i
l
i
b
o
n
a
p
s
Mario Rossi
Nobili principi
R
selmo Martoni, per 44 anni alla guida
del piccolo comune ma anche sottosegretario nel primo Governo Moro e nei
due governi successivi a guida democristiana. Paese fertile dove, un tempo, si
lavoravano 70mila quintali di barbabietola da zucchero al giorno, un primato
assoluto in Europa.
Estati targate Eridania - Rossi ricorda
ancora le estati torride in cui i ragazzi,
per poche migliaia di lire, partecipavano alla lavorazione dello zucchero:
“I soldi dell’Eridania finivano tutti nel
salvadanaio di casa ma noi, intanto, ci
sentivamo grandi. Quasi non fossimo
più un peso per le famiglie”.
Scomparse anche le risaie, e con loro le
mitiche mondine che riempivano l’aria
di grida e teneri canti. Scomparsi i frutteti, difficili da coltivare in mancanza di
manodopera. Non parliamo poi degli
zuccherifici che, come ricorda Rossi,
avrebbero potuto dare molto all’Italia
in termini di energie alternative. L’oggi,
in agricoltura, parla di colture di cereali
a perdita d’occhio e di macchinari che,
acconta, al termine di una lunga
e appassionata intervista, di non
riuscire ancora a sentirsi come
il vero presidente dell’Azienda: afferma
infatti di essersi sempre considerato al
servizio dell’impresa e mai viceversa.
Sono passati cinquant’anni da quando
Mario Rossi ha varcato, per la prima
volta, il portone della Nobili spa, allora
O.N.E., eppure, nel profondo, è rimasto quel ragazzo che attende paziente,
per ore, di essere ricevuto dal gran capo,
il geniale Efrem. Non c’è più la panca di
legno dove sedeva in quella mattina del
1962, sostituita da comode poltroncine. Ma il marcatempo in legno è quello
dell’epoca, come originale è l’emozione
con cui l’imprenditore rievoca quei momenti: “La sorte mi ha messo in mano
un’Azienda, io l’ho fatta crescere. Tutto
qui. Per consegnarla un giorno ai miei
figli e a tutte quelle famiglie che ne condivideranno il destino”.
Siamo a Molinella, la terra di Massarenti, l’uomo che passò la vita ad organizzare e politicizzare i lavoratori, e di An-
62
Mario Rossi,
alla guida
della Nobili spa,
il colosso di Molinella
creato dal vulcanico
Efrem e oggi leader
nel campo
dei macchinari
per l’agricoltura,
racconta:
“La sorte
mi ha messo in mano
un’Azienda,
io l’ho fatta crescere.
Tutto qui.
Per consegnarla
un giorno
ai miei figli
e a tutte quelle famiglie
che ne condivideranno
il destino”.
63
prodigiosamente e in ogni angolo del
mondo, semplificano il lavoro nei campi. Gran parte escono dai capannoni di
via della Circonvallazione Sud, da quella Nobili che cominciò come piccolo
laboratorio di idee e che oggi sforna
ogni più moderna soluzione per la trinciatura o l’irrorazione, mantenendone
lo spirito creativo (con un occhio anche
alla nicchia degli elevatori a forche applicabili ai trattori).
Mario Rossi, nel corso della sua lunga
carriera, ha attraversato più volte i continenti. In Cina, nel 1972, ai tempi di
Mao e del libretto rosso, in America e
Ungheria poco più tardi, non ha però
mai dimenticato le sue radici all’ombra
di quel campanile che, appena varcate
le porte di Molinella, ti fa subito pensare alla Garisenda o a Pisa. “L’azienda è
stata tutto per me - confessa ancora una
volta - se la sera torno prima delle otto,
mia moglie si preoccupa e mi chiede se
sto male”.
Le zampe alle mosche - Il padre, Alfredo, era capotecnico allo zuccherificio di
Molinella, la mamma, Egle Montanari, cresceva Mario con rigore, affetto e
tortellini (ma solo per le feste comandate) e un invito continuo ad applicarsi
nello studio. Rossi senior era un uomo
preciso, tanto pignolo che si vantava,
in dialetto, di poter fare ‘le zampe alle
mosche’. Di sera frequentava le Aldini,
fucina di talenti, passando poi in un laboratorio specializzato in avvolgimenti
per motori elettrici, e successivamente
alla Bonifica Renana come elettrotecnico, ad Argenta nello stabilimento di
pompaggio delle acque dei canali di
scolo nel fiume Reno. Nel 1923 venne
assunto come capotecnico nello stabilimento per la lavorazione delle bietole
appena costruito a Molinella. Durante
la guerra sopravvivono grazie alla sua
perizia in fatto di elettricità: la sera, lavorando a casa, i contadini gli portavano le batterie da caricare per illuminare
le abitazioni, lui si faceva pagare in natura, uova e galline.
Per il figlio sognava un futuro allo zuccherificio; intanto decise di mandarlo, con grandi sacrifici, alle Aldini (di
giorno, questa volta) dove si diplomò,
nel 1956, come perito meccanico. Un
piccolo talento, bisogna dire, visto che
la scuola lo segnala alla Pedini di Bologna che produce le prime macchine
automatiche per l’industria farmaceutica. Determinante fu la ‘pausa’ sotto le
armi. Dopo il corso allievi ufficiali alla
Cecchignola di Roma nel settore motorizzazione torna a Bologna come sottotenente e lavora per l’OARE al reparto
Alcune foto storiche raccontano
il lungo cammino della Nobili spa:
in alto a sinistra il giovane Efrem
appassionato di aeromodellismo,
Molinella ai tempi della nascita dell’azienda,
uno dei primi polverizzatori e i capannoni del debutto.
Qui sopra una sequenza
che illustra vari prodotti storici.
In basso il nuovo look della facciata Nobili
rifatta nel gennaio 2012.
A colori una veduta aerea dei moderni stabilimenti.
Rossi confessa
che la missione
imprenditoriale
gli è stata resa
più leggera,
negli ultimi anni,
dai due figli
Guido e Giancarlo
(con lui nell’immagine
al centro)
che hanno ‘sposato’
l’azienda con lo stesso
entusiasmo
che animava lui
da giovane.
Qui sotto e a destra
due immagini
del nipote Giacomo,
appassionato di kart.
collaudi. Non solo gli arrivano mezzi
incidentati di ogni tipo, che deve rimettere presto in strada, ma impara sul
campo cosa voglia dire saper obbedire e
comandare.
“Un’esperienza determinante - ammette Rossi - sia sotto il profilo umano che
professionale”.
I signori delle scarpe - A Molinella,
intanto, il progresso fa passi da gigante.
Efrem Nobili, geniale e poliedrico imprenditore della Bassa, si è specializzato
nella costruzione di tacchi in legno per
scarpe da donna. A pochi chilometri
cominciano a brillare i marchi dei Magli e dei Romagnoli, lui stupisce tutti
con un brevetto che rende indistruttibili o quasi i vertiginosi tacchi a spillo. Vulcanico Efrem, con una passione
che lo divora: gli aeromodelli. Ad una
gara vince una Moto Guzzi e, ispirato
da pistone e cilindro, mette mano ad
un progetto di compressore ad aria. Il
motore è a petrolio, nascerà il primo irroratore. Lui è figlio di contadini e sa
bene che, così facendo, darà una mano
all’agricoltura delle sue terre. Le storie,
a questo punto, si intrecciano. Nobili
inaugura il primo stabilimento, Rossi
sposa un’amica d’infanzia, Giovanna,
imparentata con Giancarlo Tomasini,
socio di Efrem in un impianto di disidratazione per l’erba medica. Si sa come
vanno le cose nei piccoli paesi: quando
Mario, amico di Leonardo, uno dei figli
dell’imprenditore, si sposa, nel ’62, anche Efrem è al matrimonio. Naturale, o
quasi, la ‘chiamata’ e l’ingresso in azienda per il giovane e promettente disegnatore che si getterà a capofitto su pompe,
atomizzatori e frese interfilari.
Il timone passa di mano - Nobili fuma.
Come un turco, si diceva all’epoca.
Importanti
riconoscimenti
per la Nobili spa:
qui a destra Rossi
mentre riceve,
nel 2011,
il ‘premio
per l’impegno
imprenditoriale
e per il progresso
economico’
dal presidente
dalla Camera
di Commercio
di Bologna,
Bruno Filetti.
Nella pagina accanto
la consegna
del primo
premio EIMA
nel 1986.
68
settore commerciale Italia. Protetto dalle stelle Mario andrà avanti tra brevetti
e riconoscimenti, portando l’Azienda a
conquistare i mercati di mezzo mondo
(“È sempre più facile e veloce - osserva
sornione - dire dove non esportiamo”).
Se gli affari prosperano non è solo per
le tante idee che il capitano continua
a sfornare (dalla zappatrice interfilare
Zig-Zap del 1964 alla recente e innovativa trincia con raccolta dei sarmenti in sacchi) ma per la ‘filosofia’ che la
Nobili spa porta avanti. “La qualità è
la quantità del domani” campeggia su
molti macchinari, uno slogan mutuato
dai francesi che, più di tante parole, racconta questa voglia di fare e, soprattutto, di fare bene.
Un partner prezioso - Parlavamo dei
francesi. Che non sono certo sempre
teneri nei confronti degli italiani, visti
spesso come concorrenti temibili. Proprio loro, invece, hanno regalato grandi
soddisfazioni al nostro imprenditore.
“Solo mezza sigaretta” rabboniva i familiari. Ma con quella mezza ne accendeva subito un’altra. Nel 1963 si ammala, viene ricoverato in ospedale e poco
dopo viene a mancare. Fino al 1968 le
briglie restano in mano alla famiglia (la
moglie ed i figli Leonardo e Grazia), poi
la decisione di vendere. A quel punto
perché non chiedere, si domanda Rossi,
ai due soci della SAFER, Tonino Sabattini e Astore Ferrari, fornitori di componenti meccanici, di condividere con
lui il destino dell’azienda?
La proposta viene accettata, Rossi diventa amministratore unico nel 1969,
l’anno in cui Neil Armstrong e Buzz
Aldrin mettono piede per la prima volta sulla luna. Ancora oggi la famiglia
Sabattini è presente nella compagine
societaria ed il figlio Maurizio segue il
69
Quando sono stati
festeggiati
i 25 anni
di collaborazione
con la Kuhn,
colosso francese,
i cugini d’Oltralpe
hanno elogiato
il rigore di Rossi
e l’alta professionalità
delle maestranze
emiliano romagnole:
“Un partner
eccezionale”
ha confessato
il presidente
della Kuhn,
Michel Siebert,
nella foto qui accanto.
Quando sono stati festeggiati, recentemente, i 25 anni di collaborazione con
la Kuhn, colosso francese con capitali
anche svizzeri, i cugini d’Oltralpe hanno elogiato il rigore di Rossi e l’alta professionalità delle maestranze emiliano
romagnole: “Un partner eccezionale,
la Nobili - ha confessato il presidente
della Kuhn, Michel Siebert, ricevendo
in regalo un’opera firmata da Grelo,
giovane artista bolognese - che ha saputo guadagnarsi la nostra stima anno
dopo anno”. Un rapporto che parte, ha
ricordato Rossi, nel 1986 con la prima
linea di produzione delle trince per lo
sminuzzamento dei sottoprodotti che
restano sul terreno dopo i raccolti e
70
Qui sopra alcuni degli ultimi macchinari prodotti
dalla Nobili spa, apprezzati in tutto il mondo
per l’alta qualità e l’importante contenuto tecnologico.
A sinistra in alto la grande squadra aziendale
riunita davanti allo stabilimento in occasione
dei cinquanta anni in Nobili del presidente.
Sotto i due figli di Rossi,
Giancarlo, a sinistra, e Guido (a destra)
diventando così protagonisti ed artefici
dei vari cambiamenti”.
Un entusiasmo che si tramanda - Il
futuro dell’azienda sembra già tracciato.
E, appena festeggiato, con tanto di banda cittadina, il mezzo secolo all’interno
della Nobili, Rossi già guarda ai prossimi 50 anni. “Quando i clienti internazionali sbarcano nel nostro show room
- afferma orgoglioso - capiscono subito
che qui si va avanti grazie ad impegno
e miglioramento continuo. Proprio per
soddisfare le più sofisticate esigenze del
mondo agricolo, da sempre al centro
della nostra attenzione”.
Non si nasconde, Rossi, che il compito
gli è stato reso più leggero, negli ultimi anni, dai due figli che hanno ‘sposato’ l’azienda con lo stesso entusiasmo
che animava lui in quel lontano marzo
del 1962. Guido (laurea in Economia
e Commercio, un’esperienza preziosa
presso il Centro Studi della Guardia di
Finanza di Bergamo) e Giancarlo, uscito da Ingegneria Meccanica (ora segue
le varie linee di produzione), non hanno
avuto esitazioni: “Forse perché - ricorda
papà Mario - giocoforza sono cresciuti
di pari passo con l’azienda. Tutti casa e
officina”. Guido gestisce oggi i rapporti
con l’estero (l’80 per cento della produzione prende le strade della Russia o
del Sud Africa, tanto per citare alcune
delle mille destinazioni), predispone i
programmi di vendita e segue con un
occhio vigile anche al fatturato (salito
ultimamente a 19 milioni di euro).
“E dietro l’angolo - afferma orgoglioso
Rossi in veste stavolta di nonno - c’è già
Giacomo, mio nipote, iscritto all’università al primo anno di Ingegneria
Meccanica”. “Oggi, oltre agli ottimi
voti - conclude mostrando orgoglioso
una foto rubata durante una gara - è un
bravo pilota di go kart”.
arriva all’oggi con l’inserimento anche
delle irroratrici per i trattamenti antiparassitari in frutteti e vigneti.
“Quando vado in Francia - ammette
Rossi - torno sempre con qualche nuova
idea. È un po’ come se andassi all’università”. E, a conferma di questa idilliaca
intesa, mostra la medaglia di Cavaliere
al Merito Agricolo, onorificenza assegnatagli dal Ministero dell’Agricoltura
francese.
Un segno di stima che fa il paio con il
‘premio per l’impegno imprenditoriale
e per il progresso economico’ attribuito
alla Nobili nel corso del 2011 dalla Camera di Commercio di Bologna.
Fatturato in ascesa - Di crisi si parla
anche dalle parti di Molinella. Ma Rossi
taglia corto: “Un’azienda come la nostra
è abituata a combattere. Ogni giorno
dell’anno. Eppure, in questi decenni,
siamo sempre riusciti ad affrontare,
vincendole, tutte le sfide di un mercato difficile come quello delle macchine
agricole. Molte aziende sono dovute,
lo so, ricorrere alla cassa integrazione.
Noi, invece, abbiamo fortunatamente
dovuto utilizzare il contratto di flessibilità per incrementare le ore di lavoro. Mossa che ha portato, nel 2011,
ad un incremento del fatturato del 25
per cento”. Per affrontare al meglio il
mercato la Nobili, forte dell’esperienza
Porsche, ha avviato un progetto di rinnovamento che porta il nome di ‘Lean
Production’. Si tratta, mi spiega il figlio
più giovane, Giancarlo, di un nuovo
modello di organizzazione aziendale
in grado di ottimizzare il sistema produttivo. Il tutto gestendo la fabbrica al
massimo dell’efficienza e apportando
continui miglioramenti. “Al centro del
processo - continua - ci sono i singoli
addetti che mettono in evidenza eventuali difficoltà, suggeriscono migliorie,
72
Scarica

Leggi tutto l`articolo