ANNO XXIII - DICEMBRE 2008 ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione". Riforma della scuola: Ultime novità a cura del Dirigente Scolastico Prof. Oliviero Strona Cari lettori, è come sempre un piacere rivolgersi ad un pubblico attento e partecipe come quello del Morea News. Che dire riguardo alle tante informazioni che ogni giorno arrivano sul mondo della scuola che si appresta a vivere una nuova stagione con la ormai imminente approvazione dei Decreti attuativi della riforma degli Istituti tecnici? Nel nostro paese, alle profonde trasformazioni intervenute nella vita individuale e negli assetti sociali, ai nuovi scenari disegnati dalla scienza e dalla tecnologia, alle nuove logiche della produzione e del mercato del lavoro, non è corrisposta una politica dell’istruzione capace di realizzare un disegno organico ed un intervento riformatore unitario, condiviso e, comunque, tale da adeguare alla mutevole realtà gli ordinamenti scolastici, i percorsi formativi, i modelli organizzativi e didattico pedagogici, i profili professionali degli insegnanti, i sistemi di valutazione. Le riforme e le innovazioni introdotte negli ultimi decenni hanno conosciuto vicende alterne e spesso tormentate, spinte in avanti, ritorni al passato e rifacimenti che ne hanno impedito la completa attuazione, generando confusione e sensibili (segue a pag. 12) Una redazione sempre più numerosa Ad ogni inizio di anno scolastico assistiamo a molte novità che, in qualche modo, animano il nostro ambiente: insegnanti che si avvicendano, nuovo personale tra i non docenti, avvio di progetti, si spera, sempre più interessanti e coinvolgenti.Tutto ciò si riflette inevitabilmente sul contenuto del Morea News, la cui redazione non si fa sfuggire niente di ciò che merita di essere menzionato e, perciò, ricordato. Quest’anno l’esperienza del giornale scolastico vede la partecipazione di tanti alunni che, con serietà, impegno e motivazione, si incontrano per ideare, produrre e leggere articoli che ci auguriamo possano suscitare l’attenzione dei lettori. Tra i numerosi studenti partecipanti, alcuni, che già collaboravano, sono pronti a riprendere le fila del discorso interrotto con l’ultimo numero di giugno, altri, nuovi, mostrano tanta voglia di fare. La foto testimonia l’eterogeneità del gruppo, formato da alunni dei tre indirizzi, dove predomina l’elemento femminile, ma che si avvale anche di “baldi giovanotti” pronti ad accettare la sfida di un’attività che li considera veri protagonisti. Tutto sotto la supervisione di insegnanti ormai collaudati come Sentinelli, Merloni e Delle Cese, con le novità rappresentate da Bizzarri L. e Ciculi, con- Donatori saremo anche noi! di Sara Crialesi 3 dicembre 2008, la classe terza A geometri si è recata presso l’ospedale di Fabriano accompagnata dalle professoresse Patassi di Scienze e Merloni di Italiano per visitare il reparto specializzato per la donazione del sangue (Centro trasfusionale dell’AVIS). Si è voluta fare questa uscita didattica per far capire ai ragazzi l’importanza del volon- tariato e metterli a conoscenza di una delle più importanti associazioni di volontari italiana, con la speranza che un giorno, quando diventeranno maggiorenni, anche loro ne vogliano fare parte. Appena arrivati il Dottor Scotto, responsabile del Centro, e un suo assistente hanno presentato i vari reparti: un laboratorio in cui il sangue del volontario viene esaminato tramite appo- vinti della valenza educativa e formativa del giornale. Il Morea news dovrebbe, infatti, fungere da raccoglitore nel quale far convergere, insieme alle esperienze didattiche più significative, i temi che maggiormente affascinano l’universo giovanile. La redazione è convinta site macchine, un altro dove il sangue viene suddiviso nei vari gruppi sanguigni (AB-0-AB) e un terzo nel quale avviene la donazione. I dottori hanno spiegato con molta accuratezza ai ragazzi quanto sia importante donare. Donare significa aiutare, tramite una trasfusione di sangue, molte vite spesso a rischio; donando sangue si tutela, però, anche la propria salute: infatti prima di ogni donazio(segue a pag. 2) che il giornale scolastico sia uno strumento aperto alla collaborazione di tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce per migliorarne la qualità. Auguriamo, per finire un sereno Anno Nuovo a tutti i nostri lettori. La Redazione PAG. 2 GENNAIO 2009 (segue dalla prima) ne il volontario dialoga con il medico sul proprio stato di salute, esegue una visita di idoneità nella quale vengono controllati l’emoglobina, la pressione del sangue e altri parametri come l’AIDS. Il sangue è indispensabile per ogni vita umana, non si può riprodurre in laboratorio e l’unico modo per farlo arrivare all’ospedale è quello di donarlo; basti pensare che persino per la più piccola operazione chirurgica c’è bisogno di sangue. Fare questo piccolo, ma nobile ge- sto due o tre volte l’anno non è per niente faticoso, anzi rende orgogliosi perchè si è consapevoli di aiutare la società. Gli alunni hanno espresso il loro parere su tutto ciò. Le testimonianze degli studenti di 3AG Sono poche le persone che pensano che la soddisfazione di una buona azione sia migliore di una somma di denaro e sono queste persone che, unendosi, hanno formato delle associazioni umanitarie, che conferiscono alla nostra società un volto più solidale. Un esempio può essere l’AVIS, grazie alla quale molte persone possono continuare a vivere. (Leopoldo Fioranelli) La funzione sociale dell’AVIS, come associazione di volontariato, è molto importante, al contrario richiede un sacrificio esiguo, ripagato abbondantemente se si pensa per un istante al bene che si è appena fatto con la donazione; fra l’altro il midollo osseo provvederà a ricreare il sangue e per il corpo, volgarmente, è come cambiare l’olio a un motore. (Marco Belardinelli) Credo che, alla fine di una giornata, sia più bello essere riusciti a far sorridere una persona o averla aiutata che indossare una nuova maglia firmata. Secondo me, da parte delle persone esiste una certa ignoranza rispetto al mondo del sociale: è per questo che è più giusto che le strutture pubbliche, come ad esempio la mia scuola, aderiscano a progetti come quello promosso dall’AVIS. Un progetto che ci ha visto protagonisti di incontri, in cui si è parlato dell’importanza delle donazioni, e di una visita al centro trasfusionale di Fabriano, dove abbiamo potuto toccare con mano quello che realmente significhi la donazione di sangue, dove abbiamo potuto comprendere l’importanza e la nobiltà di questo gesto. (Sacha Ilari) La vita oramai è basata sul materialismo, la generosità appartiene a un altro mondo. Non c’è più voglia di aiutare Le magnifiche sette della IBT gli altri. Ognuno pensa per sè e i problemi altrui non lo toccano minimamente.(…) Tutto sarebbe migliore se ci aiutassimo a vicenda, basterebbero piccoli gesti per risolvere alcuni problemi anche gravi. Fortunatamente esistono delle associazioni di volontariato, come l’AVIS, in cui gente di sani principi soccorre gli altri, senza ricevere alcuna somma di denaro in cambio. (Sara Crialesi) Nella visita al centro AVIS abbiamo assistito alla donazione da parte di diverse persone di ogni età, mentre il dottor Scotto, responsabile del centro, ci ha spiegato il significato e il valore di questo atto. Devo dire che mi ha incuriosito ed è probabile che in futuro io diventerò donatrice. (Imen Boumijel) tato come se ci conoscessero da una vita. Nelle prime settimane ci siamo concentrate a squadrare i nostri professori. Ad una prima impressione alcuni di loro sembravano molto severi. Poi, però, alla fine, si sono rivelati più simpatici e creativi del previsto. Fare nuove amicizie in mezzo a tan- ta gente non è stata la cosa più semplice del mondo. Fortunatamente la scintilla dell’amicizia è esplosa in poco tempo e ora, più unite che mai, siamo pronte a portare a termine l’impegnativo percorso scolastico che ci aspetta tutte insieme. Le ragazze della IBT Potere e splendore: i Piceni a Matelica Innanzitutto ci presentiamo. Siamo le sette ragazze della IBT e da pochi mesi frequentiamo il Morea. Rispetto alla scuola media, dalla quale tutte proveniamo, il cambiamento è stato enorme. Alle superiori abbiamo incontrato sicuramente un’atmosfera diversa. Mentre prima eravamo circondate da ragazzini la cui preoccupazione maggiore era “correre dietro una palla” e “giocare a chiapparella” ora è tutto diverso. Dove ti giri si vedono facce nuove e, soprattutto, anche qualche bel ragazzo. Il nostro primo giorno di scuola al Morea è stato davvero emozionante. Alcune di noi si sono addirittura perse in mezzo a tanta confusione! Poi siamo rimaste colpite dal buon profumo dei cornetti proveniente dal bar, dalla presenza di tante macchinette automatiche e, soprattutto, dai tanti piani e dalla vastità dell’edificio scolastico. Rispetto alla maxi-palestra del Morea quelle che avevamo prima alle medie erano poco più che degli sgabuzzini alte poco più del Much!! (A buon intenditore poche parole!) Per fortuna qualcuna di noi aveva già delle conoscenze che sono state di fondamentale importanza per orientarci all’interno di questa scuola. Senza l’aiuto di alcune nostre amiche ci saremmo sicuramente perse! Anche i bidelli, sin dal primo giorno, ci hanno trat- Sabato 8 novembre 2008, accompagnati dalle professoresse Ciculi e Senigalliesi, noi alunni della I A e della I B geometri, abbiamo visitato a Matelica un’interessante mostra dedicata alla Civiltà Picena. La mostra, collocata nello storico Palazzo Ottoni, espone al pubblico reperti archeologici dell’età del ferro e del periodo cosiddetto orientalizzante, emersi dagli scavi condotti nel territorio di Matelica. La visita ha permesso a noi ragazzi di ripercorrere la storia di questo popolo, stabilitosi lungo la costa Adriatica, tra i fiumi Foglia e Pescara e di rivivere, attraverso la documentazione archeologica (resti di carri, armi, scudi, oggetti da cucina, corredi funerari), le ricostruzioni illustrative e i plastici, tutto il fascino della scoperta. E’ stata una lezione di storia alternativa ai libri di testo, basata sulla visione e la conoscenza diretta dei resti del passato, un’occasione importante attraverso la quale ci siamo appropriati delle nostre radici culturali. Alessio Santini Francesco Olivieri GENNAIO 2009 PAG. 3 Intervista ai rappresentanti d’Istituto eletti a cura di Chiara Cofani e Martina Paparelli Alle elezioni degli studenti di ottobre 2008 sono stati nominati rappresentanti di istituto Nicolò Massaccesi con 125 voti(un vero plebiscito!), eletto per la seconda volta consecutiva,Francesco Arteconi con 58 voti e Francesca Carletti con 46 voti. I primi due appartenevano alla stessa lista, mentre Francesca era nella lista 1.Li abbiamo intervistati per conoscere meglio le loro opinioni. Nome & Cognome Francesca Carletti Nicolò Massaccesi Francesco Arteconi Di quale lista facevi parte? Lista 1 Lista 2 Lista 2 Per una buona esperienza di vita! Per continuare il percorso dell’anno scorso… Perché me ne andava… Cercherò di seguire i punti della lista, il più possibile! Mi darò da fare, per prima cosa, affinché vengano riparati i bagni, anche perché qualcuno persiste a fare i suoi bisogni solidi in quello dove non funziona lo scarico… Mi impegnerò per la riuscita della Maxi Assemblea, perché penso che sia un’esperienza coinvolgente per tutti gli studenti. Perché ero l’unica in lista che faceva parte del corso turistico Perché gli studenti hanno apprezzato il lavoro che ho svolto lo scorso anno. Perché sono bello…e tanto serio!!! Come ti senti ora che sei fra i vincitori? Mica mi è cambiata la vita… sto bene!! Uguale a prima… Idem... Hai più stima di te? Sì, sicuramente! No… Non cambia niente… Pensi di meritare questo incarico e di riuscire a soddisfare le aspettative? Lo spero vivamente… Sì, cercherò di rispettare le aspettative degli studenti, però non lo so se merito di ricoprire questo ruolo Forse... sì!! La parte migliore del tuo carattere? E del tuo corpo?? Sono parecchio estroversa… Gli occhi… Sono abbastanza disponibile ad ascoltare gli altri…Gli occhi… Dicci un pregio e un difetto dei tuoi colleghi… Difetti non li so, li conosco poco! …ma posso dire che si stanno impegnando molto Francesca è molto convinta di sè, anche se le sue opinioni sono contrarie alle mie, invece di Francesco niente da dire… amici da sempre!! Come mai hai deciso di candidarti per la nomina di rappr. d’istituto? Quali cambiamenti vorresti attuare nella scuola? Per te quali motivazioni hanno spinto gli studenti a votarti? NO ROBBY, NO PARTY! di Alessia Scarafoni Sveglia con il gallo la mattina del 2 dicembre per le classi 5°BT, 5°AT, 4°AT accompagnate dai prof. Delle Cese e Grisanti per partire alle prime luci dell’alba, anzi piena notte, alla volta della splendida Roma. Entrati nel pullman quasi ad occhi chiusi, il viaggio è trascorso in maniera tranquilla e stranamente silenziosa, finché il prof Delle Cese non ha messo uno dei suoi cd di cantanti sconosciuti, provocando una baraonda di lamentele e versi indescrivibili da parte di noi ragazzi. Dopo essere rimasti imbottigliati nel solito traffico romano per circa un’ora, siamo giunti alla prima tappa della giornata: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in cui abbiamo ammirato opere di grandi artisti come De Chirico, Canova e Picasso tra i più noti. Robby, da vero esperto dell’arte, ci ha fatto da guida ripetendo continuamente quanto questa galleria fosse utile per gli alunni delle classi quinte, dato che contiene gran parte del programma di storia dell’arte. Sotto una pioggia battente e incessante ci siamo poi spostati verso il centro storico. Riempiendo le tasche dei venditori d’ombrelli ambulanti (saranno contenti almeno loro!) siamo arrivati nella Chiesa di Santa Maria del Popolo per vedere dal vivo “La conversione di San Paolo” da noi conosciuta solo nelle pagine del libro d’arte. Anche in questa occasione il prof si è trasformato nella versione Piero Angela della situazione, spiegandoci l’opera in maniera esauriente e divertente catturando così la nostra attenzione. Giunti al Pantheon ci siamo liberati per un’ora dei prof per andare a pranzo liberamente. Quasi tutti hanno optato per un pranzo sano e genuino… al Mc Donald’s per poi proseguire nella visita della città presso Sant’Ivo alla Sapienza pas- Non saprei, dovranno dire gli altri… No comment… sando per Palazzo Madama e il Quirinale. Infine siamo arrivati a Piazza Navona, ultima tappa della giornata, animata dai mille colori dei mercatini natalizi. Da qui in poi è giunto il tanto sospirato momento da noi preferito: il tempo libero!! Shopping, shopping e ancora shopping, abbiamo invaso i numerosi negozi della capitale comprando di tutto. Stanchi morti ci siamo avviati verso il pullman per ritornare in patria. Roma, si sa, è bella sempre, anche sotto una pioggia a catinelle. PAG. 4 GENNAIO 2009 UNA GIORNATA DAVVERO SPECIALE Non toglieteci il futuro! di Azzurra Maggiori & Alessia Scarafoni Martedì 28 ottobre si è svolta un’assemblea molto speciale all’anfiteatro della scuola per informare gli studenti della riforma dell’Istruzione del ministro Maria Stella Gelmini, decreto che fa parte della Nuova Finanziaria del ministro Tremonti. Voluta fortemente dagli studenti delle classi quinte, è stata organizzata in tempi record: sono stati stampati volantini, realizzati striscioni, ma, soprattutto, sono state raccolte informazioni, attraverso lo studio e l’analisi del decreto. Armati di megafoni, abbiamo cercato di spiegare il motivo che ha scatenato questa ondata di manifestazioni, cortei, scioperi e occupazioni da parte di studenti, professori e personale ATA in tutta Italia. Onestamente, abbiamo notato una grande disinformazione da parte degli studenti che poco o nulla sapevano della riforma. Pian piano si è acceso un dibattito tra i sostenitori e i contrari. È stato un momento di confronto costruttivo e pacifico, sicuramente una delle poche iniziative ben riuscite, organizzate autonomamente da noi ragazzi (con la sola autorizzazione del Dirigente Scolastico). Si sono toccati tutti i punti della riforma Gelmini: il maestro unico, l’accorpamento delle scuole con numero di studenti inferiori a 500, la probabile chiusura delle scuole di montagna con meno di 50 alunni, e degli indirizzi sperimentali nelle scuole superiori, l’incertezza lavorativa per i professori precari e per il personale ATA in esubero, il blocco del turn over e i tagli alle università e alla ricerca. Ma l’argomento principale è stato quello riguardante le università, che è anche quello che ci sta più a cuore come studenti del quinto anno. La legge 133 sull’università, infatti, prevede tagli al Fondo di funzionamento ordinario (quello riguardante la didattica, i servizi vari agli studenti, oltre che gli stipendi dei dipendenti). Le università pubbliche, inoltre, potranno trasformarsi in fondazioni, il che comporterà aumenti delle rette che andranno a gravare sulle famiglie meno abbienti. In questo modo molti ragazzi vedranno infranti i loro sogni, e saranno pervasi da un senso di fru- strazione e di insicurezza per il futuro, a causa di questo periodo di crisi generale, sia italiana che mondiale. Ci sono stati anche interventi da parte di due nostre professoresse che hanno commentato la riforma sotto il loro punto di vista, ricevendo gli applausi spontanei di tutta la platea. Bisogna ricordare che il discorso è stato apolitico. Non si stava contestando né la destra né la sinistra, ma solo ed esclusivamente la 133 che non è una legge organica, ma una norma facente parte della Finanziaria con l’unico scopo d tagliare la spesa. In ultima analisi, l’assemblea è stata un momento formativo davvero importante. Parlare della scuola è, per noi giovani, fondamentale perché quest’ultima ha in mano la società della conoscenza, cioè il primo fattore di inclusione o esclusione sociale. Concludiamo affermando che: Nessuno ha il diritto di rubarci il futuro! Un’occasione di confronto di Laura Torbidoni Il 28 ottobre 2008, il nostro Istituto ha organizzato un’assemblea per discutere sulla riforma della scuola avviata dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. La manifestazione è avvenuta spontaneamente, senza che nessuno sia stato obbligato a parteciparvi. E’ stata un’occasione importante per noi studenti, un momento in cui abbiamo messo a confronto le nostre idee, in modo civile e democratico, invitando esplicitamente tutti (sostenitori e avversari) a dichiarare il personale punto di vista sull’argomento. Se è vero che i giovani sono accusati molto spesso di superficialità, di leggerezza rispetto a tutto ciò che accade nella società, è altrettanto vero che momenti come quelli vissuti durante la manifestazione hanno rappresentato un piccolo passo in avanti, una reale occasione di confronto, di formazione e maturazione dello spirito critico, di crescita condivisa, nella convinzione che i giovani, soprattutto in questo momento di crisi generalizzata, devono far sentire le loro ragioni, partecipando attivamente alla costruzione del loro futuro. Scioperiamo, ma informati... di Andrea Visconti Scioperi, occupazioni, manifestazioni, sit-in; dalla fine degli anni ’60 sono ormai all’ordine del giorno. I primi casi di manifestazioni studentesche sono avvenuti nella seconda metà degli anni ’60 quando, in tutto il paese, si era creato un clima di malcontento a causa dell’autoritarismo mostrato da parte dello stato anche nell’ambito scolastico. La prima occupazione universitaria fu interrotta dall’alluvione che colpì gran parte dell’Italia settentrionale e centrale nel 1966. In seguito a questo evento, molti studenti si mossero volontari per prestare aiuto alle zone più colpite; questo clima contribuì a creare uno spirito di appartenenza ad una classe studentesca prima sconosciuta. L’unione di migliaia di studenti per la protesta sessantottina è stata rafforzata dall’atteggiamento repressivo mostrato dalle forze della polizia; infatti, nel maggio del ’68 tutte le università milanesi esclusa la Bocconi erano occupate. Al giorno d’oggi, questo clima di unione tra studenti durante manifestazioni e scioperi non è più presente; forse perché non c’è quella motivazione che negli anni ’60 e ’70 portò migliaia di studenti a scendere nelle piazze e occupare le scuole, o forse perché la maggior parte degli studenti di oggi vedono nello sciopero un pretesto per saltare giorni di scuola o, secondo me, per entrambi i motivi. Ad ogni manifestazione a cui sono stato, mi sono sempre chiesto se gli studenti sapessero il motivo per il quale stavano partecipando e, nella maggior parte dei casi, quando facevo loro questa doman- da, nessuno mi sapeva rispondere. Ho riscontrato questo fatto anche nella protesta per le riforme del Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, protesta che si è svolta alla fine di ottobre nella nostra scuola. In quel contesto, alcuni studenti si erano preparati ad esporre le motivazioni per le quali la gente sarebbe dovuta scendere in piazza a manifestare. I discorsi affrontati in quel “dibattito” sembravano aver fomentato la folla presente che fischiava ad ogni intervento di ragazzi che avevano qualcosa da obiettare, dimostrando di non essere capaci di accettare idee diverse dalle loro. Quanto accaduto è la dimostrazione della semplicità con cui si possono condizionare le menti di giovani, a mio parere talora “vuote”, che seguono la prima persona che riesce ad imporre loro i propri punti di vista, parlando con sicurezza e determinazione e non sono aperte a confrontarsi con nuove idee. Alla base di tutto questo c’è sicuramente la disinformazione perché, se le persone - o in questo caso studenti - fossero informate, anche un minimo, sui punti, argomenti delle manifestazioni alle quali intendono partecipare, sarebbero in grado di controbattere, o almeno essere partecipi, ad un eventuale dibattito. La cosa che meno sopporto, è il fatto che molti studenti colgano ogni occasione per saltare giorni di scuola, poi scendono in piazza a lamentarsi che, ad esempio, con le attuali riforme, lo stato non garantisce l’istruzione universitaria a tutti e, di conseguenza, un posto nella società; ma non capiscono che la cultura è alla base di tutto e che, se continueranno a “marcire” nella loro ignoranza, di sicuro nel loro futuro non ci sarà nessun ruolo importante nella nostra società. Le manifestazioni attuali si sono distinte anche per la collaborazione tra studenti e professori, che precedentemente lottavano su fronti opposti. Invece la caratteristica che accomuna queste manifestazioni con le precedenti, è la strumentalizzazione da parte di qualche gruppo - spesso di carattere politico - che le usa solo per attaccare il governo attuale. A mio parere, la manifestazione studentesca è una cosa molto positiva per uno studente, ma soltanto se egli crede veramente negli ideali per i quali combattere, giusti o sbagliati che siano. Il parere della prof.ssa Grilli E’ stata una strana e piacevole impressione quella che ho provato il giorno dell’assemblea generale degli studenti del Morea. Strana perché non sono abituata a vedere degli alunni capaci di organizzarsi così con serietà e responsabilità; piacevole perché è piacevole assistere a persone che riflettono su questioni importanti, esprimono il loro pensiero, si fanno domande, si confrontano e il tutto in maniera accalorata, ma serena. Ho assistito per breve tempo e sentendomi un po’ inopportuna, ma poi, visto che il clima era così tollerante (tanto da sopportare anche la presenza degli insegnanti), ho detto la mia, che è poi la stessa opinione espressa dai tanti che si sono riversati nelle strade. In un’epoca in cui la comunicazione è oltremodo importante e possiede strumenti avanzatissimi, la cosiddetta “riforma della scuola” è passata in una confusione voluta e abilmente orchestrata. Non può essere sempre vero tutto e il contrario di tutto, la realtà non può essere tranquillamente mistificata. E poi ci stupiamo se i nostri figli crescono con le idee confuse o peggio con idee prese in prestito da altri? In questo caos di comunicazione totale è quasi un rifugio l’assenza di idee. Ma, tornando all’assemblea, mi è sembrato che questi nostri alunni insofferenti, spesso intolleranti, sospesi a mezz’aria, per un attimo siano scesi a terra e, con gli strumenti che hanno, abbiano cercato di contare qualcosa e, comunque, di esserci. GENNAIO 2009 PAG. 5 Al Morea assemblea-dibattito tra studenti e politici di Francesca Carletti …13 dicembre 2008. La campanella dell’ITCG Morea suona la fine della prima ora e tutti gli studenti, molto numerosi, con gli insegnanti si recano in auditorium per l’assemblea d’istituto organizzata dai rappresentanti degli studenti: Francesca Carletti, Nicolò Massaccesi e Francesco Arteconi. Quest’anno è stata realizzata una settimana prima del solito per dare la possibilità a tutti i ragazzi di partecipare, in quanto il giorno successivo molti sarebbero partiti per la settimana bianca. E’ stata una mattinata densa di avvenimenti con la presenza delle principali autorità fabrianesi: il sindaco ing. Roberto Sorci, il deputato alla Camera dott.ssa Maria Paola Merloni e l’onorevole senatore dott. Francesco Casoli. Molto interessante è stato il dibattito che si è venuto a creare con i nostri politici e parlamentari che hanno risposto con piacere alle domande degli studenti e ai quesiti posti dalle persone presenti. Si è parlato soprattutto delle prospettive dei giovani in un momento come questo che stiamo vivendo, del possibile sviluppo del turismo nel territorio, della delocalizzazione, dell’importanza della ricerca e dei tagli alla scuola. Il sindaco ha sottolineato che il momento è molto particolare dopo anni di benessere. Ha esortato, tuttavia, a non avere paura, pur essendo realisti ed ha proposto, come strumenti per uscire dalla crisi, l’utilizzo dei beni culturali e artistici, la ricerca in tutti i campi, richiamando al protocollo di Lisbona e al senso del fare e del lavorare tutti insieme. Ammette che, in effetti, in Italia si investe poco nella ricerca, ma cita gruppi di ricercatori, tra cui giovani fabrianesi, che si stanno distinguendo per capacità e competenze, occupando posizioni sempre più importanti. Anche la dott.ssa Merloni ha ribadito che dobbiamo aver fiducia nel futuro, anche se oggi dobbiamo conquistarci tutto con preparazione, conoscenza, capacità ed esperienza; proprio per questo la funzione della scuola diventa determinante. Due, secondo l’onorevole, possono essere i motori trainanti: l’attrattiva del territorio e, quindi, il turismo come risorsa e il fattore umano che con le sue capacità sfrutta le occasioni, progetta nuove idee. L’onorevole Casoli ha sostenuto che le aziende stanno cambiando faccia, ma non in peggio; i posti di lavoro ci saranno, ma richiederanno sempre più conoscenze diverse e diversificate. Il turismo è certamente una risorsa che esige, però, preparazione culturale, clima d’accoglienza e capacità di impresa. Infine ha affermato che la delocalizzazione non ha influito sulla crisi di Fabriano, anzi la non delocalizzazione di qualche azienda ha por- tato conseguenze anche più negative. La maggior parte degli studenti sembrava interessata alle questioni discusse, anche se non sono mancati momenti in cui si è dovuto intervenire per far tornare il silenzio in auditorium. “Sono stati carini a venire - ho detto qualche giorno dopo alla prof.ssa Luisa Bizzarri che in classe ci ha chiesto le nostre impressioni sull’evento - non ci aspettavamo questa doppia presenza deputato/senatore.” Mi sono ulteriormente stupita nel sentire che entrambi han- no espresso il desiderio di ritornare fra noi in occasione di prossime assemblee di istituto. Finito il dibattito, sono stati consegnati i diplomi e le borse di studio: è stata un’ottima opportunità per salutare i nostri vecchi compagni di scuola. Per motivi di tempo non si sono svolti i canti natalizi, ma abbiamo eletto, tramite un “applausometro”, miss matricola, Eleonora Silvestrini, e mister matricola, Leopoldo Cartoni. E’ stata un’assemblea interessante e spero che la domanda dei nostri politici di tornare venga accolta al più presto. Grazie, grazie, grazie!!! Un premio agli studenti migliori Vorrei ringraziare a nome del Dirigente Scolastico prof. Oliviero Strona e di tutta la comunità scolastica gli Enti pubblici che, nonostante la difficile situazione economica, hanno finanziato i nostri progetti: − Fondazione Cassa di Risparmio nella persona del dott. Abramo Galassi e del dott. Roberto Malpiedi − CARIFAC − AVIS − Credito Cooperativo di Pergola nella persona del direttore dott. Gianluca Merloni, al quale va un mio personale e caloroso saluto come ex-studente del Liceo Scientifico − Banca di Roma nella persona del direttore Annalisa Capesciotti, Presidente del Consiglio d’Istituto al Morea. Prof.ssa Luisa Bizzarri Nel corso dell’Assemblea d’Istituto tenutasi il 13 dicembre 2008 è avvenuta la consegna di 22 borse di studio agli alunni che si sono distinti per particolare profitto nello scorso anno scolastico. La Fondazione Armando Signori, istituita in memoria dell’omonimo Preside, testimone e attento sostenitore degli altissimi valori formativi della scuola, ha premiato i seguenti studenti: Mecella Jacopo (IAR); Gentili Chiara (IIAR); Latini Roberta (IIIAR); Agostini Marco (IVAR); Buttà Marco (VAR). A Porcarelli Maria Rosa (IIAR) è andata la borsa di studio in memoria di don Franco Polidori, insigne prelato di grande levatura morale. La Ditta Procacci Edilizia, che collabora con l’Istituto anche per supportare alcuni laboratori attrezzati del corso Geometri, ha premiato: Tassi Monica (IAG); Belardinelli Marco (IIAG); Raffaeli Giulia (IIIBG); Capitanelli Giacomo (IVAG); Marini Alessandro (VAG). Tomassacci Silvia (IAT), Cicconcelli Giorgia (IIBT), Stazi Giada (IIIAT), Maggiori Azzurra (IVBT), Mollari Gloria (VAT) hanno ricevuto il riconoscimento da parte della famiglia Balducci Hotel Gentile, che partecipa alle attività del corso del Turismo e assicura una preziosa collaborazione al percorso triennale Operatore Sala-Bar. L’Immobiliare Monticelli, che as- sicura collaborazioni al corso serale Sirio, ha, infine, premiato: Kapiti Ardita (IIIRS); Guglielmi Simonetta (IIIGP); Barbarossa Claudia (IVRS); Rosa Paolo (IVGP); Pedica Milena (VRS); Bruciatelli Michele (VGP). Particolarmente significativa è stata la presenza di alcuni ex-studenti del Morea: Pina Di Pasqua, per il corso Ragionieri; Giulia Del Frate per il Turismo; le sorelle Barbara e Federica Farinelli, per il corso Geometri e un diplomato del corso serale, che hanno confermato quanto la preparazione scolastica conseguita sia stata fondamentale per il proseguimento degli studi o l’inserimento nel mondo del lavoro. Il Dirigente Scolastico consegna i 1.000 euro a Daniele Patrignani per aver conseguito il diploma di geometra con 100 e lode. PAG. 6 GENNAIO 2009 Essere giovani con la forza di non mollare mai di Sara Cimarra Essere piccoli e allo stesso tempo grandi. Essere ingenui e allo stesso tempo maturi. Guardare gli sbagli del passato nel presente, per promettere un futuro migliore. Avere sogni, speranze, desideri, ma anche delusioni, fregature, incertezze. Tutto questo è essere giovane! Giovani, coloro che si trovano nell’età intermedia tra l’adolescenza e la definitiva maturità, non ancora maturi e tanto meno bambini. I giovani di oggi saranno il futuro di domani, quel futuro già tanto contestato e maledetto; avranno la responsabilità e il privilegio di poter far rina- scere questa società, questa Italia e questo mondo. Noi avremo questo diritto e dovere, noi, che oggi veniamo così facilmente ignorati, che abbiamo così pochi diritti, che veniamo mal giudicati, che “siamo tutti drogati e sballati”. Noi, che, invece, siamo responsabili, che ci interessiamo all’attualità, alla politica e all’economia. Noi che già sappiamo ciò cui andremo incontro, che sappiamo i nostri limiti e le nostre possibilità, che non ci arrendiamo davanti alla prima difficoltà, che continuiamo per la nostra strada a testa alta, che abbiamo ideali e voglia di combattere, che, se veniamo sconfitti, non rinunciamo mai. Noi che “abbiamo il potere per fare, di questa, la migliore generazione del creato, della storia, del mondo” (Kennedy). Perché noi abbiamo la speranza riposta nel primo cassetto del comodino vicino al letto, e questo è costantemente aperto. Perché senza quella prospettiva favorevole e positiva, quella convinzione ottimistica, quella consumante fiducia, quello stato d’animo incoraggiante non si può niente, perché, senza speranza, non si è niente. È molto complicato non rinunciare mai alla speranza, avere sempre la forza per andare avanti, la grinta per non abbandonare i propri sogni e progetti, la volontà per non abbattersi alle difficoltà, la voglia per vivere. Riuscire a superare questi ostacoli è come vincere la sfida che ci ha lanciato la vita. Se si ha speranza, interiormente non si muore mai. Ma la situazione si complica maggiormente quando si è da soli contro tutti e tutto, “quando il mondo, che credevi migliore, ti sorride con il suo ghigno peggiore” (Articolo 31), quando non si ha più la forza per andare avanti, tutto sembra inutile, anche vivere, quando sembra non esserci più possibilità, non c’è ottimismo e fiducia in se stessi, non si hanno più speranze. È qui che si riconosce il giovane, colui che, anche se ha contro tutto, ha speranza, voglia, grinta, volontà, forza per non mollare mai. La vita è fatta di difficoltà, è il suo gioco e biso- gna avere il coraggio di mettere da parte i compromessi e le paure e iniziare a giocare, anche con il rischio di perdere, ma la speranza di vincere. Essere giovane non significa unicamente essere nel periodo della giovinezza; chiunque può essere giovane! Tutto questo un grande artista come Bob Dylan è riuscito ad esprimerlo con una semplice frase, molto significativa: “Giovane vuol dire non chiudere mai l’oblò della speranza anche quando l’oceano è brutto e il cielo si è stancato di essere azzurro”. Il mito dei Subsonica di Angelica Marinelli Il successo dei Subsonica è cresciuto a dismisura di anno in anno e, attraverso un’ottima gestione della loro musica e della loro immagine, il gruppo si è conquistato uno spazio di primo piano nel panorama musicale italiano. Ma da dove saltano fuori i Subsonica? Tutto comincia nell’estate del 1996, quando si uniscono alcuni fra i migliori esponenti della scena musicale alternativa torinese. Negli ambienti di Casasonica prende vita un progetto musicale destinato a lasciare un’impronta durevole negli anni a venire. I personaggi coinvolti in questo progetto sono: Samuel, una voce “importante”, con una forte presenza scenica; Max, un chitarrista ricercato e abile manipolatore di suoni nonché, per certi versi, l’ideatore del progetto Subsonica; Boosta, tastierista e dj cresciuto a dosi massicce di telefilm anni Settanta e videogame; Ninja, batterista preciso e intelligente, laureato a pieni voti in ingegneria informatica e Pier-funk, bassista che, poco dopo, abbandonerà il progetto lasciando spazio a Vicio, un ex-metallaro. Il gruppo, alla fine dell’estate 1996, produce un demotape con cinque brani che gli garantiranno un contratto con un’etichetta discografica. Nei negozi di dischi in tutta Italia, di lì a poco, esplode la mania dei Subsonica! Nel corso della seconda metà degli anni Novanta i Subsonica producono una serie di dischi con i quali conquistano, di volta in volta, un pubblico sempre più numeroso. Grazie ad apparizioni strategiche sulla mitica MTV, l’emittente televisiva capace di influenzare, come poche altre televisioni, il pensiero e i gusti musicali dei giovani, i Subsonica diventano sempre più popolari. Alla radio e sui giornali il loro nome comincia ad apparire sempre più spesso fino a diventare una vera e propria “Nuova Ossessione” (a buon intenditore poche parole!). Ci si riferisce, naturalmente, al titolo di un loro grandissimo successo che ha spopolato sulle più importanti emittenti radiofoniche per mesi e mesi. Tra i loro dischi più riusciti, oltre all’omonimo Subsonica, si devono ricordare Amorematico, L’er- rore, Terrestre e La glaciazione. Nel corso della loro ormai decennale carriera i Subsonica hanno collaborato anche con una serie di artisti famosi del calibro di Morgan, i Linea77 e Antonella Ruggero. Che altro aggiungere? Dopo aver scalato le vette delle classifiche musicali italiane, possiamo dire che il nostro gruppo sta spopolando come non mai negli stadi grazie ai loro concerti memorabili in cui, nella dimensione live, emerge tutto il loro talento, la loro energia e la loro bravura. I problemi degli adolescenti di Eriona Gunga & Ester Zamparini A volte i problemi che caratterizzano la nostra età finiscono per coinvolgere anche il mondo della scuola, perché tante tensioni che si accumulano a casa, in famiglia e con gli amici si riversano, poi, tra le pareti delle nostre aule. Dato che fuori non è possibile esprimere le nostre emozioni, la nostra rabbia e le nostre paure in quanto i genitori - spesso presi dai loro problemi - sono tutti concen- trati su loro stessi, e poco aperti al dialogo, si creano come dei muri. Questi muri impediscono di tirar fuori il coraggio necessario per guardare avanti e per fare il primo passo in modo da confrontarsi con altre persone. Non tutti gli adolescenti, tuttavia, sono uguali e non tutti la pensano alla stessa maniera. I primi amori, le discussioni tra compagni, l’insicurezza dovuta al fatto di sentirsi esclusi dal gruppo o inferiori rispetto a qualcosa creano comportamenti tendenti a imitare altri modelli che, ai nostri occhi, appaiono perfetti. Ci troviamo in una fase della vita in cui l’ottimismo dovrebbe essere un obbligo perché dobbiamo ancora crescere, imparare e, soprattutto, vivere la vita che ci aspetta, ma, alla nostra età, abbiamo molte insicurezze, perciò, a volte, l’ottimismo non si manifesta chiaramente. Attraverso le esperienze quotidiane che ci fanno maturare, però, tanti problemi si ridimensionano, diventano meno pesanti e si riescono a controllare con maggior equilibrio. GENNAIO 2009 PAG. 7 È ora di cambiare aria... di Benedetta Palmioli Non saprei come iniziare questo articolo se non con un caloroso “Buongiorno”, ma, a dirla tutta, questo periodo sa di tutto fuorché di Buongiorno! Vi è mai capitato di avere la sensazione che il mondo sia in “standby” e voi lo seguite senza motivo o viceversa? Di questi tempi sta capitando proprio questo, basta guardarsi intorno e sentire il proprio compagno di banco, che pensa la tua identica cosa, cioè: “Ma chi me l’ha fatto fa, oggi, de venì a scola? N’era mejo se armanevo a casa a dormì?” oppure la fatidica frase: “Oggi non è proprio giornata, lasciateme perde!”. Già, è proprio così, sembra che il mondo intero si senta come te, che non abbia voglia di fare niente, che si sia stufato di tutto e di tutti. Un esempio lampante può essere la nostra città: Fabriano, che a mio giudizio, se qualcuno non si sveglia a fare qualcosa, diventerà peggio di un albergo, ovvero, adatto solamente per dormire e mangiare. Si è stanchi di questa cappa addormentata e maleodorante che ci sta sopra, dove nessuno si attrezza ad attivare il ricambio e a rinvigorire quest’aria consumata. Che si sia rotto il meccanismo? O forse non si ritrova più il libretto delle giuste istruzioni? Allora basterebbe comprarne uno nuovo al più presto, altrimenti si rischia di soffocare! La responsabilità, forse noi, in prima persona, non ce la sentiamo, ma, al contrario, dovremmo essere proprio noi a richiedere quell’aria, poiché è un nostro diritto! Intanto potremmo pensare ad attivarci come giovani propositori d’incontri di vario genere. Abbiamo, nella nostra Fabriano, strutture di ogni epoca ed importanza, piazze e locali più o meno grandi da poter “valorizzare” e utilizzare con la nostra presenza in ogni ambito artistico, culturale e sportivo o magari con attività di nostra invenzione, per l’interesse di grandi e piccoli, di giovani e meno giovani, compresi i nostri genitori. Suggerimenti per attività mai viste nella nostra città, originali, fantasiose, franchising, ma soprattutto semplici, accessibili e spiritose, nonché utili. Dimostreremmo così le nostre risorse, la fantasia e i nostri valori, che, messi da parte, SONO NIENTE! Per arricchire quest’aria bisognerebbe “chiedere” anche un aiuto a chi di dovere. L’esempio della multisala, che non esiste anco- ra, dà segno del degrado in cui è piombata la nostra città. Per il prossimo periodo occorrerebbe qualche valida e caratteristica iniziativa che incuriosisca e attiri gente ovunque, anche nei negozi. Perché no? Nel nostro corso sarebbero belle ed innovative delle manifestazioni periodiche a tema: per eventi particolari, per associazioni sportive (ne esistono tante), per spettacoli (che neanche si conoscono: teatro, poesie, recite, rassegne, etc. etc.), per mestieri (di vecchio e nuovo genere, chissà quanti), per moda e benessere. Non so a voi, ma a me non basta una piazza mezza vuota o spoglia di negozi e dove non si intravede nemmeno l’ombra dei turisti, per pensare che vada tutto bene, anzi è proprio il contrario. Allora, che dite voi di ricominciare a respirare aria piena di voglia di fare, di stimoli e più inebriante di prima? Io sarei d’accordo e per il XXI secolo Ctrl-Alt-Canc e… Riavvia il Sistema! Informazione: cane da guardia o cane da salotto? di Giuseppina Tobaldi Nella nostra scuola le classi aderiscono al progetto “Quotidiano in classe”: copie del Corriere della Sera e del Resto del Carlino vengono distribuite allo scopo di avvincere i giovani all’informazione e alla lettura del quotidiano. Alcuni recenti fatti, uno in particolare, mi spingono a prendere come docente una decisione che ho già comunicato ai miei alunni: non intendo più utilizzare neanche 5 minuti del mio orario per leggere in classe Il Corriere della Sera”; vado a spiegarne il motivo. In data 3 dicembre un giornalista del Corriere, Carlo Vulpio, incaricato di seguire le inchieste giudiziarie Poseidone, Why not, Toghe lucane (3 inchieste tolte al magistrato De Magistris) pubblica un articolo in cui racconta la vicenda della perquisizione della procura di Catanzaro da parte della procura di Salerno; quella che i giornali hanno definito erroneamente come guerra tra procure e che qualche politico ha addirittura definito guerra tra bande. Al di là dei fatti narrati nella cronaca giudiziaria di Vulpio, sui quali ognuno si può fare l’idea che crede, la cosa inquietante e preoccupante è che, la sera stessa della pubblicazione dell’articolo, il direttore del quotidiano, Paolo Mieli, ha telefonato a Vulpio per “sollevarlo dall’incarico” di seguire da cronista l’inchiesta giudiziaria iniziata circa 2 anni fa. Se è stata iniziativa del direttore o se quest’ultimo è stato sollecitato da qualcuno più in alto, non ha importanza; resta comunque il fatto che un giornalista è stato fermato, imbavagliato, impedito nello svolgimento del suo lavoro, il cui scopo è la ricerca della verità e la divulgazione della stessa. Forse l’errore di Vulpio è stato quello di aver fatto nomi e cognomi delle persone coinvolte (politici, giudici, membri del csm, imprenditori) evidenziando collusioni con la criminalità organizzata calabrese. La considerazione che mi viene da fare è che mentre nelle dittature la politica controlla l’informazione (non esiste infatti libertà di espressione e di dissenso), ciò che caratterizza la democrazia è che l’informazione controlla la politica. Se il cane da guardia si trasforma in cane da riporto o da salotto non c’è più niente che distingue un regime da una democrazia di forma ma sostanzialmente svuotata dall’interno come la nostra. Quando i giornalisti che fanno il loro mestiere coscienziosamente vengono licenziati o trasferiti o zittiti, senza tra l’altro che questo susciti particolari reazioni, mentre quelli che fanno le interviste in ginocchio o ci narcotizzano con fatti insulsi continuano a lavorare e fanno persino carriera, c’è qualcosa che non torna. Concludendo, un giornale che non rispetta l’etica del giornalismo (etica che impone il rispetto della verità senza guardare in faccia a nessuno, avendo il coraggio di toccare il potere) non è sicuramente un modello di informazione da proporre nelle scuole. Ovviamente i miei alunni sono liberissimi di continuare a leggere il quotidiano fornito dall’Istituto, ma lo faranno comodamente a casa loro. Non nel mio nome, quindi, perché preferisco insegnare la let- teratura. Per chi volesse informazioni sulla vicenda posso indicare alcune “chicche” da cercare in rete: 1) video Passaparola Marco Travaglio scontro finale tra politica e magistratura; 2) il blog di Carlo Vulpio; 3) il sito della rivista Micromega; 4) sito dell’associazione dei giovani calabresi ammazzatecitutti.org; 5) video facilmente rintracciabili su youtube delle interviste a Luigi De Magistris. E poi navigando chissà quante cose potreste scoprire (fatelo finché siete in tempo perché è in preparazione una proposta di legge molto bipartisan sulla limitazione dell’informatica in rete). I miei migliori e più sinceri auguri per il vostro futuro. di Giulia Penotti PAG. 8 GENNAIO 2009 È tutto oro quello che luccica? di Flaviana Caporali, Ilenia Popolizio & Valentina Tinti Il processo di globalizzazione dell’economia sembra inarrestabile ed ha trasformato il mondo in un unico immenso mercato, dove non ci sono più barriere al libero commercio internazionale. La libertà degli scambi ha enormemente influenzato il nostro modo di vivere: idee, culture, tecnologia e progresso economico hanno sempre viaggiato insieme con il commercio di beni e servizi, in quanto gli uomini, da sempre, insieme alle merci, hanno scambiato anche idee e costumi. Il progresso è sempre nato dallo scambio: si pensi allo sviluppo più rapido conosciuto dalle società più aperte, cioè da quelle comunità di uomini maggiormente disposti allo scambio o per propria intraprendenza o perché insediate in località marittime o in luoghi di intersezione di vie commerciali. Lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni ha storicamente favorito gli scambi e proprio negli ultimi anni ha conosciuto un’accelerazione straordinaria, tanto che oggi si parla comunemente di villaggio globale per indicare un unico ambito di circolazione delle informazioni in tempo reale. Tutto questo ha ulteriormente accelerato l’attuale processo di globalizzazione dell’economia mondiale: oggi tutto ciò di cui ci serviamo, tutte le merci che utilizziamo, i servizi a cui ricorriamo, spesso sono il risultato di un’integrazione economica che fa sì che, per esempio, un vestito che indossiamo sia fatto con una lana australiana e disegnato, però, da uno stilista francese o italiano, mentre il caffè che beviamo è presumibilmente brasiliano o colombiano. Oggi tanti cittadini lavorano in un’impresa multinazionale il cui centro direzionale si trova in un altro continente e che magari ricorre per finanziarsi a prestiti di un istituto di credito di un altro paese. Tutto questo fa sì che ogni stato del mondo non sia più una cosa a sé nel contesto internazionale, ma parte di un unico organismo integrato nel quale oggi ogni parte dipende dall’insieme. È diventato ormai inconcepibile uno sviluppo economico che prescinda dalle condizioni mondiali complessive: l’andamento dell’economia mondiale, l’oscillazione dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime, così come dei manufatti, gli spostamenti di masse sempre più ingenti di capitali, il sistema dei tassi, sono tutti fattori con cui oggi ogni piano di sviluppo si deve concretamente misurare. “Solo quando l’ultimo fiume sarà prosciugato, quando l’ultimo albero sarà abbattuto, quando l’ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia” (proverbio Creek) La globalizzazione coinvolge anche una nuova dimensione della solidarietà. Infatti protezionismi e sovvenzioni di attività non competitive rendono difficile promuovere quelle attività sane, capaci di creare posti di lavoro stabili e impediscono ai paesi in via di sviluppo di esportare nei mercati dei paesi più avanzati. Il protezionismo è, quindi, un pericoloso atto di egoismo che anche in passato ha portato conflitti. In India, ad esempio, le grandi multinazionali obbligano i contadini ad acquistare solo da loro i prodotti per l’agricoltura dal costo sempre più elevato; il che sta portando alla rovina i piccoli agricoltori strozzati dai debiti a causa dell’aumento dei prezzi. Le multinazionali decentrate nei paesi asiatici per ragioni economiche, come la manodopera a basso costo, si arricchiscono sempre di più senza considerare i danni che causano all’ambiente e le pessime condizioni dei lavoratori pagati molto poco, a cui si aggiunge lo sfruttamento dei minori, senza dare reali benefici alle popolazioni del posto, distruggendone buona parte dell’economia locale. Il nostro pianeta è in grave pericolo perché la grande produzione di inquinamento da parte delle attività industriali e dei trasporti sta mettendo in crisi gli ecosistemi e gli equilibri della natura. L’attuale modello di sviluppo porta con sé un infinito sfruttamento delle risorse, un enorme consumo di energia, una sovrapproduzione di rifiuti e di inquinamento tale da rendere il bilancio degli effetti ambientali della globalizzazione economica in perdita, come dimostra il continuo aggravarsi dei disastri ambientali: il clima impazzito, la deforestazione selvaggia, la desertificazione, la crisi agricola e l’emergenza idrica. Il divario esistente tra ricchi e poveri nel pianeta sta crescendo sempre di più e in maniera letteralmente vergognosa. Buona parte della popolazione (anche occidentale) conduce una vita sempre più precaria a causa della variabilità del mercato. In queste condizioni si impedisce alla gente di sperare, di progettare un buon futuro per sé e per i propri figli . L’insicurezza che ne deriva comporta una disgregazione individuale, familiare e sociale, fino alla migrazione di milioni di disperati alla ricerca di un’opportunità per sopravvivere. La globalizzazione non è sinonimo di ordine mondiale, perché i conflitti per la supremazia economica e per l’accaparramento delle risorse energetiche, destabilizzano Obama for President di Sara Crialesi & Benedetta Pocognoli Ecco il nuovo presidente americano: Barack Obama, candidato democratico eletto da pochissimo (e abbronzato, secondo la spiritosa affermazione del nostro capo del governo). Ai seggi dalle 4 di mattina si sono messi in fila tantissimi cittadini per essere i primi a votare. L’affluenza è stata da record. Cifre mai viste con sistemi di votazione molto tecno- logici come il “touch screen”. Ora tutti si augurano che Obama sia il presidente che risolleverà l’America e in particolare gli Stati Uniti da una crisi che si sta espandendo in tutto il mondo.“Vi chiedo di credere non soltanto in me, nelle mie capacità di cambiare Washington, ma anche in voi stessi. Insieme noi cambieremo l’America e il mondo”. Questo è ciò che ha affermato il nuovo presidente nel suo ultimo comizio in Virginia. E ce la farà? E’ quello che speriamo tutti. La sua elezione avvenuta il 4 novembre scorso ha reso la giornata memorabile: infatti è il primo presidente di colore degli Stati Uniti ed ha segnato la fine di un’era politica ed economica e di una generazione caratterizzata dalla supremazia dei baby boomer cioè quel fenomeno che ha aumentato la popolazione americana negli anni ’50 e ’60, dovuta ad una buona condizione economica favorevole alla crescita demografica. E’ un presidente giovane che rappresenterà la generazione di internet e della globalizzazione, eletto a soli 47anni. Questa elezione è stata seguita con grande interesse in tutto il mondo, quasi che si stentasse a credere che gli americani fossero capaci di un cambiamento così sostanziale. Per capire, infatti, la portata rivoluzionaria della nomina a Presidente degli USA di un afro-americano, basta ricordare che tutta la storia del Paese che ha scelto un uomo di colore è stata segnata da poco meno di 4mila linciaggi di neri documentati tra il 1862 e il 1968. L’America, fino a pochi decenni fa, era un paese dove gran parte del pianeta interessato infatti da guerre, rivoluzioni e terrorismo. RIFLESSIONI FINALI La globalizzazione è ancora un fenomeno in divenire, non è un fatto storico ben analizzato. Viviamo la globalizzazione, ma non la stiamo ancora comprendendo appieno. Coloro che la criticano, la vedono come un concetto inventato dal potere economico, propagandato e venduto per incrementare un nuovo, duro e feroce colonialismo che si concretizza nel dominio delle multinazionali. È giusto rinunciare a vivere nella nostra splendida terra per l’egoismo di pochi uomini potenti, che non hanno il minimo riguardo per la salute del nostro pianeta? I grandi economisti pensano davvero che con i soldi si possa ricostruire e risanare tutto ciò che, per arricchirci, stiamo distruggendo, considerando che la natura, per essere così bella ed accogliente per il genere umano, ci ha messo migliaia di anni? È giusto arrivare ad un’uguaglianza culturale che distrugga le particolarità che identificano e rendono unico ogni popolo? Lo sviluppo, il benessere, la crescita e lo scambio delle nostre conoscenze e la tecnologia di per sé sono cose positive, però è necessario, per la nostra sopravvivenza, porre dei limiti e trovare degli equilibri. L’economia deve essere un mezzo per raggiungere il benessere e sono l’uomo e la sua felicità il fine e il vero obiettivo. Bisogna evitare assolutamente che la nuova ideologia del progresso a tutti i costi si trasformi nell’ennesimo inferno sulla terra. Se non invertiamo la rotta, in un futuro vicino a noi tutto ciò che ci circonda sarà distrutto e non ci rimarrà che una montagna di denaro inutile, perché non ci saranno più cibo, né acqua, né altri beni da comprare. un bambino nero di 13 anni poteva essere assassinato nel Mississippi solo perché aveva fischiettato al passaggio di una donna bianca. Dove una timida ragazza di Little Rock nell’Arkansas veniva cacciata a spintoni e sputi dalla sua scuola, nonostante la Corte Suprema avesse stabilito che non dovevano più esistere scuole separate, e poteva tornare in classe solo grazie alla scorta dei soldati. Dove la formidabile Rosa Parks, per essersi rifiutata di cedere il posto a un bianco su un autobus, veniva portata via in manette. GENNAIO 2009 PAG. 9 La parola alla prof. Carlucci, nuova responsabile del laboratorio teatrale di Mara Galdelli L’inizio dell’attività teatrale ha visto quest’anno un cambiamento nella conduzione del gruppo del laboratorio, che rappresenta da sempre un punto di riferimento significativo per il nostro Istituto. “Il Teatro Pirata”, nelle persone di Francesco e Silvano, che tanto di sé hanno lasciato nei cuori dei “vecchi attori”, è stato sostituito dalla professoressa Carla Carlucci, la quale, con abilità e competenza, ha preso in mano la situazione, tanto che a maggio verranno rappresentati ben due spettacoli: “Roumors” con il gruppo misto dei vecchi e dei nuovi attori e “Conversazione Sinfonietta” con alcuni attori/alunni del quinto anno, che hanno tenuto particolarmente a vivere ancora l’esperienza del calcare le scene. Curiosi su tutto quello che avviene nel nostro Istituto, andiamo a intervistare la Prof. - Come le è venuta la passione per il teatro? La mia prima esperienza è stata a scuola, quando avevo diciotto anni. Insieme al nostro professore di filosofia, Renzo Armezzani, abbiamo messo in scena uno spettacolo: “CHIACRILOMU. Chiacchiere, critiche, lodi e musiche” sulla musica di Beethoven. Grazie a questa esperienza, ho capito la valenza del teatro che ho continuato a praticare durante il periodo universitario a Perugia. Il teatro è diventato, quindi, una delle più grandi passioni della mia vita. - Da quanti anni svolge quest’ attività? Da circa quaranta anni sono interessata al teatro. Nel passato ho lavorato per apprendere tecniche teatrali, con corsi e seminari, tenuti da uomini di spettacolo quali il regista Gianfranco De Bosio, gli attori/registi Ferruccio Soleri, Titino Carrara, Marco Paolini, ect e “artigiani” di scuole teatrali da cui ho appreso rudimenti di scenografia e costumistica, uno per tutti Donato Sartori, abile plasmatore di maschere, secondo la pura tradizione della commedia d’arte. Nei primi spettacoli mi sono avvalsa dell’aiuto di registi, ma, da dieci anni, in seguito alla restrizione dei fondi erogati dal Ministero, ho dovuto buttarmi e gestire tutta l’attività. - Mi può anticipare qualcosa sugli spettacoli? “Roumors”, liberamente tratto da Rumori Fuori Scena di Michael Frayd, narra le vicende di un comico e della sua compagnia scalcinata, che tentano di mettere in scena lo spettacolo Nothing On. Il testo è intessuto di miseria della vita quotidiana del mondo dello spettacolo e di complessi rapporti umani: innamoramenti e tradimenti, apparizioni e scomparse, spogliarelli e svenimenti a ritmo incalzante; mentre “Conversazione Sinfonietta” è il tentativo da parte di Tardieu, nella buona tradizione del teatro dell’assurdo, di rendere con la parola i tempi e i modi di una sinfonia. - E’ stata lei a scrivere i copioni? Li ho adattati alle esigenze dei due gruppi costituitisi nella nostra scuola. - Quanti sono i ragazzi? Sono ventitrè. - Quando andranno in scena? Dove? “Conversazione sinfonietta” prima delle vacanze pasquali, “Roumors” a fine maggio, probabilmente al Teatro Gentile di Fabriano. Pamoja Kwa Amani: insieme per la pace Sapete il significato della parola AMANI? Credo di no…quindi ve lo spiegherò io, facendovi conoscere a quale idea essa rimanda. Questo termine vuol dire: “pace” ed intorno ad esso ruotano molti significati, ma un gruppo di ragazzi, provenienti dal Kenya, ha deciso di allestire uno spettacolo (svoltosi il 4 dicembre al Pala Guerrieri di Fabriano) che prende il titolo proprio da questa parola: Pamoja kwa Amani – Insieme per la pace. Sono ex bambini di strada, di tutte le età, a cui è stata data l’opportunità di entrare in centri comunitari dove poter riacquisire fiducia in se stessi, ma soprattutto autostima; questi ragazzi hanno creato un gruppo, chiamato “Koinonia Children Team” ed hanno avuto la possibilità di imparare a danzare, fare acrobazie, proiettare fotografie e cantare, grazie alle co- munità che li hanno ospitati. Il fondatore dell’associazione Amani è Padre Renato Kizito Sesana, un sacerdote italiano, ma molto legato all’Africa. È stato proprio lui a promuovere le iniziative sopra descritte per queste piccole di Giulia Penotti vittime della comunità, partendo come redattore di una rivista chiamata “New people”. Cosa significa essere missionario? In qualche modo è essere ciò che ha realizzato padre Kizito, ovvero, portare le proprie testimonianze affinché servano a migliorare le condizioni di chi sta soffrendo di più; ecco perché, per questi bambini, una semplice recita, un semplice canto, un applauso o una risata avanti a tanti altri giovani può voler dire ritrovare la gioia di essere apprezzati e ritornare a sorridere. Benedetta Palmioli PAG. 10 GENNAIO 2009 Sos pianeta terra di Azzurra Maggiori Il pianeta Terra è in pericolo. Le innumerevoli conseguenze di uno stile di vita sbagliato si stanno ritorcendo contro l’uomo. Secondo il “Living Planet Report 2008”, «entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per soddisfare il fabbisogno dell’umanità di beni e servizi». La domanda globale sulle risorse della Terra supera infatti del 30% la capacità rigenerativa di quest’ultima. Più di tre quarti degli abitanti del pianeta vivono in nazioni che sono debitrici ecologiche, dove cioè i consumi nazionali hanno superato la capacità di risorse naturali del paese, che non è più in grado di reggere questo peso. La continua emissione di CO2 nell’aria sta letteralmente alterando l’equilibrio termico tra la Terra e il Sole, determinando il surriscaldamento globale del pianeta con conseguenze gravissime: - evaporazione dell’acqua più intensa, con più energia nell’atmosfera che causa tempeste, tornadi, uragani più violenti e frequenti. - scioglimento dei ghiacciai - innalzamento del livello dei mari con erosione delle spiagge di sabbia ed inondazioni di popolose aree costiere (delta del Nilo, Bangladesh) e piccole isole (in particolare sono minacciati gli atolli del sud Pacifico). In Alaska, per esempio, in 35 anni lo spessore dei ghiacciai è diminuito del 42%; intere foreste si sono trasformate in acquitrini e l’ecosistema è in forte pericolo. Si prevede che la corrente del Messico cambierà le sue rotte, diventando ininfluente sia sul clima delle terre che si affacciano sul golfo come la Florida, sia sull’Europa, la quale con il passare degli anni vedrà il formarsi di iceberg lungo le coste del Portogallo e il persistere di un clima polare in Gran Bretagna. E’ evidente, perciò, che la situazione è alquanto complessa, anche se numerosi studiosi e scienziati vedono questo periodo come un’opportunità straordinaria per dare il via ad una transizione verso le energie rinnovabili che potrebbero risollevare la situazione. Numerose nazioni, infatti, tra le quali la Gran Bretagna, la Germania e la Cina, hanno già iniziato a progettare ecoquartieri ed ecocittà ad impatto zero, studiate appositamente per limitare le emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili per gli edifici e i trasporti locali. Un esempio di costruzione “ecologically-correct”, è il piccolo quartiere di BedZED (Beddington zero energy development) a sud di Londra, realizzato tra il 2000 e il 2002, uno dei primi insediamenti in cui ogni edificio è dotato di pannelli fotovoltaici e con- dizionato con un sistema di ventilazione aperto, mentre l’acqua piovana e quella di scarico vengono raccolte, depurate e riutilizzate. Oltre a questo, si stanno sperimentando i cosiddetti “materiali ecoattivi” (pitture, rivestimenti e tipi di asfalto), a base di biossido di azoto, che, sfruttando il processo della fotocatalisi, sarebbero in grado di eliminare le sostanze aeree più dannose per l’ambiente e la salute. Il problema è oggi trovare una soluzione che non sia solo tecnica, ma anche etica, che ribadisca la consapevolezza che il mondo è patrimonio comune dell’umanità e che il suo degrado minaccia direttamente la sua sopravvivenza e quella delle generazioni future. Un video per il Parco a cura della classe II AT Dopo tanti rinvii il 9 dicembre 2008 le classi IBT e IIAT del Morea si sono finalmente recate a visitare l’abbazia di ValdiCastro, uno dei più interessanti e curiosi monumenti di età romanica che si trovano nel parco della Gola della Rossa e di Frasassi. Nonostante fosse dicembre, il tempo era splendido e ci ha permesso di trascorrere una mattinata di- Giornale a scopo didattico a diffusione interna all'Istituto Tecnico Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea" Responsabili Prof.ssa Regina Merloni Prof.ssa Maria Lucia Sentinelli Stampa: Arti Grafiche "Gentile" Fabriano COMITATO DI REDAZIONE: Sara Cimarra, Hajar Charkaoui, Chiara Cofani, Sara Crialesi, Mara Galdelli, Giacomo Grossi, Angelica Marinelli, Elisabetta Migliaccio Tessitore, Laura Migliorelli, Benedetta Palmioli, Martina Paparelli, Benedetta Pocognoli, Cristina versa dal solito. La partenza prevista per le 8.30 è stata rigorosamente rispettata. Il viaggio, breve e tortuoso, è stato un’occasione per ammirare il meraviglioso paesaggio coperto di brina, scandito da curve mozzafiato. Abbiamo anche sfiorato il pericolo di “fare il botto”, perché una macchina ha tagliato una curva, rischiando di farci precipitare in un burrone! Roba da pazzi! Dopo tante peripezie, siamo giunti sani e salvi alla nostra meta. Una volta scesi dal pullman, siamo stati Romei, Alessia Scarafoni, Ylenia Serpicelli, Tobia Tommasini, Andrea Visconti. FOTOGRAFIA: Mara Galdelli e Benedetta Palmioli VIGNETTISTI: Hajar Charkaoui, Giulia Penotti COLLABORATORI: Prof.ssa Luisa Bizzarri, Flaviana Caporali, Francesca Carletti, Classe IIAT, Classe IBT, Prof.ssa Marta Grilli, Eriona Gunga, Azzurra Maggiori, Francesco Olivieri, Ilenia Popolizio, Alessio Santini, Prof. Oliviero Strona, Valentina Tinti, Prof.ssa Giuseppina Tobaldi, Laura Torbidoni, Ester Zamparini. SUPERVISORI: Prof.ssa Luisa Bizzarri, Prof.ssa Maria Teresa Ciculi, Prof. Roberto Delle Cese. accolti da due simpatici cani scodinzolanti che hanno contribuito ad animare la mattinata. A parte qualche mucca e qualche pecora che pascolavano tranquillamente sulle colline circostanti il bel complesso monastico, tutto attorno non si vedeva un’anima viva. Una volta entrati nella chiesa dell’abbazia, i professori ci hanno illustrato le caratteristiche architettoniche dell’edificio di età medioevale. Siamo rimasti molto colpiti dagli affreschi antichi e rovinati, dalla presenza di sarcofagi utilizzati come altari e poi, soprattutto, dalle minuscole finestre della cripta che permettevano di far entrare nello spazio buio solo pochi fasci di luce. Ma, a dir la verità, ci ha colpito soprattutto il gran freddo! Gli aspetti più interessanti di questa uscita sul territorio sono stati filmati e tutte le scene riprese dovranno essere montate in vista della realizzazione di un documentario che parteciperà ad un concorso intitolato “Un video per il parco”. Si tratta di un concorso, indetto dalla Comunità montana, al quale aderiranno quasi tutte le scuole di Fabriano. Nell’insieme questa gita è stata una bella iniziativa che ci ha permesso di conoscere meglio alcuni aspetti molto interessanti del nostro territorio, spesso non valorizzato come si dovrebbe. GENNAIO 2009 PAG. 11 Amici, divertimento e... tanta, tanta neve! di Ylenia Serpicelli & Laura Migliorelli …Amici,divertimento e tanta, tanta neve!!! Che altro si poteva chiedere di più!!? Dobbiamo dire che la settimana bianca di quest’anno è stata particolarmente sentita da noi del 4BG, forse perché per noi probabilmente sarà l’ultima col Morea in previsione del quinto anno, forse perché si respirava un’aria di pura allegria, dato che le piste erano stracolme di gente quest’anno, o semplicemente perché, quando si è con la compagnia giusta, tutto ci sembra più bello. Come ogni anno l’avventura non è iniziata al massimo, chi ha avuto la fortuna di aggirarsi nel parcheggio del Palaguerrieri il 14.12.08 alle ore 6.45 ha potuto scrutare le facce imbambolate degli sciatori ancora carichi di sonno.. moooolto sonno che si preparavano alla partenza; bagagli caricati, genitori salutati… si parteeeee!! Appena arrivati a Marilleva, ci siamo apprestati a fare le cose più noiose... Ma, facendo delle previsioni sull’intera settimana, non ci hanno pesato più di tanto. Quindi in fila per ritirare scarponi e sci o snowboard, Skipass e Carta Valtur. Gli sciatori e gli snowboardisti del nostro Morea sono stati, come tutti gli anni, affidati ai loro maestri e abbiamo fatto in tempo malapena a riposarci dal lungo viaggio, che, il giorno dopo, eravamo già sulle piste a sfrecciare più o meno spericolatamente. Come tutti gli anni è stata un’esperienza fantastica e il posto, a noi non misterioso, ma familiare, sembra ogni anno più bello... Lo staff Valtur non ha paragoni, le rappresentazioni nel piccolo teatro dell’hotel erano coinvolgenti e comiche... Non dimenticheremo mai le risate del Professor Passarini durante lo spettacolo dei “Fichi d’India”. Parlando proprio del signor Vin- cenzo.... è stato l’intrattenimento della settimana bianca... grazie ai suoi balletti, alcuni di loro anche documentati con il cellulare. A parte gli scherzi...i professori a Marilleva si sono trasformati, il distacco alunno-professore ogni giorno era più sottile... Quest’anno si è creato proprio un bel gruppo... Dovrebbe essere Settimana Bianca tutti i giorni! Erika Buratti in azzurro di Alessia Scarafoni Nome: Erika Cognome: Buratti Data di nascita: 07/07/1992 Non tutti sanno che, da qualche mese, Erika si è ormai trasferita definitivamente nel Centro Tecnico Federale di Desio (Milano), per allenarsi con la squadra Nazionale di ginnastica ritmica. Erika è, quindi, entrata a far parte delle famose “farfalline”, sei splendide ragazze che hanno portato la bandiera italiana su tutti i podi più importanti del mondo. Solo per citarne alcuni: nel 2004 2ª alle Olimpiadi di Atene, nel 2007 1ª ai Campionati del Mondo, sfiorando per pochissimo il podio alle Olimpiadi di Pechino di questa estate. Ebbene, dopo vari collegiali, stages, selezioni e controlli da circa 2 anni a questa parte, ha finalmente ricevuto, con grande sorpresa, la telefonata della vita in cui le chiedevano, senza possibilità di scelta, di trovarsi il giorno successivo a Desio. In fretta e furia ha dovuto preparare la sua valigia piena di speranze e sogni da portare in questa nuova avventura. Da ex ginnasta e compagna di squadra ho voluto far partecipe di questa notizia l’intera scuola, informandola del successo di una nostra compagna (ormai ex). Ciao Erika! Descrivici una tua giornata tipo. La mia giornata inizia abbastanza presto con sveglia alle 7 e primo allenamento dalle 8 alle 13, pausa pranzo e poi secondo allenamento dalle 14.30 alle 17,30. L’allenamento si suddivide in diverse fasi: corsa, danza, riscaldamento, potenziamento ed esecuzioni degli esercizi di squadra. Ora anche degli esercizi individuali, poiché continuo comunque a far parte della mia società (Ginnastica Fabriano) per il Campionato di Serie A1. Seguo questo iter dal lunedì al sabato. Che tipo di scuola frequenti? Purtroppo ho dovuto lasciare la mia scuola, le mie compagne di classe del 3AT e i professori, che approfitto per salutare. A Desio frequento una scuola privata sempre di indirizzo turistico (ma non c’è la matematica!!!), in cui i professori vengono in albergo a farci lezione, precisamente il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 19.30, mentre gli altri giorni, tranne il sabato, dalle 17.30 alle 19.30. Dopo la delusione per le appena trascorse Olimpiadi, che clima si respira in palestra? Di questo argomento se ne parla poco, anzi si cerca di evitarlo. Di sicuro sono arrabbiate e deluse allo stesso tempo per la valutazione assegnata loro dalle giudici, ma sono comunque soddisfatte per le loro esecuzioni che hanno strappato gli applausi dell’intero palazzetto, anche più delle prime classificate. Ormai hanno voltato pagina e ora pensiamo al futuro e alle prossime gare, ma di sicuro un po’ di amaro in bocca rimane. Tu come ti sei trovata con le nuove compagne di squadra? Molto bene, si ride, si scherza, sono tutte gentilissime e simpaticissime. Mi hanno subito integrata nel loro gruppo, anche se sono l’ultima arrivata e anche la più piccola (insieme ad un’altra nuova ragazza con cui condivido la camera in hotel). Mi trovo molto bene anche con le nuove cinque insegnanti che mi aiutano molto a migliorare. Devi seguire una dieta specifica per rimanere sempre in forma? No, non c’è una dieta ben precisa, l’importante è sapermi regolare da sola, essere responsabile stando attenta a non esagerare con le porzioni. Possiamo mangiare tutto, anche la pizza qualche sabato sera, tutto tranne i dolci che sono vietati: lo zucchero nel caffè è più che sufficiente! Oltre agli allenamenti e alla scuola cosa fai nel tempo libero e nei fine settimana? La sera si sta in albergo girando per le camere, stando insieme, guardando un film, giocando o parlando, ma si può anche uscire. Non c’è un vero e proprio coprifuoco, l’importante è che la mattina alle 7 sei sveglia e pimpante per una giornata d’allenamento. Il sabato sera si può anche andare a ballare, di solito all’Hollywood di Milano, oppure ti possono venire a trovare i genitori. Cosa ti manca di Fabriano? Parecchie cose. È stato un cambiamento radicale e veloce, perciò un po’ di nostalgia si fa sentire. Mi manca la famiglia che sento ogni sera per telefono o su msn, le compagne della mia società che sento spesso e che mi hanno vista crescere per molti anni al palazzetto vecchio di Fabriano e con cui ho condiviso gran parte delle mie vittorie, e anche le mie ex compagne di classe che sentono molto la mia mancanza. Direi che mi manca un po’ tutto, ma per fortuna non ho ancora avuto momenti di crisi e di nostalgia acuta! Finita la mia intervista, non mi resta altro che salutarla e farle un enorme IN BOCCA AL LUPO da parte di tutta la scuola per il suo futuro in maglia azzurra!!! PAG. 12 GENNAIO 2009 (segue dalla prima) ritardi nel processo di modernizzazione. Si rende, perciò, necessario un profondo e sereno ripensamento dell’impianto complessivo del nostro sistema scolastico, l’avvio e la gestione di una fase di revisione, di riordino ed “essenzializzazione” dell’intero quadro normativo, ordinamentale, organizzativo e operativo. Non tanto si tratta di aggiungere a quelle esistenti altre soluzioni innovative, ma di razionalizzare, semplificare l’esistente e rendere pienamente efficienti i servizi scolastici al fine di raggiungere risultati qualitativi migliori e di più alto profilo. Il sistema dell’istruzione Tecnico-Professionale è disciplinato dalla Legge n. 40/2007 (legge Fioroni), secondo la quale la riforma dovrà decorrere dall’anno scolastico 2009-2010. Lo schema del regolamento attuativo dell’articolo 64 si pone pertanto in stretta sequenza con la Legge 40/2007. Il suddetto schema di regolamento disciplina solo aspetti essenziali dell’Istruzione tecnica: – nuovo profilo educativo, culturale e professionale degli Istituti Tecnici; – impianto dei singoli indirizzi e relativi quadri orari; – criteri essenziali per l’organizzazione; – confluenza tra gli attuali e i nuovi ordinamenti. Tutti gli altri aspetti saranno disciplinati in modo più flessibile – nell’ottica di un coinvolgimento diretto delle scuole, delle parti sociali, dei collegi e degli ordini professionali – con successivi provvedimenti ministeriali, aventi carattere non regolamentare. Obiettivi: formare i giovani alle professioni tecniche molto richieste nel mondo del lavoro nei settori strategici per l’economia del Paese. Gli indirizzi del settore tecnologico puntano, in particolare, a sostenere il rilancio della competitività delle imprese manifatturiere. Identità Superamento della licealizzazione degli Istituti tecnici attraverso il rafforzamento degli insegnamenti scientifici e tecnologici e la centralità della didattica in laboratorio. Rafforzamento dello studio della Lingua Inglese anche nelle discipline tecniche. Descrizione dei risultati di apprendimento in termini di competenze, abilità e conoscenze secondo il quadro europeo dei titoli e delle qualifiche (EQF), anche per favorirne la spendibilità in ambito UE. Chiudo con l’augurio per noi tutti di un nuovo anno foriero di pace e gioia nell’ottica del bene comune, ottenuto tramite l’impegno personale e quotidiano. 13/12/2008: reportage fotografico Eleonora Silvestrini: miss matricola Il Dirigente Scolastico, i politici e i rappresentanti d’Istituto La collaboratrice signora IRENE SEBASTIANELLI (foto), da quest’anno in quiescenza, riceve un omaggio dal Dirigente Scolastico. Tanti auguri di un futuro sereno da parte di tutta la comunità scolastica. Riteniamo doveroso porgere un affettuoso pensiero augurale alla Prof.ssa CARLA CHERUBINI, docente di Economia Aziendale, tanto apprezzata e amata in particolare dagli studenti, anche lei in pensione dallo scorso settembre. Leopoldo Cartoni: mister matricola Al momento della sottoscrizione di E-JO’ 0-11 riceverai in omaggio un computer Kid Duel CLEMENTONI Il Dirigente Scolastico Prof. Oliviero Strona Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per tutte le informazioni si rimanda ai fogli informativi a disposizione della clientela presso le filiali Carifac S.p.A. E aprendo un c/c E-JO’ 11-18, 18-25 o 25-35 riceverai in omaggio un lettore MP4 VIDEO