1962
Terra dei fiori
C.I.D.A - CONAD Liguria nasce per salvare l’attività di un gruppo di
commercianti e salvaguardare i consumatori calmierando i prezzi: una
storia, quella dell’associazionismo ligure, con particolarità irrepetibili
non fosse altro per la lentezza dello sviluppo commerciale che caratterizza la Liguria, per le caratteristiche orografiche poco adatte alla
velocità delle comunicazioni, e per gli screzi con le pubbliche autorità,
poco sensibili ai valori dell’associazionismo. Diversamente che da
altre parti di Italia la cooperazione in Liguria non era una mentalità
di azione e per certi versi il successo di CONAD Liguria, e poi di
Nordiconad, è anche quello di essere riusciti a farne un fatto culturale,
anche in questa regione.
in considerazione la proposta, poi altri si aggregano,
aggiungendo forza a forza. Passato il Natale del 1961 i tempi si
stringono: c’è la convinzione che il gruppo di acquisto possa essere una soluzione conveniente e, nell’aprile del 1962, nasce C.I.D.A
Cooperativa Imperiese Dettaglianti Alimentaristi. I soci fondatori
sono 20, Franco Benedetti viene eletto presidente, carica che reggerà fino al 1976, nonostante una pausa di circa tre anni da lui
voluta per tentare di coinvolgere qualcun altro in questa responsabilità.
Inizialmente Benedetti ed i suoi non si pongono il problema del magazzino: scopo della cooperativa è di fare i contratti con i fornitori - i quali riforniscono direttamente i soci presso i negozi - attivando forme di convenzione che prevedono il riconoscimento di una percentuale alla cooperativa.
Intanto a Bologna nasce il Consorzio Nazionale Dettaglianti: Benedetti
accorre come osservatore, ma inizialmente Bologna sembra lontana.
Soltanto nell’anno successivo C.I.D.A decide di aderire, e CONAD li accoglierà il 2 febbraio del 1964.
La prima sede della cooperativa viene aperta nel luglio del 1962: è un
ufficio di 50 mq, non c’è il magazzino, ma ci sono i prodotti a marchio,
forse i primi in assoluto: sono prodotti locali realizzati dai fornitori per i
punti vendita associati a C.I.D.A. Lo slogan o, per fare eco al termine di
quel tempo, la rèclam, gioca sullo scherzo di parole che si crea sul nome
C.I.D.A, “CI DA’ risparmio” e subito diventa chiara la doppia missione
della cooperativa:
E’ in questo contesto che, per rispondere all’avanzare della grande distribuzione, e in contrapposizione ad una richiesta dei grossisti che non lo convince, nell’ottobre del 1961,
,
operatore commerciale, propone un’idea alternativa: dare
vita anche in Liguria all’associazionismo tra dettaglianti
creando un gruppo di acquisto.
Ancora una volta sono i luoghi
di lavoro e di incontro quotidiano quelli nei quali si crea la storia: Benedetti esprime i suoi
dubbi ai colleghi nel Mercato
Ortofrutticolo di Imperia e si
reca a visitare una cooperativa di Casale Monferrato per
conoscerne il funzionamento,
armato di un registratore e
tanta curiosità.
Franco Benedetti
tutelare gli associati, tutelare i consu-
Sono dieci i negozianti
che prendono inizialmente
matori.
26
L’epopea del magazzino ligure
Nel 1963 inizia il lungo calvario del magazzino, elemento caratterizzante la storia del ramo ligure di Nordiconad, destinato ad avere, con la
struttura di Villanova d’Albenga, un sorprendente finale positivo.
Il 1° magazzino viene preso in affitto nell’agosto di quell’anno. Non esiste
ancora la consegna a domicilio, i soci si servono a cash; i pagamenti avvengono inizialmente in contanti, poi per mezzo di bonifico bancario ma, a
causa dei non rari ritardi, Benedetti si trova spesso a pagare di tasca propria.
Il problema sarà risolto nel 1966 quando verrà approvato un sistema di
autofinanziamento della cooperativa per mezzo del diritto di prelievo diretto sul conto corrente dei soci, ancora in vigore negli anni Novanta.
Intanto prosegue il proselitismo mattiniero all’interno del Mercato
Ortofrutticolo e nel 1963 i soci sono già 32: ma l’attività è ancora di carattere volontario e pesa quasi esclusivamente sulle spalle di Benedetti che,
come Chiesa a Bologna e Morè a Modena, si ritrova spesso a dover lasciare sola la moglie a gestire il negozio. Così, dopo una prima esperienza con
un magazziniere, si decide di assumere un vero e proprio responsabile:
siamo nel 1964 e
resterà in C.I.D.A per 25 anni.
Ma la concorrenza nel mercato dei negozianti è spietata e per recuperare la fedeltà dei soci alla cooperativa, impedendo la fuga degli acquisti
verso i grossisti, Benedetti escogita una delle prime forme di prestito da
Aprile ‘72: foto di gruppo nel 10° anniversario della fondazione di C.I.D.A.
soci: ad ogni fattura emessa, si trattiene al socio il 3% del valore fatturato
e lo si deposita su un libretto individuale custodito presso la cassaforte della
cooperativa. Dopo due anni, all’atto dell’esborso fiscale, il socio si vede
riconsegnare il risparmio, sufficiente sia a pagare il debito con il fisco che
ad avere qualcosa per sè. Questa prassi consente tra l’altro alla cooperazione tra dettaglianti ligure di educare i cittadini al rispetto delle leggi, alla
giustizia economica, e di combattere l’evasione fiscale. Oggi, a distanza di
quarant’anni, si parla di valore sociale dell’impresa e di bilancio sociale, ma
non si scopre nulla di nuovo su questo piano perché la cooperazione ha
sempre potuto contare su uomini che della socialità, dei valori di solidarietà,
e di quelli civili, hanno fatto il loro stile di vita.
Per la cronaca va detto che il meccanismo di autofinanziamento per mezzo
del prelievo in conto socio verrà col tempo perfezionato: nel 1968 si aboliranno i libretti bancari e tutto passerà sul conto della cooperativa mentre,
nel 1990, l’intera somma verrà portata a capitale sociale che passerà così
da 200 a 1.219 milioni di Lire.
Ma, in un contesto ostile come quello ligure, le minacce non mancano: l’invidia e la paura dei grossisti, di fronte al paradosso dell’associazionismo tra i dettaglianti, produce i suoi frutti e nel 1967 la delazione di uno di loro provoca
una verifica delle pubbliche autorità che dura 21 giorni, alla fine della quale il
giudizio sul verbale è il seguente: “La struttura della C.I.D.A è sana e ottima e
la tenuta della contabilità è regolare”. Negli anni successivi seguiranno altre
azioni di disturbo, ma il Giudice amministrativo assolverà la cooperativa.
Sul piano delle iniziative commerciali i dettaglianti associati a C.I.D.A trattano sempre più i prodotti a marchio CONAD: siamo nel 1968.
Roberto Balbis
Negozio ligure alla fine degli anni ‘70
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L’impegno in difesa dei consumatori
I punti vendita dei soci C.I.D.A sono sempre più caratterizzati dall’insegna CONAD, e l’uscita della Legge 426 favorisce, anche in Liguria, la riqualificazione della rete distributiva a partire inizialmente dalla ristrutturazione dei negozi. Cominciano a delinearsi a livello nazionale i problemi di
un’economia cresciuta negli anni Sessanta troppo in fretta, con successi
non consolidati: si alzano bruscamente gli indici inflazionistici e, con la
perdita del potere d’acquisto dei salari, crescono le tensioni sociali.
Nel 1971 C.I.D.A accetta l’invito delle Prefetture a calmierare i prezzi, e
i manifesti sui muri della città fanno conoscere la cooperativa a tutti.
Il Leoncino C.I.D.A. davanti al magazzino di Via Argine Sinistro
Imperativo categorico:
costruire il magazzino!
Gli anni Settanta
Gli anni Settanta prendono il via con l’apertura, in settembre, di un nuovo magazzino, in realtà già il terzo: situata in
via Argine Sinistro la struttura è di 600 mq, ma ha un grande
limite nell’altezza che è di soli tre metri.
Benchè molti soci continuino a preferire la forma del cash, il magazzino si trasforma sempre più in Centro di Distribuzione: sono i Sanremesi
che colgono l’importanza della consegna a domicilio, e tutti i giorni un
Leoncino percorre i trenta km che dividono Imperia
da Sanremo.
Nel 1972 si affitta anche il piano
superiore del magazzino di via Argine
Sinistro, ma ciò risulta ancora insufficiente
perchè la base sociale e il fatturato crescono
considerevolmente ed è necessario un atto di
coraggio: costruire il magazzino. Si comincia
a cercare il terreno, ma 10.000 mq in una
terra avara di spazi sono tanti, e il piano
regolatore della città limita notevolmente le
zone destinate al commercio e all’industria.
Un magazzino adeguato rimarrà per i soci di
C.I.D.A un desiderio per altri quindici anni.
Nel frattempo (1973) C.I.D.A si espande
anche a Est dove fissa i propri confini a
Borghetto S.Spirito, limite oltre il quale
un’altra cooperativa aderente a CONAD, la
Co.de.sa, reclama il rispetto del territorio. Le
consegne a domicilio si intensificano sempre di più.
Nello stesso anno C.I.D.A aderisce all’ANCD appena nata con lo scopo di
rappresentare - al mondo politico, sociale e sindacale - le cooperative
tra dettaglianti.
Il 1973 è anche l’anno della crisi petrolifera, della prima era delle domeniche a piedi, in bicicletta e sui pattini, necessarie per ragioni ben diverse da quelle attuali, ed è l’anno del blocco dei prezzi. C.I.D.A prosegue la
propria azione di solidarietà verso i consumatori: vende l’olio a prezzi più
Nel 1970 viene
eletto il primo direttore: è Franco
Benedetti, il cui stipendio consiste nel pagamento, da parte
della cooperativa, di un commesso che lo sostituisce nel suo negozio per consentire a lui di dedicarsi alla gestione e allo sviluppo di C.I.D.A, e alla sua famiglia di condurre l’attività del negozio con meno fatica. Non sfugge l’aspetto pionieristico di
questa prassi che proseguirà fino al 1992 quando Angelo Novella, assunto nel 1971
per seguire l’amministrazione, diventerà Direttore Generale di CONAD Liguria.
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Il “Villaggio” di Imperia
Gli anni Ottanta: l’Associazionismo alle
vendite e lo sviluppo della rete distributiva
bassi di quelli d’acquisto e proroga il blocco dei prezzi oltre il termine
dovuto. Si arriva a mettere in pratica un’operazione di trasparenza di
grande coraggio, pubblicando i prezzi di acquisto della cooperativa,
quelli della cooperativa al socio e quelli dei soci ai consumatori: una vera
e propria campagna pubblicitaria fa conoscere ai molti l’iniziativa, e il
pubblico apprezza l’associazionismo come alternativa democratica al
sistema distributivo.
Altre operazioni di questo tipo verranno ripetute nel 1974 e nel 1977
sempre in accordo con i rappresentanti pubblici e delle parti sociali.
All’inizio degli anni Ottanta appare a tutti evidente che il problema del
magazzino, trasformatosi ormai in un Centro di Distribuzione, rischia di bloccare lo sviluppo della cooperativa e l’attività dei soci: si chiede così aiuto
all’Amministrazione comunale di Imperia che si dimostra però incerta.
Si tenta di raggiungere l’obiettivo rivolgendosi ad un altro Comune e si
costituisce una società immobiliare per gestire l’operazione, che però non
va in porto. Si fanno ulteriori tentativi: la cooperativa ha le idee chiare, ma
il terreno non c’è e, se c’è, non ci sono le concessioni; impossibile trovare
strutture in affitto. Lo sviluppo di C.I.D.A è seriamente messo in discussione
e di fatto l’attività della cooperativa subisce un rallentamento.
Intanto si parla sempre di più di Associazionismo alle vendite per dare vita
Da gruppo di acquisto a gruppo alle vendite
Nel corso degli anni Settanta, coerentemente a quanto accade nelle
altre zone d’Italia sulla spinta dell’operato di CONAD Nazionale, anche
in Liguria si sviluppa la convinzione che la cooperativa debba occuparsi
non solo degli acquisti dei soci ma anche delle vendite, della qualificazione degli assortimenti e dell’offerta dei propri soci ai consumatori.
Sotto la direzione di Benedetti C.I.D.A evolve, poco a poco, verso una
struttura tipicamente imprenditoriale, distinguendo il ruolo sociale da
quello aziendale, dando sviluppo ad un’impresa di servizi ai soci, i quali
sono sempre più chiamati, e spinti, a concentrarsi sul proprio ruolo, che
è quello di vendere ed essere al
.
Benedetti coglie il rischio dell’ambiguità della propria posizione di direttore e presidente e, nel 1976, irrevocabilmente decide di non presentarsi più come consigliere. Lo sostituisce il compianto
che resterà alla guida di C.I.D.A prima, e CONAD Liguria poi, fino al 1991,
quando
erediterà la sua carica.
Intanto il magazzino cresce sempre più nello stesso posto dove inizialmente è
nato, affittando via via locali uno adiacente all’altro: nasce
e nel 1977, per la prima volta, le vendite a domicilio superano quelle a cash.
servizio dei consumatori
Carlo Oberto
Aldo Pisano
il Villaggio
20° Anniversario C.I.D.A.: Carlo Oberto (a sinistra) consegna una medaglia ricordo
a Franco Benedetti
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Il magazzino di Chiusanico:
il sogno realizzato
a moderne strutture come Supermercati e Superettes: il cambiamento di visione non è cosa da poco perché C.I.D.A era nata proprio per combattere queste
tipologie di vendita, in difesa dei piccoli dettaglianti, ma presto si giunge alla
consapevolezza che questa nuova fase altro non è che un’evoluzione dell’associazionismo stesso. Così in Liguria, come già accaduto in Emilia e come presto accadrà in Piemonte, i dettaglianti cominciano ad associarsi fra di loro,
oltre che con la cooperativa, non solo per avere più forza negli acquisti ma
anche nelle vendite, dando vita a nuove e moderne strutture, e contribuendo
in questo modo alla riqualificazione del territorio e della sua rete distributiva.
Anche i nuovi orientamenti dei consumatori, che chiedono sempre più prodotti freschi e deperibili, contribuiscono a spingere C.I.D.A in questa direzione, con
una crescita che continua nonostante la cooperativa sia stretta in senso longitudinale tra i Monti e il Mare, tra la Francia a Ovest e il rispetto degli accordi con Co.de.sa ad Est, e ancora manchi di un magazzino adeguato.
Sempre nel 1984 accade un fatto di per sé negativo, ma ricco di
potenzialità: la Co.de.sa viene posta in liquidazione e per C.I.D.A si apre
la possibilità di un vero ampio sviluppo.
Questa opportunità rende ancora più critico ed evidente il problema del
magazzino e si decide di dare definitivamente addio al sogno di rimanere ad Imperia. A Chiusanico è disponibile un terreno di 18.600 mq.: è il
1985 ma, tra nuove traversie ed opportunità, ci vorranno altri due anni
per vedere definitivamente realizzato il sogno.
Nel 1987, con il magazzino, si inaugura una nuova filosofia e metodologia di
gestione: nuovo stoccaggio, nuovi assortimenti, introduzione dell’automazione.
Risolto il problema, subito se ne apre un altro: quello di sostenere l’ammodernamento continuo della rete distributiva evitando di essere tagliati fuori. La distribuzione moderna si orienta sempre più verso il libero
servizio, ma i soci non hanno i soldi per mettersi insieme e aprire moderni punti vendita. Così nel 1985 nasce Alimperia - Alimentari Imperia S.r.l. come strumento finanziario per lo sviluppo della Rete, Giuseppe
Turci ne assume la presidenza; la sua costituzione contribuisce fortemente alla crescita di C.I.D.A in quanto Alimperia nasce con l’intento di
promuovere uno sviluppo veloce guidato da scelte rapide.
Proprio quest’ultima funzione rappresenta la vera novità strategica nel
mondo CONAD a quell’epoca, e i benefici si vedono presto. La prima operazione è l’apertura del punto vendita CONAD Upim di Albenga: una
scelta rischiosa per C.I.D.A in quanto il patrimonio netto della cooperativa è, in quel momento, pari all’investimento dell’operazione che vede
Loano Uno: il primo supermercato Conad
in Liguria
Nel 1984, il 1° aprile, si presenta la possibilità di aprire in Liguria, nel
paese di Loano, la prima forma di vendita associata: si tratta di un supermercato, e C.I.D.A si offre subito di garantire i futuri soci presso la banca per
il credito necessario ad avviare la società e concede una dilazione straordinaria al pagamento delle merci.
, presidente della
società di gestione del Loano I, è il promotore dell’iniziativa.
Nonostante la grande vitalità di C.I.D.A e dei suoi soci, il ritardo con cui in
Liguria nasce il primo supermercato rispetto alle esperienze dell’Emilia,
mostra con evidenza le difficoltà contestuali in cui il ramo ligure dell’associazionismo tra dettaglianti era costretto a muoversi.
Paolo Boella
Le fondamenta del magazzino di Chiusanico (IM)
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l’impegno dell’ azienda e dei soci di minoranza: una situazione nella
quale si rivela determinante la presenza, alla guida del punto vendita, di
Giorgio Rocca, attuale direttore dell’Area Liguria. Il punto vendita però
decolla prima del previsto e tutto questo tranquillizza Franco Benedetti
che, forse per troppa prudenza, avrebbe preferito non fare l’operazione.
Da questa impresa inizia l’accelerazione dello sviluppo di CONAD in
Liguria su dimensioni più importanti e rispondenti al mercato che sta
velocemente evolvendosi.
Nel 1988 l’introduzione della Certificazione di bilancio rassicura i soci
sugli investimenti relativi al magazzino e allo sviluppo della rete.
Intanto, nella seconda parte degli anni Ottanta, C.I.D.A partecipa alla
segmentazione di canale operata da CONAD Nazionale (Margherita,
CONAD e Pianeta) scegliendo per vocazione, storia e caratteristiche proprie, di sostenere una politica di canale che premia le prime due: il piccolo negozio e il supermercato integrato.
“Eravamo nati – dice Franco Benedetti - per darci un futuro, ma anche per
difendere ed essere al servizio dei consumatori, eravamo nati in contrapposizione a quella grande distribuzione di cui oggi siamo protagonisti, perché il
consumatore ci ha portato a farlo.
La cooperazione intesa come coinvolgimento reciproco in un’unica verità ha
radici lontane, fa parte del profondo dell’uomo, “animale sociale” come dicevano gli antichi. Per questo
e ti prende profondamente.
E’ la tua sicurezza, la tua base di sviluppo. E’ la singola persona che sente il
bisogno di conseguire un determinato scopo, ma ad un certo momento essa
si convince che il coinvolgimento e la partecipazione degli altri ne facilita e
ne permette la realizzazione… per questo si cerca di trasferire agli altri le
proprie idee con semplicità e serietà, per realizzare un obiettivo comune, e la
fede nel comune obiettivo fa emergere
. Con l’entusiasmo ho fatto capire ai
miei colleghi, nel 1962, che la cooperazione portava con sé il miglioramento
del nostro lavoro e l’acquisizione di imprenditorialità.
I grossisti cercavano di avvelenare il nostro spirito cooperativo, di dividerci,
facendo leva sull’interesse dei singoli. Cercavano di prenderci uno alla volta
offrendoci prezzi più bassi: la nostra forza è stata quella di controbattere
chiedendo che la medesima offerta vantaggiosa fosse fatta alla cooperativa.
E l’offerta puntualmente si dissolveva.
I valori cooperativi rafforzavano il nostro interno e, contemporaneamente, si
trasformavano in vantaggi per i consumatori, e da questi al socio sottoforma
di fiducia che poi si è chiamata fidelizzazione, un fatto importante in un
mondo distributivo fortemente competitivo.”
Da C.i.d.a a Conad Liguria
ti appassiona
Nel 1989 anche la cooperativa di Genova CO.DE.GE, aderente a CONAD,
cessa l’attività e C.I.D.A assicura, ai 130 soci di questa, l’approvvigionamento delle merci. La cooperativa assume così una dimensione regionale e trasforma il proprio nome in CONAD Liguria; ma nel 1991 si superano i confini liguri, assorbendo l’attività della cooperativa cuneese
D.A.D.A, scegliendo tra i soci solo quelli che sono in grado di seguire le
politiche di canale, di marketing e commerciali dettate da CONAD
Nazionale, le cui indicazioni CONAD Liguria segue con convinzione.
l’elemento vincente della
cooperazione: l’entusiasmo
L’incontro con il Piemonte
All’inizio degli anni Novanta CONAD Liguria capisce l’importanza di
stringere alleanze con altre cooperative piemontesi ed in particolare con
DA.CO.VA: si fanno assortimenti comuni, comuni piani organizzativi, si
discute insieme dei problemi e delle opportunità derivanti dallo sviluppo
dell’informatizzazione, e si gettano le basi di un rapporto che, tra alterne vicende, porterà alla nascita di Nordiconad.
Gli ultimi anni Ottanta e i primi anni Novanta sono quelli che CONAD Liguria
dedica allo sviluppo e ammodernamento dei servizi ai soci, con i piani di formazione, mentre cresce l’influenza della politica di canale con una sempre
maggiore specializzazione delle vendite e dei servizi della cooperativa.
Franco Benedetti
Angelo
Con questo testamento spirituale
, fondatore
di C.I.D.A, lascia la direzione della cooperativa nelle mani di
che eredita, unitamente a tutti i soci, un indiscusso patrimonio di valori e di fatti. Inizia così il cammino che porterà allo sviluppo ulteriore di CONAD Liguria e alla nascita di Nordiconad.
Novella
E avviene anche un cambio generazionale fra i
dirigenti e fra i soci
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Gli anni Novanta: il trentennale
e il Piano Strategico
Per gestire il grande cambiamento indotto dal passaggio intergenerazionale, tra dicembre 1991 e i primi due mesi del 1992, CONAD Liguria si impegna nella stesura di un Piano Strategico: si prende in considerazione lo sviluppo del sistema distributivo in atto e soprattutto si evidenziano le strade
che la cooperativa sta per intraprendere e le sue potenzialità di sviluppo.
“Avevamo molti soci – dice Angelo Novella - ma la maggior parte era di tipo
tradizionale: il canale Margherita era appena nato e si trattava di riposizionare i punti vendita secondo una politica che si delineava sempre più nel
sistema CONAD, a livello nazionale.”
Obiettivo prioritario di CONAD Liguria è quello di leggere, e stare vicino, ai
bisogni dei consumatori, per sfruttare le nicchie caratteristiche del territorio
ligure, che si contrappone morfologicamente alle necessità commerciali.
Il Consiglio di Amministrazione decide allora di allentare lo sviluppo nelle zone
di Imperia e Savona, in considerazione del fatto che la quota di mercato, già
dell’8%, satura la presenza della cooperativa e di allargarsi sui territori di Genova,
Cuneo e Alessandria, anche se quest’ultima si rivelerà una scelta sbagliata.
Per raggiungere gli obiettivi del Piano Strategico CONAD Liguria intende
creare una Tesoreria di sistema tra Piemonte, Lombardia e Liguria ma, dopo
tanto tempo dedicato, il progetto non viene portato a termine e, dice
Novella, “qualcuno sostiene che sia stata colpa mia, ma non ho ancora capito a tutt’oggi cosa non andasse bene!”
30° Anniversario di CONAD Liguria: il presidente Aldo Pisano porge un riconoscimento a Franco Benedetti
Al centro del Piano Strategico c’era un obiettivo piuttosto ambizioso che
prevedeva di investire sulla rete 15 miliardi di lire in tre anni, e realizzare circa 6.000 metri quadri di moderna rete distributiva. “Volevamo
aumentare il reddito operativo – racconta Novella - e rafforzare ulteriormente il potere contrattuale con i fornitori, che già avevamo consolidato
anche grazie alle politiche unitarie avviate con Piemonte e Lombardia.”
Il Piano Strategico di CONAD Liguria prevedeva lo sviluppo della rete per
mezzo di Alimperia, sempre con operazioni che vedevano la cooperativa
reggere la maggioranza delle società, con l’obiettivo di presentare ai fornitori i punti vendita in termini di omogeneità: durante la trattativa era
infatti possibile mettere contemporaneamente sul piatto 15/16 punti
vendita e garantire al fornitore l’ingresso dei suoi prodotti in tutti i
negozi, purchè venisse a patti sulle condizioni di acquisto.
Il piano prevedeva già qualcosa di simile a Carta Insieme, ma allora c’era
in CONAD una grande discussione tra chi la vedeva essenzialmente
come carta di credito, cioè come strumento di acquisto, e chi invece
come sviluppo delle vendite, cioè come strumento di marketing: in
Liguria si propendeva per questa seconda ipotesi, senza escludere
comunque la prima.
Nel 1995 CONAD Liguria aveva praticamente realizzato tutti gli obiettivi del Piano Strategico e già un nuovo piano era pronto con nuovi obiettivi per il biennio 96/97: a questo punto però si era già presentato il problema del Piemonte e l’ipotesi di accordo che avrebbe portato alla nascita di Nordiconad.
30° Anniversario di CONAD Liguria. La stretta di mano tra Franco Benedetti e Angelo
Novella che sancisce il passaggio della direzione della cooperativa
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La festa del trentennale. Tutti in partenza per la Corsica... ma finiranno a Monte Carlo
L’incontro con l’Emilia
Tra la fine del 1993 e l’inizio del 1994 i problemi di DA.CO.VA si erano
infatti aggravati e CONAD Liguria, in base ai rapporti che si erano precedentemente instaurati, e in considerazione dei bisogni di quella cooperativa, decide di fornire merce, per un valore di circa sei miliardi di lire,
al magazzino di Cossato perché possa fornire i soci. Quello infatti della
mancanza dei prodotti nei punti vendita del Piemonte era un problema
drammatico che creava una spaccatura fortissima tra i soci e i loro consumatori i quali, in assenza delle merci, si rivolgevano ad altri punti vendita con perdita di quote e danni enormi di immagine per la rete CONAD.
L’aiuto che portò la Liguria in questo frangente fu quindi determinante
per i soci di DA.CO.VA.
Quando il partner di DA.CO.VA, dopo le vicende che presto narreremo,
diventa l’Emilia, CONAD Liguria entra nella società piemontese M.I.R.
proprietaria dei punti vendita diretti, con una partecipazione paritaria a
quella di CONAD Nordest e di DA.CO.VA stessa e lì, dove “avevano messo
insieme dei soldi”, i dirigenti delle tre cooperative cominciano a conoscersi meglio.
La Liguria propone di subentrare nel territorio piemontese, ma qualcuno
interviene per lanciare la proposta di trarre un vantaggio da questo problema mettendosi tutti insieme, facendo una sola grande cooperativa tra
le tre aree: è Francesco Camangi, il quale – racconta Novella - “mi prese
da parte e mi disse: ma cosa fai? il conquistatore?! e con una parola,
Gli uffici di Chiusanico (IM)
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strategiche che presto dovrà presentare al suo Consiglio di
Amministrazione.
“La prima volta ci siamo trovati Francesco Camangi, Aureliano Luppi
ed io per parlare del problema che si era creato in Piemonte, feci
notare che CONAD Liguria aveva già da tempo accordi con
DA.CO.VA. e soprattutto stava fornendo loro la merce: ero prudente
perché le controversie all’interno del sistema erano forti e, se si fossero creati problemi seri, con un credito in merce del valore di L.6
miliardi e solo L.4,7 miliardi di patrimonio netto alle spalle, insieme
al Piemonte avrebbe corso seri rischi anche la Liguria.”
Ma c’era anche qualcos’altro che rendeva CONAD Liguria particolarmente sensibile nei confronti del Piemonte: il fatto che il presidente
, eletto a Santa Margherita Ligure nel 1991, fosse
mezzo piemontese. Ai motivi solidaristici e di opportunità di sviluppo,
Pisano associava anche quelli affettivi in una somma di intenzioni che
poi si sono rivelate feconde di risultati.
Si arriva così al momento nel quale le tre storie che stiamo raccontando
si intrecciano al punto tale da diventare una sola e si avvia concretamente il processo che darà vita a Nordiconad.
come sempre poi, mi ha ammazzato!.”
In realtà Camangi sta lavorando da sempre attorno all’idea di una grande cooperativa tra dettaglianti, dopo aver dedicato anni, come ormai sappiamo, a
convincere i gruppi dirigenti di varie cooperative a fondersi l’una con l’altra.
Novella racconta “Avevo conosciuto Francesco Camangi, due anni
prima di questo episodio, nel 1992 durante la festa del 30° anniversario di CONAD Liguria, sulla nave: un episodio peraltro che vale la pena
di ricordare perché rende l’idea dello spirito di Franco Benedetti il
quale, quel giorno, ci fece imbarcare tutti con la convinzione che
saremmo andati in Corsica…e invece poi ci portò a Montecarlo!”
Novella ha modo di approfondire la conoscenza dell’associazionismo
emiliano e di Francesco Camangi quando viene eletto consigliere del
CONAD Nazionale, luogo nel quale, dice, “cominciai a conoscere
Camangi da vicino: si arrabbiava molto e io lo osservavo per cercare di
capire se si arrabbiava giustamente o no!”. Dopo i primi anni del suo
ingresso in C.I.D.A, dedicati su volere di Benedetti a viaggiare e conoscere il sistema CONAD, Angelo Novella era sostanzialmente sempre
rimasto in Liguria: l’osservazione delle persone e di importanti realtà
del mondo CONAD diventa per lui indispensabile alla luce delle scelte
Aldo Pisano
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