Dott. Michela Pensavalli Psicologa- Psicoterapeuta Il DOC Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC (in inglese obsessive-compulsive disorder o OCD) viene chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva o SOC (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS). Tale disturbo consiste in un disordine psichiatrico che si manifesta in una gran varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato dall'anancasmo una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione. Il disturbo ossessivo-compulsivo, pur essendo classificato tra i disturbi di ansia è da molti considerato invece, in virtù della sua incerta rispondenza al trattamento con farmaci ansiolitici, come entità nosografica autonoma, con un definito nucleo psicopatologico, con un decorso e una sintomatologia peculiari e con dei correlati biologici che vanno a poco a poco delineandosi. Il disturbo ossessivo-compulsivo: la storia Terminologia da obsidere: sedere su, assiedare, occupare da compellere: spingere, costringere, obbligare, forzare ossessivo impropriamente usato per descrivere comportamenti impulsivi saltuari nel soggetto normale nella storia antica di vari popoli: pratiche rituali con precise ripetizioni e anancasmi Malleus Malleficarum: sequenze numeriche obbligate per rituali satanici Medio Evo: tormento da demoni esterni (possessione: demoni interni) Esquirol (1838) e Westfal (1872): prime descrizioni scientifiche Freud (1909): meccanismi psicodinamici Jaspers, Schneider: definizione della psicopatologia Attualmente: aumentato interesse scientifico (studi di psicobiologia, studi epidemiologici, indirizzo psicodinamico) Disturbo ossessivo-compulsivo OSSESSIONI Eventi mentali ricorrenti e persistenti vissuti come intrusivi e inappropriati e che causano ansia o disagio marcati pensieri, idee che interrompono il corso normale del pensiero, a contenuto aggressivo, sessuale, religioso, disgustoso o insensato immagini vivide, idee magiche rimuginamenti ossessivi su temi spesso inconcludenti; dubbio ossessivo paure ossessive dello sporco o di contaminazione (in assenza di stimolo fobico) impulsi ossessivi aggressivi (pugnalare un figlio, il coniuge, uccidersi) o sessuali origine interna (prodotte dalla propria mente e non imposte dall’esterno) e riconosciute come ego-distoniche resistenza (lotta contro i pensieri) e controllo (capacità di deviare il proprio pensiero) variano a seconda dei casi mancanza di certezza genera contrasto tra le informazioni provenienti dal mondo sensoriale e le proprie convinzioni interne (la porta è chiusa?). Ciò porta alle compulsioni sempre primarie (non generate da compulsioni), con vissuto di pericolo e disagio in quanto si configura come evento intrusivo e non desiderato che causa ansietà; non sempre accompagnate da compulsioni; 25% dei pazienti ha un disturbo ossessivo puro Disturbo ossessivo-compulsivo Tipo di Ossessioni: di sporco e contaminazione di aggressività verbale o fisica (auto o etero diretta) dubitative (gas, lavoro): dubbio coatto Interrogative: ossessioni del perchè Filosofico-esistenziali: Dio, il mondo, la morte Numeriche: calcoli, date (possono configurarsi come atti mentali compulsivi) Sessuali (incesto, stupro, omosessualità) Religiosi (peccati, bestemmie) Ossessioni del danno (paura di provocare del male agli altri) Ricordi coatti (canzoni, melodie, indirizzi, nomi) Somatiche (malattie, aspetto fisico) •Ossessioni di contaminazione •Ossessioni dubitative •Ossessioni a contenuto aggressivo •Ossessioni a contenuto sessuale •Ossessioni di ordine e simmetria Disturbo ossessivo-compulsivo COMPULSIONI: comportamenti ripetitivi (lavarsi, controllare ...) o azioni mentali (pregare, contare, cantare) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere rigidamente applicate i comportamenti o gli atti mentali sono volti a prevenire o a ridurre il disagio oppure a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; tuttavia essi non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire oppure sono chiaramente eccessivi o irragionevoli In genere essi alleviano un disagio, ma sono condotti in modo rigido e pressante tale da generare altro disagio e interferire con le normali attività quotidiane al punto da configurare quadri di lentezza ossessiva che paralizza per molte ore il soggetto Vari tipi di compulsioni, tra cui soprattutto quelle di lavaggio (lavatori) e di controllo (controllori). Quasi sempre secondarie alle ossessioni Consapevolezza: il 5% ritiene che le ossessioni e le compulsioni siano ragionevoli (scarso insight) Disturbo ossessivo-compulsivo Tipo di Compulsioni: Rituali di pulizia personali e/o domestici (50%) lavatori-pulitori: evitamento della contaminazione Rituali di controllo (controllori): del gas, porta, luce, acqua Rituali di simmetria ed ordine Rituali di iterazione: rilettura, riscrittura, ripetizioni di atti magici Rituali di raccolta e conservazione Altri Associazioni caratteristiche: Oss. di contaminazione + Rituali di pulizia Oss. Dubitative + Rituali di controllo La presenza di un’irragionevole ma transitoria ossessione (idea fissa o spinta a fare qualcosa) o di atti ripetitivi (soprattutto mentali o scaramantici) non sono rari nella vita di chiunque, ma non generano sofferenza La compulsione I rituali si possono dividere in: preventivi riparatori magici Rituali anancastici Il paziente affetto da DOC non si lamenta in particolare dell'ansia, ma piuttosto delle ossessioni e delle coazioni. L'ansia si manifesta solamente se si interferisce nei rituali messi in atto per difendersi dalle ossessioni. Per gli altri, questi rituali, detti rituali anancastici, appaiono strani e non necessari, ma per l'individuo tali azioni sono profondamente importanti e devono essere eseguite in particolari modi per evitare conseguenze negative e per impedire all'ansia di prendere il sopravvento. Esempi di queste azioni sono: controllare ripetitivamente che la macchina parcheggiata sia ben chiusa a chiave prima di lasciarla accendere e spegnere le luci un certo numero di volte prima di uscire da una stanza salire una scala o entrare in una stanza sempre e solo con un piede anziché l'altro alzare e abbassare continuamente il volume di una radio o del televisore perché si è convinti che nessuna tonalità sia adatta lavarsi ripetitivamente le mani a intervalli regolari durante il giorno o non riuscire a smettere di lavarsele una volta insaponate I sintomi esatti possono includere, più specificatamente, tutti o solo alcuni dei seguenti: continuo ripetere azioni "riparatrici" (lavarsi le mani) un sistema di conto specifico (contare in gruppi di quattro, sistemare le cose in gruppi di tre, sistemare gli oggetti in insiemi pari o dispari) controlli protratti e ripetuti, volti a riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti impostare limiti specifici ad azioni in corso (raggiungere la propria auto con dodici passi) allineare perfettamente gli oggetti nel loro insieme, in angolazioni perfette (questo sintomo si ha anche nel disordine della personalità e può essere confuso con questa condizione) puntare lo sguardo o gli oggetti in direzione degli angoli della stanza in pavimentazioni composite, evitare il calpestio delle fughe di separazione sostituire i "cattivi pensieri" con "buoni pensieri" (la visione di un bambino malato può costringere a pensare ad un bambino che gioca felice) paura di contaminazione fisica (come la paura delle secrezioni del corpo umano quali saliva, sudore, lacrime, muco, urina e feci: alcuni casi di DOC hanno anche dimostrato la paura che il sapone che viene usato dal soggetto per detergersi, sia esso stesso contaminato), o anche metafisica (contaminazione da pensiero) paura ossessiva delle malattie (cfr. ipocondria) ricerca di simmetria (calpestare un pezzo di carta con il piede sinistro può indurre il bisogno di calpestarne un altro con il piede destro, o di tornare indietro e pestarlo nuovamente) Superstizione eccessiva o pensiero "magico“ Anche se il paziente è convinto che i rituali siano solo un effetto del disturbo non riesce comunque ad ignorarli. Ci sono molti altri sintomi. Tutti possono portare ad evitare le situazioni di "pericolo" o disagio e quindi influire sulla vita del soggetto che ne è affetto, attraverso gli evitamenti in misura pari ai sintomi stessi. È importante ricordare che possedere qualcuno dei sintomi elencati non è un segno assoluto di DOC e viceversa, e che la diagnosi di DOC deve essere fatta da uno psichiatra per essere certi di soffrire di questo disturbo. Le ossessioni sono idee e pensieri cui il malato non può smettere di pensare. Comuni ossessioni includono la paura di provare disagio, di essere feriti o di causare dolore a qualcun altro. Le ossessioni sono tipicamente automatiche, frequenti e difficili da controllare o da eliminare di per sé. Le compulsioni si riferiscono ad azioni eseguite dalla persona, normalmente in modo ripetitivo, al fine di opporsi (inutilmente) al pensiero o ai pensieri ossessivi. Nella maggior parte dei casi questo comportamento diventa talmente regolare che l'individuo non lo ritiene un problema degno di nota. Le comuni compulsioni includono, in modo eccessivo, comportamenti come il lavarsi, il controllare, toccare, contare o sistemare e ordinare; altre possono essere comportamenti rituali che l'individuo esegue in quanto convinto che abbasseranno le probabilità che una ossessione si manifesti. Le compulsioni possono essere osservabili (come il lavarsi le mani), ma possono anche essere riti mentali come la ripetizione di parole e frasi o il conto. Considerato che tutti gli individui che soffrono di DOC sono consci del fatto che tali pensieri e comportamenti non sono razionali e che, pur lottando contro di essi con tutte le proprie forze razionali, non riescono in alcun modo a liberarsene, i casi non trattati di DOC costituiscono uno dei più frustranti e irritanti disordini da ansia Talvolta il paziente presenta una depressione agitata non riconosciuta che inasprisce la sua sintomatologia ossessivo-compulsiva e uno stato simile alla tensione meditativa. In considerazione del fatto che spesso il paziente ossessivo-compulsivo si impone una severa morale ed è fortemente preoccupato della contaminazione, la sessualità è spesso ostacolata, o comunque fortemente caricata e conflittuale. Per una diagnosi Secondo il DSM-IV, il DOC è caratterizzato da sintomi ossessivi e/o compulsivi che siano fonte di marcata sofferenza per il paziente, comportino spreco di tempo (più di un'ora al giorno) e interferiscano con le normali attività quotidiane. Il disturbo viene riconosciuto come tale solo se compromette il normale ritmo delle attività quotidiane e il funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e se non può essere meglio giustificato da altri disturbi d'ansia o da malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali. Affinché venga diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo devono essere presenti o soltanto ossessioni, oppure ossessioni e compulsioni. Disturbo ossessivo-compulsivo Criteri diagnostici A. Ossessioni o compulsioni. Ossessioni come definite da 1), 2), 3) e 4): 1) pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati, e che causano ansia o disagio marcati 2) i pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale 3) la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni 4) la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall'esterno come nell'inserzione del pensiero). Compulsioni come definite da 1) e 2): 1) comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare), o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un'ossessione, o secondo regole che devono essere applicate rigidamente 2) i comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il disagio, o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi. Disturbo ossessivo-compulsivo B. In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli. Nota- Questo non si applica ai bambini. C. Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più di 1 ora al giorno), o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o relazioni sociali usuali. D. Se è presente un altro disturbo di Asse I, il contenuto delle ossessioni o delle compulsioni non è limitato ad esso (per es., preoccupazione per il cibo in presenza di un Disturbo dell'Alimentazione; tirarsi i capelli in presenza di Tricotillomania; preoccupazione per il proprio aspetto nel Disturbo da Dismorfismo Corporeo; preoccupazione riguardante le sostanze nei Disturbi da Uso di Sostanze; preoccupazione dì avere una grave malattia in presenza di Ipocondria; preoccupazione riguardante desideri o fantasie sessuali in presenza di una Parafilia; o ruminazioni di colpa in presenza di un Disturbo Depressivo Maggiore). E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale Specificare se: Con Scarso Insight: se per la maggior parte dei tempo, durante l'episodio attuale, la persona non riconosce che le ossessioni e compulsioni sono eccessive o irragionevoli. Disturbo ossessivo-compulsivo Classificato tra i disturbi d’ansia perchè: l’ansia si associa spesso alle ossessioni e alla resistenza alle compulisioni l’ansia è spesso alleviata dal cedere alle compulsioni il DOC si verifica spesso in associazione ad altri disturbi come le fobie Epidemiologia: Inizialmente ritenuto poco comune. Oggi: Prevalenza trasversale 1-1.5%, lifetime: 2-3% Incidenza: 1% dei disturbi psichiatrici (5% dei disturbi d’ansia) ceti sociali più elevati e con più alto livello di istruzione Rapporto uomini:donne = 1 : 1 Esordio: adolescenza-età adulta, ma in molti casi anche infanzia Eventi precipitanti; Rapporto discutibile con personalità premorbosa di tipo anancastico e perfezionista Decorso: 24-33% decorso fluttuante 11-14% decorso fasico con periodi di remissione completa 54-61% decorso cronico e progressivo Disturbo ossessivo-compulsivo ETIOPATOGENESI Teoria psicoanalitica: l’ansia generata dal riaffiorare alla coscienza di un conflitto sessuale o aggressivo viene gestita mediante meccanismi di difesa: Isolamento: separazione di sentimenti o affetti da pensieri o impulsi che vi si associano (un paziente può descrivere una fantasia orribile, ma nega sentimenti di ansia o disgusto associati ad essa) Annullamento: messa in atto di comportamenti atti ad annullare magicamente un pensiero o un gesto Formazione reattiva: messa in atto di comportamenti opposti ai propri impulsi (un paziente con impulsi sadici potrebbe comportarsi in maniera masochista) Ambivalenza: riemersione degli impulsi aggressivi verso gli oggetti d’amore, cosa che risulta in ambivalenza e dubbio paralizzante Teoria dell’apprendimento in due stadi I stadio: ansia è legata ad un evento ambientale specifico, la persona si impegna in rituali compulsivi per ridurre l’ansia II stadio: se il comportamento è efficace nel ridurre l’ansia, ha maggiori probabilità di ripetersi in futuro (condizionamento operante) Disturbo ossessivo-compulsivo ETIOPATOGENESI Teoria Neurologica: Numerosi dati suggeriscono una base organica cerebrale: esordio di DOC dopo traumi cranici o Encefalite di von Economo (gangli della base) alta incidenza di malattie neurologiche precedenti soprattutto dei gangli della base (Sindrome di Tourette, Corea di Sydenham) alterazioni elettroencefalografiche e dei potenziali evocati uditivi tecniche di visualizzazione cerebrale aumento del rapporto encefalo-ventricolare alla TAC o risonaza magnetica alterazione del volume del nucleo caudato iperattività metabolica nei lobi frontali e nuclei caudati e corteccia cingolata alla PET; riduzione dopo trattamento farmacologico e psicoterapeutico: iperattività circuito corteccia orbito-frontale-corteccia del cingolo-nuclei della base Teoria immunitaria. Associazione del DOC con l’encefalite di von Economo e Corea di Sydenham Presenza di anticorpi contro i gangli della base (soprattutto casi infantili) Disturbo ossessivo-compulsivo ETIOPATOGENESI Teoria Biochimica: Disregolazione del sistema serotoninergico: Efficacia terapeutica dei farmaci che potenziano la trasmissione serotoninergica Aumento dei livelli liquorali di 5-HIAA e sua riduzione dopo trattamento con clompramina (dato controverso) evidenze neuroendocrine: riduzione delle risposte ormonali ai composti serotoninergici (m-CPP, d-fenfluramina) riduzione del binding piastrinico dell’imipramina Disregolazione del sistema dopaminergico: soprattutto pazienti con manifestazioni ticcose Coinvolgimento dei peptidi cerebrali: ossitocina vasopressina elicitano comportamenti ripetitivi nell’animale da esperimento Teoria genetica: aggregazione familiare concordanza nei gemelli monozigoti superiore a quella dei gemelli dizigoti Disturbo ossessivo-compulsivo Diagnosi Differenziale: ossessioni nella schizofrenia e nella depressione distinzione col delirio schizofrenico: egosintonicità, origine esterna, assenza di resistenza stretto rapporto con i disturbi fobici: ossessioni dello sporco e rituali di pulizia possono far pensare ad una fobia per lo sporco e le malattie la d.d. si basa sul fatto che nel DOC l’ossessione e la compulsione sono inevitabili, mentre per i fobici è sufficiente evitare gli stimoli esterni scatenanti Scale di valutazione clinica: Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale, Mausdley Obsessional Compulsive Inventory (MOCI) Complicanze: depressione secondaria (da riduzione dell’autostima) tossicodipendenza e abuso di alcol disturbi del controllo degli impulsi minori (onicofagia, autolesionismo) disturbo di panico: frequente la comorbilità (12%) psicosi: in circa il 20% dei casi e perdita dell’insight Il Doc e la serotonina Il DOC è riconosciuto come un disordine psichico serotoninergico, in quanto è stato dimostrato che nei pazienti affetti da tale patologia è evidenziata una disfunzione nella trasmissione della serotonina tra i neuroni cerebrali. Ciò può avere una causa esclusivamente biologica oppure essere anche accentuata da comportamenti acquisiti (i quali hanno riflesso anche nella struttura dell'SNC, se appresi come abitudini) in persone geneticamente predisposte L'origine genetica, pur presente, spiega solo alcuni dei casi: studi sui gemelli monozigoti hanno dimostrato infatti che se essi vengono separati e posti in condizioni diverse, possono non contrarre tutti il DOC ma, ad esempio, può esserne affetto solo uno dei due o più fratelli. DOC: terapia Le terapie specifiche per il DOC si basano essenzialmente sui farmaci ad azione serotoninergica e l’attività antiossessiva appare specifica e non correlata con l’effetto antidepressivo di questi farmaci. Disturbo ossessivo-compulsivo Trattamento Farmacologico: Antidepressivi serotoninergici: clomipramina e SSRI (di prima scelta per i minori effetti collaterali) dosi superiori a quelle antidepressive risposta favorevole nel 60% dei casi Antipsicotici: casi refrattari o con presenza di manifestazioni ticcose Terapia comportamentale: tecnica dell’arresto del pensiero esposizione agli stimoli che evocano l’ossessione e/o la compulsione esposizione graduale o floading prevenzione della risposta: strategie di coping Psicochirurgia: sulla regione del cingolo e del giro frontale Epidemiologia Le ricerche hanno dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensasse. Circa un individuo su 50 tra adolescenti e adulti è affetto da disturbo ossessivo-compulsivo. A causa della natura molto personale di questo disordine, e anche per via della paura di essere giudicati, potrebbero esistere molte persone afflitte da DOC che lo nascondono, e la percentuale quindi potrebbe essere più alta. Disturbo OssessivoCompulsivo •Prevalenza 2% •Rapporto M/F 1:1 •Età di esordio < 25aa Comorbidità Il DOC può convivere come disturbo nella psiche del paziente con diverse patologie quali: Fobia sociale; Depressione; Disturbi di personalità; Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità; Disturbi dell'umore; Attacchi di panico; Altri disturbi d'ansia; Altre fobie e patologie psichiatriche. DOC:efficacia della terapia •30-60% di miglioramento significativo. •10% di regressione completa o quasi completa della sintomatologia. •Elevata percentuale di ricadute alla sospensione della terapia. Disturbo Evitante, Dipendente, Ossessivo Compulsivo. Caso clinico: la storia di don vincenzo “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.” Don Vincenzo è un sacerdote di 46 a. Sintomi: perdita di peso, disturbi del sonno, ideazione suicidaria, irritabilità, episodi di rabbia ed acting out, disturbi psicosomatici All’origine dei sintomi, riporta difficoltà legate alla vita comunitaria. Si definisce perfezionista e riconosce di imporre il suo punto di vista e le sue capacità gestionali sugli altri, soprattutto su chi dipende da lui stile di personalità Ossessivo-Compulsivo C’è la paura di fare un errore o di essere accusati per l’imperfezione. La ricerca dell’ordine porta ad una posizione interpersonale di base di biasimo e controllo sconsiderato degli altri. Il controllo dell’OCD si alterna con l’obbedienza cieca all’autorità o a un principio. C’è un’autodisciplina eccessiva, oltre che la limitazione dei sentimenti, una dura autocritica e la trascuratezza nei propri confronti” (Benjamin, 1999). Caratteristiche di personalità di don vincenzo •Ostinazione fino alla caparbietà •Ipercriticismo •Tendenza esagerata e compulsiva all’ordine •Irritabile, vendicativo •Bisogno di considerazione, di accettazione e di affetto •Sono comuni i rituali di lavaggio, controllo e di ordine I “sintomi” del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità ansia; tendenza all’ordine e all’organizzazione attraverso il ricorso a liste, schemi e programmi; attenzione ai dettagli; perfezionismo; senso di colpa quando la persona crede di non avere soddisfatto i propri standard lavorativi o etici, quando crede di essersi comportata in modo irresponsabile o pensa di aver sbagliato o causato danno ad altre persone; difficoltà a portare a termine i compiti o a prendere decisioni; passività; controllo; testardaggine; rigidità; dedizione al lavoro ed alla produttività; coscienziosità, scrupolosità ed inflessibilità in tema di moralità e di etica; incapacità a gettare oggetti; riluttanza a delegare ed a collaborare; avarizia; difficoltà ad esprimere emozioni e stati d’animo La storia di don vincenzo Il motivo per cui Don V. richiede un intervento psicoterapeutico è un disagio che non collega alle sue caratteristiche di personalità che, tra l’altro, considera come altamente adattive. Quanto piuttosto un forte senso di ansia, preoccupazione, e solitudine che non lo fanno più vivere come desidera, motivo per cui, in due occasioni ha tentato il suicidio con dosi elevate di psicofarmaci ed è presente l’ideazione suicidaria. Tutta la sua energia è dedicata a rendere ogni cosa perfetta. T. “Qual’è il fine di questa perfezione?” P.: “Offrire un servizio a Dio e alla Chiesa, un modo minimo per ripagare la possibilità di salvezza che mi è stata concessa” (spiegazione del sintomo) La storia di don vincenzo La perfezione era stata una strategia raggiunta da Don Vincenzo fin dalla sua giovane età, per non essere un peso nell’ambito familiare, ed evitare maltrattamenti fisici. In qualche modo questo copione si ripresentava nella sua vita: sentiva di non essere importante per nessuno, sentiva di essere in qualche modo trascurato e “maltrattato” emotivamente e verbalmente dal superiore. Dopo il primo crollo emotivo, Don Vincenzo è stato costretto ad allontanarsi dalla parrocchia, e dopo un ricovero forzato, ha passato un tempo in famiglia vissuto come punitivo. Da un punto di vista relazionale, l’eccessiva dedizione al lavoro ed alla produttività, porta Don Vincenzo ad escludere ogni attività di svago e le amicizie; le uniche relazioni sociali che coltiva sono quelle che hanno all’interno di attività che richiedono un’attenta organizzazione e nelle quali viene posta grande enfasi sulla perfetta esecuzione. Le poche relazioni stabilite (es. quelle familiari) risultano estremamente inflessibili e oggetto di critica Infine, la difficoltà ad esprimere emozioni di calore e di premura verso gli altri, unitamente alla mancanza di generosità, porta Don Vincenzo a strutturare relazioni interpersonali il più delle volte formali e superficiali. Dal punto di vista affettivo, è evidente un impedimento a contattare le proprie emozioni e stati d’animo, e ciò interferisce profondamente con la formazione di relazioni intime e calde, determinando piuttosto atteggiamenti di controllo interpersonale. La natura delle ossessioni e compulsioni Il comportamento ossessivo esibisce i caratteristici rituali che hanno una funzione di prevenzione ed espiazione. L’esecuzione del rituale serve a diminuire l’angoscia, l’impedimento provoca invece, un aumento dell’ansia interna e dell’aggressività interpersonale. Il comportamento ossessivo esibisce i caratteristici rituali che hanno una funzione di prevenzione ed espiazione. L’esecuzione del rituale serve a diminuire l’angoscia, l’impedimento provoca invece, un aumento dell’ansia interna e dell’aggressività interpersonale. La natura delle ossessioni e compulsioni Riuscire ad seguire esattamente le complicate operazioni richieste, conferma che mentalmente tutto è sotto controllo. Ciò porta ad un insolubile dilemma: “Devo continuare a testare me stesso? E se fallisco? O devo smetterla, perdendo però la funzione tranquillizzante del test superato? ” trattamento Secondo l’approccio interpersonale, la maggior parte dei comportamenti dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità vengono assunti come reazione ad un genitore freddo ed esigente che il bambino deve rabbonire per evitare punizioni verbali o fisiche. Il primo passo verso la guarigione emotiva consiste, dunque, nel rendere il paziente capace di riconoscere apertamente il carattere di queste prime esperienze di apprendimento, così da sviluppare una dose di tenerezza e di compassione per il bambino che lui o lei era una volta. Disturbo di personalità Visione di sè Visione degli altri Pensieri caratteristici Strategie principali •Ossessivocompulsivo •Responsabile •Fidato •Competente •Pedante •Irresponsabili •Superficiali •Incompetenti •Troppo tolleranti con se stessi •So qual è la cosa migliore da fare •I dettagli sono essenziali •La gente dovrebbe fare meglio mettercela tutta •Applicare le regole •Perfezionismo •Giudica, controlla •Si dovrebbe, critica, punisce •Paranoide •Sempre nel giusto •Innocente •Nobile d’animo •Vulnerabile •Interferenti •Maligni •Discriminanti con fini aggressivi •I fini degli altri sono quanto meno sospetti •È meglio stare in guardia e diffidare •Circospetto •Cerca sempre moventi nascosti •Accusa e contrattacca •Antisociale •Un tipo solitario •Autonomo •Forte •Vulnerabili •sfruttatori •Autorizzato a infrangere le regole •Gli altri vanno trattati come zimbelli e sono degli imbranati •Gli altri tendono a sfruttarti •Attacca •Deruba •Imbroglia •Manipola •Usa gli altri Linee guida Una questione di controllo: Controllo che fa perdere il controllo(fobico) Controllo che tramite l’azione si riproduce (compulsivo) Dubbi paranoici interni (es. avrò fatto del male?) Dubbi paranoici sull’esterno (es. le persone che confabulano) Le ossessioni: Preventive Riparatorie L’evento temuto non è L’evento temuto è accaduto e accaduto Preventivi propiziatori(magici) Preventivi razionali si tenta di porvi rimedio Riparatori Strategia del controllo Strategia dell’evitamento Maggiore enfasi alla base Maggiore enfasi alla base ossessiva fobica Il S.P.R Il s.p.r. su base ossessivo- compulsivo: si basa sul controllo di rituali di pensiero o di azioni che consentono di contenere l’angoscia (come peggiorare) Il s.p.r. su base oss.- compuls. paranoico: l’azione ritualizzata compiuta ha una ripercussione magica sugli atti. Spesso viene percepito un intervento del Divino (diario delle paranoie) L’assessment Per assessment si intende un’ampia valutazione inziale che lo ps. Clinico svolge nella presa in carico del pz al fine di decidere l’indirizzo da dare al sostegno o alla psicoterapia che il caso esige. E’ finalizzato alla raccolta dei dati utili alla riformulazione e consente di(Sanavio, 2007): - Ricostruire i processi che sottendono ai sintomi - Individuare e concordare con il pz obiettivi a breve e lungo termine - Identificare modalità di trattamento appropriate per far fronte ai problemi del soggetto - Decidere sulle possibilità ed opportunità della presa in carico L’atteggiamento del tp: Eviterà accuratamente di assumere nei riguardi delle emozioni perturbanti atteggiamenti critici e/o preccupati che finirebbero per confermare agli occhi del pz l’estraneità con cui avverte tali emozioni diminuendo così la loro assimilazione Non va cercando di modificare le convinzioni del pz piuttosto lo aiuta a divenire consapevole del suo modo di elaborare le convinzioni Pone l’attenzione ai pattern di base con cui il pz si riferisce e si spiega l’esperienza immediata Le 3 fasi terapeutiche secondo Guidano: Fase 1: preparazione del contesto clinico ed interpersonale Fase 2: Costruzione del setting terapeutico Fase 3: Ricostruzione della storia di sviluppo Preparazione del contesto clinico ed interpersonale “Qual è il problema che la porta qui?” Il tp deve essere in grado di riformulare quanto prima un’ipotesi di possibile organizzazione di significato RIFORMULAZIONE DEL PROBLEMA (consente di operare nell’interfaccia tra l’esperire e lo spiegare) Evitare di assumere atteggiamenti opposti o inopportuni rispetto a quanto il paziente spiega, sarebbe antitetico alla sua coerenza Nell’oss soprattutto evitare di occuparsi della veridicità o giustezza delle affermazioni portate, perché non avrebbero il fine di modificare ciò che il pz prova Nella riformulazione del tema oss: Il tp utilizza anziché contrastare le capacità razionali e logiche del pz. Aiuta a riconoscere e a riordinare adeguatamente le modulazioni emotive ed immaginative da cui il pz si sente pervaso( es. lista ordinata degli evitamenti o rituali) Aiuta a metter a fuoco le sequenza critiche (es. con riflessioni a casa sul metodo più convincente) Costruzione del setting terapeutico: Inizia con una richiesta da parte del tp di mettere a fuoco e successivamente annotare su un taccuino gli eventi che si succedono nel corso della settimana e che sono stati scelti in base alla riformulazione precedente. Il pz impara a comporre e scomporre gli eventi in base ad una sequenza di scene principali e comincia una procedura di analisi e ricostruzione delle scene che conducono poi all’autosservazione In questa fase il tp aiuta a differenziare tra il “come”( la struttura dell’esperienza immediata) ed il “quando” (la percezione di eventi esterni che hanno fatto scattare quell’esperienza) Analisi della storia di sviluppo: Nella terza fase che si svolge per Guidano nel II° anno di terapia si prosegue l’esplorazione personale nonostante la scomparsa dei disturbi o sintomi e si passa alla ricostruzione dell’itinerario di sviluppo che ha portato a strutturare il significato personale ossessivo. La difficoltà è che spesso i ricordi sono vaghi Ci occorre sapere come il pz abbia aggiustato negli anni l’immagine di sé. Si procede a partire dai primissimi ricordi di vita a cui si riesce a risalire, analizzando in successione l’andamento dei principali stadi di maturazione: - Infanzia e anni prescolari (0-6 anni) - Fanciullezza (dai 7 ai 12-13 anni) - Adolescenza e gioventù (13- 21, 22 anni) - E’ importante anche creare un’interdipendenza tra attaccamento e organizzazione dei contorni del Sé. L’efficacia terapeutica di un’analisi di sviluppo oltre che dal reframing di ricordi critici dipende anche dal tempo speso per aumentare la flessibilità del pz attraverso questo metodico e ripetuto andare avanti e indietro nella sequenza di scene critiche Esemplificazione clinica Marco 32 anni, riporta di avere più volte durante il giorno pensieri ossessionanti e mette in atto una serie di comportamenti compulsivi (es. deglutizione, rileggere più volte le notizie). La madre è morta suicida: nella sua testa esiste la profezia che la sua vita evolva nella tragedia come fu per la madre Ha pochi amici e quelli che frequenta sono all’oscuro della sua reale situazione Preparazione del contesto clinico e fase prescrittiva: Le pr. si danno seguendo un criterio di ordine: Logico razionale Suggestivo Lista degli evitamenti Lista dei rituali e dei controlli Come peggiorare L’eredità della madre Costruzione del setting terapeutico: La prima riformulazione è sull’organizzazione di significato di tipo ossessivi con spunti fobici (es. la paura di strozzarsi deglutendo) Lo studio degli obiettivi di intervento ci porta a definire che per Marco è importante scagionare l’evento traumatico che ha vissuto con la madre(paura di impazzire e di fare gesti incontrollati) Chiediamo a Marco i motivi per i quali potrebbe avvenire quello che lui vorrebbe scongiurare Lo riportiamo alla ricostruzione dell’evento traumatico(morte della mamma) con l’attenzione ai momenti cruciali nei quali esprime le sue emozioni perturbanti Ricostruzione della storia di sviluppo: Analisi delle sequenza e dei ricordi che è in grado di ricostruire seguendo le fasi di crescita Utilizzo della moviola “Non c’è dubbio, è la certezza a far diventare pazzi” MUSIL GRAZIE PER L’ATTEN ZIONE!