solo la preoccupazione a non rovinare qualcosa”, scrive mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, commentando il messaggio della Cei per la Giornata. “Il creato è dono di Dio per la vita di tutti gli uomini”, spiega mons. Casile, perciò “a motivare il nostro impegno per il creato è la passione verso l’uomo, la ricerca della solidarietà a livello mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune, vissuti nella fede e nell’amore di Dio”. La responsabilità per il creato della Chiesa consiste nel difendere “la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti” e nel “proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso”. “Se si avvilisce la persona – sottolinea il direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro -, si sconvolge l’ambiente e si danneggia la società, è necessario quindi educarci ad una responsabilità ecologica che ‘affermi con rinnovata convinzione l’inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all’amore per il prossimo e al rispetto della natura’”, come si legge nell’enciclica “Caritas in veritate”. Il credente, sostiene mons. Casile, “guarda alla natura con riconoscenza e gratitudine verso Dio, per questo non la considera un tabù intoccabile o tanto meno ne abusa con spregiudicatezza”. Dunque, “l’approccio cristiano mette Dio creatore al primo posto, l’uomo come prima creatura e il creato come dono di Dio all’uomo, perché nel creato l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo si sviluppi e faccia sviluppare il creato stesso in tutte le sue componenti: uomini, animali, piante, la visione cristiana è il camminare insieme dell’uomo e dell’ambiente verso Dio”. Nel messaggio “Custodire il creato, per coltivare la pace”, i vescovi, ricorda il sacerdote, “ci invitano ad ‘accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra’. È un impegno prezioso per noi, per la nostra terra e per le future generazioni”. IL PRIMO SETTEMBRE LA GIORNA GIORNATTA INTERDIOCESANA AL SANTUARIO DI PIETRALBA ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ I A PAGINA 7 Foto AC - Il Settimanale CHIESA LOCALE IL 31 AGOSTO L’INCONTRO DEL CLERO DIOCESANO PER L’INIZIO DELL’ANNO PASTORALE A PAGINA 8 LIVIGNO E SONDRIO IL SALUTO A DON MARCO ZUBIANI, NUOVO ARCIPRETE DI SONDRIO A PAGINA 24 VALMALENCO CON IL VESCOVO LA SANTA MESSA SULLA CIMA DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II A PAGINA 28 SANITÀ UN APPELLO PER MANTENERE L’EMERGENZA URGENZA A PAGINA 29 DONGO TORNA LA FESTA DEL MIRACOLO COMO MATERIE PRIME SOTTO LA SPINA VERDE? COMO S. ABBONDIO, MISTERIOSO MAUSOLEO DI MOLTI VESCOVI PIGRA LA FUNIVIA RIPARTIRÀ A GIUGNO? ono circa venti i presuli, antichi “santi” che ebbero sepoltura presso la basilica del patrono. Oggi vi si vedono e venerano le reliquie di cinque. Altre sono state traslate altrove, altre ancora non identificate. Intanto un apposito sito internet permette di conoscere più a fondo la storia della basilica. A PAGINA 15 A PAGINA 18 COMO ECONOMIA: LA PROVINCIA SEGNA IL PASSO IN LOMBARDIA A PAGINA 13 A PAGINA 17 TIRANO PREPARARSI ALLA FESTA DELL’APPARIZIONE A PAGINA 24 CAPIAGO “IL SETTEMBRE” PER UN OSPEDALE IN CAMERUN A PAGINA 19 PRIMO PIANO MADRE TERESA, 100 ANNI FA LA NASCITA A PAGINA 3 S ALLE PAGINA 10, 11 E 12 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 LIBRI PER L’ESTATE QUANDO IL CLASSICO È MODERNO LE PAGINE SULLA VITA OLTRE IL TEMPO Q uando i classici si avvicinano alla modernità sono gioie e dolori. Gioie perché sembra a volte che parlino precisamente di noi, in quanto ci riconosciamo in atteggiamenti e ansie che ci sembravano inconfessabilmente nostre, e questo ci fa sentire meno soli; dolori, perché emergono con più evidenza i lati oscuri dell’esistenza. Se a modernità diamo una accezione vasta, non possiamo non includervi il Seicento, il che comporta anche autori che si sono trovati nella fase di passaggio tra XVI e XVII secolo, come Shakespeare e Calderon de la Barca. Non solo barocco, dunque, ma qualcosa di più profondo, che va a pescare fino alle radici elementari del nostro essere, con riflessioni su che cosa è davvero la nostra vita. Prendete l’”Amleto” (noi consiglieremmo l’edizione Bur). Qui si può davvero rabbrividire non solo rileggendo le prime parole del celebre monologo dell’atto 3, ma andando più avanti, a quel “to die: to sleep; to sleep, perchance to dream” (“morire, dormire, forse sognare”), che sonda l’impossibilità di sapere davvero cosa è sogno e cosa è vita, e che un celebre gruppo rock italiano, i New Trolls, riprese nel cantato del “Concerto Grosso” scritto da Bachalov. Shakespeare e la chitarra elettrica: chi avrebbe potuto solo pensarlo? Il dubbio se la vita sia davvero reale colse anche Pedro Calderon de la Barca che scrisse l’inquietante “La vita è sogno”, leggibile nei Tascabili della Spiga: un principe viene messo in catene per un vaticinio nefasto, poi, addormentato, viene posto sul trono e poi riportato ancora in catene. Alla fine non saprà più che cosa è sogno e cosa realtà: è una radicale riflessione su quanto di reale davvero ci sia nella nostra breve vita, che si riallaccia da una parte al grandioso discorso biblico di Qoélet e dall’altra anti- cipa di tre secoli il dibattito all’interno della fisica quantistica sulla possibilità di conoscere davvero la realtà. Facciamo ora una capatina tra i classici dell’Ottocento. Pensate infatti alla classicit à, vale a dire alla perennità, di un Dostoevskij che anticipò la teoria dell’inconscio di Freud con un libro scritto nel 1865, “Le memorie del sottosuolo” che troverete in edizione tascabile Feltrinelli. Era la prima volta che un protagonista si presentava sotto forma negativa, con il celebre inizio “Sono un uomo malato… sono un uomo cattivo. Un uomo che non ha nulla di attraente”, che praticamente profetizzava non solo la psicoanalisi, ma tutta la letteratura novecentesca, fatta di inetti e perdenti. Parlando di russi non si può ovviamente tacere di Tolstoj, un classico talmente classico da aver fatto teorizzare a qualcuno la assoluta naturalità dello scrittore, vale a dire il suo rappresentare la voce della natura stessa, il genio della creazione. Ma qui abbiamo il problema della lunghezza. Allora portatevi in spiaggia un testo breve che vi farà davvero pensare: l’edizione tascabile Feltrinelli della “Sonata a Kreutzer”, del 1891. È la storia di un uxoricidio per gelosia, e quindi è già di per sé attuale, ma con una postfazione di Tosltoj stesso che dà la chiave di lettura, terribile per la sua radicalità: il matrimonio basato sul possesso e sul sesso porta all’abbrutimento dei sensi. Dobbiamo capire da cosa partiva il grande russo, di cui cade il centenario della morte: a fine Ottocento si facevano strada le idee materialistiche ed edonistiche sulla animalità dell’uomo e sul sesso libero. Tolstoj contrapponeva a queste idee una radicale accettazione del Vangelo, calcando la mano soprattutto sul lavoro fisico, non quello fatto per gioco. Come vedete, c’è molto da ragionare ancora oggi. Si è parlato prima di anticipazioni di Freud, e allora vi proponiamo una chicca: fatevi cercare NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di ELENA CLERICI PER I PIÙ PICCOLI da un libraio davvero abile un libricino, edito da Rizzoli, “Viaggio intorno alla mia camera”, scritto da Xavier de Maistre nel 1795 (sessant’anni prima delle “Memorie del sottosuolo”!), che anticipa Freud e anche Dostoevskij. Un ufficiale savoiardo è agli arresti domiciliari per ave r sostenuto un duello, e scrive un romanzo: ma non immaginatevi eroi e damine. De Maistre costruisce una storia semplicemente osservando la sua stanza, i quadri, il ritratto della sua donna, il suo cane, e così via. Parla però anche di un qualcosa dentro di sé, che gli fa fare quello che non vorrebbe, una sorta di “bestia” come la chiama lui, che addirittura “sa fare il caffè a meraviglia, e molto spesso se lo beve pure”: come non pensare all’”es” e all’inconscio di Freud e alla colta citazione di Battiato nella sua antica canzone “L’animale”, “ma l’animale che mi porto dentro/ non mi fa vivere felice mai/ si prende tutto, anche il caffè”? E poi dicono che ascoltare i cantanti fa rimanere ignoranti. MARCO TESTI Se siete tristi, perchè le vacanze sono agli sgoccioli, vi consigliamo questo libretto, promettente fin dalla prima pagina: “Dato che la Prefazione è quella pagina che l’autore scrive dopo, l’editore pubblica prima e il lettore non legge né prima né dopo, è meglio risparmiarla”. Seguono barzellette, aneddoti, indovinelli e battute spiritose per non dimenticare che “l’umorismo è lo zucchero della vita” e per sorridere anche degli inconvenienti che a volte possono capitare. PIER GIORGIO GIANAZZA, Sono solo barzellette dalla A alla Z, Paoline, pagine 154, euro 7,50. Giacomo è un bambino con un desiderio particolare, vedere i piedini degli angeli, perchè è sicuro che essi siano capaci di fare cose incredibili. E infatti da loro impara molte cose: “Grazie, grazie, angioletti di Dio, che posso essere un angelo anch’io. Se su voi tengo l’occhio puntato, ecco sono già cambiato, so cosa far mi conviene: ridere, giocare e voler bene”. PAOLA ANCILOTTO – illustrazioni di LIA FRASSINETI, I piedi degli angeli, Paoline, pagine 24, euro 6,00. Tutti conoscono il gioco dell’oca: ma quello dell’oca Joka è molto, molto più divertente. Chi arriverà per primo – Joka o suo cugino Casimiro - alla Budineria di zia Pina percorrendo il sentiero lungo il fiume, tra ponti scavalconi, marmotte sprintose, tassi cantastorie… e la temibile volpe? Il libro, edito nella Collana Parco delle Storie 4+, ha il doppio livello di lettura: in alto lo stampato maiuscolo per leggere da soli, il testo più lungo in minuscolo ascoltando la voce degli adulti. Belle le illustrazioni. ELENA MAGNI – illustrazioni di SARA BENECINO, Il giro dell’oca Joka, Paoline, pagine 48, euro 10,50. Piacerà tantissimo ai più piccoli questa storia di Noè, perchè il libro interattivo ha speciali pagine magnetiche che rappresentano le scene, e contiene otto personaggi e nove animali calamitati da posizionare a piacere mentre si ascolta il racconto della Genesi narrato a misura di bambino. Le figure possono essere poi ricollocate nella comoda tasca trasparente sulla copertina. TIM DOWLEY – illustrazioni di HELEN PROLE, Noè e la grande arca, Paoline, pagine 12, euro 16,00. Quante cose si dimenticano col passare del tempo! Per ricordare e registrare tanti momenti - dallo sbocciare della vita nella pancia della mamma ai primi giorni in ospedale, dalle “prime volte” al primo compleanno - ecco un album dalle illustrazioni delicate: un libro da sfogliare quando il bebè sarà cresciuto, per ritrovare scatti e notizie. Insieme al volume c’è anche un CD di Ninnenanne con le musiche di Paola Serafino ed i testi di Daniela Cologgi. Album ricordo della mia nascita a cura di DIESSE – illustrazioni di FABRIZIO ZUBIANI, Paoline, euro 16,00. Chicca ha 17 anni: è quella che tutti definirebbero una brava ragazza, famiglia religiosa, va in chiesa, si impegna in oratorio, anima la messa. Ma non si accontenta. È incuriosita da ciò che sta oltre il portone della chiesa, e non comprende perché questi due mondi non si possano incontrare con naturalezza. Osserva, e al posto di uniformarsi pone domande, punta i piedi se non capisce e se qualcosa non va, cerca soluzioni intelligenti. E’ lei la protagonista di questo libro scritto in prima persona, e “perfetto per le ragazze che attendono di spiegare le ali”. ELENA GIORDANO – illustrazioni di CARLA MANEA, Chicca. L’amicizia, la fede, l’amore, e mille boh!, Paoline, pagine 174, euro 16,00. VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C Parola FRA noi SIR 3,19-21.30-31 SAL 67 EB 12,18-19.22-24 LC 14,1.7-14 L’invito a nozze non dipende da noi perché il banchetto non è nostro di ANGELO SCEPPACERCA PRIMA SETTIMANA del Salterio CIASCUNO È PROSSIMO N on è una lezione di buone maniere. Gesù sta parlando del Regno di Dio e il banchetto ne è l’immagine. Regno e banchetto hanno in comune la necessità di essere invitati dal Padre, ma sul resto c’è una vera rivoluzione in quello descritto dal Signore: gli invitati sono gli umili e i bisognosi di tutto, soprattutto di salvezza. Il banchetto suggerito da Gesù è contrario a tutti gli usi abituali, perché rivolto, come invitati, a tutte le categorie di emarginati. Di fronte a Dio nessuno lo è, ciascuno è prossimo. L’invito a nozze non dipende da noi perché il banchetto non è nostro. Prima viene la scelta di Gesù (“io ho scelto voi”) e poi tocca a noi dirigerci verso l’ultimo posto. Il migliore per star vicini a Gesù che, proprio per questo, ci invita a salire di posto e a sedergli accanto. Il fatto che siano invitati ciechi e zoppi, suggerisce di intrattenere con loro buone relazioni, anzi fraterne, così da sperare nella retribuzione futura. Se l’ultimo posto indica la vergogna, essere invitati a lasciarlo mostra la gloria. Il passaggio dalla vergogna alla gloria è figura esplicita della Pasqua di Gesù, ma anche della nostra vicenda. Come si vede, nel Vangelo di questa domenica c’è ben più di una norma di galateo. C’è la figura di Gesù e quella del discepolo salvato. A tenerle unite, speculari, l’umiltà. Una famiglia che da anni ha scelto di vivere con i poveri di un piccolo villaggio turco, ai confini con l’Iran, racconta: “Questo abbiamo cercato di vivere qui con questa gente: condividere la nostra umanità di figli di Dio, scoprendo che i nostri desideri, speranze, paure, lacrime e sorrisi sono gli stessi dei musulmani che vivono accanto a noi. Condividere il mistero dell’incarnazione di Gesù che ha vissuto per servire e non per essere servito. È così che abbiamo cercato di vivere con loro, come diceva san Francesco ai suoi frati che vivevano con i saraceni: essere, nella semplicità e nell’umiltà più profonda del Pranzo della Comunità di Sant’Egidio con i poveri cuore, dei servitori di un’umanità che soffre e spera, cercando di consolare, così come siamo stati consolati. Dom Helder Camara, vescovo brasiliano, ha detto che siamo noi, con la nostra vita e le nostre azioni, l’unico vangelo che molte persone leggeranno. Cerchiamo allora di essere quella ‘edizione speciale’ del vangelo, dove la specialità è data dall’umiltà e dalla disponibilità all’amore”. Un santo redentorista, san Clemente Maria Hofbauer, andava a fare la questua per i suoi orfani e, passando a chiedere in una locanda, uno degli avventori gli sputò in faccia; “questo era per me ed era giusto” – gli disse San Clemente – “ora però, ti prego, dammi qualcosa per i miei orfani…”. L’uomo fu talmente colpito dall’umiltà del santo che cambiò vita. A Madre Teresa di Calcutta un giornalista domandò che cosa secondo lei non andava bene nel mondo; rispose: “Quello che non funziona, signore, siamo lei ed io”. CHIESA P A G I N A 3 PRIMOPIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 I l 26 agosto scorso è stato il centesimo anniversario della nascita di Madre Teresa di Calcutta, avvenuta a Skopje (oggi capitale della Macedonia), nell’allora Impero Ottomano nel 1910. Un appuntamento atteso con trepidazione in molti Paesi del mondo, a partire dall’India dove Madre Teresa trascorse gran parte della sua vita e della sua missione. Le congregazioni religiose fondate dalla beata e le Chiese particolari del mondo hanno festeggiato la ricorrenza con celebrazioni eucaristiche, veglie di preghiera, novene, simposi, sotto il comune tema “Dio ci ha creato per cose più grandi: amare ed essere amati”. MADRE TERESA NACQUE A SKOPJE IL 26 AGOSTO DEL 1910 “Vita Opere” LA “MATITA DI DIO” “SCRIVE” DA CENT’ANNI & Un fitto calendario di eventi sono stati organizzati in molti Paesi del mondo per ricordare il centesimo anniversario della nascita di Madre Teresa In preparazione al centenario le Missionarie della Carità e il Centro Madre Teresa di Calcutta aveva diffuso un testo con alcune riflessioni sulla vita della beata e sul suo contributo alla Chiesa e al mondo. “Attraverso il suo esempio – si legge nel documento - persone di ogni credo religioso hanno iniziato a sperimentare che solo il donare può soddisfare l’anelito spirituale insito in ogni creatura: un anelito spirituale che tende al rapporto con Dio e passa attraverso l’amore per il prossimo”. Parlando alle sue consorelloe Madre Teresa sintetizzava così la vocazione universale all’amore: “Siamo tutti chiamati alla perfezione della carità: la santità, non è un lusso di pochi, ma un semplice dovere per ognuno di noi”. A Roma, il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, ha presieduto una Santa Messa nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, alle ore 19.00, a cui hanno partecipato le congregazioni religiose e le comunità di vita contemplativa fondate dalla beata, presenti a Roma, insieme ai volontari, ai benefattori e agli ospiti accolti nei conventi romani. La celebrazione è stata preceduta dall’inaugurazione di una mostra fotografica dal titolo “Beata Teresa di Calcutta, vita, opere, messaggio” allestita presso il Palazzo della Cancelleria. In occasione della festa liturgica, il 5 settembre prossimo (decimo anniversario della sua morte) le iniziative spirituali si svolgeranno nella Chiesa di San Gregorio al Celio, con la veglia di preghiera di sabato 4 e la liturgia eucaristica di domenica 5 settembre officiata dal Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangeliz-zazione dei Popoli. Liturgie e novene sono previste in altre città italiane (Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Cagliari) ed europee, tra cui Parigi, Madrid, Barcellona, Copenaghen, Monaco di Baviera. A parte queste celebrazioni ed altre iniziative locali, in Italia, l’anniversario non sembra, aver destato nei fedeli e nelle Isituzioni italiane quell’attenzione che ci si sarebbe potuti aspettare, considerando la devozione che da anni circonda la beata di Calcutta. “In occasio- Proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 2003 la sua ricorrenza liturgica è il 5 settembre. ne di questa ricorrenza – scrivono sul loro sito internet i redattori di Mondo e Missione, revista del Pime che dedicherà un approfondimento a M. Teresa sul numero di ottobre - sono numerose le iniziative di ricordo e celebrazione della “matita di Dio. Ad esempio, le ferrovie indiane hanno deciso di lanciare un apposito treno intitolato “Mother Teresa” proprio il 26 agosto. I vagoni del treno verranno dipinti di blu in assonanza con l’abito religioso delle Missionarie della carità, l’ordine fondato dalla suora”. “Sempre restando in ambito istituzionale - continua l’articolo anche gli Usa e il Canada omaggeranno la suora dei poveri: il 26 agosto il Peace Bridge sul fiume Niagara, che unisce la città statunitense di Buffalo con quella canadese di Fort Erie verrà illuminato con luci bianche e blu, anche qui per ricordare il sari della suora dei poveri. “Uno stupendo omaggio” lo ha definito il vescovo di Buffalo, mons. Edward U. Kmiec, che ha promosso questa iniziativa insieme al suo “collega” canadese Wayne Kirkpatrick. Intanto in India viene organizzato un festival cinematografico apposito su Madre Teresa”. E’ in questo fiorire di celebrazioni, secondo i redattori di Mondo e Missione, che “è da rilevare il silenzio delle istituzioni pubbliche, nazionali e locali italiane. Forse che un evento come i cento anni di nascita di Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace, non valgono un Colosseo illuminato o un’iniziativa simile?” “Il mondo della beata di Calcutta” M adre Teresa è stata ricordata con diversi appuntamenti nei Balcani. Il 26 agosto a Skopje, nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia, si è tenuta una sessione speciale del Parlamento macedone. Nel pomeriggio, una Santa Messa solenne è stata celebrata nella Cattedrale del Sacro Cuore da mons. Stanislav Hoèevar, Arcivescovo di Belgrado, a cui è seguita l’apertura della mostra del fotografo croato Zvonimir Atietiæ, presso la Casa Memoriale “Madre Teresa”. In Albania, un pellegrinaggio nazionale è stato promosso il 26 agosto presso la Cattedrale di Vau-Dejës, in diocesi di Sapa, che sarà dedicata a Madre Teresa con una liturgia eucaristica presieduta da mons. Rrok Kola Mirdita, arcivescovo di Durres-Tirana. Il Kosovo, che ha proclamato il 2010 “Anno di Madre Teresa”, festeggerà la beata il 5 settembre, giorno della festa liturgica, dedicandole una chiesa-santuario a Pristina; la costruzione del tempio è stato iniziata nel 2003 per volontà del Vescovo Mark Sopi e del Presidente Rugova e completato sotto il Vescovo Dodë Gjergji, attuale Amministratore apostolico del Kosovo. I n India, dove Madre Teresa giunse nel 1929 e dove ha trascorso gran parte della sua esistenza, le celebrazioni sono iniziate il 17 agosto con una novena in tutte le parrocchie dell’arcidiocesi di Calcutta, sede della Casa Madre delle Missionarie della Carità, dove il centenario è stato aperto il 26 agosto con una celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi. A New Delhi, un fitto programma di eventi, che include un simposio sulla beata Madre Teresa e due spettacoli di danza e teatro, è previsto tra il 23 e il 31 agosto, su iniziativa della Conferenza episcopale dell’India (CBCI) e con il concorso dell’UNESCO. Nella stessa capitale federale si terrà inoltre la commemorazione pubblica, sabato 28 agosto, alla presenza del presidente indiano Pratibha Devisingh Patil; nella circostanza verrà ufficialmente presentata la moneta dedicata alla religiosa dallo Stato indiano, che ha voluto proclamare il 26 agosto “Giornata nazionale degli orfani”, in riconoscimento della sollecitudine di Madre Teresa per le piccole vittime della solitudine e dell’abbandono. “Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”. E’ così che amava definirsi Madre Teresa, nata a Skopje il 26 agosto 1910. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiu, originari del Kosovo, fu battezzata Gonxha Agnes, maturò la sua vocazione all’interno della parrocchia del Sacro Cuore, grazie agli insegnamenti della madre e alle visite al Santuario di Letnica in Kosovo. All’età di diciotto anni lasciò la sua casa per entrare nell’Istituto delle “Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux. Nel 1929 arrivò a Calcutta dove fu insegnante e direttrice del collegio St. Mary. Il 10 settembre 1946, durante un viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling, Madre Teresa ricevette la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, in che modo non lo raccontò mai, la sete di Gesù per amore e per le anime si impossessò del suo cuore. Dopo due anni di discernimento, il 17 agosto 1948, indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del convento per entrare nel mondo dei poveri, seguita, alcuni mesi dopo, da alcune sue ex allieve. Dopo il riconoscimento della sua nuova Congregazione, “le Missionarie della Carità” da parte dell’arcidiocesi di Calcutta (1950) e di Papa Paolo VI (1965) iniziò l’apertura di nuove case in Venezuela, Italia, Tanzania, fino a toccare tutti i continenti. Nel 1997, anno della sua morte, le suore di Madre Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Il governo indiano le tributò funerali di Stato e la sua tomba, nella Casa Madre delle Missionarie della Carità, divenne ben presto luogo di pellegrinaggi per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna. Meno di due anni dopo la sua morte Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli, preludio alla beatificazione del 19 ottobre 2003. L’intera vita e l’opera di Madre Teresa (premio Nobel per la Pace nel 1979) offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro aspetto eroico di cui si venne a conoscenza solo dopo la sua morte. Nascosta agli occhi di tutti, la sua vita interiore fu contrassegnata dall’esperienza di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò la sua prova interiore: “l’oscurità”. La “dolorosa notte” della sua anima, cominciò in concomitanza con l’inizio del suo apostolato con i poveri e perdurò tutta la vita, condusse Madre Teresa a un’unione ancora più profonda con Dio. Attraverso l’oscurità partecipò misticamente alla sete di Gesù, al suo desiderio, doloroso e ardente, di amore, e condivise la desolazione interiore dei poveri. SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 INTERNET TEMPI DURI PER I PIRATI S ono tempi duri per il copyright. Proprio quando i Pirati della Baia (www.thepiratebay.org) sembravano nel pieno di una lenta, ma inesorabile, agonia ed anche le Autorità di settore (come l’Agcom) sembravano decise a porre fine all’elusione del diritto d’autore, ecco spuntare il primo provider Internet “pirata” e la ricerca dell’Istituto “Bruno Leoni” sulle inefficienze della Siae. Secondo le stime dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) il fenomeno della pirateria è in costante crescita e nei prossimi anni diventerà sempre più preoccupante. In una recente indagine conoscitiva, dal titolo “diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”, Agcom valuta che al 2015 si potrebbe arrivare con un trend di crescita tra il 18% e il 24% annuo, pari ad una perdita che va da 32 miliardi di euro (610 mila posti di lavoro) a 56 miliardi di euro (oltre 1 milione di posti di lavoro), su scala globale. Un fenomeno dalle dimensioni spropositate che richiede, secondo il presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, “adeguate forme di cooperazione con tutti i soggetti coinvolti della filiera, e con gli internet provider in particolare”. Un passo importante, quello dell’Autorità italiana, che segue di qualche mese il duro colpo inflitto dal tribunale svedese a “The Pirate Bay”. I quattro fondatori del più importante portale internet, dedicato al peer-to-peer, erano stati condannati in primo grado con un anno di prigione e circa 1 milione di dollari di multa a testa. Un duro colpo per la “Baia” che da allora aveva iniziato un lento disfacimento, in attesa che la Corte d’appello svedese discuta il ricorso di Peter Sunde e compagni il 28 settembre 2010. Insomma, tutto sembrava volgere per il meglio, Pirati a terra e Autorità schierate a difesa del copyright, ma ecco arrivare le cattive notizie. Il “Piratpartiet” (“Partito Pirata”) svedese che, nelle ultime elezioni europee, ha riscosso un successo senza precedenti, conquistando quasi 400 mila voti ed uno dei 18 seggi assegnati alla Svezia al Parlamento europeo, è in pieno fermento a causa delle prossime elezioni politiche in Svezia, previste per settembre prossimo. Nasce così il “Pirate Isp”, che commercializzerà connessioni a banda larga, fino ad 1Giga, in grado di garantire il completo anonimato in Rete. A guidare il nuovo provider sarà Gustav Nipe, studente di economia e storico membro del “Piratpartiet”, che promette dura battaglia contro le major statunitensi: Non siamo d’accordo con quello che dicono e non siamo d’accordo con le leggi che stanno producendo quindi se loro hanno un problema con noi, allora noi avremo un problema”. Sul fronte di casa nostra, l’Istituto “Bruno Leoni”, una “think tank” attiva nell’elaborazione di ricerche e studi, ha pubblicato in questi giorni uno studio realizzato da Diego Menegon, dal quale emerge che la Siae, che gestisce in monopolio i diritti d’autore in Italia, è “costosa e inefficiente”. Secondo l’autore del “briefing paper”, “la minor efficienza della Siae costa agli autori, ai discografici e ai fruitori di opere musicali protette (quindi ai consumatori) 13,5 milioni di euro all’anno”. Di analogo parere anche l’associazione “Altroconsumo”, che in un articolo rivela come meno della metà degli iscritti Siae riesce, con i ricavi delle proprie opere, a coprire le spese necessarie a rinnovare la propria tessera. ANTONIO RITA GLI USA LASCIANO IL PAESE MEDIORIENTALE Iraq: quale futuro adesso? « O ggi, ho il piacere di annunciare che grazie a un servizio straordinario delle nostre truppe e dei nostri civili in Iraq, la nostra missione di combattimento si concluderà entro questo mese e che stiamo per ultimare un ritiro sostanziale delle nostre truppe”. Con queste parole, contenute in una lettera del 18 agosto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha comunicato la fine della missione di combattimento in Iraq. Sette anni dopo l’inizio della guerra, il 20 marzo 2003, che ha portato al rovesciamento del regime di Saddam Hussein, l’ultima brigata da combattimento ha così lasciato il Paese. Ingente il bilancio delle vittime, 4 mila morti militari americani e decine di migliaia le vittime irachene. Mille miliardi di dollari il costo dell’operazione, denominata “Iraqi Freedom”. Dopo il 31 agosto in Iraq resteranno solo 50 mila militari con un ruolo di assistenza e di addestramento. Questi ultimi sono destinati a lasciare l’Iraq entro la fine del 2011. Mentre i colloqui per la formazione del nuovo Governo, dopo il voto di marzo, sono arenati, è lecito domandarsi adesso, che Iraq lasciano i soldati americani e quale futuro attende ora la popolazione locale sempre in balia di violenze, rapimenti, furti ed estorsioni. L’attentato più recente a Baghdad, il 17 agosto, ha provocato la morte di 59 persone e ha fatto oltre 100 feriti. Il tutto in attesa di vedere una ricostruzione, non solo economica ma anche politica e sociale, che potrebbe dare un po’ di speranza nel futuro. Ne abbiamo parlato to l’amministrazione Usa in Iraq? “La rifondazione dello Stato e l’impianto formale di strutture democratiche. Tuttavia, lo Stato è ostacolato per non dire alienato dal tribalismo e dall’etno-confessionalismo. La libertà non è né custodita, né protetta”. Dopo il ritiro Usa, c’è il rischio reale di divisione del Paese in tre zone: sciita, sunnita e curda? “In questo periodo, visto anche il vuoto politico attuale e il vuoto di sicurezza conseguente, si temono eventuali conflitti tra comunità o partiti. Comunque non mi sembra che la situazione attuale, malgrado la sua drammaticità, evolva verso una divisione del Paese. Per ragioni interne e per cause esterne, la divisione non risolve i problemi oggetto di conflitti tra le varie parti”. con l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean B. Sleiman (qui sopra nella foto). Eccellenza, quello americano è più un ritiro o una ritirata? “Ritiro o ritirata, la delusione rimane grande. Le promesse si sono rapidamente evaporate. Il Paese stenta ancora molto a diventare uno Stato di diritto, a garantire la sicurezza, a rinnovare le infrastrutture, a ridurre la povertà, a fermare l’emigrazione e a rilanciare l’economia. Quello che importa più del ritiro è la ricostruzione dell’Iraq. Un progetto purtroppo ancora lontano dalla realizzazione”. Che guerra è stata questa dal 2003 al 2010? “Paradossalmente questo periodo lungo sette anni è stato battezzato ‘dopo-guerra’ quando, invece, è stato la continuazione della guerra. Il dopo-guerra è fatto di anarchia, violenze, mafia, corruzione a tutti i livelli, esodo massiccio delle popolazioni, pulizie etnico-confessionali, rapimenti ed estorsioni. La guerra del 2003 ha creato più problemi di quanti ne ha risolti. Per le comunità cristiane, poi, è stata micidiale”. I paesi limitrofi come Iran, Arabia Saudita, Siria, Giordania, Turchia faranno adesso maggiori pressioni politiche bloccando la formazione di un governo iracheno forte? “Mi sembra che accade già”. In un Iraq diviso o peggio in guerra civile, quale futuro per le minoranze? “Le minoranze patiranno sempre senza uno Stato di diritto. Vivranno in una casa senza tetto se lo Stato non si assume le sue responsabilità. Certo in caso di conflitti intercomunitari o di guerra civile strisciante, la sorte delle minoranze sarà molto precaria, anzi ancora più drammatica”. Quali risultati ha ottenu- (fonte: SIR) GIOVANI E SOCIETÀ Cresce lo scoraggiamento I giovani faticano a farsi largo nel mercato del lavoro. Il tema del loro inserimento lavorativo è stato sempre uno dei punti più deboli del mercato di lavoro in Italia. Il Rapporto del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), presentato recentemente dall’economista Carlo Dell’Aringa, ha confermato in tutta la sua gravità questa fragilità. Anzi, quel che si prefigura appare un peggioramento rispetto al passato. Dai dati del Rapporto sul mercato del lavoro 2009-2010 relativi ai giovani si mettono in luce due elementi: da una parte, c’è un ridotto grado di occupazione dei giovani, da attribuire ad un ingresso posticipato dai percorsi scolastici dovuto sia all’innalzamento dell’obbligo scolastico, sia all’introduzione dei percorsi universitari “3+2”, i quali, introducendo la laurea breve avevano lo scopo di diminuire i tempi di studio, invece, hanno sortito l’effetto opposto, dato che quasi tutti gli studenti, una volta raggiunta la laurea breve, scelgono di continuare per altri due anni. I dati del Rapporto Cnel non sono davvero incoraggianti. Quel che sembra è che l’introduzione della flessibilità contrattuale finora invece che favorire una maggiore mobilità e contaminazione, tra esperienze professionali e aziendali diverse, ha solamente ampliato la sfavorevole condizione di partenza dei giovani di ANDREA CASAVECCHIA Dall’altra parte, tra i giovani c’è una maggiore possibilità di disoccupazione, dato che le varie riforme dei contratti di lavoro avviate dal 1997 in Italia, con il pacchetto Treu e poi con- solidate dalla più complessa Riforma Biagi, hanno introdotto una maggiore flessibilità in entrata, ma anche in uscita dal mondo della produzione. Così come si legge dalle pagine del Rapporto: “Per una giovane persona attiva nel mercato del lavoro italiano, il rischio di essere disoccupata è il triplo rispetto a quello sperimentato dalle forze di lavoro più mature”. Nel lavoro c’è poco spazio per i giovani. In Italia, sempre seguendo le spiegazioni del Cnel, la precarietà si aggiunge ad una loro vulnerabilità “costituzionale”, “dovuta alla mancanza di competenze, esperienze lavorative, capacità di ricerca di un impiego e risorse economiche da utilizzare durante la ricerca”. Si aggiunga, poi, che oltre a pochi occupati e tanti che cercano lavoro, tra i giovani è molto alto il tasso di scoraggiamento. I dati del Cnel confermano che i Neet (coloro i quali non sono né studenti né impegnati nel mercato del lavoro) arrivano quasi al 25%. Tra questi non ci sono soltanto i soliti vitelloni, che stanno bene sul divano dei loro genitori con il telecoman- do in mano. Dal Rapporto, infatti, si evince che per una quota di giovani tra i 15 e i 24 anni oggi è meno facile di qualche anno fa passare da un’occupazione temporanea ad una fissa, mentre “nell’ultimo periodo è sostanzialmente aumentata l’uscita verso la disoccupazione e l’inattività: ovvero, se in passato era più probabile per un giovane a cui scadeva un contratto a tempo determinato essere assunto con contratto permanente, attualmente questa situazione si è capovolta, dato che è molto più probabile alla scadenza passare tra i non occupati”. I dati del Rapporto Cnel non sono davvero incoraggianti. Quel che sembra è che l’introduzione della flessibilità contrattuale finora invece che favorire una maggiore mobilità e contaminazione, tra esperienze professionali e aziendali diverse, ha solamente ampliato la sfavorevole condizione di partenza dei giovani. Forse sarebbe ora di considerare qualche via d’uscita senza continuare la litania consolatoria: “Si ma tanto per i giovani è sempre stato così”. SOCIETÀ FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 P A G I N A 5 10 AGOSTO, 14 AGOSTO E 7 SETTEMBRE 1910 Padre Pio: quei tre giorni! T re giorni significativi della vita di padre Pio: a narrarli in un agile volumetto intitolato “Quei tre giorni di padre Pio - A Pietrelcina un secolo fa 1910 - 2010” (Tau editrice) è il giornalista Raffaele Iaria. Non tre giorni qualsiasi, ma tre momenti “particolari e decisivi nella vita di un santo”; giorni “straordinari come sono quelli di una ordinazione sacerdotale, di una prima messa, di una scoperta indicibile” (le stigmate, ndr), scrive nella prefazione Paolo Bustaffa, direttore dell’Agenzia SIR, che sottolinea anche la semplice e meravigliosa grandezza dei genitori di padre Pio. Il “sì per sempre a Dio” nel matrimonio di mamma Maria Giuseppa e papà Grazio, osserva Bustaffa, “ha preceduto e nutrito quello del loro figlio nel sacerdozio”. “Protagonista” della pubblicazione è anche Pietrelcina, piccolo borgo del Sannio che il 25 maggio 1887 diede i natali al Santo e dal 25 maggio di quest’anno custodisce nella chiesa dei cappuccini “Sacra Famiglia” una sua reliquia. L’unica che, staccatasi in modo naturale durante la riesumazione, è conservata in un luogo diverso da San Giovanni Rotondo. 10 AGOSTO 1910: L’ORDINAZIONE SACERDOTALE Padre Pio ha solo 23 anni, ma a causa del suo stato di salute, così cagionevole da non lasciare “presagire nulla di buono”, riceve, grazie a una dispensa, la consacrazione sacerdotale prima del compimento del 24° anno richiesto dalla legge canonica. “Domani festa di san Lorenzo è pure il giorno della mia festa - scrive il 9 agosto 1912 ricordando la sua ordinazione -… Fin da stamattina ho incominciato a gustare il paradiso… Il giorno di san Lorenzo fu il giorno in cui trovai il mio cuore più acceso di amore per Gesù”. Egli, osserva padre Gerardo De Flumeri, uno dei suoi biografi, “ha esercitato il suo ministero in tre direzioni: celebrazione della santa messa, amministrazione del sacramento della riconciliazione, direzione delle anime”. “Il frate cappuccino - scrive Iaria considerava la vocazione come dono ricevuto”. Un giorno, ad un giornalista che gli chiese chi fosse, rispose: “Un povero frate che prega”. Una vita di sacerdote trascorsa all’ombra del tabernacolo e della croce. “Cinquant’anni di vita religiosa, cinquant’anni confitto alla croce, cinquant’anni di fuoco divoratore per te Signore, per i tuoi redenti”, scrive padre Pio il 22 gennaio 1953, 50° anniversario della sua vestizione. 14 AGOSTO 1910: LA PRIMA MESSA Quattro giorni dopo l’ordinazione sacerdotale e alla vigilia dell’Assunta, padre Pio celebra a Pietrelcina la sua prima messa nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l’attua- le santuario a lui dedicato. Il discorso di rito viene tenuto da padre Agostino di San Marco in Lamis, suo professore di teologia, che tra l’altro gli dice: “Tu hai poca salute, perciò non potrai fare il predicatore. Ti auguro però di essere un grande e assiduo confessore”. “Un augurio profetico commenta l’autore del volumetto - che comincerà a realizzarsi in maniera portentosa di lì a pochi anni”. SETTEMBRE 2010: LE STIGMATE “INVISIBILI” A Piana Romana, a tre chilometri da Pietrelcina, una sera, probabilmente il 7 settembre, sotto un olmo ormai secco e oggi custodito dentro le mura della chiesetta dedicata nel 1958 a san Francesco d’Assisi, il frate riceve le “prime stimmate”, invisibili fino alla stigmatizzazione visibile e permanente del 20 settembre 1918, ma già accompagnate da intensa sofferenza, soprattutto in alcuni giorni della settimana. “Dal giovedì sera fino al sabato, come anche il martedì è una tragedia dolorosa per me - scrive padre Pio il 21 marzo 1912 a padre Agostino -. Il cuore, le mani ed i piedi sembrami che siano trapassati da una spada; tanto è il dolore che ne sento”. Sempre lo stesso anno, il 26 agosto, il frate scrive: “Me ne stavo in chiesa a farmene il rendimento di grazie per la messa quando, tutto ad un tratto mi sentii ferire il cuore da un dardo di fuoco sì vivo ed di AGOSTINO CLERICI Vito Mancuso pubblicherà ancora per Mondadori oppure lascerà la casa editrice di Segrate per un altro (redditizio) editore? Vedo che i quotidiani si stanno appassionando alla vicenda, e mi viene il dubbio che anch’io la notte passata abbia dormito poco e male perché influenzato da questo dilemma di fine estate. Il problema che il discusso teologo ha sollevato non è di scarso livello morale: è lecito o no ricevere i proventi e dare lustro con il proprio nome ad una impresa che froda il fisco? A parte che bisogna ancora dimostrare che la Mondadori sia da annoverare in tale categoria. Anzi, leggo che sino ad ora due gradi di giudizio hanno messo nero su bianco esattamente il contrario. E, comunque, il contenzioso con il fisco era già aperto - mi sembra - e già pubblicamente noto, quando il Mancuso cominciò a pubblicare per Mondadori. Sia chiaro. È legittimo che il Mancuso se ne sia accorto solo ora o solo ora avverta il vulnus di una connivenza immorale con la Mondadori di Berlusconi e, quindi, cambi editore per un altro che, presumibilmente, ha già trovato e che, dopo un tale battage pubblicitario sulle prime pagine dei quotidiani, lo accoglierà sicuramente a braccia aperte. Un caso di coscienza come questo - ripeto, legittimo e quindi anche doveroso - avrebbe avuto bisogno di silenzio, come si addice ai casi di coscienza autentici. Mancuso, invece, lo ha buttato in prima pagina su Repubblica e questo atto di spavalderia ne ha minato proprio l’autenticità, virtù tanto amata dal nostro teologo, che vi ha dedicato recentemente un saggio. Qualche «cattivone» ha potuto sospettare che ci sia qualche interesse... pubblicitario in tutta la vicenda, un modo di far parlare di sé, di farsi notare. Ma, al di là della malalingua - che, dice il proverbio, pensa male e magari indovina - mi pare che pru- ardente, che credetti morirne… L’anima, vittima di queste consolazioni, diventa muta. Mi sembrava che una forza invisibile m’immergesse tutto quanto nel fuoco… Dio mio, che fuoco! Quale dolcezza!”. E ancora: “Di questi trasporti d’amore ne ho sentiti molti, e per diverso tempo sono rimasto come fuori di questo mondo. L’altre volte questo fuoco è stato però meno intenso; questa volta invece un istante, un secondo di più, l’anima mia si sarebbe separata dal corpo… se ne sarebbe andata con Gesù”. SANTITÀ NELLA “MOBILITÀ” Dopo un capitolo dedicato al “rapporto” dei papi con padre Pio - da Benedetto XV, che salito al soglio pontificio il 3 settembre 1914 fu il primo a occuparsene direttamente, a Benedetto XVI, “fermato” nella sua immagine in ginocchio e in preghiera accanto alla teca con le spoglie del Santo il 21 giugno 2009 - la postfazione, a firma di mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, si sofferma sul fenomeno della “mobilità”. Nel rammentare che il 10 agosto 1910 il padre Grazio e il fratello Michele non erano presenti all’ordinazione del religioso perché emigrati negli Stati Uniti come braccianti agricoli, mons. Perego sottolinea che “padre Pio, la sua vocazione itinerante, la storia del padre e del fratello”, sono “tasselli di una storia e vita sacerdotale che aiutano a costruire l’ipotesi di una santità nella mobilità” e ci aiutano “collocare nuovamente e originalmente la storia del sacerdozio cristiano”. IRLANDA: VESCOVI SU RAPPORTO STRAGE CLAUDY, “CHOC” PER COINVOLGIMENTO PRETE CATTOLICO CORSIVO IN QUESTO MONDO DI LADRI... Benedetto XVI in pellegrinaggio al santuario di San Pio da Pietrelcina nel giugno del 2009 denza avrebbe voluto che il cambio di editore per imcompatibilità di coscienza etica dovesse avvenire in un ambito più riservato e sereno. E, soprattutto, in tempo utile per evitare il lancio pubblicitario per i tipi di Mondadori del volume di Vito Mancuso intitolato Piccola guida dei perplessi. Si può addirittura già ordinarlo on line: 19 euro con spedizione compresa, nonostante il libro sarà in libreria solo a novembre 2010. Insomma, un poco perplessi si resta davvero, soprattutto a leggere nella presentazione del libro che «il cambiamento è l’unica condizione per vivere nella fedeltà a Gesù e al suo messaggio, cioè l’amore per Dio e per l’uomo». Che sia il cambiamento... di editore ciò a cui il Mancuso si riferisce? Credo proprio di no, eppure il dubbio viene... Antonello Venditti cantava che «in questo mondo di ladri» l’unica certezza è che «noi stiamo bene tra noi e ci fidiamo di noi». Amara consolazione! Ma non servirebbero più nemmeno i libri. Basterebbe una caverna a testa, buia e pulita! La Chiesa cattolica è “sempre stata costante nel condannare il male della violenza. E’ pertanto scioccante che un prete possa essere stato sospettato di essere coinvolto in una tale violenza”. Così in un comunicato congiunto il card. Sean Brady, arcivescovo di Armagh e mons. Seamus Hegarty, vescovo di Derry, commentano il rapporto pubblicato oggi dalla polizia dell’Irlanda del Nord circa il coinvolgimento di un prete cattolico, padre James Chesney, nella strage avvenuta il 31 luglio 1972 a Claudy nella contea di Londonderry. “L’attentato a Claudy, il 31 luglio 1972 – scrivono i vescovi -, è stato un crimine orrendo. Nel leggere il rapporto della polizia dell’Irlanda del nord, pubblicato oggi, non possiamo perdere di vista il terribile costo umano di questa atrocità. Nove persone sono morte, compresi i bambini. Molti sono rimasti feriti. L’intera comunità di un piccolo paese rurale è stata traumatizzata da un terribile attacco contro gente innocente”. “In una giornata come questa – proseguono i due vescovi -, è importante ricordare il dolore sofferto da migliaia di persone con il lutto, la perdita e il trauma” e “ci rendiamo conto che la pubblicazione di oggi dei dati del rapporto riporterà molti ricordi dolorosi e per questo vogliamo assicurare le nostre preghiere e la preoccupazione in questo momento”. Qualche tempo dopo l’attentato, padre Chesney è stato interrogato dall’allora vescovo di Derry, Neil Farren, e poi dal successore mons. Edward Daly. Entrambe le volte il sacerdote ha negato qualsiasi coinvolgimento. Del caso fu informato anche il card. William Conway, allora arcivescovo di Armagh. Nel 1978, Chesney fu trasferito in una parrocchia nella contea di Donegal, dove morì nel 1980. Nel comunicato, i due vescovi irlandesi assicurano che tutto “il materiale in possesso alla Chiesa cattolica è stato dato alla polizia”. Ed aggiungono: “Questo caso avrebbe dovuto essere oggetto di indagine e risolto durante la vita di Padre Chesney. Se ci fossero state prove sufficienti per collegarlo ad attività criminali, avrebbe dovuto essere arrestato e interrogato al più presto, come chiunque altro. Siamo d’accordo con il mediatore della polizia che il fatto che questo non sia accaduto, ha ingiuriato ancor di più coloro che sono stati uccisi, feriti e tutte le vittime dei bombardamenti”. Nella nota, i vescovi assicurano che “la Chiesa cattolica non si è impegnata a coprire” nulla e che “le azioni del card. Conway e di qualsiasi altra autorità della Chiesa non hanno mai impedito la possibilità di arresto ed interrogatorio di padre Chesney”. La nota si conclude con un appello “a chiunque abbia informazioni in merito a questo crimine orribile a fornirle al Servizio di polizia dell’Irlanda del Nord”. P A G I N A 6 SOCIETÀ EUROP A EUROPA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 LA FORZA NECESSARIA UNIONE EUROPEA E “METODO COMUNITARIO” A nche le istituzioni dell’Unione europea si sono prese una vacanza. L’appuntamento con la ripresa dei lavori di Parlamento, Commissione e Consiglio, tra la fine d’agosto e i primi di settembre, segnala già un’agenda fitta, caratterizzata soprattutto da tante “questioni aperte”, pari, per numero e per importanza, ai temi sollevati nella prima metà dell’anno e agli impegni che le stesse istituzioni hanno esplicitamente assunto verso i cittadini.Basterà, in tal senso, ricordare alcuni passaggi delle “Conclusioni” del Consiglio europeo di giugno. “L’Ue ha affrontato la crisi finanziaria mondiale guidata da una determinazione comune e ha fatto il necessario per salvaguardare la stabilità dell’Unione economica e monetaria - vi si legge -. In particolare, in maggio è stato raggiunto un accordo su un pacchetto di sostegno alla Grecia e un meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria e un fondo di stabilità finanziaria. Abbiamo gettato le fondamenta per una governance economica molto più forte”. “Restiamo determinati - scrivono i Ventisette - ad adottare tutte le misure necessarie per riportare le nostre economie sui binari della crescita sostenibile e creatrice di posti di lavoro”. A tale scopo il summit ha adottato la strategia Europa 2020: “Essa promuoverà la realizzazione di riforme strutturali... Nei prossimi mesi valuteremo più approfonditamente in che modo sia possibile mobilitare specifiche politiche per sblocca- re il potenziale di crescita Ue, a partire dalle politiche di innovazione ed energetiche”. Nello stesso testo si legge della “comune determinazione ad assicurare la sostenibilità dei bilanci” e “la stabilità finanziaria, ovviando alle lacune nella regolamentazione e nella vigilanza dei mercati”, nonché l’”urgente necessità di rafforzare il coordinamento delle nostre politiche economiche... Attendiamo con interesse la relazione finale che la task force presenterà in ottobre”. E poi altre promesse e impegni sul versante degli Obiettivi del millennio (conferenza Onu di New York), della lotta ai cambiamenti climatici (vertice di Cancun), della collaborazione in sede di G20.I “fronti interni” (occupazione, previdenza, inclusione sociale, sicurezza, migrazioni, riforma del bilancio, revisione della politica agricola, coesione e sostegno alle regioni in ritar- do…), procedono parallelamente con quelli “esterni”: i rapporti con Usa, Russia e Cina; l’istituzione del servizio diplomatico comunitario; i negoziati con Turchia, Croazia, Islanda, Macedonia e gli altri Paesi balcanici; le relazioni con gli Stati del Mediterraneo e i vicini orientali; i grandi rebus di Afghanistan, Iran e Iraq; l’Africa e la cooperazione con i Paesi poveri. Per tener testa a tutti questi “fronti” servirebbe una Ue salda, coesa, convinta che l’azione comune (pur nel doveroso rispetto delle specificità nazionali e del principio di sussidiarietà) moltiplica le forze. Non a caso gli europeisti più convinti - che tra Bruxelles e Strasburgo sono pur sempre in gran numero - insistono per rinsaldare i legami e le politiche Ue, adottando con maggior decisione il “metodo comunitario” e chiedendo ai governi nazionali di moderare i tatticismi, gli interessi particolari, le diffidenze reciproche. Una leadership politica riconosciuta, in grado di decidere, costituirebbe un elemento favorevole in più, specie se accompagnata da un diffuso rispetto delle regole comunitarie (un tema dibattuto in Italia nelle ultime settimane a partire dal “caso Sky” e da quello delle “quote latte”). La pausa estiva può allentare le tensioni accumulatesi negli ultimi tempi e magari suggerire un ritorno, dopo le ferie, in chiave proeuropeo, inteso - al di là di ogni verbosità - a dare risposte efficaci alle attese e ai bisogni dei cittadini dell’Unione. Chiese europee Francia - Italia IL FESTIVAL DELLA GIOVENTÙ ORTODOSSA “Giù la maschera. Uomo, chi sei?”. Questo il tema scelto quest’anno per il “Festival della gioventù ortodossa” che si svolgerà dal 17 al 19 settembre ad Essonne, in Francia, presso l’abbazia di “Notre Dame de l’Ouye”. Camminate, tavole rotonde, lavori di gruppo. Il Festival riunirà, come ogni anno, i membri di diversi movimenti giovanili ortodossi presenti in Francia e non solo. Tra i più conosciuti Syndesmos e la Orthodox Christian Youth Uk. Il Festival - si legge nella presentazione dell’evento - ha scelto quest’anno di rivisitare il famoso detto di Socrate, “Conosci te stesso”, “alla maniera ortodossa, senza tabù e con molta umiltà e radicalità”. Significa in concreto far percorrere ai giovani un cammino di riflessione che dovrebbe condurre alla scoperta della loro “filiazione a Dio” e “come essere coerenti e autentici” e capire come la “fede può aiutate a superare le nostre debolezze”. LE “SENTINELLE DEL MATTINO” “Scoprire e riscoprire la fede attraverso l’intensità del primo annuncio, come facevano gli apostoli al tempo di Gesù”. Questo impegno è stato per cinque giorni al centro del “Summer Event 2010” organizzato a Pescara in luglio dalle “Sentinelle del Mattino”(il progetto di evangelizzazione dei giovani delle diocesi italiane) in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale giovanile. In questi giorni circa 200 ragazzi fra i 20 e i 35 anni si sono ritrovati sul lungomare pescarese per iniziare “un processo di s e n sibilizzazione ed evangelizzazione dei giovani negli ambienti più informali come le discoteche e le spiagge”. Per l’occasione, nei pressi del lido “Acapulco Beach”, è stata allestita come chiesa una tenda gonfiabile, della grandezza di 32 metri per 22, accessibile dalle ore 22 fino alle 2 del mattino. “Un’idea nata dal desiderio di portare il messaggio di Maria e di Gesù a tutti i ragazzi utilizzando il grande mezzo della musica”: così don Roberto Fiscer, giovane viceparroco di Arenzano (Genova) ha spiegato l’uscita del suo primo singolo intitolato “Io vi amo”, pubblicato recentemente dalla casa discografica Hit Record e definito un “inno da discoteca cristiana”. Il singolo unisce infatti musica e ritmo da discoteca con un testo di ispirazione cristiana e si inserisce nel solco della prima “discoteca cristiana” della diocesi di Genova inaugurata proprio quest’estate dal giovane sacerdote, già dj a bordo di navi da crociera, aperta tutti i mercoledì sera presso gli stabilimenti San Pietro di Arenzano. “Gesù - ha concluso don Fiscer - non si è mai fatto problemi per raggiungere qualcuno. Certamente avrebbe chiamato i giovani anche nelle discoteche”. GIANNI BORSA COMMISSIONE UE IL PROGETTO INCOMPIUTO: IL RILANCIO DEL MERCATO UNICO l lavoro è solo all’inizio. Se il mercato unico è, come ha più volte affermato il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, “la spina dorsale dell’integrazione e della crescita sostenibile in Europa”, si tratta di applicarne pienamente i principi e le regole. Le basi del mercato unico furono gettate, soprattutto grazie all’azione di Jacques Delors, nel 1992, con il Trattato di Maastricht. Alla vigilia del ventennale, la Commissione rilancia il progetto, segno evidente che esso non è stato ancora attuato. I TRA ECONOMIA E SCELTE POLITICHE La seconda Commissione Barroso, in carica da pochi mesi, ha posto il mercato unico tra le priorità della sua azione. Per tale ragione era stato dato incarico, già alla fine del 2009, all’economista Mario Monti, di stendere un rapporto sull’argomento. Il paladino del mercato interno e della concorrenza proprio all’interno dell’Esecutivo, di cui è stato membro tra il 1995 e il 2004, ha consegnato la sua re- lazione nel mese di maggio. Essa è diventata oggetto di analisi all’interno della Commissione nel mese di luglio, quando il collegio Ue ha chiamato Monti per un confronto diretto e per studiare i prossimi, possibili passi per intraprendere la strada giusta. Il testo, di quasi 120 pagine, è diviso in 5 capitoli, intesi a definire pregi e limiti del mercato unico, il contesto nel quale ci si muove (profondamente diverso da quello di inizio anni ’90), le regole da adottare, il “consenso” da generare attorno al grande progetto. Comprende inoltre un approccio multipolare, nel senso che affronta temi solitamente lasciati a margine del mercato unico, quali, ad esempio, la tutela dei consumatori, la dimensione sociale e occupazionale, il nodo del rispetto ambientale. “IMPOPOLARE MA NECESSARIO” Monti premette al suo rapporto una frase riconducibile al belga Paul-Henri Spaak, considerato tra i “padri fondatori” della Comunità, che nel 1961 dichiarava: “Quanti hanno ten- tato di risolvere i problemi economici posti dal trattato di Roma tralasciandone la dimensione politica si sono condannati al fallimento”. Ebbene Monti si inserisce in questa linea, considerando anche il fatto che il mercato unico è diventato un elemento fondante dell’integrazione Ue con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. La relazione dell’economista italiano evidenzia che “il mercato unico si trova oggi in una fase critica”, caratterizzata da più sfide. La prima consiste “nell’indebolimento del sostegno politico e sociale all’integrazione del mercato in Europa”. Il mercato unico suscita a suo avviso “in molti europei - cittadini e leader politici - sospetto, paura, se non in alcuni casi aperta ostilità”. Monti spiega questo fenomeno con due tendenze: la “stanchezza da integrazione”, la quale “smorza il desiderio di un’Europa più grande e più forte”; e la “stanchezza da mercato”, che “mina la fiducia nel mercato”. Oggi, “il mercato unico è più impopolare che mai, ma l’Europa ne ha più che mai bisogno”. NO A NAZIONALISMI E PROTEZIONISMI LA DIMENSIONE SOCIALE La seconda sfida “è rappresentata dall’attenzione altalenante che il mondo politico accorda allo sviluppo delle varie componenti di un mercato unico efficace e sostenibile”. In questo senso le difficoltà che il mercato unico incontra non sono solo legate alla “saldatura incompleta” tra mercati nazionali, così da dar vita a un mercato europeo, ma anche al fatto che “non si sono ancora concluse le operazioni su altri due fronti”, ovvero l’espansione verso nuovi settori “per tenere il passo con un’economia in rapida trasformazione” e “l’impegno per garantire che il mercato unico risulti uno spazio di libertà e di opportunità per tutti”, cittadini, consumatori e imprese. Limiti politici, economici e potremmo anche dire “culturali” sono dunque alla base del ritardo nel creare un solo grande mercato europeo. Monti infatti nella sua analisi richiama altri temi di assoluta rilevanza, fra cui il ritorno dei nazionalismi e dei protezionismi che sarebbero l’antitesi del mercato unico. Comunque dal rapporto presentato alla Commissione emerge che “il rilancio del mercato unico è non solo necessario ma anche possibile”. Gli obiettivi sono molteplici: un rafforzamento complessivo dell’integrazione comunitaria, a livello economico ma anche politico-istituzionale; migliori risultati per i cittadini, i consumatori, i lavoratori e le imprese Ue; una più efficace capacità competitiva verso l’esterno. Un’attenzione specifica andrebbe riservata al capitolo 3 della relazione, quello che tiene in maggiore considerazione i lineamenti di una “economia sociale di mercato fortemente competitiva”, citata nel Trattato di Lisbona: la conciliazione delle libertà economiche con i diritti dei lavoratori; il ruolo dei servizi sociali; il problema degli appalti pubblici; “l’uso del coordinamento fiscale”; “la ricerca di un equilibrio, all’interno del mercato unico, tra concorrenza e coesione, mediante le politiche di sviluppo regionale”; le forme di difesa rispetto al mercato globale. CHIESA P A G I N A 7 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 L’OMELIA DEL VESCOVO NEL PONTIFICALE DELL’ASSUNTA AGENDA del VESCOVO FINO A DOMENICA 29 A Poschiavo, giornate di ritiro con i diaconi permanenti. DOMENICA 29 A Como, alle ore 18.00, presso la chiesa di san Giacomo, nell’ambito della manifestazione Parolario, approfondimento sulle Lettere di san Paolo. LUNEDÌ 30 Al mattino, Consiglio episcopale; alle ore 17.30, in sant’Abbondio, primi vespri e discorso alla città e alla diocesi. MARTEDÌ 31 A Como, dalle ore 10.00 alle ore 16.00, incontro con il clero in Seminario per l’inizio dell’anno pastorale; a Como, alle ore 17.00, in Cattedrale , pontificale per sant’Abbondio MERCOLEDÌ 1 A Pietralba, giornata interdiocesana per la salvaguardia del Creato. GIOVEDÌ 2 A Brinzio, alle ore 20.30, celebrazione della Santa Messa VENERDÌ 3 A Como, udienze e colloqui personali L’impegno nelle relazioni e le radici della nostra gioia I l brano di Vangelo che abbiamo ascoltato in alcune delle principali lingue, arrivando, così, almeno nelle intenzioni, a parecchie centinaia di milioni di uomini e di donne sparsi per il mondo, ci presenta una scena sulla quale vorrei attirare brevemente la vostra attenzione. Una scena notissima, dal Vangelo di Luca, che ci racconta la Visitazione di Maria a Elisabetta, sua parente. Questa scena è avvolta in un grido di trionfo: «d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata». E questo trionfo non nasce dall’orgoglio, dalla supponenza, da una vittoria totalmente umana, legata alle nostre forze, ma deriva, questo canto trionfale, dalla scelta, gratuita, di Dio, comunicata a una piccola creatura che la accoglie nell’obbedienza, in spirito di servizio. Il Magnificat – che noi tutti conosciamo a memoria, credo – è davvero un canto trionfale, ma immerso, questo canto, in un duplice contesto: quello di una relazione di aiuto impegnativa e quello di una gioia profondamente motivata. Trasformerei queste due riflessioni in due domande che rivolgo a me stesso e a voi. Quale impegno noi mettiamo nelle relazioni di aiuto che viviamo? Fra marito e moglie… Con il vicino di casa… Con un povero che passa… Con i bambini da far crescere… Quale impegno noi mettiamo? Maria ha affrontato decine e decine di chilometri a piedi. E le ha fatte in fretta. Non come turista, fermandosi qua e là a godere del panorama. Perché sapeva che la sua parente Elisabetta aveva bisogno. Anziana e incinta: aveva bisogno. E, tanto per quantificare la fatica – e non penso di sbagliare di molto – è come se noi andassimo da qui, a piedi, a Tirano. Con la differenza che da qui a Tirano il dislivello è minimo. Mentre da Nazareth ad Ain Karim ci sono oltre seicento metri di dislivello… Quindi, Foto William andò, dice il Vangelo, di fretta nella regione montuosa. È costato fatica, a Maria, celebrare la sua relazione di aiuto con la sua parente. Quale impegno mettiamo noi nelle relazioni che viviamo. Oppure viviamo le nostre relazioni sempre e soltanto con la preoccupazione che ci rendano? Magari con gli interessi? E non semplicemente per espandere la nostra gioia e la nostra coscienza di uomini e di donne, assolutamente immeritevoli, scelti da Dio per il compimento dei suoi progetti nella storia… Quale impegno mettiamo nei nostri rapporti come coniugi, genitori, vicini di casa, colleghi di lavoro, parenti, amici… Quanto impegno mettiamo? Quanta strada siamo disposti a fare, anche quando è in salita? E l’altra domanda è: qual è il motivo della nostra gioia? Queste due donne, entrambe incinte, una anziana, l’altra giovane, si incontrano nella gioia. E l’incontro suscita una gioia così profonda che anche il bambino, nel seno di Elisabetta, sussulta. Non si contiene. La madre lo sente muoversi nel suo corpo e capisce che è un movimento di gioia. Quando ho udito le tue parole – dice Elisabetta a Maria – ho sentito il bambino che sussultava di gioia nel mio ventre. Allora, qual è il motivo della nostra gioia? Ce ne sono tanti. Anche il fatto di essere un po’ in vacanza… O il fatto che, grazie a Dio, abbiamo un po’ di fresco che ci porta sollievo anziché la calura… Sono tutte spiegazioni legittime che ci fanno gioire… Ma qual è il motivo profondo della nostra gioia? Perchè motivo profondo della gioia di Elisabetta è stato l’incontro con la madre del Signore. Questo dovrebbe essere il motivo della gioia di questo momento che stiamo celebrando qui, in questa Cattedrale dedicata all’Assunta. Ci stiamo incontrando con Madre del Signore. O meglio, la Madre del Signore ci viene incontro e suscita dentro di noi, in quello che noi possiamo generare di buono al mondo, una grande gioia. È così? Oppure stiamo semplicemente assistendo alla Messa (per di più quest’anno è anche di domenica, quindi un impegno in meno… prendi uno, vale due…). Come sarebbe bello, invece, che noi, qui, potessimo partecipare dei motivi della gioia della Visitazione. Sentirci visitati dalla madre di Dio. Sentire che lì c’è la vittoria contro il male – ce l’ha detto la Prima Lettura dal Libro dell’Apocalisse. Lì c’è la vittoria contro tutto ciò che è nemico. E l’ultimo nemico a essere sconfitto sarà la morte. Quella morte che tante volte turba i nostri sogni, deprime il nostro cuore, ci rende fragili, incerti. Dice la Scrittura: coloro che, per paura della morte, erano schiavi per tutta la vita, sono stati liberati dall’incontro con il Signore. Questa è la nostra gioia! Quando ci viene la tentazione di lamentarci della nostra vita piatta o insoddisfacente, della nostra vita deludente, proviamo a domandarci quanto abbiamo investito di fatica nelle relazioni di amore che viviamo e dove abbiamo radicato il desiderio, almeno, la speranza, della nostra gioia. Concludo dicendo che quanto è stato assunto in cielo, non è da considerarsi come il puro e semplice materiale di un corpo umano… Ciò che è stato assunto in cielo, vincendo la morte, e quindi consacrato per l’eternità, è tutta la vita pratica, di fatto, concreta, di Maria. Attraverso il corpo di Maria si è manifestata ed espressa la sua esperienza umana. La sua obbedienza, che è stata detta da quella voce. La sua sollecitudine di aiuto, che è stata tradotta in quelle gambe che camminavano, in quel cuore che pulsava, in quelle mani che si apprestavano a servire. L’ascolto della parola decisiva della sua vita, che è passato attraverso quelle orecchie, che è entrato in quel cervello, che ha chiesto di capire, che ha emozionato questo cuore. Ciò che è stato assunto è la dedizione della sposa, il miracolo della maternità, la gioia del suo servizio. + DIEGO COLETTI, vescovo SABATO 4 A Nuova Olonio, mattino e pomeriggio, assemblea della vita consacrata. A PIETRALBA MERCOLEDÌ 1 SETTEMBRE GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO SABATO 4 E DOMENICA 5 Visita pastorale a Parè e Drezzo. DALLA Curia NOMINE E PROVVEDIMENTI • don Francesco Donghi, parroco di Cremenaga (Va); • don Mariano Margnel li è nominato vice assistente dell’Unitalsi – sottosezione di Sondrio. CONGRESSO EUCARISTICO La segreteria del Congresso eucaristico nazionale ha predisposto uno stendardo da esporre in chiesa; chi intende prenotarlo lo può fare entro il 30 settembre segnalando la richiesta e i quantitativi alla segreteria del Vicario Generale. C on settembre, terminato il periodo delle ferie estive, si riprendono le consuete attività lavorative. E nel mese in cui si riprende il consueto ritmo di lavoro la Chiesa Italiana celebra la Giornata per la salvaguardia del creato. Da cinque anni, il primo giorno di settembre viene indicato, dai Vescovi a credenti e non creden- ti, come il giorno da dedicare alla riflessione sull’importanza fondamentale che il creato ha in funzione della vita umana e dell’intreccio che esiste tra natura e umanità. Una obiezione sull’opportunità di celebrare al primo settembre la giornata per la salvaguardia del creato si rifà al fatto che sono terminate le ferie e si sono riprese le attività lavorative. Sarebbe stato meglio fis- sare la ricorrenza nel corso di uno dei due mesi estivi in cui tradizionalmente si vive il periodo di riposo. In tal caso ci sarebbe stata maggior possibilità di dedicare il dovuto tempo ad osservate e godere delle bellezze del creato. L’obiezione sicuramente non è da trascurare, ma lo scopo della giornata è quella di andare oltre alla pura estiva osservazione estatica della natura. Lo scopo della giornata è di portare dall’osservazione estatica della natura vuole alla lode del Signore per il dono del creato. Tale lode non deve però esaurirsi nell’ambito ristretto di un giorno estivo, ma deve estendersi lungo tutto l’arco dei dodici mesi. Dobbiamo abituarci ad elevare al Creatore una lode e un ringraziamento perenne. Il primo modo di ringraziare il Creatore per il dono del creato è farne un uso coretto a beneficio di tutti gli uomini, di ogni uomo. È questa la preoccupazione fondamentale che traspare dal messaggio pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana in occasione della quinta Giornata per la salvaguardia del creato. “Custodire il creato, per coltivare la pace”. In sintesi. I Vescovi ci ricordano che un uso egoistico delle risorse del creato, non solo lo depauperano in maniera irreversibile, ma creano tensioni anche tra le popolazioni e accrescono il divario tra popoli ricchi e popoli poveri, tra popoli sfruttatori e popoli sfruttati. Nel fascicolo che accompagna il messaggio, i Vescovi hanno voluto richiamare anche l’importanza di ripensare gli stili di vita personali, che arriva fino a toccare i contenuti delle nostre confessioni: confessare il peccato di mancato rispetto del creato in quanto non si è saputo apprezzare e vedere nel creato un segno forte, un dono offerto dall’amore di Dio per i suoi figli. Come è ormai consuetudine da qualche anno quattro Diocesi, Como, Bolzano-Bressone, Trento e Belluno insieme con la Parrocchia Evangelica di Bolzano e quella Romeno-Ortodossa sempre di Bolzano si ritroveranno a Pietralba per celebrare ecumenicamente la giornata del primo settembre. Prima di arrivare a Pietralba i partecipanti percorreranno a piedi un itinerario meditativo, che li porterà a riflettere sul creato guidati dalla Parola di Dio, e dai pensieri offerti dai rappresentanti delle diocesi e della parrocchie presenti. don GIUSEPPE CORTI P A G I N A 8 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 L’INCONTRO DEL CLERO A INIZIO ANNO PASTORALE on la solennità del Patrono Sant’Abbondio prende avvio, dopo il tempo delle attività estive, l’ultimo tratto dell’anno pastorale, che si concluderà a novembre con la domenica di Cristo Re. Riproponendo la buona esperienza dello scorso anno, la mattinata e il primo pomeriggio del 31 agosto – chiudendo con il solenne Pontificale in Cattedrale – saranno un tempo prezioso che il Vescovo con il suo presbiterio intendono dedicarsi. C In Seminario, come da programma allegato. Non un momento di verifica o di programmazione pastorale – per le quali cose ci saranno in seguito gli appuntamenti fissati: l’Assemblea diocesana del 25 settembre e il 5 ottobre l’incontro dei preti –, bensì un momento del presbiterio e per il presbiterio. Don Ennio Apeciti, sacerdote della diocesi di Milano, ci guiderà nella riflessione, commentando il testo di padre Radcliffe Venite a me, voi che siete oppressi. Una riflessione acuta e pungente che il maestro generale dei domenicani ha rivolto al clero della diocesi di Dublino dopo lo scalpore suscitato dai ben noti casi di pedofilia. Seguirà un momento di condivisione e scambio divisi in gruppi, e poi, nel pomeriggio, l’illustrazione dei diversi momenti formativi e di aggiornamento per i presbiteri distribuiti lungo l’anno. La meditazione di don Ennio, infatti, potrà essere opportunamente ripresa e approfondita nel dialogo a livello di presbiterio vicariale. Serviranno allo scopo le tre apposite schede, preparate da don Ennio in scia alla sua riflessione, che potranno essere utilizzate in altrettanti incontri del presbiterio vicariale nei mesi di novembre, febbraio e maggio 2010-2011. Nell’incontro del 31 verrà illustrato tutto il programma 2010-2011 di formazione per i preti, che alternerà momenti vicariali, interzonali (come i due ritiri del tempo di Avvento e di Quaresima) e diocesani (come i tre incontri classici di aggiornamento). Come si è a suo tempo discusso con i Vicari Foranei, l’intenzione è di fare del vicariato (magari di dimensioni più piccole rispetto a quelle degli attuali vicariati) il vero perno organizzativo della vita del presbiterio: un discorso destinato ad essere ripreso. AGENDA DIOCESANA DATE IN CALENDARIO DA AGOSTO A OTTOBRE È pronta l’agenda diocesana ma ricordiamo alcune date che è bene segnare in calendario per l’avvio del prossimo anno pastorale. L’agenda diocesana sarà distribuita in occasione dell’incontro del clero del 31 agosto in Seminario a Como. Copie dell’agenda possono essere ritirate o prenotate, a partire dal mercoledì 1 settembre, presso Il Settimanale (lunedì-venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00; telefono 031-263533), oppure presso l’Ufficio amministrativo della Curia AGOSTO 2010 Lune dì 3 0 NELLA BASILICA DEL SANTO Lunedì 30 agosto • ore 17.30: celebrazione dei Primi Vespri, con discorso del Vescovo alla Città e alla Diocesi Accoglienza dei fedeli e preparazione a partire dalle ore 17.00. I sacerdoti staranno in presbiterio con la veste talare e la cotta (o col camice) e la stola bianca Martedì 31 agosto (pellegrinaggi delle parrocchie) • ore 8.00: San Rocco e San Bartolomeo – Santa Messa • ore 9.00: San Giorgio e San Salvatore – Santa Messa • ore 10.00: Sant’Agata – Santa Messa • ore 11.00: Santissima Annunciata – Santa Messa Domenica 5 settembre Solennità ‘esterna’ (facoltativa) del Santo. «Se ne possono celebrare tutte le Messe cui partecipa il popolo» (Guida pastorale 2009-2010, pag. 242). Nella basilica del Santo, la Santa Messa delle ore 16.30 sarà celebrata in suffragio di monsignor Teresio Ferraroni, nel terzo anniversario della morte (4 settembre). I sacerdoti che volessero concelebrare, sono pregati di portare camice e stola verde. IN CATTEDRALE A Com o, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 (v ed i p rogra mma in questa p a gina ), in Se m inar io: Gior nata pe r il Cle r o Mar te dì 3 1 Sol ennità d i sa nt' Ab b ond io mons. ANGELO RIVA SOLENNITA DI SANT’ABBONDIO PATRONO DELLA CITTA’ E DELLA DIOCESI A C om o, a l l e or e 17 .3 0 , pre s s o l a b a s ilic a d i Sant' A bbondio, celebra zione dei Pr im i Ve spr i in o n o re d e l p a t ro n o d e l l a c i t t à e d e l l a d i o c e s i D isc or so de l Ve sc ovo alla c ittà e alla dioc e si A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , Sole nne Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego SETTEMBRE 2010 Me r c ole dì 1 Gior na ta interd iocesa na p er l a Sa l v a gua rd ia d el Crea to Incontro a Ble tte r bac h-Pie tr alba (diocesi di Bolza no-Bressa none) Sabato 4 A N uova Olonio, dalle or e 9 .3 0 alle or e 16 .0 0 , Gior na ta p er l a Vita Consa cra ta Sabato 11 A Com o, a lle or e 10 .0 0 , in Catte dr ale , Ord ina z ioni Dia cona l i A Sondr io, a l l e or e 11.15 , S a nt a Me ssa sol e nne presso la chiesa Colle giata, presieduta da l pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l D om e nic a 19 A C om o, a l l e or e 2 0 . 3 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a Messa solenne con il pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l, con il Vescov o Diego Mar te dì 2 1 Ele z ione de l Consiglio Pr e sbite r ale dioc e sano nelle singole Z one Sabato 2 5 A Tave r ne r io, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A sse m ble a dioc e sana con: Consiglio Pa stora le Dioc e sa no, S e gre t e ri e Vi t a Consa c ra t a , Vi c a ri Fora nei, Uffici di Pa stora le, Consulte Martedì 31 agosto • ore 17.00: Santa Messa Pontificale con il Vescovo Per la concelebrazione portare camice e stola bianca. La processione di ingresso partirà come di consueto dalla chiesa di San Giacomo. OTTOBRE 2010 A N uova Olonio, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A ggior nam e nto Unitar io de l Cle r o con: MARTEDÌ 31 AGOSTO - IN SEMINARIO INCONTRO PER IL CLERO • • ore 10.00: Ora Media – meditazione del Vescovo; lettura del testo di Timothy Radcliffe Venite a me, voi che siete oppressi (disponibile sul sito Diocesano) - commentato da don Ennio Apeciti; • lavori in gruppo; • ore 13.00: pranzo; • ore 14.30: lavoro su: - agenda diocesana - presentazione delle proposte formative per il clero - proposta di esercizi spirituali - pellegrinaggio presbiterale - incontri di classe con il Vescovo - programma della canonizzazione del Beato Guanella - programma dell’Anno Innocenziano • ore 17.00: pontificale di Sant’Abbondio in Cattedrale (concelebrazione). Mar te dì 5 Ve ne r dì 8 Festa d i sa n Fel ice p rimo v escov o d el l a d iocesi d i Como - l e t t ura de l doc ume nt o Ce i sul de c e nni o 2 0 1 0 2 0 2 0 (monsignor Diego Coletti); - progra mma zione pa stora le dell'a nno 2 0 1 0 -2 0 1 1 (fino a Cristo Re); - restituzione dell'Assemblea diocesa na del 2 5 settembre Alle or e 2 0 .4 5 , incontro delle comunità a postolic he a Com o-Sa nt' A g a ta , M or be g no, Bor m io, Me naggio, Olgiate Com asc o, Canonic a di Cuve glio: - indizione dell'Anno Pa stora le - presenta zione del Pia no Pa stora le 2 0 1 0 -2 0 1 3 P A G I N A CHIESA CHIESAINIT ALIA CHIESAINITALIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 9 LE PAROLE DEL PAPA INAUGURANO LA 31ª EDIZIONE MEETING DI RIMINI: APRIRSI AGLI ALTRI Mary McAleese che si è soffermata su alcuni eventi che hanno caratterizzato la storia d’Irlanda per dimostrare che “la ricerca del dialogo, della convivenza e del rispetto reciproco basati su una concezione dell’uomo centrata sull’amore e non sull’odio possono vincere i conflitti e creare le condizioni per un miglioramento della vita delle persone quindi della nazione”. Riferendosi alle crisi sociali ed economiche degli ultimi anni McAleese ha provato a tracciare l’identikit di un politico cristiano: “Deve favorire il dialogo con chi la pensa diversamente senza aspettare che la pensi come lui. Inoltre ogni crisi, come quella finanziaria, può sempre essere strumento per un cambiamento, umano prima che economico o finanziario: se seguiamo la legge dell’amore allora potremmo costruire un mondo migliore”. « gni uomo intuisce che proprio nella realizzazione dei desideri più profondi del suo cuore può trovare la possibilità di realizzarsi, di compiersi, di diventare veramente se stesso”. E’ quanto si legge in un messaggio di Benedetto XVI al Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si è aperto il 22 agosto (fino al 28) a Rimini sul tema “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”. L’uomo “sa che non può rispondere da solo ai propri bisogni”, si legge nel messaggio a firma del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone: “per quanto si illuda di essere autosufficiente, egli sperimenta che non può bastare a se stesso. Ha bisogno di aprirsi ad altro, a qualcosa o a qualcuno, che possa donargli ciò che O gli manca. Deve, per così dire, uscire da se stesso verso ciò che sia in grado di colmare l’ampiezza del suo desiderio”. L’uomo “è spesso tentato di fermarsi alle cose piccole, a quelle che danno una soddisfazione ed un piacere ‘a buon mercato’, a quelle che appagano per un momento, cose tanto facili da ottenere, quanto ultimamente illusorie. Da parte nostra dobbiamo purificare i nostri desideri e le nostre speranze per potere accogliere la dolcezza di Dio”. Desiderare cose grandi. Aprendo il Meeting il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, ha detto che “Dio è padre, ma il suo cuore è anche quello di una madre”. Per il presule “il nostro cuore è pieno di una felicità straripante, capolavoro della sua arte creatrice: il cuore è per natu- ra fatto per desiderare cose grandi, in esso è racchiusa la nostalgia per una patria perduta”. Mons. Lambiasi ha sottolineato che la dimensione più autentica dell’uomo è la preghiera: “imparare a pregare è imparare a desiderare e quindi a vivere”, ha affermato. In apertura della celebrazione il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, ha voluto ricordare don Giancarlo Ugolini, sacerdote riminese scomparso l’anno scorso, tra i partecipanti al primo gruppo che ha dato vita all’iniziativa. “Una volta mi disse – ha detto Guarnieri - di ricordarci sempre che il Meeting non è nostro”. Vincere i conflitti con l’amore. Tra gli interventi della prima giornata del Meeting quella della presidente della Repubblica d’Irlanda Al centro l’uomo. Il Meeting di questo anno dedica ampio spazio alla ripresa economica che, ha affermato Giorgio Vittadini, della Compagnia delle Opere, sarà possibile “solo tramite una svolta antropologica che rimetta al centro l’uomo e il suo desiderio perché solo un desiderio non ridotto cambia anche l’economia”. Per Vittadini “occorre ripensare a come fare impresa perché questo Paese continua comunque a stare in piedi, perché la gente costruisce ogni giorno dal basso”: la ripresa economica sarà, pertanto, possibile “solo tramite una svolta antropologica che rimetta al centro l’uomo”. nifestazioni sportive, 346 i relatori che interverranno alla manifestazione. “Dopo il successo di pubblico della scorsa edizione della manifestazione – commenta il direttore del Meeting Sandro Ricci – abbiamo investito risorse economiche per aumentare la capienza dei contenitori degli incontri”. “Sta assumendo un rilievo fondamentale la crescita della dimensione internazionale del Meeting. L’abbiamo presentato quest’anno a New York, Madrid e Budapest; ad ottobre lo faremo a Il Cairo”, ha aggiunto. Novità dell’anno nei Padiglioni del Meeting il Tg-Meeting, tutte le sere alle 19,30, dedicato a quanto accadrà in questi giorni in Fiera. Sarà il primo telegiornale in Italia ad essere prodotto in Hd. Il Tg si affianca al “Quotidiano Meeting”, giunto al ventesimo anno di vita. Alla realizzazione del Meeting un ruolo significativo è quello dei volontari: 3.142 (un centinaio in più rispetto allo scorso anno), provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, che impegneranno gratuitamente energie, competenze ed anche ferie per consentire lo svolgimento della manifestazione. Un Tg del Meeting. A questa edizione del Meeting un menu ampio e differenziato di temi, ospiti e dibattiti: 135 gli incontri proposti, 19 gli spettacoli, 8 le mostre, 16 le ma- BENEDETTO XVI Maria, da semplice fanciulla di Nazaret a regina del mondo « O tto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di ‘Regina’”. È’ quanto ha ricordato Benedetto XVI, domenica 23 agosto, affacciandosi al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme con i fedeli e i pellegrini presenti e chiedere l’intercessione di Maria per il dono della pace nel mondo. GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI “Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi” e “la Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili”, ha sottolineato Benedetto XVI, che ha aggiunto: “La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti”. “La piccola e semplice fanciulla di Nazaret – ha proseguito il Santo Padre - è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio”. Naturalmente, ha precisato il Pontefice, “la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra”. Per “un disegno di grazia”, ha evidenziato Benedetto XVI, “la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua passione e morte; e infine alla gloria della risurrezione e ascensione al Cielo”. “NO” ALL’ASSURDA LOGICA DELLA VIOLENZA “La Madre – ha chiarito il Papa - ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la ‘porta stretta’ che è Gesù stesso”. “Sì – ha sostenuto il Santo Padre -, Maria è la prima che è passata attraverso la ‘via’ aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica”. Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano, ha rammentato il Pontefice, “sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina”. Perciò, Benedetto XV ha affidato “alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore”. “Maria, Regina pacis, ora pro nobis!”, è stata l’invocazione del Papa. SAPER ACCOGLIERE LE LEGITTIME DIVERSITÀ Dopo l’Angelus, come di consueto, il Santo Padre ha rivolto saluti in varie lingue. “Tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza”, ha affermato Benedetto XVI, nei saluti ai pellegrini francesi. La chiamata universale alla salvezza rappresenta anche “un invito a saper accogliere le legittime diversità umane”, seguendo Gesù “venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni”. Sempre in francese, il Papa ha invitato i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale ed ha pregato la Vergine affinché accompagni i ragazzi al rientro a scuola che si avvicina. “Quando ci viene una sensazione di smarrimento, di incertezza e di fragilità dell’esistenza terrena – ha detto il Santo Padre, rivolgendosi ai pellegrini in lingua polacca – in Cristo ritroviamo il senso del nostro cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la pienezza della vita nella risurrezione. Ci accompagni sempre questa consapevolezza”. In italiano il Pontefice ha salutato “in particolare i seminaristi del seminario vescovile minore di Verona, il gruppo di Legionari di Cristo provenienti da vari Paesi, i giovani di Stra che vivono un’esperienza di servizio con la Caritas di Roma, i fedeli di Catania e quelli della parrocchia romana di Santa Margherita Maria Alacoque, come pure l’orchestra giovanile ‘Fuoritempo’ di Trento”. P A G I N A 10 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 DA SAPERE S. Abbondio, misterioso mausoleo di tanti vescovi N ell’annuale puntata, in occasione della festa del patrono, per illustrare aspetti storici o artistici della basilica (o del culto di S. Abbondio, o di altre tradizioni connesse), si propone quest’anno la presentazione delle “tombe” dei vescovi antichi e moderni ivi presenti, con revisione e aggiornamento di alcune problematiche in parte già trattate altre volte. È abbastanza intrigante la questione relativa alla sepoltura del santo patrono Abbondio, e con lui di circa una ventina dei suoi successori, che la Chiesa comense per tradizione venera come santi. Intrigante perché, se di alcuni di essi si sono riconosciute con certezza o con alta probabilità le reliquie, attorno ad altri è ancora diffuso un alone di mistero. GLI SPAZI ORIGINARI Per la comprensione di quanto si andrà ad esporre, va premesso che gli spazi ora interni alla basilica, fino al secolo XI erano diversamente strutturati: l’area delle navate e dell’attuale coro fino all’altezza dell’altare maggiore era occupata dalla basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo del V secolo; mentre l’area oltre l’altezza dell’altare, ora inglobata nel coro, era “esterna” alla primitiva “basilica Apostolorum”. Proprio lì, all’esterno, dove c’è l’abside attuale, forse era situato il “mausoleo” (da intendere come un sacello o cappella funebre) in cui furono sepolti S. Abbondio e i suoi immediati successori; mentre lo spazio tra le due strutture era pure area cimiteriale probabilmente recintata, dove furono collocate le arche sepolcrali di altri antichi vescovi, che in tempi diversi furono “ammonticchiate”. Ma su questo punto si tornerà a ragionare meglio più avanti. Le spoglie di cinque di questi vescovi erano già poste in venerazione (ed alcune lo sono tuttora) in altari a loro dedicati all’interno dell’attuale basilica, costruita nel secolo XI. Sono circa venti i presuli, antichi “santi”, che ebbero sepoltura presso la basilica del patrono. Oggi vi si vedono e venerano le reliquie di cinque, poste sotto gli altari. Altre sono state traslate altrove; altre ancora, non identificate, sono sepolte nei sotterranei. In base agli atti d’archivio si propone una lettura ragionata complessiva delle vicissitudini storiche della basilica e delle reliquie dei santi in essa venerate pagine a cura di MARIO MASCETTI QUALI VESCOVI SI VENERANO IN S. ABBONDIO? Partiamo dalle certezze intorno ai cinque santi vescovi, come appaiono descritte negli atti della visita di mons. Ninguarda redatti nel 1593. Vi si legge che le reliquie dei santi Rubiano e Adalberto, rispettivamente quattordicesimo e quindicesimo vescovo di Como, erano poste in una piccola urna marmorea sotto un altare collocato nella tribuna, dove ora c’è l’organo. Quell’altare era stato rimosso in occasione dei lavori di ristrutturazione ordinati dal cardinal Tolomeo Gallio, abate commendatario, nel 1586 e proseguiti per alcuni anni. Il primo luglio 1590, nel corso di una grandiosa processione, il vescovo Ninguarda trasferì tali reliquie e le lasciò metà in Duomo e metà in S. Giovanni in Pedemonte (queste sono ora conservate in vescovado). Nella stessa occasione le reliquie di S. Amanzio, predecessore del santo patrono e fondatore della basilica degli Apostoli (perciò il primo vescovo qui sepolto), che pure aveva un altare dedicato, furono portate e lasciate nella “Chiesa del Gesù”, allora di fresca costruzione e a lui intitolata, dove tuttora si trovano con la sistemazione data dal vescovo Macchi nel 1933, anno santo della Redenzione. L’urna di marmo in cui le aveva poste mons. Ninguarda è invece conservata in S. Fedele. Le reliquie di altri due santi vescovi del sesto secolo, Eusebio ed Eupilio, settimo e nono nell’ordi- ne di successione, furono riposte da mons. Ninguarda sotto l’altare a loro dedicato nella navata settentrionale. Ora si vedono, così come sono state risistemate da mons. Macchi nel 1933: quelle di S. Eupilio sotto l’altare rifatto nella stessa navata, quelle di S. Eusebio in quella meridionale. LA SCOPERTA DELLA TOMBA DI S. ABBONDIO Altra certezza è quella relativa alle reliquie del patrono S. Abbondio. Il suo avello sepolcrale fu scoperto l’8 gennaio 1587 durante i lavori di riassetto, sotto il pavimento, dopo la demolizione dell’altare addossato al muro dell’abside (perciò quello consacrato da papa Urbano II), dove ora c’è la cattedra vescovile. A certificare l’identità del corpo del patrono, sopra la copertura dell’avello era posata una lastra di marmo con incisa l’iscrizione dentro una croce: HIC REQUIESCIT sul braccio della croce, ABUNDIUS EPISCOPUS sull’asta. Il giorno dopo, scavando più in profondità intorno all’avello di S. Abbondio, emersero altre due arche, che - per induzione logica - si ipotizzò di identificare come quelle dei suoi immediati successori, di cui si celebrava congiuntamente la festa: Console alla destra ed Esuperanzio alla sinistra. Le reliquie dei tre santi vescovi nel 1590 furono deposte nel nuovo altare fatto erigere dal cardinale Gallio, consacrato da mons. Niguarda il 7 giugno 1592; altare che sostituì l’esistente già dedica- L’altare maggiore con sotto le reliquie dei santi Abbondio, Console ed Esuperanzio come deposte dal vescovo Alessandro Macchi nel 1933. Le ossa dei santi vescovi si vedono nelle teche di cristallo sotto i simulacri to a S. Abbondio (che stava davanti a quello consacrato dal papa, perché per rispetto non si era più osato celebrarvi). Così si deduce dalla relazione che ne fece nel 1587 Alessandro Lucini, già vicario generale del vescovo Volpi, nonché dalla descrizione contenuta negli atti della visita Ninguarda redatti nel 1593. Vanno lette ambedue “incrociando i dati” per evitare ambiguità interpretative. Dato essenziale e discriminante da tenere in considerazione è che il nuovo unico altare maggiore (in sostituzione dei due antichi) era ancora nella parte alta del coro. Fu fatto demolire nel 1645 dal vescovo Carafino (1626-1665), che per fare memoria lasciò lassù, in un loculo sotto il pavimento, una tibia di S. Abbondio, orientata verso il nuovo altare da lui fatto erigere sul luogo dell’attuale. La reliquia - scoperta nel 1936 dall’ing. Giussani, che non conoCONTINUA A PAG. 11 Un sottosuolo da rivisitare e santi da riconoscere Rilievi della pianta della basilica degli Apostoli (in grigio) rispetto all’attuale basilica di S. Abbondio (in nero) fatta da Arrigo Boito sugli scavi di Serafino Balestra dopo il 1860. Vi sono qui sovrascritti: A. Posizione degli avelli sepolcrali di S. Abbondio e dei santi Console ed Esuperanzio al momento del ritrovamento (8-9 gennaio 1587) secondo gli atti dell’epoca. B. Luogo dell’assemblamento delle arche di altri 10 vescovi lasciate dal card. Gallio in una cella sotto il nuovo altare da lui eretto, qui posizionato in base alla relazione sui ritrovamenti, riportata negli atti di mons. Ninguarda, che consacrò tale altare il 7 giugno 1592, e in base agli atti della traslazione delle reliquie nel nuovo altare voluto da mons. Carafino nel 1645. C. Posizione delle arche visibili nel sotterraneo fuori l’abside della basilica degli Apostoli, in luogo scavato da Serafino Balestra, che non indagò sotto la parte alta del coro. Sono state viste anche dal card. Ratzinger (ora papa Benedetto XVI) nel 1997. Nel 2009 S.E. mons. Paolo De Nicolò, prefetto reggente della Casa pontificia, ha fatto notare per la prima volta che esse sono orientate non verso l’interno della basilica, ma verso l’abside, dove si trovava la tomba di S. Abbondio. Questo particolare potrebbe dare forza all’ipotesi che il sepolcro originario del patrono fosse all’esterno della basilica degli Apostoli e che il coro attuale sia stato costruito così profondo per comprenderlo nella nuova basilica. Ma forse il tutto è il risultato della traslazione delle sepolture degli antichi vescovi dalla basilica degli Apostoli demolita e della susseguente sistemazione sotto il coro attuale nel secolo XI. Per ricostruire la verità è necessaria un’indagine archeologica. Nella navata centrale la sequenza dei vescovi sepolti negli ultimi due secoli. CRONACA P A G I N A 11 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 Il card. Angelo Maria Durini I vescovi sepolti nella corsia centrale della Basilica L a corsia centrale della basilica di S. Abbondio presenta in successione sette lapidi sepolcrali di sei vescovi e di un cardinale. Ma di chi si tratta? Partendo dal coro, la prima che si incontra è quella del vescovo mons. Giambattista Castelnuovo, nativo di Cesana Brianza, che resse la diocesi per un decennio dal 1821 al 1831. Segue uno spazio vuoto, dopo il quale si incontra la tomba del cardinale Angelo Maria Durini. Si dice che una ricognizione avrebbe rivelato un sepolcro vuoto, ma l’iscrizione latina sulla lapide con lo stemma cardinalizio dice chiaramente che “qui lasciò le sue spoglie / Angelo Maria Durini / di nobiltà patrizia milanese / cardinale di Santa Romana Chiesa / di questa perinsigne basilica di S. Abbondio / ultimo abate commendatario”. Si sa, invece, che il suo cuore, fu espiantato e deposto nella chiesa di S. Eufemia a Milano. Nato a Monza il 24 maggio 1725 da famiglia originaria di Moltrasio, cardinale dal 1776, fu nunzio apostolico a Praga. Morì nella sua villa del Balbianello il 28 aprile 1796, a quasi 71 anni, si racconta per lo sforzo compiuto nel sollevare un forziere pieno di oggetti preziosi, mentre si accingeva a lasciare la Lombardia prima dell’arrivo dei rivoluzionari francesi. La lapide successiva in marmi policromi copre la tomba del vescovo Pietro Carsana, nativo della diocesi di Bergamo, che governò la diocesi di Como dal 1871 al 1887. Ecco poi il sepolcro di mons. Carlo Romanò, nato a Cantù nel 1789, già prevosto di Mariano Comense e S. Stefano a Milano, vescovo dal 1834 al 1855. A lui si deve l’acquisto nel 1834 del chiostro dell’antica abbazia di S. Abbondio e la ristrutturazione (progettata dall’arch. Giuseppe Tazzini) sepolcrale per destinarlo a Liceo-Ginnasio del Seminario diocesano. Lapide del card. Durini Con questo contribuì a rivitalizzare la basilica, che dopo il sceva l’intervento di mons. Carafino descritto in un atto notarile presso l’Archivio di Stato, fondamentale per ricostruire correttamente le vicende di cui si tratta - lo indusse a ravvisare lassù la posizione dell’antico altare già dedicato ai Santi Pietro e Paolo e vi posò l’iscrizione tuttora inserita nel pavimento, senza dubbio erronea. LE TRASLAZIONI DELLE RELIQUIE L’intento dichiarato di mons. Carafino nel volere nel 1645 un nuovo altare maggiore (che prima di morire desiderò consacrare nel 1663) era quello di trasferirvi le reliquie dei santi Abbondio, Console ed Esuperanzio, affinché i fedeli potessero vedere da vicino il sepolcro del patrono. Esso, infatti, restava del tutto nascosto, da quando il coro era stato diviso dalla navata centrale mediante un muro, per essere riservato alle monache di S. Tomaso di Civiglio, già in Borgo Vico, alle quali nel 1618 l’abate Marco Gallio (commendatario dopo lo zio cardinale) aveva ceduto il monastero di S. Abbondio. Il muro divisorio fu fatto spostare dal vescovo dietro il nuovo altare. Esso era quello in marmo nero fatto asportare nel 1933 da mons. Macchi, per posare l’attuale. È ricollocato nella cappella laterale settentrionale della basilica del Crocifisso. Si pensava erroneamente (e c’è chi lo sostiene tuttora) che fosse l’altare del Gallio. Pertanto, i luoghi “documentati” della deposizione delle reliquie di S. Abbondio nei secoli più lontani sono tre: il sottosuolo all’estremità dell’abside attuale (dal 1095 o dalle origini?); l’altare del Gallio nella parte alta del coro (dal 1590); l’altare del Carafino (dal 1645). Infine l’attuale sistemazione fatta nel 1933 sotto l’altare attuale, nella medesima posizione. L’ipotesi già accennata che la prima collocazione potesse essere in un sacello-mausoleo esterno alla basilica degli Apostoli è suggerita dal fatto che i tre avelli dei vescovi Abbondio, Console ed Esuperanzio - dice la relazione sul ritrovamento erano cinti da un “muro sotterraneo” semicircolare sul retro, diritto sul davanti. Si tratta del muro dell’abside attuale (cui non sembra calzare la descrizione come “sotterraneo”) o di uno più interno, di una possibile struttura del V secolo ancora da riconoscere? Ipotesi alternativa è che la sistemazione sotto il coro attuale di tutti gli avelli sepolcrali dei santi vescovi (compresa quella del patrono) sia stata operazione fatta nel secolo XI dai monaci benedettini, che li avrebbero trasferiti dalla “basilica Apostolorum” da loro demolita nel luogo più onorifico e confacente alla dignità vescovile, il coro appunto, della nuova basilica. Ma viene pure da chiedersi: c’era bisogno di un coro di così anomala profondità, se non era per recingere una struttura paleocristiana degna di conservazione, perché conteneva la tomba originaria del patrono? Per “capire” bisognerebbe fare un’indagine archeologica, magari preceduta da un’ “ecografia” del sottosuolo con georadar. IPOTESI DA VERIFICARE E MISTERI DA SVELARE L’opportunità di un’indagine archeologica è stata suggerita anche dal Mons. Carlo Romanò, fondatore del Seminario di S. Abbondio Mons. Felice Bonomini, fondatore del nuovo Seminario a Muggiò 1796 era stata pressoché abbandonata e non era stata ridotta ad uso profano solo perché era la chiesa del patrono, qualificata come sussidiaria della parrocchiale dell’Annunciata o del SS. Crocifisso. Proseguendo verso l’uscita ecco la tomba di mons. Giuseppe Marzorati (18581865), nativo di Milano, il vescovo del tempo di Garibaldi, che ebbe varie occasioni di incontrarsi con l’”eroe dei due mondi”. È questa la serie dei vescovi morti in diocesi e tumulati nella basilica del patrono nel corso dell’Ottocento. Le ultime due sepolture di vescovi diocesani sono quelle di mons. Felice Bonomini (1948-1974) che a S. Abbondio frequentemente si soffermava in preghiera e per celebrazioni in occasione delle sue visite al seminario (fino al 1965) oltre che per presiedervi la funzione dei vespri nella festa patronale; quindi di mons. Teresio Ferraroni (1974-1989) morto a quasi 94 anni nel settembre 2007. All’osservatore attento non sfuggirà un’altra sepoltura davanti all’altare della Madonna (e di S. Eusebio). Non è di un vescovo, bensì di mons. Giambattista Rapella, nato a Morbegno nel 1870, personaggio “mitico” tra il clero del suo tempo. Dal 1895 al 1906 fu rettore del Seminario di S. Carlo a Domaso (poi chiuso), quindi professore in Seminario Maggiore fino al 1911, quando fu nominato rettore del Seminario Minore di S. Abbondio, che resse fino alla morte avvenuta nel 1944. Gli è stata concessa la sepoltura privilegiata (prevista di norma solamente per i vescovi diocesani) in basilica. Arche sepolcrali antiche trovate con gli scavi ottocenteschi dietro l’abside della basilica del V secolo (muro a destra) vescovo mons. Paolo De Nicolò, prefetto reggente della Casa pontificia, in visita lo scorso anno alla basilica, il quale - da esperto archeologo - con un colpo d’occhio ha notato per la prima volta che le arche sepolcrali giacenti nel sotterraneo appena fuori dell’abside dei Santi Pietro e Paolo, sono rivolte verso l’abside attuale e non verso la basilica paleocristiana: segno che il punto più importante, ossia la tomba di S. Abbondio, doveva essere effettivamente là. Ora, il problema è di capire se fosse là (punto A nella piantina) dalle origini, o se vi sia stata traslata, come si è detto, nel secolo XI, con “al seguito” il gruppo dei vescovi “santi” più vicini (B), e gli altri un po’ più lontani (C). Anche intorno a questi, infatti, restano misteri da indagare. Quali corpi contengono le arche C? E quali giacciono nelle arche B, che devono pur esistere lassù, perché mons. Ninguarda le dice trovate e lasciate proprio sotto l’altare (quello del Gallio nella parte alta del coro) da lui consacrato? Nel secolo XIX il canonico Balestra non estese fin qui gli scavi, pertanto nessuno più ne ha fatto ricognizione. Lo stesso vescovo Ninguarda enuncia la sua ipotesi. Sarebbero le sepolture, di cui non si ha altra notizia, degli altri dieci vescovi venerati come santi, che nell’ordine di successione furono: Flaviano I, Prospero, Giovanni I, Martiniano, Vittorino, Giovanni II e III, Ottaviano, Benedetto e Flaviano II. Ressero la diocesi dalla seconda metà del secolo VI al primo decennio circa del secolo VIII. La lapide sepolcrale originaria trovata nella basilica del patrono svela che anche l’ottavo vescovo, S. Eutichio, era stato sepolto in S. Abbondio; ma già in età medievale fu traslato a S. Giorgio in Borgo Vico. Quanti segreti ci sono ancora nel “ventre” della basilica di S. Abbondio, come del resto in tutto il comparto del chiostro e nell’area dei pertinenza. Il desiderio di verità dovrebbe stimolare la ricerca, senza l’ansia o la paura di dover eventualmente rivedere quanto finora si è dato per acquisito e tradizionalmente accettato, in gran parte acriticamente. CRONACA P A G I N A Como 12 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 WWW.SANTABBONDIO.EU S.Abbondio web per i mille anni della basilica Un sito realizzato dal Centro Studi “Nicolò Rusca” per ripercorrerne le vicende storiche e artistiche I n occasione del millenario di fondazione di un monastero benedettino presso la basilica di Sant’Abbondio, il Centro studi «Nicolò Rusca» ha realizzato il sito Sant’Abbondio 1010-2010 (www.santabbondio. eu) per ripercorrere sinteticamente le vicende storiche e artistiche di quello che costituisce uno dei luoghi più ricchi di «memoria» e di «memorie» della città e della diocesi di Como. Attraverso profili redatti tenendo conto delle più recenti acquisizioni della ricerca, il sito rievoca le varie fasi della storia del complesso - la basilica paleocristiana e il suo rifacimento romanico, l’insediamento di monaci benedettini e, nel Seicento, di monache agostiniane, l’età della commenda, la destinazione a Seminario minore - mentre una guida essenziale introduce alla visita della basilica e del chiostro, restituito alla comunità cittadina da recenti interventi di riqualificazione. Questi materiali saranno presto integrati dall’edizione dei documenti duecenteschi provenienti dall’antico archivio del monastero: per confermare ipotesi di ricerca, confutare tesi consolidate e, soprattutto, sollecitare nuove curiosità. OTTOBRE A LOURDES CON L’UNITALSI Centro donatori del Tempo: promemoria per la ripresa I La sottosezione dell’Unitalsi di Como comunica che sono aperte le iscrizioni per l’annuale pellegrinaggio a Lourdes che si svolgerà in ottobre dal 9 al 15 in treno. In modo particolare il pellegrinaggio è aperto alle persone in difficoltà fisiche: disabili, anziani che saranno accompagnati dai volontari dell’associazione. Per informazioni la sede dell’ Unitalsi in via Rodari 1 è aperta il martedì dalle 14 alle 16, il giovedì dalle 14 alle 18, e il sabato dalle 15 alle 17 telefono 031-304430 oppure 346- 6345474. l Centro Donatori del Tempo anticipa qualche data di pro-memoria in vista della ripresa delle attività del C.D.T. dopo le vacanze estive 2010. Si ricorda che fino a fine agosto la sede di piazza Mazzini è aperta solo al giovedì ore 16.30/18.30, ma resta sempre attiva la segreteria telefonica per le informazioni e per registrare eventuali vostre domande, che verranno evase al giovedì seguente. Da segnare in agenda: la Giornata Mondiale Alzheimer si celebra ogni anno il 21 settembre, ma, per facilitare i familiari che lavorano, il Centro la organizza sempre di Sabato, perciò: sabato 18 settembre, dalle15 alle 19, la sede di piazza Mazzini, 9 a Como è aperta per dare informazioni, documentazioni e consigli utili sulla malattia di Alzheimer, e sempre nello stesso giorno dalle ore 15 alle 19, presso il centro diurno comunale di via Volta, 83 a Como, la psicologa dottoressa Luciana Quaia e l’avvocato Anna Cardinali, solo previo appuntamento, sono a disposizione dei familiari per consulenze di carattere psicologico e legale. Per gli appuntamenti e per ulteriori informazioni tel.e fax 031-270231, e-mail: [email protected]. Lunedì 4 ottobre dalle ore 15 alle 17, riprende il “Caffè del Lunedi” , pomeriggio di animazione per i malati di Alzheimer e di incontro per i loro familiari , nel bellissimo salone a lago, ospiti presso la sede dello Yacht Club di Como. Mercoledì 6 ottobre dalle ore 17 alle 19 riprende il “ Filo diretto “, consulenza psicologica telefonica a disposizione dei familiari di malati di Alzheimer, ogni 1° e 3° mercoledì del mese (da ottobre a giugno): al numero 031-270231 risponde direttamente la psicologa dottoressa Luciana Quaia. Venerdì 8 ottobre dalle ore 15 alle 17 riprende il “ Venerdì-insieme”, pomeriggio di animazione per i malati di Alzheimer presso il C.D. Comunale di via Volta, 83 a Como. CRONACA P A G I N A Como 13 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 I DATI DEL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Economia: Como segna il passo in Lombardia L NUOVE ASSUNZIONI: COMO PENULTIMA In provincia di Como le imprese che hanno previsto assunzioni nel corso del 2010 sono il 12,9%% sul totale delle intervistate, ma il dato è molto variabile in base alla dimensione d’impresa e cresce al crescere della stessa, passando dal 7% per le imprese di piccole dimensioni (fino a 9 dipendenti), al 23% delle medie (da 10 a 49 dipendenti) e raggiungendo il 72% per le aziende con oltre 50 addetti. Dal confronto con gli altri livelli territoriali le imprese della provincia di Como appaiono più debo- Numeri non rassicuranti dal rapporto di Unioncamere, Ministero del Lavoro e Unione Europea. Penultima sul fronte delle nuove assunzioni e del saldo negativo tra entrate e uscite li: in Lombardia la percentuale di aziende che ha previsto di effettuare assunzioni nel 2010 oltrepassa il 15% ed il dato nazionale supera il 18%. La conferma di come il territorio comasco stia ancora risentendo notevolmente della crisi economica viene dai confronti con le altre province lombarde. Como occupa, infatti, il penultimo posto, tra le imprese che hanno previsto assunzioni, seguito solo da Monza e Brianza. Ottimo il risultato di Sondrio, dove oltre un quarto delle imprese intervistate hanno previsto di assumere personale nel corso dell’anno. Va detto anche che la percentuale di imprese che hanno previsto assunzioni nel comasco ha subito un consistente calo nel corso dell’ultimo quadriennio: si partiva da una quota di 23,3% del 2007, seguita da una lieve crescita nel 2008 e poi da una brusca discesa, fino ad arrivare al 12,9% del 2010. Delle imprese comasche che hanno dichiarato l’intenzione di voler assumere personale, la metà lo fa per sostituire dipendenti indisponibili, ma è confortante constatare che il 25% delle aziende indica che il motivo delle nuove assunzioni è la domanda in crescita o in ripresa. Coloro che non assumono, nella maggioranza dei casi (67%) è perché ritengono adeguato l’attuale organico dell’azienda. Nel 2009 per le imprese comasche il principale canale per la selezione del personale sono state le banche dati aziendali (24%), seguite a breve distanza dalla conoscenza diretta (23%); le segnalazioni da conoscenti mantengono un ruolo importante con il 19%, mentre le società di selezione del personale, le associazioni di categoria e internet restano fanalino di coda con il 4%. ENTRATE E USCITE SALDO NEGATIVO Con specifico riferimento ai movimenti occupazionali previsti dalle imprese comasche per il 2010 al momento dell’indagine erano previste, come detto, complessivamente 5550 nuove assunzioni, a fronte, però, di 8090 uscite, con un saldo negativo di 2540 unità. Tutte le province lombarde mostrano un saldo negativo con valori abbastanza omogenei, racchiusi in una forbice che non raggiunge il punto per- centuale, da -1,2% di Milano a -2,1% di Lodi. Dal confronto provinciale emerge di nuovo la problematica situazione di Como (-2%), che occupa la penultima posizione con Varese, Monza e Pavia, precedendo Lodi di un decimo di punto percentuale. I nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro riguardano, in massima parte, il comparto dei servizi, e tra questi in particolare il settore turistico e della ristorazione. I settori invece in difficoltà, come mostrato anche dall’analisi congiunturale del I trimestre, sono quelli della fabbricazione di macchinari e di prodotti in metallo e delle costruzioni. Riguardo alla dimensione, sono le imprese più piccole a soffrire maggiormente della congiuntura sfavorevole, con un saldo dei tassi di entrata e uscita negativo del 3%. Quasi un terzo delle nuove assunzioni a carat- tere non stagionale (1.790 posti) riguarderà impieghi a tempo indeterminato mentre i contratti a tempo determinato (1.530 posti), che le imprese dichiarano di utilizzare soprattutto per far fronte a picchi di attività, vengono sempre più utilizzati come contratto prova al fine di testare il personale. Il settore turismo e ristorazione impiegherà la maggior parte dei contratti stagionali che riguarderanno oltre 1.600 assunzioni. Poco consistente il ricorso al nuovo apprendistato e al contratto di inserimento (rispettivamente 6,8% e 1,2% del totale dei contratti previsti). In leggera flessione rispetto allo scorso anno il ricorso al part-time che si attesta attorno al 20%. Le assunzioni non stagionali previste per l’anno 2010 in provincia di Como sono 3.930, il 70% sul totale, di cui 1.400 NUOVI SPAZI AL PRIMO PIANO Biblioteca: novità per la mediateca L o scorso lunedì 23 agosto la biblioteca comunale di Como ha ufficialmente riaperto al pubblico. La pausa estiva ha rappresentato l’occasione per effettuare alcuni lavori di sistemazione e rinnovamento, mettendo a punto, in special modo il servizio della mediateca. La piccola mediateca è stata, infatti, riallestita nella grande e luminosa sala a scaffale aperto al primo piano. Libri di narrativa condividono ora uno spazio adeguato con film e documentari. In questo nuovo spazio sono state anche collocate due postazioni per la consultazione in sede di film e del catalogo dei Dvd. Parte del materiale di consultazione e la narrativa straniera in lingua originale è stata ricolloca- ta, sempre a scaffale aperto, nell’adiacente sala antica, dove restano disponibili negli scaffali anche i principali repertori en- ciclopedici di prima consultazione. Nella “vecchia” mediateca” vi è ora uno spazio consultazione di materiali speciali, il servizio di informazioni specialistiche per ricerche bibliografiche complesse che richiedono l’assistenza di una bibliotecaria e il lettore microfilm. Anche gli originali arredi - che erano stati tolti per far spazio alla sperimentale mediateca - sono stati ricollocati. Questa nuova disposizione è stata pensata per riunire i due servizi in un unico spazio, rendendo più funzionale l’accesso del pubblico che non dovrà più recarsi in due settori diversi e molto distanti tra loro. Il si- stema di erogazione del prestito non cambia: gli utenti hanno libero accesso al nuovo scaffale dove sono collocate le custodie dei DVD. Con la custodia dei film e documentari scelti, l’utente ritira i materiali direttamente al banco prestiti/ consultazione. Una presenza costante del personale in sala, garantirà, oltre all’immediatezza delle operazioni di prestito e consultazione, tutta l’assistenza bibliografica e informativa. Nella sala studio al primo piano sono stati collocati alcuni repertori enciclopedici, arricchendo così la dotazione di opere di consultazione. nell’industria (35%) e 2.540 nel settore dei servizi (65%). LA RICHIESTA DI PROFESSIONALITÀ ELEVATE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ a crisi non attenua la sua morsa e per farvi fronte le imprese comasche cercano di reagire investendo in risorse umane. Risultano 5550, infatti, i nuovi posti di lavoro previsti nel 2010 di cui il 60% con contratti di tipo non stagionale. A rilevarlo è il “Sistema informativo per l’occupazione e la formazione” Excelsior realizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con l’Unione Europea. Sistema che ricostruisce annualmente il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese. Con specifico riferimento alla formazione richiesta il mercato dimostra di voler investire maggiormente su figure con titolo di studio elevato. Dall’indagine risulta infatti che le imprese ricercano sempre più laureati e diplomati a riprova della progressiva terziarizzazione che ha caratterizzato il territorio lariano negli ultimi anni con la conseguente richiesta di elevate professionalità, nonostante la difficoltà espressa dalle imprese di reperire il personale necessario a causa del ridotto numero di candidati e della loro inadeguatezza. Le prime cinque professioni richieste sono: professioni qualificate nelle attività commerciali (14%), professioni tecniche nell’amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali (8%), operai semiqualificati di macchinari per lavorazioni in serie e addetti montaggio (8%), professioni qualificate nelle attività turistiche e alberghiere (7%), impiegati a contatto diretto con il pubblico (7%). Tra le imprese che hanno specificato l’indirizzo di studio richiesto, le preferenze maggiori vanno alle materie economiche e amministrative, richieste a tutti i livelli di istruzione: le lauree a indirizzo economico sono preferite dal 22% delle aziende, per il livello secondario il 34% indica l’indirizzo amministrativo-commerciale come il più adatto e anche chi ritiene sufficiente la qualifica regionale lo sceglie nel 19% dei casi. Rispetto agli anni precedenti calano le assunzioni di personale immigrato non stagionale così come le preferenze di assunzione per giovani e donne. CRONACA P A G I N A Como 15 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 CURIOSITÀ DAL FRONTE ELVETICO Materie prime “sotto” la Spina Verde? a suscitato curiosità, ma anche preoccupazione, la decisione dell’Azienda Elettrica Ticinese che dal 30 luglio scorso ha ottenuto il via libera ad eseguire i sondaggi nel sottosuolo del Mendrisiotto dall’Alpe di Brusino (sul Serpiano) a Pedrinate (Chiasso) lungo una linea di 13,5 chilometri che termina proprio sul confine del parco della Spina Verde. I sondaggi veri e propri, effettuati solo tramite appositi macchinari, senza scavi, che capteranno le onde sismiche che segnalano le materie prime nascoste fino a sei chilometri di profondità, inizieranno nel tardo autunno 2010, mentre i lavori di preparazione sono già entrati nel vivo. Se i sondaggi dei “test” daranno risultati incoraggianti, seguirà la campagna H L’Azienda Elettrica Ticinese effettuerà dei sondaggi in territorio elvetico, a ridosso del Parco regionale, con appositi macchinari che non richiederanno l’apertura di fronti di scavo di LUIGI CLERICI principale su un’area più vasta nel Mendrisiotto. I risultati della campagna principale, le esistenti analisi geofisiche e i dati di superficie permetteranno di ottenere un quadro geologico approfondito. La campagna è accuratamente pianificata per non causare disagi o di- sturbi all’ambiente e alla popolazione ma ha suscitato un vasto interesse anche nel nostro territorio in quanto, se venisse riscontrata la presenza di materie prime nel sottosuolo ticinese, la stessa situazione dovrebbe interessare ovviamente anche il comasco. Geologi interpellati hanno evidenziato come sembrerebbe molto remota la possibilità di trovare e sfruttare idrocarburi sotto la Spina Verde. L’incognita, invece, riguarda l’ipotesi geotermica. Il calore prodotto dalle rocce può essere utilizzato in presenza di acqua e nel nostro territorio c’è n’è in abbondanza. I tempi per sciogliere i dubbi su questo argomento comunque non saranno troppo celeri. Le indagini, infatti, occuperanno almeno due anni di tempo. Poi sarà seguirà il momento delle perforazioni di prova e poi le eventuali difficoltà da superare per lo sfruttamento. Le reazioni non si sono fatte attendere anche a livello politico soprattutto da parte delle formazioni po- litiche di ispirazione ambientalista ticinesi ed italiane che si sono definite “sconcertate” anche perché reputano che “il futuro sia rappresentato dalle energie rinnovabili” anche perché, ad esempio, secondo uno studio della Duke University, pubblicato anche dal New York Times, il prezzo dell’energia nucleare ha superato quello dell’energia solare. POSTE E LIBERALIZZAZIONI: L’ “OMBRA” DI SWISS POST SUL COMASCO Ancora qualche mese e decadrà il monopolio delle Poste Italiane e anche questo mercato sarà liberalizzato. Con la fine del 2010 avverrà l’ultimo cambiamento di un processo lento, quello delle liberalizzazioni, che entrerà in conflitto con il nostro sistema postale che, nonostante l’apertura del settore a ditte private avviata fin dal 1999, vede Poste Italiane detenere un vero e proprio monopolio. La possibilità nella nostra provincia è che il vuoto che potrà crearsi dalla liberalizzazione possa essere colmato dalle Poste Svizzere, da sempre sinonimo di serietà, competenza ed affidabilità. Swiss Post, attualmente, può contare da anni su un’agenzia situata a Bregnano e che si occupa della raccolta e del recapito di posta transfrontaliera. Il suo obiettivo, con la completa liberalizzazione alle porte, sembra però essere quello di consolidare questo tipo di mercato e non certo di dedicarsi a servizi di raccolta e recapito della posta nazionale che interesserebbe ovviamente tutte le località del nostro Paese, grandi e piccole, e che invece potrebbe teoricamente essere appannaggio di una vera e propria “posta privata”. Infatti basterebbe ottenere da parte del Ministero delle Comunicazioni l’apposita licenza e le altre ulteriori autorizzazioni amministrative che permetteranno di partecipare alla gara per l’affidamento del servizio. Ovviamente, in questa situazione, Poste Italiane, ex monopolista forte di ben 14.000 sportelli e di 150.000 dipendenti, parte avvantaggiato anche se da qualche anno, anche nel comasco con evidenti proteste emerse a più riprese soprattutto non solo in piccole località del lago o delle valli ma anche in ben più popolosi centri della Brianza, sembra sempre più impegnato a “razionalizzare” la propria rete dei 14.000 uffici postali sul territorio nazionale ed a potenziare il ramo dei servizi finanziari. Ed è appunto con un occhio rivolto ai disservizi che anche la popolazione comasca si interroga sul futuro del mondo delle poste “liberalizzate”. Non si è infatti ancora spenta l’eco di quanto accaduto lo scorso inverno riguardo i disservizi postali verificatisi nell’erbese che sono sfociati in una clamorosa “class action” promossa dal Comune di Lurago d’Erba. Pur con la liberalizzazione ricordiamo che però che allo Stato spetteranno ancora i compiti di regolamentazione e verifica della qualità del servizio: per questo scopo, è stata creata, presso il Ministero delle comunicazioni, l’Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale ma difficilmente questo potrà tradursi nella sicurezza che siano rispettati i livelli minimi di standard qualitativi del servizio sul territorio locale L.CL. FINESTRA SUL CAMPIONATO: IL COMO PARTE CON IL PIEDE SBAGLIATO E’ già campionato. Ci siamo lasciati con il Como ancora a Sondalo per la preparazione estiva e la stagione sportiva 2010/11 è entrata nel vivo. Domenica scorsa, al Sinigaglia contro il Ravenna, è infatti iniziato il nuovo campionato del Como guidato in panchina dalla coppia Brevi-Garavaglia, ed alla scrivania da Di Bari-Rivetti. Un esordio, purtroppo, negativo con gli azzurri che sono stati superati col punteggio di 2-1, dopo aver disputato buona parte del match in 10 uomini. Al 15’, infatti, il difensore azzurro Fautario commette un fallo da rigore, successivamente realizzato da Piovaccari, e viene espulso. Sempre dagli 11 metri arriva il pareggio. E’ il 33°. Cozzolino subisce fallo e realizza poi il penalty che porta il punteggio sull’1-1 che resta invariato fino alla fine del primo tempo. Nella ripresa il Ravenna si fa più intraprendente e il Como arretra. Al 65° il gol partita di Gerbino, con un bel colpo di testa. Nella successiva mezz’ora il Como cerca di rimontare e ci va vicino con Cozzolino quasi allo scadere ma l’estremo difensore avversario, Rossi, è bravo a deviare il tiro in calcio d’angolo. Un Como sconfitto ed ancora in fase di rodaggio dove non sono mancati gli arrivi anche nelle ultime settimane. L’ultimo, in ordine di tempo, è il portiere Paolo Castelli, già in forza a squadre come Modena e Lucchese, e l’anno scorso a Crotone. Il 30enne estremo difensore andrà ad affiancare il giovane Tornaghi. In precedenza hanno rinforzato il collettivo azzurro il giovane attaccante argentino Josè Villar, di proprietà dell’Udinese, già alla Cremonese ed il centrocampista italo argentino Franco Da Dalt, l’anno scorso al Foligno. Prima dell’esordio in campionato gli azzurri hanno disputato altre due amichevoli dopo quella con il Sondalo, rispettivamente contro la Rappresentativa Valtellina (6-0) e l’Equipe Lombardia (1-0), compagine formata da giocatori senza contratto in cui figurava anche il portiere Castelli. In Coppa Italia, dopo aver superato il primo turno contro il Guidonia (3-1, gol di doppietta di Fortunato e gol di Cozzolino), il Como è stato sconfitto per 3-1 dal Varese ancora al Sinigaglia (visto che l’impianto bosino era sottoposto a lavori di sistemazione). Questa partita è stata giocata sotto un autentico diluvio, con soli 700 tifosi sugli spalti. Gli azzurri hanno concluso il primo tempo sullo 0-0 ma al 43° hanno perso Cozzolino, espulso per proteste. Nel secondo tempo i varesini hanno dilagato ed il gol della “bandiera” lariana è stato messo a segno da Prandelli. Tornando invece al campionato dobbiamo subito sottolineare che la partita tra Como e Verona, valida per la seconda giornata, si disputerà lunedì 30 agosto visto che lo stadio Bentegodi, il giorno prima, è occupato, visto l’impegno del Chievo. Un incontro già delicato perché come il Como anche il Verona ha “steccato” la prima andando a perdere per 2-0 sul campo della Paganese. L.CL. o, CRONACA P A G I N A Como 16 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 LA PRIMA EDIZIONE NELL’ESTATE DEL 1981 Il Palio del Baradello compie trent’anni “ C omo, mese di Giugno, anno del Signore 1159, l’Imperatore Federico I di Svevia, detto “il Barbarossa”,dopo aver sconfitto Milano con il determinante contributo delle truppe di Lodi, Cremona e Pavia ma soprattutto Comasche, riconoscente, giunge in visita a Como. La città alleata gli tributa gran festa e accoglienza: si organizzano in suo onore gran banchetti, luminarie, parate e gare sul lago”. E’ questo l’evento – tramandateci dai cronisti dell’epoca – che da ormai trent’anni viene rievocato durante il Palio del Baradello. Correva l’anno 1981, infatti, quando le prime quattro contrade (Breccia, Camerlata, Rebbio e Prestino), si sfidarono nella prima edizione del Palio. In questi tre decenni la manifestazione, promossa dall’associazione cavalieri del Palio del Baradello con il sostegno del Comune di Como, è cresciuta arricchendo il programma di eventi e il numero di partecipanti. Per la chiusura dell’edizione 2010 sono attesi al corteo storico per le vie cittadine, domenica 19 settembre, circa 800 figuranti. L’anniversario sarà ricordato con la pubblicazione del volume “Como e il suo Palio 1981-2010 Comum Anno Domini 1159” e con l’emissione di IL PROGRAMMA DAL 29 AGOSTO AL 19 SETTEMBRE Domenica 29 agosto ,ingresso del Barbarossa a Como. Il corteo partirà alle ore 16.30 dalla piazzetta interna di via Balestra percorrendo le vie cittadine, lungo le mura esterne, fino a Piazza Duomo dove l’araldo leggerà il bando di ingresso e le ancelle accompagnate dalle castalde consegnano la chiave della città all’imperatore. Seguirà la lettura dell’editto di Roncaglia. Alle 20.30 giuramento dei Capitani in piazza Duomo, seguita dallo spettacolo di sbandieratori e musici. Lunedì 30 agosto – Consegna del Cero Votivo a S.Abbondio in occasione dei Vespri e della preghiera con il Vescovo. Giovedì 2 settembre Ore 21.00 Concerto di musica medioevale con le arpe della Celtic Harp Orchestra nella Basilica di San Abbondio a Como. Sabato 4 settembre Pomeriggio culturale al Castel Baradello. Ore 16.00 esibizione Sbandieratori – visita gratuita alla torre – ore 17.00 S. Messa al Castello. foto di Carlo Pozzoni uno speciale annullo postale, che saranno presentati in una cerimonia, domenica 5 settembre, ai giardini a Lago, zona tempo voltiano. Sono diversi i borghi, i Comuni e le contrade che si sono alternate in questi trent’anni: 11 di loro sono riuscite ad aggiudicarsi almeno una edizione, ricevendo il “Pallium”, un artistico drappo di seta dipinto a mano da diversi artisti comaschi. Le formazioni più titolate sono il borgo di Tavernola e il Comune di Briennio con cinque drappi a testa, seguiti dai borghi di Camerlata e di Rebbio con quattro. L’ultima edizione è stata vin- ta dal Comune di Cernobbio. L’edizione 2010, prenderà il via domenica 29 agosto con l’ingresso a Como del “Corteo storico” che ripropone la trionfale visita a Como del “Barbarossa” e della consorte Beatrice di Borgogna, attraverso le vie della città, con le vittoriose truppe Imperiali e Comasche che, alleate, sconfissero dopo mesi di assedio, la comune città nemica Milano. All’arrivo in piazza Duomo verrà rievocata la consegna all’imperatore delle chiavi della città mentre il banditore leggerà l’editto di Roncaglia, con cui, nel 1158, l’Impe- foto Alessandro Auletta (www.paliodelbaradello.it) ratore riaffermava il ripristino dei diritti feudali (possibilità di esigere imposte, emettere moneta ecc.) usurpati nei decenni precedenti dai Comuni lombardi. Al termine della cerimonia vi sarà il giuramento dei capitani. Il giorno seguente i figuranti e i capitani delle squadre parteciperanno ai vespri di S.Abbondio dove vi sarà la cerimonia della consegna del cero votivo. All’edizione di quest’anno parteciperanno nove fra Borghi, Contrade e Comuni: borgo di Camerlata, borgo della Roggia Molinara, borgo di San Martino, borgo di Tavernola, Contrada della Cortesella, Contrada di San Fedele, Comune di Cernobbio e Borgo di Camnago Volta. Come da tradizione le gare ufficiali saranno tre: la cariolana, corsa storica con le carriole, la giostra del saraceno, dove il Cavaliere di ciascun Borgo scende in campo galoppando sul proprio destriero e cerca di colpire il bersaglio del simulacro prima del proprio antagonista, sceso anch’esso in campo, ottenendo in tal modo il diritto ad incontrare l’avversario successivo ed il tiro alla fune, che ha sostituito dal 2005 la regata con le caratteristiche “Lucie”. M.L. DAL 27 AGOSTO AL 1 SETTEMBRE LA TRADIZIONALE FIERA DI S.ABBONDIO Torna in occasione della Festa di S. Abbondio la tradizionale Fiera nel complesso dei santi Cosma e Damiano, adiacente alla basilica. Diversi gli appuntamenti e le manifestazioni in programma, dal 27 agosto al 1 settembre, che culmineranno lunedì 30 agosto con la mostra zootecnica. Il ristorante tipico lariano, le lezioni di cucina del territorio, il mercatino di prodotti locali, la musica con la pista da ballo e la scuola di ballo, i giochi, i laboratori alimentari per bambini, il trenino turistico, la fattoria didattica e la sfilata della Fanfara dei Bersaglieri, sono solo alcuni degli appuntamenti previsti. L’inaugurazione ufficiale della fiera sarà venerdì 27 agosto alle ore 10.00. Per tutta la durata della manifestazione sarà attivo il Ristorante tipico lariano a cura dell’Associazione Provinciale Cuochi di Como. Il ricavato del servizio verrà devoluto alla Piccola Casa Federico Ozanam di Como. Durante la Fiera sarà allestita una mostra sul tema “Torri e castelli del triangolo lariano” presso la chiesa dei SS. Cosma e Damiano a cura della Società Archeologica Comense”. Martedì 31 agosto alle 15 vi sarà, invece, una visita guidata alla Basilica a cura dell’Associazione Mondo Turistico. Domenica 5 settembre Ore 15.00 Sfilata da Viale Varese ai Giardini a lago (tempio Voltiano )Celebrazione dei trent’anni del Palio con la presentazione del Volume “Como e il suo Palio 1981-2010Comum Anno Domini 1159” – collegamento internazionale dei radioamatori – annullo postale speciale con cartolina del 30°. Mercoledì 8 settembre ore 21.00 Concerto di musica medioevale nella Basilica di S. Fedele. Giovedì 9 settembre Festa della contrada di San Fedele con la tradizionale corsa delle oche alle ore 21.00. Venerdì 10 settembre Festa borgo di San Martino con la gara non ufficiale di corda sui trampoli seguita dalla partita a scacchi viventi e della danza del ventre. Sabato 11 settembre a Como festa d’autunno in via Milano Alta, ore 20.00. Alle 20.30 sfilata dei rappresentanti storici dalla chiesa di San Bartolomeo e piazza Vittoria. Ore 21.00 prima gara ufficiale “La Cariolana” con partenza e arrivo in Piazza Vittoria. Domenica 12 settembre Torneo Equestre a Villa Erba a Cernobbio. Inizio gare eliminatorie alle ore 10.30. Alle 14.30 dopo il corteo storico ai giardini a Lago prenderà il via il “Torneo Saraceno”. Mercoledì 15 settembre nella Basilica di S.Abbondio concerto del Coro di S.Biagio alle 21.00. Giovedì 16 settembre Visita Archeologica alle torri di Como: Torre Pantera, del Municipio, di Piazza San Fedele, di Via Vittani e di Via Ballarini. Ritrovo alle 18.00 a piazza San Fedele. Venerdì 17 settembre ore 20.00 Sotto il Broletto, avrà luogo la “Cena Medioevale”. Sabato 18 settembre in Piazzo Duomo alle ore 19.30 spettacolo “Le 7 arti liberali” realizzato dagli studenti dell’Istituto d’arte “Fausto Melotti” di Lomazzo. Ore 20.00 corteo verso Piazza Duomo e poi ultima gara valida per l’assegnazione del Palio: “Il tiro alla fune”, che deciderà la classifica finale dei partecipanti al Palio 2010. Domenica 19 settembre Corteo Storico con partenza alle ore 15.00 dal piazzale dell’Ippocastano. Il corteo sfilerà per le vie cittadine, Aldo Moro, XX Settembre, Milano, Cesare Cantù, Giovio, Vittorio Emanuele, fino a Piazza Cavour dove vi sarà la consegna del Drappo al borgo vincitore. CRONACA Lago&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 P A G I N A 17 ERA IL 6 SETTEMBRE 1553 Dongo: ritorna la “Festa del Miracolo” A Dongo la “Festa del Miracolo” ritorna ogni anno per ricordare la prodigiosa lacrimazione della Madonna risalente al 6 settembre 1553. Ai bordi del torrente Albano esisteva una cappellina raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù che sostiene maternamente sul cuore, mentre Egli alza la piccola mano a benedire. L’aveva fatta costruire il sig. Tommaso Scanagatta sul muro di cinta del suo vigneto, quasi a protezione dalle paurose e frequenti inondazioni del fiume. E proprio la spaventosa alluvione del fiume Albano del 1541 aveva provocato disastri e danni incalcolabili. La cinta del suo vigneto fu radicalmente portata via, travolta dalle impetuose onde nella loro pazza corsa verso il lago. Rimaneva intatta la cappelletta della Madonna, come sospesa nel vuoto, con grande meraviglia di tutti. La mensola sotto il suo affresco da allora era sempre circondata da fiori e ceri che quotidianamente i devoti portavano alla loro “Madonnina del Fiume”. IL MIRACOLO Arriviamo al 6 settembre 1553 quando una pia donna, Maria de’ Matti, di ritorno dai vespri nella parrocchiale di Santo Stefano, si ferma davanti all’edicola sacra per una “Ave Maria” e deporvi i fiori freschi di campo raccolti sul tragitto. Fissa con intensità e trasporto la dolce immagine “spirante soave mestizia, Si rinnova l’ormai secolare celebrazione della prodigiosa lacrimazione di un’effigie della Madonna avvenuta a metà del XVI secolo di GIANNI MORALLI amabilità verginale, calma rassegnata, paradisiaca dolcezza”. In tale atteggiamento di preghiera vede che dall’occhio destro del dipinto sgorgano lacrime che scendono verso il bambino e la piccola mensa coperta di fiori. Si guarda intorno come per chiedere conferma e correndo verso la parrocchiale grida forte: “la Madonna piange…, la Madonna del fiume piange…” e trova il Canonico Bernardo Bonizio al quale dà la strabiliante notizia. Don Bonizio prende un calice dalla Prepositurale, lo lega con un cingolo da Messa e corre alla cappellina allo scopo di raccoglierne le lacrime. Trova già radunate parecchie persone che confermano di aver visto il prodigio e fa suonare le campane di Santo Stefano a festa, mentre la plaga si riempie di gente che chiede, guarda, osserva, commenta ed in ginocchio ed a capo scoperto si recita il Rosario e si cantano le Litanie penitenziali. MADONNA DELLE LACRIME Il processo canonico, tenutosi il 13 luglio 1615, alla presenza del vescovo mons. Filippo Archinti, con le testimonianze scritte e giurate dei testimoni, confermerà il prodigio e il culto alla Madonna del Fiume, che verrà da allora tramutato in “Madonna delle Lacrime”. I Figli di San Francesco, arrivati nel 1614, chiamati dai donghesi per custodire il loro “tesoro”, inizieranno i lavori per la costruzione del Convento annesso al Santuario. La devozione alla Madonna delle Lacrime oltrepassa i confini locali ed ogni anno accorrono le genti dell’Alto Lario, della Bassa Valtellina, della Val Chiavenna, della Valle Intelvi, della Val Cavargna, del Ticino, della Valsassina…, con preghiere, suppliche, canti, mentre i padri Francescani nel sacramento della penitenza benedicono, confortano, perdonano le nostre miserie, depositate davanti alla effigie miracolosa dal dolce sorriso. Il Santuario è diventato “diocesano” e dal 1975 si possono lucrare le “indulgenze” proprie dell’Anno Santo ed in data 1° novembre 2004 con decreto del vescovo mons. Alessandro Maggiolini, di venerata memoria, la “Madonna delle Lacrime” di Dongo è stata proclamata “Patrona delle Tre Pievi”. IL RICORDO DI BEATI “COMASCHI” L’anno scorso abbiamo ricordato il santo curato d’Ars nel 150° della sua morte e l’anno sacerdotale “speciale”voluto dal Santo Padre Benedetto XVI, mentre quest’anno ricorderemo il nostro beato, padre Enrico Rebuschini nel 150° della sua nascita e che proprio dal nostro Santuario nascerà la sua vocazione sacerdotale/camilliana, poi l’altro nostro beato, don Luigi Guanella, nel 95° della sua nascita al cielo. Come parroco a Pianello del Lario ha trascorso qui tanti momenti di preghiera alla Madonna delle Lacrime vestendo inoltre l’abito del Terz’Ordine, come l’altra nostra beata; suor Chiara Bosatta. Sarà un momento di gioia per tutti la notizia della sua “canonizzazione” nel prossimo Concistoro papale. Vogliamo infine ricordare un giovane santo laico, conosciuto nel- l’ambito dell’Azione Cattolica, della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, dello scautismo. È il beato Pier Giorgio Frassati, ingegnere, di cui ricorre il 95° della sua nascita al cielo ed il 20° della sua beatificazione. PreghieraCarità-Gioia, sono le caratteristiche della sua santità. Nella preghiera ha trovato la forza per resistere alle tante tentazioni della gioventù, la preghiera si trasformava poi in carità verso i malati e i poveri; amava il bello della vita, le amicizie e tantissimo la montagna. Sono sorti nel suo ricordo ben 17 “sentieri Frassati” e proponiamo alla Zona Pastorale Tre Pievi, all’Azione Cattolica, al Club Alpino Italiano (CAI), all’Associazione Nazionale Alpini (ANA) l’istituzione di un sentiero “Frassati” sul nostro territorio. Sono tanti i sentieri delle nostre belle montagne che conosciamo e ritroviamoci “assieme” per scegliere quello che vogliamo intestare al giovane Pier Giorgio, figura luminosa per chi voglia “Vivere e non vivacchiare”, come lui stesso diceva. Ed il “sentiero” deve partire proprio dal Santuario della Madonna per la quale aveva una tenera, profonda, filiale devozione. La S. Messa “speciale” del 4 settembre in Santuario ha un duplice scopo: suscitare tante vocazioni consacrate e la santificazione delle nostre famiglie nel sacramento del matrimonio. CRONACA P A G I N A Lago&Valli 18 metà agosto si è aperto uno spiraglio di luce sul futuro della storica funivia “Argegno - Pigra”, prezioso e veloce canale di collegamento tra il lago e la Valle Intelvi. A Villa Saporiti è stato infatto sottoscritto l’accordo di programma che dovrebbe decretarne la riattivazione. Il documento - siglato dagli assessori ai trasporti della Provincia di Como (Patrizio Tambini) e della Regione Lombardia (Raffaele Cattaneo), alla presenza del presidente della Provincia di Como, Leonardo Carioni - prevede uno stanziamento complessivo di 946mila . Regione Lombardia, come previsto dalla convenzione, cofinanzierà con 500.000 euro il progetto di revisione generale dell’impianto funiviario, mentre i restanti 446.000 euro saranno garantiti da: Provincia di Como, Comunità Montana Lario Intelvese, Bacini imbriferi montani di Como e del Ticino, Comune di Pigra, Comune di Argegno, Unione Comuni Tremezzina, Comunità Montana Valle del Ceresio e Camera di Commercio di Como. «Questa stretta collaborazione tra Regione ed Enti locali - ha commentato al momento della firma l’assessore Cattaneo dimostra che i problemi si possono affrontare e risolvere più facilmente con uno spirito collaborativo tra tutte le istituzioni. Pur in presenza di una difficile situazione legata agli effetti che avranno i tagli alle risorse regionali previsti dalla manovra appena approvata dal Parlamento, la Regione non si sottrae ai suoi impegni, soprattutto quando si tratta di garantire servizi di trasporto pubblico ben programmati o assolutamente necessari, come nel caso della funivia di Pigra. Con questa sottoscrizione abbiamo garantito il diritto di mobilità dei cittadini lombardi a partire proprio dalle zone più disagiate come quelle montane, che non possono e non devono essere abbandonate”. L’assessore regionale A IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 L’ACCORDO SIGLATO VERSO METÀ AGOSTO Ripartirà la funivia di Pigra L’accordo di programma sottoscritto a Villa Saporiti nelle settimane scorse prevede uno stanziamento complessivo di circa 950 mila euro. Se tutto andrà come previsto l’impianto potrebbe essere riattivato già dal mese di giugno del prossimo anno ha inoltre confermato lo stanziamento di 50.000 Euro, attraverso i contributi per il Trasporto pubblico locale, per sostenere i costi dell’attivazione di un servizio sostitutivo di bus nei mesi in cui l’impianto funiviario resterà fermo. “In due mesi è stato predisposto un efficace piano d’azione - ha sottolineato l’assessore provinciale ai Trasporti, Patrizio Tambini - e possiamo dire che, alla fine, ha vinto la cultura del fare». L’impianto era stato fermato il 21 maggio scorso, dopo che erano scaduti i termini della proroga di due anni per la revisione generale prevista dalla normativa statale, a 40 anni dall’apertura. La proroga era stata ottenuta grazie anche a un finanziamento di Regione Lombardia di 110.000 euro assegnato al Comune di Pigra per interventi di ammodernamento. A questo la Regione ha aggiunto un contri- buto di 50.000 euro al Comune di Pigra per redigere tutti i progetti, fino a quello esecutivo, degli interventi necessari per superare la revisione generale e ottenere il nulla osta alla riapertura dell’impianto. La sottoscrizione dell’accordo permetterà al Comune di Pigra di procedere da subito alla pubblicazione dell’appalto per affidare i lavori entro il mese di novembre. Lavori che dovranno terminare entro maggio 2011, così che l’impianto possa riaprire per il successivo mese di giugno. DA ARGEGNO A PIGRA IN 4 MINUTI Inaugurata nel 1971 la funivia permetteva di raggiungere, fino allo scorso anno, in 4 minuti, superando un dislivello di 648 metri, il più bel terrazzo esistente nelle prealpi Comasche. Due cabine da 15 posti si alternavano lungo un percorso con pendenze notevoli, dal 71% al 95%, permettendo al viaggiatore di godere di un’incomparabile vista sul lago e sui monti circostanti. L’importanza di quest’opera non è certo solo turistica, infatti, essa rappresenta un vero e proprio cordone ombelicale fra il paese, Pigra, e la riva del lago dove vi è la possibilità di raggiungere Como o Bellagio tramite i battelli della navigazione del lago di Como. ...hai l’ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al: 800-087897 CRONACA P A G I N A Como 19 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 AL VIA LA XII EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE Il Settembre Capiaghese per un ospedale a Touloum La tradizionale kermesse prende il via il 27 agosto. Si conferma il sostegno a importanti iniziative di solidarietà. Quest’anno il ricavato sarà destinato alla realizzazione di un presidio sanitario nel nord del Camerun, nella parrocchia di Yagoua S i apre il 27 agosto la XII edizione della festa del Comitato Settembre Capiaghese che prevede, come di consueto, tre serate gastronomiche a tema (cucina tipica brianzola, valtellinese e toscana) allietate dalla musica dell’orchestra che aprirà le danze. Anche questa volta il Comitato Settembre Capiaghese abbina le sue serate ad un’importante iniziativa di solidarietà, offrendo il suo appoggio al progetto “Costruiamo l’ ospedale a Touloum”, che prevede la realizzazione di un ospedale nel nord del Camerun, nella parrocchia di Yagoua. I lavori di costruzione dell’edificio, grazie alla donazione di alcuni sponsor sono già iniziati; il Comitato Settembre Capiaghese si impegnerà, in particolare, per dotare l’ospedale di moderne attrezzature: dall’arredamento necessario per i 20 posti letto della sala degenza agli apparecchi per la diagnostica di base (ecografo, elettrocardio- grafo…), ai mobili e strumenti per laboratorio e fisioterapia, agli ausili ortopedici e materiali per il centro disabili. I beneficiari di questo progetto saranno 100 utenti, che potranno disporre giornalmente dell’ambulatorio; 500 utenti al mese, che potranno usufruire del reparto pediatrico e ostetrico; 15 disabili fisici, che saranno accompagnati nelle attività di rieducazione. In occasione della XII edizione delle serate del Settembre Capiaghese si continuerà dunque la raccolta fondi, iniziata già lo scorso anno proprio durante la festa di agosto, dove per la prima volta è stato presentato il progetto da Padre Piergiorgio Cappelletti, capiaghese e missionario del PIME, che da 40 anni presta la propria attività pastorale in Africa. L’idea, insomma, è quella di coinvolgere tutte le PROGRAMMA Capiago Intimiano, oratorio San Giovanni Bosco. Venerdi 27 agosto ore 19.00 Cucina tipica Brianzola Stracotto d’asino con polenta, Polenta con salame cotto; sabato 28 agosto ore 19.00 Cucina tipica Valtellinese Pizzoccheri di pasta fresca, Bresaola in carpaccio domenica 29 agosto ore 19.00 Cucina tipica toscana Pappardelle al ragù di cinghiale, Costata di manzo con osso, cantucci e vin santo. Grigliate di carne tutte le sere Ballo liscio con orchestra tutte le sere. Il ricavato sostiene l’ iniziativa “Costruiamo l’ospedale a Touloum” per l’acquisto delle attrezzature di diagnostica di base, attrezzature per fisioterapia per disabili e dell’arredamento. realtà locali, provinciali e regionali, anche il mondo DAL 17 AL 19 SETTEMBRE DALLA REGIONE CONTRIBUTI ALLA PERSONA E ALLA CULTURA A Como la XVIII Gara Nazionale di Primo Soccorso D al 17 al 19 settembre Comitato Provinciale CRI di Como ospiterà la XVIII Gara Nazionale di Primo Soccorso, competizione nazionale con valenza Europea nell’ambito dell’educazione al primo soccorso. «Sappiamo - spiega in merito Roberto Antonini, commissario nazionale dei Volontari del Soccorso - che le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono i maggiori provider per il primo soccorso in Europa e nel Mondo e che si prefiggono come obiettivo essenziale di avere almeno una persona in ogni casa/aula/ posto di lavoro/ecc. addestrata al primo soccorso, ma soprattutto alla rianimazione cardiopolmonare. La Croce Rossa Italiana, membro apprezzato della Federazione Internazionale, dedica e consi- Per iscriversi alla competizione sarà necessario compilare gli appositi moduli entro e non oltre il 30 agosto dera il primo soccorso uno strumento fondamentale per la Salute e l’Assistenza Sociosanitaria, che applica in conformità alle strategie globali della Federazione Internazionale. Quest’anno la manifestazione, nello spirito dell’unità, avrà una novità; sarà per la prima volta intercomponente e offrirà ancor di più la condivisione comune delle nostre attività tra tutti i volontari CRI. Ciò che andremo a fare proprio nei tre giorni di competizione non sarà altro che mettere in pratica tutte le nostre conoscenze tecnico-didattiche sull’argomento, in un confronto di sana competizione fra squadre provenienti da tutte le regioni d’Italia, unite da un unico obiettivo che ci ha sempre accompagnato in questi momenti di aggregazione volontaristica. In allegato vi invio il regolamento di gara, il materiale tecnico consentito, le schede di adesione per le squadre, i giudici ed i supporter (questi ultimi dovranno farsi carico di tutte le spese di viaggio, vitto e alloggio) e provvedere autonomamente a contattare le strutture alberghiere consigliate, consultando i moduli, ivi compreso la carta stradale “dove siamo”. Vi ricordo che per iscriversi alla competizione dovrete compilare gli ap- dell’imprenditoria, che potrà offrire il suo contri- buto o donare direttamente le attrezzature necessarie. Il comitato Settembre Capiaghese chiede l’aiuto di tutti, mettendo a disposizione il conto corrente intestato a: Comitato Settembre Capiaghese - Costruiamo l’Ospedale a Touloum Presso: Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù - Filiale di Olmeda IBAN: IT68B084305108 0000000054335 Una nobile finalità, quella del Comitato, per donare a Touloum una struttura sanitaria in grado di assistere e risolvere i molti problemi esistenti, soprattutto riguardanti i bambini e i portatori di handicap, e per sostenere con un aiuto concreto Padre Piergiorgio Cappelletti, che con la sua presenza è viva testimonianza di aiuto ai più deboli ed indifesi. Per informazioni: [email protected]. positi moduli entro e non oltre il 30/08/2010. L’organizzazione si farà carico delle spese di vitto e alloggio per le squadre, l’accompagnatore e i giudici, mentre quelle di trasporto sono a carico delle Unità di appartenenza. La segreteria della gara è ubicata presso il Comitato Provinciale C.R.I. di Como, coordinata dal Sig. Andrea Mazzola (cellulare 340-3197545) al seguente numero telefonico 031-243289 fax 031243282 e alla mail gara [email protected]. Eventuali informazioni, la modulistica, ulteriori contatti e riferimenti saranno reperibili e consultabili dal sito www. cri.it nell’area dedicata accessibile dalla home page». Il mese di agosto ha regalato importanti contributi al Comasco sul fronte della salute e della cultura. Agli inizi del mese l’agenzia stampa del Pirellone, Lombardia Notizie, comunicava essere di circa 1,5 milioni di euro l’importo messo a disposizione dell’Asl di Como per migliorare la qualità dei servizi offerti ad anziani e disabili. Stanziamento parte di una somma più generale con cui erano stati assegnati 20 milioni di euro in più a carico del Fondo Sanitario Regionale, su disposizione della Giunta. I 20 milioni di euro, a livello regionale, sono stati destinati alle unità d’offerta sociosanitarie come le 647 Residenze Sanitario Assistenziali per Anziani (R.S.A.), le 77 Residenze Sanitario Assistenziali per Disabili (R.S.D.), i 256 Centri Diurni Integrati per Anziani (C.D.I.), i 249 Centri Diurni per Disabili (C.D.D.), le 144 Comunità Socio Sanitarie per Disabili (C.S.S.) e i 20 Hospice. Qualche giorno dopo sempre Lombardia Notizie dava comunicazione di tre progetti di promozione educativa e culturale di interesse regionale finanziati, in provincia di Como, sempre dalla Giunta regionale. I fondi assegnati in provincia di Como fanno parte dell’importo di 1 milione di euro approvato dalla Giunta regionale come quota del bando relativo al 2010 per i progetti culturali. Nel dettaglio i tre progetti finanziati in provincia di Como sono risultati: Amministrazione comunale di Como, 50 mila euro per la mostra Rubens e i Fiamminghi; Associazione Culturale Parolario, 30 mila euro per Parolario 2010 “Il Tempo”; Associazione “Treequattordici onlus”, 5 mila euro per iniziativa Mabilla Madre Fascino e Fantasia. CRONACA P A G I N A Como 20 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 LIBRI Orti di monte, orti di lago. Il territorio lariontelvese U n libro che ci riporta indietro nel tempo, ci fa riscoprire le coltivazioni tradizionali del nostro territorio, incoraggiando un ritorno alla cura della terra. Nell’ambito della rassegna culturale “Parolario”, domenica 29 agosto, alle ore 11.30, sarà presentato a Como, in Piazza Cavour, il libro “Orti di monte, orti di lago. Coltivare secondo tradizione nel territorio lariointelvese”, di Antonio Cavalleri (con contributi di Marina Bernardo, Rosaria Bernardo, Erino Bolla, Mario Colombo, Pierluigi Gatti, Marco Lazzati, Stefano Della Torre, Leonardo Mario Cavalleri e inserti poetici di Evi Guida, Lucia Manzoni e Daniela Mazzoni). Il volume, il nono della collana “Perle d’Intelvi” edita da Bellavite Editore, è stato promosso dalla Comunità Montana Lario Intelvese con il patrocinio della Regione Lombardia - Culture, Identità, Autonomie della Lombardia e della Provincia di Como - Assessorato alla Cultura e rientra nel Progetto Integrato d’Area “Ecolarius. Diffondere la cultura dell’ambiente e del paesaggio tra lago e montagna”, del quale rappresenta i Il volume, il nono della collana “Perle d’Intelvi” edita da Bellavite Editore, sarà presentato a Como nell’ambito della rassegna culturale “Parolario”, domenica 29 agosto, alle ore 11.30 di SILVIA FASANA temi di “Promozione e diffusione di una fruizione sostenibile nel sistema delle aree protette e nelle aree della rete ecologica lombarda attraverso la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale”. All’incontro saranno presenti, oltre all’autore e ad Oscar Gandola, Presidente della Comunità Montana Lario Intelvese, anche Mario Colombo, Assessore provinciale alla Cultura e Stefano della Torre, docente del Politecnico di Milano che ha coordinato l’elaborazione del Progetto Integrato d’Area “Ecolarius”. La cura degli orti a uso familiare era molto diffusa sul territorio lariointelvese. Fin dai tempi degli antichi romani in Tremezzina si coltivava l’ulivo, e, tradizionalmente, fino a pochi decenni fa, ogni famiglia aveva un pezzetto di terra da destinare ad orto. Perché l’uomo d’oggi, cresciuto raccogliendo i prodotti tra gli scaffali dei supermercati dovrebbe ritornare a coltivare la terra? Il volume coordinato da Antonio Cavalleri parte dalla riscoperta di colture e tecniche tradizionali di coltivazione, ma va oltre, non limitandosi al volere solo conservare la memoria di una cultura contadina del passato. Lo scopo della pubblicazione è infatti quello di stimolare un nuovo interesse per la cura della terra, mettendo a frutto saperi antichi coniugati con le moderne tecniche dell’agricoltura biologica. Questo porta a vantaggi indubbi, come la diffusione del piacere di un’alimentazione più sana e gustosa, un indubbio risparmio economico, il recupero delle tradizioni locali e della cultura agrosilvo-pastorale, il ritorno a uno stile di vita all’aria aperta più naturale e a misura d’uomo che porta benessere fisico e serenità dell’animo e, non da ultimo, una maggior cura del proprio ambiente, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico. Il pregio di questo libro è quello di sapere coniugare l’approccio più tecnico e scientifico con quello poetico, riflessivo, evoca-tivo che un tale argomento può suscitare. Questo risultato è stato raggiunto grazie all’impegno corale dei soci dell’Associazione “Orticultura” di San Fedele Intelvi, di cui Cavalleri è presidente, oltre che di noti esperti del settore. Il libro si compone idealmente di cinque grandi parti. La prima è un’introduzione di Stefano Della Torre, che sottolinea come la cura e la rinascita del paesaggio nascano solo da un rinnovamento personale del modo di pensare e di abitare che passa attraverso una nuova quotidianità. E dunque, in questa ottica, diventa basilare la riscoperta dei tempi, dei gesti e dello sguardo di una pratica antica ma attuale quale l’orticoltura. Il secondo capitolo è una descrizione dell’orticoltura tradizionale del territorio lariointelvese, con un interessante excursus storico che parte dai ritrovamenti archeologici di Erbonne e del Caslè di Ramponio, un’analisi pa- esaggistica dell’impatto delle attività agricole sul paesaggio (i terrazzamenti, che caratterizzano così bene i ripidi versanti delle valli lariane), approfondimenti del rapporto con la zootecnia e dell’importanza del calendario lunare sui lavori nell’orto. Si passa poi all’esame delle colture tipiche del territorio, dal castagno al noce, all’ulivo della Tremezzina, agli alberi da frutto, ai piccoli frutti, agli ortaggi, alle erbe e aromi. Dopo aver risvegliato la nostalgia per saperi e sapori antichi, ecco dunque il quarto capitolo, ricco di consigli pratici per realizzare un orto moderno ma in linea con la tradizione. Non manca anche uno spazio di riflessione sulla “filosofia dell’orto”, in cui si evidenzia il bisogno di una “filiera corta” che uni- sca produttore e consumatore in un patto di rinnovata fiducia, la dimensione educativa e formativa del lavoro agricolo e l’importanza dell’attesa e della pazienza, di seguire i ritmi della Natura. Completano il volume il riassunto in lingua inglese, la bibliografia e i numeri utili. Come scrive il presidente della Comunità Montana Lario Intelvese, Oscar Gandola, nella sua presentazione «Un rapporto armonico tra uomo e natura anche oggi è possibile e la pratica dell’orto, anche rivisitata in chiave moderna, indica la strada da seguire…. Questo volume ci ricorda tutto questo e ci ammonisce a non perdere mai il contatto, anche e soprattutto in senso fisico, con la nostra terra e la parte più profonda e ancestrale di noi stessi». CON “SCACCIAPENSIERI” DAL BLU DEL LAGO DI ISEO ALLE DOLCEZZE DELLE TERRE DI FRANCIA CORTA CON “MONDO TURISTICO” SULLE TRACCE DI GIOVANNI SEGANTINI MARIO CALABRESI IL 27 AGOSTO A ZELBIO PER CHIUDERE IL FESTIVAL LETTERARIO L’associazione Culturale Scacciapensieri propone per domenica 19 settembre “Dal blu del lago di Iseo alle dolcezze delle Terre di Francia Corta”. La giornata inizierà con la passeggiata lungo i vicoli storici e le piazze della cittadina di Iseo per poi proseguire in motonave per Monte Isola, l’isola lacustre abitata più grande d’Europa, riconosciuta come uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Quindi è prevista una sosta a Carzano con i suoi gruppi compatti di case tra oliveti, vigneti e boschi di castagni e proseguimento per Lovere per il pranzo al ristorante. Nel pomeriggio visita alla Chiesa di S. Maria della Neve a Pisogne, interamente affrescata dal Romanino negli anni ‘30‘40 del Cinquecento, e considerata la ‘’Cappella Sistina dei Poveri’’. Si proseguirà quindi per le Terre di Franciacorta, territorio di fama internazionale, per visitare una cantina con degustazione di vino a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG). Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, cell. 3453302077; e-mail: asso-scacciapensieri@ libero.it; sito internet: http://scacciapensieriisa.blogspot.com/. L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 28 agosto una visita guidata sulle tracce di Giovanni Segantini in Brianza. L’appuntamento è fissato per le ore 14.00 a Pusiano, presso il Centro Commerciale 2000, sulla Strada Statale Lecco-Como. Dalle rive del lago di Pusiano, alla magica atmosfera di Corneno, fino “alla stanga” di Caglio, si andranno a scoprire orizzonti e paesaggi che hanno ispirato il grande pittore divisionista. Caglio gli ha dedicato la mostra permanente “Segantini a cielo aperto” collocata nei punti più suggestivi del borgo, dove sono riprodotti i suoi maggiori capolavori che ripercorrono l’intera esperienza artistica ed esistenziale. La quota di partecipazione è di 6 euro per i soci, di 7 euro per i non soci. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 3394163108; e-mail: mondoturistico @virgilio.it; sito internet: www. mondoturistico.it. Il 27 agosto alle ore 20.45 presso il cine teatro parrocchiale è in programma l’ultimo appuntamento con il festival letterario del piccolo paese lariano che vedrà protagonista il direttore del quotidiano “La Stampa”, Mario Calabresi. Il figlio del commissario, vittima simbolo del terrorismo nei primi anni ’70, tratteggerà una sua fotografia dell’Italia attuale e degli stati Uniti d’America (paese nel quale ha vissuto per anni) alla luce della presidenza Obama. L’ingresso è libero. Si ricorda che "Quell’altro ramo del Lago di Como" è la proposta culturale di Pro Loco e Biblioteca di Zelbio, patrocinata dalla Provincia di Como e curata da Armando Besio, responsabile delle pagine culturali milanesi di Repubblica, con gli amici del Comitato cultura di Zelbio. Giunta alla terza edizione la rassegna quest’anno ha avuto fra i suoi protagonisti Luca Clerici che ha tratteggiato un ritratto inedito dell’abate Antonio Stoppani, notissimo autore de “Il bel paese” e originario proprio di Zelbio, Carlo Rognoni (già direttore de L’Espresso e vice direttore di Repubblica), il promettente scrittore svizzero Andrea Fazioli (già vincitore del Premio Chiara giovani), il cantautore Franco Boggero (finalista al Premio Tenco 2009) e Vittorio Sgarbi. CRONACA P A G I N A Lago&Valli 21 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 ARTISTI, CULTURA E CURIOSITÀ Ercole Ferrata e Antonio Fogazzaro lontani e vicini L'angelo crocifero e Castel S.Angelo l Ferrata e il Fogazzaro E’ vero che quando ci si lascia andare con la fantasia nel tratteggiare il ricordo di persone e cose famose ormai scomparse da tempo a volte si corre il rischio di lasciarsi prendere in po’ la mano… Ma affermare che l’angelo crocifero del Ferrata, che si trova da più di trecento anni sul Ponte S.Angelo, a Roma, è il più celebre angelo di Roma… beh, ci sembra proprio proprio un po’ esagerato... In special modo perché sullo sfondo si può intravedere l’angelo del Bernini che, dal castello rinfodera la spada della peste, con il pericolo che ancora la “snudi”, con ogni probabilità irritato da certe possibili affermazioni… Bando, però, agli scherzi. Nel corso di questo 2010 Ercole Ferrata è stato il personaggio dominante di quasi la totalità delle manifestazioni culturali della Valle dato il cadere dei 400 anni dalla sua nascita. E’ stato ricordato in tutti i modi,dalle scuole alle conferenze culturali e artistiche, dalle fotografie ai D.V.D che hanno riportato alla memoria o fatto conoscere i suoi migliori capolavori. Ripensando al Ferrata I Due personaggi vissuti a distanza di duecento anni, accomunati da uno spirito semplice e accogliente. Il ricordo di un curioso episodio che, cento anni fa, vide, per un istante, incrociarsi i loro due mondi di RINA CARMINATI FRANCHI è ancora nell’aria la testimonianza di come 100 anni fa, quindi nel 1910, la Valle ricordò il piccolo e simpatico pelliese, così come si può evincere dal ritratto a olio giunto fino a noi. È proprio muovendosi tra le pieghe della storia ufficiale e della narrazione orale che è possibile raccogliere episodi dal gusto antico. In merito a ciò ci sembra divertente e curioso accostare due figure storiche di artisti vicini alla Valle Intelvi: Antonio Fogazzaro e, ben appunto, il “nostro” Ercole Ferrata. Correva l’anno 1910 e, come abbiamo detto, in onore suo gli studiosi della Valle avevano organizzato una mostra di ricordi, ricerche e quadri di artisti locali. Sede Pellio. Per l’occasione vi fu un importante ciclo di con- ferenze e venne addirittura stampata l’effigie dell’artista su bellissimi bicchieri, dei quali qualche esemplare è giunto fino a noi. Ma ecco la curiosità. Testimonianza di quegli eventi ci arriva da un improvvisato cronista d’eccezione: Antonio Fogazzaro. In una lettera conservata e diretta a un suo caro amico parroco di Dizzasco, il grande scrittore ci fa leggere fra le righe una realtà di montagna di quei lontani anni. Così scrive il Fogazzaro: “Caro amico ,Voglio raccontarti un’avventura che mi è capitata la settimana scorsa. Lo so che mi aspettavi nel tuo grazioso paesino, ma ora ti racconto; sono partito con questa meta precisa deciso di raggiungerti per fare con te una bella chiacchierata. Con la barca ho raggiunto Osteno e non ho resistito al desiderio di arrampicarmi su per le stradine che portano in alto verso Laino e S.Fedele per poi scendere a Dizzasco . Sfortunatamente però le mie gambe non erano d’accordo e la mia speranza di trovare qualche vetturino che mi desse un passaggio è andata delusa, così arrivai alla località chiamata “Garage” già ben provato e mi sedetti volentieri a tavolino per prendere un caffè in una piccola e deliziosa osteria. Vicino a me venne a sedersi un contadino di passaggio e incominciammo a chiacchierare . L’argomento fu la mostra che si teneva su un artista locale in quei giorni in un paesino vicino, così mi incuriosì tanto che decisi di cambiare direzione e andare a vederla. Sapu- to il mio intento il giovane si offrì a darmi un passaggio sul suo carro colmo all’inverosimile di fieno profumato. Mi venne una domanda alla mente - Sapeva quel giovane con chi parlava? Penso proprio di no, perché senz’ altro si sarebbe lasciato prendere dalla timidezza e io avrei perso un’esperienza unica che mi ha lasciato un caldo ricordo di profumo di fieno sui vestiti e tanta serenità nel cuore. Ho potuto così visitare la mostra e sono rimasto stupito e ammirato di come è stata allestita e curata, tanto che mi sono sentito in dovere di lasciare un piccolo presente, ben meritato… Spero che non ti sia offeso di avermi aspettato inutilmente…” Immaginarci un Fogazzaro, un personaggio così importante su un carro di fieno è una cosa che ci fa sorridere anche dopo tanti anni, ma, raccontano gli abitanti della Valsolda, lo scrittore e poeta non era nuovo a questi scherzi. Un giorno si sparse la voce in paese che questi era sul battello che proveniva da Lugano, così una piccola folla di curiosi si radunò sul molo per applaudirlo, ma lui quando sbarcò portava una scopa di saggina appena acquistata e facendo un po’ il buffone si rivolse la folla in dialetto dicendo: “Iscì podarii dì che i vist un senatuur cunt una scuua in spala!” Due artisti, due grandi uomini divisi da duecento anni di storia, ma che, oltre al loro ingegno, conservavano quella simpatia affettuosa e rara che accomuna la gente umile. UN FENOMENO MOLTO FREQUENTE Al Cof di Lanzo un corso sulle cadute in corsia I l dottor Gino Tassini, direttore sanitario del Cof lanzo Hospital, e la caposala Mabel Ferrario hanno tenuto, nelle settimane scorse, presso la clinica ortopedica e fisiatrica di Lanzo d’Intelvi(Como) un corso sulla prevenzione delle cadute in ospedale che verrà presto replicato. Le cadute dei pazienti in ospedale rappresentano un problema rilevante nell’ambito del ricovero e per questo motivo da qualche anno sono diventate oggetto di studi scientifici che dettano le strategie idonee a prevenirle. Vi sono diversi fattori di rischio da considerare che spaziano dalle cause ambientali, come la mancanza di appigli e corrimano, alle varie patologie del malato fino all’assunzione di farmaci particolari. Le conseguenze di una caduta accidentale investono non solo il paziente e la relativa qua- lità di vita, ma anche la sua famiglia, il personale sanitario e l’azienda ospedaliera. Nei casi peggiori si riscontrano lesioni e fratture che compromettono le condizioni del malato e aumentano il suo grado di dipendenza dagli altri. Dati statistici in Italia Mediamente ogni mille giornate di degenza in ospedale cadono dalle 3 alle 13 persone. Tra questi sfortunati una percentuale, che va dal 15% al 50%, riporta danni che possono essere banali o rilevanti. Stando ai dati rilevati dalla Regione Lombardia le cadute gravi sono del 5%. Conseguenze di una caduta accidentale Le implicazioni possono essere varie e complesse. Dalle cadute accidentale si riportano traumi, ferite, danni cerebrali, lesioni degli organi interni, dei tessuti molli e fratture. In particolare la frattura del femore nell’anziano è una delle più gravi conseguenze traumatiche che porta all’immobilizzazione e al ricorso all’intervento chirurgico con possibili problemi bronco-polmonari, embolie, decubiti e altro. Incidenza delle cadute sulla psicologia e la vita sociale dell’anziano L’anziano dopo una caduta perde sicurezza nel muoversi e tende ad isolarsi socialmente compromettendo sempre più la sua autosufficienza. La stessa paura di cadere può provocare un calo dell’autostima che innesca un circolo vizioso che porta al declino psicofisico. Impatto del problema delle cadute accidentali in ospedale In ospedale le cadute sono un problema per il paziente, per i familiari, per il personale e per la struttura sanitaria. Tra le conseguenze vi sono il peggioramento della qualità della vita del paziente, il prolungamento della degenza, l’aumento dei costi, la perdita di fiducia negli operatori della struttura e il risarcimento dei danni. Che cosa si fa per prevenire le cadute Ci sono più interventi mirati che possono ridurre il rischio di cadute e spaziano dalla gestione delle patologie del paziente all’esercizio fisico, dalla revisione della terapia farmacologica alle modificazioni ambientali, dalle informazioni al paziente agli ausili per la deambulazione fino alla formazione del personale sanitario. Nuovi ausili per i pazienti Ci sono delle imbottiture che si applicano a livello delle anche per proteggere gli anziani durante la caduta e allarmi che si inseriscono nel letto per avvisare il personale del reparto. Informazioni trasmesse al paziente Al Cof Lanzo Hospital diamo ai pazienti un opuscolo informativo con alcuni consigli apparentemente banali sulla conoscenza della stanza in ospedale e sul modo di alzarsi dal letto. È utile sapere come è strutturata la camera e il posizionamento delle prese di accensione della luce e del campanello per le chiamate. C’è un modo corretto di alzarsi dal letto; non di scatto ma, lentamente passando dalla postura seduta a quella eretta. Il paziente che entra in ospedale è sottoposto ad una valutazione del rischio di caduta. Se viene considerato ad alto rischio si mettono in atto misure speciali, come gli strumenti per deambulare in modo più sicuro, dal predellino alla carrozzina fino al braccialetto che permette un migliore monitoraggio del personale sanitario. Importanza dell’attività fisica per il paziente L’esercizio fisico migliora la resistenza fisica e il tono muscolare e corregge l’andatura. Un programma di passeggiate previene le cadute accidentali Incidenza della terapia farmacologica sul rischio di cadute Ci sono farmaci, come i sedativi del sistema nervoso centrale, i diuretici e i lassativi, che aumentano il rischio di caduta. Per questo motivo spesso può essere utile una revisione della terapia farmacologica del paziente. Modifiche utili dell’ambiente Adeguare l’altezza del letto, migliorare l’illuminazione notturna, disporre un corrimano alle pareti, spostare i mobili che favoriscono gli inciampi, asciugare le parti di pavimento bagnato e ridurre il disordine nelle stanze. CRONACA P A G I N A 22 Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 PICCIONI VIAGGIATORI Nel cuore del Libano H o appena terminato il sorvolo dell’isola di Cipro quando : “Signori e signore, stiamo per iniziare la discesa su Beirut dove atterreremo tra una ventina di minuti circa …”. Ed ecco spuntare dal mare una selva di grattacieli: Beirut… il Libano! Libano, prolungamento della Terra Santa: Tiro, Sidone, il monte Libano, Hermon … la storia sacra ha toccato questi luoghi come ci ricorda la Bibbia in diversi passaggi con vari personaggi: Salomone, Elia, lo stesso Gesù … E sempre più viene indicata come “ elemento unificante” la Vergine Maria, Nostra Signora del Libano, che si venera ad Harissa per le diverse confessioni cristiane, il mondo islamico sciita e sunnita! Dove accanto al richiamo alla preghiera del muezzin (in questo periodo poi è Ramadan), la domenica mattina si odono le campane delle diver- Un viaggio in una terra che, nonostante le difficoltà e i conflitti, non ha perso la sua magia di ROBERTO RIGHI se chiese per la Santa Messa. Cattolici, maroniti, greco cattolici, greco ortodossi, armeni etc. Cristiani di antica origine a cui si aggiungono i nuovi venuti: filippini, srilankesi … Sempre più minoranza per la denatalità che per la diaspora, nell’incertezza del futuro! Libano, terra dei Fenici/ cananei con le loro tre grandi città e il loro credo (Baal, orgiastici riti…), le varie dominazioni che si sono succedute; l’influsso egizio, semitico, romano nell’arte: Biblos, Baalbeck, Tiro, Sidone… per non parlare dei crociati e dei mamelucchi per la città di Anjar… Rovine di Nella foto la moschea principale di Beirut tempi, mercati, case, obelischi veramente splendide… mosaici romani e bizantini, necropoli…; una felice sintesi di tutto questo lo si trova nel Museo Nazionale di Beirut, rinato dopo la quindicen-nale guerra civile, essendo lo stesso posto sulla “Green Linee” che divideva cristiani e musulmani, la via per Damasco, che all’inizio viene detta “piazza dei Martiri”. E, a proposito il centro di Beirut si può dire che sia stato interamente ricostruito grazie alle azioni della “Solidarè” un ente creato apposta dal defunto Hariri! Due “chicche” un mixer di stili tra il XVII/XVIII secolo, sono la cittadina di Deir El Kamar e il palazzo di Beittedine, che hanno avuto in quell’epoca il ruolo di capitale. Accanto qua e là rovine di palazzi, dovuti alla guerra civile: il segno di pallottole e cannonate sono un segno!!! E che dire dei ponti ricostruiti dopo i bombardamenti degli israeliani nel 2006! Il Libano è piccolo territorialmente, circa 10.400 Kmq, come la nostra Umbria e le destinazioni si raggiungono velocemente; diviso in quattro zone climatiche: costa, catena del Libano, valle della Bekaa, catena dell’ Antilibano al confine con la Siria. Ma se si va da Beirut verso Tripoli, a nord, ci sono grosse speculazioni edilizie, un po’ per scappare dalla guerra, un po’ per respirare aria più sana di Beirut, andando verso sud, a Tiro, le case lasciano il posto a bananeti, agrumeti … Nella Bekaa, invece, grandi estensioni di grano e viti, con cantine per la produzione di vino e di arak. Un assaggio presso quella di Ksara. Cristiani, musulmani, drusi con le loro suddivisioni, le grandi famiglie che detengono il potere economico, politico, nelle diverse città o zone, le massime cariche ripartite tra cristiani, sunniti e sciiti, emigrazione ed immigrazioni nuove, i campi palestinesi diffusi su tutto il territorio: circa cinquecentomila su una popolazione di quattro milioni di abitanti, le “influenze” esterne, creano problemi e incertezze sul futuro: “Speriamo che si arrivi finalmente alla pace” (Shalom/Salam) è l’auspicio della nostra guida cristiano maronita. Certo che viste da vicino le cose assumono un altro aspetto. Due esempi: a sud, dopo la foce del fiume Litani, accanto ai solito posti di blocco o postazioni dell’esercito che si trovano qua e là, si trovano quelli dei caschi blu dell’Onu; nella valle della Bekaa è tutto un fiorire di bandiere gialle di Hezbollah e verdi degli sciiti di Berri. Si può girare senza problemi, devo dire!! Domenica mattina, festa dell’Assunzione, prima della partenza, ho fatto un giro per le chiese delle varie confessioni di Beirut, dove si stavano celebrando le sante messe, per concludere con la mia partecipazione al rito nella chiesa cattedrale maronita. Non molte le persone, ma grande suggestione e solennità. Per la cronaca, non sono mancate le visite alle moschee, in un paio di casi ex chiese, magari con la “preghiera” in corso. Poi ahi noi, ci sono toccate le misure antiterrorismo e i controlli aeroportuali… fine della poesia !! CRONACA ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 P A G I N A 23 BRENTA RACCONTO DI UN’ESPERIENZA PRESSO IL SANTUARIO DI LA SALETTE Pellegrinaggio dal curato d’Ars ’ L anno sacerdotale si è chiuso; ma una visita al Santo Curato d’Ars significava soprattutto per il sacerdote salesiano che mi accompagnava, onorare l’anno dedicato a tutti i parroci; e chi se non don JeanBaptiste-Marie Vianney, poteva incarnare al meglio la figura di sacerdote, votata alla povertà e alla missione tra la gente? Così preso alloggio dai salesiani di Lione, ci siamo poi portati sulle tracce di questo santo sacerdote iniziando dal suo piccolo paese di Ars, un piccolo villaggio a nord di Lione. Il luogo dove il nostro parroco trascorse quasi tutta la sua esistenza. Vi giunse nel Febbraio del 1818 a 32 anni e in quel villaggio morirà nel 1859. Ecco la vecchia chiesa ampliata all’estremità per raccogliere degnamente le spoglie del santo religioso, che ora riposa in un’urna collocata sopra un altare. È una bara in parte di cristallo che raccoglie il suo corpo imbalsamato; le sue san- te reliquie. È il luogo dove la gente si sofferma a raccogliersi, ad accender un lume, a chiedere una intercessione. La vecchia chiesetta è rimasta la stessa. Alcune piccole vetrate collocate nelle povere cappelle raccontano episodi della vita del curato e ci raccontano delle sue visioni e della sua devozione per i santi, per la Madonna e per il Sacro Cuore di Gesù. La canonica, posta accanto alla chiesa, conserva le stanze che il sacerdote occupava. Si trovano oggetti di sua appartenenza: piccole cose, alcuni indumenti, libri…tutto è rimasto come allora. La vecchia cucina, il letto dove morì, un piccolo tavolo e le numerose stampe di santi che egli appe- se alle pareti. Fuori la stalla, un carretto, il forno per il pane e l’orto dove raccoglieva i giovani del paese per istruirli alla carità. Tutto il villaggio ruota attorno alla figura del santo curato; tutto ci parla di lui: della gente che accorreva per una parola, per una confessione, o solamente per vederlo. Per vedere questa umile persona, che si riteneva indegna di essere un sacerdote, ma che per tutti era già il santo di Ars. Dopo Ars. Sulla strada del ritorno saliamo verso La Salette, una località situata sui monti del Delfinato, un luogo suggestivo, dove il pini scompaiono per lasciar posto agli alpeggi. Proprio lassù apparve nel 1846 la Madonna, riconosciuta poi come Conciliatrice dei peccatori, a due bambini: Massimino Giraud e Melania Calvat. La Vergine Maria raccontò loro dei peccati degli uomini, li invitò a pregare per la conversione e confidò loro due segreti fatti pervenire poi a Pio IX. In quel piccolo avvallo ora si trova una prima statua della Ma- donna con accanto i due pastorelli, la Vergine reca sul petto una croce e gli strumenti della passione; dietro una seconda statua della Vergine in pianto seduta su un sasso, come la videro per la prima volta i due veggenti; più in alto nuovamente la Madonna che parla ai due, rappresentati poco distanti ancora una volta che scendono verso il piccolo vallone. La storia delle apparizioni raccontata tramite belle statue in quattro tempi. Vi è poi la fonte della Vergine e in alto, su di un piano, ecco la bella chiesa. Alle sue spalle una casa di accoglienza per i pellegrini e religiosi della Fratellanza di La salette. Attorno una natura splendida e silenziosa fatta di cime innevate. Un luogo che invita alla meditazione. Il santo curato d’Ars prima di morire confidò al suo vescovo che ebbe l’apparizione dei due fanciulli veggenti e ribadì che bisognava credere alle apparizioni. Credere senza alcun indugio. SERGIO TODESCHINI P A G I N A 24 Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 LIVIGNO IL SALUTO AL PARROCO: PRESTO FARÀ IL SUO INGRESSO COME ARCIPRETE DI SONDRIO Una grande festa per don Marco « S e ho fatto quello che ho fatto è perché vi voglio bene». Con queste parole don Marco Zubiani ha terminato la santa messa delle 19.30 di domenica 1 agosto con la quale si è congedato dalla Comunità cristiana di Livigno dopo quasi 11 anni di servizio. In una chiesa abbellita per la tradizionale ricorrenza della “Prima d’Agosc’t”, festa dedicata alla Madonna nella prima domenica di agosto, alla presenza delle autorità e di numerosi parrocchiani, don Marco ha celebrato la santa messa nel suo stile sobrio ma non senza una forte carica di emozione che, per la prima volta in 11 anni, l’ha portato a leggere la sua omelia preparata come al solito con cura e rivelatasi ricca di originali e intensi spunti di riflessione. Come un sommelier “...guarda, odora, muove, degusta il vino per poterne dare un giudizio e alla fine, se è il caso, dice la sua anche sul bicchiere da usare che può esaltare meglio le caratteristiche del vino” così anche “... il fedele ascolta, medita, riflette sulla Parola annunciata dal sacerdote per coglierne la fedeltà al SANTUARIO MADONNA DI TIRANO APERTURE ESTIVE • Il Santuario-Basilica della Madonna di Tirano osserverà l’apertura continuata dalle ore 7.00 alle ore 19.00 anche nel mese di settembre. GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO DOMENICA 5 SETTEMBRE Domenica 5 settembre si celebra la Giornata Provinciale dell’ammalato, organizzata del santuari con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi: • ore 7.30 e ore 9.30: Santa Messa • ore 9.30: accoglienza dei fedeli e dei malati sul piazzale e nelle sale attigue • ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica • ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco • ore 15.00: celebrazione mariana: santo rosario, litanie, recita della preghiera alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica ai malati e a tutti i fedeli • ore 16.30 e 18.30: sante Messe Vangelo, alla Chiesa, l’attenzione al mondo d’oggi. Non si ferma al sacerdote ma bada all’annuncio. E se chi predica con la sua vita ne “esalta” il contenuto è la cosa migliore”. Don Marco, in questi anni a Livigno, con la sua vita ha saputo esaltare e non offuscare la bellezza del Vangelo. Come ha voluto ricordare il Consiglio Pastorale con la lettera di saluto a don Marco, la sua attività pastorale si è concretizzata nella celebrazione accurata della Santa Messa, nella spiegazione della Parola, nell’accoglienza dei penitenti nella confessione, nella cate- chesi per gli adulti e nella preparazione ai sacramenti. Importante la formazione riservata ai catechisti, agli adulti di Azione cattolica e a vari gruppi. Impegnativa l’organizzazione della scuola materna e dell’asilo nido. Molto importante anche la sua vicinanza ai problemi delle famiglie, in particolare per quelle con componenti disabili e con ammalati e anziani. La preparazione e celebrazione dei funerali, i pellegrinaggi, vicini e lontani sono state esperienze molto sentite. Sono stati numerosi gli impegni portati a termine e le iniziative avviate tra cui in particolare l’oratorio con l’associazione “Noi”, e l’Acr. Puntuale e preciso in tutto don Marco è stato apprezzato per lo stile di vita decoroso, semplice e povero. In questi ultimi tre anni, dopo l’improvvisa scomparsa di don Adriano Ponti, don Marco si è preso a cuore la comunità di Trepalle favorendo la collaborazione e il camminare insieme tra le due parrocchie. Notevole è stato anche il suo impegno nel favorire l’appartenenza alla Chiesa, nell’espressione concreta della Diocesi e della Zona Pastorale Valtellina Superiore. Lunedì 2 agosto don Marco è poi riuscito in un’altra impresa all’apparenza impossibile: in piena stagione estiva, nel momento culmine del lavoro con gli ospiti presenti a Livigno, più di mille livignaschi si sono radunati in Plaza Placheda per la festa di NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELL’APPARIZIONE TEDÌ 28 SETTEMBRE MARTEDÌ DA LUNEDÌ 20 A MAR • ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane • ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano) • ore 7.30: Santa Messa • ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione • ore 16.00: Santa Messa (solo mercoledì 22 settembre) • ore 17.30: recita del Santo Rosario • ore 18.00: Santa Messa Confessioni: dalle ore 5.30 alle ore 12.00; dalle ore 14.30 alle ore 19.00 PELLEGRINAGGIO DALLA VALPOSCHIAVO Domenica 26 settembre: giungerà per l’ultima Santa Messa vespertina delle ore 18.00 (e non 18.30). GIORNATA DELL’APPARIZIONE MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE • ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane • ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano) • ore 7.30: Santa Messa • ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione • ore 10.30: Santa Messa presieduta dal Vescovo Diego Coletti • ore 15.00: recita del Santo Rosario, litanie mariane, benedizione eucaristica • ore 16.00: Santa Messa • ore 17.30: recita del Santo Rosario • ore 18.00: Santa Messa • ore 20.30: processione; a seguire, concerto della Banda cittadina saluto a don Marco. Così tante persone tutte insieme e fin quasi a mezzanotte nel polifunzionale di Livigno non si sono mai viste. Grazie al generoso impegno dei cuochi di Livigno, anch’essi in piena stagione, e a numerosi volontari, la serata, organizzata dall’associazione Noi Benefizi, si è svolta piacevolmente e, tra una portata e l’altra, hanno salutato e omaggiato don Marco i bambini degli asili, gli ospiti del Centro Diurno Disabili, i ragazzi di quinta elementare, l’Acr, il Coro Monte Neve, il Gruppo di Trepalle, il Gruppo Folkloristico, le catechiste, gli anziani, la Banda e perfino il Milan Club di Livigno. Dulcis in fundo il gruppo teatrale Carcent che ha saputo strappare qualche sana risata ai convenuti con alcune caricature di don Marco tra cui anche un «nuntio vobis gaudium magnum: abemus...» il nuovo arciprete di Sondrio. QUINTO BORMOLINI CRONACA Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 P A G I N A 25 CHIAVENNA IL SALUTO AL VICARIO, CHIAMATO A SONDRIO Grazie don Stefano « H o imparato molto in questa mia esperienza a Chiavenna, ringrazio tutti». La commozione non ha rotto la voce di don Stefano Arcara, che nei giorni scorsi ha salutato la comunità dei fedeli della città del Mera che abbandona dopo sette anni come vicario all’oratorio di San Luigi. Al sacerdote, arrivato a Chiavenna subito dopo essere stato ordinato prete, il compito di celebrare una delle messe più importanti dell’anno, quella del giorno di San Lorenzo martire patrono della città. Ad una chiesa di San Lorenzo gremita, don Stefano ha voluto manifestare la sua gratitudine per gli anni trascorsi insieme: «Da questa esperienza ho imparato due cose - ha spiegato il vicario durante l’omelia - che mi hanno aiutato a crescere. La prima è che in tutte le persone, in tutti i ragazzi, c’è del buono. Che va trovato magari con pazienza e dedicandovi tempo. Le maggiori soddisfazioni in questo senso le ho avute affrontando casi che sembravano complicati. Giovani su cui difficilmente si pote- vano nutrire grosse speranze ai quali, invece, ho visto fare cose molto importanti. Il secondo insegnamento che ho tratto me lo hanno dato i chiavennaschi, che hanno per loro natura con la Parola di Dio un rapporto a volte molto “laico” e pragmatico. Loro mi hanno insegnato a verificare il Vangelo nella vita quotidiana e negli atti concreti e non limitarmi a discorsi alti. A loro, però, ora io riman- do la palla invitandoli a meditare sulla Parola di Dio e sull’insegnamento che contiene». Don Stefano, dopo aver ovviamente ricordato la figura di San Lorenzo, martire per difendere la fede, ha proseguito con una lunga serie di ringraziamenti: «Ringrazio ovviamente tutto i cittadini e tutti coloro che, anche criticandomi in modo sincero, mi hanno aiutato a maturare. Sono stati anni in cui ci siamo voluti bene e, nell’ultimo periodo, la cosa è stata per me molto evidente. In modo particolare vorrei ringraziare il mio parroco, don Ambrogio Balatti, riconoscendogli di avermi concesso grande libertà nelle iniziative che ho voluto portare avanti. Una libertà, non scontata, che è nata da un rapporto dialettico, di confronto costante e costruttivo». Al termine della funzione, la giornata è proseguita con un breve rinfresco per tutti i presenti alla Messa nella collegiata di San Lorenzo, con il pranzo organizzato per l’occasione in un crotto e con la messa solenne delle ore 18.00. Fra alcuni giorni arriverà il novello sacerdote don Lorenzo Mottola. D.P. CHIAVENNA IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN LORENZO GLI EMIGRANTI DI SAMOLACO È un rapporto ormai consolidato quello tra la comunità di Samolaco e i suoi emigranti, che partiti anni fa, se non addirittura discendenti di samolichesi ma nati all’estero, non si sono comunque dimenticati della terra d’origine. Anzi, hanno voluto regalare un po’ della propria fortuna in opere di interesse culturale. Tutti conoscono la storia di Elmo Falcinella e delle donazioni della sua famiglia per la biblioteca di San Pietro. La famiglia Falcinella, però, non è sola. Nei giorni scorsi Roberto Pedraglia, residente a Santa Barbara, sobborgo di San Francisco, e samolichese di origine per parte di madre, ha fatto pervenire all’associazione Culturale Biblioteca di Samolaco la somma di 5 mila dollari. La generosa donazione, sotto forma di assegno, è stata consegnata direttamente nelle mani del presidente Sergio Scuffi da Tranquilla Falcinella, ritornata a Samolaco per una visita ai parenti. Con tali fondi, secondo la volontà del donatore, verrà rinnovata e potenziata la dotazione informatica della Biblioteca, che risulta ormai inadeguata. «Non è la prima volta - commenta Scuffi - che Pedraglia dimostra concretamente la sua generosità, particolarmente indirizzata al campo culturale . Roberto è da sempre amico dei Falcinella, emigrati in California negli anni ’50. Nell’inserire nella nostra denominazione proprio il termine “biblioteca”, abbiamo voluto onorare un altro grande benefattore: Elmo Falcinella. Egli, in più riprese, ha messo a disposizione dell’amministrazione comunale dei fondi; alla fine la maggior parte, si sono resi necessari per la costruzione della bella e moderna biblioteca, che porta il suo nome ed è situata nella frazione san Pietro, dalla quale Falcinella proveniva. La struttura, inaugurata una decina di anni fa, è stata completata ed arredata grazie anche all’intervento della sorella Tranquilla, che a sua volta aveva partecipato a questa bella manifestazione di generosità nei riguardi del paese di origine. Continua così la lodevole abitudine di molti che non hanno mai dimenticato il paese di origine, intervenendo con generosità. Ricordiamo, tra le più significative, le donazioni di Agostino Baretta per la costruzione dell’Asilo parrocchiale di Era, a cui contribuì anche un gruppo di emigranti stabilitisi a Western Australia, e di Emanuele Barelli per la recente ristrutturazione della Torre del Culumbée, Museo». È di questi ultimi mesi, infine, la mobilitazione di molti “australiani”, cioè samolichesi che hanno puntato sul Nuovissimo Mondo, che stanno attuando una raccolta di fondi per contribuire alla ristrutturazione della Cappella di Fontanedo. D.Pra. Folla per il tradizionale concerto « er fortuna il cielo sembra volerci risparmiare la pioggia». C’è mancato veramente pochissimo per smentire le parole giunte dal palco dall’assessore alla cultura del comune di Chiavenna Raffaella Palmi e trasformare una delle serate musicali più attese dell’anno in un disastro. E, invece, la pioggia è arrivata ma è durata veramente pochi secondi e la serata si è trasformata in un trionfo. Giardino di Palazzo Vertemate Franchi stracolmo per l’attesissimo Concerto di San Lorenzo 2010, appuntamento con la musica classica voluto dall’amministrazione comunale per celebrare il santo patrono della città del Mera. Un pubblico stimabile attorno alle 700 persone non ha voluto mancare all’appuntamento con il giovane talento pianistico del chiavennasco Michele Montemurro e dei suoi, altrettanto giovani, scudieri del “Quintetto Romantico”. Un appuntamento, come sempre, musicale ma anche decisamente “mondano”. Una di quelle serate a cui difficilmente i chiavennaschi mancano. Se non proprio obbligati, ma che negli anni ha co- P minciato ad attirare anche qualche appassionato proveniente dalla Bregaglia svizzera. Partenza soft per Montemurro, che ha introdotto la serata ringraziando dell’opportunità con voce rotta dall’emozione ma fortificato dal caloroso applauso del pubblico; accompagnato dal violista Luca Guidi nell’Adagio e Allegro op. 70 di Schumann e nel valzer “Der Rosenkavalier” di Strauss dalla violinista Melinda Stocker. La serata ha cominciato a scaldarsi con Brani che hanno visto l’esordio sul palco di Luigi Gatti al violoncello e della notevolissima Daniela Cammarano al violino. La parte conclusiva della serata ha visto Montemurro e i colleghi per un quartetto d’archi impegnato nei Crisantemi di Giacomo Puccini. Quintetto Romantico al completo, infine, per il brano conclusivo. L’atteso la “Passacaglia” di Haendel proposta da Guidi e Stocker in una versione forse con qualche sbavatura ma piena di calore e passione. Grandi applausi al termine dell’esecuzione per i due. Romanticismo a piene mani con “Vocàlise op. 34 n.14” di Rachmaninoff e con la “Romanza” e “Danza Ungherese op. 6” dello stesso compositore russo. “Concerto n. l op. 11 in Mi minore” di Frederich Chopin ha strappato applausi ai presenti, dimostrando la preparazione e il talento dei giovani musicisti. Ultima nota gli auguri arrivati dal palco da parte dell’assessore Palmi al sindaco di Chiavenna Maurizio De Pedrini, ricoverato a Sondrio per un intervento chirurgico. D.Pra. P A G I N A CRONACA 26 ValchiavennaBassaValle IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 VILLAPINTA DOPO AVER GUIDATO LA COMUNITÀ PARROCCHIALE PER QUATTORDICI ANNI Il saluto a don Paolo Busato D ifficile dimenticare la Messa celebrata nella festa del santo patrono Pietro, il 29 giugno, alle ore 20.30, per i parrocchiani di Villapinta. È stata una cerimonia sobria e partecipata nel corso della quale tutto si svolge regolarmente, che significa “bene”. D’altra parte, è più facile sentirsi davvero “famiglia”, e per di più “cristiana” (e scusate se è poco!), quando ci troviamo raccolti nell’antica chiesetta di san Pietro, nel centro storico del paese. Sarà forse per le panche scricchiolanti per l’usura, che raccontano storie di nonni, bisnonni e avi, oppure per i ritagli di affreschi con scritte in latino, sopravvissuti fortunatamente ad un insensibile restauro negli anni della cementificazione. Oppure sarà per le vecchie stalle circostanti, sfuggite (per ora) all’ edilizia residenziale e finalmente valorizzate dalle vie da poco vestite a nuovo con l’agognato porfido dal gusto antico, sistemato a regola d’arte da lodevoli, simpatici , e, ahimè, incomprensibili, posatori dagli occhi a mandorla. Insomma… sarà per tutto questo, ma quando celebriamo nella chiesetta di san Pietro tutto sembra più casereccio, come noi. Semplicemente più bello. E lo era anche lo scorso 29 giugno. Sennon- ché, al termine della Messa, la fatidica nota dolens. Noi abbiamo fretta di invocare la pro- tezione del patrono ed intoniamo “Sancte Petre ora pro nobis”, ma il don (Paolo n.d.r.), ci arresta LAVORI SULLA STATALE 36 IN VALCHIAVENNA La Giunta esecutiva della Comunità montana della Valchiavenna informa che sono stati affidati i lavori per il miglioramento della Strada statale 36 dello Spluga sul territorio di San Giacomo Filippo, nei tratti vicini alle località Conoia, Mescolana e Vignola con l’ampliamento dei tornanti. Il cantiere dovrebbe aprirsi il prossimo ottobre. Il costo complessivo dell’operazione per il miglioramento della viabilità sui tratti di strada della S.S. 36 dello Spluga interessati è stato stimato in 800mila euro, di cui 300mila a carico di Ente Provincia e Comuni di San Giacomo Filippo, Campodolcino e Madesimo, e 500mila sono gli euro messi a disposizione dalla Comunità Montana, ente promotore e attuatore della realizzazione dell’intervento. MONTESPLUGA LA PRIMA EDIZIONE DELL’INIZIATIVA La «Festa del pellegrino» e ci chiede un attimo di pazienza perché deve dire qualcosa. Ma cosa? Speriamo nulla di brutto. No, no, tutto sotto controllo. Vuole solo ricordare il cinquantacinquesimo anno di fondazione della parrocchia che cade proprio in questi giorni. Il riferimento ai già quattordici anni trascorsi con noi, il ricordo delle esperienze condivise, quelle belle e quelle brutte. Prosegue: “adesso per me si apre un nuovo cammino lontano da qui...”. Inutile dirlo: non ci possiamo credere. Non ci vogliamo credere. Così, nella iniziale confusione di idee e nella tristezza per l’imminente distacco dal don, trascorrono i giorni, fino alla sera di martedì 17 agosto, alle ore 20.30, “ultima messa del don” tra noi… Questa volta siamo nel più capiente Santuario di San Cristoforo, chiesa parrocchiale abbellita e completata, impreziosita di arte e di colore proprio sotto la guida di don Paolo. È, anche questa, una celebrazione semplice ed essenziale, ma ordinata e precisa in ogni dettaglio. Di gente ce n’è, e tanta. Segno che al don ci teniamo davvero e vogliamo stargli vicino per l’ultima volta, prima di “consegnarlo”, come testimone prezioso, ad un’altra comunità. Occhi lucidi, qualche lacrima, alcuni fazzoletti inumiditi. I chierichetti stranamente mesti. Qualcuno non riesce a cantare colto da soffo- cante singhiozzo. Una intenzione di preghiera per il don, una per la comunità. La pergamena con la benedizione del Santo Padre. Poi un applauso scrosciante, insieme, tutti in piedi. E ci salutiamo così… Grazie don Paolo e auguri di cuore! ALBA CODAZZI AIUTO AL MUSEO DELLA VAL MASINO Ivano Fiorelli chiede un aiuto economico per salvare il Museo etnografico della Val Masino. Il vicesindaco del comune della Bassa Valle ha lanciato un appello alle istituzioni per reperire i fondi necessari alla salvaguardia del sito culturale. Il problema che affligge il museo riguarda le infiltrazioni d’acqua che danneggiano gli antichi reperti, molti dei quali in legno, raccolti grazie alle donazioni dei cittadini. «Essendo collocato in un sotterraneo le infiltrazioni sono parecchie - spiega Fiorelli -. I deumidificatori presenti non servono più a nulla, ormai. Le uniche soluzioni potrebbero essere o il trasferimento del museo in un nuovo stabile, oppure una ristrutturazione e impermeabilizzazione dell’edificio. Ma per farlo servono circa 100mila euro». Il Museo etnografico della Val Masino raccoglie gli attrezzi per la lavorazione del latte, del legno, della lana e della canapa, molti reperti bellici e armi antiche ed esemplari di flora e fauna locale. Tutti gli oggetti sono stati donati dai cittadini: «È un museo bellissimo - continua Fiorelli frutto dell’interessamento, dell’impegno e del lavoro di persone brave e competenti». IN OTTOBRE LA MOSTRA DEL BITTO Saranno i prodotti tipici i protagonisti dell’edizione 103 della Mostra del Bitto in programma da venerdì 15 a domenica 17 ottobre presso il Polo di Morbegno. INIZIATIVA DEGLI «AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA E DI DON PRIMO LUCCHINETTI» DI MESE Risottata in compagnia è il prossimo invito per soci e simpatizzanti dell’associazione “Amici della Casa Sacra Famiglia e di don Primo Lucchinetti di Mese. L’appuntamento è previsto per sabato 28 agosto presso l’Istituto delle Suore che prevede alle ore 1100 la S. Messa, quindi la visita alla “nuova” biblioteca di don Primo e alle ore 12.15 pranzo insieme. Data la disponibilità limitata dei posti a tavola, si è invitati a prenotarsi (telefono 0343-41002). DIECI GIORNI DI EVENTI CON GLI SCAVI DI PIURO Dieci giorni tra storia, cultura, musica, teatro, ambiente e buona cucina. Inizia venerdì 27 agosto e proseguirà fino a domenica 5 settembre “Piuro-Bregaglia”, la rassegna promossa dall’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro. Info su www.piuroitalosvizzera.net. Il momento clou della “Dieci giorni” sarà l’esecuzione parziale dell’opera lirica in forma di concerto: “Die Glocken von Plurs – Le campane di Piuro” di ErnstHermann Seyffardt. Antonello Puglia ha curato la riduzione e l’adattamento. La rappresentazione, diretta dallo stesso Puglia, è in programma per la serata di sabato 4 settembre alle ore 21.00 a Belfòrt, ambiente unico e suggestivo. Vedrà impegnati anche la Corale Laurenziana di Chiavenna, la Corale di Prosto e l’orchestra sinfonica “Francesco Rogantini” di Sondrio. S.BAR. IL CENTRO DI STUDI STORICI VALCHIAVENNASCHI AL CINQUANTOTTESIMO FESTIVAL DI TRENTO omenica primo agosto a Isola di Montespluga la prima “Festa del Pellegrino”. Bellissima giornata per il dono del sole, che ci ha accompagnati per tutta la giornata. Molto apprezzata l’organizzazione: il lavoro dei cuochi e il servizio ai gazebo. La foto permette di apprezzare l’indovinata disposizione dell’insieme: ten- D done centrale e i venti gazebo, ognuno con la bandiera del proprio sponsor, nel prato grande. Come primo e miglior risultato lo stare insieme, amichevolmente, collaborando con generosità al Progetto Oratorio. Un’ unica delusione: la nostra laguna, che con il suo verde azzurro, sa compensare in una certa misura l’impatto delle installazioni elettriche proprio all’entrata del paese, era ridotta... ad una pozzanghera! Che sarebbe Montespluga senza l’acqua del suo lago? Troppo “in alto” chi dovrebbe vedere e provvedere, accondiscendendo, almeno in questa stagione, anche alle esigenze ambientali della nostra valle? Un grazie a tutti. don GIOVANNI CASE Anche quest’anno il Centro di studi storici valchiavennaschi ha partecipato a Montagnalibri, la mostra svoltasi a Trento dal 29 aprile al 9 maggio nell’ambito di Trentofilmfestival, giunto alla cinquantottesima edizione. La recente produzione libraria, presente in mostra, riguarda due pubblicazioni, che sono state adeguatamente schedate nel lussuoso catalogo di oltre 300 pagine, edito recentemente. Fra le 323 case editrici partecipanti all’edizione 2010, attive in tutto il mondo, il Centro di studi storici valchiavennaschi ha presentato le pubblicazioni, edite in occasione del cinquantesimo di fondazione, caduto lo scorso anno. Si tratta di “Patribus nostris”, la raccolta di studi storici in memoria dei due primi presidenti don Peppino Cerfoglia e don Tarcisio Salice, con contributi di Paolo Raineri, Gian Primo Falappi e Kurt Wanner, Guido Scaramellini, Paolo Rotticci, Simonetta Coppa, Guglielmo Scaramellini, Cristian Copes, Giovanni Giorgetta, Marino Balatti, Renato Dolci, Germano Caccamo, Giordano Sterlocchi, Giorgio Scaramellini. È un volume di 300 pagine con molte illustrazioni, tutte a colori, rilegato in cartone telato, che viene ceduto ai soci al prezzo speciale di 20 euro. Il secondo libro in catalogo è la riedizione anastatica di “Breve narratione delle prerogative spirituali della valle Campodolcino” di Guglielmo Chiaverini, uscito la prima volta a Milano nel 1664. Vi è stata premessa una nota bio-bibliografica di Guido Scaramellini. Il volumetto si presenta in una sobria veste editoriale, che ben si intona a quella originaria, e illustra vari aspetti della vita religiosa e civile della val San Giacomo, qui detta valle Campodolcino dalla penna di un figlio di quella terra, dove fu curato per tutta la vita. La preziosa pubblicazione spetta gratuitamente a tutti i soci, vecchi e nuovi. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 PROVALTELLINA LA FONDAZIONE PROSEGUE LA RACCOLTA Impegni del territorio A lla scadenza indicata da Fondazione Cariplo per raggiungere i cinque milioni di euro di donazioni mancano esattamente 20 mesi: da qui al marzo del 2012 il territorio dovrà garantire circa 800 mila euro per superare la fatidica quota che consentirà di ottenere dall’organismo filantropico lombardo un contributo di cinque milioni di euro e di avere quindi a disposizione un patrimonio di 15 milioni di euro. Un passaggio cruciale per la Pro Valtellina, divenuta una delle fondazioni comunitarie di Fondazione Cariplo nel 2002 dopo oltre cinquant’anni dalla sua costituzione. Il presidente Marco Dell’Acqua, e con lui i componenti del Consiglio di Amministrazione, stanno promuovendo la cultura della donazione sensibilizzando Enti Pubblici, associazioni, aziende e privati cittadini affinché forniscano il loro contributo, piccolo e grande che sia, per vincere la sfida lanciata da Fondazione Cariplo. “Abbiamo constatato una crescente attenzione e una grande sensibilità nei confronti della Pro Valtellina da parte di amministratori pubblici, operatori privati e cittadini, segno che l’opera che svolgiamo viene riconosciuta quale meritoria – sottolinea il presidente Dell’Acqua –. Le donazioni sono in aumento e auspichiamo che gli esempi virtuosi rappresentati da ultimi dalla Comunità Montana della Valchiavenna, dal Comune di Tirano e da Piergiordano Pasini siano imitati. La Pro Valtellina è la fondazione del territorio e tanto più potrà sostenerne lo sviluppo quanto più sarà forte dal punto di vista patrimoniale: vincere la sfida di Fondazione Cariplo è un passaggio fondamentale. Noi ci contiamo perché confidiamo nella propensione al dono che storicamente ha caratterizzato gli abitanti di questa provincia: tutti possono dare il loro contributo, non importa di quale entità, l’essenziale è sentirsi parte di un progetto comune”. Sono due le opzioni per chi volesse sostenere la Pro Valtellina: una semplice donazione, la costituzione di un fondo patrimoniale ad hoc. In entrambi i casi il donatore ha facoltà di scegliere la destinazione del suo contributo selezionando gli ambiti e i progetti che gli stanno maggiormente a cuore, potendo contare sulle com- petenze della fondazione. Nei mesi scorsi si erano registrate le adesioni della Provincia, del Comune di Sondrio, dell’Aler e del Consorzio della Media Valtellina per il Trasporto del Gas, più di recente il consigliere Piergiordano Pasini ha costituito un fondo intitolato alla memoria dei suoi genitori attraverso il quale, insieme alla Pro Valtellina, destinerà contributi a iniziative meritevoli. La Comunità Montana della Valchiavenna, già titolare di un fondo, lo ha incrementato di 30 mila euro raggiungendo i 90 mila euro, mentre il Comune di Tirano ha stanziato 10 mila euro. “Siamo molto soddisfatti per questi contributi – conclude Dell’Acqua –: gli amministratori pubblici hanno compreso l’importanza di collaborare per vincere la sfida di Fondazione Cariplo. Donare alla Pro Valtellina significa donare al territorio, poiché tutti i fondi vengono distribuiti attraverso i bandi. Ora tocca ai cittadini ma anche alle aziende che, lo ricordo, sono favorite dal punto di vista fiscale: tutte le donazioni sono infatti deducibili. Contiamo su di loro come sui privati cittadini: siamo a disposizione di chiunque, anche informalmente, voglia avere chiarimenti o ulteriori informazioni al riguardo”. MORBEGNO PROMOSSO DAL MUSEO E DALLA RISERVA Workshop sulle ricerche naturali l Museo civico di Storia naturale di Morbegno, in collaborazione con la Provincia di Sondrio, la Riserva Naturale Pian di I Spagna-Lago di Mezzola e il Parco Nazionale dello Stelvio, organizza nella giornata di sabato 23 ottobre il secondo workshop su Ricerche natu- ralistiche in provincia di Sondrio. Con questo secondo appuntamento, che fa seguito al primo workshop tenutosi nel 2008, si intende aggiornare il quadro sulle ricerche e sui monitoraggi naturalistici in corso o condotti di recente in provincia di Sondrio, anche al fine di una loro divulgazione. Si invitano pertanto tutti i ricercatori che abbiano in corso ricerche in provincia, o che ne abbiano condotte di recente, a partecipare con un proprio contributo al workshop. Per permettere l’organizzazione della giornata si chiede di inviare entro il 6 settembre via mail al museo (museo.morbe A MORBEGNO IL MERCATINO DEI LIBRI USATI La Cooperativa Sociale Insieme con il patrocinio del Comune di Morbegno organizza: il Mercatino del Libro Usato – edizione 2010. La compravendita riguarda i solo testi adottati nelle scuole superiori. Per i testi adottati nelle scuole medie sarà predisposta una bacheca cerco/offro. Per chi cerca libri da acquistare l’iniziativa si svolgerà a partire da lunedì 30 agosto fino a venerdì 10 settembre, tutte le mattine dalle ore 9.00 alle ore 12.00 escluso sabato e domenica, presso uno spazio segnalato dell’Istituto per Geometri “Pasquale Saraceno” di Morbegno in piazza Sant’Antonio. Quest’anno gli operatori del Mercatino sono giovani volontari che hanno già partecipato alle altre attività del Progetto R-Accordi e alcuni utenti del Servizio Formazione all’Autonomia (SFA) di Morbegno. Per informazioni rivolgersi agli operatori durante i giorni e gli orari di apertura dello sportello Informagiovani sopra indicati o inviare una e-mail a mercatinolibriu [email protected]. [email protected] o museo.morbegno@gmail .com) il modulo di partecipazione (di cui si può fare il download da ht tp://associazioni.pro vincia.so.it/museomor begno), comprensivo di riassunto. Per problemi di capienza della sala conferenze del Museo chiediamo anche a chi fosse interessato a partecipare come uditore di comunicare la sua iscrizione appena possibile sempre via mail o telefonicamente. I contributi, in forma orale (presentazione di 12 minuti in PowerPoint o Pdf) o poster, saranno sottoposti al parere del Comitato scientifico della rivista del Museo “Il Naturalista Valtellinese”. Nel caso giungessero più comunicazioni rispetto al tempo a disposizione per esporle, l’organizzazione si riserva di operare una scelta basata su cronologia di arrivo, importanza del lavoro, non ripetitività degli argomenti. I contributi che non verranno scelti per l’esposizione orale potranno essere consegnati come poster. In considerazione dell’ampia gamma di argomenti trattati e di P A G I N A 27 IN MONTAGNA LA DISABILITÀ NON È UN OSTACOLO... Una passeggiata tra i sentieri di montagna anche per i disabili motori. È questa la sfida che da alcuni anni è resa possibile grazie ad una speciale carrozzina da fuoristrada che consente alle persone con disabilità di partecipare ad escursioni anche su territori impervi. La carrozzina si chiama Joëlette e deve il nome al suo inventore, l’alpinista francese Joël Claudel. Da due anni è disponibile anche al Parco delle Orobie Valtellinesi, che è divenuto così fruibile a tutti i visitatori. Il Parco ha fatto anche corsi di formazione per conduttori e mette a disposizione di tutti l’uso su prenotazione della Joëlette. Recentemente anche la sezione Uildm (Unione Italiana per la lotta alla Distrofia Muscolare) di Talamona ha acquistato delle carrozzine Joelette per sostenere le famiglie che vivono il disagio dell’handicap motorio. Nei giorni scorsi ha programmato gite con ragazzi affetti da distrofia muscolare per far provare loro quest’insolita e intensa esperienza che li porterà per la prima volta su una “vera” montagna. Si tratta di uno speciale apparecchio da trasporto a una sola ruota con sospensione e freno, che viene tenuto da due accompagnatori mediante appositi bracci davanti e dietro. La carrozzina da fuoristrada è in acciaio leggero con un regolatore di inclinazione e consente il trasporto di una persona anche nei sentieri più stretti e impervi. La Joëlette permette così anche ai disabili motori non deambulanti di partecipare a escursioni in montagna, uscite di educazione ambientale e in genere attività in ambiente naturale. La nuova carrozzina, già diffusa in Francia da molti anni, è utilizzata da quasi vent’anni da Handi Cap Evasion, una onlus transalpina che organizza trekking per persone non deambulanti, con guida professionista e alcuni volontari che ruotano nel portare la carrozzina. FONDI PER PROGETTI A SOSTEGNO DELL’INTEGRAZIONE Con Direttiva del Ministro dell’Interno sono stati determinati gli obiettivi generali per la gestione del Fondo U.N.R.R.A. per il 2010. Il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno stesso, con la Circolare n. 8 del 4 agosto 2010, ha fornito le indicazioni necessarie sui requisiti che devono possedere i progetti, nonché sulle modalità di accesso agli stessi. La Direttiva individua priorità e criteri per l’assegnazione dei contributi destinati a favore delle persone in stato di bisogno con particolare attenzione ai minori, agli anziani e ai disabili per: progetti volti alla realizzazione di servizi; progetti di potenziamento di servizi esistenti; approvvigionamento di beni relativi ai servizi socio-assistenziali. Possono avanzare richiesta di contributo enti pubblici nonché organismi privati aventi personalità giuridica ovvero regolarmente costituiti ai sensi degli articoli 14 e seguenti del codice civile o con requisiti espressamente previsti dalle specifiche normative del settore, che svolgono da almeno 5 anni attività rientranti nella specifica area di intervento. I progetti, finanziabili fino ad un tetto massimo di 200mila euro, devono essere redatti pena l’inammissibilità, utilizzando i modelli A e B reperibili sul sito del Ministero dell’Interno: www.interno.it – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – sezione “Bandi di gara” o sul sito di questa Prefettura: www. prefettura.it/sondrio/.Possono essere finanziate: a) le spese per potenziare i centri socio-assistenziali riabilitativi, comprese quelle di costruzione, di ampliamento e di ristrutturazione e quelle per attrezzature ed arredamenti; b) le spese di funzionamento di centri e servizi socio-assistenziali, comprese quelle per apparecchiature, strumentazioni, mezzi materiali, mezzi di trasporto, automezzi destinati ai servizi, nonché per il rimborso ad operatori e volontari e per la informatizzazione dei servizi, con esclusione di veri e propri oneri di ordinaria gestione. La domanda, da inviare per mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, dovrà pervenire entro il 30 settembre alla Prefettura di Sondrio. una conseguente platea di non esperti nelle singole discipline è richiesto un taglio divulgativo. Da ultimo si ricorda che il museo pubblica annualmente la rivista “Il Naturalista Valtellinese - Atti del Museo civico di Storia naturale di Morbegno” e che è in corso la raccolta dei contributi per il vol. 21. Chi fosse interessato a pubbli- care un proprio la-voro può scaricare modello e istruzioni per gli autori dal sito del Museo alla pagina: http://associa zioni.provincia.so.it/ museomorbegno. Su tale volume verranno pubblicati anche i contributi delle ricerche presentate al workshop che giungeranno in forma di nota breve entro il 31 dicembre. P A G I N A 28 CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 LUGLIO 2010 VALMALENCO LA SANTA MESSA CON IL VESCOVO NUOVI FINANZIAMENTI PER LE INFRASTRUTTURE Nuovi finanziamenti per la viabilità valtellinese potrebbero essere sbloccati nei prossimi mesi. Ad annunciarlo è il presidente della provincia di Sondrio, Massimo Sertori, secondo cui i quattro milioni di euro che stanno per arrivare nelle casse del Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano (Bim) dell’Adda dovrebbero essere spesi per “opere ed interventi vitali per l’intera valle, come le tangenziali di Tirano e Morbegno”. Questo piccolo tesoretto è, infatti, il frutto della nuova legge sul rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche decise a partire dall’inizio del 2010 che assicureranno così al consorzio una rendita annuale di 4 milioni di euro. Con queste risorse, secondo il presidente della Provincia, si potrebbe accendere un mutuo decennale per un totale di 40 milioni di euro, degli oltre 80 necessari a completale il finanziamento complessivo dell’opera, fissato a 280 milioni di euro. La decisione ultima sull’utilizzo dei fondi spetterà però all’assemblea dei sindaci che compongono il Bim. INCONTRO A SIRMIONE SUI CANONI IDRICI Si è svolto nei giorni scorsi a Sirmione un incontro tra i presidenti delle Province di Sondrio, Belluno e l’Assessore provinciale di Verbano Cusio Ossola. Al centro del vertice la nuova legge (articolo 15 della Finanziaria) relativa al rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche. Gli amministratori hanno fatto il punto della situazione rispetto alle novità che le nuove disposizioni comporteranno: dall’applicazione degli indicatori dei canoni e dei sovracanoni che, già a partire da gennaio 2010 garantiscono maggiori entrate nelle casse dell’Ente Provincia e del Bim, fino ad arrivare all’opportunità, riservata alle province confinanti con quelle autonome di Trento e Bolzano, con Stati Esteri e a quelle nelle quali oltre il 60% dei comuni ricade nella zona climatica F, di poter compartecipare in via sperimentale alla gestione degli impianti idroelettrici attraverso la creazione di società misto pubblico private. Sondrio, Belluno e Verbano rispondono ai requisiti posti dalla legge essendo le uniche tre province interamente montane di tutta Italia. “Stiamo dialogando con la Regione - spiega a tale proposito il Presidente della Provincia Massimo Sertori - competente in materia di grandi derivazioni”. “Anche in questo caso aggiunge il Presidente - Valtellina e Valchiavenna potrebbero tracciare le linee guida per una nuova intesa con il governo regionale, un modello al quale potrebbero successivamente ispirarsi anche altre Regioni, come quella del Veneto e del Piemonte nel caso delle Province di Belluno e di Verbano”. Soddisfatti del confronto i colleghi veneti e piemontesi che sono stati invitati a Sondrio per il prossimo incontro nel corso del quale ha annunciato Sertori sarà trattata oltre alla questione acque anche quella relativa all’istruzione. NOMINA NUOVI ASSESSORI PER PALAZZO MUZIO Nel mese di agosto si è provveduto alla nomina dei due nuovi Assessori che siederanno in Giunta a Palazzo Muzio. A Filippo Compagnoni saranno attribuite le deleghe all’Identità e Tradizioni Locali e Attuazione dei Programmi Comunitari e Iniziative con i Territori Confinanti, mentre a Severino De Stefani andranno le deleghe all’Agricoltura, Ambiente, Aree Protette, Caccia e Pesca. INTERVENTI SUGLI IMPIANTI DI RISALITA AD APRICA Il consiglio di amministrazione della Baradello 2000 Spa, per voce dell’amministratore delegato Cristian Negri, annuncia l’imminente apertura dei lavori dello chalet della ski area del Baradello, fra Aprica e Corteno Golgi. Ubicato all’arrivo della nuova seggiovia quadriposto, a quota 2000 metri, lo chalet sarà una terrazza panoramica su tutta la Valtellina e oltre, fino alla vetta del Monte Rosa. La struttura di 250 metri quadrati sarà una caratteristica realizzazione di montagna, in pietra e legno, e andrà a rispondere alla grande esigenza di un ristoro per gli sciatori che affollano in inverno la ski area. “Dopo aver superato - sottolinea Negri - importanti difficoltà economiche, la Baradello 2000 Spa, a distanza di meno di 5 anni dall’investimento di 13 milioni di euro per l’impianto di risalita, si appresta a fare un altro grande investimento. Abbiamo predisposto la realizzazione di un servizio richiesto da tutti i turisti. Grazie a questo intervento ci aspettiamo un aumento dei passaggi almeno del 5%”. Taglio del nastro a Natale. Cima Giovanni Paolo II O ltre 200 persone, domenica 22 agosto, erano in cima al Pizzo Scalino, in Valmalenco, a quota 3323 metri, alla presenza del vescovo monsignor Diego Coletti. Raggiunta la cima con l’elicottero e dopo una breve preghiera comunitaria, il gruppo si è trasferito alla cima Valfontana, dedicata al papa Giovanni Paolo II, con il vescovo Diego accompagnato dalle guide alpine e dal soccorso su un percorso di alto livello alpinistico. Qui c’è stata la concelebrazione della Santa Messa da parte di monsignor Coletti e del parroco di Chiesa in Valmalenco don Alfonso Rossi, alla presenza di numerosi valligiani e turisti, saliti dai diversi versanti, e delle autorità locali. Al Vescovo è stato donato il volume “La nosa Gént”, unitamente ai “peduli”, lavoro antico delle donne malenche, per ricordare la storia della valle ed apprezzare i valori della tradizione. L’organizzazione impeccabile è stata seguita dalle parrocchie della Valmalenco, dalla Sportiva Lanzada, dal Cai Valmalenco, dal Soccorso Alpino, ai quali va un sentito ringraziamento: hanno contribuito, assieme ad una magnifica giornata di sole, all’ottima riuscita della manifestazione ed al godimento di uno spettacolo unico. La giornata si è conclusa a Prabello, al rifugio Cristina, con il pranzo, cui hanno preso parte anche il vescovo di Crema monsignor Oscar Cantoni, il parroco di Caspoggio don Bartolomeo Cusini e don Nicolas Negrini, novello sacerdote caspoggino. MIRIAM LONGHINI (www.vaol.it) STELVIO LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER LA MADONNA DELLA NEVE Sui passi del beato Guanella... D omenica 8 agosto, alle ore 11.00, si è celebrata allo Stelvio, sulla terrazza del Pirovano Quarto, la Santa Messa dedicata alla “Madonna della neve, regina della Pace”. La celebrazione è stata presieduta da don Adriano Folonaro, direttore dell’archivio storico guanelliano e autore del libro “Sui passi di Don Luigi Guanella”, libro che è stato presentato a margine della Santa Messa. Numerosi i presenti che hanno potuto ascoltare dalla voce del sacerdote guanelliano la spiritualità che ha mosso i passi del Guanella, che il prossimo anno diventerà Santo. La manifestazione è stata organizzata da Pirovano Stelvio, Banca Popolare di Sondrio e parrocchia di Bormio. P A G I N A CRONACA 29 Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 CONFINDUSTRIA GLI IMPRENDITORI FAVOREVOLI AL TRAFORO DEL MORTIROLO Infrastrutture per l’economia S l’importante prolungamento della SS38, viene incontro alle criticità sollevate ma non è in grado di risolverle per intero. “Elevato numero degli accessi laterali alla SS38, proliferazione di rotatorie oltre ogni ragionevole limite” prosegue Oberti “sono tutti problemi che rendono la circolazione dei mezzi in provincia di Sondrio non solo drammaticamente lenta, ma anche meno sicura. Senza dimenticare che ormai fermarsi con gli automezzi pesanti per rispettare i limiti di legge, sempre più stringenti, sulle ore di guida e riposo è veramente difficile” “Sappiamo che è in corso un’analisi di fattibilità congiunta da parte delle Amministrazioni Provinciali di Sondrio e di Brescia. Noi di Confindustria siamo fortemente EMERGENZA INTERVENTI A TIRANO L’appello dei sindacati locali M edico notturno sostituito con infermiere professionale “super” e auto medica ausiliaria: sono queste, in sostanza, le proposte avanzate dalla Regione Lombardia nel tentativo di riorganizzare la rete del 118 per una maggior efficienza e una riduzione dei costi. La prima zona a essere interessata dal provvedimento sarà quella di Tirano. Più in dettaglio, il nuovo modello proposto dall’Areu, l’Associazione Regionale Emergenza Urgenza, prevede che il medico non sia più presente sull’ambulanza dalle ore otto di sera alle otto di mattina: al suo posto una nuova figura di Infermiere Professionale “super” che svolgerà le funzioni di primo soccorso sul posto. La seconda novità riguarda la sostituzione dell’ambulanza medicalizzata presso il presidio di Sondrio con un veicolo leggero veloce, cioè un’auto medica, che raggiunga, in caso di necessità, l’ambulanza per prestare le cure del caso. I sindacati ritengono che con questo nuovo sistema, oltre a non mettere a disposizione il medico notturno in ambulanza, si rischierà di trovare impegnati tutti i mezzi di soccorso disponibili, qualora l’auto medica debba raggiungere il primo mezzo di soccorso uscito per ulteriori cure. «Lanciamo un appello alle istituzioni a trovare una posizione condivisa sul territorio - spiega Marco Contessa della Uts- Cisl Sondrio -. Oggi questo tema riguarda solo Tirano ma presto la soluzione potrebbe essere estesa anche a Morbegno, come illustra il documento dell’Areu, in quanto la distanza dagli ospedali più vicini è di soli 20 minuti: un tempo definito ottimale dalla Regione. È logico che i numeri nella nostra provincia, rispetto alle grandi città, sono diversi. Ma vivere in Valtellina e Valchiavenna continua Marco Contessa - dev’essere sinonimo di garanzia: bisogna poter ricevere le cure adeguate non solo negli ospedali ma anche in caso di emergenza a casa, su strada o nei boschi». Secondo le rappresentanze sindacali serve un progetto complessivo nel quale sia definito il punto di arrivo. «Non si può dire “per ora togliamo il medico a Tirano e poi vediamo come va” - conclude Contessa -. Auspichiamo che i sindaci siano uniti riguardo questo problema: tutti i sindaci nella provincia però, non solo quelli di Tirano perché la riorganizzazione presto potrebbe interessare anche alti mandamenti. Bisogna chiedere un tavolo in cui insieme si possa discutere della questione». ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ostegno convinto all’ipotesi di traforo del Mortirolo, “un’opera sempre più necessaria” afferma Paolo Oberti, presidente della Sezione Trasporti di Confindustria Sondrio “non solo in una logica di decongestionamento del traffico sulle strade valtellinesi, ma anche perché rappresenterebbe l’unica reale alternativa alla Statale 36 per l’accesso alla nostra provincia. Un pericoloso collo di bottiglia emerso in tutta la sua drammaticità lo scorso mese di gennaio, quando la nostra valle rimase isolata a causa della frana di Varenna che provocò danni ingenti a tutti i comparti dell’economia locale: industria, trasporti, turismo”. Il progetto della grande viabilità di accesso alla Valtellina, con interessati” sottolinea il numero uno degli Industriali, Paolo Mainetti “e sosteniamo l’ipotesi forte del traforo stradale, l’unica soluzione capace di imprimere una svolta e creare un forte impulso di sviluppo del territorio. Seguiamo da vicino lo svolgersi dell’iter, augurandoci che vengano ripresi in esame anche gli studi realizzati in passato, e che questa sia davvero la volta buona. Serve inoltre lavorare anche su altri fronti: il trasporto intermodale, con il nuovo scalo di Tirano ed il potenziamento della linea ferroviaria esistente, ed i grandi corridoi alpini”. Il settore dell’autotrasporto rimane centrale per una valle come la nostra dove gran parte delle merci viene tuttora movimentata su gomma. Con la violenta crisi finanziaria che ha investito i mercati mondiali a partire dalla fine del 2008, tutti i settori produttivi sono entrati in una spirale recessiva da cui solo ora stanno uscendo con grande fatica. “Logico che i fornitori di servizi, come gli autotrasportatori, abbiano subìto un forte impatto” continua Oberti “stretti come sono tra l’incremento dei costi imposto da nuove leggi sempre più rigorose, la concorrenza sleale di operatori stranieri (e non solo) che non rispettano le regole e la committenza che chiede continuamente riduzioni tariffarie. Anche in provincia abbiamo un numero eccessivo di aziende e automezzi, ed è fatale che qualche autotrasportatore finisca per scendere a patti. A partire dal legislatore, tutti parlano di sicurezza sulle strade, ma poi quando si deve mettere mano al portafoglio l’importante è che costi meno”. L’autotrasporto locale “va certamente difeso, e siamo pronti a sederci, anche insieme alla committenza, all’eventuale tavolo che si andrà a costituire in Camera di Commercio” conclude Oberti “ma una fase di ristrutturazione è oggettivamente inevitabile. Pure nel nostro settore, in provincia di Sondrio come altrove, c’è bisogno di operatori più strutturati che siano in grado di offrire un servizio di qualità, a costi competitivi nel rispetto delle normative”. SONDRIO UNA LETTURA CON MOLTE SFACCETTATURE I dati del turismo in Valmalenco ei giorni scorsi il Consorzio turistico Sond r i o - Va l m a lenco ha presentato un primo bilancio della stagione turistica. «Con un andamento ad oggi altalenante – scrivono dall’Ente –, nel corso della prima parte dell’estate, il trend di crescita dovrebbe girare a regime durante prossima stagione invernale. Le previsioni per l’inverno a venire sono buone: ad oggi il Consorzio prevede in base alle richieste ad ora in essere, un incremento di oltre l’8 % rispetto alla stagione invernale passata. L’estate 2010, al momento si sta rivelando debole, come già anticipato, la situazione meteo, alcune problematiche legate alla viabilità di inizio stagione ma soprattutto un’endemica debolezza nei servizi, hanno rallentato i flussi turistici. Le ultime stime non ancora definitive prevedono un decremento dei pernottamenti alberghieri del 3,8% legati soprattutto alla diminuzione della clientela privata. Resta costante invece le presenze del turismo organizzato. È da segnalare in generale e soprattutto nel comparto del turismo organizzato, un aumento della clientela straniera pari al 5,9%. dovuto oltre che ad una serie di iniziative promosse dal Consorzio Turistico anche ad una spe- N cifica azione di promocommercializzazione attuata sui mercati esteri negli scorsi mesi. L’incremento della clientela straniera prevista invece per questo inverno, vede il Consorzio con le attività di consolidamento a supporto sugli operatori in essere, ed con alcune interessanti operazioni concluse sul mercato Inglese, il buon risultato della crescita prevista. Inoltre, grazie ad alcune operazioni attuate in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Provincia di Sondrio sul mercato italiano (ndr. Beach Tour e il piano in progetto sui work-shop) la domanda interna ad oggi dovrebbe progredire dell’2,8%. (dati relativi alle richieste in essere del Consorzio). Per la prima volta nei dati sono stati integrati gli impianti di risalita, i cui risultati dovrebbero aumentare intorno 4/5% in termini reali, un dato di previsio- ne che comunque resta in linea con gli anni passati. Un fattore importante per l’industria del turismo nel 2010/11 del Mandamento sarà costituito anche dalle fasi finali della Coppa del Mondo di Snowboard e dai Mondiali Juniores della stessa disciplina. Una strategia voluta fortemente dai primari soci e sostenuta fin dall’inizio dal Consorzio, che dopo anni di investimenti sta generando oltre una campagna mediatica interessante, un reale incremento in termini percentuali di nuovi clienti. Nonostante queste previsioni, rimaniamo comunque prudenti ed attenti ai segnali che il mercato del turismo costantemente lancia. Molto lavoro e importanti ristrutturazioni rimangono da compiere sul territorio. La qualità dei servizi e il sistema alberghiero, non è cambiato negli ultimi anni e resta un nodo importante nel turismo moderno; un nodo da sciogliere esclusivamente con un serio programma dove tutti gli attori siano presenti, propositivi e soprattutto attivi». Una lettura, va detto per dovere di cronaca, che ha suscitato alcune perplessità. Effettivamente chiunque abbia frequentato la Valmalenco nel corso di questa estate 2010 non ha potuto fare a meno di notare presenze importanti sul territorio. Da non sottovalutare il ruolo delle seconde case, che hanno richiamato in Valle moltissime persone le quali, complice la crisi, hanno riscoperto le case di famiglia, preferendole ad altre forme di vacanza. TAGLIATO IL CEDRO DI SONDRIO Il cedro di piazza Campello, a Sondrio, non c’è più. Le proteste degli ultimi giorni hanno convinto l’amministrazione comunale ad anticipare il taglio dell’albero, programmato questa settimana e avvenuto, invece, lo scorso 20 agosto. Le operazioni sono iniziate intorno alle 6 del mattino, per garantire sicurezza ai residenti e tranquillità a chi si doveva arrampicare sui rami ed occuparsi del taglio della pianta, quando la città si è definitivamente svegliata l’albero non c’era già più. Al suo posto solo il segno del tronco. P A G I N A 30 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 UNA DECISIONE DELLA RAI ALLA VIGILIA DELLA RIPRESA DEL CAMPIONATO Moviola sportiva: addio o arrivederci A rchiviati i Mondiali Sudafrica 2010, ma nient’affatto sopite le polemiche sugli arbitraggi e sulla possibilità d’introdurre altri “occhi elettronici” in campo, la Rai spiazza tifosi ed esperti annunciando che nelle sue trasmissioni sportive - in particolare in quelle dedicate al calcio - non farà più ricorso alla tradizionale moviola. Non sarà contento il provocatore Aldo Biscardi, che da anni ne invoca l’utilizzo in campo durante le partite, né approveranno la decisione le schiere di tifosi di volta in volta convinti che la loro squadra del cuore abbia subito un torto. Ma forse ne guadagnerà la passione sportiva, se questa decisione riporterà l’attenzione sul calcio giocato invece che su quello… parlato. La rubrica dedicata alla moviola sarà eliminata dalle trasmissioni storiche dedicate al mondo del pallone: “90° Minuto” e la “Domenica Sportiva”. Stop alle polemiche del dopo-partita: l’uso delle immagini avverrà a scopo soltanto didattico. I “moviolisti” come Carlo Donghi e Daniele Tombolini saranno sostituiti da esperti di regolamento, che potrebbero essere forniti dall’Associazione italiana arbitri, chiamati a commentare due o tre casi eclatanti e nulla più. Chissà se Iwan Serrurier, quando inventò il dispositivo in questione nel 1924, immaginava che in un Paese calciofilo a forma di stivale la sua macchina sarebbe stata usata per alimentare fiumi di polemiche intorno a un pallone. L’impiego della moviola è stato a lungo legato soprattutto al montaggio cinematografico tradizionale. Il nome “moviola” fu scelto da Serrurier in diretto riferimento alla “Victrola”, congegno ideato per l’ascolto della musica; la radice “movie” fa riferimento proprio alla pellicola cinematografica. Nei suoi 43 anni di onorato servizio la moviola ha fatto molto parlare di sé e delle moltissime azioni che ha permesso di sezionare fin nei minimi particolari. Naturalmente è sempre stata osteggiata dalla classe arbitrale e sembra quasi un contrappasso la sorte che ha portato Longhi e Tombolini, ex arbitri di Serie A, a fare i padroni di casa al posto di Carlo Sassi, il giornalista che per un quindicennio e oltre è stato il severo e implacabile “notaio” del campionato italiano di calcio. Fu Sassi il primo a utilizzare questa tecnologia per smascherare un clamoroso errore arbitrale in un derby Inter-Milan del 22 Una protesta durante una partita della Clericus Cupriservata a sacerdoti e seminaristi dei Collegi romani ottobre 1967, finito 1-1; il gol del Milan era stato segnato da Rivera, il cui tiro aveva colpito la traversa prima di rientrare in campo. Sassi mostrò che il pallone, ricadendo, aveva sollevato un po’ di gesso dalla linea di porta, quindi non era entrato del tutto in rete: il gol non sarebbe stato da convalidare. La domenica sera, nel corso della Domenica Sportiva affidata allora al giovane Enzo Tortora, andò in onda il primo teleprocesso alla partita e dal 1970 la moviola divenne rubrica fissa nella “Domenica Sportiva”. Molti gli episodi divenuti famosi proprio grazie alle immagini rallentate: dall’ammissione di colpa dell’arbitro Concetto Lo Bello che aveva negato un rigore ai rossoneri durante un MilanJuve del 1972 al gol del roma- nista Turone contro la Juve, annullato per un fuorigioco inesistente; dall’intervento di un raccattapalle che respinse da dietro la porta un tiro di Savoldi finito in rete allo scontro tra Iuliano e Ronaldo in un Inter-Juve in tempi più recenti. Se la Rai ha optato per una quasi totale rinuncia, non altrettanto sembrano disposte a fare le emittenti private. Anzi, c’è da aspettarsi che le trasmissioni calcistiche di Mediaset e le innumerevoli sedute da bar sport che animano i palinsesti delle tv locali amplieranno gli spazi dedicati alla moviola proprio in conseguenza della scelta della tv di Stato. A far testo, comunque, sarà sempre la decisione degli arbitri in campo. STAMPA CATTOLICA DAL 12 AL 19 SETTEMBRE UN CONGRESSO MONDIALE IN AFRICA Sarà l’Africa, e il ruolo della Chiesa e dei media in Africa, il tema centrale intorno a cui ruoterà il Congresso mondiale dell’Ucip, l’Unione internazionale della stampa cattolica, che quest’anno si svolgerà a Ouagadougou, in Burkina Faso, dal 12 al 19 settembre. “I media al servizio della giustizia, della pace e del buon governo in un mondo di disuguaglianze e di povertà” è il titolo del Congresso, che vedrà riuniti giornalisti, studiosi ed esperti da tutto il mondo. “Un evento mondiale – spiega l’Ucip – per promuovere la libertà di espressione ed informazione e lo sviluppo di media liberi, indipendenti e pluralistici”. Ma anche per “costruire capacità per un accesso universale all’informazione e alla conoscenza, per formare reti e messaggeri di pace” e “comprendere la Chiesa in Africa, i suoi impegni e prospettive”. Il Congresso sarà preceduto, l’11 e 12 settembre, da una Convention mondiale dei giovani giornalisti cattolici. La mattina del 14 settembre è prevista l’apertura ufficiale. Interverranno numerose personalità e accademici del Burkina Faso. E’ prevista anche una visita alla Conferenza episcopale. Il congresso di chiuderà con una messa solenne nel pomeriggio del 18 settembre. HOMO VIDENS IL PRIMO SETTEMBRE SU RAI 1 I “nuovi” Promessi Sposi Un bozzetto della scenografia dello spettacolo D opo tante versioni teatrali, cinematografiche, televisive (ben due versioni) e una parodistica del trio Marchesini Lopez Solenghi ecco ora arrivare una versione musicale, non proprio un musical ma una via di mezzo tra il musical e l’opera lirica. Scritta da M. Guardì e Pippo Flora nell’arco di 12 anni o meglio (come dicono loro di 12 estati), è stata rappresentata nello stadio di San Siro il 18 giugno. C’è stata un’ anteprima nel duomo di Milano il 30 aprile alla presenza del Cardinale Tettamanzi in forma di concerto. Come sottolineava il Card. Tettamanzi i promessi sposi sono un inno alla speranza. Uno spettacolo che non può essere raccontato in breve. Nell’insieme ha appassionato ed ha travolto emotivamente lo spettatore , vibrando le corde degli animi fino a raggiungere il culmine all’unisono del sentimento religioso alla recita e al canto del Padre Nostro . Un enorme palcoscenico ( 40 metri) , dinamico nella sua caratterizzazione specifica: alternato da scenografie imponenti che scorrevano sovrapposte, una sull’altra; coreografie e costumi d’epoca; un impressione di un palcoscenico suggestivo le cui figure apparivano come le preziose porcellane di Capodimonte. I promessi Sposi : esempio attuale dell’eterno contrasto tra il bene ed il male , tra la prepotenza dei forti e il subire dei deboli che invocano giustizia. La perfezione raggiunta senza il pur minimo errore: luci , amplificazioni stereo, effetti speciali, proiezioni, la nebbia, la pioggia , hanno reso lo spettacolo nello spettacolo. Finora pochi fortunati di Milano ed Agrigento avevano avuto la possibilità di vederlo, con la trasmissione televisiva del 1° settembre su Rai1, tutta l’Italia potrà ammirare questo nuovo tentativo di unire le grandi tematiche manzoniane (sempre attuali) alla forma del teatro musicale. Tele IL comando Domenica 29. A sua immagine, Rai1, 10,30. Correva l’anno, Rai3, 13,00. Nenni e Saragat. Doc. I diavoli volanti, R4, 14,50. Film comico con Stallio e Ollio. Nicola ed Alessandra, La7, 14,00. Film storico sui Romanov con Iam Holm. Il commissario Cordier, R4, 18,35. Poliziesco. Save the last dance, It1, 19,00. Film musicale. Tortora l’uomo che visse due volte, Raistoria, 21,00. Documentario. Dr. House, It1, 21,10. Telefilm. Pronto Elisir, Rai3, 22,20. Programma di medicina con M.Mirabella. Alle falde dl Kilimangiaro, Rai3, 21,00. Programma di viaggi. Un medico in famiglia 6, Rai1 21,20. Fiction. La prossima vittima, R4, 21,15. Thriller di Schlessinger, per adulti. Missione Natura, La7, 21,30. Documentari Speciale Tg1, Rai1, 23,20. Il viaggio di Gesù. Viaggio alla scoperta della Terra Santa. Da vedere. Lunedì 30. Don Matteo 5, Rai1, 14,10. Fiction con T. Hill. (Da lunedì a venerdì) Capri 3, Rai1, 15,00. fiction poliziesca.(Da lun a ven.) Due per un delitto, R4, 16,15. Thriller. Juno, C5, 21,20. Film in bilico tra la commedia e il dramma. Storia di un’adolescente che rimane incinta. Flaspoint, Rai3, 21,10. Telefilm. Un medico in famiglia 6, Rai1, 21,20. Fiction. Il giudice e il commissario, R4, 21,10. Poliziesco. Cento giorni a Palermo, Rai Storia 21,00. Film di Ferrara sul generale Della Chiesa. Star Wars, episodio II L’attacco dei cloni, It1, 21,10. La saga continua. Martedì 31. Rinascimento nucleare, Rai Storia 21,00. Doc. Stringi i denti e vai, La7, 21,10. Ottimo western con Gene Hackman. Oggi è già domani, Rai1, 21,20. Film commedia con D. Hoffman. Circo Massimo show, Rai3, 21.10. Fantozzi 2000 la clonazione, R4, 21,10. Film con P. Villaggio. Minissima 2010. Rai2, 21,05. P.Limiti conduce uno special dedicato a Mina. Correva l’anno, Rai3, 23,55. E. Berlinguer-l’ultimo segretario. Mercoledì 1. Becket e il suo re, La7, 14,05. Ottimo film con R. Burton nei panni del vescovo T.Becket che il re Enrico II (Peter O’Tool) farà assassinare nella cattedrale di Canterbury. I Promessi Sposi, Rai1, 21,20. Musical di Michele Guardì dal romanzo di Manzoni. Da vedere. Per chi ama l’azione Ronin, Rai3, 21,10, con R. De Niro. Crossing Jordan, La7, 21,10. Telefilm polizieschi. Speciale Mela verde, R4, 21,10. Attualità. Giovedì 2. Superquark, il settimanale il settimanale Rai1, 21,20. Alice Nevers, professione giudice, Rai3, 21,10. Telefilm polizieschi. Le verità negate, C5, 21,20. Thriller con S. Sarandon. Medium, Rai3, 23,35. Telefilm poliziesco con un pizzico di paranormale. Venerdì 3. Il generale Della Chiesa, Raistoria, 18,00. Doc.. La grande storia, Rai3, 21,10. Librate il Duce. Una notte per Caruso, Rai1, 21,20. Musicale. NCIS, Rai2, 21,05. Telefilm. Un amore da vicino, C5, 21,10. Film commedia romantico. Il senso di Smilla per la neve, R4, 21,10. Thriller avvincente. La sposa cadavere, It1, 21,10. Capolavoro del film d’animazione di T. Burton. Sabato 4. Stargate, It1, 19,00. Film di fantascienza. Rigoletto a Mantova Rai1, 20,30. Opera di Verdi con P. Domingo in diretta. 1° Parte. Cosmo- siamo tutti nella rete, Rai3, 21,05. Nuovo programma scientifico. Sister Act 2, Rai1, 21,35. Con W. Golberg. L’ispettore Barnaby, La7, 21,30. Rito di iniziazione. Tel. Poliziesco. Tg2 Dossier, Rai2, 23,30. Il dragone rampante, un reportage sulla Cina. a cura di TIZIANO RAFFAINI P A G I N A 31 CONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 28 AGOSTO 2010 UN RICORDO DI GIUSEPPE DE CARLI SCOPERTE DELL’ESTATE LA FINESTRA APERTA eppino. Lasciatemi continuare a chiamarlo così, Giuseppe De Carli. Peppino, come l’ho sempre chiamato, da amico. Sì, perché ho davvero perso un amico. Certo un collega, un compagno di lavoro, con il quale ho condiviso quindici anni di vita della Chiesa. Ma soprattutto un amico. Prima del mio ingresso al Tg1, nel 1995, ci si parlava come giornalisti che, in testate diverse, svolgevamo il mestiere del vaticanista. Poi, un giorno, ecco che arrivo al telegiornale ed è lui, Peppino, che mi dice: “Siediti lì, davanti a me”. Cominciammo così subito a lavorare e a preparare insieme gli appuntamenti che avremmo poi seguito. Quando, martedì 13, mi hanno detto che Peppino ci aveva lasciati, mi sembrava impossibile. Non ho creduto, forse non volevo credere. E sono andato al Gemelli dove, dal 9 giugno, era ricoverato in quella stanza al nono piano. Proprio sotto la stanza che Giovanni Paolo II ha più volte occupato in quell’ospedale da lui ribattezzato il Vaticano terzo. Ci hai fatto un bello scherzo, ho subito detto a Peppino. Si dice che l’udito sia l’ultimo dei nostri sensi a smettere di funzionare; non so se mi abbia davvero sentito, ma credo che in cuor suo sapesse, prima di chiudere per sempre i suoi occhi, che ci stava giocando un grande, insopportabile scherzo. Noi queste stanze le abbiamo viste dalla collinetta lì di fronte, gli ho detto. È lì che abbiamo messo i nostri mezzi, le telecamere, le luci e l’antenna satellitare per trasmettere nei giorni dei ricoveri di papa Wojtyla. È da quella collina che abbiamo insieme sofferto il freddo, ma soprattutto il dolore di raccontare una storia che non avremmo mai voluto raccontare. Oggi, invece, sono qui a guardare quella collina dalla finestra della stanza dove tu hai terminato il tuo pellegrinaggio terreno; dove, per usare le parole di papa Wojtyla, hai compiuto il passaggio di vita in vita. Che scherzo ci hai fatto, Peppino. Sai una cosa: non sono ancora riuscito ad entrare nella stanza che tu hai occupato in questi anni come responsabile di Rai Vaticano. La stanza nella quale insieme abbiamo discusso, parlato, scelto ospiti, chiamato persone, deciso servizi e dirette. Abbiamo anche litigato, in quella stanza. Ma quanto duravano le nostre liti, se poi le possiamo chiamare così: il tempo di una sigaretta che, in barba ai divieti, ti accendevi e fumavi a metà. Poi di nuovo a parlare e a scegliere luoghi, temi, persone. Alcuni giornali, anni fa, hanno anche voluto scrivere - ricordi? - di scontri tra noi e sgambetti: ci abbiamo sempre riso su. Certo a volte era impossibile non discutere con te. Ma era altrettanto impossibile, come dire, tenerti il muso. Non avevi un carattere facile, Peppino, e questo credo che te lo riconoscano in molti. Ma eri fatto così: schietto, sincero. Se dovevi dire una cosa, questa ti usciva dalla tua bocca senza inutili fronzoli: secca e precisa. C’è chi diceva: colpa delle origini, di quella ter- P ra dove il freddo e la nebbia temperano l’uomo, ne segnano il carattere. Forse. Ma la cosa certa è che le parole erano quelle e solo quelle: non c’era altro celato, non detto. Ti dicevo della tua stanza e della mia incapacità a varcare quella porta. Anche quando lì dentro ho trovato le persone che collaboravano più strettamente alla struttura da te guidata, sono sempre rimasto fuori. Da fuori ho salutato e parlato con loro. Forse nella speranza di vedere un po’ di fumo, quasi messaggio di saluto e di presenza. In molti ti hanno ricordato come vaticanista, giornalista impegnato nelle dirette e nei commenti più impegnativi; autore di speciali e ideatore di quella maratona televisiva che tu prima di tutti hai creduto possibile e voluto realizzare: la lettura ininterrotta della Bibbia, aperta dalla voce di papa Benedetto che ha letto un passo della Genesi, e conclusa dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, con le parole dell’Apocalisse di Giovanni. Nel giorno dei tuoi funerali, nella chiesa di Santa Maria della Traspontina, abbiamo ascoltato le parole del Papa, nel telegramma letto da monsignor Rino Fisichella, tuo amico sin dagli anni giovanili nella vostra Lodi. E abbiamo ascoltato anche la lettera che il cardinale Bertone ha voluto inviarti, una lettera davvero fraterna nella quale ti ricordava per i colloqui avuti e per le iniziative realizzate. Io, invece, ti voglio ricordare attraverso i giorni che abbiamo trascorso assieme nel fare le cose, giorni nostri, personali; e proprio perché solo nostri e personali, forse più importanti e intensi. Potrei ricordare gli speciali che insieme abbiamo realizzato, le tante dirette che abbiamo costruito, magari parlandoci tra un servizio e un altro. Tu tenevi i conti dei servizi che realizzavamo e che andavano in onda al Tg1, così come tenevi il conto delle dirette e degli speciali: numeri che a fine anno sorprendevano innanzitutto noi, incapaci di credere che avessimo fatto tutte quelle cose. Poi, quando sei passato alla struttura, e dunque non più direttamente impegnato con i servizi per il Tg1, non ho continuato a tenere quelle note. Quante volte mi hai criticato: “Si deve sapere quello che il Tg1 fa per il Papa, la Chiesa, il Vaticano”. Una delle ultime volte che nella tua stanza abbiamo affrontato la preparazione della diretta di una celebrazione presieduta dal Papa - ricordi? - la messa per la conclusione dell’Anno Sacerdotale. Dovevamo farla assieme, tu dallo studio di Borgo, io da piazza San Pietro - mi hai dato il tuo libro “L’ultimo segreto di Fatima” narrato con il cardinale Tarcisio Bertone. Ad aprile ti avevo dato il mio libro su papa Wojtyla a cinque anni dalla morte. Nella pagina della dedica abbiamo scritto più o meno la stessa frase; tutti e due però abbiamo usato la stessa parola: amicizia. Pochi giorni dopo mi hai fatto sapere che non avevi voce e non potevi condurre la telecronaca della celebrazione, una diretta che, anche in questa occasione, avevi voluto fortemente. Ti ho ritrovato martedì 13 luglio, in quella stanza al nono piano del Policlinico Gemelli: avevi voluto che nessuno sapesse il tuo male; non volevi che ti vedessero, se non pochissime persone. Ti ho ritrovato nella stanza 18, un lenzuolo candido a coprire il tuo corpo; e quella finestra aperta sulla collina delle nostre tante dirette, spoglia senza telecamere e postazioni per i cronisti. FABIO ZAVATTARO LE MARMOTTE POCO SELVATICHE DEL FURKA e ti avevano detto che la marmotta è un animale selvatico, di cui spesso più che vedere la fisionomia - a metà strada tra un gattone e un orsetto - puoi udire il fischio, ebbene ti avevano detto il vero, ma c’è sempre una eccezione che conferma la regola. Per trovarla, non devi far altro che andare oltre il San Gottardo e, ad Hospental, imboccare la strada del Furka. Non mancano le attrazioni escursionistiche, e per chi ne vuole approfittare, consigliamo due piacevoli sgambate per raggiungere due rifugi, l’Albert Heim a quota 2543 (di fronte al ghiacciao del Tiefen) e il Sidelen a quota 2708 (con la spettacolare cornice del ghiacciao omonimo). Ma il ghiacciaio più famoso e più a portata di piedi si trova oltre il passo del Furka: è il ghiacciao del Rodano, mangiato dal riscaldamento del pianeta così da ridursi negli ultimi anni a vista d’occhio. L’attrazione turistica segnata sulle guide è proprio la grotta scavata ogni anno sotto il ghiacciao. L’imboccatura - che solo vent’anni fa era vicinissima al Belvedere - ora si raggiunge con un sentiero in discesa di una decina di minuti. Vale la pena entrare sotto il ghiaccio e camminare per quei cento metri sotto una volta blu, anche perché il biglietto d’ingresso è abbordabile. Ma l’attrazione che non ti aspetti è gratuita ed è lì nel parcheggio delle auto, non appena metti i piedi per terra. Le marmotte del Furka - c’è chi dice che siano state addomesticate da un turista paziente - arrivano sino alla macchina e accettano pezzi di pane e carote. Anzi, se tu il pane lo tieni tra le mani, c’è una marmotta che s’arrischia ad avvicinarsi, s’appoggia alle tue ginocchia e ti sfila il cibo come nemmeno il tuo micio oserebbe fare. Non credevo ai miei occhi, così come avevo lungamente dubitato di chi mi narrava quella che mi sembrava essere una leggenda... montana! So io quanto ho faticato per fotografare le marmotte, con lunghi appostamenti e teleobiettivi potenti. Al Belvedere del Furka basta una qualunque macchina digitale e, se hai un teleobiettivo, ebbene, alla marmotta puoi fare una panoramica dei denti... Vi lascio S immaginare la meraviglia dei bambini. Certo, anche la marmotta del Furka continua ad essere un animale selvatico: ha accettato addirittura una mia carezza sulla testa, ma poi ha dovuto rituffarsi veloce lungo il sottostante pendio erboso, per immergersi in quel fantastico mondo, in cui quasi sempre accade che s’ode un fischio lontano e tu non riesci a vedere proprio niente. AGO. CLE. Foto AC - Il Settimanale DELLA DIOCESI DI COMO il settimanale Direttore responsabile: AGOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como • Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. 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