GARFAGAA IL GIORALE DI CASTELUOVO DI Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno VII - Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca Tra il voto democratico, le case dei politici, la cecità degli amministratori emerge Don Sturzo Le dieci regole del buon politico Non credo alle rivoluzioni democratiche e plebiscitarie. Tanto meno a quelle che vengono sancite e certificate da un voto elettorale. Le rivoluzioni da sempre sono espressione di pochi e hanno insita una miscela di cambiamento e autodistruzione. Insomma una rivoluzione equivale ad un fiume di sangue senza il quale non si può parlare di rivoluzione. Per questo il risultato politico uscito dalle ultime votazioni non ha nulla di rivoluzionario, ma è solo uno scatto fotografico realistico di come viene intesa la politica: ovvero il cittadino dona il proprio consenso nelle mani di un politico che per questo gesto diventa garante del presente e del futuro di questo elettore. Lo avevo già scritto: il cittadino nel proprio amministratore vede colui che pensa ai figli di tutti. O almeno dovrebbe essere così. Per tutto questo mi viene in mente Don Sturzo che redasse seriamente un decalogo del buon politico. Questo recitava: 1 - E' prima regola dell'attività politica essere sincero e onesto. Prometti poco e realizza quel che hai promesso. 2 - Se ami troppo il denaro, non fare attività politica. 3 - Rifiuta ogni proposta che tenda all'inosservanza della legge per un presunto vantaggio politico. 4 - Non ti circondare di adulatori. L'adulazione fa male all'anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà. 5 - Non pensare di “essere l'uomo indispensabile” perché da quel momento farai molti errori. 6 - E' più facile dal no arrivare al sì che dal sì retrocedere al no. Spesso il no è più utile del sì. 7 - La pazienza dell'uomo politico deve imitare la pazienza che Dio ha con gli uomini. Non disperare mai. 8 - Dei tuoi collaboratori al governo fai, se possibile, degli amici, mai dei favoriti. 9 - Non disdegnare il parere delle donne che si interessano di politica. Esse vedono le cose da punti di vista concreti, che possono sfuggire agli uomini. 10 - Fare ogni sera l'esame di coscienza è buona abitudine anche per l'uomo politico. Tutto questo lo trovo molto “democraticamente rivoluzionario”. Ora Don Luigi Sturzo questo decalogo lo scrisse nel 1948 e lo si vede soprattutto quando affronta la questione delle donne in politica. Oggi la questione potrebbe essere rovesciata. Ma quello che emerge è il tono che molti oggi impropriamente potrebbero definire rivoluzionario. Provate a mettere queste parole in bocca a Grillo e penserete di essere di fronte ad un cambio epocale. Nulla di più falso e fuorviante. Non solo perché lo scritto è di Don Sturzo, ma perché queste regole dovrebbero essere scolpite sulla pietra angolare della domus politica. Tutti i cittadini che intendono fare politica dovrebbero partire da questi 10 punti e non fare politica per “fare cassa” o per “tornaconto personale”. Ma la natura umana non è pura come la idealizzava Don Sturzo, tanto che basta guardare nella nostra provincia per trovare casi di politica meschina e traditrice del consenso popolare. Un esempio: a Lucca in sede di commissione per scegliere gli scrutatori i geniacci della maggioranza (Partito Democratico) hanno dimostrato quanto il loro mondo sia fatto di parole che vengono portate via dal vento. Hanno scelto e selezionato fratelli, sorelle, amici, conoscenti e quanti altri a loro vicini. E quel gesto è il significato di un velato tradimento dell'elettore del Partito Democratico a Lucca che cercava in Tambellini un cambiamento, ma che – per colpe non dirette del sindaco – si è trovato deluso. Non parlo del centro destra che in venti anni ha distrutto il paese devastandolo dal punto di vista economico e culturale. Basti pensare ai 300milioni di euro gettati via per quella chimera del Ponte sullo Stretto di Messina, oppure, sempre restando in casa nostra, al traforo della Tambura, ora certificata e benedetta dall'accordo Puglia-Matteoli, con il colpo di genio di tagliare a fette le montagne per fare una galleria tra Vagli e Massa, senza considerare il rischio idrogeologico oltre al danno ambientale. Nel nome del dio denaro tutto è stato sacrificata anche l'acqua, così come l'aria e quanto di buono ha questo paese. Vedete non è con la distruzione e il consumo sfrenato che si costruisce il futuro, ma è solo con un disegno compatibile con la nostra storia che si può certamente realizzarlo. Ma se i politici pensano ad altro... Scorrete i nomi dei politici degli ultimi 20 anni e troverete che quasi tutti hanno tratto un enorme profitto dal loro essere stati rappresentanti dei cittadini. Mi riferisco agli appartamenti, le ville, le proprietà accumulate dai tanti leader che cercano il voto tra la povera gente e poi si arricchiscono enormemente alle loro spalle (poi si giustificano dicendo che il mutuo o le case erano state pagate o donate senza che loro ne sapessero nulla). Tutto il contrario di quanto scriveva Don Sturzo. E allora ci vuole poco. Basta che il decalogo diventi legge. Legge soprattutto morale. Vuoi entrare in politica? Bene firmi il decalogo di Don Sturzo. E fai gli interessi della tua terra, non solo i tuoi personali. C'è però un problema, uno scoglio insormontabile nel mondo della politica: i buffet. Quando sali qualche gradino della società ti trovi improvvisamente immerso in un mondo che si incontra servendosi di magnificenti buffet. E tu, che sei stato invitato, non puoi esimerti dall'allungare la mano. Ecco tu non lo sai ma gli altri, quelli che hanno organizzato tutto, sanno bene che da quel momento sei fregato e appartieni a loro. Gli amichetti interessati prepareranno subito un altro incontro con un altro buffet e mentre tu ingrasserai – sul modello Fiorito 'er Batman di Anagni (quello che la mattina che nevicò a Roma si comprò un Suv da 50.000 euro per viaggiare meglio) – loro prenderanno la tua mano, e poi il tuo braccio e infine tutto il resto. Poche tartine, specchietti colorati, perline e prebende. Anche spiccioli, cariche e tagli del nastro per soddisfare la vanità del politico in carriera. Fregato per due tartine e una pizzetta. Ecco mi domando: Don Sturzo al momento del buffet cosa avrebbe fatto? La risposta è semplice: se ne sarebbe andato. Ne sono sicuro. Andrea Giannasi Che popò di palin! “Oh tè ma quel palin che han messo in piazza ha fatto proprio un bel casin. L’hai sentuto?” “C’ho capito poco. A quel che ne so io, devino ave’ fatto qualcosa che a qualcun proprio un’è garbato. Certo è che mette’ un palin e vede’ tutto ‘sto popò di baillame proprio ‘un c’era da ‘spettasselo”. “E òra?”. “E òra ognuno si tien le proprie corna come diceva il mi’ povero nonno quando c’erino due che litigavino e alla fine ‘un ci si capiva più nulla”. “Sarà ma il palin è sempre lì. Per buona pace dei cornuti”. Il merlo giallo Cul de sac Ospedale? Sarà Piano Pieve. Ma cosa sarà? Forse solo una medicheria avanzata – come la definisce un amico colonnello dell'esercito – con un pronto soccorso e poco altro. Certo che molto probabilmente a Mologno avremo avuto la stessa cosa. E forse – è bene sottolinearlo - non se ne farà un bel nulla. Questo perché i soldi la Regione Toscana non ne ha o se ne può investire certo sarà solo per fare un piccola cosa. Ora è solo questione di prendere tempo. Per iniziare a mandare in pensione il personale di Barga e Castelnuovo senza traumi sociali. Per spostare chi si vuole spostare. Per ricollocare o riverniciare. Dunque nulla. Ma cosa è accaduto in questi mesi? Per farvi capire cosa è accaduto in tutta questa vicenda, pensate ad un uomo o una donna che gioca a fare braccio di ferro da solo. Unisce il proprio braccio destro con il proprio braccio sinistro e si sforza di vincere. Ovviamente si tratta di un paradosso. Vincerà sempre e allo stesso tempo perderà sempre. Questo è in fondo accaduto in Valle del Serchio. Aver giocato a braccio di ferro in questa strana maniera con una sconfitta lampante e trasparente. Sconfitta su tutta la linea, perché i sindaci – sia quelli che si sono espressi a favore, sia quelli che si sono astenuti, o hanno votato in maniera contraria – non potevano fare altre scelte. Erano tutti finiti in un “cul de sac”. In altre parole in una strada senza uscita. Questo perché l'errore si è giocato due anni fa, quando non c'è stata la volontà di trovare una soluzione che potesse unire i 21 comuni della Valle del Serchio. Tutti insieme in una unica soluzione condivisa. Invece si è voluta praticare la via dello scontro. E chi oggi sventola bandiera di vittoria dovrà domani giustificare questi errori. Perché tra qualche anno quando verrà costruita la medicheria (se verrà costruita), il conto lo pagheranno i nostri figli. Ora non rimane che fare pressioni su Firenze per chiedere Progetto e Contenuto. Le domande da fare a Rossi – a costo di andare ad incatenarsi davanti al palazzo della Regione – sono due: quando verrà costruito e cosa ci sarà dentro. Secondo voi risponderà? E se risponderà farà chiarezza? Vedremo ma già 2 anni fa da questo giornale facemmo le stesse domande che nessuno volesse ascoltare o ripetere. Firenze appariva lontana chimera irrangiungibile... Proprio come oggi. Il direttore STUDIO PALMERO - BERTOLINI ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLI RAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115 Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100 P. IVA 0041711.046.7 Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected] Paghe: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected] Pagina 2 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Se proprio dobbiamo appoggiare qualcuno ecco cosa gli chiederemmo di fare Il programma del nuovo Sindaco E' cosa nota che il prossimo anno andremo a cambiare buona parte delle amministrazioni dei comuni della nostra valle. Da Castelnuovo a Barga, da Castiglione a San Romano, i municipi saranno invasi da liste e listine, spesso prodotte in fretta e furia perché non dimenticate mai che “c'è sempre del marcio in Danimarca” (cito Shakespeare e l'Amleto per non fare nomi locali e sentirmi ancora giungere “avvertimenti” da amici degli amici. E “ci siamo capiti!”). Scrivo questo articolo per anticipare tutti; soprattutto i vecchi soloni della politica pronti a gettarsi nuovamente nella mischia vestiti a festa, come se bastasse cambiarsi d'abito per risultare “nuovi”. Scrivo questo articolo per puntualizzare alcune posizioni e far tacere certe tirate di giacca, assai fastidiose accadute nelle ultime settimane. Ma veniamo ai punti. Se dovessimo noi del Giornale di Castelnuovo appoggiare un amico pronto a fare il Sindaco gli suggeriremmo questi punti. Creare una squadra che abbia al suo interno persone qualificate e pronte a lavorare per la comunità. E farlo con la consapevolezza di prestare all'amministrazione del paese il proprio tempo, sapendo che questo è “solo un prestito”. Una persona nella vita ha un lavoro, un incarico e “dona” le proprie esperienze per un tempo limitato alla “res publica”. Bisogna però essere realistici e non vivere su una nuvola. Quindi è fondamentale avere all'interno della propria giunta una figura che sia “legata” ai gangli di potere a Firenze, Roma e Bruxelles. Questo è sano opportunismo politico e non potrà che fare del bene utile all'amministrazione. Del resto bisogna creare le giuste misure per accedere a finanziamenti regionali, statali ed Europei. Questa figura di politico/tecnico eviterà l'isolamento dell'amministrazione. E a proposito di questo punto è primario far tornare Castelnuovo all'interno dell'Unione dei Comuni della Garfagnana, ricostruendo la centralità del capoluogo. I sedici comuni devono ritrovare una idea comune e tornare a parlare una sola lingua. E questo anche in funzione di una costruzione di un rapporto solido e duraturo con i comuni della mediavalle a partire proprio da Barga. La vicenda Ospedale unico con la sconfitta generata – diciamocelo chiaramente con lo scontro abbiamo perso due ospedali per il nulla – è frutto solo della mancanza di coesione: Castelnuovo deve avere come partner Barga e non vederlo come un nemico. Andiamo oltre. Il programma deve essere articolato sue tre punti: lavoro, sanità ed educazione. Per il lavoro la giunta del Co- nica farla diventare linea turistica con almeno due treni (a vapore, littorine, etc.) che al mattino partono uno da Pisa e mune deve avere un assessore allo sviluppo che abbia rapporti chiari, diretti e concreti con il mondo economico. Aprire immediatamente un tavolo urgente con i commercianti del capoluogo e con le attività produttive per un piano di emergenza (perché deve essere chiaro che siamo in una emergenza grave). Disegnare quindi progettualità di sviluppo attingendo ai fondi dei tanti progetti creando occupazione stabile. Un esempio: il polo tecnologico di Gramolazzo creato dal Gal Garfagnana dove lavorano 15 persone e che sta attirando nuove realtà (pellet, artisti, università americane, etc.). Perché non fare a Castelnuovo un Polo delle erbe della Garfagnana, incentivando la produzione e creando al contempo una sinergia commerciale con una società che vende al mondo questi prodotti? Oppure perché non rilanciare la produzione e la lavorazione della canapa come oggetto e soggetto bio tanto caro all'equo e solidale? E veniamo al commercio. Castelnuovo è perno insostituibile per la valle del Serchio. Perdere un negozio a Castelnuovo, significa perdere un pezzo di Valle. E' quindi necessario ricostruire il profilo della città. Come? Alcuni esempi: in Rocca creare un museo e farlo gestire ad una cooperativa di giovani della città (spazio museale con piedi a Castelnuovo ma la testa in Europa); riqualificare il lago di Pontecosi creando posti lavoro stagionali da maggio a settembre con un chiosco bar, affitto di canoe, ombrelloni (a questo proposito è bene parlare con Enel). La Fortezza di Mont'Alfonso: farne un contenitore di eventi nazionali e internazionali che possa attirare turismo di qualità (per fare un esempio che conosco: il Garfagnana in Giallo ha portato in valle 100 persone da Torino, Napoli, Ancona, L'Aquila, Roma. Un piccolo evento ma se moltiplicate per 20 o 30 arrivano i numeri). La linea ferroviaria. Con le due Unioni dei Comuni ridisegnare la Lucca-Piazza al Serchio facendone una linea metropolitana (dunque con 6/7 fermate e basta) nei giorni feriali, ma il sabato e la dome- uno da Viareggio alla scoperta della Valle. Tra i punti importanti da visitare ovviamente Castelnuovo con un percorso che va dal Teatro Alfieri, alle Mura (porta miccia) al Museo in Rocca, alla Fortezza con una navetta. Come vedete molte idee per rendere centrale Castelnuovo. Idee che – ripeto e sottolineo – devono essere create con il supporto degli uffici provinciali, regionali, ministeriali ed europei (in questa torna utile la scelta opportunistica di avere un uomo chiave nella giunta). Andiamo avanti. Sanità. Come primo passo avere le idee chiare su cosa serve ai nostri cittadini. Unire quindi esperti del mondo dell'assistenza sanitaria e i medici per capire quali sono le emergenze. Vi faccio un esempio semplice: in valle si soffre molto di malattie cardiovascolari? Avere un punto di eccellenza che possa creare assistenza giornaliera e che sia sponda per gli ospedali di Cisanello a Pisa, Versilia, Firenze. Educazione. Le scuole ma non solo. Sul territorio già esistono realtà che pensano al lavoro, ma bisogna creare più professionalità. Pensare e formare quindi idraulici, falegnami, ceramisti, fabbri, agricoltori, allevatori. Si potrebbe studiare una forma di tutorial aziendale (che già esiste ma andrebbe amplificata e modellata sulle esigenze della valle). Una ditta di idraulica assume un apprendista, ma i contributi e parte dello stipendio vengono pagati dalle amministrazioni. Incentivare il ritorno alla terra con coltivazioni intelligenti, ma anche creando una cooperativa che prenda in carico i prodotti per la loro commercializzazione. Pensate ad una struttura nella ex manifattura (abbandonata) di Castelnuovo dove ogni mattina arrivano prodotti della terra pronti per essere distribuiti a chilometro zero. Questo progetto dovrebbe essere agganciato ai fondi di sviluppo europeo e ad una catena di distribuzione (tipo Coop). Al contenitore dell'educazione va agganciato il sistema sportivo. La giunta deve avere un assessore allo sport che possa però unire tutte le realtà sotto una unica lente di ingrandimento. Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Bene calcio, tennis, basket, pallavolo, rugby, golf e perfino il subbuteo (ma gli sport sono molti altri) devono vivere dentro un grande calendario di eventi incrociati. Tutto deve fare sistema e funzionare come un orologio. Estendere poi il “terzo tempo garfagnino” in tutti gli sport e in tutte le categorie. Sarà una vetrina dei prodotti della valle ovunque, ma anche volano sociale e culturale di grandissimo livello (pensate al Castelnuovo calcio che dopo la partita con il San Piero a Sieve fa una merenda a chilometro zero con l'altra società). E fin qui si è parlato di lavoro, sanità ed educazione, ma non può e non deve bastare. Andiamo avanti. L'amministrazione deve essere aperta ai cittadini. Trasparenza è la parola da utilizzare. Quindi i bilanci, le spese, gli emolumenti della macchina comunale devono essere resi pubblici. Vi siete mai chiesti quanto incassa un comune e quanto e dove vengono spesi i soldi dei cittadini? Inoltre parte del bilancio deve essere gestito tramite la scelta partecipativa da una assemblea di cittadini. Bilancio par- tecipativo e condivisione di obiettivi comuni. E ancora. Le frazioni: i luoghi di un territorio rappresentano le nostre radici. Non esiste e non può vivere un albero con una unica radice centrale. Per questo da Palleroso a Rontano, da Cerretoli a Torrite, bisogna costruire una rete di attività che facciano vivere le frazioni. Non possono essere solo paesi per vecchi o veloci dormitori. Quindi se a Metello fanno la festa del rotolino si dovrebbe andare tutti a vedere se si parla di un dolce o di uova che ruzzolano giù per la via. Infine tornare a fare la tombola in piazza Umberto e l'albero della cuccagna a Torrite. E una grande idea sociale, sportiva, culturale. Le frazioni, i rioni, come squadre pronte a sfidarsi in una settimana di giochi senza frontiere. Dal tiro alla fune alla corsa con i sacchi, dal calcetto a 5 alla pallavolo, dagli scacchi al burraco, dal tennis al taglio del tronco con una sega a due mani. Una festa a Castelnuovo con la possibilità di ogni squadra di avere stranieri (ovviamente oriundi dei 21 comuni della valle), per un evento fatto di sfide condite da sano desiderio di divertimento. Tutto all'insegna del vivere insieme nel centro della valle. Infine gli anziani. L'ho già scritto e lo sottoscrivo ancora: i nostri vecchi sono la spina dorsale della nostra comunità. Vanno valorizzati, attraverso un sostegno maggiore all'Università della Terza età e ad un progetto di conservazione della memoria. Videoregistrare casa per casa, anziano per anziano le storie del passato attraverso i ricordi. Costruire con loro un archivio sulle antiche abitudini, gli antichi mestieri, i fatti, le vicende grandi e piccole, perché la memoria che favorisce la crescita del domani. Ecco se dovessimo appoggiare un amico candidato sindaco, noi del Giornale di Castelnuovo gli proporremmo questo programma. Che la medaglia sia di tutti A lato potete osservare il labaro del Comune di Castelnuovo sul quale è appuntata la medaglia d’oro concessa dal Presidente della Repubblica per ricordare e onorare la memoria dei sette mesi di guerra e di Linea Gotica. I 16 comuni della Garfagnana per quanto subito durante la Seconda guerra mondiale hanno ricevuto la più alta onereficienza. Tutto molto bello, ma c’è un problema. Mancano nella lista e fa sgomento culturale solo a leggerlo - i comuni di Barga, Coreglia, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Fabbriche e Pescaglia. Assenze che pesano perchè un comune come quello di Barga subì quanto e come Castelnuovo i danni e i lutti della guerra. Bene oggi tutti devono chiedere di inserire chi manca per un giusto riconoscimento. PESCHERIA - GASTRONOMIA PIATTI PRONTI DA ASPORTO A BASE DI PESCE PUOI ORDINARE IL TUO PIATTO PREFERITO AL NUMERO 0583 639052 ORARIO CONTINUATO DAL MARTEDI AL SABATO DALLE 9.00 ALLE 20.00 LA DOMENICA DALLE 10.00 ALLE 14.00 - CHIUSO IL LUNEDI’ Zona stadio CASTELNUOVO GARFAGNANA Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 3 Viaggio tra i commenti sui social network per capire cosa pensa la gente Il meglio del peggio sull’Ospedale "La vicenda legata alla localizzazione del nuovo ospedale ha risvegliato sopiti istinti di difesa del proprio territorio, che si sono tradotti in una spaccatura tra gli abitanti dei comuni dell'alta Garfagnana, arroccati intorno al ruolo di guida di Castelnuovo, e quelli che invece abitano da Gallicano fino a Borgo a Mozzano, con Barga naturalmente a fare da capofila. Lo scontro si è concretizzato naturalmente nelle varie assemblee, o consigli di guerra, che si sono tenute ognuna all'ombra del proprio campanile. Ma c'è un terreno dove la dialettica è sempre più di casa, e anche la vicenda del nuovo ospedale non poteva non trovare spazio in questo contesto. Stiamo parlando dei social network e del web in generale. Anche qua, andando a leggere gli interventi che ruotano intorno al tema scottante, si possono facilmente individuare i sentimenti comuni e le contrapposizioni. La battuta più riuscita è stata rinvenuta su facebook, il giorno del recente terremoto: "Sisma in Garfagnana: il sindaco di Barga afferma che Mologno è da considerarsi il sito più idoneo per l'epicentro". La battuta, che specula, è vero, sulla grande paura che ha causato la scossa di terremoto, è comunque significativa dello scontro in essere tra i sostenitori dei due siti in lizza. Che sono ricordiamo il Piano Pieve, votato dall'assemblea dei sindaci, e Mologno, ritenuto ex-post da altri invece quello da scegliere. C'è anche un partito dei pessimisti a tutti i costi, come Franco che dice: "l'ospedale di Barga, che nell'arco degli ultimi 10 anni ha perso anche il pronto soccorso, diciamo che francamente è gia con "un piede nella fossa" e visto che la regione non riesce a tappare i debiti della Asl di Massa come speriamo di avere anche solo un nuovo ospedale in Tutta la valle?". Oppure Antonio che invece ricorda come "l'importante non è tanto il luogo dove potrebbe sorgere il nuovo Ospedale, quanto la sua fattibilità e volontà di realizzazione, di cui personalmente, nutro molti dubbi... abbiamo già a Castelnuovo qualche buon esempio di edilizia incompiuta, speriamo di non aggiungerne un'altro". Chi si concentra invece sugli aspetti tecnici e sui vantaggi di un nuovo plesso ospedaliero è molto pragmatico. Pier Francesco diceva qualche giorno fa: "gli attuali due nosocomi sono stati è vero adeguati alle normative sismiche vigenti garantendo così di non collassare se si verificasse un terremoto importante, ma non sarebbero più utilizzabili con le conseguenze del caso. Inoltre, unendoli, si razionalizzeranno e di molto le spese con il beneficio di tutti. Il terremoto può venire anche tra un minuto!". Un gufo reale, non c'è che dire... E naturalmente c'è molto spazio anche per i tifosi accaniti, da una parte e dall'altra. Giacomo per esempio tiene alta la bandiera di Barga: "quando non sanno cosa inventare gli abitanti della Garfagnana tirano in ballo l’eliporto... ma dobbiamo costruire un ospedale o un aeroporto? assi di scorrimento, presenza di eliporto…ma per favore! guardate gli abitanti e il flusso dei servizi e vi renderete conto che non c’è storia (a favore di Mologno è ovvio). Lottiamo per una sanità seria, a scapito della malafede di chi vuole governare con arroganza senza avere i numeri, ma solo all’ombra del suo campanile (o della rocca ariostesca, fate voi)". Dall'altra parte della curva ecco che si leva alto il grido di Castelnuovo: "Il sindaco da Barga ha abbandonato l'assemblea (quella del 7 gennaio) perché in minoranza sulla decisione per la localizzazione del nuovo ospedale, non perché voglia salvare le strutture esistenti. Ha ragione il sindaco di Castelnuovo non è un modo corretto di fare politica cambiare le carte in tavola. Questa politica ha sconfitto la democrazia". Non si fa pregare Valentino invece a ribadire che: "non si tratta di una partita di pallone qui ne va di mezzo la salute della nostra popolazione, smettiamola di fare i bimbetti, ha fatto bene il Sindaco di Barga a lasciare l'assemblea, doveva farlo prima e dovevano farlo tutti i sindaci dell'assemblea". Per Elena invece la questione "è un percorso democratico iniziato con un progetto di fattibilità che qualcuno vorrebbe trasformare in qualcosa di ridicolo..." (a Barga si intuisce). Il giorno 28 di febbraio la conferenza dei sindaci della ASL 2 ha ratificato la scelta presa dai sindaci dell’articolazione zonale il 7 gennaio scorso. La conferma di Piano Pieve ha suscitato la delusione so- prattutto in terra barghigiana. C’è chi se la prende con il sindaco di Lucca Tambellini, reo di aver ratificato di fatto lui con il sul voto la decisione in conferenza, per presunte rese dei conti con l’entourage politico dominante in valle, c’è invece chi, badando al sodo, propone un ospedale privato per soli barghigiani, gestito da soli abitanti di Barga, con medici, infermieri, portantini e cuochi di razza barghigiana, con un bel cartello sulla porta: “Lucchesi? Garfagnini? NO Grazie!!!”. Tra Comitati ed Osservatori, giornalisti, politici e critici, ce n'è per tutti i gusti. Lo scontro non si placa, attendiamo adesso i nuovi episodi" Castelnuovo2: e ora? Autan! Autan antizanzare o domande intelligenti? Toc, toc c'è nessuno? Potevamo farlo, poi alla fine abbiamo desistito. Volevamo infatti chiamare Striscia la Notizia per far realizzare un reportage da uno degli inviati della trasmissione di Canale 5, sui due ecomostri di Castelnuovo: la ex Valserchio e il colosso sul Piano della Pieve. Ci siamo fermati perché non possiamo cercare di lanciare la Garfagnana con una immagine di realistica pulizia e poi far vedere la colata di cemento nel capoluogo. Sarebbe vero autolesionismo. E va bene, ci siamo detti, fermiamoci – e badate bene che abbiamo la cer- tezza matematica di avere la troupe se volessimo. Ma non possiamo certo esimerci dal fare domande: per esempio qualcuno sa dirci cosa sta accadendo? Qualcuno ha intenzione di fare qualche domanda e rendere pubblica qualche risposta? Forse gli interlocutori sono scomparsi o si ha paura di essi? Oppure c'è qualcosa di talmente oscuro e intricato che sono pochi coloro che stanno comprendendo? Ecco tra questi ci siamo noi che rilanciamo due possibili soluzioni: di imperio l'amministrazione comunale decide l'abbattimento totale della struttura. Via tutto a spese di chi ha fatto quel guaio. Oppure si prendono i responsabili – dunque proprietari e costruttori (che non sappiamo a questo punto chi siano) – e si decide un ridimensionamento del colosso con l'abbattimento di almeno due piani, e la collocazione sul mercato degli immobili (appartamenti, negozi, uffici, etc. etc.) ad un prezzo scontato al fine di rendere immediatamente viva la struttura. E' naturale che il progetto va ampiamente rivisto in chiave sociale e culturale (lì andrà di diritto la nuova biblioteca con emeroteca, con sala computer wifi, dove organizzare corsi, eventi); la sede dell'Università della Terza Età con almeno un'aula didattica attrezzata; un caffè letterario con concerti jazz; un ristorante a chilometro zero. Non dovrà mancare un ampio, enorme, parcheggio pubblico e accessi (più di uno), ben illuminati e segnalati con il centro storico. Forza, coraggio, poniamo queste benedette e sacrosante domande, prima che la gente inizi ad incazzarsi perché questa estate le zanzare avranno una bella casetta dove riprodurre un bel numero di fastidiose amichette notturne. RENAULT CLIO SPORTER. LA PRIMA AUTO SPORTIVA CAPACE DI ESSERE ANCHE UNA STATION WAGON. VERSIONE GT 120CV CON CAMBIO EDC TOUCH SCREEN MULTIMEDIA R-LINK DA Gabriele Coli 11.750 €* PROVA RENAULT CLIO SPORTER PER UN GIORNO INTERO. PRENOTA SUBITO * Clio Sporter Wave 1.2 75CV, prezzo scontato chiavi in mano, IVA inclusa, IPT e contributo PFU esclusi, valido a fronte del ritiro di un veicolo usato, con immatricolazione antecedente al 31/12/2003 o da rottamare e di proprietà del cliente da almeno 6 mesi. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. È una nostra offerta valida fino al 31/03/2013. Foto non rappresentativa del prodotto. Emissioni CO 2 : 127 g/km. Consumi (ciclo misto): 5,5 l/100 km. Emissioni e consumi omologati. Renault sceglie Pagina 4 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Le ultime elezioni politiche dimostrano che l’elettorato sta cambiando E le pecore non sono andate a letto Tutti al voto con una deliziosa novità: le pecore e i bambini non sono andati a dormire. Ricordate il titolo del numero precedente? Votate e fate la nanna, cari bambini. Ecco in molti hanno scelto di rinunciare alla caramella e di fare nottata in piedi. Forma di protesta? Antipolitica? Nulla di tutto questo. La gente ha bisogno di poter vedere il proprio futuro, anche perché stanno aumentando gli espatri e le emigrazioni soprattutto di giovani che in valle non hanno alcuna possibilità professionale. Ma veniamo ad una possibile, seppur parziale e difficile, lettura dei dati elettorali. Il risalto maggiore ovviamente è dato dai voti raccolti dal Movimento Cinque stelle in valle. L'elemento da analizzare con attenzione è quello derivato dall'assenza totale di una struttura di riferimento sul territorio e dalla mancanza di candidati propri delle Terre del Serchio. In pratica il M5S di Beppe Grillo ha drenato risorse elettorali attingendo voti solamente grazie al tam tam della rete e delle tv che hanno trasmesso numerosi comizi del leader genovese. Non sono mancati – ad onor del vero – i promotori del movimento che hanno distribuito volantini, ma hanno inciso sicuramente in maniera minore rispetto al fuoco di fila offerto dai mass media nazionali. Ora la questione è che i 1611 voti del M5S a Barga (27,1 %); gli 819 a Castelnuovo (22,1 %); i 630 di Gallicano (27,8 %); i 404 a Piazza al Serchio (26,3 %); i 263 a Camporgiano (18,9 %); i 186 a San Romano (21,2 %), alla prossima tornata elettorale amministrativa (tranne che a Piazza e Pieve Fosciana si voterà in tutti gli altri comuni per il sindaco) come e dove si collocheranno? Saranno presenti candidati del M5S o gli elettori torneranno sui propri passi? Beppe Grillo ha dimostrato che il populismo sudamericano (per altro già ampiamente sfruttato da Berlusconi negli ultimi 20 anni) funziona solo se il leader ha una faccia nuova e pulita. Non fa promesse stratosferiche o se le fa “concede spettacolo”; disegna punti precisi all'orizzonte; non parla di lacrime e sangue e soprattutto attrae le simpatie dell'elettorato disilluso. Ecco in valle saranno i candidati singolarmente che potranno fare la differenza. I volti e i nomi di gente credibile, che abbia un sorriso per tutti e che sappia parlare all'operaio (sapendolo ascoltare), così come al socio onorario di un club prestigioso, lussuoso ed esclusivo per soli ricchi (e non solo a questo come avvenuto negli ultimi anni). In altre parole: unire le esigenze e le richieste. E i partiti tradizionali? Il Partito Democratico ha so- stanzialmente “tenuto botta”. A Castelnuovo è al 35,2 %; a Barga al 36,8 %; a Camporgiano è al 37,1 %; a Piazza al Serchio è al 33,5 %; a San Romano al 42,5 %. Flette, si piega, ma non si spezza il PDL: Castelnuovo 19,4%; Barga 17,8%; Gallicano 19,1%; Piazza al Serchio 20,2%; San Romano 17,8%. In termini di schieramenti ideologici (da questa valutazione è escluso il Movimento di Grillo che ha attinto voti da tutti i vecchi partiti) troviamo un sostanziale pareggio tra le istanze delle formazioni del centrodestra e quelle del centrosinistra. Da leggere però con attenzione i dati che emergono dai voti moderati di centro. In questa tornata elettorale i “cattolici puri” erano divisi tra Monti, Casini e Fini, attestando, grosso modo, il peso alle urne intorno al 10%. Scendendo nel dettaglio tecnico possiamo affermare che questa forza attrae a Castelnuovo circa 500 voti, risultando quindi decisiva in una tornata elettorale equilibrata. Numeri simili si registrano a Barga. E' ovvio, come affermavamo in principio di articolo, che è difficile accostare i dati delle politiche con quelli delle am- ministrative, ma si può affermare senza ombra di dubbio che tra 12 mesi in valle potremmo avere delle sorprese, se gli schieramenti tradizionali non inizieranno fin da subito a studiare il nome del candidato ideale per le proprie comunità. Certo che la gente in Italia chiede il rinnovamento, ma in valle si mantiene forte il “voto di riconoscenza” e quindi ci sarà da fare questo conto. Inoltre quando si deve eleggere un sindaco si muovono dinamiche che vanno ben oltre il semplice mettere una croce su una scheda. I poteri forti fanno pressioni e contano buoni pacchetti di voti. In altre parole un buon nome, un bel volto, una bella squadra - secondo le vecchie dinamiche - potrebbero non riuscire a raggiungere il proprio obbiettivo. Infatti sono ancora molti i voti “ancorati” ai vecchi partiti, agli “amici degli amici”, ai gruppetti influenti, etc. etc. e dunque per vincere il nuovo sindaco dovrà fare i conti con tutto questo. Sempre che le pecore, che anche questa volta facevano la nanna, non decidano di stare sveglie e mettere un croce pensando ai propri figli. l.r. Serve una spinta e una forte iniezione di fiducia per ricostruire tutto Brico: ripartire dalle ceneri Il 5 febbraio scorso un devastante incendio, le cui cause sono ancora al vaglio delle autorità, ha distrutto l’attività commerciale ad insegna Brico di Fornaci di Barga e compromesso la struttura dell’adiacente Poliambulatorio e Polo Radiologico. Un’autentica catastrofe per il tutto lo staff del punto vendita che nella concitazione del momento si adoperava per far uscire tutti i clienti. Il ricordo di quei momenti è un sottofondo di sirena che suona, un fragore interrotto da scoppi e tonfi. Caos, corse, grida e ragazzi con le lacrime agli occhi. Fiamme altissime e gruppo imprenditoriale Potenti che gestiva il negozio e per le varie società titolari di studi medici, polo radiologico, centro dentistico e fisioterapico. Una grande batosta per l’economia e il morale della zona, già ampiamente provati da una crisi generalizzata che attanaglia tutti senza soluzione di continuità. Nell’estrema drammaticità della vicenda la nota positiva: nessun persona coinvolta e questo grazie anche alla diligenza e alla tempestività di una imponente colonna di fumo che si innalza verso il cielo. Qualcuno non a torto ha scritto che la vecchia ciminiera dell’antica fornace, era tornata a funzionare. Per chi ha vissuto in prima persona quei momenti è stata davvero un’esperienza difficile. In poco tempo l’incendio si è impadronito dell’intera struttura e non ha concesso possibilità di intervento. Il negozio Brico era una media struttura di vendita specializzata in articoli del fai da te, giardinaggio, articoli per la casa. Un punto di riferimento con una vastissima offerta commerciale in grado di far fronte alle più diversificale esigenze a livello di hobbistica, bricolage, ferramenta, supporto all’attività edile ecc. Ai piani superiori l’immobile ospitava un moderno e attrezzatissimo poliambulatorio, con un polo radiologico recentemente inaugurato munito anche di risonanza magnetica e che costituiva una allettante e valida alternativa di servizi diagnostici e medici rispetto alla sanità convenzionale, che soprattutto nella valle non vive certo momenti floridi. Un centro di fisioterapia attrezzatissimo, uno studio odontoiatrico e uffici amministrativi completavano la struttura. Davvero un peccato. La nostra volontà però non è quella di narrare di uno spiacevole fatto di cronaca, ne quello di descrivere ciò che è stato e che non tornerà. Il nostro vuole essere un grande “in bocca al lupo”, un messaggio di augurio e di auspicio per tutto il gruppo imprenditoriale che gestiva il negozio, per i dipendenti che guardano con timore al pro- www.boscoegiardino.com Tel e Fax: 0583-641023 E-mail: [email protected] Loc. Pantaline - 55036 Pieve Fosciana (LU) prio futuro, per proprietari dell’immobile, per la direzione degli studi medici, del check-up, della fisioterapia centro. Così come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, vogliamo immaginare la ecc, affinché con la collaborazione e l’aiuto di tutti, con il supporto delle istituzioni locali, si possa tornare alla normalità e riaprire tutto il grande iniezione di fiducia e il beneficio collettivo derivante dalla riapertura delle vostre attività. f.f. TORTELLI LUCIANO & C. SNC Via Nicola fabrizi 5 55032 Castelnuovo di Garfagnana Tel. e fax 0583 62175 - [email protected] Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 5 Le alterne vicende dell’istituto, tra ginnasti, ex attrici erotiche e chi lavora seriamente Quanti terremoti all’INGV Massimo Ghilardi Dopo il terremoto sono arrivati in Garfagnana i tecnici esperti dell’INGV, ovvero l’Istituto Nazionale di Geofisica. A guidarli Fedora Quattrocchi, la sismologa impegnata da anni a cercare i segni precursori dei terremoti. Ma cosa è INVG? E’ un istituto che si occupa di eventi sismici e vulcanologia ma che, suo malgrado, nell’ultimo anno è stato al centro di numerose polemiche. Alcune che toccano direttamente l’istituto ma non chi vi lavora da anni con dedizione e intelligenza. Ve le raccontiamo per avere un quadro preciso del nostro paese. E come vedrete accanto agli scandali emerge una verità: i terremoti, quelli veri, non si possono prevedere. La prima è del giugno del 2012 quando, per chiamata diretta (dunque senza alcun concorso), viene nominato il nuovo direttore generale del MIUR (Ministero Italiano Università e Ricerca): ovvero Massimo Ghilardi, 45 anni, carabiniere di leva, laureato in Scienze motorie (ovvero insegnante di ginnastica), iscritto all’albo dei promotori finanziari e consigliere comunale Pdl a Chiari (Brescia). Stipendio base per il nuovo capo dei tecnici 106.628 euro. Nei giorni successivi scoppia la bufera e Ghilardi – già tesoriere della fondazione pidiellina “Liberamente” di Franco Frattini –passa così alla direzione dell’INGV, dove gli scienziati precari cadono dalla sedia. Certo perché un direttore ginnasta non lo avevano mai avuto. E comunque il precedente DG, Tullio Pepe, non aveva avuto maggior fortuna visto che era stato al centro di una polemica con Il Fatto Quotidiano, sulla possibilità di saper prevedere i terremoti, lui che tecnico non è. Passano pochi giorni e l’INGV è ancora su tutti i giornali perché si viene a sapere che capoufficio stampa è stata nominata Sonia Topazio, già ex attrice di film erotici e passata sulla copertina di Playboy. Quattrocento precari dell’istituto insorgono e lei si difende affermando: “Se proprio lo volete sapere sono arrivata lì nell’unico modo possibile nelle amministrazioni statali, per segnalazione di un politico”. La Topazio era anche accusata di aver avuto una presunta storia d’amore con il presidente dell’istituto Enzo Boschi. Da questa accusa si era così difesa: “Anche se avessi avuto una simpatia, diciamo così, con un collega nessuno potrà dire che ho avuto qualche vantaggio, visto che sono stata precaria a 1.500 uro al mese e per averne 2.000 mi sono dovuta rivolgere all’ordine. Non è un granché per un incarico di responsabilità come il mio”. E ancora. A gennaio la trasmissione PresaDiretta di Riccardo Iacona si occupa del processo per i fatti de L’Aquila e racconta gli antefatti che hanno portato alla condanna dei vertici dei più importanti tecnici sismologi italiani. All’INGV non la prendono bene e gli scienziati scrivono una lettera di protesta alla trasmissione di Rai3. La risposta di Iacona serve a capire che l’istituto non è entrato nel processo, ma il suo ex presidente Enzo Boschi, sì; e che le presunte accuse lesive nei confronti dei ricercatori non esistono. Emergono nervi scoperti e molte domande ancora senza risposta. INGV in questi ultimi tempi è stato citato da molti giornali e sono molti gli interventi. Tutti hanno un filo unico conduttore. Leggiamoli per capire quale. Gennaio 2012: in merito ai terremoti di Verona e Reggio Antonio Piersanti, direttore della sezione Sismologia dell’INGV, che non si possono escludere altre scosse, che con il terremoto dobbiamo imparare a convivere e che bisogna preoccuparsi di verificare se si vive in case sicure. Aprile del 2012: Alessandro Amato, sismologo dell’INGV, dopo la scossa di 4,3 magnitudo nel mare antistante Palermo afferma: “il problema delle scosse di terremoto è tutto legato alla resistenza degli edifici. A Palermo come in tutt’Italia, quando le scosse si verificano in zone molto popolate, la gente si spaventa perché teme che la propria abitazione possa crollare. Purtroppo non sempre le costruzioni sono a norma antisismica e il vero problema è questo, perché se fossero costruite bene non ci sarebbe motivo di aver paura”. Novembre 2012: nel catanese si attiva un forte sciame sismico con la scossa maggiore di magnitudo 3.9. Mauro Coltelli, responsabile dell’unità gestionale della sezione di Catania dell’INGV, dichiara: “tre anni fa il fenomeno sismico ha generato l’attività eruttiva che si è verificata tra il 2011 e il 2012, importante ma di intensità limitata. Questo però non implica che si ripeterà”. Impossibile dunque fare previsioni. Chiaro il messaggio: i terremoti non si possono prevedere e l’unica prevenzione è quella di dedicare risorse ed energie a mettere in sicurezza gli edifici. E veniamo ai segni premonitori. Acqua nera nei pozzi, aumento delle emissioni di gas metano, aumento della temperatura del suolo, spostamenti del terreno, comportamenti bizzarri degli animali, fuga delle tartarughe dai laghi, moria di topi e di alcuni tipi di pesci, allontanamento degli uccelli, ululato dei cani, e così via per una lista molto, molto, lunga. Al momento è bene sottolinearlo, nonostante l’eccellente lavoro di ricercatori come Fedora Quattrocchi, non è assolutamente possibile prevedere i terremoti grazie ai cosiddetti transienti. Questo perché mancano attrezzature valide e investimenti per creare sul terreno centraline di rilevamento. E per dirla tutta anche lo studio di installare sul terreno dei corner-reflector, in grado di trasmettere continui segnali ai satelliti sui movimenti del terreno, allo stato attuale non si mostra efficace. Dunque appare come una soluzione effimera la scelta di creare laboratori multidisciplinari molto costosi e con improbabili risultati. Meglio dunque in Garfagnana lasciare che siano gli edifici e la prevenzione del crollo di questi ultimi, ad essere interessati da investimenti di denaro pubblico. Augurandoci infine che a dirigere enti scientifici come l’INGV siano soprattutto scienziati e che le centinaia di precari che lavorano nell’istituto vengano assunti definitivamente, sanando una questione che dura da anni. Perchè ricordiamocelo INGV è pur sempre un’eccellenza italiana. a.g. Li chiede Maria Teresa Fagioli dell’Ordine dei Geologi Adeguamento e libretto della casa Per evitare paure, disagi, allarmi da terremoti una soluzione c’è e si chiama adeguamento antisismico. «Altri paesi l’hanno adottata e funziona. È una scelta che richiede tempo ed organizzazione, ma paga. È la scelta dell’adeguamento antisismico del patrimonio edilizio esistente, del rispetto rigoroso e sistematico delle normative per le nuove costruzioni, della rottamazione di quegli edifici che non è economico o tecnicamente possibile rendere sicuri». E’ quanto sostiene Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana che interviene a commentare quanto accaduto in Garfagnana. «E’ su tutti i notiziari la decisione dei sindaci della Garfagnana di avvisare la popolazione del rischio terremoto. Dieci e lode al servizio sismico nazionale, alla protezione civile e ai sindaci. In scienza e in coscienza è tutto quello che, oggi come oggi, dovevano e potevano fare, anche a seguito della sentenza, che alcuni hanno definito, a torto o a ragione, “talebana” sul mancato allarme per il terremoto de L’Aquila». Indubbiamente questo è ragionare sempre in termini di emergenza. «Ma i disagi, lo stress, l’allarme sociale che da tutto ciò inevitabilmente deriva sono davvero inevitabili? Ad oggi direi sinceramente di si – spiega la presidente Fagioli - , anche se questo non vuol affatto dire che le collettività debbano rassegnarsi a scegliere tra il rischio di morire sotto le macerie e il dover lasciare in fretta e furia le proprie case». Trattoria Marchetti di Clara Pedreschi Loggiato Porta Castelnuovo di Garfagnana Telefono 0583 639157 Adeguamento antisismico e libretto del fabbricato. La soluzione è nell’adeguamento antisismico degli edifici. Ma i cittadini hanno il diritto di sapere, “conoscere per deliberare” recita un principio basilare della democrazia. «Ed allora, cosa stiamo ancora aspettando a rendere obbligatorio il “libretto del fabbricato”? Che informi compiutamente gli abitanti, con assunzione di responsabilità da parte dei professionisti che lo redigono, quali sono le condizioni di rischio, idrogeologico, sismico, idraulico, dello specifico im- mobile dove vivono, lavorano, pregano, o dove vanno a scuola i loro figli. Così, tra l’altro, ciascuno potrà sapere con certezza se sta per acquistare un immobile, spesso coi risparmi di una vita, se è un investimento o una fregatura», ribadisce Fagioli. Una scelta politica. Il libretto del fabbricato impone scelte forti e coraggiose. «Certo le lobby del mattone avranno mille obiezioni, e le faranno pesare in termini elettorali», conclude la presidente dei Geologi. «Ma forse è proprio qui, al di là e al di sopra di scelte ideologiche ed emotive, che i cittadini potranno misurare serietà, lungimiranza e motivazioni reali di chi si propone loro per amministrarli e governarli. E non è escluso che gli imprenditori edili più seri e i politici più onesti e pragmatici riescano a vedere in ciò un modo, forse l’unico, per superare la crisi che si è abbattuta sul settore. È certo però che solo così chi vive in aree a rischio, e siamo in tanti, al prossimo allarme, potrà decidere con meno stress e meno dubbi se è il caso di dormire in macchina, camper o centro di raccolta, o restare tranquillamente a casa, perché saprà se e quanto quella casa è al sicuro dalle forza della natura». Barbara Coli Pagina 6 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Storia della piccolo nosocomio L’Ospedale di Coreglia Ben fortunata può chiamarsi Coreglia se può essere annoverata fra gli otto comuni della provincia che possiedono una Opera Pia Ospedaliera, mentre da molti anni sui giornali di classe dei medici condotti si è iniziata una lotta intesa a ottenere che almeno in ogni comune sia istituita una “casa del medico”. Un luogo cioè, composto da pochi ambienti, ove possano venir ricoverati, specie nelle zone di montagna, i casi più urgenti o quelli che hanno bisogno di un’assidua sorveglianza per parte del medico e possano essere praticati piccoli interventi chirurgici ed in special modo, interventi ostetrici laddove per particolari condizioni di ambiente non possano essere espletati a domicilio. Questo è l’inizio di un articolo, apparso nel settembre 1948, nel supplemento de “L’Esare Nuovo”, un numero unico intitolato “La voce di Coreglia ” , interamente dedicato all’inaugurazione dell’Ospedale Pierotti. Come recita con enfasi lo stesso giornale “ questo ospedale danneggiato dal tempo e dalla guerra il Presidente Sac. Giuseppe Pellegrini con l’aiuto generoso dei paesani all’estero e di altri benefattori restaurò ed ampliò a bene e decoro del comune di Coreglia Antelminelli inaugurandolo con solenne cerimonia il 5/9/1948”. Luogo di amore e di dolore, l’ospedale trae la sua origine, quasi secolare, da un grande amore e da un grande dolore: l’amore di una mamma verso l’unica figlia, il dolore di perderla quando a sua volta stava per divenire mamma. Come per tante opere di bene sorte a sollievo e conforto dell’umanità, così per il nostro ospedale, l’amore e il dolore si congiungono nel suo nascere e proseguono e tenerlo in vita, a farlo prosperare nell’alterna vicenda delle umane sorti. L’Ospedale Pierotti, infatti, fu fondato intorno al 1850, grazie alle disposizioni testamentarie di Carolina Pierotti. Un passaggio del suo necrologio sottolinea che: nacque a Coreglia da antica famiglia il 25/4/ 1783, figlia unica di Pier Vincenzo Pierotti e Maria Domenica Zacchi. Fu educata nel conservatorio di S. Ponziano di Lucca e l’8/11/1807 si unì in matrimonio con l’Avv. Giovan Battista Pistoia nobile bargeo. E a Barga trascorse la sua vita di sposa e madre esemplare,evidenziando un’anima che pensava e sentiva, e sapeva contristarsi all’aspetto delle altrui sciagure. A Barga ebbe gioie e dolori con la perdita dell’unica figlia all’età di 24 anni, a Barga riposa dall’8/4/1850 nella cappella gentilizia della famigli Pistoia. Dall’amore e dal dolore di Caterina nacque e vive l’Ospedale che porta il suo nome. Con testamento olo- grafo del 10/4/1841, depositato e pubblicatati ai rogiti del Notaro lucchese Francesco Bertocchini, reso esecutorio con decreto del Tribunale di Prima Istanza 25/4/1850, disponeva e lasciava eredi universali i poveri della Parrocchia di S. Michele di Coreglia e qualora i mezzi lo consentissero i poveri della Parrocchia succursale di S. Cassiano di Gromignana e di S. Lorenzo del Piano di Coreglia. Le disposizioni originali ordinavano che venisse eretta presso la Chiesa di S. Rocco, sopra un terreno di sua proprietà, una nuova fabbrica ad uso di pio ricovero per 4 infermi curabili e per l’alloggio di 5 invalidi. Con Rescritto Sovrano 21/7/1851 fu approvata la pia istituzione, e con rescritto successivo 19/9/1852, per ragioni economiche e finanziarie, dimostrate con perizia del Dott. Lorenzo Barsotti di Tereglio, veniva ratificata definitivamente la formazione del detto ospedale e la sostituzione della nuova fabbrica con la riduzione della casa di abitazione della testatrice in Coreglia. Per circa quarant’anni ricoverò gratuitamente, nei suoi angusti e poveri locali, otto malati acuti e cinque invalidi. La svalutazione della moneta, lione delle vecchie lire, contributo prevalentemente formato dalle donazioni degli emigranti, prova significativa del loro attaccamento al paese natio. Il rifacimento dei vecchi ambienti, la costruzione di nuove camerate ne aumentarono la capacità a trenta posti letto, furono rimessi a nuovo l’ambulatorio e la saletta medicazioni, come pure il reparto invalidi. Inoltre venne ricavata una stanza destinata a gabinetto dentistico e impiantato un ap- “ed ora? Ora ricordiamo il motto degli antichi: niente e fatto se qualcosa rimane da fare. E qualcosa rimane da fare all’ospedale. C’è da attrezzare la sala operatoria, c’è da impiantare il gabinetto radiologico, c’è da innalzare e rimodernare la parte rimasta. Orbene, il già fatto non faccia dimenticare il da farsi, non faccia cullare sopra gli allori. Questa data del 5 settembre è fine di una tappa, ma deve essere il principio di un’altra, è conseguente alla guerra 191518, non consentì più all’Opera Pia di far fronte, col suo modesto capitale, ai ricoveri gratuiti e fu costretta a stabilire delle rette, invero modestissime. Vennero allora in soccorso munifiche elargizioni come quelle del Conte Italo Ottolini Balbani, in memoria del patriota coreglino Matteo Rossi e del Barone Carlo Vanni, singolare figura di emigrante e di artista coreglino, già sotto altri aspetti benemerito benefattore del suo paese. Seppure in continua sofferenza economica, la sua attività proseguì fino alla seconda guerra mondiale quando le sue condizioni divennero insostenibili. Infatti se in passato il titolo di ospedale poteva assegnarsi ad un qualsiasi istituto che avesse per oggetto il ricovero e la cura degli infermi, qualunque sia la disponibilità di posti letto, e a prescindere, a volte, dallo stato edilizio e dal suo più o meno sufficiente attrezzamento. parecchio radiologico. Venne preventivata l’istituzione di una sezione chirurgica allo scopo di effettuare sul posto interventi chirurgici di urgenza e specialmente in ammalati per i quali a causa delle loro condizioni, un trasporto lungo e disagioso fosse controindicato. Concluse, questa memorabile giornata per Coreglia, il Presidente dell’ospedale Sac. Giuseppe Pellegrini ammonendo: la data di un nuovo appello ai vicini e ai lontani: facciamo il rimanente”. In altri termini, collaboriamo tutti per il bene comune, il diritto alla sanità, parole che soprattutto oggi dovrebbero farci riflettere. Non possiamo accettare che si faccia economia sulla salute del cittadino. Alla metà del XX° secolo, le nuove disposizioni di legge che disciplinano gli istituti ospedalieri minacciavano di declassare la struttura, per le sue numerose deficienze di natura igienica ed assistenziale, al grado di InfermeriaRicovero o addirittura alla sua soppressione. Il comitato promotore mise in evidenza l’importanza che rappresentava questo istituto nei riguardi dell’assistenza sanitaria, specie in questa popolazione montana e i riflessi economici e morali che esso aveva per il paese. Nel breve furono raccolti capitali privati per oltre un mi- Cristian Tognarelli Gli Angeli del fango Tra i giovani “angeli del fango”, recentemente premiati con un attestato ad Aulla per la loro opera nei giorni successivi all’alluvione della città lunigianese, ci sono anche cinque studenti dell’alta Garfagnana che frequentano il Liceo Classico “Leopardi”. Si tratta di Franco Tersitti e Candida Bechelli di Gorfigliano, Maria Costanza e Pierluisa Chiari di Borsigliana di Piazza al Serchio ed Alice Sarteschi di Minucciano. L’iniziativa della premiazione dei giovani studenti è partita dall’Associazione nazionale invalidi di guerra di Aulla che, tra l’altro è legata da un rapporto di fiduciariato con la sede garfagnina di Castelnuovo e subito approvata dall’amministrazione comunale di Aulla, con il sindaco Roberto Simoncini. Il presidente della sezione Domenico Civitella e l’intero consiglio direttivo hanno voluto in questo modo ringraziare i tanti giovani per la loro generosa spontaneità nell’opera di ripulitura dei locali della sezione completamente devastati dall’acqua e dal fango. “Furono giorni - ricorda Pierluisa Chiari – di fatica fisica ma nello stesso tempo di crescita umana e sociale per tutti noi studenti. La nostra opera fu quello di ripulire dal fango, oltre che i locali dell’Associazione Anmig, la biblioteca comunale, le scuole elementari, l’ingresso del cinema teatro, dove andiamo a rappresentare alcuni nostri lavori. Poi demmo alle stampe un numero speciale del nostro giornale scolastico “Lo Zibaldone” ed un calendario, ricavando un po’ di soldi da devolvere alla riorganizzazione della biblioteca comunale”. “E’ stato, infine, un momento di grande crescita culturale– aggiunge Pierluisa Chiari- la visita che successivamente abbiamo fatto alla Biblioteca nazionale di Firenze per vedere l’opera di recupero e di restauro delle migliaia di libri che erano rimasti nel fango. Un lavoro veramente eccezionale da parte dei restauratori”. d.m. MUSIC BAR Via di Fondovalle di fronte alla Kedrion Loc. Bolognana - Gallicano (LU) Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 7 Soddisfazione per l’incontro a Piazza al Serchio I Sentieri Sociali Dal Trek di Gallicano a Barga con i Gruppi di Acquisto Solidale, da Fornaci 2.0 alla nascente Pro Loco di Piazza al Serchio, dallo Scec – la moneta di sconto – ai Volontari del Piano di Gorfigliano con gli orti sociali, dalla scuola del domani alle Terre di Diritto. Di questo e molto altro si è parlato all'incontro svoltosi sabato 9 marzo a Piazza al Serchio nell'ambito del contenitore di idee dei “Sentieri Sociali”. Lo scopo è quello di creare una rete di idee da condividere in valle al fine di contagiare le comunità per un risveglio sociale, culturale e alla fine professionale e produttivo. Vale il principio, espresso da Valerio di Fornaci, dell'uno vale uno, ovvero del rispetto delle idee e della partecipazione. Ma anche della reale e crescente consapevolezza di tor- nare a riappropriarci in maniera sana e condivisibile del nostro territorio. Tra i tanti concetti emersi meritano segnalazione la riapertura dei “sentieri” (le antiche mulattiere) seguendo il modello di Adolfo Da Prato di Gallicano; della riscoperta del vero significato del termine “Comune” (si è parlato di usi civici osservando i modelli di Barga e Soraggio-Sillano); della necessità di fare “massa critica” e di saper usare intelligentemente il web (Fornaci 2.0); della consapevolezza di potercela fare (Pro Loco di Piazza al Serchio); dell'esigenza di conoscere il proprio territorio e creare nuove reti di conoscenze agroalimentari sostenibili e di qualità (il chilometro zero dei Gruppi di Acquisto Solidale – tra l'altro con Maria Elena Bertoli era presente il responsabile provinciale dei Gas di Lucca); dell'importanza della formazione e della necessaria e vitale sinergia educativa che si deve creare tra scuola e famiglia (chiaramente spiegata da Umberto Bertolini); della forza nella riconquista dei terreni incolti come hanno fatto i “Custodi del Piano” a Gorfigliano (ad esporre il progetto Alessandro Figaro); della moneta di Scambio (lo Scec presentato da Franco Santi). Alla fine grande soddisfazione tra i partecipanti per lo scopo raggiunto dei “Sentieri sociali”. Ovvero quello di condividere e contagiare con le idee le comunità della valle. Realtà, distanti solo pochi chilometri l'una dall'altra, che prima non si conoscevano, da oggi possono fare rete e aiutarsi. E non sarà difficile vedere i ragazzi di Gorfigliano andare a Fornaci per fare vedere come si può far nascere un orto sociale; oppure quelli di Piazza al Serchio studiare il 2.0 dei fornacini e tutti insieme aderire ai Gas e avere un rapporto più consapevole con la scuola e gli insegnanti. E alla fine fare un Trek collet- tivo da Gallicano fino a Trassilico per andare a trovare uno degli ultimi contadini dediti alla permacultura del nostro territorio. L'incontro al quale ha partecipato anche il Sindaco di Piazza al Serchio Paolo Fantoni (il primo cittadino ha parlato delle difficoltà delle amministrazioni), verrà replicato in altre località della valle. Per la prima volta l'essere contagiati è una buona cosa con i “Sentieri sociali”. Donare Oltre 250 alunni delle classi quinte del Liceo scientifico “Galilei”, dell’Istituto Geometri e Ragionieri “Campedelli”, Iti “Vecchiacchi” e Ipsia “Simoni” di Castelnuovo si sono avvicinati al mondo della donazione del sangue e del midollo osseo con alcuni incontri con Rosaria Bonini, responsabile del Centro Trasfusionale degli ospedali di Lucca, Castelnuovo e Barga ed i volontari i volontari dell’Associazione di midollo osseo (Admo) Garfagnana Admo, Lorenzo Grassi, Patrizia Dell’Osso, Cecilia Sarti. Attraverso video, testimonianze e slides, agli studenti è stato spiegato con quali modalità avviene la donazione di midollo osseo, come si diventa donatori e l’importanza della donazione e del trapianto di midollo osseo per la cura di molte malattie del sangue come la leucemia. Diverse ragazze hanno manifestato la loro volontà di diventare donatrici di midollo osseo. Il progetto Fornaci 2.0 Le Erbe buone Cosa offre oggi Fornaci ai giovani e ai meno giovani in termine di aggregazione e vita sociale? Questa è stata la domanda da cui siamo partiti e che ci ha spinto ad unirci per provare a restituire a Fornaci un luogo di aggregazione per giovani ed anziani senza aspettare un aiuto, ma rimboccandosi le maniche e mettendo un po' del proprio tempo e le proprie intelligenze a disposizione della comunità. Abbiamo sentito l'esigenza che questa idea coinvolgesse l'intera popolazione e che non rimanesse chiusa ad un'associazione formato da una ventina di persone. Da qui l'idea di riaggiornarci e quindi “Fornaci 2.0 “. E' necessario che ognuno di noi sia protagonista del proprio futuro per far capire alle amministrazioni che CI SIAMO ANCHE NOI. Venerdì 15 febbraio abbiamo presentato questo progetto alla cittadinanza durante un'assemblea pubblica al Cinema Puccini che ha visto una partecipazione numerosa sia in sala che in diretta streaming su Teleserchio.com. Durante la serata abbiamo illustrato la filosofia con cui vorremmo portare avanti questo comitato: apartitico e senza scopo di lucro, ha la particolarità che ogni associato avrà il diritto-dovere di esprimere le proprie opinioni e proposte che tutti discuteranno e voteranno, ognuno varrà uno e il comitato sarà solo esecutore delle volontà dell'assemblea. L'idea è quella di muoversi online, siamo già presenti con una pagina facebook, e a breve sarà disponibile il nostro sito web che sarà il nostro punto di ritrovo virtuale, all'interno del quale sarà presente un software che permetterà a tutti gli utenti di registrarsi e partecipare attivamente al dibattito su cosa fare per migliorare il nostro territorio. Questo permetterà di generare un'assemblea “virtuale” fissa dove tutti potranno intervenire sulle varie discussioni aperte. Questa può sembrare una scelta che va contro alla nostra idea di aggregazione ma in realtà la rete è l'unico mezzo che ci dà questa possibilità evitando scontri di ogni tipo e polemiche sterili che sul web vanno a morire. Pensando anche a chi non usa internet nel centro del paese verrà posta nei prossimi giorni, una cassetta della posta, dove poter lasciare idee e proposte. Durante l'assemblea sono state presentate le tre aree che abbiamo individuato a Fornaci e che pensiamo adatte ai nostri scopi: l'area dell'ex campo di motocross, la futura disponibilità degli ambienti dell’attuale scuola elementare ed il “Campone”. Oltre ai tanti consensi, abbiamo ricevuto molte idee: dagli orti comuni, al baratto, al cinema all'aperto, a scuole di musica e arti varie, a biblioteche e quindi possiamo dire con orgoglio che il primo nostro scopo, ovvero di SMUOVERE LE COSCIENZE, è stato raggiunto. A questo punto il nostro lavoro è quello di continuare il dialogo aperto con l'Amministrazione Comunale affinché le idee prendano forma. Sabato 28 aprile a Gorfigliano, organizzato dall’associazione Custodi del Piano, si terra il corso “Erbe Buone” (seconda edizione), con Ivo Poli. Il Corso ha l’obiettivo di fornire gli elementi di conoscenza di base sulle varie erbe e sulle modalità di riconoscimento delle diverse specie commestibili di uso tradizionale: -epoca di raccolta delle diverse specie, per differenti usi gastronomici; -parti utilizzate; -gli usi alimentari, tradizionali e innovativi; -gli habitat peculiari delle specie di più largo consumo; -quali rischi per la salute in caso di raccolta in ambienti contaminati; -come comportarsi in caso di dubbio se un’erba è commestibile o non commestibile; -che fare, per non danneggiare le essenze vegetali oggetto di intensa raccolta e per ritrovarle successivamente più numerose e in buono stato vegetativo; -notizie storiche, antropologiche e di costume relative alle essenze oggetto di raccolta. Programma e note tecniche: ore 9,00 - Ritrovo Località “GRETAMASSA”; racolta delle erbe e a seguire preparazione del pranzo a base di erbe. Per informazioni e prenotazioni chiamate Alessandro al 347 5708069 o a Damiano al numero 340 4618170 Il costo del corso è di 10 euro i quali verranno utilizzati per finanziare la ripulitura dei sentieri abbandonati del paese di Gorfigliano. Prenotazioni entro mercoledì 24 aprile. Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana Direttore: Andrea Giannasi Caporedattrice Barbara Coli In redazione Marco Giannasi, Gabriele Coli, Matteo Ferranti, Fabrizio Ferrari, Emilio Bertoncini, Cristian Tognarelli Fotografie Antonella Bertolini, Gabriele Coli, STUDIO BIANCO Commerciale Debora Mori, Marco Guazzelli Direzione e sede legale: via Terme di Traiano, 25 Civitavecchia ROMA Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa Etruria Arti grafiche - Via della Vittoria Civitavecchia (Roma) www.ilgiornaledicastelnuovo.it - [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 30,00 € per l’abbonamento ordinario annuale 50,00 € per l’abbonamento sostenitore su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi editore IL GIORNALE SI TROVA A Castelnuovo - Presso tutte le edicole e le librerie, Pieve Fosciana - Edicola di via San Giovanni, Barga - Edicola Poli (via Pascoli), Gallicano - Edicola (via Serchio), Castiglione di Garfagnana (all’edicola bar Marcalli), Roggio (presso l’edicola/bar), Fornaci - Edicola e libreria c/o Conad Vtyy¢ VxÇàÜtÄx Piazza Umberto a Castelnuovo di Garfagnana Pagina 8 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 58 - Febbraio-Marzo 2013 BVivo e interessante percorso lirico della scrittrice castelnuovese “Vita Mia” le poesie di Cinzia Dini “Vita mia” è un libro rigoglioso di passione per ogni attimo dell'esistenza. Delicato, ma anche ferocemente realistico, è un insieme di componimenti poetici, pubblicati da Cinzia Dini nel 2005. “Cucio sulla mia vita – il sorriso di un pagliaccio – e lascio che illumini gli sguardi – di chi, con una carezza lo sfiora” è solo una delle tante immagini che sapientemente l'autrice castelnuovese dipinge con una tavolozza ben armoniosa. C'è molto tra queste pagine che sono anche canzoni, ballate, di una terra dove non c'è mai spazio alla sazietà. Tutto è incessantemente ricerca, analisi, composizione, costruzione. Ecco Cinzia Dini si assume il carico di slegare le tante anime del vento e poi inseguire tra i crinali della Garfagnana le fotografie, le storie che si compongono in versi. “Non lo trattengo il tempo – che continuo a vedermi – grondar via – dalle mani” è lirica per ognuno di noi. E continua: “Neanche più guardo – nelle loro pieghe dove, - inevitabilmente, - si scorda qualche ricordo. - Ricordi di una vita – da scordare – a cui invece – devo tenermi aggrappata. - Chiudo gli occhi – tentando di legare – quella vita ad un sogno – capace di portarla lontano...” Guarda oltre, la poesia della Dini che non si ferma mai e come un orologio, fatto da armoniosi e precisi meccanismi dentati, corre verso un a domani a cui aggrapparsi. Ma non è mai naufraga solitaria l'autrice. C'è speranza nel libro e questa la troviamo quando ricostruisce un ricordo della nonna centenaria. Lo fa nella poesia intitolata “Racconta la mi' nonna di cent'anni...”. “O te, se n'enno iti cent'anni: s'enno sparuzzati via tra rise e affanni. I tempi più bej erin quelli passati nei pradi a canta' j stornej; e po' a pisangolon sulle carage: avevino un sapore... andavo a pijalle anco nell'orto del rettore... Erin così belle e erin lì... il peccato vero era lascialle marci'. Anda' a fungi po': la mi' passion... ci son ita anco di notte a trovalli a taston. Quando po' i miii 'un volevin ch'andassi a balla'... anco dalla finestra n'è tocco salta'! La musichina dei valzere fea 'na voja 'un podeo mia stalla ascolta' solo da quella soja! Po' le sere a vejo... j streghi nelle fole dei vecchi ogni occhio tenevin svejo. Così enno rutolati via tanti anni e drentro c'enno voluti infila' anco tanti affanni. Ma dico io: arriva' alla mi' età averò pure il diritto qualcosa di scorda'!!!” Ecco la “povera bischera” come si autodefinisce in maniera ironica l'autrice nella nota biografica finale, ha colto in questa raccolta i mille segreti della scrittura composta da mille frammenti di uno specchio andato in frantumi. Cinzia Dini ha la pazienza di raccogliere i pezzi di vetro e di unirli fino a comporre una raccolta di poesie preziosa e da leggere per non dimenticare mai il valore delle parole. Marco Giannasi Castelnuovo cala Un anno 2012 che per il comune di Castelnuovo è stato una specie di piccolo tracollo demografico con un calo di ben 33 abitanti. Negativi sono stati sia il movimento naturale (natimorti) con meno 21, sia quello migratorio con meno 12. Nello stesso tempo Castelnuovo è sempre più un comune multietnico con la presenza di ben 27 nazionalità per un totale di 414 persone (194 maschi e 220 femmine). In totale la popolazione, al 31 dicembre 2012, era di 6.079 unità. Nella stessa annata i nati sono stati 45, mentre di decessi 66, con saldo dunque negativo di 21. Gli immigrati sono stati 172, mentre gli emigrati 184, con un saldo anche qui negativo di 12 unità. Tra gli stranieri presenti nel capoluogo al primo posto troviamo i romeni con 221 unità (100 maschi e 121 femmine). Al secondo posto gli immigrati marocchini con 57, poi gli albanesi con 46, i singalesi dello Sri Lanka con 15, i polacchi con 10, i somali con 8, inglesi, olandesi, filippini e cinesi tutti con 5 unità. Le altre nazioni rappresentate: India, Brasile, Russia e Ucraina con 4 unità; Cuba, Germania, Eritrea, Ungheria, Perù, Tunisia con 2; Bielorussia, Afghanistan, Algeria, Spagna, Francia, Pakistan, Siria con una presenza. Sono dati aggiornati, forniti dall'Ufficio anagrafe del comune, grazie alla gentilezza delle impiegate Graziana Bartoli e Lorella Dini. Ogni anno che passa, dunque diventano sempre più numerosi gli immigrati, provenienti da ogni parte del mondo e che fanno parte integrante della popolazione residente. Un aumento che è stato molto consistente e veloce. Basti osservare pensare che, soltanto nel 1991, gli stranieri sul territorio comunale di Castelnuovo erano 10, tutti provenienti da nazioni europee. Dati che stanno a significare un cambiamento avvenuto anche in Garfagnana, che fino ad una quarantina di anni fa era caratterizzata da una grande emigrazione verso tutti i continenti. Dino Magistrelli Festeggia l’agenzia di Roberto e Cristina Barbetti Unipol compie 25 anni e ringrazia L’agenzia Unipol di Castelnuovo festeggia i primi 25 anni di attività. Certo non sono pochi e di questi tempi festeggiare è già un bel risultato. Roberto e Cristina Barbetti hanno contribuito a portare il nome, la competenza e la serietà di Unipol della Garfagnana, un’azienda leader che proprio in queste mese compie 50 anni di attività. Dunque un doppio traguardo che i due titolari vogliono condividere con tutti i clienti che in questi anni hanno conosciuto, seguito e apprezzato Unipol. L’agenzia fu aperta il 12 febbraio del 1988 a Castelnuovo e presto fu aperta la sede a Barga. Unipol si distinse immediatamente per saper fornire polizze e assistenza partendo dalla singola polizza auto fino ad arrivare ai prodotti per le aziende e le imprese. Senza dimenticare il prezioso ramo finanziario. E novità di questi ultimi mesi Unipol assicura le abitazioni e i beni con una speciale polizza terremoto, e sono già tanti i cittadini che l’hanno intelligentemente stipulata. Ad intraprendere l’attività fu Roberto che ancora giovanissimo insieme a Cristina, grazie a tanta serietà e a tanto impegno, ha conquistato la fiducia di ormai due generazioni di cittadini assicurati. Oggi la sede di Barga è retta da Silvia Barbetti, la più giovane, che assicura l’apertura dell’agenzia tutti i pomeriggi e il sabato mattina. Oggi per festeggiare i primi 25 anni Roberto, Cristina e Silvia Barbetti vogliono ringraziare il numero crescente e sempre più cospicuo di clienti, verso i quali nutrono un sincero sentimento di stima ed affetto. Sentimento ricambiato visto che Unipol in valle è sinonimo di velocità nei risarcimenti, serietà e competenza, solerzia, assistenza totale, sinergia e grandi prestazioni. Ma tutto questo non basta a comprendere la gioia e il desiderio di Roberto e Cristina nel voler ringraziare tutti. Infatti dietro ad una logica di numeri e polizze si cela una squadra di uomini e donne che non hanno costruito solo una delle migliori reti assicurative della valle, ma l’hanno dotata di una umanità che li ha sempre ripagati. Questa la chiave del successo di Unipol assicurazioni che oggi a Castelnuovo ha la propria sede in via Francesco Azzi al numero 44 (se volete chiamarli il tel. è 0583 658953) e a Barga ina via della Fontana numero 2 (tel. 0583 711321). Potete contattarli via email scrivendo a [email protected] urazioni.it Auguri di buon compleanno ad Unipol di Roberto e Cristina Barbetti e ovviamente a Unipol di Bologna. Fai centro La tua pubblicità sul Giornale di Castelnuovo Il buon gelato è... in Piazza Duomo a Castelnuovo di Garfagnana [email protected]