«Quando i giorni si fanno via via più brevi,
quando, nel corso di un inverno normale, cadono
i primi fiocchi di neve, timidi e sommessi si fanno
strada i primi pensieri del Natale ... », Così scriveva
santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
all'inizio del suo mirabile libretto sul mistero
dell'Incarnazione.
Anche noi in queste settimane, dopo la festa
di tutti i Santi e la commemorazione
dei fede-
li defunti, sentiamo che il Natale si avvicina; in
tanti modi percepiamo dentro e attorno a noi i
segni del gioioso evento che sempre si rinnova.
Allora, come i pastori, diciamo ci gli uni gli altri: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento!». Sì, andiamoci senza indugio, andiamoci insieme, facendoci compagni di viaggio
soprattutto dei nostri fratelli che in ogni parte del
mondo sono costretti a lasciare le loro case e la
ANNA MARIA CÀNOPI
loro patria a causa delle guerre, della povertà, delle
persecuzioni ...
Andiamo spiritualmente
LA «GRAZIA» DELL'AVVENTO
con loro fino a Bet-
lemme, casa del pane. E prepariamoci
al santo
viaggio non con bagagli pesanti e ingombranti,
non con armi da guerra, non con mezzi di autodifesa, ma con un cuore umile, puro e vigilante e
con il passo veloce dell' amore.
Tutto cominciò ... e tutto ricomincia ancora. Con
E per tutti, mendicanti di misericordia, il viaggio possa concludersi
gioiosamente
davanti al
Bambino Gesù, nostra Salvezza e nostra Pace.
l'Avvento ha inizio l'Anno liturgico, il tempo sacro della grazia (kair6s) in cui la Chiesa celebra il
grande mistero della salvezza. Il suo nucleo essenziale è l'evento Gesù Cristo: il Figlio di Dio che si è
incarnato ed è entrato nel mondo per condurre gli
uomini alloro fine ultimo, alla piena comunione di
vita con Dio nel Regno dell'eterna vita.
Con la nostra partecipazione
alla celebrazione
liturgica degli eventi salvifici, diventiamo annunziatori e testimoni della nostrafede, testimoni, quindi,
dell'Amore del Padre che si è rivelato nella Persona
del Figlio, anzi, ce lo ha donato perché «chiunque
crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
Tutto il tempo della Chiesa -l'Anno
liturgico -
è caratterizzato da una triplice dimensione: la memoria del passato (l'attesa e la venuta di Gesù nella
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MARIA
C..\t~OPI
IL SIGNORE
È VICINO
carne), la dinamica del presente (come oggi questo
rare, perché attualmente impraticabili; sono strade
evento ancora avviene e si attualizza) e 1'attesa del
ardue da salire, sentieri da raddrizzare, poiché il
futuro (il ritorno del Cristo nella gloria: evento
peccato, che ci ha portati lontano da Dio, li ha resi
escatologico ).
contorti e accidentati.
Nella nostra vita di cristiani coesistono quindi il
«già» e il «non ancora», l'esperienza, nella fede, del
«Una voce grida:
«Dio-con-noi», 1'Emmanuele, e quella dell'attesa
"Nel deserto preparate la via al Signore,
escatologica tutta pervasa di speranza, quando il
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Cristo verrà di nuovo non più nella umiltà della
Ogni valle sia innalzata,
carne, ma nella gloria e nella potenza dello Spirito
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
(cfr. Mt 24,30; 1Pt 3,18).
il terreno accidentato si trasformi in piano
Questi aspetti emergono chiaramente dalla litur-
e quello scosceso in vallata.
gia la quale, mentre celebra tutto il mistero della
Allora si rivelerà la gloria del Signore
Redenzione, ne evidenzia gli eventi successivi per
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
attingervi una particolare grazia di partecipazione,
perché la bocca del Signore ha parlato"»
così da vivere il momento «presente» non come
(Is 40,3-5).
tempo che fugge verso il nulla, ma come ponte
verso l'eternità.
Nelle prime settimane
La voce del Profeta è un pressante invito alla
di Avvento domina il
conversione, all'ascolto di Colui che parla, che è
senso dell'attesa del Cristo Pantokrator, di Colui che
Lui stesso Parola di Verità e di Vita e che, solo, può
verrà a ricapitolare la storia e a giudicare tutti gli
illuminare le profondità delle coscienze per liberar-
uomini. È quindi un'attesa estremamente impegna-
le dall'oppressione del male antico che si addensa
tiva. La lettura del profeta Isaia apre orizzonti di
tenebroso sul cammino dell'umanità.
grande speranza e di consolazione, ma insiste anche
Portavoce sonoro di questo messaggio di con-
nell'indicare le vie da seguire, che sono vie da prepa-
versione e di liberazione è in modo speciale Gio-
A.."'NA MARIA CÀNOPI
IL SIGNORE
È VICINO
vanni Battista, il battistrada, che si trova alle soglie
di totale abbandono che, nato dalla fiducia, sfocia
dell'Avvento e accompagna il popolo di Dio nella
nella pace. L'antifona, infatti, prosegue: Dio mio,
sua corsa incontro a Colui che viene, come pure
in te confido. Questo abbandono
lo accompagnerà nelle prime tappe del cammino
non sono passività, immobilità, attesa inerte, ben-
quaresimale. Mentre il Profeta sostiene la speran-
sì espressione della piena disponibilità dell'anima
za nella venuta dell'Atteso - «Dite agli sfiduciati:
ad armonizzarsi con il disegno divino, a mettersi
"Coraggio, non abbiate timore: ecco il vostro Dio
viene a salvarvi"» (cfr. Is 35,4) - il Precursore lo
sulla nuova via che le viene aperta davanti, come
ancora canta il Salmista: Mostrami, Signore, le tue
indica già presente: «In mezzo a voi sta uno che voi
vie; insegnami le tue strade.
non conoscete, uno ... al quale io non sono degno
e questa pace
Lungo il cammino ci guida anche la voce dell'A-
di sciogliere il legaccio del sandalo» (Gv 1,26-27);
postolo che esprime l'entusiasmo
di chi, spinto
egli lo addita come Salvatore, come Colui che dà
dal desiderio, parte al mattino di buon'ora per non
un nuovo corso alla storia e come imminente Giu-
perdere tempo prezioso: «Fratelli, è ormai tempo
dice che pone fine alla storia e le imprime il sigillo
di svegliarvi dal sonno ... La notte è avanzata, il
del Regno eterno dicendo l'ultima parola, l'Amen
giorno è vicino» (Rm 13,11-12). Risvegliarsi, cor-
conclusivo.
rere, lasciarsi illuminare: questo rende bella la vita!
Accanto all'attesa vigilante, altra nota ricorrente
dell'Avvento
è l'elevazione,
il movimento anelante
Tuttavia, se fossimo noi soli a muoverei, ci troveremmo presto, malgrado ogni buona intenzione, in
verso Qualcuno che sta per venire. Molto signi-
difficoltà; ma nell'Avvento il movimento avviene
ficativa è, in proposito, l'antifona d'ingresso della
in duplice senso: dalle profondità verso le altezze
prima domenica, tratta dal salmo 25: A te, Signore,
(ed è il nostro cammino incontro al Signore) ~ dal-
elevo l'anima mia (v. 1): la creatura umana sembra
le altezze verso le profondità (ed è il cammino di
quasi voler sollevare sulle mani, in un gesto con-
Dio, la sua discesa). Anzi, noi possiamo muoverei
creto, la propria vita per affìdarla e insieme fame
verso Dio solo perché per primo Egli si muove
omaggio alla Fonte da cui è scaturita. È un gesto
verso di noi e ci attrae alimentando il nostro grido
ANNA MARIA CANOPI
IL SIGNORE È VICINO
di impaziente desiderio che trova nelle parole dei
l'anima vuole averne conferma dalla stessa viva voce
salmi gli accenti più toccanti e che in questo tempo
del Desiderato e non esita a domandargli insieme
possiamo custodire nel cuore come preghiera con-
con Giovanni Battista: «Sei tu colui che deve venire
tinua, come invocazioni per noi e per tutti:
o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3).
Sei Tu? Questa ricerca del Tu, dell'Unico in cui
«Mostraci, Signore, la tua misericordia
l'anima ritrova se stessa e la propria completezza,
e donaci la tua salvezza» (Sal 85,8);
costituisce la più profonda esigenza dell'esistenza
umana. È, ovviamente, una ricerca che non tende
«Fa' splendere il tuo volto
soltanto a incontrarsi con il Tu, ma anche e soprat-
e noi saremo salvi» (Sal 80,4);
tutto a donarsi a Lui, ossia a realizzare con Lui una
tale comunione di vita da sopprimere la dualità.
«Ha sete di te l'anima mia» (Sal 63,2).
«Chi sei tu?», gli domanda ogni uomo assetato
di luce, di pace, di felicità. E Gesù risponde con la
La grazia, che l'Avvento ei porta, consiste proprio
nel farei sperimentare interiormente
manifestazione concreta dell' amore: «I ciechi riac-
l'attesa della
quistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi
venuta di Cristo quasi come un sacramentale, un
sono purificati, i sordi odono, imorti risuscitano, ai
battesimo che purifica l'anima nel crogiuolo del
poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5.).
desiderio.
Là dove c'è l'amore, il Signore è già presente.
Nello stesso tempo, la Liturgia dà alla nostra
Perciò si può davvero gioire, come invita a fare
attesa e alla nostra ricerca anche una santa alle-
l'Apostolo, nel passo della lettera ai Filippesi che
grezza, animandole di una 'speranza viva: «Popolo di
caratterizza la terza domenica di Avvento: «Siate
Sion, il Signore verrà a salvare i popoli efarà sentire
la sua vocepotente per la gioia del vostro cuore», affer-
sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti»
(Fil4,4).
ma l'antifona di ingresso della seconda Domenica.
Qualcuno forse dirà: «Ma come è possibile ralle-
L'annuncio profetico è già pieno di certezza, ma
grarsi, mentre c'è ancora tanto male e tanto dolore
ANNA MARIA C.:o..,'iOPI
IL SIGNORE
È VICINO
in tutto il mondo? Non sarebbe un affronto a chi
dall'inizio, in particolare nella solennità dell'Im-
piange?». No: la gioia del Signore e nel Signore è
macolata, che sapientemente la Chiesa ha collocato
dono di consolazione proprio per i poveri e i sof-
proprio nel cuore dell'Avvento. Maria Santissima,
ferenti; è il sorriso del Cielo che si china a baciare
piena di grazia, di Spirito Santo, dà, per così dire,
la terra, ad asciugare le lacrime.
un volto all'Avvento.
In questo tempo, la Madre Chiesa ci insegna ad
Maria ripercorre tutto il cammino di attesa delle
invocare, per noi e per tutta 1'umanità, Colui che è
generazioni che le stanno dietro e inoltre precor-
la Gioia: Gesù. Con uno dei suoi bellissimi inni che
re tutto il cammino di desiderio e di attesa delle
impreziosiscono la sacra Liturgia, così ci fa cantare:
generazioni che le stanno davanti, protese verso
l'orizzonte della parusia. Tutta la storia della sal-
«Vieni, o Re Messaggero di pace,
vezza converge verso il Signore ~esù Cristo: prima
reca al mondo il sorriso divino:
dell'Incarnazione
nessun uomo ha mai visto il suo volto;
ora tende alla seconda e definitiva venuta. E Maria
solo tu puoi svelarci il mistero».
è presente - protagonista silenziosa, ma tanto più
anelava alla prima sua venuta,
efficace - nell'uno e nell'altro versante di questa
Nella seconda parte dell'Avvento alla prospettiva
storia. Il suo silenzio è verginità, e la sua verginità
escatologica e di attesa anelante - che comprende
è forza. Tutto cominciò dal «sì» che la Vergine di
anche una nota penitenziale
Nazaret (= città del fiore) rispose all'angelo, tutto
e purificatrice
per
essere pronti all'evento - si accosta e quasi si sovrappone la dimensione evocativa del fatto storico
dell'Incarnazione;
l'attenzione
si concentra sulla
da quel
«sì.
deve ogni giorno ricominciare.
Dal 16 dicembre - inizio della popolare Novena
di Natale - e ancor più dalla quarta domenica fino
nascita di Gesù dalla Vergine di Nazaret in una
alla conclusione del tempo natalizio, la Liturgia
condizione di estrema insicurezza e povertà.
celebra il Cristo nato da Maria. Intrecciando armo-
Giovanni Battista cede decisamente il posto a
niosamente il tema cristologico a quello mariano,
Maria, alla quale tuttavia lo sguardo è rivolto fin
mostra come il piano divino della salvezza implichi
IL SIGNORE È VlCINO
ANNA MARIA CÀNOPI
la collaborazione dell'umanità e in particolare della
È fiorito il germoglio di Jesse,
femminilità.
l'albero della vita
L'Avvento è il tempo degli anawim,
di JHWH,
dei poveri
ha donato il suo frutto;
di coloro che ripongono in Dio tutta
la loro speranza. Tra questi Maria è colei che può
Maria, figlia di Sion,
dirsi la più povera dei poveri, la più umile e ignara
feconda e sempre vergine,
di sé, perché tutta riferita a Dio. Il mistero dell'In-
partorisce il Signore ...
carnazione, nel quale si sente totalmente coinvolta,
la mette nella più profonda adorazione, e dopo il
Sorge una nuova luce
«sì» detto all'annunzio recatole dall'angelo, tutto
nella notte del mondo:
il suo essere è ceduto al Signore quale luogo sacro
adoriamo il Signore!
riservato al compiersi dell'ineffabile
mistero del
Verbo fatto carne.
La presenza di Maria, che riempie di adorante
L'«eccomi» della totale disponibilità pronunziato
da Maria fiorisce nell'eeccorni» del Verbo -l'Emmanuele, Dio-con-noi
- che entra nel mondo per
compiervi la volontà del Padre.
Sincronizzando ogni giorno il nostro cuore sulla
silenzio la trepida attesa dell'Avvento, rimane anche
a Natale e fino all'Epifania come uno sfondo di
luce, un'atmosfera di tenerezza e di pace, di silenziosa adorazione.
Verbi silentis muta Mater. così canta un altro inno
musica divina di questo «Eccorni» di obbedien-
dell'antica Liturgia, ispirandosi a un commento di
za e di amore, ci apriamo alla grazia e alla gioia
Ruperto di Deutz al Cantico dei Cantici. Sì, Madre
del Santo Natale, festa della «novità» nel cuore
silente del Verbo silenzioso, poiché il Verbo divino
dell'inverno.
All' alba del dies Natalis, la Chiesa, infatti, esplo-
si è fatto in-fans, un bambino che non parla ancora.
Ma tale silenzio contiene la Vita, è la sostanziale
derà nell'inno che canta la nuova primavera dell'u-
Parola dell'amore di cui è pieno il mondo e da cui
manità:
è lievitata la storia del genere umano mentre corre
ANNA MARIA CANOPI
verso il giorno e l'ora del glorioso ritorno di Cristo:
quando tutti gli uomini lo vedranno e lo riconosceranno come unico Signore.
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