Genvs Mvsicae
III RASSEGNA ORGANISTICA
NEBROIDEA
“Annibale Lo Bianco”
Dicembre 2013
Medaglia del Presidente
della Repubblica Italiana
edizione 2012
Ideazione e progetto
Ylenia Olivo
Direzione artistica
Calogero Giallanza
Note ai programmi di sala
Rossella Cannaò
Supporto tecnico scientifico
Luigi Giacobbe
Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina
Stampa
Armenio Editore, Brolo (ME), 2013
Ringraziamenti
Basilio Scalisi (Diocesi di Patti). I parroci: Vincenzo Rigamo (Galati Mamertino), Calogero Tascone (Naso), Simone Campana
(Frazzanò), Carmelo Catalano (Ucria); Francesco De Francesco Commissario straordinario, Giuseppe Salpietro (Camera di
Commercio di Messina); Luciano Armeli Iapichino (Galati Mamertino), Rocco Giovanni Scimone Soprintendente, Grazia
Musolino responsabile U.O. IX (Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina), Luciano Buono (Messina)
Genvs Mvsicae
III RASSEGNA ORGANISTICA
NEBROIDEA
“Annibale Lo Bianco”
Dicembre 2013
L’eredità salvata
Programma
N
ella collettiva e perenne discussione sullo “stato dell'arte” viene spesso enfatizzato quanto
il Paese si sia allontanato dalla sua originaria e antica vocazione culturale, indugiando sull'
interminabile elenco degli articoli di giornale, volumi e contributi sulla scarsa efficacia
della tutela del nostro patrimonio, sullo stato di abbandono di monumenti e siti archeologici,
sulle chiusure di archivi e biblioteche, sull'assedio cementizio al paesaggio, sulla inadeguatezza
di investimenti nell'industria creativa.
Ma la cultura nel Paese non è solo questo. Oltre, e nonostante tutto, c'è un'Italia che funziona
e produce cambiamento e che testimonia le potenzialità di un settore dinamico e concreto. E'
l'Italia di alcune realtà piccole e grandi, esperienze nate, sempre più di frequente, dalla collaborazione tra pubblico e privato, che condividono uno scopo: progettare e realizzare idee innovative
che sposino la tradizione e l'identità locale con la valorizzazione e la crescita del territorio.
Questo il solco in cui ci siamo mossi per la realizzazione della Rassegna Organistica Nebroidea
“Annibale Lo Bianco”, giunta oramai alla sua terza edizione. Un' esperienza che ha visto protagonista di sé tutto il territorio che, attraverso la partecipazione di istituzioni e, soprattutto, singoli,
commercianti ed imprenditori, ha, nonostante la crisi, non solo compreso, ma abbracciato con
entusiasmo l'idea di diventare promotore e non solo fruitore di cultura.
E così, ancora una volta, il richiamo alla responsabilità dell'immenso valore che ci è stato affidato
lo abbiamo consapevolmente orientato ad una visione del territorio come Museo Diffuso, fatto
di paesaggio, di monumenti storici e artistici, di opere d'arte, di cultura che è anche musica, cibo,
racconto, sensibilità e sguardo. In tale chiave, siamo certi, risiede una delle maggiori opportunità di crescita, culturale ed economica insieme, su cui i Nebrodi possono contare per il proprio
presente.
Ylenia Olivo
Responsabile Progettazione
30 dicembre 2013
Ucria, Chiesa di San Pietro, ore 18,30
Letizia Colajanni (Soprano)
G i o v a n B a t t i s t a Va g l i c a (Organo)
Marco Enrico Bossi (1861 - 1925)
Entrèe Pontificale
Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
Lascia ch’io pianga dal Rinaldo
Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Domine Jesu dal Gloria
César Franck (1822 -1890)
Noel
Offertorio in re magg.
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Crucifixus dalla Petite Messe Solennelle
O Salutaris Hostia
Félix Alexandre Guilmant (1837 - 1911)
Coro dal Giuda Maccabeo di Händel
Jean Marie Siougos
Vierge Marie
Giuseppe Verdi (1837 - 1911)
Ave Maria dall’Otello
R
iparte per la terza edizione la Rassegna Organistica Nebroidea “Annibale Lo Bianco”. Anche la programmazione 2013 in continuità con le precedenti edizioni, e malgrado le difficoltà economiche, ospiterà interpreti di grande prestigio e spessore. Non solo grande musica
grazie agli organi di Annibale Lo Bianco, ma anche straordinari musicisti tra i più importanti del
panorama europeo della Musica Antica al fianco di giovani promesse.
In ogni centro abitato, in ogni parte di questo territorio, anche la più nascosta, vi è un monumento vivo, in costante evoluzione e aperto alla collettività.
La Rassegna a partire da questa edizione diverrà un esempio di gestione consapevole che esalterà il Bene e il Bello nel senso più ampio e complessivo, ponendo l’accento sul suo carattere di
motore economico e culturale per il territorio nebroideo, rinnovando, con contenuti e strategie
innovative, il suo antico ruolo.
Calogero Giallanza
Direttore Artistico
Organo Michele e Agostino Polizzi, 1912, Modica
Ubicato in cantoria situata sopra la porta d’ingresso.
Persiana espressiva con 9 elementi in vetro. Tastiera a finestra con 56 tasti
(Do1- Sol5 con prima ottava cromatica); rivestimento dei tasti diatonici in
osso; cromatici in ebano. Pedaliera concavo-diritta, 27 pedali, Do1-Re3.
Iscrizioni: targhetta in porcellana sopra il manuale: “Michele e Agostino F.lli
Polizzi / Modica – Alta”.
Restauri: Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina - Arte
Organaria di A. & A. Bovelacci – Ragusa, 2010. L. R. 44/85
Note al programma
Interpreti
L
ENRICO PARIZZI
’Entreè pontificale con cui si apre il concerto di questa sera è il primo dei cinque pezzi per organo
che compongono l’op. 104 di Marco Enrico Bossi (1861-1925), compositore italiano e importante
organista vissuto a cavallo tra Otto e Novecento.
Già il titolo è esplicativo del carattere maestoso e solenne con cui l’opera si presenta all’ascoltatore.
Esistono due versioni di questo brano di cui una è addirittura per due organi.
George Friederick Händel ovvero dell’opera italiana in Inghilterra: così, in realtà, potremmo definire il
compositore che trapiantò l’opera italiana a Londra agli inizi del Settecento.
E proprio il Rinaldo, dramma in musica in tre atti, fu la prima opera italiana con cui il compositore si
presentò al pubblico inglese il 24 febbraio 1711 al Queen’s Theatre, Haymarket, Londra, riscuotendo
enorme successo.
La trama ideata da Hill, drammaturgo inglese, nacque dalla combinazione di svariati elementi derivati principalmente da La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, ma anche dall’Orlando furioso
di Ludovico Ariosto, e dalla leggenda di Armida. Lascia ch’io pianga mia cruda sorte, e che sospiri la
libertà […]: l’incipit di quest’aria non lascia dubbi alla potenza icastica di testo e musica inscindibili in
un capolavoro assoluto quale G. F. Händel ha consegnato alla storia della musica.
Tratto dal famoso Gloria RV 589 in re maggiore di Antonio Vivaldi, in questo Largo, Domine Deus,
bellissima si presenta l’introduzione strumentale e il dialogo tra la voce e lo strumento talvolta insieme in lunghe progressioni melismatiche.
All’interno della importante tradizione organistica francese si inseriscono i due brani in programma di
C. Franck, importante compositore francese.
Tratti dalla raccolta di pezzi composta specificamente ad uso liturgico per organo o harmonium, denomimata l’Organiste del 1890, il Noel si presenta come una armonizzazione con un breve sviluppo
sul tema popolare francese tipico del natale; l’Offertorio in re maggiore si presenta come un brano
specifico per essere suonato all’interno di una Messa.
Il silenzio rossiniano che seguì al grande successo del Guillaume Tell del 1829, venne interrotto dalla
composizione di questa Petite Messe Solennelle del 1863, definita “ultimo peccato di vecchiaia”, che,
insieme allo Stabat Mater, composto nel 1841, rappresentano i due capolavori di musica sacra del
grande compositore di opere buffe.
“Petite” solo nel riferimento all’organico, 4 parti vocali con l’accompagnamento strumentale di due
pianoforti e un harmonium, questa Messa viene considerata uno degli ultimi lavori importanti del
compositore, composta durante il suo soggiorno a Passy, località nei pressi di Parigi, e fu lo stesso
compositore a darne successivamente una versione per orchestra e coro.
Due i brani in programma dal carattere decisamente diverso: un’ aria solistica del soprano su accompagnamento uniforme e con utilizzo di pochissimi e semplici spunti tematici il primo, contraddistinto
da una espressività dimessa e dolente; di carattere sereno e luminoso il secondo, che si concede ad
una apertura lirica di grande freschezza.
F. A. Guilmant (1837-1911) compositore e organista francese si cimenta con questo pezzo in una
parafrasi del solenne coro tratto da un celebre oratorio di G. F. Händel, il Giuda Maccabeo, in tre atti,
composto nel 1746 su libretto di Thomas Morell.
Delicata e vibrante la melodia di questa Vierge Marie di Jean Marie Siougos che nulla ha da invidiare
alla melodica preghiera, di straordinaria delicatezza e semplicità, quale si presenta quella di Desdemona che apre il IV atto dell’Otello, penultima opera di Giuseppe Verdi, su libretto di Arrigo Boito,
tratta dall’omonimo testo di William Shakespeare, e andata sulle scene il 5 febbraio 1887 al teatro la
Scala di Milano.
È con questa Ave Maria che Verdi rende la dimensione del personaggio Desdemona, moglie di Otello,
il moro accecato di gelosia, mostrandola in tutta la sua purezza e nella sua elevatezza d’animo.
Chiusa nella sua stanza, quasi a presagio di morte, Desdemona eleva questa preghiera alla Madre…
di lì a poco entrerà Otello a ucciderla, prima di togliersi lui stesso la vita dopo essersi accorto del tragico errore.
Violino
V
iolinista e violista, è stato tra i primi ad occuparsi di prassi esecutiva in Italia.
In quasi trent’anni di carriera, ha collaborato con alcuni tra i maggiori specialisti della musica rinascimentale e barocca, come Renè Jacobs, Gabriel
Garrido, Rinaldo Alessandrini, Konrad Junghänel, Dominique Visse, Jordi Savall,
Bruce Dickey, Alan Curtis, Alice Piérot, John Elwes, Nigel Rogers, Maria Cristina
Kiehr, Rolf Lislevand, Aline Zylberajch, Christina Pluhar, Vincent Dumestre, Fabio
Biondi, Enrico Onofri, Giovanni Antonini, François Fernandez, Diego Fasolis, Enrico
Gatti, Andrea Marcon, Chiara Banchini e tanti altri; con musicisti classici quali Giuliano Carmignola e Mariella Devia; compositori, musicisti popolari, di jazz, come
Bireli Lagrène; di musica improvvisata, come Michel Godard.
Membro per molti anni dell’ensemble La Fenice (Jean Tubéry), dei Sonatori della
Gioiosa Marca, del quartetto d’archi Ad Fontes di Zurigo e violino di spalla stabile nel Parlement de Musique diretto da Martin Gester, nel Teatro Armonico di
Alessandro De Marchi, e nell’orchestra Ad Fontes di Zurigo, è stato ospite dei più
importanti festival e stagioni concertistiche in tutta Europa, U.S.A., Canada ed Israele.
Ha registrato per varie reti radiofoniche e televisive in Italia ed all’estero ed ha inciso oltre 60 CD per varie case discografiche, tra cui Astrée-Auvidis, Harmonia Mundi France, Alpha, Naïve, Accord, Ricercar, K617,
Naxos, Opus 111, Symphonia, France Musique, Dynamic, premiati da Diapason d’Or de l’année, Choc du Monde de la Musique,
10 de Répértoire, Académie Charles Clos, Premio Vivaldi di Venezia.
Insegna Violino e viola barocchi e classici presso il Conservatorio di Musica “F. E. Dall’Abaco” di Verona ed ha tenuto stages di
violino, viola e orchestra barocca presso il Conservatorio di Strasburgo, l’ESMAE di Oporto, l’Early Music Festival di Glasgow, e
Avignone.
MICHELE VANNELLI
Organo
H
a studiato con Francesco Tasini e si è diplomato con il massimo dei voti in
organo, composizione organistica e clavicembalo presso il Conservatorio
di Musica G. Frescobaldi (Ferrara). Dal 1996 è organista della chiesa monumentale di S. Giovanni in Monte in Bologna; nel 2006 è stato nominato Maestro
di Cappella della Basilica di San Petronio, ove dal 2002 ricopriva l’incarico di direttore del coro. È fondatore e direttore dell’Ensemble D.S.G. Ha tenuto numerosi
concerti in qualità di direttore, maestro di coro, organista, clavicembalista e cantante, collaborando con ensembles specializzati nel repertorio rinascimentale e
barocco (Ensemble Concerto, dir. R. Gini; Accademia Bizantina, dir. O. Dantone;
A sei Voci, dir. B. Fabre - Garrus), e partecipando a prestigiosi festival italiani ed europei (“Musica insieme”, Bologna; “Organi Antichi”, Bologna; “Angelica”, Bologna;
“Centro della Voce”, Bologna; “Notti malatestiane”, Rimini; “Festival lodoviciano”, Viadana; “Festival Letteratura”, Mantova; “Trento
Musica Antica”; “Festival de Sablé-sur-Sarthe”; “Scènes de Pays dans les Mauges”; “Festival de La Chaise Dieu”); Nel 2007, in occasione del IV centenario de L’Orfeo di Monteverdi, è stato maestro del coro nella produzione dell’opera a Mantova con la direzione
di Roberto Gini.
Ha registrato quattro CD con il Requiem di Maurizio Cazzati, la Messa a tre cori di Giacomo Antonio Perti, i Mottetti a due e tre
voci, op. III di Giovanni Paolo Colonna e la Missa “In illo tempore” di Claudio Monteverdi per le case discografiche Studio SM, Dynamic e Tactus. Nel 2003 è stato assistente di Bernard Fabre Garrus nel corso dell’ultimo stage italiano dell’Ensemble A sei voci.
Nell’estate 2007 ha tenuto il corso di musica d’insieme vocale e strumentale nell’ambito di “Feudarmonico - Musica Antica a
Corinaldo (AN)”.
È stato chiamato a far parte della della commissione giudicatrice del 1° Concorso internazionale di Composizione Sacra Liturgica
indetto da Creator - Faenza Musica Sacra. È membro della commissione musica sacra della diocesi di Bologna.
Interpreti
Programma
GIOVANNI BATTISTA GRAZIADIO
29 dicembre 2013
Frazzanò, Chiesa Maria SS Annunziata, ore 18,30
Flauto dolce e Fagotto barocco
H
a conseguito il diploma accademico di primo livello in strumenti antichi,
con indirizzo flauto dolce, con il massimo dei voti e la lode, presso il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Musica di Cosenza “S. Giacomantonio”.
Ha studiato fagotto barocco, classico e dulciana con il M° Maurizio Barigione, il
M° Giorgio Mandolesi e il M° Alberto Grazzi, frequentando vari corsi di perfezionamento, seminari e masterclass. Ha studiato fagotto storico per due anni presso
la Zürcher Hochschule der Künste sotto la guida del M° Giorgio Mandolesi. Ha
frequentato anche vari corsi internazionali sul flauto dolce e la musica antica. È
fondatore e curatore dell’ensemble di musica antica “Riflesso Armonico”.
È membro fondatore dell’ensemble AbChordis con il quale si esibisce in tutta
Europa e con cui ha vinto i concorsi di Ambronay 2012 (residenza per i giovani
ensemble) e REMA 2013. Svolge attività concertistiche con formazioni come
“Concerto Romano”, “I Barocchisti” di Lugano (CH), Orchestra Barocca “ORFEO
FUTURO”, Canal Grande (Adriatic Baroque Orchestra), Orchestra barocca Lautten
Compagney di Berlino, “Collegium Pro Musica”, “Camerata Artemisia Gentileschi”,
Ensemble Barocco dell’ Associazione per la Musica “Antonio Il Verso” di Palermo,
“Consort Antonio Il Verso”, ensemble “Festa Rustica”, ensemble “Stile Galante”, Accademia Montis Regalis.
E’ stato fagottista dell’Académie baroque européene d’Ambronay 2011 sotto la direzione di Sigiswald Kuijken e fagottista classico della Jeune Orchestre Atlantique di Saintes (Aprile, 2012) sotto la direzione di Alessandro Moccia. Ha inciso per RadiciMusic Records, Il Quotidiano - Finedit S.R.L., Digressione Contemplattiva, Christophorus Records (MusiContact-group), Pan
Classics Records. Si è esibito più volte in diretta radiofonica su Radio Vaticana, anche direttamente dagli stessi studi, sulla prestigiosa radio tedesca WDR e su Radio ORF direttamente dalla Konzerthaus di Vienna.
G i o v a n n i B a t t i s t a G r a z i a d i o ( Flauto dolce e Fagotto barocco)
M a t t e o F r a n c e s c o G o l i z i o (Organo)
Johann Christoph Friedrich Bach (1732 - 1795)
Allegretto con variazioni sul tema ah, vous dirais-je, maman - Wf XII/2, (organo solo)
Philipp Friedrich Böddecker (1607 - 1683)
Sonata sopra “La Monica”, (fagotto e organo)
John Alcock Junior (1740 - 1791)
Voluntary V, (organo solo)
Jean Daniel Braun (1728-1740)
Rondeau-Capricio, (fagotto solo)
Niccolò Moretti (1763 - 1821)
Pastorale, (organo solo)
Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
Sonata in Fa maggiore per flauto e basso continuo HWV 369
Larghetto-Allegro-Siciliana-Allegro, (flauto e organo)
Niccolò Moretti (1763 - 1821)
Sonata ad uso orchestra, (organo solo)
MATTEO FRANCESCO GOLIZIO
Organo
Diogenio Bigaglia (ca.1676 - ca.1745)
Sonata in la minore per flauto dolce e b.c. (1722)
Adagio - Allegro - Tempo di Minuetto - Allegro, (flauto e organo)
S
i è diplomato in Organo e Composizione Organistica, in Strumenti antichi da
tasto ed in didattica della musica presso il Conservatorio “S. Giacomantonio”
di Cosenza.
Negli stessi anni ha seguito corsi d’interpretazione organistica con i maestri H. Vogel
e C. Stembridge. Si è laureato in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo (indirizzo
musica), presso l’Università della Calabria, con il massimo dei voti e la lode accademica (110/110 e lode), avendo come relatore il Prof. M. Privitera.
Ha partecipato a note rassegne e festival organistici nazionali ed internazionali quali: L’autunno organistico della provincia di Lodi XII e XV Edizione, Le ore
dell’organo post Missam di San Marcello al Corso a Roma X e XIII edizione, Rassegna
“Musica d’organo in Basilica” in Santa Prassede a Roma, il Festival de Musica della
Diputacion de Palencia - Spagna, X Festival concertistico Internazionale sugli organi Storici del Vicentino, XXV e XXVI Stagione
Concertistica Internazionale d’Organo di Lecce e del Salento, Rassegna “Itinerari organistici della provincia di Novara”, Prima
rassegna organistica di Campione d’Italia, XXI e XXVI edizione del Festival Internazionale d’organo dell’Abbazia Benedettina di
San Martino alle scale a Monreale – Palermo, Lang nacht der kirchen presso la Brietenfeld Kirche di Vienna - Austria, Orgelvesper
della Martin Luther Kirche di Linz - Austria, Soli Deo Gloria di Reggio Emilia, Festival organistico di Sitges – Barcellona - Spagna,
musica nelle chiese di Danimarca: Esbjerg e Beotoft, etc.
Organista da più di un decennio presso il Santuario di San Francesco di Paola, in Paola; nonché organista e direttore del coro polifonico “Sant’Agata” di Santa Maria di Portosalvo in Paola (CS).
Ha inciso diversi cd con compagini corali ed orchestrali.
È impegnato nel recupero degli organi storici del suo territorio.
Organo Annibale Lo Bianco, 1716-1717, Galati Mamertino
Ubicato nel terzo intercolumnio della navata centrale, sul pavimento.
Prospetto 29 canne di facciata disposte in tre campate a cuspide (11+7+11).
Cassa in stile barocco con intagli e sculture dorate e decorazioni floreali dipinte. Doratura di Giuseppe Giammetta (sec. XVIII). Tastiera a finestra con 45
tasti (do1-do5) e prima ottava corta; rivestimento dei tasti diatonici in bosso
e cromatici in legno duro; frontalino a giglio. Pedaliera di tipo siciliano con
8 pedali (do1-si1) e prima ottava corta; unione fissa al manuale. Iscrizioni:
sul ventilabro del do1, a inchiostro: “1717”; sulla cimasa, dipinta: “1716”; sul
pannello sopra il manuale, dipinta: “IN/DORATU[M] / AN[N]O / 1734”. Restauri: Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina - Artigiana
Organi, di Francesco Oliveri & C., Acicatena - CT, 2009, L.R. 44/85.
Scheda OA/SM n. cat. gen. 1900164801 – Soprintendenza per i Beni Culturali
di Messina.
Note al programma
Interpreti
S
LETIZIA COLAJANNI
ulle note dell’organo solo si apre il brano di J. C. F. Bach, undicesimo figlio dei ventitre del grande
J. Sebastian Bach, Ah,vous dirai-je, maman: si tratta di un allegretto in sol maggiore con diciotto
variazioni, che riprende il celebre canto popolare francese della metà del Settecento sulla cui elaborazione diversi compositori si cimentarono, non ultimo W. A. Mozart che lo compose nel 1778 con 12
variazioni in do maggiore.
Nel gioco sapiente e virtuosistico con cui viene rielaborato il tema, si evince la scrittura “galante” del
compositore non esente, comunque, dall’uso di stilemi del periodo barocco.
Decisamente barocca la sonata per fagotto sopra il tema de “la Monica” in la minore del compositore
e organista di corte tedesco P. F. Böddecker, composta nel 1651: un tema popolare noto in Italia, Germania, Francia e Inghilterra tra il XVI e XVIII secolo.
Il titolo della melodia prende il via da una famosa canzone popolare italiana, Madre non mi far
monaca, particolarmente in voga nella letteratura italiana popolare tra medioevo e rinascimento.
Numerosi furono i compositori che rielaborarono il tema sia per composizioni sacre che profane,
come l’italiano Girolamo Frescobaldi.
Particolarmente espressivo il tema sottolineato dall’organo in diverse ripetizioni, come un basso ostinato, sopra cui fiorenti e di grande impatto sono le tessiture sonore del fagotto.
Ci spostiamo in Inghilterra con J. Alcock jr. e la quinta delle sue Eight Easy organ Voluntaries, in fa
maggiore.
Pubblicate intorno al 1775, indicano già dall’intestazione otto diversi assolo per organo: le voluntaries erano brani tipici nell’Inghilterra del sedicesimo secolo, composti per organo ma anche per
strumenti a fiato, che, sovente, durante le cerimonie religiose, venivano ripetuti “a volontà”, da qui
l’origine del nome, assumendo spesso un carattere improvvisativo e seguendo uno stile contrappuntistico meno rigoroso.
La struttura interna prevede 2 sezioni: un adagio iniziale e un allegro susseguente.
Il Rondeau-Capricio di J. D. Braun si presenta come un brano breve e conciso dal carattere frizzante,
mettendo in risalto le caratteristiche peculiari dello strumento.
Ci immette sin dalle prime note in un clima pastorale, quasi da locus amoenus la Pastorale di Niccolò
Moretti, definito dal biografo abate Crespan “...compositore felice, studioso dei famosi maestri, ricco
d’immaginazione feconda”, organista trevigiano vissuto tra la fine Settecento e i primi dell’Ottocento,
che mostra tutto il suo stile in questa Pastorale per organo strutturata in due parti, un Largo iniziale e
un Allegro dal caratteristicio ritmo puntato in tempo ternario, elementi tipici della pastorale.
Segue dello stesso compositore anche la Sonata ad uso orchestra in re maggiore: la composizione si
dispiega con un poderoso “incipit” che prosegue in episodi spigliati.
Strutturato in un unico movimento, il brano rappresenta la forza dell’orchestra all’organo, caratterizzato com’è da una linea melodica riempita da un “forte”, denso accompagnamento polifonico.
Prende il via con un Larghetto dal carattere mesto ma molto espressivo la sonata in fa maggiore op.
1 n. 11 di G. F. Händel pubblicata nel 1732, in cui interessante si mostra il dialogo tra il flauto e il basso
continuo realizzato dall’organo.
Il secondo tempo, dal tipico carattere brillante, secondo lo schema dei movimenti della sonata da
camera barocca lento – veloce - lento - veloce, si presenta in forma bipartita: particolare la scrittura
del flauto che arieggia in fluenti figure melodiche.
Dal chiaro ritmo morbido e pacato la siciliana, tipica danza barocca in tempo ternario dal carattere
pastorale, che dischiude la sua bellezza nel tono minore (re minore) in appena 11 battute. La sonata
si conclude con l’Allegro finale, in 12/8, una vivace giga in forma bipartita.
L’ultimo pezzo in programma rispecchia la struttura della tipica sonata barocca in quattro movimenti, fu composto nel 1722. Il primo movimento dispiega la bellezza di una melodia in ritmo puntato
staccandosi in maniera netta dal clima danzante del secondo movimento.
Il Tempo di Minuetto si presenta come danza “cortese” cui segue il carattere brillante e virtuosistico
del IV movimento.
Soprano
I
nizia il suo percorso formativo presso l’Istituto Superiore Musicale “V.Bellini” di
Caltanissetta dove si è diplomata con dieci, lode e menzione d’onore sotto la
guida del mezzosoprano Tiziana Arena. Il giovane soprano svolge un’intensa
attività concertistica e operistica che l’ha portata ad esibirsi nelle maggiori città
italiane ed all’estero: Francia, Turchia, Belgio, Portogallo, Giappone, Libano,
Corea, Paraguay e Stati Uniti d’America, in collaborazione con ambasciate, associazioni musicali, artisti e direttori d’orchestra italiani e stranieri.
Nel Novembre 2003 è stata impegnata in una serie di concerti a Duluth (Minnesota) con la “UMD Symphony Orchestra” diretta da Rudy Perrault. Nel maggio 2004
è stata invitata a tenere il recital d’apertura del “Festival Internazionale di Musica”
presso l’Università di Ankara in Turchia e a giugno dello stesso anno è stata invitata in qualità di ospite speciale al “Festival Internazionale di Musica” a Victoria,
Gozo (Malta).
Nello stesso anno Letizia Colajanni è stata impegnata nella produzione della
“Thais” di Massenet al Teatro dell’Opera di Roma diretta da Pascal Rophé con la
regia di Renzo Giacchieri e la partecipazione di Carla Fracci.
Lo scorso aprile è stata invitata in Giappone dove è stata protagonista di un recital nel teatro Oktopia di Tokio. Nell’anno 2008 il soprano è stata invitata a ricoprire la cattedra di dizione italiana, fisiologia e
tecnica vocale presso la UMD (University Minnesota Duluth) negli Stati Uniti.
Letizia Colajanni è reduce da una serie di concerti in Paraguay. Grande successo è stato riscosso al Teatro Municipal di Asunciòn
con l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Asunciòn (OSCA) alla presenza dell’Ambasciatore italiano in Paraguay in occasione della
festa della Repubblica italiana.
Il repertorio di Letizia Colajanni spazia dalla musica sacra e da camera del Seicento sino a comprendere la musica dodecafonica
contemporanea, non tralasciando soprattutto sensibili interpretazioni del repertorio francese, belliniano e donizettiano.
GIOVAN BATTISTA VAGLICA
Organo
C
ompie brillantemente gli studi musicali, parallelamente a quelli classici,
presso il Conservatorio di musica V. Bellini di Palermo diplomandosi in pianoforte, organo e composizione organistica; approfondisce successivamente
la prassi esecutiva antica, barocca, romantica e liturgica.
Si è esibito come organista in importanti manifestazioni, festival e stagioni musicali in Italia ed all’estero (Svizzera, Germania, Spagna, Finlandia) ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni ed incisioni sulla tradizione musicale ed organologica
siciliana.
Componente della Commissione Diocesana di Musica Sacra della Arcidiocesi di
Monreale; Ispettore onorario in materia di Organi antichi e storici della Regione siciliana; Organista titolare presso la Basilica benedettina di S. Martino delle Scale;
Docente di Organo, Teoria Analisi e Composizione presso il Liceo musicale R. Margherita di Palermo; già docente di Introduzione
alla Musica liturgica presso l’I. S. R. della Arcidiocesi di Monreale e l’Accademia delle Belle Arti di Palermo.
Direttore Artistico del Festival Organistico di S. Martino delle Scale e della 50ma Settimana di Musica Sacra di Monreale.
Sulla sua attività musicale così si sono espressi alcuni giornali e personalità musicali:
“Nella prima parte del concerto sono state eseguite musiche di Rossini, p. Davide da Bergamo, Bellini, presentate ed eseguite in
modo così magistrale che le possibilità tecniche e acustiche dell’organo sono state sfruttate pienamente” (Alb Bote, Germania).
“La casa editrice Augustinus ha pubblicato il bel volume “Gli Organi antichi…” di Giovan Battista Vaglica… il volume è ricco di
interessanti illustrazioni di tutti gli organi presi in esame” (Strumenti e Musica).
Note al programma
Programma
L
27 dicembre 2013, G a l a t i M a m e r t i n o , C h i e s a S a n t a M a r i a A s s u n t a , o r e 1 8 , 3 0
28 dicembre 2013, N a s o , C h i e s a d e l S S . S a l v a t o r e , o r e 1 7 , 3 0
a prima metà del Seicento è per la musica strumentale un momento di importanza decisiva: si
pongono le fondamenta tecniche ed estetiche di quel progressivo affrancamento dalla musica
vocale che attraverserà i secoli successivi. Grazie a strumenti polifonici quali organo, clavicembalo,
violino.
Sonate, sinfonie, toccate, capricci, sono solo alcuni dei generi musicali che via via prendono forma
nella storia della musica strumentale barocca. “Chi averà ottenuta la sorte di praticare, o studiare
sotto la scuola del famosissimo Sig. Bernardo Pasquini in Roma, o chi almeno l’avrà inteso o veduto
sonare, avrà potuto conoscere la più vera, bella e nobile maniera di sonare e di accompagnare”
– con queste parole F. Gasparini si pronuncia, nel suo L’armonico pratico al cimbalo, Venezia,
Bortoli, 1708, sull’arte musicale di questo grande compositore, clavicembalista e organista italiano
di cui ascolteremo una sonata in stile barocco: ad una breve introduzione di fantasia, dal carattere
improvvisativo, segue poi un breve fugato. La sonata è tratta dal volume Sonate da organo di
vari autori, curato nel 1680 da G. C. Arresti che vi incluse le composizioni più illustri di compositori
bolognesi e romani.
La Sonata I op. IV del violinista fiorentino G. B. Viviani, attivo a Innsbruck, pubblicata a Venezia
nel 1678 in Capricci armonici da chiesa e da camera a violino solo et sonate per tromba sola,
Opera Quarta si presenta con movimenti non ben definiti, tanto da poter parlare di tre sezioni: una
introduttiva in stile di fantasia improvvisativa, una centrale con un’aria con variazioni, per concludersi
con un’ultima sezione dal carattere improvvisativo.
Tre i brani in programma di Pietro degl’Antonij, pluristrumentista oltre che compositore: compose
musica vocale religiosa e secolare, oltre a svariate raccolte di musica strumentale per archi e basso
continuo. Nelle sonate dell’op. V, date alla luce nel 1686, si possono ritrovare le tracce della sua
scrittura vocale, ma ciò che caratterizza queste opere è l’importanza accordata alla parte del basso,
che dialoga costantemente alla pari col violino, sviluppando gli stessi materiali tematici. La sonata
in programma presenta una impronta di sonata da chiesa in 5 movimenti con una introduzione
dal forte carattere recitativo, una fuga con spirito, segue un’aria grave ternaria dallo stile vocale, un
adagio e si conclude con una fuga vivace.
Sulla melodia popolare “del cucù” si confrontano due importantissimi compositori: Girolamo Frescobaldi con il suo Capriccio per tastiera dato alla luce nel 1624 e Johann Heinrich Schmelzer con la sua
sonata per violino dal titolo omonimo. Di straordinaria inventiva si presenta il Capriccio del cucù, in
cui il tema principale viene sintetizzato in una terza minore ripetuta a mo’ di ostinato dalla voce superiore e ripresa variata dalle altre: ossessiva è infatti presenza in tutte le sezioni (ognuna organizzata
attorno ad un tema proprio) dell’obbligo Re Si con cui risuona il canto del cucù. La Sonata sul cucù di
J. H. Schmelzer sopravvive in una sola copia manoscritta nell’archivio Kromeriz. Venne commissionata al violinista austriaco dal principe-vescovo di Olomouc-Kromeriz. Brillante, virtuosistico e sempre
ben chiaro nei vari movimenti del brano il tema del cucù in un dialogare costante tra le voci strumentali. Due gli ascolti in programma di Alessandro Stradella, importantissimo compositore italiano, pioniere del concerto grosso e autore di numerose opere musicali sia vocali che strumentali.
Ricca di spunti, la toccata in la minore per tastiera alterna momenti improvvisativi ad episodi contrappuntistici che rivelano la maestria del compositore. La Sinfonia in fa maggiore fa parte di un
manoscritto autografo presente a Torino presso la Biblioteca Nazionale, contenente 10 sinfonie del
nostro. Di ampio respiro la sinfonia si presenta in diverse sezioni con l’uso di una scrittura prevalentemente contrappuntistica.
Le Sonate del Rosario sono una raccolta di 15 sonate conosciute anche come Sonate dei Misteri, divise equamente secondo i tre Misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi: composte verosimilmente nel 1674
fanno uso di una tecnica particolare utilizzata dal grande violinista boemo, la scordatura. Solo la I
sonata e la passacaglia finale si eseguono con l’accordatura ordinaria: la prima sonata definita “Annunciazione” in re minore si presenta con un Preludium introduttivo, un’ Aria allegro con Variazioni e
un breve Finale. Toccata nel barocco si definiva un genere per lo più di carattere improvvisativo- contrappuntistico, il cui padre fu sicuramente G. Frescobaldi.
Importantissimo organista e compositore tedesco, Georg Muffat diede alle stampe nel 1690 una raccolta di dodici toccate per organo dal titolo Apparatus musico - organisticus offerta all’imperatore
Leopoldo I, in cui il compositore offre la sua inventio stilistica sul genere musicale. La dodicesima,
in programma, che chiude il ciclo, è suddivisa in diverse sezioni di carattere diverso: si passa
dall’espressione virtuosistica a fugati di carattere contrappuntistico, ad adagi ariosi debitori dello stile
italiano e francese.
E n r i c o P a r i z z i ( Violino)
M i c h e l e V a n n e l l i (Organo)
Bernardo Pasquini (1637- 1710)
Sonata (da Sonate da organo di vari autori, ca.1690)
Giovanni Buonaventura Viviani (1638 – 1692)
Sonata I Opera IV, 1678
Pietro Degl’Antonij (1639 – 1720)
Sonata VIII Opera IV, 1676
Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643)
Capriccio sopra il cucco da Il primo libro dei capricci, 1624
Johann Heinrich Schmelzer (1620 – 1680)
Sonata “Cucù” (manoscritto)
Alessandro Stradella (1639 – 1682)
Toccata (manoscritto)
Alessandro Stradella ( 1639 – 1682)
Sinfonia in fa maggiore (manoscritto)
Pietro Degl’Antonij (1639 – 1720)
Pastorale da Sonate e versetti opera IX, 1712
Pietro Degl’Antonij (1639 – 1720)
Sonata VIII Opera V, 1686
Georg Muffat (1653 – 1704)
Toccata duodecima et ultima da Apparatus musico-organisticus, 1690
Heinrich Ignaz Franz Biber (1644-1704)
Sonata I “Annunciazione” dalle Sonate del Rosario
Organo Annibale Lo Bianco, 1720, Galati Mamertino
Ubicato in cantoria lignea situata nel presbiterio in cornu epistulae. Prospetto : 29 canne
disposte in tre campate a cuspide (11+7+11, sol5) con bocche allineate e labbri superiori a
mitria sormontate da 5 puntini a rilievo formanti una crocetta. La cassa, in stile barocco, ha
forma cosiddetta “a calice” per la rastremazione ai fianchi della consolle decorata da intagli
acantiformi posti agli angoli. Tastiera a finestra con 45 tasti (do1-do5) e prima ottava corta;
rivestimento dei tasti diatonici in bosso e cromatici ebano (ricostituita in occasione del restauro). Pedaliera di tipo siciliano con 8 pedali (do1-si1) e prima ottava corta; unione fissa al manuale (ricostituita in occasione del restauro). Iscrizioni: “[1720]; cartellino manoscritto posto
sul pannello sopra la tastiera: “Anno 1930 / Artisticamente, con singolare accurata / maestria
ristoravit me Cav. Iosef / Mileti di Alcara li Fusi, abile costruttore e scrupoloso riparatore / di Organi, Armonii e Pianoforti / completavit incarico: Dies mensis / Aprilis II Indizione - Anno D.ni /
MCMXXX”; cartellino a stampa posto sopra la tastiera: “Ditta Ignazio Petrolo (...) Frazzanò (...)
rimesso a nuovo / ottobre 1963”. Restauri: Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di
Messina - Artigiana Organi, di Francesco Oliveri & C., Acicatena - CT, 2002. Scheda OA/SM n.
cat. gen. 1900164803 – Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina. L.R. 44/85.
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