DOMENICA 7 DICEMBRE 2014
In Italia EURO 1,40
www.corriere.it
ANNO 139 - N. 290
#
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81
Servizio Clienti - Tel. 02 63797510
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FONDATO NEL 1876
Serie A
UN CONCERTO PER MILANO
Giovedì 11 dicembre 2014 ore 20.30
Conservatorio G.Verdi - Sala Verdi
Musiche: G. Sarti, Gloria
L. van Beethoven, Sinfonia n.5 op.67
Un Paese ad alta digeribilità
LE CHIACCHIERE
DEGLI SMALIZIATI
Orizzonti
Oggi
Giallorossi, rimonta in extremis
Occasione persa con il Sassuolo
La Juve resta in vetta a più 3
E Dio creò l’uomo
Anzi, cinque
Evoluzione imperfetta
Bocci, F. Monti, Ravelli, Valdiserri
e Beppe Severgnini alle pagine 44-47
Giorgio Manzi
nel supplemento
UN CONCERTO
PER MILANO
è presentato da
&
Assicurazioni & Previdenza
ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Roma, trovati i conti all’estero
Altri nomi nelle intercettazioni
● GIANNELLI
di Fiorenza Sarzanini
di Ernesto Galli della Loggia
OLTRE TOLKIEN
Lungo i confini invisibili
del «Mondo di Mezzo»
N
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
di Emanuele Trevi
I
l paravento mitologico utilizzato dai protagonisti dell’inchiesta romana mostra il suo lato
ridicolo quando serve a coprire ruberie ben poco
elfiche. Lo stesso concetto di «mafia» rischia di
perdere ogni senso all’interno di questo Mondo
di Mezzo dove tutti si conoscono, tutti chiacchierano, e dove un delitto non è tale se chi l’ha
a pagina 31
commesso non se ne vanta.
Il governo Possibili modifiche già a gennaio. Minime, solo un euro e mezzo in più
Pubblico/privato Il caso Farage e tutte noi
9 771120 498008
41 2 0 7>
L’elogio
di Faraone
«Esperienza
formativa»
Ma anche
espediente
per eludere
le lezioni
da pagina 2 a pagina 6
Cavalli, Guerzoni
Meli, Sacchettoni
IN YEMEN
di Enrico Marro
di Massimo Gaggi
U
L
n piano per rendere più
flessibile l’uscita di chi è vicino all’età della pensione, un
mini-assegno per chi è prossimo al ritiro erogato dietro richiesta dei lavoratori cui manchino 2-3 anni per i limiti fissati a suo tempo dalla legge Fornero. Il governo Renzi sarebbe
pronto a varare, in gennaio, un
provvedimento comprendente
anche la riforma della governance dell’Inps.
a pagina 9
INDAGATI CALOIA E SCALETTI
Allattiamo sì
(senza farne
una bandiera)
di Maria Laura Rodotà
I
l leader xenofobo inglese, Nigel Farage, ha difeso
l’hotel Claridge di Londra dove era stato chiesto a
Louise, mamma di una bimba di 3 mesi, di coprirsi
mentre allattava nella sala da tè. Ora: nessuno qui
sta con Farage, allattiamo sì, ma senza farne una
bandiera. (Nella foto, donne ieri davanti all’hotel
Claridge allattano per protesta).
a pagina 30
Ior, lo scandalo
degli immobili
di M. Antonietta Calabrò
L
a magistratura vaticana ha
congelato 16,8 milioni di
euro allo Ior e posto sotto indagine l’ex presidente della banca
vaticana Angelo Caloia e l’ex direttore generale Lelio Scaletti:
avrebbero lucrato dalla vendita
di immobili dell’istituto.
alle pagine 20 e 21 Garzonio
di Aldo Grasso ● IDEE& INCHIESTE
● PADIGLIONE ITALIA
SONDAGGIO NEL M5S
OKKUPAZIONI, LA SCUOLA RIBALTATA DEL VICEMINISTRO 1 ELETTORE SU 3
L’
l denaro proveniente da tangenti veniva messo su conti
all’estero o intestati a prestanome. Così, per i magistrati romani, politici locali e nazionali
celavano il «compenso» per il
servizio reso all’organizzazione
di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Quest’ultimo si vantava di poter trovare l’appoggio
di Goffredo Bettini, esponente
di spicco del Pd nella capitale.
Pensioni, cosa cambierà
continua a pagina 31
istruzione sembra una
cosa importante finché
non incappiamo in sottosegretari istruiti. La nostalgica apologia delle okkupazioni
lanciata dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone lascia interdetti. Quello stantio rito che tra novembre e dicembre
si celebra in molte scuole d’Italia (cortei, autogestioni, graffiti,
sacchi a pelo, invettive contro il
governo per i tagli all’istruzione, vandalismi…) ha trovato
proprio nel governo un insperato difensore. Mentre professori
I
La morte
di due ostaggi
nel raid fallito
Più flessibilità sull’età, mini-assegno anticipato a chi è vicino al ritiro dei Navy Seals
AFP / NICLAS HALLE’N
on è più Tangentopoli, ormai. È
Mahagonny, la città immaginata
dalla fantasia di Brecht e Weill
dove è legge l’assenza di legge
(Mahagonny: e dunque chi se ne
importa se il termine «mafia» non è proprio
quello filologicamente più appropriato). Non
è più, insomma, la collusione dell’epoca di
Mani pulite tra industriali senza scrupoli e
politici pronti a vendere e a vendersi. Ormai è
l’intreccio sempre più organico tra politica,
amministrazione e malavita. È — si direbbe
— la fase immediatamente precedente la
conquista del potere direttamente da parte del
crimine. Chiamiamo le cose con il loro nome:
almeno fino alla settimana scorsa a Roma,
nella capitale d’Italia, non era proprio questo
all’ordine del giorno?
Non è vero che la politica, perlomeno
quella nazionale — come ci viene detto — è
sbalordita, è sconvolta, è pronta a correre ai
ripari. Non ha forse il ministro dell’Interno
Angelino Alfano detto l’altro ieri che
«Roma non è una città marcia, Roma
non è una città sporca, è una citta sana»?
E come no, deve essere senz’altro così, visto
che nessuno dei tanti personaggi importanti
che si sono mossi per anni su quella scena —
da Veltroni a Zingaretti, dalla Meloni a Tajani,
da Gasparri a Sassoli — ha mai fatto una
piega, si è mai accorto di nulla, ha mai detto
qualcosa.
E visto che in tutto questo periodo neppure
ad uno dei tanti egregi procuratori della
Repubblica succedutisi a Roma prima di
quello attuale è mai capitato d’interessarsi
di quanto sta venendo fuori oggi. Così come
del resto a nessuno, a Roma o fuori Roma,
sembra che abbia mai interessato il fatto che
da anni, ogni volta che c’è un caso di
corruzione politico-affaristica (dall’Expo al
Mose, a Roma, appunto), ogni volta spunta
immancabile lo zampino di qualche società
affiliata alla Lega delle cooperative. Chissà
come mai.
In Italia funziona così. Porre questioni
scomode o guardare in fondo alle cose non
usa, in politica meno che altrove. Ovvio
dunque che di fronte all’arrembaggio
capitolino di galantuomini come
«er cecato» e «er maialotto», si pensi che la
risposta adeguata sia una manciata di
autosospensioni e dimissioni o lo
scioglimento di una federazione di partito
(quella del Pd romano: peraltro già ridotta
da tempo a un Ok Corral per politicanti
affamati di quart’ordine): misure già tutte
viste e riviste mille altre volte in mille
occasioni analoghe. E di cui tutti, quindi,
sono in grado di apprezzare l’efficacia.
e presidi cercano con fatica di
tenere in piedi un’istituzione
che di problemi e situazioni critiche abbonda, il sottosegretario Faraone, classe 1975, ha dichiarato che le occupazioni scolastiche sono «esperienze di
grande partecipazione democratica che ricordo con piacere», e che sono «in alcuni casi
più formative di ore passate in
classe».
Lo ha detto non una ma due
volte, nero su bianco, e per non
lasciare nulla di intentato ha aggiunto: «Io ho maturato la mia
voglia di fare politica, proprio
durante un’occupazione». Poi,
con enfasi elegiaca, si è concesso una riflessione personale:
«Anche in quei contesti si seleziona la classe dirigente». E si
vede!
I genitori sono parsi rassicurati, ma molti professori si sono
arrabbiati. E la legalità? E le lezioni perse? Nessun problema,
ci penserà il sottosegretario alla
Distruzione. Anche per i politici
vale la regola che esprimere
opinioni è il modo migliore per
eludere il dovere allo studio.
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«SARÀ MEGLIO
SENZA GRILLO»
di Nando Pagnoncelli
a pagina 13
ALLARME DI LEGNINI (CSM)
«GIUSTIZIA,
PIÙ TEMPO
PER LE NOMINE»
di Giovanni Bianconi
a pagina 15
e informazioni raccolte
dall’intelligence americana
erano chiare: la vita di Luke
Somers, 33enne fotoreporter
statunitense nelle mani dei
terroristi di Al Qaeda, era
ormai in pericolo imminente.
Così il presidente Obama ha
dato il via libera. Un
commando di circa 40 membri
delle forze speciali si era
spinto fino a 100 metri dal
compound dove l’ostaggio
veniva tenuto, nello Yemen:
ma qualcosa — probabilmente
un rumore, forse l’abbaiare di
un cane — ha avvisato i
terroristi della «filiale» della
Penisola arabica
dell’organizzazione fondata da
Osama Bin Laden che hanno
crivellato di colpi Somers e un
compagno di prigionia,
l’insegnante sudafricano
Pierre Korkie, 56 anni. Il
fallimento dell’operazione — il
terzo in pochi mesi — è ancora
più bruciante visto che
l’ostaggio sudafricano,
secondo l’organizzazione a cui
apparteneva, doveva essere
liberato oggi.
a pagina 16
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
2
Primo piano L’inchiesta
Mafia a Roma, altri pronti a parlare
Dossier contro i giudici «scomodi»
Il gruppo aveva permessi in tempi rapidi. Gli appuntamenti con un ex assessore regionale al Viminale
Chi è
● Massimo
Carminati
(foto) è stato
un esponente
dei Nar, Nuclei
armati
rivoluzionari,
e vicino
alla Banda
della Magliana
● Gli inquirenti
credono
che sia il capo
della «cupola»
romana
dell'inchiesta
«Mondo
di mezzo»
Il vertice della piramide,
Massimo Carminati, ha preferito il silenzio. La base potrebbe
parlare, beneficiando di qualche sconto. Lo stesso Salvatore
Buzzi, a capo della rete di cooperative sociali che in un decennio ha moltiplicato i propri
affari in Comune, sembra disponibile a rispondere alle domande dei pm, ha precisato il
difensore Alessandro Diddi.
In questo senso potrebbe essere decisivo il pronunciamento del Tribunale del riesame, al
quale gli arrestati hanno annunciato ricorso. Se dovesse
cadere il reato associativo, molti, secondo la linea difensiva
degli avvocati, sarebbero disposti a ricostruire i singoli
episodi di corruzione.
Dalle carte dell’inchiesta, coordinata dal procuratore della
Direzione distrettuale antimafia di Roma, Michele Prestipino, affiorano, intanto, altri episodi di interferenza con la pubblica amministrazione.
Ad esempio una sorta di
dossier per screditare il giudice
del Tar che aveva firmato la sospensiva per la gara sul Centro
di accoglienza per richiedenti
asilo (Cara) di Castelnuovo di
Porto, gestita con profitto da
Buzzi. Contro la giudice Linda
Sandulli si sarebbe mossa di
persona l’ex assessore della
giunta Zingaretti, Paola Varvazzo, fornendo documenti utili al
braccio destro di Carminati. In
un’intercettazione, la Varvazzo
fissa un appuntamento con
Buzzi per passargli le carte: «Al
Viminale mi ci trovi fino alle
due e mezza perché poi devo
andare di corsa...», dice. Amministratori, colletti bianchi,
politici e nomi di prestigio affiorano dalla carte. Il vicedirettore di Bankitalia Renato Panetta, citato in un’intercettazione, ha fatto sapere che con
Carminati si erano conosciuti
da ragazzi ma non ci sono più
stati contatti per trent’anni.
Anche i permessi per costruire, autorizzazioni di leggendaria complessità per la maggior
parte delle imprese romane, a
Carminati e agli amici, piovevano nel giro di poco. Dalla perquisizione eseguita nei confronti di Cristiano Guarnera,
divenuto «intoccabile» dopo il
reclutamento nell’organizzazione, è emerso che il permesso per l’edificazione di una palazzina a Monteverde era stato
205
Milioni
Sono i soldi
sequestrati
alla cupola
criminale
570
Mila euro
trovati a casa
del dirigente
comunale
Claudio Turella
5
mila euro che
Salvatore Buzzi
intercettato
dice di dare
ogni mese a
Luca Odevaine
ottenuto dalla sua società nel
giro di soli tre giorni.
Poi c’è il controllo del territorio: nella Roma Nord di Carminati e soci la piccola criminalità
non era tollerata, con decisioni
simili a quelle rese dalle associazioni mafiose tradizionali,
Carminati e i suoi cercavano di
scoraggiarla. In un caso il Nero
e il suo braccio destro Riccardo
Brugia si sono lanciati all’inseguimento di quelli che ritenevano una coppia di scippatori
in scooter. Per poi scoprire che
si trattava di un errore di persona, in realtà. Ma per i Ros
«l’episodio dimostra l’esercizio
del controllo del territorio».
Il «Nero» vive il presente
senza nostalgie. La Banda della
Magliana? «Accattoni, straccioni, per carità sanguinari perché
si ammazzava la gente così,
senza discutere. Ma quelli erano altri tempi. Stiamo parlando
di un mondo che è finito, tanto
è vero che poi si sono tutti pentiti». Enrico Nicoletti? Suppergiù uno sfigato qualunque:
«Una vittima, ha fatto i soldi
con le Università quando c’era
Sbardella».
I. Sac.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dal G8 a Mondo di mezzo
Spunta Gazzani,
l’uomo dei soldi
della «cricca»
L’indagine
● Martedì
scorso sono
state arrestate
a Roma 37
persone (e 76
sono state
indagate)
nell’ambito
dell’inchiesta
«Mondo di
mezzo»
condotta dal
Ros dei
carabinieri e
dal Nucleo
tributario della
Guardia di
Finanza
● Secondo gli
inquirenti,
arrestati e
indagati sono
coinvolti in
un’associazione per
delinquere
di stampo
mafioso,
relativa alla
spartizione di
appalti e
finanziamenti
pubblici
● La Guardia
di Finanza ha
controllato 350
posizioni tra
persone fisiche
e società. Sono
stati bloccati
205 milioni di
euro che
sarebbero
frutto di attività
illecite
● Massimo
Carminati è
considerato il
capo della
cupola
capitolina.
Durante la
perquisizione
che lo
riguardava
sono state
sequestrate
anche una
ventina di
opere d’arte
ROMA «Ce pigliamo il “Prime” a un milione e
mezzo!» esulta al telefono con un avvocato Stefano Massimi, imprenditore vicino al «Nero».
Ristoranti, locali, terreni, un parco giochi. Il
denaro c’è, gli amici pure, le dritte non mancano. Per concessioni edilizie, variazioni del piano
regolatore — se servono — e via libera ai lavori
c’è sempre la sponda amministrativa. «Il Nero»,
«Giovannone» e gli altri frequentano costruttori navigati come Antonio Pulcini e suo figlio
Daniele, che tratta con Salvatore Buzzi la cessione di un immobile per ospitare alcuni immigrati. Pulcini senior opera sulla piazza romana da
circa quarant’anni, lottizzazioni, ristrutturazioni, affari. Uno degli ultimi, l’affitto di un immobile a Lazio Service, è quello da cui è partita
l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto il
deputato pd Marco Di Stefano. Pulcini e Massimi si sentono, dialogano, trattano, sono a un
passo dal concludere un progetto ambizioso:
l’acquisto di un convento con chiesa vicino a
Santa Severa, in un contesto idilliaco fra mare e
campagna romana. La confraternita di religiosi
chiederebbe 6,5 milioni di euro ma si tratta per
scendere ancora. Alla fine, dice Massimi, intercettato: «Se gli dico Toni (Antonio Pulcini, ndr)
invece di 5,8 ce la fanno piglia’ a 5, però cacciamo i soldi entro dicembre e lui mi dice “Io con
la instabilità che c’è”....». L’organizzazione ha
rapporti con il commercialista di costruttori
come Diego Anemone, l’imprenditore della
cricca dei Grandi Eventi. Si tratta del potente
Stefano Gazzani. E quando uno degli indagati è
chiamato a fare il suo nome e a tracciare il profilo delle sue amicizie negli uffici della Procura,
usa qualche cautela in più: «Senza pronunciare
parola, scrive su un foglio il nome “Gazzani” e
traccia una freccia che collega i nomi di Carminati e Iannilli (Marco Iannilli, commercialista
arrestato nell’inchiesta su Finmeccanica, ndr)».
Poi, sempre in silenzio, ripiega il foglio, se lo
infila in tasca, ed esce dagli uffici della Polizia
giudiziaria. Siamo ad aprile 2013: i pubblici
ministeri Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca
Tescaroli indagano su operazioni finanziarie del
sodalizio, trasferimento di beni e somme di
denaro. Massimi, socio del locale-culto «Celestina», pizzeria con una veranda che nel tempo
è stata ampliata a dismisura sul marciapiedi di
viale Parioli, ospita spesso sia Carminati sia
Iannilli. Il «Mondo di mezzo» progetta alloggi
nella città militare della Cecchignola e in questo
Fabrizio Pollak, fratello dell’ex consigliere municipale e poi comunale, Paolo Pollak, può dare
una mano. Carminati, invece, sogna un parco
giochi nelle vicinanze del Parco di Veio. Certo
non è per il figlio, che, ormai grande, dicono le
intercettazioni, frequenta un’università privata,
benché le dichiarazioni dei redditi del padre
appaiano piuttosto modeste. Anche il parco
giochi è in sostanza un investimento del capo
del gruppo come tanti altri. Al progetto collabora assiduamente il consigliere del ventesimo
municipio Marco Perina, fratello di Flavia Perina, ex direttore del Secolo d’Italia ed ex deputata pdl, che con Carminati ha uno stretto rapporto e al quale si rivolge «per presentargli un amico interessato a una lottizzazione». Perina propone: «Dovrebbe avere una destinazione
urbanistica da piano regolatore verde pubblico
e servizi....». E Carminati dispone: «Sai che volevo fare Marco, se non ti dispiace io ti porto
questo ragazzo... sai, il marito di quella signora... eh? Te lo porto e ne parliamo assieme». La
signora in questione è Rosella Sensi, figlia dell’ex patron della Roma, mentre lui è Marco Staffoli, il marito.
Ilaria Sacchettoni
[email protected]
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
PRIMO PIANO
3
L’incontro
Carlo Pucci,
a sinistra, con
Riccardo Brugia
e Fabrizio Testa,
a destra.
Nel fermo
immagine
non è visibile
Massimo
Carminati, pur
presente
all’incontro (La7)
I soldi delle tangenti venivano nascosti in Svizzera oppure su conti correnti intestati
a parenti e amici. Fedeli prestanome disposti a «coprire» il
malaffare dei politici locali e
nazionali che — secondo i magistrati romani — si erano
messi al servizio dell’organizzazione guidata da Massimo
Carminati e dal suo socio Salvatore Buzzi.
Era lui a gestire la «rete» all’interno della pubblica amministrazione. Aveva referenti
ovunque. Si vantava di poter
trovare anche la sponsorizzazione di Goffredo Bettini, europarlamentare del Pd e gran tessitore del partito a Roma. Le
carte processuali svelano quanto invasiva fosse ormai la sua
presenza all’interno delle istituzioni capitoline. E gli scontri
nel centrodestra per spartirsi la
«torta» con la minaccia di un
consigliere contro l’allora sindaco Gianni Alemanno, ora indagato per associazione mafiosa: «È un tangentaro, io ve faccio arresta’ tutti».
ROMA
Bettini sponsor
Il 17 marzo scorso Buzzi valuta con Luca Odevaine — anche
lui ora in carcere — la possibilità di ottenere appalti all’interno del Centro per i rifugiati di
Mineo, in Sicilia. Quello stesso
giorno deve incontrare Gianni
Letta proprio per affrontare la
questione relativa ai centri per
immigrati e vuole consigli.
Buzzi: «Che gli chiedo a Letta?».
Odevaine: «Secondo me a
Letta je se potrebbe parla’ de
quell’altra questione, quella
della Regione Lazio».
Buzzi: «Ma lì servono, non è
alla nostra portata, capito qual
è il problema! A noi ce manda
Goffredo con una precisa indicazione. (Annotano i carabinieri del Ros: “Si tratta di Goffredo Bettini” e poi allegano
l’intera biografia)».
Odevaine: «No certo, alla
portata nostra... mi hanno
chiesto pure questi de “La Cascina” però non è che noi, la
potremo fare con un partner».
La banca
Ci sono svariati «spalloni» al
servizio di Carminati ma il
viaggio documentato nella primavera scorsa potrebbe essere
servito a trasportare in un istituto elvetico i soldi delle tangenti. Lo spiegano gli specialisti dell’Arma quando evidenziano come «nel corso degli accertamenti è emerso che alcuni
sodali si recheranno in Svizzera
per pianificare le successive attività di riciclaggio degli illeciti
cespiti» e danno conto delle verifiche effettuate sul commercialista Stefano Bravo, uno degli indagati, che al telefono svela i suoi programmi. Si tratta,
sottolineano i carabinieri, di
una trasferta «per il 10 aprile a
Milano, città di transito verso la
destinazione finale in territorio
elvetico, finalizzata al compimento di operazioni bancarie
di significativo interesse per
l’indagine». Scatta il pedinamento e viene individuata la
banca dove sarebbe stata portata parte dei soldi. Passo fondamentale per chiedere la colla-
LE CARTE TROVATI ANCHE I CONTI IN SVIZZERA
Buzzi: «A noi ci manda Goffredo»
❞
borazione delle autorità locali e
accedere alla movimentazione.
Patrizio
Bianconi
«Io vado
da quel
tangentaro
di
Alemanno
Le gambe
tendono
ad andare
in questura
Sono state
date
tangenti
a destra
e a manca,
l’unico
pulito sono
io e ora mi
sono rotto»
Luca
Odevaine
«Qui
metti
un trasferimento
di fondi
L’Iban di
mia madre
ce l’hai?
(...) È un
casino per
me capito?
Perché io
c’ho conti
che uso io
ma che
sono di mia
figlia, di mio
figlio...»
La mamma di Odevaine
I proventi illeciti che sarebbero stati percepiti da Odevaine sono stati invece rintracciati. Il politico del Pd ha investito
parte del suo patrimonio in Venezuela, ma per nascondere il
denaro in Italia si è servito dei
conti di madre e figli, tanto che
alla fine neanche lui sapeva bene dove fossero finiti. In una telefonata intercettata il 14 marzo
2014 dà disposizioni al commercialista Marco Bruera: «Intanto a mia madre gli facciamo
le ritenute, 3.200 a Maribelita,
ce l’hai l’Iban?, 800 per cui gli
fai una roba di rimborso spese
poi dopo quando c’abbiamo la
scheda carburante. Qui metti
un trasferimento di fondi...
L’iban di mia madre ce l’hai?».
Scattano i controlli e si scopre che l’anziana signora gestisce svariati conti. Non è l’unica.
Quattro giorni dopo, sempre
parlando con il professionista,
Odevaine dice: «È un casino
per me capito? Perché io c’ho
conti che uso io ma che sono di
mia figlia, di mio figlio, Alessandra, Maribelita». Scrivono i
carabinieri: «Con la complicità
Il verbale
Salvatore
Buzzi, che
gestiva la
presunta rete
di tangenti
nella pubblica
amministrazione, si vantava
di essere
«mandato»
da Goffredo
Bettini,
europarlamentare del Pd
e uomo forte
del partito a
Roma
Nella
intercettazione
riportata nel
verbale sotto,
parlando con
Luca Odevaine,
Buzzi dice: «A
noi ce manda
Goffredo con
una precisa
indicazione»
(annotano i
carabinieri del
Ros: «Si tratta
di Goffredo
Bettini», e poi
allegano la
biografia
del politico
democratico)
di alcuni collaboratori Odevaine organizzava operazioni finanziarie che transitavano su
conti intestati ai suoi congiunti
con la finalità di occultare le
dazioni in suo favore».
«A Ozzimo 2 milioni»
Il 23 gennaio 2014 c’è una
riunione negli uffici di Buzzi alla quale partecipa anche Carminati. Si fa un bilancio delle
attività e Buzzi afferma: «Ieri
sono stato da Marini che m’ha
stampato le delibere dei 7 milioni e 2 al Comune di Roma.
Bisogna anda’ da Ozzimo, io
c’ho preso appuntamento per
mercoledì perché dovremmo
fa’ un progettino quindi Ozzimo ce ne da 5, noi gliene avemo portati 7 lui ce guadagna 2
milioni». Da pochi giorni è finito in carcere Luca Fegatelli, il
direttore dell’Agenzia regionale per i beni confiscati. Buzzi
lancia l’idea: «I beni passano a
Ozzimo, stavamo a studia’ ieri
un’ipotesi che lui vole fa...
prende i beni della mafia, prenderli e mettece dentro gli immigrati». Ozzimo lo chiamano
«il padrone».
«Rovino Alemanno»
I finanziamenti a pioggia che
arrivano al centrodestra provocano un durissimo scontro tra
Luca Gramazio e il consigliere
comunale pdl Patrizio Bianconi che nel gennaio 2013 si lamenta perché non gli arrivano i
soldi per la campagna elettorale: «Io vado a San Vitale e a quel
tangentaro di Alemanno gli
rompo il culo... le gambe tendono ad andare verso la questura, sono state date tangenti
a destra e a manca, l’unico pulito sono io e adesso mi sono rotto».
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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4
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
5
Primo piano L’inchiesta
Scossa nel Pd: si autosospendono in tre
Aumentano le pressioni per il voto
Grillo e Casaleggio chiudono a Marino: passo indietro. Le preoccupazioni del Vaticano
La prima mossa di Ignazio Marino dopo il terremoto di
Mafia Capitale è la rotazione
dei dirigenti, «a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le
strutture». Un riordino al quale
il sindaco procederà «tempestivamente», per aggredire «la
straordinarietà e la rilevanza
degli eventi». Il sindaco vara
l’«operazione legalità» e Matteo Renzi, per ripulire a tempo
di record la facciata della Città
Eterna, progetta azioni concrete. Dal nuovo codice degli appalti allo stanziamento di 200
milioni nella
legge di Stabilità, per risanare le periferie su progetto d i Re n zo
Piano.
Il Pd teme
gli sviluppi
dell’inchiesta e taglia ogni cordone con i protagonisti delle
indagini. È il commissario Matteo Orfini ad annunciare su
Twitter il passo indietro dei tre
dirigenti indagati: «Ozzimo,
Coratti e Patanè si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli
auguro di riuscire a dimostrare
la propria estraneità». E se Forza Italia e il M5S invocano lo
scioglimento del Comune per
ROMA
Il tweet
● Scoppiato lo
scandalo per
l’inchiesta
romana su
mafia e politica,
il presidente
dei Democratici
Matteo Orfini è
stato nominato
da Renzi
commissario
per il Pd di
Roma
● Ieri Orfini
ha ringraziato
su Twitter
i 3 consiglieri
autosospesi
dal partito:
«Gli auguro
di riuscire a
dimostrare
la loro
estraneità»
Chi sono
Daniele Ozzimo
Mirko Coratti
Eugenio Patanè
Romano, 42 anni, è indagato nella maxi
inchiesta «Mondo di mezzo» su mafia e
appalti a Roma: si è dimesso
dall’incarico di assessore alla Casa e ieri
si è anche autosospeso dal Pd
Romano, 41 anni, finito sotto indagine
nell’inchiesta della Procura di Roma,
presidente dimissionario dell’Assemblea
capitolina. Anche lui ha preso la decisione
di autosospendersi dal partito
Romano, 42 anni, consigliere regionale,
finito come i colleghi di partito
nell’inchiesta, ha lasciato la guida della
commissione Cultura e ieri si è
autosospeso dal Pd
mafia, al Pd ritengono che il rischio sia scongiurato. «Berlusconi dovrebbe vergognarsi —
attacca Orfini —. Quando il ministro dell’Interno gli chiese di
sciogliere il Comune di Fondi
disse di no».
Orfini accelera. La ricetta per
«fare piazza pulita delle correnti e dei signori delle tessere» è colpire quel «sistema correntizio che era ormai solo una
Manette e intercettazioni
i dieci giorni maledetti
degli ex coniugi De Rossi
Ex famiglia
Tamara Pisnoli
e l’ex marito
Daniele
De Rossi,
calciatore della
Roma, con in
braccio la figlia
Gaia, ai tempi
del loro
matrimonio,
durato dal
2006 al 2009
«Sta sotto a un Tir», dice
chi lo ha incrociato a Trigoria
in questi stramaledetti dieci
giorni, chiusi dall’espulsione in
Roma-Sassuolo, cominciati
con la paparazzata allo strip
club di Mosca e culminati nella
telefonata notturna con Giovannone Di Carlo, uomo di fiducia di Carminati, il boss di
Mafia Capitale, che lo chiama
«amico mio».
In mezzo ci sta l’arresto dell’ex moglie Tamara Pisnoli, dal
Trullo, periferia est, storiaccia
di usura e sevizie, in cui l’ex
ballerina di Sarabanda, bella,
angelica e tatuatissima, che nel
2006, già mamma della piccola
Gaia, andò a nozze con il Capitan Futuro giallorosso innamorato pazzo, in tulle bianco, carrozza, finti centurioni e ingenua comunione dei beni e
adesso, a leggere le carte del
gip, sembra un personaggio
Gomorra-style che si vanta di
poterti far spezzare le gambe
con uno schiocco di dita.
«Ho fatto una stupidaggine
sposandola e so che la pagherò
per tutta la vita» avrebbe confidato Daniele, ragazzo ombroso
ma intelligente, educato, con
ROMA
simpatie per la destra e qualche rudezza residua da «coatto
di Ostia».
E non si sarebbe tanto stupito per le manette ai polsi dell’ex, come fosse predestinata,
lei a cui ammazzarono il padre
Massimo, nei campi di Aprilia,
in ginocchio, fucilata in faccia.
«Non voglio più saperne di lei,
penso solo a mia figlia», ha
detto Daniele e pare sia pronta
una richiesta di affidamento.
Amore e odio tra loro, non si sa
in che percentuale. Questa
estate mini vacanza insieme,
De Rossi con la nuova compagna Sarah Felberbaum e la piccola Olivia, nella villa di Ibiza
che Tamara si è comprata con
l’assegno di mantenimento di
mister 6,5 milioni. La cartolina
spensierata si è persa. Resta il
selfie in manette, ricordo di
una festa mondana, postato su
Instagram dal nuovo compagno della Pisnoli, Arnaud Mimran. L’ultimo sorriso insieme. Il giorno dopo l’imprenditore ha perso la figlia di 9 mesi,
morta in culla, avuta con Claudia Galanti, la sua ex.
Giovanna Cavalli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
guerra per bande, esposto alle
infiltrazioni criminali». Mappatura dei circoli, chiusura delle sezioni sospette, verifica telefonica degli ottomila iscritti
del 2014, bilanci certificati...
Rosy Bindi punta il dito contro «la politica clientelare praticata da molti nel mio partito»
e insiste nel suggerire che Marino chieda «di essere affiancato da una commissione, che lo
aiuti a capire dove si annidano
gli invisibili». La presidente
dell’Antimafia invita il Pd a
«non liquidare la questione dicendo che non c’è materia per
lo scioglimento» prima di aver
concluso le verifiche e, al prefetto Pecoraro, chiede di «non
fare l’errore della rimozione».
Il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, è molto
preoccupato per i fatti di Roma
❞
Il sindaco:
rotazione
dei dirigenti
per gli
incarichi
apicali
in Comune
e si domanda «come si possa
vivere senza legalità». Il M5S
non molla la presa. «Per il bene
della città e del Paese, Marino
faccia un passo indietro», chiudono Grillo e Casaleggio. Il sindaco li accusa di «sfuggire alle
responsabilità» e il Pd fa quadrato. Il sindaco non lascia, anzi raddoppia. Al Manifesto Marino ha detto di sentirsi pronto
per il secondo mandato. E se si
andasse a votare, dice Orfini all’Huffington Post, il candidato
del Pd sarebbe lui. Le foto che
lo ritraggono con Buzzi, in carcere con l’accusa di essere il
braccio destro del boss Carminati, non lo preoccupano: «Si
tenta di alzare un polverone su
una visita alla luce del sole».
La renziana Simona Bonafè,
fotografata con Buzzi in campagna elettorale, è «tranquilla». La deputata bersaniana
Micaela Campana prova invece
«imbarazzo e indicibile rabbia» per il «linciaggio mediatico» di cui si ritiene vittima.
L’esponente della segreteria di
Renzi, che non è indagata, ha
incontrato «molte volte» Buzzi
e spiega quell’sms che l’ha
messa (politicamente) nei
guai. Se gli ha scritto «bacio
grande capo», assicura la ex
moglie di Ozzimo, è solo perché è il suo modo «abituale» di
salutare le persone.
Marino promette che la nuova giunta vedrà la luce entro
dieci giorni ed è orientato a
sparigliare, pescando «figure
importanti» da mondi più tecnici che politici. Si parla di una
delega alla Trasparenza e alla
legalità affidata a Stefano Rodotà o all’ex procuratore Gian
Carlo Caselli.
Monica Guerzoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
6
Primo piano L’inchiesta
In visita
Il retroscena
Il presidente
del Consiglio
Matteo Renzi si
affaccia sui Fori
imperiali dal
Campidoglio
durante la sua
visita al
sindaco di
Roma Ignazio
Marino dello
scorso 4
settembre
(BenvegnùGuaitoli)
di Maria Teresa Meli
ROMA Certo non gli ha fatto pia-
289
giorni
La durata
del governo
Renzi, entrato
in carica il 22
febbraio scorso
358
giorni
Il tempo
trascorso da
quando Renzi è
segretario del
Pd, il 15
dicembre 2013
cere. Anzi. Finché si trattava del
numero degli astenuti in Emilia-Romagna, è riuscito a tenere botta bene, perché in fondo,
in quella tornata, nonostante il
calo dell’affluenza alle urne, ha
confermato una regione al Pd e
un’altra — la Calabria — l’ha
strappata al centrodestra. Ma il
caso di «Mafia Capitale» lo ha
digerito assai peggio.
Primo, perché, come ha
spiegato «ha oscurato l’approvazione del Jobs «ct e la chiusura della vertenza Ast». E questo
gli ha dato non poco fastidio,
visto che «fatti» del genere, insieme agli altri che seguiranno
(la riforma elettorale al Senato
e quella sul bicameralismo alla
Camera) gli serviranno a dimostrare che «non sono malato di
annuncite», ma passo «dalle
parole ai fatti» e le mie «non
sono chiacchiere», come qualcuno «racconta».
Ma alla fine Renzi sta cercando di risolvere anche questa
brutta storia a modo suo. Ossia, cercando di trarre del
«buono» dal «cattivo» che è
toccato in sorte. L’uomo è pragmatico. E non ha mai fatto mistero di «non essere quel politico improvvisato che qualcuno si immagina», ma «uno che
legge i dossier, si prepara e poi,
dopo aver studiato bene la situazione, decide». Per questa
ragione, prima di trovare la soluzione per la questione roma-
Renzi e l’occasione
per prendere la Capitale,
roccaforte ancora ostile
na, ha impiegato qualche ora di
tempo. Quel tanto che gli serviva per capire che c’era del
«marcio», che Marino andava
«salvaguardato», e che il Partito democratico capitolino doveva essere decapitato. L’ultima tappa, in fondo, non gli è
dispiaciuta poi troppo, perché
il pd romano era una delle sacche più forti di resistenza al
renzismo, anche se formalmente tutti o quasi, si erano
convertiti al nuovo corso. La
Capitale, come altre città italiane, del resto, era uno degli
avamposti della vecchia «ditta» (intendendo per tale, in
questo caso, non solo quella
costituita dai ds ma anche
quella proveniente dalla fu Dc)
che cercava di «cambiare verso» a modo suo.
Perciò la prima mossa è stata
quella di chiedere a Lionello
Cosentino di farsi da parte. Si è
detto e raccontato che è stato lo
stesso segretario della federazione romana a decidere di fare
un passo indietro. In realtà le
cose sono andate diversamente. Cosentino, che alle primarie
non si era schierato con Renzi,
sperava di assumere lui il ruolo
di commissario. E invece gli è
stato spiegato che doveva andare via. Lui ha fatto resistenza.
Al Nazareno sono volate parole
grosse e per i corridoi della sede del Pd si sono sentite voci alterate. Ma alla fine, la linea
Renzi è uscita vincente. A quel
punto il premier si è trovato di
fronte a due scelte: affidare il
commissariamento al vicesegretario Lorenzo Guerini o al
presidente Matteo Orfini.
Non volendo scontentare
più di tanto la minoranza, che
non vuole umiliare, perché gli
serve nel grande risiko del Quirinale, il segretario ha proceduto a una consultazione lampo,
sentendo le diverse anime del
partito. Ha chiesto a chi conta
nella Capitale quale fosse il nome preferito. «L’unico che non
ha consultato è stato Nicola
Zingaretti» si lamentano però
gli uomini del presidente della
regione Lazio, i quali temono
che in questa partita una delle
vittime sarà il loro leader. Che
rappresenta una delle sacche
di resistenza del Pd al renzismo
imperante. Non a caso, ogni
tanto si parla di lui, come del
possibile competitor di area ds
all’ex sindaco di Firenze.
Alla fine la scelta è caduta su
Orfini. Uno che prende molto
sul serio il suo lavoro, che conosce Roma, e che non è tipo
da fare passi indietro, tant’è vero che ha già annunciato ai segretari dei circoli: «Sono pronto a chiamare uno a uno tutti
gli ottomila iscritti al partito,
voglio sapere chi sono, perché
hanno aderito, da dove vengono...». In parole povere, anche
nella Capitale, che con la consueta pratica della resistenza
passiva era riuscita a tenere a
bada il renzismo, si sta facendo
strada il nuovo corso.
Certo, le polemiche non sono finite. E nemmeno i timori
di nuovi sviluppi. Ma per ora su
Micaela Campana, coinvolta
nella vicenda per un sms a Buzzi, il Pd ha deciso di non muoversi. «Non facciamo di tutta
l’erba un fascio» è il ritornello
del premier.
La deputata del Pd, bersaniana di ferro, non è indagata,
quindi non si autosospenderà
dalla segreteria. Né il premier,
finora almeno, glielo ha chiesto. Forse, per ragioni di opportunità, le verranno cambiate le deleghe (al Welfare e al terzo settore) che ha nell’organismo dirigente del partito.
Per il resto, c’è la minoranza,
Rosy Bindi in testa, che continua a tentare di mettere in difficoltà Renzi su questa vicenda,
ma lui con i fedelissimi fa spallucce e dice: «Ci sono strumentalizzazioni e provocazioni alle
quali non vale neanche la pena
replicare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’analisi del quotidiano londinese
Il «Financial Times» sul premier:
i rischi della campagna d’Africa sul gas
«Renzi corteggia l’Africa per svezzare l’Italia dal
gas russo» è il titolo della corrispondenza da
Roma del Financial Times che spiega come
Renzi stia puntando sulla diversificazione delle
fonti di approvvigionamento,
la cui necessità è stata messa
in rilievo dall’annuncio
dell’abbandono del gasdotto
South Stream da parte del
presidente russo Putin. Ci
sono però grossi limiti sulle
possibilità di successo di
questa strategia del presidente
del Consiglio — avverte il
quotidiano britannico —
perché fare affidamento sull’Africa implica
esporsi ai suoi rischi geopolitici, come l’Italia ha
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scoperto in Libia.
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
7
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
8
Primo piano Il declassamento
«Il debito pubblico non è a rischio
ma per l’Italia è l’ultimo avviso»
L’investitore
di Giuliana Ferraino
MILANO «Il downgrade di Standard & Poor’s è un sollecito per
ricordare all’Italia che deve ancora affrontare sfide enormi
quando si tratta di promuovere
una crescita alta e inclusiva. E
più a lungo durano le sfide, più
grandi sono i venti contrari per
vincere il peso del debito, creare posti di lavoro sufficienti e
soddisfare le legittime aspirazioni dei cittadini alla prosperità economica», afferma Mohamed El-Erian, chief economic
advisor di Allianz ed ex Ceo di
Pimco, il maggiore investitore
del mondo di titoli di Stato.
Quali conseguenze avrà il
declassamento del debito sovrano da BBB a BBB-, un gradino sopra il livello «spazzatura»? L’ultima volta, dopo
un giudizio negativo, gli investitori hanno continuato a
comprare i titoli italiani. Questa volta sarà diverso?
«Il downgrade porta l’Italia
sulla linea di confine tra l’ultimo rating di investimento
(BBB-) e un giudizio di junk
bond ad alto rendimento
(BB+). È la linea che l’Italia non
deve attraversare. Se succederà, un intero gruppo di investitori non sarà più in grado di
comprare i suoi bond; e alcuni
che li hanno in portafoglio
possono essere costretti a venderli. Per questo il downgrade
è più preoccupante di quelli
precedenti. Ma ciò non significa che porterà a débâcle immediata degli strumenti finanziari italiani. Sebbene il
debito italiano sia alto, il profilo delle scadenze e il paga-
mento degli interessi del Paese sono relativamente gestibili
al momento. E, a causa del
basso livello dei tassi di interessi quasi ovunque nel mondo, c’è ancora un forte appeti-
to per i titoli di Stato».
La tempistica del downgrade venerdì sera, dopo le parole del presidente della Bce,
Mario Draghi, che giovedì ha
annunciato un’accelerazione
La Lettera
«Evasione fiscale,
i calcoli sbagliati
del sottosegretario»
Una singolare polemica è stata
sollevata dal sottosegretario
all’Economia Enrico Zanetti che, in
una lettera al presidente della Corte
dei Conti ripresa dal Corriere del 5
dicembre, contesta l’affermazione
contenuta nella recente relazione
della Corte sulla Tax Compliance
secondo cui esisterebbe «una grave
sperequazione» tra le imposte
pagate dai lavoratori dipendenti e
pensionati in sede Irpef e quelle
pagate dagli altri contribuenti
(autonomi). Poiché i lavoratori
dipendenti e pensionati
rappresentano l’82,7% dei
contribuenti – argomenta Zanetti –
non bisogna stupirsi se l’Irpef
versata dai lavoratori dipendenti e
pensionati rappresenta l’80% del
gettito. Dove è la sperequazione?
Il ragionamento lascia per lo meno
interdetto il lettore consapevole.
Infatti esso sarebbe valido a due
condizioni: a) che non vi fosse
evasione, e, b) che il reddito medio
dei lavoratori dipendenti e
pensionati da un lato e autonomi
dall’altro fosse lo stesso. Ma così non
è, come tutti sanno, e come
dimostrato da una grande quantità
di studi accademici svolti nell’arco di
una trentina d’anni da numerosi
studiosi a partire da chi scrive (1981)
fino al più recente di due ricercatori
della Banca d’Italia del 2008, con
metodi e dati diversi ma che danno
tutti risultati molto simili. L’Irpef
italiana infatti è caratterizzata da
una rilevante erosione della base
imponibile che esclude dalla
imposizione progressiva consistenti
ammontare di reddito, e da una
consistente evasione, che per certe
categorie di reddito raggiunge livelli
impressionanti. Per quanto riguarda
l’erosione essa riduce la base
imponibile e potenziale dell’Irpef di
circa un terzo e riguarda
essenzialmente i redditi derivanti
dalla proprietà di cespiti: terreni,
fabbricati e capitale. L’evasione
rappresenta percentuali della base
imponibile complessiva molto
elevate (stimata tra il 20 e il 30-35%);
essa è percentualmente ridotta o
inesistente per i redditi di lavoro
dipendente e pensione, ma
raggiunge livelli molto elevati per
tutti gli altri redditi e soprattutto per
quelli da attività professionale (3040%) e da imprese individuali (5060%). Così stanno le cose ed è inutile
negarlo. Piuttosto sarebbe utile
sapere cosa pensa il ministro
Padoan dell’esternazione del suo
sottosegretario, dal momento che se
il fenomeno dell’evasione fiscale
viene negato o svalutato, può
sorgere il sospetto che anche
l’impegno del Governo su questo
punto sia meno determinato di
quanto si sostenga.
Vincenzo Visco
ex ministro
delle Finanze e del Tesoro
Mohamed ElErian, 56 anni,
chief economic
advisor di
Allianz ed ex
ceo del fondo
Pimco
❞
È probabile
che la
Banca
centrale
europea
decida
di scendere
in campo
già nel mese
di gennaio
dell’Eurotower verso l’acquisto massiccio di titoli di Stato,
il cosiddetto Quantitative Easing (QE) complicherà le cose?
«E’ un campanello di allarme che ricorda che la Bce può
solo comprare tempo per Paesi
come l’Italia per superare le sfide fondamentali della crescita.
Da sola la banca centrale non
può generare la crescita di cui
l’Italia e altri Paesi europei hanno un bisogno disperato».
Crede che la Bce lancerà il
QE all’inizio del prossimo anno o l’opposizione guidata
dai tedeschi riuscirà a ritardarne l’intervento?
«Penso che comincerà nel
primo trimestre del 2015, probabilmente già a gennaio. Il QE
però non sarà lanciato perché è
la soluzione magica che risolverà il malessere economico
dell’Europa. Non lo farà. Ma in
questo momento è l’unica reazione politica sullo schermo
dei radar, a dispetto della sua
efficacia limitata. Questa situazione infelice evidenzia il bisogno di una risposta politica più
completa in Europa, che combini riforme strutturali favorevoli alla crescita con una distribuzione più equilibrata della
domanda, la rimozione di tasche di indebitamento eccessive che inibiscono gli investimenti, e progresso sulle quattro gambe del progetto di integrazione economica europea».
Draghi è l’ultima speranza
perché l’eurozona eviti la deflazione?
«No. I governi hanno la capacità di promuovere la crescita economica. E’ una questione
di volontà politica».
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
9
Primo piano La previdenza
di Enrico Marro
ROMA Il cantiere della previden-
Le riforme
● La riforma
Fornero delle
pensioni è
entrata in
vigore nel
2012. Pensioni
di vecchiaia
con requisiti
più elevati,
assegni
determinati
con il sistema
contributivo
anche per chi
aveva
conservato il
più
vantaggioso
metodo
retributivo,
sostanziale
cancellazione
per le pensioni
di anzianità
● Riforma
cruciale per il
sistema delle
pensioni fu
quella voluta
da Lamberto
Dini nel ‘95 con
cui si
introdusse il
sistema di
calcolo
contributivo
(sistema misto
riservato solo a
chi nel ‘95
aveva almeno
18 anni di
contributi)
● Il sistema di
calcolo delle
pensioni viene
ritoccato
ancora nel
2004 (riforma
Maroni). L’età
per andare in
pensione di
anzianità sale a
60 anni
● Nel 2007 la
riforma Maroni
viene resa più
graduale
rispetto
all’aumento
dell’età della
pensione: si
passa dallo
«scalone» ai
cosiddetti
«scalini»
za è sempre aperto. Sono passati tre anni dal 6 dicembre
2011, quando col decreto salva
Italia il governo Monti decise
una stretta sulle pensioni senza
precedenti. La riforma Fornero
abolì infatti le pensioni di anzianità, aumentò l’età per quella di vecchiaia a 66 anni ed estese il calcolo contributivo pro
rata a tutti i lavoratori. Il risparmio di spesa previsto per il primo decennio (2012-2021) supera gli 80 miliardi. Ma nemmeno la riforma Fornero sarà l’ultima. Con insistenza tra gli
addetti ai lavori si parla di un
provvedimento di legge del governo che potrebbe arrivare a
gennaio per introdurre qualche elemento di flessibilità sull’età pensionabile. Con lo stesso provvedimento o con uno
parallelo dovrebbe essere varata la riforma della governance
dell’Inps per chiudere la lunga
fase del commissariamento.
L’ipotesi che ha più chance prevede un presidente, un consiglio snello (3 membri) mentre
il consiglio di indirizzo e vigilanza designato da sindacati e
associazioni imprenditoriali
verrebbe ridimensionato.
L’incubo referendum
All’Inps pensano che sia necessaria qualche modifica alla
riforma Fornero. Lo aveva detto
il precedente commissario
straordinario, Vittorio Conti, e
lo ha ribadito l’attuale, Tiziano
Treu. Il ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, ha ripreso in
mano il vecchio progetto di
una minipensione anticipata
(6-700 euro al mese) erogata
dietro richiesta dei lavoratori
cui manchino 2-3 anni ai requisiti Fornero e che poi verrebbe
restituita in piccolissime rate
dal momento in cui scatta la
pensione piena. Ma questa novità non sarebbe sufficiente se
la Corte costituzionale dovesse
ammettere il referendum promosso dalla Lega per abrogare
la stessa riforma. La decisione
della Consulta, dice il segretario della Lega Matteo Salvini,
arriverà questo mese, per consentire l’eventuale voto in primavera. È chiaro che se il referendum fosse ammesso, il governo, per evitare il rischio dell’abrogazione della Fornero che
aprirebbe una voragine nei
conti pubblici, dovrebbe intervenire sulla stessa riforma in
modo da ottenere che la Corte
ritenga non più giustificato il
voto. Uno scenario da incubo
che al momento nessuno, nel
governo, vuole prendere in
considerazione. Ma anche se il
referendum non fosse ammesso, alcune partite andranno
ugualmente sistemate.
I numeri e le condizioni
Requisito anagrafico per la pensione
di vecchiaia ordinario per i dipendenti
del settore privato
Requisito contributivo minimo 20 anni
Requisiti per l’accesso al pensionamento
anticipato per i dipendenti del settore privato
Pensione
minima lorda
Contributo
di solidarietà*
I requisiti anagrafici saranno adeguati sulla base
dell’aumento della speranza di vita
da 500,88 euro
del 2014
a 502,38
del 2015
6% che diventa 12%
Anzianità contributiva
indipendente dall’età anagrafica
Anni
Uomini
Donne
Anni
Uomini
Donne
2014
66 e 3 mesi
63 e 9 mesi
2014
42 anni e 6 mesi
41 anni e 6 mesi
2015
2016
66 e 3 mesi
66 e 7 mesi
63 e 9 mesi
2015
2016
42 anni e 6 mesi
42 anni e 10 mesi
41 anni e 6 mesi
2017
2018
66 e 7 mesi
2017
2018
42 anni e 10 mesi
66 e 7 mesi
66 e 11 mesi
66 e 11 mesi
2019
2020
67 e 2 mesi
2021
2022
43 anni e 5 mesi
43 anni e 5 mesi
2023
2024
43 anni e 8 mesi
43 anni e 8 mesi
43 anni e 11 mesi
43 anni e 11 mesi
42 anni e 11 mesi
2019
2020
66 e 7 mesi
66 e 11 mesi
66 e 11 mesi
2021
2022
67 e 2 mesi
67 e 2 mesi
2023
2024
67 e 5 mesi
67 e 5 mesi
2025
65 e 7 mesi
65 e 7 mesi
67 e 2 mesi
67 e 5 mesi
67 e 5 mesi
67 e 8 mesi
67 e 8 mesi
67 e 8 mesi
2025
2026
2027
67 e 8 mesi
67 e 11 mesi
67 e 11 mesi
2026
2027
2028
2029
67 e 11 mesi
68 e 1 mese
67 e 11 mesi
2030
68 e 1 mese
68 e 1 mese
68 e 1 mese
42 anni e 10 mesi
43 anni e 2 mesi
43 anni e 2 mesi
41 anni e 10 mesi
41 anni e 10 mesi
16%
15%
14%
13%
42 anni e 5 mesi
12%
2000
80%
70%
44 anni e 2 mesi
43 anni e 2 mesi
44 anni e2 mesi
44 anni e 4 mesi
43 anni e 2 mesi
60%
50%
2030
44 anni e 4 mesi
43 anni e 4 mesi
43 anni e 4 mesi
Fonte: Inps
2010 2020 2030 2040 2050 2060
Numero di pensioni/pensionati in rapporto
al numero di occupati
2028
2029
2000
2010 2020 2030 2040 2050 2060
Fonte: Mef
PENSIONI
Tre anni dopo la riforma Fornero
i piani per rendere più flessibile l’uscita
ai lavoratori vicini all’età del ritiro
L’estensione dell’«opzione donna»
ro senza essere coperti dagli
ammortizzatori sociali fino al
raggiungimento della pensione. Di qui il tema della flessibilità in uscita: stabilire cioè regole che consentano, in determinati casi, di andare in pensione prima. Oltre alla
minipensione anticipata sotto
forma di prestito a se stessi, altre ipotesi prevedono la possibilità di lasciare il lavoro qualche anno prima ma con una
Qualunque fosse l’ipotesi
presa in considerazione, dovrebbe però fare i conti con le
resistenze della Ragioneria generale dello Stato, fermamente
intenzionata a impedire nuovi
varchi nella riforma Fornero,
oltre quelli che si sono già
aperti: gli esodati prima di tutto, ma anche la decisione presa
di recente con la legge di Stabilità di eliminare fino a tutto il
2017 le penalizzazioni per chi
lascia il lavoro con 42 anni e
mezzo (41 e mezzo le donne) di
contributi ma prima di aver
raggiunto 62 anni d’età. Ma altri varchi sono dietro l’angolo.
L’«opzione donna», per esempio. Si tratta della possibilità,
prevista dalla legge 243 del
2004, per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 57
anni d’età di andare in pensione, se lo vogliono, ma con l’assegno interamente calcolato
col contributivo, che di regola
comporta un taglio del 15-20%,
rispetto al calcolo retributivo.
L’opzione scade il 31 dicembre
2015. L’Inps, contrariamente a
quanto disposto in precedenza, ha deciso di continuare ad
accettare le domande di chi
matura i requisiti fino alla fine
del 2015. La Ragioneria aveva
invece spinto per una interpretazione che, tenendo conto
della vecchia «finestra mobile», chiudesse l’operazione nel
2014. L’Inps attende ora le indicazioni del ministero del Lavoro al quale si è rivolto mentre la
stessa legge 243 prevede che
entro il 2015 il governo decida
se prorogare l’«opzione donna». Una ipotesi che potrebbe
essere presa in considerazione,
magari alzando la soglia dei 57
anni. E qualcuno dice estendendola agli uomini. I contributi si svalutano? Altra questione in sospeso è quella del montante contributivo. Per la prima
volta quest’anno, a causa della
prolungata recessione, l’indice
per la rivalutazione del totale
delle somme versate all’istituto
di previdenza da ciascun lavoratore è negativo (-0,1927%).
Questo significa che, per esempio, su ogni 100 mila euro di
contributi se ne perderebbero
Retributivo
Contributivo
Rivalutazione
Busta arancione
Il sistema retributivo, che
calcolava l’assegno sulla media
dei redditi degli ultimi 10 anni di
lavoro per gli statali, è stato
definitivamente superato dalla
riforma Fornero-Monti del 2012
Dal 2012 il sistema contributivo
pro rata vale per tutti: si andrà in
pensione solo al raggiungimento
di una soglia minima d’età e si
riceverà un ammontare calcolato
sulla base dei contributi versati
Quest’anno, a causa della lunga
recessione, l’indice per la
rivalutazione del totale delle
somme versate da ogni lavoratore
è negativo (-0,1927%), ma l’Inps
ha congelato la svalutazione
La busta arancione è l’estratto
conto delle contribuzioni
effettuate che ogni assicurato
dovrebbe ricevere ogni anno, con
una busta arancione. Introdotta
19 anni fa, forse partirà nel 2015
Un’operazione che costerà al
bilancio pubblico circa 12 miliardi di euro fino al 2020. Secondo i comitati degli esodati
ci sarebbero invece almeno altre 50 mila posizioni da sanare.
Al di là di questo braccio di ferro, che riguarda comunque
persone che hanno perso il lavoro prima della riforma Fornero, va affrontato il tema dei
lavoratori anziani che stanno
perdendo o perderanno il lavo-
Le resistenze
La Ragioneria Generale
è intenzionata ad
impedire nuovi
«varchi» nella riforma
Esodati
Secondo l’esecutivo la vicenda esplosa dopo la riforma Fornero, quando l’Inps quantificò
in 328.650 i lavoratori che rischiavano di restare senza lavoro e senza pensione per effetto
dell’improvviso aumento dei
requisiti, si è chiusa con i sei
«decreti di salvaguardia» approvati finora, che consentono
a 170mila lavoratori di andare
in pensione con le regole vigenti prima della riforma.
Spesa in rapporto al PIL
42 anni e 2 mesi
42 anni e 2 mesi
42 anni e 11 mesi
pensione più bassa o attraverso
penalizzazioni per ogni anno
di anticipo o con il calcolo dell’assegno col metodo contributivo, cioè sulla base dei versamenti effettuati durante tutta
la vita lavorativa.
Braccio di ferro
Le parole
*introdotto dal governo Letta
Spesa pubblica per pensioni
pensioni
pensionati
41 anni e 10 mesi
42 anni e 5 mesi
42 anni e 8 mesi
42 anni e 8 mesi
sopra 10.017,60 euro
e 18% oltre 15.026,40
66
anni L’età per
la pensione di
vecchiaia con
la riforma
Fornero; niente
pensione
di anzianità
80
miliardi
Il risparmio di
spesa previsto
per il primo
decennio
(2012-2021)
con la riforma
Fornero
Corriere della Sera
192. Per fortuna l’Inps ha deciso
di non applicare la svalutazione. Ma anche in questo caso attende l’avallo dei ministeri vigilanti: Lavoro ed Economia. Il
problema non è di poco conto.
Se non si trova una soluzione,
anche nel 2015 l’indice potrebbe essere negativo. Per evitare
ciò l’Inps ha proposto che esso
sia calcolato sulla media degli
ultimi 10 anni del Pil anziché 5,
sul presupposto che una recessione così lunga non si verifica
mai.
Informazione a casa
Intanto, l’anno prossimo dovrebbe essere quello buono per
il lancio della cosiddetta «busta arancione». In queste settimane l’Inps sta sperimentando
verso 10mila lavoratori che
hanno già il pin di accesso al sito il sistema di simulazione
della pensione. Treu è deciso a
estendere progressivamente
questa possibilità a tutti i lavoratori iscritti all’Inps, partendo
da quelli più vicini al pensionamento, dove il margine d’errore è più basso.
Assegni congelati
Nel frattempo per il 2015 chi
è già in pensione vedrà il proprio assegno restare pressoché
fermo. L’indicizzazione in base
all’inflazione sarà infatti solo
dello 0,3% mentre il dato definitivo 2014 è stato fissato all’1,1% contro l’1,2% provvisorio.
Dovrà quindi essere restituito
lo 0,1. La pensione minima lorda salirà dai 500,88 euro del
2014 ai 502,38 euro del 2015:
appena un euro e mezzo in più
al mese. La rivalutazione si applica in pieno agli assegni non
superiori a tre volte il minimo,
cioè fino a 1.502,64 euro lordi.
Sopra c’è un adeguamento parziale a scalare. E oltre 14 volte il
minimo, cioè 7.012,32 euro lordi al mese, scatta il contributo
di solidarietà introdotto dal governo Letta: del 6%, che diventa
del 12% sopra 10.017,60 euro e
del 18% oltre 15.026,40. Intanto,
giusto per elencare un’altra
questione aperta, la Corte costituzionale si pronuncerà a
marzo sul blocco della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo deciso con il salva Italia per gli anni
2012 e 2013. E anche sul nuovo
contributo di solidarietà la
Consulta, che aveva già bocciato quello deciso dal governo
Berlusconi nel 2011, potrebbe
tornare a esprimersi.
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
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Politica
La serata
Show del Cavaliere alla festa di Signorini
Alla Venier chiede di correre a Venezia
di Alessandra Dal Monte
È arrivato puntualissimo, cinque minuti dopo le otto. Ha scelto
l’ingresso defilato per non parlare con i giornalisti ed è entrato
nella saletta del ristorante Baretto, all’hotel Baglioni di Milano.
Silvio Berlusconi era l’ospite d’onore della cena per 36 persone
organizzata da Alfonso Signorini per l’uscita della sua
autobiografia, «L’altra metà di me», Mondadori editore
ovviamente. «Ma non si è parlato di politica, la serata è stata
solo una chiacchierata tra amici», assicura il direttore di Chi.
Berlusconi ha voluto al suo tavolo Mara Venier e Valeria Marini,
ha chiesto alla prima se volesse candidarsi a sindaco di Venezia
per Forza Italia perché, da un suo sondaggio, risulterebbe una
delle personalità più amate in città. Poi l’ex premier ha
brindato alla Marini, ribattezzata «lady anticongiunturale»
perché bella, sorridente e tornita com’è è l’antitesi della
congiuntura negativa. Infine l’elogio ai servizi sociali: «Ormai
sono diventati la parte più bella della mia settimana — avrebbe
raccontato Berlusconi — Il venerdì, il giorno in cui vado a
Cesano Boscone, è quello che preferisco. Ho stretto amicizia
con un’ospite, la signora Emilia, e mi fa molto piacere passare
del tempo con lei». Di Renzi e mal di pancia interni al partito
non s’è parlato. Avrebbe dovuto esserci Francesca Pascale, ma
non s’è vista. C’erano, invece, la figlia Marina e Carlo Rossella.
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Berlusconi cavalca la questione morale
«Basta marciume». E scuote anche FI
L’idea di sfruttare le difficoltà del Pd e insieme spingere per un repulisti nel partito
ROMA «Stavolta c’è davvero una
70
i deputati
che siedono
nel gruppo
di Forza Italia
alla Camera
60
i senatori
del gruppo
azzurro eletti
a Palazzo
Madama
36
i parlamentari
di FI, vicini a
Fitto, che
vorrebbero
un’opposizione
più decisa
questione morale. Prima i
consiglieri indagati in EmiliaRomagna, che hanno portato
al crollo dell’affluenza. Adesso
questa storia di Roma, che è
appena cominciata. Non ci lamentiamo poi se il Times o
l’Economist ci fanno le pulci
sull’equazione mafia-politica…». I pochissimi che nelle
ultime ventiquattr’ore hanno
ascoltato Silvio Berlusconi sono rimasti senza parole. E tra i
suoi, infatti, c’è già qualcuno
che rivede nell’ex premier
l’imprenditore che schierò le
sue tv a favore di Mani Pulite o
addirittura il politico che voleva arruolare Antonio Di Pietro
nel suo governo.
Sia come sia, Berlusconi dimentica il peso della sua condanna e archivia la sfida contro i giudici. Da quando è
scoppiato il «caso Roma», infatti, l’ex Cavaliere non pensa
ad altro. Nessuna dichiarazione in favore degli indagati e
avanti tutta sulla strada di «liberare Roma da questa gen-
te». Due giorni fa ha alzato il
telefono e ha contattato Marcello Fiori, il capo dei club Forza Silvio che all’epoca di Rutelli sedeva nella stanza dei bottoni della Capitale. «Ho bisogno che tu venga ad Arcore». E
dal minuto in cui Fiori ha varcato il cancello di Villa San
Martino fino a ieri sera, l’ex
premier l’ha messo sotto tor-
chio. «Ho bisogno di sapere
quello che succede a Roma.
Ho bisogno di capire come
funziona il Campidoglio. Dobbiamo muoverci subito».
Vero o falso che sia, Berlusconi s’è convinto che a Roma
stia per partire una nuova Tangentopoli o qualcosa di molto
simile. Non a caso anticipa ai
fedelissimi quello che sarà il
Nella villa di Cinto Euganeo
Incidente in giardino, Galan ferito
Un grande spavento, il
trasferimento con l’elisoccorso
all’ospedale di Padova, pochi
punti di sutura per una ferita
lacero contusa alla testa e una
contusione all’altezza del
fegato. Si è rivelato meno grave
del previsto l’incidente di cui è
rimasto vittima Giancarlo
Galan — attualmente ai
domiciliari dopo la vicenda
delle tangenti per il Mose —
nel pomeriggio di ieri nel
giardino della sua villa di Cinto
Euganeo. L’ex governatore del
Veneto è stato colpito alla testa
da un ramo staccatosi
dall’albero che stava potando.
Per evitarlo, Galan si è sporto
dalla scala su cui si trovava ed è
caduto a terra, battendo la
testa. La figlia, che ha assistito
alla caduta, ha avvisato la
madre che a sua volta ha
telefonato al 118 e ai
carabinieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
tormentone delle sue prossime settimane. E cioè «la questione morale», il bisogno «di
liberare la politica dal marciume». L’ex premier, che in pubblico ha già manifestato l’opinione che «a Roma bisogna
votare subito», in privato sta
riflettendo su alcune azioni a
effetto. Prima tra tutte quella
delle «dimissioni di massa»
dei consiglieri di Forza Italia.
Una strategia di accerchiamento — che al momento è
più facile a dirsi che a farsi —
per mettere nell’angolo il Pd e
per cavalcare la tigre dell’inchiesta.
Nello schema berlusconiano c’è senz’altro la voglia di
approfittare del momento di
crisi del Pd e la necessità di
non «regalare» a Salvini lo
spazio politico che s’è allargato dopo l’inchiesta di Pignatone. Ma anche l’idea di sfruttare la «questione Roma» per
far scattare il repulisti dentro
FI. E il piano è già a buon punto se è vero che Giovanni Toti,
parlando con qualche deputa-
L’allarme
L’ex
premier
dimentica
per ora
il peso
della
condanna
e archivia la
sfida contro
i giudici
La strategia
I pontieri
sono al
lavoro per
riannodare
le fila con
Alfano ma
da Ncd
arriva
una risposta
fredda
DA MARIO A GIANMARIA
100 ANNI DI STORIA
DELL’ARTE ORAFA
FIRENZE, PALAZZO PITTI
MUSEO DEGLI ARGENTI
2.12.14–22.2.15
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo | Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze | Museo degli Argenti
www.FondazioneGianmariaBuccellati.it
to, s’è lasciato scappare «che
adesso anche noi dobbiamo
andare verso una svolta. Il garantismo — parole del consigliere politico — rimane sacro
quando riguarda le aule dei
tribunali. Ma non possiamo
più permetterci di promuovere al nostro interno dirigenti
indagati o di mettere nelle liste condannati anche in primo grado». Una rivoluzione,
insomma.
Ma non ci sono soltanto la
questione morale e quella «rivoluzione nel partito» di cui
ha parlato anche ieri. Berlusconi ha messo Denis Verdini
alle calcagna di Fitto. E, soprattutto, ha dato mandato ai
suoi di riannodare i fili del dialogo con gli alfaniani. Da Gianni Letta a Toti, da Matteoli a
Ghedini, i pontieri sono già al
lavoro per tentare di mettere
l’ex premier e Alfano l’uno di
fronte all’altro prima di Natale.
Ufficialmente all’ordine del
giorno ci sarebbero le Regionali. Ufficiosamente, però, l’attenzione è rivolta a un possibile fronte comune per il dopo
Napolitano. «Siamo mille miglia lontani dall’unità», premette Gaetano Quagliariello,
coordinatore nazionale di
Ncd. Che poi però aggiunge:
«Chiarito che FI non ha la possibilità di ammazzarci in culla,
non si capisce perché un partito come il nostro non debba
dialogare con loro…». Quel
dialogo è già partito.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
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San Giorgio a Cremano · Gioielleria Spadafora, San Giovanni in Fiore · Gioielleria La Gioia, San Giuseppe Vesuviano · Amedeo Gioiellieri Dal 1900, San Marco in Lamis · Pastorelli Gioielli, San Secondo Parmense · Gioielleria
Stravola, San Severo · Gioielleria Bartoccini, San Sisto · Gioielleria Vassallo, San Teodoro · Oreficeria Gazzola, San Zenone degli Ezzelini · Louis, Sanremo · Raf Oro, Sant’ Anastasia · Gioielleria Tartuferi, Sant’Epidio a Mare ·
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Siena · Gioielleria Monnetti, Siena · Gioielleria Linea Nardi, Sinalunga · Trés..Or, Siracusa · Gioielleria Marco Dalla Mura, Soave · Babette Collection, Sondrio · Orafo Ruggeri, Sonnino · Gioielleria Quintiliani, Sora · Gioielleria Onix House, Sorrento · Oreficeria Ballarin, Sottomarina · Laboratori Orafo Lea Urzino, Soverato · Gioielleria Pavan, Sovico · Gioielli di Via Roma, Spilamberto · Spoleto Gioielli, Spoleto · Gioielleria Bartoccini - CC
La Torre, Spoleto · Angela Gioielli, Statte · Gioielleria Aquamarine, Stintino · Gioielleria Alfredo Paulon, Stresa · Giolleria Fondente, Sulmona · Amos Gioielli, Susa · L’Orologio, Suzzara · Stroscio Gioielli, Taormina · Gem’s
House, Taranto · Ripa Gioielli, Taranto · Gioielleria Orafart, Taurianova · Gioielleria Egidio Chetta, Taviano · Gioielleria Joan Louis, Teano · Gioielleria Pacelli Luigia, Telese Terme · D’Elia Gioielli, Terlizzi · L’Argento e Mioro,
Termoli · Tomasini Francia, Terni · Paccara Gold 1923, Terni · Gioielleria Simona, Terracina · Gioielleria Lolli, Tivoli · Gioielleria Tesei Valli, Tolentino · Gioielleria Monticone, Torino · Stecco Gioielli, Torino
· Gioielli Cane, Torino · Gioielleria Girardi, Torino · Gioielleria Tagliante Michela, Torino · Gioielleria Ermes Negri, Torino · Gioielleria Urbini, Torino · Gioielleria Cortaldo, Torino · Gioielleria Lo Smeraldo,
Torino · Gioielleria Via Venti, Torino · Gioielleria Stra, Torino · Gioielleria Epifani, Torino · Ragazzoni Gioielli, Torino · DR Gioielli Argentario, Torino · Gioielli Martinasso, Torino · Monticone dal 1949, Torino ·
Elvido Campaniello Gioielli, Torre del Greco · Gioielleria Bartoccini, Torre Matigge Trevi · Stecco Gioielli, Torri di Quartesolo · Gioielleria Deiana, Tortolì · Olivero Gioielli, Tortona · Gioielleria Spallucci, Trani
· Gioielleria Amantia, Trapani · Gioielleria Brignoli, Traversetolo · Gioielleria De Galanta, Trento · Gioielleria Tomasi, Trento · Valentini Gioielli, Trento · De Polo Gioielleria, Treviso · Refaldi Gioielli, Trezzano sul
Naviglio · Gioielleria Bortone, Tricase · Gioielleria Exotica, Trieste · Orolinea, Trieste · Landi Gioiellieri, Trinitapoli · Muttoni Gioielli, Trofarello · Croatto 1901, Udine · Gioielleria Giorgio Szulin, Udine · ISY Croatto,
Udine · Gioielleria Cozzari, Umbertide · Delbono Enrico, Vado Ligure · Gioielli Melone, Vallo Della Lucania · Gioielleria Vicenda, Varazze · Gioielleria Ossola, Varese · Gioielleria La Perla, Vasto · Miriam Gold e
Silver, Venafrio · Bellitti Gioielli, Venaria · Oronovanta, Venezia · L’ arte Veneziana, Venezia · Croatto 1901, Venezia · L’Ecrin de l’Or, Ventimiglia · Oreficeria Salvestrini, Venturina · Orsi Gioielleria, Verbania ·
Rastelli Gioielli, Vercelli · Gioielleria Fasoli, Verona · Agor & Amighini, Verona · Amighini G & G, Verona · Gioielleria Rossi, Viareggio · Cutrì Gioielli D’Arte, Vibo Valentia · Stecco Gioielli,Vicenza · Gioielleria Corsico,Vigevano
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GRAZIE.
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
POLITICA
13
#
I quesiti
Scenari
di Nando Pagnoncelli
20%
la percentuale
raccolta dal
Movimento 5
Stelle nelle
intenzioni
di voto. Non
molto inferiore
al 21,2%
ottenuto
dal M5S
alle elezioni
europee dello
scorso maggio
25%
la percentuale
di quanti
giudicano
positivo
l’operato dei
5 Stelle: in linea
col dato di tre
mesi fa. Tra gli
elettori del M5S
è il 72% a dare
valutazione
positiva
D
opo il deludente risultato alle Regionali di
due settimane fa, il
Movimento 5 Stelle sta
attraversando un periodo di
forte turbolenza caratterizzato
dal crescente dissenso interno
che ha portato all’espulsione
dei deputati Massimo Artini e
Paola Pinna, dalle polemiche
sulla mancata rendicontazione
delle spese e delle indennità
parlamentari e, soprattutto,
dalla decisione di nominare un
«direttorio» di 5 esponenti che
affianchi il leader Beppe Grillo
il quale, citando un’espressione di Forrest Gump, ha dichiarato di sentirsi un po’ «stanchino». A tutto ciò si aggiunge
l’Open day di Parma, la manifestazione promossa dal sindaco
Pizzarotti che qualcuno ha definito la «Leopolda» del Movimento.
Le reazioni degli elettori alla
decisione di Grillo di fare un
passo «di lato», pur mantenendo il ruolo di garante del movimento, sembrano molto controverse: il 37% ritiene che il
M5S si avvantaggerà da questa
decisione, il 31% è di parere opposto e pensa abbia poco futuro perché Grillo rappresenta
l’anima del Movimento e il 25%
è convinto che dopo un’iniziale
difficoltà il M5S sia in grado di
andare avanti da solo. Gli elettori pentastellati sono ancora
più divisi: il 35% manifesta pessimismo sul futuro, il 34% pre-
Beppe Grillo ha annunciato di sentirsi stanco
e di voler fare un passo indietro.
Secondo lei il Movimento 5 Stelle senza Grillo…
A capo del Movimento è stato nominato
un direttorio di cinque persone, poi votato sul blog
di Beppe Grillo. Secondo lei …
Non sa
7%
Non sa
15%
Non ne
risentirà,
anzi se Grillo
si fa da parte
le cose per loro
andranno meglio
37%
mo cittadino. Ieri sera si è lavorato fino a tardi all’hotel Villa
Ducale, per dare spazio ai 350
partecipanti. A dare qualche
preoccupazione, una contestazione sotto i Portici del Grano
delle mamme, furenti per il taglio ai sussidi dei bambini disabili. Ma anche la natura degli
interventi su cui tutti sono stati
invitati al massimo riserbo.
«Non so nemmeno se devo
parlare, nel caso improvviserò», spiega Mara Mucci. Con
lei, pure Giulia Sarti, i sindaci
di Livorno e Pomezia Filippo
Nogarin e Fabio Fucci, il cittadino Walter Rizzetto e l’europarlamentare Marco Affronte.
Anche nel Movimento
è utile un gruppo
dirigente
66%
Un elettore di Grillo su tre:
faremo meglio senza di lui
La maggioranza della base vede con favore la nomina del direttorio
vede difficoltà iniziali seguite
da un consolidamento e il 30%
è ottimista: se Grillo si fa da
parte le cose andranno meglio.
Nel complesso due elettori
su tre salutano con favore la
nomina di un gruppo dirigente
mentre uno su cinque ritiene
che la decisione snaturi quei
principi che, fin dalla sua costituzione, hanno riconosciuto a
L’uso del web
In questa fase la Rete
sembra uno strumento
non più sufficiente per il
confronto con gli elettori
Il leader «stanchino»
si prepara al tour mondiale
E oggi in scena Pizzarotti
A New York
La locandina
della tappa
newyorchese
del nuovo
show
di Beppe
Grillo
31%
Avrà delle difficoltà
ma si riprenderà,
ormai il M5S può
andare avanti da solo
25%
Così si snaturano
i principi del M5S
per cui tutti hanno
lo stesso potere
19%
Sondaggio realizzato da Ipsos PA per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne
secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 987 interviste (su 9.617 contatti),
mediante sistema CATI, il 2 e il 3 dicembre 2014. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge,
per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it.
Corriere della Sera
Movimento 5 Stelle
MILANO La «Leopolda» di Pizzarotti da un lato. E la contromossa di Grillo dall’altro. Entra nel
vivo la sfida tra dissidenti e ortodossi del M5S. L’appuntamento di oggi è a Parma con la
kermesse organizzata dal sindaco, da molti considerata un
primo passo verso una scissione all’interno del Movimento.
«Il sindaco e Marco (Bosi, il
capogruppo del M5S di Parma,
ndr) sono impegnatissimi non
possono parlare. Io sono qui
immersa nei cavi elettrici»,
spiega Cinzia, moglie del pri-
Ha poco futuro,
Grillo era l’anima
del Movimento
E mentre i cervelli si sono mess i a l l a vo ro p e r s ce g l i e re
l’hashtag di sorrentiana memoria #figlidellestelle, non è
mancato nella base qualche
malumore, nonostante lo streaming, per la decisione di tenere l’evento a numero chiuso.
Nel frattempo dalla Casaleggio Associati, dopo aver rassicurato tutti che «chi andrà a
Parma, non verrà espulso», si è
deciso di reagire per serrare i
ranghi senza dare troppo peso
alle polemiche interne. Una
mossa tattica che, sul blog, si è
concretizzata con una lettera
aperta firmata da Grillo. Obiettivo, annunciare l’inizio della
raccolta firme per il referendum No euro con una chiamata
alle armi per i banchetti che,
dal 13 dicembre, saranno allestititi in tutta Italia.
È questa infatti la nuova battaglia su cui si punta per ridare
vigore allo spirito originario
del Movimento. Ma non solo.
Dopo essersi definito «stanchino» e aver nominato il direttorio dei cinque fedelissimi, Grillo da marzo torna, come preannunciato, a calcare i palcoscenici con una tournée mondiale
dal titolo «Rabdomante tour».
Filo rosso, ancora una volta, la
politica. Ma il comico si riprende il suo spazio. Cinque le tappe già confermate, da New
York a Londra, Belgio, Francia e
Germania. Poi in maggio una
puntata in Lombardia e forse
una perfino in Australia.
Marta Serafini
@martaserafini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tutti i membri lo stesso potere:
«uno vale uno» in una logica
referendaria. E tra gli elettori
grillini l’utilità di un gruppo dirigente viene riconosciuta da
una percentuale ancor più elevata (71%): ciò sta a significare
che si fa strada una domanda
di cambiamento rispetto al
modello finora adottato e privo
di rappresentanza. Un modello
che prevede processi decisionali concentrati su Grillo e Casaleggio e ratificati dagli iscritti
mediante deliberazioni in Rete, in una sorta di versione contemporanea della democrazia
ateniese di Pericle.
Riguardo al futuro, la maggioranza degli elettori (68%), in
particolare quelli del Pd (83%) e
degli alleati di governo (77%),
auspica che il Movimento possa essere coinvolto nella definizione delle principali riforme
mentre il 24% è di parere opposto e pensa che debba preservare la sua «purezza» senza accordi con nessuno. Su questo
tema l’elettorato grillino appare molto diviso: il 50% sostiene
l’indisponibilità ad accordi, il
48% è di parere opposto.
In questo scenario in forte
evoluzione, tuttavia, gli orientamenti di voto a favore del
M5S non sembrano risentire
delle criticità: nei sondaggi di
questa settimana, infatti, si attesta al 20%, confermandosi al
48%
la percentuale
degli elettori
5 stelle che
pensano che
il M5S debba
dialogare con
gli altri partiti
sulle riforme
secondo posto dopo il Pd, con
un consenso di poco inferiore
rispetto a quello ottenuto alle
Europee. E, a conferma di questa stabilità, anche la valutazione dell’operato del Movimento
non appare intaccata dagli ultimi avvenimenti, e si mantiene
sul 25% senza differenze apprezzabili rispetto al dato di
metà settembre pubblicato su
questo giornale. Ciò induce a
riflettere sulla strategia comunicativa del Movimento in questa fase delicata: appare evidente, infatti, che la Rete è uno
strumento necessario ma non
più sufficiente sia a conoscere
le opinioni dei suoi elettori sia
a comunicare con loro.
L’utilizzo di Internet da parte
del M5S è stato e continua ad
essere molto innovativo, consentendo di affermare l’e-democracy, la consultazione dei
cittadini e il loro coinvolgimento nei processi deliberativi
ma l’eccesso di enfasi attribuita
alla Rete determina il rischio di
confondere la parte con il tutto,
soprattutto in assenza di un
confronto tra diverse tesi sullo
stesso argomento, nonché di
perdere di vista le opinioni e le
aspettative dell’insieme del
proprio elettorato.
E riguardo agli strumenti di
comunicazione, è evidente che
la Rete non consente di raggiungere i quasi 5,8 milioni di
elettori 5 Stelle (oltre agli elettori potenziali), la maggior parte dei quali continua a informarsi utilizzando la televisione. Sembra quindi opportuna
una maggior presenza su questo mezzo, come peraltro si è
cominciato a fare. Tuttavia
questo è un passaggio delicato
non privo del rischio di confondersi con la comunicazione
politica tradizionale e perdere
in tal modo uno dei tratti distintivi di questa importante
forza politica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
L’intervista
di Giovanni Bianconi
POLITICA
L’allarme del Csm:
500 nomine in un anno,
così non ce la facciamo
Il vicepresidente Legnini e le scelte su Palermo e Milano
ROMA Il Csm è in emergenza:
«Dobbiamo procedere entro un
anno a circa 500 nomine per incarichi direttivi e semidirettivi,
molti dei quali rilevanti o rilevantissimi, e con le procedure e
le forze attuali sarà quasi impossibile farcela», avverte il vicepresidente Giovanni Legnini.
Una situazione che deriva dal
taglio dell’età pensionabile dei
magistrati, obbligati a lasciare
la toga a 70 anni, senza possibilità di deroghe. L’allarme è rivolto all’esterno ma anche all’interno dell’organo di autogoverno dei giudici, al cui vertice siede il capo dello Stato.
Che cosa chiedete a governo
e Parlamento?
«Sarebbe necessario articolare in due anni le nomine, in modo da poter decidere senza accumulare ulteriori ritardi e con
la necessaria ponderazione. La
decisione spetta al legislatore, e
noi ci adegueremo qualunque
sarà, ma un sano principio di
buona amministrazione consiglia questa soluzione. Avere un
anno di tempo in più, fino al dicembre 2016, partendo dalla sostituzione dei magistrati più anziani, ci consentirebbe di lavorare meglio senza lasciare scoperti troppo a lungo uffici
anche delicati. Non vogliamo
rallentare il ricambio che pure è
necessario, ma garantire la qualità delle scelte in una situazione che non ha precedenti nella
storia del Csm».
E al vostro interno come vi
state organizzando?
«Il plenum ha già deliberato
di incaricare 10 magistrati, per i
prossimi 11 mesi, che redigeranno le motivazioni dei provvedimenti, e stiamo progettando un
sostegno ai consigli giudiziari
affinché i pareri siano più celeri
e puntuali. Ma soprattutto dobbiamo snellire e rendere più efficienti le procedure: mediamente la durata di una nomina,
nelle ultime due consiliature, è
stata di 383 giorni: un dato insostenibile sul quale occorre intervenire con misure drastiche».
A volte il rallentamento deriva anche dalla necessità delle correnti di prendere tempo
per spartirsi meglio le nomine.
«Gli accordi tra le correnti
possono rallentare o velocizzare
i tempi, a seconda del grado di
coesione. La mia aspirazione è
di rendere ininfluente il dato
dell’appartenenza dei candidati
a questo o quel gruppo. Non
vorrei essere velleitario, ma
dobbiamo provarci tutti insieme».
Auguri. Tuttavia si sente dire che le due decisioni più importanti e imminenti — la
scelta del procuratore di Palermo e la soluzione del conflitto alla Procura di Milano —
vanno di pari passo perché
una corrente non può vincere
sia di qua che di là.
«Su questo punto voglio essere categorico: non c’è e non ci
sarà alcuna relazione tra le due
decisioni, tanto più per ragioni
correntizie».
Staremo a vedere. Intanto
per Palermo la commissione
ha proposto tre candidati:
ogni corrente ha votato il suo,
e il «laico» indicato dal Pd s’è
astenuto.
«La commissione ha fotografato l’orientamento dei gruppi.
Chi è
● Giovanni
Legnini, 55
anni, è stato
eletto
vicepresidente
del Consiglio
superiore della
magistratura
nel settembre
scorso
● È stato
sottosegretario
alla presidenza
del Consiglio
nel governo
Letta e
all’Economia
nel governo
Renzi da
febbraio
a settembre
2014
Su questa premessa ho già avviato un tentativo serio di mediazione, con togati e laici, perché il voto finale sia il più possibile condiviso. I candidati (Guido Lo Forte, Sergio Lari e Franco
Lo Voi, ndr) sono tutti di alto
profilo, ma il dato della coesione del Csm nella scelta del procuratore di Palermo è destinata
ad incidere sull’impatto che essa avrà sul lavoro importante e
delicato di quella Procura, e sul
clima che s’è determinato negli
ultimi mesi. Se non ci riuscirò e
si arriverà a una divisione del
Consiglio, chiederò a tutti di
non caricare l’esito del voto di
significati impropri».
Vuol dire che non dev’essere letto come un voto sul processo relativo alla presunta
trattativa Stato-mafia?
«Lo sta dicendo lei».
Il capo dello Stato è d’accordo sul suo tentativo di «moral
suasion»?
«Con il capo dello Stato c’è un
confronto costante ed è informato di tutto. Anche di questo
mio orientamento».
Sul caso Milano, invece, che
succederà?
«Spero che in settimana arrivino le proposte dei presidenti
delle commissioni che si occupano dell’aspetto organizzativo
e dell’eventuale incompatibilità
La protesta a Bergamo
Niente presepe a scuola?
Salvini ne porta due
Per protestare contro il divieto del presepe
alla elementare De Amicis di Bergamo il
segretario della Lega Matteo Salvini (con
Roberto Calderoli nella foto di Stefano
Cavicchi) si è presentato con una piccola
capanna e con le statue di Maria, Giuseppe e
del Bambinello alte un metro. «Difendiamo
una tradizione, non una religione».
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ambientale, dopodiché chiederò che si voti rapidamente. Sul
piano disciplinare so che la Procura generale della Cassazione
sta già facendo le proprie valutazioni. Anche su questa tormentata vicenda farò il possibile per arrivare a una chiarificazione entro la fine dell’anno,
con una decisione quanto più
condivisa. Ho già incontrato sia
il procuratore Bruti Liberati che
il suo aggiunto Robledo, ai quali ho rappresentato l’inderogabile necessità per il Csm di dare
le risposte che la legge impone,
a tutela del prestigio di quell’ufficio e di tutta la magistratura».
Il precedente Csm ci ha provato qualche mese fa, senza
successo.
«Non commento le scelte di
chi ci ha preceduto. Dico solo
che vanno assunte decisioni
chiare e definitive».
Comunque a larga maggioranza?
«Sì, ma senza cedere ad indecisioni o a compromessi al ribasso. Meglio una delibera non
condivisa che però risolva un
problema, in un senso o nell’altro, che una unanime ma inutile».
Alla fine comunque peserà
la decisione delle correnti:
non teme di avere le mani un
po’ troppo legate in questa ricerca d’intese preventive?
«Ho molta fiducia in tutti i
componenti del Consiglio, i
quali sanno che se le correnti si
dividono, il peso dei laici diventa decisivo. La felice intuizione
dei costituenti sulla composizione mista a maggioranza togata, non fu casuale. Affrancare
il Csm dall’eccessivo peso delle
correnti significa far prevalere
la qualità delle scelte e gli interessi generali dell’ordinamento
giudiziario e della giustizia italiana. La ricerca d’intese tra tutti
i componenti del Consiglio ha
questo significato».
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15
● Il caso
E il nuovo Senato
perde le competenze
sui temi etici
L
a commissione Affari
Costituzionali della
Camera, riunita anche
questo fine settimana
dell’Immacolata, sta
rettificando, passo dopo
passo, alcune delle
«stravaganze» imposte
l’estate scorsa a Palazzo
Madama (dal governo ma
anche dal voto segreto e dai
franchi tiratori) alla riforma
costituzionale del Senato e
del Titolo V (federalismo).
Per ora, le correzioni
riguardano la cancellazione
della potestà del capo dello
Stato di promulgare anche
una sola parte di una legge
e l’abolizione della
competenza obbligatoria
del Senato in materia di
famiglia e di trattamenti
sanitari. Nel primo caso è
stato ritenuto che un
presidente della Repubblica
di garanzia non possa
«tagliare», e poi magari
promulgare, soltanto una
parte di un testo votato dal
Parlamento senza invadere
il campo del legislatore; per
l’altro aspetto, invece, è
prevalso il principio
secondo cui i diritti
(uguaglianza, famiglia,
salute, lavoro, etc) insistono
tutti sullo stesso piano e,
quindi, verranno trattati nel
sistema non più paritario
soltanto dalla Camera.
Così, in seconda lettura
alla Camera, la riforma
costituzionale che porta la
firma del premier Matteo
Renzi e del ministro Maria
Elena Boschi non ha
innescato per ora le scene
apocalittiche viste l’estate
scorsa al Senato. Il merito è
del governo (che ha
rinunciato al pugno duro),
della pazienza dei relatori
Emanuele Fiano (Pd) e
Francesco Paolo Sisto (FI) e
anche della minoranza del
Pd che, con la regia del
costituzionalista Andrea
Giorgis, si muove a questo
punto più sul terreno delle
piccole ma sostanziali
correzioni di rotta piuttosto
che su quello della
«contrapposizione che non
lascia spazio agli
argomenti». Il merito della
«pax parlamentare»,
tuttavia, va anche al
calendario tattico che ha
fatto rinviare i punti più
controversi del testo. Però
da martedì, con altri voti, si
diraderà la nebbia: sulla
richiesta di una platea più
vasta che elegge il capo
dello Stato, sul «controllo
preventivo di
costituzionalità» della legge
elettorale valido in «prima
applicazione» anche per
l’Italicum, sul
procedimento legislativo
ancora troppo farraginoso.
Il tema dei temi infine,
quello sul quale il governo
fa muro, è la composizione
del Senato: 100 senatori (74
eletti di secondo grado tra i
consiglieri regionali, 21
sindaci anche di piccoli
centri, 5 senatori a vita) ce
la faranno infatti a svolgere
l’attività legislativa, seppure
ridotta, in 10-11
commissioni? Ecco, nelle
prossime ore, in vista
dell’arrivo del testo in aula
previsto per il 16 dicembre,
si capirà se il governo è
disposto a raccogliere altri
suggerimenti che arrivano
dai deputati. Compresi
quelli «non ostili» della
minoranza del Pd.
Dino Martirano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
16
Esteri
Fallisce il raid
dei Navy Seals
Morti in Yemen
i due ostaggi
La vicenda
● L’insegnante
sudafricano
Pierre Korkie e
il reporter
americano
Luke Somers
sono stati
uccisi da un
carceriere
● Il terrorista
avrebbe
sparato contro
gli ostaggi
perché si era
accorto della
presenza delle
truppe Usa
dopo che un
cane aveva
abbaiato
DAL NOSTRO INVIATO
Terza operazione di
salvataggio di ostaggi americani fallita in pochi mesi da un team delle «Us Special Operations». Dopo la mancata liberazione, qualche mese fa, degli
ostaggi Usa detenuti dall’Isis e
un tentativo di liberare Luke
Sommers andato a vuoto, il 24
novembre scorso, i Navy Seals
hanno tentato una nuova missione, l’altra notte, per cercare
di salvare il fotogiornalista
americano. Stavolta i convertiplani V.22 Osprey, aerei capaci
di atterrare come elicotteri ruotando le pale dei motori, sono
atterrati a sette chilometri dal
compound dove Somers e un
altro ostaggio, il sudafricano
Pierre Korkie, erano detenuti
in una zona impervia dello Yemen, controllata dai guerriglieri sunniti che fanno capo al
gruppo terrorista Aqap: Al Qaeda nella penisola arabica.
Il commando di 40 uomini
ha cercato di prendere di sor-
NEW YORK
presa i guerriglieri ma, arrivati
a meno di cento metri dall’obiettivo, i Seals sono stati traditi da un rumore, forse l’abbaiare di un cane, che ha messo
sull’avviso i guardiani del nascondiglio degli ostaggi. È, così, iniziata una battaglia furibonda, durata mezz’ora. I terroristi hanno sparato a Somers e
Korkie. I militari americani, tra
i quali c’erano anche due medici, li hanno recuperati già morenti. I due sanitari hanno cercato di tamponare le ferite
quando era ancora in corso lo
scontro a fuoco. Nella battaglia
sarebbero stati uccisi almeno
sei combattenti di Al Qaeda, secondo fonti americane. Quelle
locali parlano, invece, di due
guerriglieri e di sei civili uccisi
dai Seals. Uno dei due ostaggi è
deceduto su uno degli Osprey
usati per l’evacuazione. L’altro
è stato dichiarato morto a bordo della Makin Island, una nave-appoggio per attacchi anfibi
che incrociava al largo delle coste dello Yemen.
Blitz
● 1980,
elicotteri in tilt:
fallisce il raid
autorizzato dal
presidente
Jimmy Carter
per liberare i
52 ostaggi
americani
all’ambasciata
Usa a Teheran
● 2010
Afghanistan: la
cooperante
scozzese Linda
Norgrove, 36
anni, viene
uccisa da
«fuoco amico»
durante un
blitz guidato
dagli americani
nel covo dove è
tenuta
prigioniera da
13 notti
Al lavoro Qui sopra, l’insegnante sudafricano Pierre Korkie, 56 anni; in
alto, il fotogiornalista americano Luke Somers, 33: uccisi dai loro rapitori
Barack Obama, che aveva autorizzato l’incursione, appena
informato del suo insuccesso
ha condannato quello che ha
chiamato il «barbaro assassinio» degli ostaggi da parte dei
terroristi, ha espresso il suo
cordoglio alle famiglie di Somers e Korkie e ha sostenuto
che con questa missione così
impegnativa e complessa gli
Stati Uniti hanno confermato la
loro determinazione a fare tutto quanto nelle loro capacità
«militari, di intelligence e diplomatiche» per riportare a casa gli ostaggi catturati da gruppi terroristi. Come dire che la
● 2014 Siria
Forze speciali
Usa cercano di
liberare alcuni
ostaggi
dell’Isis, i
reporter
americani
James Foley e
Steven Sotloff,
spostati 24 ore
prima del raid e
in seguito
decapitati
Casa Bianca non ha alcuna intenzione di cambiare rotta sulla questione dei riscatti: rimane il divieto assoluto di pagarli
cedendo al ricatto di queste
bande. Ma l’insuccesso della
notte scorsa potrebbe lasciare
segni abbastanza profondi e
non solo per la dolorosa circostanza del caso Korkie. Pierre,
sequestrato nel maggio del
2013 assieme alla moglie Yolande, poi rilasciata dietro pagamento di un riscatto, stava
per essere liberato anche lui.
«Gift of the Givers», l’organizzazione umanitaria sudafricana che aveva ottenuto la liberazione di Yolande, aveva appena
comunicato alla moglie che
aveva pagato un altro riscatto.
I portavoce del Pentagono
hanno detto che il commando
non conosceva l’identità dell’ostaggio che era insieme a Somers ed hanno escluso che i
due siano stati uccisi da «fuoco
amico». Ma il terzo insuccesso
consecutivo delle squadra speciali solleva interrogativi sull’efficacia di questo tipo di incursioni. Ormai è lontana la
memoria dell’operazione
trionfale del 2011 con la quale i
Seals eliminarono Bin Laden.
Oltre ai dubbi sull’impiego di
questi commando, potrebbero
tornare le polemiche sui tempi
delle incursioni e sui rapporti
tra presidente e militari. A novembre c’erano state voci di
dubbi di Obama che avrebbe
aspettato qualche giorno prima di approvare il blitz proposto dal Pentagono. La Casa
Bianca ha smentito. Ma quando gli incursori raggiunsero la
prigione, con tre giorni di ritardo, Somers non c’era più.
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Filippine
Lorenzo, prigioniero svizzero
nelle mani di Abu Sayyaf,
scappa a colpi di machete
È partito con la macchina fotografica, è tornato grazie a un
machete.
Lorenzo Vinciguerra, 49 anni, svizzero, è riuscito a fuggire
dal campo dei militanti di Abu
Sayyaf che da quasi due anni lo
tenevano prigioniero nella
giungla dell’isola di Jolo nelle
Filippine. Il suo compagno di
detenzione, l’olandese Ewold
Horn, 54 anni, è rimasto là:
«Gli ho detto di venire con me
— ha raccontato Vinciguerra
dal letto di ospedale dove gli
stanno curando lievi ferite —
ma ha detto no. Ewold ha male
ai denti, altri problemi di salute». Troppo debole per tentare
la fuga, quando l’esercito filippino ha attaccato a colpi di artiglieria la base dei ribelli nella
località di Patikul, mille chilometri a sud di Manila. Lo svizzero ha approfittato della confusione assalendo un capo del
gruppo e uccidendolo con un
machete. Mentre si allontanava
è stato scoperto e ferito da colpi di arma da fuoco. I ranger
dell’esercito l’hanno trovato e
portato in salvo. «È in buone
condizioni» ha detto il generale Rustico Guerrero all’Ap.
Vinciguerra e Horn erano
stati rapiti durante un tour da
ornitologi nella vicina Tawi
Tawi. La guida si era buttata
dalla barca all’arrivo dei miliziani. Sono gli stranieri la preda ambita: Abu Sayyaf, filiale filippina di Al Qaeda, conterebbe 400 armati divisi in sei fazioni, attivi da 20 anni grazie ai
sequestri. Nelle loro mani rimangono molti ostaggi tra cui
un ufficiale malese e un cacciatore di tesori dal Giappone. Il
recente rapimento di turisti cinesi, prelevati da un’isola della
Malaysia a grande distanza dal
loro territorio, ha portato
l’esercito a scatenare un’offensiva. Due tedeschi sono stati liberati a ottobre: i capi di Abu
Sayyaf hanno messo su Facebook un video che mostra il denaro del riscatto, che si aggirerebbe sui 5 milioni di euro.
Con la fuga Vinciguerra ha
Ferito Lorenzo Vinciguerra, 49 anni
fatto risparmiare al governo di
Berna un paio di milioni? «Sono felice di passare il Natale
con la mia famiglia — ha detto
appena libero —. Ma sono preoccupato per Ewold». Il candido messaggio di Lorenzo l’ornitologo non farà breccia nel
popolo di Abu Sayyaf: «Lasciate le armi, uscite dalla foresta.
Qui fuori si vive bene». Nella
foresta tornerà, un giorno, per
fare bird-watching. Non nel
Sud delle Filippine. E magari
con un machete a tracolla.
Michele Farina
@mikele_farina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
Il personaggio
di Guido Olimpio
ESTERI
17
Un missile per Jafar «il pilota»
Ucciso l’americano di Al Qaeda
Così lo studente modello di Brooklyn era finito nella lista dei grandi ricercati Fbi
Il profilo
● Adnan al
Shukrijumah
nasce 39 anni
fa in Arabia
Saudita, figlio di
un imam
stipendiato dai
sauditi per
diffondere il
verbo
integralista
● Vive con
la famiglia in
Guyana e Usa
● Nel giugno
2001 entra
in Al Qaeda e
parte per
il Pakistan e poi
l’Afghanistan
● L’Fbi mette
una taglia
da 5 milioni
di dollari.
Il 5 dicembre
è ucciso in un
raid di elicotteri
e commandos
pachistani
a Wana
WASHINGTON Per anni lo conoscono solo come il sudamericano. Poi diventa Jafar il pilota.
Qualcuno sospetta che sia Ciro,
uno studente di un college dell’Ontario. È un abbaglio in una
galleria di false identità, avvistamenti incerti per uno dei
soldati perfetti di Al Qaeda: Adnan al Shukrijumah.
Latitante da anni, finito nella
lista dei grandi ricercati dell’Fbi con una taglia da 5 milioni
di dollari, ora non c’è più, ucciso da un raid di elicotteri e
commandos pachistani a Wana, nel sud Waziristan. Colpo
duro per il movimento che perde un pianificatore importante. Forse uno dei pochi della
vecchia guardia.
Se avesse fatto un altro lavoro e non il terrorista, la storia di
Adnan poteva essere citata ad
esempio. Il militante nasce 39
anni fa in Arabia Saudita, cresce e vive in Guyana, piccolo
Stato confinante con il Venezuela. Finisce a queste latitudini seguendo il padre, un
imam stipendiato dai sauditi
per diffondere il verbo integralista.
La permanenza nel quadrante geografico gli permette di
imparare molto su questa parte
di mondo. E apprende ancora
di più quando la sua famiglia si
trasferisce a Brooklyn. Il padre
è nell’entourage dello sceicco
cieco, Omar Abdel Rahman, figura carismatica e faro per gli
I signori del terrore
AYMAN AL ZAWAHIRI
CAPO DI AL QAEDA
COSA RESTA DELLA RETE DI BIN LADEN
Ibrahim
Mohsen
al Asiri
al Fadhli
Mago
Capo del gruppo
delle bombe
Khorasan
(Yemen)
(Siria)
UCCISI IN PAKISTAN
Adam
Gadahn
La voce
di al Qaeda
(Pakistan)
Mokhtar
Belmokhtar
Il guercio
del Sahel
(Algeria/Libia)
Osama Bin Laden
Fondatore di Al Qaeda,
2 maggio 2011
Ahmed
Omar
Capo
degli Shebab
(Somalia)
Abubakar
Jalaluddin
Shekau
Haqqani
Leader di Capo dell'omonimo
Boko Haram network (Pakistan/
(Nigeria)
Afghanistan)
Adnan al Shukrijumah
Responsabile operativo,
5 dicembre 2014
Corriere della Sera
estremisti poi coinvolti nell’esplosione alle Torri Gemelle,
nel febbraio 1993. Adnan assorbe i precetti però non è ancora
pronto. Il suo momento verrà
presto, dopo un’altra migrazione.
Il giovane si muove di nuovo,
insieme ai genitori. La meta è
Fort Lauderdale, Florida. C’è da
aprire un centro islamico. Adnan studia, è bravo nelle materie scientifiche, sembra destinato ad avere un buon futuro in
America. Invece cambia strada.
E in modo radicale: nel giugno
2001 parte per l’Oriente, prima
in Pakistan, quindi in Afghanistan, dove entra nel movimen-
to qaedista, anche se non è
escluso che la sua adesione risalga ad un periodo precedente.
Per il militante sono mesi
difficili, soffre d’asma, fatica
nel training gestito da guerriglieri kashmiri. Finisce a lavare
le pentole. La prende male,
vuole contare di più, si impe-
Colpito in Pakistan
Adnan al Shukrijumah
si faceva passare per
latino e aveva imparato
a pilotare anche i jet
gna. Chi lo incontra lo descrive
ambizioso, arrogante ma capace. Adnan fa breccia tra i
mujaheddin. Anche perché
possiede la carta verde Usa, sa
come muoversi nei Paesi nemici, può agire da infiltrato.
La sua pelle scura e una certa
padronanza delle lingue gli
permettono di farsi passare per
un latino. Informazioni — non
precise — sostengono che faccia una ricognizione lungo il
canale di Panama. Voci incontrollabili aggiungono: ha imparato a portare jet passeggeri. Lo
avvistano ovunque, aumentandone il peso nel network. In realtà, l’Fbi — prima ancora di
13
militanti antigovernativi
uccisi ieri
in Afghanistan
dai droni
americani
nelle province
di Laghman
e Kunar
identificarlo con certezza —
scopre che Adnan è un reclutatore e organizzatore.
Testimonianze lo collegano
a diversi progetti di attacchi:
nel 2003 la prima segnalazione
seria, l’anno successivo è presenta alla riunione che porterà
alle bombe di Londra, quindi
scompare per poi riapparire
sui radar nel 2009 come coordinatore per una possibile
azione nel metrò di New York
affidata ad un afghano. Gli interrogatori dei prigionieri di
Guantanamo aggiungono dettagli al profilo del «pilota», forse anche Khaled Sheikh Mohamed, lo stratega principe di Al
Qaeda, fornisce altri dati durante i pesanti interrogatori a
cui è sottoposto.
E’ possibile che Adnan, con
l’eliminazione per mano degli
americani di molti «colonnelli», salga nel network oggi agli
ordini di Ayman al Zawahiri. Le
promozioni in Al Qaeda portano prestigio ma anche guai. Diventi un «Htv», sigla inglese
che indica un bersaglio di alto
valore, un bersaglio per i droni
che vanno a caccia di terroristi
nell’area tribale del Pakistan.
Cresce l’attenzione degli informatori, fondamentali per individuare i most wanted. Al
Shukrijumah riesce a beffarli
per molto tempo, evitando
missili e morte. Fino a ieri.
@guidoolimpio
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
Diplomazie
di Stefano Montefiori
La visita lampo
in aeroporto:
disgelo a Mosca
Q
ualcuno doveva fare
quel passo, e va
riconosciuto al
presidente francese
François Hollande di avere
avuto il coraggio di
prendere l’iniziativa, primo
leader occidentale ad
andare in visita a Mosca
dopo lo scoppio della crisi
in Ucraina. Nessuna svolta
decisiva, ovviamente, ma il
colloquio di un’ora e mezza
ieri è servito a rilanciare il
dialogo tra due Paesi —
Francia e Russia — segnati
da un’amicizia storica e da
rapporti oggi pessimi. Un
incontro importante per
abbassare la tensione tra
Mosca e il campo
occidentale. Giovedì sera
Putin (foto) aveva
pronunciato un discorso
alla nazione molto duro
contro il governo
dell’Ucraina e i suoi alleati
europei e americani «che,
ESTERI
Immagine
e politica
François Hollande,
60 anni, socialista,
è presidente
della Repubblica
francese dal
maggio 2012.
Oggi, a metà
del suo mandato
quinquennale,
è al minimo
storico nei
consensi. Il 2014
si è aperto
con le rivelazioni
sulla relazione
clandestina con
l’attrice Julie
Gayet, che ha
portato alla
rottura con la
compagna Valérie
Trierweiler:
lo scandalo
ha peggiorato
una situazione
già grave
per lo stato
dell’economia
(a fianco Hollande
con il dittatore
kazako Nursultan
Nazarbaiev; a
destra dall’alto,
uno dei servizi
del settimanale
«Closer»
sull’affaire Gayet;
il look del
presidente in visita
a uno stabilimento
chimico)
Quel colbacco dopo il casco galeotto
L’ultima scivolata di Hollande (al 13%)
La foto rubata con il dittatore Nazarbaiev aggrava il calo di popolarità del leader francese
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI In visita ufficiale ad Asta-
na, capitale del Kazakistan, venerdì il presidente francese
François Hollande si è lasciato
fotografare in colbacco e cappotto tradizionale accanto al
dittatore Nursultan Nazarbaiev, quest’ultimo più fotogenico e comunque in giacca e craanche senza la Crimea, si
sarebbero comunque
inventati qualcosa per
intralciare gli interessi della
Russia». Il giorno dopo
Hollande è volato in
Kazakistan, come previsto,
per una visita ufficiale al
presidente Nursultan
Nazarbaiev che non avrà le
carte democratiche in
regola ma conosce bene
Vladimir Putin. Con l’aiuto
del dittatore kazako, la
diplomazia francese ha
ottenuto il sì definitivo a un
incontro a Mosca che era in
preparazione da settimane.
Con sorpresa dello stesso
seguito di Hollande, ieri è
stato annunciato all’ultimo
momento uno scalo dal
Kazakistan a Mosca prima
del rientro a Parigi. Putin
ha accolto Hollande
all’aeroporto. Al termine
del colloquio il presidente
russo ha detto che la Russia
lavora per l’integrità
territoriale dell’Ucraina e
per un cessate il fuoco
nell’Est del Paese. Non si è
parlato del maggiore
motivo di scontro
bilaterale, cioè delle navi da
guerra Mistral che la Russia
ha commissionato e pagato
e che Parigi si rifiuta di
consegnare. Hollande ha
detto a Putin di avere
ascoltato il suo discorso, e
per questo «bisogna evitare
che altri muri tornino a
separarci», alludendo al
Muro di Berlino e alla
Guerra fredda. «Con il
presidente Putin volevo qui,
oggi, inviare il messaggio
che la distensione è
possibile», ha concluso
Hollande. Dopo il colbacco
e i guai di immagine ad
Astana, un buon modo per
concludere due giorni di
missione orientale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
19
vatta. Molti hanno creduto a un
falso, alcuni hanno sperato fosse un crudele fotomontaggio
escogitato dai nemici per gettare ancora più discredito sull’impopolare presidente (al
13%). Invece no, la foto era vera.
Il giorno dopo, quando ormai non si contano più le critiche e le beffe, interviene il segretario del partito socialista
Jean-Christophe Cambadélis a
difendere l’amico: «Ormai c’è
un pregiudizio anti-Hollande,
ogni occasione è buona per attaccarlo. E la foto di Giscard ai
bordi della piscina con Gerald
Ford, allora?». Ma in quella storica immagine del 1975 il presidente Valéry Giscard d’Estaing
ai Caraibi, in calzoncini e cocktail alla mano, era prestante e
In caduta
Hollande
è apparso
incapace
di dire no
al leader
kazako
glamour, interprete di una
Francia sicura di sé e ottimista.
François Hollande invece, con
pastrano e collo di pelliccia
nella capitale più fredda del
mondo, appare goffo e imbarazzato, incapace di dire no a
un autocrate dell’Asia centrale.
Il viaggio di Hollande in Kazakistan è avvenuto in un momento delicato, quando in
Francia continua la battaglia legale per l’estradizione dell’oligarca Mukhtar Ablyazov, oppositore di Nazarbaiev. Anche per
questo l’entourage di Hollande,
all’Eliseo, aveva cercato di evitare situazioni spiacevoli. Tempo fa il protocollo kazako aveva
interpellato l’Eliseo chiedendo
la taglia di François Hollande
per potergli confezionare il
cappotto e il colbacco su misura: i consiglieri del presidente
francese avevano ringraziato e
precisato che però Hollande
non avrebbe indossato gli abiti
tradizionali e non si sarebbe
prestato al gioco della foto.
Hollande è noto per non
ascoltare i suggerimenti dei
collaboratori. Venerdì è rimasto da solo con Nazarbaiev per
alcuni minuti. Nazarbaiev gli
ha offerto il prezioso omaggio,
lui lo ha indossato per non risultare scortese ma a quel punto è apparso il fotografo ufficiale, che ha fatto lo scatto e lo ha
pubblicato sull’account Instagram dell’agenzia stampa della
presidenza kazaka, Akorda
Press. In pochi istanti, la foto
ha fatto il giro del mondo. Poi
Akorda Press l’ha cancellata.
Ma ormai il danno d’immagine, l’ennesimo, era compiuto.
S. Mon.
@Stef_Montefiori
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Per i negoziati con l’Iran
E Mogherini
nomina Ashton
L’Alto rappresentante per gli
Affari esteri della Ue, Federica
Mogherini, ha nominato
Catherine Ashton consigliera
speciale per i colloqui sul
programma nucleare iraniano.
Mogherini, subentrata a Lady
Ashton il primo novembre,
parteciperà ai negoziati
quando saranno presenti i
ministri del «gruppo 5+1».
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
20
#
Cronache
«Peculato in affari immobiliari»
Indagine sugli ex vertici dello Ior
La giustizia vaticana sequestra i conti di Caloia e Scaletti con 16,8 milioni
❞
«Siamo lieti
che il
Vaticano
agisca con
risolutezza»
JeanBaptiste
de Franssu
Presidente
Ior
ROMA Due conti sequestrati per
16,8 milioni di euro presso lo
Ior, che per decenni l’ex presidente Angelo Caloia e l’ex direttore generale Lelio Scaletti
hanno amministrato, dopo
l’estromissione del vescovo
Paul Marcinkus seguita al crac
del Banco Ambrosiano.
Milioni che secondo il promotore di giustizia vaticano,
Gian Piero Milano, potrebbero
essere frutto di peculato dei
due che nell’arco di sette anni
(2001-2008) e sotto due Papi
hanno venduto praticamente
tutto il patrimonio immobiliare dell’Istituto per le opere di
religione (allo Ior rimane in
pratica un solo grande immobile in via della Conciliazione).
Per la precisione, 29 immobili
tra Roma (la gran parte ) e Milano. Una compravendita del valore di centinaia di milioni di
euro. L’ipotesi accusatoria si
basa sulle indagini della società di revisione Promontory,
sull’ispezione interna condotta
all’inizio del 2014 dall’Autorità
per l’informazione finanziaria
vaticana (Aif) e su una denuncia all’autorità giudiziaria vaticana dei vertici attuali dello Ior:
Caloia e Scaletti avrebbero, in
concorso con l’avvocato Gabriele Liuzzo, lucrato una cifra
29
Gli immobili
dello Ior
venduti da
Angelo Caloia
e Lelio Scaletti.
All’Istituto
ne è rimasto
solo uno
che sfiora i 60 milioni di euro.
Promontory (chiamata in Vaticano dall’ex presidente von
Freyberg) ha portato alla luce
anche tutti i meccanismi attraverso i quali le compravendite
sono avvenute e che avrebbero
permesso l’illecito arricchimento.
Si tratta di un complesso giro di società paravento, di scatole cinesi, e soprattutto of-
fshore, cioè di società domiciliate in paradisi fiscali, come le
isole Bahamas, con un’imponente movimentazione di denaro contante.
Così è stato possibile che un
indagato attualmente abiti a
Roma sul colle Aventino in un
appartamento che lo Ior ha
venduto a una società offshore,
società le cui quote sono però
controllate dal medesimo in-
L’Istituto
L’origine
Nel 1942 papa Pio XII fonda
l’Istituto per le opere di religione
(Ior), conosciuto come la «banca
vaticana». Gestisce i beni (anche
finanziari) del Vaticano
A Firenze nove feriti
Lo scandalo
Lo Ior, con il suo direttore Paul
Marcinkus, fu coinvolto nelle
indagini per il fallimento, nel 1982,
del Banco Ambrosiano (di cui era
azionista). Marcinkus però evitò il
giudizio grazie ai Patti lateranensi
La riforma
Tensione e scontri
tra cortei e polizia
Pomeriggio di alta tensione a Firenze. Scontri
tra forze dell’ordine e 400 manifestanti della
«Rete antifascista» che hanno cercato di
raggiungere un presidio di Forza Nuova a
Peretola. Nove i feriti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ad aprile papa Francesco
annuncia la riforma dello Ior, che
viene presentata a luglio. L’Istituto
dovrà «fornire servizi finanziari
specializzati alla Chiesa cattolica»
dagato, che paga l’affitto a se
stesso per abitare nell’appartamento che di fatto ora è suo. Al
tempo stesso però quell’«affitto» finisce sistematicamente
all’estero, al riparo dal fisco italiano.
Il Vaticano chiederà assistenza giudiziaria all’Italia, ma la
stessa magistratura italiana potrebbe ora aprire sue indagini
per la possibilità che le società
«acquirenti» abbiano costituito un vero e proprio sistema
per il riciclaggio che faceva
perno sullo Ior e al tempo stesso era ad esso parallelo.
Gli acquirenti degli immobili sono tutti cittadini italiani.
Il «regno» di Caloia al Torrione Pio V è durato esattamente vent’anni, dal 1989 al
2009, quando per decisione
dell’allora segretario di Stato
vaticano, Tarcisio Bertone, venne sostituito da Ettore Gotti Tedeschi. Ci si può chiedere come
mai Caloia, Scaletti e Liuzzo abbiano mantenuto fino a oggi
quasi 17 milioni di euro presso
la banca vaticana.
Una risposta a questa domanda va forse trovata nel fatto
che il meccanismo messo in
piedi si era bloccato poiché nel
settembre del 2010, le segnalazioni dell’Uif della Banca d’Italia e le indagini della Procura di
Roma portarono al blocco di
tutti i conti dello Ior presso le
banche italiane e alla creazione
del primo nucleo delle nuove
strutture antiriciclaggio vaticane.
«Siamo molto lieti che le autorità vaticane stiano agendo
con risolutezza» ha commentato l’attuale presidente dello
Ior Jean-Baptiste de Franssu.
M.Antonietta Calabrò
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
CRONACHE
21
#
Il personaggio
di Marco Garzonio
Il sindaco della Dc
voluto da Wojtyla
nel dopo Marcinkus
Gestì l’Istituto negli anni di Mani pulite
Chi era
● Paul
Marcinkus
(1922-2006) è
stato il
presidente
dello Ior dal
1971 al 1989
● Di origini
lituane, nato a
Cicero vicino a
Chicago, fu uno
degli uomini di
fiducia
di Paolo VI e
poi di Giovanni
Paolo II, di cui
organizzava
i viaggi e
curava
la «security»
L’apertura di un’indagine
non è prova di colpevolezza.
Per Angelo Caloia, indagato
dalla Procura vaticana, forse è
l’occasione per difendersi facendo conoscere all’opinione
pubblica più vasta il lavoro di
pulizia svolto nello Ior. Già,
perché «il professore», come
viene chiamato non solo per i
titoli accademici cumulati in
una vita d’insegnamento in
Cattolica ma per il tratto riservato, sobrio, schivo da eminenza laica, è riuscito a non finire
mai sotto i riflettori: né quando, nel 1989, fu chiamato da
Wojtyla «a salvare lo Ior», travolto dagli scandali e dalle operazioni di Calvi, Sindona e Marcinkus, né vent’anni dopo.
Nel 2009, infatti, nella sorpresa generale, il cardinale
Bertone lo sollevò dall’incarico
con una telefonata, la sera, a
casa. Un gesto fuori dalle regole del bon ton curiale: l’allora
segretario di Stato avrebbe potuto comunicare a Caloia l’intenzione di sostituirlo con Gotti Tedeschi a solo un anno dalla
scadenza naturale del mandato
il giorno dopo, di persona, a
Roma.
Erano stati almeno quattro
fattori a convincere Agostino
Casaroli, il cardinale dell’Ostpolitk, a rivolgersi a Caloia:
le origini modeste e solide tipiche dell’ambrosianità (il padre
artigiano lo portò come aiuto a
montare le tapparelle alla Torre
Velasca); gli studi in Cattolica e
la specializzazione in Pennsylvania; la moglie inglese; l’esperienza amministrativa (fu sindaco a Castano Primo e poi segretario regionale della Dc).
Ma forse l’input decisivo venne
da un’iniziativa del 1984: Caloia
istituì a Milano il Gruppo cultura etica finanza, che si riuniva presso il Mediocredito Lombardo, che lui presiedeva. All’apparenza informale, il Gruppo cominciò a radunare
universitari, imprenditori,
esponenti ecclesiastici di vaglia a partire da Attilio Nicora
(vescovo che nello stesso anno
firmò le modifiche al Concordato per la Santa Sede, con
Margiotta Broglio per lo Stato),
allora braccio destro di Martini, poi approdato in Vaticano e
nel 2002 fatto presidente del-
Il meccanismo
I palazzi comprati
attraverso società
con sede alle Bahamas
Qualcuno ieri, dalle parti del Torrione di Niccolo V, sede dello Ior, ricordava una frase
che ogni tanto il ragionier Lelio Scaletti si
lasciava sfuggire: «Se parlo io, crolla l’Italia».
Oggi Scaletti ha 88 anni e dal crac dell’Ambrosiano di Roberto Calvi sono passati
più di trent’anni, eppure il richiamo
dei mari caldi delle Bahamas sembra essere
stato irresistibile per i vertici dello Ior fino
quasi ai giorni nostri. Sono infatti registrate
a Nassau alcune società che hanno
acquistato gli immobili dello Ior, oggetto
della compravendita per cui gli ex vertici dell’Istituto sono sotto indagine vaticana. Scatole
cinesi, offshore, che si mettevano in pancia i
palazzi dello Ior, società che sarebbero state
controllate in parte anche da Caloia e Scaletti.
L’indagine è partita dall’operazione di pulizia
dei conti, cioè dall’operazione per chiudere
quelli di persone che allo Ior il conto corrente
ce l’avevano, pur non avendone diritto. Ed ecco
che dal setaccio «emerge» il cospicuo conto del
novantunenne avvocato Gabriele Liuzzo, che è
appunto un professionista che non dovrebbe
avere nessun rapporto con la banca vaticana.
Vengono notate movimentazioni contestuali
alle operazioni dei due ex dirigenti Caloia
e Scaletti che in quanto pensionati hanno
invece tutto il diritto di avere il conto. Liuzzo
in un’intervista telefonica con la Reuters ha
detto che le accuse del promotore vaticano
sono «spazzatura». In realtà secondo
Promontory (società di revisione che ha lavorato sui conti) gli immobili sono stati venduti
a prezzi troppo bassi e le parcelle dei professionisti coinvolti erano eccezionalmente elevate.
Ma quello che più ha allarmato è stato il sistema
parallelo delle società offshore, una costellazione che acquistava e da cui andavano e tornavano sui conti dello Ior masse imponenti di denaro, decine di milioni di euro. Ancora una volta,
dal Vaticano si arrivava a Nassau.
M. A. C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La scheda
● Alcune delle
società che
hanno
acquistato gli
immobili
dell’Istituto per
le opere di
religione (Ior)
venduti da
Caloia e
Scaletti hanno
sede a Nassau
nelle isole
Bahamas
● Secondo gli
inquirenti
vaticani quote
di quelle stesse
società
sarebbero
detenute
proprio dagli ex
dirigenti dello
Ior
● I due sono
accusati di aver
messo su un
sistema di
scatole cinesi
mascherando
l’acquisto degli
edifici con le
società estere
l’Apsa, l’Amministrazione del
patrimonio della Santa Sede.
Secondo alcuni il Gruppo
avrebbe dovuto lanciare Caloia
alla presidenza della Cariplo.
La strada però venne sbarrata
da beghe dc. Ma fu una fortuna
per Caloia. Sempre senza apparire, divenne un catalizzatore
della cosiddetta «finanza bianca», banchieri di matrice cattolica, contrapposti alla finanza
laica dei Mattioli e dei Cuccia.
Nel contempo, però, poté candidarsi a rappresentare la componente ideale, «di servizio»
rispetto ad altri protagonisti
del credito di matrice cattolica,
come Geronzi e Fazio, che secondo le sue critiche erano arrivati ai vertici di istituti un
tempo laici, perdendo per strada «l’identità cristiana».
Che lo Ior avrebbe rappre-
Duomo
Angelo Caloia,
75 anni, ex
presidente Ior,
il giorno della
presentazione
del progetto
della videosorveglianza
del Duomo di
Milano
(settembre
2013), in
qualità di
«presidente
della
Veneranda
Fabbrica del
Duomo»
«Finanza bianca»
Fu uno dei grandi catalizzatori della
cosiddetta «finanza bianca»,
banchieri di matrice cattolica
contrapposti ai laici Mattioli e Cuccia
sentato il banco di prova Caloia
lo capì subito. Da poco era in
sella, con i nuovi statuti che
avrebbero dovuto garantire fini
istituzionali e trasparenza, e lo
Ior finì nel mirino di Mani pulite, per la maxitangente Enimont. Lo aspettarono al varco i
suoi nemici interni in Vaticano,
dai potenti legami con gli entourage di Andreotti e Cossiga.
Ma Caloia la spuntò. E, conquistata la fiducia di Wojtyla ogni
5 anni ebbe il rinnovo della
presidenza. Ora l’indagine
sembra una nemesi, viste le
ombre che in anni passati si allungarono sulla gestione di appalti e affari della Santa Sede,
che misero in cattiva luce anche Bertone. Ma adesso Caloia
è presidente della Veneranda
Fabbrica del Duomo. E la Madonnina veglia sui suoi figli,
nella buona e cattiva sorte.
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
CRONACHE
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Veronica tentò il suicidio
con una fascetta di plastica
La madre di Loris al legale: «Sono innocente e offesa»
Ci sono segni sui polsi del bambino, forse era stato legato
Il delitto
DALLA NOSTRA INVIATA
SANTA CROCE CAMERINA (RAGUSA)
Il cadavere
Il 29 novembre
a Santa Croce
Camerina
(Ragusa) il
corpo di Loris
Stival (nella
foto), 8 anni,
viene trovato
senza vita
in un canale
nascosto
da un canneto
La madre
Col passare
dei giorni
le indagini
si concentrano
sulla madre
del piccolo,
Veronica
Panarello,
che fornisce
versioni
contraddittorie
Anni fa, quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con
una fascetta da elettricista. Era
poco più che una ragazzina,
tormentata da un’infelicità perenne e mille insicurezze che
avevano a che fare in buona
parte con il rapporto conflittuale fra lei e sua madre. Oggi
quel dettaglio del tentato suicidio — la fascetta — sembra
quasi un particolare da libro
giallo e, com’è ovvio, è diventato importante per l’inchiesta.
Perché certo non può sfuggire
la strana coincidenza di una
madre che vuole togliersi la vita in quel modo e di suo figlio
che, a distanza di anni, viene ritrovato morto in un canale ucciso «verosimilmente» proprio
da una fascetta da elettricista,
come dice l’autopsia.
Se Veronica fosse davvero la
protagonista di un racconto
giallo, quelle stringhe di plastica sarebbero la chiave di tutto.
Ma anche se qui siamo nella realtà, i fatti sembrano suggerire
la stessa cosa. Perché è sempre
sulle fascette che l’inchiesta
per l’omicidio di Loris ha registrato nei giorni scorsi un altro
passaggio ritenuto «un po’
strano». E cioè la consegna di
un mazzo di quegli stessi lacci
plastificati alle maestre che
erano andate a trovarla per le
condoglianze. «Queste le aveva
Loris per il compito di scienze.
Saranno della scuola, ve le restituisco» ha detto Veronica alle insegnanti. Ma a nessuna
maestra verrebbe mai in mente
di utilizzare fasce come quelle,
potenzialmente pericolose per
i bambini. Così quel sacchetto
è passato dalle mani di Veronica a quelle della polizia che ritiene compatibili le fascette
Il dettaglio
Nessuna traccia dello
zainetto del piccolo: ieri
è stato cercato anche
con un elicottero
consegnate con quella (mai
trovata) che sarebbe stata usata
per strangolare Loris.
«Sono offesa da chi diffonde
sul mio conto informazioni false» si difende lei, barricata in
casa da una settimana e protetta dal marito e dalla famiglia
che non hanno mai avuto dubbi sulla sua innocenza. Con un
filo di voce, sfinita dal pianto e
dalla tensione, Veronica affida
il suo sfogo all’avvocato Francesco Villardita. «Mi hanno già
processata e condannata. Ma io
sono innocente e ho detto la
Marsala, la frase della sorellastra
«Mamma ha ucciso Denise»
Nuova inchiesta per omicidio
sulla bimba sparita nel 2004
Il caso
La scomparsa
Denise Pipitone
(nella foto)
è scomparsa
il primo
settembre
2004 dalla sua
casa di Mazara
del Vallo
(Trapani) all’età
di 4 anni
Le indagini
Jessica Pulizzi,
sorellastra di
Denise (è figlia
di Anna Corona
e di Piero
Pulizzi, padre di
Denise), il 27
giugno 2013
è stata assolta
dal Tribunale di
Marsala
dall’accusa di
concorso in
sequestro di
minorenne
«per mancata o
insufficiente
formazione
della prova»
DAL NOSTRO INVIATO
MARSALA (TRAPANI) «L’ha uccisa la mamma».
Una voce che riemerge dal passato riapre il caso di Denise Pipitone. A parlare è Jessica Pulizzi, la sorellastra della bambina scomparsa a
Mazara del Vallo il primo settembre 2004.
Poco più di un mese dopo, l’11 ottobre del
2004, la ragazza allora diciassettenne viene intercettata da una cimice nella casa della madre,
Anna Corona, mentre in dialetto sussurra alla
sorella minore Alice: «Eramu ‘n casa, a mamma l’ha uccisa a Denise» (Eravamo a casa, la
mamma ha ucciso Denise). La bambina risponde quasi incredula: «La mamma l’ha uccisa?».
E viene redarguita: «Tu di sti cosi unn’ha parlari» (Tu di queste cose non ne devi parlare). E
lei di rimando: «È logico».
La conversazione registrata dieci anni fa è
stata riferita in un’aula del tribunale di Palermo. Dopo l’assoluzione in primo grado, Jessica
è imputata in appello per concorso in sequestro di persona. La procura di Marsala, all’indomani della deposizione del consulente incaricato di trascrivere il contenuto di una enorme
mole di nastri, ha aperto un fascicolo per omicidio, che al momento è contro ignoti, e ha
chiesto l’acquisizione del file audio e della trascrizione.
La bambina aveva solo 4 anni quando è sparita nel nulla. Il giorno in cui è scomparsa giocava nello spiazzo davanti casa, alla periferia di
Mazara. Da allora una serie interminabile di segnalazioni, piste battute in Italia e all’estero,
cartomanti e medium, indagini giudiziarie e
inchieste giornalistiche non sono riuscite a dare una risposta certa alla madre della piccola,
Piera Maggio, che non si è mai davvero rassegnata all’idea di aver perso la figlia.
Lo scorso primo settembre le ha idealmente
inviato una lunga lettera: «Ovunque tu sia, spero che tu stia bene e che ti senta amata come
avremmo fatto noi. Non so dove, non so quando. Io ti riabbraccerò».
Antonio Castaldo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
verità. L’ho detto e lo ripeto:
quella mattina ho portato Loris
a scuola. E confermo anche il
tragitto che ho spiegato di aver
fatto, la vigilessa mi ha vista,
chiedete a lei».
Sulla storia delle fascette
conferma invece che «ne ho
parlato io stessa alle maestre. E
quando mi hanno detto che
non erano della scuola sono
stata io a chiedere di chiamare
la polizia perché potevano essere utili per le indagini».
La mattina del delitto una telecamera ha ripreso il passaggio della sua Polo nera a 50 metri dall’inizio della stradina che
porta dove suo figlio è stato ritrovato morto. Doveva avere un
motivo misterioso per andare
fin laggiù, hanno interpretato
gli inquirenti. «Quale mistero?», se la prende lei, «sono
stata io ad avvisare la polizia di
essere passata in quel punto,
ma era per buttare via la spazzatura perché lì ci sono i cassonetti. E loro lo sanno che è andata così e che non è una sorpresa, anche perché abbiamo
fatto due sopralluoghi assieme
passando proprio da quel punto».
«State esagerando» aggiunge l’avvocato Villardita riferendosi ai giornalisti. «La signora
non è indagata ed è sostenuta
da suo marito e da tutta la famiglia. La sola cosa che voglio-
Sorretta Al centro, sorretta dal marito, Veronica Panarello, la mamma di Loris Stival (Ansa/Ciro Fusco)
15
Minuti
È il «buco» nel
tragitto
che Veronica
non spiega
no tutti in questo momento è
riavere Loris e trovare chi l’ha
ucciso».
Loris aveva otto anni. È morto strangolato e, forse, non ha
nemmeno potuto provare a difendersi perché piccoli segni
trovati sui suoi polsi potrebbero voler dire che le mani erano
legate con delle fascette. E chis-
sà, forse quelle fascette sono
nello zainetto del bimbo che
non si trova da nessuna parte.
Ieri lo hanno cercato anche con
gli elicotteri di polizia e carabinieri. Sparito. Come sparì il
piccolo quella mattina, l’ultima
della sua vita.
Giusi Fasano
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
CRONACHE
Un altro ricatto a Lapo
«Paga 90 mila euro
abbiamo un tuo video»
Non finisce lì. Due mesi fa
Elkann viene a sapere che Bicio
Pensa, un paparazzo coinvolto
marginalmente in Vallettopoli,
dice che le immagini erano
nelle mani di «altre persone».
Pensa, che si dichiara «innocente» ed è indagato con Giovanni Bellavista, viene contattato da Nelson il quale dichiara
che il paparazzo gli disse che
venivano chiesti 350 mila euro
e che «se Elkann non avesse
pagato avrebbe venduto il video a Alfonso Signorini, direttore del settimanale Chi», oppure «l’avrebbe messo su internet». Scatta la denuncia e, sotto la supervisione dei
carabinieri diretti dal pm Giancarla Serafini, la trattativa tra
Enrico Bellavista e l’assistente
Preso l’estorsore. Lui: «Quel giorno non ero cosciente»
Nel 2005
● Il 10 ottobre
2005 Lapo
Elkann entra
nell’abitazione
di Donato
Braco, un
cinquantenne,
transessuale,
conosciuto col
nome di
Patrizia dove
avrebbe
assunto
droghe
● Patrizia si
addormenta. Al
risveglio vede
Elkann
rantolante e
chiama il 118.
Lapo viene
ricoverato
all’ospedale di
Torino
MILANO Ore 10 di martedì 2 dicembre: un cinquantenne
americano e un 31enne milanese entrano nella stanza 126 del
lussuoso hotel Four Season, nel
pieno del Quadrilatero della
moda. Il primo dà una busta
con 90mila euro al secondo che
consegna un cd-rom. Quando
escono ci sono quattro carabinieri che li aspettano e per il
più giovane hanno le manette
pronte. Si chiude così la vicenda che ha portato a una nuova
presunta estorsione a colpi di
immagini compromettenti ai
danni di Lapo Elkann, l’eccentrico rampollo degli Agnelli.
Pomeriggio di un giorno di
giugno scorso. Seminudo e in
stato confusionale, Lapo barcolla per strada alla periferia
nord della città quando un giovane sui 30 che lo ha riconosciuto gli si avvicina per aiutarlo e lo convince a seguirlo a casa sua. «Avevo bevuto molti
bicchieri di superalcolici, più
del dovuto. Stavo andando a
piedi verso l’abitazione di una
mia conoscente» racconta mesi dopo ai carabinieri del Nucleo investigativo. «Non ero
completamente cosciente»
continua Elkann che quando
arriva nel bilocale si accascia
subito sul divano. Ai due si unisce Enrico Bellavista, il fratello
31enne del soccorritore, l’atmosfera si fa euforica e sul tavolo compaiono «piste» di cocaina. Elkann dice che a prepararle sono stati gli altri i quali,
invece, sostengono le ha stese
lui che aveva portato la coca.
«Non mi ricordo assolutamente» se «provai tale sostanza»
dichiara Lapo che però rammenta che qualcuno lo mise su
un taxi con addosso una tuta
da ginnastica
e 50 euro per
la corsa.
A ricordargli i particolari ci pensano i
fratelli Bellavista che giorni dopo si presentano a casa
sua. Hanno
anche un filmato fatto
con il cellulare («stava male, temevamo che potesse accadergli qualcosa» si giustificherà
Enrico) in cui appare Elkann
seminudo e con una coperta
addosso che nasconde una mano e non lontano dalle «piste».
«Mio fratello — aggiunge Enrico dopo l’arresto — contattò
Lapo Elkann dicendo che gli
avevamo salvato la vita e che
forse meritavamo un regalino». A casa arrivò solo un «pal-
Il verbale
● Sotto, il
verbale con la
convalida di
arresto di
Enrico Bellavista, per
l’estorsione a
Lapo Elkann
(foto a lato)
● L’uomo è
stato arrestato
martedì
mentre con un
altro uomo
cercava di
incassare 90
mila euro
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Versioni contrastanti
L’arrestato: «Era in
stato confusionale,
aveva droga». Il legale
di Elkann smentisce
lone autografato». Delusi, i due
decidono di proporre il filmato
a un settimanale, che lo rifiuta,
venendo però subito contattati
da Shawn Carlo Nelson, un collaboratore di Elkann incaricato
di trattare. «Ero stanco e spaventato di essere sottoposto a
una gogna mediatica» come in
passato, mette a verbale l’imprenditore. Nell’ottobre 2005,
finì in coma a Torino dopo una
notte di coca e sesso con transessuali. Vicenda che finì nel
processo al «re» dei paparazzi
Fabrizio Corona imputato, ma
assolto per questo, per i 200
mila euro chiesti per bloccare
l’intervista a «Patrizia», uno dei
transessuali. L’accordo si chiude a 30 mila euro con i Bellavista che si impegnano per iscritto a non divulgare copie, pena
300 mila euro di risarcimento.
di Elkann si chiude a 90 mila
euro. Interrogato dal gip Stefania Pepe dopo l’arresto (anticipato oggi da Il Giorno), Enrico
Bellavista (difeso dall’avvocato
Antonio Nebuloni) sostiene
che fu Nelson a contattarlo dopo che avevano proposto il video a un’agenzia fotografica il
cui direttore «ci disse che tempo prima Elkann aveva pagato
350 mila euro per ritirare foto
meno compromettenti del video e che era stata anche emessa una fattura». L’uomo avrebbe anche chiamato Signorini in
vivavoce proponendogli, senza
successo, le immagini. «Nessuna telefonata, mai saputo del
video e mai avuto rapporti con
nessuno su questa vicenda» dichiara il direttore di «Chi».
Giuseppe Guastella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fidelio. Travolgente melodia.
Con JTI alla Scala per una “Prima”
di grandi emozioni
JTI (Japan Tobacco International) è partner ufficiale della serata
inaugurale della stagione lirica 2014–2015. Uno dei grandi appuntamenti
con l’arte e la cultura che da sempre ci impegniamo a sostenere.
JTI è guidata dalla creatività e intraprendenza di 27.000 persone
di oltre 100 nazionalità. Imagine the potential.
jti.com
Brescia e Amisano © Teatro alla Scala
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
CRONACHE
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#
Il caso
di Massimo Sideri
Il sogno (o l’illusione) di cancellare
le email che inviamo per errore
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
L’annuncio di Google e le conseguenze di ciò che facciamo ogni giorno in Rete
Google ha annunciato di volere aggiungere la funzione
«cancella le email inviate» nel
suo nuovo servizio di posta
elettronica, per adesso sperimentale, Inbox. La promessa di
una gomma tecnologica ha del
miracoloso: potremo lanciare
la pietra e nascondere il braccio. Meglio di Matrix.
Forse perché contrapposto
per molti versi alla carta — veicolo di trasmissione secolare
del sapere — Internet viene ancora percepito come un canale
di comunicazione non definitivo, quasi corsaro, dove i messaggi possono essere postati a
tempo determinato, gli errori
corretti, le posizioni personali
cancellate e «trascinate» con il
mouse nel cestino. Gli sviluppatori di Inbox (che alla lunga
dovrebbe prendere il posto
dell’attuale servizio Gmail)
hanno spiegato che per riprendersi con una lesta manina digitale il messaggio recapitato
nell’email del destinatario,
funzione in parte già disponibile anche in Microsoft Outlook e nella stessa Gmail, ma
solo in condizioni particolari,
bisognerà agire in pochi secondi. D’altra parte non è un caso
se Snapchat, una specie di
WhatsApp che, quasi fosse un
inchiostro simpatico, permette
di attivare la distruzione automatica del post appena viene
letto, è il più amato dai teenager. In qualche maniera se errare è umano, perseverare sul
web non viene considerato
«diabolico»: la coscienza, su
Internet, si pulisce con un clic.
Ma questa dimensione è ormai illusoria, retaggio della
preistoria del web quando era
uno spazio per una minoranza
di adepti. Basterebbe il caso di
Mario Balotelli su cui pende
un’accusa di razzismo dalla Federcalcio inglese dopo un infelice post su Instagram, subito
cancellato, per dimostrarlo. Il
messaggio («Salta come un nero, raccoglie monete come un
Maltempo
Venti freddi e neve
Ondata artica
Dopo le temperature «tiepide»
dei giorni scorsi, da domani
una corrente di aria fredda
artica dal Nord Europa
dovrebbe irrompere in Italia
con forti venti freddi. Brutto
tempo su Liguria, basso
Piemonte, Lombardia e
Nordest con pioggia diffusa e
neve anche sull’Appennino
tosco-emiliano e sui monti
della Sardegna. Poi la bassa
pressione si porterà verso Sud,
facendo peggiorare il tempo
sulla Sicilia con forti nubifragi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
300
Miliardi Le email
al giorno inviate
nel mondo
ebreo» riferito, in un tentativo
naufragato di essere ironico, al
personaggio dei giochi Super
Mario) non esiste più, ma i suoi
effetti sì, anzi, sono stati forse
moltiplicati dal tentativo di nasconderlo agli occhi degli altri.
Come nel caso dei folli, orribili «like» al post di Cosimo Pagnani che ha ucciso l’ex moglie
Maria D’Antonio e, non pago,
lo ha scritto su Facebook, la
sensazione di poter sfuggire all’ineluttabilità delle proprie af-
fermazioni sembra vincere nella testa delle persone, in un
malinteso continuo tra liquidità delle piattaforme digitali e
loro peso sociale. La Rete occupa ormai uno spazio troppo
importante nella nostra gior-
1,8
Miliardi Quelli
che usano la posta
elettronica
nata, nel nostro lavoro e nella
costruzione della nostra identità e reputazione, per sperare
di potergli sfuggire con un
bianchetto digitale: lo stesso
diritto all’oblio che obbliga Google a cancellare i link riferiti a
fatti del passato, si è rivelato il
classico buco nell’acqua. Basta
andare su Google.com per leggere quello che è stato cancellato da google.it (senza considerare le cosiddette «copie cache», che riproducono le immagini del sito nel passato, e le
«wayback machine», siti che
archiviano ineluttabilmente
tutte le informazioni).
Sarebbe interessante chiedere agli stessi soggetti del like
sul post di Pagnani di vergare
quelle identiche manifestazioni sulla carta. Probabilmente
non lo farebbero mai, come
forse tutti noi non saremmo disposti a scrivere sulla fragile
cellulosa la maggior parte delle
cose che «postiamo» quotidianamente sul web. Ma «postare», oggi, è più che scrivere: se
è vero che Internet e tutte le sue
declinazioni, social network in
primis, sono ormai il luogo del
continuo dibattito delle persone è ora che ci rendiamo conto
che un post, anche quando non
è un diamante, è per sempre.
@massimosideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Lo studio
Dieta mediterranea:
ecco perché è lì
il segreto di lunga vita
di Sergio Harari
L
a dieta mediterranea
fa bene e allunga la
vita: è un dato già
riconosciuto, fa piacere
quando viene confermato
ma non è una novità. La
scoperta dei ricercatori di
Harvard, pubblicata sul
British Medical Journal è
invece la notizia scientifica,
perché prova a spiegare il
meccanismo attraverso cui
la nostra alimentazione,
povera di grassi e ricca in
cereali e loro derivati,
pesce, olio di oliva, frutta,
verdure e legumi, oltre a un
modesto apporto alcolico
di vino, ci regala qualche
anno di vita in più. La dieta
mediterranea mantiene più
lunghi i telomeri, segmenti
dei nostri cromosomi che
giocano un ruolo
fondamentale nel regolare i
processi di invecchiamento:
sono accorciati dal fumo o
dalla sedentarietà e
preservati da uno stile di
vita sano e attivo. Lo studio
ha coinvolto 4.676
infermiere americane,
seguite per anni con
questionari ripetuti nel
tempo che ne registravano
abitudini alimentari e di
vita e che si sono sottoposte
a un prelievo del sangue
per studiare il loro Dna. I
telomeri sono paragonabili
alle guaine di plastica alle
estremità dei lacci delle
scarpe, nel corso della vita
si accorciano in funzione di
processi d’invecchiamento.
Telomeri più corti sono
correlati a minore
aspettativa di vita e
maggiori rischi di patologie
croniche, la loro lunghezza
può essere influenzata da
stili di vita, obesità,
abitudini alimentari. La
dieta mediterranea agisce
su questi interruttori chiave
dell’esistenza. Nel romanzo
della vita l’alimentazione
scrive un capitolo
importante: oggi sappiamo
come interpretarlo meglio.
[email protected]
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
CRONACHE
«Noi, distanti dalle donne»
Muraro chiude la rivista «Via Dogana»
ma critica anche le nuove generazioni:
addomesticabili, Iotti era un’altra cosa
Non è da tutti. Chiudere dopo 25 anni una rivista di qualità, che gode di una costante attenzione, ha un bilancio in attivo e soprattutto è un punto di
riferimento per il femminismo
della differenza — corrente di
pensiero che smonta la pretesa
neutralità e universalità del linguaggio, ponendo l’accento
sulla realtà incontrovertibile
della differenza più radicale,
ovvero la differenza sessuale —
in Italia e non solo. Eppure accade, sceglie di fare un passo
indietro la filosofa Luisa Muraro, classe 1940, fondatrice della
rivista Via Dogana e da sempre
tra le sue ispiratrici. «Non è da
tutti. La indicibile fortuna di
nascere donna» era il titolo di
uno dei tanti libri che ha scritto. «Era una frase di un’operaia
romena immigrata — ricorda
Luisa Muraro nella Libreria
delle donne di via Calvi 29 —,
ribaltava il malheur, la sventura
di cui parla Simone Weil. E invece la sua inquietudine nutrirà il XX secolo trasformandosi
in bonheur per tutte noi».
Come mai questa decisione
di chiudere «Via Dogana»?
«La mia esigenza è di fare
vuoto, fare silenzio. La ragione
principale emersa durante
un’affollata assemblea è la
mancata rispondenza tra la rivista e quello che siamo oggi.
Ecco perché ci siamo fermate,
per pensare. Siamo consapevoli di avere lanciato idee buone,
dobbiamo aspettare che si radichino. Lia Cigarini, donna di
grande autorità, ha detto: “Non
siamo rimaste indietro, siamo
andate troppo avanti”. Ha ragione, ci sono idee incarnate
nelle nostre esperienze che
non si sono diffuse».
Per esempio?
«L’idea che con l’autorità si
possano sgretolare certe istituzioni del potere politico, reli-
Chi è
● Luisa
Muraro,
74 anni,
filosofa,
scrittrice,
femminista
I suoi primi
incontri con il
movimento
avvennero
a Milano negli
Anni 60 e 70
gioso, massmediatico. Come
dice Vita Cosentino, che firma
l’editoriale dell’ultimo numero,
“massima autorità con minimo
di potere”. O l’idea che l’equiparazione all’uomo non salva la
ricchezza potenziale delle donne. O ancora, l’idea della potenza simbolica: non ci sono solo
soldi, armi, successo. Non sono spiritualista ma conta l’efficacia di certe parole, si vede
con papa Francesco, non è certo femminista, ma ha forza spirituale, il Vangelo nel cuore».
«Le donne sono ovunque»
si intitola il numero 111, l’ultimo. Che cosa significa?
«Che c’è bisogno di ascoltare, di capire. Un mese fa sono
stata a Rabat, a un convegno internazionale di donne nel cuo-
re dei monoteismi, ebraico,
cristiano e musulmano. Queste
donne si trovano nella stretta
tra l’emancipazionismo occidentale, spesso pretesto per
portare la guerra in quei Paesi,
e il fanatismo armato. A loro
corrisponde e dà parola il femminismo della differenza».
E le giovani donne che oggi
vanno avanti, acquistano visibilità, potere?
«Danno lustro a una baracca
che sta crollando. Manca in lo-
Il corteo
Una
celebrazione
dell’8 marzo
in difesa
dei diritti
delle donne
29
ro una vera volontà di affermarsi se non come puntelli, riflessi, eterne seconde, manca un
protagonismo di qualità. Nilde
Iotti o Tina Anselmi erano
un’altra cosa. Oggi prevale l’accontentarsi, sei ministra, sottosegretaria, ti basta. Del resto il
criterio per gli uomini è scegliere le più “addomesticabili”.
La domanda è: siamo noi a
mancare di fiducia e aspettative nei confronti di queste donne o sono loro davvero deludenti? Certo, noi nate tra il 1935
e il 1955 siamo una “generazione fortunata”, come ha scritto
Serena Zoli. Quelle venute dopo hanno davanti un cammino
in salita. A loro cerchiamo di
dare sostegno e incoraggiamento, lo ha fatto Renzi in quel
modo lì, noi abbiamo altri
mezzi e altri orizzonti».
Un passo indietro al 1991:
come nasce «Via Dogana»?
«Nasce perché un’amica romana, Rosetta Stella, mi dà 20
milioni di lire per un’impresa
politica. La Libreria era già consolidata, esisteva dal ‘75, così
proviamo a mettere insieme le
nuove idee e le nostre pratiche.
Da quella dell’affidamento, che
superava l’idea logora della sorellanza, alla riscoperta della
relazione con le madri biologiche o all’esplorazione del passato e delle grandi madri sim-
La scelta
«Ci fermiamo per fare
silenzio e pensare. La
rivista non corrisponde
a ciò che siamo oggi»
boliche, scrittrici e mistiche.
Sempre avendo in testa che se
c’è una politica è la politica delle donne».
Ma gli uomini?
«Non li abbiamo mai esclusi, né abbiamo mai creduto nel
separatismo. Il primo uomo a
comparire su Via Dogana è stato uno storico del Medioevo,
Paolo Golinelli, che ha scritto
un articolo sulla genealogia
femminile di Matilde di Canossa. È importante che gli uomini
prendano coscienza della differenza sessuale. Solo così viene
meno quella sorda omosessualità mentale che poi sfocia nel
politically correct verso le donne, quanto mai fastidioso».
Giovanna Pezzuoli
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Salute
Fiumicino
Panico da Fluad:
vaccinazioni
contro l’influenza
calate dell’80%
Difetti di aerazione
Malore a bordo
per tredici persone
sul volo da Tel Aviv
L’effetto Fluad dilaga. Dopo il
blocco di due lotti del vaccino
Novartis, che poi sono stati
dichiarati non tossici, il calo
delle vaccinazioni
antinfluenzali è netto. E
sarebbe stato vicino all’80% se
la campagna di vaccinazione
fosse stata all’inizio. Invece alla
fine si attesterà attorno al 30%
rispetto all’anno scorso,
perché la maggior parte delle
Regioni era già a buon punto
con l’immunoterapia delle
persone a rischio prima che
scoppiasse il caso Fluad. A
nulla sono valse, comunque, le
rassicurazioni da parte del
ministero della Salute e
dell’Agenzia del farmaco.
Rientrato l’allarme legato a
una serie di morti sospette tra
persone anziane, gli italiani
restano diffidenti. E, in
pratica, la richiesta del vaccino
si è azzerata. È quanto emerge
da un’indagine a campione tra
i medici di famiglia aderenti al
Sindacato medici italiani
(Smi).
Per qualche ora si è temuta
un’azione terroristica: undici
membri dell’equipaggio e due
passeggeri a bordo di un
Airbus A330 della Us Airways
partito da Tel Aviv e diretto a
Philadelphia si sono sentiti
male, con conati di vomito e
occhi arrossati. Il comandante
ha dovuto far atterrare l’aereo
all’aeroporto di Fiumicino,
dove l’emergenza sanitaria è
stata ridimensionata dopo i
controlli sanitari.
Probabilmente,
l’infiammazione delle prime
vie respiratorie di passeggeri e
membri dell’equipaggio
potrebbe essere stata causata
dal malfunzionamento
dell’impianto di aerazione. I
viaggiatori sono stati visitati
dai medici dell’ospedale Grassi
di Roma e sono stati subito
dimessi. È intervenuta anche la
Polaria per capire le origini del
malore, nel timore di
un’azione terroristica. Tutti i
passeggeri sono ripartiti tra
ieri e questa mattina.
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
30
●
ANALISI
& COMMENTI
L’
● Il corsivo del giorno
di Maria Laura Rodotà
Le parole (infelici)
di Farage sulle madri
Ma l’allattamento
non sia una bandiera
T
rovarsi d’accordo con
Nigel Farage, leader
xenofobo inglese, può
imbarazzare quasi quanto
venire scoperte/i a guardare
il paginone con Matteo
Salvini nudo. Ma tant’è.
Farage ha difeso l’elegante
hotel Claridge di Londra.
Dove era stato chiesto a
Louise Burns, mamma di
una bimba di tre mesi, di
coprirsi mentre allattava in
sala da tè. I tweet di
protesta della signora
hanno scatenato una
tempesta politicamente
corretta. Farage si è
dissociato dicendo che
«molta gente è a disagio
davanti a una donna che
allatta», e che chi allatta
«dovrebbe forse andarsi a
sedere in un angolo».
L’espressione è infelice,
l’opinione assai condivisa
(buona parte delle uscite di
Farage sono così, per questo
preoccupa tanto gli
avversari). Tutto quello che
nel Regno Unito equivale
all’arco costituzionale è
insorto. Dal premier
conservatore David
Cameron al ministro ombra
laburista Yvette Cooper, che
ha invitato Farage a
mettersi in un angolo.
Cooper — madre
sgangherata senza
complessi — è più tosta di
Farage. Le donne che
allattano hanno il diritto di
farlo. Gli astanti hanno il
diritto di non saper dove
guardare. Il Claridge ha il
diritto di essere il Claridge,
però. Prendere il tè in quella
sala costa 50 sterline. Il
dress code richiesto è
«elegante casual: niente
shorts, infradito, jeans
bucati, cappelli da baseball»
e presumibilmente niente
seni che fuoriescono. Ci si va
per giocare a Downton
Abbey, dove si allattava in
privato. Chi non può o vuole
(cioè tutte le puerpere
normalmente esasperate;
chi scrive scrive per
esperienza) cerca luoghi
discreti. A meno che non sia
stata convinta a credere
nella maternità come
somma missione e
realizzazione della Donna,
da esibire, perciò, a ogni
costo (detto questo: beato il
Paese dove si discute di
allattamento in pubblico; da
noi puerpere e incinte sono
poche e non gli cedono
neanche il posto; da noi ci
sono diritti e riconoscimenti
più urgenti da ottenere,
anche).
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Italia è sotto esame. Proprio ieri Standard & Poor’s ha declassato il nostro Paese. Nei rapporti che riassumono i risultati
delle osservazioni di istituzioni
europee e internazionali, delle
principali banche del mondo e
delle agenzie di rating, sul banco degli imputati finiscono immancabilmente due fattori:
l’alto livello del debito pubblico
e la perdita di competitività del
settore produttivo.
Sul primo punto c’è poco da
obiettare. Sul secondo, invece,
c’è molto da dire: perché indica
che le imprese italiane sono incapaci, o sempre meno capaci,
di vendere i propri prodotti sui
mercati esteri, di reggere confronti con i concorrenti stranieri. Ma è questo che dicono
le cifre?
Guardiamo agli scambi con i
Paesi che non appartengono
all’Unione europea. Nei dodici
mesi che vanno dall’ottobre
dell’anno scorso all’ottobre di
CONC
Falsi miti Non è la perdita di competitività il problema
dell’economia italiana, ma la debolezza della domanda interna.
Politiche tese a incoraggiare investimenti e innovazione non
devono passare da taglio dei salari e aumento della precarietà
LE RIFORME CHE RISCHIANO
DI PEGGIORARE LA CRISI
di Ricardo Franco Levi
quest’anno il saldo tra quanto
abbiamo esportato e quanto
abbiamo importato è positivo
per 20 miliardi. Se togliamo acquisti e vendite di energia, la
differenza è quasi tre volte tanto, poco meno di 54 miliardi.
Un dato, quest’ultimo, che non
è il frutto — come pure si potrebbe pensare considerando il
perdurare della crisi della nostra economia — di un calo
delle importazioni che, anzi,
sono cresciute del 7,5 per cento.
L’analisi dei dati potrebbe
essere molto più approfondita,
ma quanto abbiamo visto basta
per mettere in dubbio l’immagine di un’Italia che avrebbe
perduto la propria capacità di
imporsi sui mercati internazionali con i propri prodotti.
Certo, a partire dal 2008 abbiamo passato anni terribili: al
punto che letture impietose dei
dati porterebbero a concludere
che da allora la nostra economia abbia imboccato una strada in discesa senza alcuna interruzione, neppure per un singolo trimestre. Ma imputare
questa penoso sviluppo — anzi, questa assenza di sviluppo
— alla «perdita di competitività» delle nostre produzioni appare discutibile.
I forti incrementi registrati
nel mese di ottobre nelle vendite verso la Turchia, gli Stati Uniti, la Cina e l’America Latina sono il segno di un apparato produttivo capace di cogliere le
opportunità offerte dalla domanda estera quando e là dove
questa si manifesta più sostenuta.
Una rilettura come quella
proposta non è priva di conseguenze: sia nei rapporti con
tutte le istituzioni e i soggetti
che si applicano sui nostri conti — a partire dal primo e principale dei nostri vigilanti, cioè
l’Unione europea — sia nella
definizione delle strategie di
politica economica da adottare
in casa nostra.
Se a soffocare le nostre possibilità di sviluppo non è — o
almeno non è nella misura che
viene raccontata — la nostra
mancanza di competitività,
cioè la nostra capacità di vendere le nostre produzioni sui
mercati internazionali sfruttando la domanda estera, ma è,
invece, l’impossibilità di produrre per e di vendere sul mercato italiano per la mancanza
di una domanda interna, allora
qualche interrogativo e qualche aggiustamento è lecito.
Politiche tese a incoraggiare
lavoro, investimenti e innovazione, cioè disegnate per sostenere l’offerta, non dovrebbero
al medesimo tempo indebolire
la domanda. «Questo — scrive
Martin Wolf, primo editorialista economico del Financial
Times — è uno dei problemi
delle consuete raccomandazioni sulla riforma del mercato del
lavoro, che prevedono di ridurre i salari ad una larga parte degli occupati e di permettere ai
datori di lavoro di assumere e
licenziare con più facilità». «Le
riforme — conclude Wolf —
dovrebbero promuovere la domanda. È per questo che l’eurozona dovrebbe adottare una
strategia equilibrata, evitando
di affidarsi in modo eccessivo
alle riforme strutturali». Difficile non essere d’accordo.
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
OLTRE TOLKIEN
LUNGO I CONFINI INVISIBILI
DEL «MONDO DI MEZZO»
●
COMMENTI
DAL MONDO
di Emanuele Trevi
Paraventi I personaggi emersi
dall’inchiesta romana amavano
utilizzare teorie mitologiche per
coprire ruberie molto terrene. E
per ammantare di fascino universi
dove tutti si conoscono, tutti
chiacchierano volentieri, e gli unici
segreti sono quelli che tutti sanno
N
el battezzare «Mondo di Mezzo» la clamorosa operazione
sui legami tra criminalità e
amministrazione comunale
romana, gli investigatori non
solo hanno catturato, fra migliaia di intercettazioni, la sintesi più efficace, ma hanno dimostrato anche un notevole
senso dell’ironia. Il paravento
mitologico, in effetti, tipico
della retorica dell’estrema destra, mostra il suo lato ridicolo
quando serve a coprire ruberie
ben poco elfiche, per così dire.
Leggendo la sconvolgente
lezione cosmologica di Carminati sul «mondo dei vivi» e il
«mondo dei morti», abbiamo
tutti pensato a un’ennesima
variante del «Tolkien all’amatriciana» che la cultura neofascista, specie romana, da trent’anni ha scodellato ai suoi militanti, facendo della lotta tra il
Bene e il Male qualcosa di molto simile alla drammatica scelta tra pecorino e parmigiano.
Ma forse si tratta di una pista
sbagliata. Mi chiedo: può un
vero fascista, col curriculum
che sappiamo, confondere la
Terra di Mezzo del Signore degli anelli con il Mondo di Mezzo di cui parla? Non ci saranno, dietro le sue parole, altre
allusioni rivelatrici?
Più che con Tolkien, il Mondo di Mezzo potrebbe avere
una relazione con l’antica mitologia ungherese (o «ugrica»,
come la chiamano gli studiosi), dove riveste un ruolo fondamentale. Ma c’è una difficoltà: secondo quei saggi cavalieri delle steppe, il Mondo di
Mezzo è il nostro, mentre Carminati lo oppone decisamente
sia a quello abitato dai «vivi»
sia a quello dei «morti».
Il rompicapo filologico-giudiziario, a mio modesto avviso, si può sciogliere ricorrendo a un altro libro, meno popolare del capolavoro di
Tolkien, ma ugualmente amato nella tradizione esoterica
del fascismo nostrano. Con
l’aiuto dell’immaginazione,
vedo spuntare dal taschino di
Carminati l’esile libretto di
René Guénon intitolato Il re
del mondo. Nelle pagine di
quest’opera memorabile, il
grande sapiente francese esamina e discute tutte le testimonianze relative all’«Agarttha», che è un mondo sotterraneo invisibile, «le cui ramificazioni si estenderebbero
dappertutto, sotto i continenti
e anche sotto gli oceani», collegando così gli uomini in apparenza più lontani in una rete
di relazioni occulte. Non ci sarà bisogno di aggiungere che
questo mondo nascosto, accessibile solo agli iniziati, non
è retto da una costituzione democratica, ma dalla volontà di
un re, appunto il Re del Mondo. Quale immaginazione si
addice di più di questa al leader indiscusso di una banda di
fascisti di mezza età, passati
dalla lotta armata alle tangenti
senza mai dimenticare del tutto le spade, le rocce, i fulmini,
le rune della gioventù ?
La suprema ironia è racchiusa in una nota di Guénon
che ci informa che i primi abitatori dell’Agarttha non erano
altri che... ma sì, gli Zingari!
Che sia venuta da qui, l’idea
della truffa dei campi nomadi?
Tutto è possibile in questa città che costringe anche chi ci
vive e ci lavora all’eterno stupore del turista appena sceso
dall’aereo. E non potrebbe andare diversamente, dove l’immaginazione, invece di arricchire la realtà, finisce sempre
per divorarla, e renderla irreperibile.
Lo stesso concetto di «mafia», che è un insieme di fenomeni di solida e duratura evidenza, rischia di perdere ogni
senso all’interno di questo
Mondo di Mezzo dove tutti si
conoscono, tutti chiacchierano volentieri, e gli unici veri
segreti sono quelli che già sanno tutti. Perché qui funziona
così dalla notte dei tempi: un
delitto non è un delitto se chi
l’ha commesso non se ne vanta, e non fa intendere, vero o
falso che sia, di averne fatte di
ben peggiori.
Per questa gente, viene da
pensare, uno come Matteo
Messina Denaro è un fesso, un
povero pazzo. Ma come, se ne
sta nascosto da trent’anni?
Nessuno può vedere la sua bella villa? Nessuno conosce i
suoi lineamenti? E come fa a
farsi rispettare quando va in
un locale la sera? Non ci va, in
un locale? E che vive a fare,
sempre chiuso nel suo rifugio?
Ma soprattutto: nessuno ha il
suo numero di telefono, né
quello dei suoi più stretti collaboratori!
Magari non lo usa nemmeno il telefono, lo sfigato. Calciatori, cantanti, professionisti, avventuriere di ogni genere non possono importunarlo
ad ogni ora del giorno e della
notte, in armonia con quella
convinzione tipicamente romana, che più futile è il motivo
della chiamata, più è segno di
amicizia e di rispetto!
Io sono convinto che per
questo nuovo personaggio
storico-mitologico, il «mafioso romano», starsene qualche
anno a Rebibbia sia molto più
divertente di fare il boss dei
boss a Napoli o a Palermo.
E anche le persone normali,
che cercano di condurre
un’esistenza quanto più possibile mite ed onesta, qualche
soddisfazione se la possono
cavare. Io per esempio, che
abito molto vicino all’ormai
celebre distributore di Corso
Francia, potrò raccontare ai
miei nipoti: migliaia di volte,
ho fatto benzina alle pompe
del Re del Mondo! Proprio al
confine tra la mia città e il
Mondo di Mezzo! Ma da vero
romano, a una domanda precisa di un nipotino dovrò rispondere: certo che lo conoscevo, lo conoscevano tutti.
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Tokyo, una legge
sulle quote
per i partiti politici
obbligatorie
●
❞ Rendere
le quote di genere nei
partiti giapponesi. Le
elezioni del prossimo 14
dicembre sono
caratterizzate da una
percentuale ancora troppo
bassa di presenza
femminile, sottolinea il
Mainichi Shimbun. Il
Giappone, secondo l’ultimo
rapporto sul numero di
donne nei Parlamenti
nazionali, risulta al 134°
posto nella classifica
mondiale su 189 Paesi presi
in considerazione. E a
queste elezioni solo il 16.6%
di donne è presente nelle
liste dei partiti. Se non
interverrà una legge che
obblighi i partiti a inserire
una quota di genere fissa,
sottolinea Mari Miura,
docente di Scienze politiche
alla Sophia University di
Tokyo, difficilmente si potrà
invertire il trend.
a cura di Carlo Baroni
31
CORRUZIONE
LE TROPPE
CHIACCHIERE
DEGLI
SMALIZIATI
SEGUE DALLA PRIMA
L
a verità è che finché al
centro della scena
c’era Berlusconi, ogni
caso di pubblica
corruzione suscitava,
per ragioni ben note, un
dibattito accesissimo tra
presunti «garantisti» e
presunti «giustizialisti», e
rispettive vaste tifoserie,
divenendo immediatamente
un terreno di scontro politico.
Oggi invece, tramontata la
presenza dell’ex Cavaliere, e
spappolatosi il centrodestra,
di fronte a fatti come quelli di
Roma non sembra esserci più
posto, nel campo della
politica, che per una
maggioritaria tendenza alla
sordità, a «ridimensionare»,
e per quanto riguarda il modo
di reagire, ad attenersi, come
si dice, al «minimo sindacale».
Prevale ormai tra gli addetti ai
lavori il partito trasversale
degli «smaliziati». Quelli che
per l’appunto, di fronte a
mezzo Comune di Roma al
servizio del malaffare,
irridono alla «Corleone dei
cravattari», fanno un sorriso
di sufficienza ogni volta che
sentono risuonare dopo un
sostantivo l’aggettivo
«morale», e giudicano
dall’alto in basso gli
sprovveduti che di politica
capendoci poco, sono solo
capaci di augurarsi, molto
banalmente, che ci sia in giro
un minimo di decenza. Gli
«smaliziati» di professione, i
quali — mischiando
l’ottimismo craxianoberlusconiano di un tempo
con l’antigufismo renziano
attuale — non sopportano
giustamente che si parli di
declino dell’Italia, di crisi
storica del Paese, facendosi
beffa di qualunque
ragionamento critico cerchi
di guardare oltre l’oggi, di
chiunque evochi i problemi
antichi della Penisola. Perché
conta solo la politica.
Naturalmente la politica che
c’è: cioè la politichetta de’
noantri, quella della
chiacchiera non stop
giornalistico-televisivaromana, 24 ore su 24.
Quella politica che si ostina a
non capire che il Paese ha
certo bisogno delle riforme
istituzionali e della ripresa
economica, del Jobs act, di un
altro Parlamento, degli 80
euro e via di seguito. Ma che
nulla di tutto ciò servirà
minimamente, si può essere
certissimi, se non ci sarà
qualcosa d’altro.
Chiamiamola come vogliamo
— uno scatto morale, un
nuovo sentimento nazionale,
una voglia collettiva di
riscatto — ma insomma
qualcosa a cui la politica deve
essere capace una buona volta
di dare voce, un segnale da
trasmettere alle menti e ai
cuori di quei milioni di
«sprovveduti» che pur con
tutti i limiti e le
contraddizioni che
conosciamo costituiscono la
maggioranza degli italiani. Un
segnale forte di serietà, di
decisione, e una buona volta
di capacità di colpire per
primi. Siamo stufi di vedere
all’attacco sempre gli «altri» e
«noi» colpire sempre di
rimessa.
Ernesto Galli della Loggia
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32
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
33
Economia
«La rete Metroweb a Telecom?
Prima il piano industriale»
La Lente
di Dario Di Vico
CorrierEconomia
Il «jobs act»
di McDonald’s: Calcagno (Fastweb): il progetto del governo non favorisca l’ex monopolista
a dicembre
«Il piano del governo che
500 nuovi posti conferma
La ragnatela Metroweb
Reddito fisso
l’impostazione del
53,8%
M
cDonald’s punta ad
italianizzarsi
sempre di più e la
riprova sta in quello che
chiamano «il nostro jobs
act». In concreto 500 nuovi
posti di lavoro nel solo
mese di dicembre 2014.
Saranno assunti con il
contratto di apprendistato
professionalizzante e si
distribuiranno in 15
ristoranti che saranno
aperti da Magenta a
Trapani. Le vendite in Italia
quest’anno, nonostante il
calo dei consumi,
segneranno un piccolo
aumento (+1,5%) ma il
country manager, Roberto
Masi, ha convinto i vertici
della multinazionale di
Chicago a credere ancora
nel mercato tricolore e a
investire in una misura che
alla fine del triennio (201315) quoterà 500 milioni di
euro. Tra i giovani che
entrano nei fast food il 20%
abbandona il posto
relativamente presto
perché non corrisponde
alle ambizioni, tra quelli
che restano però il 99% vede
trasformato l’apprendistato
in tempo indeterminato. Il
radicamento di McDonald’s
nella Penisola riguarda
anche la relazione con le
filiere produttive made in
Italy. L’85% degli acquisti
viene da produttori
nazionali (30% nel 2007) e
16 mila allevatori italiani di
bovini riforniscono la
multinazionale. A fine 2015
tutta la carne di pollo dei
fast food sarà prodotta da
Amadori in un nuovo
stabilimento a Teramo e lo
stesso avverrà con Pizzoli
per le patate.
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decreto Sblocca Italia nel riconoscere la centralità delle reti
di nuova generazione Ngn è
condivisibile, ma ha bisogno di
alcuni aggiustamenti: non è
agnostico dal punto di vista
tecnologico e non protegge e
non stimola la competizione
infrastrutturale. Dal nostro
punto di vista ben venga, ma è
importante che siano disponibili per ogni operatore che vuole investire e che deve avere le
stesse possibilità dell’incumbent Telecom Italia». Alberto
Calcagno, 42 anni, amministratore delegato di Fastweb, si
trova un po’ tra l’incudine (Telecom che ha presentato un’offerta per Metroweb) e un «dolce» martello (Vodafone che in
risposta a Telecom-Metroweb
potrebbe decidere di riaprire il
dossier Fastweb). Ed è per questo che si muove in attacco sia
come azionista di Metroweb
Milano sia come manager della
principale fiber company italiana che ha già investito nelle
7 città dove la competizione è
più serrata.
Perché ritiene che il piano
del governo possa non essere
neutrale?
«Perché punta sul cosiddetto Fiber to the building (Fttb,
cioè la fibra fino al palazzo): gli
operatori che investono devono essere lasciati liberi di puntare sull’infrastruttura che ritengono più efficiente per i 100
Megabps. Fastweb punta su un
mix di Ftth (la fibra fino all’appartamento) e Fttc (fino al cabinet telefonico)».
Ma non è un paradosso stimolare la nascita di più reti
parallele e, magari, tutte nelle stesse città?
«No, assolutamente: proprio
la competizione infrastrutturale spinge l’innovazione ed è così che i clienti ne possono beneficiare. E questo non vale solo per il fisso ma anche per il
mobile dove tutti stanno costruendo delle reti parallele 4G
Fondi Italiani per
le Infrastrutture
Metroweb
Milano
METROWEB
ITALIA
10,6%
Swisscom
(Fastweb)
1,7%
Metroweb
Management
46,2%
Per la pubblicità
legale e
finanziaria
rivolgersi a:
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Via Rizzoli, 8
20132 Milano
Tel. 02 2584 6665
Fax 02 2588 6114
Vico II San Nicola
alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11
Fax 081 49 777 12
Via Campania, 59 C
00187 Roma
Tel. 06 6882 8650
Fax 06 6882 8682
C.so Vittorio Emanuele II, 60
70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
Fondo Strategico
Italiano
87,7%
85%
Metroweb
Genova
d’Arco
La vicenda
● Alberto
Calcagno, 42
anni, è
amministratore
delegato di
Fastweb. La
sua è una
carriera in gran
parte costruita
all’interno del
gruppo dove
era entrato nel
2000 come
responsabile
della
pianificazione
strategica.
L’azienda di
telecomunica
zioni dal 2011
è diventata
parte del
gruppo
svizzero
Swisscom
e non mi sembra che qualcuno
abbia sollevato il problema della loro duplicazione. Anche nel
fisso non c’è un’anomalia perché nei Paesi dove sono presenti i cable operator ci sono,
di fatto, più reti».
C’è il rischio di ricreare la
dicotomia Nord-Sud, un Paese a due velocità, non crede?
«Guardi, in realtà non c’è
differenza in termini di traffico
e ricavi generati nelle città al
Sud rispetto a quelle al Nord: il
traffico generato da un nostro
cliente di Bari è uguale rispetto
a un cliente a Torino».
Telecom ha già presentato
Operatore locale
Metroweb è un
operatore locale
Noi siamo interessati
a un piano nazionale
un’offerta per Metroweb. Siete preoccupati di una possibile acquisizione che modificherebbe il quadro complessivo anche per la rete Ngn e
che permetterebbe probabilmente all’ex monopolista di
ricevere parte degli aiuti del
governo?
«Su Metroweb sento parlare
di valutazioni, di finanza. Ma
qual è il piano industriale? Per
noi Metroweb è un operatore
locale e bisogna capire se
l’obiettivo è solo mettere dei
cavi nel sottosuolo o fare investimenti. Quando li avranno
posati nelle stesse città dove
noi siamo già chi prenderà
queste fibre? A Bologna, per
esempio, ognuno ha già la propria rete. Comunque Metroweb può decidere quello
che vuole. Io sono interessato a
un piano molto più ampio, nazionale».
Voi avete già investito nella
Rete, ma questo vi rende delle
prede, magari proprio di Vodafone...
«Mettiamola così: se guardo
ai dati abbiamo già fatto la stragrande maggioranza degli investimenti. La nostra rete Ftth
oltre che a Milano è a Bologna,
Torino, Genova, Roma, Napoli,
Bari cioè nelle città con una
densità di popolazione alta e
building blocks importanti,
perché la fibra ha bisogno di
queste metriche. Non si possono cablare le villette. Ma poi già
dal 2012 abbiamo deciso di
estendere la fibra oltre queste
città per coprire il primo 20%
della popolazione in Fttc, perché in Italia il cabinet è molto
vicino all’utente finale. E ora
puntiamo alle 100 città».
E Vodafone?
«Complessivamente nel
2014 abbiamo investito 6-700
milioni di euro, la stragrande
maggioranza in infrastruttura.
Siamo nella parte buona della
strada come dicono gli inglesi,
ma non entro nelle dinamiche
degli azionisti (Swisscom, ndr)
e nelle scelte degli altri operatori su di noi».
Massimo Sideri
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Dipendenti pubblici
ESTRATTO DI AVVISO DI GARA - CIG: 60123403EC
La RAS seleziona, mediante procedura aperta sopra soglia, ai sensi del d.lgs. n. 163/2006,
Enti creditizi che esercitano le attività indicate all’art. 10 del d.lgs. 385/1993, in possesso
dell’iscrizione all’Albo ed dell’autorizzazione prevista dall’art. 13 del d.lgs. 385/1993, per
l’affidamento in appalto del servizio di: istruttoria tecnico economica, gestione dei fondi ed
erogazione delle contribuzioni, verifica e controllo, eventuale recupero del credito, per gli
interventi di sostegno pubblico alle imprese previsti dalla L. 949/1952 e dalla L. 240/81.
Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso. Il Bando è stato trasmesso per via telematica
alla GUUE in data 18.11.2014. La documentazione è disponibile sul sito istituzionale della
RAS ai seguenti percorsi: Homepage/Regione/Assessorati/Programmazione, Bilancio,
Credito e Assetto del Territorio/Direzione Generale della Programmazione, Bilancio, Credito
e Assetto del Territorio/Bandi e gare; Home page/Servizi alle imprese/Bandi e gare d’appalto. Scadenza offerte: ore 11.00, del 22.01.2015. Responsabile del procedimento: Evanessa
Atzori. Per ulteriori informazioni: Servizio Credito, Via Cesare Battisti snc - 09123 Cagliari
tel. 070/606.4610/4627/4623 - Fax. 070/606.5789.
Il Direttore del Servizio credito - Evanessa Atzori
e mercati azionari,
come investire
in attesa della Bce
Statali, buste paga più leggere
Persi quasi 600 euro in 4 anni
Buste paga più leggere per gli
statali e senza contare
l’impatto dell’inflazione: tra il
2010 e il 2013, secondo gli
ultimi dati dell’Istat, i
dipendenti pubblici hanno
perso a testa quasi 600 euro. Il
blocco della contrattazione, il
congelamento dei tetti
salariali e il freno al turnover
hanno impedito ogni
aumento. Chi ha lasciato la PA,
andando in pensione, in
media poteva contare su
stipendi più alti rispetto a
quelli che sono rimasti a
lavoro, subendo gli effetti
della stretta retributiva. Così la
cifra è gradualmente scesa,
passando dai 34.662 del 2010
ai 34.079 euro lordi pro
capite nel 2013.
E’ un ribasso di 583 euro,
risultato del semplice
raffronto tra quanto intascato.
In questo caso si parla di un
calcolo in termini correnti,
che non tiene conto
dell’andamento dei prezzi, o
meglio del loro contributo
distinto. Se invece si considera
l’inflazione a parte, depurando
il dato dalla sua incidenza, si
ha il dato reale, che misura la
perdita di potere d’acquisto.
Oggi il peso dei prezzi si sente
meno, visto che si parla di
deflazione, ma non è stato
sempre così (1,5% nel 2010,
2,8% nel 2011, 3% nel 2012 e
1,2% nel 2013).
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❞
La
competizione per le
infrastrutture spinge
l’innovazione. Un
vantaggio
di cui anche
i clienti
possono
beneficiare
Già fatta la
maggioranza degli
investimenti. La nostra
rete Ftth è a
Milano,
Bologna,
Torino,
Genova,
Roma,
Napoli, Bari
La Bce continua a giocare il
ruolo di grande protagonista
sui mercati finanziari. E le sue
decisioni di politica monetaria
appaiono ancora più
importanti alla luce della
bocciatura subita dall’Italia
venerdì scorso, con l’agenzia di
rating Standard&Poor’s che ha
ridotto il giudizio sul debito
italiano a BBB-. E dire che
proprio venerdì Piazza Affari
aveva festeggiato con un rialzo
del 3,4% la convinzione che
Francoforte sia pronta ad
agire, già da gennaio,
mettendo in atto la politica di
«quantitative easing» che
prevede l’acquisto di titoli
(pubblici e non). Decisioni che
hanno importanti
implicazioni, tra l’altro, nella
gestione del portafoglio
investimenti di ogni
risparmiatore. Quali saranno
le opportunità e i rischi offerti
dalle principali categorie di
investimento? Quali le ragioni
per investire in liquidità, in Bot
e Btp, in azioni italiane,
europee o statunitensi? Di
questi aspetti si occupa
CorrierEconomia, l’inserto in
allegato domani con il
Corriere. Gli esperti
concordano sul fatto che il
reddito fisso ha ormai
raggiunto il capolinea dei
rendimenti e chi vuole
guadagni di una qualche entità
dovrà rivolgersi
all’investimento azionario. In
pole position per macinare
performance a doppia cifra,
grazie all’intervento della Bce,
ci sono proprio i listini
europei.
Marco Sabella
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34
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
ECONOMIA
35
#
Malpensa,Torino e Napoli
corsa a cinque per gli scali
Poco prima di Natale l’esclusiva di F2i sul «progetto Cavour»
MILANO F2i si prepara a chiudere il «progetto Cavour». Il dossier gestito da Unicredit e Hsbc
per la cessione del 49% di F2i
Aeroporti si avvicina alla svolta.
La data room, avviata a fine ottobre, si è conclusa e per il 22
dicembre dovrebbe essere convocato il consiglio che dovrà
esaminare le offerte vincolanti
e concedere l’esclusiva. Il pacchetto è interessante: a F2i Aeroporti fanno capo gli scali di
Linate e Malpensa, Caselle a
Torino, Napoli-Capodichino e
indirettamente Bologna e Bergamo. L’operazione vale circa
500 milioni di euro e in corsa ci
sono l’australiana Ifm, i fondi
canadesi OpTrust e Bastion Infrastructure, Deutsche Bank e
Ardian (azionista di F2i). Non
c’è nessun italiano e dunque il
socio di F2i negli aeroporti sarà
comunque un socio interna-
Gli aeroporti di F2i
Gesac
G
Società che gestisce
l’aeroporto di Napoli
Capodichino
Quota acquisita: 70%
Sagat
Società che gestisce
l’aeroporto civile Sandro
Pertini di Torino Caselle
Quota acquisita: 50,8%
Data investimento:
dicembre 2010
Data investimento:
gennaio 2013
zionale. Di capitale o industriale. Dipende dalla scelta, visto il
profilo degli interessati tra i
quali ci sono fondi infrastrutturali ma anche private equity e
una banca.
Il fondo guidato da Renato
Ravanelli sta cercando un partner con cui proseguire lo sviluppo del business aeroportuale e questo dovrebbe favorire
Ciappazzi, resta la condanna
ma per Geronzi e Arpe
pene da rivedere al ribasso
● Dall’alto
Cesare Geronzi
e Matteo Arpe. I
due banchieri
erano
rispettivamente presidente e
direttore
generale di
Capitalia
quando, nel
2002,il gruppo
Ciarrapico
cedette le
acque minerali
siciliane
Ciappazzi alla
Parmalat di
Callisto Tanzi.
Oggi Geronzi è
presidente di
fondazione
Generali. Arpe
guida Sator
MILANO La Cassazione ha confermato l’impianto
delle condanne emesse dalla Corte d’appello di
Bologna per gli ex vertici di Capitalia, Cesare
Geronzi e Matteo Arpe, per la vendita alla Parmalat delle acque minerali Ciappazzi. Ma nello
stesso tempo la Suprema corte ha disposto un
nuovo processo di secondo grado che dovrà
rideterminare al ribasso le pene. Tutto nasce da
un filone dell’indagine sul crac Parmalat. Sotto
la lente la vendita della acque minerali Ciappazzi del gruppo Ciarrapico alla Parmalat di Calisto
Tanzi. La Corte d’appello di Bologna, il 7 giugno
2013, aveva condannato Geronzi a 5 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e usura,
mentre ad Arpe era stata inflitta, per il reato di
bancarotta fraudolenta, una condanna a 3 anni
e 7 mesi.
Secondo l’accusa, l’affare Ciappazzi tra il
gruppo Ciarrapico e la Parmalat avrebbe avuto
origine da pressioni di Geronzi che, all’epoca
dei fatti (il 2002), era il numero uno del gruppo
bancario. Il management della banca romana
avrebbe forzato Parmalat ad acquistare dal
gruppo Ciarrapico l’azienda di acque minerali
siciliane Ciappazzi a un prezzo gonfiato e con
tassi da usura, facendo leva sulle necessità di
liquidità del gruppo turistico Parmatour, «enormemente indebitato» e sempre riferibile ai
Tanzi. Non è stata accolta la tesi della difesa di
Geronzi, che aveva contestato «la ritenuta conoscenza dello stato di insolvenza assumendo che,
se fosse sussistita, mai avrebbe la banca continuato a finanziare la società che non avrebbe
potuto restituire i finanziamenti ricevuti».
Secondo i pm, Banca di Roma, che intendeva
con l’operazione rientrare dell’esposizione su
Ciarrapico, offrì in cambio ai Tanzi un finanziamento da 50 milioni da destinare a Parmatour.
Oggi Geronzi, fino a un anno fa presidente delle
Assicurazioni Generali, è presidente della Fondazione Generali. Matteo Arpe è amministratore delegato di Sator, società da lui fondata e in
cui il manager detiene una partecipazione. Arpe
è inoltre presidente di Banca Profilo.
Ri. Que.
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Dopo lo stop a South Stream
Saipem, mercoledì il consiglio
Consiglio di amministrazione
di fine anno con il budget 2015
per Saipem mercoledì 10
dicembre, mentre il tema dello
stop al gasdotto South Stream
continua a focalizzare
l’attenzione del mercato dopo
che il titolo ha sofferto
sull’annuncio della Russia di
voler interrompere il progetto.
Società che gestisce
gli aeroporti di Milano Linate
e Milano Malpensa
Quota acquisita: 44,31%
Data investimento:
dicembre 2011
d’Arco
La Cassazione
La vicenda
SEA
La società ha chiarito solo di
aver ricevuto una notifica di
sospensione del progetto. Ma
l’ad di Gazprom Alexei Miller
ieri è sembrato metterci una
pietra tombale dichiarando
che il progetto è
«assolutamente chiuso in
maniera definitiva».
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un partner industriale, ma al
momento nessuno fa previsioni sull’esito dell’asta. Secondo
indiscrezioni i contendenti
avrebbero espresso valutazioni
non vincolanti della società
che arrivano fino a 800 milioni
di euro. Entro una decina di
giorni dovrebbero essere depositate le offerte vincolanti che il
consiglio di F2i esaminerà nel-
500
milioni di euro
il valore
dell’operazione
di cessione
l’ultima riunione dell’anno. Il
prezzo tuttavia non dipende
solo dal valore economico di
F2i Aeroporti ma anche dallo
spazio che avrà il nuovo socio
nella governance. La quota del
49% messa in vendita è sì di minoranza ma una minoranza
«pesante» a cui sono attaccati
poteri importanti, come quello
di veto nelle assemblee straordinarie. E poiché, visti i pesi, la
forma è quella della partnership, e l’obiettivo è sviluppare
le attività nella gestione degli
scali, la definizione della governance rappresenta un passaggio determinante.
L’ingresso di un partner è il
punto di arrivo di un percorso
iniziato a gennaio con il riassetto delle attività aeroportuali
di F2i, che ha visto il conferimento nella holding F2i Aeroporti delle quote detenute dal
primo fondo in Sea e Sagat.
Una razionalizzazione funzionale all’arrivo di un nuovo azionista. Se tutto andrà secondo
programma sarebbe il primo
dossier chiuso da Ravanelli da
quando a fine ottobre ha assunto la guida di F2i, in attesa
che si definisca la partita su
Metroweb, dove tira già aria di
sfida tra Telecom Italia e Vodafone.
Federico De Rosa
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Studio Uil
La Tasi? Costa
156 euro in media
Un gettito
di 3,7 miliardi
Vertice
● Renato
Ravanelli,
classe 1965, ha
assunto la
carica di
amministratore
delegato di F2i
il 22 ottobre
scorso. Dal
2008 al 2014 è
stato direttore
generale
di A2A
È di 156 euro il costo medio
della Tasi sulla prima casa, che
sale e 197 per i capoluoghi. La
città più cara è Torino dove si
paga 403 euro seguita da
Roma, 391 euro, Siena (356) e
Firenze (346). È quanto calcola
uno studio a cura della Uil.
Olbia e Ragusa sono i paradisi
del mondo Tasi con aliquota
zero. Questi importi pagati
dalle famiglie, rileva
Guglielmo Loy, il segretario
confederale della Uil,
«produrranno un gettito di 3,7
miliardi considerando
soltanto le abitazioni
principali». Intanto è iniziato il
conto alla rovescia per il
pagamento del saldo sia della
Tasi sia dell’Imu, che dovrà
essere fatto entro il 16 di
dicembre. Secondo la Uil, una
famiglia su due pagherà per la
Tasi un conto più salato della
vecchia Imu.
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36
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
37
I consigli del
giurista
Glauco
Giostra. Da
oggi tocca al
regista Davide
Ferrario
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Christa Wolf,
Medea.
Una donna
indomita e
ardente,
depositaria
del sapere
del corpo
e della terra
Marguerite
Yourcenar,
Memorie di
Adriano.
Ambizioni,
inquietudini,
tormenti di un
uomo senza
tempo
Philip Roth,
Everyman.
La vecchiaia è
una battaglia
da combattere
quando sei
più debole
Ennio Flaiano,
Frasario
essenziale.
Un irriverente
e amaro
sorriso
sulla ridicola
tragedia
umana
L. Sciascia,
Porte aperte.
Un uomo
con profondo
senso
dell’onore
di vivere
e dell’onere
di giudicare
Héctor
Bianciotti,
La notte delle
stelle azzurre.
Parole che
evocano
memorie
dell’anima
Carlo M.
Cipolla,
Allegro ma
non troppo.
Sprovveduti,
intelligenti,
stupidi
e banditi:
la società
Arte Vittorio Sgarbi, critico e assessore «rivoluzionario», racconta la mostra al Palazzo Ducale
Aveva 78 anni
La «Bella Principessa» di Leonardo
Urbino celebra fascino e ambiguità
❞
di Stefano Bucci
L
a teca di vetro che, nel
Salone del Trono del Palazzo Ducale di Urbino,
accoglierà fino al 18 gennaio La Bella Principessa di Leonardo da Vinci è la stessa che,
lo scorso febbraio, aveva ospitato La ragazza con l’orecchino
di perla di Vermeer durante la
sua seguitissima trasferta a Bologna: «Un esempio riuscito di
sinergia» secondo Vittorio
Sgarbi, neo assessore alla Rivoluzione («perché io sono un rivoluzionario») con deleghe alla cultura, agricoltura, valorizzazione del paesaggio e del
centro storico del comune di
Urbino, ma anche un modo per
ribattere all’appello («meschino e pretestuoso» come lo definisce) firmato da 130 studiosi
contro la mostra Da Cimabue a
Morandi, curata appunto da
Sgarbi per la Fondazione Carisbo con Genius Bononiae.
Il ritratto, eseguito su pergamena e asportato dal volume
quattrocentesco denominato
Sforziade, torna per la prima
volta in Italia dopo l’attribuzione a Leonardo, confermata da
studiosi come Martin Kemp e
Mina Gregori (è stata proprio
lei ad accorgersi che il disegno
è stato eseguito con la mano sinistra e Leonardo era appunto
mancino): di proprietà del collezionista canadese Peter Silverman, l’opera dovrebbe ritrarre (il condizionale con Leonardo è quasi d’obbligo) una
giovane dama vista di profilo
con i capelli raccolti nell’acconciatura in voga alla corte degli
Il format
monoopera
è il modo
migliore
per stabilire
un rapporto
diretto tra
capolavori e
spettatori
❞
Il furto del
«Bambino
malato»
di Medardo
Rosso
alla Gnam
è il simbolo
dell’odierna
decadenza
di Roma
«La Bella Principessa» attribuita a Leonardo da Vinci, in mostra a Urbino
Sforza, una giovane donna con
tutta probabilità identificabile
come Bianca Sforza, figlia illegittima del Duca di Milano.
«Come stile ricorda inequivocabilmente altri ritratti di Leonardo, come quello di Isabelle
d’Este o come la Belle Ferroniére — spiega Sgarbi —, ma
quand’anche si trattasse di un
seguace eccellente come Ambrogio de Predis, si tratta comunque di un’opera di grandissima qualità e assolutamente autentica».
Proprio in virtù del suo valore, per la Bella Principessa è
già pronto un tour con tappe a
Roma, allo Stadio Domiziano, e
a Milano, in occasione del-
Alexander Grothendieck
l’Einstein della matematica
Vita e idee di un genio ribelle nel libro del «Corriere»
In edicola
● Il volume a
più voci
Matematica
ribelle. Le due
vite di
Alexander
Grothendieck,
con prefazione
di Giulio
Giorello, è in
edicola da ieri
per un mese
con il «Corriere
della Sera» al
prezzo di 6,90 più il costo
del quotidiano
G
li Zar, il nazismo, la guerra fredda, gli hippie...
Nel caso di Alexander
Grothendieck, lo studioso
scomparso in Francia il 13 novembre, cui il «Corriere della
Sera» dedica il volume Matematica ribelle, non si rischia il
cliché: dire che ha attraversato
le tempeste del Novecento è un
puro dato biografico. Era nato
nel 1928 a Berlino; ma la storia
era iniziata prima, con una rivoluzione. Suo padre era un
anarchico ebreo fuggito dalla
Russia. Sua madre una giornalista già sposata, che diede il
cognome al figlio illegittimo.
Con l’avvento di Hitler, i genitori lo abbandonarono per sei
anni presso un pastore protestante, fuggendo in Francia e
unendosi agli antifranchisti
spagnoli nella guerra civile.
Alexander li ritrovò nel 1939,
poi il padre fu inghiottito da
Auschwitz. Grothendieck portò avanti gli studi: da Montpellier fino a Nancy, con Laurent
Schwartz. Dimostrò un talento
Scienziato
● Alexander
Grothendieck
(1928-2014). Il
libro contiene
scritti di Giulio
Giorello, Luca
Barbieri Viale e
Claudio
Bartocci,
Stefano
Montefiori,
Donatella Di
Cesare, Paolo
Maria Mariano,
Stefano Gattei,
Francesca
Ronchin,
Giovanni
Caprara
eccezionale, rivoluzionò la matematica. Ma nel 1966 rifiutò la
prestigiosa Medaglia Fields per
non ritirarla nell’odiata Urss.
Era l’inizio della svolta che, da
genio della ricerca, considerato
«l’Einstein della matematica»,
l’avrebbe trasformato in avversario accanito della comunità
accademica. Nel 1970 uscì sbattendo la porta dall’Institut des
Hautes Études Scientifiques,
quando scoprì che era finanziato dal ministero della Difesa.
Ossessionato dall’idea che i
propri studi potessero essere
utilizzati per finalità belliche,
fondò una comune hippie e si
dedicò a ricerche spirituali. Dal
1991 tagliò ogni rapporto con
l’esterno e vietò la pubblicazione delle sue 20 mila pagine di
appunti. Al di là dei suoi studi e
delle sue intuizioni, è la vita di
Grothendieck ad aver incarnato lo spirito autentico del matematico, che comporta il rigore
e non ammette contraddizioni.
Errico Buonanno
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Addio a Mambor
pittore romano
che amava
sperimentare
di Edoardo Sassi
l’Expo, dove dovrebbe essere
esposta a Palazzo Isimbardi
perché «meglio valorizzare gli
splendidi edifici che sono patrimonio della città che esporre le opere in un brutto spazio
nuovo». Il progetto di Sgarbi,
nominato ambasciatore Expo
2015 per le Belle Arti, prevede
appunto una serie di capolavori di Tiepolo, Antonello da
Messina e Giotto divisi tra Palazzo Clerici, Palazzo Bagatti
Valsecchi e gli altri grandi palazzi. E i Bronzi di Riace? «Al loro posto ci saranno i Bronzi di
Cartoceto o la Vittoria alata di
Brescia. Mi spiace per i Bronzi
di Riace, anche perché dove sono adesso non va a vederli nessuno». Mentre per la rinascita
di Urbino («bloccata dall’ombra di Carlo Bo») il critico-assessore ha pensato a mostre su
Lorenzo Bonechi, Matteo Basilé, Tonino Guerra, l’Adorazione
dei Magi di Tintoretto.
Il (prevedibile) successo della mostra di Urbino è l’occasione per Sgarbi di ribadire l’eterno fascino di Leonardo: «Un
genio assoluto dotato di una
sensualità ambigua che si ritrova nei suo personaggi, a cominciare dalla Gioconda, personaggi che spesso è anche difficile identificare e che fanno
di ogni suo quadro un giallo alla Dan Brown». Il successo delle mostre mono-opera? «Sono
il modo migliore per stabilire
un contatto diretto con i capolavori». Il recentissimo furto
del Bambino malato di Medardo Rosso alla Gnam? «Non è
che il simbolo della decadenza
della Roma di oggi».
L’evento
A
● La Bella
Principessa di
Leonardo da
Vinci è il titolo
della mostra,
organizzata da
Vittorio Sgarbi
(nella foto) e
curata da
Martin Kemp,
aperta fino al
18 gennaio nel
Salone del
Trono, Palazzo
Ducale di
Urbino (Info Tel
Numero Verde
800 144 944;
www.labellapri
ncipessa.it)
Catalogo
Scripta Manent,
a cura di Martin
Kemp con una
introduzione di
Vittorio Sgarbi
(pp. 80, 18).
Dopo Urbino
l’opera sarà
esposta prima
a Roma e,
infine, a Milano
veva compiuto da
poche ore, il 4
dicembre, 78 anni. E
ieri si è spento, dopo
una lunga malattia, il pittore
Renato Mambor, uno dei
protagonisti, dalla fine degli
anni Cinquanta, di quella
stagione culturale che le storie
dell’arte battezzeranno poi
come «Scuola di piazza del
Popolo». Compagno di strada
dei vari Schifano, Angeli,
Festa, Fioroni, Tacchi,
Lombardo, Ceroli, Pascali,
presenza fissa tra gli ambienti
della galleria La Tartaruga e il
sottostante Caffè Rosati —
ritrovi e crocevia di artisti e
letterati — Mambor fin dagli
esordi si era distinto per una
caratteristica cifra stilistica e
per opere divenute oggi icone
degli anni Sessanta: la serie dei
segnali stradali, le sagome
senza individualità, gli Uomini
statistici, le figure realizzate
con inchiostro da timbro e
altre ricerche per «tipi».
Pop Art all’italiana, si è detto
spesso, forzando un po’ i
termini; un’espressione che
aveva sempre fatto sorridere il
romanissimo Mambor, il quale
RENATO MAMBOR IN UNA PERFORMANCE (1969)
Cultura
& Spettacoli
7 giorni
di tweet
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raccontando di sé si divertiva
anche a ricordare i trascorsi da
«benzinaro» e da comparsa
nel film mito di quegli anni, La
Dolce Vita. Bello, occhi azzurri,
da giovanissimo aveva infatti
lavorato in una pompa di
benzina sulla via Tuscolana,
non lontano da Cinecittà. E fu
lì che un giorno del 1959 si
fermò una macchina della
produzione: «A regazzi’ — mi
chiesero — sai ballare? Certo,
risposi. E finii a fare la
comparsa per 25 mila lire al
giorno, all’epoca una cifrona».
Legato in gioventù a Paola
Pitagora (sulla loro relazione è
incentrato Fiato d’artista,
libro scritto dall’attrice nel
2001 e rievocativo del clima
che si respirava a piazza del
Popolo e dintorni), Mambor
aveva abbracciato da anni, con
la moglie Patrizia, la religione
buddista: «Lei, la meditazione
e il lavoro hanno reso la mia
vita felice», amava dire. E il
lavoro nel corso dei decenni,
con le tante mostre in Italia e
nel mondo, l’ultima in corso a
Padova, aveva via via
sperimentato diversi linguaggi
(performance, teatro) fino alle
ultime opere sul tema della
pace e del superamento della
diversità. L’ultimo saluto a
Mambor martedì alle 11 nel
Tempietto egizio del Cimitero
Verano, a Roma.
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38
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
SPETTACOLI
Domani su Rete4
Stella Pende reporter:
torno per raccontare
i deboli del mondo
«Il filo conduttore quest’anno sono gli italiani che
hanno fatto grande l’Italia all’estero». Stella Pende
(nella foto) torna in campo con il suo «Confessione
reporter» al via domani su Retequattro. Un
programma che è ormai una perla rara nel
panorama della tv italiana perché la giornalista,
con immutata passione, prende e parte per
raccontare i profughi, i rifugiati, i deboli in ogni
angolo del mondo; storie dure, realtà tremende.
Ma anche personaggi positivi come Regina
39
Catrambone (nella puntata di domani), un’italiana
che ha comprato una nave di 40 metri per salvare
la vita ai profughi nel canale di Sicilia. Ospite in
studio, Moni Ovadia. Poi si parla di immigrazione
con il giornalista del Corriere della Sera, Francesco
Battistini. Di grande impatto anche la puntata di
lunedì prossimo dedicata a papa Bergoglio. Pende
é andata in Argentina a intervistare i suoi vecchi
amici, dalla pasticcera all’agopuntore. (m. vo.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Personaggi
Omaggio
al ballerino russo
vissuto tra eccessi
e tormenti
❞
I
era. Improvvisamente smise di
ballare come era stato fino a
quel momento e divenne qualcosa di completamente divers o , u n a t to re - d a n z a to re .
L’Aprés midi il momento di
svolta. Il teatro-danza del Novecento è nato lì».
Serate fatali ben presenti nei
Diari. Come pure il mondo dorato e crudele che le circondavano. Sferzanti i giudizi su Stravinsky «avido e calcolatore»,
su Diaghilev «un essere demoniaco», su Romola «una stella
che non palpita».
Su se stesso: «Mi hanno detto che sono pazzo, io pensavo
di essere vivo». O anche: «Sono
Dio. Il Dio che muore quando
non è amato». Dio e Diaghilev,
le parole più ricorrenti nei Diari. Ritrovati nel ’34, pubblicati
nel ’37 dopo esser stati «ripuliti» da Romola. «Noi teniamo
fede all’edizione di Joan Acocella (pubblicata da Adelphi),
che include i passaggi più
scioccanti — assicura Misha
—. Tutti pensavano che lui fosse omosessuale ma non è vero.
Era bisessuale. Pur se dilaniato
da sensi di colpa di stampo cattolico».
Schizofrenico anche in questo, ossessionato dai processi
fisiologici del corpo. Vessato,
come racconta Lucy Moore in
Vaslav Nijinskij (ed. Edt) prima da un amante padrone come Diaghilev, poi da una moglie avida che lo tradì con lo
psichiatra che l’aveva in cura,
poi con una vamp del cinema
muto, poi con un’olandese travestita da uomo… «Non ometteremo niente — promettono
Misha e Bob —. Sarà uno spettacolo senza censure».
Ma lei danzerà? «Alcuni movimenti… Come un sessantenne che ripensa a se stesso giovane». Le sarebbe piaciuto vivere quegli anni straordinari,
quando si potevano incontrare
Debussy e Stravinsky, Picasso,
Cocteau e Misa Sert? «Forse per
qualche settimana. Ma poi,
meglio tornare ai nostri tempi».
Giuseppina Manin
l dio della danza era bello,
giovane, scandaloso. Dio
Nijinskij lo chiamavano. Il
primo a crederci era lui,
l’essere supremo dei Ballet Russes, colui che trasformò
un’arte tutta eleganza e virtuosismi in qualcosa di mai visto
prima.
Un’apoteosi di carne e sangue, sesso ed estasi, vita e morte. Adorato dalle folle, si lasciò
amare da uomini e anche da
donne. Uscì di scena prima dei
trent’anni. Gli altri trenta li passò tra manicomi e ospedali,
trascinato nel gorgo di una mistica follia simile a quella dell’Idiota di Dostoevskij. Un’esistenza spezzata in due, tra i fulgori di un corpo divino e il buio
di una mente alla deriva.
«Fu nel passaggio tra la prima e seconda parte della vita
che Nijinskij scrisse di getto i
Diari, vertiginosa calata negli
abissi del suo inferno, documento di un’anima e di un’epoca» spiega Michail Baryshnikov, altro rivoluzionario della
danza, coreografo e attore candidato all’Oscar per Due vite,
una svolta. «Il mio debutto fu
con Petrushka, la marionetta
portata in scena da Vaslav. Avevo 16 anni. Tutti i miei primi
ruoli, Les Sylphides, Giselle,
sono stati quelli danzati da lui.
Poi ho letto i Diari. Molto più
impressionanti di qualsiasi altra sua creazione».
Tanto da spingerlo all’impossibile: interpretare quel
Nijinskij oscuro e misterioso.
«In tutta la mia carriera è stato
l’unico progetto che ho continuato a proporre. A Zeffirelli,
Zanussi, Bergman, Jerome
Robbins… Non è mai andato in
porto. Ma non ci ho rinunciato». A far accadere il «miraco-
È il progetto di una vita,
non ometteremo niente
Per questo sarà riservato
a chi ha almeno 14 anni
Vietato ai minori
Baryshnikov danza sui Diari-scandalo di Nijinskij
«Spettacolo senza censure con Wilson alla regia»
Sul palco
A sinistra, il
ballerino Mikhail
Baryshnikov (66
anni, anche nella
foto grande) con
il regista texano
Robert Wilson
(73) durante le
prove dello
spettacolo «The
Old Woman» in
scena a Spoleto
nel 2013
lo» l’incontro con Bob Wilson.
«Anche lui affascinato dai Diari, mi disse che sarebbe stato
interessante provarci ora, all’età giusta per riflettere su
qualcosa del genere. Se mi
vuoi, gli risposi, io ci sono».
Difatti eccoli qui, Misha e
Bob, 66 e 73 anni, al Teatro dell’Arte della Triennale, fucina di
eventi della città, sede del
workshop preparatorio di Letter to a man, progetto di Change Performing Arts e Baryshnikov Productions, produzione
Crt, debutto l’8 luglio al Festival
di Spoleto, poi il 16 a Milano,
Teatro dell’Arte.
«Per procedere nella nostra
ricerca, ho costruito una sorta
di mega struttura — spiega
Wilson, anche architetto —.
Seguendo la scansione del testo, ho diviso lo spazio in tre. Il
più piccolo, stretto come una
cabina telefonica, è quello di
Nijinskij-Misha. Siamo a Budapest nel ’43, le immagini evo-
cheranno quel periodo spaziando tra memoria e delirio,
presente e passato».
«Budapest perché Vaslav e
sua moglie Romola de Pulszky
passarono lì gli anni della guerra — interviene Baryshnikov
—. Un matrimonio per lui fatale». Diaghilev non perdonò il
tradimento. Potente e crudele,
gli fece terra bruciata intorno.
«Inoltre, gli scandali degli ultimi spettacoli non gli avevano
giovato. Nel 1912 L’Aprés midi
d’un faune, musiche di Debussy, dove compariva “più che
nudo”, creatura animalesca,
traboccante ferinità ed eros,
che alla fine si masturbava sulla sciarpa di una ninfa. L’anno
dopo con Le Sacre du printemps, dove le violente dissonanze
delle musiche di Stravinsky e i
movimenti selvaggi dei danzatori fecero esplodere il teatro in
fischi e buu».
L’idolo Nijinskij barcollò. «È
stato il ballerino di una nuova
Stasera a Firenze
Recital del mezzosoprano von Otter
Farà tappa solo stasera a Firenze (Teatro della Pergola, ore 21) il
viaggio musicale di Anne Sofie von Otter, cantante sotto le
bacchette di Abbado, Kleiber, Muti. Il recital del mezzosoprano
di origini svedesi sarà ispirato al recente album «Douce France»,
antologia di liriche, canzoni e vari brani di successo che hanno
fatto la storia della Francia musicale, da Camille Saint-Saëns a
Reynaldo Hahn, Francis Poulenc, Josef Kosma e Charles Trenet.
Chi era
● Vaslav
Nijinskij (foto,
1890 – 1950)
è stato un
ballerino e
coreografo
russo di origine
polacca
● Innovatore,
Nijinskij prese
le distanze
dallo stile
del balletto
dell’epoca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
Oggi la «prima»
Il «Fidelio» alla Scala
apre la stagione
Timori per la piazza
SPETTACOLI
Poche personalità e una Milano blindata per la «prima» della Scala di
stasera: il rischio di tensioni resta alto nonostante l’assenza del
presidente Napolitano e del premier Renzi. A presidiare ci saranno
almeno 300 uomini delle forze dell’ordine, mentre le transenne
proteggeranno il teatro e le zone limitrofe, oltre a tenere il pubblico
del Fidelio (per il quale restano invenduti ancora una cinquantina di
biglietti) a distanza dai manifestanti. Tra le personalità politiche
attese, il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro della cultura
Dario Franceschini e la direttrice del Fondo monetario internazionale
Christine Lagarde. Oltre a banchieri e industriali.
Ciak a luglio
In arrivo il film su Barack e Michelle Obama
Un film su Barack e Michelle Obama. La coppia presidenziale sarà
protagonista di Southside With You. Lo scrittore e produttore Richard
Tanne (29 anni), autore anche della sceneggiatura, sarà al timone del
film. A Tika Sumpter (Stepping 2 - La strada del successo) il ruolo di
First Lady, mentre non ha ancora un nome l’attore che interpreterà
l’attuale presidente Usa. Primo ciak in luglio, a Chicago. «Sono
orgoglioso di produrre questo film che mette in luce una delle grandi
storie d’amore del nostro tempo», ha detto il produttore Tracey Bing.
Nesli, l’animo social
«Le canzoni nascono
dal dialogo sul web»
Ballate e rock nel nuovo disco «creato» con i fan
Il singolo
● «Andrà tutto
bene» è il
singolo di Nesli
che lancia
il nuovo album
del cantautore
in uscita
all’inizio
del 2015
● Nesli ha
postato delle
frasi su
Facebook.
Quelle con più
risposte sono
finite nel testo
del brano
U
na canzone nata sui
social. Nesli ha usato
Facebook come strumento per scrivere il
testo di «Andrà tutto bene»,
brano in radio da qualche giorno che lancia il nuovo album in
uscita a febbraio 2015. «Quest’estate ho postato delle frasi.
Mi sono accorto che alcune
avevano ottenuto un buon riscontro, avevano mosso qualcosa e allora ho deciso di partire da lì provare un modo di
esprimermi contemporaneo.
Ho unito i pezzi del puzzle, è
stato un Lego creativo», racconta il protagonista.
«A te il mondo e a me il sogno», «Se guardi il cielo non
sei più solo», «Amo questa vita
all’infinito»... Goccia dopo
goccia Nesli ha disperso briciole di strofe in rete. Raccolte e
commentate dal milione circa
di fan che ha su Facebook:
«Non avevo dato indizi, ma
qualcuno alla fine ha intuito.
Una ragazza addirittura ha creato un ipotetico testo: diverso
dal mio, ma interessante».
Dopo l’esperimento cantautorale di «Nesliving vol 3 - Voglio» del 2012 (il suo primo numero 1), e la collaborazione con
Emma, come co-coach ad
«Amici» e come autore, il rap è
un capitolo definitivamente
chiuso. «Quel genere mi andava stretto. Ho deciso di andare
in controtendenza visto che è
un treno lanciato». Alla «poppizzazione» completa manca
una partecipazione a Sanremo:
«Ho sempre visto il Festival in
televisione, salire su quel palco
sarebbe un onore», giura. Non
si sente né un venduto né un
traditore. «Il contenitore hip
hop era il mio mondo, ma
c’erano dei limiti. Non riuscivo
a valorizzare in pieno quei testi
❞
Grazie alla
Rete ho
unito i pezzi
del puzzle
come
in un Lego
creativo
Il rap
per me è
un capitolo
chiuso
Quel genere
mi andava
stretto
Cantautore Nesli, vero nome Francesco Tarducci (33 anni), è fratello di Fabri Fibra
e quelle melodie che già allora
erano nel mio stile. Con basi e
computer non arrivavo mai dove volevo. Questa volta è uscito
un album tutto suonato con
strumenti veri». Ed ecco allora,
complice un produttore come
Brando, ballad melodiche, archi romantici, assoli di chitarra
rock, atmosfere western, ri-
41
mandi agli Who... Le rime sono
rimaste in un passaggio di
«Dimmi che vuoi che sia». Si è
tenuto aperta una porta? «No.
Sono competitivo e volevo far
sentire che se mi ci metto faccio ancora meglio di tutti. C’ero
ai tempi dei geroglifici del
rap». Allora lavorava con Fabri
Fibra. Francesco e Fabrizio Tar-
ducci, i fratelli rap. I rapporti,
sia artistici che personali, si sono interrotti 7 anni fa. «C’è una
coerenza mostruosa da entrambe le parti nel non volersi
sentire. Siamo sereni così. Anche se ormai il tempo mi sta facendo dimenticare i motivi della lite», dice Nesli, il minore.
Non gli interessa la competizione di popolarità in famiglia.
«Non è il mio obiettivo. Il traguardo è far capire chi sono
adesso». Per i fan è un poeta.
«Mi piace la definizione se la
interpretiamo come qualcosa
di urbano e contaminato. Io ci
ho aggiunto la parola punk, un
mondo che mi affascina da
quando ho 14 anni». Per i detrattori scrive frasi buone per i
baci Perugina: «Li vedo più come messaggi in bottiglia».
«Andrà tutto bene» è un titolo scaramantico? «Non è un
augurio alla mia carriera. È
quello che dico quando le cose
vanno nella direzione opposta
o nei periodi di cambiamento.
Sono un ottimista. Il mio motto
è “il bene genera bene”. Anche
nella peggiore delle ipotesi si
può trovare un “andrà tutto bene”. Io lo trovo nella fede».
Il video della canzone mette
in sequenza i momenti di una
storia d’amore finita, ma forse
quella frase andrebbe detta all’Italia... «La mia sfida è farmi
le spalle forti per il mio percorso. Sarò pazzo, ma dovremmo
fare tutti così».
Andrea Laffranchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
42
I cugini Nobili: Federico, Raffaella, Nanni, Guido, Lella, Giovanna e Ines con le famiglie si stringono a Piera, Luciana, Chiara e Francesco con tanto affetto e con infinita malinconia prendono viva
parte al dolore per la scomparsa del
Prof. Avv. Raffaele Nobili
ed insieme ne ricordano le grandi doti umane ed
intellettuali che lo distinguevano.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Matteo Rescigno partecipa al dolore della famiglia ricordando la grande umanità e la figura professionale del
prof. Raffaele Nobili
- Milano, 5 dicembre 2014.
Alessandro, Carlo e Antonio Pedersoli ricordano
con affetto l’insigne collega e caro amico
avv. prof. Raffaele Nobili
e partecipano commossi al lutto dei familiari.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Partecipa al lutto:
– Pedersoli e Associati Studio Legale.
Enrico e Francesco Nicolini partecipano commossi al profondo dolore della famiglia, per la
scomparsa del carissimo
Prof. Avv. Raffaele Nobili
di cui ricordano la grande sensibilità umana e
l’esemplare professionalità.
- Milano, 5 dicembre 2014.
Anna Mauri è affettuosamente vicina a Piera e
ai figli per la perdita di
Raffaele
- Milano, 6 dicembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Franco e Carla Gaffuri.
Giuseppe Lombardi partecipa con vivo dolore al
lutto della famiglia per la perdita dell’amico
prof. avv. Raffaele Nobili
- Milano, 7 dicembre 2014.
Antonio e Francesco Mucciarelli, colpiti e rattristati per l’improvvisa scomparsa del caro amico
Grazia e Francesco Baragiola con Elena ricordano con affetto il caro e indimenticabile
Miki con profondo dolore annuncia la scomparsa
del suo adorato papà
Prof. Raffaele Nobili
Andrea Solbiati
e sono vicini a Piera e famiglia.
- Busto Arsizio, 6 dicembre 2014.
Bruno Inzitari e tutto lo Studio Inzitari & Partners
si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del
Prof. Raffaele Nobili
ricordandone le doti di fine studioso e maestro
nell’università e nella professione.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Uberto e Carlotta Barigozzi con i collaboratori
dello studio particolarmente addolorati per la
scomparsa del
Prof. Avv. Raffaele Nobili
guida attenta e disponibile in tante occasioni di
preziosa collaborazione professionale e maestro
indimenticabile, sono vicini a Francesco e famigliari in questo momento di dolore.
- Courmayeur, 6 dicembre 2014.
Raffaele Nobili
Partecipano al lutto:
– Silvia e Augusto Fei.
– Jacopo e Paola Guzzoni.
– Luigi e Rosanna Simonelli.
Carlo Abbagnano
Lo annunciano la moglie Brigitte, le figlie Fabrizia
e Marina, i nipoti Carlo Marino e Laura.- Ci riuniremo con parenti e amici per un saluto, lunedì 8
dicembre alle ore 11 presso la Casa Funeraria San
Siro, via Amantea 3, Milano.
- Milano, 5 dicembre 2014.
Partecipa al lutto:
– Clara con Laura, Marina, Isabelle.
Francesco Campagni saluta il suo grande amico
paterno
Carlo Abbagnano
e si stringe affettuosamente alla mamma Brigitte e
a Fabrizia e Marina. - Milano, 5 dicembre 2014.
Carlo
mi mancheranno la tua amicizia, la tua cucina napoletana, la tua simpatia.- Abbraccio Brigitte in
questo momento di dolore.- Alice.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Claudio Pastori si stringe all’amico Francesco nel
momento del dolore per la perdita del papà
Partecipano al lutto:
– Marina Nespor.
– Stefano Nespor.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Prof. Raffaele Nobili
e sempre ne serberà un ricordo prezioso e affettuoso. - Milano, 6 dicembre 2014.
Mario Cattaneo ricorda con grande rimpianto
l’amico
avv. prof. Raffaele Nobili
e partecipa al dolore dei suoi cari.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Riccardo e Biancamaria Luzzatto partecipano
commossi al dolore di Piera per la scomparsa di
Raffaele Nobili
valente collega e caro amico.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Enrico Ginevra con la moglie Viviana partecipa
commosso al dolore della famiglia per la scomparsa del
Prof. Raffaele Nobili
ammirato Maestro, carissimo amico.
- Milano, 5 dicembre 2014.
Nel ricordo di
Andrea
Naco, Attilia e Marialuisa Lanza.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Marilea, Olivia e Giuseppe sono vicini a Micaela
Solbiati in questo momento di dolore per la perdita
del papà
Andrea
Andrea Solbiati
- Milano, 6 dicembre 2014.
Michele, Chiara, Lucrezia e Matilde abbracciano
forte Micaela per la scomparsa del suo papà
Andrea Solbiati
- Milano, 5 dicembre 2014.
Gimmo e Roberta con Jacopo, sono vicini con
tutto il loro affetto a Marilea e Miki per la scomparsa di
Andrea
e la ricordano con affetto ed orgoglio a quanti la
conobbero. - Alessandria, 6 dicembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Mario e Grazia Longari.
– Luigi Bellini e Grazia Coppi.
Natti e figli sono affettuosamente vicini a Federica, Carlo, Monica e Benedetta per la morte della
loro cara mamma
Lele
- Milano, 7 dicembre 2014.
Torneremo a giocare nei nostri mari con la tua
allegria
Lele
ci mancherà la tua vera amicizia.- Un abbraccio a
tutti i tuoi figli.- Mario Giulianella con Niccolò, Alberto, Mariaelena. - Milano, 4 dicembre 2014.
Cecilia e Giovanni Battista, insieme alla loro
mamma, commossi ricordano la
nonna Cecilia Candiani
- Milano, 6 dicembre 2014.
7 dicembre 2007 - 7 dicembre 2014
La nostra adorata
Betti Pinto
se ne è andata per sempre già da sette anni raggiungendo il papà e la mamma, speriamo in un
mondo migliore.- Tutti rimangono nei nostri cuori
con immutato affetto e rimpianto.- Isetta e Manlio.
- Milano, 7 dicembre 2014.
7 dicembre 1933 - 7 dicembre 2014
Nella vita di un uomo buono la parte migliore è
costituita da piccoli, anonimi, ignorati atti di cortesia e gentilezza
Paolo Onofri
7 dicembre 2013 - 7 dicembre 2014
Nella ricorrenza della scomparsa del carissimo
amico
Andrea
Andrea Solbiati
e sono vicine con tanto affetto a Nanny e Miky.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Andrea Solbiati
Caro
Mariadele Ponzano Ballerini
Sandra Loveriti Schena
La piangono i figli Giampaolo con Carla, Cesco con
Barbara, Angil con Leonardo e i nipoti tutti.
- Olbia, 6 dicembre 2014.
Marina Sebastiano Stefania Manfredo si stringono in un forte abbraccio a Miki per la scomparsa
dell’amato papà
Marisa, Maria Teresa, Anna con Andrea e Titta
ricordano l’amico di sempre
Andrea
ti penserò vicino a Vittorio.- Donatella e mamma
Carla. - Milano, 6 dicembre 2014.
Andrea e Roberto abbracciano Miki per la perdita del padre
Andrea Solbiati
- Milano, 6 dicembre 2014.
Il 6 dicembre è mancato all’affetto dei suoi cari
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- Pescara, 7 dicembre 2014.
- Milano, 5 dicembre 2014.
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principe di Civitella Cesi
- Milano, 5 dicembre 2014.
Cara Miki, un abbraccio con tutto il nostro affetto.Matteo e Carolina. - Milano, 6 dicembre 2014.
A funerali avvenuti Federica, Carlo, Monica e Benedetta con le rispettive famiglie annunciano la
scomparsa della mamma
Marco Alfonso Torlonia
Lo ricordano con infinito affetto la moglie Blazena,
i figli Giovanni, Vittoria, Caterina con i loro consorti
Carla De Stefanis, Stefano d’Albora, le sorelle Sandra e Olimpia, i nipoti Alessandro e Desiree Lequio
d’Assaba, Beatrice, Sibilla, Cosima e Domitilla
Weiller con i loro figli e consorti, Josephine e Benedict Lindsey e la piccola Francesca Colonna,
Giampaolo e Gian Marco d’Albora, Stanislao e
Olimpia Torlonia.- Le esequie avranno luogo il
giorno 9 dicembre 2014 alle ore 10 nella chiesa di
San Lorenzo in Lucina.
- Roma, 7 dicembre 2014.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Gianpaolo, Gabriella e Antonella abbracciano
affettuosamente Miki nel caro ricordo del papà
Mi mancherai
ricordandone l’equilibrata umanità e le grandi doti
di studioso, docente e avvocato, partecipano commossi al dolore della famiglia.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Giuseppe Rescio ricorda la figura di profonda
umanità e la lezione di equilibrio e concretezza nel
metodo giuridico del
Partecipano al lutto:
– Nicoletta Lanza.
– Dado e Federica Schapira.
Il giorno 5 dicembre ci ha lasciato
Raffaele Nobili
Prof. Raffaele Nobili
Il funerale si terrà a Milano martedì 9 dicembre alle
ore 11 direttamente nella parrocchia Santa Maria
del Carmine, indi proseguirà per la tumulazione
nella tomba di famiglia al cimitero di Busto Arsizio.
- Milano, 5 dicembre 2014.
Il giorno 5 dicembre 2014 è venuto a mancare
Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003
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e-mail: [email protected]
SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI
SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO
L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO
DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
PER PAROLA:
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 300,00
Avv. Franco Jannoni
Gazzetta dello Sport
lo ricordano con tanto affetto Fabio Lelia, Luigi
Paola, Carlo Ada. - Milano, 7 dicembre 2014.
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 185,00
Nel secondo anniversario per la scomparsa di
Raffaele (Raphael) Mileto
Patrizia, Eleonora e Alessandro lo ricordano con
immutato affetto.- La Messa in suffragio domani
ore 9.30 presso la chiesa Santa Maria delle Grazie.
- Milano, 7 dicembre 2014.
Con infinito rimpianto, Maricita ricorda l’amatissimo papà
Antonio Borlotti
nel ventottesimo anniversario della scomparsa.
- Verona, 7 dicembre 2014.
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632
mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 e-mail: [email protected]
Giuseppe Cassano
Ne danno il triste annuncio la moglie Mariuccia, i
figli Gigi con Silvana e Nicoletta con Massimiliano.- Il funerale si svolgerà il giorno 8 dicembre alle
ore 14 presso la Casa Funeraria San Siro in via
Amantea 3. - Milano, 6 dicembre 2014.
Ciao
nonno Peppo
I tuoi nipoti Ale Giulia e Tommy.
- Milano, 6 dicembre 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari il
Prefetto
Rosario Virzì
Lo annunciano Elvira, Dario, Susanna, Chiara con
Valentino, Alessandro, Eva, Leonardo.
- Milano, 6 dicembre 2014.
Servizio sportello da lunedì a venerdì
Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
43
●
Risponde Sergio Romano
GLI EVANGELICI AMERICANI
CACCIA DI ANIME IN BRASILE
Caro Romano, come mai Renzi
così tanto sicuro di sé alla tv e
forte di un ampio consenso
anche se non avuto
direttamente dalle urne, per
governare va avanti a colpi di
fiducia? Sarà forse perché gli
piace vincere facile e per non
dare un dispiacere al suo
vecchio pigmalione?
Enzo Bernasconi, Varese
Sappiamo che nel Pd esiste
una opposizione interna e l’uso
frequente del voto di fiducia ne
è la conferma. Quando il presidente del Consiglio vi ricorre
dice implicitamente al Parlamento: preferite aiutarmi a realizzare il mio programma o la
caduta del governo? È giusto
che tutti, nel momento delle
decisioni importanti, assumano le proprie responsabilità.
UNIONE EUROPEA
Privilegi dei politici
Oltre ad avere a carico gli
stipendi, le pensioni e altre
varie retribuzioni dei politici
italiani, dobbiamo pure
contribuire a mantenere le
prebende dei politici europei.
Sembra, infatti, che l’ex
presidente del Consiglio Ue,
Herman Van Rompuy, dopo
appena un quinquennio di
«servizio», riceverà per tre
anni 350 mila euro di
«indennità transitoria» e,
successivamente, 52.000 euro
l’anno di pensione. A mio
parere, anche la nuova
Commissione europea
dovrebbe programmare una
oculata revisione della spesa.
Giovanni Papandrea
[email protected]
SINDACATI
Scioperi e ruberie
I sindacati hanno confermato
lo sciopero contro il
provvedimento del governo che
ormai è legge. Ma, in tutti
questi anni di scandali,
concussioni, tangenti, non ho
di Danilo Taino (Statistical Editor)
I «proiettili spaziali»,
Scienza e nervi saldi
LETTERE
AL CORRIERE
PARLAMENTO
Ricorso alla fiducia
● Più o meno
Sul Corriere Danilo Taino elencava i dati di
una crescente affermazione delle Chiese
protestanti nella ( finora) cattolicissima
America latina, individuandone fra le possibili
chiavi interpretative la maggiore capacità di
proselitismo delle Chiese in questione (in
particolare quella evangelica) rispetto al
cattolicesimo tradizionale. Mi ha però
meravigliato un aspetto di tale pervasività: la
più estesa diffusione di guarigioni miracolose
cui i fedeli protestanti dichiarano di aver
assistito con percentuali rilevanti attorno al
50% (contro il 15-30% dei cattolici). Sono
compatibili tali manifestazioni miracolistiche
con la fede protestante e con le posizioni di una
fede sobria e razionale, come voluto dai suoi
fondatori Lutero e Calvino? E cosa ha a che fare
con la dottrina della predestinazione che
interpreta la grazia di Dio come inaccessibile e
imperscrutabile agli uomini, avulsa da ogni
manifestazione esteriore?
Marinella Gambino
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
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www.corriere.it
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La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Dopo gli
scandali a
seguito
dell’inchiesta
«Mafia
Capitale», è
giusto azzerare
il governo del
Comune di
Roma?
Cara Signora,
nuovi protestanti dell’America Latina non
sono luterani, episcopali, anglicani, vale a
dire fedeli di quelle Chiese tradizionali che
hanno una forte connotazione ufficiale e una
più o meno solida struttura gerarchica. Sono battisti, metodisti, pentecostali e appartengono alla
grande famiglia degli evangelici, particolarmente diffusa e autorevole negli Stati Uniti. Il caso più
interessante è quello del Brasile dove i cattolici,
sino agli anni Settanta, rappresentavano il 90%
della popolazione e sono scesi da allora al 68%.
Alcuni osservatori pensano che questo fenomeno, visibile anche in altri Paesi dell’America Latina, dipenda almeno in parte dal rigore con cui la
Chiesa, sin dal papato di Giovanni Paolo II, ha
combattuto quella combinazione di cristianesimo e marxismo che va sotto il nome di teologia
della liberazione. Altri studiosi e analisti credono
I
SUL WEB
Risposte alle
19 di ieri
Sì
75%
25%
No
La domanda
di oggi
Un hotel di
lusso inglese:
vietato allattare
al seno neonati
nella sala
principale se
non coprendosi.
Giusto?
mai sentito che invitassero a
manifestare contro queste
ruberie che danneggiano tutti i
cittadini e penalizzano i
lavoratori che operano con
onestà e abnegazione.
Annibale Antonelli
Formia (Lt)
che le liturgie assembleari degli evangelici, con
grande abbondanza di balli e canti, piaccia alla
spiritualità popolare brasiliana molto più dei riti
consolidati e formali della Chiesa. Maliziosamente qualche cattolico pensa addirittura che
non vi sia una grande differenza, tutto sommato,
tra il carnevale di Rio e certe manifestazioni collettive della religiosità evangelica.
Vi è anche una terza interpretazione secondo
cui la conquista evangelica dell’America Latina
risponderebbe a un disegno strategico del cristianesimo nord-americano e avverrebbe con il
beneplacito di alcuni circoli ufficiali degli Stati
Uniti. Non so quanto vi sia di attendibile in una
tale ipotesi, ma è certamente vero che vi sono state circostanze in cui i missionari americani furono percepiti come il braccio spirituale della diplomazia degli Stati Uniti. È accaduto in Cina tra
la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. È
accaduto in Medio Oriente dopo lo stabilimento
di relazioni diplomatiche fra gli Stati Uniti e l’Impero Ottomano nel 1862. In una curiosa storia a
fumetti delle relazioni fra gli Stati Uniti e il Medio
Oriente, disegnata da David B. e scritta da Jean
Pierre Filiu (Il mio miglior nemico, ed. Rizzoli Lizard con una prefazione di Antonio Ferrari), si ricorda che centinaia di missionari americani
giunsero nel Levante all’inizio del XIX secolo e
che cento anni dopo controllavano 400 scuole, 9
collegi, 9 ospedali e 10 dispensari. Furono missionari americani, per esempio, i fondatori della
Università americana di Beirut.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale,
gli evangelici americani misero gli occhi anche
sull’Italia meridionale. Pensavano che la povertà,
la disoccupazione e l’analfabetismo offrissero ai
loro missionari un terreno fertile. L’operazione
produsse risultati modesti, ma vi furono momenti in cui la Chiesa Romana faceva sapere al
governo italiano che la concessione di visti ai pastori protestanti degli Stati Uniti non era gradita
oltre Tevere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
alle riforme che ha in animo di
realizzare, deve preoccuparsi
della malattia primaria con
grande urgenza. I cittadini si
aspettano un serio
cambiamento in questa
direzione per continuare a
credere in una Italia migliore.
Angelo Milone
URGONO TERAPIE
Contro la corruzione
La corruzione è una malattia
da codice rosso. Pertanto le
terapie non possono che essere
da emergenza. Il governo, oltre
[email protected]
SCUOLA DI BERGAMO
Presepe abolito
Il preside di una scuola di
Bergamo ha vietato il presepe
perché può essere «occasione
di discriminazione».
Ha ragione: in una scuola
pubblica certa discriminazioni
non devono essere ammesse.
Ma allora perché non fare le
cose al completo? Via Dante,
Petrarca, Manzoni,
D’Annunzio, Leonardo,
Marconi, Colombo, Vespucci
ecc. ecc. Sono tutti
«esemplari» della nostra
cultura che potrebbero
infastidire...
Severino Storti Gajani
L’
impatto devastante di un meteorite
sulla Terra non è necessariamente un
film di Hollywood. Almeno due volte,
nella storia del pianeta, ha provocato
estinzioni di massa. Che accada ancora non
è, secondo gli scienziati e gli statistici, una
possibilità: è un certezza; si tratta di capire
quando avverrà e di cosa si potrebbe trattare.
Due studiosi americani, Joseph Hilbe e Jamie
Riggs, hanno di recente spiegato — su
Significance, una pubblicazione delle
associazioni statistiche britannica e
americana — che, sulla base di calcoli
probabilistici, «ci sono probabilità molto
basse di un impatto di qualsiasi dimensione
su una grande popolazione urbana, o nelle
sue vicinanze, tra ora e il 2100». Se si
considera un «grande proiettile» che
potrebbe avere l’effetto di provocare
un’estinzione globale — cioè un meteorite
con un diametro maggiore di dieci
chilometri e con una composizione dura e
un angolo d’impatto non perpendicolare alla
Terra (un angolo acuto di 30° sarebbe più
devastante) — la probabilità è di 3,9 per
dieci alla meno undici. Insignificante,
qualcosa per la quale non vale la pena
perdere il sonno, dicono Hilbe e Riggs.
Ciò nonostante, i due scienziati
sostengono che prima o poi un evento
devastante dovuto all’arrivo di materiale
extraterrestre ci sarà e che quindi è bene
monitorare i cieli e preparare misure di
mitigazione dei possibili effetti. L’impatto di
un meteorite o di una cometa capaci di uno
sterminio su scala globale avviene in media
una volta ogni cento milioni di anni. Quello
con la potenzialità di distruggere un
continente, una volta ogni centomila anni.
Una catastrofe come quella che avvenne nel
1908 a Tunguska (Siberia russa) — quando
un meteorite del diametro tra i 60 i 180 metri
esplose nell’atmosfera, distrusse piante e
uccise tutti gli animali in un raggio di 1.200
chilometri — ha la probabilità di accadere
circa una volta ogni 750 anni. Un
meteoroide del diametro di sette metri
impatta l’atmosfera e si frantuma in media
ogni cinque anni e uno di quattro metri
ogni 12 mesi.
Il dato di fatto è che ogni anno grandi
quantità di materiale entrano nel sistema
solare dallo spazio interplanetario e
incrociano l’orbita della Terra: si conoscono
almeno 400 di questi oggetti con un
diametro di almeno un chilometro, capaci di
distruggere parti consistenti di vita. Nessuna
isteria; attenzione ai cieli, però.
@danilotaino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Usmate (Mb)
INTERVENTI E REPLICHE
Comunione ai divorziati e dogmi di fede
Qui (Corriere, 2 dicembre) il «vaticinio» del
cardinale Scola: «Comunione ai divorziati, il Papa
dirà no… il matrimonio è indissolubile, senza via
d’uscita». Sarebbe questione di fede, ma il
Sinodo si è diviso tra «sì» e «no», e Scola scrive
mentre papa Francesco dice che nulla oltre la
fede del primo millennio va imposto ai fratelli
ortodossi, la cui disciplina è diversa. Ed è
polemica anche in libri illustri: l’accusa, bersaglio
Kasper, ma mira più alta, è che i «balletti
teologici» tradiscono la fede! Nel suo recente
libro il collega Ingrao ipotizza che «il fuoco di
fila», ben « al di là della sorte dei divorziati
risposati», non vuole che «vengano rimessi in
discussione temi ancora più delicati, a
cominciare dalla norma dell’«Humanae Vitae»
(1968), ove Paolo VI ascoltò una minoranza di
vescovi e teologi. In realtà non era «materia di
fede», e la dottrina della Chiesa era già cambiata
nel 1951: Pio XII, spinto dal P. Virginio Rotondi,
disse «sì», fino allora inaudito, ai «metodi
naturali», con grande scandalo in Curia proprio
tra quelli – Ottaviani, Bacci ecc. – che nel 1968
spinsero Paolo VI a non andare oltre, come
ipotizzava la «Gaudium et Spes». Paolo VI stesso
però volle che il teologo Lambruschini,
presentando l’Enciclica, dichiarasse a nome suo
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che la norma non era fede definitiva… Fu bufera:
decine di Conferenze episcopali, teologi e fedeli
apertamente contrari. Proprio sull’«infallibilità»
della «Humanae Vitae» da 50 anni difficoltà e
illustri carriere opposte: Hans Küng per negarla
in assoluto, teologi di curia per affermarla contro
la stessa volontà di Paolo VI.
Siamo ancora lì: divorziati risposati,
contraccezione e dintorni. Non è fede, tanto
meno «definita». La dottrina in tema ha già
avuto grandi cambiamenti, e la «fede definita»
non c’entra. Anzi: pare ignorato da tutti un
cambiamento addirittura clamoroso. Ai nn. 21 e
28 della «Sacra Virginitas» (1954) Pio XII
richiama un «anathema sit» del Concilio di
Trento e dice «solennemente definita dogma di
fede la dottrina dell’eccellenza e superiorità della
verginità e del celibato sul matrimonio
annunciata dal Divin Redentore». Ebbene:
Giovanni Paolo II (14 aprile 1982) dichiarò che
«le parole di Cristo, non forniscono motivo per
sostenere» questa dottrina. Un Papa nega un
dogma di fede? Nessuno pretenda di imporre in
anticipo i propri pensieri al Sinodo e addirittura al
Papa, cui Cristo ha affidato il ministero di
«legare», ma anche «sciogliere».
Gianni Gennari
[email protected]
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prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + €
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
44
Sport
Estero
Mourinho, primo k.o.
Il City perde Aguero
L’Atletico vola
Allarme: le avversarie in Champions di Roma e
Juve sono in forma, anche se il Manchester City ha
un grande problema. Nell’1-0 in casa sull’Everton
la squadra di Pellegrini perde Aguero, uscito dopo
2’ per un guaio al ginocchio sinistro. Salvo miracoli,
con la Roma il Kun non ci sarà. City comunque a
meno 3 punti dal Chelsea, al primo k.o. stagionale
(1-2 a Newcastle), e Mourinho è furioso: «Battuti
solo dalla sfortuna. Ma il modo in cui raccattapalle
e pubblico hanno perso tempo nel finale è
inaccettabile». Nella Liga l’Atletico Madrid passa 20 a Elche, ma il Real, vittorioso in casa sul Celta
Vigo 3-0 (tripletta di Ronaldo), è sempre a più 4
sull’Atletico e più 5 sul Barcellona impegnato oggi
nel derby con l’Espanyol. In Bundesliga il Bayern
Monaco batte il Leverkusen 1-0 e resta a più 7 sul
Wolfsburg. Nella Ligue 1 il Psg vince 2-1 in rimonta
sul Nantes (doppietta di Ibrahimovic) e va a più 2
sul Marsiglia, impegnato oggi col Metz.
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Il caso
Giustizia sportiva
allo sbando
tra autorizzazioni
negate e ritardi
Il 12 ottobre 1995, la Caf (allora
la Cassazione del calcio) aveva
cancellato lo stop di una
giornata (simulazione) a
Francesco Moriero, quando il
giocatore aveva già scontato la
squalifica. Sembrava un
record, ma c’è sempre la
possibilità di fare peggio.
Venerdì sera, si è appreso che
Rudi Garcia è stato deferito per
l’utilizzo di sistemi elettronici
di comunicazione durante
Livorno-Roma, giocata il 25
agosto 2013. Un anno e tre
mesi per decidere un semplice
deferimento (e per futili
motivi) rappresentano un
insulto al buonsenso che ha
buone possibilità di resistere
per decenni. Si può discutere
se parlare con un collaboratore
tecnico in tribuna sia un reato
(la Roma continua a pagare le
multe), ma colpisce la lentezza
con la quale ormai si muove la
giustizia sportiva: un tempo,
produceva sentenze anche
discutibili, ma aveva il pregio
di essere rapida, con tre gradi
di giudizio spesso in sette
giorni. Forse è proprio la
volontà di temporeggiare o di
Preciso
Adem Ljajic,
serbo di 23
anni, segna
il discusso
rigore concesso
dall’arbitro
Irrati alla Roma.
I giallorossi
accorciano così
le distanze
prima del
pareggio
ottenuto dallo
stesso Ljajic
che sale così a
6 reti staccando
il compagno di
squadra Destro
(4) (Ansa)
All’Olimpico Sassuolo subito avanti di due reti, pareggia Ljajic grazie a un rigore
molto dubbio e a un gol in fuorigioco e la Juventus mantiene i tre punti di vantaggio
La Roma resta a distanza
Prima o poi doveva capitare e c’è ampia scelta per decidere cosa. Gli statistici: dopo 7
successi casalinghi, per la Roma, ci stava di non vincere contro un Sassuolo in gran forma. I
complottisti: dopo tutte le lamentele sugli aiuti alla Juve
adesso bisogna commentare
un 2-2 con un rigore nato da un
errore dell’arbitro (Vrsaljko
tocca prima con la coscia e solo
dopo con la mano) e il gol finale di Ljajic viziato da un fuorigioco (millimetrico, ma il guardalinee poteva essere aiutato
dalla linea dell’area di rigore)
di Florenzi. I fatalisti: il «non
gioco» con i piedi di De Sanctis
non poteva restare impunito a
lungo. Gli eterni ottimisti:
quando si pareggia sotto 0-2 e
con un uomo in meno è il segnale che qualcosa di meraviglioso deve accadere. A ciascuno il profilo preferito.
Quello che invece non ammette discussioni è: 1) Garcia
ROMA
In Europa
● Partite
decisive per
Juventus
e Roma in
Champions
Pronto? La telefonata di Garcia (Sky)
non decidere che ha spinto la
Figc a non autorizzare la
querela dell’a.d. della Juve,
Marotta, nei confronti del
presidente della Lazio, Lotito,
che aveva rivolto al dirigente
bianconero una frase
disgustosa, di carattere
personale e non legata a
questioni calcistiche. Dalla
Figc si sono affannati a
spiegare che la multa inflitta a
Lotito e alla Lazio (10.000 euro
ciascuno) ha chiuso la vicenda;
che la «fattispecie è già
tutelata dall’ordinamento
sportivo»; che il presidente
della Lazio aveva patteggiato la
sanzione secondo il nuovo
codice di giustizia sportiva. La
realtà è più semplice di quanto
possa apparire leggendo le
«pandette» federali: Lotito è il
vero dominus del calcio
italiano. Ha lavorato 24 ore al
giorno per l’elezione di
Tavecchio (prima lo aveva fatto
per la riconferma di Beretta al
vertice della Lega di A); guida
il tavolo delle riforme; marca il
presidente della Figc a uomo;
gode di un’immunità calcistica
(in attesa di ottenere quella
parlamentare, visto che punta
a entrare in politica) che non
conosce incrinature. Finché
dura. A volte anche i più bravi
scivolano. Marotta farebbe
bene a portare Lotito in
tribunale, anche senza
autorizzazione e con il rischio
di essere squalificato. Giusto
per vedere l’effetto che fa.
f. mo.
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● Martedì
i bianconeri
affrontano a
Torino l’Atletico
Madrid
● Mercoledì
all’Olimpico,
la Roma se
la vedrà con
il ManCity
Roma
Sassuolo
2
2
Marcatori: Zaza 16’ e 18’ p.t.; Ljajic (rig)
33’ e 48’ s.t.
ROMA (4-3-3): De Sanctis 4; Florenzi 7,
Manolas 4,5, Yanga Mbiwa 6, Cholevas
6,5; Pjanic 5 (Keita 6,5 27’ s.t.), De Rossi
4, Strootman 4,5 (Nainggolan 6,5 9’ s.t.);
Iturbe 5 (Gervinho 7 9’ s.t.), Destro 4,5,
Ljajic 8,5. All.: Garcia 5
SASSUOLO (4-3-3): Consigli 6; Vrsaljko
5, Cannavaro 6, Acerbi 6, Peluso 5; Brighi
6,5 (Biondini s.v. 36’ s.t.), Missiroli 6,5,
Taider 7; Berardi 6,5 (Floro Flores s.v. 36’
s.t.), Zaza 8,5 (Floccari s.v. 40’ s.t.), N.
Sansone 6,5. All.: Di Francesco 6,5
Arbitro: Irrati 4
Espulsi: De Rossi 5’ e Vrsaljko 48’ s.t.
Ammoniti: Pjanic, Nainggolan, Berardi,
Peluso
Recuperi: 1’ più 4’
ha sbagliato la formazione iniziale, ritoccando tutti i reparti:
Florenzi terzino per Maicon
aveva un senso, visto che mercoledì c’è Roma-Manchester
City (brutto infortunio al ginocchio per Aguero), ma Strootman non è ancora pronto e
Destro in questo momento è
un fantasma; 2) Ljajic è per distacco il miglior giocatore della
Roma in questo periodo e Gervinho resta decisivo anche
quando entra dalla panchina;
3) il Sassuolo è una squadra allenata benissimo da Di Francesco, con un solo difetto: sopra
di due gol e in superiorità numerica bisogna fare un po’ di
possesso palla in più.
Sarà il campionato a dire in
futuro se la gara dell’Olimpico
è stata un’occasione perduta
dalla Roma in chiave scudetto,
avendo mancato di recuperare
punti sulla Juve fermata a Firenze, oppure se il pareggio al
94’ sarà un fattore comunque
4
gol subiti
dalla Roma
all’Olimpico:
due dall’Inter
e due ieri
dal Sassuolo
8
risultati utili
consecutivi
del Sassuolo, 9
se si considera
anche
la Coppa Italia
decisivo, per classifica e morale, visto che mancano ancora
24 partite. Per ora bisogna mettere in archivio che, dopo i due
gol dell’Inter, i primi subiti all’Olimpico dai giallorossi, ne
sono arrivati altri due. Il primo
è stato un harakiri di De Sanctis, cui è appena stato rinnovato il contratto per un altro anno
ma che già da mercoledì potrebbe perdere il posto. Una
«papera» può capitare, ma qui
il problema è più profondo: i
difensori della Roma hanno
paura di passare il pallone indietro al loro portiere e questo
alza molto la tensione nell’iniziare l’azione. Il secondo gol,
con la squadra ancora sotto
shock, ha visto invece un movimento di reparto che Garcia
dovrà fare rivedere mille volte
alla sua squadra: Manolas si è
alzato, gli altri tre sono rimasti
bassi, Zaza ha trovato un’autostrada verso la porta.
Se la Roma non ha perso, restata in dieci al 5’ s.t. per
l’espulsione di De Rossi, che ha
perso banalmente palla e poi
fermato Berardi che filava verso la porta, è perché Ljajic ha
confermato di essere un grandissimo talento e perché il calcio è anche e soprattutto questione di testa. Il Sassuolo era
in controllo della partita ma,
dopo il rigore, è arretrato troppo. Questo se non si vuole parlare solamente dell’arbitraggio.
È altrettanto sicuro, però, che il
signor Irrati e i suoi collaboratori sono stati la miglior pubblicità per l’introduzione della
moviola in campo. Ieri, di sicuro, la Roma ci avrebbe perso. In
altre occasioni, vedi lo scontro
diretto con la Juve, a Torino, ci
avrebbe guadagnato. Chi perde
sempre, in questo caso, è chi si
arrocca in vecchie posizioni
per non perdere il proprio potere e vorrebbe farci credere
che il calcio è bello con i suoi
errori.
Luca Valdiserri
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
SPORT
45
O rei sta meglio
In India
Pelé lascia il reparto di terapia semi-intensiva Del Piero batte Colomba nel derby italiano
Basket
Varese ok a Brindisi; stasera Armani a Sassari
Continuano ad arrivare buone notizie sulle condizioni di Pelé.
L’ospedale Albert Einstein di San Paolo, dove è ricoverato da quasi
due settimane per un’infezione alle vie urinarie, fa sapere che il
74enne ex fuoriclasse brasiliano sta bene, non ha più febbre,
continua il trattamento a base di antibiotici, ma ha lasciato il reparto
di terapia semi-intensiva. Pelé è apparso venerdì in un video,
assieme alla compagna e alle due figlie, strimpellando una chitarra e
rassicurando i tifosi sul suo stato di salute.
Reggio Emilia supera 77-65 Capo d’Orlando nell’anticipo della 9ª
giornata e (in attesa della sfida di stasera tra le due seconde Sassari
e Milano), aggancia Venezia al comando. Emiliani trascinati alla
vittoria da Amedeo Della Valle, autore di 25 punti. Nell’altro anticipo,
colpo grosso di Varese che si impone per 71-69 sul campo di
Brindisi. Oggi, alle 18.15: Roma-Cremona; Cantù-Pistoia; BolognaAvellino; Pesaro-Venezia; alle 20.30 Sassari-Milano (Rai Sport 2).
Domani alle 20 Caserta-Trento (RaiSport 1).
Allegri rivaluta
il pari di Firenze
e si concentra
sull’Atletico
Il primo 0-0 della gestione
Allegri, dopo una lunga notte
di riflessioni in treno verso Torino, è stato accolto bene. «È
un punto preso su un campo
difficile», il cinguettio dell’allenatore. Il mezzo passo falso
della Roma contro il Sassuolo,
ieri pomeriggio, l’ha trasformato in una specie di vittoria.
La Juve rimane con tre punti di
vantaggio e la convinzione, a
due turni dalla sosta, di poter
chiudere il 2014 in testa.
Il campionato è solo un
obiettivo di questo dicembre
infuocato. La Supercoppa italiana, il 22 dicembre a Doha
contro il Napoli, è più di uno
sfizio, oltre che l’eventuale primo trofeo bianconero di Max.
Ma in testa ora la Juve ha solo
l’Atletico Madrid. Gli ottavi di
Champions League sono una
dolce ossessione. Allegri, sem-
L’altro anticipo
Capitan Glik
salva il Toro
contro il Palermo
di Dybala
TORINO ( f.bon.) Il Torino non sa
più vincere, il Palermo
continua l’ascesa. I granata
non riescono a dimenticare il
derby perso all’ultimo secondo
e continuano con l’astinenza di
vittorie che dura ormai da 6
partite. I rosanero ottengono il
6° risultato utile consecutivo.
Merito di un grande Paulo
Dybala che nel primo tempo
manda in rete Rigoni e poi
firma il raddoppio con un tiro
al volo dopo un controllo di
tacco. È il 7° gol in campionato
per l’argentino. Nel mezzo il
pari di Martinez, primo gol in
serie A per il venezuelano.
Nella ripresa è stato invece un
altro Toro che ha meritato il
pari firmato da capitano Glik
di testa.
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Torino
Palermo
2
2
Marcatori: Rigoni 17’, Martinez 36’,
Dybala 44’ p.t.; Glik 18’ s.t.
TORINO (3-4-1-2): Gillet 5,5;
Maksimovic 5,5, Glik 6, Moretti 6; Bruno
Peres 5,5 (Molinaro 29’ s.t.), Vives 6,
Farnerud 5 (Ruben Perez 5,5 16’s.t.),
Darmian 6; El Kaddouri 5; Martinez 6
(Amauri 33’ s.t.), Quagliarella 6,5. All.
Sullo 6 (Ventura squalificato)
PALERMO (3-5-1-1): Sorrentino 6,5;
Munoz 5,5, Gonzalez 6, Andelkovic 5;
Morganella 5,5 L.Rigoni 6,5, Maresca 6,5
(Bolzoni s.v. 42’s.t.), Chochev 6, Daprelà
s.v. (Lazaar 5 15’ p.t.; Emerson 6’ s.t.);
Dybala 7,5; Belotti 6. All. Iachini 6
Arbitro: Giacomelli 5,5
Ammoniti: Bruno Peres, Lazaar, Chochev
Recuperi: 2’ più 5’
pre su Twitter, ha dettato la linea: «Serviranno serenità e
concretezza» e ha caricato
l’ambiente: «Siamo la Juve,
dobbiamo farcela». Con due risultati su tre a disposizione
non è impossibile. Ma la squadra del Cholo Simeone è scorbutica, rognosa, abituata alle
grandi partite e non andrà a Torino svuotata di stimoli anche
se ha già la qualificazione in tasca. Ieri si è allenata vincendo
2-0 in casa dell’Elche. Inoltre,
preoccupa la flessione della capolista dopo le ultime due
uscite in campionato: la vittoria sofferta nel derby contro il
Torino e il pareggio senza occasioni a Firenze sono spie di una
piccola involuzione? «Lo 0-0
con la Fiorentina non ci fa saltare di gioia, ma è positivo. Non
sarà stata una Juve entusiasmante ma si è dimostrata soli-
Terza vittoria nelle ultime quattro partite per il Delhi Dynamos e
Alessandro Del Piero di nuovo in campo. In panchina nelle ultime due
partite, l’ex capitano della Juventus è ancora una volta escluso
dall’undici titolare ma entra al 69’ al posto di Malsawmatulanga e a
due minuti dal 90’ il Delhi trova con Marmentini il gol che stende il
Pune City di Franco Colomba, che solo nel finale butta dentro
Trezeguet. In classifica il Delhi sale al quarto posto (l’ultimo per i
playoff) con 17 punti scavalcando proprio il Pune, fermo a 16.
Serie A
Venerdì
Fiorentina-Juventus
Ieri
Roma-Sassuolo
Torino-Palermo
Oggi, ore 12.30
Napoli-Empoli
Ore 15
Atalanta-Cesena
Genoa-Milan
Parma-Lazio
Ore 20.45
Inter-Udinese
Domani, ore 19
Cagliari-Chievo
0-0
2-2
2-2
Ore 21
Verona-Sampdoria
Prossimo turno
Tutto ok Gigi Buffon, 36 anni, approva lo 0-0 di Firenze: i punti di vantaggio restano 3 (LaPresse)
da», l’analisi di Gigi Buffon. Allegri, proiettato sui Colchoneros, respinge i gufi: «Per la sfida con gli spagnoli ho ottime
sensazioni. Vinceremo 2-0 e arriveremo primi nel girone». Il
portiere-capitano, anima e coscienza bianconera, è più pragmatico e meno sognatore: «Se
mi dicono che martedì non
prendo gol, firmo subito perché vorrebbe dire passare il
turno senza mettere alla prova
le mie coronarie. Il primo posto nel girone è un sogno, ma
conta andare avanti».
Concretezza
Il tecnico tra Europa
e Supercoppa: «Ora
servono serenità
e concretezza»
La Juve in nome della Champions ha sacrificato qualcosa a
Firenze, tornando alla difesa a
tre e convincendo l’allenatore a
spingersi sulla strada del turnover con il risultato che gli
esterni, Pereyra e Evra, sono
stati tra i peggiori in campo e
che l’attacco (per un’ora senza
Tevez) è risultato inesistente.
La Juve ha rischiato. Un rischio
calcolato. Ora però Allegri torna al 4-3-1-2 con Lichtsteiner e
Padoin esterni, Pirlo regista,
Marchisio e Pogba interni e Vidal trequartista. L’unico dubbio è la scelta del compagno di
Tevez: Llorente è in rimonta su
Morata. «Ma conta l’atteggiamento, la testa e la voglia», dice
Allegri. Conta anche lo spirito e
la testa: la Juve deve essere più
forte delle sue paure europee.
Alessandro Bocci
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❞
Buffon 1
Lo 0-0 di
Firenze non
ci fa saltare
di gioia, ma
è positivo
La squadra
ha
dimostrato
solidità
❞
Buffon 2
Se però mi
dicono che
martedì
non prendo
gol firmo
subito,
vorrebbe
dire passare
il turno
❞
Allegri
L’Atletico?
Ho ottime
sensazioni,
sento che
vinceremo
2-0 e
saremo
primi
nel girone
Sabato 13/12, ore 18
Palermo-Sassuolo
ore 20.45
Lazio-Atalanta
Domenica 14/12, ore 12.30
Juventus-Sampdoria
ore 15
Genoa-Roma
Parma-Cagliari
Udinese-Verona
Ore 18
Cesena-Fiorentina
Ore 20.45
Milan-Napoli
Lunedì 15/12, ore 19
Empoli-Torino
Ore 21
Chievo-Inter
Classifica
JUVENTUS*
ROMA*
NAPOLI
GENOA
SAMPDORIA
MILAN
LAZIO
FIORENTINA*
SASSUOLO*
UDINESE
PALERMO*
INTER
EMPOLI
VERONA
TORINO*
CAGLIARI
ATALANTA
CHIEVO
CESENA
PARMA
*una partita in più
35
32
23
23
22
21
20
20
19
18
18
17
14
14
13
11
11
10
8
6
corriere.it
Sul sito del Corriere
della Sera le partite in
tempo reale e tutti i gol
e le immagini
della giornata
www.corriere.it
14ª giornata
Atalanta
Cesena
4-4-1-1
3-5-2
1 Leali
57 Sportiello
22 Zappacosta 14 Volta
6 Lucchini
2 Stendardo
29 Benalouane 25 Capelli
5 Giorgi
3 Del Grosso
7 Carbonero
31 Molina
8 De Feudis
21 Cigarini
34 Cascione
17 Carmona
33 Renzetti
10 Gomez
11 M. Moralez 11 Brienza
27 Hugo Almeida
19 Denis
Arbitro: Di Bello di Brindisi
Tv: ore 15, Sky Calcio 3, Premium
Calcio 3
Genoa
Milan
3-4-3
4-3-3
1 Perin
23 Diego Lopez
14 Roncaglia
25 Bonera
4 De Maio
13 Rami
15 Marchese
5 Mexès
27 Armero
21 Edenilson
91 Bertolacci
18 Montolivo
69 Sturaro
34 De Jong
13 Antonelli
28 Bonaventura
10 Perotti
10 Honda
32 Matri
7 Ménez
92 El Shaarawy
24 Iago
Arbitro: Tagliavento di Terni
Tv: ore 15, Sky Calcio 1, Premium
Calcio 1
Inter
Udinese
4-3-3
3-5-2
1 Handanovic 31 Karnezis
55 Nagatomo
75 Hertaux
23 Ranocchia
5 Danilo
5 Juan Jesus
18 Bubnjic
22 Dodò
27 Widmer
13 Guarin
7 Badu
18 Medel
6 Allan
17 Kuzmanovic 19 Guilherme
8 Palacio
89 Piris
9 Icardi
11 Thereau
10 Kovacic
10 Di Natale
Arbitro: Gervasoni di Mantova
Tv: ore 20.45, Sky Sport 1, Calcio 1,
Premium Calcio
Napoli Gonzalo Higuain
Napoli
Empoli
4-2-3-1
4-3-1-2
1 Rafael
33 Sepe
11 Maggio
23 Hysaj
33 Albiol
26 Tonelli
4 Henrique
24 Rugani
31 Ghoulam
21 Mario Rui
8 Jorginho
88 Vecino
19 David Lopez 6 Valdifiori
11 Callejon
11 Croce
17 Hamsik
18 Verdi
14 Mertens
10 Tavano
9 Higuain
7 Maccarone
Arbitro: Cervellera di Taranto
Tv: ore 12.30, Sky Calcio 1,
Premium Calcio
Parma
Lazio
3-5-2
4-3-3
83 Mirante
22 Marchetti
27 Santacroce
8 Basta
6 Lucarelli
3 De Vrij
15 Costa
26 Radu
5 Braafheid
33 Rispoli
16 Parolo
30 Acquah
20 Biglia
21 Lodi
8 José Mauri 19 Lulic
11 De Ceglie
7 T. Anderson
99 Cassano
11 Klose
17 Palladino
6 S. Mauri
Arbitro: Guida di Torre Annunziata
Tv: ore 15, Sky Calcio 2, Premium
Calcio 2
Serie B 17ª giornata
Scappa il Carpi, che è andato
a vincere anche il casa del
Bari, al quale è stato negato
un gol, sebbene la palla
avesse superato la linea di
porta
Venerdì
Frosinone-Ternana
Ieri
Avellino-Crotone
Bari-Carpi
Catania-Bologna
Perugia-Latina
Pro Vercelli-Pescara
Spezia-Cittadella
Varese-Entella
V. Lanciano-Trapani
Domani, ore 15
Modena-Livorno
Ore 17.30
Vicenza-Brescia
0-1
1-2
0-1
2-2
0-0
0-4
0-0
2-2
2-2
Classifica
Carpi p. 33; Frosinone 29; Bologna 27;
Spezia 26; Livorno* e Avellino 25;
Perugia 24; Ternana* 22; Modena**
e Pro Vercelli 21; Catania, Vicenza* e
Pescara 20; Brescia* e Bari 19;
Crotone e Entella* 17; Varese (-3) 16;
Cittadella e Latina 15. (**) due
partite in meno; (*) una in meno
Prossimo turno
Venerdì 12/12 (ore 20.30):
Trapani-Perugia. Sabato 13/12 (ore
15): Bologna-Frosinone; BresciaSpezia; Carpi-Modena; CittadellaBari; Crotone-Pro Vercelli; EntellaVicenza; Livorno-Catania; PescaraAvellino; Ternana-V. Lanciano. Lunedì
15/12 (ore 20.30): Latina-Varese.
46
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
SPORT
Nuoto mondiale
Italia, bronzo
nella staffetta 4x50
Oggi la Pellegrini
(r.per.) Un’altra staffetta a medaglia ai Mondiali di nuoto in corta di
Doha che si avviano alla conclusione. Prima del gran finale di oggi
con Federica Pellegrini nei 200 sl (foto), Gregorio Paltrinieri (1500 sl,
ma non è stato bene ultimamente), Fabio Scozzoli (prima finale, nei
50, rana a 15 mesi dall’infortunio) e Ilaria Bianchi (100 farfalla),
arriva il quarto podio, su cinque scalati, da una staffetta. Un buon
segno, significa avere complessivamente una squadra competitiva,
capace di coesione e di ritmo. Luca Dotto (21”45), Marco Orsi
(trascinatore dopo l’oro nella gara singola, 20”43), Filippo Magnini
(21”35) e Marco Belotti (21”33) nella 4x50 chiudono in 1’24”56
Inter, è la notte dei desideri
contro Strama e Stankovic
Mancini: «Con l’Udinese ripartire dalle cose buone di Roma»
Sant’Ambrogio con effetti speciali, per chi invece del
Fidelio alla Scala dovesse scegliere Inter-Udinese a San Siro,
con prologo dedicato ai ragazzi
del 2003, che proveranno
l’emozione di giocare sul prato
dei grandi e intervallo per quelli delle scuole calcio. Notte particolare per almeno tre motivi.
Roberto Mancini ritrova dopo 6 anni e 7 mesi la panchina
di sinistra, quella che era stata
sua dal 24 agosto 2004 (4-1 al
Basilea) all’11 maggio 2008 (2-2
con il Siena). Contro il Milan
padrone di casa, era andato a
occupare l’altra panchina; contro il Dnipro, era squalificato e
confinato in uno sky box con
vetri offuscati.
Si riaffaccia a San Siro Andrea Stramaccioni: aveva esordito con l’Inter a San Siro il 1°
aprile 2012 (5-4 al Genoa) e aveva chiuso l’avventura il 19 maggio 2013 (Inter-Udinese 2-5);
andrà a occupare la panchina
di destra, occupata il 7 ottobre
2012, quando i nerazzurri avevano vinto il derby (1-0, Samuel). «Sono convinto di essere stato una persona e un allenatore molto onesto, come lo
sono a Udine. Metto sempre la
faccia, quando le cose vanno
bene e quando vanno male.
Non mi aspetto niente; provo
grande rispetto e affetto per la
società e per i tifosi. Questo legame rimarrà per sempre, ma
ora sono all’Udinese e spero di
restarci più tempo possibile,
anche se un pezzo del mio cuore resta nerazzurro».
Riappare a San Siro Dejan
Stankovic, il vice di Stramaccioni. Era stato alla Lazio con
Mancini giocatore per due anni
(1998-2000, uno scudetto, una
Coppa Italia e una Supercoppa,
una Coppa delle Coppe) ; lo
aveva ritrovato da allenatore
nel 2002 e lo aveva lasciato il 30
gennaio 2004, per passare all’Inter, dove lo avrebbe ritrovato 5 m e s i e m e z zo d o p o .
Stankovic è stato fondamentale
anche con Mourinho ed è ri-
MILANO
Allenatori
● Roberto
Mancini, 50
anni, ha
allenato l’Inter
dal 2004 al
2008. In
quattro
stagioni ha
vinto tre
scudetti, due
Coppe Italia,
due
Supercoppe
italiane. La gara
contro
l’Udinese sarà
la sua quarta
partita di
questo
secondo ciclo
nerazzurro, due
in campionato
e una in Europa
League. Il
bilancio: una
vinta, una
pareggiata e
una persa
● Andrea
Stramaccioni
(nella foto), 38
anni, ha
allenato l’Inter
dal 26 marzo
2012 al 24
maggio 2013
dopo aver
chiuso il
campionato al
nono posto
masto all’Inter fino all’estate
2013 (9 anni e mezzo), quando
ha deciso di smettere, perché il
tempo non fa sconti nemmeno
ai più bravi. In nerazzurro ha
vinto tutto («e abbiamo scritto
la storia»), ma è stato anche
l’uomo dei gol impossibili:
quello da 54 metri al Genoa (17
ottobre 2009), quello da 53 a
Neuer dello Schalke 04 (5 aprile 2011), dopo 23”.
Sarà difficile rimanere impermeabili a tutto, in una notte
così, però Mancini ha parlato
solo di campo, con frasi significative. Ad esempio: «Dobbiamo ripartire dalle tante cose
positive viste a Roma eliminan-
L’ora di fare punti
«Le prossime tre gare
potranno definire le
nostre prospettive. Per
questo servono punti»
do gli errori nelle occasioni da
gol concesse; dobbiamo ripartire dal gioco che dopo due settimane non è stato male». Oppure: «Da qui al 21 dicembre ci
sono tre gare molto importanti, se sapremo far bene e raccogliere punti rimanendo attaccati al gruppo, potremo avere
buone prospettive». E ancora:
«I ragazzi si stanno impegnando al massimo, come non mi
era successo nelle prime settimane al City e nemmeno al Galatasaray. Stasera conta vincere, ma dobbiamo trovare la nostra personalità». Nella notte
dei desideri, gioca Icardi, Mancini spera che giochi anche
l’Inter, in uno stadio di San Siro
meno deserto: «I tifosi in questi anni si erano abituati molto
bene. Spero che San Siro torni
a spingere la squadra, come
una volta. So quanto possono
essere importanti per noi».
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Anni di gloria
Roberto
Mancini, 50
anni, esulta
abbracciato
a Dejan
Stankovic, 36:
è il 22 aprile
2007 e l’Inter,
vincendo a
Siena 2-1,
ha appena
conquistato
con cinque
giornate di
anticipo il 15°
scudetto della
sua storia
(Reuters)
dietro alla Russia e agli Stati Uniti. «Una medaglia della squadra e per
la squadra» il pensiero del capitano Filippo Magnini. Oggi dunque si
tuffa in vasca la Divina nella «sua» gara. Federica ha cominciato la
settimana innervosita per l’eliminazione della 4x200 sl, con il suo
tweet critico ha creato scompiglio nel gruppo italiano, poi ha
conquistato il bronzo con la staffetta 4x100 sl e si è rasserenata. Ora
insegue l’ultimo oro che manca al suo palmares, quello dei 200 sl in
vasca corta. Tutti gli altri li ha già messi sotto una teca nella casa dei
suoi. Non è un’ossessione, ma la Divina ci ha insegnato quanto si
batta per prendersi quello che vuole. ..................................................© RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’intervento
Cambiasso, un investimento (con le scuse)
che Thohir non deve lasciarsi scappare
di Beppe Severgnini
«Cuchu» vuol dire
«vecchio», in spagnolo
rioplatense. Esteban
Cambiasso non è mai stato
un ragazzo: ha sempre avuto
una certa età. Un motivo in
più per portargli rispetto.
Un’aggravante per chi lo ha
allontanato dall’Inter come
fosse un rumore molesto.
Romanticismo calcistico? Ma
no: riconoscenza, memoria,
buon senso. E business.
Qualcuno dovrebbe spiegarlo
a Erick Thohir, che del calcio
è nuovo. Una squadra non è
soltanto una società e i suoi
bilanci, per quanto
importanti. Una squadra è
una miscela di colori e
ricordi, illusioni e delusioni,
personaggi e pomeriggi allo
stadio, la mano nella mano
di un figlio o sulla spalla di
un amico. Materia delicata,
da trattare con cura. Con
Esteban «Cuchu» Cambiasso,
purtroppo, non è stato fatto;
e agli interisti dispiace. Non è
stato fatto con lui e non è
stato fatto con Diego Milito e
Walter Samuel. Tre signori —
uno a centrocampo, uno
all’attacco, uno in difesa —
che nel 2010 ci hanno fatto
vincere il Triplete, impresa
mai riuscita a una squadra
italiana. Cambiasso è anche il
giocatore che ha conquistato
più titoli nella storia del
calcio argentino: 24, uno più
di Alfredo Di Stefano. Scusate
se è poco. Cambiasso, come
Milito e Samuel, aveva il
contratto in scadenza. Come
loro, ha saputo pochi giorni
prima della fine del
campionato scorso che, per
lui, non ci sarebbe stato
nulla: non una proroga, non
un incarico, non un
ringraziamento, non una
partita di saluto a San Siro,
dove in tanti saremmo andati
a ringraziarlo. Ha dovuto
pensarci Javier Zanetti —
oggi vicepresidente di nome
ed esiliato di fatto — a
coinvolgerlo nel suo match
d’addio, quasi di nascosto.
Oggi Esteban Cambiasso
gioca nel neopromosso
Leicester City, ultimo in
Premier League. Non era
pronto a lasciare l’odore
dell’erba e degli spogliatoi,
aveva bisogno di una camera
di compensazione. Sarebbe
potuto diventare il vice ideale
di Roberto Mancini. Da anni
faceva l’allenatore in campo,
dove vedeva il gioco come
pochi e capiva i momenti
della partita; avrebbe potuto
farlo anche alla Pinetina e
dalla panchina. Se avete
dubbi in proposito, non gli
avete mai parlato: il Cuchu,
in maglia nerazzurra, era un
uomo tra i ragazzi. Un
argentino serio a emozione
ritardata: un tipo umano e
professionale molto
interessante. Cambiasso
sarebbe potuto — anzi,
potrebbe ancora — diventare
l’Ancelotti dell’Inter. I due
sono della stessa specie:
dimostrano che il cervello,
anche nel calcio, conta più
dei muscoli. Esteban, come
Carletto, è capace di
concentrarsi e incapace di
straparlare davanti a un
microfono: due doti
fondamentali per un
professionista dello sport.
Ma il Milan — è dura
ammetterlo, ma in città
siamo leali — è più bravo
dell’Inter a coinvolgere i suoi
uomini (guardate Inzaghi e
Tassotti, va be’ c’è anche
Maldini). L’Inter ha perduto
Lele Oriali; ha umiliato un
galantuomo come Ivan
Cordoba (s’attendono
spiegazioni da Walter
Mazzarri); ha dimenticato
Beppe Bergomi, lo Zio; illude
e ignora Walter Zenga,
l’Uomo Ragno. Sta facendo lo
stesso con Esteban
Cambiasso, detto il Cuchu.
Riportiamolo a casa: non è
un regalo, è un investimento.
E intanto mandiamogli un
saluto. A Leicester il suo
viceallenatore si chiama
Shakespeare. Siamo certi che
saprà parlargli con un po’ di
poesia, quella che è mancata
all’Inter e a Milano.
@beppesevergnini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
Sci
Vonn, ritorno e vittoria
Domina la libera
dopo il lungo stop
SPORT
(f.van.) Quasi un anno fa dava forfait in Val d’Isère e abbandonava in
lacrime, consolata dal fidanzato Tiger Woods. Lindsey Vonn (foto)
diceva così addio ai Giochi 2014 per una ricaduta rispetto al grave
incidente al Mondiale 2013 (ginocchio saltato nel superG). Ma
nemmeno 12 mesi dopo, la fuoriclasse americana s’è rimessa
davanti a tutte le rivali: venerdì a Lake Louise, al rientro agonistico,
aveva esaurito la benzina nel finale, concludendo ottava. Ieri, invece,
ha attaccato a modo suo e ha dominato la discesa-bis, nella quale le
statunitensi hanno fatto «strike» (sul podio anche la Cook e la
Mancuso) e dove le varie Maze, Fenninger e Weirather hanno
segnato il passo. È la vittoria numero 60 della Vonn in Coppa del
Mondo, ormai a due successi dallo storico primato dell’austriaca
Anne-Marie Moser Proell. L’Italia «rosa» esce contenta per Elena
Fanchini (7ª) ma, spostandosi al superG maschile di Beaver Creek
rimpiange quel pizzico che è ancora mancato ai velocisti. Ha vinto
l’austriaco Reichelt, che ha interrotto la sequenza del norvegese
Jansrud, mentre il francese Pinturault per 4 centesimi ha negato il
podio a Fill; 5° Paris, 8° e in rilancio Marsaglia. Bravi, insomma, ma
non ancora bravissimi. Oggi a Lake Louise superG donne; a Beaver
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Creek, gigante maschile.
Torna il capitano
e Inzaghi
mostra i muscoli
La nuova coppia
Raikkonen ci crede
«Con l’amico Seb
faremo tornare
la Ferrari in alto»
DAL NOSTRO INVIATO
«Il 3° posto? Non sono qui per accontentarmi»
Scimmiottando un vecchio spot, la grandezza è nulla
senza continuità: Pippo Inzaghi lo sa bene e dopo l’abbuffata di complimenti presidenziali è chiamato a confermare gli
elogi di fronte a un avversario
un po’ più ostico dell’Udinese
spuntata, il Genoa di Gasperini
(8 risultati utili consecutivi,
mai così tanti punti nelle prime
13 partite dalla stagione ‘30-’31,
quarto in classifica, considerando lo scontro diretto perso
col Napoli, due lunghezze
avanti ai rossoneri). «Per diventare grandi non basta una
partita sola, serve continuità di
risultati, solo allora saremo
tutti felici. A Genova non sarà
facile, ci vorrà un grande Milan: secondo me essere più forti di noi ora è difficile», la sicurezza del tecnico rossonero prima di un filotto che dirà molto
delle potenzialità del suo Mi-
MILANO
Le cifre
● Il Genoa
di Gasperini,
eliminato
dalla Coppa
Italia,
è imbattuto
in campionato
da otto partite
● Il Milan
di Inzaghi non
ha mai perso
in trasferta:
fin qui
ha collezionato
due vittorie e
quattro pareggi
Mercato
Pronto lo scambio
Pazzini-Matri
ma il milanista
blocca tutto
lan: dopo il Genoa, infatti, lo
attendono la terza (il Napoli a
San Siro) e la seconda (la Roma, all’Olimpico).
Il presidente ripete a ogni visita che l’obiettivo è il terzo posto, il ritorno in Champions da
cui può ripartire un ciclo. Inzaghi, che fin qui ha sempre predicato prudenza, non può nascondersi: «È chiaro che un
club come il Milan deve ambire
minimo al terzo posto, però,
considerato da dove siamo partiti, per raggiungerlo bisogna
fare qualcosa di fantastico. Ma
pensare in grande aiuta a tornare grandi, quindi perché non
provarci? Mi auguro che tra poco l’obiettivo torni a essere lo
scudetto. Io non sono venuto al
Milan per accontentarmi. Ora
però non ci penso: l’obiettivo è
tirare fuori il massimo del potenziale da questa squadra. Vedremo qual è».
Rientro
Riccardo
Montolivo,
29 anni,
è pronto
per giocare
dall’inizio
contro il Genoa:
fermo dal 31
maggio
(frattura della
tibia alla vigilia
del Mondiale),
il capitano
del Milan aveva
giocato
qualche minuto
contro
l’Udinese
(Getty Images)
47
Sarà che Pippo ora si sente
più forte: per la forma di Ménez
(a proposito di continuità, anche da lui si attendono conferme), per le prove di chi gioca
meno («Mi viene da dire che
potrei tirare a sorte su chi far
giocare, tanto ho buone risposte da tutti», l’azzardo di Pippo
che dietro ripropone terzini
Bonera e Armero), ma soprattutto per il ritorno di Riccardo
Montolivo, dopo l’infortunio
del 31 maggio (frattura scomposta della tibia) che gli ha tolto il Mondiale. Il capitano ha
giocato pochi minuti contro
l’Udinese, ma è già arrivato il
momento del debutto dall’inizio. Ed è una sorpresa solo in
parte, considerando l’ottima
forma mostrata negli ultimi
giorni. «Sta bene, è pienamente recuperato — rivela Inzaghi
—, sono 2-3 giorni che mi ha
messo il dubbio se farlo partire
dall’inizio. Gli chiederò le sue
sensazioni, è un giocatore molto intelligente, potrà indirizzarmi». E il capitano ha detto
sì. Tocca a lui aumentare la
qualità del centrocampo, anche se Inzaghi elogia le alternative Poli e Van Ginkel («Ha giocato semplice senza errori»).
La nota negativa resta Torres, di nuovo in panchina («Ma
non ho perso fiducia in lui»):
Berlusconi chiede il turnover
per dare gloria a tutti, ma Pippo ripropone il tridente che ha
ben figurato contro l’Udinese.
Il brivido, invece, è quello della
febbre che ha colpito Honda
nei giorni scorsi, ma il giapponese ieri stava meglio e giocherà, mentre per la sua sostituzione a gennaio (quando partirà per la Coppa d’Asia), il Milan
fa un pensierino a Diamanti.
Arianna Ravelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ABU DHABI Glaciale,
imperturbabile anche quando
tutto il mondo gli franava
intorno. Raikkonen è rimasto
al suo posto attraversando
indenne la tempesta. Demolito
dal compagno di squadra
Alonso che ha fatto oltre 100
punti in più di lui, Kimi vuole
dimenticare le amarezze.
Fernando non c’è più come
tanti altri se ne sono andati via
da Maranello. Con lo spagnolo
i rapporti erano abbastanza
freddi. È arrivato Vettel, un
«amico», e negli occhi del
finlandese sembrano tornati
un po’ di luce e di serenità. E
non solo per l’imminente
nascita del primo figlio:
«Vedrete con Sebastian sarà
una Ferrari più divertente»
racconta dal circuito di Yas
Marina dove è giunto per le
finali mondiali dei campionati
monomarca del Cavallino.
Azzarda: «Sarà una macchina
molto migliore, abbiamo la
gente giusta che ci sta
lavorando». «Non possiamo
lottare da subito per il
Furto alla Red Bull
I ladri sono entrati nella
fabbrica di Milton
Keynes e hanno rubato
più di 60 trofei vinti
conteso. Alessandro Matri, un
solo gol nei 4 mesi milanisti a
fronte di un esborso da 11
milioni di euro nell’agosto
dello scorso anno, si è
rigenerato in Riviera. Enrico
Preziosi, che ha raccolto
l’invito dell’amico Galliani, ha
preso in prestito l’attaccante
trentenne per rivalutarlo e
fargli ritrovare, magari, la
maglia azzurra... «Matri non è
scarso, a Milano aveva perso
fiducia. Se fosse rimasto lì
avrebbe fatto peggio, lo
restituiremo valorizzato»
promette il presidente dei
liguri. In effetti la punta ha già
segnato sei gol (tutti in
trasferta) e si è guadagnata
una convocazione in
Nazionale. Siccome Torres non
è più (o non ancora) il Niño e
Pazzini è considerato da
Inzaghi giocatore da ultima
mezz’ora, i due dirigenti
hanno intavolato lo scambio
dell’inverno: il Pazzo al Genoa
e Matri di nuovo al Milan. Il no
di Pazzini (due anni a Genova
ma sponda Samp) ha bloccato
tutto. Inzaghi ammicca: «Matri
ha la mia stima, ma non
potevo garantirgli il posto da
titolare. Sta facendo bene,
vediamo cosa succederà in
futuro». Preziosi invia un
messaggio a Galliani: «L’ho già
detto: non teniamo un
giocatore solo tre mesi per poi
farlo ripartire. Matri resta: dirò
di più, oggi segna pure il suo
primo gol in casa».
Monica Colombo
campionato con il vantaggio
che le Mercedes hanno, ma
dobbiamo riportare il team ai
livelli che gli competono.
Bisognerà aspettare però i
risultati dei primi test per
capire». L’ex campione del
mondo ragiona da uomo
squadra: «”Seb” darà una
mano anche per migliorare
l’atmosfera nel team». Una
conferma dell’aria pesante che
si respirava nella Gestione
Sportiva negli ultimi mesi.
Dopo la parentesi di Marco
Mattiacci, tocca a Maurizio
Arrivabene, ex top manager di
Philip Morris, salire sul ponte
di comando. Per Raikkonen è
un’ottima scelta: «Lo conosco
da tempo, lavorerà per
costruire il clima giusto e
porterà idee. Lotteremo anche
fra noi (lui e Vettel ndr) ma
spingendo tutti nella stessa
direzione». Infine, come si
vede da futuro papà?:
«Saranno momenti magici.
Dovrò chiedere all’amico Toni
Vilander che ne sa molto più».
Seduto accanto il connazionale
ride di gusto godendosi il
recente trionfo al mondiale di
endurance nella categoria GTE insieme a Gian Maria Bruni
con la squadra clienti Af Corse.
È la faccia felice della Ferrari,
quella che da tre anni continua
a vincere. A piangere invece
sono gli uomini della Red Bull:
dei ladri hanno portato via
quasi tutti i trofei vinti, più di
60, dalla fabbrica di Milton
Keynes. «Una perdita enorme»
commenta il team principal
Chris Horner.
Daniele Sparisci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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MILANO Da mal sopportato a
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
48
S
PECIALE
a cura di RCS MediaGroup Pubblicità
graficocreativo
COSMOFARMA
17-19 aprile 2015: a Bologna per il più importante evento europeo nel mondo della farmacia
Un appuntamento sotto
il segno dell’eccellenza
Sempre più espositori scelgono Cosmofarma come momento fondamentale di
confronto e di business per identificare progetti innovativi nel canale farmacia
P
renderà il via dal 17 al
19 Aprile 2015 la19°
edizione di Cosmofarma Exhibition, la
manifestazione di Bologna
Fiere leader in Europa nell’ambito dei prodotti e servizi legati al mondo della farmacia.
Organizzata con il patrocinio
di Federfarma e con il sostegno del Gruppo Cosmetici in
Farmacia di Cosmetica Italia,
l’edizione di quest’anno oltre
a rappresentare un’ occasione
fondamentale di confronto e di
approfondimento sul mondo
della farmacia, sarà focalizzata in particolare sulla ricerca e
sull’innovazione che oggi sono
elementi imprescindibili per
guardare al futuro del settore
e per sviluppare un business in
linea con l’attuale scenario economico. Proprio in quest’ottica
Cosmofarma è sempre più“fiera
di progetto”: per superare la crisi
si riparte dai progetti, dalle idee,
dalla componente tecnologica,
dal digitale e dalla manualità,
dalla storia di straordinarie realtà imprenditoriali. Si parte
dal legame con il territorio per
guardare ai mercati internazionali, attraverso la capacità di
innovare con processi, comunicazione e pubblicità.
UN RICCO CALENDARIO
I protagonisti di questa edizione
di Cosmofarma saranno quattro
focus a cui vengono dedicati
particolari approfondimenti
con un importante calendario
di convegni. Il primo focus sarà
incentrato sul settore degli OTC,
i prodotti medicinali per l’automedicazione, per i quali non è
necessaria la prescrizione medica e che rappresentano un po-
tenziale risparmio per il bilancio
del Sistema Sanitario Nazionale. Il secondo sarà quello della
dermocosmesi, un settore che
grazie a un fatturato di circa 2
miliardi di euro rappresenta una
voce fondamentale nel bilancio
delle farmacie. Di particolare interesse sarà il focus che Cosmofarma, in linea con il tema sulla
nutrizione di Expo 2015, dedicherà all’alimentazione come
fattore di salute e di benessere.
In relazione a questa tematica
sono da segnalare in particolare
i convegni organizzati dal Professor Enrico Roda, professore
di Gastroenterologia all’Università di Bologna, dove verrà approfondito il collegamento tra
alimentazione sana e corretto
stile di vita con salute e benessere del corpo. Infine l’ultimo focus approfondirà il settore della
tecnologia per la farmacia, sia
a supporto della gestione delle
farmacie sia a servizio del cliente. Il calendario della manifestazione offrirà anche un’ampia
scelta di workshop, dibattiti e
congressi. Fra quest’ultimi merita una menzione il congresso
scientifico dal titolo “Dermocosm – Vita Cutis”, che coinvolgerà medici dermatologi, medici
estetici e chirurghi plastici sotto la direzione scientifica del
Professor Antonino di Pietro
ed il patrocinio di ISPLAD (Società Internazionale-Italiana di
Dermatologia, Plastica-Estetica
NUCE e
FOOD-ING:
insieme
a Cosmofarma
NUCE, il salone internazionale
delle materie prime per l’industria nutraceutica e cosmeceutica, dei functional foods
& drinks e degli health ingredients, e FOOD-ING, l’evento
dedicato agli ingredienti per
tutti i settori dell’industria
alimentare e delle bevande, ritornano insieme il 16
e il 17 Aprile a Cosmofarma
Exhibition. I visitatori di Cosmofarma avranno quindi la
possibilità, visitando NUCE
e FOOD-ING, di compiere
un viaggio nel mondo degli
ingredienti e dei prodotti alimentari e cosmetici fondamentali per il benessere del
consumatore, che registrano
una costante crescita anno
dopo anno nell’economia
globale dei consumi. Sarà anche possibile frequentare una
serie di workshop e di convegni volti alla scoperta dei
preparati e degli ingredienti
più innovativi e delle formulazionipiùefficacichesaranno
presentati dai protagonisti del
settorealivellointernazionale,
affrontando tematiche quali,
ad esempio, gli health claims,
la nutrizione infantile e l’invecchiamento in salute.
Un’occasione
per partecipare
a Expo 2015
Cosmofarma Exhibition e
NUCE offrono agli Espositori
delle due manifestazioni 2015
la possibilità di usufruire
di spazi di metratura diversa
e attrezzati, per presentarsi
a Milano al pubblico di Expo,
nell’area dedicata
alla Bio-diversità, gestita
da Bologna Fiere.
ed Oncologica ) e di prestigiose
associazioni mediche.
MOLTO ALTRO ANCORA
Inoltre anche nel 2015 a Cosmofarma continuerà l’International Buyer Program con
l’obiettivo di individuare nuove
possibilità strategiche di mercato, a livello internazionale. Per facilitare alle aziende la possibilità
di entrare in contatto con nuovi
compratori e aprirsi ai mercati
esteri, nella scorsa edizione del-
Un momento
di incontro,
di scambio
culturale e di
approfondimento
professionale
la manifestazione sono stati infatti organizzati 600 incontri tra
espositori e compratori provenienti da Bulgaria, Croazia, Cipro,
Egitto, Francia, Gran Bretagna,
Germania, India, Iran, Irlanda,
Norvegia, Repubblica Ceca,
Russia, Slovacchia, Slovenia,
Spagna e Turchia. Cosmofarma
accoglierà anche nuovamente
delle aree speciali dedicate ad
approfondimenti e progetti
specifici: Farmacia Prestige, il
format che ospita aziende e
brand con un posizionamento
alto e che offre nuovi contenuti
ai farmacisti che puntano a differenziare la propria offerta e a
distinguersi nel mercato generico; Beauty Farma, l’area dedicata
alle dimostrazioni live e agli approfondimenti focalizzati sull’estetica in farmacia; Make-Up in
Farma, l’area dedicata al make
–up con la particolare finalità
del camouflage che può diventare per le farmacie un ulteriore
servizio alla clientela. Infine per
la prima volta Cosmofarma ha
pianificato, grazie alla collaborazione delle Camere di Commercio Italiane, un programma di
Road Show per presenziare alle
più importanti manifestazioni
di settore in Europa, con l’obiettivo di diffondere l’immagine
della manifestazione e imporsi
sempre più a livello europeo. La
prima tappa è stata a Monaco, a
seguire poi Birmingham, Malmö
e infine Madrid. Cosmofarma è
stata presente con uno stand e
ha potuto incontrare aziende e
professionisti del mondo farmaceutico internazionale.
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
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CorriereSalute
Diritto
Medicine
Il potere terapeutico
del dialogo
fra medico e malato
Gli ultimi progressi
nel trattamento
di leucemie e linfomi
di Daniela Natali
di Vera Martinella
Le pagine del vivere bene
www.corriere.it/salute
Siamo tutti (un po’)
meteoropatici
La riflessione
di Alberto Scanni
UNA SANITÀ
PIÙ GENEROSA
A
ll’inizio della mia carriera lavoravo in
un ospedale di provincia, in una Divisione di Medicina: 120 posti letto, un
primario, un aiuto e 4 assistenti con
30 letti a testa. Quando si faceva la guardia di
notte ci si fermava la mattina a fare il giro dei
malati, una era la giornata di riposo settimanale, spesso utilizzata per frequentare la scuola di specializzazione.
Gli infermieri non erano come oggi laureati,
ma formati sul campo e nelle «scuole infermieri»; erano professionalmente perfetti e si
impegnavano anche al di là del mansionario.
La dialettica sindacale non era esasperata:
l’interesse si commisurava al beneficio di malati e ospedale. I medici di famiglia venivano a
trovare i loro pazienti ricoverati e avevano con i
colleghi ospedalieri un rapporto dialettico.
Gli ospedali non erano aziende, ma strutture volute dalle comunità locali che ne controllavano efficienza e funzionamento. I pazienti
erano ben curati, si fidavano della struttura e
dell’impegno di chi li assisteva. Se vi era qualche carenza, comprendevano le difficoltà,
senza perdere la fiducia in chi li assisteva, perché percepivano oltre all’impegno la generosità. È vero, sono ricordi nostalgici, forse di una
medicina romantica, di una sanità che però
aveva al suo interno una valenza di gratuità
che si è persa. Oggi il minuto in più è regolamentato, il tempo per mettere la divisa deve
essere monetizzato, dopo la guardia nulla può
essere richiesto, i medici di famiglia sono rigidi nei loro orari, la richiesta di maggiore impegno in prevenzione ed educazione sugli stili di
vita deve avere un compenso, i diritti vengono
enfatizzati, i doveri contingentati.
Certo, le cose sono cambiate: alte tecnologie, alta professionalizzazione, briefing, corsi
di formazione, commissioni che valutano l’organizzazione... ma sarebbe bello svegliarsi una
mattina e apprendere che non si guarda più
all’orologio, che i medici ospedalieri hanno
fatto della disponibilità una regola, che quelli
di famiglia hanno deciso spontaneamente,
senza nulla in cambio, di venire sempre a trovare chi ricoverano, che i sindacati sono usciti
dalla logica che chi dirige è sempre cattivo.
Sarebbe bello sapere che nei concorsi per
primario le commissioni valutano anche umanità e generosità del candidato, che i direttori
sanitari si mettono in fila agli sportelli per
capire le difficoltà di chi è in attesa, che chi
progetta un ospedale sente prima i bisogni
degli ammalati.
I piani sanitari funzionano se si è attenti
anche a queste cose.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'esperto
risponde
alle domande
sui disturbi
di carattere
psicologico e
psichiatrico su
http://forum.
corriere.it/
psichiatria/
Sentire riacutizzare i dolori o diventare di cattivo umore
quando cambia il tempo non è frutto di suggestioni o luoghi
comuni. È dimostrato che molte persone sono «sensibili»
al clima e che questo può influire sia sul fisico sia sulla psiche.
Ora è stato messo a punto un test che serve a valutare quanto
●Il numero
Non c’è crisi per il mercato online
dei farmaci contraffatti
50
miliardi
È il giro d’affari
annuo dei
farmaci illegali
venduti tramite
Internet
«I
farmaci illegali sono in Europa l’1%,
quota che però è in crescita esponenziale grazie a metodi come la vendita
su Internet. Facciamo chiudere tanti
siti, ma comunque una ricerca su Google per
“comprare anabolizzanti” ottiene, in italiano,
oltre 80 mila risultati». L’allarme è del generale
dei carabinieri e comandante dei Nas, Cosimo
Piccinno. Dal 2000 a oggi, 4.397 persone sono
state arrestate e 612 denunciate per reati connessi al doping. Secondo i carabinieri del Nas,
quello dei farmaci illegali e contraffatti, pericolosi per la salute, è diventato un settore molto
redditizio per le mafie: «Un euro investito su
uno stupefacente rende 16 volte, sui farmaci
2.500. Il giro d’affari accertato è di 50 miliardi
l’anno ma c’è chi dice sia pari a 200». È nata così
la figura del «cyber pusher»: le farmacie online
stimate sono circa 40 mila. L’acquisto di farmaci
è anonimo e i prezzi ridotti anche del 60%-70%.
50
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
SALUTE
Dossier
Le cifre
Medicina
METEOROPATICI
METEOROSENSIBILI
circa il 5%
circa il 30-40%
della popolazione
della popolazione
40% delle donne
24% degli uomini
Consultando le previsioni meteorologiche potremmo sapere
anche come staremo domani. Perché è dimostrato
che le variazioni del clima influiscono sia sul fisico sia sull’umore
di molti di noi. Ora un questionario serve a capire quanto
Informati
77
%
Secondo
un sondaggio
Ipsos, tanti
sono gli italiani
che si
informano sui
bollettini
meteo per
programmare
la loro giornata.
Nel 2014,
«previsioni
meteo» sono
state le parole
più cliccate
sul motore
di ricerca
Yahoo.
Anche
l’osservatorio
Skipass
panorama
turismo
conferma
che oltre l’80%
degli italiani
guarda il meteo
prima
di partire.
T
utti sbirciamo le previsioni del tempo in vista di
una vacanza o di una passeggiata. Forse dovremmo dar loro un’occhiata anche per sapere se quel
mal di testa tornerà o se saremo un po’ tristi, se i
dolori alla schiena si faranno sentire, o se dovremo misurare la pressione una volta di più.
Perché il clima influenza la salute e di recente,
proprio in Italia, è stato messo a punto il questionario Meteo-Q (si veda il grafico) per capire
se e quanto le variazioni di temperatura, umidità, pressione e vento incidano sul nostro benessere. Realizzato da Luigi Janiri, Marianna Mazza
e Marco Di Nicola dell’Istituto di Psichiatria del
Policlinico Gemelli di Roma, è un test che chiunque può fare in pochi minuti per scoprire se è
meteorosensibile o meteoropatico. «Nel primo
caso, quando cambia il tempo si è soltanto più
vulnerabili a disturbi; il vero meteoropatico invece ha un calo sostanziale della qualità di vita
— spiega Mazza —. Il reale discrimine è quanto
Perché stiamo male
se cambia il tempo
❞
Gradi di malessere
Sentirsi assonnati
quando piove
è normale, avvertire
dolori articolari tali
da imporre l’assenza
dal lavoro
è patologico
il malessere comprometta la quotidianità: sentirsi un po’ più giù o assonnati quando il tempo
volge al brutto è normale, non riuscire ad alzarsi
dal letto o avere una ricaduta dell’artrosi che impone un’assenza dal lavoro è patologia». Secondo le stime i meteoropatici sono circa il 5% della
popolazione, i meteorosensibili il 30-40%; tutti
però “sentiamo” il tempo, anche se non ce ne accorgiamo e non abbiamo veri e propri sintomi.
«Quando le condizioni meteorologiche cambiano, l’organismo deve adattarsi e subisce perciò uno “stress” — dice Umberto Solimene, presidente del Centro di Ricerca in Bioclimatologia
Medica dell’Università di Milano —. Chi è sano
non ne risente, chi è più vulnerabile non riesce a
compensare l’alterazione e manifesta disagi. Le
donne e gli anziani sono più sensibili, così come
chi soffre di qualche patologia: gli ipertesi, ad
esempio, quando la temperatura cambia bruscamente hanno un rischio maggiore di palpitazio-
ni, tachicardia e crisi ipertensive; chi ha una cefalea cronica o sindromi osteoarticolari vede
acuirsi i fastidi, perché al variare dei parametri
meteorologici si riduce la soglia del dolore».
«Con i mutamenti climatici in atto sta aumentando la quota di meteorosensibili — dice Mazza —. A creare problemi è la brusca variazione
dei parametri, e oggi i passaggi dal caldo al freddo, dal sereno alla pioggia sono sempre più improvvisi».
«Tutti viviamo con un livello di stress piuttosto elevato, che già mette alla prova le nostre capacità di compensazione; inoltre, passiamo la
maggior parte delle giornate in ambienti condizionati, perdendo un po’, così, le capacità naturali di adattamento — aggiunge Solimene —.
Ciò spiega perché sono sempre di più coloro che
accusano disagi anche 2-3 giorni prima di una
perturbazione: minime differenze di pressione,
elettricità e parametri chimici dell’aria iniziano
Sciroccato non è solo
un modo di dire
Disturbi precoci
Ridotte capacità di adattamento
e stress spiegano l’aumento
di chi ha problemi già 2 o 3 giorni
prima di una perturbazione
Quando parliamo delle variazioni del meteo ci
riferiamo per lo più a temperatura, umidità,
pressione. Pochi pensano al vento, che invece
condiziona non poco il nostro benessere. Spiega
il bioclimatologo Umberto Solimene: «Quando
ad esempio arriva il foehn, vento caldo e secco
dal nord, c’è un calo dell’attenzione e delle
capacità di concentrazione, tanto che si è
dimostrato un incremento degli incidenti in auto.
L’elettricità nell’aria cambia e i sistemi ormonali
si modificano, provocando disturbi». Si
chiamano «anemopatie» e in genere sono
provocate da venti che portano ioni con carica
positiva in concentrazione molto elevata in una
fase di bassa pressione, come lo scirocco, il
mistral o il foehn. I malesseri sono soprattutto a
carico degli apparati cardiocircolatorio,
respiratorio e neuroendocrino e del ricambio
idroelettrolitico: sintomi tipici, oltre a difficoltà di
concentrazione e autocontrollo, irritabilità,
ansietà, mal di testa, vertigini, astenia, ritenzione
idrica e variazioni della pressione arteriosa.
72 ore prima di un mutamento del tempo e l’organismo le avverte. Chi compensa non ha problemi, chi è fragile avverte un malessere».
Che fare se si è meteorosensibili o meteoropatici? «Guardare le previsioni per sapere in anticipo ciò a cui si va incontro — risponde Solimene
—. Poi sarebbe buona abitudine fare la doccia
alternando acqua calda e fredda: allena il sistema di termoregolazione dell’organismo, spesso
“pigro” perché viviamo sempre a temperatura
controllata. Utile anche l’idroterapia con essenze
stimolanti o calmanti, e integratori fitoterapici a
base di ginseng, eleuterococco, passiflora, da
scegliere in base alla propria reazione, di eccitazione o depressione, al mutamento climatico;
può servire infine l’agopuntura, che aumenta la
produzione di endorfine e serotonina».
Elena Meli
Anemopatie
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Più rischi durante l’inverno
per chi ha il cuore fragile
I
l momento in cui ci si ammala dipende anche dal
meteo. Le patologie cardiovascolari, ad esempio, risentono parecchio delle condizioni esterne: non a caso il progetto Climheart, presentato
nell’ambito dell’iniziativa Horizon 2020 dell’Unione Europea,
ha l’obiettivo di individuare i
fattori meteo maggiormente
correlati alla comparsa di infarti, ictus, aneurismi.
Per l’Italia partecipano le
Università di Firenze, Salerno e
quella di Ferrara con il cronobiologo Roberto Manfredini,
che spiega: «La ciclicità degli
eventi cardiovascolari è nota:
sappiamo che in inverno la
probabilità di una patologia
aortica acuta (come la rottura
di un’aneurisma, ndr) è del 17
per cento superiore alla media
e del 33 per cento più elevata rispetto all’estate; a dicembre il
pericolo sale del 14 per cento.
In parte dipende dai ritmi biologici interni e dai mutamenti
ormonali e metabolici che questi comportano, in parte è colpa del clima: i due fattori coesistono e assumono “pesi” diversi a seconda dei casi e delle patologie».
I mutamenti bruschi sono i
più pericolosi per cuore e vasi:
un inverno costantemente
freddo crea meno problemi di
una stagione altalenante, tanto
che in passato erano per lo più i
mesi “intermedi” dell’autunno
e della primavera a provocare
guai. «Oggi non è più così: le
variazioni repentine di clima si
hanno in qualsiasi stagione e
possono contribuire alla riacutizzazione di malattie croniche
o alla comparsa di eventi improvvisi e gravi — osserva
Manfredini —. Il progetto Climheart intende verificare la
correlazione fra biomarcatori,
eventi cardiovascolari e condizioni meteo: se riuscissimo a
capire quali sono i parametri
che fanno aumentare il rischio
potremmo avere un “campanello d’allarme” che suoni
quando temperatura, pressione, umidità, nuvolosità, venti
hanno certe caratteristiche, indipendentemente dalla stagio-
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
SALUTE
Sindromi meteoropatiche principali
Si manifestano in stretta correlazione cronologica e causale con le brusche
variazioni meteorologiche e tornano ogni volta che si presenta
quella stessa condizione del tempo; migliorano o guariscono rapidamente
quando cessa la situazione meteo scatenante
51
Sindromi meteoropatiche secondarie
Consistono nell'aggravamento o nella riacutizzazione di patologie già presenti, croniche,
infiammatorie o degenerative; l'insorgenza è acuta, al passaggio di fronti di perturbazione
o vortici di aria fredda in quota. Durano da due a dieci giorni di seguito.
Tipicamente aumenta l'ansia mentre diminuiscono le difese e la soglia del dolore
Corriere della
Il test Meteo-Q
Neurologia
Per l’autovalutazione della meteoropatia rispondere
alle domande, secondo le indicazioni della tabella
Le domande da 1 a 5 valutano quantitativamente le variazioni
d’umore in relazione al meteo; quelle da 6 a 11 gli effetti dei sintomi
Assente
Lieve
Moderato
Rilevante
Grave
1 Variazioni dell’umore
in corrispondenza del cambiamento
di latitudine, della zona geografica,
del fuso orario
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
delle condizioni di luminosità
0
(quando le giornate si «allungano»
o si «accorciano» in estate o inverno)
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
2 Variazioni d’umore in corrispondenza
di cambiamenti atmosferici (ad es.
quando inizia o smette di piovere)
3 Variazioni d’umore in corrispondenza
4 Variazioni dell’umore
in corrispondenza dei cambiamenti
della temperatura ambientale
5 Variazioni dell’umore
con l’avvicendarsi delle stagioni
TOTALE
6 Grado di relazione tra i sintomi fisici
e psichici insorti e il cambiamento
climatico o atmosferico
7 Tendenza dei disturbi ad attenuarsi
o scomparire con il cessare
della condizione scatenante
o con il subentrare di una condizione
ambientale opposta
8 Eventuale coincidenza di questi
disturbi con altri fenomeni ciclici
(per es. ciclo mestruale)
9 Presenza di sintomi nei giorni
precedenti alle modificazioni
climatiche (irritabilità, malessere,
stanchezza ecc.)
10 Interferenza sulle attività quotidiane
dovuta ai disturbi indotti
dai cambiamenti climatici
11 Disagio causato dai disturbi
indotti dai cambiamenti climatici
TOTALE
UOMO
RISULTATI
Il rischio di meteoropatia cresce all’aumentare dei punteggi
Se il punteggio ottenuto anche solo in una delle due parti del test
indica rischio alto o patologico è opportuno parlarne al medico
Punteggi
Domande
1-5
Inferiore
a2
Fra
3e5
Fra
6e8
Superiore
a9
Domande
6-11
Inferiore
a2
Fra
3e4
Fra
5e7
Superiore
a8
DONNA
Rischio
Basso
Intermedio
Alto
Patologico
Domande
1-5
Inferiore
a4
Fra
5e7
Fra
8 e 10
Superiore
a 11
Domande
6-11
Inferiore
a3
Fra
4e6
Fra
7 e 10
Superiore
a 11
Fonte: Mazza, Di Nicola, Janiri, Ist. psichiatria, Policlinico Gemelli-Un. Cattolica, Roma
ne. Sarebbe utile per le persone, che saprebbero quando stare più attente a eventuali sintomi, e per ospedali, che
sarebbero più preparati ad affrontare i “momenti di punta”
in cui devono seguire tanti pazienti con problemi cardiovascolari».
Ma se clima e meteo possono far ammalare, è anche vero
che per gli stessi motivi possono essere anche terapeutici: è
possibile, infatti, contribuire
alla cura di alcune malattie
passando periodi di soggiorno
in aree dove le condizioni
esterne sono più favorevoli alla
propria situazione. Il Centro di
ricerche in bioclimatologia
medica dell’Università di Milano, diretto da Daniela Mari, ha
stilato un elenco delle mete più
adatte per determinate condizioni, spiegando ad esempio
che i grandi laghi italiani sono
una destinazione adeguata per
gli ipertesi, i cardiopatici e per
Le giornate buie e fredde
deprimono davvero
CdS
chi ha una broncopneumopatia come enfisema o bronchite
cronica, mentre sono da sconsigliare nelle malattie infettive
in fase acuta, nella depressione
con fobie o attacchi di panico,
in caso di disturbi della personalità. Foreste e boschi, dove
l’abbattimento delle sostanze
inquinanti arriva fino al 70-80%
e l’umidità relativa è alta, sono
adatti per chi ha bronchiti o en-
Ciclicità
Nei mesi invernali
si alza del 17%
la probabilità di una
patologia aortica acuta
Variazioni
Gli sbalzi repentini di
temperatura e umidità
possono riacutizzare
malattie croniche
L
e giornate si accorciano,
fa freddo, il tempo volge
più spesso al brutto.
L’umore peggiora e arrivano sonnolenza, debolezza,
difficoltà di concentrazione,
mentre l’appetito aumenta e fa
accumulare un po’ di ciccia. Più
di una persona su quattro in
autunno e inverno ha questi
sintomi in forma leggera, ma il
5-10% di queste soffre di una vera e propria depressione stagionale, della quale di recente
si è scoperto il meccanismo
biologico specifico.
Stando a uno studio presentato all’ultimo congresso dell’European College of Neuropsychopharmacology, infatti,
chi è affetto da depressione
stagionale ha una fluttuazione
molto marcata dei trasportatori che fanno entrare nei neuroni la serotonina, il neurotrasmettitore «del buonumore»:
nei soggetti sani la quantità dei
trasportatori non cambia durante l’anno e la serotonina cerebrale è abbondante anche a
dicembre, in chi invece ha la
depressione stagionale in autunno e inverno i trasportatori
aumentano del 5 per cento, così la serotonina libera nel cervello si riduce dando l’avvio ai
sintomi.
«Le donne, per motivi soprattutto sociali e ormonali,
sono più predisposte ai disturbi depressivi, in generale e nella forma stagionale (ne sono
colpite quattro volte più degli
uomini, ndr) — spiega Marianna Mazza, dell’Istituto di psichiatria dell’Università Cattolica di Roma —. Questa patologia, inoltre, riguarda più spesso i meteorosensibili, più
fragili di fronte ai cambiamenti
del tempo e del clima».
Il benessere psichico infatti
è molto influenzato dal clima,
oltre che dal periodo dell’anno:
non a caso uno studio recente
ha dimostrato che i ricoveri per
malattie psichiatriche hanno,
oltre che una marcata stagionalità, un andamento che segue le variazioni di temperatura, umidità, pressione, risultando più probabili quando
fisema e da sconsigliare, invece, a chi soffre di asma allergica. «Il mare con spiagge digradanti è utile per chi ha problemi ginecologici (soprattutto
micosi), psoriasi e dermatiti
atopiche, ipotiroidismo, esiti
di fratture, lussazioni e distorsioni, allergie, artropatie degenerative con osteoporosi; non
va bene per chi ha disturbi psicosomatici o scompenso cardiaco sinistro — spiegano gli autori —. Il mare “stimolante” di
scoglio serve in caso di infiammazioni delle prime vie aeree
ma non per chi soffre di cefalea
o insonnia. La montagna, infine, è una buona scelta per chi è
obeso, sotto stress, in convalescenza da malattie infettive o
soffre di broncopneumopatie;
non è indicata invece per ipertesi, cardiopatici con scompenso e per chi soffre di cefalee vasomotorie».
Elena Meli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
questi elementi si discostano
dalla media del periodo. La depressione stagionale non fa eccezione, in più le settimane che
precedono le festività di fine
anno sono psicologicamente
più pesanti per alcuni, perché
percepiscono l’allegria diffusa
come «forzata».
Che cosa fare per stare meglio? «Innanzitutto, va capito
se c’è un problema: tutti in inverno siamo un po’ più tristi e
stanchi, la discriminante fra
normalità e malattia è l’influenza sul quotidiano. Se il disagio interferisce con il lavoro
o la vita di relazione bisogna
parlarne al medico — consiglia
Mazza —. Un “rimedio” sempre utile è cercare di godere il
più possibile della luce del
giorno: basta una passeggiata
al mattino o in pausa pranzo
per stare un po’ meglio. Alcuni
traggono beneficio anche dalla
fototerapia (una terapia a base
di esposizioni controllate a luce molto intensa, ndr)».
«Se i sintomi, invece, sono
molto fastidiosi e compromettono seriamente la quotidianità, — prosegue Mazza — sarà il
Vulnerabili
Le donne,
per motivi
soprattutto
sociali e
ormonali, sono
più predisposte
a soffrire
di disturbi
depressivi:
ne sono colpite
quattro volte
più degli
uomini
medico a valutare l’opportunità
del ricorso ad antidepressivi. In
genere impiegano 2-3 settimane prima di essere pienamente
efficaci, per cui l’ideale sarebbe
una terapia ciclica da iniziare
circa un mese prima della cattiva stagione, per prevenire i sintomi. L’approccio deve essere
individualizzato, perché per alcuni può bastare una cura breve mentre altri potrebbero avere necessità di una “copertura”
prolungata».
«Purtroppo oggi il clima,
che influenza molto il momento effettivo di comparsa dei sintomi, è sempre più volubile: rispetto al passato è più difficile
prevedere quando inizierà a
farsi sentire la depressione stagionale e quindi prendere
provvedimenti preventivi. Non
a caso arrivano in ambulatorio
più spesso pazienti con crisi
depressive acute, indotte proprio dai mutamenti repentini
del clima. Che, per di più, fanno emergere un numero sempre maggiore di casi» conclude
la psichiatra.
E. M.
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L'esperto
risponde
alle domande
sui disturbi
di carattere
psicologico e
psichiatrico su
http://forum.
corriere.it/
psichiatria/
52
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
SALUTE
Medicina
L’iniziativa
Oggi e domani
in piazza le stelle
di Natale dell’Ail
e stelle di Natale dell’Ail (Associazione
italiana leucemie linfomi e mieloma) tornano
nelle piazze italiane, come da tradizione, oggi
7 dicembre e domani. Sono tante le cose che
si possono fare comprando una piantina, con un
contributo minimo di 12 euro. Si sostiene la ricerca
scientifica sulle malattie del sangue e si finanzia il
GIMEMA (Gruppo italiano malattie ematologiche
dell’adulto, cui fanno capo oltre 150 centri di
ematologia nazionali) con lo scopo di identificare e
L
diffondere i migliori standard diagnostici e
terapeutici e garantire lo stesso tipo di trattamento
ai malati in tutta Italia. Inoltre, si sostengono i
servizi di assistenza domiciliare (Ail ne finanzia a
oggi 42) o si realizzano «Case alloggio» nei pressi
dei centri di cura per ospitare i pazienti non
residenti durante i lunghi periodi di trattamento
(oggi sono 34). Per informazioni si può chiamare il
numero 06.70386013 o visitare il sito www.ail.it.
V. M.
Migliorano le terapie per i linfomi
Significativo aumento della sopravvivenza e passi avanti importanti nella cura
dei tumori del sangue che finora non rispondevano ai trattamenti disponibili
L'esperto
risponde
alle domande
sui tumori
del sangue su
http://forum.
corriere.it/
sportello_
cancro_
ematologia
A
l congresso dell’Associazione americana di
ematologia (Ash), in
corso in questi giorni a
San Francisco, i progressi ottenuti contro vari tipi di linfomi
sono fra le novità seguite con
maggiore attenzione.
I punti in comune fra i molti
studi presentati, quelli che indicano la direzione in cui sta
andando la ricerca, sono sostanzialmente due: primo, si va
verso il progressivo abbandono
della chemioterapia, sostituita
dalle meno tossiche e più «comode» (in compresse) target
therapies; secondo, si conoscono sempre meglio i numerosi sottotipi di linfomi e, gradualmente, si riescono a mettere a punto cure efficaci anche
per le forme più aggressive, che
tendono a ripresentarsi o sono
refrattarie alle cure attuali.
«Ogni anno in Italia vengono
diagnosticati circa 15 mila nuovi
casi di linfomi maligni, che rappresentano più di un terzo di
tutte le malattie tumorali del
sangue — dice Fabrizio Pane,
presidente della Società italiana
di ematologia —. Si dividono in
due grandi categorie: i linfomi
Hodgkin (10-15% dei casi) e i non
Hodgkin (85-90%), che a loro
volta comprendono vari sottotipi, anche molto diversi fra loro,
con evoluzione e aggressività
differenti, che richiedono trattamenti specifici».
I dati raccolti dallo studio
Eurocare-5, da poco pubblicato
su The Lancet Oncology, segnalano un costante aumento nella sopravvivenza ai tumori del
sangue in Europa, con percentuali che indicano fra il 10 e il
20% in più di pazienti vivi a 5
anni dalla diagnosi, a seconda
del tipo di neoplasia. «È proprio fra questi numeri che vanno inquadrate le novità presentate all’Ash quest’anno — spiega Umberto Vitolo, direttore
dell’Ematologia alle Molinette
di Torino e past president della
Fondazione italiana linfomi —
perché aggiungono tasselli significativi nel grande puzzle
Che cosa sono
Origine e sviluppo
Aree interessate
Il linfoma è dovuto alla crescita incontrollata
di linfociti tumorali nei linfonodi. Con il tempo,
queste cellule possono diffondersi tramite i vasi linfatici
raggiungendo altri linfonodi o entrare nella circolazione
sanguigna coinvolgendo altri organi o tessuti
I linfonodi più spesso interessati sono
quelli di collo, ascelle, torace, inguine e addome.
Tuttavia possono essere coinvolti anche fegato,
polmoni, ossa e midollo osseo, stomaco
I linfomi si suddivido in due grandi categorie
LINFOMA DI HODGKIN
LINFOMA NON HODGKIN
15% dei casi
85% dei casi
Prevalentemente sono colpiti
solo i linfonodi
Può essere colpita quasi
ogni parte del corpo
Ogni anno in Italia i nuovi casi
di linfoma di Hodgkin sono
Ogni anno in Italia i nuovi casi
di linfoma non Hodgkin sono
12.700
2.300
Due terzi dei malati
hanno meno di 40 anni
La maggior parte
dei malati ha più di 70 anni
Cds
dei linfomi: da un lato conosciamo meglio meccanismi e
sottogruppi che resistono alle
cure, dall’altro abbiamo trovato
nuovi farmaci efficaci per i pazienti con forme più aggressive
o difficili da curare».
In pratica, diversi studi mostrano come l’introduzione
nella pratica clinica di schemi
combinati di chemioterapia associata a trattamenti biologici
sempre più mirati permette di
trattare con successo pazienti
Tendenza
Si punta a sostituire
la chemioterapia con
cure meno tossiche
e in compresse
Avanzamenti
I sottotipi dei linfomi
sono più conosciuti.
E si combattono meglio
le forme più aggressive
con linfoma di Hodgkin in ricaduta dopo un trapianto oppure
con recidive resistenti ai trattamenti standard.
«Il linfoma di Hodgkin in recidiva o refrattario dopo la terapia standard o dopo trattamenti intensificati (incluso
l’autotrapianto di cellule staminali) è un campo in cui la ricerca sta sviluppando molto interesse — continua Vitolo —. Diverse sperimentazioni hanno
dato risultati molto promettenti in pazienti a cattiva prognosi
usando un anticorpo monoclonale il cui meccanismo d’azione prevede il legame dell’anticorpo (equipaggiato da un potente chemioterapico come arma) alla cellula tumorale
bersaglio e il successivo rilascio del chemioterapico all’interno della cellula cancerosa».
Una strategia attuabile per i
pazienti con linfoma di Hodgkin che recidiva o è refrattario a questa terapia potrebbe,
invece, basarsi sull’impiego di
un altro anticorpo monoclonale che lega l’antigene anti-PD1,
Ricerca
Un settore che fa spesso
da apripista in oncologia
L’ematologia è spesso considerata apripista
per i cambiamenti in oncologia. Secondo
un sondaggio Usa di quest’anno, fra le cinque
novità più importanti nella cura del cancro degli
ultimi 50 anni ben due riguardano tumori del
sangue. Al primo posto c’è infatti la scoperta, del
1965, che si potessero curare i linfomi
di Hodgkin negli adulti con un mix di quattro
chemioterapici. «Fino ad allora — racconta
Fabrizio Pane, direttore dell’Ematologia
dell’Ospedale Federico II di Napoli — i tumori
erano trattati per lo più con chirurgia e
radioterapia. I farmaci all’epoca erano pochi e
ritenuti poco utili, ma i risultati strepitosi ottenuti
nel giro di pochi anni contro questi tumori del
sangue cambiarono radicalmente il modo
di guardare alla chemioterapia e diedero un
grande incentivo alla ricerca». Al terzo posto si
colloca l’arrivo, nel 2001, dell’Imatinib, farmaco
che ha rivoluzionato la cura della leucemia
mieloide cronica, trasformandola da patologia
che lasciava pochi anni di vita in una malattia
cronica, grazie all’assunzione di una pillola.
V. M.
una proteina prodotta dalle
cellule neoplastiche, e blocca
un differente meccanismo di
proliferazione della cellula del
linfoma di Hodgkin.
Nei linfomi non Hodgkin a
cellule mantellari, invece, a oggi il trattamento d’elezione è la
chemioterapia ad alte dosi seguita da autotrapianto di cellule staminali autologhe. Tuttavia, spesso, la malattia tende a
recidivare e molte volte l’età
avanzata dei pazienti non permette di proporre cure troppo
intense.
Negli ultimi anni sono quindi stati sperimentati mix di
chemioterapia e farmaci biologici o cure con i soli farmaci
biologici: a questo proposito
gli esiti di studi presentati a
San Francisco (che associano
come diversi nuovi farmaci a
quelli già tradizionali ancorché
già appartenenti alla categoria
degli anticorpi monoclonali)
sono molto promettenti per la
quasi totalità dei malati.
«Per quanto riguarda i linfomi non Hodgkin a grandi cellu-
Combinazioni
Per le ricadute dopo
trapianto si usano
farmaci tradizionali
e biologici insieme
le è invece indispensabile riconoscere al momento della diagnosi le forme più aggressive (i
cosiddetti double-hit, che presentano un’iperespressione di
due geni, chiamati c-myc e
bcl2), perché richiedono un’attenzione particolare nella scelta del trattamento — conclude
Pane —. La terapia standard (lo
schema di chemioterapia associata a un anticorpo monoclonale) sembra essere infatti meno adeguata di un altro schema
a dosi progressivamente maggiori, che ha dato risultati promettenti. Serve dunque un’analisi specifica, che deve essere
fatta a completamento dell’esame istologico e delle altre valutazioni standard, per cui è indispensabile che la diagnosi di
linfoma sia fatta da un patologo esperto in questo settore,
per evitare di trattare con intensità minore le forme più aggressive o di eseguire cicli più
aggressivi in forme considerate
a prognosi standard».
Vera Martinella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Si può diventare genitori nonostante la leucemia cronica
Lo indica uno studio italiano condotto su 63 pazienti (con 71 gravidanze portate a termine)
Miglioramenti
Oggi si può
combattere
questa
patologia
con medicine
per bocca,
che danno
meno effetti
collaterali,
così i pazienti
conducono
una vita
normale
L
a vita continua, anche felicemente, nonostante il
cancro. Lo prova uno studio italiano, presentato a
San Francisco durante il convegno dell’Associazione americana di ematologia, che ha coinvolto 63 pazienti giovani con
una leucemia mieloide cronica
diventati genitori.
«Questo studio nasce da una
necessità dei pazienti e fotografa la realtà — spiega Paola
Fazi, coordinatore del Centro
dati del Gimema (Gruppo italiano malattie ematologiche
dell’adulto), promotore dello
studio —. Oggi, davanti al desiderio di queste persone di diventare genitori, si aprono
molte domande a cui la speri-
mentazione vuole dare una risposta: bisogna sospendere la
terapia prima di diventare genitori? Per quanto? Si rischia
che la malattia si ripresenti?
Cosa è più sicuro fare per i pazienti? E per il nascituro? Al
momento non esistono linee
guida condivise, ma le avremo
alla fine di questa sperimentazione che sta per essere esportata anche in centri europei,
per arruolare numeri più ampi
di pazienti».
La leucemia mieloide cronica è una patologia che ogni anno colpisce circa mille persone, per lo più in età adulta, e il
numero dei malati giovani (dai
30 anni in su) è in crescita. Oggi anche la sopravvivenza è in
notevole aumento e i risultati
in molte occasioni sono così
buoni da porre la questione se
sia il caso o meno di sospendere la terapia e valutare il fatto di
dichiarare la tanto sospirata
«guarigione».
«Grazie ai nuovi farmaci inibitori delle tirosin-chinasi, arrivati meno di 10 anni fa, sale il
numero di persone che riescono a tenere sotto controllo la
malattia — spiega Elisabetta
Abruzzese, ematologa dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma e autrice principale dello
studio —. La terapia è semplice
(per bocca), con pochi effetti
collaterali, per cui queste persone fanno una vita normale. E
se, dopo anni di controlli, il tu-
1000
Le persone
colpite
ogni anno
in Italia
da leucemia
mieloide
cronica,
malattia
che compare
per lo più
in età adulta
more non si ripresenta, dobbiamo chiederci se non sia il
caso di interrompere la cura».
Al momento sono in atto diversi studi, a livello mondiale, che
stanno valutando se la leucemia si ripresenta in chi smette
di prendere i medicinali e, se
questo accade, che cosa si può
fare per la sopravvivenza delle
persone.
Intanto, da un gruppo di pazienti italiani è stata sollevata
l’esigenza di affrontare la questione della paternità e della
maternità. Nel 2013 è stato così
avviato, con il sostegno dall’Ail
(Associazione it. leucemie linfomi e mieloma), lo studio osservazionale sul concepimento
e sulla gravidanza nei pazienti
con leucemia mieloide cronica
sottoposti a trattamento con
inibitori delle tirosin-chinasi.
«Per ora abbiamo raccolto i dati di 63 pazienti, maschi e femmine, sotto i 55 anni e tutti in
remissione completa di malattia, per un totale di 71 gravidanze in maggioranza spontanee
(tre medicalmente assistite) e
portate a termine senza particolari problemi (con 6 aborti
nei primi 3 mesi) — conclude
Abruzzese —. Ora teniamo sotto sorveglianza pazienti e bambini, per verificare che tutto
proceda bene e capire quali
possano essere eventuali problemi o i controlli necessari».
V. M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
53
SALUTE
Sul lavoro
Mi spieghi
Guanti speciali
ed esercizi
per limitare i danni
dottore
er evitare che l’infiammazione della guaina
sinoviale peggiori e per alleviare i disturbi,
ai primi accenni di dito a scatto può essere
utile prendere qualche accorgimento: per
esempio, mantenere, per quanto possibile, il dito a
riposo, per evitare l’eccessiva sollecitazione e
rilassare la zona interessata; evitare sforzi
eccessivi; usare guanti antivibrazioni in caso di
attività lavorative manuali ripetitive; limitare i
movimenti di presa ripetuti e i lavori manuali
P
impegnativi; fare esercizi defaticanti per le mani e
di rotazione per il polso; massaggiare il dito colpito.
«Purtroppo si tratta di accorgimenti non sempre
facili da mettere in pratica, soprattutto se si svolge
un’attività lavorativa a rischio. In questi casi,
spesso, la soluzione non può che essere
chirurgica» fa notare il professor Michele
D’Arienzo, segretario della Società italiana di
chirurgia della mano.
A. S.
Da che cosa è provocato il «dito a scatto»?
Lo specialista
I
Michele
D’Arienzo
Dir. Clinica
ortopedica
Università
di Palermo
e segretario
Società italiana
chirurgia
della mano
Per saperne
di più
sulle malattie
che
coinvolgono
le articolazioni
http://www.
corriere.it/
salute/
reumatologia
nizialmente si avverte un lieve dolore alla
radice di un dito, ma con il tempo spesso le
cose peggiorano tanto che il dito interessato
— più spesso il pollice, il medio o l’anulare
— rimane bloccato in posizione piegata, per poi
raddrizzarsi con un brusco scatto e un dolore
intenso. Stiamo parlando del «dito a scatto»,
condizione diffusa soprattutto in alcune categorie di lavoratori e nelle donne dopo la menopausa, ma che può colpire anche i bambini.
«I tendini flessori, che fanno piegare le dita,
scorrono nella guaina sinoviale, una sorta di
canale protettivo. Il dito a scatto si presenta
quando questa guaina si infiamma e si restringe, ostacolando il normale scorrimento dei
tendini — spiega Michele D’Arienzo, direttore
della Clinica ortopedica e traumatologica dell’Università di Palermo e segretario della Società
italiana di chirurgia della mano —. Quando si
vuole piegare il dito, il tendine è costretto a
forzare la parte più ristretta della guaina (puleggia) e ciò causa uno scatto doloroso. Il dito può
restare bloccato in posizione piegata e per raddrizzarlo occorre un ulteriore sforzo che può
provocare un altro scatto, anch’esso doloroso».
Quali fattori provocano l’infiammazione?
«Entrano in gioco più elementi. Il dito a scatto è più comune in chi pratica attività lavorative
che comportano gesti manuali frequenti e ripetitivi, come maneggiare forbici, cesoie, cacciaviti. Tra i fattori predisponenti ci sono le malattie
reumatiche e il diabete. Spesso sono colpite le
donne dopo la menopausa: probabilmente per
il ristagno di liquidi, che favorisce l’infiammazione dei tendini. Può capitare, infine, che il
dito a scatto interessi i bambini che succhiano il
pollice, ma può essere anche congenito».
Come si pone la diagnosi?
«Ci si basa essenzialmente sui sintomi. I più
tipici sono il dolore sul palmo della mano alla
base del dito interessato (specie quando si esercita una pressione e che peggiora con l’estensione del dito stesso), nonché il tipico scatto doloroso al compimento del movimento di estensione. I disturbi sono in genere più intensi dopo il
riposo, per esempio al risveglio al mattino, e
tendono a diminuire utilizzando la mano. Di
solito per avere maggiori dettagli diagnostici, in
vista di un eventuale trattamento chirurgico, si
esegue un’ecografia».
Come si cura il dito a scatto?
«Per alleviare i sintomi alcuni propongono di
steccare il dito, facendo indossare un tutore, per
tenerlo in posizione estesa. Si tratta di una terapia sintomatica che consente di mettere a riposo l’articolazione coinvolta, impedendo di flettere il dito durante la notte. In questo modo si
attenua il dolore associato ai movimenti della
mano al mattino. Ma in generale è meglio non
temporeggiare troppo e intervenire alla radice
del problema, soprattutto se i sintomi sono
importanti. In prima battuta si opta per l’infiltrazione di cortisonici per alleviare l’infiammazione, eventualmente associata a laserterapia o
tecarterapia. Se non si ottengono miglioramenti
bisogna prendere in considerazione il trattamento chirurgico».
Che cosa prevede la chirurgia?
«Lo scopo è aprire la prima puleggia in modo
che il tendine possa scorrere liberamente. L’intervento viene eseguito in day surgery e i punti
si tolgono dopo una decina di giorni. Nella
maggior parte dei casi il recupero dell’uso della
mano è veloce. Nel caso in cui il dito a scatto
riguardi un bambino, lo si incoraggia innanzitutto a non mettere più il dito in bocca. Se le
cose non migliorano, si interviene chirurgicamente, di solito entro i tre anni».
Antonella Sparvoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Viene così ostacolato lo scorrimento
del tendine che, per piegare il dito,
è costretto a forzare la parte più ristretta
della guaina, detta puleggia,
provocando uno scatto doloroso
Quando si cerca di estendere
il dito, il tendine rimane
bloccato all’ingresso
della puleggia.
Aumentando la forza
necessaria per completare
il movimento, il tendine
riesce a superare l’ostacolo
provocando un altro scatto,
altrettanto doloroso
PULEGGIA
TENDINE FLESSORE
NODULO TENDINEO
GUAINA SINOVIALE
I SINTOMI
LE CAUSE
A seconda delle gravità dell’infiammazione
i sintomi possono essere più o meno intensi.
I disturbi più tipici sono
Il dito a scatto si verifica in seguito
a un’infiammazione della membrana
sinoviale che ricopre i tendini flessori
delle dita. Questo fenomeno è favorito
da una serie di fattori.
Dolore sul palmo
della mano,
soprattutto
quando si esegue
una pressione
alla base del dito
interessato
Movimenti di presa ripetuti, per esempio,
in chi svolge lavori manuali che richiedono
l’uso frequente di alcuni oggetti,
come cacciaviti, forbici, cesoie, cellulare
(pollice da smartphone)
Sesso femminile. In particolare il dito
a scatto si verifica spesso nelle donne
in menopausa che tendono ad accumulare
più liquidi, cosa che può dare il la
all’infiammazione dei tendini
Sensazione più intensa di dolore quando
il dito fa lo scatto
Gonfiore o rigidità alla base del dito,
soprattutto al mattino
Malattie concomitanti. Chi soffre di alcune
malattie come l’artrite reumatoide,
il diabete e l’ipotiroidismo ha maggiori
possibilità di soffrire di dito a scatto
Talvolta si può
formare un piccolo
nodulo doloroso
alla base
del dito colpito
Dito in bocca nei bambini. I bambini piccoli
che succhiano il pollice hanno più possibilità
di sviluppare il dito a scatto che però
può essere anche congenito
(cioè già presente alla nascita)
LA DIAGNOSI
Per la diagnosi è sufficiente un’attenta visita ortopedica grazie alla quale è possibile identificare con precisione
le aree dolenti, valutare i movimenti delle dita facendo aprire e chiudere la mano, nonché, rilevare la presenza di eventuali noduli
sottocutanei, palpando il palmo della mano
Nei casi in cui si prevede il ricorso alla chirurgia (si vedano «Le cure») è utile eseguire un’ecografia
È importante non confondere il dito a scatto con la malattia di Dupuytren nelle fasi precoci, una condizione caratterizzata inizialmente dalla presenza di noduli e successivamente dalla flessione progressiva e permanente di una o più dita, causata dall’ispessimento
e dalla retrazione della fascia fibrosa (aponeurosi) che si trova nel palmo della mano
LE CURE
In genere in fase iniziale si propone un trattamento
conservativo basato su infiltrazioni di cortisone nella puleggia
per ridurre infiammazione e dolore, eventualmente associate
a terapie fisiche come, per esempio, la laserterapia
o la tecarterapia. Con questo approccio si ottengono buoni
risultati in circa l’80 per cento dei casi
Se la terapia conservativa non funziona, si opta per la chirurgia.
L’intervento, che viene effettuato in anestesia locale tramite
una piccola incisione sul palmo della mano, prevede la sezione
e l’apertura della puleggia alla base del dito nella sua prima parte
in modo tale da aumentare lo spazio per lo scorrimento
del tendine. Dopo l’operazione si può muovere liberamente
la mano, ma bisogna evitare sforzi
Corriere della Sera / Mirco Tangherlini
I tendini non riescono
a scorrere bene
nella loro guaina a causa
di un’infiammazione
Il dito a scatto si presenta quando
la guaina sinoviale, al cui interno scorre
il tendine flessore del dito interessato,
si infiamma e, per questo, si restringe
Il dito a scatto è una condizione per cui
una delle dita delle mani rimane in posizione
piegata, per poi raddrizzarsi con un brusco
scatto. Le dita più spesso interessate
sono anulare, medio e pollice
54
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
SALUTE
L’altra cucina
Alimentazione
a prima volta che l’ho visto, non riuscivo a
capire che cosa fosse quel panetto marrone
scuro dal vago profumo di liquerizia, dono di
un’amica dalla Colombia. Dopo un assaggio,
ho scoperto che era zucchero. Vero zucchero
integrale di canna, che da quelle parti chiamano
Panela. Vero, perché ottenuto dall’evaporazione
del succo di canna da zucchero e senza
trattamenti chimici e additivi. Dolce è dolce (8090% di zuccheri, soprattutto saccarosio). E
L
Dalla Colombia
un insolito modo
di dolcificare
Pensate in cucchiaini
per ridurre il consumo
di zucchero e sale
L'esperto
risponde
alle domande
dei lettori
sui temi
di nutrizione
all’indirizzo
http://forum.
corriere.it/
nutrizione
A confronto
Quantità
Può essere utile
Alimento/Bevanda
per non eccedere
Cassata siciliana
con certi alimenti
g 100
«tradurre» i grammi Lattina di bibita
in forma di cose
(aranciata o cola) cc 330
concrete
T
utti ci siamo sentiti dire
molte volte che, per
controllare il consumo
di zuccheri, la lettura
delle etichette può essere di
grande aiuto. E in effetti, se
non lo leggessimo sull’etichetta, probabilmente nessuno
penserebbe che una lattina di
bibita dolce contenga, in media, circa 35 grammi di zuccheri o e che una porzione di cassata siciliana alla ricotta possa
arrivare quasi a mezzo etto di
zucchero, la metà di quanto solitamente mettiamo in una intera torta di altro tipo.
Ma quale sarebbe l’effetto se
queste quantità venissero rap-
cucchiaini (*)
zuccheri (g)
9,5
7
Sorbetto al limone
g 100
Due dolcetti di pasta
di mandorle g 50
Torrone (porzione
grande) g 50
energia (kcal)
47
282
34
127
(valore medio) (valore medio)
7
34
132
5,5
27
227
5
26
240
*Un cucchiaino da tè medio è pari a 5 grammi di zucchero
Corriere della Sera
presentate, anziché in grammi,
in un modo più facile da «interpretare»? È quanto hanno
verificato alcuni psicologi dell’Università dell’Alabama e del
Massachusetts in uno studio
appena pubblicato su Appetite.
A questo scopo, i ricercatori
hanno condotto una serie di
test, nei quali hanno messo a
confronto l’efficacia di un’informazione «tecnica» (grammi
di zucchero in una bibita dolce) e una concreta (immagine
con la stessa quantità di zucchero espressa in zollette), verificando che la rappresentazione concreta contribuiva a ri-
durre la probabilità che la bibita venisse scelta e sembrava un
dissuasore più efficace anche
rispetto agli avvertimenti sulla
«pericolosità» di un consumo
eccessivo di zuccheri.
«Modificare i comportamenti non è semplice, ma è
utile identificare gli stratagemmi che possano aiutare — puntualizza Mariangela Rondanelli, professore di Scienze e tecniche dietetiche applicate all’Università di Pavia —. Da noi,
parlando di zuccheri, è però
meglio non utilizzare le zollette, sia perché si usano poco, sia
perché tutte le nostre linee guida fanno riferimento ai cucchiaini».
«E sarebbe opportuno — aggiunge l’esperta — cercare di
“concretizzare” anche le informazioni che riguardano i grassi e il sale. Per esempio, tre fette di prosciutto crudo apportano più di mezzo cucchiaino di
sale, circa il doppio di quello
che si dovrebbe introdurre in
un’intera giornata». E chi dovrebbe contribuire a questa
«concretizzazione» delle informazioni?
«È un compito — risponde
Mariangela Rondanelli — che
potrebbero assolvere i medici, i
nutrizionisti, la stampa specializzata. Ma tutti dovremmo imparare a “visualizzare” le informazioni nutrizionali e a “raccontarle” sotto forma di immagini ai nostri bambini».
Carla Favaro Nutrizionista
saporito: contiene melassa. Nei Paesi produttori (in
Centro e Sud America, e in Giappone) è tenuto in
alta considerazione perché, diversamente dallo
zucchero raffinato, contiene molti sali minerali, dal
ferro al potassio, e vitamine A, B, D. Questo
zucchero, più umido di quello in polvere o cristalli,
ha meno calorie: 273 per 100 grammi di prodotto
contro le 400 circa dello zucchero bianco raffinato.
Ma è più difficile da dosare: va tagliato a fettine.
Roberta Salvadori
● La ricetta della salute
Crespelle leggere
con spezie e frutta
Ingredienti per 4
persone: un’arancia
non trattata, 200 ml
di latte parzialmente
scremato, un uovo, un
cucchiaio di zucchero
di canna, 100 g di farina
bianca, due pere decana molto mature, un
cucchiaio di zucchero a velo, cannella in polvere, 20
g di cioccolato fondente.
Preparazione: grattugiare un cucchiaio di buccia
d’arancia, scioglierlo con latte e zucchero, unire
l’uovo, la farina e fare una pastella. Sbucciare
l’arancia, tagliare la polpa a cubetti; sbucciare le
pere, farle a pezzetti, condirle con cannella,
cuocerle 10 minuti, raffreddarle, frullarle e
mescolare crema e cubetti di arance. Preparare 8
crespelle, riempirle con la farcia, chiuderle
formando dei triangolini, decorare con zucchero a
velo e cioccolato a scaglie.
Valore nutrizionale a porzione: proteine g 7, grassi
g 4, carboidrati g 41 (di cui zuccheri 22), kcal 218,
colesterolo mg 50. Ricetta dello chef G. Capano
● Il commento
Come ridurre lo zucchero nella preparazione
dei dolci? Semplicissimo: mettendone
meno. Spesso, infatti, lo si può diminuire
anche del 30-40 per cento rispetto alla
quantità abituale senza compromettere il
risultato finale, se si compensa la dose
inferiore di zucchero aggiungendo spezie e
aromi come, per esempio, vaniglia, buccia di
agrumi e cannella.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se si mangia troppo spesso
fuori casa si mettono a rischio
sia la linea sia la salute
L
a «ricetta» giusta per essere magri e soprattutto sani? Cercare il più possibile di
fare colazione, pranzare e cenare a casa:
due studi hanno dimostrato di recente che
nei pasti al bar o al ristorante spesso si finisce per
mangiare troppo, eccedendo con carboidrati,
grassi e calorie «vuote», a scapito di vitamine e
minerali.
Come ha riscontrato una ricerca condotta su
oltre 8 mila persone dalla City University of New
York, pubblicata sull’International Journal of
Obesity, rispetto a chi è «casalingo», chi durante
la settimana mangia sei o più volte in una trattoria o al bar ha più spesso problemi di peso (nell’arco di pochi anni è facile accumulare anche
quattro o cinque chili di troppo), il colesterolo
«buono» Hdl basso e una concentrazione infe-
Gli effetti
Chi in settimana pranza o cena sei
o più volte al bar o al ristorante
ha più spesso problemi di peso
e il colesterolo «buono» Hdl basso
Molto «ricchi»
I piatti dei menu della ristorazione
sono di frequente più calorici,
carichi di grassi e abbondanti
rispetto alle preparazioni casalinghe
riore nel sangue di nutrienti importanti come la
vitamina C, la vitamina E e minerali come calcio e
magnesio.
«I piatti dei menu dei ristoranti sono spesso
più calorici, ricchi di grassi e sale di quelli cucinati a casa propria; le porzioni possono essere
più grandi, e fuori casa si tende a non abbondare
in frutta, verdura e cereali integrali — osserva
Ashima Kant, coordinatrice dello studio —. Le
conseguenze si fanno sentire soprattutto nelle
donne e in chi ha superato i cinquant’anni».
La correlazione è netta e preoccupa, visto che
dagli anni 70 anche in Italia la percentuale di chi
mangia regolarmente fuori casa è nettamente
aumentata.
«Naturalmente non bisogna demonizzare ristoranti, bar e mense — aggiunge Kant —. I nostri dati sottolineano però che se si deve mangiare spesso fuori casa è essenziale fare particolare
attenzione alle proprie scelte, leggendo con cura
i menu e cercando di variare i piatti: sì ad esempio alle mezze porzioni, evitando salse caloriche
e cotture poco salutari come le fritture, e preferendo la frutta come dessert. L’obiettivo è un’alimentazione bilanciata, che fornisca tutti i nutrienti necessari».
Arrivarci è più semplice cucinando da soli i
propri pasti, come conferma un’indagine da poco apparsa su Public Health Nutrition: analizzando le abitudini di oltre 9 mila persone, Julia Wolfson, della Johns Hopkins Bloomberg School of
Public Health, ha verificato che cenare a casa con
piatti preparati da sé o da un familiare significa
mangiare meglio e più sano. Chi esce sempre o
molto spesso consuma circa 200 calorie e una
ventina di grammi di zuccheri in più di chi ama
cimentarsi con le ricette. «Cucinare a casa sei o
sette sere a settimana significa introdurre meno
carboidrati, zuccheri e grassi rispetto a chi non
ha l’abitudine di stare ai fornelli o lo fa poche volte — spiega Wolfson —. Non solo, chi ama cucinare utilizza meno i piatti pronti o surgelati e,
quando esce a cena, preferisce i buoni ristoranti
al cibo di scarsa qualità».
Stare in cucina e provare a preparare qualcosa
di genuino sarebbe perciò la via maestra per
«educarsi» a un’alimentazione buona e sana,
perché stimola a utilizzare ingredienti freschi,
affinando il gusto.
«Dovremmo aiutare le persone a ritrovare il
piacere di cucinare, ma non esiste un metodo valido per tutti, anche perché per molti è difficile
trovare il tempo di farlo con calma, alla fine di
una giornata di lavoro — ammette Wolfson —.
Oggi vanno di moda cuochi e corsi di cucina: potrebbe essere l’occasione per avvicinarsi a pentole e padelle e scoprire che preparare un buon
piatto è più semplice, economico e veloce di
quanto si pensi».
A. V.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
SALUTE
Diritto
IN UN LIBRO L’ESPERIENZA «IPPOCRATES»
Il libro «Anche le parole curano» (a sinistra la copertina),
dedicato alla relazione medico-paziente e al progetto
«Ippocrates» sviluppato dalla Fondazione Giancarlo
Quarta all’Istituto dei tumori di Milano, è stato presentato
in un recente convegno che ha avuto l’adesione del
presidente della Repubblica. Al convegno hanno
Il potere curativo delle parole
dette dal medico al paziente
I risultati di un progetto della Fondazione Quarta all’Istituto tumori di Milano
L'esperto
risponde
alle domande
sui temi sulla
psiconcologia
all’indirizzo
http://forum.
corriere.it/
sportello_
cancro_
psiconcologia
«L
e parole sono dotate di un immenso potere: sono in
grado di aiutare,
di indicare un cammino, di recare la speranza. Lo scrive Eugenio Borgna, psichiatra illustre, nel suo ultimo libro “La
fragilità che è in noi” e io vorrei
aggiungere: le parole curano.
Ed è nella convinzione di poter
far anche noi qualcosa per migliorare la relazione tra medico
e paziente che la Fondazione
“Giancarlo Quarta” (FGQ) si è
impegnata in un cammino, iniziato dieci anni fa, per offrire
strumenti di ascolto e d’intervento nei rapporti di cura di
malattie gravi».
Chi parla è Lucia Giudetti
Quarta, presidente della Fondazione Quarta, mentre presenta il libro «Anche la parole
curano», frutto di un lungo lavoro della Fondazione e di una
dolorosa storia personale. Il libro, appena pubblicato dalla
stessa Fondazione (vedi in alto), riporta le conclusioni del
progetto «Ippocrates», svolto
per due anni all’Istituto dei tumori di Milano.
Scopo del progetto: migliorare la relazione medico-paziente. Particolarità: nessuna
lezione ex cathedra, nessun seminario teorico, ma una rilettura del lavoro svolto in corsia,
attraverso i giudizi dei pazienti
sulle capacità comunicative di
chi li curava. I comportamenti
più meritori venivano «premiati» con una lettera di encomio al medico. Secondo la teoria behaviorista (dall’inglese
behaviour, comportamento,
secondo la quale si può analizzare solo il comportamento
dell’uomo e non la mente, che
è una «scatola nera») del rinforzo positivo, si supponeva
che i medici avrebbero ripetuto
i comportamenti premiati e
che questi si sarebbero diffusi
in tutto il reparto (secondo un
processo di retroazione e amplificazione positiva).
Da 1782 interviste raccolte
I miglioramenti ottenuti
Come sono cambiati, dopo il Progetto Ippocrates (che si è svolto all’Istituto
dei Tumori di Milano dal maggio 2012 al maggio 2014) i cinque aspetti
principali della capacità comunicativa dei medici nei confronti dei pazienti
Il punteggio è stato dato secondo una scala da 1 a 6. L’intervallo
rappresentato nel grafico parte da 4, non essendo stati rilevati valori inferiori
maggio 2012
maggio 2014
6
5
5,33
5,44
4,81
4,89
5,26
5,39
5,25
4,64
4,16
4,07
Comprendere
emotivamente
Saper
ascoltare
4
Spiegarsi
chiaramente
Infondere
fiducia
Guidare nelle
scelte di cura
Corriere della Sera
(sono stati in realtà più di 4 mila i malati che hanno collaborato, ma molte interviste sono
state eliminate perché generiche o incomplete) sono emersi
135 medici meritevoli di almeno un «ringraziamento» (peraltro pubblico, perché le lette-
re, oltre che ai diretti interessati, sono state inviate anche a
primari e responsabili dell’Istituto). I vari casi sono poi diventati oggetto di una rielaborazione, a cura degli psicologi
della Fondazione Quarta, per
costituire un data base di «mo-
La testimonianza
«Quando il dottore mi diede
il suo numero di cellulare»
Tra le sette storie reali riportate
nel libro «Anche le parole
curano», una in particolare
ha un titolo che attira subito
l’attenzione: «Il cellulare del
medico? Come un ciclo di
chemioterapia». Il protagonista
(50 anni, figli piccoli, un tumore
al torace già metastatizzato),
durante i primi contatti con i
medici dell’Istituto dei tumori
avverte un approccio
spersonalizzato. Quando viene
affidato a uno specialista di
tumori al torace «con un
passaggio ufficiale di
consegne» comincia a sentirsi
meno «abbandonato» (e qui
entra in gioco il «rinforzo di
valorizzazione», ovvero la
capacità di ascolto, si veda
grafico sopra). Ma il gesto che
cambia davvero la situazione
e crea un rapporto di fiducia è la
comunicazione da parte del
medico del proprio numero di
cellulare. «Per me — racconta
il malato — ha avuto lo stesso
valore di un ciclo di
chemioterapia». La certezza
della continuità del rapporto
con il medico fa sentire il malato
protetto anche se il dottore
precisa i casi cui limitare l’uso
del cellulare. Cosa che
costituisce non un limite, ma un
incoraggiamento a vivere una
vita normale, senza dipendere
dal telefono ma nella certezza
che, nei casi seri, il medico
ci sarebbe sempre stato.
D. N.
delli relazionali», un know
how condiviso, accessibile e
consultabile secondo diversi
criteri (per esempio, situazione
da affrontare, rinforzi della comunicazione utilizzati).
«”Ippocrates” — sottolinea
Giudetti Quarta — ha avuto anche un riflesso immediato sul
comportamento dei medici
proprio come avevamo ipotizzato. E il miglioramento delle
relazioni medico-paziente è
durato nel tempo, anche dopo
il termine del nostro intervento. A questo proposito i direttori dei Dipartimenti coinvolti
hanno espresso apprezzamento per la capacità della metodologia di modificare la qualità
relazionale e di misurarne i risultati».
«Rilevando la frequenza dei
comportamenti positivi dei
medici, ne abbiamo visto migliorare sia la quantità che la
qualità e la linea che li descrive
(vedi grafico, ndr) si è “appiattita”, segno che si è ridotta la
disomogeneità di risultati nelle aree comunicative analizzate
— continua Alan Pampallona,
direttore generale FGQ —. Sono infatti migliorati tutti i cinque parametri presi in considerazione: la capacità di spiegare
chiaramente; di creare fiducia;
di comprendere emotivamente; di ascoltare attivamente; di
proporre soluzioni terapeutiche. Ma è soprattutto il parametro dell’ascolto attivo, come
già avevano visto in un primo
bilancio del nostro lavoro, lo
scorso anno, che è cambiato
(vedi Corriere Salute del 29 settembre 2013, ndr)».
Progetti futuri? «Siamo affascinati dalla possibilità, offerta
oggi dalle neuroscienze, di andare a “vedere” che cosa accade
nel cervello quando e se si instaura tra medico e paziente
una relazione positiva. Questo
— conclude Alan Pampallona
— darebbe ancora più forza a
lavori come il nostro».
Daniela Natali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
55
partecipato anche quattro direttori di Dipartimento
dell’Istituto dei tumori: Filippo De Braud, Martin Langer,
Vincenzo Mazzaferro, Ugo Pastorino, oltre allo psicanalista
Michele Oldani, al neuroscienziato Fabrizio Benedetti e a
Mauro Ferrari, President and CEO Houston Methodist
Research Institute. Il libro è disponibile gratuitamente sul
sito della Fondazione : www.fondazionegiancarloquarta.it
●Pensa la salute
di Riccardo Renzi
Il «5 per mille»
finalmente stabile
C
inquecento milioni di stanziamento,
ha deciso il governo, e stabilizzazione
del «5 per mille», cioè di quella quota
di tasse che può essere destinata a
comunità religiose, associazioni dei malati e
di volontariato, ricerca e promozione della
cultura. Significa che non si dovrà più
aspettare ogni anno fino a dicembre per
sapere se ci sarà il «5 per mille» e quanto
sarà. Benissimo. Ma ora bisogna mettere
ordine. È la Corte dei conti, che ha analizzato i
conteggi dell’anno 2011, a sostenerlo. C’è il
problema, appunto, dei forti ritardi dei
pagamenti e bisogna selezionare meglio gli
enti che ne hanno diritto, perché “molti
beneficiari non producono alcun tipo di
valore sociale”. C’è un leggero conflitto di
interesse, quando le associazioni beneficate
(i Caf) sono le stesse che aiutano gli iscritti a
stilare la dichiarazione dei redditi. E si nota
un’eccessiva frammentazione: 9 mila enti su
50 mila ricevono meno di 500 euro; mille non
beccano neanche un euro. Significa che
nemmeno membri e amministratori firmano
per la propria associazione. Scarsa adesione
alla missione? O non pagano le tasse?
IN BREVE
I cuori di cioccolato di Telethon
Il 13 e il 14 dicembre in 2 mila piazze, con una
donazione minima di 10 euro, si potrà ricevere
un maxicuore di cioccolato e aiutare la ricerca
scientifica sulle malattie genetiche rare di
Fondazione Telethon. «Io sostengo la ricerca
con tutto il cuore» è il messaggio sulla
confezione, all’interno una toccante
testimonianza. Per conoscere tutti i luoghi
dell’iniziativa www.telethon.it/piazze
Dono per i bimbi prematuri
Uno strumento cardiologico per la diagnosi e la
cura del neonato prematuro è stato consegnato
dall’Associazione Insieme per i bambini onlus
all’Unità operativa di Neonatologia e terapia
intensiva neonatale della Clinica Mangiagalli di
Milano. L’Associazione ha potuto donare questo
apparecchio per la rilevazione della variabilità
emodinamica del battito, grazie a una raccolta
fondi nell’ambito del «Progetto batticuore
2014». Per inf. www.insiemeperibambini.it
COSA C’È DI NUOVO... NOTIZIE DALLE AZIENDE
a cura di RCS MediaGroup Pubblicità
Telethon torna
nei supermercati Simply
Blistex, alleato
della pelle
Feste alle Terme
con Coter
Preziose idee regalo
Aboca per Natale
Narhinel Spray Nasale
con Aloe Vera
Torna per il 13° anno nei
punti vendita Simply
Groupe Auchan la
raccolta fondi di Telethon
in favore della ricerca
scientifica, che darà
la possibilità a tutti i
clienti dei supermercati
Simply, IperSimply e
PuntoSimply di donare un
contributo. Fino al 31 dicembre, sarà possibile
farlo aggiungendo da 1 a 5 € alla spesa
ricevendo la Telethon Card, o acquistando un
prodotto solidale come l’edizione speciale per
Telethon delle shopper Milano City Tulle di
Cruciani, lilla, arancione o carta da zucchero.
Sulla fan page di Facebook “Simply per
Telethon” si possono trovare informazioni sulle
iniziative dedicate alla raccolta fondi. Inoltre
per ogni contributo postato sulla fan page
Simply donerà 0,50 € alla ricerca scientifica di
Telethon. www.telethon.it
Blistex è un un vero alleato nella stagione
fredda. Blistex Pomata Trattamento Labbra
è la storica pomata che garantisce una rapida
azione lenitiva in caso di disidratazione,
secchezza o screpolature, indicata in caso di
lesioni, processi infettivi o labbra soggette
a herpes. Blistex Med-Plus è l’unguento che
soccorre le labbra fortemente disidratate e
danneggiate creando una barriera protettiva
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Benessere 2014-2015” si scoprono le iniziative
delle 21 stazioni termali, con pacchetti per ogni
desiderio: percorsi polisensoriali, rituali per un
“Magico Natale”, trattamenti mirati come i “7
sensi for man”, la serata “un tuffo in Polinesia”
con i massaggi al bambù. Trattamenti speciali
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con massaggio reinassance. Non mancano
soluzioni dedicate alle famiglie, con spazi per
i bimbi. Filo conduttore: l’unicità delle acque
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vera, rivelandosi una soluzione utile per
l’idratazione e la detersione del naso dei
bambini di età superiore ai 2 anni e di
tutta la famiglia. Grazie alla
nebulizzazione di fini micro
gocce, umidifica le cavità nasali
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
56
S
PECIALE
a cura di RCS MediaGroup Pubblicità
graficocreativo
FARMACI EQUIVALENTI
Presentati a Milano i risultati dell’indagine Doxa commissionata da Teva Italia
Equivalenti e prevenzione,
alleati della sostenibilità
Sono questi per gli italiani due strumenti efficaci per
combattere gli sprechi e garantire cure accessibili per tutti
L’
indagine quali/quantitativa di Doxa“Sostenibilità delle cure, chi è il
responsabile?”commissionata da Teva Italia, azienda
leader nel settore farmaceutico,
ha prodotto interessanti elementi di conoscenza in merito
alla percezione spontanea relativa al concetto di responsabilità
personale e civica ovvero quale
contributo può fornire il singolo
cittadino per rendere più sostenibile il sistema salute e l’accessibilità alla cura. Nel dettaglio
sono stati evidenziati i comportamenti virtuosi e quelli scorretti
che possono facilitare il sistema
o risultare svantaggiosi per la
sua sostenibilità, il ruolo del farmaco equivalente e dell’azienda
farmaceutica nel processo di ottimizzazione e sostenibilità della
cura. Dai risultati in particolare è
emerso che esistono principalmente 4 atteggiamenti: la figura
del“partecipativo”, che ritiene di
poter “fare molto attraverso un
atteggiamento e un comportamento quotidiano”, quella dell’
“arrabbiato” che crede “di fare
già molto attraverso le tasse e
che pretende da medici, farmacisti e Istituzioni un maggiore
impegno”, l’ “auto-indulgente”,
che pensa di “poter fare molto
poco in qualità di singolo” e il
“fatalista”, convinto che“sia inutile darsi molto da fare a cercare
soluzioni perché nel sistema italiano le cose non cambiano mai”.
“È molto importante evidenziare” spiega Massimo Sumberesi,
Managing Director di Doxa Marketing Advice, “che non è solamente il partecipativo ad avere
un ruolo attivo, ma in qualche
modo anche l’arrabbiato. Al
contrario, l’auto-indulgente e il
fatalista hanno un atteggiamento passivo e pessimista, giustificando se stessi e accusando
genericamente il sistema. Ad
eccezione dei partecipativi,
prevale comunque la tendenza
ad identificare in soggetti terzi
la responsabilità di ciò che non
funziona”.
LE MINACCE ALLA
SOSTENIBILITÀ
DEL SISTEMA SANITARIO
In generale gli italiani ritengono che “lo sperpero di risorse
da parte della pubblica amministrazione”, “la scarsa equità
sociale” e “l’opportunismo e la
scarsa onestà di chi è al potere”
siano le principali minacce alla
sostenibilità del sistema sanitario. Al quarto posto “l’alto
costo dei farmaci”. “Si tratta di
un aspetto che chiama in causa direttamente le aziende farmaceutiche: in realtà”, spiega
Hubert Puech d’Alissac, AD di
Teva Italia, “occorre sottolineare come i progressi scientifici
registrati negli ultimi 50 anni
siano stati enormi e spesso
possibili proprio grazie all’impegno e alle risorse investite
dall’industria farmaceutica.
Inoltre le aziende che producono farmaci equivalenti sono
state in grado di far risparmiare
al Sistema sanitario italiano 1,5
miliardi di € negli ultimi 6 anni.
Teva in particolare è un esempio di realtà che oltre a rendere più accessibili le cure con i
farmaci equivalenti continua a
investire in ricerca e sviluppo
per creare nuove soluzioni terapeutiche e prodotti innovativi.”
GLI ITALIANI
CHIEDONO MAGGIORI
INFORMAZIONI
L’utilizzo dei farmaci equivalenti è stato indicato come uno
tra i“comportamenti virtuosi”a
garanzia di cure più accessibili,
ma gli italiani, come evidenzia
la ricerca Doxa, ritengono che
tutti, pazienti, medici di famiglia, specialisti e farmacisti,
abbiano bisogno di maggiore
informazione. Questa viene
Conoscenze
adeguate sono
indispensabili per
superare pregiudizi
e nozioni distorte
richiesta non solamente alle
Istituzioni, ma anche ai medici di famiglia, ai farmacisti e ai
mezzi di informazione. “L’indagine dimostra” conferma Silvio
Garattini, scienziato e ricercatore in farmacologia, direttore
dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, “che vi
sono ancora molti pregiudizi
sui farmaci equivalenti e che
quindi è necessaria ancora
molta informazione”. D’accordo è anche Giuseppe Nielfi,
presidente del Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area
Sanitaria (SUMAI) che sostiene:
“Informazioni adeguate sono
sempre più necessarie a tutti i
livelli per superare i pregiudizi
e affinché notizie incomplete o
errate, magari desunte da siti internet non sicuri, non vadano a
impattare negativamente sulla
salute dei cittadini e sul lavoro
dei medici.” Claudio Di Stefano,
past president della Federazione nazionale associazione
giovani farmacisti (Fenagifar)
spiega che “il ruolo del farmacista è essenziale per garantire
prevenzione e accessibilità ai
farmaci. Tuttavia l’impegno
non sempre è sufficiente: occorre che a livello centrale siano
dettate linee guida in grado di
tutelare giorno dopo giorno il
lavoro del farmacista”.
Teva Pharmaceutical Industries:
un approccio globale alla cura
Teva Pharmaceutical Industries Ltd è tra le prime aziende al mondo nel settore farmaceutico, specializzata nello sviluppo, la produzione e la commercializzazione di farmaci equivalenti, farmaci innovativi, specialità farmaceutiche e principi attivi. è il più grande
produttore di farmaci equivalenti al mondo, con un portfolio globale di oltre 1.000 molecole e una presenza diretta in circa 60 paesi.
Per quanto riguarda i farmaci a marchio, Teva concentra la sua attività di sviluppo nell’area delle malattie neurologiche, oncologiche e
respiratorie, della terapia del dolore, della salute della donna e degli OTC, oltre che nel settore dei farmaci biologici. In Italia è presente
con una filiale commerciale, Teva Italia srl, con sede ad Assago (MI), e con 5 siti produttivi localizzati in Lombardia e in Piemonte, con
oltre 1.000 dipendenti. Oltre a una divisone Hospital che gestisce i prodotti ospedalieri, tra cui anche farmaci biosimilari utilizzati
in ambito oncologico ed ematologico, Teva Italia è strutturata in aree che sviluppano importanti attività d’informazione scientifica
relative ai prodotti. Inoltre, per rispondere ai bisogni di cura, offre un approccio globale alla gestione della malattia, stringendo
sinergie con il mondo scientifico e le associazioni di pazienti per rendere accessibili le nuove terapie al maggior numero di persone.
Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
SALUTE
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Corriere.it/salute
Vivere con il web
a cura di Daniela Natali
Scriveteci
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Oltre 160 medici specialisti
rispondono online alle domande
dei lettori in 50 forum
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Dai forum dei nostri esperti
MAL DI TESTA
ENDOCRINOLOGIA
UNA CEFALEA CON AURA
PUÒ SEMBRARE UN ATTACCO
ISCHEMICO TRANSITORIO?
La dieta «paleolitica» serve nel diabete?
Negli ultimi tempi va di moda la «paleodieta».
Può essere utile per i diabetici o, alla lunga, è
sempre conveniente un regime mediterraneo
(quello vero però)? Non vorrei abbandonare un
modello dietetico per un altro facendomi troppo
suggestionare dalle mode.
llo stato attuale delle conoscenze esistono numerose prove epidemiologiche e
sperimentali sui vantaggi della dieta mediterranea. La cosidetta «dieta paleolitica» è una ipotesi teorica che ha dato risultati interessanti, e forse promettenti, sul controllo del
diabete e di alcuni fattori di rischio vascolare in
pochi studi sperimentali su piccoli numeri di
pazienti. Al momento va quindi precisato che
non esistono prove scientifiche sufficienti per
consigliare ai diabetici una modificazione delle
loro abitudini alimentari, rispetto alle indicazioni date fino a oggi sulla base delle linee guida,
nazionali e internazionali, a proposito del regime alimentare nel diabete.
Alberto
De Micheli
Direttore AMD
Comunicazione
associazione
medici
diabetologi
GERONTOLOGIA
Quanto è utile la TAC cerebrale?
Da un TAC all’encefalo, risulta: disomogenea ipodensità, da sofferenza vascolare cronica, della
sostanza bianca periventricolare e dei centri semiovali. Calcificazioni parietali dei sifoni carotidei bilateralmente. Moderata dilatazione, su base involutiva, delle cisterne della base e dei solchi
subaracnoidei periencefalici. Mi devo preoccupare? Debbo fare altri esami?
Risponde
Niccolò
Marchionni
Direttore
Struttura
di gerontologia
e geriatria
Osp. Careggi,
Firenze
utto dipende dall’età del paziente e dalla
eventuale presenza di sintomi: un quadro così a 60 anni in presenza di evidenti disturbi
della memoria è allarmante; lo stesso quadro
in ultra 80enne senza particolari deficit, non lo è affatto. Fare diagnosi dalle immagini è sbagliato: le
immagini aiutano la clinica, non la sostituiscono. La
buona clinica è e resta lo strumento diagnostico medico più prezioso e il più difficile da usare bene.
T
SVILUPPO FISICO
A 14 anni fare pesi blocca la crescita?
Fare esercizio in palestra con pesi minimi, a 14
anni (e con un altezza di un metro e 58 cm.), può
pregiudicare una crescita normale? Ho sentito
tanti di quei pareri che non so proprio più che cosa consigliare a mio figlio. Sarebbe meglio se si
dedicasse a un’altra attività sportiva?
Risponde
Gianni Bona
Direttore Dip.
salute donna
e bambino,
Osp. Un.
Maggiore della
Carità, Novara
Ho 50 anni e soffro da tempo di
emicrania con aura, ma da un po’ i
miei mal di testa sono decuplicati e
cambiati. Ho il dubbio che non siano
più emicrania, ma TIA.
Lettera firmata
A
Risponde
entre la pratica di un’attività di tipo aerobico (dalla corsa al ciclismo, dal nuoto alla marcia solo per fare qualche
esempio) non ha sicuramente effetti
negativi sulla crescita ed è un’ottima arma per
prevenire il sovrappeso, l’esercizio anaerobico di
pesistica andrebbe associato a un’attività aerobica. Comunque, a 14 anni, non dà problemi di sviluppo psicofisico, naturalmente se viene svolto
sotto la guida di personale competente.
M
Il sito della settimana
Scompenso cardiaco
Come gestirlo
Un punto di riferimento per
gli oltre 600 mila italiani con
scompenso cardiaco è il sito
dell’Associazione italiana
scompensati cardiaci
www.associazioneaisc.org.
In home page in «Le regole
del cuore» ci sono i consigli
su come mantenere in buone
condizioni la funzionalità
cardiaca. Nell’area «Curare e
prendersi cura» le
informazioni su come tenere
sotto controllo lo scompenso
e gestire l’emergenza.
La più cliccata
Adolescenti e alcol: ragazze
più condizionate dal gruppo.
Le giovanissime sono più
vulnerabili all’influsso
degli amici relativamente al
consumo di alcolici rispetto ai
coetanei. Lo dice un’indagine
della Società italiana
di medicina dell’adolescenza
e dell’Osservatorio
permanente giovani e alcol.
Il video
Che cos’è la celiachia?
E come si arriva alla sua
diagnosi certa? Una malattia
di cui si parla molto ma su cui
c’è anche tanta confusione.
Da domani su Corriere.it,
per fare chiarezza, intervista
con Luca Elli, responsabile
del Centro celiachia
del Policlinico di Milano.
Risponde
M. Clara Tonini
Responsabile
Centro cefalee,
Clin. S. Carlo,
Paderno
Dugnano, Mi
P
57
uò accadere che, in chi soffre
di emicrania con aura, con
l’età, la cefalea perda le caratteristiche emicraniche o sparisca completamente, lasciando solo i
sintomi dell’aura, non solo visiva ma
anche di tipo basilare (ad esempio
vertigini, acufeni, difficoltà nell’arti-
colazione del linguaggio). Questi sintomi possono essere confusi, quando
compaiono la prima volta, con un attacco ischemico transitorio (TIA).
La diagnosi differenziale si fonda soprattutto su due criteri. Il primo è la
comparsa di sintomi focali, che interessano un lato del corpo (difficoltà di
movimento, disturbo della sensibilità, della parola), i quali si manifestano gradualmente nell’emicrania e improvvisamente nel TIA; il secondo è la
durata dei sintomi stessi: variabile tra
i 5-60 minuti per l’emicrania e breve
(non oltre i 15 minuti ) nel TIA. Inol-
tre, fanno propendere per l’emicrania
con aura l’assenza di fattori di rischio
vascolare, la presenza di sintomi visivi
come scotomi scintillanti (allucinazioni visive brillanti e di intensità fluttuante), spettri di fortificazioni (linee
a zig-zag), greche luminose, bagliori,
visione deformata, disturbi della sensibilità (formicolii, punture di spillo,
ridotta sensibilità tattile) e infine, ma
di scarsa entità, disturbi della forza;
talora può essere presente uno stato
di irrequietezza.
Fanno propendere per il TIA la presenza di fattori di rischio vascolare
(ipertensione, diabete, obesità, colesterolo alto), disturbi visivi come scotoma (area di cecità, parziale o totale
nel campo visivo), cecità o perdita del
visus, mancanza di sensibilità e, soprattutto, sintomi motori di maggiore
entità (emiparesi, difficoltà espressive della parola). Se i sintomi focali
compaiono per la prima volta senza
cefalea, specie dopo i 40 anni, sono
indispensabili accertamenti strumentali per escludere una condizione
patologica che li abbia causati.
Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
58
Tv
TELERACCOMANDO
di Maria Volpe
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Morandi, festa
da Giletti
per i 70 anni
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uova puntata per
Massimo Giletti che
oggi dopo attualità e
politica ospita Gianni
Morandi (foto) che
festeggerà i suoi 70 anni, 50
dei quali passati sotto la
luce dei riflettori. Il
cantante racconterà la sua
storia e il suo ultimo
(doppio) cd intitolato:
«Autoscatto 7.0».
Domenica In - L’Arena
Rai1, ore 14
Salvini intervistato
dalla Annunziata
È
il segretario della Lega
Nord, Matteo Salvini, in
questi giorni al centro
dell’attenzione per come
appare desnudo sulla
copertina del settimanale
Oggi, l’ospite di Lucia
Annunziata.
In 1/2 h
Rai3, ore 14.30
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dell’evento culturale più
importante dell’anno.
Anche chi non può
permettersi la prima della
Scala, grazie a Rai5 potrà
assistere al Fidelio di
Beethoven che apre la
stagione con la direzione di
Daniel Barenboim. Più di
tre ore di trasmissione,
completa di sottotitoli: oltre
alle telecamere in sala ci
saranno quelle nel foyer del
Piermarini per raccontare
ospiti, invitati, personalità
presenti.
Fidelio
Rai5, ore 17.30
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Corriere della Sera Domenica 7 Dicembre 2014
59
Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
LA TELEVISIONE IN NUMERI
Rai1 campione d’inverno grazie a fiction e intrattenimento
Top & Flop
S
i chiude con dicembre la prima parte della
stagione televisiva, quella in assoluto più
importante per la raccolta pubblicitaria, e si
tirano le fila di successi (e insuccessi) della
tv generalista.
In termini di reti, la palma va a Rai1 che, nonostante la progressiva frammentazione degli ascolti,
chiude il periodo a quota 20% di share in prime time (5.259.000 spettatori medi). Il successo della
prima rete Rai si deve alla tenuta di alcuni titoli forti, soprattutto nell’area dell’intrattenimento e della
fiction.
Sul fronte dell’intrattenimento, in particolare,
questo è stato l’anno dei record per lo show «tra-
STRISCIA LA NOTIZIA
Enzo Greggio
Per Greggio 6.254.000
spettatori, 21,75% di share.
Canale 5, lunedì 1
dicembre, ore 20.47
LA GABBIA
Gianluigi Paragone
Paragone totalizza 519.000
spettatori, 2,41% di share.
La7, domenica 30
novembre, ore 21.28
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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composizione del pubblico: simili risultati si raggiungono solamente puntando sulla trasversalità
delle audience, ovvero sulla popolarità diffusa del
programma. Che, infatti, piace moltissimo al pubblico femminile (quasi 30% di share, contro il 23%
fra gli uomini), agli spettatori adulto-anziani (oltre
30% sopra i 55 anni) ma anche ai bambini (23% di
share) e ai giovani (26% fra gli adolescenti).
Insomma, un programma che pare mettere d’accordo un po’ tutti: è quello che un tempo si chiamava «nazional-popolare». (a.g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca su dati Auditel
sformistico» «Tale e Quale», condotto da Carlo
Conti. Il programma ha ridato smalto al venerdì sera, una delle serate attualmente più importanti per
la tv, assieme al lunedì (e un tempo era il sabato).
L’adattamento nazionale di «Tu cara me suena» —
il format spagnolo che ha avuto un successo straordinario non solo in patria, ma nei trenta paesi in cui
è prodotto, fra i quali Vietnam, Cambogia e Costa
Rica — ha saputo crescere stagione dopo stagione,
raggiungendo nella finalissima 6.343.000 spettatori medi, con il 28,2% di share. La media del programma ha sfiorato, quest’anno, i 6 milioni di spettatori, per una share del 26,3%.
L’aspetto più interessante è rappresentato dalla
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28 Numero Oro
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Superenalotto - Combinazione vincente
10
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66 Numero Jolly
58 Numero SuperStar
Jackpot indicativo prossimo concorso: 14.000.000,00
Ai 6:
Ai 5+
Ai 5:
Ai 4:
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Ai 3:
13,72
nessuno
Ai 5 stella: nessuno
14.655,19
Ai 4 stella: 24.684,00
Ai 3 stella:
1.372,00
Ai 2 stella:
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Agli 1 stella:
10
Agli 0 stella:
5
Lotto Svizzero Estrazione di sabato 6 dicembre
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Joker
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Come si gioca
Bisogna riempire la
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riga, colonna e riquadro
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volta i numeri da 1 a 9
Altri giochi su www.corriere.it
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GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIABOLICO
Estrazioni di sabato 6 dicembre
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Domenica 7 Dicembre 2014 Corriere della Sera
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