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IL CAFFÈ 24 giugno 2012
C3SOCIETÀ E COSTUME
37
IL
GIARD
INAGG
IO
Dopo
generazioni
di ortensie
e camelie
si aspira
a piante
e fiori più
spettacolari.
Ma meteo
e clima
ci mettono
il bastone
EZIO ROCCHI BALBI
P
Dal banano al fico d’India,
la sfida verde (im)possibile
assi che in qualche
angolo della Valle
Onsernone facciano
capolino albicocchi
e limoni, ma pretendere banani sul Lucomagno e palme da datteri in
Leventina è davvero esagerato.
D’accordo, sono ormai tanti i ticinesi dotati (o millantatori) di
pollice verde, ed è anche vero
che dopo generazioni di ortensie, magnolie e camelie la voglia pravviverebbero. “Ma le Isole godi distinguersi dal giardino del dono di un clima particolarvicino è grande. Ma mai come in mente mite, con pochi giorni di
questi ultimi tempi i giardinieri gelo all’anno – ricorda Leonard
della regione sono bersaglio Gavrani, giardiniere di Locarno delle richieste più fantasiose e . Cosa che non si può dire dell’ininesaudibili.
tero Locarnese dove mi è capiC’è chi pretende cascate di passi- tato un cliente che mi chiedeva
flora sul muretto di casa, chi un perchè il suo banano non fa
aureola di bouganville sotto la fi- frutti... Anche contro il mio intenestra, chi ibiscus, papiri e ta- resse, ma si tratta di essere onesti
marindi in posizioni e condi- e dire che mettere in certi posti
zioni meteo che difficilmente un ulivo o un ibiscus è buttare
sopporterebbe persino la grami- via i soldi.
gna. Insomma, il
desiderio d’esoti- Le piante sognate
smo è irrefrenabile, e ben pochi
sanno
rasseOPUNTIA FICUS
gnarsi all’idea
Più unica
che, per quanto
che rara la
versatili, certe
possibilità
piante di oriche un fico
gine subtropid’India possa
cale
difficilcrescere nella
mente sono in
regione
grado di adattarsi a clima e
territorio locale.
“Persino qui, sulla sponda
del Ceresio più soleggiata, certe
“C’è gente che
vorrebbe il fico
d’India sotto la
finestra e si stupisce
se non attecchisce”
piante sono improponibili –
spiega Salvatore Schipani, giardiniere di Riva San Vitale -. In
certi giardini del Mendrisiotto,
ad esempio, la boungaville resiste, ma la passiflora è tanto bella
quanto delicata; può bastare una
gelata ad ucciderla. Va bene anche il gelsomino, ma solo il
‘rhyncospermum’ orientale, perchè quello ‘vero’ del centro-sud
Italia qui non resiste. Il guaio,
però, è che molti si affidano al fai
da te anche con piante che richiedono una certa esperienza
nel valutare tipo di terreno, umidità, esposizione alla luce... Insomma; c’è gente che mette in
giardino gli ‘opuntia ficus’, i fichi
d’India, e poi si stupisce anche
che non attecchiscono”.
È vero che sfoggiare diverse varietà floreali nel giardino di casa
dà soddisfazione, ma è altrettanto vero che sulle sponde del
Verbano, nonostante la vicinanza delle Isole di Brissago, ben
poche delle circa 1.700 specie di
piante provenienti ospitate nel
rinomato Giardino botanico so-
L’ESPE
RTO
Fortunatamente, i più si affidano
ai suggerimenti. “C’è però anche
chi insiste e pretende a tutti i costi piante esotiche, particolari e
non capisce che se qui da secoli
ci sono certe piante qualche motivo ci sarà - riprende Gavrani -.
Le camelie, ad esempio, sono
bellissime e di tanti tipi diversi,
ma non sono più di moda e
quando le proponi, ti dicono che
ce le hanno tutti... Peccato però.”
Ma oltre le camelie, anche le azalee e persino le rose non sono
BOUGANVILLE
Bellissima
rampicante,
peccato non
resista con
temperatura
inferiore ai 7 gradi
più trendy. Anzi, un po’ perché la
distribuzione ha messo sul mercato piante fino a ieri sconosciute, un po’ perché Internet
sembra mettere tutto a disposizione di tutti, le richieste dei neo
pollici verdi ticinesi diventano
sempre più spropositate. Come
la presunzione di competenza.
“Purtroppo è vero, mi è capitato
uno che voleva guidarmi passo
passo durante una potatura –
dice ridendo Elia Venti, con serra
a Tortengo, che ha vinto il pre-
IBISCUS
È coltivato all’aperto
solo in regioni con
clima più mite; in
vaso solo nelle
stagioni più calde
mio come miglior diplomato
giardiniere paesaggista -. Per fortuna la maggior parte dei clienti
si lascia consigliare, ma a volte
hai la sensazione che d’un tratto
siano diventati tutti degli esperti.
Più raro, invece, che insistano
con richieste di piante esotiche.
Insomma qui siamo in Leventina
e il clima è quello che è; persino
il mio ulivo, l’unico che avevo,
con le gelate di quest’inverno è
morto”.
[email protected]
BANANO
In natura
raggiunge
un’altezza di
circa 9 metri,
3 se coltivato,
ma non darà
i frutti. Mai
TRA
WEB
E APP
L’orticoltore
da balcone
formato 2.0
S
empre sognato di essere un
orticoltore urbano? Di produrre fragole, lattuga, cicoria, bietole, pomodori, cavoli,
melanzane, aglio e cipolle direttamente sul terrazzo di casa? Bè,
non siete gli unici. Anzi. La moda
del “contadino” di città si è impossessata di una buona fetta del
popolo urbano, sia nel tentativo
di una sorta di ritorno alle origini,
sia per sapere com’è cresciuto ciò
che portiamo in tavola.
Anche in questo caso a soccorrerci è il web che grazie a siti internet come ortiurbani.it ci
spiega dalla A alla Z come fare,
trasformandoci in veri e propri
“contadini 2.0”. In Rete si trova
davvero di tutto: suggerimenti
sulla migliore posizione, terriccio
Il direttore del Parco botanico di Brissago punta il dito contro il consumismo domestico
“La brutta moda dell’usa e getta”
P
er gli appassionati è una tentazione irresistibile. Vedono piante fino a ieri
sconosciute, tanto esotiche quanto originali, in vendita a poco prezzo persino sui
banconi dei discount e le comprano. “Eh, costa così poco che anche se mi resiste un paio
di mesi, male che vada la butto e me ne compro un’altra”, si giustificano
quando, educatamente, si fa notare loro che curcume, rubus, litchi
non sono esattamente piante da
appartamento. Va bene che è
trendy farsi un piccolo orto in terrazzo, ma pretendere piante da
frutta è troppo. Anzi, chi le piante
le ama davvero lo considera un
“delitto”, visto che – nella stragrande maggioranza dei casi –
questi poveri vegetali sono destinati prematuramente alla pattumiera. Un consumismo che non risparmia neanche peonie e cacti,
orchidee e bonsai, che sul mercato
ormai costano un’inezia rispetto
ad anni fa, ma che, come anni fa,
pretendono cure ed una certa competenza
nel coltivarle.
“Sono tanti gli appassionati di verde domestico che, purtroppo, usano azalee, viole, ficus e cactus come qualsiasi altro prodotto al-
l'insegna del consumismo, dell’usa e getta – è
il secco commento di Guido Maspoli, direttore del Parco botanico delle Isole di Brissago
-. Come è un vero peccato buttare nel pattume tante piante che sarebbero ancora vive
e vegete e che hanno solo il torto di non resistere senza cure”.
Quand’anche fossero
sopravvissute ai rigori
invernali vengono “licenziate”
I pollici verdi veri, infatti, indipendentemente dal prezzo che hanno pagato per l’ennesima pianta, fanno di tutto per custodirla,
per la sola gioia di vederla crescere, fiorire, allietare con la sua coreografica presenza. Anche perché tra consigli dei giardinieri o floricultori, schede dettagliatissime su Internet,
forum di appassionati, non c’è
pianta che non sia accompagnata
dal suo “libretto d’istruzioni”. Macché, troppa fatica per il nostro pollice verde-consumista, che non si
pone proprio il problema. Anzi,
quand’anche le piante fossero sopravvissute miracolosamente ai rigori invernali – e ovviamente non
appaiono in forma – non sono più
“belle a vedersi”. Vengono immediatamente “licenziate”, e pazienza
se, poveracce, sono ancora vive, e
sostituite con piante nuove. “Non
dico di comportarsi come dei professionisti, ma basterebbe rivolgersi a un negozio specializzato
per avere consigli - aggiunge Maspoli -. E non sempre quei cartellini abbinati
alla pianta acquistata danno informazioni
sufficienti e poi spesso li si perde appena
dopo il trapianto”.
e.r.b.
da usare, tipo di sementi e loro
stagionalità, innaffiature e periodi di semina. Praticamente
non manca niente.
Siete di quelli convinti di avere il
pollice nero anziché verde e di
non riuscirci proprio? Nessun
problema, con l’applicazione
“CloudGarden” avrete a vostra
disposizione un assistente virtuale che vi seguirà nella realizzazione e manutenzione di un
orto da balcone. “CloudGarden”
è un interessante applicazione
creata da un team di quattro giovani, tre ticinesi Lorenzo Casari,
Andrea Minetti e Giacomo Meschini e l’agronomo fiorentino
Matteo Feducci. Un team italosvizzero che con questa applicazione per “contadini 2.0” ha vinto
il primo premio per la categoria
Windows Phone 7 alla finale del
concorso Imagine Cup 2011.
E, allora, ecco pronti per la tavola
un soffritto con la cipolla del balcone, l’insalata con la lattuga cresciuta sul terrazzo e la macedonia con le fragole dell’attico… Più
chilometro zero di così!
c.c.
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Dal banano al fico d`India, la sfida verde (im)possibile