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INDICE
4 - Introduzione
5 - Il progetto Salute e Lavoro
7 - Linee guida del moltiplicatore
20 - Le dipendenze
22 - Alcol
29 - Sostanze
37 - I comportamenti di abuso
43 - Altre problematiche con cui un moltiplicatore
potrebbe doversi confrontare
46 - Approfondimenti
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INTRODUZIONE
Questo manuale nasce nell’ambito del progetto Salute e Lavoro.
Si tratta di una raccolta di informazioni ad uso del Moltiplicatore
dell’Azione Preventiva.
Il manuale si compone di un vademecum sulla figura del
Moltiplicatore (chi è, cosa fa e come agisce) e di informazioni relative al progetto Salute e Lavoro, alle sostanze psicoattive come alcol
e droghe, ai comportamenti di abuso (gioco patologico e dipendenze da internet). Contiene inoltre, gli indirizzi dei servizi socio sanitari a cui rivolgersi in caso di bisogno.
Le informazioni sono articolate secondo tre domande:
- “Cosa c’è da sapere?”
- “Come aiutare in modo corretto?
- “A chi rivolgersi?”
Insomma si tratta di una vera e propria “cassetta degli attrezzi” a cui
poter attingere ogni qualvolta possa esservi utile.
Gli autori di questo libretto
sono gli operatori del progetto
Salute e Lavoro, quindi medici, psicologi, educatori e assistenti sociali del Dipartimento
Delle Dipendenze dell’ASL
Milano 1 e i consulenti del
Consorzio Sociale CS&L.
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IL PROGETTO SALUTE e LAVORO
COS’ È SALUTE E LAVORO?
E’ un progetto promosso dall’ASL Milano 1 e gestito in collaborazione con il Consorzio Sociale CS&L.
CHE FINALITÀ HA?
Promuovere e tutelare la salute (intesa come “pieno benessere psico
– fisico”) prevenendo l’abuso di sostanze stupefacenti, alcol e comportamenti compulsivi come il gioco d’azzardo patologico.
A CHI SI RIVOLGE?
Si rivolge ai lavoratori in quanto persone adulte in grado di diffondere messaggi positivi sulla salute. Tali messaggi potranno essere di
aiuto a: colleghi, figli, nipoti, amici, conoscenti, ecc… Salute e
Lavoro chiede collaborazione alle aziende del territorio poiché è qui
che l’ASL Milano 1 può facilmente entrare in contatto con gli adulti per promuovere salute.
Inoltre, è interesse del progetto diffondere messaggi positivi sulla
salute nei luoghi di lavoro al fine di aumentare il livello di sicurezza
dei lavoratori.
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COSA FA IN CONCRETO?
• Propone alla Dirigenza Aziendale di collaborare al progetto
• Presenta il progetto ai rappresentati dei lavoratori (RSU, RLS,
Dirigenti, Capi Reparto ecc...) al fine di condividere le finalità
• Propone a tutti i lavoratori di compilare un questionario anonimo
che chiede alcune opinioni riguardanti la salute e le abitudini di consumo, così da raccogliere le idee dei lavoratori al riguardo e tenerne
conto per il lavoro da svolgere insieme
• Restituisce i dati elaborati dei questionari raccolti a tutti i lavoratori
• Propone dei percorsi formativi a tutti i lavoratori (se richiesto)
• Propone una formazione specifica solo ad un gruppo di lavoratori
(5-6 persone) che noi chiamiamo MOLTIPLICATORI DELL’AZIONE PREVENTIVA. Si tratta di lavoratori particolarmente
interessati al tema disponibili a diffondere messaggi positivi sulla
salute e a sostenere dei colleghi che potrebbero trovarsi in difficoltà.
La formazione fornisce informazioni inerenti la salute, la prevenzione alle dipendenze, il funzionamento dei servizi socio-sanitari territoriali. I Moltiplicatori al termine della formazione saranno seguiti
costantemente dagli operatori del progetto Salute e Lavoro
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LINEE GUIDA DEL MOLTIPLICATORE
CHI E’ IL MOLTIPLICATORE
DELL’AZIONE PREVENTIVA?
Il “Moltiplicatore dell’Azione Preventiva” è un lavoratore in grado
di fornire una serie di indicazioni utili ad una persona/collega che
manifesta un comportamento problematico.
E’ una persona che vive
all'interno del contesto
lavorativo e che ha una
vicinanza effettiva ad
altri
lavoratori/trici.
Grazie a questa vicinanza può essere sia
“sensore” di eventuali
situazioni di disagio, sia
“primo contatto” nel
caso di richieste esplicite di aiuto.
E’ “prossimo” agli altri
ed ha una sensibilità ai
problemi individuali e
sociali.
E’ “formato” dal progetto a svolgere il ruolo
di Moltiplicatore.
Possiede una serie di informazioni utili e di contatti con il mondo dei
servizi socio-sanitari e sanitari che può fornire ai colleghi nel
momento del bisogno.
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I Moltiplicatori dell’Azione Preventiva sono in altri termini delle «
figure-ponte » che facilitano lo scambio e la comunicazione tra i
lavoratori (i disagi che manifestano, le eventuali richieste che esplicitano) e il « mondo esterno » dei servizi specialistici.
Il Moltiplicatore è anche un “agente di cambiamento”; egli viene
formato in modo che promuova, all’interno dell’ambito di lavoro
prioritariamente, ma anche nel proprio ambito di vita, una cultura
dell’uso delle sostanze e dei comportamenti compulsivi (gioco patologico, ecc) compatibile con tali ambiti e finalizzata alla minimizzazione dei rischi e dei danni connessi.
CHI IN AZIENDA DI SOLITO SCEGLIE DI FARE IL
MOLTIPLICATORE?
I MOLTIPLICATORI individuati nelle aziende in genere sono:
1. Referenti aziendali che si occupano di sicurezza
2. Delegati sindacali
3. Colleghi di lavoro sensibili ai temi dello svantaggio sociale e del
disagio
PERCHE’ C’E’ BISOGNO DI MOLTIPLICATORI IN
AZIENDA?
La promozione della salute è indispensabile in azienda per prevenire comportamenti di abuso.
Lavoratori sani, che vivono una situazione di benessere, sono anche
lavoratori meno esposti a rischio di infortuni. Questo tutela la sicurezza di tutti.
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E’ importante che a promuovere la salute in azienda ci siano, accanto a politiche aziendali specifiche, anche i Moltiplicatore dell’Azione
Preventiva.
Secondo la teoria su gli opinion leader, i messaggi sulla promozione
della salute ed eventuali azioni di supporto offerte a colleghi in difficoltà risultano essere molto più efficaci se forniti da una persona di
fiducia.
COSA FA?
Quando un collega glielo chiede o quando lui stesso si accorge di
una situazione di disagio vissuta da un collega:
- ascolta, valuta e se necessario fornisce informazioni riguardo ai servizi socio-sanitari e sanitari che si trovano sul territorio
- propone delle definizioni e interpretazioni dei fenomeni di abuso
diverse da quelle esistenti contribuendo a modificare la “cultura”
legata a tali fenomeni
- può fornire delle occasioni di vicinanza ai colleghi; il messaggio
implicito, importantissimo dal punto di vista del rapporto umano è
“mi sono accorto di te!”
- sensibilizza i colleghi a “notare” un eventuale problema che da soli
non riescono a “vedere”, li aiuta ad affrontarlo indicandogli un possibile percorso da intraprendere e il nominativo di alcuni specialisti
che lo possono accogliere
- e’ promotore di campagne di sensibilizzazione sulla salute
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COSA NON FA?
IL MOLTIPLICATORE:
- NON E’ un assistente sociale.
- NON E’ uno specialista della salute o delle dipendenze/comportamenti di abuso.
- NON E’ un controllore incaricato dall’azienda.
- NON FA la spia.
- NON E’ una spia.
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DOVE E QUANDO PUO’
AGIRE IL MOLTIPLICATORE?
Il Moltiplicatore esercita il suo ruolo sul posto di lavoro (ma anche
a casa, con i figli, tra gli amici...).
In alcuni casi, per esempio quando un Moltiplicatore riveste un
ruolo specifico in azienda (RSU, RLS, RSPP…) ha l’opportunità di
incontrare i colleghi durante dei colloqui individuali. E’ in queste
situazioni che il Moltiplicatore ha una grande occasione di contatto
con i colleghi è può, con discrezione esercitare la sua competenza.
E’ indispensabile sottolineare che ogni azienda ha delle caratteristiche specifiche, quindi è compito del Moltiplicatore osservare il contesto aziendale e individuare il luogo e il momento più adeguato per
esercitare il suo ruolo...
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IN CHE MODO PUO’ PORSI
RISPETTO AI SUO COLLEGHI?
Come abbiamo già detto il Moltiplicatore è una persona attenta alla
salute dei colleghi, capace di cogliere situazioni di disagio; è inoltre
discreto e disponibile. Il Moltiplicatore prova ad instaurare con i colleghi un rapporto di FIDUCIA e ad entrare in EMPATIA con loro.
Questo significa che il rapporto che si istaura fra le parti deve essere equilibrato e basato sul principio della GIUSTA DISTANZA.
Questo principio rispetta due regole fondamentali:
1. “TI COMPRENDO, TI VOGLIO AIUTARE, PROVO AD
AIUTARTI, MA NON VOGLIO TRAVOLGERTI...”.
2. “MI INTERESSA IL BENESSERE DEL MIO COLLEGA MA
NON MI FACCIO TRAVOLGERE DAI SUOI PROBLEMI.”
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QUALI SONO I CAMPANELLI D’ALLARME A CUI DEVE
PRESTARE ATTENZIONE UN MOLTIPLICATORE PER
ACCORGERSI DI UNA SITUAZIONE DI DISAGIO?
Il MOLTIPLICATORE può osservare nei suoi colleghi alcuni comportamenti che se perpetrati nel tempo possono far “accendere un
campanello di allarme”:
- assenze ripetute (molti giorni di malattia, permessi ecc...)
- difficoltà a terminare la giornata lavorativa
- frequenti cambiamenti di umore (irascibilità, ansia, insofferenza...)
- difficoltà di concentrazione (sonnolenza, distrazione)
- trascuratezza fisica (aspetto trasandato, scarsa igiene…)
- isolamento dai colleghi
- infortuni ripetuti
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DOMANDE FREQUENTI
1. Come faccio a non essere considerato una
spia dai miei colleghi?
Come prima cosa è importante che tu non ti
senta una spia! E’ necessario che per esercitare
questo ruolo tu sia a tuo agio e sia convinto di
offrire un servizio utile ai tuoi colleghi. Inoltre
potrai vincere la diffidenza dei colleghi relazionandoti ad essi in maniera molto franca e chiara. Potrai spiegare che sei in grado di fornire
informazioni utili e che puoi mettere in contatto il collega in disagio
con uno specialista. Quindi dovrai essere disponibile e accogliente,
ma allo stesso tempo dovrai mantenere la giusta distanza.
Inoltre ricorda: dal momento in cui anche uno solo dei tuoi colle ghi avrà giovato della tua competenza la tua credibilità in azien da crescerà moltissimo!
Noi del progetto svolgiamo un lavoro di sensibilizzazione con le dirigenze aziendali e con tutti i
lavoratori per favorire la corretta interpretazione del tuo ruolo e favorirne l’effettivo esercizio.
2. Se mi trovo in difficoltà dopo aver evidenziato una situazione di disagio come mi devo comportare?
Nel momento in cui evidenzi una situazione di
difficoltà e non sai come comportarti è bene che
tu ti fermi! Chiedi aiuto a tua volta, chiarisciti le
idee con un referente del progetto Salute e
Lavoro e quando avrai individuato un piano di
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intervento, potrai agire. E’ molto importante che tu sia convinto di
poter dare le giuste informazioni, quindi prima acquisisci tutti gli
strumenti di cui hai bisogno e poi agisci!
3. In che modo devo comunicare ai miei colleghi di essere un
Moltiplicatore?
In linea di massima, la modalità per comunicare che in azienda è
presente la figura del Moltiplicatore deve essere concordato con i
vertici aziendali. E’ bene trovare una strategia comune che consenta di far arrivare ai lavoratori l’informazione più corretta. Quindi,
questa non dovrà essere una preoccupazione soltanto tua!
4. Se il clima in azienda è ostile come posso esercitare il mio ruolo?
Anche in questo caso ciò che puoi fare è cercare di relazionarti al
meglio con i tuoi colleghi. Non è tuo compito cambiare il clima
aziendale o attivare politiche di miglioramento come singolo
Moltiplicatore, puoi però agire in modo trasparente e chiaro, questo
senza dubbio verrà capito dai tuoi colleghi.
Il clima aziendale nei confronti del Moltiplicatore può cambiare con
il lavoro del gruppo dei Moltiplicatori e con il lavoro parallelo che
noi facciamo con le dirigenze.
5. Devo informare la dirigenza se individuo situazioni di disagio?
No, dal momento in cui individui una situazione di disagio puoi:
• parlare con il collega in difficoltà e fornirgli le informazioni necessarie
• rivolgerti ai servizi per consultarti su che cosa sia meglio fare.
Potrai parlarne con la dirigenza solo se sarà il collega in difficoltà a
chiederti di farlo, oppure puoi proporlo tu al collega, ma devi avere
sempre il suo assenso
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6. Una volta terminata la formazione saremo soli?
No, avrete ancora il nostro supporto. Sarà nostra cura organizzare
degli incontri di monitoraggio e di formazione con tutti i
Moltiplicatori dell’Azione Preventiva delle aziende coinvolte nel
progetto.
Per ogni evenienza potrete inoltre
contattare i referenti del progetto:
- Katia Salemi 347 5060065
[email protected]
- Lorenzo Canafoglia
[email protected]
- Moira Fontana 02 49510360
[email protected]
- Paola Duregon 0331 498616
[email protected]
- Fabio Guerrini 334 6786903
[email protected]
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GUIDA PRATICA (COSAFARE SE...)
RUOLO DI SUPPORTO
Se si presenta una persona che espone una difficoltà, essa deve
riguardare l’ambito di competenza del progetto (alcol, droghe, gioco
patologico, disagio psichico ecc...) e non deve richiedere prestazioni
di tipo specialistico (colloquio psicologico, consulenza legale, consulenza medica ecc.). In questi casi se è possibile tramite l’indirizzario
da noi fornito, si deve chiedere alla persona di contattare il servizio
più adeguato. Nei casi in cui non si sappia a chi indirizzare la persona si può prendere tempo e contattare gli operatori del progetto
chiedendo una consulenza.
Il ruolo del MOLTIPLICATORE è “cogliere i primi segnali (di un
disagio)”.
Se si vede un/una collega, in difficoltà o che mostra dei “sintomi”
rilevabili come indicatori di un malessere, si può decidere di intervenire attivamente chiedendo “c’è qualcosa che non va?”; se per qualche ragione si è titubanti “vorrei fare qualcosa, ma…” allora parlatene prima con gli altri MOLTIPLICATORI e/o con il medico competente e sentite il loro parere; se non volete parlarne con altri oppure se ne parlate, ma non riuscite a prendere una decisione, allora
contattate gli operatori del progetto.
Se si venisse a conoscenza di informazioni riservate e dati “sensibili” (per esempio la presenza di determinate patologie), qualsiasi passaggio di tali informazioni a terzi (dirigenti, capi squadra, colleghi,
operatori del progetto) deve essere concordata con l’interessato/a
dal quale bisogna ricevere un assenso almeno verbale.
Agli operatori di Salute & Lavoro, si possono fornire queste informazioni, se ritenuto utile per una consulenza, senza fornire i dati
dell’interessato/a.
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RUOLO PROMOZIONALE
Il MOLTIPLICATORE è anche un “agente di cambiamento”; egli
viene formato in modo che promuova, all’interno dell’ambito di
lavoro prioritariamente, ma anche nel proprio ambito di vita, una
cultura dell’uso delle sostanze e dei comportamenti compulsivi
(gioco patologico, ecc...) compatibile con tali ambiti e finalizzata alla
minimizzazione dei rischi e dei danni connessi. Nel caso egli o ella
abbia delle difficoltà in tale direzione, questo va segnalato agli operatori del progetto.
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I MIEI APPUNTI
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LE DIPENDENZE
COSA C’È DA SAPERE?
Si può parlare di dipendenze
considerandole “il lato oscuro
del piacere umano”.
Il piacere è regolato da sistemi
cerebrali che gestiscono ed elaborano gli stimoli esterni e li
convertono in sensazioni gratificanti ed appaganti.
Così, quando si vive per la prima volta un’esperienza piacevole provocata da stimoli esterni, il desiderio di poterla ri-sperimentare
viene memorizzato dal nostro cervello, in modo da poter subito essere riconosciuto e ricontattato per procurare una nuova esperienza
piacevole.
Nel nostro cervello il neurotrasmettitore del piacere è la Dopamina,
il quale attiva altre strutture nervose a produrre segnali che si traducono in sensazioni di piacere.
Esistono però anche dei sistemi cerebrali che consentono di controllare, correggere, modulare e limitare i sistemi del “piacere” al fine di
portare ad un equilibrio la gestione di questa sensazione. Questa
limitazione evita che la sensazione di voler provare piacere diventi
dominante e prevalente nella vita di ogni soggetto.
Questi sistemi di controllo maturano, nell’uomo, non prima dell’adolescenza e si completano quasi nell’età adulta (nell’animale essi
sono meno sviluppati).
Un individuo sano ha l’equilibrio tra desiderio del piacere e limi tazione del piacere intatto, mentre si ammala quando quell’equi librio virtuoso e fisiologico è alterato.
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Nel caso di malattia uno stimolo esterno come l’assunzione di droghe, alcol e alcuni farmaci, ma anche il provare un comportamento
stimolante molto piacevole come il gioco d’azzardo, lo shopping, il
sesso, il lavoro, lo sport, ecc... esercita una elevatissima azione sui
sistemi del piacere.
In quel caso, si amplifica in misura elevatissima il desiderio di riprovare la medesima sensazione piacevole ricercando lo stimolo che
l’ha procurato.
Quando l’impulso a procurarsi una sostanza o a compiere un
determinato comportamento diviene incontrollabile e si affianca
ad una ricerca spasmodica e continuativa di quella sostanza o di
quel comportamento appaganti e piacevoli , il circuito della dipen denza si è instaurato e “romperlo” non sarà facile.
Per fortuna non tutti coloro che sperimentano una sostanza o un
comportamento appagante problematico diventeranno dipendenti
da essi. Se i nostri sistemi fisiologici di controllo sono ben rafforzati
dai contesti esterni con fattori protettivi come l’educazione, il rifiuto della trasgressione, l’acquisizione di strumenti e competenze indirizzate a stili di vita sani, il rifiuto di sperimentare o di continuare
l’uso di sostanze avrà il sopravvento. Ma questi fattori protettivi
vanno appresi e rinforzati, attraverso un metodo educativo genitoriale che sappia sollecitarne lo sviluppo e la conservazione.
Invece altri fattori, come avere genitori alcolisti o giocatori patologici o incompetenti per capacità educative o che trascurano i figli o
trascurano i primi segni di trasgressione, ma anche vivere in
ambienti socioculturali degradati, possono essere elementi di
rischio di devianza, e possono facilitare l’ingresso nel circuito delle
dipendenze.
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ALCOL
Parlare di alcol non è mai facile,
l’Alcol da sempre appartiene alla
nostra cultura: mitologica, re l igiosa, sociale, commerciale...
COSA C’È DA SAPERE?
L'alcol etilico è una sostanza
incolore ed inodore, che non
serve al nostro organismo e al suo
normale funzionamento ed è tossica per le cellule. Si forma per
fermentazione di zuccheri semplici presenti nella frutta e nei cereali o per distillazione del mosto fermentato.
Oltre all'acqua, l'alcol etilico è il principale componente delle
bevande alcoliche, altri principi nutritivi (proteine, zuccheri, vitamine, ecc...) sono presenti solo in microscopiche quantità.
Per questa ragione le bevande alcoliche non possono essere consi derate un alimento.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'alcol è
una droga, sebbene sia una sostanza legale. Come tutte le droghe,
l'alcol ha un potere psicoattivo (cioè modifica il funzionamento del
cervello) e nel tempo, per ottenere gli stessi effetti, bisogna aumentare la dose assunta. I rischi che corrono le persone che ne fanno uso
riguardano, sia la salute fisica, sia quella psichica, sia quella familiare e sociale.
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Il consumo di alcol può essere descritto in termini di grammi - alcol
ingeriti oppure in termini di bicchieri standard (10-12 g)
1 unità alcolica pari a circa 12g=0,2 di alcolemia
CORRISPONDE A (circa):
330 di ml di birra (5°)
125ml di vino (12°)
80ml di aperitivo (18°)
40ml di superalcolico (36°)
EFFETTI A BREVE TERMINE
Quando una persona assume bevande alcoliche, l’alcol viene subito
assorbito, in parte dallo stomaco, in parte dall'intestino e passa
direttamente nel sangue che lo trasporta velocemente in tutti gli
organi (10/15 minuti arriva al fegato, al cervello, al cuore, ai reni e
poi a tutto il resto del corpo).
Il fegato ha il compito di distruggere l'alcol per renderlo inoffensivo
e scomporlo in sostanze più tollerabili per il nostro organismo. Il
fegato riesce a metabolizzare una piccola quantità di alcol, circa un
bicchiere di bevanda alcolica in un’ora: quindi due bicchieri in due
ore, tre bicchieri in tre ore e così via.
L'alcol assunto, viaggia nel nostro corpo danneggiando tutte le cellule e gli organi con cui viene in contatto, attraversa rapidamente la
barriera ematoencefalica (per fare un esempio, con una ubriacatura
si perdono circa 100.000 neuroni) e la barriera placentare… insomma l’alcol combina guai!
L'alcol provoca all'inizio euforia e successivamente ha un azione inibitoria, procura perdita di equilibrio, difficoltà motorie, difficoltà di
concentrazione, difficoltà di visione, confusione mentale, sino al
rischio di coma e morte.
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EFFETTI A LUNGO TERMINE
Quando una persona assume alcol regolarmente per un tempo prolungato, aumenta il rischio di sviluppare alcune malattie e alcune
patologie sia fisiche, che psichiche, che relazionali.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo persistente di 20 g di alcol al giorno è già un consumo a rischio.
Più si beve e più si è a rischio e anche un singolo episodio può essere fatale.
Nel nostro paese l’alcol è causa di circa 40.000 decessi l’anno: è la
prima causa di morte fra i giovani sotto i 24 anni.
L’ALCOL È CAUSA DEL:
10% di tutti i tumori
70% di tutte le cirrosi epatiche
45% di tutti gli incidenti
41% di tutti gli omicidi
95% delle invalidità
10% dei ricoveri ospedalieri
20% degli infortuni sul lavoro
ALCOL E LAVORO
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Il consumo di alcolici (birra, vino, superalcolici) è uno dei fattori che
influenzano in modo negativo lo stato di salute del lavoratore e dei
colleghi di lavoro.
L’alcol può esporre a forti rischi di incidenti o infortuni, anche in
conseguenza di un singolo ed occasionale episodio di consumo.
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Gli effetti dell’alcol sulle funzioni senso-motorie e comportamen tali riguardano:
- il campo visivo, che si restringe (diminuzione della visione late rale)
- i tempi di reazione e coordinazione che si allungano
- la capacità di concentrazione che diminuisce
Inoltre l’alcol può creare un senso di apparente benessere ed euforia, che induce a sopravvalutare le proprie capacità ed ad affrontare
rischi che, senza aver bevuto, non si sarebbero corsi.
Le condizioni professionali che potrebbero favorire il consumo di
alcol sono le seguenti:
- attività lavorative che comportano prolungati sforzi fisici.
- esposizione a polveri e fumi, condizione che aumenta la sete
- mansioni che prevedono frequenti situazioni di intrattenimento
(venditori) e disponibilità di bevande alcoliche sul luogo di lavo ro (baristi)
- attività monotone e ripetitive
- livelli di responsabilizzazioni troppo alti o troppo bassi rispetto
alle capacità personali
- pressioni dirette od indirette dei compagni di lavoro nell’uso di
alcolici
INOLTRE…
L’alcol potenzia l’effetto tossico di alcune sostanze presenti nei posti
di lavoro:
- alcol + solventi/fegato e sistema nervoso
- alcol + metalli/fegato e sistema nervoso
- alcol + pesticidi/fegato e sistema nervoso
- alcol + nitroglicerina/fegato e sistema nervoso
- alcol +rumore/apparato uditivo
- alcol + basse temperature/patologie da raffreddamento
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IN CONCRETO
Attualmente, le leggi e le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro,
stabiliscono il divieto di assumere e somministrare alcolici all’interno delle aziende… ma ciò non basta! Ogni singolo lavoratore, deve
avere chiaro i rischi che corre per sé e per gli altri se assume sostanze alcoliche, non solo durante il turno di lavoro, ma anche prima di
entrare in azienda; ricordiamoci che per smaltire un’unità alcolica
serve almeno un’ora… se mangio e poi vado al lavoro, sono ancora
sotto l’effetto della sostanza.
RISCHIO ZERO CONSUMO ZERO
Ci sono vari contesti oltre ai luoghi di lavoro in cui è necessario
mantenere l’astinenza:
- gravidanza
- infanzia
- adolescenza
- alcol e guida
- alcol e luoghi di lavoro
- alcol e assunzioni di farmaci
ALCOL E GUIDA
Per la normativa vigente la guida in stato di ebbrezza costituisce un
reato.
Il tasso alcolemico consentito è 0,5g/l; per i neopatentati e per i conducenti di età inferiore ai 21 anni il tasso alcolemico deve essere pari
a zero.
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L’accertamento si effettua attraverso uno strumento chiamato etilometro o con un prelievo ematico.
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Le sanzioni previste in caso di guida in stato di ebbrezza variano a
seconda del tasso alcolemico riscontrato e prevedono: ammende,
sospensione della patente, arresto e confisca del veicolo.
Il rifiuto di sottoporsi ad accertamento è reato ed è punito con la
massima pena prevista. E’ molto difficile fornire indicazioni valide
per tutti, sulla quantità di alcol che si può assumere, senza raggiungere un alcolemia a rischio.
Il tasso alcolemico è influenzato da:
- modalità di ingestione della sostanza
- tempo trascorso dall’assunzione
- gradazione alcolica
- peso corporeo
- sesso
- età
- etnia
- stato di salute
Quindi non prendete alla lettera le formule che si trovano appese nei
locali perché le variabili sono molte.
RISCHIO ZERO ALCOL ZERO
- “Con che frequenza assumi bevande alcoliche?”
- “Quando bevi quanto bevi?”
Queste semplici domande ci permettono di evidenziare se c’è un
problema
A CHI RIVOLGERSI?
I NOA sono servizi ambulatoriali rivolti a:
- persone con problemi di alcoldipendenza e loro familiari
- persone che desiderano informazioni sulle sostanze psicotrope
legali ed illegali e sul servizio
- persone che si occupano dei disagi derivati dall'uso di alcol e sostanze.
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Gli operatori psico - socio sanitari che costituiscono l'equipe di tali
servizi garantiscono accoglienza diagnosi e presa in carico dell'utente e predispongono per ciascuno un programma terapeutico riabilitativo individualizzato. Inoltre, le componenti specialistiche in seguito alla valutazione diagnostica rilasciano la certificazione che attesti
la necessità di intervento residenziale. Sono garantiti in ogni NOA i
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Gli utenti e i loro familiari sono tutelati dal segreto professionale
L'ACCESSO AL SERVIZIO E’ DIRETTO:
Il cittadino può accedere al servizio spontaneamente, non è necessaria la richiesta del medico curante e non ci sono vincoli territoriali
per l'accesso alle strutture.
Per gli appuntamenti è sufficiente recarsi personalmente o telefonare, durante gli orari di segreteria a disposizione del pubblico. Si accede su appuntamento.
NOA ABBIATEGRASSO:
Piazza Mussi 1, Abbiategrasso
Tel. 02 9486264
NOA LEGNANO:
Via Colli S. Erasmo 32, Legnano
Tel. 0331 449548
NOA BARANZATE:
Via Primo Maggio 30, Baranzate
Tel. 02 49510360
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SOSTANZE
COSA C’È DA SAPERE?
DIPENDENZA DA SOSTANZE:
PROVO PIACERE TRAMITE
UNO STIMOLO ESTERNO E
CONTINUO A RICERCARE
SPASMODICAMENTE
QUEL PIACERE
Le “droghe” sono stimoli fortissimi, che causano un piacere che
molti soggetti desiderano intensamente riprovare, ripetendo quindi
l’assunzione una seconda volta, una terza volta, ecc.
I sistemi cerebrali della gratificazione, quando raggiunti dalle “droghe”, liberano ogni volta (nelle terminazioni nervose o sinapsi) un
neurotrasmettitore (Dopamina) in quantità elevata e non riescono
poi, a recuperarlo efficacemente, né a produrne di nuovo a sufficienza per ristabilire gli equilibri iniziali, per cui il sistema cerebrale si
impoverisce e depaupera le proprie scorte di Dopamina.
E’ come un’auto con un serbatoio bucato, per cui è necessario recarsi a fare rifornimento molto più spesso di quando il serbatoio era
integro. La Dopamina è il carburante dei Centri della gratificazione,
quando il sistema va in deficit di Dopamina perché ne consuma più
di quella che può produrre o recuperare si produce, nel soggetto che
ha incominciato ad usare sostanze, uno stato di insoddisfazione, di
frustrazione, di stanchezza fisica e mentale, che possono essere risolte solo con l’assunzione di una nuova dose (un nuovo rifornimento)
di “droga”.
La droga stimola di nuovo il sistema cerebrale a liberare quella poca
Dopamina rimasta, impoverendo sempre più le scorte e provocando,
dopo le sensazioni piacevoli, un nuovo stato di disagio psicofisico e
di desiderio, l’impulso a procurarsi nuova sostanza: possibilmente in
quantità sempre maggiore. Lo stato di disagio e di insofferenza cau-
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sato dalla scarsità di Dopamina è, per alcuni soggetti, insopportabile e penoso tanto che, la ricerca di altra droga diventa una priorità
quasi vitale; poiché solo con essa si è in grado di ripristinare un
accettabile grado di benessere, benché solo temporaneo.
In questo modo si spiegano quindi due importanti concetti:
- l’astinenza: l’insieme dei sintomi e dei segni del disagio successivo
agli effetti gratificanti ed accompagnato dall’impulso irrefrenabile
ad acquisire nuova sostanza.
- la tolleranza: la necessità di usare quantità sempre maggiori di
sostanza per poter provare effetti pari alle prime assunzioni.
Non tutti i soggetti che sperimentano una o più sostanze diventeranno automaticamente tossicodipendenti, poiché possediamo anche
sistemi cerebrali che possono limitare e controllare, il sistema della
gratificazione inibendolo e facendo prevalere un comportamento di
abbandono della sostanza o ancor prima, di rifiuto della sostanza
stessa.
Questi sistemi di controllo sono rafforzati dal contesto educativo,
culturale e sociale in cui ogni soggetto ha vissuto.
Per quanto riguarda quindi, l’aspetto della dipendenza, le “droghe”
hanno tutte azione analoga (al limite varia l’intensità dell’azione sul
centro della gratificazione).
Ciò che, invece le differenzia, sono la struttura chimica e gli effetti
sul cervello; alcune sono responsabili di effetti eccitanti, altri di
effetti deprimenti o ancora, psichedelici.
Droghe eccitanti e psicostimolanti: amfetamine e cocaina.
Droghe ad azione deprimente: morfina e suoi derivati; eroina e alcuni farmaci ad azione analoga sul Sistema Nervoso Centrale e i farmaci ad azione ansiolitica (Benzodiazepine).
Droghe ad azione psichedelica: tra le quali alcuni prodotti derivati
da funghi allucinogeni (Psilocibina), LSD e Ketamina (un anestetico ad uso veterinario e un tempo, anche di uso medico).
Droghe ad azione mista: in particolare l’alcol e i derivati della
Cannabis (in particolare i derivati più recentemente sintetizzati).
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LE DROGHE PIÙ CONOSCIUTE: ALCUNI CENNI
COCAINA: psicostimolante per eccellenza, provoca sensazioni di
euforia, di energia psicofisica che durano poche ore dopo l’assunzione (in genere per via intranasale, raramente per “smoking” o per via
endovenosa).
Giova sottolineare che a fronte di queste temporanee sensazioni di
benessere soggettivo, essa non rafforza le prestazioni sessuali (l’uso
prolungato le deprime), provoca vasocostrizione arteriosa (coronarie = rischio di infarto), perforazione del setto nasale, malformazioni fetali, gravi disturbi psichiatrici che, a volte, permangono anche
per anni nonostante la cessazione dell’uso.
Falsa è anche l’idea che la cocaina migliori le performances lavo rative, poiché inizialmente solo la velocità d’esecuzione è miglio rata, mentre la possibilità evitare l’errore non migliora. Alla lunga
invece, la capacità di concentrarsi diminuisce, per cui la velocità di
esecuzione di un lavoro e la probabilità di sbagliare peggiorano.
In alcuni soggetti si rilevano anche allucinazioni e sindromi depressive.
La dipendenza psicologica è molto forte.
E’ falso ritenere che un uso occasionale possa essere poco pericoloso, poiché ogni cervello umano è diverso dagli altri e, per alcuni, i
danni a breve o medio termine, possono manifestarsi anche per un
uso occasionale.
EROINA: provoca anch’essa sensazioni di gratificazione e in senso
lato, una sorta di piacere anestetizzante e isolante dalle realtà.
Assunta per via inalatoria o (spesso) per via intravenosa, produce
velocemente dipendenza psicologica ed anche fisica.
La sindrome di astinenza da eroina è infatti, ricca di sintomi fisici:
brividi, dolori addominali ed articolari, diarrea, vomito, irritabilità.
Uno dei rischi più temuti è quello dell’overdose, poiché l’eroina agisce sui centri nervosi che regolano la respirazione deprimendone la
funzione, per cui la morte per arresto respiratorio e cardiocircolatorio si verifica in alcune centinaia di casi all’anno. Noti, sono anche i
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rischi derivati dalle iniezioni endovenose: epatite C, infezione da
HIV, tromboflebiti, ascessi, infezioni delle valvole cardiache (endocarditi).
L’eroina è l’unica sostanza, per la cui dipendenza esiste una terapia
farmacologica ad hoc, rappresentata dal Metadone e dalla
Buprenorfina, farmaci sulla cui utilità vi sono state, nel passato,
polemiche e discussioni.
L’uso di eroina è scarsamente compatibile con un buon rendimento
lavorativo, poiché la sua pervasività nella vita dei soggetti porta a
incentrare la propria giornata e le proprie priorità sulla ricerca della
sostanza mettendo in secondo piano tutto il resto.
Dalla Morfina derivano non solo l’eroina, ma anche alcuni farmaci a
forte azione analgesica.
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CANNABIS: essa ed i suoi derivati (riconducibili tutti alla presenza
del principio attivo THC in quantità variabili) rappresentano le
sostanze più diffuse e spesso, le sostanze d’iniziazione, ovvero quelle che vengono sperimentate per prime ed in età adolescenziale.
Ciò avviene in parte per il costo decisamente contenuto rispetto
all’eroina ed alla cocaina, in parte per la falsa idea, che il potenziale dannoso per l’organismo sia lieve o addirittura minimo. In realtà
proprio l’uso da parte di adolescenti, il cui cervello giunge a maturazione non prima dei 18-21 anni (quindi più tardi della maturazione di
altri apparati, quali quello muscolare, scheletrico, riproduttivo, ecc.)
è quello più rischioso. La Cannabis irrita la mucosa congiuntivale,
quindi spesso causa arrossamento oculare (ma non tutti coloro che
hanno gli occhi rossi, devono aver per forza usato cannabis).
Un cervello ancora in evoluzione è evidentemente, più suscettibile
di lesioni rispetto ad uno già ben strutturato. Questo aspetto spiega
il perché, non sia raro ritrovare pazienti molto giovani con disturbi
psichiatrici importanti causati o fatti emergere, dalla cannabis. Gli
effetti indotti dalla cannabis, generalmente assunta per via inalatoria, comprendono sia sensazioni euforizzanti (un’incontrollabile
voglia di ridere), sia sensazioni di rilassatezza e “relax”, come se
fosse un ansiolitico. I danni noti causati da questa droga riguardano
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l’apparato respiratorio (bronchite cronica, neoplasie polmonari),
quello endocrino (in particolare le gonadi maschili), quello immunitario. L’uso ricreativo non ha nulla a che fare con quello terapeutico. Quest’ultimo, riguarda solo situazioni particolari e ovviamente,
non contempla l’assunzione di derivati della cannabis tramite fumo
inalato, ma mediante compresse o confetti, come qualunque medicinale.
La Cannabis rallenta fortemente la velocità di reazione, per cui frenare l’auto per un ostacolo improvviso, così come fronteggiare un
imprevisto mentre si aziona una “macchina” in qualunque linea di
produzione artigianale o industriale, espone a probabili incidenti ed
infortuni.
DA RICORDARE: ognuno di noi ha un assetto cerebrale ed
una sensibilità agli stimoli esterni diversa dagli altri per cui non è a
priori possibile, stabilire quale tipo di risposta e di conseguenze, avrà
l’impatto di una sollecitazione esterna.
Questo è particolarmente vero per le droghe, rispetto alle quali alcuni sviluppano precocemente una grave dipendenza, altri più tardivamente.
Alcuni possono manifestare velocemente e gravemente i danni e le
lesioni da uso di droghe, altri più lentamente. Alcuni possono avere
conseguenze irreversibili anche dopo aver definitivamente smesso di
usarle, altri possono avere un buon recupero funzionale e sociale.
Alla luce di tutto questo, e’ altamente sconsigliabile sfidare la sorte
pensando di appartenere al gruppo di quei pochissimi che subiranno
meno danni.
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SOSTANZE PSICOATTIVE E PERFORMANCES
PERSONALI (LAVORATIVE O SPORTIVE).
Ciò che e’ stato descritto per le
droghe vale anche per molti far maci regolarmente in commercio.
Gli ansiolitici, gli antidepressivi,
gli antiepilettici, gli antistamini ci di prima generazione, i barbi turici, possono condizionare i
tempi di reazione e la velocità di
esecuzione di compiti. Pertanto,
guidare l’auto o compiere un’at tività lavorativa o sportiva, sono
azioni di tutti i giorni nelle quali
si possono verificare incidenti
con rischio più elevato se vi e’
stata assunzione dei farmaci
sopraelencati. Quindi, pre s t a re
attenzione ai farmaci assunti per
le loro azioni sul sistema nervoso
centrale (ma anche a farmaci
come gli antiipertensivi o gli
antidiabetici nei primi giorni di
terapia o quando si cambiano i
dosaggi).
COME SI PUÒ AIUTARE IN MODO CORRETTO?
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L’approccio migliore è quello di ragionare, insieme alla persona che
si vuole aiutare, sulla serietà della situazione e sulla necessità di affidarsi a professionisti e specialisti come si farebbe per le patologie di
altro tipo.
Evitate, ritenendolo un aiuto, di consigliare un lungo viaggio o una
vacanza poiché non servono a molto; evitate di coinvolgere figure
che possono confondere la situazione o illudere su facili “guarigio-
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ni” (spesso servono anni per risolvere una dipendenza).
Il Medico di Medicina Generale va benissimo e può essere un ulteriore aiuto per arrivare dallo specialista giusto; i Gruppi di auto aiuto appartenenti a organizzazioni con rinomata esperienza
(Alcolisti Anonimi, Narcotici Anonimi) possono anch’essi dare un
contributo.
A CHI RIVOLGERSI?
Al SerT (Servizio Tossicodipendenze).
Gli specialisti della tossicodipendenza, ovvero quelli che possiedono
gli strumenti e le competenze adatte, appartengono ai Servizi per le
Dipendenze, pubblici o privati accreditati, oppure alle Comunità
Terapeutiche accreditate. Nei Sert in particolare, sono presenti tutte
le professionalità (assistenti sociali, educatori professionali, infermieri professionali, medici e psicologi) in grado di prendere in carico, gestire e curare tutti gli aspetti delle Dipendenze. Possono accedere liberamente (senza richiesta del medico curante) tutti i cittadini che fanno un uso problematico, abusano o sono dipendenti da
droghe.
E’ importante sapere che entrare al Sert non significa essere “schedati”.
La propria privacy viene rispettata e tutelata, non si viene segnalati
a nessuna autorità (salvo che nei casi particolari previsti dalla
Legge) e non si ha alcun vincolo di dover continuare il rapporto con
il Servizio se si decide di interromperlo. Gli operatori sono disponibili anche per colloqui semplicemente informativi o di consulenza
(anche per i familiari o per colleghi e amici, nel rispetto del segreto
professionale e della privacy).
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Si accede preferibilmente su appuntamento. Attive nella ASL
Milano 1 sono le seguenti sedi:
SERT RHO: via Casati, 45 Passirana di Rho
Tel 02/93200827
SERT PARABIAGO: via Spagliardi, 19
Tel 0331/498493
SERT MAGENTA: via Donatori del Sangue, 50
Tel 02/97973360
SERT CORSICO: via Italia, 50/B
Tel 02/48617553
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I COMPORTAMENTI DI ABUSO
IL GIOCO PATOLOGICO
COSA C’È DA SAPERE?
Il gioco d'azzardo patologico è un
disturbo del comportamento che ha
delle affinità con le dipendenze da
sostanze e con i disturbi compulsivi.
Infatti si manifesta con un indispensabile bisogno di giocare e con un
progressivo aumento del tempo e
del denaro impiegato nel gioco. In
questa situazione iniziano ad essere
compromessi vari ambiti della vita.
Il giocatore problematico investe
più delle proprie possibilità economiche trascurando i normali impegni della vita e compromettendo pesantemente la sfera lavorativa
affettiva e sociale. Frequentemente, manca nel giocatore la consapevolezza della problematicità della propria condotta che viene più
facilmente colta dai familiari che lo circondano.
IL GIOCO È UNA DELLE MAGGIORI INDUSTRIE
NEL NOSTRO PAESE
Bisogna ricordare che il gioco non è sem
pre pericoloso:
è fondamentale distinguere un diverso
livello di coinvolgimento nel gioco.
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PARLIAMO DI GIOCO D’AZZARDO QUANDO:
– Viene scommesso o puntato del denaro o altri valori
– La puntata non può essere ritirata
– L’esito della partita è deciso prevalentemente o esclusivamente
dal caso
Il gioco d’azzardo è un gioco di fortuna in cui si scommettono soldi.
Nel gioco d’azzardo non ci sono metodi per vincere, l’abilità e l’esperienza del giocatore non contano. Il banco vince sempre.
L’ERRORE DEL GIOCATORE
“Un evento casuale diventa più probabile o meno probabile sulla
base dei risultati precedenti”. In realtà: Il caso non ha memoria e gli
eventi passati NON influiscono sul risultato futuro
ERRORI COMUNI DI PENSIERO
• Dopo una lunga serie di perdite è probabile una serie di vincite
• Un biglietto della lotteria acquistato in un autogrill dell’autostrada ha più probabilità di essere estratto
• Al Superenalotto i numeri in sequenza (ad es. 1-2-3-4-5-6) hanno
meno probabilità di uscire di altri sei numeri a caso
• Un esperto di cavalli ha più probabilità di vincere alle scommesse
rispetto ad una persona che gioca a caso
• Esistono metodi statistici per vincere al lotto
• Più si conoscono i giochi e più è facile capire come vincere
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COME RICONOSCERE SE UN GIOCATORE
ABITUALE INIZIA AD ASSUMERE
COMPORTAMENTI PATOLOGICI
• e’ eccessivamente assorbito dal gioco
• gioca somme di denaro sempre maggiori
• dopo aver perso al gioco torna a giocare nella speranza di recuperare
• nasconde il gioco mentendo alla famiglia e agli amici
• tenta di interrompere o ridurre il gioco senza successo
• è inquieto e irritabile quando non può giocare
• gioca per alleviare uno stato di tristezza o angoscia o per sfuggire
ai problemi
• mette a repentaglio la famiglia per il gioco
• mette a repentaglio il lavoro
• fa continue richieste di denaro, facendo affidamento su gli altri per
alleviare una situazione economica difficile
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COME SI PUÒ AIUTARE IN MODO CORRETTO?
È importante che il paziente affetto da gioco d’azzardo patologico
e i suoi familiari abbiano un supporto specialistico, perché spesso
sono vani i tentativi autonomi di ridurre o controllare la propria
condotta.
L’ASL Milano 1 è stata tra le prime Aziende Sanitarie della
Lombardia ad occuparsi delle problematiche relative alla cura del
gioco patologico. A partire dal 2004 il Dipartimento Dipendenze ha
attivato un ambulatorio presso il SerT di Parabiago rivolto alle persone con problemi di gioco e ai loro familiari.
Il modello di presa in carico specifico per i giocatori e i loro familiari prevede una fase iniziale di valutazione multidisciplinare seguita
da un percorso psicoeducativo.
A CHI RIVOLGERSI?
Il Servizio che se ne occupa nella nostra
ASL è il SerT di PARABIAGO in cui si
può accedere su appuntamento senza
richiesta del medico curante.
SERT di Parabiago, via Spagliardi 19
Tel: 0331/498493
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DIPENDENZA DA INTERNET
COSA C’È DA SAPERE?
La IAD (Internet Addiction
Desorder), ovvero la dipendenza
da internet è una delle nuove
forme di dipendenza. Non ne sono
colpiti solo i giovani, ma anche gli
adulti. La disponibilità di smartphone che si collegano ovunque,
non ha fatto altro che moltiplicare
gli effetti di questo disagio.
Tempo fa poteva essere definito affetto da IAD il ragazzo che rimaneva sempre chiuso in casa davanti al monitor.
Oggi il dipendente da internet è una persona che vive tranquillamente tra noi, lavora, svolge normali attività della vita quotidiana,
mentre contemporaneamente utilizza costantemente un cellulare.
Inizialmente il soggetto esplora ed utilizza informazioni online e il
rischio maggiore è quello che tale comportamento si tramuti in compulsione; questo perchè, l'individuo che inizia a navigare nella rete
scopre le sue infinite offerte, iper - attivandosi psico - fisicamente in
risposta ad alcune di esse.
La dipendenza dalla rete è caratterizzata dall'attenzione ossessiva a
temi e strumenti circa l'uso della rete come:
- il controllo ripetuto della posta elettronica durante la stessa giornata
- la ricerca di programmi e strumenti di comunicazione sempre più
efficaci e moderni
- lunghissimi periodi passati in chat
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In un secondo momento, vi è il progressivo aumento del tempo trascorso online, con un crescente senso di malessere, di agitazione, di
bassa attivazione quando si è scollegati (condizione paragonabile
all’astinenza).
Successivamente l'abuso di internet porta al forte danneggiamento
delle sfere sociale, familiare, affettiva, scolastica e lavorativa.
COME SI PUÒ AIUTARE IN MODO CORRETTO?
Sono sempre più diffusi test e questionari on line di autovalutazione
del proprio rapporto con la rete, che possono rappresentare un
punto di partenza per rendere consapevoli le persone del loro problema.
Il passo successivo della consapevolezza può essere un aiuto professionale individuale, o una condivisione reale del problema, con un
gruppo omogeneo, anche attraverso delle riflessioni guidate sulla
necessità di superare le eventuali insicurezze che possono essere alla
radice del ricorso ad internet per socializzare.
A CHI RIVOLGERSI?
Dipartimento Delle Dipendenze
via Spagliardi 19, Parabiago
tel 0331/498616
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ALTRE PROBLEMATICHE CON CUI UN
MOLTIPLICATORE POTREBBE DOVERSI
CONFRONTARE
PROBLEMI DI SALUTE MENTALE
(depressione, ansia, attacchi di panico…)
Il Servizio che si occupa della sofferenza psichica è il CPS, Centro Psico - Sociale.
CENTRO PSICO SOCIALE(C.P.S.).
Via Madonna, 10 - Cassina Nuova di Bollate (MI).
Telefoni: 02/99430.5844 - 02/99430.5843 - Fax: 02/99430.5846. Orari: dalle 8,30 alle 20,30
da lunedì al venerdì (con la presenza dello psichiatra per 10 ore) e il sabato mattina.
E-mail: [email protected]
CENTRO PSICOSOCIALE DI GARBAGNATE MILANESE
Viale Forlanini,121 - Garbagnate Milanese (MI).
Telefono: 02/99430.2445
E-mail: [email protected]
AMBULATORIO SPECIALISTICO DELL'ANSIA E DELLA DEPRESSIONE
Presso Ospedale "Giuseppe Casati". Viale Settembrini, 1- Passirana di Rho (MI).
Telefoni: 02/99430.4457
E-mail: [email protected]
CENTRO PSICOSOCIALE DI RHO
Via Beatrice d'Este, 2 - Rho (MI).
Telefono: 02/99430.3385 - 02/99430.3386 Fax: 02/93182492
E-mail: [email protected]
CENTRO PSICOSOCIALE DI SETTIMO MILANESE
Via Libertà, 33 - Settimo Milanese (MI).
Telefono: 02/99430.3932
E-mail: [email protected]
CENTRO PSICOSOCIALE MAGENTA
Via Fornaroli, 67- Magenta
Telefono: 02/97291350
CENTRO PSICOSOCIALE LEGNANO
Via Ronchi, 99 - Legnano
Telefono: 0331/449494 - 0331/449496
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STRESS, DIFFICOLTA’ A SUPERARE UN MOMENTO
CRITICO DELLA VITA (lutto, separazioni, divorzi…)
Il servizio che può dare un aiuto in questi casi è il CONSULTORIO FAMILIARE. Al consultorio si accede previa richiesta del medico curante e si
può trovare sostegno e consulenza anche dal punto di vista psicologico.
CONSULTORIO DI ABBIATEGRASSO
Via De Amicis 1 Telefono: 02/9426601
CONSULTORIO DI ARLUNO
Via Deportati di Mathausen Telefono: 02/90379074
CONS. FAM. CENTRO DI SEVIZIO ALLA FAMIGLIA
Via Dei Caduti, 10 Telefono: 02/45700030
CENTRO ADOZIONI IL CERCHIO BARANZATE
Via Primo Maggio 30, 1
CONSULTORIO DI BOLLATE
Via Matteotti, 1 Telefono: 02/49510306
CENTRO DI ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA DECANATO BOLLATE
Via Repubblica, 1 Telefono: 02/3590525
CONSULTORIO DI BUSTO GAROLFO
Via XXIV Maggio, 17 Telefono: 0331/566162
CONSULTORIO DI CASTANO PRIMO
Via Moroni 12 Telefono: 0331/888729
MOVIMENTO PER LA VITA DI CASTANO PRIMO
Via Martiri Patrioti, 4 Telefono: 0331/890605
CONSULTORIO DI CESANO BOSCONE
Via Vespucci 7 Telefono: 02/48617725
CONSULTORIO DI CORSICO
Via Diaz 49 Telefono: 02/48617754
CONSULTORIO DI CUGGIONO
Via Rossetti 5 Telefono: 02/97242416
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CONSULTORIO DI GARBAGNATE MILANESE
Via Matteotti 66 Telefono: 02/99444815
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CONSULTORIO DI LEGNANO
Via Colli di S. Erasmo 29 Telefono: 0331/884611
CENTRO DI AIUTO ALLA FAMIGLIA DI LEGNANO
Piazza San Magno 13 Telefono: 0331/547205
CENTRO DI AIUTO ALLA VITA GULDEN ONLUS
Piazza San Magno 13 Legnano Telefono: 0331/4573545
CENTRO DI CONSULENZA ALLA FAMIGLIA DI MAGENTA
Via San Martino 13 Telefono: 02/97291832
CONSULTORIO DI MAGENTA
Viale Lombardia 1 Telefono: 02/97973520
CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI ABBIATEGRASSO
Via Donatori del Sangue 50 Telefono: 3338277088
CONSULTORIO DI PADERNO DUGNANO
Via Repubblica 16 Telefono: 02/49510388
CONSULTORIO DI PARABIAGO
Via XI Febbraio 1 Telefono: 0331/449638
CENTRO DI CONSULENZA ALLA FAMIGLIA DI RHO
Via Madonna 67 Telefono: 02/9306523
CONSULTORIO DI RHO
Via Zara 10 Telefono: 02/93180779
CONSULTORIO DI SETTIMO MILANESE
Via Libertà 33 Telefono: 02/33500655
CONSULTORIO DI TREZZANO SUL NAVIGLIO
Via Buonnaroti ang. Via Boito Telefono: 02/48617524
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APPROFONDIMENTI
LAVORO E TOSSICODIPENDENZA: ANALISI,
SOSTANZE STUPEFACENTI E CONSEGUENZE
1) QUALI SOSTANZE STUPEFACENTI VERRANNO RICERCATE NELLE TUE URINE?
La circolare regionale prevede che si vengano ricercati:
• amfetamina/metamfetamina
• buprenorfina
• cannabinoidi
• cocaina
• MDMA
• metadone
• oppiacei
• altre sostanze, a giudizio del medico
2) COSA SUCCEDE SE NON TI SOTTOPONI AI CONTROLLI
PRESSO LA TUA DITTA SENZA UN VALIDO MOTIVO?
Verrai riconvocato, con un preavviso minimo, e invitato a sottoporti agli stessi esami.
3) COSA SUCCEDE SE I CONTROLLI DELLA TUA DITTA
CONFERMANO CHE HAI USATO SOSTANZE STUPEFACENTI?
Hai diritto a chiedere entro 10 giorni la controanalisi, con costo a tuo
carico. Se l’esame viene confermato o non chiedi la controanalisi, il
medico competente dichiarerà, nel rispetto della privacy, che tu sei
temporaneamente non idoneo a svolgere la tua mansione e poi possono succedere due cose:
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1. verrai inviato al SerT competente per territorio per ulteriori accertamenti, che saranno pagati dalla tua azienda, la quale nel frattempo è obbligata a sospenderti dalla tua mansione.
2. la tua ditta ti toglierà in modo permanente da quella mansione e
il medico competente non ti invierà al SerT, ma solo se a sua discrezione il tuo consumo di sostanze non è da considerarsi una tossicodipendenza, oppure nel caso in cui il cambio di mansione sia condiviso ed approvato dalla Azienda, dal medico competente e da te.
4) COSA SUCCEDE QUANDO VERRAI INVIATO AL SERT?
Entro trenta giorni dalla richiesta del medico competente il SerT
svolge gli accertamenti di secondo livello, che sono:
• 2 visite mediche
• esame delle urine
• esame del capello
• eventuali accertamenti integrativi
In base al risultato degli accertamenti, il SerT farà uno di questi certificati:
• assenza di tossicodipendenza da sostanze stupefacenti (caso A)
• presenza di tossicodipendenza da sostanze stupefacenti (caso B)
• assenza di tossicodipendenza da sostanze stupefacenti con riscontrato uso di "sostanza x" (caso C)
5) COSA SUCCEDE SE IL SERT CERTIFICA L’ASSENZA DI
TOSSICODIPENDENZA? (CASO A)
Potrai tornare a fare la tua mansione.
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6) COSA SUCCEDE SE IL SERT CERTIFICA LA PRESENZA
DI TOSSICODIPENDENZA? (CASO B)
Prima di poter tornare a svolgere la tua mansione dovrai sottoporti
a un programma terapeutico e dimostrare di non usare droghe per
almeno 12 mesi: il Sert ti rilascerà apposita certificazione.
7) COSA SUCCEDE SE IL SERT CERTIFICA L’ASSENZA DI
TOSSICODIPENDENZA CON RISCONTRATO USO DI
QUALCHE SOSTANZA? (CASO C)
Salvo in casi eccezionali a discrezione del medico competente, prima
di poter tornare a svolgere la tua mansione dovrai sottoporti con
risultati positivi a un monitoraggio (esame urine e capello) della
durata di almeno 6 mesi, sebbene sia possibile un reintegro nella
mansione anche prima, laddove il medico del Sert ed il medico competente concordino su tale provvedimento.
8) SVOLGI UN'ATTIVITÀ PROFESSIONALE E USI SOSTANZE STUPEFACENTI? ATTENZIONE A...
Non puoi fare le seguenti attività in nessun caso, neanche saltuariamente e nemmeno se sei assunto con una qualifica generica.
Attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per
l'espletamento dei seguenti lavori pericolosi:
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• impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 1927, e successive
modificazioni)
• fabbricazione e uso di fuochi di artificio (di cui al regio decreto 6
maggio 1940, n. 635) e posizionamento e brillamento mine (di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 302
• direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1970, n. 1450, e s.m.)
• conducenti di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della
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patente di guida categoria C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il
certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di
formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci
pericolose su strada
• personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla
sicurezza dell'esercizio ferroviario che esplichi attività di condotta,
verifica materiale rotabile, manovra apparati di sicurezza, formazione treni, accompagnamento treni, gestione della circolazione, manutenzione infrastruttura e coordinamento e vigilanza di una o più attività di sicurezza
• personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di camera e di
mensa
• personale navigante delle acque interne con qualifica di conduttore per le imbarcazioni da diporto adibite a noleggio
• personale addetto alla circolazione e a sicurezza delle ferrovie in
concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e
impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari, aerei e
terrestri
• conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri
veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i
manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie
• personale marittimo di prima categoria delle sezioni di coperta e
macchina, limitatamente allo Stato maggiore e sottufficiali componenti l'equipaggio di navi mercantili e passeggeri, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi
• controllori di volo ed esperti di assistenza al volo
• personale certificato dal registro aeronautico italiano
• collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea
• addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti
• addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci e
di carrelli elevatori, mulettisti
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Inoltre, lavoratori che pur non rientrando nell’elenco precedente
svolgono mansioni potenzialmente a rischio per terzi, ad esempio
utilizzano auto aziendali (patente B) se il datore di lavoro ha un
ragionevole dubbio che abbiano usato sostanze illecite.
- Funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della
produzione, del confezionamento, della detenzione, del trasporto e
della vendita di esplosivi
Attenzione!
Se usi sostanze stupefacenti sei anche non idoneo ad essere arruo lato o militare presso le Forze armate (Esercito, Marina Militare,
Aeronautica Militare, Corpo dei Carabinieri, Guardia di
Finanza), Polizia, Vigili del Fuoco. I controlli per questo persona le sono di competenza dei servizi sanitari interni ai suddetti corpi.
9) Cosa rischi se faccio uno dei lavori ai punti 1-2-3 e uso sostanze
stupefacenti?
Innanzitutto il tuo lavoro in queste condizioni può comportare dei
rischi per la tua incolumità e quella dagli altri. In base alla legge è
proibito anche l’uso saltuario. Per questo motivo la tua ditta è obbligata a sottoporti a visita medica ed esami di laboratorio per verificare se stai usando sostanze stupefacenti
RICORDATI CHE:
• i controlli devono essere fatti a sorpresa
• alcune sostanze rimangono nelle urine anche dopo alcune settimane da quando le hai usate
• verrai controllato se dichiari di aver fatto uso di droghe
• verrai controllato anche se dichiari che ti stai curando al SerT
• se sei minorenne devono essere informati i tuoi genitori
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I MIEI APPUNTI
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Questo manuale è a cura dell’èquipe del progetto Salute e Lavoro
Grafica e impaginazione: Astromaster Productions
Disegni: Floriana Asperti
Stampa: Bozzi Multimedia
@Salute e Lavoro 2012-13
WWW.INTERDIPENDENZE.ORG
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La cassetta degli attrezzi. manuale per moltiplicatori