Domenica 10 ottobre 2010 SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE FONDATO NEL 1957 POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Esperienze La storia Due giovani serbi a Modena prima dell’Agorà del Mediterraneo In Bolivia per consolidare legami e affetti A PAGINA 17 A PAGINA 14 Il Punto Perché Begum non sia morta invano • nostro tempo D i fronte alla tragicità di fatti come quello avvenuto domenica scorsa a Novi di Modena, dove Begum Shahnaz, pakistana, è stata uccisa a colpi di pietre dal marito perché intervenuta a difendere la figlia Nosheen Butt, a sua volta ridotta in fin di vita dal fratello solo per il fatto di rifiutare un matrimonio combinato, il senso di scoraggiamento e di disillusione sui processi di integrazione può diventare davvero forte. Eppure è proprio lì, sul concetto di integrazione, che occorre insistere, con tenacia, rifiutando ogni tentazione di ritenere fallimentari gli sforzi e il cammino compiuti finora. Sicuramente qualcosa è mancato, certamente occorre affinare strumenti e modalità, forse anche ripensare il tipo di approccio ad una questione, l’integrazione appunto, non più eludibile né etichettabile come “un qualcosa” del quale si può fare a meno. Difficile dire quali strade intraprendere; più facile dire quali lasciare decisamente perdere. Tra queste, sicuramente quegli atteggiamenti di paura e di chiusura, forse in un certo senso inevitabili, a caldo, di fronte ad una violenza inspiegabile e ancor più assurda, se possibile, come è quella che si scatena verso i propri familiari. A mente fredda, però, ragionare sul fatto che diffidenza e ostilità nei confronti di chi vive in condizioni diverse e lontane anni luce dalla nostra sensibilità non portano da nessuna parte, è già un primo passo per individuare strade alternative. Si, ma quali? Certamente la voglia di emancipazione e di libertà che le donne immigrate spesso manifestano, la stessa che ha condotto la madre di Novi a immolarsi per la figlia, è un elemento sul quale fare leva, costruendo magari reti amicali e di solidarietà come spesso solo il mondo femminile riesce a costruire. Per molte donne straniere, soprattutto le più giovani, vivere nel nostro Paese può diventare un’occasione di crescita e di emancipazione, impensabile nei Paesi dai quali provengono, da modelli culturali e sociali che negano la loro dignità e libertà. Trovare alleati in queste insopprimibili aspirazioni può diventare essenziale. Se poi prevaricazione e oppressione dell’uomo nei confronti della donna avvengono in nome di una distorta visione della religione e della sua fanatica osservanza, allora anche per la comunità cristiana diventa ancor più urgente far sentire la propria vicinanza, avendo ben presente che quello che si porta nel confronto con le altre religioni è, sostanzialmente, una parola di libertà e di attenzione alle persone, uomini e donne, e alla loro dignità, in qualunque condizione essi vivano. Un modello di incontro ce lo offre Francesco d’Assisi - la notizia dei fatti di Novi si è diffusa nel giorno della sua festa - nel dialogo con il sultano: gli offre una parola di vita, è accolto come uomo dello Spirito e per questa ragione non nasce lo scontro delle armi, ma il confronto tra gli uomini. La strada era tracciata fin dal 1219 e forse non ce ne siamo accorti. Cultura Quando viaggiare significa tornare Cronache da un mondo “perfetto” Anno LIV n° 35 • euro 1 www.nostrotempo.it Nello splendore delle miniature Presentata l’edizione fac simile del Breviario di Ercole d’Este A PAGINA 20 Costruire, con filosofia, i cittadini di domani La filosofia come metodo per affrontare le questioni etiche con i bambini delle scuole d’infanzia: al via a Modena il progetto “Piccole ragioni” I • STEFANO MALAGOLI n tempi come quelli attuali, sentir coniugare il concetto di infanzia con il termine “etica” (parola della quale pare si sia spesso persa traccia non solo nella riflessione, ma purtroppo anche nell’agire quotidiano di molti, a iniziare da chi è chiamato istituzionalmente a rappresentare il nostro Paese), non può che procurare una grande soddisfazione, capace di aprire il cuore alla speranza per il futuro. Per questo motivo il progetto “Piccole ragioni. Filosofia con i bambini” ideato dalla Fondazione Collegio S.Carlo in collaborazione con l’assessorato all’Istruzione del Comune di Modena, appare come una felice intuizione perché intende mettere in atto un lavoro pluriennale con i bambini (età 3-6 anni) delle scuole d’infanzia modenesi che abbia finalità educative attraverso la valorizzazione del ruolo del sapere filosofico, in modo particolare nell’analisi di questioni etiche sulle quali i bambini hanno già idee e rappresentazioni. La filosofia intesa dunque non come materia d’apprendimento o sapere in sé, bensì come modalità di approccio allo sviluppo educativo dei bambini; in altre parole un mezzo, o uno speciale punto di vista, per giungere alla formazione di idee e conoscenze soprattutto in ambito etico. Il progetto prende il via con l’anno scolastico 2010-2011 e per i prossimi mesi si concentrerà sul tema del bene e del male, per poi affrontare, nei prossimi anni, altri concetti che fanno riferimento al vivere insieme come, ad esempio, l’amicizia, la giustizia, l’umanità, il rispetto delle regole; tutte questioni eti- zo capace di pensare sarà anche un cittadino libero di scegliere”. Le scuole d’infanzia comunali che hanno aderito al progetto “Piccole ragioni” sono tredici (le scuole Anderlini, Cimabue, Costa, Edison, Forghieri, Marc o - che sulle quali i bambini hanno già idee e rappresentazioni e sulle quali il progetto intende insistere ulteriormente. “Mi piace pensare - dichiara Roberto Franchini, presidente della Fondazione San Carlo - che questa sia un’iniziativa di educazione civica e civile, prima ancora che culturale. Un ragaz- ni, Modena Est, Saluzzo, S.Damaso, S.Pancrazio, S.Remo, Villaggio Giardino, Villaggio Zeta). Dopo un primo percorso di formazione rivolto alle insegnanti e basato su una serie di incontri con filosofi e pedagogisti allo scopo di approfondire criticamente il tema, verranno messe in atto, in autonomia e con modalità diverse e liberamente scelte dalle singole scuole, le attività didattiche Nelle singole classi, le insegnanti faranno ricorso agli strumenti tipici del lavoro con i bambini, come l’espressione grafico-pittorica, il racconto narrativo, la drammatizzazione. “Si può educare una persona all’autonomia, al sapere, e lo si fa – spiega Alfonso M.Iacono, docente di Storia della filosofia all’Università di Pisa e membro del Comitato scientifico della Fondazione San Carlo, intervenuto martedì 5 ottobre a Modena per l’avvio ufficiale di “Piccole ragioni” - non offrendo soltanto dei contenuti, ma una mentalità che sia capace di filtrare e governare questi contenuti in arrivo. Il che è molto più importante dell’informazione, specialmente oggi, in un’epoca in cui i dati d’informazione sono troppi, sono eccedenti, e il vero destino dell’autonomia del cittadino si gioca nella capacità di saper filtrare”. Una formazione, dunque, che inizia già, anche a livello etico, sin dall’infanzia e che sta alla base del progetto che parte a Modena in questi giorni. Un’ultima annotazione: nel momento in cui anche la Chiesa italiana e con essa pure la nostra comunità diocesana di Modena-Nonantola, intraprende un cammino decennale, serio e impegnativo, sul tema dell’educazione, trovare compagni di viaggio con i quali condividere la fatica ma anche la gioia di questo percorso, è sicuramente motivo di grande soddisfazione e di speranza in aiuti e sostegni reciproci. A pag. 3 2 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Politica In Provincia approvato un documento sulle ricadute della manovra del Governo sugli enti locali “La certezza: i tagli” A “ nziché rilanciare lo sviluppo per far uscire il Paese dalla crisi, la manovra del governo impone agli enti locali una politica di pesanti tagli, e le conseguenze ricadranno sui cittadini”: parte da questa premessa l’ordine del giorno presentato la scorsa settimana in Consiglio provinciale dal presidente dell’Amministrazione provinciale Emilio Sabattini e approvato con il voto favorevole di Pd, Idv, Udc e il voto contrario di Pdl e Lega scorsi. Per il trasporto pubblico locale, il calo delle risorse sarà almeno del 15 per cento, e superiore al 50 per cento per le ferrovie regionali”. La conseguenza sarà “una riduzione del numero di corse, penalizzando gli studenti e le loro famiglie”. Per quanto riguarda l’agricol- Analisi sulla crisi, con distinguo La sintesi del dibattito consiliare N Parola Riflessioni sulla “E gli altri nove dove sono?” (Lc 17, 11-19) S G.G. tupisce la scarsa…resa dell’azione miracolosa di Gesù: tutti invocano, tutti vengono guariti, uno solo si accorge di chi sta all’origine della guarigione e torna indietro lodando Dio a gran voce, e si porta davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. “E gli altri dove sono?”. C’è una difficoltà radicale, per l’uomo, al ringraziamento. Molto spesso i nostri sono ringraziamenti e sorrisi formali, per non dire ipocriti. Difficilmente siamo disposti a riconoscere di essere bisognosi – destinatari quindi di doni, quelli di Dio, inestimabili, e del dovere-necessità di dire grazie. Facciamo fatica a renderci conto da chi può venire la salvezza: un po’ siamo…ciechi, un po’ non vogliamo riconoscere dipendenze, anche da Dio. Eppure il bisogno c’è, non è immaginario: i dieci lebbrosi sono in qualche modo l’immagine dell’umanità sofferente. Occorre la guarigione, la salvezza. E il dono che Dio fa è grande: una vita sanata, piena, che toglie dall’esclusione, dall’ emarginazione. E’ la risposta vera, unica al bisogno dell’uomo. La guarigione dei lebbrosi è parabola di questo dono, una parabola eloquente. Solamente lo straniero, l’eretico, il samaritano, riconosce da chi è venuta la guarigione. Proprio colui che, apparentemente, aveva tutti i motivi per non comprendere. Ritorna sui suoi passi, loda Dio: “Si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”. Lo riconosce come il suo salvatore, lo ringrazia. E’ l’atteggiamento di uno che ha una fede adulta: ha una consapevolezza matura, ringrazia con tutto se stesso, viene riconosciuto da Gesù come credente. E a lui Gesù indirizza parole che hanno il sapore della missione: “Alzati e và!”. Adesso che hai preso coscienza della tua fede, adesso che per questa fede sei stato salvato, fatti portatore di questa salvezza agli uomini nella cui compagnia vieni riammesso. Si tratta di un processo molto significativo: dalla guarigione piena, all’impegno per la guarigione di tutti. Dalla felicità personale, alla partecipazione di tutti ad una vita felice. Nord. Ad oggi le conseguenze dirette dei tagli operati con la manovra per quello che riguarda il territorio modenese sono stimate in 79 milioni di euro in meno nel 2011 e 102 milioni nel 2012. “Solo per quanto riguarda la Provincia di Modena - prosegue il documento - il taglio ai trasferimenti si traduce i n tre milioni e 480 mila e u ro in p i ù c h e l ’e n t e dovrà tra- Emilio Sabattini Presidente della Provincia di Modena sferire allo Stato nel 2011, e cinque milioni e 777 mila euro nel 2012». Già nel 2010 la Provincia ha trasferito allo Stato cinque milioni e 400 mila euro: “è il federalismo alla rovescia”, recita l’ordine del giorno. ll presidente dell’amministrazione provinciale, illustrando alcuni esempi, ha quindi spiegato che “questo significa dover tagliare servizi e non finanziare tutti i programmi che avevano caratterizzato l’azione della Provincia negli anni tura, “i minori trasferimenti alla Regione per oltre 30 milioni di euro comporteranno l’azzeramento degli aiuti per il credito agli agricoltori, ricerca, sperimentazione, innovazione, promozione delle eccellenze agroalimentari”. Conseguenze pesanti anche per formazione professionale e politiche del lavoro. “Rischiamo di avere nei prossimi tre anni oltre 10 milioni di euro in meno per le politiche attive. L’impatto - spiega ancora Sabattini riguarda in particolare i corsi per lavoratori e disoccupati, che si ridurrebbero del 50 per cento, e avrà un impatto negativo anche sul sistema formativo. Questa riduzione, particolarmente grave in un momento di crisi economica e occupazionale, deriva dal fatto che una parte consistente dei fondi europei sono stati utilizzati per gli ammortizzatori sociali in deroga, senza che la Finanziaria abbia in alcun modo previsto delle compensazioni”. Nell’aprire il dibattito sul documento, il presidente dell’ente di viale Martiri aveva rivolto un appello “agli altri soggetti che sono decisivi per la crescita del territorio: dalle associazioni economiche alla Camera di Commercio, dalle Fondazioni bancarie al sistema del credito locale. Le istituzioni si assumono la responsabilità di partecipare al risanamento del Paese, ma anche a loro chiediamo di concorrere a questo processo, ripensando spese, finanziamenti e interventi in modo integrato con il sistema delle autonomie locali e sostenendo le politiche di sviluppo strategico per il territorio”. el corso del dibattito consiliare Fabio Vicenzi (Udc), pur riconoscendo “un aspetto positivo della manovra, cioè l’aver assicurato stabilità ai conti pubblici”, ha evidenziato come questa “non distingua tra la spesa improduttiva e quella necessaria e riduca in modo indiscriminato le risorse agli enti locali, penalizzando quelli virtuosi. La Provincia ha deciso di fare delle scelte e va aiutata a scegliere bene». Matteo Malaguti (Pdl) ha spiegato che “la manovra del governo è coerente con quanto richiesto dall’Europa ed è un provvedimento di lungo respiro che intacca un apparato pubblico fonte di inefficienze e sprechi non più giustificabili”. Di parere opposto Roberto Vaccari (Pd) per il quale “il governo si è distinto per la profonda inadeguatezza della risposta a una crisi che ha generato una questione sociale anche nel nostro territorio”. Denis Zavatti (Lega Nord) si è detto invece “deluso dall’ordine del giorno di una maggioranza in grave difficoltà a formulare idee e proposte. La manovra - ha aggiunto - taglia gli sprechi e questa non è antipolitica, ma politica giusta e concreta. Per Luca Gozzoli (Pd) “la manovra effettua tagli draconiani in proporzioni enormi ai servizi erogati dal pubblico. Ne sopportano il peso soprattutto gli enti locali che però devono dare risposte alle famiglie e ai soggetti più deboli che, in attesa della lenta uscita dalla crisi, rimangono stritolati”. Giudizio condiviso da Sergio Pederzini (Idv), che ha parlato di “un provvedimento senza riforme strutturali mentre il Governo, invece di confrontarsi, è solo capace di mettere la fiducia”. Bruno Rinaldi (Pdl) ha fatto notare che “le Regioni possono rimodulare la spesa e stabilire dove andare a incidere. E’ una manovra ovviamente difficile a causa della crisi, di cui peraltro il governo ha sempre tenuto conto”. Davide Baruffi (Pd) ha parlato invece di “manovra senza efficienza e, soprattutto, senza riforme, che non chiede nulla a chi ha creato grandi patrimoni finanziari”. Al contrario, Stefano Corti (Lega Nord) ha sottolineato come “si dimentichi la disuguaglianza sociale creata da aiuti provinciali che vanno a svantaggio dei modenesi e a vantaggio degli stranieri”. Ennio Cottafavi (Pd) si è detto “d’accordo sul principio del rispetto dei parametri comunitari, ma non sulle scelte adottate, che penalizzano gli enti virtuosi” costringendoli a tagliare servizi”. Patrizia Cuzzani (Idv) ha puntato l’accento “sul taglio del 50 per cento dei fondi per la cultura”, sottolineando il rischio di una “diminuzione dell’offerta e le ricadute negative sui lavoratori del settore”, mentre Monica Brunetti (Pd) si è chiesta “quali saranno le ripercussioni sulla possibilità per le donne di conciliare lavoro di cura e professione, e quindi quali riorganizzazioni sociali si imporranno”. Per Mauro Sighinolfi (Pdl) “la manovra colpisce gli enti locali, ma a volte nelle difficoltà si scoprono peculiarità e capacità inespresse: questa può essere una sfida per gli enti locali a rinnovarsi e a diventare più efficienti”. Marina Vignola (Pd) ha messo invece in evidenza i tagli alla ricerca e all’Università “che ridurranno la qualità nei servizi e nella didattica oltre a causare un aumento delle tasse universitarie”. Di scuola ha parlato anche Giorgio Siena (Pd), osservando che “la crisi ha evidenziato come sapere, competenza e lavoro siano direttamente collegati tra loro, e quindi vanno sostenuti”. Dante Mazzi (Pdl) invece ha difeso l’opera del governo “che ha affrontato una crisi globale e severa nei tempi e nei modi giusti. Il vero investimento sulla famiglia sono gli aiuti concreti per le imprese come l’accesso al credito”. Claudia Severi (Pdl) ha aggiunto che “gli enti pubblici sono chiamati a fare scelte di bilancio pesanti, ma è l’ente che sceglie dove tagliare, quindi bisogna individuare le priorità e salvare i servizi essenziali”. Nella replica il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha invitato l’intero Consiglio a “collaborare in modo costruttivo alla definizione delle priorità che dovranno caratterizzare il bilancio di previsione 2011”. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 3 Bambini Filosofi fin da piccoli Fondazione S.Carlo e assessorato all’Istruzione del Comune di Modena insieme per il progetto “Piccole ragioni” I l progetto “Piccole ragioni. Filosofia con i bambini”, che si svolge da ottobre 2010 a febbraio 2011 proposto da Fondazione S.Carlo e assessorato all’Istruzione del Comune di Modena, non è il primo che viene attuato a livello nazionale ed internazionale. Esistono infatti già diverse esperienze e pratiche di filosofia con i bambini che hanno elaborato talvolta rigidi protocolli o, in altri casi, hanno sviluppato empiricamente metodologie plurali sulla base delle singole sensibilità individuali. Altrettanto diversa la concezione della filosofia utilizzata come base del lavoro didattico ed edu- Davanti allo cativo: la filosofia come introduzione alle pratiche democratiche, come ricerca della verità, come costruzione di un’argomentazione in secondo piano rispetto allo sviluppo dell’intelligenza cognitiva e al riconoscimento delle emozioni. “Lo scopo del nostro progetto – dichiara Carlo Altini, direttore scientifico della Fondazione San mune, sviluppando un tipo di approccio critico. In questo processo la filosofia diventa uno strumento capace di dare il proprio contributo insieme ai canali comunicativi più vicini al bambino come le attività grafiche e l’invenzione di racconti o la drammatizzazione”. Alla fine dell’anno scolastico, a conclusione delle at- con questo progetto - aggiunge Adriana Querzé, assessore all’Istruzione del Comune di Modena intendiamo scommettere sulle loro e le nostre intelligenze, fidandoci della capacità dei piccoli di guardare Roberto Franchini Alfonso Iacono logica o come forma di avviamento alla conoscenza scientifica. Meno sviluppato, invece, è stato il lavoro educativo con i bambini attraverso la valorizzazione del ruolo del sapere filosofico nell’analisi delle questioni etiche e, allora, è proprio su questo terreno che intende muoversi il progetto “Piccole ragioni”. Presupposto del progetto è infatti la convinzione che nello sviluppo conoscitivo del bambino vi sia uno spazio, talvolta trascurato, relativo alla conoscenza etica, spesso lasciata Specchio Gli alberi ci parlano D • a cura di don nardo masetti a sempre l’albero ha esercitato sugli uomini sensazioni di mistero e di sacro, e il bosco è stato il primo luogo di preghiera. Non c’è forse attinenza fra le grandi cattedrali gotiche e la foresta? Il poeta indiano Tagore diceva che gli alberi sono lo sforzo della terra per parlare con il cielo e Cechov ha scritto che un pezzo di musica e un albero hanno qualcosa in comune: l’uno e l’altro sono creati da leggi egualmente logiche e semplici. Noi, uomini del terzo millennio, davanti agli alberi passiamo via in fretta, quasi senza guardarli, senza conoscerli e senza sentire le loro voci; eppure ognuno di essi ha un aspetto diverso e, messi insieme, formano una foresta. Se un albero ha vita limitata, come tutti gli esseri viventi, la foresta non ha tempo: si rinnova, si ritira, si espande, rinasce e muta nelle ere come muta il clima. Essa è anche la vita della terra: senza la foresta la nostra Terra sarebbe materia inerte nel cosmo. Noi, uomini che ci riteniamo padroni e potenti, usiamo la foresta senza riguardo, sfruttandola per il nostro egoismo. Allora: quando andiamo per i boschi, stiamo in silenzio ad ascoltare le voci degli alberi (sono tante e fanno un coro al Creatore); siamo rispettosi nel nostro andare, perché è come essere in un grande tempio... un luogo dove il pensiero si può raccogliere e sviluppare in meditazioni sulla vita, sulla bellezza del creato, sulla nostra fuggevole esistenza. Mario Rigoni Stern scrittore Adriana Querzè Carlo consiste nello sviluppo, da parte del bambino, di una riflessione su questioni di carattere etico che appaiono spesso scontate, in questo caso, per l’anno scolastico 2010-2011, il rapporto tra il bene e il male. Una maggiore attenzione alle questioni etiche dovrebbe infatti favorire la nascita di una prima consapevolezza critica da parte del bambino riguardo alla vita in comune, in modo da interiorizzare valori necessari al rispetto degli altri e delle regole. C’è bisogno di riflettere su alcune paroloe chiave della nostra vita co- tività, è prevista una riflessione pubblica sui percorsi sviluppati nelle diverse scuole, così da far conoscere i livelli di apprendimento raggiunti dai bambini e nel medesimo tempo rendere disponibili ad altri le esperienze vissute. “I bambini sono filosofi nel senso che pongono domande: il mondo con altri occhi e della capacità degli adulti di creare le condizioni indispensabili per dar spazio alla creatività e al pensiero divergente Un progetto importante quindi, che sa far incontrare la pratica didattica e la ricerca alta, Carlo Altini unico modo per qualificare gli interventi di coloro che si occupano di educazione”. 4 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Esperienze La storia di Nativo, sindacalista assassinato 25 anni fa; quella del comboniano padre Ezechiele Ramin; quella del ‘martire vivente’, don Francesco Cavazzuti • don francesco capponi I l 23 ottobre prossimo la diocesi di Goiás, celebrererá la Romaria dei Martiri, una camminata in memoria di tutti quelli che hanno dato la vita per la causa della giustizia nello spirito del Vangelo. La data é stata scelta perché é il giorno del 25º di morte di Nativo da Natividade, un laico sindacalista che fu assassinato nel 1985 da un killer al soldo di autoritá locali. Una sera davanti a casa sua, a Carmo do Rio Verde. Nella Romaria, peró, saranno ricordati anche altri martiri del Brasile e del mondo. Particolarmente mons. Oscar Romero, ormai canonizzato dalla fede della gente in America Latina; padre Ezechiele Ramin, di cui quest´anno é giá stato celebrato in Italia il 25º di morte, e padre Francesco Cavazzuti, carpigiano, che é il nostro “martire vivo” perché ha perduto tutti e due gli occhi nell´attentato che voleva ucciderlo. Per la celebrazione sono mobilitate dal gennaio scorso la Pastorale della Gioventú e la Commissione Pastorale della Terra. La preparazione é iniziata il 14 marzo, con una messa solenne in cattedrale. Proprio il giorno dell´ingresso del nuovo arcivescovo a Modena, che abbiamo ricordato. Da allora, in diverse parrocchie si celebra una giornata di preghiera ogni 23 del mese. Sulla vita di Nativo vi traduco e riassumo quanto é scritto su un libretto stampato dalla nostra diocesi giá dallo scorso anno. Per noi Nativo é martire, perché in nome di Gesú e per amore al Regno há perso la vita nella lotta contro lo sfruttamento dei braccianti della canna da zucchero e dei mezzadri, e contro il latifondo. Nato nel 1953 in Minas Gerais, Nativo da Natividade emigró in Goiás con la sua famiglia nel 1961, al servizio della Fazenda Rainha da Serra, nel comune di Carmo do Rio Verde che é una parrocchia della nostra diocesi. Quando aveva 14 anni perdette la madre. Nel 1972 si La vita esemplare dei martiri di Goiás sposó con Maria de Fatima Marinelle. Nel 1975, durante un incontro di pastorale, conobbe il nostro vescovo dom Tomás Balduino che, riconoscendo le sue qualitá, lo invitó a dedicarsi alla propria formazione spirituale e all´impegno sindacale per la sua classe di lavoratori rurali. Da quel momento si accese in lui la passione per una societá piú giusta. Avendo doti innate di “lider”, appena quattro anni dopo si presentó come candidato alla presidenza del sindacato dei lavoratori rurali di Carmo. A quel tempo c´era la dittatura militare, e il sindacato era ritenuto al servizio dei padroni piú che dei dipendenti e mezzadri: per questo motivo, Nativo si presentó con un gruppo di opposizione. Perdette le elezioni, ma si ripresentó di nuovo nel 1981 e vinse. Nel frattempo Nativo partecipava assiduamente agli incontri di Vangelo nella sua comunitá rurale e si dedicava all´organizzazione del sindacato anche in altri comuni della diocesi. Il suo contributo fu determinante per la fondazione del primo partito tutto di lavoratori, il Pt, nella regione. Nel giugno 1985 aveva giá formato una equipe fortissima nel campo sindacale, e presentó come candidato alle elezioni il suo amico Adão Rosa, ottenendo una maggioranza del 70%. Il suo sostegno veniva soprattutto dai tagliatori di canna da zucchero, essendo quella una regione di produzione di etanolo per le auto. Sua moglie, Maria di Fatima, lavorava come tagliatrice ed era accanto a lui nel suo impegno sociale. Naturalmente il suo crescente successo nell´organizzazione dei lavoratori dava molto fastidio sia al regime militare che ai potentati locali. Dopo l´ultima vittoria, secondo i familiari e vicini, Nativo presentí che lo avrebbero ammazzato, al punto da cambiare stile di vita. Non bastó. Il 23 ottobre dello stesso anno un killer si appostó dentro a un’auto davanti a casa sua, e quando Nativo uscí di casa lo stese con cinque pallottole a bruciapelo. In quel momento era solo. Quando giunsero i soccorsi era giá morto. Il killer scomparve. I mandanti furono identificati e processati: uno assolto, l´altro condannato a 13 anni (ma attende ancora oggi, in libertá, la sentenza del ricorso), erano i sindaci di Carmo e del vicino paese di Uruana. In seguito il killer confessó, raccontando ogni dettaglio in un libro pubblicato in cui accusa i suoi mandanti, tra l´altro, di non avergli pagato quanto avevano promesso. Lo stesso si puó dire di padre Ezechiele Ramin, comboniano italiano, sul quale cito alcune righe pubbicate da padre Pietro Bracelli, suo collega di missione. “Ezechiele Ramin era prete e voleva essere medico. Venne in Brasile nel 1983, dove si prese a cuore la causa dei lavoratori senza-terra e degli indios nella regione nord del paese, come missionario della Diocesi di Ji-Paraná, in Rondonia. Giunto in Brasile, Padre Ezechiele incontró un percorso giá avviato a favore dei popoli della regione, che si vedevano sempre piú oppressi dai latifondisti che erano stabiliti dai co- lonizzatori che arrivavano per occupare quella regione. Quelli che ricordano la lotta di Padre Ezechiele, dicono che in giovane etá, a 33 anni, trasmetteva loro un entusiasmo pari alla difficoltá da affrontare. “Fu una persona di coerenza, intelligente e impegnato a studiare i problemi del Brasile fin dal suo arrivo dall´Italia”. C´erano cose che davano fastidio profondamente a Padre Ezechiele, come le disuguaglianze sociali, le ingiustizie, l´arroganza di chi tenta di imporsi con le armi o manipolando le leggi. Lottava con veemenza contro questo. “La fazenda in cui morí, giá a quell´epoca, andava oltre i propri limiti e si addentrava nel Mato Grosso. Tutta la dinamica della sua storia riferisce che la sua morte fu in Rondonia, ma i dati piú recenti affermano che fu portato fino a Cuiabá dagli assassini. Era stato sconsigliato ad andare fino a quella fazenda perché era pericoloso. Egli ascoltó senza dire nulla, ma i suoi colleghi udirono, un giorno prima della sua morte, il rumore del motore della sua jeep. Cosí, egli si allontanó da casa e andó. Verso le 12 del giorno 24, giunse la notizia della sua morte”. Non é diversa la storia di padre Francesco Cavazzuti, prete Fidei Donum della diocesi di Carpi. Giunto in Brasile nel 1969, don Francesco, per il suo coraggio, aveva giá conosciuto i rigori del Regime Militare e l´arroganza dei latifondisti nel 1971, quando gli fu decretata l´espulsione immediata per avere registrato e pubblicato le interviste a una ventina di piccoli proprietari rurali della sua parrocchia ( Jussara), costretti da un potente latifondista a vendergli la terra a prezzo ridicolo. L´espulsione non fu eseguita grazie all´intervento pubblico dei Vescovi di Goiás, che pubblicarono un documento forte di denuncia. Tuttavia don Francesco si trovó per 15 anni nell´impossibilitá di visitare la sua famiglia: se fosse uscito dal paese non lo avrebbero piú lasciato entrare. Nel 1987 don Francesco prese decisamente le difese di un gruppo di lavoratori rurali che lavoravano da tempo immemorabile terreni demaniali senza rogito, nella sua nuova parrocchia di Sanclerlandia. I latifondisti dei dintorni, praticando quella che é chiamata “grilagem”, cioé falsificazione di carte per ottenere la proprietá di terre di nessuno, si erano impossessati di quei terreni e minacciavano i contadini perché se ne andassero. Don Francesco arrivó al punto di chiedere pubblicamente al sindaco, che era a messa, di andarsene perché chi opprime i poveri non deve av- vicinarsi all´Eucaristia. Il 27 agosto dello stesso anno, verso le 8 di sera (al buio), un’auto si appostó accanto ad una casa di campagna in cui don Francesco stava celebrando la messa. C´era una folla numerosa, e la celebrazione era nell’aia sotto tende e lampade improvvisate. Quando terminó, don Francesco prese la sua valigetta e andó verso la sua auto, parcheggiata a poca distanza, per tornare a casa. Passó proprio in fronte, a pochi passi dal killer, che lo aspettava e gli sparó di faccia un colpo con un fucile a pallini. Soccorso immediatamente e sottoposto a ore e ore di operazione alla testa per togliere i pallini, la sua vita fu salva ma gli occhi erano perduti. Dopo un periodo in Italia per cure, don Francesco tornó nella sua parrocchia. Il luogo dell´attentato divenne col tempo meta di pellegrinaggi e celebrazioni, e sul posto abbiamo collocato un cippo su cui é scritta una frase dello stesso don Francesco: “Quí le forze della morte non hanno vinto la vita”. Tanti altri nostri martiri sarebbero da ricordare, ma limitiamoci ad alcuni nomi: Sebastião Rosa da Paz, Vilmar de Castro, padre Josimo Tavares, Tarcísio Satil de Medeiros (di Itaberai), Aleixo da Silva, Benedito Ferraz da Silva, Floriao Cardoso da Silva. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 5 Diocesi Costruire il dialogo Ecumenismo: tre incontri all’Istituto Ferrini A cento anni dall’inizio del movimento ecumenico, che, convenzionalmente, è datato nel giugno del 1910, in occasione dell’Assemblea Internazionale promossa ad Edimburgo dalle Società Missionarie anglicane e riformate, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. C. Ferrini” ed il Consiglio delle Chiese Cristiane di Modena, propongono questo ciclo di incontri per riflettere sul cammino e sul significato del movimento ecumenico. Nel 1902, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli aveva firmato una storica Enciclica, scritta “con spirito nuovo, pieno di carità e solidarietà”. E con quello “spirito nuovo” si sono mossi i primi passi per affrontare la ferita della divisione, semplicemente nel dialogo. Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Modena, si è costituito ufficialmente con la firma dello Statuto, il 15 maggio 2005, da parte di mons. Benito Cocchi, Arcivescovo di Modena-Nonantola, del pastore Massimo Aquilante, della Chiesa Evangelica-Metodista di Bologna e Modena, di padre Giorgio Arletti, Parroco della chiesa Ortodossa di Modena (Patriarcato di Mosca). Il Consiglio è un organismo di incontro e di consultazione, le cui principali finalità sono: testimoniare insieme il vangelo di Gesù Cristo; promuovere nelle Chiese uno spirito di maggiore comprensione e di dialogo; proporre insieme attività ecumeniche e favorire la conoscenza reciproca. Il Consiglio delle Chiese Cristiane e l’Istituto Ferrini propongono tre incontri per conoscere il cammino percorso e prepararsi alle tappe future. Mercoledì 13 ottobre Paolo Ricca, Pastore valdese, della Facoltà valdese di teologia di Roma, interverrà sul tema: Pastorale della salute “A 100 anni da Edimburgo, a 50 dal Concilio Vaticano II. Risultati e prospettive del movimento ecumenico in ambito protestante”. Mercoledì 20 ottobre Riccardo Burigana, Direttore del Centro Documentazione per l’Ecumenismo di Venezia: “A 100 anni da Edimburgo, a 50 dal Concilio Vaticano II. Risultati e prospettive del movimento ecumenico in ambito cattolico”. Mercoledì 10 novembre Mons. Siluan Span, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Roma: “A 100 anni da Edimburgo, a 50 dal Concilio Vaticano II. Risultati e prospettive del movimento ecumenico in ambito ortodosso-romeno. Gli incontri si svolgeranno alle ore 20.30 presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Beato Contardo Ferrini”, palazzo del Seminario Metropolitano di Modena, in Corso Canalchiaro, 149. Ufficio Biblico A Cesena Dio educa il suo popolo il convegno regionale S i svolgerà sabato 16 ottobre il Convegno Regionale di Pastorale della Salute “La Chiesa con chi soffre. Presenze accanto al malato”, che si terrà a Cesena presso il Seminario Vescovile (via del Seminario,85), a cui parteciperanno anche gli operatori modenesi. Il convegno, proposto dalla Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna e curato dal Centro di Pastorale della Salute della Diocesi di CesenaSarsina, è rivolto agli operatori sanitari, operatori pastorali di associazioni, movimenti e parrocchie, familiari e volontari. Dopo gli arrivi, previsti per le ore 9, l’introduzione di mons. Antonio Lanfranchi. La prima relazione, “La cappellania ospedaliera” sarà di padre Leonardo Taranto, a cui seguiranno testimonianze dei cappellani degli ospedali di Modena, Rimini e Bologna. La seconda relazione, nel pomeriggio, sarà di mons. Walter Amaducci: “Malattia e sofferenza: strada di santità”, con testimonianze di Unitalsi e Volontari della sofferenza. Per l’iscrizione al convegno, contattare il Centro diocesano di Pastorale della Salute entro il 10 ottobre, al numero 059 2133862 il martedì, giovedì e venerdì dalle ore 8 alle ore 12. S i svolgerà sabato 16 ottobre il 9° Convegno biblico diocesano, sul tema “Dio educa il suo popolo”, al Centro Famiglia di Nazareth dalle 9.30 alle 17. Il relatore sarà il gesuita padre Pietro Bovati, insegnante al Pontificio istituto biblico di Roma. Il programma della giornata prevede l’inizio con la preghiera di Lodi, due relazioni nel corso della mattinata, alle 10 ed alle 11, la seconda seguita dal dialogo col relatore. Dopo il pranzo al sacco, alle 15.30 la terza relazione, seguita dal dibattito. La preghiera del Vespro alle 17 chiuderà la giornata. Il programma per un anno C Diocesi Domenica 10 ottobre ore 16 al CFN Per mano nel deserto ritiro per sposi e famiglie Martedì 12 ottobre ore 9.30 in Seminario Corso biblico Mercoledì 13 ottobre ore 20.30 al Ferrini Incontro ecumenico con il pastore Ricca Giovedì 14 ottobre ore 9.30 in Seminario Giornata sacerdotale Sabato 16 ottobre ore 9.30 al CFN Convegno biblico ore 17 in Seminario Ritiro ragazzi II/V superiore (fino a domenica pomeriggio) Agenda del Vescovo Domenica 10 ottobre Ore 8.30 a Gesù Redentore S. Messa per l’Ass. Nazionale Mutilati del lavoro ore 11 a Santa Rita Celebrazione della Cresima Ore 17 a Cittanova Ingresso del nuovo parroco Lunedì 11 ottobre ore 8.10 in S. Antonio S. Messa per gli studenti delle superiori del Sacro Cuore ore 20 a Formigine Presentazione della lettera pastorale Martedì 12 ottobre Al mattino a Reggio Emilia Inizio anno scolastico dei seminaristi ore 17.30 al San Carlo Partecipa all’incontro Mercoledì 13 ottobre ore 20.30 al Ferrini Apertura dell’anno accademico dell’ISSR Ufficio Ministeri ome di consueto, anche per il prossimo anno pastorale i responsabili della formazione dei diaconi permanenti, dei lettori e degli accoliti hanno previsto una serie di appuntamenti e di incontri. Per i diaconi la formazione permanente inizia con l’abituale corso di aggiornamento residenziale e con il ritiro di inizio anno presso Santa Maria di Mugnano. Nel corso dell’anno sono previsti, oltre ai ritiri di Avvento e di Quaresima, appuntamenti mensili di approfondimento della Parola del Signore. E’ programma- Agenda della ta anche una celebrazione Eucaristica presieduta dal Monsignor Arcivescovo con la partecipazione delle famiglie dei diaconi. L’anno pastorale si chiuderà, poi, con gli esercizi spirituali. Per gli accoliti e i lettori il calendario prevede, oltre al ritiro di inizio d’anno assieme ai diaconi, il consueto ritiro di Quaresima e una serie di incontri di conoscenza e di approfondimento delle Lettere di san Paolo. Per i ministri straordinari della Comunione Eucaristica sono previsti due ritiri che gli stessi vivranno nei tempi forti dell’anni liturgico. Giovedì 14 ottobre ore 9.30 in Seminario Giornata sacerdotale ore 20.30 a Casola Presenta la lettera pastorale al Vicariato del Dragone Venerdì 15 ottobre Ore 8.10 in S. Antonio s. Messa per gli studenti di scuola media inferiore del Sacro Cuore ore 16 a Reggio Emilia S. Messa in onore di don Prandi Sabato 16 ottobre ore 17.30 a Bomporto Celebrazione della Cresima Domenica 17 ottobre ore 9.15 a San Giovanni Bosco Celebrazione della Cresima ore 11.15 a Baggiovara Celebrazione della Cresima Ore 16 a San Faustino Celebrazione della Cresima 6 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Musica Andrea Cortesi, organizzatore dei due concerti del coro di artisti filippini, parla di come è nata l’idea di ospitare questi big della musica corale e i motivi dell’ottima riuscita delle due tappe modenesi • Luca Beltrami M odena ha avuto il privilegio di ospitare lunedì 4 e martedì 5 ottobre, rispettivamente al Collegio San Carlo e in Duomo un coro di livello mondiale, The Philippine Madrigal Singers. Abbiamo raccolto la testimonianza di Andrea Cortesi, colui che ha organizzato l’evento nella chiesa di San Carlo, che ci ha spiegato non solo la genesi del’iniziativa, ma anche quali risvolti ha avuto. Innanzitutto si aspettava un successo del genere? Sinceramente sì, mi aspettavo un certo riscontro, perché i Philippine Madrigal Singers si erano già esibiti nel Duomo di Modena nel Istituto diocesano di musica sacra: un corso per avvicinarsi allo strumento “principe” usato nella liturgia D opo il corso di animatore musicale della Liturgia, già presentato in precedenza, trattiamo ora un altro corso, anche questo considerato cardine nella proposta didattica dell’Istituto Diocesano di Musica Sacra della nostra arcidiocesi. Si tratta del corso d’organo. La Chiesa ha più volte ribadito la centralità dell’organo nel servizio ai sacri riti. Pur ammettendo – con le dovute cautele - altri strumenti, considera l’organo lo strumento “principe” della musica sacra. “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, […], il cui suono è in grado di aggiungere una notevole grandiosa solennità al- Philippine Madrigal Singers, molto più di uno spettacolo maggio del 1994 e nel 1996 al Teatro Comunale e in entrambe le occasioni il successo era stato grande. Inoltre per pubblicizzare il concerto nella chiesa di San Carlo ho puntato sui cori di tutta la provincia e non solo, una pubblicità mirata che coinvolgesse soggetti che già in partenza potessero avere una sensibilità musicale tale da poter apprezzare in pieno questo tipo di musica. Come è nata l’idea di chiamare The Philippine Madrigal Singers? Daniele Bononcini (direttore della cappella musicale del Duomo, ndr) mi ha contattato nel maggio scorso per chiedermi se i Philippine Madrigal Singers erano disponibili per alcune date in Duomo, dopo aver ascoltato alcune cassette che gli avevo prestato. A quel punto ho chiesto alla loro referente per l’Italia, che mi ha confermato la disponibilità del coro proprio nel periodo che interessava a Bononcini. E’ stata una vera fortuna, perché il coro filippino ha deciso di fare un tour in Italia in occasione del ritiro di un premio ad Arezzo. Visto che c’era la possibilità di inserire anche una o due date in più, ho proposto a don Federico Pigoni della Città dei Ragazzi di organizzare un concerto per raccogliere fondi per la costruzione del nuovo centro giovanile all’interno della Cdr. Attraverso il contributo di alcuni sponsor e il sostegno del Comune siamo riusciti ad otte- nere la sicurezza economica che ci ha permesso di fare il concerto in San Carlo. Oltre a quello musicale, che è stato molto apprezzato, quali altri aspetti rendono positiva e da ricordare questa esperienza? Conoscere l’organo a canne le cerimonie della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti” (Istituzione Sacrosanctum Concilium, n.120). Sembra che l’importanza attribuita allo strumento sia stata compresa nella nostra diocesi: sono numerosissime le chiese che hanno a disposizione ed usano regolarmente organi a canne nuovi o restaurati. Anche gli organisti sono davvero molti. L’Istituto Diocesano negli ultimi anni ha espanso la propria offerta didattica. La richiesta di allievi ha portato ad avere tre classi, con altrettanti insegnanti. Ogni anno tutte hanno lavorato al massimo della propria capienza. L’Istituto offre due tipologie di corsi: uno triennale, di organista accompagnatore, che concentra la propria attenzio- ne soprattutto sull’acquisizione delle capacità necessarie per accompagnare il canto durante le celebrazioni. Oltre a queste specifiche competenze, gli allievi imparano a suonare in modo appropriato anche qualche piccolo pezzo per organo solo, tratto dal repertorio classico di musica sacra per lo strumento. Per chi invece desidera approfondire maggiormente lo studio dell’accompagnamento, e prepararsi per sostenere anche qualche piccolo “concerto”, seppur in forma di meditazione spirituale, con esecuzioni di opere organistiche più importanti, c’è la possibilità di frequentare il corso di organista liturgico, di durata quinquennale. Sono diversi gli studenti che poi – completati i corsi ordinari – hanno chiesto di poter approfondire le proprie competenze, proseguendo oltre il quinquennio la loro formazione. Diversi nostri studenti hanno continuato con gli studi presso i Conservatori di musica, conseguendo il diploma del corso decennale di organo principale. Anche per questo corso la diocesi offre ad ogni parrocchia la possibilità di far studiare gratuitamente un proprio operatore. Il corso è fruibile davvero da tutti. Non si presuppongono esami o test attitudinali d’ingresso. Informazioni ed iscrizioni lunedì, martedì e mercoledì alle ore 15-17, viale Caduti in Guerra 197 – Modena. Tel. 059.230227 www.idms-modena.it e-mail: [email protected]. Siamo riusciti a fare un’esperienza umana, una di quelle che rimangono nel cuore. Due momenti in particolare sono serviti a creare un legame che andasse oltre la musica. Innanzitutto, i ragazzi filippini sono stati ospitati a pranzo da alcune famiglie dei componenti della cappella musicale de Duomo, e si è creata così un’amicizia vera e genuina tra queste persone, una testimonianza autentica di integrazione. In secondo luogo, la comunità filippina è stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento e anche questo ha contribuito a fare da ponte alle due culture, quella italiana e quella filippina. Quando avremo la possibi- lità di ascoltare nuovamente The Philippine Madrigal Singers? Certamente il prossimo anno non sarà possibile, perché saranno impegnati per 6 mesi a partire da aprile in tutto il continente americano. D’altronde stiamo parlando di un’eccellenza mondiale, un coro che è riuscito a vincere per due volte, nel 1997 e nel 2007, il Gran premio europeo di canto corale, il più prestigioso concorso corale a livello internazionale. La speranza è che nel 2012 tornino a fare tappa in Italia, così anche chi non era presente in Duomo o al San Carlo avrà l’opportunità di ascoltare le melodie di questi straordinari artisti. Nostro Tempo - Settimanale cattolico modenese Redazione via Formigina, 319 Modena tel. e fax. 059/344885 - [email protected] Curia: tel. 059/2133866 - fax. 059/2133805 Realizzazione e impaginazione: MediaMo – Moka Direttore responsabile: Stefano Malagoli Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Francesca Rossi, Giulia Vellani Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, don Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti Hanno collaborato: Carlo Artioli, Nicola Battilani, don Francesco Capponi, Marco Costanzini, Marco Doldi, Francesco Gherardi, Franco Mantovi, don Nardo Masetti, Maria Elena Mele, Francesco Panigadi, don Gabriele Semprebon Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona) stampato in n° 2700 copie Amministrazione: Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - Modena Registrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57 Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Abbonamento fino a dicembre 2011 Ordinario: 45 € - Sostenitore: 80 € - Dono a nuovo abbonato 35 € Modalità di pagamento: - Conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena - Conto corrente postale n. 14614416 - Nostro Tempo - casella postale 357 Modena 3 - Presso la Diocesi: via Sant’Eufemia, 13 Modena (Ufficio Stampa) - Presso la Galleria Incontro Dehoniana: c.so Canalchiaro, 159 Modena Per informazioni: tel. 059 2133867 il lunedì e il giovedì ore 9-12 [email protected] Pubblicità Contattare MediaMo tel 059/350269 - [email protected] NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 7 Famiglia Una freschissima quarantenne Celebrati al Convegno i 40 anni della Pastorale Familiare in diocesi “ I quarant’anni sono l’età della fruttificazione e della generatività!”. Così don Algeri ha sottolineato questo importante nostro anniversario, che abbiamo voluto festeggiare però non in maniera formale o auto-celebrativa, ma sostanziale. Facendo cioè un passo avanti sulla strada della premura pastorale verso le situazioni di frontiera, con le persone che si trovano a vivere un’inaspettata crisi del proprio matrimonio o sono passate attraverso la sofferenza di una separazione e vanno accompagnate nel trovare un senso spirituale alla propria lacerante vicenda. Eravamo in tanti a far festa insieme al Vescovo Enrico e al Vescovo Antonio. Grandi e piccoli, chi era presente al primo convegno e chi non aveva mai partecipato prima, con i bambini, gli educatori, i nonni che sono stati festeggiati durante l’Eucaristia che è stata il cuore della giornata. Nell’ambito del tema del 40° convegnio sposi, “Quando la famiglia si lacera”, l’intervento di don Edoardo Algeri si è articolato su tre capitoli principali: dall’ascolto delle persone in situazioni difficili o irregolari, Suggerimenti pastorali sgorgati dalla riflessione e dall’esperienza di tante famiglie • Simona Leonelli S e è vero, come è vero, che occorre “pensare tanto per agire tanto”, molte voci nel pomeriggio hanno portato riflessioni, suggerimenti, commuoventi esperienze perché la comunità tutta, con una grande collaborazione (pastorale integrata) possa davvero camminare accanto a queste sofferenze. Qui ricordiamo alcuni spunti suggeriti dalle testimonianze del pomeriggio. - Accoglienza ed ascolto ordinario, nelle parrocchie, avvicinando coppie, genitori dei ragazzi del catechismo, alla considerazione dei punti di riferimento della dottrina e disciplina ecclesiastica, all’incoraggiamento verso le iniziative pastorali sia individuali che comunitarie. La comunità cristiana, nell’ascolto di questi fenomeni in aumento, può incorrere nel rischio della rassegnazione o dell’abbattimento davanti ad un senso di impreparazione, o può, più costruttivamente, riconoscere e diventare consapevole delle sofferenze che si trova davanti, e farsi prossimo, come il Samaritano nella parabola che si prende cura del sofferente, accogliendolo per quello che è, senza discriminazioni. Pensiamo,ad esempio, ai catechisti ed animatori che si trovano davanti ad un 40- 45 % di coppie che portano i figli a catechismo in grave crisi o separate, oppure già divorziate o risposate. Dall’ascolto e l’accompagnamento personale esercitato dagli operatori pastorali, non può che nascere una riflessione pubblica a livello di Chiesa che, come madre, si preoccupa per ciascuno dei suoi figli, e molto di più quando si trovano in pericolo o nel dolore. Diventa vitale per questi nostri fratelli in Cristo, essere re-inseriti in un tessuto comunitario, elaborando iniziative specifiche e l’integrazione in una pastorale ordinaria e parrocchiale, nella quale occorre sviluppare una migliore comprensione delle loro situazioni familiari, dell’opportunità della separazione/divorzio e delle conseguenze morali, spirituali e canoniche di queste situazioni diversissime tra loro, evitando di accomunare tutto e di etichettare le persone e le loro sofferenze, I punti di riferimento da tenere comunque presenti sono nella dottrina e disciplina ecclesiastica, ma non da intendere come una serie di regole imposte con rigidità, quanto come un definire i limiti del campo di gioco, senza i quali la partita non ha più senso, così come la promozione dell’indissolubilità del matrimonio cristiano e le procedure di nullità o scioglibilità sono un servizio della Chiesa alla verità sul matrimonio e al bene dei fedeli. Che cosa fare per e con queste persone? La sofferenza dovuta ad una separazione porta ad atteggiamenti drastici nei confronti della fede: molti riscoprono il valore della preghiera e la presenza di Dio nella propria vita, ma altrettanti trovano serie difficoltà nel trovare un senso spirituale alla propria vicenda lacerante. Le iniziative pastorali sia individuali che comunitarie non possono prescindere da un’attenzione alla persona che prevede un atteggiamento accogliente e non giudicante, che favorisca la stima di sé e le relazioni interpersonali. E’ importante offrire cammini di fede creativi e specifici nei quali la persona possa rielaborare cristianamente il proprio vissuto, riscoprire la sua appartenenza alla Chiesa e celebrare la propria fede in senso comunitario. Riattestare il valore del matrimonio Sacramento pur nella sofferenza, e la integrazione La celebrazione eucaristica è stata forse il punto centrale, il momento culminante di questo Convegno! La presenza di mons. Enrico Solmi, legato a filo doppio con la pastorale familiare di Modena, e ora Presidente della Commissione Episcopale Italiana per la Famiglia e la Vita, ha impreziosito la Giornata. L’omelia ha Don Edoardo Algeri nella comunità del cammino cristiano dei separati e divorziati, facilmente porta risvolti positivi sulla pastorale familiare nel suo insieme, portando chi vive un matrimonio pieno e sano ad apprezzarlo come dono del Signore, e non un dono solamente personale alla coppia, ma alla comunità intera. sottolineato la molteplice attenzione alla famiglia che la Chiesa può avere: verso l’ordinarietà della vita degli sposi, verso i fidanzati, verso quanti sono privati del coniuge perché vedovi oppure per una dolorosa separazione, verso gli anziani, verso le giovani coppie agli inizi del loro percorso….. Per i non- ni, presenti anche per celebrare la loro 6^ Festa nazionale, ha avuto parole speciali, definendoli con gergo calcistico(come gli Angeli Custodi, di cui si celebra la festa il 2 ottobre) coloro che “marcano a uomo” i nipoti, custodendoli con gioia e fatica, aiutando così a fare e rimanere famiglia. A loro sono stati consegnati un fiore e una preghiera, per sottolineare questo sentito grazie! Anche la visita di S.E. mons. Lanfranchi ha illuminato questa mattinata, con le sue parole di saluto e di esortazione a credere e percorrere la via dell’educazione, ad essere sempre più somiglianti in questo al Padre che ci dice “Sei, siete preziosi ai miei occhi”… così come siete, nonostante quello che siete…. L’offertorio ha raccolto e offerto le fatiche e le sofferenze dei molti Sposi separati presenti, unendoli ancor più al Sacrificio del Signore. Quali luoghi, quali gruppi? Info Centro di Consulenza per la Famiglia via Formigina, 319 - 41100 Modena Tel 059/355386 - Fax 059/359655 [email protected] - www.ccfmodena.it Retrouvaille [email protected] - www.retrouvaille.it Luca e Annamaria Ferioli Sulla misura del cuore del Signore Incontri di preghiera e riflessione con separati, divorziati, risposati. Presso il Centro Famiglia di Nazareth Ufficio Famiglia: via S. Eufemia, 13 - Modena Tel 059/2133 845 - Fax 059/2133 807 [email protected] famiglie che normalmente incrociamo stando attenti a non chiudersi in gruppi troppo omogenei solo di sposi, solo di separati…. - Avvio al Consultorio diocesano (CCF) dove trovare ascolto ed accompagnamento professionale e specialistico, senza limiti di nessun tipo; “chi non può parlarne con qualcuno, non è una persona libera…”. - La proposta di percorsi speciali, come Retrouvaille (week end per la ricostruzione di coppia) dove i “guaritori” sono gli stessi “feriti”, che sono esperti perché passati attraverso il deserto della lacerazione. - Il percorso diocesano “Sulla misura del cuore del Signore”, sostenuto affettuosamente dal Vescovo Benito, che da otto anni compie un vero cammino di fede “in cui riscoprire la dignità di essere figli di Dio” ed avviando una lettura provvidenziale di quello che è avvenuto. Tenerne conto nella preparazione al matrimonio, insegnando a gestire i conflitti, a non affrontarli con superficialità o in modo immatu- ro, istintivo, sollevandosi dal chiacchiericcio sommerso che spesso avvolge queste problematiche di “separazioni” o “tradimenti”…e a non svalutare il discorso della separazione: “Tanto c’è di peggio”, “Rifatti una vita…” come i media tendono a fare. Ricordo Ciao Laura E ’ morta domenica, vinta da una grave malattia, Laura Silingardi, moglie di Eros Benassi, insegnante di religione, ex vice direttore dell’Ufficio catechistico e collaboratore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile e Familiare. Nell’affidare Laura alla Misericordia di Dio, ringraziamo Eros per l’amore e la fedeltà che ha dimostrato in questi anni, insieme ai suoi figli Lucia, Nicola e Silvia, esempio luminoso di testimonianza cristiana per tutti noi. 8 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Solidareità Ottobre di novità per la Cooperativa Oltremare con degustazioni e incontri a Modena, Cavezzo e Vignola N • mariapia cavani ovità per la cooperativa Oltremare di Modena: il trasferimento in un nuovo punto vendita, l’apertura dello spaccio soci e due giorni di appuntamenti, non solo in città, insieme ad un produttore di caffè del Nicaragua. Il punto vendita in centro storico si è spostato in Calle di Luca: qui i prodotti del commercio equo e solidale sono abbinati a quelli di filiera corta proposti da Alessio. Contemporaneamente si aggiunge un nuovo servizio: lo spaccio per i soci, un punto vendita e di incontro riservato ai soci della Cooperativa Sociale Oltremare. Sabato 9 ottobre nella nuova sede di Calle di Luca la degustazione “Amaro del caffè… dolce dello zucchero e… tanti biscotti”, per scoprire il piacere di una pausa equo-solidale, con caffè, zucchero, the e biscotti di produzioni equosoli- L’equo solidale amplia l’offerta dali e marmellate e salse della filiera corta di Alessio. Nelle giornate del 14 e 15 ottobre inoltre Oltremare ospita Edmundo Javier Quezada Sobalvarro, produttore di caffè equosolidale con Uca Soppexcca, un’organizzazione di piccoli produttori e produttrici di caffè a Jinotega (Nicaragua). Il programma prevede giovedì 14 ottobre alle 18 a Cavezzo l’incontro con i volontari della bottega; ed alle ore 21 un incontro pubblico sul tema “Il caffè come esempio del commercio equosolidale”. Venerdì 15 ottobre alle ore 17 a Vignola incontro con i volontari e alle ore 18.30 aperitivo in Bottega per soci clienti e amici, A Modena alle ore 20.30 nella parrocchia di San Giovanni Evangelista, in via Diena sio svolgerà la cena equosolidale: il menù è a base di ingredienti delle Americhe; la prenotazione è obbligatoria al numero 3497571353, o via mail [email protected]. Inoltre, in via Emilia ovest, all’angolo con via Carlo Zucchi, apre il nuovissimo Spaccio Soci: qui sono in vendita tutti gli alimentari, i detergenti e la cosmesi presenti anche nelle botteghe, insieme alle referenze di artigianato, a rotazione. Lo spaccio è l’unico luogo a Modena in cui i soci possono acquistare con lo sconto riservato del 5% (sconto a richiesta del socio stesso e che andrà in detrazione agli introiti della cooperativa e non dei produttori). Sarà inoltre a disposizione il materiale informativo dei progetti dei prodotti e note e avvisi dalla Cooperativa. E sempre qui si trovano i campioni delle bombo- n i e re equosolidali. Lo spazio è aperto martedì e venerdì pomeriggio, dalle 16 alle 20 e mercoledì e sabato mattina, dalle 9 alle 13. sarà possibile inoltre inviare un’ordinazione preventiva via e-mail, fax o telefono. Con una piccola aggiunta di € 5 potrà essere consegnata la spesa a domici- lio, consegna che sarà gratuita per le spese superiori ad € 100. Lo spaccio è in Via Emilia Ovest 260, a Modena, tel/ fax 059822779 e-mail: [email protected] NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 9 dalla Città Alessandra, il sorriso della Chiesa modenese Maestri Modenesi IncontroCattolici con presidente e direttore dell’associazione Lapam in visita dal vescovo La 26enne Alessandra Ferri diventerà suora della carità venerdì 15 ottobre, durante la festa annuale della congregazione mariana delle Case della Carità • luca beltrami U na nuova grande gioia per la chiesa di Modena. Venerdì 15 ottobre, solennità di Santa Teresa d’Avila, nel Duomo di Reggio Emilia (foto) un felice evento coinvolgerà la comunità diocesana modenese e reggiana. In occasione della festa annuale della congregazione mariana delle Case della Carità, la modenese Alessandra Ferri prenderà i voti e diventerà suora della carità o, per citare la dicitura corretta, suora della congregazione mariana delle Carmelitane minori della Carità. La messa, che avrà inizio alle ore 16.30, sarà presieduta dal vescovo della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Adriano Caprioli. Nata a Modena l’8 dicembre 1983 (giorno dell’Immacolata concezione) e da sempre attiva come catechista prima ed educatrice poi nella parrocchia di San Rita, Alessandra ha cominciato il suo percorso vocazionale nel 2006, iter che è proseguito nel 2008 con l’ingresso in noviziato. Dopo aver prestato servizio nelle diverse Case della Carità sparse sul territorio reggiano, negli ultimi due anni la giovane modenese ha proseguito il suo iter spirituale nella casa dedicata a Santa Teresa, la casa del noviziato di Reggio Emilia, fino alla scelta di diventare suora della carità. In preparazione alla prima professione di Alessandra è stata organizzata per martedì 12 ottobre una veglia di preghiera nella chiesa di Santa Rita a Modena in via Frignani 120: una bella occasione per l’intera comunità dio- I l presidente Lapam Erio Luigi Munari e il segretario Carlo Alberto Rossi hanno incontrato mons. Antonio Lanfranchi, arcivescovo di ModenaNonantola. L’incontro, durato circa 45 minuti, è stato molto cordiale: mons. Lan- cesana modenese per essere vicina alla sua nuova sorella. Alla veglia saranno presenti sia Alessandra sia alcuni rappresentanti delle Case della Carità. franchi si è informato sull’associazione imprenditoriale e ha apprezzato in particolare l’attenzione al sociale che Lapam mette in campo, oltre all’attenzione alle radici e al territorio. Tra i tanti esempi si è parlato della Scuola per genitori, che l’associazione promuove per il secondo anno. Nel corso dell’incontro Munari e Rossi hanno ricordato i valori di Lapam, che prendono spunto anche dalla Dottrina sociale della Chiesa, e hanno donato al vescovo la medaglia del 50° dell’associazione. A sua volta mons. Lanfranchi ha consegnato ai due ospiti la sua recente Lettera pastorale. Cominciano anche i corsi Grande festa al TeTe D oppia festa per i primi passi del rinnovato Teatro Tempio (TeTe), a Modena: il taglio del nastro, alla presenza del vescovo e delle autorità cittadine, e la festa, con un assaggio di tutto quello che sarà possibile vedere, praticare e condividere in questo spazio. Insieme a mons. Lanfranchi, il sindaco Giorgio Pighi, il vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Massimo Giusti, il parroco don Marco Denisiuk, il presidente della circoscrizione Roberto Ricco e Roberta Spaventa, per l’associazione Peso Specifico, che curerà gli aspetti artistici della gestione. Esiste una preghiera appositamente pensata per la benedizione del teatro, ma il lavoro comincia ora: dalle parole dei presenti è emersa la soddisfazione della restituzione, in questa parte della città, di uno spazio condiviso, in cui la comunità cristiana si fa promotrice di un’iniziativa che si fa spazio d’incontro per tutte le realtà del territorio. E le potenzialità dello spazio sono emerse il 1 ottobre, primo appuntamento del calendario artistic: musica in giardino, videoinstallazioni e teatro all’interno e un’atmosfera suggestiva, grazie anche alle foto di Dante Farricella. Tutte le informazioni sul programma artistico, sui corsi che partiranno a breve e sulle altre iniziative su www. teatrotempio.it. Fino al 20 ottobre e ogni settimana, tante altre offerte da non perdere il concorso che mette in palio domenica 10 ottobre siamo aperti dalle 9 alle 20 Maxi torta di compl eanno dalle ore 17 degustazio ne per tutti! tracce.com • M.p. a Modena in Strada Morane 500 1Fiat 500 tantissimi Buoni e centinaia di Spesa fantastici premi L’IPERMERCATO CHE DIFENDE LA TUA SPESA tutte le altre offerte su: www.leclercmodena.it 10 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 dalla Pianura Terza edizione per “L’autunno in tavola”, la rassegna agroalimentare di prodotti tipici organizzato dai nove Comuni dell’Area Nord U • LUCA BELTRAMI n percorso enogastronomico per valorizzare i prodotti locali attraverso menù tipici elaborati dai ristoratori. Torna “L’autunno in tavola” nei comuni della bassa, un tour formato da nove tappe in cui ogni Comune dell’Area Nord promuoverà un prodotto della zona. L’evento è stato presentato nella mattinata di sabato 2 ottobre presso l’azienda agricola Gasperi di via Matteotti a San Possidonio, alla presenza del vice presidente della provincia di Modena e assessore alla promozione del territorio, Mario Galli, il sindaco di San Possidonio, Rudi Accorsi, e Claudio Malagoli, docente di Economia Agraria all’Università di Scienze Gastronomiche di Bra. La prima tappa sarà domenica 10 ottobre a Medolla e vedrà protagonista la pera, con buskers e un percorso gastronomico che durerà dalle 15 alle 19.30 in via Roma. Sempre domenica 10 ottobre, in piazza Gramsci a Camposanto, il menù prevede lo gnocco ingrassato (specialità gastronomica tipica di Camposanto), farcito dal salume e accompagnato dal Lambrusco. Il secondo appuntamento del tour enogastronomico sarà Due mesi in viaggio tra i sapori domenica 17 ottobre a San Possidonio con la mela campanina. Nell’ambito della manifestazione, l’amministrazione comunale ha deciso di portare avanti alcune campagne sociali riguardanti l’alimentazione e la salute. In particolare, presso la sede municipale alle 15 sarà presentato il progetto delle mense a km 0 e, a seguire, si terrà un incontro formativo dal titolo “La sana alimentazione a casa e a scuola per riconoscere, ricordare e aspettare”, a cura del- le pediatre dott.ssa Giovanna Ranieri e dott.ssa Mirta Luppi. Sempre a San Possidonio, ma in piazza Andreolli, dalle 9 alle 18 sarà allestito il mercato dei prodotti agricoli, alle 11 si esibirà in concerto la banda giovanile John Lennon, a seguire nel pomeriggio alle 16 ci saranno degustazioni della mela campanina del fondo Bordina, prodotti derivati e altri prodotti tipici, infine alle 16.30 due iniziative per bambini, il laboratorio creativo “Un menù a colori” a cura del centro di educazione ambientale “La Raganella” e “Storie di mangiare”, uno spettacolo di burattini a cura del Teatrino delle api. Domenica 24 ottobre ci sarà la terza tappa di “L’autunno in tavola”, questa volta a San Felice sul Panaro, dove nel centro storico sarà possibile assaggiare il celebre salame di San Felice. Durante la giornata saranno allestiti spettacoli musicali e giochi per bambini organizzati dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione dei commercianti “Le botteghe di San Felice”. L’uva sarà invece il prodotto valorizzato da Cavezzo nella stessa tivo dell’uva dalla pigiatura alla cottura del mosto per l’aceto. Per i partecipanti sono previsti assaggi gastronomici caratteristici della vendemmia e dell’autunno, mentre durante l’intero mese di ottobre nei ristoranti del territorio comunale sarà possibile gustare piatti a base di uva. Ancora domenica 24 a Condordia spazio alla zucca alla fiera del borgo, organizzata dall’associazione per la valorizzazione del centro storico in collaborazione con l’amministrazione comunale. Ricco il programma della giornata, con il mercato medievale con i suoi figuranti in costumi d’epoca e gli antichi mestieri, spettacoli, un gruppo di danza medievale e sfilata per le vie del centro, e la possibilità di visitare la chiesa di Concordia accompagnati dal parroco, don Franco Tonini. Saranno tre gli appuntamenti nel mese di novembre, a partire da martedì 2 a Finale Emilia, con il mercato contadino sotto i portici di via Trento Trieste, • Carlo Artioli L a parrocchia di Bastiglia da anni festeggia gli anniversari di matrimonio dei propri parrocchiani, ma anche di coppie di sposi che, sposatisi a Bastiglia, non risiedono più in paese. E’ una bella iniziativa sia sotto il profilo spirituale che umano e porta di nuovo davanti all’altare, a distanza di anni, le coppie di sposi mantenendo vivo in loro quel ‘sì’ alla vita insieme, quella promessa di fedeltà fatta davanti a Dio e l’impegno a formare una famiglia basata si saldi valori cristiani, a costruire quella casa ‘sulla roccia’ che resista alle tempeste che, inevitabilmente, insidiano la vita di coppia in questa società che propone modelli e stili di vita dissoluti e disgreganti. Domenica 19 settembre, al santuario della Madonna di San Clemente, alla messa vespertina celebrata dal parroco don Odoardo, sono stati ricordati gli anniversari di una dozzina di coppie: dai prodotti tradizionali. Ultima tappa di “L’autunno in tavola” sarà dal 21 al 28 novembre a San Prospero e vedrà al centro delle iniziative l’aceto balsamico tradizionale di Modena. Da evidenziare durante tutta la settimana la festa dei sapori caratteristici Viva San Prospero, il mercato degli hobbisti e delle opere di ingegno e la gara dell’aceto balsamico tradizionale di Modena domenica 25 novembre, la visita guidata all’acetaia del Cristo nel week end del 27 e 28 novembre e l’esposizione di tutti i prodotti dei Comuni dell’area nord con un saluto di Carlo Marchini, presidente dell’Unione. Villanova Torna il Bici-grinaggio a san Bartolomeo • Franco Mantovi A giornata di domenica 24 ottobre, in piazza don Zucchi a partire dalle ore 9 fino alle 13, con “Antichi sapori dell’uva”, un percorso che seguirà il ciclo produt- dove saranno presenti numerosi banchi riservati alla pera emiliana. Dal 7 novembre al 5 dicembre Mirandola ospiterà una serie di iniziative con protagonista lo A Bastiglia grande festa per gli anniversari di matrimonio Nel santuario di san Clemente una celebrazione eucaristica anche per il cinquantesimo dei voti di suor Lia zampone. Domenica 7 novembre alle 17.30 nella sala Grande del palazzo municipale ci sarà una proiezione fotografica “La campagna mirandolese. Luoghi, volti e mestieri” a cura del circolo fotografico mirandolese. Le fotografie rimarranno in mostra nella sala del Bastione del palazzo dei Pico dal 13 novembre al 5 dicembre. Nel fine settimana del 20 e 21 novembre ci sarà la fiera mercato di Francia Corta con assaggi di zampone dei Pico e altri prodotti tipici presso la piazzetta della strada dei vini e dei sapori e lo stand gastronomico della società principato di Francia Corta. Domenica 5 ci sarà infine “Pcarìa in piazza”, con assaggi a base di zampone dei Pico e altri più giovani, con 10 anni di matrimonio, fino ai più vissuti con 50 e anche 65 anni. E’ stato commovente vedere uniti insieme sui banchi coppie di tutte le età, con tutti i parenti, figli, nipoti e anche pronipoti che gremivano il sabtuario durante la celebrazione animata liturgicamente dalla schola cantorum della parrocchia. C’era solo una persona che non aveva lo sposo al fianco… era suo Lia, religiosa dell’ordine delle Sorelle della Misericordia di Verona, congregazione presente a Bastiglia da oltre 70 anni, che festeggiava il 50° dei propri voti, 50 anni sposata… con Cristo, passati al servizio del prossimo, dei bambini delle scuole materne ove ha svolto la sua attività, degli ammalati che visita e conforta recandosi presso le loro abitazioni con la propria bicicletta. Una suora veramente sprint! Momento toccante e intenso è stata la processione degli sposi, ognuno con un lume in mano per ricordare che il cristiano deve essere luce che ‘brilla per il mondo’, come recitava la canzone eseguita dalla schola, un fulgido esempio per chi ci guarda affinchè possa vedere in noi il ‘volto di Dio’. Al termine della celebrazione un momento conviviale con le coppie di sposi e i loro parenti: un rinfresco consumato presso l’adiacente casa del pellegrino. nche nelle piccole parrocchie del Forese (come quella di san Bartolomeo a Villanova guidata dal prevosto don Geraldo Gomes) la ripresa delle lezioni di catechismo coinvolge accanto ai docenti ed agli “scolaretti” le singole famiglie. Pertanto a Villanova, in vista dell’avvio delle lezioni che avverrà sabato 9 e domenica 10 ottobre, si è avuto anche un prologo solenne e coinvolgente. E’ accaduto alla messa comunitaria di domenica 3 ottobre, festività del “transito di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia”. Davanti allo stuolo degli insegnanti, tutti i sessanta alunni, suddivisi nei quattro gruppi, con genitori e residenti, hanno assiepato la grande chiesa neo-romanica. All’offertorio, un corteo di alunni, coordinati dalla maestra Daniela Baschirotto, già attiva col compianto don Sesto Serri fino al 2002, hanno portato all’altare gli strumenti utili all’mpegno ed allo svago insieme agli altri, come il Vangelo, il vocabolario ed il pallone. Domenica 10 ottobre si rinnoverà inoltre il “Bicigrinaggio”, una singolare consuetudine pilotata dal maestro Paolo Zanni di “Casa Regina della Famiglia”. Docenti di catechismo, alunni e una delegazione di genitori partiranno in sella alle loro biciclette dalla chiesa parrocchiale a partire dalle ore 15.30 e attueranno una sorta di “abbraccio a Maria”,con soste di saluto alle edicole sacre ed alle maestà sparse nelle campagne circostanti delle Quattroville. Medolla Urologi a convegno G iovedi 23 Settembre si è svolto presso la sala conferenze dell’Hotel La Cantina di Medolla un convegno dal titolo “Aggiornamenti in urologia, andrologia e ginecologia”, organizzato dal circolo medico mirandolese “Merighi”, in collaborazione con il poliambulatorio “Città della Mirandola”. I dottori Nicola Ghidini, urologo, Matteo Bisi, urologo e Fabrizio Locatelli, ginecologo, hanno portato i loro contributi. I dati presentati durante il meeting, consolidati a 18 mesi di distanza dal trattamento, erano riferiti all’attività svolta presso il poliambulatorio Città della Mirandola e hanno riguardato 75 donne con età inferiore ai 50 anni affette da vaginiti batteriche/micotiche. Di questo gruppo, ben 65 (ovvero oltre l’86% del totale) sono guarite dopo aver fatto uno o più trattamenti con ozonoterapia. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 11 dalla Pedemontana A Vignola un ottobre ricco di iniziative. Nel segno di pace, diritti, ambiente e solidarietà • Marcella Caluzzi N on basta parlare di pace, uno ci deve credere e non basta crederci, uno ci deve lavorare”. E’ con questo slogan, preso a prestito da Eleanor Roosvelt, che si apre la rassegna vignolese ‘Ottobre della pace, dei diritti, dell’ambiente e della solidarietà’ che ogni anno si propone, attraverso una serie interessante di dibattiti e iniziative e il supporto delle associazioni di volontariato locali, di promuovere e riscoprire i valori umani contenuti tanto nella nostra Costituzione, quanto nella Dichiarazione Universale dei Diritti umani. La rassegna è già partita Valore ai ‘valori’ il 1° ottobre con l’incontro con lo scrittore-alpinista Vittorino Mason e sabato 2 con l’inaugurazione della mostra fotografica ‘Libere di vivere’ curata da Roberto Pagliani nell’ambito della campagna di prevenzione contro i tumori femminili ‘Ottobre rosa’. La mostra, che rimarrà aperta fino al 10 ottobre presso la sala espositiva del comune di Vignola (via Fontana, 2) racconta, attraverso 40 scatti, l’esperienza delle donne seguite dai medici del Day Hospital Oncologico dell’Ospedale di Carpi, il cammino di chi si ritrova a vivere con il cancro, lo affronta e lo cura. Lunedì 4 è stato invece presentato il libro ‘Nel mare ci sono i coccodrilli’ di Fabio Geda, che racconta la storia vera di Enaiatollah Akbari, che a dieci anni partì solo dall’Afghanistan e dopo 5 anni di avventure arrivò in Italia. Venerdì 8 ottobre alle 21 presso la sala dei Contrari verrà raccontata l’esperienza di solidarietà fatta in Nepal, un reportage di viaggio nella Valle del Langtang, a cura dell’associazione Cammina Libero di Vignola. Giovedì 14 e sabato 23 ottobre, per la rassegna nazionale Ottobre Piovono Libri, si terranno presso la biblioteca Auris due letture animate, rispettivamente ‘Tarari Tararera’, alle 17 a cura di Emanuela Bussolati e ‘Nella notte buia’, con Sara Tarabusi alle 10. Si terrà venerdì 15 ottobre alle 17 in biblioteca, invece, l’incontro con Edmundo Javier Quezada Sobalvarro, responsabile dell’Uca Sop- pexcca produttori di caffè a Jinotega in Nicaragua, da 15 anni impegnato nel settore cooperativo nicaraguense. Seguirà, alle 18.30, l’aperitivo presso la Bottega Oltremare di Vignola. Interessante anche quanto in programma per mercoledì 20 ottobre alle 21 in biblioteca: si terrà infatti la Piergiorgio Frassati: un santo di rottura • Francesco Gherardi P iergiorgio Frassati (1901-1925) è una delle figure più note e più dimenticate del laicato cattolico italiano del ‘900. Membro della Conferenza di San Vincenzo e dell’Azione Cattolica, terziario domenicano, oggi anche patrono delle confraternite italiane: difficile ricondurne la biografia ad una linearità che lo renda facilmente accessibile. Difficile, ma forse possibile se si accetta di partire da ciò che nutrì e maturò quella giovane esistenza, capace di portare in pochi anni più frutti di quanti la gran parte di noi potrà mai portare in una vita intera: l’amore di Cristo. Come tutti i santi e i beati, Piergiorgio Frassati corre costantemente il rischio di essere ridotto ad un’immaginetta da rispolverare in occasione della sua memoria liturgica (4 luglio) o ad un nome da citare in omelie e conferenze. Ma Piergiorgio era un santo, non un santino. Era cioè un giovane come tanti altri giovani, ma, attraverso il suo volto, chi lo incontrava vedeva il volto di Gesù Cristo: così, non per sua volontà, ma accettando la volontà di Dio, egli divenne un punto di riferimento per i coetanei che incontrò nel suo breve cammino terreno e per tutti quelli – molto più numerosi - che lo conobbero solo dopo la sua morte, quando la fama della sua vita esemplare si diffuse in modo rapido ed imprevedibile. Imprevedibile perché quel ragazzo della Torino bene, figlio del senatore Alfredo Frassati, era stato così discreto nel nascondimento di sé che persino i suoi famigliari si stupirono, in occasione del suo funerale, della grande folla di sconosciuti che si presentò per porgergli riconoscente l’estremo saluto. Attivissimo soprattutto qualora vi fosse da compiere del bene, Piergiorgio Frassati non si metteva in mostra: voleva solo compiere la volontà del Signore – gioiosamente, se gli riuscivaanche quando ciò comportava la derisione da parte degli altri giovani della ricca borghesia subalpina o addirittura l’incomprensione ed i rimproveri dei suoi stessi famigliari, di quei genitori così importanti e così presi dai loro interessi e dai loro continui litigi da non accorgersi che il figlio stava morendo, in casa loro e a due passi dalle loro stanze, dimenticato da tutti. Proprio per conoscere meglio il beato Piergiorgio Frassati, le confraternite formiginesi del Santissimo Sacramento e di San Pietro Martire hanno organizzato un incontro, tenuto dal professor Marzio Ardovini, intitolato “Piergiorgio Frassati: un santo di rottura”, che si svolgerà presso la chiesa di San Pietro Martire (detta anche Madonna del Ponte) a Formigine venerdì 22 ottobre alle ore 21. Un’occasione da non perdere. L’incontro fa parte del ciclo “Campioni della fede” che prevede venerdì 8 ottobre, alle ore 21 nella chiesa dell’Annunziata, la proiezione del film “State buoni se potete” su san Filippo Neri e, venerdì 15 ottobre alle ore 21 nella chiesa di san Pietro, il film di Roberto Rossellini su Agostino d’Ippona. lio Costa. La rassegna si concluderà venerdì 29 ottobre alle 20.30 presso la sala Cantelli con l’incontro ‘Riportando la pace a casa’: racconti, testimonianze e immagini sulla Marcia della pace PerugiaAssisi 2010. Sono stati oltre 200, infatti, i cittadini dei comuni di Castelnuovo, Castelvetro, Marano, Spilamberto e Vignola che hanno partecipato alla Marcia della Pace, percorrendo insieme oltre 20 km. Prenderanno parte alla serata, raccontando la loro esperienza, le associazioni Tavola della Pace di Marano, La Montagna e Gruppo Cammina Libero, alcuni studenti delle scuole superiori di Vignola e i cittadini stranieri del Forum per la Partecipazione. A seguire il concerto ‘Suoni dal Mediterraneo’, del chitarrista Riccardo Ascani. HBnet la Banca On Line comodamente a casa tua! Semplice, veloce e pratica. Per avere informazioni ed effettuare disposizioni sul tuo conto corrente mediante collegamento alla rete internet. 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Informazione pubblicitaria. Per il dettaglio delle condizioni economiche consultare i fogli informativi Venerdì 22 ottobre un incontro a Formigine sul beato torinese proiezione di ‘Come un uomo sulla terra’, il film documentario di Andrea Segre, Dagmawi Yimer, Riccardo Biadene che dà voce ai migranti etiopi e denuncia le brutali modalità con cui la Libia sta operando il controllo dei flussi migratori dall’Africa. ‘Immobili’, questo il nome dello spettacolo teatrale in programma per il 22 ottobre presso la sala dei Contrari, che ripercorrerà la storia e le vicende della Casa del Popolo Circolo Rinascita di San Vito-Spilamberto, scritto e diretto da Giulio Costa, con Elsa Bossi e Giu- Basta un click! www.crcento.it 12 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 dall’Appennino A Serra nasce ‘piazza Mamma Nina’ Sabato 16 ottobre l’intitolazione a Marianna Saltini dello spazio tra la chiesa e l’ex casa colonica • Maria Elena Mele G li occhi di tanti, sabato 16 ottobre, saranno puntati nello spazio che c’è tra la chiesa e l’ex casa colonica a Serramazzoni; soprattutto, a quel luogo, si rivolge lo sguardo felice di Mamma Nina, colei che da quel giorno darà il nome alla piazza. Occhi e cuore di una Mamma che guardano con tenerezza e commozione coloro che tutti i giorni, anche distrattamente, attraversano per un solo istante quel quadrato. Sguardo imponente e risoluto come è stata, nella vita, Marianna Saltini, mamma e vedova che affida i suoi 6 figli a Dio e a Lui si consacra. Una decisione, che a distanza di anni, crea una divisione di opinioni: pro e contro. Come è possibile una scelta così? Il suo è stato vero amore materno? Della stessa moneta, quale faccia guardare? Il susseguirsi delle domande non placano la curiosità nei confronti di una donna definita dai carpigiani “mata”. L’apostrofavano così i suoi concittadini, già nella primavera del 1936, quando ha dato vita alla prima Casa della Divina Provvidenza - casa che accoglie bambine abbandonate e che ha come scopo il matrimonio delle stesse - e c’è chi ancora ora, nell’intimo del proprio cuore, la ricorda così: “L’è mata”. La decisione di mamma Nina, anche oggi, così come allora può suscitare “scandalo” perché è vista e vissuta come una contraddizione: “abbandono i miei figli per dedicarmi alle figlie abbandonate”. In apparenza lo è, come negarlo. Se, però, dalla posizione di “scandalo” si passa a quella di domanda sul senso vita e sul compito cui ognuno di noi è chiamato a rispondere, allora si inizia ad intuire il valore che ha dato Mamma Nina alla maternità e che supera i legami consanguinei. Lei, infatti, ha vissuto fino in fondo la consapevolezza di ciò che le è stato affidato da Dio attraverso l’incontro che Marianna ha avuto con San Francesco: da qui la nascita dell’ordine delle “Figlie di San Francesco”. La sua vita, perciò, è tutta legata alla certezza della strada e dell’opera che, lei stessa, con il tempo ha maturato ed intrapreso. E’ sicuramente Pavullo Il Giardino dell’Alzheimer • GIANCARLO CAPPELLINI S ono stati inaugurati, presso il centro servizi “Francesco e Chiara”, di Pavullo, il “Giardino e il Cafè Alzheimer”, progetti di stimolazione sensoriale e di incontro per anziani afflitti da malattie degenerative del sistema nervoso. Si tratta di un percorso che completa l’opera di riqualificazione del centro, nato nel 1997, su iniziativa di padre Sebastiano Bernardini. Un nome, “Giardino Alzheimer” che è quasi uno sberleffo, nei confronti di una malattia invalidante, che provoca, nel tempo, totale perdita dell’autosufficenza, ma, nello stesso tempo, un messaggio di speranza per chi è afflitto da quella o da altre malattie degenerative del sistema nervoso centrale e dei familiari che se ne occupano. È questo il messaggio di speranza uscito al centro servizi “Francesco e Chiara” dove è stato inaugurato il “Giardino Alzheimer”, un percorso terapeutico di stimolazione sensoriale dedicato agli anziani affetti da patologie cerebrali invalidanti. Si tratta di un luogo in grado di portare importanti benefici al fisico e alla mente e di ridurre i problemi comportamentali e l’uso di farmaci. Il giardino, progettato dalla Coo.Pro.Con di Pavullo, è stato realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. All’inaugurazione, hanno partecipato il sindaco di Pavullo, Romano Canovi; il presidente della Fondazione, Andrea Landi; mons. Sergio Govi, vescovo emerito di Bossangoa in Repubblica Centrafricana; Rino Bellori, amministratore del centro Francesco e Chiara e Andrea Toschi, medico geriatra, con l’accompagnamento del fisarmonicista Gian Carlo Cornia. Alle 17, infine, un momento conviviale, con la chitarra di Riccardo Barbieri, a base di prodotti tipici, per un’altra inaugurazione, quella del “Cafè delle stagioni”, un ambiente informale e sereno, nel quale anziani, familiari, volontari e amici, potranno incontrarsi, confrontarsi e informarsi, grazie all’aiuto di personale competente e qualificato. questa l’originalità di Mamma Nina, il punto da cui partire per osservare e abbracciare l’esperienza di una donna e madre, perché tutto le si può dire tranne che non ha vissuto fino in fondo maternità. Quella di Mamma Nina, nell’obbedienza, è stata una maternità più grande che pesca l’essenzialità nel rapporto radicale con l’origine, con Colui che fa tutto, con quella Grande Presenza che permette ad una persona, a distanza di anni, d’essere figlia di quella “mata” di Mamma Nina. E’ necessario, dunque, scandagliare il cuore di quella donna, quasi immedesimandosi con esso, ed allora il “fastidio” iniziale diventa quasi un sussulto, un richiamo per la vita di ognuno di noi anche in altri ambiti, non solo genitoriali. Programma: alle ore 17 accoglienza; ore 17.15 lettura dei brani tratti dalle lettere di Mamma Nina; ore 17.30 dedicazione della Piazza, a seguire la benedizione della stele; ore 18 s. Messa solenne presieduta da mons. Elio Tinti, vescovo di Carpi. La festa insieme concluderà la giornata. Lo ‘scandalo’ di Mamma Nina Intervista al carpigiano mons. Gildo Manicardi I n occasione dell’intitolazione di una piazza di Serramazzoni a Mamma Nina, abbiamo posto una domanda a mons. Ermenegildo Manicardi, sacerdote carpigiano attualmente rettore dell’Almo Collegio Capranica di Roma e docente alla Pontificia Università Gregoriana. Un uomo del nostro tempo come può guardare Mamma Nina senza che prevalga, in lui, la parola “scandalo” per ciò che la Venerabile ha fatto? Che il primo contatto con un cristiano provochi un certo ‘scandalo’ non è un segno negativo. Gesù stesso provocava scandalo e non solo al primo impatto. Lui ne era consapevole. In una beatitudine rivelatrice dice, riferendosi a una crisi di Giovanni Battista nei suoi riguardi: «beato colui che non si scandalizza di me». Lo scandalo dice semplicemente che ciò che incontriamo è in dissonanza con le nostre conosenze ordinarie, forse un po’ convenzionali. A tutti i livelli della conoscenza per arrivare a comprensioni veramente nuove è necessario , lo “scandalo”. Si pensi allo “scandalo” provocato da Galileo con l’idea eliocentrica. Nel campo della santità si può pensare alla proposta di poverstà di San Francesco d’Assisi. Lo scandalo nel caso di Mamma Nina è il fatto di aver affidato a istituzioni cattoliche i propri figli, già orfani di padre, per potere essere madre di ragazze abbandonate e in difficoltà. E’ evidente che questa scelta stava in relazione diretta con le parole di Gesù «se uno non lascia padre, madre, figli, figlie, campi e persino la propria vita non può essere mio discepolo». Nel caso di Mamma Nina occorre ricordare che il gesto eroico verso i suoi figli – che certamente comporta un abbandono – ella lo fa per soccorrere bambine senza una famiglia consistente. E’ un gesto in vista della famiglia. Non è un gesto libertario contro l’esperienza insoddisfacente di una famiglia ristretta. Non va letto entro il quadro di una maternità negata, ma di una maternità resa più grande in obbedienza letterale al vangelo. Certo il dramma dei figli naturali è chiaro. Il volume edito da EDB pubblica la trascrizione della testimonianza registrata della figlia Maria che racconta i suoi disagi e confessa: «Solo con la sua morte ho capito quanto abbia sofferto nell’averci lasciato». Il carisma di Mamma Nina è particolare, secondo lei, qual è il punto d’attrattiva? E’ tanto particolare che una suora laboriosa e intelligente, una tipica donna emiliana, saputo che mi interessavo di Mamma Nina, si premurò di venirmi a dire, con un suo non lieve imbarazzo: «sa, non credo proprio che possa essere santa una che tratta così i suoi figli». Quella di Mamma Nina è stata un’umanità più larga che non dipende solo dai legami di sangue. Sestola C’è la festa del cioccolato A vete mai mangiato le tagliatelle al ragù di cinghiale spolverato con cioccolato Grand Cru? Allora non potete mancare alla cena “fusion” in programma sabato 9 ottobre all’hotel Olimpic di Sestola nell’ambito di “Giochi di cioccolato e croccante”, la rassegna che si svolge a Sestola da venerdì 8 a domenica 10 ottobre. La cena è organizzata dalla Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Serramazzoni, che partecipa per la prima volta alla manifestazione dedicata al cioccolato. Ma la festa del cioccolato di Sestola si apre anche al turismo con il convegno ‘Il turismo, l’industria della montagna modenese’ organizzato da Lapam Licom, con la partecipazione di istituzioni e imprenditori. L’appuntamento è sempre per venerdì 8 alle ore 17 presso il castello. Sestola in festa per Maria Tutto un paese in festa intorno alla Madonna del Rosario • Francesco Gherardi D opo un triduo mariano iniziato giovedì 30 settembre e conclusosi sabato 2 ottobre con l’affidamento del mandato ai catechisti, domenica 3 ottobre la parrocchia di Sestola ha fatto festa con la Celebrazione eucaristica ed una grande processione per Maria regina del rosario. E si è trattato veramente di una grande festa per tutto il paese: chi si fosse trovato a Sestola nel pomeriggio di domenica avrebbe facilmente compreso dagli addobbi e dalla musica che stava per accadere qualcosa di molto sentito dalla gente di quassù. Le vie principali del paese erano addobbate con mazzi di fiori, soprattutto ortensie, stretti da nastri azzurri, e su alcune case risaltava l’antica usanza di appendere al davanzale di una finestra il drappo azzurro recante il monogramma mariano. Le note della banda musicale richiamavano i fedeli, risuonando di strada in strada, facendo eco tra le case arroccate all’ombra del castello che fu per secoli la sede del governatore estense della provincia del Frignano. Annunciato dalla musica, il corteo è apparso lungo la strada addobbata di fiori. In testa stava la croce processionale, seguita da una marea di colori: erano i bambini del catechismo che aprivano la processione portando dei palloncini colorati, fitti fitti. Dopo questa nuvola cangiante di palloncini veniva la banda musicale di Riccò, che scortava con inni religiosi la venerata effigie della Madonna del Rosario. Aprivano la strada alla statua della Vergine il parroco don Stanislao Trojanowsky, il sindaco Marco Bonucchi con la fascia tricolore, il maresciallo dei Carabinieri ed una rappresentanza dell’Aeronautica militare che presidia l’osservatorio del monte Cimone. Quando il lungo corteo è giunto nei pressi dell’oratorio dell’Annunciazione – detto anche chiesa del Rosario- dove sarebbe poi stata nuovamente riposta la venerata immagine, la processione è finita con un momento di preghiera e con la benedizione. I bambini hanno lasciato volare i palloncini colorati, mentre gli adulti hanno preparato il lancio del pallone, una piccola mongolfiera che, posta sul fuoco, inizia lentamente a gonfiarsi di aria calda sino a quando, oramai pronta al decollo, riceve la propulsione grazie all’incendio di un apposito innesco. Mentre la banda suonava un’aria allegra, il pallone con su scritto “Ave Maria” si è librato rapidamente in cielo, sorvolando le case di Sestola. Terminata la parte religiosa dei festeggiamenti, i sestolesi, passati dal sacro al profano, non potevano non fare la festa ad un’enorme crescentina, preparata dal celebre stand di Pelloni. Per la cronaca, grazie alla speciale - ed enorme - tigelliera utilizzata, il diametro della crescentina montanara superava il metro. NostroTempo A Lama Mocogno tre giorni di iniziative sul ParmigianoReggiano • Francesco Gherardi D a venerdì 1 a domenica 3 ottobre Lama Mocogno ha acceso i riflettori sul re dei formaggi, il ParmigianoReggiano. L’economia rurale delle nostre montagne, costretta a rinunciare a diverse produzioni del passato non più competitive a causa di fattori quali la svantaggiosa conformazione del suolo, le caratteristiche climatiche e la parcellizzazione dei terreni Domenica 10 ottobre 2010 Varie dalle zone Il re dei formaggi agricoli, mantiene una caratteristica di eccellenza nella produzione del Parmigiano-Reggiano, il formaggio più apprezzato – e forse più imitato e contraffattodel mondo. E proprio il Parmigiano è stato il protagonista della serie di incontri e dimostrazioni che hanno avuto luogo in questi tre giorni. Venerdì 1 ottobre presso lo spazio culturale Agorà è stata presentata la raccolta “Racconti in forma” di Massimo Casarini, mentre sabato alle ore 16 è stata la volta dell’incontro con Giuseppe Pederiali, vincitore del premio “Coltellino d’oro” conferito dal Consorzio Par- Premiate le idee Giovani Innovativi: Lapam apre un concorso per gli imprenditori under 40 L apam promuove la seconda edizione del premio ‘Giovani innovativi’, un premio pensato per le aziende guidate da imprenditori dai 18 ai 40 anni che abbiano messo in campo una idea innovativa. Ne abbiamo parlato con Matteo Spaggiari, presidenti dei Giovani imprenditori di Lapam Confartigianto. Spaggiari, in cosa consiste questo premio? Si tratta di una idea che abbiamo portato avanti, con successo, già lo scorso anno. Premiare l’innovazione è determinante, per il nostro tessuto economico e sociale, e premiare i ‘Giovani innovativi’ lo è ancora di più. Le statistiche ci dicono che i giovani faticano a trovare lavoro e a far fruttare le proprie competenze in termini di formazione. Ma puntare sui giovani si deve e si può. Nel nostro piccolo è questo il segnale che vogliamo dare con l’istituzione di questo premio. Quali ambiti imprenditoriali vengono presi in esame? In realtà non ci sono limitazioni particolari, ci rivolgiamo a chi ha avuto, o ha, una idea innovativa e l’ha messa in campo. Parliamo di innovazione di prodotto o di processo, di idee di marketing e comunicazione, di sviluppo commerciale e della capacità, di cui tanto si parla non sempre a proposito, di fare rete e, dettaglio molto importante, della responsabilità sociale dell’impresa. I settori economici del premio vanno dall’agricoltura alle arti e professioni, dall’artigianato a commercio e turismo, dall’industria ai servizi e al terziario. In cosa consiste il premio ‘Giovani innovativi’? Abbiamo pensato che chi è giovane e fa impresa ha, davanti a sé, una serie di problemi a cui probabilmente non aveva pensato intraprendendo una nuova attività o subentrando a una attività di famiglia. Per questo i premi consistono in un ticket di 500 euro per usufruire di servizi presso Lapam. Un modo, questo, anche per far conoscere i servizi innovativi che, come associazione di imprenditori, abbiamo sviluppato negli ultimi anni. Penso al credito, ai consorzi per l’energia, all’analisi di bilancio e a tanti altri servizi che definirei di secondo livello. Da ultimo, come è possibile partecipare al premio? E’ molto semplice, occorre inviare una domanda alla segreteria del premio alle mail [email protected] o [email protected], oppure telefonare allo 059.637411 e chiedere di Carlo Alberto Medici. Dimenticavo, è necessario che l’impresa sia a guida giovanile, con almeno un socio tra i 18 e i 40 anni. Villanova Ricamo, che passione! L ’arte del ricamo parte dalla testa e passa per il cuore e l’anima diventando una passione per le mani”. Questa l’insegna del corso di ricamo che il gruppo “Angela Grandolfi” attuerà a partire dall’11 ottobre presso la polisportiva Quattroville in via Barbolini 7-9. L’orario delle lezioni-esercitazioni di ricamo è previsto tutti i lunedì dalle ore 21 alle 23. Per avere maggiori informazioni è possibile telefonare al numero di telefono 059849652. “ 13 migiano-Reggiano. Alle 17.30 dello stesso giorno si è tenuto un convegno ufficiale introdotto da Paolo Vignocchi, fiduciario della condotta Slow Food Frignano con interventi del sindaco del paese appenninico Luciana Serri e di rappresentanti della provincia di Modena, della sezione modenese del Consorzio Parmigiano-Reggiano, del Crpa e del caseificio sociale di Rosola-Zocca. Domenica mattina, attendendo i giochi tradizionali che avrebbero avuto luogo nel pomeriggio e la “gara del taglio della forma” con degustazione gastronomica, mentre il teatro all’aperto della Rotonda risuonava delle note del quintetto di ottoni “Bozen Brass Quintett” e piazza Cesare Battisti brulicava di stand, il Consorzio Parmigiano-Reggiano ha effettuato una dimostrazione di cottura del Parmigiano e di preparazione della ricotta con i metodi di una volta. Il territorio comunale di Lama Mocogno vede la presenza di ben due caseifici sociali: il caseificio “San Giuseppe” di Pianorso ed il caseificio “Beato Marco” di Mocogno - celebre tra l’altro per la sua ottima ricotta che ha aperto uno spaccio anche a Vaglio. Sono realtà importanti per un territorio sempre più minacciato dallo spopolamento e dall’invecchiamento, con il conseguente dissesto di aree progressivamente abbandonate a se stesse: un fenomeno che ha tra le sue cause più evidenti la cronica mancanza di posti di lavoro e le troppo modeste entrate – a fronte delle spese in termini di tempo, burocrazia, investimenti e fatica fisica - di chi si occupa ancora di agricoltura e di allevamento. Così, questi settori divengono sempre meno appetibili, specialmente per chi può scegliere di dedicarsi ad altro. Ma spesso dedicarsi ad altro equivale ad emigrare altrove, per tornare in montagna in occasione delle vacanze o poco più, impoverendo notevolmente di talenti e di forze vitali la comunità che rimane. Quale futuro può avere un territorio di seconde case? 14 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Esperienze Cronache da “un piccolo mondo perfetto” Una giovane modenese all’Agorà del Mediterraneo a Loreto insieme a due amici serbi ospitati a Modena S • Francesco Panigadi ono stati ospiti a Modena nelle settimane scorse (grazie all’accoglienza della famiglia Benatti al Centro Famiglia di Nazareth) due giovani provenienti dalla Serbia, regione della Voivodina dove si trova Novi Sad. Joakim e Vadimir, questi i loro nomi, erano in Italia per partecipare all’Agorà del Mediterraneo in programma a Loreto dal 12 al 19 settembre insieme ad altre decide di giovani da molti i paesi Europei, Asiatici e Africani. L’Agorà è stata organizzata insieme a Missio Giovani che coinvolge le realtà giovanili missionarie) ed è stata chiesta la collaborazione dei Centri Missionari delle varie diocesi italiane. Il loro soggiorno a Modena precedeva immediatamente i giorni di Loreto e abbiamo approfittato per farli incontrare con varie realtà giovanili e operanti nella carità della nostra diocesi ma anche per un po’ di visite turistiche in città e nei dintorni. L’incontro tra loro e alcuni gruppi giovani credo sia stato molto importante, soprattutto per conoscere una realtà a noi molto vicina ma diversa sotto tanti aspetti. Abbiamo cercato di approfondire e di confrontaci soprattutto sul modo in cui si possa vivere la fede in Serbia e in Italia. Ci hanno raccontato che nella loro regione la società multietnica è già una realtà da parecchio tempo: si possono incontrare almeno 25 etnie e anche le confessioni religiose sono parecchie: si va dai cattolici ai musulmani, dagli ortodossi ai greco cattolici e molte altre. Loro stessi, pur essendo entrambi cattolici, erano di due riti diversi. Una cosa che ci è apparsa chiara fin da subito è stata la passione per la musica che accomuna tutti i giovani: tutte le serate sono finite cantando o partecipando ai concerti organizzati nelle parrocchie della Bva e della Madonnina in occasione delle rispettive sagre. Dopo quattro giorni a Modena la domenica sono partiti per Loreto insieme ad Elisabetta Benatti di San Faustino che ha partecipato alla settimana dell’Agorà. Ecco il suo racconto dei giorni a Loreto. “Per descrivere un’esperienza così devo partire dalla fine, dalla frase che dissi a Maria, una mia amica albanese conosciuta a Loreto, prima di partire per tornare alle nostre case: “Sai perché siamo così tristi nel lasciarci? Perché abbiamo vissuto un’esperienza al di fuori del normale, abbiamo sperimentato che le differenze e le difficoltà della lingua sono tutte superabili e che si può vivere in pace con tutti, e ora dobbiamo tornare alla realtà”. La cosa che fa più male è ritornare al mondo reale e crudele. Infatti per alcuni dei ragazzi che ho conosciuto tornare a casa voleva dire non essere liberi di credere in Gesù Cristo, essere costantemente minacciati: come in Egitto, ad esempio, dove chi professa un’altra fede, che non sia l’Islam, può essere lapidato. Altri ragazzi invece vivono il cattolicesimo con fatica perché sono una minoranza nella minoranza: in Mongolia, ad esempio, si sono aperti al cattolicesimo solo dal 1995 e le ragazze che ho conosciuto sono le prime cattoliche della Mongolia. Così è stato un dolore immenso per noi lasciare quel piccolo mondo “perfetto” che avevamo costruito in quei 7 giorni, dove 36 nazioni del mondo sono riuscite a liberarsi dai pregiudizi, dalle barriere che ognuno inevitabilmente tende a costruirsi in contesti e c’è incontro senza ascolto. La vera difficoltà sta nel farsi accogliere. Egli è stato l’unico missionario riconosciuto dalla Cina, perché si è fatto cinese tra i cinesi, non ha costruito o alimentato i muri delle differenze culturali e religiose ma ha generato un ponte tra occidente ed oriente, un’incontro basato sul rispetto profondo delle tradizioni, degli usi e dei costumi differenti. Anche noi possiamo far nascere un mondo migliore, non superando le differenze, ma trovando arricchimento da esse, perché ogni cultura e nazione ha qualche cose da insegnarci. Questo vale anche nella nostra missione di essere “ sale della terra e luce del mondo” portando la paro- con persone che non conosce. Abbattendo queste barriere, si scopre che l’altro è una fonte di inesauribile ricchezza e che in fondo tutti ci assomigliamo. La figura di padre Matteo Ricci in questo è stato un esempio assoluto. Nonostante sia vissuto più di 400 anni fa, ci porta un messaggio moderno: essere amici vuol dire incontrare l’altro, ma non la di Dio. Perché come la luce noi siamo chiamati a mettere in risalto la vita degli altri per vederne la loro bellezza. Se noi siamo luce dobbiamo attrarre, irradiare lo splendore di credere in Gesù Cristo, senza pretendere o giudicare ma dimostrando e testimoniando con la nostra vita quello in cui crediamo, ricordandoci sempre che le vie del Signore sono infinite e non possiamo dedurre automaticamente che chi non è cristiano non possa essere salvato. A Loreto abbiamo imparato che non bisogna lasciare questo mondo senza luce e senza sapore, ma ad accogliere l’invito di Gesù. Dobbiamo diventare una benedizione per il mondo. Noi in Italia siamo invitati a credere che il mondo possa cambiare anche attraverso la nostra luce, perché una luce piccola nel buio illumina poco ma se siamo 10 piccole luci possiamo illuminare molto di più. Così l’idea del sale è per i nostri amici perseguitati una speranza, perché troppo incattivisce; senza però non c’è sapore, ma con poco un piatto diventa buono”. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 15 L’intervento Aldo Schiavone inaugura il ciclo di lezioni su “Costituzione. Storia e teoria di un’esperienza politica” del Centro culturale della Fondazione Collegio San Carlo • Francesco Gherardi O “ ggi ci troviamo di fronte ad un enorme accumulo di potenza: pensate alla potenza della tecnologia che è in grado di definire la forma biologica della nostra vita. Viviamo in un mondo di potenze inaudite, le quali sfuggono alle vecchie forme del diritto”: questa, secondo Aldo Schiavone, è la grande sfida che attende il diritto nel XXI secolo. Aldo Schiavone, professore di Diritto romano presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze, ha inaugurato con la sua conferenza di venerdì 1 ottobre il ciclo di lezioni sul tema “Costituzione. Storia e teoria di un’esperienza politica” organizzato dal Centro culturale della Fondazione Collegio San Carlo. Schiavone, dopo una breve introduzione pronunciata da Carlo Altini, direttore scientifico della Fondazione, ha esposto al numeroso pubblico le origini Alle origini della ragione giuridica moderna del diritto nella tradizione romana. Noi siamo abituati a considerare diritto e democrazia come naturali alleati; tuttavia, le loro origini non potrebbero essere più lontane: se la democrazia nasce nelle piccole città-stato elleniche, rette dalla norma (nomos) che è atto di volontà di chi detiene il potere, il diritto (ius) sorge a Roma in un contesto ben diverso. Infatti, in tutte le civiltà antiche al di fuori di Roma non esisteva la distinzione, per noi così abituale, tra sfere prescrittive: la prescrizione religiosa, quella politica e quella più strettamente giuridica costituivano un unico atomo inscindibile. Solo a Roma, per caratteristiche proprie della civiltà romana ed a causa della sfida inaudita di reggere e governare territori vastissimi ed eterogenei, l’atomo della prescrizione viene scisso in sfere distinte: da questa scissione nasce il diritto. Come ha sottolineato Schiavone, il diritto non deriva da un atto di volontà, bensì da una elaborazione che si vuole razionale ed oggettiva. Nell’antica Roma, esso ha ben poco in comune con l’etica, e sovente ancora meno con il concetto di giustizia: il diritto, per i romani, è semplicemente ciò che permette la civile convivenza ed è pertanto valevole sempre e verso tutti - almeno teoricamente- proprio in virtù della sua oggettività. Queste caratteristiche fanno sì, ad esempio, che gli abitanti della Sicilia possano ottenere il processo di un magistrato quasi onnipotente come Verre: la discrezionalità del potere politico trova un limite nell’oggettività del diritto. Il diritto può essere compresso o scavalcato, ma non mutato d’imperio. Il pragmatismo romano si serve del diritto perché ne ha bisogno: deve ordinare e limitare l’enorme accumulo di potenza che ha permesso la costruzione di un impero mondiale. Il diritto diviene una scienza a sé, non è più un atto di volontà, ma un atto di conoscenza, secondo la definizione che ne darà san Tommaso. Una scienza necessita di un personale specializzato: nascono nell’antica Roma i giuristi di professione. Questa scienza a parte, specializzata ed organizzata dal ceto dei giuristi, entra fatalmente in contrasto con il potere, generando una dialettica diritto-potere che si perpetuerà nei secoli. Il diritto di matrice romana e la democrazia di genesi greca iniziano a congiungersi in tempi relativamente recenti, quando una classe sociale li utilizza come leve per la propria ascesa, forgiando lo Stato di diritto come lo concepiamo noi. Ma cosa succede quando si crea una asimmetria tra il diritto, che si costruisce grazie ad un rapporto continuo con il passato, e quelle altre conoscenze umane - specialmente in ambito scientifico ed economico- che si sviluppano in contrasto con il passato? Secondo Schiavone accade ciò che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi: “I veri poteri hanno saltato le gabbie nazionali, mentre il diritto è rimasto chiuso dentro”. Per superare questa situazione di stallo, occorrerebbe - dice il professor Schiavone – “un salto in avanti che consista in nuove forme del diritto e della democrazia, tali da dare un ordine a queste enormi potenze”. La conferenza di Aldo Schiavone è stata proiettata in diretta Etica della Vita Anche i bambini si possono ammalare • don Gabriele Semprebon* A nche i bambini si possono ammalare di cancro e l’incidenza di tumori in età pediatrica si aggira sul 1%. Anche ai bambini viene somministrata chemioterapia o terapia radiante o devono sottomettersi a interventi chirurgici. Anche per i bambini si formulano domande sul futuro e su quanto gioverà quella o quell’altra terapia. In relazione al futuro ci si chiede non solo se riusciranno a vivere, ma come ce la faranno, cioè quale qualità di vita è loro riservata. Quando poi i tumori invadono e distruggono alcuni tessuti che sono indispensabili per dare futuro anche ad altre vite e fare in modo che questi bambine o bambini possano diventare in futuro papà e mamme, allora il gioco si fa arduo. A fronte di ciò, da anni si sta riflettendo e già operando nella direzione di preservare la fertilità di bambini o bambine che potrebbero vedersela compromessa causa l’intervento chemioterapico o radioterapico o chirurgico. Come preservare, quindi, la fertilità in maschi e femmine di età pediatrica con tumori in tessuti predisposti alla generazione? Quali implicanze etiche? Concretamente, per esempio, per una bambina a cui viene diagnosticato un tumore alle ovaie, si pensa a come impostare la terapia, ma essendo un tessuto estremamente delicato in ordine ad una maternità futura, occorre pensare anche a come fare per preservarlo perché la chemioterapia, come la radio, puoi ledere in modo irreversibile le cellule dell’ovaio. Al fine di preservare la fertilità in queste situazioni, sono state proposte alcune soluzioni come la crioconservazione di cellule uovo o di frammenti di tessuto ovarico prima d’instaurare una terapia utile, ma lesiva. Tutto questo è ovviamente molto più complesso e non mi sto a dilungare su alcuni aspetti tecnici, ma il noccio- lo della questione è quello che è stato descritto. Dal punto di vista etico si devono considerare ancora alcune questioni: la prima è che l’espianto e il successivo autotrapianto di tessuto ovarico dopo crioconservazione è una tecnica ancora in fase sperimentale. Questa tecnica non è in ordine alla sopravvivenza della paziente e quindi viene necessariamente subordinata alla ricerca della guarigione e che quindi la minimalizzazione del rischio è doveroso. Per fare l’espianto c’è bisogno di un po’ di tempo e di un intervento e questo comporterà la posticipazione dell’inizio della terapia: ne vale la pena? C’è anche da considerare il rischio di trasferire, nella fase di autotrapianto, cellule neoplastiche. A tutto questo si aggiunge, mi sembra superfluo ricordare, la necessità del consenso informato da parte dei genitori con l’aggiunta della complicazione giuridica della minore età ma anche della consapevolezza che il parere dei “grandi mino- ri” (dai 14 ai 17 anni) deve essere tenuto in considerazione. Stabilito questo e molto altro, si consideri che, in via sperimentale, in alcuni paesi già si sperimenta questa metodica ma questo non significa che sia la strada migliore per ogni caso. Ogni persona deve essere valutata e ascoltata, ovviamente con l’ausilio e l’assistenza dei genitori e, qualora ce ne siano le ragioni, si proponga, come nel caso esemplificativo, anche la crioconservazione del tessuto ovarico senza però subordinare il bene salute al bene della fertilità e tenendo sempre a mente che la questione è ancora in fase sperimentale e non validata per essere un intervento di routine. Ovviamente le stesse raccomandazioni, con le debite differenze, si estendano a tutti i casi dove ci sia implicato un paziente maschio in età pediatrica con una neoplasia nei tessuti dedicati naturalmente alla procreazione. *In collaborazione con il Centro di Bioetica Moscati in dodici biblioteche e istituzioni del territorio provinciale grazie al progetto LiveStream. L’intenzione – come ha sottolineato Carlo Altini- è quella di creare un circuito culturale “dove sia possibile discutere senza l’isterismo della comunicazione mediatica di questi tempi”. L’esordio è promettente: due delle domande formulate dal pubblico sono giunte proprio dalle biblioteche di Formigine e Mirandola. Aperto Spazio Succede per “caso”? N el 2009, il primo di marzo, ricorreva il primo centenario della morte di mons. Gabriele Neviani, frate minore modenese eletto alla sede vescovile di quella che oggi si chiama Sapa, nel nord dell’Albania. Una figura che, dopo un secolo, è quanto mai attuale – come scrivevo nell’articolo di presentazione di allora – ma, ahimè, dimenticata nella nostra città. Un vescovo cattolico che vive in una terra allora appartenente all’impero ottomano, ma è talmente coerente nella sua vita, nel suo pensiero, nella sua fede, nelle sue opere da ricevere, non solo stima e rispetto, ma persino un’onorificenza dalle autorità musulmane locali. Un esempio di integrazione religiosa e civile, come trapela in più punti del suo diario. Una figura che mi ha colpito molto, un testimone della fede, come si dice oggi. E ho deciso di presentarlo, almeno a livello di fraternità francescana. Mi restava però una domanda al termine dell’anno centenario: cosa è rimasto di Gabriele Neviani, là dove ha vissuto ed operato? E’ ancora vivo il suo ricordo nonostante la tremenda campagna di scristinianizzazione organizzata dal regime comunista dopo la seconda guerra mondiale ed attiva fino a non troppi anni fa? Domande su cui mi ero messo il cuore in pace: poi vengo a sapere che una ragazza della nostra diocesi parte, nello scorso mese di giugno, per un’esperienza missionaria proprio in quei luoghi, in quella diocesi. Un caso? Non credo. Comunque riesco ad ottenere un contatto con lei, con questa Anna di Fiorano, tramite Francesco Panigadi dell’Ufficio di Animazione Missionaria e le chiedo, timidamente, di tornare con una risposta al mio personale quesito. Ho trovato molta disponibilità, anche se immagino che la sua giornata di missionaria sia abbastanza carica. Poi, in tempi recenti, arriva una richiesta, sempre tramite Francesco del Centro Missionario. Il vicario generale della Diocesi di Sapa, Don Carlo Fantini – un sacerdote fidei donum della Diocesi di Reggio Emilia – esprime il desiderio di pregare sulla tomba di mons. Neviani, nel cimitero di S. Cataldo, chiedendomi di accompagnarlo. Era il 23 settembre scorso. Un altro caso? Ho esaudito con stupore la sua richiesta e l’ho accompagnato. E’ stato un momento molto semplice ma ricco, perché è emersa la volontà comune di ripresentare questa figura sia qui, a Modena, che là, nella sua terra di missione, attraverso alcune iniziative che sono in cantiere e di cui parleremo quando saranno ben delineate. Anche queste saranno opera del solito “caso”? Giorgio Mai 16 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Chiesa e mondo Dare speranza al Paese Una legittima perplessità Da giovedì 14 a domenica 17 ottobre Reggio Calabria ospita la Settimana Sociale “Cattolici nell’Italia di oggi – Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Da Modena cinque delegati L a 46ª Settimana Sociale si aprirà al teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria nel pomeriggio di giovedì 14 ottobre con l’introduzione di mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, a cui farà seguito la prolusione del presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco. La mattinata di venerdì 15 vedrà le relazioni di Vittorio Emanuele Parsi (docente di Relazioni internazionali all’Università cattolica del Sacro Cuore), Lorenzo Ornaghi (rettore dell’Università cattolica del Sacro Cuore) e Ettore Gotti Tedeschi (Presidente dell’Istituto delle Opere Religiose). Si terranno poi, al centro congressi Altafiumara, cinque assemblee tematiche (che pro- seguiranno il sabato mattina) su “Intraprendere nel lavoro e nell’impresa”, “Educare per crescere”, “Includere le nuove presenze”, “Slegare la mobilità sociale”, “Completare la transizione istituzionale”. Sabato pomeriggio, al teatro comunale, si svolgerà la quinta sessione dal titolo “Un Paese solidale. Storie, racconti, esperienze, immagini…”, dove alla relazione di Giuseppe Savagnone (direttore del Centro diocesano per la pastorale della cultura di Palermo) sul recente documento della Chiesa italiana dedicato al Sud faranno seguito riflessioni e testimonianze. Domenica 17, infine, la giornata si aprirà, alle 7.45, con la messa in cattedrale celebrata da mons. Vittorio Luigi Mondello, vescovo di Reggio Calabria-Bova. Nell’ultima sessione al teatro comunale, presieduta dal segretario del Comitato, Edoardo Patriarca, verranno condivisi i risultati dei lavori condotti nelle assemblee tematiche; da ultimo le conclusioni del presidente e del vice- presidente del Comitato, mons. Arrigo Miglio e Luca Diotallevi. Dalla diocesi di Modena parteciperanno cinque persone: il direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro, don Giuliano Gazzetti; il presidente del centro culturale Ferrari, Gianpietro Cavazza; il rappresentante delle Acli, Guido Capiluppi; il presidente diocesano dell’Azione Cattolica, Paolo Seghedoni e un giovane di Formigine, Gabriele Pattarozzi, incaricato dalla Pastorale Giovanile diocesana. Nobel per la medicina. Il “sì” suo senso attraverso l’uomo che forte – nel caso della fecondazione prende coscienza, che ne de- ne assistita è l’adulto – esercita alla fecondazione assistita cide, che lo trasforma in azione, sul più debole: l’embrione creato non è il “sì” alla vita L • Marco Doldi a decisione di attribuire il premio Nobel per la medicina al britannico Robert Edwards per i suoi studi sulla fecondazione in vitro suscita qualche legittima perplessità. Se avere un figlio è certamente una cosa buona, non si possono dimenticare i mezzi messi in atto e le circostanze. La fecondazione assistita dopo trent’anni non ha ancora risolto gli aspetti etici più gravi: sostituzione dell’atto coniugale con un intervento da laboratorio, perdita di embrioni, congelamento degli stessi, possibilità di utilizzo di gameti sessuali non appartenenti alla coppia, etc... Sono questioni sufficientemente note, sulle quali non è necessario tornare. Si può, invece, fare un’altra riflessione: lo impone, per così dire, il premio Nobel, che, come tale, ha un significato culturale molto alto, perché dice come l’uomo sta costruendo il suo futuro. A metà anni Cinquanta del secolo scorso, Romano Guardini (1885-1968), uno dei geni filosofici e teologici più alti del nostro tempo, pubblicava un saggio sulla natura del potere. Il potere, di per sé, è pura disponibilità: esso riceve il Canone Rai: che ne assume la responsabilità. “Non esiste potere senza correlativa responsabilità. Esistono le energie irresponsabili della natura, o meglio le energie che operano nell’ambito della necessità naturale e non in quello della responsabilità. Ma non esiste un potere irresponsabile dell’uomo” (“Il Potere”). Il potere, l’intervenire con la tecnica sulla dimensione procreativa della persona è sempre un’istanza umana, di cui il soggetto deve assumersi la responsabilità. “In sé il potere – scrive ancora Guardini – non è né buono, né cattivo, ma riceve il proprio senso dalla decisione di colui che lo esercita”. Esso è retto sostanzialmente dalla libertà. Ora, come è intesa oggi questa? Si sa: come autonomia assoluta, come capacità di fare tutto e, in altre circostanze, il contrario di tutto. Il potere tecnologico diviene, così, il mezzo operativo della libertà. In questi anni si è visto come le tecniche di fecondazione assistita siano state la risposta non semplicemente ad un desiderio, ma ad una concezione di libertà, espressa addirittura come forma di diritto: il diritto ad un figlio! Guardini metteva in guardia contro l’uso cattivo del potere, che sempre conduce al sopruso, che si ha quando il più e minacciato, il figlio concepito in un contesto non umano. Il pericolo è che il potere sia esercitato a partire da una volontà che ha un orientamento morale falso, cioè non ha più un’obbligazione morale. Così si comprende che il potere tecnologico chiede di essere ben governato. Nessuna legge sarà mai sufficientemente adeguata se l’uomo – lo scienziato come la persona comune – non sarà convinto di essere il custode e il promotore dell’autentico progresso. E questo non è mai un mero fatto tecnico, ma anche antropologico e morale. L’uomo deve giungere al dominio del mondo, ma restando in un rapporto di obbedienza da Dio e attuando quel dominio come servizio. La fecondazione assistita è davvero un servizio per l’umanità o non piuttosto l’occasione per ingenti guadagni economici a favore dei centri che la praticano? Quanti sforzi sono impiegati per studiare e, nella misura del possibile per guarire l’infertilità, a fronte delle immense energie adoperate per sviluppare i centri di fecondazione assistita? Un Nobel per la medicina comporta considerazioni non parziali, ma adeguate a ciò che costituisce il bene globale della persona. A cura di Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena 41124 Modena - via Emilia Ovest, 101 Tel. 059/890846 Fax 059/828456 esenzione e rimborsi per ultra 75enni E ’ uscita recentemente una circolare dell’Agenzia delle Entrate che fornisce chiarimenti per usufruire dell’agevolazione riguardante l’abolizione del canone Rai per soggetti di età pari o superiore a 75 anni, previsto nella Legge finanziaria del 2008. L’agevolazione si applica con riferimento ai canoni di abbonamento alle radioaudizioni dovuti a decorrere dall’anno 2008. Qualora il contribuente, in presenza dei requisiti necessari per fruire della esenzione, abbia effettuato il versamento del canone, può recuperare gli importi versati tramite la presentazione di una istanza di rimborso. Requisiti soggetti beneficiari Il godimento dell’agevolazione in esame è subordinato alla sussistenza congiunta di requisiti soggettivi semprechè l’esenzione sia riferita all’apparecchio televisivo ubicato nel luogo di residenza. Chi richiede l’agevolazione deve: • aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone di abbonamento Rai; • non convivere con altri soggetti, diversi dal coniuge, titolari di un reddito proprio; • possedere un reddito che, unitamente a quello del proprio coniuge, non sia superiore complessivamente a euro 516,46 per tredici mensilità, pari ad euro 6.713,98 annui. Per poter fruire dell’esenzione gli interessati devono compilare la dichiarazione sostitutiva, che attesti il possesso dei requisiti e delle condizioni di ammissione previsti dalla norma agevolativa. La dichiarazione sostitutiva, attestante il possesso dei requisiti per godere dell’agevolazione, va spedita o consegnata entro il 30 aprile dell’anno di riferimento, da parte di coloro che per la prima volta fruiscono del beneficio. Il modello va presentato anche da coloro i quali, in possesso dei requisiti per fruire dell’agevolazione per gli anni 2008, 2009 e 2010, non hanno effettuato il versamento del canone. In tal caso la dichiarazione va presentata entro il 30 novembre 2010. Sono tenuti alla compilazione della presente dichiarazione anche i soggetti che, pur in possesso dei requisiti per fruire dell’agevolazione per gli anni 2008, 2009 e 2010, hanno provveduto al pagamento del canone. Rimborso del canone corrisposto Coloro che hanno pagato il canone di abbonamento relativo agli anni 2008, 2009 e 2010 pur essendo in possesso dei requisiti per fruire dell’agevolazione in trattazione, possono chiederne il rimborso inoltrando apposita istanza, utilizzando i modelli predisposti dall’Agenzia delle Entrate. Per ulteriori informazioni e un aiuto per la compilazione della domanda rivolgersi alle sedi Fnp Cisl della zona. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 17 La storia Quando viaggiare significa tornare L’esperienza della Casa de los niños di Cochabamba, e un nuovo viaggio in Bolivia per rinsaldare legami e affetti P • Marcella Caluzzi artire e tornare. E tornare a partire, ritornando lì, in quel posto magico, difficile da spiegare almeno quanto lo è da dimenticare, per chi lo volesse fare. Quest’estate non ho deciso di ‘andare’, ho deciso di ‘tornare’, con tutto il bello che il fare ritorno in un luogo per te speciale si porta dietro. Questo luogo speciale per me è Cochabamba, una delle città più importanti della Bolivia, e questo posto si chiama Casa de los niños, la casetta dei bambini, una struttura che, tra le altre cose, accoglie e assiste bimbi che vivono difficoltà di vario tipo (abbandono, povertà, malattia). Ad accogliermi e a farmi immediatamente sentire come se non fossi mai partita, Aristide, Tania, Giulia e gli amici della Comunità di sant’Egidio e sette piccole, nerissime e vispissime paia d’occhi. Sebastian, David, Jacky, Ari, Emily, Belen, Dennis: sono loro i bambini che vivono nella Casa al momento del mio arrivo. Alcuni li ho già conosciuti l’anno scorso ed è bello poter vedere con i miei occhi quanto sono cresciuti, quante cose hanno imparato e quante nuove lucine sono comparse nel loro sguardo: Sebastian, dall’alto dei suoi 6 anni è un piccolo ometto sdentato, il ritratto della salute nonostante la sua malattia, David, il più coccolato da tutti, grandi e piccoli, ora sa tenere su la sua testa tanto grande e pesante (a causa dell’idrocefalia), con destrezza e allegria e c’è già chi sogna di vederlo camminare, un giorno. E poi ci sono i bimbi ‘nuovi’, tanto diversi, ma accumunati tutti da storie troppo grandi e dolorose per le loro piccole e sgangherate spalle: c’è chi viene dalla giungla ed è qui per curarsi la tubercolosi, dimenticare che la mamma è volata via e stare anche solo per alcuni mesi lontano da spazzatura, malattia e fame, c’è chi è stata rifiutata da tutti gli istituti e accolta qui a braccia aperte, c’è chi gioca e ride ma ha appiccicato agli occhi uno sguardo triste, di abbandono. E infine c’è chi, ancor prima di iniziare a parlare, a due anni, ha imparato sulla sua pelle il significato della parola leucemia. Poi c’è ciò che vedo non appena guardo fuori dalle finestre della Casa: il villaggio Arcoiris de Paz e le sue casette, cresciu- Da sinistra: Jacky, Arisito, Sebastian, Marcella e Belen tempo. Com’è nato in voi il sogno di dare vita alla Casa de los niños? Aristide: tutto è nato non da progetti, da cose artificiali, da calcoli ma dalla vita, dalle necessità sorte dallo stare a contatto con bambini e famiglie in difficoltà. te come funghi nel corso di quest’anno (e i muratori ancora sono all’opera). Il villaggio Arcobaleno ospita ora ben 56 famiglie (circa 300 persone) che qui hanno avuto in dono la possibilità di rifarsi una vita, emancipandosi da povertà, alcool e violenza e soprattutto di far crescere i propri bambini in un ambiente sereno e di pace. Quello appena passato è stato uno degli anni più difficili, tanta è stata la sofferenza, tante le ingiustizie subite ma nessuno qui ha perso la speranza e il coraggio: cammino Aristide al villaggio yuqui nella giungla per il villaggio e noto che ciò che l’anno scorso E’ nato dall’incontro qui in Boera solo un cantiere appena av- livia con le ragazze e i ragazzi viato ora è una grande e colo- della Comunità di Sant’Egiratissima scuola che accoglie tutti i bambini, dai più piccoli fino ai 15 anni. L’anno scorso le cose, gli eventi, le persone mi sono entrate dentro senza che nemmeno cercassi di dare loro un ordine. Quest’anno inizio a sistemarle, a fissarle con Aristide e Tania, i fondatori e responsabili della Carolina, Sebastian e Maria Renè Casa de los niños dio e qui in Bolivia (Ari è originario dall’incontro che ho fatto, semdi Toano di Baiso ed è parti- pre qui in Bolivia 7 anni fa, con to per il sud America ormai persone che venivano dall’Italia vent’anni fa, Tania è di Cocha- a darci una mano (le prime Lubamba ed è stata per anni la ciana ed Elisa di Roteglia che responsabile della Comunità di hanno dato vita all’associazione Sant’Egidio in Bolivia). Casa de los niños in Italia ndr). Proviamo a fare un salto nel Si può dire quindi che la storia di questa casa è una storia di incontri, di stima e amicizia tra persone vere che avevano nel cuore cose buone. In che modo è cresciuta questa esperienza? Aristide: la comunità si occupava già dei bambini di strada e malati di Cochabamba e degli yuqui, una tribù in via d’estinzione. Un giorno ci è stato presentato il caso di una bambina di due anni, malata di Aids, la prima che l’ospedale pubblico di Cochabamba riceveva. Maria Renè aveva due anni ma ne dimostrava uno, non parlava, non Piccole yuqui camminava. Per noi è stata una sfida ma anche un’esperienza molto bella: poterla accogliere tra noi e costruire con lei un cammino significava conoscere da vicino una malattia nuova, con le sue difficoltà quotidiane. Al momento di accoglierla ci avevano avvisato: probabilmente Maria Renè non sarebbe sopravvissuta oltre i 5 anni. Ora di anni ne ha 6, sta bene ed è felice! Grazie a lei siamo entrati in questo mondo e abbiamo deciso di aprire le porte della nostra casa e del nostro centro a chi come lei, grande o piccolo, ne soffre. Le persone malate di Aids sono vittime qui di forte discriminazione da parte della società e spesso sono costrette a vivere separate dalla loro fa- miglia; questo rende la loro vita ancora più dolorosa. Ora da noi vivono varie decine di famiglie ammalate (circa il 10% delle persone che vivono con noi sono affette da Hiv) e il 30% dei bambini malati di Cochabamba sono qui. Tania: come Comunità di sant’Egidio abbiamo cominciato, ormai 20 anni fa, con la ‘Escuelita’ della domenica, una sorta di doposcuola con tanti bambini in difficoltà. Nel corso di questi anni abbiamo sempre mantenuto l’idea che questi bambini non fossero solo persone da aiutare, ma dei piccoli fratellini e delle piccole sorelline, parte della nostra famiglia, con lo stesso nostro diritto di vivere con dignità. Questi bambini sono cresciuti e alcuni ora fanno loro stessi la ‘Escuelita’ per altri che ancora non abitano qui. Ora, con le tante famiglie del villaggio, stiamo provando a costruire una vera e propria comunità che condivide e cammina insieme. Le stesse famiglie si rendono conto che c’è sempre qualcuno più povero da aiutare e ogni venerdì prepa- rano da mangiare e lo portano alla gente che vive in strada. E’ come una catena, in cui ognuno capisce che può fare qualcosa per gli altri. Che cosa vi dà la forza di andare avanti ogni giorno? Aristide: la necessità di non mettersi mai al di sopra degli altri ma solo di accompagnarli, di accompagnare le persone meno favorite dalla vita. Questo spirito di fraternità che noi abbiamo ricevuto, l’abbiamo ricevuto da Gesù, dalla sua parola, dal suo Vangelo ed è quello che ci spinge ad andare avanti e tiene viva la nostra speranza. A volte può capitare di perdere l’entusiasmo, davanti alle difficoltà che si presentano quotidianamente, ma è più forte la speranza e la certezza che siamo sempre nelle mani di Dio. E’ Lui che ci ha messo nel cuore questo desiderio di fraternità e che ci aiuta a rinnovarla ogni giorno. Per questo cominciamo sempre la giornata pregandolo di darci la forza per continuare. Tania: dovessi riassumere in una parola ciò che ci sostiene direi Dio, che è amore e compassione, Dio che è sogno per tanti. Ci sono stati tanti momenti difficili e in queste occasioni ci siamo sempre detti: in fondo, se questa è una cosa di Dio andrà avanti nonostante tutto, se invece è una cosa umana cadrà subito. Ad aiutare noi, come le persone che con noi vivono, c’è il fatto di sentire sempre che non siamo soli, che accanto a noi c’è qualcuno… è Dio a farci capire che non siamo isole nel mondo, che non possiamo pensare solo alla nostra vita. Progetti per il futuro? Aristide: vorremmo che l’esperienza di fraternità che stiamo vivendo si consolidasse, perché ognuno possa fare un incontro profondo con Dio e insieme si possa costruire una vera comunità di fratelli e di sorelle che si accettano per quello che sono, nel rispetto reciproco, che si vogliono bene e che sono contenti di fare questo cammino insieme. Tania: Il rischio che si può correre è che, siccome qui c’è tutto, le persone si chiudano come in una sorta di kibbutz: è importante invece che queste famiglie si aprano al mondo, incontrino altre persone e portino questo sogno anche ad altri. Ci piacerebbe, inoltre, riuscire a creare un rapporto più diretto e costante con gli amici che ci sostengono dall’Italia. Infine, sappiamo che da questo sogno ne sta nascendo un altro: un ragazzo brasiliano che è ha vissuto qui per un po’ di tempo vorrebbe far nascere una ‘Casa de los niños’ nel suo paese! Chissà! Info Per sostenere il sogno della Casa de los niños puoi adottare un bambino a distanza o dare anche solo un piccolo contributo. Associazione ‘Casa de los niños’ IBAN IT70V0538766260000001500686 Per contatti: [email protected]; [email protected] Per leggere il diario digitale di Aristide Gazzotti: casadelosninos.spadix.it 18 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 InformACI Tra iniziative e proposte, scatta il cammino assembleare con il rinnovo delle cariche a tutti i livelli • Paolo Seghedoni* L ’Azione Cattolica è un modo di essere, non un modo di fare”. Questa espressione che il nostro arcivescovo, mons. Antonio Lanfranchi, ha detto al Consiglio Diocesano a fine giugno, mi pare sia un buon slogan per la nostra associazione, soprattutto in quest’anno assembleare. E’ vero, anche se spesso lo dimentichiamo, presi da tante attività, in sé buone e proficue ma che non devono esaurire il nostro ‘essere’ di Ac, ed è vero che, come ha ripetuto mons. Lanfranchi, “l’Ac è una vocazione” e quindi tocca a noi rispondere a questa chiamata, per diventare santi insieme, come diceva lo slogan del “ Conto alla rovescia per l’incontro nazionale Acr e Giovanissimi. Da Modena 200 ragazzi in rampa di lancio verso Roma • nicola battilani U n milione seicentonovantanovemila duecentoquattro, un ... milione seicentonovantanovemila duecentotre... “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.”(Mt 5, 14-15) La parola d’ordine è partecipare! Perché noi siamo la luce del mondo, e perché noi non possiamo nasconderci dietro alla nostra pigrizia, ai nostri impegni, alle nostre piccole sofferenze. Partecipare! La Chiesa ha bisogno di noi, di tutti, piccoli e alti, ottusi e comprensivi; anzi, proprio il nostro essere diversi la rende così ricca. Tutti insieme coinvolti nel solco di una storia viva, diversa da tutte le altre perché in questa c’è di più! I primi a scoprirlo saranno tutti i ragazzi e i giovanissimi di Azione Cattolica che il 30 e il 31 ottobre saranno a Roma per l’incontro nazionale, dal titolo `C’è di più`. Un incontro così mancava da quasi un decennio e probabilmente non si ripeterà di nuovo per parecchio. Da Modena sono circa 200 i ragazzi e i giovanissimi pronti a partire e a Roma, con il Papa, ci sarà anche Un anno a tutta Ac primo anno di questo triennio che volge al termine. Voi siete la luce del mondo è, invece, lo slogan di quest’anno dedicato al bene comune e all’impegno educativo, come ci ricorda sempre il nostro vescovo con la sua bella Lettera pastorale ‘Tu sei prezioso ai miei occhi. Educare è possibile, educare è bello’. Per essere ‘luce’ dobbiamo riscoprire la nostra vocazione a essere autenticamente Azione Cattolica ed è necessario, sempre seguendo quello che il vescovo ci ha detto, trovare di nuovo le parole per ‘dire l’Ac’. E’ necessario più che mai quest’anno, che sarà caratterizzato dalle assemblee elettive, prima di tutto a livello parrocchiale. Dire di nuovo l’Ac, ovvero proporre l’associazione e la sua ricchezza: di passione e di amore alla Chiesa, di rapporti tra le generazioni e di corresponsabilità, di collaborazione e amicizia con i sacerdoti. Per questo, anche come Ac non dobbiamo avere paura di sperimentare forme nuove. A livello nazionale non mancano idee e progetti, a livello diocesano dobbiamo trovare nuove energie (coinvolgendo le associazioni parrocchiali) ad esempio facendo nascere il Laboratorio della Formazione, che già è presente in moltissime realtà diocesane. Ma non mancano nemmeno qui da noi esperienze belle: penso all’Acr che spesso accompagna i ragazzi anche ai sacramenti, ma che poi prosegue senza dare l’idea della Cresima come ‘la fine di tutto’; ai Giovanissimi che cominciano ad attecchire anche in nuove realtà parrocchiali; ai nostri giovani che hanno il coraggio di affrontare temi anche scomodi come nell’Incontrocorrente di quest’anno; alle esperienze di affiancamento dei genitori dell’Acr, proposte in particolare dal settore Adulti e dall’esperienza con le famiglie che sta nascendo. Ma non dimentichiamo la riproposta della memoria di Maria Vecchi, nel centenario della nascita, e tanto altro ancora che a livello parrocchiale e diocesano si porta avanti con tanto impegno. Stiamo organizzando un convegno sul bene comune, che sarà sabato 6 novembre, e a cui parteciperà l’ex presidente nazionale, Luigi Alici; sabato 9 ottobre l’Acr e i Giovanissimi invitano tutti alla Cdr per una giornata di preparazione all’incontro nazionale del 30 e 31 ottobre a Roma (i nostri ragazzi e Giovanissimi incontreranno Papa Benedetto XVI e saranno accompagnati anche dal nostro vescovo). Sono solo alcuni appuntamenti, in vista poi del cammino assembleare tra fine novembre e gennaio per le assemblee parrocchiali, il 13 febbraio con l’assemblea diocesana e a maggio per l’assemblea nazionale. * Presidente diocesano C’é di più! il nostro vescovo! Una sorprendente partecipazione è quella che ha mostrato la nostra diocesi, superiore ad ogni aspettativa: segno chiaro che ai nostri ragazzi non manca la voglia di mettere farina del proprio sacco nella loro Chiesa, dalla quale devono essere accolti per quello che sono e non per quello che potranno essere. Un motivo per venire a `C’è di più`? «Be’.. uno solo?! C’è di più!» (don Dino Pirri – assistente nazionale Acr). ...un milione seicentonovantottomila settecento dodici, un milione seicentonovantottomila settecento undici... Settore Giovani Io, noi, la Chiesa: torna l’Incontrocorrente V ogliamo brevemente presentare un ciclo di incontri che potrebbero proprio “cadere a fagiolo” per il cammino personale dei giovani! In primo luogo desideriamo presentare i protagonisti, cioè… Io: colui che ti scrive Noi: i partecipanti all’Incontrocorrente (cioè almeno io e tu che stai leggendo) La Chiesa: istituzione religiosa alla sequela di Cristo I dubbi: perplessità o amarezze che quotidianamente ci interrogano La luce: colei che è capace di rischiarare le perplessità e le amarezze di cui sopra! Grazie ai magnifici protagonisti sopracitati, metteremo in scena 7 incontri durante i quali sarà possibile fare uscire allo scoperto gli interrogativi che rischiano di minare la capacità di amare la Chiesa. Questa serie di incontri è un umile tentativo di fare unione tra la nostra vita quotidiana di giovani e la strada indicata dalla Chiesa, strade che a volte rischiano di restare parallele, invece di incontrarsi ed ascoltarsi. I temi trattati (belli tosti!), il luogo e la data degli incontri, sono dettagliatamente specificati nel volantino qui a fianco. L’equipe del Settore Giovani di Azione Cattolica Speciale campi Campi diocesani - i piani di Zanzaro I D urante la settimana di campo, i ragazzi dell’Acr hanno dovuto dare prova di sé, per ricostituire la confraternita del Sacro Scrigno, ormai ridotta a brandelli a causa della vecchiaia dei suoi membri, e dello zampino del Gen. Zanzaro I che voleva impadronirsi del tesoro della confraternita: il Sacro Scrigno; anche se non sapeva bene cosa fosse. Siamo invece riusciti a scoprirlo noi! C om p i e n d o, infatti, un percorso attraverso i passi della Messa e vivendo l’incontro con Gesù nei discepoli di Emmaus, abbiamo capito che il tesoro che la confraternita custodiva gelosamente è il tabernacolo. Un grande grazie a quanti hanno partecipato e hanno partecipato all’organizzazione e alla buona riuscita dei campi, e ai ragazzi che li hanno resi vivi. Soliera - tutti abbiamo un posto! L ’ambientazione tratta dal film “La fabbrica di cioccolato” è stata occasione per parlare di famiglia dal punto di vista dei ragazzi e prendere coscienza che a qualunque età ognuno di noi ha un ruolo e doni da mettere a disposizione degli altri per il bene comune! Trenta ragazzi dai 7 ai 14 anni hanno vissuto una settimana al fresco delle colline di Montecreto fra attività di gruppo, giochi di squadra ed uscite, in collaborazione con gli educatori in un perfetto stile “familiare” di gestione dei servizi e delle casa. Un doveroso ringraziamento va a tutti, cuochi, assistente di campo e parroco, in particolare. Un grande grazie a quanti hanno partecipato e hanno partecipato all’organizzazione e alla buona riuscita dei campi, e ai ragazzi che li hanno resi vivi. Nonantola - una magia tira l’altra Q uesta estate abbiamo partecipato al campo estivo dell’ACR fatto a Talamello. Dopo un lungo viaggio estenuante siamo stati accolti nella scuola di magia e stregoneria di Talamello dove un suggestivo cappello parlante ci ha diviso in quattro casate: Corvonero, Tassorosso, Serpeverde e Grifondoro. Durante la settimana abbiamo imparato a stupirci di quanto accade nella vita scoprendosi irripetibile agli occhi di Dio; abbiamo imparato a entrare in relazione con l’altro superando anche le difficoltà del comunicare; abbiamo scelto di andare controcorrente rimanendo attenti ai bisogni altrui; infine ci siamo fatti coinvolgere dall’incontro con Gesù e scegliere di restare con lui sconfiggendo così Luis Ditone (la solitudine). I momenti che ci hanno emozionato sono stati il rito di passaggio dall’Acr ai giovanissimi e il modo particolare in cui abbiamo vissuto i momenti di preghiera. Ci piacerebbe rivivere questa esperienza e invitiamo tutti i ragazzi a provarla. NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 19 Sport - Csi Grande festa di inaugurazione per il centro Oplà Venerdì 8 ottobre apre ufficialmente il centro Oplà, con tanti giochi e attività per bambini, per una giornata di divertimento e per conoscere tutte le iniziative del progetto T • marco costanzini utti i bambini di Modena e provincia non potranno perdersi la grande festa di inaugurazione dell’Oplà, uno dei più grandi progetti targati Csi Modena: l’Oplà, il grande centro ludico motorio di via Gasparini 13, a Modena, che il Csi ha rilevato dall’ex pallavolista Andrea Lucchetta e soci, già da un mese ha aperto le porte a bambini e ragazzi con tutte le novità legate alla nuova gestione. E venerdì 8 ottobre è pronto ad inaugurare ufficialmente con una grande festa. L’appuntamento è dalle 16 alle 19,30, quando si potrà entrare gratuitamente all’interno della struttura con attività di ogni genere per i bambini: trucca bimbi, giocolieri, clown, laboratori grafici, gioco libero sui gonfiabili saranno dunque gli ingredienti di un pomeriggio all’insegna del divertimento. Per i più piccoli, poi, è già allestito lo spazio psicomotricità, una delle grandi novità della gestione Csi. Ma nel giorno dell’inaugurazione ufficiale il Csi farà conoscere anche tutto il potenziale dell’animazione Oplà. Il centro, infatti, è un vero progetto per famiglie, una sorta di contenitore di tutte le iniziative per genitori e bambini che troveranno la loro casa nel centro ludico motorio di via Gasparini 13. E già in un mese di attività Oplà ha ospitato più di mille bambini, con oltre 35 feste di compleanno organizzate. COS’E’ OPLA’. L’Oplà è il parco giochi più grande della provincia di Modena, 1.300 metri quadrati di puro divertimento in grado di ospitare un elevato numero di bambini fino agli 11 anni. Al suo interno si trovano 5 gonfiabili e una struttura fissa play-ground che stimolano il gioco e la fantasia del bambino. L’Oplà è un centro ludico-motorio ricreativo ed è l’unico locale progettato e realizzato al coperto, dedicando la massima attenzione alle esigenze dei bambini: c’è uno spazio specifico per la fascia 0-3 anni e tutto il materiale scelto è accuratamente selezionato da esperti del settore. Oplà è divenuto parte integrante del Csi Modena, ente di promozione sportiva che tra le sue finalità ha proprio quella di promuovere attività legate al gioco ed alla fantasia, con particolare attenzione riguardo alla socializzazione e all’aggregazione dei bambini e delle loro famiglie. All’interno del Centro giochi sono attrezzate delle aree gioco a seconda delle diverse età: AREA 0-3 ANNI, con giochi morbidi, circuiti motori, uno scivolo ed una vasca con palline, animali cavalcabili, macchinine, tricicli a pedali e un gonfiabile tutto per loro; AREA 3-11 ANNI, con diversi giochi gonfiabili e soprattutto un mini appartamento ludico di 70 metri quadrati, un labirinto ad ostacoli con lo scivolo finale su cui fare salti, correre, arrampicarsi ed infine il gioco fisso adibito a base spaziale con più livelli e piani, percorsi, sei ingressi e otto uscite, due mega scivoli e una vasca gigante con più di 18.000 palline colorate. I giochi potranno essere sfruttati anche per le feste di compleanno: tante, in questo senso, le proposte di Oplà per genitori e bambini con feste di tutti i tipi. IL PROGETTO OPLA’. Oplà nasce dall’esigenza di rivalutare l’importanza dell’attività ludico-motoria nella vita di ogni bambino: ormai il gioco è vissuto come una pausa o un premio, in ogni caso come un’attività secondaria. I bambini, invece, giocando scoprono se stessi, gli altri e il mondo. La finalità del progetto, dunque, è mettere a disposizione dei bambini da 1 a 11 anni uno spazio dove possano divertirsi, giocare e sperimentare nuove emozioni. L’Oplà inoltre Gli orari del centro SETTEMBRE-OTTOBRE-APRILE MAGGIO-GIUGNO Mercoledì, giovedì, venerdì ore 16-19.30 Sabato pomeriggio ore 15.30-19.30 Domenica mattina ore 10-12.30 Domenica pomeriggio ore 15.30-19.30 Chiusura: lunedì, martedì, sabato mattina NOVEMBRE-DICEMBRE-GENNAIO FEBBRAIO-MARZO Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 16-19.30 Sabato e domenica mattina ore 10-12.30 Sabato e domenica pomeriggio ore 15.30-19.30 Chiusura: lunedì favorisce la capacità di gestire gli spazi in autonomia rispetto all’adulto e di relazionarsi con i coetanei. La novità assoluta di questo progetto targato Csi Modena sarà lo spazio psicomotricità per bambini dai 2 ai 5 anni, seguiti da istruttori esperti. L’attività psicomotoria non è una semplice conoscenza del proprio schema corporeo, ma è l’acquisizione da parte del corpo delle nozioni fondamentali in rapporto allo spazio e agli oggetti. Stimolare la creatività del bambino sarà l’asse portante del nuovo progetto e la tendenza principale di tutte le attività dell’Oplà. CONTATTI. Potete trovare Oplà sul sito www.oplamodena.it o contattare l’indirizzo mail [email protected]. Ma il Csi ribadisce l’invito a tutte le famiglie modenesi a recarsi in via Gasparini 13 venerdì 8 ottobre per far giocare e divertire i propri figli. LA SERENITÀ SI COSTRUISCE GIORNO PER GIORNO con MODENASSISTENZA MODENASSISTENZA SERVIZI PRIVATI DI ASSISTENZA DOMICILIARE A CASA E IN STRUTTURE OSPEDALIERE PER ANZIANI, HANDICAPPATI, MALATI, DISABILI E PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI MODENA - VIALE V. REITER 38 - 059.221122 - CARPI - 059.654688 20 NostroTempo Domenica 10 ottobre 2010 Cultura Appuntamenti Nello splendore delle miniature Presentata dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, l’edizione in fac simile del Breviario di Ercole d’Este • STEFANO MALAGOLI A Roma l’ho esaminato per bene e t’assicuro che è una gran cosa, degno di fare da “... compagno alla Bibbia…”. Così scriveva nel 1939 l’allora direttore della Biblioteca Estense Domenico Fava all’amico e collega Gnoli a proposito del “Breviarium secundum consuetudinem Romanae Curiae”, il Breviario del duca Ercole I d’Este, capolavoro miniato del Rinascimento, oggi custodito a Modena, del quale è stata presentata nei giorni scorsi una preziosa edizione in fac simile per iniziativa di Editrici Imago e Trident editore che hanno lavorato, per oltre 4 anni, in stretta collaborazione con la biblioteca Estense universitaria di Modena. Il prezioso manoscritto, che gli esperti indicano come un autentico capolavoro degno di rivaleggiare con la Bibbia di Borso d’Este, alla quale, in alcune pagine, può addirittura risultare superiore, è composto da 986 pagine riccamente miniate e dorate dai più importanti artisti dell’epoca, quelli che operavano nella splendida e raffinata corte estense di Ferrara nel primo decennio del ‘500: Matteo da Milano, Tommaso da Modena, Cesare e Andrea delle Vieze. “Un capolavoro assoluto della grande miniatura italiana del Rinascimento “lo ha definito durante la presentazione pubblica nella chiesa di S.Vincenzo a Modena, venerdì 1 ottobre, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, giunto appositamente in città dalla capitale per parlare del Breviario erculeo. “I grandi libri, così come le grandi opere d’arte – ha aggiunto l’ex ministro ai Beni culturali – servono a riportare i grandi del passato: attraverso un libro si sente il brusio della storia, si sentono le opere e i giorni. In questo codice torna allora viva la Ferrara felix di Ercole I d’Este che regnò per oltre 30 anni, dal 1472 al 1505. A m atissimo dal suo p op olo, rel ig iosissimo, collezionista di libri, protettore di arti e artisti, amico di Girolamo Savanarola, Ercole I d’Este fu uno degli uomini più colti del Rinascimento. Marito di Eleonora d’Aragona, figlia del re di Spagna, è il padre di Alfonso, grande condottiero e futuro marito di Lucrezia Borgia, Beatrice, sposa di Ludovico il Moro nella Milano di Leonardo, Isabella, raffinata e colta moglie di Francesco Gonzaga, Ippolito, cardinale di Santa Romana Chiesa. A Ercole si deve l’ampliamento di Ferrara che da lui prese poi il nome di Addizione Erculea, insieme alla piazza di Pienza lo spazio urbano rinascimentale più bello d’Italia che rese la capitale degli Estensi la prima città moderna d’Europa. Questo per dire – ha aggiunto il direttore dei Musei Vaticani - il clima splendido nel quale nasce il Breviario di Ercole I, confezionato tra il 1502 e il 1506, 35 anni dopo la creazione della Bibbia di Borso. E proprio nel paragone tra i due libri si nota la mutazione avvenuta nel giro di pochi anni: se nella Bibbia domina ancora la cultura figurativa prettamente ferrarese, nelle miniature del breviario si nota un naturalismo nuovo che giunge dalla Milano del Bergognone e Leonardo e che si fonde con il classicismo che arriva dall’Italia centrale e che ha come riferimento il Perugino. Circostanze che lo rendono un capolavoro assoluto della miniaturistica”. L’edizione in facsimile del Breviario di Ercole I è del tutto fedele all’originale per il rispetto dei colori e degli ori in lamina applicati manualmente, per la carta pergamena trattata a mano, per il raggiungimento dello stato ottimale di invecchiamento, per la legatura eseguita artigianalmente e, infine, per i cantonali in lega di ottone, realizzati a cera persa e cesellati a mano, trattati con rivestimento in argento su oro anticato. Con la riproduzione in fac simile del codice dell’Estense è stata compiuta anche un’importante operazione culturale in quanto sono state reintegrate quattro carte, le più belle, asportate nell’’800 durante la permanenza del Breviario a Vienna presso la corte Austro Estense e successivamente acquistate dall’arcivescovo Strossmayer di Zagabria, città dove sono attualmente conservate sotto passepartout. Domenica 10 ottobre a Modena la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro Cantando e danzando per la sicurezza A rtisti celebri e giovani emergenti insieme per uno spettacolo che vuole contribuire alla battaglia dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro) contro gli infortuni, ma soprattutto promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro. In occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che ricorre domenica 10 ottobre, al Forum Guido Monzani a partire dalle ore 18 va in scena lo spettacolo gratuito con la cantautrice Mariella Nava, il cantante e musicista Heron Borelli e i ballerini Messaffuoco Performers (alcuni componenti dell’eccezionale corpo di ballo dei musical “Notre Dame de Paris”, “Cats” e “Tosca Amore Disperato”) insieme ai vincitori del concorso musicale Anmil “Note Scordate” (Enrico Ballardini, Idramante, Domenico Imperato, Ondadurto, Cirino Romano). La giornata, per la quale l’Anmil organizza manifestazioni che si svolgeranno contemporaneamente in tutte le province d’Italia e che vedranno il coinvolgimento delle massime istituzioni per confrontarsi sulle politiche da attuare per invertire in modo significativo l’andamento infortunistico, è stata istituzionalizzata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1998 e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica che ogni anno dedica un messaggio particolare alla manifestazione. L’iniziativa proposta a Modena, l’evento principale tra quelli organizzati in tutta Italia, vede la partecipazione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi; il concerto-spettacolo serale sarà preceduto, durante la giornata e sempre al Forum Monzani, da momenti di approfondimento e di studio. La manifestazione, presentata dal conduttore televisivo e radiofonico Andrea Barbi, è stata possibile grazie alla disponibilità e al supporto dei partner sostenitori: Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Modena, Fondazione Marco Biagi, direzione regionale Inail, Confindustria Modena, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, Banco S. Geminiano e S. Prospero, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Mirandola e Carpi, Ambiente Lavoro Convention, realtà tutte fermamente convinte che eventi come questo siano necessari per richiamare l’attenzione in modo nuovo e originale sui rischi che si corrono ogni giorno lavorando e per avvicinare i giovani ad un argomento così difficile. L’organizzazione di questo concerto gratuito è stata affidata ad “Insoliti Eventi”, cooperativa modenese operante in ambito culturale e affiliata alle Acli modenesi, che promuove e tutela il lavoro di oltre 400 soci lavoratori dello spettacolo. Il concerto è gratuito e l’ingresso sarà consentito fino ad esaurimento dei posti. Si consiglia di prenotare telefonando alla sede Anmil di Modena al numero 059.330691. Una nuova mostra al Foro Boario Roncati: un balzo al di là della pittura e della scultura • francesca rossi V enerdì 1 ottobre alle ore 11 si è tenuta la conf erenz a stampa di presentazione della mostra di Cristina Roncati in programma al Foro Boario dal 3 ottobre al 7 novembre 2010. La mostra, intitolata “Roncati: un balzo al di là della pittura e della scultura”, che Cristina Roncati ha dedicato alla madre scomparsa da poco, è stata inaugurata domenica 3 ottobre alle ore 18, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose di Modena. Composta da 130 opere di pittura e di scultura, è accompagnata da un ricco catalogo – monografia bilingue curato da Renato Barilli pubblicato da “Edizioni Alfa Entertainment” di Bologna. L’esposizione si compone per due terzi di sculture in bianco e nero, che stanno ad aumentare la sacralità e l’austerità delle opere create; si apre con i ritratti delle persone più vicine all’artista: il padre, la madre, il suo primo maestro e il suo mentore Francesco Arcangeli, per poi proseguire con sculture che rappresentano per la maggior parte figure femminili, dando spazio alla donna in ogni sua forma, una vera e propria “elevazione di un monumento alla donna”, come ha descritto Barilli alla conferenza. La Roncati si concentra molto sugli abiti, sui vestiti delle donne che crea, fattore percepibile anche grazie ai materiali da lei utilizzati, in particolare tessuti e cartapesta, affiancati comunque anche dal marmo e dal bronzo. Nella seconda parte della mostra prende piede il colore, la- sciando da parte il bianco e il nero: la donna rappresentata è contemporanea e presenta il volto scoperto, a differenza delle opere precedenti, in cui gli abiti coprivano sempre l’espressione del viso femminile. Il percorso di conclude con un mezzobusto di Luciano Pavarotti, un ritratto sorridente, vivace e colorato. Durante lo svolgimento della mostra sono previsti numeri appuntamenti paralleli culturali e artistici, che inizieranno il 20 ottobre, per proseguire per tutta la durata della mostra. L’esposizione, aperta al pubblico ad ingresso gratuito dal 3 ottobre al 7 novembre 2010, è promossa dall’Associazione Artistica “IN – Arte” e patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune e dalla Provincia di Modena e dall’Università di Modena e Reggio Emilia. L’apertura segue i seguenti orari: tutti i giorni dalle 16 alle 20, sabato e festivi dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20. Ogni sabato pomeriggio, visita didattica per i bambini, curata da Laura Corallo e Tina de Falco. Per informazioni: www.cristinaroncati.it; 338 7442254.