Ballerino étoile dell’Opéra di Parigi, Charles Jude è direttore del Ballet de l’Opéra di Bordeaux dal 1996. Dopo gli studi al Conservatorio di Nizza, nel 1972 entra nel Corpo di Ballo del Ballet de l’Opéra National de Paris, dove diventa primo ballerino nel 1975, vincendo nello stesso anno la medaglia di bronzo al Concorso internazionale di Tokyo con Florence Clerc. Nel 1977 è nominato étoile a seguito di un’interpretazione magistrale di Ivan il terribile (Youri Grigorovitch). La sua danza unisce ad una fluidità felina (L’aprés midi d’un faune, V. Nijinski) la raffinatezza dello stile classico (Etudes, H. Lander) che lo indirizzano naturalmente verso i ruoli da “principe”. Dal 1978 al 1996, oltre ai ruoli principali del repertorio classico, interpreta anche i titoli dei maggiori coreografi neoclassici e contemporanei quali: George Balanchine, Jerome Robbins, Anthony Tudor, Maurice Béjart, Paul Taylor, Merce Cunningham, John Neumeier, Jiri Kylian. Hanno danzato con lui, tra le altre, Marcia Haydée, Ghislaine Thesmar, Noëlla Pontois, Florence Clerc, Elisabeth Platel, Monique Loudières, Sylvie Guillem, Carolyn Carlson, Natalyia Makarova, Isabelle Guerin, Carla Fracci, Alessandra Ferri, Elisabetta Terabust, Maïa Plisetskaya. Discepolo appassionato di Rudolf Nureev, è al suo fianco che impara l’arte di danzatore ma anche quella di coreografo. Tra il 1980 ed il 1992 fa parte del gruppo “Nureev & friends” regolarmente in tournée. E’ inoltre ballerino solista ospite delle migliori compagnie quali Royal Ballet di Londra, Balletto dell’Opera di Vienna, Balletto del Teatro alla Scala, Balletto Reale Danese. Docente al CNSM di Parigi, insegna anche con Marika Besobrasova all’Accademia di Danza di Monaco. Dopo la nomina alla direzione del Balletto dell’Opéra de Bordeaux, Charles Jude prosegue la sua carriera di interprete (L’après-midi d’un faune, Petrouchka, Suite en blanc, Quatre tempéraments, Sérénade, Le fils prodigue, Icare, Auréole, La pavane du Maure ) e si distingue nella creazione attraverso la rilettura coreografica di balletti del grande repertorio quali Schiaccianoci, Giselle, Coppelia, La bella addormentata, Il lago dei cigni, Le prince du bois e Don Chisciotte. Nel 2009 ha creato una nuova coreografia di Romeo e Giulietta. Charles Jude è stato Premio Njinski (1976), Premio Lifar (1988) e nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere (1990), Cavaliere della Legione d’onore (1996), Ufficiale delle Arti e delle Lettere (2001). Ballet de L’opéra National de Bordeaux Direttore artistico Charles Jude étoiles Oksana Kucheruk, Igor Yebra primi ballerini Yumi Aizawa, Vanessa Feuillatte, Stéphanie Roublot premier danseur Roman Mikhalev solisti Juliane Bubl, Alvaro Rodriguez Piñera corpo di ballo: Aline Bellardi, Darélia Bolivar, Emilie Cerruti, Pascaline Di Fazio, Louise Djabri, Stéphanie Gravouille, Marina Guizien, Corinne Lanssens, Laure Lavisse, Camille Lebesgue, Alice Leloup, Diane Le Floc’h, Nicole Muratov, Marie-Lys Navarro, Lucie Peixoto Rodrigues, Sara Renda, Giada Rossi, Mika Yoneyama, Felice Barra, Kase Craig, Guillaume Debut, Ludovic Dussarps, Davit Gevorgyan, Alexandre Gontcharouk, Vladimir Korec, Austin Lui, István Martin, Samuele Ninci, Take Okuda, Frédéric Vinclair, Ashley Whittle, Marc-Emmanuel Zanoli aggiunta Claire Teisseyre maitre de ballet Eric Quilleré responsabile produzione Anne-Hélène Brière coordinamento generale Michèle Tenier direttore di produzione Jean-Pierre Tenier pianista Leo Smékal responsabili luci Jean Orreteguy, Vincent Dagneau costumi Sylvie Seguin trucco e acconciature Catherine Tricard chineseterapista Martine Picot-Stevens autisti Francis Proust, Fernando Garcia STAGIONE 2011/2012 14 aprile 2012 · ore 20.45 · MUSICA Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Zubin Mehta direttore Verdi “I Vespri siciliani” Sinfonia Mozart Sinfonia n. 41 KV 551 “Jupiter” Dvořák Sinfonia n. 9 op. 95 “Dal nuovo mondo” 10 maggio 2012 · ore 20.45 CROSSOVER E PENSARE CHE C’ERA IL PENSIERO di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia di Emanuela Giordano con Maddalena Crippa pianoforte Massimiliano Gagliardi produzione: Tieffe Teatro Milano in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber 16 - 19 aprile 2012 · ore 20.45 · PROSA IL VENTAGLIO di Carlo Goldoni regia di Damiano Michieletto produzione: Teatro Stabile del Veneto Teatri e Umanesimo Latino S.p.A. 20 - 28 aprile 2012 · TEATRO& C.E.C. Centro Espressioni Cinematografiche UDINE FAR EAST FILM FESTIVAL Il più grande festival di cinema popolare asiatico - 14ª edizione 8 maggio 2012 · ore 20.00 · LIRICA Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste LA BOHÈME libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica musica di Giacomo Puccini direttore Donato Renzetti regia di Elisabetta Brusa Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine Via Trento, 4 - 33100 Udine Tel. 0432248411 [email protected] www.teatroudine.it Segui il Teatro Biglietteria online [email protected] www.teatroudine.it www.vivaticket.it © Studio Novajra · ph.: Sigrid Colomyes · print: Grafiche Filacorda Patrimonio francese già con Luigi XIV, il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux porta in sé storia, ideologia, estetica del suo passato prestigioso. Fedele alla sua tradizione, il Ballet de l’Opéra de Bordeaux, a partire dagli anni ’90, ha arricchito il repertorio classico aprendosi alla modernità attraverso numerosi coreografi. Thierry Fouquet, direttore dell’Opéra di Bordeaux, ha nominato nel 1996 Charles Jude direttore artistico del Balletto. Appena ricevuta la nomina Charles Jude ha scelto di privilegiare la costituzione di un repertorio classico rimontando i grandi balletti e firmando alcune coreografie: Lo schiaccianoci (1997), Giselle (1998), Coppélia (1999), La Bella Addormentata nel bosco (2000), Il Lago dei Cigni (2002), Le prince du Bois (2003). Inoltre ha allargato il repertorio della compagnia a numerose opere classiche e neoclassiche con un omaggio a Marius Petipa (nel 1997 e 2001 con Raymonda, Paquita, il passo a due del Don Chisciotte…), Continuo e Jardin aux lilas d’Antony Tudor nel 1999. Consapevole della preziosa eredità del Ballets Russes di Serge Diaghilev, Jude annette al repertorio i balletti di Vaslav Nijinsky: Prélude à l’Aprés-midi d’un faune (1996), di Michel Fokine: Petrouchka, Le spectre de la Rose (1998) e ancora di Léonide Massine: Le Tricorne, Parade (2003). Prosegue il suo lavoro con le coreografie di Serge Lifar: Icare (1996, 2001, 2003) e Suite en Blanc (2001) e di George Balanchine, Les Quatre Tempéraments (1997, 2002), ed infine nel 2004, Serenade, Who cares? e Sonatine. Ogni stagione, prevede l’ingresso di nuovi lavori nel repertorio, proposte neoclassiche, balletto moderno e danza contemporanea, ed è anche l’occasione per affrontare lavori quali Les Quatre saisons (1997) di Paolo Bortoluzzi, Aunis (1997) di Jacques Garnier, Troy Game (1998,1999) di Robert North, The Envelope (1998,1999) e Brothers (1998) di David Parsons, Trois Préludes (1998) di Ben Stevenson, e Before Nightfall (1998), Purcell Pieces (1999) di Nils Christe, Hydrogen Jukebox (1999) di Carolyn Carlson, Auréole e Le Sacre du Printemps di Paul Taylor, Pavane du Maure (2002) di José Limon, Sextet di Thierry Malandain (2003), Le Messie di Mauricio Wainrot (2005), Adagietto di Oscar Araiz, Zatoïchi di Carlotta Ikéda (2007). Nel 2008 la compagnia esegue Quatre Tendances, composto da Valse(s) di Thierry Malandain, Les Indomptés di Claude Brumachon, Click-PauseSilence di Jirí Kilián e In the Middle, Somewhat Elevated di William Forsythe. Parallelamente, si moltiplicano le tournée: Giappone, Stati Uniti, Spagna, Italia, e le recite in prestigiosi teatri a Parigi, Kiev, Losanna, San Pietroburgo e una partecipazione al famoso Omaggio a Rudolf Noureev organizzato nel 2003 a Bordeaux, Monaco, Tokyo, Mosca. La compagnia è stata ospite anche al Festival Internazionale di Edimburgo nell’Agosto 2003, al festival della Primavera di Budapest nel Marzo 2004, al festival nazionale di Cuba nel novembre 2004 e al Festival di Groningen nel gennaio 2005. Il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux ha ricevuto il Premio Serge Lifar in seguito alla rappresentazione di Suite en Blanc e Icare al Grand-Théatre de Bordeaux nel novembre del 2001, il Premio Herald Angels al Festival Internazionale di Edimburgo e il Premio come Miglior Balletto Straniero al Festival di Cuba nel novembre 2004. 12 aprile 2012 · ore 20.45 Ballet de l’Opéra National de Bordeaux SOIRÉE BALANCHINE DANZA Stravinskij violin concerto Ballet de l’Opéra National de Bordeaux Direttore artistico: Charles Jude SOIRÉE BALANCHINE STRAVINSKIJ VIOLIN CONCERTO coreografia George Balanchine musica Igor Stravinskij Concerto per violino e orchestra in re maggiore Interpreti 1a Aria Stéphanie Roublot, Alvaro Rodriguez Piňera 2a Aria Oxana Kucheruk, Igor Yebra Le otto coppie: Aline Bellardi, Nicole Muratov, Sara Renda, Louise Djabri, Mika Yoneyama, Laure Lavisse, Stéphanie Gravouille, Pascaline Di Fazio, Alexandre Gontcharouk, Davit Gevorgyan, Vladimir Korec, Ashley Whittle, Marc Emmanuel Zanoli, Take Okuda, Kase Craig, Felice Barra *** APOLLO coreografia George Balanchine musica Igor Stravinskij Interpreti Apollo Igor Yebra Tersicore Oxana Kucheruk Polimnia Yumi Aizawa Calliope Stéphanie Roublot WHO CARES? coreografia George Balanchine musica George Gershwin Strike up the ban, Sweet and low ban, Somebody loves me, Bidin’ My time, ‘S Wonderful, That Certain Feeling, Do Do Do, Lady be good, The Man I love, Stairway To Paradise, Embraceable You, Fascinatin’Rhythm, Who Cares ?, My One And Only, Liza, I Got Rhythm Interpreti: Roman Mikhalev, Yumi Aizawa, Giada Rossi, Sara Renda, Felice Barra, Kase Craig, Davit Gevorgyan, Take Okuda, Marc Emmanuel Zanoli, Emilie Cerruti, Stéphanie Gravouille, Laure Lavisse, Camille Lebesgue, Pascaline Di Fazio L’esecuzione di tutti i Balanchine®Ballets avviene d’accordo con The George Balanchine Trust, The Balanchine Style® e Balanchine Technique® Service Standards stabiliti e autorizzati dal Trust. Distribuzione International Music and Arts Il Violin Concerto - recentemente ribattezzato Stravinskij Violin Concerto al New York City Ballet - si iscrive nella tradizione dei balletti “in bianco e nero”; George Balanchine li voleva “semplici e spogli” su un palco vuoto, con i ballerini vestiti con l’abbigliamento da prove (body nero o bianco per le ragazze, magliette bianche e collant neri con calzetti bianchi per i ragazzi) che si stagliano su un fondo luminoso: «Danza, soltanto danza, ascoltando la musica». A questo filone appartengono: Les Quatre Tempéraments, musica di Hindemith (1946/1948); Episodes, musica di Webern (1959); e, soprattutto, Agon (1957), Symphony in Three Movements (1972), Duo Concertant (1972) e Violin Concerto (1972) essendo stati questi costruiti su musiche di Stravinskij (Agon veniva contemporaneamente composto e coreografato, in una collaborazione che ricorda quella di Petipa e Čajkovskij a San Pietroburgo, alla fine del XIX secolo). Collaboratori per più di quarantacinque anni (dal 1924, ovvero dall’epoca dei Ballets Russes di Diaghilev, fino alla morte del compositore nel 1971), Balanchine e Stravinskij hanno formato un duo di travolgente creatività, lavorando ad un continuo sviluppo delle forme e creando opere assolutamente “moderne”, divenute al giorno d’oggi dei “classici” del XX secolo. Ascoltare la musica. Da principio la musica di questo Concerto non era destinata alla danza. Stravinskij lo scrisse nel 1931 e ne diresse la prima esecuzione a Berlino con l’Orchestra della Radio Tedesca, interprete Samuel Dushkin, al quale l’opera è dedicata. George Balanchine se ne interessò qualche anno più tardi, per farne un balletto, che giungerà alla sua versione definitiva solo nel 1972, all’interno del Festival Stravinskij (in commemorazione della morte del compositore, scomparso un anno prima). «Stravinskij ha dichiarato che in generale non amava i concerti per violino. Io sarei della sua stessa opinione, se non avesse poi composto il suo. Un bel po’ di anni fa ebbi l’opportunità - grazie all’Original Ballet Russe di Colonel W. de Basil - di provare a creare un balletto su questa partitura. Era il 1941. La prima creazione si chiamò Balustrade per via della scenografia, uno splendido paesaggio del grande artista Pavel Tchelitchev attraversato, sul fondo della scena, da una balaustra bianca. Balustrade fu danzato per la prima volta al ‘Teatro sulla 51ma strada’, il 22 gennaio 1941… ma mi sono completamente dimenticato la coreografia! Perché dispiacersi? Ciò che avevo creato per quella occasione era per quella occasione, mentre quello che ho voluto fare per il nostro Festival Stravinskij al New York City Ballet è stato molto differente: tra il mio primo balletto e questo c’è uno scarto di quasi trent’anni, i ballerini non son evidentemente più gli stessi, io stesso sono cambiato, ma la musica… l’amo ancora di più! La partititura comprende quattro movimenti. La Toccata introduce i quattro solisti, seguiti da un piccolo corpo di ballo. I due movimenti centrali Aria 1 e Aria 2 mi hanno ispirato due pas de deux per due coppie differenti. E il Capriccio finale riunisce il tutto. Il modo migliore per penetrare l’atmosfera e il carattere propri di questi balletti, è di ascoltare e ascoltare ancora la musica». (George Balanchine) Se i tre primi movimenti - i cui titoli sono presi a prestito da Johann Sebastian Bach – sono impostati su una certa gravità, il Finale, al contrario, si scatena in un ritmo gioioso, rimandando al folklore russo. Una danza astratta? «Rien que de la danse » afferma Balanchine, che mira all’astrazione. Nonostante ciò, i suoi due pas de deux sulle Aria 1 e 2 e l’intera coreografia non si riducono ad una sequenza di movimenti sulle note, e neppure ad una illustrazione a commento della musica, a volte lirica, a volte aggressiva. Senza aver fatto ricorso ad una trama, la danza sviluppa un discorso sottointeso: sotto le apparenze ‘courtoises’ (nel senso della danza del cuore) da queste coppie viene espresso un ‘sottotesto’, suggerendo le tensioni e i disaccordi interni alle loro relazioni. L’uomo e la donna sembrano attraversati da sentimenti contraddittori che li fanno scontrare come gatti che tirano fuori gli artigli (Aria 1), o, anche se sono più in armonia, lasciano percepire dei dolori più antichi, delle ferite mal chiuse (Aria 2). Il pas de deux è una metafora del sentimento amoroso (o del disamore). Dunque, è astratta, la danza? «Né la musica, né la danza possono essere completamente astratte. Quando si sente un suono fisico, esso è stato organizzato dall’intervento umano e suonato da qualcuno. Quando si vedono dei ballerini che si muovono, essi sono in carne e ossa, in viva relazione tra loro. Quello che sentiamo e quello che vediamo è del tutto reale». (George Balanchine) Apollo Al caos del mondo primitivo della Sagra della primavera, alle dissonanze barbariche che, nel 1913, scandalizzarono il pubblico del Théâtre des ChampsElysées, è seguito in Stravinskij un periodo neo-classico. In Apollon, Stravinskij celebra l’armonia di un mondo in cui regnano l’intelligenza e la bellezza, del quale le vestigia dell’arte greca ci sembrano trasmettere il modello. Rigore e semplicità, che incontrano con umorismo i ritmi sincopati di una musica innovativa, nata nell’America degli anni ‘20: il jazz. La musica «In Apollon Musagète, mi sono fermato al tema della guida delle muse, che ispira a ciascuna la propria arte. Ho ridotto a tre il loro numero. Calliope, ricevendo da Apollo penna e pergamena, personifica la poesia. Polimnia, un dito sulla bocca, raffigura la pantomima. Infine, Tersicore, riunendo in sé i ritmi della poesia e l’eloquenza del gesto, rivela al mondo la danza e trova così un posto d’onore tra le muse. Apollo, in apoteosi, conduce le tre muse fino al Parnaso, che sarà ora la loro casa» (Igor Stravinskij) La coreografia Il balletto fu coreografato una prima volta da Adolph Bolm il 27 aprile 1928 a Washington. È la versione di Balanchine, però, che diventa quella di riferimento. Quest’ultima è un condensato di tutta l’arte della coreografia e forse di tutta la danza classica del XX secolo: sobrietà e fantasia, rigore e libertà, astrazione ed espressione. Tutto è riassunto in qualche minuto. Per la seconda volta, i nomi di Stravinskij e di Balanchine (Le Rossignol fu la loro prima collaborazione nel 1925) sono riuniti... e questo sarà l’inizio di una lunga complicità. «Considero Apollon come una svolta della mia vita. Nel suo rigore e asciuttezza, la partitura fu una rivelazione: mi sembrò mi dicesse che dovevo osare a non utilizzare tutto, che dovevo imparare anch’io ad eliminare». (George Balanchine) Who cares? Gershwin e i coreografi. La musica di George Gershwin è così naturalmente ‘danzante’ che ha fatto e continua a fare la felicità dei coreografi. Partiamo da Fred Astaire per gli spettacoli a Broadway: Lady Be Good (1924), Funny Face (1927) e di seguito al cinema: Shall we dance? / L’Entreprenant Mr Petrov di Mark Sandrich (1937) con Ginger Rogers. L’inglese Anton Dolin ideerà, nel 1928, un balletto su Rhapsody in Blue. Leonide Massine si lascerà tentare da diversi pezzi per piano da The New Yorker (1940). Gene Kelly comporrà le danze di An American in Paris (Un americano a Parigi) per Leslie Caron e se stesso, nel film girato da Vincente Minnelli (1951). Ritroviamo lo stesso Gene Kelly, invitato dall’Opéra de Paris a creare Pas de dieux (1960) con Claude Bessy, sul Concerto in fa, musica che sarà ripresa da Jerome Robbins per The Gershwin Concerto (1982). Di più recente segnaliamo Rhapsody in Blue coreografia di Odile Duboc (Opéra de Paris, 1998), Good Morning Mr Gershwin (2009) e Lalala Gershwin (2010) del duo Montalvo-Hervieu, e ancora Strickly Gerswhin (2011) di Derek Deane per l’English National Ballet. Collocato tra Jewels (1967) e Violin Concerto (1972), Who Cares? - una specie di «svago» - è uno dei maggiori balletti di George Balanchine e fu creato nel 1970. Who Cares?, dal titolo di una canzone scritta nel 1931 per lo spettacolo Of Thee I Sing, riprende qualche cosa da ciascuno dei suoi più grandi successi. Balanchine affidò gli arrangiamenti musicali a Hershy Kay, con il quale aveva già lavorato per il balletto Western Symphony. È Strike Up The Band che apre le danze. Seguono immediatamente gli standards Somebody Loves Me e I’ll Build a Straiway to Paradise tratti dalla rivista Scandals del 1922 di George White, The Man I Love composta originariamente pour Adele Astaire, conosciuta come cantante glamour con il nome di Helen Moranga, Embraceable You che sarà interpretata da Ginger Rogers e Bidin’My time, due brevi estratti da Girl Crazy così come l’ugualmente celebre I Got Rhythm, la canzone preferita dal compositore, per sua stessa ammissione, che corona questo tributo di Balanchine. La genesi di Who Cares? secondo Balanchine. Nel 1937, George Gershwin domanda a George Balanchine di andare ad Hollywood per creare le coreografie di Follies, un film di Samuel Goldwyn. Il progetto viene interrotto dalla morte del compositore, fulminato da un tumore al cervello prima di poter terminare la sua opera. Trent’anni più tardi Balanchine ritrova un quaderno con sedici brani composti da George Gershwin e da suo fratello maggiore Ira, per le parole, tra il 1924 e il 1931, che gli ispirano immediatamente le coreografie di Who Cares? Il titolo nasce in omaggio agli esuberanti anni di una certa fiammeggiante America, che Balanchine aveva conosciuto, restituendo l’energia particolare che regnava allora a Manhattan. « Il balletto è composto da una suite di danze sulle canzoni di George e Ira Gershwin che ho sempre amato. La canzone Who Cares? risale al 1931. È molto americana. Ho lavorato anch’io a qualche commedia musicale, specialmente a Hollywood, dove mi aveva invitato Gershwin, per coreografare i momenti danzati di Goldwyn Follies (1938). In quella occasione Gershwin mi aveva fatto dono di un quaderno di canzoni, nell’ordine in cui le eseguiva in concerto. Un giorno, decifrandole al pianoforte, le trovai meravigliose e mi dissi: ne ricaverò un pas de deux. E continuando a suonare, aggiunsi: senti! una variazione! e anche una suite… » racconta George Balanchine. E Lincoln Kirstein precisa: «Quando Balanchine mise mano alle canzoni di George Gershwin per farne un balletto, non aveva l’intenzione di evocare gli anni ’20 o ’30, né di presentare un pastiche di Fred Astaire e Ginger Rogers. Ciò che ha voluto mostrare è stato il genio musicale del compositore, attraverso la danza classica. Balanchine ha creato, a partire dallo stile accademico russo, un nuovo stile americano, così come Marius Petipa aveva, nel XIX secolo, delineato lo stile accademico russo a partire dalla danza francese. Aveva riconosciuto il caratteristico ritmo newyorkese, simbolizzato dall’atletismo, dalla vitalità, dall’energia scatenata, dal dinamismo scavezzacollo, sincopato e assimetrico… domandò ai suoi ballerini di muoversi più velocemente, eseguendo più passi in sequenze più serrate». Avendo come fondale la silhouette dei grattacieli di Manhattan, il balletto è costruito in due parti che si legano tra loro: nella prima (sequenze da 1 a 8), un ensemble di ballerini e ballerine appaiono in diverse formazioni: duo, quartetti e quintetti. Nella seconda parte (sequenze da 9 a 16) riunisce solo quattro danzatori: un ballerino e tre ballerine, come in Apollon: un Apollo dei bassifondi arrivato in Central Park… Testi liberamente tratti dal programma di sala cortesemente messo a disposizione dal Ballet de l’Opéra de Bordeaux.