“In fondo alla pianura gialla una grande foresta di
alberi di un verde tenero e trasparente, in mezzo
al fogliame un bagliore di tetti dorati, di tegole
verdi rosse turchine, di torri di porcellana bianca,
di laghi di turchese e di giada.”
Lo scrittore Curzio Malaparte descriveva Pechino con queste parole, era il 1956.
Giornale autoprodotto senza scopo di lucro.
Etnomondi Febbraio 2008, Anno 12, n° 24, 3 euro / Mondi lontani Ed.
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone,
Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh e Willy.
Ringraziamo: Guido, Almaz ed Hellen.
SOMMARIO
EDITORIALE P. 3
LOTTA O DANZA? LA CAPOEIRA P. 27
NEWS FROM…EL ALAM P. 5
ANIME GIAPPONESI: DAITARN 3 P. 28
ETNOSITI P. 7
IL FASCINO DEL MISTERO: I GATTI
NELL’ANTICO EGITTO P. 30
RADIO KHAN EL KHALILI P. 8
IL GUANACO/ IL JERBOA P. 31
TRACCE SULLA SABBIA P. 12
HONDURAS P. 31
UNA FINESTRA APERTA SUL MONDO (PARTE
II) P. 16
LE PORTE DELL’ORIENTE: TAIWAN P. 32
RISTORANTI ETNICI P. 19
MOSTRE E RASSEGNE P. 34
DAL SOL LEVANTE: IL CALCIO IN GIAPPONE
P. 23
METROPOLI MULTIETNICA P. 35
VOCI DAL NILO P. 37
GLI HUI: I MUSULMANI CINESI P. 25
FIUMI DI VITA: YANG TZE P. 26
LO SCHERMO ETNICO: L’ETNICO IN TV E
DVD P. 40
BAB ZUWEILA: LA LIBIA P. 41
La copertina “Etno-sogno in blu” è di: Willy
Errata corrige: nel numero scorso, parlando dei ristoranti etnici a pag. 13, il locale libanese Dewali,
in realtà è Dawali.
http://etnomondi1.splinder.com
[email protected]
3
Editoriale
Cari lettori, in questo numero torna “Una finestra aperta sul mondo”, la prima
parte risale al n. 12 del 2005. Troverete la storia del calcio giapponese in “Dal
Sol Levante” che ci riporta con la memoria al n. 8 e 9 del 1998, la storia dei
“Gatti nell’Antico Egitto” in “Fascino del Mistero” che ci ricorda i primissimi
numero di “Etnomondi”, di Toshiro Mifune in “Tracce sulla sabbia”. Se volete
volare con la fantasia in terre lontane allora leggete la storia dell’Honduras, di
Taiwan in “Le porte d’oriente”, della Libia in “Bab Zuweila”. Vi ricorda
qualcosa “Attacco solare! Energia!”? è l’arma finale del mitico Daitarn 3
quando sconfigge i nemici, la sua storia è in “Anime giapponesi”. Lo sapevate
che esistono in Cina anche una minoranza di musulmani cinesi? Loro si
chiamano Hui e leggendo l’articolo scoprirete perché. Queste ed altre cose
interessanti in questo numero.
Buona lettura e buon viaggio… negli Etnomondi!
La Redazione
Cinema Park a Kabul (Afghanistan)
5
NOTIZIE E CURIOSITA’ DAL MONDO
Probabilmente gli Ittiti, abitanti dell’attuale Turchia, furono i primi ad
utilizzare intenzionalmente armi biologiche contro i nemici, nel 2000 a.C., usando come vettori…le pecore.
-Preoccupa la decisione del governo nipponico di non interrompere la caccia alle balene, sempre più a rischio
estinzione.
-Il neoeletto primo ministro australiano, Kevin Rudd, si dice pronto a chiedere ufficialmente scusa agli
aborigeni, gli originari abitanti del paese, fortemente discriminati dal governo fino agli anni ’70…ma solo a
parole.
-Il Pu’erh Tea è un tipo di tè cinese risalente a 1700 anni fa: star come Jerry Hall, Joss Stone e Victoria
Beckham lo bevono dopo aver saputo che uno studio afferma che abbasserebbe del 30% i grassi nel sangue
e avrebbe un effetto dimagrante se bevuto per tre volte al giorno per tre mesi.
-È stato creato in Giappone Cube-kun un robot capace di comporre il cubo di Rubik. Twendy One è invece il
robot umanoide pensato per aiutare i disabili nella vita quotidiana, a casa o nei centri di assistenza.
-Le autorità cinesi non approvano i concorsi di bellezza, invece molto popolari, ma Zhang Zilin, 23enne
professione segretaria, è la prima ragazza cinese ad essere eletta Miss Mondo.
-Almeno 8 musicisti più o meno noti sono stati uccisi in circostanze differenti, nei mesi scorsi in Messico.
Alcuni sarebbero esponenti della musica “narcocorrido” che parla spesso di violenza e traffico di droga.
-Visita non politica quella che il Dalai Lama, capo spirituale tibetano, ha effettuato a dicembre a Milano. C’è
stato un po’ d’imbarazzo da parte delle autorità cittadine, intimorite dalle reazioni della Cina, che occupa il
paese himalayano da decenni.
-Spesso mangiamo piatti speziati al curry ma non sappiamo l’origine di questa parola. Curry deriva
dall’indiano “kari”, salsa speziata o polvere di spezie.
-Valerio Mastandrea (vedi “Last minute Marocco” sul N. 21) è stato il primo attore italiano a vincere un
premio al Festival del Cinema di Suzhou (Cina) come protagonista del film “Notturno bus”. Ora il film sarà
distribuito anche da loro.
-I ricercatori dell’università giapponese di Shinshu hanno inserito geni di ragno in un baco da seta creando
una “seta di ragno” speciale elastica e resistente.
-La strumentale Abdulmajid, l’emblematico titolo di una delle bonus tracks del cd “Heroes” di David Bowie,
ri-pubblicato nel 1991, è il cognome di Iman, famosa ex modella e seconda moglie del cantante.
-I kakejicu sono pannelli lunghi e stretti realizzati con legno e carta, che, secondo la tradizione orientale,
riproducono immagini come la tigre o il sole che sorge, simboli di buon auspicio.
-Berbere e Awaze sono i nomi di due comuni salse piccanti eritree. La prima è indicata per le carni, la
seconda si mette un po’ su tutto.
6
-Un posto decisamente macabro dove vivere, ma il Manila North Cemetery non ospita solo defunti,
ma,scandalosamente, anche una cittadina di 10.000 famiglie filippine povere. Provvedono alla cura delle
tombe e vivono letteralmente sopra di esse o nei mausolei dei propri cari in capanne o tende.
-Lo sapevate che lo studio della civiltà giapponese si chiama…yamatologia? Da Yamato, l’antico nome del
paese.
-A Yamoussoukro, capitale ufficiale della Costa d’Avorio, si trova una grande basilica copia di quella di San
Pietro in Vaticano Fu consacrata nel ’90 da Papa Giovanni Paolo II.
-Cinema ambulante in Sudamerica: come si usava una volta, una coppia di argentini, Ines Kracht e Alex Sly
attraverseranno il continente (14 paesi in 8 mesi) col loro furgone per diffondere il cinema in zone remote
dove il cinema non lo hanno mai visto, bravi!
-Cyber Università: sono circa 1.300 gli studenti iscritti, un numero volutamente limitato: tutto via internet,
lezioni,colloqui,esami e materiale disponibile sul web 24h su 24! È nata a Fukuoka (Giappone meridionale)
con una cerimonia in diretta webcast. www.cyber-u.ac.jp
-Cocco al posto del petrolio? Visto l’aumento dei prezzi del petrolio, le isole del Pacifico come Vanuatu, Fiji
e Samoa stanno sperimentando l’olio di cocco come biodiesel da usare nelle centrali elettriche e per le auto.
-Potrebbero sparire dal Giappone le tradizionali bacchette per mangiare: i prezzi di vendita del legno della
Cina, che le fornisce, sono aumentati, bisognerà fare a meno di quelle usa e getta e conservarle e lavarle.
- Suraya Hilal, danzatrice e coreografa egiziana, ha inventato la hilal dance, danza orientale moderna adatta a
tutti, che insegna a controllare i gesti, a rendere i movimenti più fluidi ed eleganti, a migliorare la postura, a
rafforzare i muscoli. Viene accompagnata da musica tradizionale egiziana.
-Il bahyu (“grasso di cavallo” in giapponese) è una crema inodore e incolore ricavata dagli scarti della
macellazione equina molto utilizzata per i problemi terapeutici (scottature e contusioni) e cosmetici (come
antirughe).
-Preoccupazione in Pakistan dopo che Benazir Bhutto, leader dell'opposizione di governo, è stata uccisa in
un attentato. Sono seguite violenze e la strada verso la democrazia è sempre più difficile.
-Anche l’argentina ha inviato nello spazio il suo primo satellite, Pehuensat-1, partito dalla base indiana di
Satish Dawan.
-In Giappone l’insegnamento delle arti marziali a scuola era finora facoltativo, in corsi pomeridiani
doposcuola, ma nel corso del 2008 diventeranno materia obbligatoria nelle scuole medie inferiori.
-Presentata in India Tata, l’auto più economica del mondo. Al massimo raggiunge gli 80 km/h e può portare
4 passeggeri, è piccola, simile alla nostra Cinquecento, e gli indiani sperano di esportarla presto anche in
Europa, dove però non sarebbe ancora in regola coi nostri standard di sicurezza.
-Neve a Baghdad! Sono gli scherzi del clima: è successo ai primi di gennaio, ed è stata la prima volta a
memoria d’uomo, in una città che in estate raggiunge anche i 50°.
-Tutti pazzi per Bollywood: Arnold Schwarzenegger e la cantante Beyoncé appariranno in due camei in un
film indiano, “Kambakth Ishq”.
7
ETNOSITI
www.djlatino.it
www.gonagai.it
Sito che indica discoteche, serate e locali dove si
balla latino americano a Parma e dintorni: balli
caraibici,bachata,salsa,merengue,reggaeton.
Per gli appassionati degli immortali anime e
manga di Go Nagai!
www.onlyshojo.com
www.fijilive.com
www.fiji.gov.fj
Sito ricco di immagini dei cartoni giapponesi per
ragazze, tipo Candy Candy,Georgie, ecc.
www.bulafiji.com
www.kitanotakeshi.com
Siti utili sulle Isole Fiji….
Sito in inglese dedicato al grande regista Takeshi
Kitano.
www.perusudamerica.com
www.samiyusuf.com
www.theperuguide.com
www.enjoyperu.com
Sito dedicato al cantante anglo-iraniano di origine
azera Sami Yusuf (vedi N.12 e 14).
…e altri per saperne di più sul Perù.
www.bermudatourism.com
Sito dell’ente del turismo delle Bermuda
www.mondoarabo.it
Notizie, cultura e arte araba in Italia.
www.tizianoterzani.com
Per chi vuol saperne di più sullo scrittoregiornalista fiorentino che ha tanto amato l’Oriente
e i viaggi.
http://www.guerreroeddie.altervista.org/
Un sito italiano dedicato al compianto wrestler
“Latino Heat” Eddie Guerrero.
8
MAMDOUH “Nashìd in italiano 1998- 2008… e
il mio viaggio continua” (El Dìn Ed.) Questo cd
del nostro Mamdouh con 21 tracce e un dvd
di otto video è imperdibile per gli amanti del
genere Nashìd –o Nasheed all’inglese- . La
raccolta ripercorre i 10 anni di Mamdouh: da
“L’Islàm è amore, Islàm is love” a “I Giardini
dell’Eden”, da “Luna è sorta sopra di noi” versione italiana del canto tradizionale arabo “
Tal al badru ale’ina” presente nelle raccolta - a “Gli insegnamenti del Profeta”, versione
italiana di “Praise to the Prophet” di Zain Bhikha. I Nashìd nel cd non sono solo in italiano,
anche in pakistano, come il canto tradizionale “Jashnee Aamade Rasool”, e in malese
come “Syukur” dei Raihan. Chiude il cd un medley di brani del passato di Mamdouh
quando componeva musica come Hjk, qui in versione a cappella: “Luce che ci illumina”, “Il
Volo del gabbiano” e “In un mondo lontano da qui” del…1989!
LEE JUNG-HYUN “Fantastic girl” (Yedang Records) Ventisettenne cantante sudcoreana e
anche attrice in una decina di film, 이정현 è una vera star nel suo paese, dove ha vinto
molti premi. Molto carina, canta in coreano un pop molto ballabile, persino techno e poptrance, con suoni orientaleggianti, anche se ultimamente ha inserito elementi latini come
il flamenco o il suono della chitarra spagnola. Molto imitata nei paesi asiatici, dove altre
cantanti hanno tradotto sue canzoni nelle rispettive lingue. Con“Fantastic girl” presenta i
suoi più recenti 12 pezzi in circa 45 minuti di album.
TERESA TENG Teresa Teng è una cantante di Taiwan popolarissima nell’area cinese e in
Giappone. È morta nel ’95 in Tailandia a soli 42 anni e da allora è entrata nella leggenda,
non potevamo non occuparcene, anche se qui è del tutto sconosciuta. Famosa per le sue
romantiche ballate, ha utilizzato non solo la lingua mandarino, ma ha anche registrato
dischi in taiwanese, indonesiano, cantonese, giapponese e inglese.
MILAGRO ACUSTICO “Poeti arabi di Sicilia” (CNI Music) Interessante questo progetto di
artisti siciliani che hanno registrato ad Istanbul un cd che si ricollega al discorso che
facevamo sul N.22. Poesie in arabo che sono state appositamente tradotte in dialetto
siciliano. Gli strumenti utilizzati sono esclusivamente della tradizione mediterranea ed
acustici: chitarra acustica, baglama, mandolino, tamburo, ney, kaval, tamburi a cornice,
darbuka, ecc. L’ensemble ha anche tradotto dal persiano i versi del poeta e scienziato
9
musulmano Omar Khayyam (il periodo è sempre l’anno 1000) nel cd, realizzato in ben 2
anni e mezzo, “Rubáiyyát of Omar Khayyám” (CNI Music).
MONO ed ENVY
Malinconici, eterei e catartici, due gruppi abbastanza simili dal Sol
Levante. “Insomniac doze” per gli Envy e il dvd “The sky remains the same as ever” per i
Mono le ultime uscite.
Rovescio della medaglia per i “casinisti” conterranei BOREDOMS e ZENI GEVA: metal-core,
tribale noise-rock-avantgarde per questi due gruppi nati a metà degli anni ’80,
seguitissimi a livello underground che mostrano il lato più estremo del metal.
SABA “Jidka (The line)” (Egea) Nata a Mogadiscio da padre italiano e madre etiope, con la
sua musica rafforza l’intreccio tra cultura africana ed europea tra tradizione ed
innovazione. Canta principalmente in somalo, ma anche in francese e italiano. Un’artista
da tenere d’occhio.
JAPAN “The very best of Japan” (EMI) Esce finalmente un dvd dedicato al mitico gruppo
new wave inglese. Pop sofisticato e dai richiami orientaleggianti per 7 videoclips dei primi
anni ’80. Ma la sorpresa è la seconda parte del dvd, che contiene le immagini dell’ormai
introvabile live “Oil on canvas”, con tanto di special guest nipponico Masami Tsuchiya e di
molte immagini dell’Oriente tra un pezzo e l’altro. Il best of esiste anche in versione cd,
ma è la solita raccolta di singoli e remix per chi non li conosce. Consigliamo invece il cd
rimasterizzato proprio di “Oil on canvas”: 15 pezzi registrati all’Hammersmith Odeon di
Londra nell’ ’82.
SANTANA “Ultimate Santana” (Arista/Sony-Bmg) Parliamo per la prima volta del
famosissimo chitarrista messicano naturalizzato americano Carlos Santana, classe ’47.
Dopo vari cambiamenti di stile, mix di generi e alterne fortune, celebra oggi la sua
quarantennale carriera con questa raccolta di 18 classici del suo repertorio, con grandi
collaborazioni e classici anni’70. L’ultimo album in studio, del 2005, è stato “All that I
am”. Molto etnica e colorata la copertina del cd.
PATO FU “Daqui pro futuro” (Tratore) Attivi dal ’92 col loro pop rock alternativo a volte
sperimentale, i Pato Fu da Belo Horizonte sono influenzati da vari gruppi di tutto il
mondo e dalla musica popolare brasiliana. Fernanda Takai è la cantante, che ha appena
rilasciato anche il suo primo album da solista. Tra i 12 brani c’è anche una cover di “Cities
in dust” di Siouxsie & The Banshees.
10
UNSRAW “Spiral circle ~Complete~” (CLJ Records) Si tratta di una compilation per l’Europa,
dove i loro singoli sono introvabili: 10 pezzi, più allegato un dvd con 4 brani. Davvero
curatissima la confezione con tanto di libretto con le traduzioni dei testi dal giapponese
all’inglese. Abbiamo penato per riceverlo dall’estero, ma ne è valsa la pena, anche se qui
il metal è più estremo e cupo di altri gruppi visual e gli UnsraW picchiano duro. Notevole
“Gate of death”. Il trucco della band si ispira ad antiche marionette orrorifiche è
addirittura opera del noto effettista del cinema horror Screaming Mad George.
3 MUSTAPHAS 3 “Shopping” (Fez-O-Phone) Registrato
nel lontano 1987, è un lp che attraversa molti generi,
come usa sempre questo gruppo multietnico inglese.
La musica e gli strumenti utilizzati sono di ogni
continente, in questo caso l’ispirazione principale
viene dalle colonne sonore di film egiziani. In
copertina un…collage multietnico, e non poteva
essere altrimenti!
CHTHONIC “Relentless recurrence” (SPV) e “Seediq Bale” (Down Port Music) Le
caratteristiche particolari di questo gruppo sono parecchie: vengono da Taiwan, suonano
un black metal melodico e hanno due ragazze nella band, e non sono cose da poco. Se
poi aggiungiamo che questo filone (di origine scandinava) è ormai inflazionato da anni lo
suonano anche bene e che sono originali - nei limiti del genere -, vi basta? No?
Inseriscono anche uno strumento tipico (l’erhu, un violino cinese) ed elementi mitologici
della loro terra. Il primo album è del 2002, la copia in nostro possesso è nella loro lingua,
il secondo è il più recente in studio, in inglese, per la prima volta distribuito sul mercato
internazionale, del 2006. Stanno diventando famosi anche in Occidente, spesso ospiti di
Festival e concerti vari.
SERAPHIM “Ai” (Arise Records) Ancora da Taiwan ecco i Seraphim, dal nome biblico, con
voce femminile (in inglese, ma c’è anche una versione cinese) accompagnata da cori
“growl” maschili. Lo stile è baroccheggiante-sinfonico-operistico, ricordano un po’ il
power metal di certe cose degli Iron Maiden e dei Nightwish, arricchiti qua e là da
melodici suoni malinconici e orientaleggianti, anche indiani con un sitar. L’album è del
2004 e comprende 13 pezzi. Copertina ricercata con tanto di scritte in cinese, ma niente
di originale.
11
MICHAEL STUART “Back to da’ Barrio” (Machete Music) Un album di 12 cover in versione
salsa di successi reggaetón che unisce questi due generi senza snaturarli. Stuart è un
attore e musicista portoricano che ha già pubblicato una decina di album.
DULCE
LIQUIDO
“Shock
Therapy”
(Out
of
lin)
Esiste
una
scena
gotica
in
Messico…mexigoth? Sembrerebbe un controsenso che il solare paese sforni questi
gruppi, eppure è così. Si ritrovano al Club London e al Chamber, posti molto poco latini.
Racso Agroyam degli Hocico (vedi Etnomondi N.17) ha fondato questo progetto
industrial/electro noise: questo è il secondo album con 10 brani. Se amate la musica
caotica ed oscura….
TEGO CALDERÓN “The underdog/El subestimado” (Jiggiri/Atlantic Record) “Sottostimato”
è il penultimo album di Calderón, portoricano di Santurce noto ai fan col nome di un
insetto locale, "El Abayarde". Sono ben 23 i brani tra ritmi giamaicani e salsa, un
reggaetón ironico e tagliente.
A.A.V.V. “Ritmi latini” (Hobby & Work) Grande raccolta di ben 25 cd dedicata a tutte le
sfumature della musica latinoamericana, dalla salsa, alla rumba, al merengue, ai ritmi
cubani, ecc. Escono regolarmente in edicola o si possono ordinare sul sito:
www.hobbyework.it
SELTON “Banana à milanesa” (Barlumen Records/Family Affair) Curioso gruppo di
giovanissimi di Porto Alegre (Brasile) che hanno appena esordito con questo disco di
cover in portoghese del nostro…Enzo Jannacci! Abbiamo così “Canção inteligente” in
versione samba, “É a vida” e altri pezzi entrati nella storia che li hanno folgorati per i testi
non sense. I 13 brani sono in versione rock, senza l’utilizzo di strumenti digitali.
Collaborano anche Jannacci e Cochi & Renato, e il gruppo si sta esibendo spesso da noi.
M.I.A. “Kala” (XL) Ambiziosa artista anglo-cingalese, il cui vero nome è Mathangi “Maya”
Arulpragasam, in arte M.I.A. (“Missing In Action”). In questo album – il terzo – registrato nella
regione indiana del Tamil Nadu, mescola hip hop, funky, elettronica, sperimentazioni, ma anche
Bollywood disco, musica aborigena moderna e kuduro. La copertina ci ricorda un po’ quelle di
Nina Hagen. Produce e collabora anche il rapper Timbaland, ormai onnipresente!
FARIS NOURALLAH “Gone” (Kitchen Music/Awful Bliss) In uscita in questi giorni il nuovo cd, nel
frattempo Faris, texano-siriano, fa uscire un disco per beneficenza ai bambini dell’area dell’Asia.
Suona un pop moderno che guarda agli anni ‘ 60 ed è un musicista indipendente che non fa
concerti e che usa pesso l’italiano per i titoli dei suoi album, ad esempio “Il suo cuore di transistor”
che ci ricorda Alberto Camerini!
12
Prosegue il nostro “Cineforum virtuale” alla scoperta del cinema che tratta i
temi etnici e i film delle “nazioni lontane” con tante sorprese e riscoperte.
Parleremo anche del più famoso attore giapponese, Toshiro Mifune (foto
sotto). Dopo il successo delle passate rassegne orientali, arriva al Cineforum
del Circolo di Milano, “Dalla Cina con amore”, film d’autore cinesi tra
gennaio e febbraio: www.cineforumdelcircolo.it
Retrospettiva da novembre a gennaio a Udine e Pordenone, oltre a un
convegno internazionale di studi tutti dedicati a Kenji Mizoguchi l’1 e 2/2 a
Udine. Successo anche quest’anno per la rassegna Vedere i suoni al Cinema
Gnomo di Milano, dedicata alla world music. Vi
consigliamo il sito www.visioniasiatiche.it dedicato
al cinema orientale.
CYCLO
(Xích Lô), dramm.,U.S.A., 1995, di
Tran Anh Hung, dur.: 120’. Con: Le Van Loc,
Tony Leung, Tran Nu Yên-Khê. Distr.: Columbia. Leone d’Oro a Venezia, anche se criticato;
molto violento e poetico al tempo stesso, narra le vicende di Cyclo a Ho Chi Minh City
(Vietnam), che vive di lavori precari e guida un risciò, ma che finisce invischiato nei ricatti di
una banda di malviventi.
VEXILLE
(ベクシル 2077日本鎖国, Bekushiru 2077 Nihon Sakoku), animazione, Giappone, 2007, di
Fumihiko Sori, dur.: 109’. Distr.: Avex Ent. Nuovo,sontuoso film d’animazione interamente digitale, ovviamente
fantascientifico, speriamo che esca anche da noi. Tecnicamente ineccepibile, anche se la storia non è niente di nuovo, è
ambientato nel 2077 con il Giappone isolato e protetto da uno scudo magnetico. Vexille è il nome della protagonista che
deve fare luce sulla situazione che si è creata.
IL VAGABONDO
(Ajantrik o Awara), drammatico, India, 1957, di Ritwik Ghatak, dur.: 120’. Con: Kali
Bannerjee, Gangapada Basu. Distr.: L&B. In lingua bengali e in bianco e nero, è un film importante della vechia
cinematografia indiana e narra dell’alienazione di un individuo nella metropoli. Terzo film del regista bengalese Ritwik
Ghatak, della regione che oggi è il Bangladesh, ottenne un grande successo in tutto l’Oriente.
ANGELI VIOLATI
((犯された白衣 - Okasareta Hakui) dramm., Giappone,1967, di Koji Wakamatsu,
dur.: 57’. Con: Juro Kara, Keiko Koyanagi, Miki Hayashi. Distr.: Wakamatsu Prod. Un film ipnotico, che ha avuto dei
problemi per essere esplicito e crudele, visto solo in tarda notte su Rai Tre (vedi “Lo schermo etnico” in questo
numero), è ispirato a un fatto realmente accaduto. Un uomo silenzioso e distrurbato s’introduce in un dormitorio
d’infermiere, ascolta le loro suppliche ma le uccide una ad una. Quasi tutto in b/n (solo alla fine c’è una scena a colori).
L'ULTIMO
IMPERATORE
(The
last
emperor)
dramm.,
Fra/H.Kong/Ita/GB, 1987, di Bernardo Bertolucci, dur.: 163’. Con: John Lone, Joan
Chen, Peter O'Toole. Distr.: Columbia Pictures. Ne parlammo sul lontanissimo N.3, in
modo molto semplice, veloce e distaccato, anche perché questa rubrica non esisteva
ancora, ma ci è sembrato un delitto non riservargli il giusto spazio, anche perché lo
abbiamo rivisto di recente e non ha perso il suo fascino dopo 20 anni! La malinconica
vita di Pu Yi, l’ultimo imperatore cinese, relegato nel sontuoso e impenetrabile
palazzo: dall’elezione ancora bambino, passando per gli anni '20 e '30, prima play boy
in esilio, poi burattino nelle mani degli invasori giapponesi ed infine prigioniero dei
sovietici nel 1946. Rientrerà in patria dopo un lungo periodo di “rieducazione”e
morirà in solitudine. Terribilmente cattivo il personaggio del funzionario giapponese
interpretato da R.Sakamoto, autore anche delle musiche. Un kolossal da ben 9 premi Oscar.
13
EAST IS EAST
(East is east) comm., GB, 1999, di Damien O'Donnel, dur.: 96’. Con: Om Puri, Jordan
Routledge, Linda Basset. Distr.: European Academy Distribution. Tipico film da Etnomondi, una commedia di alcuni
anni fa che fu molto apprezzata anche in Italia: anni ’70, la famiglia Khan, anglo-pakistana, con i suoi 7 turbolenti figli
che cominciano ad opporsi al severo padre e alle tradizioni del paese d’origine creando situazioni tragicomiche.
QUANDO GLI SPIRITI BALLANO IL MAMBO
(Cuando los espíritus bailan
mambo ) documentario, Cuba, 2002, di Marta Moreno Vega & Robert Shepard, dur.: 92’. Distr.: Centro Flog.
Documentario visto nella rassegna “Vedere i suoni”, che si occupa dell’impatto delle religioni afrocubane coi loro ritmi
rituali confluiti nella musica popolare cubana di oggi.
MAREBITO
(稀人- Marebito) fantastico/horror., Giappone, 2004, di Takashi Shimizu, dur.: 92’. Con Shinya
Tsukamoto, Tomomi Miyashita, Kazuhiro Nakahara. Distr.: Cecchi Gori Home Video. Interpretato dal regista/attore
Tsukamoto e diretto dal regista di Ju-on, che spesso abbiamo entrambi trattato in passato, un film strano, un incubo
sulla progressiva follia di un telereporter ossessionato dal filmare immagini che precedono la morte. Troverà nel
sottosuolo una ragazza incatenata che si nutre di sangue e se ne prenderà cura,ma qual’è la realtà e quale il sogno? Un
piccolo capolavoro disturbante.
LA CITTA' PROIBITA
(Mǎnchéng Jìndài Huángjīnjiǎ) dramm./azione, Hong Kong/Cina, 2006, di
Zhang Yimou, dur.: 114’. Con: Chow Yun Fatt, Gong Li, Jay Chou. Distr.: 01. Grandi costumi e scenografie per il
nuovo lavoro storico di Yimou, che torna al kolossal dopo alcuni lavori differenti. Criticato pero’ da molti che non
l’hanno compreso a fondo giudicandolo solo sfarzoso, è un film coloratissimo, basato su un’opera teatrale ed ispirato
dall’arte del vetro cinese. Nella Cina del X secolo, un imperatore della dinastia Hou Tang, di ritorno nella mitica Città
Proibita, scopre che l'imperatrice Fenice sta tramando un complotto per spodestarlo dal trono. Oscuri segreti e trame di
corte. Il titolo internazionale è “Curse of the golden flower”.
COUS COUS
(La Graine et le mulet) dramm., Francia,2007, di Abdel Kechiche, dur.: 151’. Con: Habib
Boufares, Marzouk Bouraouïa, Faridah Benkhetache. Distr.: Lucky Red. Il successo del momento è questo lungo film al
femminile ambientato presso Marsiglia. L’apertura di un ristorante da parte di un 60enne maghrebino con la famiglia e
la speranza di un futuro migliore al centro della vicenda, tra comicità e messaggi sociali.
L' ULTIMO SAMURAI
(The last samurai) avv., U.S.A.,2003, di Edward Zwick, dur.: 144’. Con:
Tom Cruise, Ken Watanabe, William Atherton, Billy Connolly. Distr.: Warner Bros. L’avevamo finora -ingiustamenteignorato, pensando al solito filmone americano al servizio di Cruise, invece è stata una sorpresa constatare che questo
kolossal è ben realizzato e che il protagonista non è mai fuori dalle righe. 1870: un capitano veterano della guerra civile
americana accetta di addestrare le truppe dell'imperatore giapponese Meiji che si preparano ad eliminare gli ultimi
samurai. Catturato però da questi ultimi, deciderà di schierarsi con loro dopo aver imparato il codice guerriero dal capo
Katsumoto. www.ultimosamurai.it
LA GRANDE CITTÀ
(Mahanagar) dramm., India, 1963, di Satyajit Ray, dur.: 122’. Con: Anil
Chatterjee, Madhabi Mukherjee. Distr.: R.D.Banshal & Co. Inedito da noi, è un classico del cinema indiano della metà
del secolo scorso. È lo scontro dei valori della vecchia generazione tradizionale con il cambiamento di vita portato dalla
società quando un marito perde il lavoro e la moglie inizia a lavorare divenendo l’unica fonte di sostentamento
famigliare. In questo film in b/n, interessante e diverso dai soliti indiani, il regista è anche autore delle musiche.
CINE TAPUIA
(Cine Tapuia) dramm., Brasile,2006, di Rosemberg Cariry, dur.: 90’. Con: Myrlla Muniz,
Rodger de Rogério. Distr.: Cariri Films. Visto da noi al Festival Latinoamericano di pochi mesi fa, narra le vicende di
un padre cieco che con la figlia gira il nord est del Brasile col suo furgoncino proiettando vecchie pellicole. Tra uno
spostamento e l’altro la figlia verrà ingannata dalle promesse di un imbroglione e resterà incinta. Girato in stile
documentario è una riflessione sulla cultura e sulla storia del popolo di Cearà.
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CARAMEL
(Caramel) dramm., Francia, 2007, di Nadine Labaki, dur.: 96’. Con: Nadine Labaki, Yasmine
Elmasri, Joanna Mkarzel. Distr.: Ladyblu. Un film tutto al femminile ambientato in un istituto di bellezza di Beirut dove
un gruppo di donne si scambiano confidenze in libertà. La regista, libanese, è al primo lungometraggio e ha vinto
diversi premi con cortometraggi e videoclips. www.bacfilms.com/site/caramel
ECCO L'IMPERO DEI SENSI
(愛のコリーダ - Ai no Korīda) erot./dramm., Giap/Fra, 1976,
di Nagisa Oshima, dur.: 104’. Con: Tatsuya Fuji, Eiko Matsuda. Distr.: Medusa. Uscito da noi solo due anni dopo e
censurato, è un film -oggi datato- che ha scandalizzato e fatto epoca: il torbido e ossessivo rapporto tra una serva e il
suo padrone diventa sempre più pericoloso. Tratto da una storia vera.
BALLA COI LUPI
(Dances with wolves) western, U.S.A., 1990, di Kevin
Costner, dur.: 180’. Con: Kevin Costner, Mary McDonnell, Graham Greene. Distr.: 20th
Century Fox.. La trasformazione di un ufficiale della cavalleria degli Stati Uniti, mandato
in un solitario avamposto ai confini con i territori indiani. Dopo l'iniziale paura, imparerà a
conoscere i suoi vicini e a rivalutare il loro stile di vita a contatto con la natura. Curiosità:
dovrebbe essere un film dalla parte dei pellerossa, che però non l’hanno apprezzato per
varie goffaggini ed errori anche storici. Il film ha comunque avuto uno straordinario
successo.
ONG BAK: NATO PER COMBATTERE
(
- Ong bak)
azione, Tailandia, 2003, di Prachya Pinkaew, dur.: 105’. Con: Tony Jaa, Petchtai
Wongkamlao. Distr.: 01. Trova finalmente spazio sulle nostre pagine il nuovo talento delle arti marziali, il tailandese
Tony Jaa, spesso definito “il nuovo Bruce Lee”, anche se in realtà utilizza stili diversi rispetto a lui, come il muay thay.
Ong Bak è la statua di un Buddha che protegge un villaggio di contadini. Un uomo d’affari senza scrupoli la fa
decapitare e si impossessa della testa. Ting, giovane ingenuo dall’aspetto minuto e dai saldi valori morali e spirituali, è
un esperto di arti marziali che parte
per recuperarla. La trama non è
niente di eccezionale e il film è fatto
con pochi mezzi, ma le acrobazie
incredibili di Jaa, senza controfigure,
effetti o trucchi, hanno fatto di lui e
di questo film un cult.È in
lavorazione il seguito.
LUSSURIASEDUZIONE E
TRADIMENTO (色,戒 Se jie) dramm./romantico,
Cina/U.S.A., 2007, di Ang Lee, dur.:
156’. Con: Tony Leung Chiu Wai,
Joan Chen. Distr.: BIM. Censurato e
tagliato di mezz’ora in patria, il film
vincitore di Venezia ’07 è un melodramma ben fatto e ineccepibile ma un po’troppo lungo e noioso. A Shangai, nel
1942, durante l’occupazione giapponese, Wang Jiazhi, una giovane donna della resistenza cinese, deve sedurre e
uccidere Mr. Yee, potente politico che collabora con gli invasori, ma entrerà in gioco la passione. “Lust, caution” è il
titolo internazionale.
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BIANCO E NERO
(Bianco e nero) commedia,Italia, 2007, di Cristina Comencini, dur.: 100’. Con: Fabio
Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Maïga, Eriq Ebouaney. Film gradevole e leggero con tema il razzismo: Carlo, sposato
con Elena, mediatrice culturale in favore dell’integrazione, ha una relazione con Nadine, storia che andrà poi incontro ai
giudizi ed ai pregiudizi razziali della gente.
TOSHIRO MIFUNE
Toshirō Mifune (三船 敏郎) è probabilmente l’attore giapponese più popolare in Occidente, grazie
anche alla lunga collaborazione con Kurosawa in diversi ruoli da protagonista. In realtà è nato in
Cina, ma da genitori giapponesi, parlava infatti fluentemente anche il mandarino avendo vissuto
diversi anni in Cina. Specializzato in ruoli drammatici ma anche d’azione, è un attore versatile che
ha girato quasi duecento film, negli ultimi anni di carriera si è visto anche in alcune produzioni
americane. Nel 1963 ha fondato una sua compagnia di produzioni. Tra le sue interpretazioni
ricordiamo la serie tv Shogun e i film Rashōmon, Duello nel Pacifico, Vita di O-Haru donna
galante, La sfida del samurai e I sette samurai. È scomparso nel 1997 a pochi mesi di distanza
proprio dall’ “Imperatore Kurosawa”.
ANG LEE * FILMOGRAFIA
-Pushing hands (Tui shou , 1992 – anche produtt.e scenegg.)
-Il banchetto di nozze (Hsi yen, 1993 – anche produtt.e scenegg.)
-Mangiare bere uomo donna (Yin shi nan nu, 1994 – anche sceneggiat.)
-Ragione e sentimento (Sense and sensibility, 1995)
-Tempesta di ghiaccio (The ice storm, 1997 – anche produtt.)
-Cavalcando con il diavolo (Ride with the devil, 1999)
-La tigre e il dragone (Wo hu cang long, 2000 - anche produtt.)
-Chosen (cortometraggio tv, 2001)
-Hulk (2003)
-I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain, 2005)
-Lussuria-Seduzione e tradimento ((Se, jie, 2007)
-A little game (annunciato per il 2008)
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Una finestra aperta sul mondo (parte II)
Vi ricordate l’articolo apparso nel numero 12 di questo giornale? Era il 2005, neanche
tanto tempo fa, e ci eravamo occupati di:
“Al Jazeera” (arabo), “Sun Ktv” (indiano), “Sun Tv”, “CCTv” (cinese), “Abu Dhabi Tv”, “Al
Masriya” (egiziano), “Saudi 1”, “Deepam Tv”, “Sharqiya”, “Sharjah”, “Al Arabiya”, “Nile Tv”,
“Iqraa” (islamico), “Telelumiere” (arabo cristiano) “Miracle Tv”, “Kurdistan Tv” (curdo), “Al
hayat”, “Sat 7”, “Irinn” (iraniano), “Dan Ctv” (cingalese), “Dan music”, “Sudan”, “Libya”,
“Kuwait”, “Qatar”, “Jordan Tv”, “Syria”, “Yemen Tv”, “Tv 7 Tunis” ecc…
In tutto 29 canali, ecco altri 32 canali che abbiamo scoperto con la parabolica, molti –
almeno per noi- sono i nuovi canali iraniani. Ci siamo imbattuti un pomeriggio con il
telecomando e abbiamo cominciato a cercare, e ricercare i vari canali televisivi da
Etnomondi. Non comprendendo le diverse lingue ci siamo poi documentati meglio con
l’utilizzo di internet. Canali diversissimi l’uno dall’altro, altri molto simili fra loro, ecco cosa
siamo riusciti a trovare per voi.
1. “Sama Dubai” è un canale arabo che trasmette programmi diversi, un po’ come i
nostri canali televisivi.
2. “Dmc Tv” è un canale buddista, dovrebbe essere tailandese.
3. “Al Forat” è un canale iracheno.
4. “Noursat” è il canale gemello di “Telelumiere”, anch’esso arabo cristiano.
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5. “Spirit channel” altro canale religioso arabo cristiano.
6. “Arcoiris Tv” canale brasiliano.
7. “Ariana Tv” canale interessante afgano.
8. “Islam channel” canale religioso islamico Ski in lingua inglese. Molto interessante
anche il sito: www.islamchannel.tv
9. “Maharishi” canale religioso indù vedico.
10. “Icc Tv” è un canale iraniano che trasmette anche film in lingua persiana.
11. “Salaam Tv” altro canale iraniano.
12. “Omid e Iran Tv” ennesimo canale iraniano, nato nel 1995.
13. “Cradle Tv” canale assiro cattolico mediorientale.
14. “Jaam e Jam” canale iraniano per la famiglia.
15. “Mohabat” canale cristiano iraniano.
16. “Tapesh” canale iraniano nato nel 1989.
17. “Mrtv-3” canale asiatico, vi consigliamo di visitare il suo sito, molto carino:
www.mrtv-3.net.mm
18. “Al Anwar” già dal nome si intuisce che è un canale arabo, precisamente libanese.
19. “Ntd Tv” finalmente un canale cinese, dopo tanti iraniani.
20. “Sri Tv” dello Sri Lanka, come possiamo ben capire dal nome. È un canale
buddista, trasmette programmi vari. Esiste anche il sito in italiano. La grafica è
molto bella, ma non ha molto da offrire al pubblico, solo un video per adesso.
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21. “Tv coptic” canale arabo copto.
22. “Al Karma Tv” altro canale arabo cristiano.
23. “En lace tbn” canale cristiano latino di San Josè, Costa Rica.
24. “Iran music” canale iraniano con video musicali.
25. “Cgn Tv” canale della Corea del Sud.
26. “Gali Kurdistan Tv” canale curdo.
27. “Al Fayhaa” canale arabo.
28. “Quran Tv” un canale dove poter ascoltare il Corano. Il sito è molto bello, peccato
che sia solo in arabo: www.quran.tv
29. “Ectv” canale etiopico.
30. “Al Hiwar Tv” uno fra i tanti canali arabi.
31. “Al Hurra” canale satellitare d’informazione americano, in lingua araba che ha come
bacino d’utenza l’Iraq. Non è piaciuto affatto agli arabi, infatti si è beccato una
Fatwa.
32. “Al Alam” sta diventando sempre più famoso -a quanto sembra- questo canale
arabo.
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RISTORANTI
ETNICI
*
MITSUI 1,2,3 A Milano in Via Solari, 23 (zona P.zza Napoli), in Via Tadino, 4 (zona P.ta Venezia)
e in Via Pellegrino Rossi, 51 (zona Bovisa/Affori). Addirittura tre indirizzi in città per questo moderno
sushibar e take away con consegna a domicilio e oltre 100 piatti, tutti dai prezzi contenuti, tra cui scegliere.
*
SHANGRI-LA Con clientela internazionale e più frequentato del ristorante cinese a fianco “Lon Fon”
(vedi n. 23), questo ristorante cino-tailandese dal nome quasi indiano “Shangri- la” davvero non è male.
L’ambiente è molto orientale, in stile barocco- imperialista, come dovrebbe essere un ristorante cinese. Il
cibo è squisito, abbiamo provato anche alcune specialità thai come il pesce tailandese, un po’ piccanti ma
deliziose. Peccato per l’uso un po’ esagerato di olio per friggere alcune specialità come la torta di soia e i
wanton fritti. Le cameriere sono efficienti e alla mano, agili nei loro abiti tipicamente orientali con tanto
di…spacco! Abbiamo intravisto nell’altra sala persino Jerry Calà! Da provare. In via Lazzaretto 8 a Milano.
Il sito sul biglietto da visita è www.shangri-la.34x.com ma attenzione, l’abbiamo cercato su internet e non si
trova.
*
TURKUAZ Nome fumettistico per questo ristorante/take away turco a Milano, probabilmente di recente
apertura, non lo avevamo mai sentito prima. Ci sono anche spettacoli di danza del ventre e animazione.
Specialità turche da provare a tavola, non nella solita rosticceria. Via Mac Mahon,40, zona Monte
Ceneri/P.zza Firenze.
*
1492 Con il nome dell’anno della “scoperta dell’America”, ha la particolarità di chiudere la cucina
tardissimo, anche all’una. Gestione colombiana e piatti dal sudamerica, come paella, picanha, bandeja paisa,
ecc…Peccato che sia un po’ piccolo e spartano perché si spende anche poco e si mangia bene. In Via
Venini,59, zona Loreto a Milano.
*
QOR
Per la prima volta nella storia di questa rubrica, un ristorante che inizia con la lettera…Q!
Ristorante giapponese e fusion in Via Elba,30, dalle parti di Via Washington/P.zza Wagner, Milano. Grande
e con ben otto vetrine, è un locale alla moda un po’ trafficato e rumoroso. Il pesce è sempre fresco. Stessa
gestione dell’Hama. www.qor.it
*
HAMA
Piccolo ristorante giapponese a Milano (Via R.Sanzio,4 zona Fiera): freschi i vari
sushi,sashimi,tempura,ecc, e si puo’ trovare anche qualche piatto più all’occidentale. www.sushihama.it
*
YONG Un altro ristorante cinese, per la verità piuttosto lugubre, ha lasciato il posto a questo locale
molto luminoso che si propone “ristorante asiatico”, in realtà è un cinese dal lunghissimo menù, che propone
anche piatti di cucina giapponese e fa anche da take away. Prezzi buoni. In Via Giusti,41, zona Chinatown a
Milano. www.yong.it
20
*
WEST AFRICAN FOODS Non è facile a Roma trovare un locale con cucina nigeriana, ecco allora
questo ristorante di Via dei Campani, 48 (zona Circonvallaz.Tiburtina), dove si cucinano piatti anche del
Senegal e del Congo, quindi dell’ovest del continente nero. Il locale è semplice e spartano, una tenda stile
batik divide dalla cucina. La proprietaria è Sandra Godfrey, attrice nigeriana. Prezzi economici e corso di
cucina nigeriana una volta al mese.
*
TIJUANA CAFÉ Ristorante e american bar tex-mex su due piani con lunghi happy hour, in Via
Massarani, 5 zona C.so Lodi a Milano. I menù sono abbordabili e gustosi. Qui si organizzano anche tornei di
Playstation. www.tijuanacafe.it
*
J’S HIRO È aperto da circa un anno questo piccolo ristorante con cucina casalinga, con tanto di menù
scritti a mano e di ingredienti speciali spediti direttamente dal Giappone dalla mamma della proprietaria.
Vera e tradizionale cucina giapponese, da provare, prezzi nella norma. In Via Vittadini,7, zona Bocconi a
Milano.
*
FENG SHUI Altro giapponese, che si definisce “il primo teppanyaki-sushi restaurant di Milano”, si
trova in Via Botta,4, zona P.ta Romana. È uno di quei locali particolari dove lo chef, con spettacolari e abili
gesti studiati, taglia il pesce su una piastra di metallo (teppan) e cucina alla griglia (yaki) davanti a voi
.…scusate ma ci viene in mente Fantozzi! A parte gli scherzi, è da provare, anche se, essendo una novità da
noi, è molto affollato da modaioli e da famiglie con tanto di bambini a bocca aperta!
*
FEIJÃO COM ARROZ Ristorante-bar di specialità brasiliane, a Milano in Via Gian Francesco Pizzi,
18 (zona Ripamonti/Corvetto). Aperto dalle 20 alle 2, ma attenzione, la domenica fa riposo; è un locale
piccolo e rustico e le porzioni sono abbondanti, difatti è previsto portarsi via quello che si è avanzato in
contenitori take away: bravi!
*
SRI LANKA TAKE AWAY Piccola rosticceria per un pasto veloce o per un piatto da portare via.
L’ultima volta che ci siamo stati volevamo provare il loro kebab alla cingalese, ma ci hanno detto che quel
giorno non c’era il cuoco addetto, quindi niente…tutto spartano, niente di eccezionale. In Via Olona,19,zona
Sant’Agostino a Milano.
*
KILIMANGIARO Ristorante eritreo naturalmente in zona P.ta Venezia…a Milano, sono tutti lì (Via
Casati, 7/9). Ambiente tipo trattoria casereccia in due salette, classico zighinì e cous cous e personale molto
gentile, ma anche qui…attenti al piccante!
*
PATAYA Particolarità di questo nuovo giapponese è la fusione della doppia cucina jap/tailandese.
Stessa gestione della catena di sushi bar Parco (vedi N.20), si trova a Milano, Via G. Da Procida, 18, zona
Sempione/Fiera. www.parcosushi.it
*
ALÌ BABÀ A gestione turca, ha due locali a Milano: Alì Babà 1 in Via Ampère ang.P.zza San Materno
(zona Loreto) e Alì Babà 2 in Via Corsico,1 ang. Via Vigevano (zona Navigli).. Poco esotica l’idea di
abbinare il solito kebab all’hamburger all’americana, ma cerca di differenziarsi dagli innumerevoli locali di
questo tipo proponendo anche dei menù,nonostante sia il solito posto da pranzo veloce.
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*
MIZU Ristorante giapponese a Milano, in C.so Sempione, 10. Mizu significa “acqua” e il locale, con
tanto di fontana quadrata di bambù al centro del locale, è uno di quelli “trendy”, vista anche la zona.
Arredamento e stile molto occidentale, soliti sushi, affollamento e prezzi piuttosto alti: insomma, non fa per
noi, anche se dicono si mangi bene. Alcuni piatti mescolano anche i gusti orientali con quelli mediterranei.
www.mizu.it
*
TAIWAN Molto rari i ristoranti di Taiwan, è stata una piacevole sorpresa, ci siamo capitati quasi per
caso e si mangia davvero bene. Questo si trova in via Adda, 10 a Milano, zona Staz.Centrale ed è chiuso di
martedì. Locale particolare, già dall’esterno si intuisce che non è il solito ristorante orientale. Attenzione a
non confonderlo con il ristorante cinese lì vicino. All’interno vi accoglierà un’atmosfera che vi ricorderà
molto per lo stile minimalista e per certe pietanze il Giappone: statue di Buddha, camerieri giovani vestiti in
nero, arredamento in color nero e bianco, con qualche concessione al rosso che ricorda la Cina e luci al neon
gialle. Alcune specialità che abbiamo assaggiato ricordano la cucina cinese. Cibi piccanti –non come si usa
per la cucina tailandese- e molto gustosi. Da provare assolutamente è il pesce al limone, davvero squisito e il
tortellone ripieno di funghi. Gli unici che lasciano a desiderare sono i dolci. Fate come noi, evitate la frittura,
se volete tornare a casa e dormire sonni tranquilli. Spesa nella norma ma camerieri un po’ troppo solerti e
veloci.
*
COPACABANA Con un nome così, non può che essere brasiliano: apre solo la sera, di lunedì è chiuso,
ed è piuttosto elegante e poco folkloristico ma da provare. A Milano in Via Tartini,13, zona Bovisa.
*
RAMSES A volte ritornano…gli egiziani! Gestito da
egiziani del nord, è un kebab-pizzeria, niente di speciale,
minimalista come arredamento, che propone due menù,
uno di kebab, l’altro di pizza. C’è anche la pizza con sopra
la carne marinata del kebab. A Milano in Via Paisiello,2
ang.V.le Abruzzi (zona Loreto).
*
TRE PIRAMIDI
Ci sembra di tornare indietro nel
tempo ai primi numeri, visitando questo ristorante-pizzeria
egiziano in zona Fiera (Via Sebastiano Del Piombo,6 a
Milano): il locale è nuovo, ambizioso, aperto tutti i giorni e
chiude sul tardi; ha vari numeri di telefono e addirittura un numero verde, ma non è molto grande. Oltre alle
specialità egiziane e la pizza ci sono vari menù scontati, anche italiani.
*
MY SUSHI Locale per gente sbrigativa e pasti veloci in pausa pranzo, accetta ordinazioni e consegna
sia a casa che in ufficio. I piattini sono già confezionati e si scelgono su un nastro trasportatore, ci sono 20
differenti menù e ben tre locali a Milano: Via Casati, 1 (-zona P.ta Venezia-fa anche da negozio), V.le
Certosa, 63 (si autodefinisce “sushi factory & restaurant”) e alla Rinascente di P.zza Duomo (7° piano).
www.mysushi.it
*
SULTAN Siamo stati più di una volta al colorato Sultan, che propone menù di pizza o kebab,
rigorosamente da consumarsi in piedi o su sgabelli. Simile a un fast food occidentale, con gli impiegati in
divisa, è frequentato soprattutto da stranieri e da gente di passaggio, vista la zona (Stazione Centrale a
Milano). Si trova in Via Vitruvio al 39, praticamente di fronte al King Kebab (vedi numero scorso).
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*
PANCHO VILLA Parliamo per la prima volta di questo piccolo ristorante sui Navigli di Milano (Alzaia
Naviglio Pavese,10): la clientela è sempre giovane, la cucina è messicana casalinga, ma, se si arriva tardi, si
puo’ anche soltanto bere qualcosa spizzicando o prendendo un piatto, ma attenzione che è sempre affollato:
ci siamo stati spesso nel corso degli anni, l’interno è pittoresco col grande cactus e le foto appese, peccato
che ci si stia stretti e col tempo la cucina sia leggermente scesa di qualità. www.panchovilla.it
*
FALAFEL HOUSE
Ecco una rosticceria-kebabberia con cucina che si definisce orientale sui vari
volantini, precisamente è israeliana a tradizione ebraica. Propone diversi piatti e anche un servizio catering e
la carne viene cucinata alla brace su pietra lavica. A Milano in V.le Misurata,19 zona P.zza Napoli.
www.falafelhouse.it
*
PARRILLA MEXICANA Bar/ristorante messicano a Milano in Via Piero Della Francesca, 29/a, zona
Sempione. Specialità carne, propone anche degustazioni e musica tipica dal vivo.
*
WANG JIANG
Giapponese –anche se di giapponese c’è tutto tranne il personale, sicuramente cinese-
il “Wang Jiang” è a Milano in Via Parmigianino, via che fa angolo con P.za De Angeli: il nome ricorda un
formaggio “Parmigianino”. Il locale chiude di martedì, è ampio, con arredamento giapponese, piante e canne
di bambù sparse qua e là nel locale. Il cibo ci ha stupito per la sua abbondanza, molto gustoso: il sushi, il
tempura… il tutto in grandi portate che soddisfano il nostro palato e un po’ meno il nostro portafoglio, anche
se non abbiamo speso cifre esagerate. Alla fine delle portate la vostra golosità sarà appagata e vi alzerete dal
tavolo sazi. Abbiamo apprezzato di meno il gelato al gusto di tè verde e la frittura dei tempura – il nome
ricorda il cibo indiano- e gli involtini primavera cinesi molto unti d’olio. Ci chiediamo solo una cosa, anzi
due: perché spesso in questi ristoranti i camerieri sono ultra veloci, ci cambiano frettolosamente il piatto ed
usano per la frittura tutto quell’olio? Il sushi però è da provare. Personale cinese solerte –come purtroppo è
diventato consuetudine, e cibo d’asporto. www.wangjiang.it
*
CACTUS JUICE CAFÈ Allegro ristorante tex mex con un’ampia sala adatto per cene in compagnia
numerosa. Ricchi i menù con carni alla griglia, tortillas ecc. Un po’ fuori mano, in Via G.Fantoli,7, zona
Mecenate/Monluè a Milano. Cactus Juice Cafè è una catena con altri due locali, uno a Civate (LC) sulla
Superstrada Lecco-Milano, in un vecchio mulino ristrutturato, e uno a Como in Via Mentana 2/b in una
grande taverna.
*
YE Insegne luminosissime per questo nuovo sushi bar a Milano in V.le Campania. In realtà è molto
piccolo e fa take away. Aperto da poco, non ne sappiamo molto, speriamo di provarlo presto e di farvi
sapere.
*
JUST INDIA Ristorante indiano in Via Benedetto Marcello, 34 a Milano, zona Staz.Centrale. Proprio
di fronte al Gandhi, che ultimamente ci aveva deluso (vedi N.18), mette la cucina in bella mostra sulla strada
e fa anche da take away. Fa parte della stessa familgia del più noto Rangoli (vedi N.5) ed è un locale sobrio
da provare.
23
IL CALCIO IN GIAPPONE
Fino a poco tempo fa, quando una squadra italiana doveva
affrontarne una orientale, specie giapponese, quest’ ultima era
considerata una stranezza, una squadra di marziani, forse dei
semplici dilettanti…solo disinformazione: le squadre, ma anche la
nazionale nipponica, erano soprattutto sottovalutate, anche un po’
temute perché del tutto sconosciute e imprevedibili. Solo negli
ultimi anni il calcio asiatico, soprattutto quello nipponico, ha
potuto farsi conoscere in Occidente.
In Giappone l’interesse per il calcio è in crescita, nonostante non
sia certo lo sport nazionale, posto occupato dal sumo, ma anche da
altre discipline che lo hanno oscurato per anni, come il baseball e il wrestling.
Oggi le squadre giapponesi sono cresciute, persino la divisione femminile, e sono definite squadre
grintose, ben organizzate, con giocatori che corrono velocissimi da una parte all’altra del campo e
che danno tutto pur di raggiungere il successo. Niente personalismi, la squadra è unita per la
vittoria. Spesso queste squadre hanno avuto il supporto di allenatori o giocatori stranieri trasferitisi
qui a fine carriera per insegnare loro i rudimenti di questo sport, come i brasiliani Paulo Roberto
Falcão e Zico, o l’africano George Weah. Il Valiente Koriyama, nuova società che aspira alla
promozione in J-League (la serie A nipponica), ha recentemente affidato il ruolo di general manager
proprio all’ex milanista George Weah, pallone d’oro 1995 ed ex politico nella sua Liberia in cui non
è riuscito ad essere eletto presidente.
I calciatori nipponici hanno imparato molto dai cartoni animati di Holly & Benji a cui spesso
vengono comparati dai giornalisti occidentali: proprio i fumetti manga hanno contribuito alla
diffusione del calcio (o soccer, all’americana) che ha infatti acquistato una certa popolarità,
specialmente dopo il lancio della J League nel 1993. La storia del calcio giapponese è più
complessa e antica di quello che si pensi, ma per ragioni di spazio diciamo solo che in precedenza
esistevano vecchi campionati, come il dilettantistico Japan Soccer League (1965-1992), con le
squadre sponsorizzate dalle aziende e con i calciatori che altro non erano se non i semplici impiegati
di esse. La Japan Football League è un'altra lega precedente, che oggi fa da “serie C giapponese”.
Esistono altre divisioni minori, come da noi. Oggi i tornei nipponici sono cambiati e sono più
occidentalizzati e modernizzati, coi loro pregi e difetti. C’è poi la “Coppa dell’Imperatore”, antico
torneo che designa la squadra più forte del paese, anche se, curiosamente, fino agli anni ’40, vi
potevano partecipare anche squadre taiwanesi, della Corea del Sud e della Manciuria. Ma torniamo
ai manga ispiratori: oltre al più famoso, “Holly e Benji (Captain Tsubasa)”, anche il più vecchio
“Arrivano i superboys”, oltre a “La Coppa dei Dragoni” o “Palla al centro per Rudy” e altri
sconosciuti da noi. L’amore tipico dei giapponesi per i gadget e per il merchandising ha fatto il
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resto! La Nazionale di calcio giapponese (日本代表 - Nihon Daihyo in giapponese), fino a pochi
anni fa sconosciuta, ha partecipato alle fasi finali degli ultimi tre Campionati Mondiali, ha vinto la
Coppa d’Asia per tre volte e ben figura nella classifica delle nazionali della FIFA, di cui è la
squadra asiatica col punteggio più alto, risultato impensabile un decennio fa. Addirittura i Mondiali
del 2002 si svolsero per la prima volta in Asia, proprio in Giappone, che li condivise con la Corea
del Sud. Oggi il calcio è seguitissimo, la Nazionale amatissima, e tutti i nostri calciatori sono
conosciutissimi e ambiti laggiù, se non più che qui; la testimonianza della crescita di questo sport è
la costruzione di nuovi, imponenti stadi, che hanno soppiantato il classico Olimpico di Tokyo,
struttura ufficiale della Nazionale fino al 2002. L’interesse verso il calcio giapponese da parte
dell’Occidente, in particolare l’Europa, ma anche il Sudamerica, è storia recente: a partire da
Nakata e Miura, sono stati molti i giocatori approdati in altri continenti. Anche nei nostri centri scommesse ora si trovano le partite del campionato del Sol Levante. E pensare che noi di
Etnomondi siamo stati i primi in Italia a indossare quelle magliette blu con la fiamma, della
nazionale giapponese!
Alcuni dei giocatori più famosi sono: Kunishige Kamamoto (capocannoniere degli anni
‘60- ’70), Kazuyoshi Miura (primo calciatore giapponese che ha militato e anche segnato in Europa,
col nostro Genoa), Hidetoshi Nakata (vedi Etnomondi N. 9 e Speciale 97-98-99), Shinji Ono, Alex
(di origine brasiliana), Tsuneyasu Miyamoto (attuale capitano della Nazionale) e molti altri.
Ecco le attuali squadre della J-League, la serie A giapponese:
Albirex Niigata · Consadole Sapporo · FC Tokyo · Gamba Osaka · JEF United · Júbilo Iwata ·
Kashima Antlers · Kashiwa Reysol · Kawasaki Frontale · Kyoto Sanga ·Nagoya Grampus · Oita
Trinita · Omiya Ardija · Shimizu S-Pulse · Tokyo Verdy 1969 · Urawa Red Diamonds · Vissel
Kobe · Yokohama F. Marinos
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Gli Hui: i musulmani cinesi
Chi sono gli Hui? Sono i cinesi musulmani. Al contrario di quanto
possiamo pensare, vivono in Cina 20 milioni di musulmani, quindi,
non solo buddisti o seguaci di Confucio. Certo, i musulmani cinesi
sono una minoranza, che vive pacificamente con il resto della
popolazione. Perché si chiamano Hui? Sono i cinesi “etnici” Han. Gli
Hui – la maggiore etnia musulmana cinese- sono 7 milioni, i restanti 13
milioni di musulmani sono divisi in gruppi indo-europei ecc..
I musulmani sono presenti in Cina già dall’ottavo secolo, aumentarono
nel paese tra il XIII e il XIV secolo, con la dinastia Mongola. Nel 1274
circa a Dali, nello Yunnan ci fu un governo islamico. Successivamente, i
musulmani costruirono in Cina una grande moschea distrutta dal fuoco
nel 1341 e ricostruita nel 1349- 51. Durante la dinastia Tang, un gruppo
di mercanti arabi e persiani giunsero in Cina sulla via della seta e
attraverso il porto di Quanzhou. Introdussero nel paese la loro sapienza
medica, la loro cucina, ecc.
Le moschee cinesi sembrano nella
costruzione dei tipici templi cinesi, con le pareti di colore rosso e i
versetti del Corano. Del Libro Sacro dei musulmani esistono diverse
traduzioni in cinese.
Mamdouh
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FIUMI DI VITA : YANG TZE
Lo Yang Tze (扬子江) è un fiume cinese conosciuto con diversi nomi simili, come succede con
altri di questa nazione (vedi Fiume Giallo e Fiume Rosso sul N.22): Yang Tze Chiang, Yang-tze
Kiang, Chang Yiang (“lungo fiume”, in cinese tradizionale: 長江 , in cinese semplificato: 长江),
Chang Kiang, Yángzǐ Jiāng, o Fiume Azzurro; è semplicemente noto ai cinesi come Jiang e fa
da delimitazione tradizionale tra la Cina settentrionale e quella meridionale. Il nome Yangzi
deriva da quello dato dalle popolazioni locali del delta per indicare uno dei suoi rami principali.
Tuttavia, siccome fu questo il primo nome che fu udito dai primi occidentali, fu poi attribuito a
tutto il fiume. È il corso d’acqua più lungo della Cina e dell’Asia, il terzo o secondo alcuni il
quarto del mondo per lunghezza, circa 6.300 km e 34.000 m³/s per portata. Nasce in Tibet
nell’altopiano Qinghai a circa 5.000 metri d’altezza. A Yichang, nell’Hubei, a circa 41 mt di
altezza sul mare, entra definitivamente in pianura e nella sua valle si aprono diversi laghi:
Dongting e Poyang sono i principali. Lo Yang Tze tocca i porti di Yichang, Nanchino e Zhenjiang
e sfocia a Shangai nel Mar Cinese Orientale. È un fiume importantissimo per l’economia cinese,
irriga infatti vaste distese agricole sfruttate intensivamente. Ha 700 affluenti, tra cui alcuni dei
più lunghi fiumi della Cina. Noto anche per le frequenti inondazioni, da sempre un problema,
da quelle disastrose del 1954 in cui persero la vita circa 30.000 persone, a una più recente, nel
1998. Altre inondazioni furono nel 1911: causò la morte di 100.000 persone, nel 1931,
145.000 morti e nel 1935, 142.000 morti
Lungo il fiume, nella provincia dell’ Hubei, si trova l’ enorme Diga delle Tre Gole, alta 175 mt,
messa in opera nel 2006, ma l’intero, ambizioso e criticato progetto sarà terminato nel 2009
dal governo che l’ha creata per la produzione di energia, per diminuire le inondazioni e per
migliorare la navigabilità. Lo Yangtze ha ultimamente raggiunto il livello più basso da oltre un
secolo (14,05 mt a Wuhan, provincia di Hubei) ed è a rischio siccità. Il fiume è alimentato dallo
scioglimento delle nevi dell’Himalaya ma soffre a causa dei mutamenti climatici. L’anomalia
geologica di Shigu (Yunnan Settentrionale) ha la particolarità di far svoltare rapidamente il
fiume verso nord, anziché verso sud, e questo ha dato origine ad una leggenda patriottica
secondo cui durante il regno dell'imperatore Shu (2200 a.C. circa) terribili inondazioni
colpirono la Cina, per cui l'imperatore ordinò al burocrate Yu di drenare nuovi canali,
imbrigliare i fiumi più pericolosi, creare laghi, mantenere tutte le acque così regolate sotto il
cielo cinese. Il lavoro impegnativo svolto con caparbietà da Yu con un gruppo di draghi per 50
anni gli fecero trascurare la famiglia che lo invocava, ma divenne addirittura imperatore col
nome di Da Yu (Yu il Grande). A Shigu creò la Montagna Delle Nuvole con cui deviò il corso del
fiume trattenendolo all'interno della Cina e facendogli formare una grande e stretta curva a U e
sospingendolo con grande potenza verso nord. Senza questa barriera lo Yang Tze si sarebbe
diretto verso sud lasciando il territorio cinese. Per i cinesi che credono nella leggenda Yu il
Grande è realmente esistito, per i geologi che cercano una vera spiegazione, in realtà la causa
di questo fenomeno va ricercata nello spostamento dei continenti. I cinesi pensano che i
geologi siano insensibili alla poesia e la leggenda è ancor oggi raccontata nelle scuole. Negli
ultimi numeri di Etnomondi ci siamo occupati di: Rio delle Amazzoni (19), Nilo (21), Fiume
Giallo e Fiume Rosso (22), Mekong (23).
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LOTTA O DANZA? LA CAPOEIRA
Con il termine “capoeira” (pron.: capuéra) si
indica un’arte marziale che, unita alla musica e
al canto, è anche una danza artistica
appassionante. Molto faticosa e anche dolorosa
per chi la svolge a livello agonistico, porta a
numerosi benefici per l’organismo, soprattutto
al
sistema
cardiocircolatorio,
essendo
un’attività aerobica, oltre ad essere utile per il
rispetto reciproco e per l’autostima. A livello
fisico coinvolge tutti i muscoli rendendo il
corpo più sciolto e flessibile con il graduale e
armonioso allenamento dei muscoli.
Fa compiere al cuore poco sforzo
impegnandolo non troppo intensamente ma in modo costante e prolungato, e facilita una respirazione lenta e
profonda, anche con il diaframma , in questo modo il sangue e gli organi hanno una maggiore ossigenazione
e si liberano dalle tossine. È, in pratica, un misto di attività fisica integrata con quella culturale e mentale, che
assicura benefici sia al corpo che alla mente.
Nata nella zona di Bahia, in Brasile intorno al 1580, nell’età coloniale, come arte marziale difensiva come
conseguenza della schiavitù, si è evoluta e diffusa anche in Europa negli anni ’80 come folkloristico e
acrobatico ballo di gruppo o danza coreografica. Venne introdotta nel paese dai neri bantù dell’Angola e del
Congo, deportati dall’Africa come schiavi come “lotta di liberazione”. Essi portarono con loro i rituali e la
loro cultura, e tra questi, la “danza della zebra” ed un particolare strumento monocorde, il “berimbau”,
diventato ormai un simbolo del Brasile. Gli schiavi, per non essere puniti, mascherarono questa arte marziale
di autodifesa come forma rituale e mimica e sopravvissero ai soprusi dei coloni. Il nome deriva dal luogo di
lavoro e dalla prateria in cui gli schiavi fuggivano, la “capoeira”. Essa rimase tabù anche dopo l’abolizione
della schiavitù e fu praticata clandestinamente, perché bandita dalla legge. Oggi è invece considerata una
ginnastica nazionale ed è praticata ovunque, da tutti. Ha diverse regole e livelli, e si puo’ dividere in
“Capoeira d’Angola” o “Capoeira Madre” (più un’acrobatica danza “al rallentatore” senza contatto fisico) e
“Capoeira Regional” (decisamente più agonistica ricca di colpi veloci). Nella Capoeira si parla di “gioco”, di
“giocatori”, di “golpes” (non di mosse), di “cordel” – “cordéis” al plurale - (non di cinture) Le parole dei
canti che accompagnano il gioco della Capoeira sono in portoghese - brasiliano e ripercorrono nella loro
semplicità, soprattutto quelle dei canti antichi, le vicende dei neri deportati in Brasile dai portoghesi. Come
dicevamo, la si può considerare una sorta di gioco-danza in quanto unisce il ballo a mosse di autodifesa, e
viene eseguita principalmente con gli arti inferiori, mentre le braccia servono solamente per mantenere
l’equilibrio durante l’esecuzione. Occorre molta concentrazione per eseguirla, e non prevede il culto della
violenza. I movimenti sono sempre coordinati e devono essere “ad incastro” con quelli dell’avversario.
È una forma di comunicazione e di utilizzo di tutte le parti del corpo e delle espressioni della persona che si
relaziona così con gli altri. Come abbigliamento si utilizzano semplicemente dei pantaloni bianchi -sinonimo
di festa in Brasile- chiamati abadà, e una maglietta bianca, a piedi nudi e privi di protezioni. Il circolo di
persone al centro del quale si gioca questa disciplina, è detto “roda di capoeira”. Oggi la capoeira ha
riaffermato il suo originario significato di arte marziale, è diffusissima e viene insegnata nei circoli culturali
nelle palestre come pacato strumento di difesa e di confronto.
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ANIME GIAPPNESI
DAITARN
Con Daitarn 3 (o Daitan 3) iniziano gli anni 80!
A dire il vero, quando apparve Daitan 3 per la prima volta sugli schermi di alcune
emittenti private italiane, nel 1980 – la prima
volta in Maggio su Milano Tv-, pensammo
fosse un Robot italiano: un po’ comico, con i
lineamenti umani, per noi strani a quei tempi
dopo essere abituati a Mazinga, Goldrake ecc. I
protagonisti –compreso i nemici- erano troppo
strambi per essere degli eroi, questa fu la prima
impressione. Ma ci appassionammo subito alle
avventure di questo Robot, pilotato da Haran
Banjo –che ricorda vagamente 007-: spaccone, troppo sicuro di se, con i capelli
pettinati alla Koji Kabuto dal colore strano…verde. Le sue assistenti Beauty (la
bionda svampita) e Reika (la mora ex agente dell'Interpool) sono letteralmente pazze
di Banjo, e molto gelose, la loro rivalità a volte non le aiuta nel lavorare insieme. Il
doppiaggio all’epoca era indovinato con i personaggi della serie, peccato che
recentemente hanno ridoppiato i protagonisti con altre voci –come nel caso di
“Charlotte”-. Il titolo originale è “Muteki Kojin Daitan 3”, che significa “Daitan 3,
l'invincibile uomo d'acciaio", la “R” è stata aggiunta nella versione americana. La
serie è prodotta dalla Sunrise, creata da Yoshiyuki Tomino, autore anche di Gundam,
ed è stata realizzata nel 1978, composta di 40 episodi. I nemici di Daitan sono i
meganoidi, comandati da Don Zauker – la sua voce emana suoni incomprensibili-,
con il suo braccio destro Koros – affascinante e crudele-. Don Zauker in realtà
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diventerà cosciente solo con l’ultima puntata ed acquisterà la parola. È Koros a
risvegliarlo mentre Banjo la sta per finire: “Che cosa ho fatto tutto questo tempo?”
chiede Don Zauker a Banjo, e lui: “Hai aiutato Koros nei suoi piani di conquista”.
Banjo odia tutti i meganoidi costruiti…da suo padre. I meganoidi hanno ucciso la
famiglia di Banjo e il giovane riserverà rancore per tutta l’intera serie. Tra gli altri
personaggi della serie c’è Garrison il maggiordomo di Banjo, ed ha un ruolo simile al
collega di Batman e il piccolo Toppy che finisce puntualmente nei guai. La serie è
comica, scanzonata, con trovate demenziali e leggera, tranne il finale: Marte contro la
Terra.
Ecco alcune armi di Daitan che ci hanno fatto sognare:
1. Attacco solare -arma finale del Daitan con cui Banjo sconfigge tutti i suoi
nemici-,
2. Daitan spada,
3. Daitan ventaglio,
4. Daitan scudo
5. Daitan energia…
Certo che i nomi in fatto di originalità non hanno pari (?!) Banjo iniziava il
combattimento con il suo Daitan con queste parole: “Daitaaaaaaaaaaaaaaaaaan 3! Per
mantenere la pace nel mondo combatterò i meganoidi con il Daitan 3. Se non avete
paura di questa potenza…combattete!” La serie è ambientata nel primo decennio del
XXI secolo. Alla fine naturalmente Daitan vince e spazza via tutti i meganoidi.
Sotto la copertina del singolo italiano di “Daitan 3” cantata dai Micronauti
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IL FASCINO DEL MISTERO I GATTI NELL’ ANTICO EGITTO
Il gatto domestico, come tutti sappiamo, era considerato un animale sacro
nell’Antico Egitto. Per molti popoli era un tramite per l’aldilà: l’origine del gatto è
tradizionalmente indicata proprio in Egitto, ciò è testimoniato anche da recenti studi
scientifici e genetici che ne collocano il luogo d’origine in Medio Oriente, nella
mezzaluna fertile. Probabilmente fu proprio l’uomo –in coincidenza dello sviluppo
delle prime forme di agricoltura- a farlo diffondere. Al gatto era stata dedicata la
città di Bubasti, dal nome greco della città egizia di Per Bastet (“Casa di Bastet”, in
arabo: Tell Bastah), che fu la capitale del XVIII° distretto del Basso
Egitto durante la XXII dinastia insieme a Tanis ed era la sede principale
del culto dell’omonima dea dell'amore e della fertilità, la cui statua si
trovava presso un cimitero di gatti,e veniva rappresentata con corpo di
donna e testa di gatto. Bubasti aveva un tempio di cui oggi non restano
che poche rovine. Invece, ciò che resta di questa città, si trova oggi
nella periferia sud-orientale dell’attuale città di Zagazig. Per la legge
dell’Antico Egitto, se veniva ucciso un gatto accidentalmente, il
responsabile doveva pagare con la vita. Persino in caso di incendio di
una casa, il gatto doveva essere portato in salvo prima di qualsiasi altro
membro della famiglia. Se ne moriva uno, inoltre, per le persone che gli
erano vissute a contatto iniziava un lungo periodo di lutto, caratterizzato
dalla rasatura delle sopracciglia e dalla percussione di gong funebri,
segni questi che avevano lo scopo di manifestare il dolore per la perdita
subìta. Il gatto era protetto dalle leggi, tenuto e sepolto con grandi
onori, godeva del diritto all’estremo saluto, in alcuni casi dopo il funerale
veniva anche mummificato e messo nei sarcofagi delle famiglie più
ricche, come testimonia la scoperta di numerose necropoli di gatti: nella
città di Beni Hassan è stato ritrovato un cimitero contenente più di 300.000 mummie
di gatti. In Europa il gatto ebbe sorte diversa: vi fu introdotto dal Nord Africa, pare,
all’epoca delle invasioni arabe, e fu circondato da superstizioni, soprattutto nel
periodo del Medioevo con la caccia alle streghe. Anche oggi esiste una città dei gatti,
Kuching, capitale dello stato del Sarawak, nel Borneo Malese, con tanto di festival, di
museo, di statue e di gatto- simbolo della cittadina - raffigurato anche sui tombini.
Kuching in malese significa proprio gatto. Ma il simpatico amico a quattro zampe,
tanto affascinante quanto misterioso, era ed è ritenuto sacro anche da altri: in
Tailandia e in Sud America, dove ci sono tracce della sua venerazione già nell’arte
precolombiana, inoltre i babilonesi consigliavano di tenere un gatto in ogni casa
perché aiutava a mantenerle pulite, forse per l’ abilità del felino nel cacciare i topi.
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IL GUANACO
Il guanaco (lama guanicoë) è un mammifero che fa parte della famiglia dei camelidi, la stessa dei lama (vedi
Etnomondi N. 22). A differenza di questo suo parente, vive allo stato selvaggio, e lo si trova nelle Ande del
Perù settentrionale fino allo Stretto di Magellano; è un animale che rischia l’estinzione. Grande corridore, è
un po’ l’equivalente del canguro australiano e vive tra le montagne e il deserto cibandosi dei fiori di cactus.
La sua carne e la sua pelle sono pregiate, e ancor di più la sua lana, anche maggiormente di quella più famosa
dell’alpaca. Orecchie dritte e grandi occhi, ha un manto di colore che va dal marrone chiaro al cannella
scuro, con la parte inferiore bianca, il muso è grigio. La sua vita media è di 20-25 anni.
IL JERBOA
Il buffo jerboa, piccolo e raro roditore notturno in via
d’estinzione, è una sorta di topolino saltellante che vive nel
Nordafrica ma anche nei deserti della Cina e della
Mongolia, dove si trova la sua razza più rara, ripresa
recentemente per la prima volta da una troupe inglese. Qui
trovate
il
filmato:
http://search.bbc.co.uk/cgibin/search/results.pl?scope=all&edition=i&q=jerboa.
Ricorda, per le lunghe orecchie e per i balzi, il canguro, di
cui però non è parente. Il suo nome dovrebbe derivare
dall’arabo jerbu'a (‫ )جرب وع‬o dalla parola ebraica yarboa
(
) e le dimensioni delle sue orecchie, a volte anche più
grandi di lui, variano a seconda delle specie. Vive in buche e tunnel, alcuni temporanei, altri permanenti,
dove ha anche dei periodi di letargo, simile all’ibernazione, ed è abilissimo a sfuggire ai molti predatori che
lo cacciano. Alcuni jerboa sono onnivori, altri si cibano di semi, insetti o vegetali.
HONDURAS
Piccola repubblica di tipo presidenziale dell’America Centrale che si estende tra le Antille e il Pacifico,
l’Honduras ha come capitale Tegucigalpa della quale gran parte degli edifici sono stati distrutti dall’uragano
Mitch, nel 1998. È un altro di quei paesi sudamericani di cui si parla poco, favorendo i soliti Brasile ed
Argentina. Qui il turismo non ha ancora stravolto il paese, anche se in Honduras sono molte le attrattive per i
visitatori: dalle stupende spiagge sul Mar dei Caraibi, alle incontaminate isole Cochinos, alle zone ricche di
reperti Maya.
Purtroppo è il secondo paese più povero d’America. Le sue coste sono bagnate dal Mar Caraibico (ad est) e
dall’ Oceano Pacifico (a ovest), ma i tre quarti del suo territorio sono costituiti da colline e montagne.
L’intero Paese è coperto da una rigogliosa vegetazione tropicale.
Il clima dell'Honduras è tropicale, come il resto del Sudamerica, e temperato nelle zone più elevate
dell'interno. La popolazione è per il 90% meticcia e le lingue parlate, oltre alla spagnola (ufficiale) e
all’inglese, sono anche quelle indie (miskito, sumu paya, glenca e garifuna). L’antico popolo dei Maya ebbe
origine qui. L’Honduras ha fatto parte dell’ Impero Britannico. La religione è la cattolica, seguita dalla
protestante e da diverse chiese evangeliche. In Honduras la cucina è a base di pesce, soprattutto persico e
gamberi.
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LE PORTE DELL’ ORIENTE: TAIWAN
Taiwan (in cinese tradizionale: 臺灣, in cinese semplificato: 台湾) è una grande isola
che si trova nell’Oceano Pacifico, di fronte alla Cina del sud, a circa 150 km dalla costa
cinese, dalla quale la separa lo stretto di Taiwan. Conta oltre 20 milioni di abitanti e
costituisce la Repubblica della Cina o Cina Nazionalista; è una repubblica
presidenziale. Lo stato è composto dal gruppo di isole di Taiwan, Pescadores,
Quemoy, e Matsu. Le principali città sono sulla costa nord-occidentale e la capitale è
Taipei (o Taipeh), megalopoli con il grattacielo Taipei 101, fino a poco tempo fa
l’edificio più alto del pianeta. Taiwan ha un clima tropicale e umido influenzato dai
monsoni, con violenti cicloni estivi che spesso causano nubifragi. A Taiwan c’è una
severa politica ambientale e sei sono i parchi nazionali con foreste rigogliose e diverse
specie rare di animali anche in via d’estinzione. Nota un tempo come Formosa (in
portoghese “bella” o “lussureggiante”, nome datole dai colonizzatori portoghesi per la
bellezza delle coste) fu contesa come colonia dagli olandesi, dai cinesi e dai
giapponesi: indipendente dalla Cina dal 1912, fu annessa al Giappone nel 1954 con la
protezione degli Stati Uniti. Taiwan è considerata dai cinesi come territorio
appartenente alla Cina, ma in realtà è gia uno stato indipendente; le altre nazioni
però non la riconoscono come tale perché ciò causerebbe una crisi diplomatica con la
Cina. Fu riconosciuta da molti stati come l’unico stato legale cinese e occupò il seggio
della Cina all’ ONU, questo alimentò la tensione con la Repubblica Popolare Cinese fino
all’espulsione di Taiwan. Oggi sono 22 le nazioni (a dir la verità tutte minori) che
riconoscono la Repubblica di Cina, le altre considerano la Cina come unica Repubblica
Popolare Cinese. Si produce soprattutto riso e la pesca è molto florida. L’economia
taiwanese è molto sviluppata, molti cinesi si sono trasferiti qui per lavorare. In
particolare Taipei, che è una città molto moderna e aperta, con un aeroporto
internazionale, è il nucleo terziario e industriale più importante. Anche l’industria
cinematografica è molto attiva, ce ne occupiamo abbastanza spesso sulle nostre
pagine.
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La lingua ufficiale è il mandarino e la scrittura è la cinese tradizionale, a differenza
della Cina dove è stata introdotta una scrittura semplificata. Le principali religioni sono
il taoismo e il buddhismo.
La popolazione dell'isola di Taiwan è costituita da diversi gruppi etnici: il principale è
quello taiwanese, proveniente dagli immigrati cinesi delle province di Fujian e
Guangdong; i cinesi, arrivati su queste terre durante la seconda guerra mondiale, e
molto importanti, sono le popolazioni aborigene o nativo americane di Taiwan, con le
loro lingue, culture e usanze. Esse hanno origini comuni con i popoli malesi delle
Filippine, di Indonesia, Malesia e Madagascar.
Un po’ come il Giappone, Taiwan è un misto di antico e moderno: per le strade di
Taipei i mercati sono aperti anche di notte e la folla frenetica si muove in cerca di
acquisti ventiquattro ore al giorno, poi ci sono i silenziosi paesaggi dell’entroterra
dell’isola come quelli montuosi o il Santuario dell’Eterna Sorgente che sovrasta la Gola
di Taroko con la cascata che rinfresca le pareti.
A Taiwan troviamo celebrazioni con parate militari come la Festa Nazionale del
“Doppio Dieci”, e le tradizioni delle tribù locali con le manifestazioni del Taiwan
Aborigenal Thao Tribe Harvest Festival.
La bandiera di Taiwan è a sfondo rosso con uno stemma che rappresenta un sole
bianco su uno sfondo blu, che è anche lo stemma del partito Kuomintang e della
marina militare della Republica di Cina (R.O.C. Navy). Nello stemma, i dodici raggi del
sole bianco rappresentano i dodici mesi e le dodici tradizionali ore cinesi che
corrispondono ciascuna a due moderne ore.
Negli scorsi numeri di Etnomondi in questa rubrica ci siamo occupati di: Vietnam (21),
Laos (22) e Tailandia (23), inoltre dello Sri Lanka (4, speciale 97-98-99 e ristampa dei
primi 4 numeri di Mondi Lontani).
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MOSTRE E RASSEGNE
Martial Arts Day si è svolto al Forum di Assago di Milano, purtroppo per un solo giorno (1/12), un
evento unico in Italia dedicato alle arti marziali con gare, tornei,seminari e allenamenti, e in futuro
anche lezioni di prova, se la manifestazione crescerà.
New Delhi – New wave mostra di 14 artisti indiani che sperimentano
media, stili e linguaggi diversi della loro terra. Fino al 19/1 alla nuova
Galleria Primo Marella di Milano.
“Giappone lo spirito e la forma. Ceramica e bonsai” è dedicata alla
tecnica del bonsai e all’antica arte della ceramica degli stili Raku,
Oribe e Shino, i più importanti della manifattura tradizionale
giapponese. A Torino, Palazzo Bricherasio, dal 13/12 al 6/1.
Chéri Samba in mostra a Milano presso CorsoVeneziaOtto nella prima
personale di questo pittore congolese che usa colori sgargianti e
dall’aspetto scenografico. Dal 4/12 al 31/1.
!f Istanbul – 7. AFM Independent Film Festival si svolge a Istanbul dal 14/2 al 24/2 e a marzo ad
Ankara ed è un festival indipendente turco con molti film europei: una volta tanto Etnomondi…al
contrario!
Il Camel wrestling festival si svolge il 19 e 20 gennaio sempre ad Istanbul, allo stadio di Efeso, un
anfiteatro greco, ed è un combattimento tra cammelli di razza tülu, ma preferiamo la pittoresca
sfilata dei cammelli addobbati in città accompagnati da bande musicali prima dell’evento.
Time after time è una mostra collettiva di Takehito Koganezawa (giapponese) con Paolo Parisi
(catanese) e Wilfredo Prieto (cubano) che giocano sull’idea di tempo della pittura. In primo piano
la canzone e relativo video del successo omonimo di Cyndi Lauper degli anni ’80. Alla Galleria
Galica, V.le Bligny, 41, Milano. Dal 27/11 al 9/2.
Festival au desert esiste dal 2001 e si è svolto dal 10 al 12/1 a Essakane (Mali): è un festival tuareg
che ospita anche artisti di altri paesi: mostre, corse di cammelli, canti tradizionali,
concerti,animazioni, ecc. www.festival-au-desert.org
Naga Prosegue a inizio 2008 il ciclo d’incontri etnici presso il negozio FNAC di Milano dedicato
alle culture straniere attraverso i racconti, le favole, i miti e le leggende popolari tramandate di
generazione in generazione. www.fnac.it
Araki Gold Una mostra del controverso e famoso pittore-fotografo contemporaneo Nobuyoshi
Araki, al Palazzo Fontana di Trevi (Via della Stamperia,6) a Roma fino al 17/2 con ingresso
gratuito. In aprile la mostra si trasferirà all’Archivio di Stato di Torino.
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METROPOLI
MULTIETNICA
PALESTRE: Per imparare le arti marziali potete
rivolgervi a: Yamato Sarpi in Via P.Sarpi, 41,
Sporting Club Vittoria Fudokan Ryu in Via De
Sanctis, 20, Shotokan Yudanshakai in Via Faa Di
Bruno, 20 e Shushinkan Karate C. in Via Turati, 7
a Corsico (MI). Kung Fu Cino-vietnamita viet vo
dao con corsi e gare presso la palestra di Via G.Da
Villani, 2. www.kungfucinovietnamita.org
RELAX & BENESSERE: Dopo l’Hammam
della Rosa (V.le Abruzzi, 15), il primo ad aprire in
città, ne sono seguiti altri; segnaliamo il Moresko
Hammam Cafè di Via Rubens, 19, un hammam
berbero originario del Marocco. Saudade + mal di
denti? Il Dr.Jair, brasiliano, vi aspetta allo Studio
Odontoiatrico G.R., Via Don Gnocchi, 4. Se poi
siete nella solita Chinatown, c’è Yin Yan
(“rondine”) un centro estetico e di bellezza
orientale; in Via Giannone,6.
LOCALI & DISCOTECHE: Nueva Chango
discoteca latina a Genova. Juiss, ultimamente
noto per tragici fatti di cronaca, in Via Canonica,
23 (ex The Black) propone serate reggaeton.
Active in Via Don Minzoni è una discoteca
frequentata da sudamericani. Fruteiro è il posto
giusto per gustare succhi e frullati: nuovissimo, è
il primo “sucos bar” brasiliano a Milano, in Via
C.Correnti, 2. www.fruteiro.it Cocktail etnici
specialità frutta anche al famoso e sempre
affollato Etniko Cafè di Via Canonica, 14, pub in
stile giungla frequentato da giovani: peccato per
la musica sempre assordante…ah se fosse un
posto silenzioso e misticheggiante!
NEGOZI: Alcuni alimentari coreani, categoria
numerosa in città: Arirang (Via R.Sanzio,16),
Manna (Via G.Pascoli, 3), Daewon (V.le Sondrio,
2), Kjroma (Via C.Emanuele I, 36 a/b, a Roma),
questi ultimi due hanno anche prodotti
giapponesi). Plaza Latina è un noto negozio di
specialità sudamericane, soprattutto dal Brasile.
In Via Volta, 12.www.plazalatinasrl.com Ipanema
Mix si trova in C.so Genova, 6: trovate
scarpe,abbigliamento e accessori femminili. Point
Brasil è in Via Torino, 23 (Galleria Torino): c’è un
salone di bellezza e un atelier di moda, entrambi
brasiliani. Se cercate cd usati a prezzi
praticamente stracciati, fate un salto da Rossetti,
piccolo, storico negozio nella multietnica Via
Cesare Da Sesto, al N.24; trovate anche una
piccola sezione etnica, oltre a libri e dvd. Art Thai
vende oggettistica dalla Tailandia: visitatelo in
Alzaia Naviglio Grande, 46. Mabuhay Phil
Grocery è un negozietto di alimentari filippini in
Via Parmigianino, 11. Se siete a Roma, fate un
salto ogni sabato al Mercato di Piazza Vittorio, il
più multietnico della capitale: trovate di tutto.
G.M. Carni propone prodotti brasiliani: a Sesto
San Giovanni (MI), Via Podgora,19. Cin Xien
Mercato è il solito negozio cinese con un po’ di
tutto, dagli articoli di cartoleria a quelli per la
casa. In V.le Abruzzi,1. Bambu Design vende
componenti
d’arredamento
in
bambù,
all’orientale.
Vle
Gran
Sasso,
50
www.bambudesign.it Unica Gallery è un negozio
di design e di antiquariato orientale, in Via
Scarpa,9. Nuku Nuku esiste dal 1970 e si trova
nel sotterraneo della MM1 De Angeli (uscita Via
Sacco), ormai l’unico negozio rimasto aperto in
un posto lugubre, ma merita una visita: vende
acquari e pesci tropicali con tutti gli accessori
necessari, oltre all’assistenza a domicilio. Fanno
anche noleggi per mostre e riprese
cinematografiche. Nippon Bonsai ha due sedi tra
Milano e provincia e una a Parma:è un grosso
centro per l’affascinante giardino alla giapponese,
una tradizione millenaria. www.nipponbonsai.it
Muji è una catena giapponese di oggetti per la
casa e abbigliamento minimal che ha due punti
vendita in città. www.muji.it/
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VIDEOTECHE: Cholobuster è un curioso clone
sudamericano
della
catena
Blockbuster:
incredibile, anche il logo è identico: ci trovate
dvd, cd e vari servizi legati all’audio, il tutto
esclusivamente dedicato all’America Latina.
In Via Monteceneri,34 e Via Marco Aurelio, 42.
Siamo tornati nella MM1 De Angeli e abbiamo
finalmente scoperto il nome della videoteca dello
Sri Lanka (vedi N.18), sempre più strapiena di
dvd,vhs (ancora?) e cd, stavolta anche di clienti.
Ora offrono anche un servizio sartoria (?) e
vendono bigiotteria (!), il negozio sembra una
nostra piccola bottega degli anni ’50 o ’60 e
hanno finalmente attaccato la scritta col nome:
Daham Vido Ahista, scritto proprio così, VIDO!
Evidentemente hanno deciso di eliminare la E
perché sul vetro non c’era abbastanza spazio,
mah!
RADIO: Radio Euro Latina è dedicata
interamente alla musica latinoamericana.
www.radioeurolatina.com
RIVISTE: Aqui
e Verdeamarelo –
Il Brasile in Italia
sono due nuovi
giornaletti
in
portoghese,
a
distribuzione
gratuita, per i
brasiliani a Milano.
Un
altro
quotidiano
gratuito, simile ai nostri vari “City”, “Metro” ecc,
interamente in caratteri cinesi e di cui non
sappiamo darvi una traduzione, lo vedete in cima
alla pagina precedente. Guida Commerciale
Latina è un libretto a distribuzione gratuita con
tutto ciò che ha a che fare col mondo
latinoamericano a Milano: negozi, ristoranti,
aziende,associazioni,ecc ecc. Novità assoluta, è
servita molto anche a noi! Hello Milano è il
giornaletto in giapponese per i nostri ospiti del
Sol Levante a Milano. È in edicola anche da noi (in
quelle che tengono giornali esteri) l’ultimo
numero di The Bulletin, il settimanale
d’informazione più antico d’Australia (usciva dal
1880), era vendutissimo ma ormai è in crisi e ha
deciso di chiudere.
ASSOCIAZIONI,CENTRI,CORSI,RELIGIO
NE: Corsi di salsa portoricana, cha cha cha,
bachata, salsa e merengue presso La vuelta di
P.zza Piola, tel: 339/4063842. Non sapevamo
dell’esistenza
dell’
Associazione
Italiana
Ristoratori Giapponesi che ha come obiettivo la
qualificazione e valorizzazione della cultura della
cucina giapponese e del cibo in Italia. Esiste dal
2003:
http://www.ristoratorigiapponesi.it/default.aspx
Esiste anche il Centro di Cultura Giapponese in
Via Lovanio,8. A.V.S.I. È una fondazioneorganizzazione non governativa senza scopo di
lucro che si occupa della cooperazione e sviluppo
in 39 nazioni del mondo. www.avsi.org A Roma è
stata inaugurata la nuova sede dell’Accademia
Maggiore della
lingua Quechua,
che diffonde e
difende
la
cultura e la
cultura andina;
la quechua è la
lingua
nativa
americana più
diffusa
al
mondo.
Santissima
Trinità in Via Giusti, 25, in piena Chinatown è una
grossa e imponente chiesa che fa un po’
impressione da fuori, più simile a una fabbrica,
ma importante perché è considerata “la chiesa
dei cinesi”, simbolo d’integrazione tra la nostra e
la loro cultura. Il missionario Padre Yuan iniziò a
organizzarvi colonie estive per cinesi tra gli anni
’60 e ’70, e da allora è frequentatissima da questa
comunità, visti anche i corsi e le attività
parrocchiali.
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“Africa reportages” di Pietro Veronese, Laterza,
pagg.192, € 6,71. Raccolta dei reportages di un giornalista
nel continente nero per conoscere il vero volto di questa
terra.
“L’Islam a tavola - Dal Medioevo a oggi” trad.di
E.Volterrani, Laterza, pagg.240, € 9. Il lato culinario
dell’Islam con la sua cucina che si è mescolata con quelle
dei popoli conquistati nelle ricette tramandate dai testi
medievali. Interessante e con 30 ricette a completare il
libro.
“A sud del confine, a ovest del sole” di Haruki Murakami, Feltrinelli, pagg.216, € 7. Hajime, che
significa “inizio”, è il nome del protagonista di questo romanzo, la sua storia d’amore con
Shimamoto, un’amica d’infanzia. Il titolo è tratto da una canzone di Nat King Cole. Murakami è
molto apprezzato soprattutto dai giovani, in Giappone, ma non solo.
“Gli arabi nella storia” di Bernard Lewis, Laterza, pagg.258, € 9. Uscito nel 2001 e recentemente
ristampato, un saggio sulla storia e sull’identità del popolo arabo, e dei rapporti con le altre civiltà
dal periodo preislamico ad oggi. Contiene diverse cartine geografiche.
“Islam” di Seyyed Hossein Nasr, National Geographic, pagg.288, € 15. Per la collana “Obiettivo
sulla storia”, un volume di foto di Ali Kazuyoshi Nomachi dedicate all’hajj, il pellegrinaggio ai luoghi
santi dell’Islam.
“L’uomo egiziano” a cura di Sergio Donadoni, Laterza, pagg.360, € 9. Evidentemente il mondo
dell’antico Egitto continua ad affascinare, finiamo sempre per tornare a parlarne, anche se oggi
preferiamo altre letture: ecco allora questo libro dedicato ai protagonisti tipici del glorioso passato
sulle rive del Nilo: faraone, contadino,scriba, ecc. “L'uomo e il leone. Racconto egiziano” di Diane
Barbara, Motta junior, pagg.27, € 7,75, è invece una fiaba che consigliamo ai ragazzi, scritta da
un’autrice francese.
“Hokusai - Le trentasei vedute del Monte Fuji” di Jocelyn Bouquillard, L’Ippocampo, pagg.120,
€ 15. Parlavamo di Hokusai e di questa stupenda serie nel N. 22, ecco il libro a un prezzo
abbordabile con raccolte quelle opere degli anni ’30 del 1800.
“Ombre sulla via della seta” e “Oltre la muraglia – Un viaggio in Cina” di Colin Thubron,
entrambi Ponte alle Grazie e pagg.396 , € 18 ed € 16,53. Parlammo di questo autore sul numero
scorso, il primo libro parla di un itinerario in otto mesi attraverso Cina, Uzbekistan, Kirgizistan,
Afghanistan, Iran e Turchia, la mitica via della seta. Il secondo è dedicato alla Cina: l’autore a
contatto con una terra immensa, impenetrabile e ricca di contraddizioni.
“Zheng He” di Michael Yamashita, White Star Publishers, pagg.448, € 29,90.Gli incredibili viaggi
dell’ammiraglio cinese che visitò trenta paesi per il suo imperatore documentati in questo
volumone di foto. Parlammo di Zheng He anche sul N.21 in “Schermo etnico”.
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“A labbra nude” a cura di Danilo Manera, Feltrinelli, pagg.216, € 6,50. Un’interessante antologia
di 21 racconti brevi di giovani autori dalla Cuba degli anni ’90.
“Parabole buddhiste” a cura di Eugene Watson Burlingame, Laterza, pagg.252, € 7,23. Un libro
composto di circa 200 favolette buddhiste molto semplici, con protagonisti piante, animali, uomini e
dèi. L’autore, americano, diffuse in Occidente il pensiero e la tradizione buddhista.
“Lacrime sulla sabbia” di Nura Abdi, Il punto d’incontro, pagg.272, € 14,90. La triste
autobiografia dell’autrice, somala, che, con la sua determinazione, si ribella agli orrori che
purtroppo persistono ancora oggi nel suo paese.
“Il pesce-scorpione” di Nicolas Bouvier, Laterza, pagg.152, € 9. A Ceylon (oggi Sri Lanka) per
presenziare al matrimonio di un amico, lo scrittore Nicolas si confida su un diario. Un romanzo
fantasioso e impregnato di immaginazione sospeso in una tipica “lentezza tropicale”.
“A piedi nudi attraverso la Mauritania” di Odette De Puigaudeau, Cda & Vivalda, pagg.144, €
18,80.Ambientato nel 1933: due donne altoborghesi francesi decidono di perdersi nel desero, tra
nomadi,cammelli e avventure dal sapore sconosciuto.
“Il Negus – Vita e morte dell’ultimo re dei re” Laterza, pagg.400, € 11. Una minuziosa ricerca
documentativa ha prodotto questa biografia dedicata a un personaggio di cui non avevamo mai
parlato prima, un dominatore della scena africana e mondiale in tutta la prima metà del Novecento.
“Amazzonia, viaggio dall’altra parte del mare” di Yurij Castelfranchi, Laterza, pagg.240, € 9.
Una raccolta di varie storie di viaggi nell’immensa foresta e nei territori circostanti.
“Grande sertão” di João Guimarães Rosa, Feltrinelli, pagg.504, € 13. Romanzo dedicato ad un
territorio sterminato, l’altipiano del Sertão, magico e tragico al tempo stesso. L’autore, morto nel
1967, è uno dei più grandi scrittori latinoamericani.
“I simboli maya, inca e aztechi” di Heike Owusul, Il punto d’incontro, pagg. 288, € 9,50. Un libro
illustrato che raccoglie gli affascinanti simboli di antiche culture ormai scomparse.
“In viaggio con Mohammed – Nello Yemen e nel Mar Rosso” di Eric Hansen, Feltrinelli,
pagg.256, € 7. Da un autore che ha viaggiato moltissimo, la storia di una navigazione nel Mar
Rosso che finisce in naufragio presso una piccola isola disabitata al largo dello Yemen. 10 anni
dopo, accompagnato dalla guida Mohammed, il protagonosta ritorna in quel luogo per recuperare i
diari di viaggio che vi aveva seppellito.
“Miti dell’India e del Buddhismo” di Ananda Kumarasvami Suora Nivedita, Laterza, pagg.282, €
7,23. Un saggio sulla cultura tradizionale indiana coi suoi miti e le sue leggende, e sul buddhismo.
“Il turista spirituale” di Mick Brown, Tea, pagg.336, € 8,50. Un altro libro a tema religioso,
stavolta più ironico, in un viaggio tra mille dubbi di un giornalista scettico nelle zone della fede.
“Africa, madre del mondo” di Olivier Föllmi, L’Ippocampo, pagg. 336,€ 44,90. Un libro con 200
fotografie paesaggistiche del continente nero, veramente da lasciare senza fiato.
“Gli uccelli di Bangkok” di Manuel Vazquez Montalbán, Feltrinelli, pagg.298, € 7,50. Ambientato
nella città tailandese dal celeberrimo scrittore catalano, è un giallo d’azione avvincente a sfondo
esotico con malavitosi cinesi, polizia ambigua e una turista europea. Dello stesso autore ed editore
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(pagg.372, € 9) “Quintetto di Buenos Aires” altro giallo, con protagonista il famoso detective Pepe
Carvalho, nella capitale argentina sulle tracce di un cugino.
“Confessioni di una maschera” e “La voce delle onde” di Yukio Mishima, Feltrinelli, pagg.224
e , € 7,50. Non ci sembra possibile non avere mai parlato di questo grande scrittore di Tokyo,
morto suicida nel 1970, a parte sul N.7, col film biografico a lui dedicato. Una figura controversa
ma al tempo stesso monumentale. Nel primo romanzo, crudo e malinconico, un uomo guarda
dentro se’ stesso e la sua omosessualità. Nel secondo, una storia d’amore che nasce nel noioso
trascorrere del tempo per una ragazza che torna a vivere con la famiglia in un villaggio di pescatori
di perle. Nel disegno a fianco: Yukio Mishima
“Alla ricerca del cimitero degli elefanti” di Tarquin Hall, Tea, pagg.270, € 8. Uscito nel 2004, è un vero
resoconto avventuroso ambientato nell’Assam (India nordorientale) sulle tracce di un pericoloso elefante.
“Shabono” di Florinda Donner, Il punto d’incontro, pagg.288, € 13,94. Romanzo di azione e di avventura
ambientato nella magica e misteriosa Foresta Amazzonica.
“Impero - Impressioni della Cina” di James Whitlow Delano, HF, pagg.128, € 30. Un libro di fotografie in
bianco e nero del 2004 che testimonia i vari volti della nazione cinese. Nel 2006 a Venezia ci fu la mostra
omonima.
“Good morning karaoke” di Franco La Cecla, pagg.144, € 7,80 e “Viaggio nella Cina proibita” di Luc
Richard, pagg.240, € 8. Entrambi delle edizioni Tea, sono due resoconti-diari di viaggi in Oriente (il primo a
Hong Kong e Vietnam, il secondo nella sterminata Cina) alla ricerca dei volti autentici di quelle terre,
evitando i soliti stereotipi e i soliti aspetti turistici.
“In un paese bruciato dal sole. L’Australia” di Bill Bryson, Tea, pagg.372, € 8,60. L’ironico e curioso
autore stavolta è in Australia, terra sconfinata piena di sorprese.
“Giorni cinesi” e “Giorni giapponesi” di Angela Terzani Staude, Tea, pagg.334 e 336, € 8,50 e € 8. Un
diario dei tre intensi anni vissuti dall’autrice in Cina col marito, il più noto giornalista Tiziano Terzani. Questa
nuova edizione, a differenza della vecchia dell’ ’87 pubblicata presso Longanesi, è stata interamente rivista
dall'autrice, che inoltre ha reintegrato alcune pagine omesse nella prima edizione e ha scritto una nuova
introduzione per il lettore di oggi. Il secondo libro è un’acuta osservazione del Giappone contemporaneo da
parte di una donna occidentale.
“Una vita alla fine del mondo” di Francisco Coloane, Tea, pagg.252, € 8. Romanzo d’avventura
ambientato nel Sudamerica centrale e meridionale, in zone aspre e affascinanti. Nella Terra del Fuoco si
svolge anche “Terraferma” di Marco Albino Ferrari, Tea, pagg.286, € 8. Ambientato nel 2000, è un viaggio in
un territorio ideale per l’isolamento dell’uomo.
“Terra di nessuno” di Sven Lindqvist, Ponte Alle Grazie, pagg.206, € 13,50. La narrazione di un viaggio di
dodicimila chilometri all'altro capo del mondo, l’Australia degli aborigeni.
“Chini Bagh. Una lady inglese nel Turkestan cinese” di Catherine Macartney e Chini Bagh, Giano,
pagg.232, € 15. L’esperienza in una terra sconosciuta della moglie di un diplomatico inglese tra il 1800 e il
1900, tra spie ed archeologi. “Lungo cammino verso la libertà” di Nelson Mandela, Feltrinelli, pagg.608, €
13. L’autobiografia del premio Nobel per la pace che combatte per i diritti degli africani e contro l’apartheid.
Scritta nei 27 lunghi anni di prigionia, è un documento fondamentale dei nostri giorni.
“Giappone” di Rossella Menegazzo, Electa, pagg.384, € 20. Da non confondere col “Giappone” del N. 21 –
stesso titolo ed edizioni-, questo fa parte della serie “Dizionari delle civiltà” e parla dell’arte antica e moderna
del paese del Sol Levante in modo semplice ed efficace.
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TV
Kilimangiaro Album su Rai Tre, propone interessanti e
brevi documentari-diari di viaggio.Passaggio a Nord Ovest va
invece in onda –sulla stessa rete- il sabato pomeriggio da alcuni
anni, condotto da Alberto Angela: viaggi in luoghi lontani tra
affascinanti meraviglie della natura e dell’uomo. Selvaggio a
chi? è una divertente mini-serie di 3 puntate appena andata in
onda su Cult: 5 aborigeni tribali delle Isole melanesiane di
Vanuatu girano Londra armati di videocamere per documentare
i “bizzarri occidentali” e farli vedere ai loro connazionali!
Pianeta Blu, a febbraio ogni domenica su Animal Planet, si
occupa di esotici ecosistemi marini. Arabian Nights è una
trasposizione televisiva delle Mille e una notte, recentemente trasmessa anche da noi sul canale Fantasy di
Sky. Asia su Marco Polo è una serie dedicata ai mille volti del continente orientale. Tre programmi sul
circuito National Geographic: Laya project è un itinerario nella musica dei paesi colpiti dallo tsunami nel
2004, Africa in mongolfiera, si spinge in un inedito viaggio in regni dimenticati del continente nero, mentre
Ashley Judd: missione in India vede invece la nota attrice di Hollywood come ambasciatrice della lotta all’
AIDS nel cosiddettoTerzo Mondo, in particolare in India. Su Discovery Atlas di Discovery Channel, nuovi
episodi con meravigliose immagini da tutto il mondo. Molti gli anime giapponesi su MTV e su All Music,
ma anche sul circuito 7 Gold con Ushio e Tora. Godmars è un anime del 1981-82 in 64 episodi riproposti
da Cultoon. Stella del sud non è una nuova trasmissione, ma ci siamo imbattuti nelle repliche notturne e
mattutine di questi documentari piacevoli ma piuttosto semplicistici e brevi che saltano un po’di palo in
frasca da un luogo esotico all’altro. Un plauso allo storico contenitore di Rai 3 Fuori Orario curato da
Enrico Ghezzi, che consigliamo sempre di tenere d’occhio perché spesso trasmette anche film “alla
Etnomondi” altrimenti inediti o difficilmente reperibili. Super Zap si vede da anni su molti circuiti locali: è
uno zapping senza commento su varie trasmissioni dal mondo, spesso bizzarre, dai polpettoni indiani al
Carnevale di Rio, da improbabili quiz turchi a folli gare, ecc. Megalopolis su Rai Tre dedica ogni puntata un
film-documentario sui vari volti di queste grandi città: Los Angeles, San Paolo, Il Cairo, Shenzen, Karachi e
Tokyo.
DVD
Hobby & Work ha proposto recentemente alcune serie di vecchi cartoni giapponesi: Peline Story, le
peripezie di una tredicenne vivace e responsabile che gira il mondo con il padre francese e la madre di
origine indiana, Doraemon, il gatto-robot che viaggia nel tempo, Hello Spank! il cagnolino romantico dal
passato misterioso, e poi ancora: Mimì e la nazionale di pallavolo e Sampei, ragazzo pescatore oltre alla
più recente Let’s & go!! sulle corse di auto. Akira Kurosawa dvd collection, finalmente in edicola a un
prezzo accessibile una serie coi film più famosi del grande cineasta nipponico. In attesa della nuova
trasmissione (La via della seta) Syusy Blady e i suoi I misteri di Syusy in 10 dvd che usciranno con la
rivista Hera, specializzata in misteri archeologici del mondo. Intanto la Syusy sta girando l’Italia per far
conoscere la yurta, una casa mobile mongola in legno e feltro che sopporta praticamente ogni tipo di
temperatura.
GIOCHI
Esce un nuovo capitolo di una serie del genere “picchiaduro” ispirata da un celebre anime,
Dragonball Z Budokai Tenkaichi 3, molto amato dai ragazzini, per Playstation, così come dal Pokémon
Battle Revolution per Wii Nintendo e -sempre dal Giappone- Naruto Rise of a ninja per Xbox 360. Del
genere horror è Clive Barker’s Jericho, che si svolge ad Al-Khali, città mediorientale costruita su antiche
rovine di varie civiltà, da cui scaturisce un male antico.Per Xbox 360,PC e PS3. Assassin’s creed è
ambientato nella Gerusalemme del 1191 con la lotta tra Saraceni e Crociati. Per Xbox 360 e PS3.
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Bab Zuweila: La Libia
Tripoli (foto sopra) è la capitale della Libia con 1, 5 milioni di abitanti, fondata nel
VII secolo a.C dai fenici. In Libia si parla anche la lingua berbera, la lingua italiana e
inglese. La maggior parte della popolazione è musulmana, solo il 3% è cristiana.
Il paese ha avuto nella storia insediamenti da parte dei Fenici, Cartaginesi (VI a.C),
dall’impero Garamanti (V secolo a.C) e dai romani, che conquistarono e distrussero
Cartagine nel 146 a.C. I Vandali dalla Spagna occuparono la Libia nel 455, dopo la
caduta dell’impero romano per ben due secoli, fino al momento in cui i musulmani
(643) li scacciarono. Dopo i musulmani (Omayyadi e Fatimidi), nel 1146 la Libia
venne conquistata dai Normanni di Sicilia, questo fino al 1521, nel 1711 sorse la
dinastia dei Karamanli a Tripoli.
Storico il momento in cui i libici lottarono contro gli italiani che volevano
impossessarsi del paese, questo avvenne dopo la vittoriosa guerra italo-turca del 1911
o 1912, il regno italiano durò fino al 1943, dopo la caduta del paese in mani alleate.
Nel 1931 le truppe italiane catturarono e giustiziarono il leader della resistenza libica
Omar al-Mukhtar.
Chi era Omar Al Mokhtar? Oggi in Italia è sconosciuto ma fu un vero leader. Nacque
a Zonta in Africa nel 1860, era uno sheikh anziano libico che lottò per l’indipendenza
del suo paese sotto l’occupazione di Mussolini, che occupò Tripoli e Benghazi. La
forza di spedizione italiana distrusse innumerevoli villaggi e campi agricoli. Riempì i
pozzi vitali di cemento e spedì migliaia di libici ai campi di concentramento. Omar Al
Mukhtar era per Mussolini un personaggio scomodo, perché intralciò i suoi piani di
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conquista. Nel Settembre 1931 Mokhtar (foto sotto) venne catturato e impiccato,
stessa fine che toccò a Mussolini in seguito. Queste furono le sue parole il giorno
prima di morire, alla lettura della sentenza:
«Da Dio siamo venuti e a Dio dobbiamo tornare».
Sotto re Idris la Libia divenne indipendente come monarchia parlamentare, questo nel
1950 o 1951 ed entrò nella Lega Araba nel 1953. Nel 1955 fu la volta dell’ONU
(Nazioni Unite) e nel 1961 iniziò l’estrazione del petrolio. Nel 1964 il paese dispose
il ritiro delle truppe inglesi e la chiusura della base americana.
Muammar Gheddafi nato nel 1942 diventò capo del paese dopo il colpo di stato nel
1969 contro il re Idris, da allora Gheddafi è il presidente del paese.
Nel 1986 il presidente americano Ronald Reagan ordinò il bombardamento di Tripoli
a Bengasi, questo perché sospettò l’implicazione di agenti libici in atti di terrorismo
contro le truppe americane in Europa. La Libia ha sempre appoggiato le guerre contro
Israele. Nel 1991 Gheddafi fu più prudente, si oppose all’invasione del Kuwait da
parte dell’Iraq ed anche alle forze contro Saddam Hussein.
Nei numeri precedenti: Tunisia (n. 13) Siria (n. 14) Egitto (n. 15) Iraq (n. 16) Turchia (n. 17)
Marocco (n. 18) Yemen (n. 18), Palestina/ Israele (n. 19),
Senegal (n. 20), Somalia (n. 20), Bangladesh/ India (n.
21), Arabia Saudita (n. 22) Pakistan ( n. 23), Iran (n. 23).
Nei prossimi numeri: Afghanistan, Libano, Giordania,
Algeria…
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