ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Notiziario n°4 - novembre 2013 Riunione Conviviale Mercoledì 6 novembre Hotel Bristol Palace Eva Jannotti, titolare Agenzia di comunicazione e crisis management Comunicazione di crisi: la percezione del rischio. Resoconto della conviviale di Paola Gazzano e Serena Bagliano. Nella vita di ogni organizzazione è molto probabile che prima o poi si verifichi una situazione di crisi. Quello che fa realmente la differenza tra un’azienda gestita efficacemente ed una che si affida all’improvvisazione è il modo di affrontarla e, soprattutto, di comunicarla. La comunicazione non si riferisce solamente alla fase acuta della crisi, ma anche alla fase postcrisi e alle modalità utilizzate dal management per superare la crisi stessa. Il 70% del valore di un’azienda quotata è determinato dagli asset intangibili. È chiaro, quindi, che l’impatto di una crisi può essere molto pesante da un punto di vista della reputazione e, di conseguenza, del suo valore, anche economico. Spesso le crisi non sono improvvise, ma l’organizzazione aziendale viene colta di sorpresa: manca una pianificazione, mancano strumenti e procedure. Intervenire “dopo”, quando la crisi è scoppiata con tutta la sua forza, è impossibile se mancano l’approccio, culturale e professionale, e gli strumenti operativi. È, quindi, nei primi momenti di una crisi che ci si gioca la possibilità di uscirne bene. Le capacità del management e dei dipendenti deve quindi essere allenata ad intervenire rapidamente e con efficacia, anche per evitare i rumors che diventano leggenda metropolitana e che seguono in modo ineluttabile la vita dell’azienda. Due strumenti di comunicazione possono contribuire in modo determinante all’efficacia delle azioni scaccia crisi: internet e le media relation. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 1 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Internet, strumento ancora troppo spesso sottovalutato dalle aziende italiane, può far rimbalzare la notizia in tutto il pianeta in tempi rapidissimi. È, quindi, necessario fare molta attenzione a questo nuovo media: con internet la notizia diventa globale, tutti i processi di comunicazione vengono accelerati e, soprattutto, si crea un “luogo della memoria” nel quale tutti possono pescare, per sempre. Il secondo strumento è quello che tradizionalmente viene chiamato ufficio stampa o media relation. Il silenzio stampa come strumento di comunicazione può avere effetti più fragorosi di qualsiasi parola o comunicato stampa. Inoltre, non “blocca” il lavoro di indagine del giornalista che di fronte ad una notizia può trovare informazioni nei luoghi e nelle persone più impensate. Infatti, compito principale del giornalista è quello di trovare le notizie, in qualsiasi modo, a qualsiasi costo. Le domande da porsi sono quindi: è preferibile che a parlare siano gli altri? È meglio far sentire la voce ufficiale dell’azienda o il silenzio stampa? Meglio ignorare l’emittente o attaccare la fonte? Ammettere o negare? La questione centrale del processo di gestione della crisi è quindi quella di individuare una modalità di comunicazione trasparente ed efficace, mentre l’atteggiamento deve essere di disponibilità, apertura al dialogo, di sincera comprensione per le preoccupazioni degli interlocutori coinvolti e per il ruolo dei media. Come affrontare la crisi La difficoltà maggiore nel presentare sinteticamente una metodologia per affrontare le situazioni di crisi sta nell’impossibilità di compilare una lista completa delle possibili varianti che si possono incontrare. Questo comporta che, mentre è possibile delineare i requisiti di una crisis room ideale, standardizzare i ruoli di un’unità di crisi e definire i flussi di informazione durante una emergenza, è impossibile definire strategie standard per affrontare tipologie di crisi anche similari. Non è cioè possibile individuare un modello teorico di gestione della crisi (per il sabotaggio di un prodotto, per esempio, o per l’incidente industriale di un impianto chimico) che possa reggere al confronto con la realtà pratica; anzi, modelli operativi rigidi corrono il rischio di essere fuorvianti e di indurre ad approcci e comportamenti negativi. Affrontare con successo una crisi richiede infatti due dati fondamentali: un meticoloso lavoro preventivo e una notevole esperienza. Ogni crisi ha un inizio e una fine, quello che sta nel mezzo è il percorso della crisi e va subito precisato che individuare i possibili punti di partenza e di arrivo consente di governare il processo e, soprattutto, di intervenire per abbreviarne il percorso e la durata. Sessanta minuti è il tempo necessario, secondo J. E. Lukaszewski della New York University, per gestire una situazione di crisi, minimizzando il danno. Si chiama golden hour, ora d’oro, perché una organizzazione in pochi minuti può decidere il suo destino. Le opzioni possibili sono infatti due: risollevare le proprie sorti e salvare la reputazione oppure cadere nel vortice della crisi. Per intervenire tempestivamente è necessario capire che la crisi è innanzitutto un problema di comunicazione: in primo luogo, verso l’interno, verso i manager e i dipendenti, che devono sapere e capire cosa accade; in secondo luogo, verso l’esterno, verso tutti i pubblici e verso i mass media. Verso l’esterno, ogni azienda deve “parlare” con cinque macrointerlocutori: gli azionisti, i dipendenti, le istituzioni, i clienti e l’opinione pubblica e l’azienda che comunica con efficacia è quella che persegue i suoi obiettivi dialogando e ascoltando ogni interlocutore, dosando il giusto mix di comunicazione. È infatti necessario attivare un flusso di comunicazione con i media, commentare “per primi” e gestire il processo di comunicazione, senza Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 2 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) subirlo. Da subito si può infatti far trasparire la percezione che l’organizzazione ha di sé, i principi etici che la guidano, l’immagine che si vuole trasmettere. Anche secondo Eva Jannotti sono la trasparenza dei comportamenti, la disponibilità a fornire dati, cifre e ogni elemento utile a comprendere le cause e le origini dell’emergenza, insieme ad una informazione chiara, gli elementi indispensabili per essere credibili e autorevoli nel processo di comunicazione. Per raggiungere questo obiettivo va, quindi, effettuata un’approfondita analisi della vulnerabilità dell’azienda, stilando una lista dei punti deboli. Questa fase richiede molto tempo e va implementata con una costante attività di monitoraggio delle issues critiche. L’obiettivo è quello di costruire una scala di priorità che consenta di valutare le situazioni più probabili in modo da diffondere, in tutta l’organizzazione, cultura e attenzione per la crisi e la sua gestione. Il modo in cui la crisi viene gestita ha profonde conseguenze sulla possibilità e sulla velocità di recupero dell’azienda. Se quest’ultima non è preparata ad affrontarla, il rischio è di non riuscire a mantenere il controllo degli avvenimenti e delle loro conseguenze. Spesso invece è la paura a colpire e a guidare i vertici dell’organizzazione colpita dalla crisi; è la paura che induce l’organizzazione a gestire in modo inadeguato la situazione e, talvolta, a rinunciare alla gestione della crisi stessa, cedendo al peggiore degli atteggiamenti: l’immobilismo. Obiettivo del professionista che si occupa di crisis management è quello di ristabilire ordine in una situazione che rischia di degenerare, salvaguardando la sicurezza delle persone, garantendo la business continuity, proteggendo il patrimonio aziendale e la sua reputazione. In sintesi: ridurre al minimo i rischi. Per gestire efficacemente le situazioni di crisi vanno quindi approfonditi due aspetti: uno di prevenzione (gestione del rischio: risk management) e uno di preparazione al controllo dell’avvenimento qualora si verificasse (gestione della crisi: crisis management). Nella fase di gestione del rischio vanno analizzati, come abbiamo visto, tutti gli avvenimenti critici a cui l’azienda potrebbe essere esposta e vanno attentamente studiate le possibilità e la gravità del danno, sia in termini economici che della reputazione. “Prevedere per Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 3 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) prevenire”: così definisce Emanuele Invernizzi. Nella fase di gestione della crisi l’azienda si prepara invece ad affrontare avvenimenti nell’eventualità che le azioni di prevenzione non risultino sufficienti a evitare la crisi. Questi, in sintesi, alcuni principi e linee guida da tenere presente in questa importante fase del processo: • la crisi non è un fatto imponderabile e non va mai sottovalutata; • è necessario prepararsi quando nulla la lascia prevedere (programmare per proteggersi); • tutti devono conoscere il ruolo ed i comportamenti da adottare per contribuire ad isolare l’avvenimento e/o limitare i danni (procedure di allertamento e di intervento); • va identificata un’unità di crisi (task force) che ha il compito di gestire tutte le fasi dell’evento; • dire sempre la verità; evitare le false dichiarazioni ed i no comment; • comprendere e affrontare le preoccupazioni, le ansie e le paure dei pubblici coinvolti direttamente dalla situazione; • offrire la massima fiducia agli specialisti (avvocati e/o tecnici del settore), ma affidare i rapporti con l’opinione pubblica, i clienti, i mass media ad un esperto di comunicazione (meglio se ad un esperto di “comunicazione di crisi”) e centralizzare il flusso delle informazioni, sia verso l’interno che verso l’esterno; • non cullarsi nell’idea o nella speranza che la crisi termini da sola e, soprattutto, senza lasciare danni; • isolare la gestione della crisi dall’ordinaria amministrazione; • prendere coscienza che la fine di una crisi comporta sempre una rinuncia, un’assunzione di responsabilità, un accordo (meglio un sacrificio consapevole oggi che un “ritorno” amplificato domani); • nella fase di pianificazione e di gestione assumere sempre l’ipotesi peggiore; • identificare ed eventualmente mobilitare potenziali alleati; • quando si valutano i danni vanno considerati sia quelli economici (di mercato), che quelli all’immagine e alla reputazione aziendale. La serata conviviale ha visto presenti: Presiede: Carla Viale Presenti: Stefano Barabino, Michele Bellin, Marco Bonini, Andrea Bruni, Stefano Bruschetta, Francesco Capone, Giovanni Cecconi, Giovanni Cereda, Teresa De Toni, Giorgio Fuselli, Paola Gazzano, Enrico Gotelli, Carlo Iachino, Lorenzo La Terra, Andrea Lovisolo, Marco Malaspina, Rosanna Muratori, Adriana Parodi, Alfredo Sanguinetto, Tiziana Traversa, Michele Troilo. Ospiti del Club: Gabriele Cazzulini (web communication), Dott.ssa Eva Jannotti Ospiti dei Soci: Prof. Ferdinando Fasce, Sig.ra Simona Firpo. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 4 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) 22 Soci effettivi presenti 4 ospiti Percentuale di presenza: 34% Riunione Conviviale Mercoledì 13 novembre Hotel Bristol Palace Antonio Siccardi, genetista. Vaccini: etica ed epidemiologia. Perché, come e quando vaccinarsi. Resoconto della conviviale di Serena Bagliano Tra le scoperte compiute dall'uomo nel corso della storia, le Vaccinazioni sono da considerare tra le intuizioni maggiori. Nel corso della storia l'uomo è intervenuto molteplici volte sia sull'ambiente dove è vissuto, modificandolo, sia su se stesso, cambiando i comportamenti per migliorare le proprie condizioni di vita e migliorare gli standard della propria salute. Molte le scoperte che hanno inciso sulla qualità della vita del genere umano. Tra queste scoperte, le Vaccinazioni, che con gli Antibiotici sono da considerare tra le intuizioni maggiori avute nel corso dei millenni, hanno portato l'umanità a controllare e a debellare la maggior parte delle malattie infettive. I microrganismi, forme viventi microscopiche, che da sempre hanno condizionato il corso della storia attraverso epidemie disastrose e continue morti inspiegabili, sono state controllate, spesso debellate. Le Vaccinazioni modulano il sistema immunitario realizzando un efficace sistema difensivo contro le malattie infettive. Le Vaccinazioni sono da considerare uno strumento assai efficace con il quale l'uomo modula il proprio sistema immunitario e lo indirizza verso una difesa efficace sia generica che specifica nei confronti di malattie infettive talvolta gravi e letali. Le campagne di vaccinazioni, effettuate in modo efficace in molti paesi industriali, ed accompagnate a campagne di controllo ambientale, che hanno come obiettivo la modifica drastica dei livelli di igiene, hanno portato alla scomparsa di diverse malattie altamente invalidanti, spesso mortali. La poliomielite, il tetano, la difterite sono alcuni esempi di queste malattie, un tempo letali, oggi scomparse dai nostri paesi. Il Vaiolo è stato dichiarato eradicato nel 1981, dalla OMS, in seguito ad una azione vaccinale efficace eseguita in tutto il mondo. Il Vaiolo è l'esempio di come l'uomo sia riuscito a sconfiggere e a debellare definitivamente una malattia infettiva anche in virtù del fatto che la malattia colpiva solo l’uomo e non esistevano focolai animali ed ambientali. Il virus del vaiolo, che fu la causa delle epidemie più gravi nella storia dell’umanità, attraverso campagne di vaccinazioni, effettuate in modo appropriato in tutto il mondo, è stato debellato, fino a prova contraria. L'ultimo episodio di questa malattia fu denunciato in Somalia nel 1977, e da allora non si sono più avute denunce. Le vaccinazioni proteggono sia le popolazioni su cui è stata effettuata una adeguata copertura, generalmente di oltre il 90% del totale, oltre che i singoli individui, dalle malattie specifiche. Questo avviene attraverso l'induzione, negli organismi, di alti livelli di anticorpi protettivi per Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 5 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) quelle determinate malattie per cui è stato effettuato il vaccino. La produzione di anticorpi, e l'induzione di altri meccanismi complessi del sistema immunitario, realizzano quelle difese che permettono agli organismi di superare stati di malattia anche grave. Nei paesi in cui le campagne vaccinali non vengono effettuate in modo efficace e la popolazione non è coperta adeguatamente, le malattie si manifestano in tutta la loro gravità. Nei paesi in cui le vaccinazioni vengono effettuate con efficacia le malattie si riducono fino a sparire dal territorio. Controprova della efficacia della vaccinazione sta nella evidenza che là dove la copertura vaccinale è inefficace o addirittura inesistente, le malattie sono in continua espansione e provocano gravi handicap e livelli di mortalità assai elevata soprattutto nella popolazione infantile. Dai dati messi a disposizione dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si apprende che in Perù, ad esempio, venivano diagnosticati fino a pochi anni or sono, circa 20.000 casi di poliomielite con altissima incidenza di casi di paralisi. Dopo il programma di eradicazione della malattia effettuato sotto l'egida della OMS, con un piano di vaccinazioni a tappeto, rese obbligatorie in tutto il paese, l'incidenza della poliomielite si è azzerata. I programmi vaccinali, eseguiti per conto della OMS in tutto il mondo, dai singoli paesi con l'aiuto anche di agenzie internazionali, stanno diminuendo drasticamente la presenza di alcune malattie gravi come la poliomielite, il tetano neonatale, il morbillo, ed altre forme infettive assai pericolose. Questa è la prova reale della efficacia delle vaccinazioni. Mai quanto in questo momento in cui in tutto il mondo si stanno ottenendo risultati concreti di controllo delle malattie occorre non abbassare la guardia. Nei paesi industriali tra cui l’Italia, diverse malattie infettive gravi non sono più comparse. E’ possibile dunque non vaccinare più la popolazione infantile? In Italia ed in altri paesi industrializzati la poliomielite, il tetano neonatale la difterite ed altre malattie sono praticamente scomparse. Sorge spontanea una domanda. Vale la pena continuare a vaccinarsi verso malattie che non ci sono più? Vale la pena esporre soggetti, appena nati, al rischio di reazioni avverse da vaccini, con l'assenza di malattia sul territorio nazionale? Il rischio di effetti collaterali e di reazioni avverse al vaccino sono dunque, o sembrano essere superiori al beneficio prodotto dalla vaccinazione. E' meglio quindi evitare la vaccinazione? Queste e molte altre domande vengono rivolte continuamente da gente comune ma anche da molti medici che giornalmente si trovano a confrontarsi con l'argomento. I microrganismi circolano in tutto il mondo, e con l’abbattimento delle distanze in 24 ore un qualsiasi virus o batterio può fare il giro del mondo. Partiamo da una considerazione. Oltre al virus del Vaiolo che sembra scomparso e non circolare più in alcuna parte del mondo, gli altri microrganismi sono presenti nella maggior parte dei paesi e sono quindi presenti nelle diverse popolazioni. Le infezioni sono presenti in tutta la loro drammaticità nei paesi a scarso sviluppo economico e a basso livello di igiene. In questi paesi le campagne vaccinali hanno trovato difficoltà di attuazione per l'ampiezza dei territori e nel raggiungere l'intera popolazione, oltre che nella difficoltà reale di tipo organizzativo. Le campagne vaccinali non sono state condotte con efficacia e la copertura immunitaria è risultata essere scarsa. In un mondo dove sempre più i viaggi, ed in particolare i viaggi aerei, hanno abbattuto le distanze ed i tempi di percorrenza , un qualsiasi microrganismo in 24 ore può fare il giro del mondo e ritrovarsi là dove era da tempo scomparso. Sappiamo d’altra parte quanto in questi ultimi anni i flussi migratori abbiano portato un avvicinamento delle diverse popolazioni. Situazioni interne ed internazionali possono condurre all'interno di un paese all'interruzione di programmi Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 6 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) vaccinali e alla ripresa di malattie in forma epidemica. E' successo in Albania con una recrudescenza di casi di Poliomielite (139 nel 1996) ex Yugoslavia (20 casi ) ; nei Paesi dell'ex Unione Sovietica con oltre 10.000 casi di difterite in Russia , Ucraina ed altri paesi. La circolazione dei microrganismi e quindi delle malattie è costante e reale addirittura in aumento; non è quindi questo il momento di diminuire il controllo della protezione sia individuale che collettiva. La risposta al quesito non può che essere affermativa. Solo vaccinando l’intera popolazione di un paese è possibile interrompere la catena delle malattie ad esito spesso letale o quanto meno invalidante. La risposta agli interrogativi ed ai dubbi espressi trova la sua motivazione nelle due questioni esposte in precedenza. Nei paesi dove si applica correttamente la vaccinazione, non si manifestano le malattie coperte dal vaccino. I microrganismi circolano in tutto il mondo e sono sempre in agguato pronti a riaccendere nuovi focolai di malattie anche dove queste erano scomparse. Fino a che circoleranno quindi virus e batteri, altamente pericolosi, nei diversi paesi del mondo, e fino a che si manifesteranno malattie diffusive e contagiose, non solo nei nostri paesi o nei paesi limitrofi, ma anche in altri continenti che distano poche ore di aereo da noi, non si devono assolutamente ridurre nella popolazione i livelli di protezione anticorpale e quindi le difese naturali alle malattie in questione. Oltre a proteggere il singolo individuo dagli attacchi delle malattie infettive, mantenendo obbligatoria la vaccinazione, si contribuisce a tenere elevato il livello della copertura anticorpale nella popolazione e ad evitare la circolazione dei microrganismi. Per esempio, avendo vaccinato in Italia tutta la popolazione infantile verso il virus della epatite B, è stata creata una difesa al singolo individuo nei confronti della malattia stessa. Ma è stato realizzato anche un muro anticorpale nei confronti del virus in tutti i soggetti vaccinati. (Copertura della popolazione). Questo significa che crescendo, negli anni, quella popolazione diffonderà il livello di protezione nei confronti del virus in modo sempre più ampio e, a condizione che si continuino a vaccinare gli individui appena nati, si creeranno le condizioni per la definitiva scomparsa del virus. Se improvvisamente fosse bloccata la vaccinazione, o diminuita la copertura vaccinale di uno strato di popolazione, dal momento che il virus continua a circolare in altri strati di popolazione, si produrrebbe un luogo di minore resistenza alla malattia. Diversi individui diventerebbero aggredibili e si perderebbe il controllo della malattia e della sua diffusione. Questo è il motivo per cui le campagne di vaccinazioni hanno un senso e sono efficaci se l'obiettivo è quello di coprire la popolazione nella sua totalità. In questo modo risulta protetto l'individuo ma anche la popolazione. In ogni caso, per non vanificare gli sforzi compiuti, questa protezione vaccinale deve continuare fino a che il microrganismo continuerà a essere presente ed a manifestarsi attraverso la malattia. Solo quando la malattia è dichiarata ufficialmente eradicata allora potrà essere sospesa la somministrazione del vaccino stesso. Tutto quanto è stato detto sui criteri di eradicazione delle malattie, vale naturalmente per quelle malattie provocate da microrganismi che vivono e si riproducono esclusivamente nell'uomo. Diverso è il controllo delle malattie che hanno negli animali e nell’ambiente esterno il loro serbatoio naturale. Possiamo alla fine affermare che vaccinarsi è un diritto individuale ma è anche un obbligo nei confronti della intera collettività. Il propagarsi di una malattia infettiva, il cui contagio avvenga esclusivamente da uomo ad uomo, si può bloccare in modo efficace attraverso la copertura vaccinale specifica della quasi totalità della popolazione. L’obiettivo della vaccinazione di massa è quindi quello di tutelare la collettività ma anche il singolo individuo dal pericolo di contagio di una malattia grave e spesso letale. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 7 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Dopo anni di studio, ricerca e prove continue, l'efficacia e soprattutto la sicurezza dei vaccini ha raggiunto dei traguardi particolarmente elevati. Non vengono più messi in commercio vaccini che non garantiscano alta efficacia e rischio tendente a zero. Questo non vuol dire che i rischi da vaccinazioni siano completamente assenti. I rischi da reazioni avverse, soprattutto nei vaccini ottenuti da microrganismi ancora vivi, ma attenuati, che inducono una malattia subliminale, sono ancora presenti, anche se rarissimi. Ma questo ci deve portare a fare sempre una considerazione costi / benefici. Qual è l'efficacia del vaccino nell'impedire l'insorgenza di una malattia specifica? Cosa può provocare la malattia che si manifesta nell'individuo o in una serie di persone in modo epidemico in assenza di vaccinazioni? Quali possono essere le reazioni avverse ad un vaccino e qual è il rischio reale di queste? Quali alterazioni possono essere provocate nell'organismo da un vaccino? Questi quesiti vengono normalmente posti e ad essi occorre rispondere. Sulle questioni riguardanti la responsabilità dei vaccini a produrre gravi effetti collaterali, malattie e complicanze a lungo termine occorre rispondere che, valutata anche la bibliografia internazionale: le reazioni gravi, prodotte dai diversi vaccini, sono assai rare. (da 1/10.000 a 1.000.000), gli effetti collaterali sono lievi e temporanei (dolore nel punto dell’inoculo, reazione infiammatoria locale, febbricola) non sono documentati decessi legati direttamente alla somministrazione di vaccini (sono sempre accompagnati da altri motivi). Sul problema della somministrazione contemporanea di vaccini singoli o multipli non ci sono effetti collaterali a questo tipo di somministrazione: è possibile diminuire le sedute di somministrazione e quindi dei costi con aumento della compliance nei confronti dei vaccini. Il professor Siccardi è riuscito ad analizzare la storia dei vaccini evidenziandone l'evoluzione, le problematiche e le false "leggende metropolitane" legate agli stessi, con grande chiarezza. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 8 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Per chi lo volesse, al seguente indirizzo http://goo.gl/UwMKCg è possibile vedere la presentazione del relatore La serata conviviale ha visto presenti: Presiede: Carla Viale Presenti:Gian Piero Barone, Marco Bonini, Stefano Bruschetta, Paolo Castangia, Giovanni Cecconi, Giovanni Cereda, Teresa De Toni, Francesca Gazzano, Enrico Gotelli, Mauro La Luce, Lorenzo La Terra, Andrea Lovisolo, Donatella Mascia, Rosanna Muratori, Adriana Parodi, Rosalba Romeo, Mario Viano. Ospiti del Club: Prof. Antonio Siccardi e Sig.ra Giovanna Viale. Ospiti dei Soci: Dott.ssa Vera Antonelli, Prof. Nando Fasce, Dott. Franco Indiveri. 18 Soci effettivi 5 ospiti Percentuale di presenza: 28% Riunione Conviviale Mercoledì 20 novembre Hotel Bristol Palace Serata Verdiana. Serata verdiana in parole e musica in occasione dei 200 anni dalla nascita del compositore. Intervengono: Carlotta Sorba (docente di Storia Contemporanea e Storia culturale all’Università di Padova), Ekaterina Gaidanskaya (Soprano), ed Ermindo Polidori Luciani (Pianista). Resoconto della conviviale di Serena Bagliano. Una serata all’insegna del bel canto e della grande musica che a fine concerto ha scatenato applausi a scena aperta, richiamando sul palco gli artisti più volte. Protagonisti: Parole e Musica legate in un connubio indissolubile per celebrare la figura di Giuseppe Verdi in occasione dei 200 anni dalla sua nascita. La Prof.ssa Carlotta Sorba ha testimoniato come l'Ottocento per l'Italia sia stato il secolo del teatro d'opera, dello sviluppo della rete teatrale nelle città italiane, ci ha raccontato, come l'opera verdiana ha rivestito una funzione primaria nell'educazione risorgimentale del Paese. Il soprano Ekaterina Guidanskaya, ha incantato tutti con la sua voce ben timbrata, mostrando un notevole e maturo dominio degli spartiti, che le ha consentito di sfoggiare una ricca varietà di Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 9 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) "sfumature di voce" che ha contribuito a ben delineare, senza forzature, l'impegnativo programma della serata. Il maestro Ermindo Polidori Luciani ha accompagnato con grande sensibilità la Soprano e ci ha offerta una esecuzione perfetta e ricca di personalità nella parafrasi di Liszt sul Rigoletto. Dopo aver messo in luce l'uso sociale dei teatri, la Professoressa Sorba ha affrontato la grande produzione melodrammatica che ebbe un ruolo decisivo nella diffusione dell'immaginario nazional-patriottico del Risorgimento. Molto interessante, al fine della relazione stessa, la scelta di leggere brani scelti dalle “epistole” del compositore. Nel corso della vita di Verdi, lunga quasi un secolo, l’Italia si trasforma da paese soggiogato al dominio straniero in uno stato unificato indipendente, desideroso di far parte delle grandi potenze europee. ll Risorgimento, le lotte per l’unificazione d’Italia, non potevano lasciare indifferente l'animo del compositore come riscontriamo in Nabucco, I Lombardi, Attila e Macbeth. Nell'Ottocento tra le varie forme di musica il melodramma era senz'altro la forma che più godeva del favore del pubblico e suscitava un grande interesse sia nelle persone semplici che negli intellettuali e negli aristocratici. La rappresentazione di un'opera era allora un evento di straordinario interesse: per effetto della sua natura che mette insieme lo spettacolo scenico, la Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 10 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) musica e l’intreccio narrativo spesso commovente, essa costituiva un'occasione unica capace di suscitare vero impeto in un'epoca in cui le possibilità di intrattenimento non erano molte. Per questo molti guardavano al melodramma come a uno dei mezzi più efficaci per far conoscere le nuove idee di libertà, di indipendenza e di amor di patria. Le opere che Giuseppe Verdi scrisse tra il 1842 e il 1849 avevano tutte una forte componente patriottica e vennero tutte accolte dall'entusiasmo del pubblico. Le arie e i cori che parlavano ai cuori e alle coscienze, venivano bissati in teatro e cantati nelle piazze, andando in un certo senso a costituire la "colonna sonora" del Risorgimento. Da allora iniziò il mito di Giuseppe Verdi, mito che continua tuttora, perché, come disse il presidente Ciampi in occasione del centenario della morte di Verdi, "se l'Italia divenne una sola nazione lo si deve anche a lui e alla forza del suo linguaggio musicale". Quando Verdi portò Nabucco alla Scala era un giovane di ventinove anni che non presentava particolari velleità patriottiche o sobillatrici. Verdi aveva un unico desiderio, fortissimo e comprensibile: voleva affermarsi artisticamente, ambiva al successo, alla tranquillità economica, all’indipendenza. Perciò quando si ritrovò fra le mani il libretto di Nabucco è inverosimile che si fosse messo a tavolino per progettare un’opera che avrebbe inaugurato il risorgimento musicale italiano. Fu una fortunata combinazione il fatto che il libretto contenesse la storia di un popolo oppresso da un potere straniero. Fu una combinazione il fatto che Verdi potesse rappresentare quest’opera alla Scala, nel più importante teatro italiano, in una delle città dove il movimento liberale si stava animando. Non fu una combinazione la musica travolgente che Verdi seppe imporre a questo libretto, una musica accesa, infiammata, vivida. Era questa la musica dell’anima verdiana ed era perfettamente calibrata per evocare una sentimentalità patriottica. Per chi lo desidera, a breve saranno disponibili brevi filmati della serata. La serata conviviale ha visto presenti: Presiede: Carla Viale Presenti: Gian Piero Barone, Michele Bellin, Marco Bonini, Andrea Bruni, Carlo Camisetti, Paolo Castangia, Roberto Castanini, Giovanni Cecconi, Edmondo Fresia, Giorgio Fuselli, Nicoletta Garaventa, Corrado Giglio, Enrico Gotelli, Carlo Iachino, Lorenzo La Terra, Mauro La Luce, Andrea Lovisolo, Alberto Marconi, Donatella Mascia, Rosanna Muratori, Adriana Parodi, Annamaria Parodi, Michele Troilo, Pietro Vassallo, Mario Viano. Ospiti del Club: Dott.ssa Carlotta Sorba, Ekaterina Guidanskaya, Ermindo Polidori Luciani, il Dott. Giancarlo Andrioli e la Sig.ra Elena Botto Visitatori Rotariani: la Dott.ssa Francesca Gullaci De Marini (presidente RC Ge Nord) ed il Dott. Zanardi insieme con la consorte (RC Genova Nord). Ospiti dei soci: Prof. Ferdinando Fasce, Avv. Paolo Sommella, l'Arch. Enrico Pinna, le Sigg.re Elda Camisetti, Ivana Saio, Chiara Marconi, Ester Minetti, Flavia De Andrè. 26 Soci effettivi presenti 16 ospiti Percentuale di presenza: 41% Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 11 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Riunione Conviviale Mercoledì 27 novembre Serata caminetto ospiti di Pietro e Antonella. Casa Vassallo Resoconto della conviviale di Serena Bagliano. L'accoglienza è un'apertura: chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno con lui. Pietro ed Antonella sono stati dei padroni di casa eccezionali ed hanno spalancato le porte di casa loro a tutto il club. La moglie del nostro tesoriere ha allestito una cena da vero gourmet, senza lasciarsi intimorire in alcun modo dal numero dei presenti. Mentre la temperatura esterna incominciava a farsi sentire nella sua rigidità, tutti i soci hanno potuto apprezzare il calore che si respirava durante la serata, un calore dettato dalla amicizia e dalla voglia di stare insieme. Al termine della cena la signora Antonella ha allestito, per il piacere di tutti, un piccolo “circolo letterario”, facendo dono ad ognuno del libro "Sestante", raccolta di poesie di Guglielmo Bianchi. In maniera ricca di riferimenti al contesto storico/culturale e al tempo stesso colloquiale la signora Antonella ha descritto la vita dell'artista ligure, pro zio di Pietro. Suo padre capitano di nave e armatore aveva realizzato una notevole fortuna in Argentina dove era emigrato nella seconda metà dell’Ottocento. Laureatosi in Giurisprudenza a l’Università di Urbino divide la sua residenza tra Lavagna e Genova dedicandosi in modo particolare oltre che alla pittura alla lettura e alla poesia. Nel dicembre del 1923 pubblica Sciamiti il suo primo di versi. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 12 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Le sue prime esperienze pittoriche risalgono alla fine degli anni ’20. In questo periodo nascono i suoi strettissimi legami di amicizia con alcuni artisti liguri: i fratelli Oscar e Fausto Saccorotti, gli scultori Martini e Messina, i pittori Solari, Peluzzi, Rambaldi, Salietti, Lionni Rodocanachi con la moglie Lucia, animatrice di un raffinato salotto letterario a cui sarà legato da una affettuosa amicizia e da un lungo rapporto epistolare. Nel 1930 approfondisce i suoi studi artistici attraverso lunghi soggiorni parigini. La sua pittura ancora incerta e influenzata dall’adesione al gusto di Novecento muta sostanzialmente, si arricchisce di vigore espressionista e di personalità. Gli anni fra il 1930 e il 1935 sono quelli della maggiore e migliore intensità creativa. E’ presente con continuità dal 1929 al 1935 nelle diverse Esposizioni Sindacali allestite annualmente a Genova. Risale al 1931 la sua prima mostra personale presso la Galleria Valle di Genova con Rambaldi e Saccorotti dal titolo “3 pittori moderni”. Nel 1933 espone alla Sindacale Nazionale di Firenze e nel 1935 alla Quadriennale di Roma. Nel ’33 presenta una sua personale alla Galleria Vignon di Parigi. A Parigi stringe nuove amicizie con De Pisis, Fini, Tamburi, Giorgio De Chirico e Alberto Savinio. Nel 1936 viene invitato alla XX Biennale di Venezia dalla quale poi verrà escluso. Nel ’38 lascia l’Italia per Buenos Aires e ritorna in patria a Lavagna nel giugno del 1947 dedicandosi alla pittura fino alla morte. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 13 ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Ed al termine della serata ancora una sorpresa: un piccolo omaggio che riscalderà ed illuminerà le sere natalizie. La serata conviviale ha visto presenti: Presiede: Carla Viale Presenti: Michele Bellin, Marco Bonini, Andrea Bruni, Stefano Bruschetta, Carlo Camisetti, Francesco Capone, Paolo Castangia, Giovanni Cecconi, , Teresa De Toni, Edmondo Fresia, Giorgio Fuselli, Paola Gazzano, Corrado Giglio, Enrico Gotelli, Andrea Lovisolo, Marco Malaspina, Cristina Manicardi, Anna Maria Panfili, Adriana Parodi, Anna Maria Parodi, Rosalba Romeo, Salvatore Sarpero, Flavio Tonelli, Tiziana Traversa, Pietro Vassallo, Mario Viano. Ospiti dei soci: Dott. Massimo Storace, Dott. Emilio Munari, Dott. Giovanni Facco, e le Sigg.re Clara Bruni, Elda Camisetti, Rosa Cecconi, Franca Fresia, Simonetta Giglio, Anna Tentindo, Matilde Sarpero, Antonella Vassallo e Gina Viano. 27 Soci effettivi presenti 12 ospiti Percentuale di presenza: 42% News del Club: - Tutto il Club è lieto di dare il benvenuto a Lorenzo, il figlio del nostro socio Dott. Stefano Barabino. A lui ed a tutta la sua famiglia un vita ricca di gioia ed amore. - Per le sue nozze, il Club augura alla Prof.ssa Ing. Donatella Mascia, una vita ricca d'amore e felicità. Save the date 2014: - 14 febbraio, visita alla mostra Munch a Palazzo Ducale. - 11 aprile, Carlo Felice Concerto "Wayne Marshall/Bollani" . Ricordiamo che l’IBAN del Club per il versamento delle quote è: IT85N0617501406000001702880 Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°4 – novembre 2013 – pag. 14