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LA VOCE DEL POPOLO
25 ottobre 2012
Il 15 settembre scorso
La visita di Roberto Formigoni alle case di accoglienza bresciane
Il 15 settembre scorso la San
Vincenzo ha incontrato il
governatore della Lombardia
Roberto Formigoni che, in
compagnia del sindaco di Brescia
Adriano Paroli, ha visitato le
case di accoglienza bresciane,
lodandone la pulizia e l’ordine
e soffermandosi poi con gli
ospiti per un saluto mentre si
approntavano per la cena.
La presenza a Brescia del
presidente della giunta
regionale lombarda è stata
anche l’occasione per un rapido
scambio di battute su un tema di
grande attualità ed importanza
come la riforma del welfare.
È infatti in corso, a livello
regionale, una radicale
ristrutturazione del sistema di
assistenza alle persone che si
trovano in stato di bisogno.
Il Governatore ha risposto
cortesemente ad alcune
sollecitazioni, ma ad un certo
punto ha chinato leggermente
il capo e scuotendolo piano,
con tono serio, ha detto che c’è
“una drammatica mancanza di
risorse”, una triste realtà che la
sua erre arrotata non ha certo
reso meno tagliente.
Al presidente Roberto
Forrmigoni ci siamo permessi
di ricordare solamente che al
di là della situazione finanziaria
oggettivamente difficile, delle
soluzioni possibili o degli
indirizzi politici, la cosa più
importante è sempre tenere
presente, nel momento
dell’assunzione delle decisioni,
che al centro di questo campo
tanto particolare, continuano a
esserci persone, vive, vere, in
carne ed ossa (ultimamente con
sempre meno carne e più ossa).
Sappiamo di trovarci certamente
davanti ad una situazione
particolare, alla quale non
eravamo preparati, ma quando si
tratta della vita umana nessuna
logica di bilancio può giustificare
scelte penalizzanti per i più
poveri.
SOCIETÀ DI SAN VINCENZO DE PAOLI
Gli scritti “vincenziani” di La Pira
Presentiamo un altro scritto
“vincenziano” di Giorgio La Pira,
a testimonianza di una vita
impegnata nella San Vincenzo, di una
partecipazione convinta alla proposta
che venne fatta da Ozanam e dai suoi
compagni nel lontano 1833.
“La storia e la civiltà umana
furono per Ozanam il documento
inequivocabile della presenza
operante ed efficace di Dio nella
storia del mondo. In questo
momento così essenziale della
storia dei popoli la “meditazione
sopra Ozanam” è uno strumento
di immenso valore per interpretare
cristianamente i grandi avvenimenti
storici di cui siamo oggi spettatori
ed attori assieme. Se la S.Vincenzo
riuscirà a dare ai suoi membri (specie
ai giovani) il gusto proprio di questa
intelligenza dei disegni di Dio nella
storia dei popoli, essa potrà dire
davvero di avere sollevato a gradi
molto elevati il livello spirituale e
culturale dei suoi membri, perché la
consapevolezza del mistero storico
significa in sostanza, per dirla come
s. Paolo, consapevolezza del mistero
di Cristo: significa avere coscienza
della missione che Dio affida ad
ogni popolo e ad ogni nazione nella
edificazione per la terra e per il Cielo,
della Città di Dio. Ecco le “direttrici”
essenziali del nostro cammino! Esse
servono anche a potenziare gli altri
obiettivi, pure essenziali, delle nostre
opere: la visita a tutte le Conferenze;
sollecitare, in filiale dipendenza
ed unioni coi vostri Vescovi e coi
vostri parroci, la formazione di altre
Conferenze; moltiplicare le occasioni
di incontri durante l’anno; aiutare le
opere speciali tanto preziose.
Perché, cari Confratelli, una cosa
è certa: la “missione” cristiana nel
mondo, missione che Dio stesso
ci confida pel fatto che ci chiama
ad operare nelle Conferenze
vincenziane, non è cosa di facile
attuazione: importa responsabilità
serie ed altre, perché si tratta della
moltiplicazione dei talenti che Dio ci
confida per la santificazione nostra
personale e collettiva: esige una vita
radicata nella grazia ed alimentata
dalla mortificazione e dalla
preghiera, e domanda una umiltà
effettiva, memori di quanto Gesù
dice: servi inutiles sumus.
Brescia Un convegno dedicato a padre Marcolini
Una vita donata agli altri
DI BEPPE MILANESI
I
P. OTTORINO MARCOLINI
l 6 ottobre si è svolto presso
il Centro Paolo VI, su iniziativa dell’Ucid bresciana, un
convegno sulla figura di padre Ottorino Marcolini. Durante la tavola rotonda sono stati
illustrati vari aspetti della sua vita, sempre centrifuga, in perenne
dono agli altri. Uno di questi ha riguardato la San Vincenzo in quanto
p. Marcolini, oltre ad esserne stato
l’assistente spirituale per lungo tempo, è stato anche un promotore di
nuove Conferenze, nella certezza
che fosse una soluzione ai problemi sociali, di povertà e di incertezza che si vivevano nel primo dopoguerra, come risulta da una frase
di mons. Manziana citata nel libro
“Il prete di tutti”: “diede impulso
al sorgere di numerose Conferenze di S. Vincenzo secondo lo spirito
di Federico Ozanam, imitandone la
profonda ispirazione religiosa che
dell’amicizia faceva occasione per
irradiare la carità di Cristo”. Non è
Su iniziativa dell’Ucid
bresciana, si è tenuta al
Centro pastorale Paolo
VI una interessante
rilettura del sacerdote
vicino alla S. Vincenzo
quindi ardito affermare che la figura
di Ozanam sia stata per lui di grande influenza. Certamente p. Marcolini ebbe a leggere, almeno in parte,
l’enorme mole dei suoi scritti, come
fecero anche Giorgio La Pira e tanti
altri uomini che hanno dato un contributo sostanziale al progetto generoso di creare un mondo più giusto,
ma anche più coeso ed in armonia.
Ciò traspare dalla intensità e dalle
priorità che ha voluto dare alla sua
vita. Certamente non può, p. Marcolini, non avere letto e meditato una
delle frasi più famose di Ozanam:
“L’assistenza che umilia quando si
preoccupa soltanto di garantire le
necessità terrene dell’uomo, onora
quando al pane che nutre aggiunge
la visita che consola, il consiglio che
illumina, la stretta di mano che solleva dall’abbattimento”. È proprio
questa dimensione relazionale che
rendeva il suo stile di vita espressione di carità, perché il dono non si
può fermare alla “pancia”, ma deve
diventare anche dono di sé stessi.
Per l’occasione è stata raccolta anche una testimonianza diretta del
salesiano di p. Giuseppe Zanardini,
conosciuto anche come il “Marcolini del Sudamerica”, che nella costruzione dei suoi villaggi in Paraguay
ha sempre coinvolto direttamente
nel processo di costruzione della
singola casa e del villaggio anche i
futuri abitanti.
Così, spiega p. Giuseppe, oltre alle
case si costruisce contemporaneamente anche una rete di solidarietà,
si costruisce la comunità.
P. Giuseppe ha scritto: “Di p. Mar-
colini, che è stato mio insegnante
di religione, ricordo tante cose belle. Nelle sue lezioni spaziava dalla
Russia (guerra e soldati), alla matematica, all’ingegneria, alla ripresa
industriale del dopoguerra, ai poveri
senza casa né lavoro; all’importanza
di usare l’intelligenza nella vita economica e politica. Ricordava spesso
grandi figure del passato come Ozanam, Piergiorgio Frassati ed altri legati alla storia della San Vincenzo. A
livello personale era piú povero ed
essenziale degli stessi poveri assistiti dalla San Vincenzo. Frequentemente svuotava le tasche della sua
veste sgualcita per dimostrare che
non aveva nessun soldo in tasca.”
È chiaro ciò che emerge da queste
pennellate.
La predicazione non può essere
affiancata da uno stile che non rispecchi il senso di ciò che si dice.
Serve coerenza! Una cosa che certo ha sempre contraddistinto p.
Marcolini.
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