Lettere e Rubriche
PAROLE
PAROLE / 113
Idiota,
privato
D
al greco antico “idiòtes,
attraverso il latino “idiota”, nel
significato di persona estranea
ad una comunità,non esperta dei suoi
costumi e delle sue regole,che non
ne capisce nulla; da qui il passaggio
al significato di “privato”, cioè
“non pubblico”, nel senso di “non
appartenente al popolo”. In Grecia ed
a Roma gli “idioti”erano considerati
inidonei alle cariche pubbliche,
proprio perché estranei alle regole
● Perchè le vittime dei
● Perché l’impegno per
disastri naturali ricevano
la pace sia occasione di
il conforto spirituale
testimonianza di Cristo
Sabato, 7 gennaio 2012 31
ed agli usi dei cittadini. Tuttavia
non per questo stupidi. Ma, in
italiano, la parola passa ad indicare
una persona imbecille. I laicisti, ad
esempio,vorrebbero confinare nel
“privato” le convinzioni morali ed i
valori religiosi, che apparterrebbero a
persone stupide, arretrate, “cretine”
(parola che,come abbiamo già
osservato,viene dal francese “cretin”
nel significato di “cristiano”).
Appare arduo,quindi,affermare e
● Perché il dialogo
ecumenico accresca la
comunione tra i battezzati
Apostolato della preghiera
Gennaio 2012
Intenzione generale
Perché le vittime dei disastri naturali
ricevano il conforto spirituale e
materiale necessario per ricostruire la
loro vita.
Nei volti di quelle persone private di
tutto, non possiamo non riconoscere
il volto sofferente di Cristo e, di fatto, è
Lui che serviamo quando mostriamo
amore e compassione per i bisognosi.
[…] Anche nei momenti più bui della
nostra vita, sappiamo che Dio non è
mai assente. […] Possiamo riconoscere
ulteriori segni della bontà di Dio nella
cooperazione e nella collaborazione di
così tanti diversi elementi della società
uniti nello sforzo di recare aiuto.
(Benedetto XVI, Discorso alla Conferenza
Episcopale dello Sri Lanka in Visita “Ad Limina
Apostolorum”, maggio 2005)
Intenzione missionaria
Perché l’impegno dei cristiani in favore
della pace sia occasione per testimoniare il
nome di Cristo a tutti gli uomini di buona
volontà.
Nel mondo globalizzato, caratterizzato da
società sempre più multi-etniche e multiconfessionali, le grandi religioni possono
costituire un importante fattore di unità
e di pace per la famiglia umana. Sulla
base delle proprie convinzioni religiose e
della ricerca razionale del bene comune,
i loro seguaci sono chiamati a vivere
con responsabilità il proprio impegno
in un contesto di libertà religiosa.
Nelle svariate culture religiose, mentre
dev’essere rigettato tutto quello che è
contro la dignità dell’uomo e della donna,
occorre invece fare tesoro di ciò che
risulta positivo per la convivenza civile.
Lo spazio pubblico, che la comunità
internazionale rende disponibile per le
religioni e per la loro proposta di “vita
buona”, favorisce l’emergere di una misura
condivisibile di verità e di bene, come
anche un consenso morale, fondamentali
per una convivenza giusta e pacifica.
(Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata
Mondiale della Pace 2011, n. 10)
Intenzione dei vescovi
Il dialogo ecumenico accresca la
comunione tra i battezzati delle diverse
confessioni, offrendo una testimonianza
più credibile a un mondo lacerato da
discordie.
Come discepoli del Signore abbiamo
una comune responsabilità verso il
mondo, dobbiamo rendere un servizio
comune: come la prima comunità
cristiana di Gerusalemme, partendo da
ciò che già condividiamo, dobbiamo
offrire una forte testimonianza, fondata
spiritualmente e sostenuta dalla
ragione, dell’unico Dio che si è rivelato
e ci parla in Cristo, per essere portatori
di un messaggio che orienti e illumini il
cammino dell’uomo del nostro tempo,
spesso privo di chiari e validi punti di
riferimento.
(Benedetto XVI, Udienza generale,
19 gennaio 2011)
Intenzione del vescovo
La Parola del Signore, annunciata
fedelmente dalle comunità cristiane,
riveli ai giovani la bellezza di seguire
Gesù, come propria strada, verità e vita.
❚❚ L’informatore giuridico / 126
testimoniare nella vita pubblica i
valori evangelici, in modo esplicito.
Ancora oggi c’è chi, pur stimandosi
cristiano, quasi si vergogna di
confessarlo pubblicamente. Tale
atteggiamento è chiamato “rispetto
umano”, quasi che, per rispettare il
prossimo,si debba tacere la propria
fede. D’altra parte c’è anche chi
la ostenta, mentre non ne dà una
corretta testimonianza nei fatti.
Attilio Sangiani
Lettere
al direttore
posta Viale Cesare Battisti,8 22100 Como
fax
031.3109325
mail
[email protected]
Avvisi
L’incontro per gli animatori
dell’Apostolato della Preghiera si
svolgerà lunedì 9 gennaio alle h. 15
presso l’Istituto Suore Canossiane in
Via Balestra 10, a Como. L’adorazione
eucaristica è fissata per giovedì 12
gennaio alle h. 15.30 nella chiesa di S.
Cecilia.
a cura di VITTORIO RUSCONI
Libretti al portatore e esenzione I.C.I.
I
n tema di manovra antiriciclaggio il decreto “salva Italia” del Governo Monti ha disposto un limite di 1.000,00
euro ai depositi sui libretti al portatore, considerati uno
strumento facile di evasione nei confronti del fisco.
Originariamente il decreto prevedeva l’obbligo di ridurre
l’importo dei libretti al portatore ad € 999,99 entro la data
del 31.12.2011.
A seguito della discussione intervenuta alla Camera e della
votazione favorevole al decreto, il termine è stato spostato
fino alla data del 31.3.2012.
Pertanto dal primo di aprile del 2012 coloro che possederanno libretti al portatore con un saldo superiore ad €
999,99 incorreranno in forti sanzioni, che comprendono
addirittura l’azzeramento del libretto.
Le norme passate alla Camera hanno ricevuto la fiducia dal
Senato, e pertanto la manovra è legge.
Le sanzioni previste per coloro che non provvedessero alla
riduzione della cifra depositata sono i seguenti:
1) Nel caso di importi compresi tra i mille e i tremila euro
la sanzione applicabile sarà pari al saldo del libretto.
2) Nel caso di importi superiori ai tremila euro ma inferiori
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numero 24/76 del 23.12.1976
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ad € 50.000,00 le sanzioni prevedono percentuali che
variano dal 10% al 20% del saldo.
3) Nel caso di importi superiori ad € 50.000,00 le sanzioni minima e massima dovrebbero essere aumentate del 50%.
Nel caso di inosservanza del termine del 31.3.2012,
qualora il soggetto che porti in banca il libretto con un
saldo pari o superiore ad € 1.000,00, l’istituto di credito dovrà effettuare una comunicazione alla ragioneria
territoriale dello Stato.
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stituito dallo svolgimento di tali attività da parte di un ente
pubblico o privato che non abbia come oggetto esclusivo o
principale l’esercizio di attività commerciali.
La Corte di Cassazione, confermando un orientamento ormai consolidato in materia di esenzione dal pagamento
dell’I.C.I., ha affermato che in base ai principi generali è
onere del contribuente (e non dell’ente impositore) dimostrare la sussistenza del requisito oggettivo, non potendo
essere desunta esclusivamente sulla base di documenti che
attestino “a priori” il tipo di attività cui l’immobile è destinato, occorrendo invece verificare che tale attività, pur rientrante tra quelle esenti, non sia svolta, in concreto, con
le modalità di un’attività commerciale.
In tema di I.C.I. si comunica che la Corte di Cassazione
con sue ordinanze nn. 23314 e 23315 del 9.11.2011, ha
ricordato che l’esenzione dall’imposta è subordinata alla compresenza di un requisito oggettivo, rappresentato
dallo svolgimento esclusivo nell’immobile di attività di
assistenza o di altre attività equiparate dal legislatore
ai fini dell’esenzione, e di un requisito soggettivo, co-
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Direttore editoriale: mons. Angelo Riva
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