S E G N A L A Z I O N E
N° 16
BEGNOTTI, Bruno
Dalla Torre del Giglio alla Torre di Pisa.
Come correvano le notizie.
Ed. effequ, Orbetello, 2010, pp. 143, ill.
Saggi pop 7
Euri 8,00.=
Un agile, ben scritto e disegnato volumetto che collega le ricerche d’archivio sulla costa “pisana” a
quelle sulla marineria di allora, alla perenne condizione dell’essere umano organizzato: la comunicazione.
Sembrerebbe un argomento riferibile solo alla flotta di Ponente, della Fratellanza della Costa italiana, ma
riguarda anche quella di Levante e delle Isole l’interesse sulle Torri costiere e sui tipi di segnali utilizzati,
difensivamente, contro le flotte corsare barbaresche,saracene ed ottomane o le problematiche delle
epidemie come la peste o altri problemi di Sanità.
Ancora nelle carte nautiche italiane, del secolo scorso, era indicato l’edificio della Sanità all’interno di ogni
porto, oggi Capitanerie.
Il “libretto” è una bella descrizione di come Pisa, Repubblica Marinara, si sia organizzata per riconoscere
e gestire il traffico marittimo che, anche così, l’ha fatta “grande”. Una ricerca, quella dell’ A.,architetto, che
rappresentando una parte di costa rende l’idea riferibile a tutti i tratti di costa, turrificati, dello Stivale. La
minaccia, infatti, veniva dal mare.
L’isola del Giglio è messa come punto di partenza, del territorio pisano fino al 1406, di ogni
comunicazione, come dice il titolo del lavoro – di scrittura e di grafica- con la descrizione di 51 fortificazioni,
di cui 44 torri e 7 fra rocche e castelli. Quelle dipendenti da Pisa, Livorno, dell’Argentario-Albegna, nel parco
dell’Uccellina.
C’è una disamina dei segnali usati, verso fuori, da quelli di fumo (con legna verde) a quelli di fuoco, dagli
acustici ai piccioni viaggiatori (100 km./h. !). C’è una serie di disegni sulle navi-barche di allora: a vela e a
remi. A p. 71 è spiegato il termine “fani” che designava, in Sicilia, le torri costiere: da fieno, che veniva
bruciato; dall’uso la denominazione.
Pisa, a quel tempo, controllava la costa: da Portovenere a Civitavecchia.
Chissà quando rinascerà la Tavola pisana… !!!
P.S.: Nella Nota n° 12, a p. 139, c’è la “registrazione” della conchiglia come segnale acustico di Porto S.
Stefano e il verbo derivantene è usato ancor oggi al Giglio:”tufare”. A proposito della “ricerca” sulle
tradizioni marinare…
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