Prendendo in mano questo librettino viene spontaneo chiedersi se fosse opportuno pensare una nuova collana editoriale. Almeno tre fattori ne motivano le ragioni: manca un mezzo efficace per far circolare le opinioni all'interno di una comunità scientifica com'è quella della nostra scuola di architettura. Tutti siamo portati a leggere poco e di fretta. Un libro piccolo nel formato e nel numero di pagine invoglia alla lettura. La terza ragione è di natura affettiva. Riportare in auge i “Millelire” rivisitandoli in funzione di rianimare un dibattito che langue, può sembrare nostalgico ma vale la pena tentare. Qui dentro trovi le prime idee sul lavoro che si può sviluppare. Claudio Umberto Comi Opinioni minute progetto editoriale della collana Claudio Umberto Comi (1960) è architetto e ricercatore universitario e si occupa di disegno del paesaggio e di architettura. E’ autore di numerosi libri tra cui: lezioni zen (1998); sul paesaggio (2001) la pratica del modello (2008), spazio, tempo e città (2009), e, quaderno di rappresentazione (in stampa). OPINIONI MINUTE Claudio Umberto Comi Opinioni minute Progetto editoriale copyright finito di stampare nel mese di maggio 2009 da Digital Print Service s.r.l., -Segrate (Milano) Chi non ricorda i “Millelire” pubblicati dal 1989 da Stampa Alternativa. Una casa editrice nata sulla spinta emozionale del ’68, che intendeva portare in Italia le esperienze delle “alternative press” anglosassoni. Prima di loro vi è stata la BUR. Una scommessa editoriale di Angelo Rizzoli nata a ridosso degli anni ’50 con l’intento di pubblicare i testi classici, e non solo, a un prezzo abbordabile, contribuendo così a diffondere la cultura anche negli strati meno abbienti della popolazione. In entrambi i casi, l’intento editoriale era quello di contenere i costi di copertina per facilitarne l’acquisto. Una politica editoriale, a dire il vero perseguita anche da altri editori, ma con minore successo. Un secondo aspetto, non certo secondario è il formato e la confezione editoriale che questi volumetti presentano. Piccoli, poveri nella grafica, con carta di buon comando e copertine spartane, si offrono al lettore come prodotti di pronto consumo. 3 Ancor oggi nelle librerie appare qualche simulacro di tali avventure editoriali. Molto spesso tali collane scompaiono ben presto, sommerse dalla valanga di libri che viene sfornata ogni giorno. Non vi sarebbe dunque ragione di riproporne l’ennesimo clone. Specie oggi, che in tempi di internet un libro te lo scrivi, lo impagini, lo paghi e lo metti in vetrina. D’altro canto l’ambizione editoriale alimenta un lucroso mercato di sogni. Premi letterari, opere prime, testi universitari stampati a fini concorsuali, biografie da regalare per un compleanno, e chi più ne ha più ne metta, tengono in vita un’editoria che dice di sopravvivere a stento. Eppure continuano a fiorire nuove piccole case editrici che inseguono il sogno di ritrovarsi in catalogo il bestseller che assicurerà loro un radioso avvenire. D’altro canto, complice il computer, editare un libro è oggi alla portata di tutti. Anche farlo stampare, non è un grosso problema. Al più 4 quella che manca è la distribuzione. Figurarsi per testi rivolti ad un mercato minore, o di nicchia. Uno dei miti di oggi è l’ISBN. Ai profani sembra il premio più ambito per la propria fatica. In realtà è un dovere di legge, che si ottiene con poco. Opinioni minute è una collana che nasce per dare risposte a un bisogno ormai inespresso. Non si trova più niente che parli dell’architettura ad un prezzo “minuto”. Al più vi sono “libretti” e “libroni” ricchi di fotografie ma, con ben poche parole e ancor meno disegni. Il mercato non manca. 130.000 architetti e 70.000 studenti equivalgono a una cittadina. Poi ci sono i curiosi, le imprese di costruzione, i giornali e quelli che leggono per il piacere di farlo. Un libro, di quelli di oggi, si ripaga anche con tirature modeste. Per l’autore in molti dei casi non ci sono diritti. Molto spesso è lui stesso che ne alimenta il mercato. Un mercato locale e per così dire costretto, dato che quello che il libro riporta 5 se lo deve studiare. È un po’ di tempo che nelle università ferve il confronto sul valore che uno scritto può avere. È questione di gruppi e di modi. Nelle scienze pure1, e applicate, la conoscenza si evolve per gradi. Basta dunque apportare un tassello al complesso mosaico della conoscenza per acquisire valore; in special modo se la notizia fa il giro del mondo e viene ampiamente citata. Nelle scienze dell’uomo2 la questione si fa più complessa. Il valore, al di la delle mode, diventa un’opinione, e con ciò è opinabile. Per l’architettura, che si dice frutto di un’ibridazione di questi diversi modelli, non c’è ancora un sistema sicuro. Innovare la tecnica attiene agli ingegneri, rinnovare le idee non è cosa da poco. Il valore, al di la dei concorsi, non sta in quel che dici, finisce con lo stare nel raccogliere e ordinare frammenti della conoscenza. Opinioni minute sono un possibile spazio per tali frammenti del pensiero fluttuante. 6 L’idea La ricerca scientifica, specie nelle scuole di architettura, stenta a trovare uno spazio di confronto e dibattito. Al più, all’occorrenza si organizza: un convegno, un incontro seminariale, un ciclo di lezioni e si producono gli atti. Vi sono poi le riviste, rigidamente suddivise per temi, che stentano a sviluppare un mercato e acquisire lettori per ragioni di costo e di distribuzione. Una prima evidenza è che in tali occasioni non vi è spazio per tutti per esprimere la propria opinione. Non con questo che vi sia una censura, è solamente ragione di tempo. Ultimamente è fiorita la moda del convegno a pagamento. Nel senso che paghi per dire la tua. Non è quindi un caso che ogni giorno qualcuno s’inventi un incontro, un dibattito, una lecture per rendersi almeno visibile. A dire il vero, una diversa modalità di dare pubblicità ai propri studi esiste: è 7 l’editoria universitaria. In realtà è un segmento di mercato, al pari dell’editoria scolastica e della manualistica, abbastanza sicuro. Non è quindi un caso che spesso ad ogni sede universitaria si affianchi un editore di scopo.3 Solo per le scuole di architettura in Italia ne ho contati almeno una decina, ma la stima probabilmente difetta e mi scuso con chi ho dimenticato. In fondo sono editori “leali”. Producono il libro sapendo che chi l’ha scritto, per primo, lo farà comprare. Questo a loro conviene e conviene anche all’autore. Il vero problema è che un libro non lo scrivi ogni giorno. In genere quando succede leggendo quel libro si trova ben poco di nuovo. Adesso poi che per fare i concorsi, la produzione scientifica si misura in numero di volumi, finirà che per poter pubblicare ti tocca anche pagare. La collana "opinioni minute” nasce per offrire uno spazio, , a opinioni, idee o progetti di ricerca, lezioni o il reprint di articoli, saggi brevi e letteratura grigia. 8 A chi si rivolge In apparenza, parlando dei possibili interlocutori di “opinioni minute” sembrerebbe necessario operare un distinguo tra autori e lettori. In realtà, se il progetto prenderà la forma che spero, le cose non stanno così. Gli autori saranno i docenti, i ricercatori, i tecnici che alla ricerca partecipano, i dottorandi e alcuni studenti. Cioè le stesse persone che possono avere interesse a leggere, per sapere, quello che hanno da dire coloro con i quali lavorano o studiano. Nel caso specifico nascendo in un preciso contesto, o comunità scientifica se si preferisce, le opinioni minute non hanno vergogna di sembrare un pochino locali e con ciò autoreferenziali. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che per dirsi le cose non serve stampare un libretto. In altri contesti sarà anche vero ma vivendoci dentro ogni giorno, pur essendo curioso, non so niente di 9 cosa pensano, ricercano o fanno numerosi colleghi. Nulla esclude che il gioco ci scappi di mano. Io per primo se avessi qualcosa da dire, una volta stampato il libretto, ne manderei alcune copie ad amici lontani. Ad alcuni di loro ho accennato l’idea e la prima domanda e stata: ma posso scrivere anch’io un “opinione minuta”? Personalmente non ci vedo un problema. Anzi se così fosse significa che l’idea è piaciuta e comincia a camminare da sola. Poi come ogni agorà è aperta al confronto, ma si parla in idioma locale. Le ragioni di ciò sono alquanto banali. Di libri in lingua straniera ne abbiamo letti un po’ tutti. A volte li comprendi abbastanza. Altre volte li devi fare tradurre da chi con quella lingua ci parla. Per scrivere in lingua straniera devi pensare in quel modo, altrimenti vengono fuori delle frasi da azzeccagarbugli. Certo oggi la conoscenza parla in inglese è il latino dei tempi moderni ma, le opinioni minute sono pensate ed esposte in italiano. 10 Il format Giusto per contraddire quanto appena asserito per spiegare come sono fatti questi libretti, uso un forestierismo. Al pari di altre parole di uso comune “il format” ha un significato preciso: si riferisce alla “griglia”, quella che una volta si diceva “la gabbia” con cui uno stampato si monta in fotocomposizione. Oggi di format ce ne sono diversi, nella televisione, nella moda, ecc. Questa è la ragione per cui ogni volta che si usa una parola straniera è opportuna una nota che ne precisi il significato. Vi sono poi altre accortezze da rispettare ma le vediamo più avanti nella “guida alla composizione”. Ritornando ai libretti delle “opinioni minute” sono uguali a questo che hai in mano. La copertina è in cartoncino e stampata a colori. Le pagine interne, come vedi cucite con un punto metallico, si sviluppano a sedicesimo. È la prima variabile. Ogni volu11 me può essere di 16, 32, 48 o 64 pagine. L’editore è un tipo generoso e il prezzo non cambia. Quello che cambia è lo spazio che serve ad esporre un’idea. Chiaramente ogni volta che l’idea supera le 2.000 parole che stanno in un sedicesimo, ne serve uno nuovo. A 10.000 parole lo spazio è finito e non è questa la sede per parlar così tanto. Se pensi di usare 15.000 parole, in un libro più grande trovano sicuramente uno spazio migliore. La misura del libretto piegato è di circa 10,5 x 14,5 centimetri. È un formato a dir poco banale. Speriamo che siano le idee a rendere interessante il libretto. L’abbiamo adottato perché volendo, puoi provare a stamparti una bozza da solo, con la stampante che hai in casa, e vedere ancor prima che sia stampato l’effetto che fa. Ci sono molte altre cose da dire ma le spiego più avanti, quando racconto come comporre il tuo testo. Adesso passo a spiegare il piano editoriale dell’intera collana. Come vedremo c’è spazio per diversi tipi di opinioni. 12 Le diverse opinioni Al momento è prevista un’uscita ogni settimana. In un anno solare verranno dunque pubblicate 45 opinioni. In agosto e a Natale, le opinioni vanno in vacanza. Non è detto però che un’opinione sia per forza uno scritto che affronta un determinato argomento. L’architettura si sa è fatta anche di disegni ed esempi. Quindi ai libretti con la copertina che vedi nelle pagine, dopo se ne affiancano altri due “modelli”. Il primo vuole trovare uno spazio ai taccuini con cui gli architetti sono soliti nel fissare le idee. Sono i volumetti chiamati “sketchbook”. In genere non hanno un titolo ma un numero ordinatore e il nome dell’autore. Che cosa contengono lo scopri guardandoci dentro. Sono gli unici davvero internazionali perché parlano la lingua dei segni. Vi sono poi occasioni per dare seguito a una lezione riuscita in modo magistrale. 13 14 15 16 Bisogna però fare attenzione. Questa volta è un’occasione speciale, questo quartino è stampato a colori. Si è dovuto farlo per mostrare come verranno le altre due copertine. Il prezzo che abbiamo fissato, una copia costa come un caffè, non permette altri lussi. Poi per produrre un libretto c’è un sacco di altro lavoro. Il tuo testo dovrà essere impaginato, stampato e cucito. Qualcuno li deve promuovere nelle librerie. Alla fine a chi li pubblica, rimane attaccato ben poco. Ha deciso di fare una scommessa e per questo merita un po’ di rispetto. Una scommessa per soddisfare la richiesta di un gruppo di amici. Il tuo contributo, che è senz’altro gradito, è di proporre idee che non siano banali. Il successo di una collana è basato sulle idee che propone. Un numero loffio ogni tanto ci può anche stare. Quando i numeri di poco valore, e il valore lo decreta il mercato, diventano tanti è la stessa collana che perde interesse, per ovviare questo rischio c’è un comitato editoriale. 17 Il comitato editoriale Al momento non è ancora formato e non detto che mai si venga a sapere chi lo compone. Le ragioni son presto spiegate. Ogni volume prima di andare in stampa è sottoposto a una peer-review. Il tuo testo sarà valutato da due revisori, se occorre, lo dovrai emendare, poi quando è a posto, entra nella lista d’attesa di quelli che andranno in stampa. I revisori son scelti dall’editore che affida a loro il successo della collana. Rischiando in proprio è un diritto che vanta. Poi è giusto sapere che le persone che faranno questo prezioso lavoro non sono pagate. In caso vogliano dire qualcosa tra le “opinioni minute”, anche loro si attengono al medesimo iter. Quello che è certo che la collana avrà un direttore editoriale. Non essendo una rivista non è un giornalista, non serve. Come per le collane migliori che la storia ricordi a lui spettano oneri e onori. 18 Il contratto editoriale Il contratto, quello da firmare, lo trovi nel sito. Qui ti spiego cosa comporta. Per noi tu sei l’autore dell’opera. Questo significa che di ciò che proponi per la stampa ne hai tutti i diritti. In altre parole gli scritti li hai redatti personalmente, le immagini le hai elaborate, prodotte o e hai comprato i diritti, se citi dei brani, sei tenuto a citare la fonte. Sottoscrivendo il contratto t’impegni a cedere all’editore i diritti cui consegue un guadagno legato alla pubblicazione. A te resta il diritto d’autore4. Vi è poi una clausola aggiunta. Il primo a credere in quello che hai scritto pensiamo sia tu. Quindi ti impegni a compare 50 copie del tuo lavoro. In cambio l’editore ti riconosce una liquidazione forfettaria dei tuoi diritti di pari valore. Di ogni volume per la prima uscita l’editore ne stampa e cura la distribuzione di altre 200 copie. 19 Per predisporre il testo Per essere efficace un sistema deve essere semplice. Quando hai qualcosa da dire cominci a scrivere il testo. Mi raccomando ogni tanto conta le battute. Devono essere al massimo 10.000 parole in tutto. Se son meno saranno meno quartini del massimo che ti è consentito. Non è una cosa di per se negativa. Oggi non legge nessuno. Quindi con meno parole esprimi il tuo pensiero è più è facile che chi lo legge arrivi alla fine. Anche sul linguaggio provo a darti un consiglio, per quello che vale. È vero che parli a una comunità della scienza. È anche vero, però ognuno capisce più in fretta se legge come tutti, parliamo. La banalità di alcuni testi non sta nelle parole che usano ma nei concetti che esprimono. In questo libretto ci sono circa 5.000 parole e son 32 pagine. Per fare stare dentro tutto quello che ritenevo importante, ho dovuto tagliare qualcosa e 20 limare le frasi. Poi scaricando dal sito il file digitale (in formato rtf). Disporrai della gabbia in cui inserire il tuo testo per vedere prima quanto è lungo davvero. Le immagini quando ci sono devono essere bloccate nel testo. Puoi usare diversi sistemi. Il più comodo è inserire una tabella e importarle lì dentro, non si muovono più. Ricorda però che saranno in bianco e nero. Veniamo alle note. Sono indispensabili per chiarire un pensiero, citare la fonte o definire il significato di una parola specie se inusuale o straniera. Come vedi anche in questo caso sono tutte alla fine del libro. La ragione è una sola. Se apparissero alla fine della pagina in cui il richiamo si trova, finiscono per scombinare la grafica. Certo è un problema relativo ma il vero problema è che la nota distoglie dal fluire lettura. Serve ad approfondire quindi chi la vuole vedere se la va a cercare. Titoli e capoversi hanno un corpo maggiore (14 punti) mentre il testo è in lapidario5 diritto in corpo 11. Veniamo 21 adesso alle pagine fisse. La prima di bianca riporta titolo e autore oltre al marchio di questa collana. Il titolo, almeno nelle opinioni è meglio che sia di poche parole. Cinque bastano e avanzano. Sono al massimo 30 battute. Al più il sottotitolo ti consente di precisare qualcosa. Ha ben 50 battute. La sua “volta”, cioè quella che sta dietro alla prima, è a disposizione dell’editore per metterci l’ISBN e il suo copyright. La ragione è presto spiegata: questo è un “libro compresso”. Da pagina tre lo spazio è tutto per quello che vuoi comunicare. Una sola accortezza. Se c’è un indice va messo alla fine, nella penultima pagina. L’ultima invece racconta chi è l’autore. Come vedi ci va anche una foto. Se non ti va di mostrare la faccia, facciamo come si usa nei blog alla moda. Metti un’immagine che ti rappresenta. Il curriculum e un indirizzo di posta elettronica sono invece campi obbligati. Per preparare uno sketchbook il discorso è diverso. Ogni pagina contiene un’imma-gine. 22 Il metodo più pratico e veloce è “scandire” gli originali e ottenere un file in formato jpg di buona risoluzione. C’è comunque un problema di margini quindi serve un altro modello (gabbia scketchbook) che si trova nel sito di cui parlo alla fine del libro. Per le pagine di testo a commento la gabbia è uguale a quella che avete davanti. Eventuali didascalie vanno sotto all’immagine in corsivo più piccolo. Appena e pubblichiamo uno servirà per modello a quelli che seguono. Per la traccia di una lezione non ci sono regole predeterminate. Ognuno la impagina come crede sia più efficace. Attenzione soltanto se volete mettere anche le slide di un PowerPoint. Conviene inserirle ruotate di 90° gradi a pagina piena, altrimenti si rischia di vederci ben poco. Altrettanta attenzione deve essere prestata per le formule, i diagrammi e i simboli strani, chiudendola stampa in pdf vanno perduti. 23 Per proporre il testo Stabilito che è una collana “in economia”, qui si adotta la formula IKEA. Ovvero il libro te lo monti da solo. Per capire come si fa, ci sono queste istruzioni, c’è il modello di questo libretto, nelle pagine dopo qualche esempio che può sempre servire e, alla fine del libro, una serie di siti in cui trovare consigli e il software che serve. Il lavoro quello lo devi fare da solo. Appena il file in pdf è pronto lo mandi a questo indirizzo: [email protected] Insieme ci alleghi una piccola scheda6 che parla di te e ci dice come ti chiami davvero se usi uno pseudonimo di cosa parla il tuo libro di cosa ti occupi e tutti i recapiti che ritieni opportuni per essere contattato. Sono informazioni sensibili e resteranno segrete a tutela della tua privacy. Il responsabile editoriale visto il testo e il suo argo24 mento lo trasmette, in forma anonima, a due revisori. Ci vuole del tempo ma alla fine il testo ritorna. Se tutto va bene ricevi una comunicazione con allegato il contratto che devi firmare. Se c’è qualcosa da rivedere ricevi il testo annotato. Lo sistemi e lo rimandi di nuovo. Può anche succedere che redazione e revisori non considerino opportuna la sua pubblicazione. Sia ben chiaro, non c’è alcuna censura è solo che il testo, magari sbagliando, non ci pare idoneo per questa collana. In tal caso lo facciamo sapere all’autore al più presto che può sempre rivolgersi a un altro editore. Quando il testo è accettato, verrai al contempo informato della presumibile data di pubblicazione. Dal tuo testo l’editore prepara una bozza che ti viene mandata per “il visto si stampi”.Appena trasmetti l’assenso, il libro viene stampato e conosci la data d’uscita. Nel medesimo giorno partono le tue cinquanta copie e ne fai quel che vuoi. 25 Per promuovere il libro…. … ci sono molte maniere. La più diffusa è mandarlo a conoscenti e amici. È un sistema sicuro per far si che non lo compri nessuno. Un sistema un pochino più efficace è attaccarsi una mezza giornata alla rete e scovare gli indirizzi di quelli a cui pensiamo possa interessare la nostra opinione. Parlando di temi attinenti l’architettura ci sono le riviste degli ordini professionali, le riviste di settore, i siti e i blog che lo possono magari citare. Cercando tra i “lavoratori della conoscenza”si possono trovare altri studiosi che vedendosi recapitare un libretto da poco, che non impegna un granché per la sua lettura, magari lo infilano in tasca e sul treno o il metrò ci danno un’occhiata. Da ultimo ci sono i propri studenti che per un euro magari finalmente fanno lo sforzo, di compralo e non fotocopiarlo. 26 Consigli utili In queste pagine trovi i consigli o meglio le indicazioni per predisporre efficacemente il tuo testo: Un programma di videoscrittura freeware è Open Office. Lo puoi scaricare gratuitamente dal sito : http://it.openoffice.org Per stampare in pdf invece, sempre gratis, puoi usare diversi programmi: PDF4free 0.72 lo trovi qui: http://www.pc-facile.com Ci sono poi molti siti con istruzioni per l’impaginazione e la redazione dei testi, basta guardare nel web con la chiave: “regole di impaginazione”. Trovi un pdf delle Edizioni Franco Angeli che spiega tutto per bene, ma tra poco un’altra opinione darà tutte le istruzioni. 27 Le domande frequenti il libro avrà l’ISBN? Si in quanto, essendo pubblicato da un editore, è necessario per venderlo in libreria. cosa mi costa? Costa solo la fatica di impaginare e proporre il tuo libro. Poi c’è il costo delle tue 50 copie che sono 50 € cosa ci guadagno? I 50 € del costo delle tue copie. Posso pubblicare il libro con un altro editore? La risposta è no almeno che tu non risolva il contratto. C’è il bollino della SIAE No, perché non è obbligatorio. Chi è l’editore? Da stabilire 28 Concludendo il discorso, è chiaro che questo volumetto serve solo a sondare il potenziale mercato di autori e lettori. Adesso bisogna aspettare e stare a vedere che cosa succede. Se l’idea ti può interessare, non devi far altro che metterti in contatto usando la mail che trovi nel profilo d’autore. Se le adesioni saranno numerose, programmiamo un incontro per meglio precisare i modi con i quali partire. Se non ci crede nessuno, allora il progetto abortisce. Qualcuno si starà chiedendo perché mi è venuta questa idea. La ragione è la più elementare: ogni tanto ho qualcosa da dire. Poi con il mestiere che faccio, devo ogni tanto pubblicare qualcosa. Non sempre c’è materiale per scrivere un libro. Altre volte mi serve lasciare una memoria scritta agli studenti. Poi per essere davvero sincero essendo architetto e designer, mi sono immaginato un progetto e il gioco mi ha preso la mano. Questo è il risultato, speriamo che piaccia anche a voi. 29 Come le definisce TonyBecher nel suo studio sulle comunità scientifiche: Academic tribes and territories: intellectual enquiry and the cultures of disciplines, Milton Keynes – Bristol, SRHE-Open University Press, 1989 1 Humaties sono l’insieme di studi e scienze umanistiche che si occupano di letteratura linguaggio, filosofia e arti visive. 2 3 Editoria universitaria di architettura Il diritto d'autore è la posizione giuridica soggettiva dell'autore di un'opera dell'ingegno a cui i diversi ordinamenti nazionali e diverse convenzioni internazionali riconoscono la facoltà originaria esclusiva di diffusione e sfruttamento, ed in ogni caso il diritto ad essere indicato come tale anche quando abbia alienato le facoltà di sfruttamento economico. Cfr.: Legge 22 aprile 1941, n.663 e successive modifiche. (da Wikipedia) 4 Lapidario è il tipo di carattere qui utilizzato, secondo la classificazione operata da Aldo Novarese. Nello specifico il carattere in questione è un Book Antiqua nei diversi corpi tipografici. 5 6 Sempre scaricabile dal sito: www.opinioniminute. 30 Indice introduzione 3 L’idea 7 9 A chi si rivolge Il format 11 Le diverse opinioni 13 Il comitato editoriale 18 Il contratto editoriale 19 Per predisporre il testo 20 Per proporre il testo 24 Per promuovere il testo 26 Consigli utili 27 Le domande frequenti 28 conclusioni 29 30 Profilo d’autore Claudio Umberto Comi (1960) è architetto e ricercatore universitario e si occupa di disegno del paesaggio e dell’architettura. Responsabile per la didattica del Laboratorio Modelli e Prototipi della Facoltà di Architettura e Società presso la stessa ha tenuto corsi di: Rappresentazione del territorio e dell’ambiente, Rilievo, Disegno edile e, Laboratori di disegno per architetti e designer. E’ autore di alcuni libri tra cui: lezioni zen (1998); sul paesaggio (2001) la pratica del modello (2008), spazio, tempo e città e opinioni minute (2009) e quaderno di rappresentazione (attualmente in fase di pubblicazione). Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Pianificazione [email protected] Prendendo in mano questo librettino viene spontaneo chiedersi se fosse opportuno pensare una nuova collana editoriale. Almeno tre fattori ne motivano le ragioni: manca un mezzo efficace per far circolare le opinioni all'interno di una comunità scientifica com'è quella della nostra scuola di architettura. Tutti siamo portati a leggere poco e di fretta. Un libro piccolo nel formato e nel numero di pagine invoglia alla lettura. La terza ragione è di natura affettiva. Riportare in auge i “Millelire” rivisitandoli in funzione di rianimare un dibattito che langue, può sembrare nostalgico ma vale la pena tentare. Qui dentro trovi le prime idee sul lavoro che si può sviluppare. Claudio Umberto Comi Opinioni minute progetto editoriale della collana Claudio Umberto Comi (1960) è architetto e ricercatore universitario e si occupa di disegno del paesaggio e di architettura. E’ autore di numerosi libri tra cui: lezioni zen (1998); sul paesaggio (2001) la pratica del modello (2008), spazio, tempo e città (2009), e, quaderno di rappresentazione (in stampa). OPINIONI MINUTE