Puoi ricevere i prossimi numeri di Amici del Centro Aletti con e!mail" inviandoci il tuo indirizzo di posta elettronica • N# $ • NATALE %&&$ • Carissimi amici, l’immagine della Natività del nostro Signore e Salvatore che quest’anno abbiamo scelto per i nostri auguri fa vedere la Madre di Dio che depone il suo figlio nella mangiatoia, che è anche la tomba. Infatti, Gesù allarga le braccia come quando sarà sulla croce. Anche se ad ogni Natale e Capodanno ci auguriamo tanto bene, tanta salute e tanta felicità, comunque in ogni anno ci visita qualche croce, sostiamo davanti ad una tomba delle persone a noi care e ci rendiamo conto che di fronte al morire e al soffrire gli auguri non bastano. Perciò è così bello, profondo, commovente e misteriosamente convincente vedere che non ci sono solo le croci e le tombe, ma che c’è anche il Signore che viene per accoglierci su di esse e farci passare i momenti che per noi sono così difficili. Il Natale ci fa vedere il Signore come un bambino per ricordarci che Dio – anzi la sua presenza, la sua vicinanza, il suo sguardo – matura e cresce con noi, con il passare del nostro tempo, di anno in anno. E noi, magari sempre più vecchi, ma anche sempre più genuini, veri e sinceri, deponiamo davanti al presepe i nostri doni come i Magi d’Oriente, l’ultimo dei quali, sull’immagine, si intravede ancora tramite un pezzo del suo mantello. Noi continuiamo ad essere commossi dal fatto che voi, amici e benefattori, proseguite nell’offrire i vostri doni al Signore, anche tramite noi, che non li meritiamo, ma questi doni certamente diventano la gioia e l’entusiasmo del nostro lavoro. Il nostro augurio a voi è che per questo santo Natale davvero, di fronte a questi doni che voi fate, ritroviate il volto del Bambino Gesù che vi benedice con ogni benedizione spirituale dal cielo. Nel Signore p. Marko Ivan Rupnik Direttore del Centro Aletti “Un altro” dottorato honoris causa a p. ·pidlík Il 7 novembre scorso, nella sala delle Conferenze di Palazzo Marini della Camera dei Deputati, a Roma, la Sacred Heart University, un’università americana che ha la sua sede a Fairfield, in Connecticut, ha conferito il dottorato honoris causa in teologia al card. ·pidlík (che ne ha già altri tre: uno dall’Università di Cluj, in Romania, uno da quella di Olomouc, Repubblica Ceca, e uno dall’Università Carolina di Praga). Ma questa volta, alla cerimonia del dottorato si è accompagnata la fondazione del “Cardinal ·pidlík Center for Ecumenical Understanding”, un centro che questa università ha voluto, ispirandosi alla vita e all’opera di p. ·pidlík, per il dialogo, la ricerca, l’educazione, le pubblicazioni e la collaborazione artistica tra le Chiese cristiane. Il Presidente della Sacred Heart University, il dott. Anthony Cernera, nella laudatio del candidato per il dottorato, ha espresso i motivi di questo riconoscimento. Anzitutto, il fatto che la sua opera di studio rappresenta un unicum nella riflessione teologica della seconda metà del XX secolo. “Aprendo e sviluppando il nuovo campo di ricerca della spiritualità dei popoli slavi – ha detto Cernera –, p. ·pidlík ha accettato i criteri epistemologici della teologia orientale, secondo i quali la conoscenza passa tramite la relazione: la verità è un tutto vivo, e come tale non può essere una nozione astratta, ma un principio che contiene tutto. Per questo il principio più vero della conoscenza è l’amicizia, un’attitudine di simpatia verso il conosciuto. Così si dischiudono i mille nessi che le cose hanno con tutto l’esistente e che invece rimangono nascosti quando le isoliamo e le controlliamo concettualmente. La sua opera è per questo un esempio di come guardare all’altro, di come accostarsi a lui. Rappresenta una visione per un diverso principio di unità e di comunione, oggi così prezioso in un mondo alle prese con i problemi delle convivenze multiculturali, nazionali e religiose.” Un altro dei motivi di apprezzamento della personalità del cardinale ·pidlík, ha continuato Anthony Cernera, è il fatto che non si tratta solo di un grande intellettuale. È anche un padre spirituale che, proprio in virtù di questa paternità, ha raccolto intorno a sé un gruppo di persone che in qualche maniera continuano il suo pensiero. In un tempo in cui non sono molti i maestri, ·pid- 2 P. ·pidlík con Anthony Cernera, Roma lík è un padre che è riuscito a trasmettere la sua esperienza creando una comunione di persone che hanno accolto la sua eredità e che allo stesso tempo la approfondiscono ciascuno in un loro modo personale, proprio come è più tipico della generazione spirituale, dove non si impongono mai le cose, ma si fanno nascere, si suscitano, lasciando che gli altri le portino avanti con tutta la loro originalità. Per questo l’incontro di conferimento del dottorato al card. ·pidlík e di inaugurazione del Centro intitolato a suo nome è finito in una maniera insolita: due schermi scendevano dal soffitto e si assisteva alla proiezione di un video con tante immagini di mosaici, testi, musiche, silenzio, affidato alla regia di talento di uno scolastico gesuita portoghese, Gonçalo Fonseca. A partire dalla Redemptoris Mater, che è il primo tentativo di una sintesi, il video faceva visitare diversi temi, diversi momenti, diverse scene, fino al lavoro nella Chiesa ortodossa di Cluj, che rappresenta un punto d’arrivo significativo, proprio perché fa vedere che l’arte è veramente lo spazio di un’incontro e di un’intesa spirituale. Una volta padre ·pidlík ha confidato che, quando ancora frequentava il ginnasio e stava a Boskovice, tra la casa e il ruscello che scorreva vicino, gli venne all’improvviso un’ispirazione: bisogna dedicarsi all’arte e alla bellezza. Sono passati decenni, tutta una vita di lavoro e di fatica, che gli ha confermato come l’arte è stata il “primo amore” della teologia, come l’arte si addice alla teologia più di ogni altro metodo e scienza. Ora, vede molti dei suoi temi più cari ripresi e portati avanti da una teologiaarte grazie all’Atelier del Centro Aletti. Un altro momento della cerimonia era la lectio doctoralis tenuta da p. ·pidlík dopo il conferimento del grado accademico, dedicata a “Incarnazionalismo occidentale ed escatologismo orientale”. L’escatologia – “quello che io vedrò ben presto”, come dice scherzando – è infatti un tema molto caro a p. ·pidlík negli ultimi tempi, tanto che sta lavorando ad un libretto che presto sarà pubblicato da Lipa. “Maranathà”, “Signore, vieni presto!”, era una delle invocazioni più costanti dei primi cristiani, che aspettavano con gioia la seconda venuta del Signore. Come mai non è più così? Perché – è la risposta di p. ·pidlík – da una parte si è instaurata la convinzione che esistono due vite diverse e che un giorno si dovrà inevitabilmente abbandonare l’una per passare all’altra. E questo rende l’uomo tragicamente diviso. Dall’altra, una certa teologia ha preso i temi relativi all’escatologia (la morte, il giudizio, l’inferno, il cielo, la vita eterna...) elencandoli uno accanto all’altro, trasformando i simboli in un sistema logico, senza che abbiano più alcun nesso con la vita concreta, se non nel senso che la dovremo lasciare. L’Oriente, ha affermato p. ·pidlík – vede piuttosto gli ultimi tempi come una nuova creazione, un incontro tra l’azione di Dio e la maturazione del mondo, dove la storia – anche la storia personale – non è solo la “materia per il giudizio”, ma anche i “mattoni” con cui sarà costruita la nuova Gerusalemme. Cristo dopo la morte non è entrato in un’altra vita, ma è ritornato nella stessa sua vita, ha divinizzato la vita che aveva prima. E questo fatto è una totale novità rispetto a tutte le religioni. Si capisce così perché san Paolo dice che, se Cristo non fosse risorto dai morti, la nostra fede sarebbe vana (cf 1Cor 15,17), nel senso che anche la nostra vita quotidiana, terrena, andrebbe perduta. Gli ospiti della serata – professori, amici, benefattori, personalità del mondo accademico ed ecclesiastico – ancora una volta sono stati colpiti dal clima allo stesso tempo profondo, serio, ma anche convivia- le, festoso, bello dell’evento, tutte dimensioni che proprio la persona di p. ·pidlík riesce a mettere insieme. Per questo concludo con le parole che p. Rupnik, a nome del Centro Aletti, ha detto quella sera: “P. ·pidlík è per noi del Centro Aletti sempre motivo di rendimento di grazie a Dio. Lui stesso sa quanto profondi sono i sentimenti della nostra gratitudine anche nei suoi confronti. In questo tempo di transizione globale, dove sembra che tutto frani e sia fuggente, passeggero, dove la cultura della verità e del cuore sembra che siano esiliate, noi constatiamo continuamente il prezioso dono della sapienza di p. ·pidlík. Ci ha trasmesso il senso e il significato vero della teologia, della vita spirituale, della paternità spirituale, ma anche del discernimento culturale e soprattutto un grande senso della Chiesa. Quel sentire con la Chiesa e nella Chiesa così tipico della Compagnia di Gesù che si traduce in una creatività nel campo dei rapporti con altre tradizioni e con altre Chiese e che è diventato per tutta l’équipe del Centro come una bussola. Uno sguardo a questi 15 anni vissuti nella missione che i superiori ci hanno affidato ci sprona ancora di più alla gratitudine. Un’attività variegata di studio, di incontri, di pubblicazioni, di esercizi spirituali, di corsi di formazione, di creatività artistica, ci fa rivolgere anche a voi, amici qui presenti, perché sentiamo che tutto questo è possibile anche o addirittura soprattutto grazie a voi e a tanti come voi che oggi non sono qui, ma sono disseminati in giro per l’Europa. Il mio augurio e la mia preghiera sono affinché tutti noi siamo quello spazio di incontro e di luce dove si compone il mosaico, quello più vero, che è la Chiesa”. Novità di Lipa Questo testo di Brock, uno dei più competenti e fini conoscitori delle tradizioni siriache, spazia dagli autori, alle opere, ai temi di questa letteratura, spalancandoci la porta su un mondo affascinante. PUBBLICAZIONI DEL CENTRO ALETTI 228 PAGINE, 14 EURO Gli articoli del card. ·pidlík raccolti in questo volume sono divisi in tre sezioni: la prima sul tema della bellezza e il suo rapporto con la vita di fede; la seconda sull’icona in generale; e la terza su alcune particolari icone. PUBBLICAZIONI DEL CENTRO ALETTI 264 PAGINE, 18 EURO In questo breve e agile libro di Maria Campatelli il battesimo viene “visitato” a partire dalla liturgia, non solo quella latina, anche quelle orientali. Si ripercorre come era impostata l’iniziazione nella Chiesa antica per nutrire la creatività pastorale. COLLANA: BETEL 96 PAGINE, 8 EURO Il calendario per ogni mese riporta l’immagine di un mosaico realizzato dall’Atelier del Centro Aletti con la sua spiegazione, da conservare come libretto una volta finito l’anno. CM 29 X 43, 12 EURO Lipa Edizioni via Paolina 25, 00184 Roma Tel. 06/4747770 - Fax : 06/485876 [email protected] - www.lipaonline.org 3 Mosaico alla Sala Capitolare della cattedrale di Madrid Eccoci di nuovo a Madrid! Ma questa volta abbiamo triplicato la metratura… e dimezzato il tempo, il che è tutto dire! Ma la pioggia che gli spagnoli aspettavano da sei mesi ha pensato bene di arrivare proprio quando siamo arrivati noi… Ed era senza fine. È stato molto bello doversi cambiare continuamente i vestiti bagnati (quei pochi che avevamo), saltellare tra le pozzanghere che ogni dieci centimetri ricoprivano la piazza dell’armeria davanti alla Sala Capitolare per salvare le scarpe, stringersi in due sotto gli ombrelli (perché mica tutti pensano che nel mondo può anche piovere!) e mettere una grande croce fuori dalla porta, perché questo, secondo la tradizione georgiana, fa allontanare la pioggia! Ma si vede che invece gli spagnoli ne avevano proprio tanto bisogno, perché continuamente spariva da lì. Però bisogna ammettere che qualche volta ha funzionato, e ci piace pensare che avevamo trovato noi la soluzione. Tre settimane in un posto finiscono per rendertelo molto familiare, soprattutto perché vivi in un microcosmo dove cose e persone sono più o meno sempre le stesse e, quando superi il momento critico, quello che in cantieri prolungati arriva sempre ed è “tragico” ogni volta in maniera diversa, allora, quando tutto finisce, ti sei finalmente così abituato che ti sembra di essere un momentino stranito a dover partire. Ma le persone che hai incontrato, anche quelle che hanno preso un aereo solo per vederti lì, sul cantiere, e che perciò ti lasciano a bocca aperta ancora oggi se ci pensi, tutte le persone che ogni giorno in qualche modo hanno lasciato un po’ di bene in noi, quelle che hanno sostenuto il nostro lavoro in diversi modi sono, a Madrid come altrove, il segno che resta ogni volta, insieme al mosaico. E ciò che si dice del nostro modo di lavorare è ancora più importante del lavoro stesso, perché davvero questo non sarebbe nulla se mancasse la carità, quella carità che sudi ogni momento e che non sempre ti riesce spontanea, anzi che proprio non sempre ti riesce, quella carità che nei mille mondi che ognuno di noi è non è affatto scontata quando vivi tante ore al giorno a contatto con persone che certamente non hai scelto tu e che a loro volta di per sé non hanno certamente fatto una scelta di vita “comunitaria”, con tutto ciò che questa comporta. Ma alla fine ognuno arriva a riconoscere che il solo cammino possibile è proprio quella opzione di andare oltre, nonostante tutto. Perché in quel “nonostante” ci sei anche tu. Penso che sempre di più il nostro mosaico parli anche di questo e che questo le persone vedano ancor prima di vedere il lavoro finito. Ed è soprattutto di questo che dobbiamo ringraziare Dio. Il mosaico nella Sala Capitolare, continuando l’impostazione teologica di fondo della Sacrestia Maggiore, dove avevamo sviluppato la creazione del mondo, propone una lettura dell’amore trinitario in chiave cristologica e pneumatologica. L’aspetto cristologico significa il lato sacrificale, oblativo dell’amore, rappresentato qui con Abramo e Isacco, il rinnegamento di Pietro e, al centro, la presentazione al tempio e la deposizione attraversate dalla stessa croce che, Gli artisti alla conclusione del lavoro passando l’altare dell’offerta, arriva fino alla deposizione, dove Maria accoglie ancora una volta il Figlio nel suo grembo. L’aspetto pneumatologico rappresenta il superamento della tragedia, lo scopo del sacrificio, che è la risurrezione, la festa, la luce della Pentecoste: le ossa di Ezechiele, l’annunciazione, fino a Cana di Galilea e l’incontro di Maddalena con il Signore dopo la risurrezione. Queste due dimensioni inscindibili dell’amore del Padre mettono in luce da un lato l’aspetto trinitario dell’uomo, della storia e soprattutto della Chiesa, ma allo stesso tempo fanno vedere la sapienza divina che si realizza attraverso le relazioni tra le persone, in modo pasquale, in quanto la Pasqua è la forma con la quale l’amore divino vive nella storia. Questa è la nostra fede, questa è anche la nostra esperienza di ogni cantiere. E questa volta per ringraziare Dio di tutto il bene che ci dà la possibilità di vivere, abbiamo potuto concludere con un bellissimo pellegrinaggio a Javier, Loyola e Lourdes, fatto assieme agli altri membri del Centro Aletti che ci avevano raggiunti a Madrid al termine del nostro lavoro. E anche di questo siamo tanto grati. Presentazione al tempio e deposizione FONDAZIONE AGAPE • VIA PAOLINA 25 • 00184 R OMA • T EL . 06/4824588 • FAX 06/485876 • [email protected] • www.centroaletti.com C / C 935/56 presso il Banco di Sicilia, Agenzia 4, via Carlo Alberto 2a – 00185 Roma – Cin A – Abi 01020 – Cab 03204 Da 60 euro quota amico del Centro Aletti, da 300 euro quota sostenitore. Nella causale specifica sempre il tuo indirizzo. 4