Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 1 PIERO FOGLIATI L’immagine nella rêverie a cura di Alessandro Pancotti Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 2 Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra “PIERO FOGLIATI L’immagine nella rêverie” Osart Gallery, Milano 27 novembre 2014 – 28 febbraio 2015 COPERTINA Svolazzatore Cromocangiante, 1967 proiettore e schermo ad elica IN IV DI COPERTINA Proiettore per Cromocinetismi (Prisma Meccanico), 1972, proiettore e schermo rotante a disco, proiettore 18,5x 17,5 x 40,5 cm, schermo 24x17 x12 cm TESTO DI Alessandro Pancotti DESIGN Sara Salvi REDAZIONE Andrea Sirio Ortolani, Margherita Bani CREDITI FOTOGRAFICI Bruno Bani, Paolo Fogliati, Emanuele Riccio RINGRAZIAMENTI Daniela Palazzoli, Paolo Fogliati Finito di stampare nel mese di novembre 2014 a cura di Graphic & Digital Project Osart Gallery via Lamarmora, 24, 20122 Milano Tel. +39 025513826 [email protected] www.osartgallery.com Piero Fogliati con Pittura Mobile, 1974, Galleria dell’Obelisco, Roma Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 4 PIERO FOGLIATI L’IMMAGINE NELLA RÊVERIE di Alessandro Pancotti «Nell’arte non si tratta mai di innovare, ma solo di concepire una certa cosa in modo nuovo, mai di far pulizia, ma solo di essere puliti, mai di creare nuovi valori, ma solo di cercar d’essere in prima persona colmi di valori. Ai dilettanti, invece, piace soprattutto essere dei novatori, gente che dà una ripulita al mondo e lo sovverte, laddove a questo mondo non ci sarà mai, in lungo e in largo, nulla che essi siano in grado di migliorare. Solo la passione, l’impeto del sentimento, il duro destino personale di un uomo sincero può, alla fine di una singolare carriera, imporre al mondo qualcosa di mai esistito prima, ma questo avviene sempre e assolutamente da sé. Verso l’esterno l’autentico artista è leale, silenzioso e non impetuoso». ROBERT WALSER, Storie che danno da pensare P iero Fogliati, nel suo cammino solitario, umilissimo, sembra rispecchiare appieno l’idea di Walser sull’artista. Fogliati è certo un autore singolare o, per dire più nobilmente, uno sperimentatore. È osservatore attento del proprio tempo, appartato eppure immerso nella vita di tutti i giorni, in grado di creare, con la propria esperienza sul campo, una nuova concezione del mondo. La realtà, spinta nella giusta direttiva, diventa sperimentazione e possibilità stessa della percezione. Gli esiti di questo lavoro, nel caso di Piero Fogliati, risultano quanto mai inaspettati e affascinanti. L’indagine percettiva di Fogliati comprende la luce, il suono, il colore e il movimento come ambiti di una ricerca volti a generare eventi a essi correlati. L’approccio a “uscire dal quadro” porta l’artista a cercare nuovi linguaggi, e così a considerare la scienza come una risorsa da sfruttare - non accettando ciò che la scienza mette a disposizione per compiere ricerche dettagliate e precise, quanto piuttosto per esplorare nuove vie. L’approdo a questo concetto, per Fogliati, diviene parte stessa dell’approccio al suo lavoro, spinta propulsiva alla sua attività, per la realizzazione dei suoi progetti, per ri-creare quella realtà che lui ha già in mente, che già vede. La sua visione è quanto mai lontana da un’idea di scienza esasperatamente I4I tecnologica, da un’evoluzione incontrollata. C’è consapevolezza del rischio di tale distorsione. La sua è una speranza di sfruttamento fantastico, immaginativo della scienza, che si mette così al servizio della bellezza. Civilissimo e consapevole - «Scivolo sulla faccia della scienza» dichiara l’artista torinese in una delle rare interviste, disinvolto - proprio come se le sue macchine, le sue creazioni, potessero esprimendosi esprimere altro - se stesse - e non essere solo degli ingranaggi legati a una funzione pratica, come siamo stati abituati culturalmente a pensare delle macchine. Così i suoi strumenti, le sue invenzioni, le sue “scatole”, diventano altro. Se ne stanno in disparte, non compaiono mai, non sono che il mezzo. La polverina magica non è che un interruttore: la corrente. E allo spettatore non resta che abbandonarsi ai sensi, alle immagini, alle apparizioni di forme nello spazio, ai suoni, ai movimenti imprevedibili e sorprendenti - che sembrano uscire da chissà dove -, alle percezioni intime e involontarie, agli effetti inafferrabili, fugaci e immateriali, a un trucco che non si vede, e forse si desidererebbe conoscere. La tecnologia viene sfruttata a fini estetici e il gusto dell’artista si spinge su sempre nuovi percorsi. Sembra lo stesso Fogliati a darsi dei limiti nell’utilizzo della tecnologia - non arriva al digitale - come se volesse tirare fuori il meglio, il massimo, da quelle risorse essenziali, su cui ha deciso di puntare, ma che maneggia sapientemente e con estro. Il suo è un lavoro senza risparmio, al limite, esauriente. Le sue invenzioni, perché di questo si tratta, sono intrise dello spirito dell’esploratore e costruite con perizia. La riscoperta di un’alchimia antica, proiettata però nel futuro, con visionarietà. Pochi, con tanta semplicità di mezzi e materiali, hanno raggiunto simili risultati, e in questo sta l’unicità del lavoro di questo artista, che parte dai concetti più cari (luce, suono, colore, spazio, movimento) per creare quell’unicum che lo caratterizza. Non si tratta di un sognatore a occhi aperti ma di un sognatore sostanziale. Lo si percepisce dai disegni, che sono in grado di svelare mondi nascosti, astratti, visioni perfettibili. Le opere consistono in vere e proprie invenzioni, brevetti che non possiedono alcun “titolo” ma vengono “battezzati” con un nome proprio, con neologismi o espressioni curiose da fantaisiste, felicemente “funzionali”. La collaborazione con Arrigo Lora Totino ha fortificato la convinzione che il linguaggio si leghi all’oggetto e viceversa, senza essere più un’idea, ma una parola-strumento, un immaginario che prende forma, un movimento. Fleximofono, Forme di buio, Euritmia evoluente, Pittura mobile, Svolazzatore Cromocangiante sono solo alcuni dei nomi che più stimolano la curiosità. Una curiosità che diventa stupore quando ci si trova “dentro alle opere”. Chiamato inizialmente Struttura sonora a molle, Scultura sonante, e infine Fleximofono (1967), questo lavoro assume anche le sembianze di una scultura, leggera e flessibile. I5I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 6 Molle di acciaio sono fissate a una piastra metallica e, se sollecitate, emettono suoni variabili a seconda delle loro dimensioni. Occorre però spingersi un po’ più in là, è quello che Fogliati si aspetta, per ascoltare la sonorizzazione dei venti. Come se queste molle, in pratica, iniziassero a ondeggiare spinte dall’intensità ora lieve ora marcata del vento, producendo, per strofinamento le une con le altre, suoni sempre differenti: una voce particolarissima, un effetto irripetibile. In un ampio spazio urbano troverebbero perfetta collocazione una serie di Fleximofoni di diversa grandezza, schierati uno in fila all’altro o in modo sparso. Il lavoro di Fogliati si basa sull’interazione con l’ambiente, dal museo alla galleria, all’appartamento: lo spettatore diventa il primo fruitore dell’opera, è lui a sollecitare le molle. Forme di buio (1967) è invece ispirata alle tipiche girandole dei tetti bernesi. Si tratta di tre bacchette nere inclinate e collegate a tre eliche, che ruotano grazie a un motore posto nella base. Il movimento produce un’impressione di staticità: da lontano le piccole eliche - che facilmente potrebbero sembrare pipistrelli - ruotando su se stesse assumono la forma di una figura. L’utilizzo del bianco e nero ci riporta all’espressionismo astratto. Suggestioni che possono rimontare a Pollock (Number 26 o Number 14), a Willem de Kooning (Black and white Rome) e a Franz Kline (Figure Eight). Davanti a Euritmia evoluente (1970) si resta stupefatti. L’opera è costituita da un anello bianco collegato a un motore elettrico per mezzo di un sottile filo di nylon; il motore fa ruotare il filo e trasmette un movimento all’anello, che partendo da una posizione verticale gradualmente si inclina esprimendo un moto ondulatorio crescente. È questa espressione che interessa l’artista. L’anello sembra vivere di vita propria, in completa autonomia. Si tratta forse dell’opera più sorprendente di Piero Fogliati: l’anello fluttua miracolosamente nel vuoto e esprime tutta la leggerezza di questa ricerca. Una pace sospesa e garbata, una magica sospensione del tempo, il cui equilibrio spontaneo sembra accompagnarsi felicemente a alcuni versi di Maurizio Cucchi: «Ho preferito la quiete orizzontale, l’attesa / il dolce insorgere impagabile / dell’immagine nella rêverie». E quel «sopore galleggiante / su un mare increspato, solo un soffio», di cui lentamente sembra animarsi l’oggetto nello spazio, che porta lo spettatore in una nuova dimensione dell’incanto. In Pittura mobile (1970) lo spettatore è sollecitato a una percezione ottica inusuale. Il pannello su cui si alternano strisce dei tre colori primari diventa uno schermo sul quale proiettare eventi fuori contesto: fasci luminosi verdi, rossi e blu in rapida successione. «L’elica nel suo giro di torno a doppio movimento non si sottrae alla rivelazione fantastica - l’esito raggiunge il voluto - la pittura dell’aria - i colori svelano il gioco nella loro successione di vaghezza», con queste parole Piero Fogliati descrive il funzionamento e il fine dello Svolazzatore Cromocangiante (1967). Accanto al disegno del progetto indica i componenti: «elica - motore - supporto - luce fantastica». Con igiene stilistica l’oggetto, lo Svolazzatore Cromocangiante, può farsi immaginare come un insetto colorato del quale si è riusciti a isolare il volo, e la cui scia è un esito luminoso. Le striature colorate sono determinate dalla luce sintetica riflessa sulla piccola elica bianca posta in testa a una bacchetta di acciaio su cui viene proiettato un fascio di “Luce Sintetica”. L’esito, una «pittura dell’aria», è una riflessione sospesa nel buio e nel vuoto. In tutti i lavori sono riscontrabili atmosfere surrealiste, auree che avrebbero avuto senz’altro l’attenzione di un Breton o di un Man Ray. Emerge prepotente il sogno, più reale del reale, filtrato da quella “stanza dei giochi” che è il laboratorio. Qui l’artista si arrende totalmente all’opera, privandola di quell’emozione originaria: un’esperienza in grado di rinnovarsi. L’indagine di Fogliati è una sfida percettiva nei confronti del fruitore, uno spingersi oltre la realtà - qui i termini divengono quelli rivelatori della poesia, di un colore I6I da sentire, di un suono, di una musica da vedere. Lo spazio espositivo è parte stessa dell’opera, è uno scenario ipotetico, senza più confini e potrebbe allargarsi a strade e piazze. L’esplorazione dei fenomeni naturali - legati alla luce e al suono - è realizzata in presenze estetiche monumentali (La città fantastica). Ecco quindi uscire dai disegni di Fogliati, per esempio nell’Auditorium a rumore, una grande cassa armonica che ausculta la città. Il Boomerang acustico è il suono che percorre le periferie senza incontrare ostacoli e ritorna, infine, al punto di partenza. Costruzioni immaginarie illustrate: il concerto di fumi, corpi ricaricabili. L’edificio dentro cui trasformare luce e vento in scultura. I disegni, che l’artista stesso definisce Fissazioni, uniscono procedimento e risultato, diventando essi stessi opere autonome, godibilissime, lungi dall’essere lavori preparatori, o semplici bozzetti, assumono la forma di indagini a posteriori sugli esiti del proprio lavoro. Alla chiarezza del tratto ecco distinguersi una precisione calligrafica per le descrizioni asciutte e dirette da libretto delle istruzioni. Nelle carte c’è tutto l’entusiasmo acquattato dell’inventore instancabile e le sue formule poetiche: trappola per fantasmi, fontana ludica, dispositivo per la decorazione dei cieli. Nel progetto finale c’è l’aspirazione massima dell’artista, l’opera totale: un ritorno alle origini, a un livello zero. Per fare un esempio, attraverso dispositivi di assorbimento e riflessione del suono si è in grado «di riproporre il fascino di un fenomeno sonoro di primitiva bellezza» (Enore Zaffiri), portando l’opera stessa tra le persone, non in modo invasivo, per riportare l’uomo a confrontarsi con se stesso. Il percorso di Piero Fogliati sfugge a ogni presa, a ogni collocazione. Si sviluppa dagli anni ’60 fino al nuovo millennio. Condivido l’idea che si debba guardare ai suoi lavori come a quelli di un pioniere, esattamente come a chi ha potuto assistere alle prime sperimentazioni di Méliès, Moholy-Nagy, Harold Edgerton e Yves Klein. Tra gli artisti contemporanei James Turrell e Maria Nordman sembrano i più affini per ricerche su luce e spazio, anche se Fogliati sembra racchiudere nella sua opera ben più svariate possibilità di indagine. La peculiarità della sua arte è che si può applicare ai più diversi utilizzi, diventando anche fonte di ispirazione per altre arti. Pensiamo allo stupore cinematografico per i mondi immaginari, alle sorprese di oggetti che prendono vita: sembra di ritrovarci i corti del regista Virgilio Villoresi. La sua opera può avere un impiego su vasta scala, sono approdi. Un simile lavoro originale avrà bisogno di altre interpretazioni e letture ma la portata delle sue innovazioni per la sublimazione dei fenomeni naturali non ha confronti. Pensare che tutto questo sia nato in un piccolo laboratorio, nel quale Piero Fogliati ha trascorso gran parte della sua vita, ripropone il tema del viaggio come imprescindibile. Un viaggio che il vero artista sa di affrontare con la propria mente, non già fisicamente con la frenesia del turista. Il suo è un paziente percorso alla scoperta di se stesso. Si deve guardare al suo lavoro con fiducia - perché chi riesce a dare ai sogni una forma apre il suo mondo agli altri. E rende possibili ulteriori intuizioni. Alla sensazione di stupore davanti alle sue opere dobbiamo sostituire la consapevolezza di trovarci davanti a un nuovo linguaggio: siamo noi che dobbiamo ancora imparare a essere contemporanei di Fogliati. Milano, ottobre 2014 Alessandro Pancotti ha 33 anni, è laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di milano. A Milano vive e lavora nel settore import-export e pratiche doganali. Ha pubblicato una raccolta di poesie: Le iniziali (Lieto Colle 2014, Premio Mauro Maconi - Sezione giovani e Premio Camaiore - Opera prima). Alcune sue poesie inedite sono uscite sulla rivista letteraria: “l’immaginazione” - n.281 I7I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 8 OPERE Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 10 Fleximofono, 2002, complesso meccanico a molle in acciaio armonico; molle in acciaio, piastra in ferro, 260 x 16 x 18 cm Fleximofono, 1998, complesso meccanico a molle in acciaio armonico; molle in acciaio, piastra in ferro, 245 x 21 x 21 cm Fleximofono, 2002, complesso meccanico a molle in acciaio armonico; molle in acciaio, piastra in ferro, 245 x 35,5 x 35,5 cm I 10 I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 12 Fogliati 22-11-2014 I 14 I 8:27 Pagina 14 Forme di Buio, 1976, schermo a tre eliche, motore; eliche in alluminio, alimentazione 220V, 48 x 32 x 32 cm I 15 I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 16 Euritmia Evoluente, 1970, corpo rotante in sospensione animata, diametro 30 cm Fogliati 22-11-2014 I 18 I 8:27 Pagina 18 Pittura Mobile, 1971/72, Proiettore, Struttura riflettente, estensioni riflettenti costituite da sequenze verticali e orizzontali di colore rosso verde e blu poste in successione, Proiettore: 48,5 x 48,5 x 24 cm, Estensione riflettente: 45 x 100 e 100 x 45 cm, Struttura riflettente, 78,5 x 55 x 33 cm I 19 I Fogliati 22-11-2014 I 20 I 8:27 Pagina 20 Svolazzatore Cromocangiante, 1991, Proiettore e schermo a elica Proiettore: metallo,lenti, filtri colorati, alimentazione 220V Schermo ad elica: motore elettrico, elica bianca in alluminio, alimentazione 220V Proiettore: 16,4x15,6x30,6 cm Schermo ad elica: 34x38,5x38,5 cm I 21 I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 22 Svolazzatore Cromocangiante, anno???, esito: riflessione vagante 38,5 x 11 cm I 22 I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 24 DISEGNI Fogliati 22-11-2014 I 26 I 8:27 Pagina 26 Svolazzatore a luce fantastica, 1994, tecnica mista su carta incollata su masonite, 37 x 21 cm Cerchi evoluenti indipendenti, 2002, biro su carta, 47,5 x 34 cm I 27 I Fogliati 22-11-2014 I 28 I 8:27 Pagina 28 Suono della terra diffuso sulla città, 2003, china su carta incollata su masonite, 40,5 x 51,5 cm Forme di buio, 2005, china e pastello su carta incollata su masonite, 42,9 x 31,8 cm I 29 I Fogliati 22-11-2014 I 30 I 8:27 Pagina 30 Senza Titolo, 2005, biro e pastello su carta incollata su masonite, 37,8 x 38,4 cm Senza Titolo, 2006, china e pastello su carta incollata su masonite, 51 x 39 cm I 31 I Fogliati 22-11-2014 I 32 I 8:27 Pagina 32 Senza Titolo, 2009, china e tempera su carta incollata masonite, 34 x 42 cm Corpi Ricaricabili, 2009, china e pastello su carta incollata su masonite, 36 x 39 cm I 33 I Fogliati 22-11-2014 8:27 Pagina 34 BIOGRAFIA Originario di Canelli, Piero Fogliati ha vissuto e lavorato prevalentemente a Torino, dove risiede tuttora. Si dedica all’arte a partire dagli anni ‘50 e sperimenta come autodidatta l’espressione pittorica, sia figurativa sia astratta-informale. La ricerca di una cifra personale e la fiducia nei confronti dell’autonomia del linguaggio artistico si coniugano presto con la forte passione dell’artista per la scienza e la tecnologia: esplora la percezione sensoriale ed i fenomeni naturali (in particolare luce, suono e colore), li riproduce con la costruzione delle sue macchine prodigiose, li dirige verso l’estetica sublime e raffinata delle sue immagini visive e sonore. Con le sue opere Fogliati suscita la meraviglia di un’apparizione, coniuga bellezza e percezione, manifestando così la sua fiducia nell’immaginazione ed il suo affetto sincero e gioioso nei confronti dell’uomo. Le opere dell’artista sono infatti legate all’ideazione e alla progettazione della Città Fantastica, un insieme di interventi sullo spazio urbano in cui i suoni, le luci e i corsi d’acqua della città si trasformano per l’abitante in esperienze estetiche e sensoriali (come l’Auditorium a Rumore, il Tempio della Luce, il Boomerang Acustico), un “sogno globale” che Fogliati sviluppa a partire dai primi anni ’60. In questo periodo si segnalano le prime mostre personali a Firenze, Roma e Torino, fino alla partecipazione alle due Biennali di Venezia del 1978 e del 1986 (quest’ultima dal tema “Arte e Scienza”), alla Biennale di Nagoya 1997, in Giappone, sino alla grande mostra del 2006 dedicata all’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni presso il Museo d’Arte Contemporanea dello ZKMZentrum für Kunst und Medientechnologie, in Germania. La consacrazione torinese giunge nel 2003 con la bellissima antologica “Piero Fogliati il poeta della luce”. Sue opere sono presenti in importanti musei pubblici nazionali (la Galleria d’Arte Moderna di Torino e di Bolzano, la Galleria Comunale di Cagliari) e internazionali, come il Museo Technorama der Schweiz di Winterthur (CH), il Musée de l’énergie électrique di Mulhouse, l’AT&T Foundation, la “Cité des Sciences et de l’Industrie” di Parigi (che nel 1992 gli ha dedicato la mostra personale “Sculpter l’invisibile”) e la VAF-Stiftung di Francoforte sul Meno presso il MART di Rovereto, nonché in numerose collezioni private, tra cui la Collezione Panza di Biumo di Lugano e la Fondazione Giuliano Gori a Santomato. I 35 I Fogliati 22-11-2014 MOSTRE I 36 I 8:27 Pagina 36 Mostre Personali Principali Mostre Collettive 1957 Torino, Saletta metro Cristallo, 15 quadri di Piero Fogliati 1970 Firenze, Galleria d’Arte Moderna Il Fiore Roma, Studio Farnese, 1971 Milano, Galleria del Naviglio 1972 Torino, Galleria Martano 1974 Roma, Galleria dell’Obelisco 1981 Genève, Galerie Voir 1982 Pesaro, Galleria Deposito Figure, Luce e Vento 1989 Milano, Valeria Belvedere 1992 Paris, Musée de la Villette, Sculpter l’Invisible 1993 Paris, Galerie Luc Queyrel, Reel-Virtuel 1994 Casale Monferrato, Galleria Rino Costa 1996 Mulhouse, Musée de l’Électricité 2002 Casale Monferrato, Galleria Rino Costa 2003 Torino, Tendoni di Ponte Mosca, Piero Fogliati il poeta della luce. 2004 Valenza (Alessandria), Galleria Rino Costa 2007 Pistoia, Fattoria di Celle – Collezione Gori, Piero Fogliati. Utopia possibile? 2008 orino, Claudio Bottello Contemporary, La città fantastica. 2008 Valenza (Alessandria), Galleria Rino Costa. 2009 Giarole (Alessandria), Castello Sannazzaro, Fotofoneide 2012 Torino, Gagliardi Art System, piero fogliati, Solo show 2014 Torino, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Surprise 1964 Alba (Cuneo), Galleria del Falò 1968 Ferrara, Teatro Estense e Palazzo dei Diamanti, Spettacolo con Liquimofono Torino, Società Promotrice di Belle Arti, Quadriennale Nazionale Milano, Galleria Vismara, Incontri delle dieci “Arte Contemporanea” 1969 Bologna, Museo Civico Torino, Istituto Bancario San Paolo, Linee della giovane arte torinese Termoli (Campobasso), Premio Svevo 1970 Imola (Bologna), Chiostri di San Domenico, Nuove presenze nell’Arte Italiana Torre Pelice (Torino), XXI Mostra d’Arte Contemporanea Acireale (Catania), Palazzo Comunale, Rassegna d’Arte Contemporanea 1971 Firenze, Galleria Fiori, Accumulazioni. Cat. R. Barilli 1972 Venezia, Galleria Il Naviglio Torre Pellice (Torino), XXIII Mostra d’Arte Contemporanea 1973 Martigny, XIV Comptoir de Martigny, Espressioni d’arte di Torino a Martigny 1974 Firenze, Galleria Giorgi, Segno Settantaquattro. Torre Pellice, XXV Mostra d’Arte Contemporanea 1980 Frankfurt, GaleVenezia, XXXVIII Biennale Internazionale d’Arte Firenze, Palazzo Strozzi, VI Biennale Internazionale della Grafica 1981 Milano, Teatro di Porta Romana, Eventi Luminosi per lo spettacolo Banana Lumière 1982 Milano, Comune di Milano e Cooperativa Intrapresa, MilanoSuono - Progetto Savinio 1983 Cagliari, Galleria Comunale, Gli artisti e le opere 1985 Rivoli (Torino), Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, Il Museo Sperimentale di Torino. Arte italiana degli anni Sessanta nelle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna 1986 Venezia, XLII Biennale Internazionale d’Arte “Arte e Scienza” Genova, Villa Croce, Itinerari dell’avanguardia. Un museo sperimentale da Genova a Torino 1989 Milano, Padiglione d’Arte Contemporanea; Lyon, ELAC - Espace Lyonnais d’Arts Contemporaines, Verso l’Arte Povera 1990 Torino, Galleria Bottello Arte, Oltreluce. Metafore e forme della luce 1960-1990 Torino, Galleria Caruso L’Uovo di Struzzo, Technicamente Barcelona, Galería Alfonso Alcolea, LLUM 1991 Bolzano, Museion - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Ultra Lux Reims (France), CNAT - Centre National d’Arts et Technologies, Les artistes et la lumière 1992 Bologna, Università, Electronica Paris, Musée de La Villette, Pavillon Tusquets, Frèquences Lumineuses Torino, Villa della Tesoriera, Mondi Armonici Alessandria, Palazzo Cuttica, Avanguardie in Piemonte: 1960/1990 1993 Reims (France), CNAT - Centre National d’Arts et Technologies, L’Art et la lumière. Créations d’images virtuelles Marostica (Vicenza), Castello Inferiore, 6ª Biennale d’Arte Contemporanea “La macchina del senso” Bolzano, Museion - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Sound Bologna, Palazzo di Re Enzo, Cybernauti. Un mondo rovesciato Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Il Novecento 1994 Winterthur (Switzerland), Technorama - The Swiss Science Center, Lichtspielerein Parma, Galleria d’Arte Contemporanea, Macchine d’Artista 1995 Torino, L’Uovo di Struzzo, La stanza dell’artista Torino, Promotrice delle Belle Arti, ARSLAB. I sensi del Virtuale 1996 Milano, Accademia delle Belle Arti di Brera, Arte e Scienza Napoli, Fondazione IDIS, Futuro Remoto 1996: nasce La Città della Scienza 1997 Nagoya (Japan), “Artec97” - The 5th International Biennale in Nagoya Bolzano, Museion - Museo d’arte moderna e contemporanea, Versus 2000 San Gimignano (Siena), Galleria Continua, Invita 1998 Winterthur (Switzerland), Technorama -The Swiss Science Center, In reich der sinne Torino, CEPU, Di… segno italiano 1999 Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Costruire una collezione Milano, Fondazione Stelline, Wunderkammer Roma, XIII Quadriennale di Roma – Palazzo delle Esposizioni, Proiezioni2000 2000 Manta (Cuneo), S. Maria del Monastero, 23° Festival Spazio Arte “Gli Spazi Immaginari” 2001 Roma, Museo d’Arte Moderna. Le tribù dell’Arte Torino, Lingotto, Next. Bit, dna e sonde spaziali 2003 Camino (Alessandria), Castello di Camino, RisAlto Friedrichshafen (Germany), Zeppelin Museum Friedrichshafen, Licht aus Bozen - Werkzeug aus Düsseldorf 2004 Torino, Gas Artgallery e Centre Culturel Français de Turin, Pas de trois 2005 Torino, Galleria Martano, Dal progetto all’Opera Valenza (Alessandria), Galleria Rino Costa. 2006 Alta Langa – Siti vari, Associazione culturale Il Fondaco, Via del Sale Karlsruhe (Germany), ZKM / Museum of Contemporary Art, FASTER! BIGGER! BETTER! Signet works of the collections 2007 Ivrea, Officine H, Il Cinetismo sub-cisalpino. Arte programmata ieri ed oggi 2008 Winterthur (Switzerland), Technorama - The Swiss Science Center, Licht. Kunst. Werke. Graz (Austria), Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Viaggio in Italia Italienische Kunst 1960-1990 Gent (Belgium), Zebrastraat/ZKM, Biennale for Digital Art (Update II) Shangai – Urban Planning Exhibition Center, Beijing – China National Academy of Painting, Shenzhen – He Xiagning Art Museum, Energie sottili della materia – Subtle energies of matter 2009 Saluzzo (Cuneo), La Castiglia di Saluzzo, ESM Energie Sottili della Materia 2010 Lugano, Mya Lurgo Gallery, Immersi in un mare di luce Shangai, Shanghai Urban Planning Exhibition Center, Contemporary Energy. Italian Attitudes 2011 Alessandria, Palazzo Monferrato, Padiglione Italia alla 54ª esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia per il 150º dell’Unità d’Italia ‘Weimar (Germania), Neues Museum, Kunstfest Weimar: Vision. Das Sehen Guarene d’Alba (CN), Palazzo Re Rebaudengo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Vedere un oggetto, vedere la luce Milano, Triennale Bovisa, Happy tech. Macchine dal volto umano 2012 Casale Monferrato (AL), Castello del Monferrato, “Spazio Privato – Opere dalla collezione Teresio Monina 1956 – 2012” Saint-Paul de Vence (France), Fondation Maeght, “Arcadia in Celle”: la Fondation Maeght présente la collection Gori - l’art pour la nature, la nature pour l’art Roma, GNAM - Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Arte cinetica e programmata Torino, Allegretti Contemporanea,La Scatola Nera 2013 Roma, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, “Percorsi nel contemporaneo” Milano, MACS Mazda Con-temporary Space, “Eureka. L’invenzione e il modello” I 37 I Fogliati 22-11-2014 BIBLIOGRAFIA I 38 I 8:27 Pagina 38 1957 F.Jesi, 15 quadri di Piero Fogliati, presentazione in catalogo mostra Saletta Metro Cristallo, Torino A.Dragone, Piero Fogliati al metro Cristallo, in“Il Popolo Nuovo”, Torino,10 gennaio 1964 R.Reviglio, Farà parlare di sé, in “Le Gazzette”, Acqui, 29 marzo R.Reviglio, Il Gruppo Cira presenta al Falò di Alba la sua rassegna, in “Lotte Nuove”, Cuneo, 30 marzo 1966 A.Dragone, Le Mostre d’Arte- E’ nato“L’oggetto”, “in Stampa Sera”, Torino, 11ottobre 1968 M.Bernardi, Quasi 500 pittori in mostra alla promotrice, in “La Stampa”, Torino, 5 ottobre A.Dragone, Vecchio e nuovo alla quadriennale, in “Stampa Sera”, 5 ottobre 1969 M.Bernardi, Esperimenti di Avanguardia, in “La Stampa”, Torino, 25 aprile A.Dragone, Artisti torinesi dell’avanguardia, in “Stampa Sera”, Torino, 28 aprile 1970 L.V. 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