INDICE
Presentazione del Vescovo.
pag. 3
Introduzione
pag. 5
Cap. 1 Il mistero liturgico della Quaresima
pag. 8
Cap. 3 La Messa Crismale
pag. 18
Cap. 2 Le domeniche di Quaresima (anno B)
pag. 11
Cap. 4 Celebrazione comunitaria della Penitenza
pag. 20
Cap. 6 Proposta di Ritiro
pag. 36
Cap. 5 La proposta educativa e pastorale del RICA
Cap. 7 Microrealizzazioni
pag. 28
pag. 41
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PRESENTAZIONE DEL VESCOVO
“Immersi nell’amore di Dio”: i catecumeni, che nel tempo che
precedeva la solenne Veglia di Pasqua si preparavano intensamente
a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, non conoscevano
esattamente quello che sarebbero stati chiamati a fare nel corso
della Veglia, ma avevano certamente chiaro che l’immersione
nell’acqua del Battesimo era un’immersione nell’amore di Dio. Quel
bagno li avrebbe generati a vita nuova e avrebbe comunicato in
modo assolutamente nuovo l’amore di Dio dal quale ogni essere
umano è investito.
Il tempo liturgico della Quaresima nasce proprio dalla
preparazione immediata, intensa ed esigente ai sacramenti del
Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia che, nella “madre di tutte
le veglie”, venivano amministrati. E’ un tempo in cui la comunità
cristiana si stringe intorno a coloro che stanno per inserirsi in essa,
li circonda con l’affetto e la preghiera e vive con trepidazione il loro
nascere alla vita nuova, come una madre che sta per dare alla luce
un figlio. Ecco perché la Quaresima è così importante: non è
anzitutto un tempo in cui ci si cimenta in qualche “fioretto”, quasi in
una sfida spiritual/volontaristica con se stessi, ma il tempo della
preparazione e della riscoperta dell’essere abbracciati dall’amore di
Dio. Le tre dimensioni della Quaresima, la preghiera, il digiuno e la
carità sono di aiuto a tale preparazione e riscoperta.
Il tempo di Quaresima è quindi strettamente correlato alla
Pasqua e al diventare cristiani. Se questo è vero in particolare
nell’anno liturgico A (nel quale le pericopi evangeliche scandiscono
il tempo di preparazione al Battesimo), lo è anche negli altri due
anni B e C. Anche il tema dell’alleanza, che segna il periodo
quaresimale di questo anno B, è un tema tipicamente battesimale.
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In questo anno in cui come diocesi di Rimini siamo invitati a
riscoprire la bellezza del Battesimo, il cammino quaresimale è un
percorso di santità sia a livello personale che comunitario.
Il sussidio che l’Ufficio Pastorale Diocesano ha predisposto
vuole essere di aiuto al cammino che le comunità parrocchiali sono
chiamate a fare in questo periodo quaresimale. Lo stesso titolo
“Convertiti e credi al Vangelo”, che riprende l’invito/comando che ci
viene fatto mentre si pone la cenere sul nostro capo, richiama la
conversione a cui come Chiesa siamo sempre chiamati e che la
Quaresima ci ricorda. E’ appunto un sussidio, un aiuto semplice e
senza pretese, ma può essere prezioso con i suoi spunti, le sue
proposte e i suoi suggerimenti. Per questo lo consegno e lo
raccomando. Il Signore doni a tutti la gioia di un vero cammino
quaresimale per riscoprire quanto è grande l’Amore nel quale
siamo immersi dal giorno del nostro Battesimo.
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INTRODUZIONE
1. Com’è tradizione nella nostra diocesi di Rimini viene pubblicato un
semplice sussidio liturgico/pastorale per il tempo di Quaresima
ormai alle porte. A differenza degli anni precedenti, appunto,
questo è un sussidio per il solo tempo di Quaresima e non per il
tempo quaresimale e pasquale: il sussidio per il tempo di Pasqua
verrà consegnato nella Settimana Santa. La scelta è motivata
dall’importanza particolare che in questo anno pastorale si annette
al Tempo Pasquale proprio in vista dell’evento della grande Veglia
diocesana di Pentecoste e, quindi, della opportunità di pensare ad
un sussidio ad hoc che possa servire a preparare quell’evento.
2. Nell’anno dedicato al Battesimo il periodo quaresimale è un
richiamo per tutta la Chiesa e per ciascuno a convertirsi al Vangelo
per vivere “da cristiani”, coerentemente al Battesimo ricevuto. Si
tratta della terza tappa di questo itinerario pastorale che si snoda
proprio avendo il Battesimo come punto di riferimento. Il titolo del
presente sussidio “Convertiti e credi al Vangelo”, in esplicito
collegamento col segno dell’imposizione delle ceneri, richiama il
tema fondamentale della Quaresima e, insieme, il suo nascere come
tempo di preparazione al Battesimo.
3. Il cammino intenso sul piano dell’ ascolto della Parola, liturgico e
caritativo che i catecumeni compiono in tutto il mondo e da sempre
in questo tempo ultimo di preparazione ai sacramenti
dell’Iniziazione Cristiana (proprio da questo è nata storicamente la
Quaresima) è un richiamo per tutti i cristiani a riscoprire il
Battesimo e a viverne gli impegni, nella consapevolezza del proprio
peccato e del bisogno della Riconciliazione con Dio. E’ un cammino
di continua conversione che noi cristiani siamo chiamati a
compiere. Ma cosa significa vivere secondo il Vangelo? Cosa
significa concretamente che non “c’è una vita più umana di quella
cristiana” perché, attraverso il Battesimo, siamo immersi nell’amore
di Dio? Nell’omelia di San Gaudenzo il Vescovo, tenendo sullo
sfondo un passo della famosa “Lettera a Diogneto”, indicava sette
aspetti o dimensioni dell’esistenza che possono assumere estrema
concretezza e dai quali i cristiani si possono riconoscere: il
quotidiano, il lavoro, il denaro, gli affetti, la fragilità, la festa e la
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cittadinanza. Si tratta di sette dimensioni che potrebbero diventare
il filo conduttore per un cammino di conversione delle nostre
comunità in questo tempo. Gli strumenti possono essere tanti: la
Via Crucis al venerdì, una celebrazione penitenziale (una proposta
in tal senso è presente nel sussidio), alcuni momenti di catechesi
nei gruppi ecc. E’ necessario che si attinga alla sapienza pastorale e
alla “fantasia dell’amore” per dare corpo concreto al cammino: ma
questo può essere fatto solo nelle singole situazioni.
4. Come gli “addetti al lavoro” sanno, l’anno liturgico che stiamo
vivendo è l’anno B, che è imperniato sul vangelo di Marco e che
sottolinea il tema dell’alleanza. Tale tema, come si intuisce, è
tipicamente battesimale perché proprio attraverso il Battesimo
Cristo fa alleanza con noi e ci inserisce per questo nel suo Corpo, la
Chiesa, “nuovo popolo dell’alleanza”. Come si sa, nel cammino
quaresimale è possibile scegliere (ovviamente nel contesto
generale dell’anno liturgico) sia l’itinerario B o C, sia mantenere
l’itinerario A, dal momento che esso in modo esplicito richiama il
tempo di preparazione al Battesimo e che proprio in tal senso è
scandito. La scelta dell’anno A è necessaria quando ci sono
catecumeni adulti che riceveranno a Pasqua i sacramenti
dell’iniziazione cristiana. In considerazione di ciò, in questa
Quaresima potrebbero essere adattati gli scrutini e gli “esorcismi”
della terza, quarta e quinta domenica dell’anno A, che richiamano i
temi battesimali dell’acqua, della luce e della vita. Si tratta di
preghiere per i catecumeni, che però sono un richiamo a tutta la
comunità a vivere da risorti. Potrebbero essere incluse, con
opportuni adattamenti, nella preghiera dei fedeli anche per gli
operatori pastorali.
5. Il sussidio intende essere un semplice aiuto alle comunità cristiane
della nostra Diocesi per preparare e vivere questo tempo di grazia.
E’ articolato nelle seguenti sezioni:
- Una scheda generale di carattere liturgico sul significato della
Quaresima, rivolta in particolare agli operatori pastorali. (cap.
1)
- Un capitolo che presenta le tematiche del tempo quaresimale B
con l’articolazione delle singole domeniche e con proposte per
la preghiera dei fedeli. (cap. 2)
6
-
Una breve riflessione sulla Messa crismale e sul suo significato,
con l’intento che essa venga partecipata sempre più non solo
dai sacerdoti, ma anche da tanti fedeli. (cap. 3)
- Una scheda con una proposta di celebrazione del sacramento
della Riconciliazione avendo come oggetto per l’esame di
coscienza le “conversioni” suggerite dal Vescovo. (cap. 4)
- Una riflessione ampia e articolata (già presentata alla Scuola
diocesana per operatori pastorali) sulla Proposta educativa e
pastorale presente nel Rica. Si tratta di una scheda adatta per un
momento di catechesi, in particolare rivolto agli operatori
pastorali. (cap. 5)
- La traccia per un ritiro spirituale nel tempo di Quaresima. (cap.
6)
- La proposta di microrealizzazioni attraverso le quali si può
concretizzare la dimensione quaresimale della carità. Alcune
sono già state proposte per il tempo di Avvento e vengono qui
ripetute; altre sono nuove. (cap. 7)
6. A parte la breve riflessione sulla Messa crismale, come si può
vedere, resta piuttosto in ombra la Settimana Santa. In realtà, la
ricchezza della liturgia soprattutto del Triduo Pasquale rende
superfluo ogni sussidio. A tutti noi l’impegno perché questi
momenti, cuore dell’anno liturgico e fonte stessa della vita
cristiana, siano celebrati con la cura che ad essi si addice. Anche e
soprattutto per il triduo pasquale valgono le suggestive parole
della nota CEI Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, n. 49:
“Serve una liturgia insieme seria, semplice e bella, che sia veicolo
del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di
narrare la perenne alleanza di Dio con gli uomini.”
Don Tarcisio Giungi
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Cap. 1
IL MISTERO LITURGICO DELLA QUARESIMA
La quaresima è l’itinerario attraverso il quale la chiesa tutta si prepara a
vivere, sotto l’azione dello Spirito, il mistero della Pasqua di Cristo. Cuore
di tutto l’anno è il triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto.
Si invitano tutte le comunità a preparare il gruppo liturgico e, quindi, i
fedeli a cogliere il significato profondo dei riti e dei gesti del triduo
pasquale. Si consiglia nuovamente di rileggere il testo sulla preparazione
e celebrazione delle feste pasquali, redatto dalla Congregazione del Culto
Divino. Il testo è stato distribuito a suo tempo ai ministri e comunque
facilmente rintracciabile in internet.
Per primo Israele, chiamato da Dio, intraprese un cammino di
liberazione sotto la guida di Mosè andò nel deserto per ascoltare la
voce di Dio (Ger 7,23) e imparare a vivere della parola: « Mosè digiunò
quaranta giorni e quaranta notti quando ricevette la legge... gli bastava
la parola di Dio e la luce dello Spirito che in lui discendeva » (prefazio
ambrosiano).
Cristo continua e porta a compimento il cammino di Mosè nel deserto e
diviene guida e liberatore di tutti. Col suo digiuno egli manifesta la sua
libertà e la sua signoria sulle cose, il suo saper vivere di un altro « pane
», di « ogni parola che esce dalla bocca di Dio » (Mt 4,14): suo cibo è
fare la volontà del Padre. A differenza del primo uomo, che non ha
accettato il progetto di Dio sull'uomo ed è divenuto schiavo, il nuovo
Adamo, Cristo, accoglie la volontà di Dio, che lo rende signore di tutto e
di tutti: anche gli angeli lo serviranno (Mt 4,11).
La Chiesa celebra questi misteri dell'esodo e del digiuno di Cristo nella
Quaresima, tempo del suo rinnovamento. Li vive con i catecumeni che
si preparano ai sacramenti della iniziazione cristiana, al nuovo stile di
vita secondo il vangelo. Nella Quaresima, con celebrazioni successive
(elezione, scrutini, consegne del Simbolo e della preghiera del Signore)
essi attuano il tempo della purificazione e della illuminazione che li
porta ai sacramenti pasquali (itinerario battesimale).
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La Chiesa vive il tempo del rinnovamento come purificazione dal
peccato con tutti i penitenti che dopo il battesimo sentono di dover
essere riconciliati con Dio e con gli uomini. A conclusione della
Quaresima, secondo l'antica tradizione, celebrerà la riconciliazione con
la partecipazione di tutti i « santi » (itinerario penitenziale).
La Chiesa celebra con tutti la Quaresima, ricercando un rinnovamento
sempre più profondo, guardando a Cristo, al suo amore appassionato
per il Padre e per gli uomini, vivendo il suo mistero di « seme » che,
deposto nella terra, muore e porta molto frutto (itinerario pasquale).
LE PRATICHE QUARESIMALI
Il digiuno ha certamente una dimensione fisica; oltre l'astinenza dal
cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di
alcuni divertimenti... Tutto questo però non è ancora la realtà del
digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che
deve rivelare un contenuto salvifico; è il sacramento del santo digiuno.
Il digiuno rituale della Quaresima:
— è segno del nostro vivere della parola di Dio. Non digiuna veramente
chi non sa nutrirsi della parola di Dio. « Tu non ci nutrì soltanto di cibo
terreno — canta la liturgia ambrosiana — ma di ogni tua santa parola
», sull'esempio di Cristo il quale « più che il nutrimento, bramò la
santità dei cuori; suo cibo è la liberazione dei popoli, suo cibo è fare la
volontà del Padre»;
— è segno della nostra volontà di espiazione: « Non digiuniamo per la
Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, perché stiamo per
accedere ai misteri» (S. Giovanni Crisostomo);
— è segno della nostra astinenza dal peccato: « II digiuno veramente
grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l'astinenza dalle iniquità
e dai piaceri illeciti del mondo; questo è il digiuno perfetto... È, dunque,
quando in questo mondo viviamo retta-mente, quando ci asteniamo
dalle iniquità e dai piaceri illeciti, che osserviamo in certo modo i
quaranta giorni del digiuno » (S. Agostino).
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L'elemosina è frutto del digiuno e delle privazioni ad esso connesse.
Non è però soltanto un ripiego che cerca di far sopravvivere situazioni
di ingiustizia. Oggi probabilmente l'elemosina cristiana si associa
all'impegno per la giustizia e la ristrutturazione dei sistemi sociali.
L'elemosina così intesa inserisce il cristiano nello sforzo che si va
facendo per un nuovo ordine sociale.
Anche la preghiera trae origine da quel digiuno che fa vivere l'uomo
della parola di Dio; essa infatti può nascere solo dall'assiduo ascolto
della parola di Dio, fatta soprattutto in comune. Nel tempo della
Quaresima il singolo, le famiglie, le comunità cristiane si raccolgono più
frequentemente attorno alla Scrittura, trovano nuovi spazi di ascolto
(perché non far tacere anche la televisione qualche sera?), rispondono
al Dio dell'alleanza con il loro « Amen » corale.
Celebrare l'Eucaristia nel tempo quaresimale significa:
— ripercorrere con Israele e con Gesù (sotto la sua guida, la predicazione) il cammino del deserto, l'itinerario della prova e della fede;
— imparare a vivere quotidianamente del pane del deserto, di quella
parola che è Cristo stesso;
— impegnarsi nella purificazione di se stessi, nell'accettazione del dono
del sangue di Cristo e nell'« ascesi » quaresimale;
— assumere più decisamente l'obbedienza filiale al Padre, e il dono di sé
ai fratelli, che costituiscono il sacrificio spirituale.
Così, rinnovando gli impegni del nostro Battesimo nella notte pasquale,
potremo « fare il passaggio » alla vita nuova di Gesù - Signore
risuscitato, per la gloria del Padre, nell'unità dello Spirito.
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CAP. 2
LE DOMENICHE DI QUARESIMA
anno B
Introduzione
Se l’itinerario liturgico scandito dall’anno A è rivolto al catecumeno e
conduce alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana
nella Veglia pasquale, quello dell’anno B è invece rivolto al battezzato
perché avverta il bisogno e il desiderio di ritrovare, nella verità e nella
novità, il suo rapporto di cristiano con il Signore Gesù, la sua identità di
figlio nel Figlio insieme a tutta la comunità dei salvati.
Si tratta di un “ritorno”, di una conversione, per convergere nel Signore
che, attraverso la sua Croce, morte e risurrezione, dona luce e
fecondità all’esistenza del credente e di ogni uomo. E’ il rinnovarsi della
“nuova ed eterna Alleanza” nel sangue di Gesù
La Pasqua non è, quindi, soltanto la meta di questo cammino (Anno A),
ma è soprattutto la dinamica centrale della vita e della celebrazione
della Chiesa. Proprio attraverso questa celebrazione ogni domenica è
Pasqua della settimana.
Come è noto, la liturgia della Parola offre una serie di testi che
costituiscono un itinerario, con tematiche differenti [anno A-B-C], ma
sempre orientato al mistero del Signore Gesù che viene celebrato nella
comunità pasquale.
Come sempre nei tempi “forti” [Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua] il
punto focale è il RACCONTO EVANGELICO a cui fa da “contrappunto
tematico” la PRIMA LETTURA (in questo caso dell’A.T.); la seconda lettura,
dalle LETTERE APOSTOLICHE, commenta a volte l’uno e a volte l’altra.
Ogni domenica sviluppa così una tematica nella triplice dimensione
Gesù-Israele-Comunità che costituisce una catechesi di alto livello: la
storia dell’Alleanza tra Dio e il popolo (I Lettura) e lo sviluppo della vita
battesimale come esistenza filiale (II Lettura e Vangelo).
Nello stesso tempo il tipico ritmo quaresimale, che vede un binomio
(domeniche 1-2) e un trinomio (domeniche 3-4-5), attraverso la
sequenza dei testi dell’A.T., degli Apostoli e degli Evangelisti sviluppa
queste due tematiche: il dono della figliolanza ci impegna in una
responsabilità che spesso conosce la lotta per la fedeltà (racconto delle
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tentazioni, 1^ domenica) e nello stesso tempo la conferma amorevole
del Padre nel Figlio amato (la Trasfigurazione, 2^ domenica); siamo
figli nel Figlio, siamo il nuovo e vero Tempio che ha il suo centro, il suo
punto di convergenza e di incontro proprio nel Figlio che ci attira a sé
dall’alto della Croce come chicco di grano che caduto in terra muore e
produce molto frutto (3^, 4^ e 5^ domenica).
I temi delle domeniche di Quaresima (anno B)
Le pericopi evangeliche delle domeniche di Quaresima sviluppano
questo annuncio che viene talvolta ripreso e approfondito da alcune
delle letture apostoliche.
La prima lettura, sempre tratta dall’A.T., traccia la “storia della
salvezza” nelle diverse tappe dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo,
presentando anche momenti e figure attraverso i quali Dio si è
manifestato come amore misericordioso.
Strettamente collegate ai temi delle singole domeniche, vengono
proposte alcune intenzioni per la Preghiera universale o dei fedeli. Tali
intenzioni vanno adattate alle singole situazioni e vanno completate:
mancano le intenzioni che riguardano la vita concreta delle comunità e,
talvolta, quelle per il mondo e la Chiesa universale.
1^ domenica
26 febbraio
Mc 1, 12-15 Le tentazioni di Gesù
Gesù, manifestato dal Padre nello Spirito come Figlio,
lotta per essere fedele a questa sua identità filiale.
Gen 9, 8-15 Il diluvio e l’Alleanza
Alle radici dell’umanità e della sua storia c’è sempre
l’amore fedele di Dio che supera ogni infedeltà ed è fonte
di vita nuova.
1Pt 3, 18-22
Introduzione del sacerdote
Con la semplicità dei figli e l’umiltà de peccatori rivolgiamo a Dio la
nostra preghiera…
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1. Signore Gesù, in questo tempo di Quaresima noi camminiamo con
Te verso la Pasqua; donaci l’obbedienza della fede per seguirti lungo la
strada indicata dalla Chiesa,
2. Signore Gesù, che hai vinto Satana e le sue tentazioni, rendici
vigilanti nelle tentazioni del cuore, della mente, delle azioni. Donaci la
grazia di vincere il male con la preghiera, i sacramenti, le opere buone,
3. Noi siamo tuo popolo, Signore. Rendici uniti nel professare la fede
della Chiesa, nell’operare la carità, nel testimoniare la speranza di una
vita nuova.

Mercoledì 22, ore 20.30: celebrazione penitenziale in cattedrale
presieduta dal Vescovo (vic. urbano)
Mc 9, 2-9
2^ domenica
4 marzo
La trasfigurazione
Il Padre dona a Gesù una nuova conferma di questa sua
identità: il Figlio “amato”, che è la gloria di Dio.
Rm 8, 31-34
Gen 22, 1…18 Abramo sacrifica Isacco
La benedizione di Dio ad Abramo con una discendenza si
manifesta nel paradosso della prova di fede.
Rm 8, 31-34
Introduzione del celebrante
Signore Gesù, mentre siamo con te sull’alto monte, ti affidiamo la
nostra comune preghiera…
1. Signore Gesù, trasfigurato sul monte, donaci di sperimentare la tua
presenza che trasfigura e salva ogni condizione e ogni situazione
della vita,
2. Preghiamo per il Papa Benedetto: la sua parola e la sua
testimonianza conducano la Chiesa e il mondo a riconoscere la
verità e l’amore di Dio; per i vescovi, maestri e testimoni della fede;
3. Signore, tu solo puoi cambiare il cuore degli uomini e condurli a
riconoscere la verità e a operare il bene; te lo chiediamo per i meriti
della tua passione e morte.
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4. Ti preghiamo o Signore per gli educatori delle nuove generazioni
che vengono introdotte nella vita della Chiesa attraverso i
sacramenti; sostieni tutti con il tuo Santo Spirito.



Domenica 4: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo
(zona nord)
Lunedì 5 marzo, ore 21 in S. Agostino: 1^ incontro itinerario
quaresimale (prof. Bruna Costacurta)
Sabato 10: la luce nella notte.
3^ domenica
11 marzo
Gv 2, 13-25 Il vero e nuovo Tempio
Non si tratta più di un “luogo”, ma di un rapporto nuovo
con Dio e con Gesù che l’uomo ritrova di là di ogni
sconfitta.
1Cor 1, 22-25
Es 20. 1-17 La Legge data a Mosè
La liberazione dall’Egitto culmina nel Patto del Sinai di
cui la Legge è il vincolo: Dio che ci ha salvati è il nostro
Dio.
Introduzione del celebrante
In questo tempio santo dove tu ci raduni, si innalza la nostra comune
preghiera …
1. Signore Gesù, che ci hai donato questa casa di preghiera, donaci
ritrovarci qui ogni domenica per celebrare la memoria della tua
morte e risurrezione
2. O Signore, tu rinnovi oggi con il tuo Popolo l’alleanza stabilita con
Mosè, donaci di vivere con dignità e verità nell’obbedienza ai tuoi
comandamenti
3. Invochiamo il tuo Santo Spirito sui nostri ragazzi. Ti affidiamo i
papà e le mamme e tutti gli educatori.

Domenica 11: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo
(città)
14


Lunedì 12 marzo, ore 21 in S. Agostino: 2^ incontro itinerario
quaresimale (fratel Enzo Bianchi)
Sabato 17: la luce nella notte.
4^ domenica
18 marzo
Gv 3, 14-21 Nel Figlio la salvezza
Dio non ci giudica ma ci salva con l’amore dimostrato
nella morte in croce del suo figlio Gesù.
Ef 2, 4-10
2Cr 36, 14… 23Deportazione e liberazione
Nonostante il fallimento Dio è sempre fedele al suo Patto
con il suo amore misericordioso.
Introduzione del celebrante
Guardiamo a Cristo, nostro Salvatore, e a lui affidiamo il grido della
nostra invocazione….
1. O Dio Padre, che hai tanto amato il mondo da dare il tuo Figlio
Unigenito per salvare il mondo, donaci di credere in Lui e di
compiere le opere della fede,
2. Perché il popolo cristiano, come l’antico Israele non si smarrisca
nell’esilio del mondo, ma ritrovi l’unità delle fede camminando
verso la Pasqua del suo Signore,
3. Per le famiglie e le comunità cristiane: donino testimonianza di
sobrietà e di misericordia, di fiducia e di speranza, confidando nella
Provvidenza di Dio anche in un tempo di crisi e difficoltà,
4. Ti affidiamo o Signore i ragazzi che quest’anno ricevono il sigillo del
tuo Santo Spirito nel sacramento della Cresima. La nostra comunità,
insieme con genitori e padrini, li accompagni nel cammino della
vita.



Domenica 18: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo
(zona sud)
Lunedì 19 marzo, ore 21 in S. Agostino: 3^ incontro itinerario
quaresimale (padre Raniero Cantalamessa)
Venerdì 23: veglia in memoria dei missionari Martiri.
15

Sabato 24: campo lavoro missionario
5^ domenica
25 marzo
Gv 12, 20-33 La vita viene dalla morte
Come il frutto viene dalla morte del seme così noi siamo
innalzati, cioè risorti a vita nuova, perché attratti dalla
morte di Gesù in croce.
Eb 5, 7-9
Ger 31, 31-34 La nuova alleanza scritta nel cuore
La nuova-vera alleanza è l’espressione della tenerezza,
della benignità del cuore di Dio che vuole imprimersi nel
cuore dell’uomo
Introduzione del celebrante
Uniamo la nostra personale preghiera alla preghiera comune della
Chiesa e la consegniamo insieme al Signore…
1. Anche noi come i greci di cui parla il vangelo vogliamo vedere Gesù:
donaci o Signore la grazia di incontrarti oggi nell’Eucaristia, e di
adorarti ogni giorno della nostra vita.
2. Rendici attenti o Signore a chi ci annuncia e testimonia la tua
presenza. Aprici il cuore a riconoscere e seguire Papa Benedetto e il
nostro vescovo Francesco.
3. Concedi ai nostri giorni la tua pace, o Signore. La tua croce
innalzata sul mondo possa attirare tutti gli uomini e tutti i popoli, e
converta i nostri cuori,
4. Ti domandiamo o Signore che i fidanzati camminino con
responsabilità e verità verso il sacramento del Matrimonio. Ti
affidiamo i giovani chiamati a seguirti nel sacerdozio e nella vita
consacrata.



Domenica 25 marzo: assemblea ministri e istituzione ministeri
liturgici.
Lunedì 26 marzo, ore 21 in S. Agostino: 4^ incontro itinerario
quaresimale (padre Elia Citterio)
Mercoledì 28 marzo: Pasqua universitaria col Vescovo.
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


Sabato 31 marzo: GMG diocesana.
Mercoledì 4 aprile: Messa crismale
Venerdì santo, 6 aprile: Via Crucis giovanissimi(promossa dall’AC)
Suggerimenti ulteriori
All’inizio di questo tempo è opportuno invitare i fedeli ad accostarsi al
sacramento della Riconciliazione, ad intensificare la preghiera personale
e in famiglia soprattutto favorendo la lettura delle pericopi della Messa
quotidiana. Proporre alcune opere di carità quali la visita ad anziani e
ammalati,la raccolta viveri a favore dei più poveri, oltre alle
microrealizzazioni proposte dalla Diocesi. In particolare si trovino le
modalità per coinvolgere molte persone, giovani e adulti, nel Campo di
lavoro a favore delle missioni (24 e 25 marzo).
Per quanto riguarda la Messa domenicale, si può iniziare la celebrazione
sottolineando l’atto penitenziale, aspergendo l’assemblea con l’acqua
benedetta. Si possono sottolineare ulteriormente i riti di introduzione:
scegliendo un canto adeguato, leggendo insieme l’antifona iniziale,
richiamando il significato dell’accogliere il sacerdote alzandosi in piedi
(segno che siamo risorti con Cristo), prestando particolare attenzione
alla orazione colletta che ben esprime lo spirito di ogni liturgia
domenicale. Altri simboli possono essere richiamati: per esempio porre
durante il tempo quaresimale una lampada a fianco all’ambone, segno
che vogliamo lasciarci illuminare dalla Parola di Dio o proporre per
questo tempo, almeno in qualche domenica, la comunione sotto le due
specie.
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Cap. 3
LA MESSA CRISMALE
Nella Settimana Santa, prima del Triduo pasquale, viene celebrata in
tutte le cattedrali del mondo la Messa crismale. Nella nostra diocesi è
stata fatta la scelta del mercoledì santo al pomeriggio, per lasciare al
giovedì santo il solo segno liturgico della Messa nella Cena del Signore.
La Messa crismale, ricca di segni particolarmente significativa,
purtroppo non è partecipata che da pochi fedeli, a fronte della totalità
dei sacerdoti della Diocesi e di altri che in quei giorni vengono a prestare
servizio per le Messe e le Confessioni. Sarebbe invece importante e bello
che, accanto ai sacerdoti che proprio in quel giorno rinnovano le loro
promesse, ci fossero anche tanti fedeli. La consacrazione degli oli che
verranno usati per i sacramenti e il rinnovo delle promesse sacerdotali
hanno infatti un grande significato per la vita delle intere comunità e
non solo per i sacerdoti.
In questo anno battesimale cerchiamo di riscoprire anche come
comunità parrocchiali la Messa crismale, sia sul piano della riflessione
che partecipando ad essa. Per questo motivo si propone una breve
catechesi sulla Messa crismale: dopo alcune notizie di carattere storico,
viene riportata la sezione relativa della lettera circolare della
Congregazione per il culto divino sulla preparazione e celebrazione delle
feste pasquali.
Fin dall’antichità la benedizione degli Oli per la celebrazione dei
sacramenti era connessa con le solennità pasquali, in vista del
battesimo e della cresima, celebrati nella notte santa. Originariamente i
battesimi erano celebrati solo nella Chiesa episcopale. Con l’istituzione
delle Pievi rurali, il rito della benedizione venne anticipato al giovedì
santo (circa V secolo), per consentire di inviare gli Oli a tutte le Chiese
battesimali. Il rito antico prevedeva che la stessa acqua per il
battesimo, fosse consacrata con alcune gocce di crisma e di olio dei
catecumeni.
Nel periodo medioevale, il rito della Benedizione degli Oli era molto
complesso: il vescovo era assistito da 12 presbiteri e da 7 diaconi.
L’olio avanzato dall’anno precedente, doveva essere utilizzato per far
ardere le lampade della Chiesa. La Messa celebrata la mattina del
giovedì santo, non aveva letture e iniziava dall’offertorio. Di fatto però,
18
prima della riforma dei riti della Settimana Santa, approvata da Pio XII
nel 1955, la benedizione avveniva senza la Messa.
La M ESSA CRISMALE è unica per tutta la diocesi e deve essere presieduta
dal Vescovo, circondato dal suo presbiterio. Per sottolineare l’unità del
ministero, come partecipazione del sacerdozio di Cristo, venne
istituita, con la riforma liturgica, la rinnovazione delle promesse
sacerdotali e il rito della concelebrazione.
La Liturgia della Parola non ha riferimenti cronologici ai fatti del
giovedì santo, ma celebra il mistero di Cristo, consacrato di Spirito
Santo per la salvezza del mondo.
Dalla lettera circolare della Congregazione per il culto divino sulla
preparazione e celebrazione delle feste pasquali.
35. La Messa del crisma in cui il vescovo, concelebrando con il suo
presbiterio, consacra il sacro crisma e benedice gli altri oli, è una
manifestazione della comunione dei presbiteri con il proprio Vescovo
nell’unico e medesimo sacerdozio e ministero di Cristo. A partecipare a
questa Messa si chiamino i presbiteri delle diverse parti della diocesi, per
concelebrare con il vescovo, quali suoi testimoni e cooperatori nella
consacrazione del crisma, come sono suoi cooperatori e consiglieri nel
ministero quotidiano.
Si invitino con insistenza anche i fedeli a partecipare a questa Messa e a
ricevere il sacramento dell’eucaristia durante la sua celebrazione.
Secondo la tradizione, la Messa del crisma si celebra il giovedì della
settimana santa. Se il clero e il popolo trovano difficoltà a riunirsi in quel
giorno con il vescovo, tale celebrazione può essere anticipata in altro
giorno, purché vicino alla Pasqua. Infatti il nuovo crisma e il nuovo olio
dei catecumeni devono essere adoperati nella notte della Veglia pasquale
per la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.
36. Si celebri un’unica Messa, considerata la sua importanza nella vita
della diocesi, e la celebrazione sia fatta nella chiesa cattedrale o, per
ragioni pastorali, in altra chiesa, specialmente più insigne. L’accoglienza
ai sacri oli può essere fatta nelle singole parrocchie o prima della
celebrazione della Messa vespertina nella Cena del Signore o in altro
tempo più opportuno. Ciò potrà aiutare a far comprendere ai fedeli il
significato dell’uso dei sacri oli e del crisma e della loro efficacia nella
vita cristiana.
19
Cap. 4
CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA PENITENZA
CANTO durante il quale entra il ministro
Introduzione (dall’omelia del Vescovo i n occasione della festa di San Gaude nzo)
C’è una vita più umana di quella cristiana? Noi crediamo che no, non c’è.
Certo, la sequela di Gesù domanda una conversione radicale, con tutta
una impegnativa sequenza di cambiamenti faticosi e sofferti. Richiede
distacchi dolorosi e duri allenamenti. Esige serietà e piena
concentrazione. Vuole coerenza, fedeltà collaudata e rodata disciplina,
intesa etimologicamente come stile di vita del discepolo. In una parola il
vangelo è e resta croce. Ma è anche risurrezione. Perciò è e resta una
bella notizia. Anzi, la notizia più sorprendente e appagante. Se accetti di
scommettere la vita sul vangelo, perdi uno e guadagni cento. Vendi le tue
cianfrusaglie e compri la perla preziosa. Ti privi del tuo magro
gruzzoletto per cui hai dovuto sputare sangue e sudore, e così diventi il
fortunato proprietario del campo, dove hai scoperto per incanto un
tesoro da favola. Sì, quella cristiana è una vita risolta con formula piena,
la formula delle “tre b”: è la vita più bella, buona, beata, purché vissuta
con umiltà e grato stupore, senza se e senza ma. Una vita praticata da
discepoli innamorati, non da portaborse depressi, da facchini stressati, o
da mercenari svenduti e perennemente arrabbiati. Ma là dove non si
fanno sconti alla radicalità evangelica, il centuplo promesso da Gesù
splende in tutta la sua straripante interezza.
Pres: Nel nome del Padre…
Ass: Amen.
Pres: Il Signore, che nella sua infinita misericordia ci rigenera
nella libertà dei figli, sia con tutti voi.
Ass: E con il tuo spirito
Pres: Padre buono, che ci accogli con infinito amore, Cristo, fonte
della nostra speranza, Spirito d’amore che guidi il volere e
l’agire dell’uomo.
Ass: Veniamo a te, per ricevere la consolazione del tuo perdono
20
Guida: Il sacramento della penitenza deve prendere l’avvio
dall’ascolto della Parola di Dio perché proprio con la sua parola
Dio chiama a penitenza e porta alla vera conversione del cuore.
L’ascolto e la conseguente accoglienza interiore della Parola
illuminano i vari aspetti dell’evento che viviamo: il rapporto tra
l’immensa misericordia di Dio e ogni persona, il cammino di
riconciliazione e conversione che si dischiude all’uomo
perdonato, una comprensione nuova del proprio progetto di vita
in Cristo.
1^ parte:
SEGNO: viene portato il libro della Parola (mentre si esegue un canto)
Let: Dal libro del Profeta Ezechiele (36,24-28)
Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul
vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi
purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un
cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il
cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro
di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e
mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai
vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio.
Guida: Facciamo nostra la salvezza che Dio ha operato per il suo popolo
e rendiamone grazie a Lui pregando il Salmo 136.
Sol:
Lodate il Signore perché è buono: Lodate il Dio degli dèi: *
Egli solo ha compiuto meraviglie: *
Ass: eterna è la sua misericordia;
Sol: Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: *
Da loro liberò Israele: *
Divise il Mar Rosso in due parti: *
Guidò il suo popolo nel deserto: *
Ass: eterna è la sua misericordia;
Sol: Lodate il Dio del cielo: *
Egli dà il cibo ad ogni vivente: *
 Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *
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Ass: eterna è la sua misericordia;
eterna è la sua misericordia.
Canto: Gloria a te, Parola vivente, Verbo di Dio, gloria a te, Cristo
maestro, Cristo Signore!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono
buono e misericordioso.
Gloria a te, Parola vivente, Verbo di Dio, gloria a te, Cristo
maestro, Cristo Signore!
Pres: Dal Vangelo di Luca (15, 11-22)
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre:
Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise
tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte
le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze
vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne
una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò
e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò
nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube
che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se
stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in
abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e
gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più
degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
Partì e si incamminò verso suo padre.
RICHIESTA DI PERDONO
1 Let: : Perdonaci Signore, per i nostri silenzi colpevoli, per la nostra
incapacità di opporci al male, di lottare tenacemente per la verità,
per la giustizia, per la pace.
Ass: Aiutaci a comprendere i nostri limiti e insegnaci a lavorare
umilmente per il Tuo Regno.
2 Let: Perdonaci Signore, se divenendo facile preda delle tentazioni del
denaro e del potere, spesso siamo specchio infedele del Tuo
Regno.
Ass: Aiutaci a costruire la tua chiesa giorno per giorno,
trasformando tutte le pietre scartate dagli uomini in pietre
vive per il Tuo Regno.
22
1 Let: Perdonaci Signore, per la nostra arroganza, la nostra superbia, il
nostro sentirci superiori, per tutte le volte che dimentichiamo la
differenza tra servizio e potere
Ass: Insegnaci a servirti umilmente, nella consapevolezza che noi
siamo soltanto dei “servi inutili”.
2 Let: Perdonaci per tutte le nostre infedeltà, per le nostre indecisioni,
i nostri tentennamenti, la nostra paura di seguirti, di essere Tuoi
testimoni.
Ass: Insegnaci a rispettare l’unicità di ogni essere, ad accogliere
l’altro, il diverso, a ritrovare in ogni uomo il riflesso del Tuo
volto.
Abb: Perdonaci Signore, per la nostra pretesa di giudicare con parole
forse troppo dure e per tutte le volte che allontaniamo gli altri
perché non ragionano secondo i nostri schemi.
Ass: Insegnaci a comprendere la differenza tra chiedere e
pretendere, tra dono gratuito e tributo imposto e aiutaci a
ritrovare le cose essenziali, il cuore della nostra fede, la
porta stretta che porta a Te.
OMELIA
CANTO (durante il quale ci si sp osta in proce ssi one ve rso un altro luogo)
2^ parte:
SEGNO: viene portata la Stola
Guida: Ogni cammino di ritorno a Dio è in realtà nuova accoglienza
dell’amore misericordioso con cui il Padre ci viene incontro. Egli rivolge
a noi il suo volto, perché rigenerati dalla sua presenza diventiamo noi
stessi testimoni del suo amore verso ogni creatura.
Pres: Ed ora, pieni di fiducia nella misericordia di Dio nostro Padre,
consapevoli che anche dalla preghiera comune scaturisce l’aiuto per
un’autentica conversione, diciamo insieme:
Confesso a Dio…
Pres: Prima del momento centrale di questa celebrazione preghiamo
insieme il Padre come Gesù ci ha insegnato, perché rimetta i nostri
debiti e ci aiuti a ridonare il perdono ricevuto:
23
PADRE NOSTRO...
CONFESSIONE E ASSOLUZIONE INDIVIDUALE
Prima delle confessioni personali per prepararci o durante le
confessioni per meditare si legga la seconda parte dell’omelia del
Vescovo in occasione della festa di San Gaudenzo:
“I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per
lingua, né per vestito”. Ma si riconoscono. Da che cosa dunque si
riconoscono?
I cristiani si riconoscono da come vivono il quotidiano. Abitano case in
condomini o in quartieri, come tutti, ma non fanno della casa l’idolo della
loro vita. Le loro case si riconoscono dal clima che vi si respira, dalla
sobrietà dell’arredo, dalla funzionalità alla famiglia numerosa e
all’ospitalità, dalla presenza di segni religiosi, con la Bibbia e il Crocifisso
in bella evidenza. I cristiani coltivano buoni rapporti con il vicinato e non
mostrano alcuna propensione alle liti di condominio o alle cause civili.
Inoltre i cristiani sperimentano, come tutti, che ogni giornata è una
corsa contro il tempo. Il lavoro, il traffico, le anticamere, le code
prosciugano le riserve della pazienza, azzerano le risorse della gratuità,
sclerotizzano l’elasticità nell’affrontare contrattempi e imprevisti. Ma
riuscendo a trovare il tempo per la vita di fede, come la preghiera e
l’attenzione ai poveri, i cristiani riescono a vivere la fede nel tempo, e
affrontando ogni giornata come fosse l’ultima, sono sempre in attesa del
Signore che viene, e di conseguenza sono liberi e sciolti nell’uso dei beni
terreni.
I cristiani si riconoscono da come vivono il lavoro. I discepoli di Cristo
lavorano come tutti, ma lavorano per vivere, non vivono per lavorare.
Sono liberi dall’ansia di produrre e dall’avidità di possedere. Non
sacrificano al lavoro i beni primari, come l’armonia nella coppia,
l’attenzione ai figli, l’assistenza ai genitori anziani. Se sono imprenditori,
tengono sempre presente che l’uomo viene prima del lavoro e il lavoro
prima del capitale. Oltre al giusto trattamento economico, assicurano ai
lavoratori una dignitosa qualità della vita e li trattano come
corresponsabili dell’impresa. Se sono lavoratori, non cadono nella piaga
dell’assenteismo e, in caso di lotta sindacale, non si schierano contro
qualcuno, ma sempre e solo per la giustizia.
24
I cristiani si riconoscono da come vivono il rapporto con i soldi. Il denaro
è un pessimo padrone, ma può essere un buon servitore, purché lo si usi
con distacco, purché si viva con sobrietà, si evitino scorciatoie nel
guadagno, mondanità nella spesa. Se invece, avendo di che mangiare, di
che vestire e una casa da abitare, i cristiani non sono contenti, è segno
che qualcosa nella loro fede non va. I cristiani sanno che, se non pagano
le tasse, violano il settimo comandamento che vieta di rubare, e sono
coscienti che occorre il massimo scrupolo nella pronta e piena
retribuzione dei dipendenti. Ma soprattutto sanno che il superfluo dei
ricchi è il necessario dei poveri.
I cristiani si riconoscono da come vivono gli affetti. I discepoli di Cristo
non cedono né alle sessuomanie né alle sessuofobie. Sanno che l’amore
tra l’uomo e la donna è uno dei più grandi doni di Dio e viene da lui
consacrato nel sacramento del matrimonio. Scelgono di sposarsi “nel
Signore” e solo nel matrimonio ritengono lecito il pieno esercizio della
vita sessuale, ma si dissociano da ogni forma di disprezzo per le ragazze
madri, i divorziati risposati, i conviventi, gli omosessuali. I cristiani
rispettano e difendono la vita: per questo dicono no all’aborto e
all’eutanasia.
I cristiani si riconoscono da come vivono la fragilità. Non si illudono né
pretendono che la protezione del Signore li risparmi dalle prove della
vita, dalla croce di limiti, di crisi, dalla malattia e dalla morte, ma non
disperano mai, anzi si abbandonano al misterioso ma sempre benevolo
disegno del Padre, nella certezza che Dio può ricavare un bene
infinitamente più grande anche dal male più atroce. Credono che “tutto
concorre al bene, per quelli che amano Dio” (Rm 8,28).
I cristiani si riconoscono da come vivono la festa e ogni domenica. Per
loro la domenica non è il week-end, ma il giorno del Signore. Le vacanze
di Pasqua non sono l’occasione per andare in crociera, ma per
partecipare in chiesa alla passione e risurrezione di Gesù, e per rivivere il
loro battesimo. Con il riposo settimanale noi cristiani dedichiamo il
tempo all’incontro con il Signore e con la comunità cristiana
nell’eucaristia; facciamo spazio alla comunione in famiglia, alla
relazione con il creato, alla solidarietà con i poveri.
Infine i cristiani si riconoscono da come vivono la passione e l’impegno
per la cittadinanza. Il sentirsi pellegrini in cammino verso la
Gerusalemme celeste non li rende latitanti o indifferenti circa le sorti
25
della città terrena. Sanno di essere obbligati in coscienza a osservare le
leggi giuste, a partecipare responsabilmente alla vita civile sociale e
politica, a contribuire al bene comune, per la crescita integrale di ogni
uomo e dell’intera società. Quando assumono democraticamente
responsabilità politiche e amministrative, hanno a cuore il disinteresse
personale; rifiutano concussione, corruzione e voto di scambio; non
cedono al ricatto dei poteri forti e di quelli occulti; fanno proprie le
necessità dei poveri; non ricorrono alla menzogna e alla calunnia come
strumento di lotta contro gli avversari; rispettano tutti, a cominciare dai
fratelli nella fede che appartengono ad altri schieramenti.
In conclusione, noi cristiani crediamo che “chi segue Cristo, l’uomo
perfetto, si fa lui pure più uomo” (GS 22).
Ritorna allora la domanda iniziale: c’è una vita più umana di quella
cristiana?
Alla fine delle confessioni CANTO
3^ parte:
SEGNO: vengono portati dei semi
Pres: Guarda, o Padre, questi tuoi figli: il pentimento, le paure, e le
debolezze che ti offrono sono il seme di una fede salda, una speranza
grande, una carità operosa che li aiuterà a percorrere senza paura la
tua strada. Compi tu la loro speranza di poter divenire persone nuove,
amando te con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e i
loro fratelli come se stessi. Per Cristo nostro Signore.
Ass: Amen.
3 Let: Dal Vangelo di Luca (15, 20-24)
Ass: Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
5 Let: Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
Pres: Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e
rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello
grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio
26
figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E
cominciarono a far festa.
Guida: Il sacramento che abbiamo celebrato diventa speranza per la
nostra vita, perché porta dentro di sé la possibilità del nuovo. Attraverso
il suo perdono sappiamo di poter essere rigenerati continuamente nella
speranza perchè le tristezze e le angosce sono gettate nelle mani del Dio
di ogni grazia e possono fiorire in vita nuova
Salmo 31 (a cori alterni)
1 c. Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
2 c. Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il
mio errore.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe”
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
1 c. Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
2 c. Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia.
Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
Pres: Guarda con bontà, o Signore, i tuoi figli, che si riconoscono
peccatori e fa’ che liberati da ogni colpa, per il ministero della tua
Chiesa, rendano grazie al tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro
Signore.
Ass: Amen.
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
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Cap. 5
LA PROPOSTA EDUCATIVA E PASTORALE DEL RICA
Premesse:
- “Come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch'egli ha inviato gli
apostoli, ripieni di Spirito Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli
uomini, non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di Dio con la
sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla
morte e ci ha trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano anche
attuare l'opera di salvezza che annunziavano, mediante il sacrificio e i
sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica”. (SC 6) Nella
liturgia celebrata oggi dalla Chiesa è possibile al popolo di Dio
partecipare alla salvezza realizzata dal Signore Gesù Cristo nella
sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. “Così, mediante il
battesimo, gli uomini vengono inseriti nel mistero pasquale di Cristo:
con lui morti, sepolti e risuscitati, ricevono lo Spirito dei figli adottivi,
«che ci fa esclamare: Abbà, Padre» (Rom 8,15), e diventano quei veri
adoratori che il Padre ricerca. Allo stesso modo, ogni volta che essi
mangiano la cena del Signore, ne proclamano la morte fino a quando
egli verrà” (SC 6).
- “Quest'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di
Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel
popolo dell'Antico Testamento…” (SC 5). Ciò che noi leggiamo nell’AT
ci prepara a comprendere quello che Dio voleva compiere in Cristo.
- C’è dunque una grande pedagogia divina che, rispettando il criterio
della gradualità, guida il suo Popolo a quella relazione sempre più
feconda ben rappresentata dall’esperienza biblica dell’alleanza,
prefigurata nella storia dei patriarchi (Gen 15), celebrata dall’intero
popolo d’Israele al monte Sinai (Es 19 e 24), rinnovata con Giosuè
prima dell’ingresso nella terra promessa (Gs 24), annunciata dai
profeti nella sua esigenza di rinnovamento (Ger 31; Ez 36), realizzata
definitivamente da Gesù nella sua Pasqua, celebrata dalla Chiesa nei
sacramenti attraverso i quali oggi fa vivere ai credenti l’esperienza
della salvezza annunciata nel Vangelo.
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Il RICA percorso paradigmatico per vivere l’alleanza oggi
L’esperienza ordinaria del battesimo vissuta dalle nostre comunità è
quella che coinvolge i bambini. Fin dai primi secoli della storia della
Chiesa la pratica del battesimo dei bambini (pedobattesimo) si è diffusa
nella preoccupazione di rendere partecipi fin dai primi passi nella vita i
figli di coloro che avevano aderito alla fede. Il paradigma dell’IC però si
colloca nell’esperienza dell’IC degli adulti su cui la Chiesa dei Padri ha
compiuto una riflessione molto approfondita e feconda.
La Chiesa contemporanea, dopo il Concilio Vaticano II ha ritenuto
opportuno riportare all’evidenza questa priorità e tra i testi liturgici
consegnati alle chiese locali dalla riforma liturgica del Concilio
Vaticano II ha un posto di grande rilievo il Rito per l’Iniziazione
Cristiana degli adulti (RICA).
In esso noi troviamo il progetto e il metodo ecclesiale per introdurre
nell’esperienza della vita cristiana. Nella prospettiva della continuità
sopra evidenziata noi possiamo trovare in esso un parallelismo
significativo con la storia dell’Alleanza narrata dall’Esodo oltre che
ovviamente con la testimonianza della prima comunità cristiana
narrata dagli Atti degli Apostoli e dai testi puù antiche della tradizione
post-apostolica.
Il nostro compito questa sera è quello di aiutare a riconoscere queste
relazioni per comprendere come il cammino dell’Esodo e dell’Alleanza
è un cammino che ogni cristiano deve compiere nella sua vita.
1. Tre gradi – quattro tempi: il cammino del RICA
Gradualità dell’iniziazione
L’iniziazione dei catecumeni si fa con una certa gradualità in seno alla
comunità dei fedeli … Il Rito dell’iniziazione si adatta all’itinerario
spirituale degli adulti, che varia secondo la multiforme grazia di Dio, la
loro libera collaborazione, l’azione della Chiesa e le circostanze di tempo
e di luogo.
I tre gradi
In questo itinerario, sono previsti vari «gradi» o passaggi per i quali il
catecumeno avanzando passa, per così dire, di porta in porta o di
gradino in gradino.
a) Il primo grado si ha quando uno, dando inizio alla conversione, vuol
diventare cristiano ed è accolto dalla Chiesa come catecumeno;
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b) il secondo grado si ha quando, cresciuta la fede e quasi terminato il
catecumenato, viene ammesso a una più intensa preparazione ai
sacramenti;
c) Il terzo grado si ha quando, compiuta la preparazione spirituale,
riceve i sacramenti che formano il cristiano.
Tre dunque sono i gradi o passaggi o porte che devono ritenersi i
momenti più importanti e più forti della iniziazione. Questi gradi
sono segnati da tre riti liturgici: il primo dal Rito dell’ammissione
al catecumenato, il secondo dall’elezione e il terzo dalla
celebrazione dei sacramenti.
I tre gradi portano ai «tempi» della ricerca e della maturazione o sono
da questi preparati:
a) precatecumenato: il primo tempo, che impegna il candidato nella
ricerca, è dedicato dalla Chiesa all’evangelizzazione e al
«precatecumenato» e si conclude con l’ingresso nell’ordine dei
catecumeni;
b) catecunemato: il secondo tempo, che inizia dall’ingresso nel
catecumenato e può protrarsi per diversi anni, è dedicato alla catechesi e
ai riti con essa connessi e si conclude il giorno dell’elezione;
c) preparazione quaresimale: il terzo tempo, assai più breve, che di
norma coincide con la preparazione quaresimale alle solennità pasquali
e ai sacramenti, è dedicato alla purificazione e all’illuminazione
interiore;
d) mistagogia: l’ultimo tempo, che dura per tutto il tempo pasquale, è
destinato alla «mistagogìa» cioè all’esperienza cristiana e ai suoi primi
frutti spirituali e anche a stabilire sempre più stretti legami con la
comunità dei fedeli.
Quattro sono dunque i tempi o periodi che si susseguono l’uno
all’altro: il «precatecumenato» per una prima evangelizzazione, il «
catecumenato » per la completa catechesi, il tempo della
«purificazione e illuminazione» per una più intensa preparazione
spirituale, il tempo della «mistagogìa», per la nuova esperienza dei
sacramenti e della vita della comunità. 1
1
RICA, nn.4-7
30
2. Parallelismo tra il cammino verso l’Alleanza narrato nell’Esodo
e il cammino dell’IC secondo il RICA
IL CAMMINO DELL’ESODO
- Mosè è inviato al popolo
d’Israele
Es 5,2-9:
Mosè inviato da Dio si trova a
combattere una battaglia su due
fronti; convincere il Faraone, ma
anche convincere il popolo
d’Israele a seguirlo. Non risulta
un’impresa semplice “perché
erano stremati dalla dura
schiavitù” (v. 9)
- La partenza dall’Egitto
Es 12,31-39; 13,17-22:
Il popolo decide di partire
seguendo Mosè e Aronne; è una
prima scelta, un primo atto di
fiducia a cui ne dovranno seguire
molti altri.
Questo popolo non è un popolo
di gente ordinata e coesa… “una
grande massa di gente promiscua
partì con loro e greggi e armenti
in mandrie molto grandi”. (Es
12,38)
- Il tempo del deserto prima
del Sinai
Es 14-17
“Quando il faraone lasciò partire
il popolo, Dio non lo condusse per
RICA
TEMPO
DEL
PRECATECUMENATO:
È il tempo dell’avvicinamento e
dell’approccio; non è un tempo che
si possa affrettare; occorre
instaurare un rapporto di fiducia
fatto di ascolto e di disponibilità a
rispondere alle domande; la fiducia
va sempre “meritata” e non è mai
un dato istituzionale; essa passa
attraverso il rapporto personale
con il singolo e con la comunità
cristiana.
- PRIMO GRADO
L’ingresso nel catecumenato
Prima adesione (RICA 76)
Preghiera sui catecumeni (RICA 82)
- TEMPO DEL CATECUMENATO
Il catecumenato è un periodo di
tempo piuttosto lungo, in cui i
candidati ricevono un’istruzione
pastorale e sono impegnati in
31
la strada del territorio dei Filistei,
benché fosse più corta, perché Dio
pensava: "Che il popolo non si
penta alla vista della guerra e
voglia tornare in Egitto!". Dio fece
deviare il popolo per la strada del
deserto verso il Mar Rosso.” (Es
13,17-18)
C’è un’esperienza che Dio vuole
far compiere al popolo d’Israele
nei primi due mesi di cammino
nel deserto perché imparino a
conoscerlo e a fidarsi di Lui. Sarà
un cammino difficile fatto di
ribellioni e di esperienze
straordinarie che segneranno
per sempre la storia di Israele:
Es 14-15: il passaggio del Mar
Rosso
Es 16: La fame e la manna
Es 17,1-7: La sete e l’acqua dalla
roccia
Es 17,8-16: La guerra contro
Amalek e la vittoria di Dio
2
RICA, n. 19
un’opportuna disciplina; in tal modo
le disposizioni d’animo, da essi
manifestate
all’ingresso
nel
catecumenato, sono portate a
maturazione. Questo si ottiene
attraverso quattro vie. 2
- La catechesi … (che) porta i
catecumeni non solo a una
conveniente conoscenza dei dogmi
e dei precetti, ma anche all’intima
conoscenza del mistero della
salvezza, di cui desiderano
l’applicazione a se stessi.
- Il cambiamento di mentalità e
di costume; aiutati dall’esempio e
dall’assistenza dei garanti e dei
padrini, anzi dei fedeli di tutta la
comunità, i catecumeni si abituano
a pregare Dio, a testimoniare la
fede,
a mantenersi sempre
nell’attesa del Cristo, a seguire nelle
loro opere l’ispirazione divina, a
donarsi nell’amore del prossimo
fino al rinnegamento di se stessi.
- La proposta di particolari riti
liturgici
Nel loro itinerario i catecumeni
sono aiutati dalla Madre Chiesa
mediante appositi riti liturgici per
mezzo
dei
quali
vanno
progressivamente purificandosi e
sono sostenuti dalla benedizione
divina.
+ Preghiere di esorcismo (RICA
114)
32
L’adesione
(verbale)
all’alleanza al Sinai
Es 19, 1-8
L’alleanza proposta e celebrata
da Dio, secondo il racconto
dell’Esodo avviene per gradi. Il
primo passaggio è l’adesione
verbale alla proposta di Dio:
Tutto il popolo rispose insieme e
disse: "Quanto il Signore ha detto,
noi lo faremo!". (v. 8)
- La purificazione e la
conoscenza della legge di
santità (Lv 19,2)
Es 19,10- 23,33
Il Signore disse a Mosè: "Va' dal
popolo e santificalo, oggi e
domani: lavino le loro vesti e si
tengano pronti per il terzo
giorno, perché nel terzo giorno il
Signore scenderà sul monte Sinai,
+ Preghiere di benedizione (RICA
123)
- La testimonianza di vita e
professione di fede. Poiché la vita
della Chiesa è apostolica, i
catecumeni imparino anche a
collaborare
attivamente
alla
evangelizzazione e all’edificazione
della Chiesa con la testimonianza
della loro vita e con la professione
della loro fede
- SECONDO GRADO
L’elezione
Con la celebrazione dell’ «elezione»
si conclude il catecumenato, lunga
preparazione della mente e del
cuore. Perché uno possa essere
ascritto fra gli «eletti», si richiede in
lui una fede illuminata e una ferma
volontà di ricevere i sacramenti
della Chiesa.
Interrogazione dei candidati (RICA
146-147)
Preghiera sugli eletti (RICA 149)
- TEMPO DELLA PURIFICAZIONE
E DELL’ILLUMINAZIONE
Normalmente
questo
tempo
coincide con la Quaresima.
Per suscitare il desiderio della
purificazione e della redenzione di
Cristo, si tengono tre scrutini; il loro
scopo è di illuminare a poco a poco i
catecumeni sul mistero del peccato,
da cui l'universo intero e ogni uomo
33
alla vista di tutto il popolo. (Es
19,10-11)
La celebrazione dell’Alleanza
richiede
un
impegno
si
purificazione e di ulteriore
approfondimento
(illuminazione?)
della
conoscenza della volontà di Dio
perché l’adesione sia veramente
libera e fedele.
La conoscenza della Legge di
santità motivata più volte dal
libro del Levitico (Siate santi,
perché io sono Santo) è la via per
poter stipulare l’alleanza con
Dio.
desiderano di esser redenti per
liberarsi dalle sue conseguenze nel
presente e nel futuro, e anche di
rendere familiare agli animi il senso
del Cristo Redentore, che è acqua
viva (cfr il Vangelo della
samaritana), luce (cfr il Vangelo del
cieco nato), risurrezione e vita (cfr il
Vangelo della risurrezione di
Lazzaro). Dal primo all'ultimo
scrutinio ci deve essere un progresso
nella conoscenza del peccato e nel
desiderio della salvezza.3
Scrutini ed esorcismi (RICA 164)
Consegna del simbolo (RICA 186187)
“Consegne” nell’Esodo?
Consegna della preghiera del
 La consegna delle tavole Signore (RICA 191s)
della Legge (Es 31,18;
33,29-35)
 La “consegna della tenda
dell’Alleanza (Es 25-31;
poi in particolare 39,3540,35)
- La celebrazione dell’Alleanza - TERZO GRADO
Es 24,1-15
Celebrazione dei sacramenti
La celebrazione dell’alleanza dell’Iniziazione Cristiana
avviene secondo due passaggi: la L'iniziazione degli adulti si celebra,
nuova adesione formale alla secondo la tradizione, nella santa
proposta di Dio e il rito del notte della Veglia pasquale. 4
sangue asperso sull’altare e sul Celebrazione del Battesimo, della
popolo
Confermazione e dell’Eucaristia con
la comunità presieduta dal Vescovo
3
4
RICA, n. 157
RICA, n. 208
34
- La Pasqua, celebrazione
memoriale
per
ogni
generazione (e il sabato)
Es 12, 14: Questo giorno sarà per
voi un memoriale; lo celebrerete
come festa del Signore: di
generazione in generazione lo
celebrerete come un rito perenne.
Il memoriale della Pasqua è
anche memoriale e rinnovazione
dell’Alleanza (nella festa di
Pentecoste o delle Settimane).
Dt 5,15
Ricòrdati che sei stato schiavo
nella terra d'Egitto e che il
Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire
di là con mano potente e braccio
teso; perciò il Signore, tuo Dio, ti
ordina di osservare il giorno del
sabato.
Anche il Sabato diviene segno e
memoriale della Pasqua e
dell’Alleanza celebrata sul Sinai
per ogni generazione del popolo
d’Israele
5
- TEMPO DELLA MISTAGOGIA
Perché i primi passi dei neofiti siano
più sicuri, è desiderabile che in tutte
le
circostanze
siano
aiutati
premurosamente e amichevolmente
dalla comunità dei fedeli, dai loro
padrini e dai pastori. Ci si occupi con
impegno per facilitare ad essi un
pieno e sereno inserimento nella
comunità. 5
Il tempo della mistagogia è di per sé
un tempo limitato che può
coincidere con il tempo di Pasqua,
ma l’attenzione mistagogica deve
essere un’attenzione costante per
aiutare il neofita e tutti i battezzati
a crescere nella fede attraverso la
celebrazione dei sacramenti
(Eucaristia e Riconciliazione  che
rinnovano il frutto del battesimo),
la catechesi permanente e la
testimonianza
della
vita
rinnovata nel mondo attraverso
tutte
le
forme
di
carità
(dall’apostolato
all’impegno
politico).
RICA, n. 235
35
Cap. 6
PROPOSTA DI RITIRO
Tempo della conversione e dell’alleanza: una Chiesa che si converte
al Vangelo.
“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” (Gal 5,22)
a. Due pass-words (parole chiave) per la quaresima: alleanza /
conversione
Il tempo della quaresima è nato come tempo che prepara all’alleanza
battesimale ed è stato caratterizzato come tempo di conversione per
ricuperare la stessa alleanza tradita a causa del peccato. Questi due
termini che utilizziamo con disinvoltura ed in termini generici, hanno
un valore forte nella esperienza cristiana, tanto da caratterizzare la
vita del credente. Ci rimettiamo in ascolto della tradizione biblica per
ricuperare il contenuto di questa esperienza e comprendere il
cammino che ci attende nella quaresima.
ALLEANZA: tutti abbiamo sentito parlare dell’Alleanza (bërit) del Sinai
stipulata tra Dio e il popolo uscito dall’Egitto. Quell’Alleanza ha
trasformato un insieme di profughi in un popolo che – a quel punto non aveva in comune solo le radici lontane degli antenati, ma un
progetto di vita (il cammino verso la terra promessa) e una comune
appartenenza al Dio della promessa. Tale rinnovamento è realizzato
mediante questa alleanza. Quali sono gli elementi costitutivi di questo
passaggio?
la memoria dei benefici ricevuti (Dio lo conosciamo attraverso ciò
che ha fatto)
l’accoglienza libera della proposta di Dio
l’impegno nell’alleanza (impegno esclusivo!) che determina una
nuova relazione con Dio che coinvolge la persona; l’alleanza dice del
tipo di relazione che si stabilisce con Dio
rito di alleanza con il sangue (è un impegno di sangue la cui
trasgressione si paga con il sangue)
l’accoglienza della Legge come “custode” dell’alleanza (della
relazione con Dio).
36
Comprendiamo per esempio la severità sull’osservanza del Sabato
(simbolo della fedeltà all’alleanza) la cui trasgressione comportava la
morte, non tanto per il comandamento della legge, ma per la relazione
di alleanza che veniva tradita, un’alleanza siglata con il sangue.
Per noi tale Alleanza è stata stipulata nel Battesimo e nella
Confermazione e viene rinnovata ogni domenica nell’Eucaristia. Nel
Battesimo noi abbiamo stabilito una relazione famigliare con il Signore
che ci caratterizza e ci rende responsabili. È questo l’elemento
essenziale e fondamentale senza il quale ogni altro discorso rischia di
scadere nel moralismo.
CONVERSIONE: questa parola in italiano non ha un grande significato
ed è molto relativa; dice semplicemente dell’esigenza di cambiare
direzione … ma andando verso dove? Noi a volte risolviamo la
questione con un po’ di moralismo che, come i mali di stagione,
ritorna di tanto in tanto … e allora ci diciamo: dobbiamo essere più
buoni, … cosa che non accade; oppure facciamo i fioretti da bambini
che servono solo a gratificare il nostro ego perché ci convince che ci
stiamo impegnando su qualcosa di serio (ma che di serio non ha nulla).
In greco la parola metanoia ci aiuta a dare un po’ di contenuto alla
proposta: cambiare mentalità, ma anche qui, rispetto a cosa?
C’è un peccato originario che ci condiziona, nonostante il battesimo e
che viene sempre a minare la nostra libertà; il peccato è essere punto
di riferimento a sé stessi, decidere noi cosa sia il bene o il male,
costruirci una torre che ci metta alla pari di Dio (Gen 3-11). Per dirla in
termini moderni è la grande tentazioni di vivere da singles, liberi da
ogni legame, per esaltare la nostra libertà che è solo libertà da ogni
condizionamento.
Rispetto a questa mentalità ci dobbiamo convertire, riscoprendo il
valore della relazione di alleanza; un’alleanza scelta liberamente, ma
che ci pone in una prospettiva completamente diversa. Ogni legame e
ogni relazione ci condiziona, ma che tristezza una vita senza relazioni;
il Vangelo di Dio che siamo chiamati ad accogliere sinteticamente ci
dice che il legame con Dio non frustra il nostro desiderio di felicità e di
pienezza, ma al contrario è l’unica possibilità per realizzarlo
pienamente.
37
A che tipo di legame ci possiamo/dobbiamo convertire?
1. Il legame filiale: superando la tentazione del figlio prodigo che
cerca la sua felicità lontano dal Padre e che la ritrova solamente
riabbracciando, come figlio, quel Padre che aveva rinnegato (Lc 15).
2. Il legame sponsale: che ci richiama ad un’alleanza vissuta nella
prospettiva dell’amore reciproco e non segnata dal vincolo delle
regole; è la prospettiva del Regno di Dio annunciata dai profeti e
realizzata da Gesù (Mt 19; Mt 22,1-14).
3. Il legame amicale: che Gesù ci ha mostrato nel legame con i suoi
discepoli; un amicizia che impegna, ma che si espone anche al
rischio del rinnegamento (Gv 15,12-17; Mt 26,50).
4. Il legame fraterno: che ci lega anche ai fratelli con i quali siamo
chiamati a diventare un cuore solo e un anima sola e a condividere
un amore che solo può essere testimonianza della nostra fede (Gv
13,12-17.34-35).
L’accoglienza libera di questi legami come caratterizzanti la nostra
vita, richiede una conversione profonda del nostro cuore e un’adesione
nella fede al Vangelo di Dio, l’unico che ci introduce nel Regno di Dio.
b. Un cammino evangelico di conversione, libero da moralismi
Le condizioni e gli effetti di questa conversione sono ben descritti da
san Paolo nella lettera ai Galati (cap 5):
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non
lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
13Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa
libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante
l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri. 14Tutta la Legge
infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo
prossimo come te stesso. 15Ma se vi mordete e vi divorate a
vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli
altri!
16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete
portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti
ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri
contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché
1
38
I.
II.
III.
voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare
dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione,
impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie,
discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,21invidie,
ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi
preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il
regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia,
pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé; 23contro queste cose non c'è Legge.
24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le
sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito,
camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la
vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.
Monitorare e discernere i propri desideri: è questa la via
attraverso cui Dio viene a noi, ma per la stessa via viene anche il
nemico di Dio. I nostri desideri sono importanti, sono la forza
motrice della nostra vita spirituale e psichica e vanno verificati
continuamente. Che cosa cercate? È stata la prima domanda che
Gesù ha rivolto ai suoi discepoli ed è la domanda che noi
dobbiamo lasciarci porre da Gesù continuamente perché come
dice il Vangelo, là dov’è il nostro tesoro sarà anche il nostro
cuore (Cf. Mt 6,21).
Saper riconoscere le “opere della carne” – come le chiama
Paolo-, con decisione, senza tentennamenti, senza alibi o
giustificazioni. Non è un problema essere malati, ma è
importante voler guarire (Gv 5,6 – il paralitico alla piscina di
Beztetà) e per guarire occorre riconoscere con semplicità di
essere malati. Ciò che ci impedisce la guarigione e la
conversione è il non riconoscere i sintomi o attribuirli a fattori
esterni.
Anelare ai frutti dello Spirito e riconoscerli come la nostra terra
promessa, verso la quale siamo incamminati per benevolenza di
Dio. I frutti dello Spirito sono i sintomi di una buona salute
spirituale generata e sostenuta da un legame di alleanza forte
con il Signore secondo quelle quattro modalità sopra descritte.
39
Domande per la riflessione e il lavoro di gruppo
1. Cosa significa per me vivere un legame di alleanza con il Signore?
Vivo un cristianesimo della legge o conosco e vivo il fondamento della
mia esperienza di fede? In quale tipo di legame (dei quattro descritti)
mi trovo più a mio agio e in quale invece faccio più fatica?
2. Cosa significa per me oggi accogliere l’invito alla conversione? Quali
sono i sintomi di patologia spirituale che riconosco presenti in me?
Qual è l’invito alla conversione che il Signore mi rivolge?
3. Sono consapevole dei miei desideri, di che cosa desidero
profondamente oggi? Qual è la via attraverso cui il Signore mi può
incontrare e proporre il suo vangelo, e stringere con me un’alleanza
nuova? Qual è la via di conversione che penso sia utile attuare per me
per giungere alla “terra promessa” della Pasqua e godere dei frutti di
quella terra?
4. Più concretamente posso/possiamo riprendere quei sette punti
proposti dal vescovo nella messa di san Gaudenzo che indicavano le
note di una vita cristiana vissuta alla luce del battesimo e utilizzarli per
la mia revisione di vita (la quotidianità, il lavoro, il denaro,gli affetti, la
fragilità, la festa e la cittadinanza)6.
5. Come comunità a che cammino di conversione siamo chiamati
rispetto ai nostri rapporti fraterni e alla condivisione dei frutti dello
Spirito?
6
http://www.dio cesi.rimini.it/ves covo/il-battesimo -trasparenza-di-um anit a/
40
Cap. 7
MICROREALIZZAZIONI
CENTRO UNIVERSITARIO DIOCESANO “Igino Righetti”
SOSTEGNO A CINQUE STUDENTI UNIVERSITARI CAMERUNESI iscritti
al Polo universitario di Rimini tramite creazione di una borsa di studio
La situazione:
Tra i tanti studenti iscritti per la prima volta al Polo Universitario di
Rimini, ci sono cinque studenti provenienti dal Cameroun che hanno
cominciato a frequentare le attività del nostro Centro Universitario
Diocesano (realtà pastorale che si occupa degli studenti fuori sede
presenti a Rimini). Sono venuti in Italia a studiare avendo superato
innumerevoli selezioni e con la conferma di essere assegnatari di
una borsa di studio di € 5000,00.
Qualche giorno prima di Natale però ER-GO (l’ente che si occupa del
sostegno agli studenti universitari della nostra Regione) ha loro
comunicato che la borsa di studio a cui avevano diritto non sarebbe stata
erogata per una contrazione di fondi. Questa situazione coinvolge in
Regione circa 600 studenti provenienti da Paesi fuori dalla Unione
Europea. In queste settimane molti sono stati gli incontri tra gli studenti e
le autorità amministrative delle Università dell’Emilia Romagna e, dopo
molte pressioni, gli studenti sono riusciti ad ottenere l’esenzione dal
pagamento dell’affitto nelle residenze universitarie gestite da ER-GO… ma
non di solo affitto vive l’uomo!
Come Centro Universitario Diocesano abbiamo pensato di condividere
questa situazione con la comunità ecclesiale della nostra Diocesi
chiedendo l’aiuto per questi cinque amici e amiche che conosciamo per
nome.
La proposta:
proponiamo alle famiglie o alle comunità parrocchiali la possibilità di
sostenere (solo per questo Anno Accademico) questi studenti nostri amici
per la parte rimanente della borsa di studio di cui avevano diritto. La
quota che chiediamo per ogni borsa potrebbe ammontare a circa €
2500,00.
Chiediamo anche la possibilità di trovare o creare situazioni lavorative
(anche durante l’estate) che permettano a questi e ad altri studenti di
poter reperire il denaro necessario per potersi sostenere negli studi.
41
Pensiamo che l’investimento nella formazione sia molto importante per il
futuro di questi giovani. Ci rediamo disponibili in prima persona per
ulteriori informazioni in merito. Per inviare contributi interpellare i
referenti del progetto.
Referente diocesano: don Andrea Turchini (334-6975268)
Segretario: Fethi Atakol (0541-23434; 320-7415337)
CARITAS DIOCESANA RIMINI
Progetti internazionali per costruire solidarietà
Ogni progetto deve diventare un percorso di solidarietà. La realizzazione
dei progetti è una strada lungo la quale promuovere la solidarietà, per chi
la fa e per chi la riceve, coinvolgendo anche gli immigrati presenti nelle
nostre comunità e provenienti dai paesi dove si costruiscono i progetti. Se
si raccolgono offerte per battere un pozzo occorre interrogarsi sul valore
dell’acqua, sull’uso che ne facciamo e sul perché “l’oro blu” non sia a
disposizione di tutti. Se si vuole costruire un ambulatorio, una scuola o
una mensa, è necessario riflettere sulle cause dell’ingiustizia sociale.
La solidarietà è ascolto, dialogo, conoscenza, confronto, accoglienza,
servizio, condivisione e impegno per la giustizia e la pace.
1. COLOMBIA: Puerto Tejada
È una città di 60.000 abitanti a pochi chilometri da Calì. In un quartiere
molto povero sono presenti le suore Figlie della Carità con molte attività
per i ragazzi portatori di handicap e per i bambini di strada.
Continuiamo a sostenere la mensa che prepara il pranzo a un centinaio
di bambini (l’unico pasto della giornata): 3.000 euro.
2. NIGERIA: Nsukka
Suor Mary Policarp è stata a Rimini per molti anni impegnata nella
pastorale con gli immigrati. Attualmente si trova in Nigeria a Nsukka e
lavora in una scuola dove vanno a studiare più di mille ragazze, in
maggioranza fanno anche convitto perché vengono da villaggi lontani. a
scuola è in condizioni precarie e le ragazze non possono contribuire
perché sono di famiglie povere.
Vogliamo aiutare con borse di studio: 150 euro ciascuna.
Umugiri
I Capi di Umugiri, della tribù Ibo, tramite Suor Mary, ringraziano per il
pozzo di acqua pulita che hanno scavato nel loro villaggio con il
42
contributo già inviato. Per evitare che si utilizzi l’acqua degli stagni
vorremmo scavare un pozzo in un altro villaggio. 3.500 euro.
3. PALESTINA: Taybeh
Taybeh è un villaggio a mezz’ora d’auto da Gerusalemme e a dieci
chilometri da Ramallah. Dai suoi mille metri d’altezza si vedono il deserto,
Gerico e il Mar Morto. I 1.500 abitanti sono quasi tutti cristiani delle tre
confessioni: ortodossi, melkiti, cattolici di rito latino. Alla parrocchia
cattolica appartiene la scuola dove studiano 450 ragazzi, divisi in 16
classi, dalle elementari alla maturità. Sono presenti anche 130 studenti e
dieci insegnanti di religione musulmana, provenienti dai villaggi vicini.
Vogliamo aiutare i ragazzi a studiare: molti di loro dovrebbero
interrompere gli studi a causa delle difficoltà economiche delle famiglie,
dovute a disoccupazione e all’isolamento provocato dalla guerra.
Dopo aver ampliato la scuola (60.000 euro), abbiamo aiutato molti ragazzi
di famiglie povere con borse di studio. Vogliamo continuare il ponte di
solidarietà con la scuola di Taybeh dove sono presenti cristiani e
musulmani, per promuovere una cultura di pace.
Ogni borsa di studio: 300 euro.
4. ROMANIA: Oradea
Molti ospiti della Caritas arrivano dalla Romania.
Con la città di Oradea abbiamo un significativo rapporto di gemellaggio:
un sacerdote di Oradea è presente nella nostra Diocesi per parlare con i
rumeni; tre suore di S.Onofrio sono presenti ad Oradea per servizi ai
giovani e ai poveri.
Vogliamo sostenere la Caritas greco-cattolica d’Oradea per le iniziative
assistenziali e per la mensa dei poveri: 5.000 euro.
5. SENEGAL: Tambacounda
Abbiamo aiutato la diocesi di Tambacounda, una comunità giovane, ma
viva e ben strutturata, a terminare il seminario minore, indispensabile per
l’impegno di evangelizzazione e promozione umana in una realtà in
grande prevalenza musulmana.
Abbiamo sostenuto il fondo prestiti di microcredito per progetti
lavorativi seguiti dalla Caritas locale. I progetti sono già avviati. Vogliamo
aumentare la disponibilità del fondo con altri 10.00 euro.
Altri progetti di solidarietà, già iniziati a Tambacounda, continuano:
• borsa di studio per ragazzi di famiglie povere: 150 euro all’anno
• un paio di buoi e aratro per garantire il sostentamento ai catechisti
43
•
perché non lascino il villaggio: 300 euro
un pozzo per l’acqua: 3.500 euro.
6. ZIMBABWE
Mutoko: Operazione cuore
Sono più di 20 anni che è iniziata l’Operazione Cuore: 180 bambini e
ragazzi africani con gravi malformazioni cardiache sono stati operati in
Italia e sono tornati a casa guariti. Essi provengono da Mutoko, in
Zimbabwe, dove la dottoressa Marilena Pesaresi dirige un ospedale. Le
strutture sanitarie della Regione Emilia-Romagna effettuano
gratuitamente gli interventi cardiochirurgici.
• Occorrono famiglie disp onibili ad accogliere in casa i bambini per
alcuni mesi, prima e dopo l’intervento.
• È necessario reperire fondi per gli esami clinici da fare in Africa, per il
viaggio, per l’assistenza e i medicinali.
Per ogni bambino occorrono circa 3.000 euro.
N. B.
Sono disponibili persone e immigrati, per presentare i progetti nelle
parrocchie, nelle scuole e nei posti di lavoro. Sono pronte schede di
riflessione biblica e dell’insegnamento sociale della Chiesa sui temi della
giustizia, solidarietà, pace, sviluppo, etica ed economia, globalizzazione e
nuovi stili di vita.
Sul sito della Caritas è possibile trovare altre notizie sui vari
progetti.
CARITAS DIOCESANA – RIMINI
Sede
Via Madonna della Scala, 7 - Tel. 0541/26040 - Fax 0541/24826
Ufficio presso la Curia diocesana
Via IV Novembre, 35 - Tel. 0541/1835165
Sito internet: www.caritas.rimini.it - E-mail: [email protected]
Per offerte, sede e ufficio Caritas, oppure:
C/c postale n. 13243472 intestato alla Caritas diocesana Rimini
CODICE IBAN CARITAS: IT 24 I 06285 24229 CC0027459084 presso Carim,
filiale Matteotti conto Caritas
Nel versamento delle offerte specificare il progetto al quale sono
destinate.
44
MISSIO DIOCESANA
1) FISIOTERAPIA NEL CENTRO SHEN ASTI (missione diocesana in
Albania)
A Berat, da diversi anni, la Fondazione Shen Asti ha avviato un centro
diurno per disabili.
Nell’anno pastorale 2010- 2011 è iniziato il nuovo progetto del
“Centro Shen Asti” che consiste in un doposcuola per 12 bambini
disabili e altrettanti “normali” ma con gravi difficoltà scolastiche.
A fianco dell’attività di doposcuola il progetto prevede quella di
fisioterapia a beneficio dei bambini che frequentano il Centro e di altri
esterni, impegnando per 5 giorni alla settimana un fisioterapista
(l’unico della regione), che viene da Lushnje (35 km da Berat). Inoltre
è prevista anche la supervisione diagnostica di una fisiatra da Tirana.
Per la gestione della pratica di fisioterapia (compreso anche il
compenso per il trasporto del fisioterapista) la spesa preventivata per
l’anno in corso è di euro 5000.
Riferimento : Fondazione Shen Asti.
2) CENTRO PASTORALE DI UZNOVE (missione diocesana in Albania)
A Uznova, nel territorio della Missione Diocesana in Albania, nel 2005,
sono state mandate dalla diocesi di Rimini le sorelle della comunità di
Montetauro. Esse alloggiavano nella casetta precedentemente abitata
da don Osvaldo Caldari. Il lavoro missionario da loro svolto ha portato
oggi ad avere ad Uznove 32 battezzati oltre ad un notevole numero di
catecumeni e aspiranti.
Ora le sorelle hanno una loro abitazione e un centro disabili acquistato
dalla “Piccola Famiglia”, perciò la casa in oggetto servirà, una volta
ristrutturata, ad edificio per i servizi pastorali di quel nucleo della
Missione che ora è numeroso e non sa dove ritrovarsi.
Il progetto prevede al pian terreno una sala grande, due stanze, un
bagno e cucinotto. Al piano superiore due stanze per il prete e un
ospite. I lavori inizieranno a novembre col primo piano e l’anno
prossimo col secondo.
La spesa preventivata, compreso l’arredo, si aggira sui 70.000 euro, la
prima trance di 42.000 euro servirà per rendere quanto prima
usufruibile questo luogo.
Riferimento: Piccola Famiglia di Montetauro.
45
3) PROGETTO DOPOSCUOLA A KUÇOVA E A UZNOVE (missione
diocesana in Albania)
In collegamento con l’AVSI di Tirana da diversi anni la Missione ha
iniziato una attività di sostegno a bambini in difficoltà e non solo a
livello economico (genitori malati o in prigione, disabilità, situazioni di
degrado). Da due anni, sempre in collaborazione con l’AVSI, a Kuçova e
a Uznova, si è svolta una attività di doposcuola con questi bambini.
L’esperienza fatta è stata molto fruttuosa perché ha dato ai piccoli la
possibilità di vivere una diversa realtà, di inserirsi meglio nella scuola
e di migliorare il rapporto con gli altri. L’aiuto dell’AVSI non copre
neppure un terzo delle spese per cui, per non rinunciare a questa
opportunità, oltre all’aiuto dell’AVSI, è necessario un sostegno di 6000
euro.
Riferimento: Missio diocesana.
4) CAMEROUN: Una casa per giovani ex detenuti
L'impegno più recente di Maria Negretto e della sua associazione è
quello di costruire una casa dove ospitare i giovani ex detenuti delle
carceri di Bafoussam. Si tratta di 14 ragazzi dai 16 ai 22 anni che
hanno vissuto prima in strada e poi in prigione, senza affetti e senza
prospettive. Per aiutarli si è avviato un progetto triennale di
formazione e di lavoro nell'agricoltura e nell'allevamento. Per
completare l'abitazione che li accoglierà occorrono 30.000 euro.
MISSIO DIOCESANA – RIMINI
Sede: Via IV Novembre, 35 - Tel. 0541/1835109 - Fax 0541/1835128
E-mail: [email protected]
Per offerte, sede Missio, oppure:
CODICE IBAN: IT 10 X 06285 24201 CC0011317537 presso Carim,
Nel versamento delle offerte specificare il progetto al quale sono
destinate.
46
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