FARMACIA BALDUCCI Via Giusti Giuseppe, 15 50041 Calenzano (FI) tel. 055 8879004 fax. 055/8824687 [email protected] [email protected] Sull’uso delle piante in medicina G ran parte dei farmaci usati oggi in terapia deriva dalle piante e ciò è possibile grazie a precisi meccanismi di estrazione e successive reazioni chimiche. Ma l’uso delle piante per trattare i disturbi dell’uomo è antico quanto il mondo. Proviamo ad immaginare cosa poteva provare una mamma migliaia di anni fa quando un bambino urlava per il mal di pancia oppure per la stitichezza o la diarrea, o per il vomito ininterrotto. Oppure in casi ancora più gravi quando stava morendo per bronchiti o polmoniti, febbre convulsiva o fratture causate da traumi. Avrà spinto il marito a fare qualcosa, a cercare nel mondo che li circondava il rimedio per guarire i propri piccoli. E quello che l’uomo poteva trovare senza problemi, certo più facilmente del cibo, erano le piante. Senza avere nozioni di anatomia e farmacologia, l’uomo ha quindi sempre cercato di alleviare i sintomi di malattia utilizzando parti di piante di cui forse inizialmente si nutriva, basandosi sull’osservazione pratica di alcuni effetti causati dalle piante stesse. C osì pian piano si è arricchito un complesso Codice di piante medicinali ad uso farmacologico, tramandato per secoli dapprima oralmente, poi a cominciare dagli Assiri, dai Babilonesi, dagli Egizi e dai Greci (Ippocrate) tradotto e riscritto da ognuno con le variabili tradizionali della propria cultura. Si è arrivati col tempo ad una migliore conoscenza delle piante e quindi ad un loro uso più razionale sia per quanto riguarda le modalità di assunzione che le precise quantità da assumere. L’uomo, infatti, si deve essere accorto in fretta che la stessa pianta assunta in quantità minore poteva migliorare decisamente i disturbi, ma se assunta in quantità maggiore poteva provocare un avvelenamento anche mortale. È il caso di Digitalis Purpurea, di Aconitum Napellus o di Atropa Belladonna, per fare un esempio: il progresso scientifico ha poi dimostrato anche a livello molecolare il meccanismo di azione di queste piante e perché sopra certi dosaggi diventino dannose. I l concetto per noi banale che ha sempre ispirato il medico, sciamano o stregone che fosse, è stato quello di trattare la malattia con una pianta “medicinale”, quello che oggi è rappresentato dal farmaco, in modo da alleviarne i sintomi, così come quando il nostro stomaco è vuoto, la sensazione di fame si placa con il cibo che lo riempie. Anche la nostra medicina, di conseguenza, agisce in questo modo: il “farmaco”, una molecola chimica che ha una certa struttura tridimensionale, si lega ad un “recettore”, un’altra struttura chimica che accoglie il farmaco. È come una chiave di una certa dimensione e struttura che entra in una precisa toppa ed apre la porta. Nello stesso modo il legame chimico tra farmaco e recettore determina alcune modificazioni che cambiano l’ambiente chimico in un determinato distretto dell’organismo: così può passare il dolore muscolare con l’uso di un antinfiammatorio, l’ansia con un ansiolitico o la febbre con un antipiretico. Esistono poi altri grandi sistemi medici orientali, come ad esempio la Medicina Ayurvedica (Indiana) e la Medicina Tradizionale Cinese, che si comprendono a fondo solo se prima si riescono a capire due sistemi filosofici completamente diversi da quello a cui siamo abituati. Mentre noi e la nostra medicina consideriamo l’uomo come un insieme di organi ed apparati separati tra loro che vanno curati indipendentemente gli uni dagli altri, sia il medico Indiano Ayurvedico che quello Cinese Tradizionale prima di trattare un disturbo inquadrano tutta la persona che hanno di fronte, Farmacia Balducci Via Giuseppe Giusti 15 – 50041 Calenzano (FI) tel. 055 8879004 fax. 055/8824687 ne studiano le caratteristiche psicologiche e mentali, le caratteristiche morali e comportamentali, le caratteristiche fisiche e le attitudini personali. A l termine di questo processo il bravo medico può prescrivere un insieme di trattamenti che non comprende solo farmaci, ma anche una determinata alimentazione, una certa attività fisica, agopuntura, meditazione trascendentale, ecc. Insomma la terapia secondo questi due grandi sistemi orientali è completamente diversa dalla nostra: fa pensare il fatto che nell’antica Cina il medico di famiglia venisse pagato solamente quando il paziente era in salute, e al momento della morte un lume rimanesse acceso fuori dall’abitazione del defunto a segnalare che il medico non era stato in grado di guarire il suo paziente. C’è però un altro grande sistema farmacologico che considera sempre l’unità di anima e corpo. È la cosiddetta “omeopatia”, che differisce dalla “allopatia” rappresentata dalla medicina occidentale, la “nostra” medicina. assunto in fase di sperimentazione dalla persona SANA ha provocato in essa il sintomo “Bruciore di stomaco”. Il rimedio omeopatico non viene poi somministrato in dose “ponderale”, cioè in grammi o in milligrammi di principio attivo (come i farmaci ed i fitoterapici), ma diluito decine o centinaia di volte e in soluzione “dinamizzata”, cioè in un recipiente agitato decine o centinaia di volte, in modo da aumentarne l’efficacia. La cosa strana, infatti, è questa. È palese che l’aumento del dosaggio porti ad un aumento degli effetti, ma secondo S.C.F. Hanemann, medico e persona di grande cultura che mise a punto il sistema omeopatico, l’estrema diluizione anche di sostanze velenose accompagnata da una parallela dinamizzazione porta all’aumento degli effetti positivi, senza effetti collaterali acuti. Il rimedio omeopatico non viene somministrato solamente sul sintomo fisico, ma secondo le caratteristiche mentali e comportamentali generali della persona in questione. S i può pensare come fa la medicina occidentale che in un organismo estremamente complesso com’è l’uomo le cellule dei vari tessuti non siano in collegamento tra di loro? Si può trattare un disturbo anche serio senza considerare che l’organismo è insieme di anima e corpo? Se ho disturbi digestivi devo trattare solo lo stomaco? O devo considerare anche il mio stato d’animo? O forse sono solo depresso ed è meglio assumere antidepressivi ed ansiolitici a vita? Ma è forse meglio un trattamento da uno psicologo? Quindi, secondo il sistema omeopatico, il rimedio per il mio bruciore di stomaco, che sono una persona mite ma decisa, infaticabile, testarda, che ama il caldo ed il sole, sarà diverso da quello di mio fratello, che ha sempre bruciore di stomaco, ma si sveglia tardi, odia il sole, beve molto caffé, e ha paura del buio. L’ omeopatia nasce per reazione del proprio scopritore all’inutilità della medicina del 1700 e per definizione è la medicina dei simili. Significa che invece di somministrare un rimedio opposto per trattare un certo disturbo (per esempio un antiacido per tamponare bruciori di stomaco), si utilizza un rimedio che, sperimentato sulla persona SANA, provoca gli stessi sintomi che sono presenti nella persona malata. Ciò vuol dire che se un paziente malato presenta bruciore di stomaco, gli verrà somministrato un rimedio che Farmacia Balducci Via Giuseppe Giusti 15 – 50041 Calenzano (FI) tel. 055 8879004 fax. 055/8824687 2 L a conoscenza dell’omeopatia mi ha molto aiutato quando, uscito dall’università, avevo delle nozioni dottrinali che rappresentavano delle certezze. Sapevo ad esempio che, in caso di temperatura superiore a 38° C, una compressa di paracetamolo di dosaggio adeguato avrebbe abbassato la febbre per almeno 6 – 8 ore. Ma la prima volta che consigliai in farmacia questo farmaco e la febbre non scese, anzi salì, mi ricordai di un libretto sull’omeopatia che avevo letto per caso tempo addietro: lo ripresi e capii che tutte le persone sono diverse e reagiscono in modo diverso, anche se anatomicamente siamo tutti uguali. Cos’è dunque che differenzia due persone se non l’energia, la forza vitale che scorre nell’organismo e caratterizza il comportamento di ognuno? Sapete che la morte ed il rinnovamento cellulare di tutto il nostro corpo avviene nel giro di otto mesi? L a nostra medicina occidentale, figlia del positivismo e dell’illuminismo, ha circa trecento anni di vita. Funziona apparentemente bene nelle fasi acute delle malattie. Ma nelle malattie croniche? In tanti casi si può soltanto limitare i sintomi ed in particolare il dolore, la vera paura dell’Uomo. Ma ci si accorge che lo sviluppo di nuovi sintomi nel lungo periodo è forse dovuto all’assunzione cronica di tali farmaci ed allora per togliere un sintomo cronico se ne creano altri, per cui insorge l’effetto “catena”. Per i medici occidentali questo concetto sistematico di valutazione unitaria dell’uomo come insieme di anima e corpo è cosa troppo nuova e lontana dalla cultura e dalla formazione universitaria. La complessa situazione burocratica in cui si trova ad operare, pone il medico di famiglia di fronte ad un bivio : continuare la propria professione seguendo magari qualche corso di Ayurveda, Medicina Cinese e Omeopatia, non potendo approfondire più di tanto l’argomento né mettere in pratica le poche cose studiate, oppure dedicarsi anima e corpo alla nuova disciplina medicofilosofica (si potrebbe definire così). Dott. Ferruccio Balducci O ggi tutte le cellule del mio corpo sono completamente nuove rispetto a quelle di otto mesi fa. Già è molto difficile capire come una cellula nuova prenda la precisa posizione spaziale di una vecchia, cosicché il mio naso presenta sempre la stessa gobba. Pensare poi che il mio bruciore di stomaco, le bronchiti ripetute di mio figlio o il tumore di mia nonna possano essere trattati con protocolli terapeutici standard, uguali per tutti, senza considerare la forza vitale che avvolge e compenetra tutte le cellule di un organismo che si rivolge al Mondo con il suo comportamento e le sue caratteristiche, in modo diverso da qualsiasi altro individuo, beh….. Farmacia Balducci Via Giuseppe Giusti 15 – 50041 Calenzano (FI) tel. 055 8879004 fax. 055/8824687 3