DIAMO CALORE E SICUREZZA DIAMO CALORE E SICUREZZA Tel. 0522 683219 - 0522 272776 Cell. 335 344280 e-mail: [email protected] www.biokal.it Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani EDIZIONE NAZIONALE Idrosanitaria - 2/2010. Edizione Nazionale. Multiplex Editrice. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia Borea&Beltrami, in 800 a Mostra Convegno 2010 Il mercato immobiliare è debole E’ ora di partire! Osservatorio immobiliare Nomisma Anche quest’anno il Gruppo Borea, leader nel settore idrotermosanitario, ha accompagnato, venerdì 26 marzo, 800 installatori in visita alla Mostra Convegno Expoconfort di Milano. La tradizionale visita dei clienti Borea a Mostra Convegno, che si è al- I prezzi delle abitazioni nel complesso in Italia (fonte: Agenzia del Territorio) nel corso del 2009 sono calati del -0,7% mentre nelle 13 più grandi aree urbane il calo è stato molto più intenso e pari al -4,1%. Nelle città di dimensione immediatamente inferiore alle 13 grandi aree dei prezzi è stata comunque significativa e pari al -3,7%. Questi andamenti più negativi nelle maggiori città e molto attenuati nei comuni più piccoli costituiscono una caratteristica che si è prodotta anche in passato, ovvero quella della volatilità più accentuata dei urbane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia) mentre nelle così dette città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona) la riduzione prezzi che è normalmente più forte nei grandi comuni rispetto a quelli piccoli. Le previsioni, per quanto riguarda l’Italia, sono che i prezzi resteran- largata con piacere ai neo acquisiti clienti Beltrami-gruppo Borea, ha visto svolgersi la serata presso l’affascinante Villa San Carlo Borromeo di Senago, con un intrattenimento marchiato Zelig! Slogan della serata “E’ ORA DI PARTIRE!”…scoprirete perché. Diciotto pullman sono partiti da tutta la Liguria, Emilia Romagna e Veneto con destinazione Mostra Convegno, Polo Fieristico di Milano-Rho. Durante la visita, gli installatori sono (segue a pag.2) Progetto fuoco, successo di pubblico Le novità e le innovazioni Nei cinque giorni di Progetto Fuoco, i visitatori in Fiera a Verona della 7^ Mostra internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna sono stati oltre 67.000, 48.000 circa gli operatori professionali (+25%) che hanno avuto una giornata in più a loro disposizione e 19.000 circa i privati interessati al riscaldamento a pellet o a legna. Mai come quest’anno Progetto Fuoco ha rappresentato una risposta professionale e qualitativa alla crisi e all’esigenza di cambiamento delle abitudini pubbliche e private in fatto di salvaguardia dell’ambiente. Sono tante le novità presenti in Fiera, frutto di ricerche e di innovazione. Per le stufe dalla Francia il “caminetto che si muove”, unico al mondo, che si può trasferire da una stanza all’altra (se i pavimenti sono dotati di un sistema di aspirazione fumi), dall’Austria la stufa più silenziosa del mondo (con motoriduttore che gira in continuo), sempre dall’Austria la prima caldaia murale a pellet (7 kW di potenza e aspirazione automatica). Dall’Italia una novità brevettata viene da Conegliano (TV) ed è una stufa da incasso a variazione cromatica (il telecomando cambia colori, gradazioni, intensità e crea effetti flash e stroboscopici); sempre da Conegliano una delle stufe più sottili al mondo, profonda solo 25 cm. Un nuovo brevetto cremonese riguarda invece la diffusione differenziata dell’aria calda nelle varie stanze: collegabile al termocamino e gestito col telecomando, il sistema umidifica e profuma l’aria con essenze naturali. Da Cremona il “tubo furbo” che, applicato alla stufa tradizionale, mediante due elettroventilatori canalizza il calore nelle stanze vicine. Da Avellino la nuova biostufa, novità 2010, dal braciere autopulente per pellet, legna, mais o altri prodotti granulari; da Bolzano la prima termostufa a tiraggio naturale e fiamma inversa che grazie a due camere di combustione abbassa drasticamente le emissioni in atmosfera e realizza rese molto alte; da Caserta infine l’unica termostufa a pellet che riscalda l’acqua sanitaria fino a 40 gradi anche quando l’impianto è spento. Tra le caldaie si sono visti: dall’Austria l’anteprima mondiale della prima caldaia murale a pellet, con sistema di caricamento ad aspirazione automatizzato (da 7 kW); da Brescia il bruciatore applicabile al posto di quello tradizionale, da Padova i grandi impianti a cippato da 8 megaWatt di calore; dall’Austria la centrale termica prefabbricata che può raggiungere i 224 kW; da Cosenza la centrale termica mobile per fornire calore in affitto ad alberghi e edifici pubblici o privati. Molte le caldaie che integrano l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari a quella termica ottenuta bruciando pellet o legname. (segue a pag.2) Gli impianti domestici Certificazione e contenimento energetico PAGG. 6, 7 Prospettive produttive e commerciali Il mercato del pellet in Italia PAG. 8 Arricchisci la tua biblioteca professionale PAG. 11 IdrosaniTaria E’ ora di partire! (continua da pag.1) stati omaggiati di una pratica borsa a tracolla gialla marchiata Borea ed hanno potuto divertirsi partecipando al gioco “Segui il percorso.. .e” recandosi presso gli Stand partecipanti all’iniziativa e facendosi siglare una cartolina di gioco in loro possesso che permetteva di ricevere omaggi targati Gruppo Borea. Hanno dunque potuto assaporare le fantastiche ambientazioni dei fornitori partners,Ariston - Baxi - Caleffi - Irsap - Teknoenergy: passando dal mondo del Far West presso lo stand Ariston alla scalata di un gigantesco radiatore allo stand Irsap. Terminata la visita in fiera, tutti a Villa Borromeo, dimora storica risalente al XIV secolo, nelle cui sale, caratterizzate da opere d’arte originali mobili antichi ed affreschi, i clienti hanno avuto modo di gustare l’aperitivo. La cena ha avuto inizio con un caloroso benvenuto del Dott. Claudio Borea e del Dott. Giovanni Ripamonti - national brands & sales director del Gruppo Vaillant in Italia, azienda partner che ha contribuito alla realizzazione di questo grande In senso orario: i premiati; la torta; i partecipanti ed importante evento! Luci soffuse ed ecco apparire direttamente da Zelig la spumeggiante Teresa Mannino che con la sua verve ha saputo strappare numerosi applausi e sorrisi dei presenti. E sempre con il contributo di Teresa sono stati premiati i tre vincitori del gioco “Segui il percorso..e” e sono stati omaggiati altri ben cinque Osservatorio immobiliare (continua da pag.1) no deboli ancora per tutto il 2010 e solo nel 2011 torneranno in territorio positivo, seguendo la dinamica di recupero che USA e Inghilterra stanno anticipando. Il mercato delle abitazioni non è però un insieme omogeneo, ma al suo interno abbiamo sostanzialmente due segmenti molto differenziati, due segmenti che si evidenziano particolarmente. Quello degli immobili di qualità per i quali, anche in un contesto difficile come quello attuale, vi è una domanda pur sempre significativa e quello degli immobili senza qualità per i quali la domanda è pressoché inesistente. Il segmento a domanda vivace è costituito da: - abitazioni di qualità in edifici energy saving con certificazione energetica elevata, dotate di parcheggi, servizi, verde ecc. e ben localizzate; - abitazioni in edifici di pregio e in posizioni di pregio, sovente nei centri storici ma, anche, in edifici di qualità architettonica; - abitazioni di pregio in località turistiche di grande appeal; - abitazioni, uffici e negozi locati con un rendimento di mercato e inquilini solvibili in una ubicazione con domanda di locazione significativa; - edifici interi e locati con rendimento di mercato destinati ad attività economiche (uffici, centri commerciali, capannoni industriali e logistici) specie se ubicati in mercati liquidi (normalmente nelle grandi aree urbane); - palazzi ad uso ufficio o misto, locati, ubicati nelle posizioni urbane di pregio (in posizione centrale). In sintesi, tutti i mercati che hanno a denominatore comune la qualità nelle sue diverse declinazioni, strutturali, prestazionali, localizzative, locative ecc. Viceversa un segmento a domanda particolarmente debole è quello di: - abitazioni di bassa qualità, normalmente in edifici mal ubicati e periferici; - edifici e immobili per le attività economiche non locati o anche locati ma in ubicazioni marginali; - immobili in località turistiche di scarso pregio e scarsa qualità ambientale; - operazioni di sviluppo di bassa qualità architettonica ed ambientale. Complessivamente il mercato esprime, comunque, una rigidità sostan- 13 città intermedie Variazioni percentuali annuali dei prezzi degli immobili Abitazioni nuove -3,7 Abitazioni usate -3,5 Uffici -3,3 Negozi -4,0 Capannoni -3,2 Box o garage -3,4 Fonte: Nomisma Numero di compravendite di immobili residenziali e non residenziali in Italia (valori assoluti in migliaia .000) Settori 2009 Residenziale 609 Terziario 16 Commerciale 38 Produttivo 12 Non Residenziale Totale 66 675 Fonte: Agenzia del Territorio ziale dei prezzi che restano stabili o calano di pochi punti percentuali, mentre l’aggiustamento è avvenuto soprattutto dal lato delle quantità dove il numero complessivo di abitazioni compravendute crolla nel giro di 3 anni di quasi 250.000 unità ed oggi raggiunge poco più di 600 mila compravendite annue. La riduzione dei volumi è attestata, nel 2009, da un -9,4% degli investimenti in costruzioni e da un -18,1% del valore delle compravendite. Il significato economico di questa riduzione dei valori è in un ammontare di investimenti in costruzioni che dal 2007 ad oggi cala di circa 10 miliardi di euro e in un ammontare di compravendite che cala addirittura di circa 45 miliardi di euro. In termini occupazionali si può stimare una perdita complessiva di 200 mila unità di lavoro ripartite fra circa 150 mila nelle costruzioni e 50 mila nel settore dei servizi immobiliari. Anche il settore delle locazioni soffre per via della debolezza della situazione macroeconomica con una riduzione dei canoni di locazione più installatori presenti. Tra questi due partecipanti di Genova e Savona si sono aggiudicati due eleganti Rolex. Per concludere, una dolcissima torta aziendale ed un brindisi di ringraziamenti e di saluti a tutti i partecipanti. Appuntamento dunque alla prossima edizione della Mostra Convegno Expocomfort 2012! forte rispetto a quella dei prezzi e di una conseguente riduzione della redditività degli immobili. La debolezza del mercato è testimoniata dalla lunghezza dei tempi di vendita e di locazione oltre che dall’aumento degli sconti applicati sui prezzi richiesti in sede di conclusione dei contratti e delle pratiche di free rent (senza canone di affitto), tipiche dei settori degli immobili commerciali, anche per periodi significativamente lunghi. Ha svolto un ruolo positivo di sostegno alla domanda la riduzione dei tassi di interesse nel corso del 2009 con un effetto su una rata tipica di mutuo che passa da 821 euro a 704 euro (-15%) mentre l’ammontare complessivo delle erogazioni comunque cala. Nel terzo trimestre del 2009 (ultimo dato disponibile di fonte Banca d’Italia) prosegue il calo delle erogazioni di mutui destinati all’acquisto di immobili, anche se l’intensità del calo esprime un rallentamento del fenomeno. Le compravendite di abitazioni effettuate da persone fisiche accompagnate da mutuo ammontano a 242.544, in calo di quasi 30.000 rispetto all’anno precedente (-10,8%), corrispondenti a circa 3,8 miliardi di euro in meno immessi sul mercato rispetto al 2008. Le compravendite con mutuo costituiscono il 42,7% del totale (relative a persone fisiche), quando nel 2006 tale quota era del 48%. Nei primi mesi del 2009 le erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono diminuite del 14,9%, e si prevede che per il 2009 la flessione si attesti sul 13%, il che equivarrebbe a 7.600 milioni di Euro in meno rispetto alle erogazioni del 2008. Nel periodo della crisi le compravendite di case diminuiscono del 28,4%, ma molto più consistente è la diminuzione del finanziamento (-44,1%). Il debito medio per ogni compravendita diminuisce del 22% mentre cresce corrispondentemente il capitale proprio che viene impiegato. Il quadro che emerge è quello di un mercato in cui le famiglie accedono alla casa grazie alla disponibilità di risparmio accumulata, mentre il sostegno complessivo da parte delle banche diminuisce. Poiché le compravendite di case assistite da mutuo rappresentano il 42,7% del totale, il capitale medio effettivamente erogato per unità abitativa ammonta a 129.354 Euro, ovvero il 69% del costo dell’abitazione. A MCE - Mostra Convegno Expocomfort SOFFIA IL VENTO DELLA RIPRESA Confermando le previsioni della vigilia, MCE - Mostra Convegno Expocomfort ha chiuso i battenti con un successo di pubblico e un ritrovato ottimismo in vista della ripresa. L’edizione 2010 ha fatto registrare oltre 150 mila operatori professionali, con un’elevata partecipazione degli stranieri, soprattutto provenienti dai paesi europei (Francia, Germania, Grecia, Spagna e Svizzera) e del Mediterraneo (Algeria, Israele, Marocco, Tunisia e Turchia), oltre a Cina e Russia. Per quanto concerne l’Italia, è stata riscontrata una copertura uniforme di tutto il territorio. Molto positivo il clima riscontrato tra i padiglioni: gli espositori si sono detti particolarmente soddisfatti per i contatti di business sviluppati durante la manifestazione, e in generale, per l’interesse dimostrato dai visitatori verso i prodotti esposti caratterizzati da un elevato livello di innovazione e improntati a una drastica riduzione dei consumi. Per Massimiliano Pierini, Exhibition Director MCE,“questi risultati confermano il ruolo centrale ricoperto dalla manifestazione nel mercato dell’impiantistica civile, industriale e della climatizzazione. Il ritrovato ottimismo è la medicina migliore per intercettare i primi venti di ripresa e porre le basi per gli accordi commerciali da concludere nei prossimi mesi”. Positivo anche il bilancio dell’attività convegnistica, da sempre tratto distintivo di MCE, e degli eventi organizzati nell’ambito di Next Energy. Molto apprezzata la novità Showroom Stereo3D che ha proposto la tecnologia di punta applicata al mondo del bagno. Fondamentale per la buona riuscita della manifestazione è stata la collaborazione delle associazioni di settore. Anche questa edizione di Mostra Convegno Expocomfort ha dimostrato l’importanza del settore idrotermosanitario e della climatizzazione per il Made in Italy. Le migliaia di operatori presenti hanno avuto molti e buoni contatti, con una positiva affluenza di buyer stranieri: è questo un segnale importante. L’organizzazione è già al lavoro per la prossima edizione, in programma nel marzo del 2012. IdrosaniTaria Qualità intrinseche dei prodotti Installare la sicurezza in bagno Quello del materiale da installazione è un settore delicato e complesso, regolamentato da numerose disposizioni di legge e direttive comunitarie, che coinvolgono oltre al singolo prodotto l’impiego che ne verrà fatto all’interno di un impianto. Sta all’abilità dell’installatore professionista sapersi muovere nel modo corretto e scegliere i prodotti adatti. Ha ormai venti anni la legge 46, relativa alla sicurezza degli impianti, che stabilisce: le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a “regola d’arte” utilizzando allo scopo materiali parimenti costruiti a regola d’arte. Riscaldare un bagno, installare asciugamani o asciugacapelli non è cosa da poco. Innanzitutto in un bagno, sia si trovi in un albergo o in un’abitazione, ci sono spruzzi d’acqua e umidità. Da una statistica del Censis emerge che l’11,2% della popolazione italiana usa abitualmente apparecchi elettrici (phon, radio, rasoio, …) anche quando è ancora bagnata, mentre il 10,9% spegne generalmente i propri elettrodomestici tirando il filo dalla presa. Le mani in bagno sono spesso bagnate ed è anche per questo motivo che le norme di sicurezza degli impianti elettrici suddividono lo spazio in zone di rischio. Sopra la vasca da bagno, il piatto doccia o il lavandino (sino a 2,25 m di altezza) non si possono installare apparecchi elettrici. Entro 60 cm dalla vasca o dal lavandino i prodot- ti elettrici devono essere protetti contro gli spruzzi d’acqua (IPX4) ed essere classe II per quanto concerne l’isolamento. Oltre questa seconda fascia ed entro i 2,4 m è sempre richiesta la protezione IPx4, ma sono ammessi anche prodotti in classe I. Queste le indicazioni della normativa vigente, ma capita spesso di esiste ma è il Censis a mettere in guardia su alcune categorie di prodotti come phon, scaldini o piccoli elettrodomestici, che vengono venduti a prezzi estremamente bassi: “… Basti solo pensare che nell’anno appena trascorso, la Direzione generale per l’armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori del Ministero delle Attività produttive ha ricevuto circa 300 segnalazioni di prodotti pericolosi da associazioni di consumatori, imprenditori, ed altre categorie: per circa la metà di questi è stato pure avviato il procedimento amministrativo. L’offerta di prodotti a bassa qualità va peraltro sempre più aumentando, non solo perché aumenta l’orientamento a risparmiare nei consumi da parte di alcuni segmenti di popolazione (ad esempio gli anziani)…, ma soprattutto perché crescono le importa- zona 1 zona 3 zona 2 2,25m zona 0 0,6m 2,4m Le zone circostanti alla vasca o al piatto doccia di suddividono, in funzione della pericolosità, in: - zona 0: volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia; - zona 1: è la zona delimitata dalla superficie verticale circoscritta alla vasca o al piatto doccia, per una altezza di 2,25 m; - zona 2: è la zona compresa fra la zona 1 e una superficie verticale parallela alla superficie di delimitazione della zona 1, distante 0,6 m, per un’altezza di 2,25 m; - zona 3: è la zona compresa fra la zona 2 e una superficie verticale parallela alla superficie di delimitazione esterna della zona 2, distanza 2,4 m per un’altezza di 2,25 m. trovare negli alberghi asciugacapelli fissati a parete che non dovrebbero trovarsi dove li si sta usando. Nella maggior parte dei casi sul filo della corrente c’è un’etichetta vistosa che dice di non usare il prodotto vicino al lavandino. Ma eccolo là il prodotto tassellato a lato dello specchio, proprio entro quei 60 cm dove potrebbero entrare solo i prodotti IPX4. I prodotti ammessi in questa zona ci sono e sono accessibili anche come costo. E’ importante scegliere un apparecchio adeguato, la tecnologia zioni a basso costo da Paesi, i cui prodotti risultano molto frequentemente non a norma sotto il profilo della sicurezza, o peggio, riportano marchi di qualità contraffatti”. L’installatore professionista, per fornire un impianto a “regola d’arte” deve valutare e riconoscere, rispetto ad altri, prodotti con le necessarie qualità senza mai dimenticare quali requisiti essi debbano avere per poter posizionarsi tranquillamente in quei 60 cm che fanno davvero la differenza. PARIGI Flessibile Docciamix di Parigi Industry: ha le massime certificazioni mondiali Docciamix è il flessibile ideale per i rubinetti con doccetta estraibile pullout installati sui lavelli delle cucine. Come molti altri articoli della gamma Parigi, Docciamix rientra nel programma dell’azienda di ottenimento delle massime certificazioni mondiali del settore, a garanzia dell’alta qualità del prodotto offerto. Attualmente Docciamix è certificato dal DVGW secondo le norme W543, W270 e KTW classe A in Germania, dal CSTBat in Francia dove è stato approvato anche secondo i regolamenti ACS, dal KIWA olandese, dal SITAC svedese, dall’ETA (VA) danese, mentre è prossimo al conseguimento NSF 61 U.S.A. e WRAS inglese. Grazie al raccordo antitorsione brevettato e disponibile su richiesta, non si attorciglia mai e mantiene durante il suo utilizzo elevatissime caratteristiche di maneggevolezza. DATI TECNICI - Tubo interno atossico approvato, disponibile per questa applicazione nei seguenti diametri: DN 6-8-10 - Treccia esterna nylon o acciaio inossidabile - Rivestimento esterno: rivestimento esterno in PVC trasparente su richiesta - Raccordi: CW 614N o Cuphin® - Bussole: acciaio inossidabile - Pressione d’esercizio: 6 bar se la treccia è richiesta interamente in nylon, 10 bar se la treccia è in acciaio inossidabile - Temperatura d’esercizio: -5+80°C (nylon), -5 +90°C (inox) - Temperatura ambiente d’installazione: -5+50 °C IdrosaniTaria Da pianeta DAB a galassia DWT Big bang Forte di 35 anni di esperienza che hanno fatto di DAB Pumps un brand riconosciuto per la qualità delle sue elettropompe per acqua e del suo servizio presso clienti in tutto il mondo (si pensi che conta ben 9 filiali estere: USA, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna, Russa, Cina e Sudafrica), l’azienda ha deciso di puntare tutto sul futuro. Nel 2009 si è andato infatti a completare un percorso di acquisizioni, iniziato all’alba degli anni 2000, che ha portato DAB a diventare centro di gravitazione per le aziende, acquisite negli anni, rappresentate dai brand Leader, Alma, Brisan, Tesla e Wacs. Nasce così DWT GROUP: Dab Water Technology. Una galassia di 6 aziende che fondono le loro storie e le loro eccellenze in un unico gruppo destinato a diventare il riferimento nel mercato della movimentazione dell’acqua. Con la costituzione del DWT GROUP avvenuta a fine 2008, DAB non è più unicamente un produttore di pompe di qualità, ma diventa un gruppo che sviluppa una nuo- va tecnologia integrata dell’acqua. È stata infatti ampliata la propria offerta nei segmenti del “fai da te”, del drenaggio industriale e dell’agricoltura senza dimenticare il progresso degli ultimi anni nel mercato dei motori per pompe sommerse e delle soluzioni elettroniche per i propri prodotti. Non solo. DWT GROUP, assieme all’offerta completa e dedicata di pro- dotti per applicazioni domestiche e professionali, garantisce infatti ai clienti un’assistenza totale pre e post vendita tramite una rete nazionale di agenti, centri assistenza tecnica e una copertura internazionale del mercato grazie alla propria rete capillare di filiali e di distributori. In un settore in cui sempre più lo sviluppo di nuove tecnologie e sistemi in grado di attuare un efficiente risparmio energetico mantenendo alti standard a livello di performance, queste acquisizioni denotano il livello di avanguardia che DWT GROUP ha raggiunto per affrontare con successo le sfide del futuro proseguendo la strada tracciata da DAB fin dal 1975. AQUATECHNIK Per impianti a pavimento radianti Collettori e componenti La crisi finanziaria sta penalizzando la maggior parte dei Paesi del mondo e, se a questa, si somma la pressione concorrenziale dei Paesi orientali, il risultato vede le Aziende costruttrici di manufatti essere messe a dura prova e costrette a rivedere profondamente le loro strategie di produzione e le programmazioni di breve e medio termine per superare la forte battuta d’arresto in atto. Il settore edilizio, al quale l’attività di Aquatechnik si rivolge, fa parte di quelli che hanno subìto Questa nuova serie di collettori è già disponibile sul mercato e gli utilizzatori possono usufruire dei corpi singoli per eseguire l’assemblaggio a piacere, oppure acquistare i moduli preassemblati in azienda e già installati nelle cassette di alloggiamento da incassare nella muratura. La gamma è disponibile nei diametri 26 e 32 mm con uscite ai circuiti di riscaldamento nei diametri 16 e 20 mm e una versione speciale con eurocono per collegamento a tubi multi- maggiormente il calo di domanda e criticità finanziarie senza precedenti. L’acquisto di abitazioni e altri strutture immobiliari rappresenta un investimento a forte rischio di indebitamento, dovuto anche all’aumento dei costi delle materie prime e della manodopera specializzata. Le medesime valutazioni valgono per lavori di recupero o di ristrutturazione di ambienti già esistenti; la crisi di un settore strategico come il building ha pesato e pesa su tutta l’economia nazionale.Anche Aquatechnik si è impegnata a cercare soluzioni che potessero contenere gli effetti di contrazione delle commesse di lavoro, innovando e perfezionando la propria gamma di prodotti con l’inserimento di materiali a costi più economici. In questi ultimi due anni il programma delle raccorderie safety si è notevolmente arricchito con interessanti elementi per consentire nuove e più diffuse applicazioni. Stiamo parlando della serie valurapid in PA-M (colore nero). Lo studio e la ricerca nel settore dei polimeri ad alta resistenza termica ha consentito di realizzare la serie di collettori modulari in poliammide (PA), che ricalca le medesime quote e particolarità della ormai collaudata serie in PPSU ad eccezione del fatto che la nuova serie è interamente dedicata agli impianti di riscaldamento con corpi scaldanti e a pavimento radiante nella versione invernale e per il raffrescamento estivo: i moduli sono identici a quelli delle raccorderie safety e si installano con le stesse tecniche di assemblaggio. Uniche varianti degne di nota sono i costi molto contenuti ed il campo di impiego che si restringe ai soli impianti in cui non deve circolare acqua potabile per consumo umano: è un limite imposto dal materiale di base. strato e monostrato di materiale plastico. I diversi moduli hanno una filettatura che consente il montaggio di elementi di regolazione: valvole a spillo con testine elettriche, detentori o misuratori di flusso e altri corpi compatibili. Lo scopo di questa nuova serie è favorire il risparmio economico sui costi complessivi dell’impianto senza penalizzare le prestazioni e l’affidabilità. Il riscontro avuto finora dai mercati, in cui questi collettori sono in distribuzione, è stato estremamente positivo, sia per le quantità richieste sia per la soddisfazione degli utilizzatori, che stanno apprezzando lo sforzo dell’azienda Aquatechnik nel fronteggiare le difficoltà di questi periodi con prodotti di eccellenza, senza compromissioni di sorta. IdrosaniTaria Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani Primavera 2010 Redazione e pubblicità: MULTIPLEX Via Monti Urali, 56 42100 Reggio Emilia RE Tel. 0522 334094 - Fax 0522 393560 E-mail: [email protected] In redazione: Stefania Saldi Loredana Bertolani Alessandra Aleotti Manuela Adorni Stampa: Visual Project Scrl Zola Predosa (BO) Italy Ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 196/2003 che riunisce in unico contesto la Legge 675/96 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici deontologici Multiplex dichiara che le liste, usate per l’invio in abbonamento postale del giornale Idrosanitaria, provengono da pubblichi elenchi, conoscibili da chiunque, e che il trattamento dei dati in esse contenuti (art. 12) non necessita del consenso dell’interessato potrà chiedere l’aggiornamento, lo verifica o la cancellazione dei suoi dati in ogni momento, scrivendo al titolare dell’archivio c/o: Multiplex - via Monti Urali, 56 - 42100 Reggio Emilia RE IdrosaniTaria SENTINEL Prevenire e combattere la contaminazione biologica negli impianti a pannelli radianti Questa case history dimostra l’efficacia dell’azione di un biocida di ultima generazione quale Sentinel X700 nell’eliminare tutti gli inconvenienti dovuti alla crescita di organismi quali batteri e funghi negli impianti a pannelli radianti. Questi organismi possono seriamente compromettere il corretto funzionamento dell’impianto, causando problemi quali il blocco di tubazioni, collettori, valvole e scambiatori di calore. Gli impianti possono sviluppare odori sgradevoli o soffrire della corrosione dei componenti metallici. In un impianto in appartamento privato con caldaia a condensazione e pannelli radianti a parete di produttori di prima qualità, 300 litri di volume totale, si verificava un continuo intasamento dei filtri. L’impianto ha dato problemi, sin dalla sua partenza, per ben 2 anni. Da segnalare inoltre che la fanghiglia presente, oltre ad intasare i filtri, aveva otturato completamente alcuni pannelli radianti, tanto da rendere impossibile al proprietario localizzarli in base al calore emesso dal muro. L’analisi: un campione dell’acqua di riempimento ed uno di ma fase la carica era superiore a quella dell’acqua usata per il riempimento ma non in maniera eccessiva. Dopo circa un’ora di circolazione con X700, la carica batterica è aumentata drasticamente: sintomo che il prodotto aveva“sgretolato”la membrana di biofilm creata dai batteri, portandoli in circolazione nell’acqua per poi ucciderli. Dopo questa fase, i batteri sono diminuiti rapidamente. Il risciacquo: dopo 4 ore l’impianto è stato svuotato per rimuovere qualsiasi residuo che potesse essere rimasto dopo l’immissione di Sentinel X700. L’acqua che scaricava inizialmente dall’impianto era molto scura e densa. Al termine delle operazioni di risciacquo l’acqua dell’impianto era perfettamente limpida e probabilmente anche potabile. Prevenzione di problemi futuri: per prevenire nuove contaminazioni, l’impianto è stato riempito nuovamente con acqua ed è stato immesso 1 litro di Sentinel X700. L’acqua è stata fatta circolare per 30 minuti affinchè Sentinel X700 venisse miscelato e distribuito in tutto il circuito, dove è stato lasciato. acqua dell’impianto sono stati testati usando le dip-slide contenute nel Test Kit Sentinel BioCheck, il kit per analisi concepito per il corretto uso del Sanitizzante e Biocida Sentinel X700. Le dip-slide sono piastrine ricoperte di un gel che permettono di visualizzare chiaramente l’entità della carica batterica dell’acqua. E’ risultato che l’acqua all’interno dell’impianto aveva un’elevatissima carica batterica che causava l’accumulo nelle maglie dei filtri di depositi, composti da limo organico nato dalla proliferazione dei batteri. La decontaminazione: all’acqua in circolazione nell’impianto a pannelli radianti è stato aggiunto 1 litro di Sentinel X700 per pulire l’impianto. La concentrazione di Sentinel X700 è stata misurata con le strisce reagenti del Test Kit BioCheck. Il risultato indicava che l’impianto conteneva la concentrazione minima richiesta. L’impianto è stato quindi fatto funzionare per 4 ore.Durante il lavaggio è stato prelevato ogni 30’ un campione d’acqua e la sua carica batterica è stata misurata con le dip-slide. In una pri- Prevenzione in impianti nuovi: possiamo segnalare un’applicazione diversa, questa volta con un impianto nuovo: circa 200 litri di volume totale, impianto con caldaia a condensazione e pannelli radianti a parete, sempre di produttori della miglior qualità. L’impianto era nuovo, mai avviato, ma l’acqua di riempimento presentava un’eccezionale carica batterica: in questo caso il trattamento all’avviamento ha evitato che gli stessi problemi del caso precedente si verificassero in tempi molto brevi. Queste esperienze dimostrano che il trattamento con un efficace biocida e sanitizzante è indispensabile quando l’impianto a pannelli radianti risulti intasato dalla proliferazione batterica, ma che anche in condizioni di normalità i batteri ci sono, e conviene tenerli sotto controllo con il kit Sentinel X700 BioCheck. Sarebbe auspicabile che l’installatore che ha installato l’impianto nuovo, o che ha lavato quello vecchio e contaminato, facesse degli accertamenti periodici della carica batterica ben prima che si verifichi un calo sensibile del rendimento. Conciliazione nelle Camere di Commercio Come risolvere le controversie Il servizio di conciliazione delle Camere di Commercio è un metodo di risoluzione delle controversie tra imprese e consumatori alternativo a quella giudiziale. Grazie a questo strumento è possibile risolvere controversie sorte tra imprese e consumatori in modo semplice e rapido, con la finalità di arrivare ad un’amichevole composizione dei contrasti risolti e ottemperando alla legge 580 del 1993 sul servizio conciliazione rivolto sia a privati cittadini che a imprese e consumatori. Le parti coinvolte possono trovare di comune accordo una soluzione che metta fine alla lite avvalendosi dell’aiuto di un terzo neutrale e imparziale: il conciliatore. Costui è un professionista iscritto all’elenco tenuto dalle Camere di Commercio, formato in base a standard nazionali definiti da Union Camere tramite corsi articolati su vari livelli (fino ad oggi i conciliatori formati sono circa 6000, di cui 1088 solo nell’anno 2007). Egli presenta una serie di servizi ed indicazioni per illustrare il tentativo di conciliazione, un procedimento che svolge sulla base di un regolamento unico a livello nazionale. Le parti possono giungere al tavolo di conciliazione in comune accordo quando tale tentativo è previsto dalla clausola contenuta nel contratto oggetto della controversia di conciliazione. Per avviare la procedura è sufficiente compilare il modulo della domanda, disponibile presso gli uffici delle camere di Commercio, sul quale indicare chi sono le parti e qual è il problema, e consegnarlo in segreteria. L’ufficio provvederà quindi a contattare l’altra parte ed organizzerà la procedura, a patto che quest’ultima accetti. L’accordo, una volta sottoscritto, ha valore contrattuale. Sono molti i vantaggi offerti da questo strumento alternativo alla giustizia ordinaria, come la rapidità (spesso le cause commerciali arrivano a durare anche diversi anni) e il distacco dai vincoli formali e burocratici richiesti dal sistema giudiziale. I costi della controversia sono variabili a seconda del valore e pubblicati sul tariffario consultabile alla Camera del Commercio. Inoltre è garantita la riservatezza, in quanto chiunque partecipi al procedimento è tenuto a mantenere il segreto di ciò che ha appreso. Se si desidera, ci si può far assistere da un avvocato o da un consulente e, se il tentativo di conciliazione non riesce, è possibile ricorrere al giudice per le successive azioni giudiziarie. Il conciliatore conduce l’incontro senza formalità di procedura, sentendo le parti congiuntamente e separatamente presso gli uffici della Camera di Commercio o presso una sede scelta dai diretti interessati. Solo in casi particolari viene individuato un consulente tecnico da affiancare al conciliatore, qualora le parti siano favorevoli. Tutti i vari oneri fiscali derivanti dall’accordo raggiunto restano a carico delle parti. Claudio Ferretti Consulente Tecnico CTU Perito Accertatore IdrosaniTaria Funzionamento degli impianti domestici Certificazione e contenimento energetico Da uno stralcio del regolamento di attuazione DPR 2 Aprile 2009 n° 59; G.U. n°132 10 Giugno 2009 si legge: omissis…… “Si procede in sede progettuale alla determinazione dell’Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite che sono riportati nella pertinente tabella di cui l’allegato “C” al decreto legislativo.” Si riporta un’esemplificazione sulla determinazione dei consumi limite per unità immobiliari residenziali. La tabella n°1 è l’estensione della tabella allegato “C” del DPR 1.04.2009. I consumi per il riscaldamento relativo alla stagione invernale è stabilito in kW/m2 anno ( kW/anno per ogni m2 di superficie netta calpestabile). Stabilito il consumo energetico secondo la linea progettuale, portati a termine i disegni dell’impiantistica tecnica (come per esempio, evidenziato nella Figura1) necessitano delle operazioni di “regolazione” dell’impianto al fine di predisporre una corretta distribuzione del fluido termico. In termine tecnico detta operazione si enuncia come “bilanciamento dell’impianto”, “regolazione del sistema di distribuzione”. Dette operazioni devono di norma essere già indicate e presenti nel disegni esecutivi. E’ bene, in ogni modo, che l’impresa installatrice prepari l’impianto secondo le indicazioni pratiche del produttore della componentistica tecnica, vanno confrontate dette regolazioni con le indicazioni che il Progettista dell’impianto ha riportato sul disegno: i valori si ritengono accettabili per differenze nell’intorno del più o meno 5%. Per differenze che presentano valori superiori, si consiglia di consultare il Progettista. Con la regolazione dell’impianto si tende ad equilibrare tutte le resistenze (perdite di carico) fra i vari circuiti della distribuzione primaria (collettori di zona, corpi scaldanti). Dette regolazioni riguardano (limitandoci nell’attuale descrizione alle singole unità abitative con riscaldamento autonomo): 1. la regolazione delle valvole by-pass delle valvole di zona poste sui collettori; 2. la regolazione delle valvole by-pass automatiche poste sul circuito primario dell’impianto; 3. la regolazione micrometrica dei corpi scaldanti attraverso i detentori. La valvola di by-pass automatica a 4 CONSUMI ENERGETICI IN RELAZIONE ALLE LOCALITA’ DOVE RISULTA INSTALLATO L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO kW /m2 anno S= superficie totale involucro esterno in m2 V= volume lordo dell’edificio in m3 Esempio: superficie esterna complessiva dell’involucro edilizio m2 430 Volume loro dell’edificio m3 780 S/V = 430 / 862 = 0,498 Località Catanzaro GG 1328 consumo limite kW/m2 anno = 38,6 Appartamento condominiale m2 115 Consumo annuo kW= 38,6 x 115 = 4439 Considerando un costo kW 0,25 costo annuo compl. = max € 1109 Tabella 1 1° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE Figura 1 Regolazione valvola by-pass Regolazione manuale della valvola by-pass valvola by-pass chiusa valvola by-pass chiusa MODALITÀ OPERATIVE DI CANTIERE: 1 - Aprire completamente le valvole by-pass. 2 - Disporre la chiusura del comando elettromeccanico n°2. 3 - Disporre l’apertura del comando elettromeccanico n°1. 4 - Accendere la caldaia, portarla alla temperatura di max di regime (es. 65°C). I radiatori del collettore n°1 si scaldano solo parzialmente. 5 - Iniziare la chiusura del by-pass valvola n°2; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole del collettore n°1 raggiunge la sua massima temperatura. 6 - Spegnere la caldaia, lasciare raffreddare l’impianto. 7 - Disporre la chiusura del comando elettromeccanico della valvo la n°1. 8 - Disporre l’apertura del comando elettromeccanico valvola n°2. 9 - Accendere la caldaia, portarla alla temperatura di regime. 10 - Iniziare la chiusura del by-pass valvola n°1; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole del collettore n°1 raggiunge la sua massima temperatura. 11 - Spegnere la caldaia, impostare i cronotermostati delle singole zone. L’impianto è pronto per il suo regolare funzionamento. Gradi giorno (GG) della località di pertinenza: = la somma di tutte le differenze di temperature “medie giornaliere” che si hanno rispetto al valore standard di 20°C. Detta somma va estesa a tutti i giorni del periodo di riscaldamento invernale. vie esplica le seguenti funzioni: A - consente di mantenere inalterata la pressione dinamica dell’impianto quando le valvole termostatiche si pongono in chiusura o sono in parte chiuse sui termosifoni: questa condizione non permette alcun affaticamento della pompa. B - mancando la valvola by-pass sull’impianto ne segue, di conseguenza, l’affaticamento della pompa con dispersioni di corrente ( corrente vagante) in ragione di circa 40...80 mA, condizione sufficiente per attivare la formazione di gas nell’impianto (per effetti elettrolitici con dissociazione dell’acqua quando la stessa è a contatto fra due componenti metallici diversi: Acciaio/Ottone; Acciaio/Alluminio ecc.); C - mancando la valvola by-pass e, quando sull’impianto risulta presente il trattamento fisico dell’acqua (anticalcare magnetico), i componenti di trasformazione dei carbonati tendono a formare una incrostazione particolare. Con l’applicazione del collettore nella zona centrale dell’appartamento e l’utilizzo della tubazione Multistrato 16x2 (standard in queste applicazioni) la regolazione dei termosifoni è affidata solo e soltanto ai detentori che possono assorbire nel contesto tutte le perdite di carico in proporzione alla portata termica. Eseguite tutte le modalità operative, precedentemente indicate, sarà possibile verificare la classe energetica di appartenenza dell’unità immobiliare verificandone i consumi energetici (rapportati al reale confort ambiente). Ne segue che la certificazione energetica dell’edificio può essere stabilita - dal punto di vista pratico - solo e soltanto dopo avere verificato lo stato di fatto dei consumi energetici in relazione al rendimento dell’impianto. La certificazione energetica degli edifici costituisce un “intervento separato dalla progettazione”; sia per gli edifici esistenti che di nuova costruzione. Nella Tabella 2 si evidenzia, avendo preso in considerazione la città di “Catanzaro”, come si identificano le classi energetiche in relazione al contenimento energetico rispetto al valore limite indicato nella Tabella 1. Il salto di qualità è particolarmente importante. Detto contenimento energetico si può solo raggiungere, oltre alla corretta coibentazione termica dell’involucro edilizio, predisponendo, come precedentemente enunciato, la: 1° Applicazione delle valvole termostatiche o comandi elettrotermici per singolo ambiente (pilotati da termostati elettronici); 2° Applicazione del cronotermostato per zone impostabile su due livelli di temperatura; 3° Corretta regolazione delle valvole by-pass sui collettori di zona; 4° Corretta regolazione della valvola by-pass automatica posta sul circuito di collegamento caldaia/ collettore; 5° Corretta regolazione dei detentori posti sui corpi scaldanti. Con queste attenzioni il rendimento dell’impianto si pone al 78-80% per caldaie ad alta temperatura, Per riceverla gratuitamente richiedila a: Il Giornale dell’Idrotermosanitaria [email protected] IdrosaniTaria 2° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE 3° REGOLAZIONE DEI CORPI SCALDANTI Regolazione valvola by-pass Collettore Monoblock Detentori con regolazione micrometrica Detentori tipo con “regolazione micrometrica” attacco tubo di Rame e multistrato (polietilene PexC e Alluminio) La regolazione dei corpi scaldanti presenta un alto contributo al risparmio energetico. È un’operazione indispensabile e alquanto semplice. Si ricorre a: - programmi informatici, - calcoli manuali, utilizzando diagrammi e formule di carattere scientifico. - si procede con operatività di cantiere di certa praticità e affidabilità. Regolazione valvola by-pass 4 vie: 1 - Spegnere la caldaia 2 - Aprire completamente la valvola by-pass a 4 vie posta sotto la caldaia 3 - Aprire tutte le valvole poste sui termosifoni (lasciando i detentori perfettamente regolati - vedere 3°) 4 - Accendere la caldaia; portarla alla temperatura di regime 5 - Iniziare la chiusura della valvola by-pass; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole ha raggiunto la sua massima temperatura. A questo punto ha termine la regolazione. Evidenziamo, di seguito, una tabella di utilizzo per la regolazione dei corpi scaldanti. Regolazione valvola by-pass automatica Esempio: 1 - utilizzo di detentori con regolazione“micrometrica”. 2 - superficie considerata: unità abitativa n°7 m2 18; detentore 3/8” regolazione n° giri 2. valvola completamente aperta valvola già regolata E’ implicito che con la chiusura parziale o totale delle valvole termostatiche si riduce automaticamente la portata dell’acqua nell’impianto contenendo, di conseguenza, i consumi energetici. Ne segue che la valvola by-pass automatica è un componente indispensabile quando si applicano valvole termostatiche, o comandi elettrotermici sui corpi scaldanti. mentre raggiunge l’85-90% per caldaie a condensazione. Mancando una o più attenzioni ai punti 1...5 or ora citati, il rendimento impianto scende intorno al 50...35% con costi d’esercizio difficilmente sopportabili dall’Utenza. E’ implicito che per una corretta verifica del sistema impianto risulta indispensabile usufruire di una “contabilizzazione del consumo energetico” (con l’obbligatorietà del riporto di detti valori annuali sul libretto impianto) non solo per l’Utenza condominiale, ma anche per la singola Utenza a sé stante (villa). Una puntuale verifica del rendimento impianto costituisce un biglietto da visita per l’impresa installatrice che ha realizzato l’impianto che può, in ogni momento, documentare con fatti concreti alla clientela la propria professionalità nella corretta esecuzione degli impianti. Ing. Giuseppe Loffredo Superficie m2 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 Detentore: 0,2 0,4 0,7 1,1 1,6 2,2 2,9 3,5 J.L. d 3/8’’ 0,1 0,3 0,5 0,7 1,0 1,2 1,4 1,7 2,0 2,4 2,9 3,3 4,0 d1/2’’ 30 32 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,8 2,0 2,3 2,6 TABELLA N. 2 Classe energetica edifici città “Catanzaro” kW/anno m2 superficie unità immobiliare Allegato “C” DPR 2.4.09 n°59 - Scheda tipo Classe energetica edifici kW/anno m2 superficie unità immobiliare IdrosaniTaria Marketing in periodi di crisi Modalità produttive e commerciali. Prospettive Perchè continuare Il mercato del pellet a comunicare in Italia Lo dicono tutti, lo diciamo anche noi: la festa è finita da un pezzo, l’economia è malata. E in tempi come questi in cui la crisi si fa sentire, anche il settore idrotermosanitario fa le sue scelte: la comunicazione e le relazioni con i termotecnici, gli installatori, gli altri operatori del settore, gli stessi privati vengono tagliati in modo significativo. Alcune aziende idrosanitarie hanno tagliato le loro attività di marketing del 20, del 30%, altre evidenziano percentuali più consistenti, addirittura alcune, chiudendo gli occhi e stringendo i denti, arrivano al 100%. Sono modi di agire che, forse, rinsanguano di poco il bilancio a fine anno, ma tolgono al marketing aziendale alcuni dei suoi strumenti più potenti: sono dunque tagli che, nel tempo, faranno più male che bene! Quanti responsabili aziendali ho sentito dire, con convinzione: “La pubblicità? Noi facciamo senza: è sufficiente la qualità dei nostri prodotti!”. Altre realtà produttive e distributive, che fino ad alcuni mesi fa, avevano scelto di investire per aumentare visibilità e conoscenza dei loro prodotti, dei loro servizi, molto probabilmente in questo periodo di recessione hanno deciso che bisogna ridurre i costi aziendali, per primi quelli di comunicazione. E’ modo di pensare comune quello che la pubblicità sia una parte di cui si possa fare a meno, specialmente nei settori specializzati – il settore idrotermosanitario è fra questi -, che sia quasi un fattore superfluo in periodi come quello che stiamo vivendo. Ma se la qualità del prodotto è la prima cosa da salvaguardare, non meno importanza va attribuita al modo di far conoscere il frutto del proprio lavoro. Anzi, è proprio nei momenti di difficoltà che le strategie comunicative devono essere più strutturate, devono evidenziare valenze strategiche. Non bisogna tacere che se, purtroppo, abbiamo visto molte aziende chiudere i battenti, la maggior parte delle imprese – installatori, distributori, produttori - ha adottato la strategia del “sopravvivere fino alla fine della crisi“, facendo largo ricorso alla cassa integrazione, al taglio netto di tutti i costi di gestione e alla drastica diminuzione degli investimenti, nello stesso tempo alcune imprese in netta controtendenza stanno aumentando gli investimenti pubblicitari per rinforzare il proprio brand e aumentare il proprio portfolio clienti: ci sono oggi numerosi, validi strumenti di comunicazione. Da sottolineare che alcune aziende, pur non ricorrendo alle tattiche campagne promozionali centrate solo sul prezzo, sono state in grado di incrementare e consolidare quote di mercato e profittabilità. Son riuscite a raggiungere apprezzabili risultati puntando su una comunicazione che mette in primo piano la vera qualità dei loro prodotti. Va sottolineato che la pubblicità resta la sola, o quasi, fonte accessibile a chi acquista per informarsi sui prodotti e, nello stesso tempo, può dare positività ai profitti aziendali. Saranno proprio queste aziende a poter testimoniare la loro sopravvivenza alla recessione e di esser riuscite a portare a loro favore un periodo di fortissima crisi. E’ risaputo: le marche abbandonate a se stesse entrano in crisi di identità; il recupero dell’identità, il suo rinnovo, saranno decisamente più impegnativi. Investire in comunicazione (la pubblicità non è mai stata un costo, ma un investimento) in questo periodo significa rendere visibile il proprio brand in contesti di minore concorrenza e saturazione rispetto agli anni precedenti: si ha la possibilità di far risaltare il proprio marchio in uno scenario meno combattivo e concorrenziale, si può beneficiare di una attenzione maggiore ai propri prodotti. Nell’ITS la stampa di settore ha ancora un forte peso comunicazionale e conoscitivo: tante pagine sono strumenti di lavoro e di conoscenza. Riviste, periodici, house organ danno la possibilità di essere visti e assicurano la presenza aziendale sul mercato: è fondamentale ribadire i valori della marca come pure quelli su cui si fonda l’azienda, per colpire ed entrare in sintonia sia con l’operatore professionale, sia con il privato. E’ un momento di cambiamenti significativi: tutti i mercati hanno evidenziato, negli ultimi mesi, la tendenza verso il basso, ma queste statistiche non dicono che le persone non acquistano più. E’ invece mutato l’approccio all’acquisto, è diventato più ragionato e meno scriteriato, anche nell’idrotermosanitario. Sono cambiate le leve motivazionali su cui bisogna agire per spingere a scegliere l’azienda ed i suoi prodotti. La crisi evidenzia anche aspetti positivi: è l’occasione per rivedere la propria comunicazione commerciale nei riguardi della potenziale clientela (non si può vendere a tutti!). E’ l’occasione per aggiornare la presentazione dei prodotti, i processi di vendita, i servizi post-vendita, il potenziamento del customer care. Insomma invece di tagliare ed amputare, cioè fare marcia indietro, bisognerebbe anche in questi difficili momenti, guardare avanti. Il mercato italiano del pellet ha sempre confermato le aspettative, con incrementi positivi negli ultimi anni. Nonostante il costante aumento della produzione del pellet, il mercato rimane comunque vulnerabile ed eccessivamente legato ad elementi troppo aleatori (eccessiva dipendenza da fattori climatici, mancanza di grandi utilizzatori, reperibilità del prodotto nel territorio). In questo articolo facciamo riferimento allo scenario italiano, e i dati presentati prendono in considerazione il solo pellet da legno vergine, di 6 mm di diametro, immesso sul mercato (esclusa la produzione per autoconsumo aziendale). Produzione Oggi in Italia sono presenti circa 80 produttori di pellet. Studiando la distribuzione delle aziende sul territorio si sono registrati alcuni fenomeni interessanti. Se fino al 2005 il numero di aziende sul territorio era distribuito in modo più uniforme tra Nord, Centro e Sud Italia, oggi si riscontra nuovamente una netta leadership del Nord Italia sia per quanto riguarda il numero di aziende produttrici per regione che per la capacità produttiva (oltre il 70% dell’offerta nazionale proviene da queste regioni). La presenza di una filiera legno più articolata e matura aiuta sicuramente gli operatori del Nord in molte fasi della produzione del pellet (vedi fasi come approvvigionamento materia prima e distribuzione del prodotto sul territorio). Le aziende del Centro e Sud Italia, seppur in numero inferiore rispetto a quelle del Nord, mantengono una presenza diffusa sul territorio. L’alto numero di stufe e caldaie vendute ha stimolato il mercato garantendo quote di domanda stabili in varie regioni. Allo stesso tempo, sulla base dei dati raccolti, si è notato un comportamento atipico nel mercato, che ha portato molti operatori ad azioni simili su tutto il territorio. Infatti alcune aziende che fino al 2005 erano classificate come produttori, hanno ritenuto più conveniente abbandonare la produzione, per iniziare un’attività di vendita e commercio di pellet. In questo caso tali aziende hanno sviluppato rapporti contrattuali di fornitura con grandi produttori nazionali ed esteri. Conseguentemente a questa scelta il numero di produttori si è ridotto in alcune regioni tra cui Friuli, Piemonte, Abruzzo e Campania. Contemporaneamente alla trasformazione di produttori in rivenditori, alcune regioni hanno aumentato il numero di aziende produttrici. Le regio- ni in questione sono Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Molise, Basilicata e Sicilia. I produttori di pellet hanno provato sia l’esperienza di esercizi particolarmente redditizi, sia quella di esercizi difficili con guadagni più modesti. È compito loro trovare una soluzione adeguata. Non è un caso che sia i produttori di pellet, che di apparecchi termici, ricerchino nuovi punti di contatto nelle loro strategie, così da innescare meccanismi di scala positivi. La fiducia stessa degli utilizzatori finali, dopo i problemi intercorsi nel periodo 2005/6 deve essere riconquistata, evitando speculazioni ed errori ricorrenti. Commercio In base ai dati raccolti per l’anno 2009, l’offerta italiana del pellet si attesta intorno alle 800.000 tonnellate, mentre la domanda nazionale arriva a superare le 950.000 tonnellate. Il divario tra offerta e domanda è stato colmato tramite importazioni di prodotto finito da paesi confinanti. Dopo le sopracitate considerazioni relative a produzione, domanda e offerta del pellet, è opportuno valutare altri aspetti significativi della filiera, come produzione e commercializzazione del prodotto. Le tipologie di vendita e modalità di acquisto del pellet possono molto influire su vari parametri, primo tra tutti il prezzo di mercato. Per prima cosa si ricordino gli attori principali del mercato del pellet, ovvero i produttori, gli importatori, rivenditori e grandi catene di distribuzione, produttori stufe e caldaie a pellet.Vediamo più nel dettaglio le tipologie di distribuzione presenti in Italia. Si tenga presente che la tipologia di commercializzazione è strettamente collegata alla tipologia di cliente. La fornitura del pellet in generale avviene secondo tre canali principali: a) Fornitura del prodotto tramite i produttori di pellet: I grandi produttori difficilmente vendono il loro prodotto direttamente ai clienti privati. Infatti le aziende che superano un certo livello produttivo sono costrette a vendere a punti di distribuzione per ovvi motivi gestionali. b) Fornitura del prodotto tramite produttori di sistemi di riscaldamento: La tipologia di cliente medio è rappresentato da un utente domestico, possessore di una piccola stufa o caldaia. In questo caso i produttori di stufe sono i principali referenti per l’approvvigionamento del prodotto. Questa struttura distributiva per la commercializzazione del prodotto vale soltanto per le piccole dimensioni territoriali. In questi casi piccoli produttori di pellet a valenza provin- ciale collaborano con i rivenditori di stufe per soddisfare la domanda locale. c) Fornitura del prodotto tramite grandi rivenditori: L’aumento della produzione avvenuto negli ultimi anni, ha fatto sì che molti nuovi punti per la distribuzione e l’acquisto di pellet sorgessero in modo diffuso su tutto il territorio nazionale. I maggiori punti vendita sono grandi catene di distribuzione, rivendite specializzate, etc. Riassumendo, il 32% della produzione nazionale è venduto direttamente dal produttore ad utenti privati (24%) ed a utenti medio-grandi tramite l’uso di autobotti o comunque camion con capacità di trasporto concrete (8%), mentre il 68%della produzione nazionale viene venduto tramite rivenditori, commercianti, grandi centri distributivi. Questi dati confermano la struttura del mercato degli impianti termici alimentati a pellet in Italia, il quale è formato nella sua quasi totalità da stufe o piccole caldaie (mercato domestico) con una conseguente preferenza per i sacchi da 15-20 kg, poiché maneggevoli e facilmente stoccabili (sono utilizzati da circa il 90% degli utenti). Per concludere elenchiamo brevi dati sul mercato degli apparecchi termici; ad oggi più di 5 milioni di famiglie fanno un uso significativo di legna o pellet, ma solo il 20% degli apparecchi esistenti è ad alta efficienza. Il mercato nel complesso ha ancora ottime possibilità di sviluppo e crescenti quote di mercato possono essere occupate dagli attori nazionali. Ormai l’Italia può di fatto essere considerato un grande “produttore” e ”utilizzatore” di pellet da legno e servirebbero perciò normative, che disciplinino il mercato armonizzando le varietà di pellets, che ad oggi vengono prodotte. Ma la stabilità del mercato non è solo basata sullo standard qualitativo del prodotto, bensì su una logica di gruppo così da definire chiaramente le barriere e poter favorire un intervento governativo nel settore “biocombustibili solidi”. Ad oggi i fondi esistenti per l’utilizzo del pellet sono tropo disomogenei, per essere recepiti a pieno dagli utenti. Ne consegue che la maturità di un mercato non si raggiunge agendo solamente sul prodotto finale, ma anche agevolando le fasi precedenti alla produzione, come la formazione delle aziende stesse e facilitandone l’auspicato sviluppo. In base a quanto esposto, riteniamo che l’introduzione di norme o procedure per il mercato italiano del pellet potrebbero portare benefici a tutti gli attori della filiera legnoenergia, come ad esempio la diffusione e promozione di impianti termici o cogenerativi alimentati a pellet o comunque a biomassa di medie dimensioni. Aumentando la quota di mercato di utilizzatori medio-grandi (con un conseguente maggior potere di acquisto) si faciliterebbe l’uniformità di mercato almeno per quanto riguarda i prezzi del prodotto finito. Un intervento mirato in questo specifico settore sarebbe auspicabile. (A cura di ETA Florence Energie Rinnovabili www.pelletsnews.it) IdrosaniTaria Nuove tariffe e garanzie ai consumatori Incrostazioni e depositi negli impianti di riscaldamento Gas, più caro e Evitare lo spreco più facili i controlli energetico Nuovo significativo aumento delle bollette del gas (+3,6%). La variazione, stabilita dall’Autorità per il gas, riguarda i prezzi di riferimento del secondo trimestre 2010, destinati al servizio di tutela per famiglie e piccole aziende che non siano ancora passate al libero mercato. L’incremento dei prezzi di riferimento del gas naturale è dovuto all’elevato livello delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi e ai mercati internazionale e nazionale del gas ancora caratterizzati da livelli insoddisfacenti di concorrenza e di efficienza. Per una famiglia tipo si determina ora una maggior spesa di 34 euro, su base annua.Va tuttavia ricordato che le forti riduzioni dei prezzi gas registrate nel corso del 2009 (-16,4,%) consentono di mantenere la spesa annua ancora inferiore, di 32 euro, rispetto a quella del 1° aprile 2009. Dal 1° aprile 2010, l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento, prevede un prezzo di 71,81 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse. Per il cliente tipo, la famiglia con riscaldamento autonomo e consumo annuale di 1.400 metri cubi, ciò comporta una spesa annuale di circa 1.000 euro, con un incremento del 3,6%, pari a circa 34 euro, incluse le imposte. Va ricordato che, entro il 30 aprile 2010, può essere richiesto il bonus gas retroattivo a tutto il 2009 da parte delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico o numerose. Per il II° trimestre del 2010, i prolungati e significativi rialzi del petrolio determinano un incremento dell’8,4% dei prezzi di fornitura dei gas diversi dal gas naturale e distribuiti a mezzo di reti (Gpl). Per facilitare il controllo dei consumi, della spesa e la lettura della bolletta del gas verrà introdotto uno schema di bolletta più semplice e più chia- ro, corredato di spiegazioni: si vuole renderla più comprensibile e trasparente, agevolando il confronto fra le bollette dei vari distributori. Esse conterranno anche informazioni aggiuntive per agevolare i clienti nel rapporto con i fornitori (ad esempio come inoltrare un reclamo, procedure in caso di mancato o tardivo pagamento della bolletta, etc..). Questa novità riguarda sia le famiglie che i clienti non domestici di piccole dimensioni. Per consentire alle imprese di vendita di adeguare i propri sistemi di emissione bollette, il nuovo schema dovrà essere adottato dalle imprese entro la fine di quest’anno e comunque per tutte le bollette da emettersi dal 1° gennaio 2011. Lo scopo è rafforzare le garanzie per i clienti finali, contribuendo a rendere le scelte dei consumatori sempre più informate e le voci della spesa energetica sempre più chiare. Ulteriori garanzie a tutela dei consumatori, introdotte dall’Autorità per il gas, scattano nei casi di malfunzionamento del contatore gas: sostituzione gratuita del contatore; restituzione di eventuali somme non dovute; maggiori garanzie sulla ricostruzione dei consumi effettivi. Nel caso in cui si accerti un malfunzionamento del contatore, l’Autorità per il gas ha previsto la sua sostituzione, senza alcun onere per il cliente, ed il diritto ad un’esatta ricostruzione dei consumi, a partire dall’ultima lettura ritenuta valida dal consumatore stesso. Al consumatore viene quindi garantita anche la restituzione di quanto eventualmente ingiustamente pagato. Un modo efficace, che raccoglie l’attenzione di sempre più persone e dare risposte positive ad esigenze ambientali sempre più pressanti per realizzare un notevole risparmio nel consumo energetico per riscaldare gli ambienti e per produrre acqua calda ai servizi igienico sanitari, consiste nella possibilità di trasferire la maggiore quantità di calore prodotto all’acqua che funge da veicolo trasportatore il calore, nel senso che più energia senza spreco riusciamo a trasferire all’acqua, maggiormente si riduce lo spreco energetico. Facciamo un passo indietro: fino a poco tempo fa i costruttori di caldaie e scambiatori di calore riservavano all’acqua un’importanza secondaria, anzi l’acqua era quasi una presenza fastidiosa, poiché corrode e incrosta gli impianti. Quindi una scomoda realtà alla quale non si poteva sfuggire. Allora il costo dell’energia si posizionava entro limiti accettabili, anche se lo scambio del calore tra scambiatori di calore o/e caldaie non era perfetto e degradava nel tempo; eppure il conseguente maggior costo di esercizio era accettato poiché sopportabile. Oggi come oggi, con gli attuali costi dell’energia che non tendono a diminuire, uno spreco di calore, anche modesto, si fa immediatamente sentire nel computo dei costi di gestione e, quando questo spreco per la mancata ottimizzazione delle caratteristiche dell’acqua in circolo raggiunge percentuali che possono arrivare al 20%, il fatto non viene più accettato e i gestori cominciano a chiedersi perché la caldaia non rende, il calore negli ambienti diventa insufficiente e deve essere aumentata la temperatura dell’acqua in caldaia, bisogna montare pompe in grado di far circolare più acqua: cosa possiamo fare e a chi possiamo rivolgerci? Il problema è comunque di semplice soluzione, anche se in natura l’acqua ideale per trasportare il calore non esiste. Infatti l’acqua, alla quale viene affidato il compito di trasportare il calore, deve essere depurata e condizionata (ottimizzata), aggiungendo mirati additivi e condizionanti che conferiscono all’acqua stessa quelle caratteristiche ideali per un impianto di riscaldamento e che siano biodegradabili nel caso in cui l’impianto, per un motivo o l’altro, deve essere svuotato. E’ anche utile tenere in evidenza che la capacità di scambio termico delle 10.000 calorie al m2 di una volta, oggigiorno con le moderne tecniche costruttive delle caldaie e gli scambiatori raggiungono decine di migliaia di calorie/m2, ciò significa che con un solo mm di incrostazioni la capacità di scambio viene ridotta in modo sensibile e un mm. di incrostazioni si forma presto. Se l’acqua viene adeguatamente trattata e depurata, le incrostazioni non si formano più, né si innescano fenomeni di corrosione, è quindi possibile mantenere nel tempo ai massimi livelli l’efficienza degli impianti, annullando l’inutile spreco energetico dovuto alla presenza di incrostazioni e residui di corrosioni. Esistono ovunque decide e decine di migliaia di impianti datati, privi di un adeguato trattamento dell’acqua e quindi in sfavorevoli e precarie, nonchè antieconomiche, condizioni di funzionamento; inoltre sono inevitabilmente impianti soggetti a frequenti interventi per riparazioni che, a loro volta, incidono sui costi di esercizio. Anche in questi casi è possibile ripristinare le normali condizioni di funzionamento e scambio termico effettuando un trattamento di risanamento dell’intero circuito. I prodotti condizionanti per il risa- namento e la protezione nel tempo degli impianti devono avere formulazioni ben precise, cioè devono essere in grado di liberare gli impianti dai depositi di ruggine e di calcare senza danneggiare le strutture metalliche. Per questo motivo nella scelta dei condizionanti e risananti è importante scegliere prodotti di marca affidabili, che possono vantare esperienze e successi nel settore e una lunga lista di referenze. Inoltre, i prodotti risananti e protettivi sulle parti metalliche del circuito liberati dalle incrostazioni e dalle corrosioni, devono essere in grado di formare un film protettivo in grado di bloccare il progredire di fenomeni di corrosione e di complessare i sali di durezza delle acque di reintegro per impedire la formazione di nuove incrostazioni calcaree. A risanamento ultimato, in genere 15/20 giorni di esercizio a caldo ad impianto in funzione, l’impianto va svuotato, sciacquato e riempito nuovamente con acqua alla quale vanno aggiunti dei condizionanti di lunga conservazione la cui concentrazione, ossia presenza nell’acqua va stagionalmente controllata effettuando eventuali aggiunte per rimpiazzare la quantità di prodotto che si è consumato per formare e mantenere integro il film, nonché per complessare i sali di durezza che possono penetrare nell’impianto quale acqua di reintegro durante l’esercizio. Tutti questi accorgimenti ed interventi per i quali, come accennato, andrebbero coinvolte aziende competenti in grado di fornire le necessarie garanzie, si pongono alla base del vero risparmio energetico, poiché se l’acqua non viene adeguatamente trattata, depurata e condizionata, dopo poco tempo gli impianti si incrostano e si corrodono, lo scambio termico ne risente e i costi di esercizio aumentano progressivamente inutilmente. 10 IdrosaniTaria Impianti di climatizzazione e refrigerazione Aria e sporco In questo articolo esamineremo i principali problemi e le possibili soluzioni connessi alla presenza dell’aria e dello sporco negli impianti idrici di climatizzazione e di refrigerazione. Si tratta di problemi e soluzioni che sono molto variati nel tempo, soprattutto per il continuo evolversi della tecnica e delle prestazioni richieste agli impianti. Dapprima, esamineremo le tecniche utilizzate nei vecchi impianti per eliminare l’aria: lo sporco era allora un nemico poco temibile. Considereremo poi i danni che l’aria e lo sporco possono provocare agli impianti attuali: danni, e ne vedremo le ragioni, molto più gravi di quelli riscontrabili nei vecchi impianti. Esamineremo, infine, con quali mezzi è possibile predisporre valide difese contro l’aria e lo sporco: nemici assai temibili in quanto, come vedremo, possono compromettere non solo il normale funzionamento degli impianti, ma anche il loro normale ciclo di vita. Negli impianti di climatizzazione e refrigerazione, la presenza dell’aria è dovuta essenzialmente: − all’aria non espulsa in fase di caricamento, cioè all’aria che rimane in nicchie non sfiatate, oppure nella parte più alta dei radiatori, oppure ancora in tubi posti in opera con contropendenze; − all’aria in soluzione nell’acqua con cui è caricato l’impianto: aria dispersa nell’acqua a livello di ioni e molecole; − all’aria risucchiata da zone che lavorano in depressione. Tale aria entra nell’impianto, invece che uscirne, attraverso i normali sistemi di sfogo. La presenza dello sporco è dovuta: − allo sporco apportato dalle lavorazioni e dai componenti dell’im- pianto: sporco costituito da residui di tenuta (canapa, nastri in teflon), da lubrificanti (olii e grassi), da impurità cedute dai materiali (sbavature metalliche, sabbie di fusione, grumi e scaglie di vernice); − all’ossidazione delle superfici metalliche per azione dell’ossigeno presente nell’aria. Nei vecchi impianti a circolazione naturale e vaso aperto (che si possono trovare ancora in funzione) i problemi relativi alla presenza di aria e sporco erano affrontati, e risolti in modo accettabile, con le seguenti tecniche: Aria Era eliminata direttamente dalle reti di distribuzione. In quei tempi, infatti, non erano ancora disponibili materiali in grado di assolvere in modo autonomo a tale compito. A tal fine, le reti di distribuzione erano realizzate con colonne dotate di sfiati, tubi orizzontali posti in opera con idonee pendenze, cambi di direzione realizzati con curve a largo raggio, raccordi atti ad evitare il ristagno delle bolle d’aria. sovraccarico dell’impianto. avere attacchi di tipo filettato o a saldare. PARIGI Pendenze tubi orizzontali Tutti i tubi con sviluppo orizzontale erano realizzati con pendenze variabili da 1,0 a 1,5%. Ciò serviva (considerando le basse prevalenze, e quindi le basse velocità del fluido, tipiche di questi impianti) ad evitare il ristagno di bolle d’aria nei tratti di rete orizzontali: cosa che poteva bloccare, o ridurre troppo, il passaggio del fluido. Variazioni di direzione Erano realizzate con curve “dolci”, cioè con curve ad ampio raggio, in genere non inferiore a 1,5-2,0 volte il diametro dei tubi. Raccordi Per il collegamento dei tubi erano usati manicotti concentrici per le colonne ed eccentrici per i tubi orizzontali. L’eccentricità era rivolta verso l’alto per facilitare la “fuga” delle bolle d’aria. I manicotti potevano Possibili inconvenienti Erano dati soprattutto da pendenze insufficienti, causate da errori di posa oppure da assestamenti della rete di distribuzione. In questi casi, risultava molto insidioso il ristagno di bolle d’aria nei tubi in quanto, con impianti a circolazione naturale, le bolle non potevano essere rimosse sfruttando la “forza” delle pompe. Sporco Non era molto temibile in quanto, negli impianti a circolazione naturale, non erano utilizzati materiali quali: pompe, circolatori, scambiatori di calore a piastre, valvole di taratura e regolazione, valvole termostatiche. Non erano cioè utilizzati i materiali che, come vedremo sul prossimo numero, sono maggiormente esposti ai pericoli dello sporco. (Ingg. Doninelli - Ed. Caleffi SpA) Sfiati delle colonne Erano realizzati con un prolungamento delle colonne di mandata oltre il livello del vaso di espansione. Generalmente erano inoltre collegati al vaso di espansione per impedire fuoriuscite di acqua nei casi di Manicotto concentrico Manicotto eccentrico Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani 2010. Si riparte. Fai conoscere dalle pagine di Idrosanitaria i prodotti eD i servizi della tua azienda a tanti, tantissimi distributori idrotermosanitari italiani ed a migliaia di installatori, progettisti Moto dell’aria in fase di caricamento di un impianto a circolazione naturale e vaso aperto e operatori professionali. Per Informazioni tel. 0522 334094 r.a. - fax 0522 393560 E-mail: [email protected] - www.multiplexnet.it Moto dell’aria durante il normale funzionamento di un impianto a circolazione naturale e vaso aperto 11 IdrosaniTaria Installazione di pannelli solari per acqua calda Le detrazioni e i beneficiari Grazie alla disponibilità della Redazione di Nextville.it pubblichiamo, su questa pagina, un capitolo del volume “Gli incentivi alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica. Come, dove, quando e perché.” a cura di Anna Bruno. Inoltre, per i lettori di Idrosanitaria, è possibile usufruire, in esclusiva, dello sconto del 30% sul prezzo di copertina compilando il coupon in questa pagina. Può beneficiare del regime fiscale agevolato – consistente nella detrazione d’imposta del 55% in fase di dichiarazione dei redditi – l’installazione di pannelli solari per produzione di acqua calda per usi domestici o industriali in edifici esistenti. Gli interventi si ritengono agevolabili a condizione che gli impianti solari possiedano i seguenti requisiti: • una certificazione di qualità conforme alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976, rilasciata da un laboratorio accreditato. Sono equiparate alle norme UNI le norme EN 12975 e EN 12976 recepite da un organismo certificatore nazionale di un Paese membro dell’Unione europea o della Svizzera; • una garanzia di almeno cinque anni sui pannelli solari e i bollitori impiegati e una garanzia di almeno due anni sugli accessori e i componenti elettrici ed elettronici. La legge specifica che oltre agli usi domestici o industriali in senso stretto, il dispositivo si applica alla produzione di acqua calda per piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università. Il provvedimento istitutivo della Detrazione 55% è contenuto nella Finanziaria 2007, nella sezione relativa alle spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. La Finanziaria 2008 ha prorogato le detrazioni per gli anni 2008, 2009, 2010, inserendo alcune novità. Le norme attuative sono dettate dal Dm 19 febbraio 2007, integrato e coordinato dal Dm 7 aprile 2008 (Decreto edifici) che prescrive le specifiche tecniche e le procedure, e dal Dm 11 marzo 2008, che ha fissato i nuovi parametri e i valori limite. Il “Decreto anticrisi” (Dl 29 novembre 2008, n. 185, convertito nella legge 28 gennaio 2009, n. 2) ha modificato il periodo di ripartizione delle detrazioni, fissandolo in 5 anni. PERIODO La detrazione si applica alle spese sostenute fino “al periodo d’imposta in corso alla data del 31/12/ 2010”. Per tutti i privati e le società di persone, il periodo d’imposta coincide con l’anno solare (dal 1° gennaio al 31 dicembre), mentre per le imprese di capitali esso coincide con l’“esercizio”, così come stabilito dall’atto costitutivo. Per distinguere i diversi periodi di imposta e i diversi benefici ad essi attribuiti, in termini legali ci si riferisce al periodo di imposta in corso al 31 dicembre di un certo anno. Per quanto riguarda i privati e le aziende con esercizio corrispondente all’anno solare, la detrazione è dunque attualmente prevista per gli anni 2008, 2009, 2010. Ciò significa che, in caso di interventi che si svolgono a cavallo di un anno (purché all’interno di questo periodo), il beneficiario potrà scegliere di imputare ai singoli periodi di imposta la parte di costi realmente sostenuta, oppure imputarla complessivamente all’esercizio in cui si concludono i lavori. Nell’uno e nell’altro caso il massimo della detrazione resta invariato. SE CAMBIANO LE REGOLE Può capitare che gli interventi inizino in un periodo d’imposta con certe soglie di riferimento e regole applicative, e che invece si concludano in un anno dove sono sopravvenute delle modifiche. In questi casi ci si comporta così: • si applicano le normative, le soglie e le regole tecniche valide al momento dell’apertura dei lavori; • si documentano i lavori effettuati con le modalità valide al momento della chiusura dei lavori. Una nota importante: in questo volume ci si riferisce esclusivamente agli interventi iniziati a partire dal 1° gennaio 2009, considerando concluso l’anno fiscale 2008 e quindi le detrazioni ad esso imputabili. Si tratta di una semplificazione adottata per facilitare i riferimenti normativi e, soprattutto, le soglie di riferimento valide per l’anno fiscale 2009 e seguenti. BENEFICIARI La detrazione d’imposta viene riconosciuta sia alle persone fisiche sia agli enti e alle società di persone e di capitali, che sostengono le spese per interventi su strutture di edifici esistenti, parti di edifici, o unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, anche rurale, purché posseduti o detenuti (cioè sia di proprietà, che in locazione o in altro tipo di diritto reale sull’immobile). L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione 303/2008, detta, però, un limite ai diritti reali che consentono l’accesso ai benefici. Non vengono infatti considerati possibili beneficiari delle detrazioni le società di costruzione e ristrutturazione edilizia che acquistano immobili quali “bene merce” con l’intenzione di ristrutturarli. Secondo l’Agenzia, le detrazioni costituirebbero “ulteriori specifici vantaggi non rispondenti allo scopo perseguito dalla legge che è quello di favorire esclusivamente i soggetti che utilizzano i beni”. Niente detrazione quindi per chi “commercia” in immobili. Con la risoluzione 340/2008, l’Agenzia delle Entrate sottolinea una ulteriore limitazione rispetto agli immobili di proprietà delle imprese. Non vengono infatti considerati oggetto di detrazione gli interventi in fabbricati che non sono strumentali all’esercizio dell’attività imprenditoriale. Dunque, anche per il patrimonio immobiliare di una impresa che non ha come oggetto la compravendita di immobili, non è consentita la detrazione se l’unità non è adibita all’esercizio dell’attività (come sede, filiale, magazzino ecc.). Le detrazioni previste riguardano solamente gli edifici già iscritti al catasto, o quelli per i quali se ne sia fatta richiesta e per i quali si corrisponda l’Ici, se dovuta. Sono in ogni caso esclusi dall’agevolazione quelli in fase di costruzione. Nota Bene: gli Enti locali non sono ammessi alla detrazione, in quanto non sono soggetti Irpef. Nota Bene: contrariamente a tutte le altre Detrazioni 55%, rispetto ai pannelli solari non è necessario che l’edificio possieda già, prima degli interventi, un impianto di riscaldamento. In caso di ristrutturazioni con demolizione e ricostruzione, il beneficio fiscale si può ottenere solo nel caso di fedele ricostruzione dell’edificio. Sono quindi esclusi tutti gli interventi di ampliamento. Non solo: se a seguito dell’intervento di ristrutturazione, vi è un frazionamento e un aumento delle unità immobiliari, la detrazione può essere riconosciuta solo se, contestualmente, viene installato un impianto termico centralizzato a servizio delle stesse unità. La detrazione compete anche se l’intervento è eseguito in “locazione finanziaria”, cioè mediante un contratto di leasing. La detrazione viene calcolata sul costo sostenuto dalla società di leasing (“società concedente”). In caso di persone fisiche, ha diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento. In pratica i soggetti che possono usufruire della detrazione sono molteplici (il proprietario, l’affittuario, oppure un familiare convivente dell’uno o dell’altro ecc.), ovviamente non in modo cumulato. Ragionevolmente saranno i soggetti con maggiori redditi tassati ad essere avvantaggiati dalla detrazione in fase di dichiarazione dei redditi. INTERVENTI PER CUI E’ PREVISTA LA DETRAZIONE Sono detraibili le spese relative ai seguenti interventi: • fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche relative all’impianto solare termico; • le opere idrauliche e murarie necessarie per la realizzazione a regola d’arte dell’impianto solare termico, del suo allacciamento e dell’eventuale collegamento all’impianto di riscaldamento; • le spese per la redazione delle necessarie documentazioni professionali. Nota Bene: l’installazione dei pannelli solari è l’unico provvedimento di Detrazione 55% che non richiede la pre-esistenza di un impianto di riscaldamento. Oltre che per la produzione di acqua calda sanitaria, è possibile che i collettori vengano utilizzati ad integrazione dell’impianto di riscaldamento. Per l’installazione di pannelli solari sono previste Documentazioni semplificate, e un semplificato iter di Comunicazione all’Enea. CARATTERISTICHE RICHIESTE TECNICHE Il produttore/installatore rilascia direttamente le certificazioni e le documentazioni necessarie a garantire la rispondenza del prodotto alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976. PERCENTUALE DI DETRAZIONE E MASSIMI DETRAIBILI (ad esempio diversi interventi nell’ambito di una stessa ristrutturazione edile). La detrazione per i pannelli solari è compatibile con altri interventi che danno diritto alla Detrazione 55% e, cioè, quelli previsti dal comma 345 della Finanziaria 2007 (strutture verticali e orizzontali) e dal comma 347 (sostituzione di generatori termici). Ed è l’unico intervento cumulabile anche con i benefici fiscali predisposti dal comma 344 per la riqualificazione globale dell’edificio. Nei casi di più interventi, la documentazione può essere unica. La detrazione non è mai cumulabile con agevolazioni fiscali previste da altre disposizioni di legge nazionali per i medesimi interventi. Inoltre “a decorrere dal 1° gennaio 2009 gli strumenti di incentivazione di ogni natura attivati dallo Stato per la promozione dell’efficienza energetica, non sono cumulabili con ulteriori contributi comunitari, regionali o locali, fatta salva la possibilità di cumulo con i Certificati Bianchi” (Dlgs 115/2008, articolo 6, comma 3). Dunque, la detrazione è cumulabile con i Certificati Bianchi (Titoli di Efficienza energetica) ma non è cumulabile con specifici incentivi eventualmente previsti da Regioni, Province e Comuni. La detrazione è invece compatibile con la Detrazione fiscale del 36% per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria realizzati su immobili residenziali, a condizione che non riguardino la stessa tipologia di intervento per la quale si richiedono le Detrazioni fiscali del 55%. Ogni tipo di intervento dovrà seguire lo specifico iter previsto. Le spese sostenute per l’installazione dei pannelli solari sono detraibili al 55%, per un massimo di detrazione pari a 60.000 euro. La Detrazione avviene in 5 tranche annuali di pari valore. Nota Bene: si tratta di una detrazione di imposta e non di un rimborso. Ciascun contribuente ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante (un quinto del totale) nei limiti dell’imposta dovuta per l’anno in questione. È importante anche sottolineare che l’importo di 60.000 euro indica il limite massimo detraibile e non, come spesso avveniva per altre spese detraibili, il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione. Il massimo di spesa ammonta quindi a € 109.091 vale a dire il seguente conteggio (109.091 x 55% = € 60.000). L’importo massimo detraibile è comprensivo di Iva, quando questa rappresenta un costo, cioè per i privati. Per le aziende il massimo detraibile si riferisce invece all’imponibile, Iva esclusa. CUMULABILITA’ E COMPATIBILITA’ La cumulabilità si riferisce alla possibilità di ottenere più benefici per uno stesso intervento. Fino al 31 dicembre 2008, le Detrazioni 55% erano cumulabili con altre misure locali con la stessa finalità, mentre dal 2009 tale diritto è stato sospeso. La compatibilità si riferisce alla possibile convivenza, nello stesso periodo, di due incentivi che premiano interventi diversi anche se spesso attigui Per i nostri lettori lo sconto è del 30% sul prezzo di copertina anzichè euro 18,00 solo 12,60 euro* Complia questo coupon, invialo al fax 0245487333 e potrai acquistare il volume “GLI INCENTIVI ALLE ENERGIE RINNOVABILI E ALL’EFFICIENZA ENERGETICA. COME, DOVE, QUANDO E PERCHÈ.” a cura di Anna Bruno e della Redazione di Nextville.it *3,00 euro di spese di spedizione Nominativo _______________________________________ Indirizzo _____________________________ CAP _______ Comune __________________________ Provincia _____ Tel. _____________________________________________ Il volume verrà spedito con posta raccomandata in contrassegno e, dopo circa 10 gg dal ricevimento dell’ordine, potrà pagare al postino al momento della consegna.