SETTIMANA
PER
Parrocchia San Massimo
Collegno
SETTIMANA
3165
333
17 Maggio 2015
Sito: www.parsma.altervista.org
Carissimi,
in questi giorni la comunità è impegnata a pregare, sostenere e valorizzare i bambini che ricevono la Prima Comunione e i ragazzi che attraverso il sacramento della Confermazione ricevono il dono dello Spirito Santo, a questo
proposito per entrare di più nella vita della comunità vi rimando alla lettura della Voce del Popolo che uscirà la
prossima settimana. Lì troverete la “vita vissuta” del cammino di fede che coinvolge tante famiglie e la comunità
tutta.
Buona settimana don Claudio
ALLA SCOPERTA DELL’ANGELICO: L’ARTE PER I PELLEGRINI
Anche la teologia contemporanea esalta la bellezza.
Dio l’ha disseminata nella natura e l’uomo ne ha continuato lo sviluppo. Dalle città d’arte ai piccoli tesori
di tanti paesi poco noti, emerge ovunque quel tocco di
delicatezza che lo sguardo limpido e profondo sa cogliere e rallegrarsene.
Fra le tante bellezze di Torino, gelosamente custodite,
specialmente nelle chiese, negli edifici artistici e nei
ricchi musei, c’è, sotto la Cattedrale, un timido
«Museo Diocesano», che sarebbe un vero peccato
ignorare.
Ho avuto la gioia di visitarlo, sotto la guida degli
esperti Architetti Momo, e mi sono deliziato nel contemplarvi ricchezze imprevedibili di opere artistiche
di epoche diverse, collocate in ambienti significativi
dal punto di vista estetico, ma anche dal punto di vista
catechistico e liturgico.
Si assiste infatti ad uno snodarsi di una progressione
di opere, che accompagnano un vero cammino di fede, a partire dal Battesimo, fino al vertice dell’Eucarestia.
Chi scende i gradini di ingresso al Museo, dopo il primo impatto con le antiche testimonianze archeologiche, si arresta incantato di fronte alla grande Pala del
Beato Angelico, che descrive il «Compianto sul Cristo
morto». Non poteva esserci un collegamento migliore
con la Santa Sindone,
esposta in Duomo esattamente al di sopra del
meraviglioso
quadro
dell’Angelico.
Ringrazio quanti, con
tenacia e grande perizia, hanno regalato alla
Città un Museo così
pregevole e formulo
l’auspicio che tanti visitatori abbiano la gioia di riscoprire ed ammirare
anche questa bellezza che la nostra Diocesi e la nostra Torino hanno la fortuna di custodire.
don Renzo GALLO
tratto da “La voce del Popolo” del 17maggio 2015
INSIEME...
Un gesto: ad ogni ragazzo è affidato un cero o una
lampada (accesi) che porteranno con sè a casa ed
accenderanno la sera quando pregheranno insieme ai loro
genitori.
O Padre, ti ringraziamo perché Gesù ci ha affidato la sua
Parola e ci ha chiesto di portarla tutti per diffondere l’amore
e la pace. Il suo vangelo è una luce sui nostri passi. È una
luce che non possiamo trattenere per noi , ma vogliamo
donare ad ogni fratello.
Ti chiediamo: accompagnaci lungo i sentieri della vita
perché possiamo diventare come Gesù: amare e perdonare come Lui, offrire a tutti il nostro aiuto e la gioia di essere
fratelli.
Signore Gesù asceso al cielo, Tu non hai abbandonato
questa terra. Anzi, ora sei presente dovunque: tutti quelli
che ti cercano, ti possano incontrare perchè Tu dissemini
molte tracce della tua presenza.
Ascensione del Signore - Anno B
At 1,1-11
Ef 4,1-13
Mc 16,15-20
Ascende il Signore tra canti di gioia.
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato,
ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno demòni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano
serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati
e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu
elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Parola del Signore
Inizia la nostalgia del cielo: Cristo
se ne va, ma solo dai nostri sguardi; non penetra al di là delle nubi,
ma nel profondo delle cose, nell'intimo delle creature e di Dio. «Solo
il cristianesimo ha osato situare un corpo d'uomo nella
profondità di Dio» (R. Guardini).
L'Ascensione del Signore è la celebrazione di due partenze, quella di Gesù verso l'intimo e il profondo; quella degli apostoli, prima Chiesa in uscita, verso gli angoli della terra, ad annunciare qualcosa capace di
scardinare il mondo così come l'abbiamo conosciuto.
Andate in tutto il mondo. Che ampio orizzonte in queste parole! È come sentirsi protesi verso tutto, e allargare le braccia per abbracciare ogni cosa, e respirare
in comunione con ogni vivente, e sentire il vangelo, la
bella notizia, la parola di felicità, dilagare in ogni paesaggio del mondo come ossigeno e fresca acqua chiara, a portare vita a ogni vita che langue.
«Quando professiamo la nostra fede –
ha detto Papa Francesco - noi affermiamo che la Chiesa è cattolica e apostolica. Ma qual è effettivamente il significato
di queste due note caratteristiche della
Chiesa? Cattolica significa universale,
per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno
all’altro dei confini della terra; e perché
universalmente e senza defezione insegna tutte le verità che devono giungere a
conoscenza degli uomini, sia riguardo
alle cose celesti, che alle terrestri"
E questi saranno i segni...scacceranno i
demoni... imporranno le mani ai malati e
questi guariranno. Segni che non sono
riservati ai predicatori del vangelo, ma
che accompagnano ogni credente: e il
primo segno è la vita che guarisce, la
gioia che ritorna. Possiamo essere certi
che la nostra fede è autentica se conforta la vita e fa fiorire sorrisi intorno a noi.
Dio ci rende dei guaritori.
E l'altro segno è parlare lingue nuove: chi crede veramente, si apre all'ascolto dell'altro e acquisisce un'intelligenza del cuore che gli permette di comunicare
con tutti, con la lingua universale che è la tenerezza, la
cura, il rispetto.
Partirono gli apostoli e il Signore agiva insieme con
loro. La traduzione letterale suona così: il Signore era
sinergia con loro. Che bella definizione! Vuoi sapere
chi è Gesù? Il vangelo di Marco offre questa perla: Il
Signore è energia che agisce con te. Tu e lui, unica
energia.
Cristo opera con te in ogni gesto di bontà; in ogni parola fresca e viva è lui che parla; in ogni costruzione di
pace è lui che con te edifica il mondo. : “La Parola di
Dio – dice Papa Francesco - oggi si legge in tutte le
lingue, tutti hanno il Vangelo nella propria lingua, per
leggerlo.
Questo ci fa bene. Il Vangelo è diffuso in tutte le lingue
perché la Chiesa, l’annuncio di Gesù Cristo Redentore, è in tutto il mondo. E per questo si dice la Chiesa è
cattolica, perché è universale”
Ogni mattina lui ci affida la terra e a sera la ritrova ricca di pane e amara di sudore. È questa la tua gioia,
Signore: prolungare nelle fragili nostre mani le tue mani poderose. E come un solo corpo noi plasmiamo la
terra; noi due insieme, uomo e Dio, vegliamo sulle cose e sul futuro.
E partirono e predicarono dappertutto. Il Signore chiama gli undici a questa navigazione del cuore; sono un
gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di
donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo, li
spinge a pensare in grande a guardare lontano: il
mondo è vostro. E questo perché ha enorme fiducia in
loro; li ha santificati e sa che riusciranno a contagiare
di nascite, di fuoco e di speranza ogni vita che incontreranno.
“Se la Chiesa è nata cattolica, vuol dire che è nata «in
uscita», che è nata missionaria”. E a braccio ha aggiunto il Papa: “Se gli apostoli fossero rimasti lì nel
cenacolo, senza uscire a pregare il Vangelo, la Chiesa
sarebbe soltanto la Chiesa di quel popolo, di quella
città, di quel cenacolo. Ma tutti sono usciti per il mondo, dal momento della nascita della Chiesa, dal momento che è venuto lo Spirito Santo. E per questo la
Chiesa è nata ‘in uscita’, cioè missionaria. È quello
che esprimiamo qualificandola apostolica, perché l’apostolo è quello che porta la buona notizia della Risurrezione di Gesù”. (Avvenire)
L’AFFIDAMENTO
A MARIA
Siamo entrati già da alcuni giorni nel mese di maggio,
mese che, per tradizione cristiana, è definito il Mese
della Madonna. La storia del mese mariano nasce nel
medioevo dal Re di Castiglia che celebrava Maria come la Rosa delle Rose, fiore dei fiori, donna delle donne nel tentativo di cristianizzare le feste pagane del
mese di maggio in onore della natura. Si cantavano
litanie lauretane, si incoronava la Vergine con rose
contrapponendo così la “regina della Primavera” alla
“Regina del cielo”. Queste pratiche si diffusero in tutta
la nostra penisola e vennero poi completate con la
recita del rosario che è una tradizione che dura ancora
ai nostri giorni.
Questo affidarsi a Maria riporta alla mente il brano
evangelico dove, sotto la croce, assistiamo ad un dialogo toccante tra Gesù, sua madre e Giovanni, nel
quale Gesù dice a Maria: “Ecco tuo Figlio”, e a Giovanni “Ecco tua madre”. (Gv. 19, 26
-27)
In Giovanni, Gesù affida tutti
noi, tutta la Chiesa, tutti i discepoli futuri, alla madre e la madre a noi. L'affidamento comune a Maria, il lasciarsi penetrare
da questa presenza, l’entrare in
comunione con Maria, ci rende
Chiesa.
Ecco allora una prima conclusione: l'ultimo atto di Gesù, prima di morire, è stato di
fondare la comunità cristiana nelle persone della Madre e del discepolo amato.
E questo si è realizzato nel corso della storia: sempre
più l'umanità e i cristiani hanno capito che la madre di
Gesù è la loro madre. E sempre più si sono affidati a
Lei: pensiamo ai grandi santuari, pensiamo a questa
devozione per Maria dove sempre di più la gente sente
che "Questa è la Madre". E anche coloro che quasi
hanno difficoltà di accesso a Gesù nella sua grandezza di Figlio di Dio, si affidano senza difficoltà alla Madre.
Vediamo come tutti possiamo essere grati perché la
Madre c'è realmente, e possiamo rivolgerci a Lei con
grande fiducia. Non possiamo essere cristiani da soli:
la Madre è immagine della Chiesa e affidandoci a Maria dobbiamo anche affidarci alla Chiesa, vivere la
Chiesa, essere la Chiesa con Maria.
C'è inoltre un pensiero tratto dal Vangelo di Matteo
(12, 48-50) che ci offre un implicito ritratto spirituale
della Vergine Maria, là dove Gesù dice: ...chiunque fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per
me fratello, sorella e madre». Queste parole sono riferite ai discepoli ma anche a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per
prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l’ha amata e in Lei ha preso dimora la
Santissima Trinità.
Affidiamo, dunque, con fiducia alla Madre del Cielo la
nostra vita, quella delle nostre famiglie, dei nostri figli,
delle persone a noi care, confidando in Lei e prendendola come modello e ispiratrice delle nostre scelte.
Diacono Andrea e Virginia
I SANTI
Quante cose l’uomo credeva impossibili, non realizzabili: per esempio volare, andare sulla luna, fare scoperte
sensazionali, televisori, computer, tecnologie varie, cambiare con trapianti organi del corpo, e infinite altre cose;
da quando si sono realizzate, non si ritengono più impossibili. Il destino della risurrezione di Cristo è stupefacente per le nostre piccole attese. Il Signore dice: “Ecco
io faccio nuove tutte le cose” (Ap.21,5). Prima di questo
evento, l’uomo era fuori dalla partecipazione alla Gloria
di Dio; Maria e tutti gli Apostoli erano ancora in vita, il
Paradiso era chiuso a causa del peccato, ma è stato
aperto da Cristo risorto, non solo per sé, ma per tutti
dopo di Lui. A coloro che partecipano della sua passione,
nella sofferenza della morte, è dato di partecipare anche
alla Sua gloria. Come si vede la mèta, non è un altro
mondo, ma la trasfigurazione di questo; faccio nuove
tutte le cose. Ecco i Santi.
In prospettiva di questo, Maria aveva già ricevuto il riconoscimento di essere: ”Beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore”(Lc.1,45),
così come nella promessa di Gesù a Tommaso: “Beati
quelli che pur non avendo visto crederanno”. Questo
può essere il “codice di santità e di felicità”. I Santi sono infatti coloro che hanno creduto a questa Parola, assumendola come programma di vita. Chi in questo mondo
prende Dio sul serio: è Santo. Padre … questa è la vita
eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che
hai mandato Gesù Cristo (Gv.17,3). Ancora: “Dio nostro
Salvatore … vuole che tutti gli uomini siano salvati e
arrivino alla conoscenza della Verità (1Tm. 2,3-4).
Questa deve essere la vita dell’uomo, conoscere ed amare Dio e il prossimo. La Santità è il senso e il fine della
vita. Quanti Santi di Dio nella quotidianità, gente comune, mamme e papà, persone vissute in incognito ci
sono. Per questo è stata istituita la solennità di Tutti i
Santi, per mettere insieme tutti, non solo quelli da calendario, sono una moltitudine che non si può contare;
tutti insieme, dai piccoli appena nati, salvati senza in loro
meriti , a quelli che con fatica, continuità, sofferenza, vi
sono giunti; ma tutti dimostrano l’immenso amore di
Dio, e concorrono alla nostra santificazione. La Risurrezione di CRISTO ci tocca da vicino, perché ci fa credere
alla nostra, come è già avvenuta per i SANTI.
(continua la prossima settimana)
Diacono Giulio
Il “dopo di noi”:
il coraggio di
guardare al futuro
Questa settimana raccontiamo la storia di Flavio e della sua
famiglia.
Flavio oggi ha 57 anni e vive in una comunità, è non vedente;
lo abbiamo incontrato, durante il tempo trascorso insieme ci ha
raccontato alcuni eventi importanti della sua vita.
“Avevo 24 anni quando la mia malattia, la retinite pigmentosa,
ha iniziato dare evidenti segni riducendo sempre di più il campo visivo; all’età di 35 anni è arrivato il buio. Non è facile vivere sapendo di avere una malattia progressiva, che ti chiede di
adattarti continuamente, inizi a capire che guidare non è più
sicuro, poi fai molta fatica a leggere, al lavoro ti dicono che ti
ricollocano perché non puoi più svolgere la tua mansione, così
da impiegato sono divenuto usciere… quindi arriva il buio!
Se fino a quel punto avevo retto, ora per me il buio era totale e
mi chiedevo che senso avesse vivere; dopo alcuni mesi sono
stato ricoverato in un reparto psichiatrico a causa di una forte
depressione. Quando arrivo vengo messo in una camera a due
letti, sono fortunato! Marco, il mio compagno di stanza, è un
imprenditore che a causa dell’eccessivo stress lavorativo, dato
da un sistema corrotto, non ce l’ha più fatta! È finito li, in quel
reparto speciale, con la porta chiusa a chiave. Le lunghe chiacchierate con lui sono state per me più importanti di quelle fatte
con lo psichiatra… parlavamo di come si poteva uscire da quel
tunnel. Devo dire che lui era già più avanti di me nel percorso
e questo mi ha aiutato molto… ricordo con tristezza il giorno
che i medici hanno comunicato a Marco la possibilità di dimissione. Ero contento per lui, ma quel buio divenuto un po più
luminoso, è tornato ad essere nero pesto! Quando dopo una
settimana, con la sua borsa in mano, mi ha salutato sulla porta
della camera, è stato per me un momento bruttissimo e bello
insieme. Perdevo il compagno di un’esperienza che mi ha donato un libretto, dicendomi che racconta una storia di Amore
che ti fa capire che la vita deve essere vissuta. Quando è andato via l’ho aperto, era il vangelo di Marco, una storia che già
conoscevo dai tempi di quando ragazzo in crescita avevo fatto
il mio percorso all’oratorio prima da animato e poi da animatore. Mi ricordai che mi veniva sempre detto dal mio “don” che a
ogni problema ci deve essere una risoluzione! Ho deciso che
questo dovevo fare. Ne ho parlato con i medici per iniziare un
percorso riabilitativo per persone cieche, sì ero cieco, ma vivo!
Mai prima di allora avevo accettato di dire: “Sono cieco” e
pensare che i miei certificati lo dicevano da circa 10 anni.
Con i colloqui psicologici riuscii a fare chiarezza nella mia
vita, il cappellano e il vangelo mi aiutarono a curare la mia
spiritualità!
Non potevo chiedere troppo a me stesso, dovevo accettare i
miei limiti! Tornai a casa, mi iscrissi al Corso per Centralinisti,
la mia autonomia era limitata, ma sufficiente per fare un lavoro
utile ed andai a lavorare al centralino della Regione. Lavorai
per 15 anni, poi ci furono difficoltà in famiglia e lasciai il lavoro; mio padre era malato, mia madre doveva dividersi nell’assistere entrambi. Proposi di andare in comunità, per mia madre
fu una scelta difficilissima da accettare, si sentiva colpita nella
sua identità di madre, ma Amare significa anche vedere con
razionalità la realtà. Ne parlammo a lungo e poi decidemmo
per una prova. Fui nuovamente fortunato, trovai una comunità
accogliente che mi proponeva attività diverse, che sopperivano
alla mia vita ritornata un po’ vuota.
I passaggi a casa non mancavano, era bello ritornare negli affetti, così come ciascun figlio, dopo essere uscito di casa, trascorre dei tempi con la sua famiglia di origine, ma in un equilibrio che rispondeva alle esigenze di tutti, consentendomi di
avere una spazio mio di normalità, degli amici, degli affetti
esterni al mio nucleo famigliare.
Un mese mamma ha raggiunto papà in cielo, certo è per me
difficile il distacco, mi mancano le sue telefonate, le sue e le
mie visite, il tempo trascorso insieme come credo accada a
ciascun figlio, ma in questo momento mi è di sostegno la
mia comunità, dove ciascuno ha imparato ad essere attento
agli altri secondo le proprie capacità! Alla mia mamma dico
GRAZIE per la vita, per avermi donato la possibilità della
comunità, per il suo amore!”
don Claudio
TERREMOTO IN NEPAL
Le notizie provenienti dalle zone del Nepal colpite dal terremoto a fine aprile sono di giorno in giorno più tragiche
sia in termini di perdita di vite umane, che di feriti, che di
danni materiali. Non solo la capitale Katmandu, ma anche
ampie zone dei distretti di Gorkha, Sindapalchowk, Nuwakot e Kavre sono state pesantemente colpite. «Continua
a piovere e l’esigenza di ripararsi resta una priorità per i
tanti sfollati ancora per strada», dice Lilian Chan, operatore
di Caritas Australia, membro del team internazionale che
sta affiancando la piccola ma operosa Caritas Nepal. Anche
padre Pius Perumana, direttore della locale Caritas nazionale concorda nel ritenere che, purtroppo, tutti i numeri di
questo terremoto sono destinati a salire.
Anche questa è occasione propizia per testimoniare nella
concretezza quell’«Amore più grande» che, in questo anno
pastorale, ci sta accompagnando e che la Santa Sindone ci
rappresenta in modo molto chiaro.
Le offerte potranno essere trasferite a Caritas Diocesana in
uno dei seguenti modi:
 portandole di persona presso la Segreteria – via Val
della Torre 3 (secondo piano) nei lavorativi tra le 9.00 e le
12.30 (possibile anche versamento con POS di bancomat)
 tramite conto corrente postale numero 12132106
intestato Caritas Diocesana Torino, con causale Terremoto
Nepal 2015
 tramite
bonifico
bancario
con
IBAN:
IT81R0329601601000064319198, intestato Arcidiocesi di
Torino – Caritas, causale Terremoto Nepal 2015
Martedì 19 maggio 2015
h. 20.45
Preghiera nei cortili
S. Rosario in Scuola Materna Teresa Maggiora,
Piazzetta Carabinieri, Via Crispi 29;
S. Messa Via Gen. Cantore , 20
Mercoledì 20 maggio 2015
h. 21.00 in sacrestia
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Sabato 23 maggio 2015
h. 20.45 con ritrovo al campo dell’oratorio
Veglia per i cresimandi
Domenica 24 maggio 2015
h. 16.00
Celebrazione delle Cresime
Preside don Mimmo MITOLO
Domenica 31 maggio 2015
Con ritrovo per la Messa delle h. 10.30
Domenica della Carità
Condividiamo un momento di preghiera e di festa:
durante la Santa Messa sarà rinnovato il mandato ai Volontari Caritas; h. 12.00 Pranzo di comunità;
h. 14.00 Estrazione numeri vincenti della Lotteria
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