aio 1977 Giornale Quotidiano - Sped. in abb. post. - Gruppo 1/70 - Anno VI - N. 27 - Dom. 6-Lun. 7 febbraio 1977 II la, DOMENICA I e a Reg. ino svolte fii studen. nonostat). izzato boi. a Mo. i 700 stuler le vie andò Poi • e; ancl^ un c». i enti, pai straordiprevalenimi delle a studenito in cit- 6 LUNEDI 7 FEBBRAIO 1977 lire 150 pisocio è ia parola >polazioni zona pei dei laba detto irlamento iscuri di ;ome avmto, de in realtà rlava di bé l'ìnciin il peì della sulle vodal co;i, delle ate da laniere > 'osse la1 conveha wga^avtat. tornerespecifica nani con 'ante. i » . Que3 dei pa! che gli voglia di1 ibero laand» farrettista) Litamewte ;iornaiAa matti3UO cariane ore ti contro sabato. Assolto Re Cecdi anignoriaIla sen- [>azio rili un arne sullo inchiesti onale ivita gli una riuma, aUe lata sul ni ne nelle gore. pagnidi mire aizie, a^'' S. Mani, i colf la pr^ ,e dals ripresi litante ^ assoluti' :opie te«razioni' i 0 jtore. ore 1'; bambin' dei gii^ limpati^' itinua. la se). Pr"' Oàf azioo®- Andreotti spara sulla scala mobile, Cossiga assedia migliaia di studenti. Basta con questo gowemoi Milano: mille operai guidano un grande corteo Roma: dall'università appello a tutti gli studenti MILANO, 5 — «Contro l'accordo sindacati-Confindustria, per un' opposizione operaia organizzata » ; con questo striscione alla testa sta incominciando a muoversi da lar|o Cairoli un grande corteo convocato mercoledì scorso da un'assemblea cittadina delle avanguardie operaie, del pubblico impiego, dei senza casa, del comitato dei disoccupati, dei lavoratori ospedalieri. Almeno diecimila, dicono i compagni ed è probabile che lungo il percorso la manifestazione diventi più grossa ancora (è previsto un comizio finale davanti alla sede dell'Assolombarda nonostante la questura abbia yietato ieri sera questo percorso); è una manifestazione di proletari: davanti sfilano, con gli striscioni dei coordinamenti operai della zona Romana, del coordinamento Alfa, della Bovisa circa mille operai; poi vengono i lavoratori del pubblico impiego, gli ospedalieri alcune centinaia, i senza casa di tutte le occupazioni della città, i circoli proletari giovanili ed in coda le due organizzazioni rivoluzionarie che hanno aderito alla manifestazione: l'MLS e Lotta Continua (quest'ultima raccoglie almeno tremila compagni, in cordoni fittissima). Un migliaio hanno risposto all' appello della commissione antifascista di AO e dei coordinamenti dei comitati antifascisti, presidiando piazza 5 Giornate. ROMA, 5 — Alle 18, mentre poliziotti. Ci sono posti di blocco scriviamo, 5.000 studenti sono in dappertutto. La polizia è schieraassemblea nella Città Universita- ta a piazza Venezia, largo Argenria: è in corso una grande discus- tina, in via XX Settembre; ci sosione di massa sulle decisioni da no stati alcuni fermi. prendere. L'Università è circonAll'assemblea nell'Università sodata da un'enorme numero di po- no intervenuti, tra gli altri. Mimloziotti che all'entrata perquisisco- mo Finto e Enzo D'Arcangelo di no i compagni e impediscono l'in- Lotta Continua. Domani si farà gresso a chi è sfornito di libretto una festa popolare nella Città Udi iscrizione. niversitaria. Lunedì occupazione Tutte le manifestazioni sono sta- di tutte le facoltà. te vietate. Il corteo che doveva L'assemblea ha proposto per partire alle 16, indetto dai collet- mercoledì una mobilitazione naziotivi universitari non si è tenuto, nale degli studenti. mentre a piazza Esedra a PdUP Intanto la polizia continua ad e AO, che con scelta opportunista « indagare » sui fatti di piazza Innon erano all'Università, è stato -•^dipendenza ; ciò nonostante in queimpedito il concentramento. Alcu- stura nessuno parla, nessuno dà ni compagni sono stati pestati dai (Continua a pag. 8) Golpe contro i salari e i disoccupati ROMA, 5 — Ieri sera alle 19,30 il consiglio dei ministri ha concluso la sua riunione presentando alla stampa il nuovo bottino realizzato: gli oneri sociali, cioè te spese per i contributi assistenziali che [ padroni devono pagare (ma sempre in ® niisura inferiore agh operai) saranno oggi a carico del bilancio statale per "n totale di 1.400 miliardi; tutte le aliQuote deiriVA sono state aumentate; è stato deciso l'aumento di tutti i prodotti Petroliferi ad esclusione della benzina; è fer analizzare gli aspetti gravi di queste infami 'Visioni che hanno il sadi una vera e protipicca contro il mo^wento operaio e contro stessi sindacati, partiadall'ultimo decreto, sen^ dubbio il pili costoso per masse operaie, che dela cosiddetta « steri^zazione della scala moQuesto vuol dire che in avanti gli aumen° decisi dal governo sulle ^ f e pubbliche e gli au^^ti dell'IVA, non incino, come nel passato calcolo dell'indice di stata decisa la « sterilizzazione » degli scatti della contingenza tante volte negata dagli stessi sindacalisti. Il risultato è quello di un vero e proprio « golpe » di Andreotti contro i salari degli operai che ha al tempo stesso il valore di una condanna alla « disoccupazione a vita » per i lavoratori tuttora privi di un posto stabile e sicuro (e sono circa due milioni compresi centinaia di migliaia di giovani in cerca di primo impiego a cui proprio ieri Andreotti ha consigliato di emigrare all'estero!). contingenza; solo con il decreto firmato ieri il governo evita lo scatto di diversi punti di contingenza proprio mentre rimborsa agli industriali i costi che questi dovrebbero pagare a partire dal 1° marzo per lo scatto di 9 punti di contingenza. Dunque si decide che a pagare devono essere gli operai: il valore della contingenza come mezzo di riequilibrio tra salari e costo della vita viene annullato dal momento che i lavoratori pagheranno da soli gli scatti. E' una decisio- ne inaudita e gravissima che il governo ha evidentemente preso dopo il vertice di giovedì scorso con i rappresentanti dei partiti dell'astensione che quindi si sono prestati al suo sporco gioco. Gli stessi sindacati che, pur avendo avallato una serie di misure gravissime e liquidatone e che si sono resi complici della svendita deUa classe operaia con il recente accordo con la Confindustria si erano già da tempo dichiarati contrari alla « sterilizzazione » della scala mobile così come al suo blocco per le retribuzioni che superano i quattro milioni annui lordi (circa 310 mila lire al mese). La decisione di ieri equivale nei fatti al blocco della scala mobile nella misu ra in cui questo strumento viene reso inutilizzabile e apre un precedente pericolosissimo verso la totale soppressione di ogni forma di recupero salariale. E ' nei fatti il risultato della politica del carciofo, voluta da Andreotti ma a cui i sindacalisti non hanno minimamente replicato assistendo giorno per giorno al progressivo « sfo- glio » del carciofo, preoccupandosi semmai di bloccare ogni risposta operaia, di isolarla e di tacciare di « avventuristi, demaghoghi, salarialisti, corporativi, ruffiani del padrone » tutte le avanguardie di classe che coerentemente ne rivelavano la gravità alla massa degli operai. Il cerchio dunque si sta chiudendo, ma la voce operaia e quella di tutti i proletari, occupati e disoccupati deve ancora farsi sentire in pieno. Un'altra deUe ignobili decisioni del governo riguarda il sostanziale blocco della contrattazione articolata effettuato attraverso un nuovo e vergognoso trucchetto: il governo vieta ai padroni di fiscalizzare gli effetti degli aumenti sala riali superiori a quelli previsti dai contratti nazionali. Quanto agli aumenti dell' IVA il governo ha tenuto a precisare che ad essere colpite sono solo le aliquote che riguardano generi di lusso o quelli importati: tutto questo è falso. In primo luogo gli aumenti dell'IVA colpiscono, e in maniera pesante anche generi di largo consumo ed indispensabili, come i prodotti tessili per i quali la tassa viene aumentata dal 6 al 9 per cento: in secondo luogo è onnai noto a tutti che le materie prime importate sono fondamentali per tutta l'industria italiana e che quindi il loro aumento inciderà su tutti i prodotti di largo consumo; in terzo luogo aumentando i prezzi dei materiali combustibili vengono accresciuti anche i costi di trasporto di tutte le merci e quindi ne risentiranno in primo luogo proprio i generi di prima necessità a partire dai prodotto agric<di. H governo dunque continua a mentire spudoratamente : i sindacati e i partiti reggono il gioco. La risposta dei sindacati ad esempio ha ignorato totalmente il caratter e di gravissimo rilancio dell'inflazione (coperta dalla totale omertà) hanno finora assicurato che nonostante tutto firmeranno l'accordo con la Confindustria e parlano di offesa al senso di responsabilità mostrato dai sindacati. La risposta degli operai deve essere una sola: scioperare subito contro il governo! NELLE ALTRE PAGINE: — L'inserto Sicilia rossa. — Napoli: come cresce la lotta all' università. — FIAT: ancora cortei e scioperi a Termoli; per lo stabilimento di Cameri il sindacato tace. Che cosa nasconde il governo dietro il silenzio sulla Cavtat? Il cittadino Moreno Cesare Ieri, sabato, è stato revocato il mandato di cattura emesso una settimana fa contro il compagno Cesare Moreno. Viene così meno, rapidamente questa volta, una montatura odiosa e triviale. Ma ne vogliamo brevemente fare la storia, perché è istruttiva e suggerisce un paio di considerazioni utili. Cesare Moreno era stato perseguito da un altro mandato di cattura, che aveva tratto a pretesto una delle prime manifestazioni di disoccupati a Napoli, e che l'aveva costretto a una latitanza addirittura di tre anni! In capo a quei tre anni, Moreno è stato prosciolto in istruttoria, tanto infondata era l'accusa mossa contro di lui. Ebbene, a pochi mesi di distanza, di nuovo, una settimana fa, un drappello di poliziotti armati torna a presentarsi a casa di Moreno a Napoli, per dare corso a un mandato di cattura. Anche questa volta non lo trovano, e Moreno ricomincia filosoficamente la esistenza latitante. Ormai è un'abitudine. Questa volta le imputazioni — si conosceranno solo dopo alcuni giorni, tanto per aggravare l'allarme — hanno fatto un salto di qualità: partecipazione a bande armate, sostituzione di persona, falso. Si tratta nientemeno che dei NAP, come dicono ufficiosamente alla questura di Napoli, e come si ripete un po' di gente in giro, fra sbalordita e spaventata. Non è comodo, di questi tempi, girare con un'etichetta del genere addosso. E del resto chi ha voglia di giustificare il suo .spavento, qualche ragione se la dà: se a Moreno spiccano un mandato di cattura dietro l'altro, qualcosa sotto ci dovrà pur essere... Tre giorni fa, finalmente. gli avvocati Giovanna Lombardi e Edoardo Di Giovanni riescono a sapere di che cosa è imputato Moreno. Il 30 giugno 1976 qualcuno ha assicurato, a Firen.ze, un' auto che è poi risultata usata da Gentile Schiavane, presunto espon.ente dei NAP incarcerato qualche tempo dopo. La persona che ha firmato il contratto di assicurazione ha dato il nome di Giuseppe Burgani. E Moreno che c'entra, direte voi? Un po' di pazienza e ci arriviamo — cioè, a vedere come ci sono arrivati. Dell'inchiesta si occupa a Firenze il giudice Fleury, ma in realtà, p^ suo conto, i benemeriti signori dell' Antiterrorismo. 1 quali si premurano di mostrare àgli impiegati della società assicurativa una fotografia di Moreno. A quale titolo que sta operazione sia stata compiuta, è una delle cose che costoro, e i giudici che ne autorizzano e addirittura ne accreditano il lavoro, farebbero bene a spiegarci. Moreno è, al momento in cui la « ricognizione » viene esperita, membro della segreteria nazionale di Lotta Continua. Qualcuno potrà tro- vare normale che le foto dei segretari di Lotta Continua vengano conservate nel reparto « presunti nappisti»: noi non siamo dì questo parere, e riteniamo al contrario che si tratti di un grave esempio di arbitrio legale e di provocazione. Quanto ai « riconoscimenti spontanei » così procacciati, ci piacerebbe che un giorno fossero sottoposte ai testimoni fotografie, a piacere, di Santino, 0 di D'Amato, o di altri esemplari del genere — di Cossiga sarebbe inutile. quello l'hanno già riconosciuto tutti gli onesti cittadini. Per tornare a Moreno, la fotografia sua che viene presentata alla ricognizione è di quelle che appartengono, più che a una evenauale doppia vita criminosa, al mondo dei ricordi e della nostalgia. Moreno vi compare, sia pur regolato dal formato tessera, col viso glabro e adolescente che aveva qualcosa come quindici anni fa. Provocatori, questi dell' Antiterrorismo, ma con archivi pessimamente aggiornati. Ebbene, così sollecitati, un paio di impie gati dicono che non possono escludere che a firmare il contratto sia stato quello lì — il Cesare Moreno sedicenne, per intenderci, tanto diverso dal barbuto e autorevolmente rotondo Moreno del 1976. L'affare è aggiudicato: identificato così rigorosamente il colpevole, non si tratta che di assicurarlo alla Giustizia. E la macchina si muove. Il giudice Fleury passa la pratica al suo collega romano cui incombe il compito di occuparsi di tutti i procedimenti che riguardano i NAP, D'Angelo. Il giudice D'Angelo chiede alla questura di Napoli di convocare Cesare Moreno, per interrogarlo. La questura di Napoli — nella quale Moreno è conosciuto aU'incirca come Bettega nelle scuole medie — risponde che Moreno è « irreperibile ». Il 19 gennaio la questura di Napoli fa sapere addirittura di aver fatto ricerche a Bologna, senza esito — e questa è l'unica cosa che non sorprende, dato che fra Moreno e Bologna non c'è niente da spartire — e che il soggetto va considerato definitivamente irreperibile. Nel frattempo Moreno vive a casa sua a Napoli, e visvolge tranquillamente e pubblicamente il suo lavoro politico e professionale. Il giudice romano, adducendo la provata irreperibilità di Moreno, spicca allora un mandato di cattura, con le miracolanti imputazioni che abbiamo detto. La questura va a casa di Moreno — lo sapevano l'indirizzo! — che è appena uscito, ed evita così per un. incidente il soggiorno a Poggioreale. All' indomani, nella questura di Napoli esponenti di polizia commentano il fatto mostrandosi stupiti, dichiarandosi estranei all'inchiesta. e asserendo tranquil(Continua a pag. 8) La FGCI vuole riconvertire i giovani E' fallito il salotto sull'occupazione giovanile ROMA, 5 — Si spengono stancamente i lavori della Conferenza Nazionale sull' occupazione giovanile. «Siamo i meno delusi, perché meno ci siamo illusi » ha detto Massimo d'Alema, segretario della FGCI, intervenendo con l'aria di chi sta tirando le conclusioni. Ha così cercato di giustificare la posizione del PCI che, dopo aver più di ogni altro esaltato l'importanza della Conferenza, si accor ge di essersi troppo illuso L'operazione era quella di presentarsi allo stesso tempo come fozra di gover no e come unica organi/ zazione in grado di rivoi gersi alle masse. E" accaduto invece che alla Con ferenza le masse giovanili non ci fossero, neppure sotto le vesti delle « leghe » dei giovani disoccupati, e i dirigenti della FGCI non sono riusciti a f a r finta che i giovani non esistessero; è contemporaneamente successo che gli interlocutori istituzionali del PCI abbiano completamente deluso, rivelandosi cattivi comprimari. In una sala quasi deserta, che ricordava da vicino il Parlamento della nostra Repubblica, si sono succeduti gli interventi di partiti, dei sindacati, ha parlato persino, cercando invano di non sfigurare, il ministro del lavoro Tina Anselmi. Si è trattato di una rappresentazione scadente per un progetto ambizioso come quello che D'Alema e Napolitano hanno esposto stamani. Esiste un doppio mercato del lavoro, dice il PCI, e giovani e donne sono relegati in quello marginale e precario. P e r uscirne sono necessari, da una parte un nuovo sviluppo economico e soprattutto la riconversione di questo sviluppo (ma attenzione a rispettare il « vincolo » della bilancia dei pagamenti e dell'inflazione, le compatibilità, ha ammonito Napolitano) e dall'altra (e soprattutto) una riconversione dell'offerta di lavoro giovanile, cioè di quello che i giovani si attendono dalla società. A questo punto si innesta un ragionamento sulla scuola: la scolarizzazione di massa non ha creato la massa di diplomati e laureati disoccpati di per sé, ma perché « ha educato ed educa al lavoro improduttivo». I giovani che sono andati a scuola rifiutano il lavoro manuale, che è considerato spregevole. E' necessaria quindi una riconversione anche della morale dei giovani. Inoltre la (Continua a pag. 8)