Flero, il paese infausto 2 La seconda parte inizia con avvenimenti (belli o brutti) che partono da ottobre 2011 (era del sindaco Pedersoli). Apriamo (come ordine d’apparizione del tempo) con l’argomento che riguarda i sikh. “Sic!” (no, non si tratta di una rettifica; è il mio verso piangente, perché quando tiro in ballo loro… beh, si capisce!). Un paradosso! Di questo ottobre 2011, a Borgo San Giacomo (da Flero, una distanza di circa 25 km), il tempio sikh è rimasto chiuso. Motivo? Inizio da qui… Un’impresa andata a monte delle donne di religione sikh salite in Municipio a mani giunte e con occhi supplichevoli. Il sindaco Sora ne ha ordinato la chiusura “ritenuta necessaria, per evitare che indiani provenienti da altre provincie arrivassero la domenica a creare scompiglio tra i connazionali in preghiera!” Una sciocchezza che fa ben ridere! Molto seria la situazione in Flero, invece! Il tempio sikh (seppur posto in zona industriale e del rione Zerbino dove vivono tante famiglie), ora considerato il terzo come ampiezza in Italia,è un ricettacolo per l’adunata pazzesca; una media di 700 persone e una ridda d’automobili e pullman. Le vie adiacenti la zona sono invase come notare il raduno della maratona di New York, per smaltire pian piano l’afflusso che dura fino oltre le ore quattordici. Agli abitanti la zona non è gradito notare tutte le sfumature delle diversità della società; li abbiamo sentiti indignati durante la campagna delle amministrative (2011), all’incontro nella sala consigliare, al gazebo del mercato; non racconto cosa combinavano gli stranieri per non urtare la loro personalità, ma nelle frasi degli indignati… parole ricche di ostilità. Ancora oggi, transitando in auto per mia curiosità, io vedo questi sikh, ogni domenica, come un formicaio interminabile, e le cinque – sei famiglie della via Neruda le immagino barricate in casa in attesa dello sgombero totale che viene sempre sul tardi. Borgo San Giacomo – Flero: una bella differenza! Il sindaco (signora) Pedersoli, appena eletta, ha distribuito un volantino nel quale in una riga ammetteva: “Auguro a tutti – proprio a tutti – di poter vivere a Flero serenamente e responsabilmente!” Impossibile: a me non proprio! Questa è la pag. 21, dell’edizione del 26 ott. 2011, di “Bresciaoggi”; in basso, a sinistra, l’articolo: “Sikh, scatta la protesta ma il tempio non riapre” (riguardante Borgo San Giacomo), ma a lato un trafiletto (non ben visibile) riguardante Flero: Esso cita: “L’ALTRO CASO – L’ESODO SIKH MANDA IN TILT I RESIDENTI”. “È il terzo luogo di culto sikh per capienza in Italia e spesso diventa metà di un pellegrinaggio di centinaia di fedeli. L’esodo di auto e pullman verso il centro di preghiera di Flero, fino a poco tempo fa molto ordinato, sta ultimamente creando disagi alle famiglie del rione Zerbino e di via Neruda. In particolare l’ultimo raduno di settecento sikh ha fatto precipitare i rapporti di buon vicinato. Le proteste e le lamentele si stanno moltiplicando, tanto che è partita una raccolta di firme per sollecitare al Comune controlli più incisivi in occasione dei raduni. “Non vogliamo far chiudere il centro – specificano i residenti – ma ottenere una maggiore attenzione ai problemi legati all’afflusso di così tante persone!” Cara gente flerese, sapete che prima di occupare Flero, il tempio sikh stava a Montirone, paese ribelle che è riuscito a mandare via gente del Pakistan e India? Ma non state lì grattare i coglioni, bisognerebbe sapere MANDARLA VIA DA FLERO! Come potrei sentirmi socievole e amico degli stranieri, quando poi quella “coglionazza” dell’Inps (creata dal Duce), nel 2010, ha stanziato circa € 25.000 per neo mamme, casalinghe o disoccupate, che sono stati suddivisi: ITALIANE 18,75% STRANIERE 81,25% Per quanto riguarda il Contributo sostegno affitto, Regione e Comune, nel 2010 hanno stanziato € 56.428,97 che sono stati suddivisi: ITALIANI 47,50% STRANIERI 52,50% Debiti mensa e scuola. Ci sono alcuni genitori che hanno debiti col Comune di Flero per la mensa e lo scuolabus, per il 2011 e anni precedenti. Cifre e percentuali sono così suddivise: ITALIANI: € 7.337,23 (32,20%) STRANIERI: € 15.495,84 (67,80) RIASSUMENDO: gli stranieri regolari a Flero, nel 2010, erano solo il 9% della popolazione, ma hanno preso il 52,50% dal fondo sostegno affitto; 81,25% dell’assegno di maternità e hanno il 67,80% del debito per mensa e scuolabus! Tutta la colpa alla Giunta precedente (giunta Prandelli). Ma ora, con l’evento della Giunta Pedersoli, il Comune è sfaccendato! “Trallallì, trallallà, somarelli son fleresi… Trallallì, trallallà, paga paga per donar… Trallallì, trallallà, portafogli da svuotar… trallallì, trallallà, il Comune il cazzo fa!... Trallallì, trallallà… Trallallì, trallallà… Trallallì, trallallà…” Fra i mille “trallallì e trallallà” la Giunta flerese va ad aderire alla campagna per i diritti di cittadinanza e voto agli stranieri. Approvata il 28-11-2011! Si capisce: è stata una corsa forsennata e “affamata” per dare più potere alle sinistre. L’impressione nell'esprimere il proprio convincimento che è doveroso per gli immigrati rispettare le nostre tradizioni, storia, cultura, religione ecc., ritengano esaurita la loro funzione sull'argomento. Non credo che basti. Gli immigrati sanno bene che devono rispettare le leggi del Paese che li ospita. Il problema è che noi non dobbiamo dar loro, e mi riferisco solo agli immigrati di fede musulmana, la possibilità, attraverso l'ottenimento della cittadinanza, di esercitare il diritto di voto e quindi di modificare le nostre leggi. Una volta eletti non sarà loro necessario neppure diventare ago della bilancia per barattare l'introduzione di barbare usanze. Ogni musulmano che vota in Italia o in Europa è una vittoria per l'islam che non contempla il rispetto e la coesistenza di altre religioni. Si obietterà che non si possono fare discriminazioni nell'attribuzione della cittadinanza, ma dovremo pure inventarci qualcosa per escludere gli islamici dal voto. Novembre 2011: nel Salone degli Specchi, Napolitano ha incontrato i «nuovi cittadini italiani» affermando che «senza gli immigrati il fardello del debito pubblico sarebbe più difficile da sostenere». Vero, ma il sottoscritto vede solamente la punta dell'iceberg che sostiene l'Italia: stranieri che vedo nel mondo dell'edilizia, delle fabbriche e dell'agricoltura; nel mondo campagnolo vedo bravissimi lavoratori asiatici, molto affidabili ed esperti nella cura del bestiame e ci sono venuti volentieri anche perchè assomiglia alla loro terra. Molti di questi utili «extra» immigrati si sono stabilizzati, si sono sposati, hanno figli ed hanno persino comprato casa. Con tutta facilità esiste un probabile rischio, già analizzato: fra qualche decennio avremo lavori che gli immigrati (evoluti nel frattempo) rifiuteranno. Arriveremo, senza ombra di dubbio, al fatto che gli attuali figli d'immigrati non vorranno più fare certi lavori eseguiti dai familiari, ma con ogni probabilità ne arriveranno altri, da altri Paesi più poveri che prenderanno il loro posto. Mai sentito da avvenenti politici d'alta carica istituzionale parlare e analizzare l'altro lato della medaglia, proprio laddove io vedo che le nostre carceri sono colme del 42% di stranieri, e non solo. Dove vedo un mondo di uomini stranieri che praticano accattonaggio, vendite abusive, volantinaggio e vedo clandestini che vivono indisturbati: tutti costoro non depositano il fisco nelle casse statali! Dove vedo, a guerra già finita in Libia, le migliaia di profughi ancora trattenuti da noi e coccolati con vitto e alloggio. Dove vedo nei Tribunali regionali i «colpevoli» che hanno avvocati con il gratuito patrocinio a spese dello Stato (ragione in più per continuare a compiere azioni illegali indisturbati). Dove vedo che infiniti milioni di euro ogni anno lasciano l'Italia: somme di tutte le rimesse dei lavoratori stranieri da spedire ai propri familiari in patria. Dove vedo (accertato da una fonte d'indagine) che una folla di ucraine, polacche, romene non ambisce che a portare all'altare un ottantenne per prendere in un sol colpo i classici due piccioni: la cittadinanza subito e la pensione di reversibilità entro breve tempo. Dove vedo tante altre cose imperfette, accidiose, eversive... Mi perdonino, ma io vedo non molto bene gli stranieri da noi! Non vedo il trionfo sul «fardello del debito pubblico». In che modo il nostro Presidente e i nostri parlamentari vedono il perfetto panorama italiano? Evidentemente a molti sta bene così. (P.s. questo argomento è stato anche pubblicato su “Bresciaoggi” nell’edizione del 23 novembre 2011). Ritorniamo dentro Flero e veniamo al primo anno della Amministrazione Pedersoli-Ghisi (maggio 2012). È il primo anno della “polleria” comunale. Iniziamo col citare le ire del signor Ghisi quando, nel periodo dell’opposizione, emanò furie infernali contro la Giunta Prandelli accusandola (ben bene e giustamente) di avere cementificato il paese. E, durante la campagna amministrativa, al candidato sindaco Cominelli (adoratore del cemento armato, anziché del verde )scrisse su un volantino: “Che hai fatto in 10 anni? Hai cementificato Flero rendendolo sempre più simile a una anonima periferia urbana. Questa è la verità dei fatti ed è sotto gli occhi di tutti. E se gli elettori non ti fermeranno, proseguirai a cementificare, finché non ci sarà più un filo d’erba; altro che proteggere l’ambiente!” Porca vacca, adesso che cosa fa il signor Ghisi? Ha trovato cinque- sei parchi da cementare dopo le sgridate a Cominelli? Ha scoperto la voglia di trasformare da verde pubblico a terreno edificabile le aree verdi piccole? La maggioranza Pedersoli-Ghisi, dichiaratasi ecologista, mangia parola e scopre che il cemento è indice di beltà! Eh, no! Ho preso carta e penna e… due lettere ai Giornali locali. Lettere 29 giugno 2012 Gli spazi verdi a Flero Gentile direttore, l'amministrazione comunale di Flero è decisa a trasformare due mini-parchi pubblici, definiti «reliquati», in aree di housing sociale. Il primo fazzoletto di terra è posto tra via Olivelli e via Paradiso. È uno dei tanti «polmoni» rimasti nei vari quartieri; ha giochi per bambini e non capisco la ragione per cui sopprimerlo. Il secondo è situato in via Battisti, dotato di nove piante (da abbattere, certamente). Sono piccoli e quindi vuol dire che l'housing sociale occuperà poco spazio. Questi parchi hanno la loro funzionalità, sono usufruiti dalla gente e dai pargoli, e non si trovano nei luoghi deserti; funzionano da 30 anni. Perchè strappare due mini-terreni per inserire dei probabili pochi alloggi e servizi per quelli che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato, cercando di rafforzare la loro condizione? In paese esistono quasi 500 appartamenti nuovi e vuoti da anni; che cosa costa a chi ha competenza trovare e accordare risorse anche per la fascia dei meno abbienti? Dal canto suo l'assessore Ghisi ha visto altri quattro - cinque pezzetti di terreno da cementare perchè considerati dei pezzi residuali piccoli e, tutto sommato, già compensati da altri parchi che ci sono intorno. Il sindaco promise, durante la campagna elettorale, che avrebbe valutato tutte le aree verdi derelitte, indirizzandole a degli interventi correttivi. Promessa mantenuta sì, ma assurdo che i piccoli parchi non abbiano chances. Gianmarco Dosselli FLERO ********* FLERO Salvare i piccoli parchi e pure l'housing sociale Ore: 06:00 | giovedì, 5 luglio 2012 L'Amministrazione comunale di Flero è decisa a trasformare due mini parchi pubblici, definiti «reliquati», in aree di housing sociale. Il primo fazzoletto di terra è posto tra via Olivelli e via Paradiso: è uno dei tanti «polmoni» rimasti nei vari quartieri; ha dei giochi per i bambini e non capisco la ragione per cui sopprimerlo. Il secondo è situato in via Battisti, dotato di nove piante (da abbattere, certamente). Sono piccoli e quindi vuol dire che l'housing sociale (un intervento dal forte valore sociale) occuperà poco spazio! Questi parchi hanno la loro funzionalità, sono usati dalla gente e dai pargoli, e non si trovano nei luoghi deserti; hanno funzionato da trent'anni. Perché strappare due mini-terreni per inserire pochi alloggi e servizi per quelli che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato (per ragioni economiche o per assenza di un'offerta adeguata)? In paese esistono quasi cinquecento appartamenti nuovi e vuoti da anni; perché guardare in questa direzione? Dal canto suo, l'assessore Ghisi (paladino del verde, che tanto combatté contro l'Amministrazione precedente accusandola di avere cementato il paese) ha visto altri quattro-cinque pezzetti di terreno da cementare perché considerati «dei pezzi residuali, piccoli e tutto sommato già compensati da altri parchi che ci sono intorno». Il sindaco promise, durante la campagna elettorale, che avrebbe preso in considerazione tutte le aree verdi «derelitte» migliorandole con interventi correttivi. Promessa mantenuta, sì, ma assurdo che i piccoli parchi non abbiano chance! Gianmarco Dosselli Flero riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it Ma ecco la difesa trasudata e impennata della Giunta, tramite volantino: “…il rischio di dover cedere i due appezzamenti è sfumato.” Bene, complimenti, dieci più! Altra tiritera da far “ballare”. Piacevole apprendere che una imprenditrice agricola decide tramutare la sua cascina in agriturismo con tanto di ristoro, centro fitness e camere d’albergo; questo anche grazie al piano di recupero approvato dalla Giunta flerese. Un fatto curioso al momento dell’approvazione: secondo le regole usate a Flero negli ultimi anni, la signora avrebbe dovuto versare al Comune una certa somma, che per il sindaco era troppo eccessiva perché ha “trovato” le regole non eque. Considerato che la signora è moglie del consigliere comunale dell’attuale maggioranza, signor Luigi Pirlo, e mamma di Andrea, l’Amministrazione decide alla signora uno “sconto” di € 15.840,00. Una faccenda del genere che sa troppo di tanfo; a me non piace! La notizia si è sparsa nel paese tramite volantinaggio, lasciando stupefatta la gente; e, durante un mio volantinare, c’era chi mi chiedeva la ragione di quello “sconto”, ma io non avevo risposta reale da porre perché non so come il sindaco avesse visto “non eque” quelle regole.! Ho fatto conoscere la vicenda al “Giornale di Brescia”; la notizia è stata edita in bellezza il 13 luglio 2012. Per visualizzare e leggere clicca qui La risposta del sindaco è una cantilena universale; tutti sanno ammettere: “parole che non meritano commenti”, “si vuole fare la polemica”, “sfruttare notorietà di un personaggio”, “infangare il buon nome”, “accuse senza fondamento”… Insomma, affermazioni da mondovisione che sono atte di fare un buco nell’acqua! Vere ciarlatanate! Poi, appare il volantino della Giunta comunale. “Illuminami d’immenso”: che gioia, ho capito che sono passati alla controffensiva con tale incipit: “ È apparso in questi giorni un volantino attraverso cui la Lega Nord probabilmente nel goffo tentativo di far dimenticare ai cittadini gli imbarazzanti scandali che hanno interessato la famiglia Bossi negli ultimi mesi, prova a gettare un po’ di fango sull’Amministrazione comunale sostenuta dalla nostra lista. Volendo evitare che i cittadini vengano fuorviati, ci vediamo costretti a intervenire per smontare le assurde accuse che ci sono state rivolte.” Bravi! Bravi! Il volantino leghista parlava solo di problemi locali, e voi avete fatto di una mosca un elefante tale avviso inserendo scandali nazionali fatti da Bossi, “trota” e compagnia… Che cazzo c’entrano loro della nostra vicenda di casa! La Lega ha recuperato consensi fino al 7,3% ( 20-072012: fonte Spincon.it.) dopo una giusta puòizia morale che ci soddisfa. Che il Pd flerese pensi a Penati e Lusi (seppur questi ex Margherita ha dato la spada di Damocle sulle teste anche a dei dirigenti del Pd). Molti nomi sono già stati tirati in ballo, per accenni, dallo stesso Lusi: da Bianco a Rutelli, ovviamente, ma anche Franceschini, Bindi, Fioroni, Letta, Donato Mosella. Accanto ai loro nomi, somme destinate a spese telefoniche o informatiche, pagamenti di multe, trasporti o parcelle di avvocati. Nel “tema” riguardante la scuola flerese di alfabetizzazione per stranieri, si son divertiti un mondo ad accennare il “trota” Renzo accusato di avere acquistato lauree in Albania! Ma che cosa c’entra; è tema da trattare in altra sede! Siete usciti dal seminato! Certo che ci interessa che imparino la nostra lingua, ma inviateli a Brescia dove le opere capitalistiche cristiane organizzano corsi adatti, perché quelle briciole di €1.500 donate da Flero fanno gola ai meno abbienti locali in qualche cosa di utile. Pensi ai fleresi, non a quei succulenti e futuri elettori di stampo pidiessino, e neppure alle benevolenze dei Sikh invadenti e che per loro mai un cenno è stato trattato dalla Giunta sulle esigenze e lamentele della gente locale asserragliata e incazzata da costoro… ******* Ritorniamo a parlare del volantino pidiessino che dice: “L’insinuazione, peraltro amplificata da un tendenzioso titolo apparso sul “Giornale di Brescia” che utilizza come “autorevole” fonte un certo Gianmarco Dosselli pare riferirsi all’azienda Pratum Coller che attraverso un piano di recupero, ha chiesto di ristrutturare e riaprire l’agriturismo, un tempo chiamato “La Fazenda”. L’affermazione della Lega Nord per cui con le regole in vigore nelle Amministrazioni precedenti, l’azienda avrebbe dovuto pagare €19.200 per monetizzare i parcheggi, è priva di senso: infatti, nel piano regolatore precedente al nostro PGT , nessun parcheggio era richiesto per la realizzazione di un agriturismo. Quindi, con le regole precedenti, Pratum Coller non avrebbe dovuto pagare nulla. In ogni caso, la valutazione al metro quadrato del prezzo dell’area monetizzata dell’azienda è stata effettuata da una società specializzata della Camera di Commercio di Brescia , che ha stabilito un valore al metro pari a 14€ . Il Comune ha ritenuto di maggiorare questo prezzo del 50% , applicando una tariffa pari a 21€. Risultato? Pratum Coller ha versato in più €3.360 di quanto avrebbe dovuto pagare con l’Amministrazione Prandelli. A testimonianza del fatto che per noi tutti i cittadini sono uguali, senza alcuna distinzione o trattamento privilegiato.” Bella spiegazione! Questa è la testimonianza? “Agriturismo”! Nella Bassa bresciana un mio conoscente ha un agriturismo da nove anni. I primi cinque anni (come per tutti gli “Agriturismo”) non ha pagato tasse statali; per il resto ha dovuto ottemperare la normativa sull’Agriturismo, come sotto menzionato: Legge Nazionale sull'Agriturismo n. 730/85 I soggetti di cui al primo comma dell'art. 2, che intendono svolgere attività agrituristiche, devono presentare al comune, ove ha sede l'immobile, apposita domanda contenente la descrizione dettagliata delle attività proposte, con l'indicazione delle caratteristiche dell'azienda, degli edifici e delle aree da adibire ad uso agrituristico, della capacità ricettiva, dei periodi di esercizio dell'attività e delle tariffe che intendono praticare nell'anno in corso. La regione stabilisce i documenti, pareri e autorizzazioni da allegare alla domanda, fra i quali in ogni caso la documentazione dei requisiti di cui agli articoli 11 e 92 del testo unico approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 , e all'art. 5 della legge 9 febbraio 1963, n. 59. Fino a quando la regione non abbia disciplinato la materia, la domanda deve essere corredata, oltre che dalla documentazione di cui al precedente secondo comma, da: a) copia del libretto sanitario rilasciato alla o alle persone che eserciteranno l'attività; b) parere favorevole dell'autorità sanitaria competente relativo ai locali da adibire all'attività; c)copia della concessione edilizia, ove necessaria, corredata della relativa documentazione; d) certificato di iscrizione nell'elenco di cui all'art. 6 della Legge Nazionale sull’Agriturismo. L’articolo 8 sulla Autorizzazione Comunale dice ben la sua. Ecco quanto dice: Il sindaco provvede sulle domande di cui al precedente art. 7 entro novanta giorni dalla loro presentazione. Trascorso tale termine senza pronuncia la domanda si intende accolta. Il sindaco, entro trenta giorni dall'accoglimento della domanda o dalla scadenza senza pronuncia del termine di cui al primo comma, rilascia un'autorizzazione che abilita allo svolgimento delle attività nel rispetto dei limiti e delle modalità stabilite nell'autorizzazione medesima. L'autorizzazione è sostitutiva di ogni altro provvedimento amministrativo. Al provvedimento di autorizzazione si applica l'art. 19, commi quarto e quinto, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 . Non si applicano le disposizioni di cui alla legge 16 giugno 1939, n. 1111. Ho sentito il troppo trambusto a Flero per questa vicenda che ho sollevato nell’occhio del ciclone. La gente ha dato la sua idea; la Giunta comunale il suo controbattere che mi dà problemi credere perché la lettera di un cittadino flerese al Giornale di Brescia fa sollevare altri dubbi. Vedi sotto: A FLERO Più trasparenza sui Piani di recupero Ore: 06:00 | mercoledì, 18 luglio 2012 Dopo aver letto l'articolo pubblicato sul suo giornale il 13 luglio u.s. relativo alla polemica in merito ad un certo Piano di recupero approvato dal Consiglio comunale di Flero mi è sorta spontanea la voglia di esprimere delle considerazioni in merito ad alcune scelte dell'attuale maggioranza in Consiglio comunale capitanata dal sindaco, signora Nadia Pedersoli, che destano non poche perplessità e malumori nei concittadini di Flero. Partendo dal Piano di recupero di via Coler, al di là di chi sono i proprietari che non è, e non dev'essere, significativo, il sindaco dovrebbe spiegare a chiare lettere ai cittadini perché (si vocifera in paese) si sarebbe dovuto far ricorso alla modifica del Regolamento di competenza per poter definire gli oneri a carico della proprietà anziché provvedere alla quantificazione di tali oneri in seduta stante all'atto dell'approvazione del Piano di recupero in discussione anche solo per trasparenza amministrativa citando eventualmente gli estremi delle leggi di riferimento, se ci sono, perché la gente comune fa fatica ad accontentarsi di un semplice «per legge» come riportato nell'articolo del Giornale di Brescia. Un'altra scelta spinosa è invece quella fatta dal sindaco e dal proprio staff di trasformare due aree, da anni adibite a verde pubblico (giardinetti attrezzati per lo svago dei bimbi della zona) all'interno di due zone già sufficientemente edificate, in aree edificabili a tutti gli effetti. Infatti appare quantomeno strano che questa operazione non sia stata meglio esplicata sul periodico della Giunta Comunale «Flero informa» quasi a far credere che non se ne voglia parlare oppure, peggio ancora, che si vogliano tacitare le polemiche in atto già sfociate in una raccolta spontanea di firme di gente contraria a tale scelta. Perché non dire chiaramente ai cittadini quali sono le vere intenzioni dell'Amministrazione comunale piuttosto che liquidare il tutto con semplici dichiarazioni quali ad esempio: non è detto che si costruisca, possono anche rimanere come sono adesso. C'è un terzo punto che vorrei citare, anche se probabilmente poche persone ne sono al corrente, che riguarda una piccola area verde, posta in fianco a degli edifici costruiti in cooperativa da sempre al di fuori della recinzione privata a suo tempo realizzata dalla cooperativa stessa, che viene concessa a tutti gli effetti in proprietà agli attuali proprietari degli appartamenti. Mi risulta che questa area verde, nei diversi Prg approvati, fosse identificata come capezzagna di accesso al terreno agricolo confinante per cui il proprietario del terreno potrebbe pretenderne l'utilizzo in un qualsiasi momento, così come (a memoria) mi pare che nel progetto edificatorio della cooperativa, a suo tempo approvato (circa 25 anni fa), fosse stata prevista quella capezzagna per non intercludere quel terreno agricolo confinante. Ritengo che se l'attuale conduttore del terreno, non il proprietario, non utilizza quell'accesso perché preferisce utilizzare altri attraversamenti non può essere un motivo valido per rendere intercluso un appezzamento di terreno, così come credo legittimo pensare che alla cessione di aree ai privati l'Amministrazione comunale debba contrapporre dei validi e concreti motivi affinché tale decisione non debba apparire un semplice e gratuito favoritismo a determinate persone. La mia non vuole essere una polemica fine a se stessa ma vorrebbe essere una esposizione costruttiva che dovrebbe invogliare chi di dovere, il sindaco in primo luogo, ad essere chiari e trasparenti per evitare polemiche e malumori generalizzati in paese che non portano vantaggio all'immagine di Flero ne tantomeno ai suoi attuali amministratori. Franco Savoldi Flero riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it ++++++++++ Se la Giunta è arrabbiata con la Lega Nord per tale volantino, beh.. che i Consiglieri all’opposizione dedichino protezione; ma se con me… proprio me ne frega un cazzo alla Rocco Siffredi! Della vicenda Pirlo, meglio precisare (anche se è fuori programma) sulla “troppo” storia dei Pirlo di origine Sinti. Molti fleresi (e non solo) non sanno che cosa ne è stato delle troppe chiacchiere tra forum e pezzulli giornalistici sparati si Internet! Insomma, chi smentirà che non sono di origine rom? Stento credere, ma alcuni scrittori e giornalisti ne danno conferma, però un po’ di tutto sono riuscito a racimolare qualcosa. Lo faccio da “L'Espresso” e “Agora Vox” (per citarne alcuni)... da L’Espresso La vera storia di Pirlo lo 'zingaro' di Gianfrancesco Turano I tifosi avversari lo chiamano così, pensando di insultarlo. Viene da una famiglia che lavora i metalli secondo la tradizione Rom. E che nel tempo ha creato un piccolo impero siderurgico. A cui anche lui si dedica appena esce dal campo. (14 maggio 2012) **** L’ha rabbuiato un fresco articolo su di lui, apparso sull’Espresso, che ha tirato fuori la sua (presunta) ascendenza sinti (i sinti sono i «cugini» dei rom) e i suoi investimenti nel siderurgico. Intervista ad Andrea. Chiariamo: lei è un sinti o no? «Non è vero. Sono anni che questa storia circola, e non sono mai riuscito a capire chi l’abbia messa in giro. Io, come tutta la mia famiglia, sono di Brescia. L’articolo conteneva falsità: non so perchè sia stato scritto, ma procederò per vie legali» Non ci sarebbe niente «Lo so, però non è uno cosa vera». di male. La storia degli investimenti industriali, invece, lo è? Sì, ma sono affari miei. Sono cose che abbiamo da tanti anni, con la mia famiglia. E, soprattutto, sono cose che non devono essere scritte. Perchè? Perchè può sembrare che abbiamo troppi soldi, che ho guadagnato troppo, e a me non piace quando si parla di soldi. Non parlo mai di soldi. Se ho guadagnato tanto, è perchè me lo meritavo. La gente non deve essere invidiosa. Soffre molto l’invidia? L’Italia ha un problema di invidia, soprattutto quando si parla di soldi e in particolare nei confronti di noi calciatori. Sembra sempre che tutto sia regalato. Però preferisco lasciar perdere questo discorso. Ma, dico io, Andrea sarà venuto a conoscenza che a mettere in giro la voce è stato Costel Antonescu (classe 1988). Non è un romeno: è uno “mascalzoncello” studente ferrarese. Si è scoperto che Costel Antonescu è un italiano di Ferrara che si finge romeno per mettere odio tra romeni, serbi, e albanesi. Infatti, senza conoscere la storia dei romeni, dei serbi (dei slavi) e la storia degli albanesi, diciamo che si è peccato spudoratamente; però nel libro: “Non chiamarmi zingaro”, edito da Chiarelettere, lo scrittore Pino Petruzzelli ha dedicato a storie di personaggi rom e sinti: Pirlo è citato come «un famoso calciatore sinti che ha sfiorato il Pallone d’oro». Di fronte al silenzio di Pirlo, Petruzzelli commenta: «Chi dichiara di essere rom o sinti, poi deve giustificarsi, spiegare, difendere... Ma spiegare cosa? Di essere un essere umano come tutti?». **** l regista azzurro è uno dei centrocampisti più forti del mondo. Sembra sia di etnia Romani Sinti (da antiche origini paterne), anche se lui ha smentito e addirittura minacciato di querelare chiunque lo consideri zingaro. Pirlo ignora che essere Sinti non è un'offesa, ma tant'è. Il numero 21 degli azzurri si distingue per la visione di gioco, il tocco delicato del pallone e la classe sopraffina. In carriera ha vinto praticamente tutto. Il campionato del mondo del 2006 resta l'apice della carriera, ma anche tre scudetti, due coppe dei campioni, una coppa del mondo per club e un campionato europeo under 21 (e un campo sportivo rozzo e derelitto in suo onore! N.B. In corsivo nota dell’Autore di questo sito) **** da Wikipedia Secondo alcune fonti (smentite però dall'interessato) anche Andrea Pirlo avrebbe origini sinti. **** Da un servizio Internet si afferma che fuori dal campo, Pirlo è un difensivista vecchia scuola. Parla poco e piano, misura le parole, non scopre mai il fianco e dà l’idea che le conversazioni siano solo un’inutile seccatura tra una partita e l’altra. O un tentativo di scardinare la sua normalità. No, ha nessun vezzo da calciatore contemporaneo («Non mi pettino, non mi asciugo i capelli, mi rado due volte a settimana») e l’unica concessione all’isterica è un tatuaggio tra le scapole (il nome del primo figlio, Niccolò, in caratteri giapponesi, e l’iniziale della figlia, Angela). Per il resto, si è sposato a 22 anni con Deborah. Di lui non si ricordano scorribande mondane. E i gol che non accetta di subire sono quelli contro la privacy sua e della sua famiglia. Per questo motivo, come afferma un lettore “quando lo incontriamo è di cattivo umore.” E, a Flero, come vede la gente il “suo” consigliere Luigi Pirlo?La vergogna di ammettere o il non sapere come difendersi dalle menzogne altrui?Io, niente di male, confesso di sentirmi un po’ spagnolo; difatti, stando al racconto di mia madre, la mia trisnonna materna era spagnola, sposò un italiano e venne a stare in Italia… Da un servizio Internet: “ Il gruppo Pirlo è composto da una mezza dozzina di aziende tra Flero e Castel Mella, dove inizia la Bassa bresciana, terra piatta e nebbiosa molto diversa dalle valli dei tondinari a nord della città. La capogruppo, guidata dal padre Luigi, si chiama Elg steel e, nell'insieme, tiene piuttosto bene in tempi di recessione. I ricavi dalla produzione di tubi tondi e quadrati sono passati dai 41 milioni del 2004 ai 63 del 2010 con un picco di 72 milioni nel 2008. I bilanci sono in equilibrio e le spese per il personale si aggirano intorno ai 4 milioni di euro, la metà di quello che la Juventus spende, a costi aziendali, per il solo centrocampista con la maglia 21, stesso numero che porta in Nazionale. Nella società fondata dal padre trent'anni fa, Andrea ha una piccola quota attraverso la sua holding personale Ap 10. Poteva limitarsi a quello e agli investimenti in immobiliare che fanno tutti i calciatori. Che fa anche lui, del resto. E che fa bene. Il patrimonio di Ap 10 supera i 15 milioni di euro, in larga parte edifici a Brescia, una villa a Forte dei Marmi, un appartamento in via Moscova a Milano e un intero edificio acquistato a marzo del 2011 nell'altrettanto pregiato corso Magenta al civico 10. Non poteva mancare l'azienda vitivinicola, la Pratum Coller sempre nella bassa bresciana, dove Pirlo si esibisce con uve marzemino, sangiovese e trebbiano messe in botte nelle cantine di una cascina medievale. Ma l'amore per la siderurgia è una passione fisica dominante. Non c'è altro modo per spiegare quello che passa per la testa di un tizio che il 23 maggio 2007 vince la finale di Champions league contro il Liverpool ad Atene e meno di quarantotto ore dopo, il 25 maggio 2007, sì e no il tempo di tornare dalla Grecia, fonda a Brescia la Fidbon che di mestiere fucina, imbutisce (sic), stampa e profila metalli per circa 3 milioni di euro di ricavi annuali. Tralasciamo Pirlo e compagnia sua, e veniamo al dunque su Flero. Da tempo alle redini del Comune, la Giunta Pedersoli non ha realizzato l'80% delle promesse espresse nei loro programmi elettorali in tabloid! 1)Lo stadio, dopo le dichiarazioni espresse dall'assessore Ghisi, a Bresciaoggi, nel 2011 (pagina dedicata tutta al paese), che lo avrebbe “risanato”, è una “bolletta” di fronzoli e “grovierina” del cazzo! 2)Le “ciciarade” (chiacchierate) dello spostamento del mercato nel suo sito originale (piazza) è più che mai attivo. 3)Le vie ciclopedonali grattano i coglioni della gatta. 4)Percorsi segnaletici (pic nic, convivialità) no: solo la “strada dei vini” per andare a ubriacare nelle fazende. 5)Casa di riposo: dov'è?; il cimitero! 6)Raccolta differenziata “che preveda la progressiva eliminazione dei cassonetti”: i medesimi sono ancora in vista, sporchi, deformati, rozzi come il culo dalla vacca. 7)Sensibilizzazione della comunità: ossia, di quale genere? Sostegno agli extracomunitari, adesione cittadinanza italiana e voto, via vai caotico dei sikh con le lamentele, ancora, dei residenti in zona? 8) Gli impianti fotovoltaici e geometrici per edifici pubblici dove sono? O stanno arrivando con placidità? 9)... 10)... 11)... si potrebbe arrivare a 100! Adesso udite, udite, udite le proposte comunali: ottobre 2012: corsi di inglese per adulti, 120 euro; corsi di italiano per extracomunitari, gratis! Capito? Febbraio 2013; inaugurazione fontana tecnologica, allestita in via San Martino, alimentata dall'acquedotto comunale ed avvalendosi di un sofisticato sistema approvato dal Ministero della Salute. Evviva; il ricorso alla fontana serve anche a ridurre il consumo delle bottiglie di plastica, riducendo l ´immissione in atmosfera di migliaia di chilogrammi di anidride carbonica ogni anno. Allegria, gioia infinita... Sì, ma dove l'hanno messa la fontana? L'hanno installata “in mezzo ai coglioni”, ossia su una stretta carreggiata ove vige il divieto di sosta entrambi i lati, mentre sul ciglio del medesimo tratto c'è un ampio parcheggio dell'ex mercato. “Candelostrega”: che cos'era mettere la fontana sul piazzale più deserto del paese, invece installarla sullo spiazzo pedonale del parco Barbaglio? Quello spiazzo del quale i negligenti (o lazzaroni nati) vanno a “piantonare” l'auto nel mentre vanno a colmare le bottiglie d'acqua, e non parcheggiarla dall'altra sponda dove il parcheggio è vasto! Ho segnalato la questione sulla Home del Comune; cliccando sullo spazio “Reclami e segnalazioni” ho stilato il seguente commento: “Nei pressi fontana gestione acqua, inaugurata il 02-02-2013. Al prelievo, chi non si scomoda parcheggiare auto nella piazzola mercato preferisce sostarla nello spiazzo adiacente fine percorso pedonale del parco Barbaglio: preferibile mettere paletti onde evitare quotidiana sosta irregolare. Sempre preferibile in via Garibaldi tale sistemazione paletti sul tratto di marciapiedi sotto il porticato (ex posta): ad ogni mia camminata quotidiana vengo ostacolato (per modo di dire) da una a tre autovetture invadenti. Vedete voi se mio suggerimento è valido... Cordialmente.” Dopo di che una e-mail di ritorno: “Il nostro operatore risponderà a breve!” Bene! L'hai vista la risposta? Col “cazzo della gatta” se ti hanno risposto! Altro che “Al servizio del cittadino”! Al di là del peggio giunge, inaspettatamente, le “coglionate” forsennate della Giunta comunale. Vedasi sotto pagina estratta da “Bresciaoggi” (in basso a sinistra): vuol cambiare “faccia” alla piazza. Si pensa sempre al centro del paese! Le periferie che cazzo sono? Dal 1995 attendo il rifacimento delle fognature nel tratto della mia strada e fino adesso (2013) nulla di fatto! Per il “cuore” del paese la gente si è infuriata! Essa chiede convocazione al sindaco per “chiarimenti” che poi si rivelano “oscurità notturna”! Date uno sguardo alla pagina sotto. Edizione del 09-02-2013: nell'articolo di Zuppelli: “Braccio di ferro tra commercianti e sindaco.” A detta del Sindaco: “...oggi la piazza è solo un grande parcheggio” e farla rivivere da un mortorio durato trent'anni! La gente ha sempre detto che la piazza è luogo ancor oggi “caoticamente” vivacizzata rispetto altre zone periferiche. Troppa amarezza circola in paese: l'hobby della popolazione è ora raccogliere le firme di protesta. Ma nel frattempo, l'amico Savoldi ha inviato una lettera al quotidiano “Giornale di Brescia”; poi, il sottoscritto lo ha imitato! FLERO Tagli all'Imu al posto della superpiazza Ore: 06:00 | giovedì, 14 febbraio 2013 Le chiedo questo spazio per esprimere alcune considerazioni in merito al progetto dell'Amministrazione comunale di Flero, in cui è previsto lo stravolgimento della piazza principale del paese in quanto, sulla base di pensiero dell'Assessore Fabio Ghisi (lettera al direttore del 9 febbraio 2013) è giunto il tempo per «… coltivare il gusto del bello». Non voglio entrare oltre misura nello specifico del progetto ma di questi tempi, con la pesante recessione in atto, disoccupazione costantemente in aumento e famiglie che fanno fatica a garantire l'indispensabile ai propri figli, pensare ad un progetto che graverà sulle spalle dell'intera comunità e di tale portata (4,5 milioni di euro) per «coltivare il gusto del bello» ha veramente dell'incredibile. Invece di spendere soldi pubblici per partorire un tale progetto non era meglio trovare il modo per non far pagare l'Imu sulla prima casa, che l'Amministrazione comunale ha invece scelto e preferito incamerare? Questo progetto, se approvato in forma definitiva, impegnerà le risorse economiche del comune di Flero per tantissimi anni senza produrre alcun beneficio alla comunità flerese, intesi come qualità e miglioramento dei servizi, oltre che dei diversi costi di gestione che automaticamente si riflettono sul cittadino sottoforma di tasse e di costi delle diverse utenze (acqua, depurazione, tassa rifiuti, ecc.). All'assessore, ma nel contempo a tutto il gruppo di maggioranza che amministra il Comune di Flero (Sindaco in primis) vorrei anche precisare che una progettazione articolata e lungimirante (come l'assessore stesso ha definito il loro progetto) deve anche tener conto della realtà concreta di ciò che li circonda e di cosa vogliono i concittadini, ed in questo momento la comunità flerese (sicuramente una parte molto significativa) non è assolutamente d'accordo sul progetto, in primo luogo per il consistente impegno finanziario ma anche e soprattutto perché lo ritiene inadeguato alle esigenze del paese, volutamente tralasciando chi lo classifica quale semplice e puro risultato del «gusto dell'assurdo». Franco Savoldi Flero riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it *** LA POLEMICA Flero, il Pgt e il progetto sulla piazza Ore: 06:00 | venerdì, 15 febbraio 2013 C'era una marea di gente che non conosce alla perfezione tutte le relazioni ufficiali nei Pgt (Piano Governo del Territorio); nella lettera espressa dall'assessore Bilancio e opere pubbliche di Flero («Il progetto sulla Piazza di Flero», del 9 febbraio) inerente al Piano Particolareggiato della Piazza IV Novembre, non saprei se l'argomento della lettera sia esplicito, se sia tutto detto bene, se abbia punti deboli; prima di tutto non si tratta di pecche gravi, poi perché la politica locale è costretta ad accogliere gran parte del linguaggio burocratico, senza la possibilità di «filtrarlo», di migliorarlo, di analizzarlo, per varie ragioni sulla carta stampata. L'assessore non ha citato, nella seconda considerazione della lettera, che nella piazza si realizza l'apertura di un fossato (da abbellire) che scorre sottoterra; né detto che si pone lastricati in sostituzione dei porfidi deposti recentemente; né avvisato che la Giunta intende eliminare il monumento ai Caduti di Guerra, quel monumento tanto amato anche da mia madre 91enne che, in quelle rare volte che passeggiamo, sempre mi indica commossa il nome del fratello morto giovanissimo in Russia e che quel monumento è sua unica consolazione ricordarlo. Termina la lettera dell'assessore: «... è venuto finalmente il tempo di promuovere progetti partecipati e di coltivare il gusto del "bello", per portare maggior "armonia" nei luoghi e tra gli abitanti del paese. La nuova piazza che abbiamo immaginato serve anche a questo». Ma ne è sicuro? In paese stanno raccogliendo firme di protesta e la gente, molta, è amareggiata! Gianmarco Dosselli Flero riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it Concludiamo questo spazio; questa seconda parte de “Flero, il paese infausto2”. Riprendiamo come argomento la Piazza flerese... Il volantino “difensore” di “Buonanot...”, opss, scusate... “Buongiorno Flero” è apparso nelle case. In breve: “Si discute animatamente della riqualificazione della Piazza […] definisce le regole con cui gli abitanti della piazza possono intervenire (naturalmente a proprie spese) sulle loro abitazioni […] Le opere riguardano: costruzione nuovi parcheggi accanto alla farmacia e sul retro piazza, allargamento parcheggio esistente presso la scuola d'infanzia, aree verdi piantumate, pedonalizzazione, la creazione di alcune fontane, l'eventuale risanamento del vaso che scorre dietro le abitazioni [...]” Ma, per il parcheggio vicino alla farmacia bisognerebbe distruggere piante secolari e dai tronchi di diametro superiore ai trenta centimetri? La legge vieta; lo sanno questi amministratori ecologici? Sostituendole con le neonate pianticelle l'aria del centro storico sarà profumata dal fossato putrefatto? Ne parleremo nella terza parte... Rifare la piazza costa l'ira di Dio. Eppure, la casa di riposo è scordata o mandata a 'ffanculo? Magari una bella casa di riposo, così come promessa dalla vittoriosa giunta Pedersoli, perché possa io, rimbambito o demente o mentalmente cretino, un domani, dato che sono scapolo e solingo, avere la vita conclusiva nel mio paese accanto ai miei adorati nipoti. Una pecca, fuori programma; per intenderci come i servizi pubblici dedichino compassione... Dopo la e-mail (segnalazioni o reclami), ne invio un'altra: “Riprendendo una segnalazione che feci in data 8 febbraio e non ottenendo il responso o una conferma (così come propone il vs. progetto in risposta rapida), mi risulta chiaro che l'argomento risultasse una pappolata; tralasciamolo, tempo scaduto. Spero che la segnalazione che sto per proporvi vi sia qualificata e che meriti perentorietà. Il luogo pubblico più “incolto” del paese sta all'ultimo tratto di via Garibaldi(precisamente davanti l'ingresso secondario della trattoria “Bersagliere” laddove proprio nel piccolo fazzoletto di marciapiede vige progressi imbrattati dalle deiezioni canine. Il sindaco dovrebbe saperlo (passaggio giornaliero in auto o a piedi). Del perchè delle deiezioni canine, fin qui è facile intuire il motivo, che non vado a dilungarmi... Cordiali saluti.” La risposta: “Grazie per averci contattato. Un operatore prenderà in carico la sua segnalazione non appena possibile.” Risultato: questione aperta; dunque, inconcludente! Almeno scrivermi: “Non ci rompa troppo i coglioni, caro Gianmarco!”. Avrei capito loro bene, e li avrei lasciati in pace. (Fine seconda parte. Segue in “Flero: il paese infausto 3”)