Anno XXV
Numero 233 Marzo 2012
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Carissimi, il tempo che stiamo vivendo presenta serie
problematiche sia a livello sociale che famigliare e
personale. In particolare sembra che escludere Dio
dall’orizzonte della società e della vita famigliare sia
“offrir loro pietre invece che pane” (Benedetto XVI).
Come discepoli di Gesù non possiamo accettare che “il
sale diventi insipido e la luce venga tenuta
nascosta” (sono le immagini che Gesù usa per definire i
suoi discepoli). Parole che suonano come invito a
riscoprire la gioia del credere e l’entusiasmo nel
comunicare la fede innanzitutto nelle nostre famiglie e
poi nell’ambito in cui solitamente viviamo. Ad ogni
livello sentiamo fortemente un bisogno di salvezza: a
livello sociale, politico, ecclesiale ed anche personale
perché tante cose che non vanno le sentiamo presenti
anche nel nostro cuore e da soli non riusciamo a trovare
pace e serenità. Abbiamo bisogno di salvezza e la fede
ci dice che la salvezza ci è stata donata: basta
Email: [email protected]
accoglierla, basta credere alla Parola che ci assicura che
non siamo soli, mai, tantomeno nei momenti difficili; che
siamo nel cuore di un Padre che si interessa di noi al punto
da “dare” il Figlio suo per noi. Questa realtà riempie
veramente il cuore di gioia, di pace, di serenità. La Parola
con la P maiuscola, di fatto, non vende sogni, ma solide
realtà. Quale messaggio più confortante può offrirci la
Settimana Santa imminente se non quello di vivere da
risorti per gustare la gioia della vita?
Ci attendono appuntamenti fondamentali per la nostra vita
spirituale.
Con l’augurio di una Santa Pasqua,
don Tarcisio
Agenda
•
Domenica 1 Aprile: Domenica delle Palme, ore 10.15 con la benedizione dell’ulivo in oratorio
•
Giovedi 5 Aprile: Giovedi Santo
Ore 8.00: Ufficio delle letture
Ore 18.30: Celebrazione della cena del Signore
Ore 21.00: Adorazione comunitaria
•
Venerdi 6 Aprile: Venerdi Santo
Ore 8.00: Ufficio delle letture
Ore 18.30: Azione liturgica incentrata sulla Passione del Signore
e sull’esaltazione della Croce e a seguire Cena di
digiuno in salone
•
Sabato 7 Aprile: Sabato Santo
Ore 8.00: Ufficio delle letture
Ore 22.00: Solenne Veglia Pasquale
•
Domenica 8 Aprile: Pasqua di Risurrezione
SS.Messe ore: 9.00 - 10,30 - 12.00 - 18.30
•
Sabato 21 Aprile: Concerto del coro vocale “Sig’s Singers”.
Ore 21.00 in chiesa.
C O M UN I T A ’ VI VA
“Comunità Viva”: 25 anni di presenza parrocchiale
Il nostro giornalino parrocchiale ha raggiunto,
raggiante, i 25 anni di vita e presenza parrocchiale. Già
in occasione di altre ricorrenze (decennale, n. 100, 15.le,
20.le...) è stata raccontata la sua storia, è stato descritto
il suo “stile” letterario e pastorale, si è fatto conoscere
valori aggiunti che pratica, come l'archiviazione, la
pubblicazione di “speciali” inserti, quali il recente
libretto per il XXX°, la tenuta di rapporti con persone
fisiche e giuridiche che hanno rapporti con la
parrocchia...; si è fatto appello alla collaborazione, si è
auspicato che continui...C.V. sa benissimo di non essere
ministero “istituzionale” della parrocchia, essendo
compito precipuo di essa la celebrazione, la catechesi, la
predicazione, la sacramentalizzazione... ; forse per
questo continua a farsi chiamare umilmente
“giornalino” o “notiziario”. C.V., sostenuta da tutti i
parroci, fa un suo lavoro umile e nascosto. Non cela la
fatica, consistente principalmente nel fatto che ad esso
non giungono sufficienti notizie; neppure nasconde il
timore di sgonfiarsi, essendo la sua redazione instabile.
In altra sede chiamai “mistici redattori”quanti
(responsabili dei gruppi, organizzatori di attività,
promotori di iniziative, veterani della prima ora,
semplici dilettanti dello scrivere e del pensare...)
potrebbero collaborare col giornale,
unicamente
fornendo, anche solo oralmente o limitatamente alla
cruda notizia, informazioni, inviti, testimonianze,
ricordi... Non chiediamo per noi. Il futuro del giornalino
è assicurato se la comunità lo conosce e lo riconosce
come proprio e lo considera scrigno nel quale affidare
quanto possa giovare, a qualsiasi titolo, al prossimo e
alla Chiesa. Il versare nel comune patrimonio
parrocchiale il proprio contributo non è benevolenza ma
bisogno per chi si adopera in un certo campo per il bene
dell'intera comunità. Annunciare è compito cristiano. Il
non poter tacere i valori rivelati, tramandati e vissuti
che si hanno dentro è esigenza dell'anima, come il bere
e il mangiare. Il tesoro prezioso lo si descrive e mostra
prescindendo dal fatto che possa o meno piacere,
ritenendolo oggettivamente valido. Una buona attività,
praticata per conseguire personali soddisfazioni e altrui
consensi, è fare non bene il bene (come diceva Riva) o
fare carità non ordinata e non caritatevole (come diceva
Rosmini). La cosa più bella e buona che rimane isolata
avvizzisce, perché carente di tanto altro bello e buono
che non riceve e e non arricchisce. Quello che don
Giuseppe auspicava intitolando il numero unico
dedicato alla dedicazione della chiesa, resta ancora
valido e attuale: cioè che la nostra parrocchia sia una
“Comunità viva”: il novero dei fedeli e fratelli tutti, e
non solo degli eletti o praticanti o impegnati, deve
formare l'intera ed unica comunità; e la stessa deve
essere, sia pur fatta di persone diverse, viva dello stesso
essere, palpitante col medesimo cuore e attiva con
mani concomitanti. Ciò vale per la nostra parrocchia e
per tutte le parrocchie, associazioni e persone del
mondo. A riprova di ciò e come piccolo dono per il
XXV, forniamo un elenco, non esaustivo e non
esplicativo, ma, forse, non inutile per conoscere
vicende, lavoro e valori delle comunità della nostra
zona, dei giornali delle parrocchie limitrofe, affinché la
conoscenza reciproca dei problemi ci sostenga, delle
iniziative ci illumini, della storia ci accomuni e faciliti
ai posteri la conoscenza delle comuni o simili vicende,
della santità ci agglomeri.
Antonio Pillucci
Giornali di parrocchie limitrofe
(in ordine alfabetico di titolo. Esso è scelto con scopo programmatico o parafrasando il nome del quartiere o della
chiesa. I giornalini parrocchiali vanno dal semplice annuncio di appuntamenti, ad approfondimenti di temi religiosi,
passando per “fogli” aperti al quartiere, alla cultura, a considerazioni varie...)
BOLLETTINO PARROCCHIALE della parrocchia S.
Gregorio Barbarigo (4 pagine fatte al computer e
riprodotte a ciclostile, con dense considerazioni di don
Franco e appuntamenti)
COMUNITA' IN DIALOGO, settimanale periodico
della parrocchia San Giuseppe da Copertino (da
ciclostilato in B/N è passato a stampato a colori, con
varietà di argomenti)
DIALOGO, mensile del Torrino, della parrocchia S.
Maria mater Ecclesiae (già al 27.mo anno)
INSIEME, La voce della comunità parrocchiale Ss.
Pietro e Paolo (giunto al 38.mo anno, 4 fogli stampati a
colori, con foto, articoli, recensioni, anagrafe
parrocchiale...)
L'ASTRO NASCENTE, foglio di collegamento della
parrocchia S. Giovanni Battista de la Salle (un
“librettino” di una dozzina di pagine, trimestrale, a
stampa, a colori, con vari interventi)
Pagina 2
LA VOCE DEL BUON PASTORE, parrocchia Gesù
Buon Pastore (fogli variabili con pensiero del parroco,
dei gruppi e appuntamenti)
LA VOCE DELL'ANNUNZIATELLA, testata creata
nel febbraio scorso per iniziativa dell'attuale parroco
della parrocchia della Santissima Annunziata a
Grottaperfetta.
LA VOCE DELLA PARROCCHIA S: MARIA
DELLA CONSOLAZIONE
NOTIZIARIO-Parrocchia Santa Giovanna Antida
Thouret (recapiti dell'organico parrocchiale,
appuntamenti ed impegni, orari, responsabili e attività
dei gruppi con succinti commenti, in un foglietto dal
2011 a colori)
PARROCCHIA INSIEME, foglio di collegamento
della parrocchia N.S. Di Lourdes a Tor Marancia (4
pagine a stampa, a colori con resoconti, appuntamenti,
anagrafe parrocchiale...)
Antonio Pillucci
A N N O XX V - N UM E R O 2 33 - M A R Z O 20 12
E’ Quaresima
Quest'anno, quale opera di carità quaresimale, la
Caritas parrocchiale ha proposto la raccolta di fondi da
destinare a don Francis Shayo, tanzanese, che ha
assunto la direzione di una scuola materna e si sta
prodigando per la costruzione di un'aula, della mensa e
delle strutture necessarie per accogliere i bambini. Don
Francis è stato nella nostra parrocchia un anno,
conquistando il cuore di molti. Quando è partito molti
gli hanno chiesto di lasciargli il recapito. Una
parrocchiana, la
Sig.a
Paola
dell'Eurogolden, è restata in contatto con lui, dal quale
ha ricevuto anche delle foto.
Sempre per don Francis, il 10.3. si è organizzato presso
il Centro sportivo Ferratella un incontro conviviale a
base di pizza e fritti, al costo di 15,00 euro, parte dei
quali sarà devoluto a don Francis. Moltissimi i
partecipanti. Resta ancora valida la raccolta di generi
alimentari non deperibili per soddisfare le richieste che
pervengono.
Sabato
10
marzo alle ore
20.30
al
ristorante
del
Circolo Sportivo
“Ferratella”, in
Via
Salvatore
Quasimodo 124
si sono riunite
130 persone per
una
cena
di
beneficenza
organizzata per la
raccolta di fondi
in
favore
dell’opera di Don
Francis,
Padre
Rosminiano che
per un certo periodo di tempo è stato presso la nostra
Parrocchia dello Spirito Santo e poi ordinato sacerdote
l’anno scorso a luglio in Tanzania. Ha avuto l’incarico
di dirigere una scuola materna ed una scuola tecnica per
i giovani poveri della zona a Lushota in Tanga. Lo
ricordiamo tutti per il suo sorriso aperto ed
incoraggiante. Già l’anno scorso avevamo organizzato
una cena alla Ferratella per la stessa finalità. Io sono in
contatto con Lui via e-mail e mi ha informato che con
le offerte raccolte è stato possibile acquistare una
macchina fotocopiatrice per la scuola primaria
“Rosmini” che nell’arco di quattro anni dovrebbe
accogliere
circa
400 bambini. Lì c’è
molto da fare: la
costruzione di aule,
di una mensa, di
servizi, e tanto altro
ancora. In questo
periodo
stanno
facendo gli scavi
per la latrina.
E’
bello
ed
incoraggiante
vedere come tante
persone
abbiano
risposto
con
entusiasmo
a
questa iniziativa di
solidarietà.
Oltre
alla cena c’è stata tanta musica, balli di gruppo e tango
argentino con veri professionisti. E’ stato un momento
di condivisione e di divertimento. Don Francis ci
ringrazia e ci è riconoscente per il nostro aiuto insieme
ai suoi bambini che hanno voluti manifestare la loro
gratitudine attraverso disegni inviatimi per e-mail
insieme foto che rappresentano alcuni dei momenti più
significativi di questa opera in costruzione.
Confido nella sempre maggiore partecipazione di tutti
alle prossime iniziative.
Bruna Francesconi
8 e 5 x mille
Si avvicina il tempo della dichiarazione dei redditi. Ricordiamo, nel rispetto delle scelte personali, che col CUD
o la dichiarazione dei redditi è possibile destinare, senza esborsi aggiuntivi, l' 8 per mille delle ritenute IRPEF alla
Chiesa cattolica, firmando nell'apposito riquadro. In aggiunta a ciò, è possibile far destinare il 5 per mille
dell'IRPEF riscossa per il decorso anno d'imposta mediante la sottoscrizione del riquadro “Sostegno del
volontariato, delle onlus... e fondazioni” della apposita Sezione “Scelta per la destinazione del 5 per mille”, seguita
dall'indicazione del codice fiscale del beneficiario. Forniamo, per chi non avesse proprie indicazioni, numeri di
codice fiscale di Associazioni vicine alla nostra parrocchia:
Centro Int.le Studi rosminiani: c.f. 81000230037; Centro Aiuto alla Vita Roma c.f. 97167940580; Ass. Bambino
Gesù Egitto c.f. 90037870095.
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C O M UN I T A ’ VI VA
Assise su: “Gesù nostro contemporaneo”
Lo scorso 9 febbraio il Comitato per il progetto
culturale della C.E.I. ha promosso una grande iniziativa
religiosa e culturale, protrattasi per tre giorni, su “Gesù
nostro contemporaneo”.L'incontro è stato un po' il
seguito del convegno “Dio oggi”, svoltosi due anni fa,
di vasto spessore religioso, che tanta eco ha suscitato.
L'introduzione, d'alta valenza filosofica-religiosa, è stata
del card. Ruini, promotore e Presidente del progetto
culturale della CEI. Hanno fatto seguito le relazioni dei
Cardinali Bagnasco, Scola, Ravasi, nonchè laici
qualificatissimi, quali i Ministri Ornaghi e Riccardi,
nonché i protagonisti della cultura del nostro tempo. Per
la vastità e la complessità degli argomenti trattati,
unitamente al profondo contenuto religioso, non è
possibile darne conto. Mi limito ad osservare che
l'assise
ha
vigorosamente
rilanciato
la
“contemporaneità” di Gesù di Nazareth che, sia pur
2000 anni fa, ha annunciato la Buona Novella, ha
portato a compimento la Legge dell'alleanza UomoDio, ha proferito Parole di vita eterna, dando risposte e
speranze all'umanità intera,
compresa l'attuale,
disorientata, spaurita, sfiduciata. Ancor oggi, nelle
coscienze e nel convegno, risuona la domanda: “E voi
chi dite che io sia?”; e l'altra: “Maestro, che debbo fare
per avere la vita eterna?”. La sua risposta fu quella della
croce, estrinsecazione radicale dell'amore. In essa può e
deve rinvenirsi la risposta ai problemi anche attuali:
non parole, non promesse, non scuse... ma la morte
dell'egoismo e l'amore per l'altro.
Giuseppe Crifò
Dieci anni di accoglienza della comunità filippina
Il 26 febbraio scorso la Comunità filippina “Our
Lady of Lourdes” ha fatto una grande festa per osannare
al 10th year anniversary della stessa presso la nostra
parrocchia. Fu lo stesso vicariato che, constatando
l'afflusso di cittadini d'altri Paesi e la necessità di
garantire loro assistenza religiosa, promosse Vicarie per
le varie nazionalità ed invitò le parrocchie ad ospitare i
gruppi locali. Fu don Mario che li accolse. Presentando
la proposta in consiglio pastorale, dopo aver ascoltato
obiezioni e suggerimenti, concluse: “Se neghiamo
accoglienza a nostri fratelli, chiudiamo la parrocchia”.
In questi anni, con una puntualità, precisione e
organizzazione tutta orientale, i filippini celebrano la
Messa domenicale nella nostra chiesa. Usano la lingua
locale; espongono sull'altare una Madonnina di Lourdes
e una croce a “loro” cara, agevolano la partecipazione
al canto facendo scorrere su uno schermo le parole,
organizzano per bene letture, offerte, canti... Quando
possono negli spazi dell'oratorio festeggiano,
familiarizzano (che per chi è straniero è importante),
giocano. Anche la Messa per il X° è stata solenne: 6 i
concelebranti. All'offertorio hanno portato candele,
rosario, bibbia, fiori, bandiera, passaporto/permesso di
soggiorno, frutta, riso, calice, patena, ampolline, ostie.
Il lungo corteo era allietato di “angeli”, i loro bambini.
Nel salone parrocchiale, hanno imbandito un lauto
pranzo di piatti locali e fatto festa con balli, piccoli
messaggi, canti... In questi dieci anni molti i battesimi;
altri son venuti in Italia; alcuni hanno fatto ritorno in
patria...
Ricordo di C.Lubich a 4 anni dalla scomparsa
Il 14.3.2008 ci lasciò Chiara Lubich (foto), per
raggiungere in paradiso Dio Padre, che amò
infinitamente. La ricordiamo per l'esempio che dette,
l'insegnamento che profuse, le opere che realizzò, il
servizio prestato alla Chiesa e ai fratelli. Di lei forniamo
un ricordo, una testimonianza, piccola nei fatti, grande
nel significato, che ci ha reso la parrocchiana Mirella
Favola. Mirella, funzionario dell'I.C.E. (Istituto per il
Commercio dell'Estero), si trovava a Manila, nelle
Filippine. Era il 1988. In quel periodo, Chiara Lubich
effettuò un viaggio nel Sud Est asiatico per visitare le
comunità del suo Movimento e intessere rapporti con la
Chiesa locale. Naturalmente, i colleghi di lavoro
focolarini ne parlarono molto e si prepararono
scrupolosamente all'incontro. Ad esso partecipò anche
Mirella. Chiara parlò ad uno sterminato uditorio, attento
e festoso. Poi dette inizio ad una preghiera profonda e
intensa. Seguì l'incontro tra Chiara e i fedeli. Mirella
potè parlarle, porgere anche domande personali,
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attentamente ascoltata da Chiara. Essa si raccomandò di
pregare, pregare molto. Poi le mise una mano sulla
testa, a mo' di effusione,
e pose il suo sguardo
intenso negli occhi di
Mirella, che uscì da
questo
incontro
trasformata, confermata,
determinata
a
riavvicinarsi, come fece,
alla fede con maggior
fiducia e perseveranza.
Un lampo, quindi, che le
squarciò l'anima!
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Morto Don D.Stefani
Nella nostra chiesa vi sono ammassate due pile di
libri di canti: uno con la copertina rossa, formato da
canti in uso e riprodotti per facile utilizzo; l'altro
intitolato “La famiglia cristiana nella
casa del Padre”. Gestire i canti delle
celebrazioni è difficile. Ricordo don
Giuseppe Marabelli, che era anche
organista, e curò la prima raccolta.
Di fronte alle criticità del problema,
disse: “Ho provato varie volte a
confezionare un libro dei canti ed ho
dovuto sempre rimetterci mano”. Il
secondo libro fu voluto da don
Giuseppe Dardano, sensibile al
problema.
Ebbene,
artefice
instancabile della raccolta, entrata in
tutte le parrocchie italiane ed assunta
dai vescovi come base del repertorio
liturgico italiano, fu Don Dusan
Stefani (foto), che è morto a Mestre
il 12.6.2011 a 92 anni. Era nato a
Villa Decani di Capodistria: era un
serbo-sloveno-italiano. Nel 1929 la
famiglia si trasferì per lavoro a
Trieste. Dusan frequentò l'oratorio salesiano e nel 1946
fu ordinato sacerdote. Fin dal ginnasio si applicò al
pianoforte. Per anni seguì studi musicali, conseguendo
il Diploma di Maestro Compositore e Direttore
d'Orchestra. A Torino “Crocetta”
insegnò gregoriano, musicologia
liturgica e polifonica. Il Concilio
rinnovò anche la musica liturgica e
don Dusan fu coinvolto in gruppi di
studio presso la Elledici. Nacque il
nuovo repertorio nazionale di canti
liturgici, che ebbe grande diffusione.
Diceva: “La musica è una cosa
misteriosa che ti nasce dentro e ti
trasforma.
E'
“extasis”.
E'
“trasfigurazione”...”. Nel testamento,
scrisse: “... se ho qualcosa di buono
lo devo: alla mia famiglia..., a don
Bosco..., e alla mia duplice etnia,
slava e triestina (la prima per la)
fantasia e sensibilità, tipica di quella
cultura... (la seconda per il) suo
ottimismo e cordialità”. Il tuo ricordo
è benedizione, per sempre!
Antonio Pillucci
IL PAPA VISITA CHIESA S. G. Ba3sta de la Salle al TORRINO
Il 4 marzo scorso il Papa si è recato in visita
pastorale alla parrocchia S.
Giovanni Battista De La Salle al
Torrino. La chiesa fu eretta il
1.10.2000. I primi anni l'attività
pastorale si è svolta presso
l'istituto “Santa Chiara” e in un
prefabbricato.
Fu
dedicata
(consacrata) il 12.12.2009. La
chiesa fu progettata dall'arch.
Giovanni Spina che ha realizzato
un presbiterio a forma di barca di
Pietro. Il quartiere conta 12.000
abitanti ed è “giovane”. Ne è
attuale parroco don Giampaolo
Perugini. Molte le attività e i
gruppi, compreso il giornalino
“L'astro nascente”. Il Papa è
stato accolto da una folla
commossa e festante. Il parroco
gli ha porto il benvenuto con
queste
parole:
“Noi
la
accogliamo come Papa e come
Nuovo vescovo di Novara
Novara è città cara ai rosminiani. Fu il Card. Morozzo
di Novara che, stimando Rosmini, gli affidò la cura
della Sacra di S. Michele. Qui infatti Rosmini fu
beatificato essendo Novara competente territorialmente
ad istruire il relativo processo canonico essendo
Rosmini morto a Stresa, che dipende da detta diocesi
papà”. Da parte della comunità gli ha fatto dono di un
cero pasquale, di una maglia
dell'oratorio, di disegni e
letterine
dei
bambini,
aggiungendo scherzosamente con
riferimento a quanto detto: “Al
papà non si sa mai che regalo
fare e poi il Papa non porta la
cravatta!” Benedetto XVI ha
gradito e ringraziato per questo
spirito di familiarità. E' seguita la
celebrazione della S. messa.
All'omelia, il Papa, tra l'altro, ha
detto: “Venendo oggi in mezzo a
voi, ho notato la particolare
posizione di questa chiesa, posta
nel punto più alto del quartiere, e
dotato di un campanile slanciato,
quasi un dito o una freccia verso
il
cielo.”,
ricavandone
l'indicazione evangelica di salire
sul monte della trasfigurazione
per ricevere la luce di Dio.
Lo scorso 5 febbraio ha fatto il suo ingresso in
cattedrale il nuovo vescovo, Mons. Franco Giulio
Brambilla. In tale occasione il suo predecessore, Mons.
Renato Corti, che tanto bene ha voluto a Rosmini, al
suo Istituto e carisma, gli ha fatto dono dell'anello
episcopale, a sua volta ricevuto dal Card. C. M.
Martini. Nell'omelia, Mons. Brambilla ha fatto
riferimento al beato Antonio Rosmini, definendolo “il
nostro grande Rosmini”.
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C O M UN I T A ’ VI VA
Mons. Lonardo: “LA FEDE, NOSTRA AMICA INVISIBILE”
Il 7 marzo c.a., su iniziativa del gruppo ...Anta
Insieme, abbiamo avuto il piacere di accogliere Mons.
Andrea Lonardo (foto), Direttore dell'ufficio
Catechistico del Vicariato di Roma, che ci ha
intrattenuto sul tema della Fede. L'argomento è, per sua
natura, molto problematico, proprio perché credere vuol
dire condividere un qualcosa o aderire a qualcuno che
non si vede e non si tocca. Tutti i dubbi e le domande
sulla fede nascono proprio dalla sua apparente
evanescenza: come si può “credere”, cioè far atto di
adesione che abbraccia tutte le dimensioni
dell'esistenza, senza vedere? Perché credere a una
determinata religione? Perché imporla ai bambini
mediante il battesimo e la catechesi? E se uno la cerca
ed essa non viene?... Mons. Lonardo, con convinzione e
passione, mentale e vocale, ha rovesciato tali dubbi,
presentando la fede come un'esigenza naturale e un
traguardo raggiungibile e accettabile, indicando i
relativi strumenti. Essi sono molti e complessi, dal
momento che implicano ansia, scoperte, atteggiamenti..
Sinteticamente, va detto che l'uomo nutre il bisogno di
Dio; la sete di infinito appartiene in maniera
inestirpabile all'uomo; l'uomo è stato creato per la
relazione con Dio. Tutti sentimenti che si provano
davanti al bene e al male, di fronte alla morte e al
desiderio di infinito ed eterno, nell'attuare nel nostro
vivere umano il disegno di Dio, nell'amore, nella
procreazione, nel progresso... L'uomo, a differenza degli
animali che generano per istinto di natura, si riproduce
perché ha buone ragioni (la prosecuzione, il
miglioramento, la speranza...) per dare la vita,
superando infinitamente se stesso. Il bambino, che si
interroga su aspetti metafisici dell'esistenza (dove stavo
prima?, dove è andata la nonna (che è morta?...)
dimostra che l'esigenza del “sapere” prescinde
dall'esperienza. Se la fede è un'esigenza, essa va pure
cercata; non va presupposta ma proposta. Lo si fa
presentando le peculiari caratteristiche dell'annuncio
cristiano. Quali: la novità del cristianesimo (Dio si è
fatto conoscere, si è rivelato), la differenza del
cristianesimo (ad esempio, la risurrezione in luogo della
reincarnazione), l'unità tra fede e ragione, amore e
intelligenza... A chi ha trovato la fede, scoppia il cuore
nel volerla trasmettere. La miglior presentazione della
fede è la testimonianza. La stessa catechesi non consiste
nell'insegnare la fede, ma nel suscitarla. Molto
(linguaggio, metodo, pratiche...), quindi, necessita di
una trasformazione di mente e d'atteggiamento per
scoprire che la fiammella c'è, vale la pena farla
diventare fuoco, diffonderlo ad altri, vedere oltre,
trasformare l'esistenza... (a.p.)
8 MARZO: PIONIERI DEL FEMMINISMO CRISTIANO
La “festa della donna” è, com'è noto, una iniziativa
relativamente moderna per rivendicare pieni diritti alle
donne. La strada del riscatto femminista è lunga. Nei
primi del '900 il femminismo era di matrice liberale e
socialista: dai diritti e parità con gli uomini, passò anche
a teorizzare rispetto e libertà della
persona tutta, spirito e corpo, e
gestione
dei principali istituti
sociali (lavoro, famiglia...). In
quell'epoca nacquero i primi
fermenti del femminismo cattolico,
incentrato sulla pari dignità tra i
sessi e sul valore della “famiglia
cristiana”, baluardo di continuità
della specie e della fede e fortezza
della società. Tra i pionieri di
questo femminismo cristiano,
ricordo Armida Barelli (18821953), fondatrice della Gioventù
Femminile di Azione Cattolica,
Adelaide Coari (1881-1966), fondatrice della rivista
femminile “Pensiero e azione”, del “Comitato italiano
per la protezione della giovane” e del “Fascio
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democratico cristiano femminile, Anna Maria Mozzoni
(1837-1920), autrice del libro “La donna e i suoi
rapporti sociali” e impegnata per la presentazione in
Parlamento della petizione per il voto alle donne. Tra i
sacerdoti, san Luigi Orione, che tuonò contro l'attacco
alla famiglia cristiana, corroborata
dall'indissolubilità matrimoniale e
considerava il femminismo una
parte importante della “Questione
sociale”. Nel 1919 scrisse “Il
proclama alle lavoratrici delle
risaie” nel quale sosteneva che il
lavoro deve essere adatto alla
condizione femminile. L'inno di
tale processo l'ha scritto il beato
Giovanni Paolo II nella “Mulieres
dignitatem”, nella quale riconosce
la donna “aiuto all'umanità a non
decadere” poiché esse “vegliano
sull'essere umano nella famiglia,
che è il fondamentale segno della comunità umana”.
Giuseppe Crifò
A N N O XX V - N UM E R O 2 33 - M A R Z O 20 12
IL CANE PARSIFAL
(ricordo del proprio cane e monito contro
l'abbandono e la crudeltà verso gli animali)
... Si addiceva questo nome lontano, misterioso, alla tua
mole da colori severi, alla tua fisionomia burbera, al tuo
incedere lento e maestoso. A scrutarti bene, si percepiva
in quei tuoi occhi a goccia, un qualcosa di piumoso, di
tenerone. Quasi quasi eri lì, ad offrire la zampa per
assicurare che non eri punto un umano... Compagno
carezzevole senza pretese. I trascorsi con te, punteggiati
di abnegazione, umiltà, tenerezza, hanno dato senso
appagante a chi ti ha vissuto vicino. Riandare alle tre
fasi della tua vita è come specchiarsi nelle acque
cristalline di un fiume di ieri, è un rotolare bizzarro e
festoso tra l'erba tagliata. E' mirare un cielo tiepido
acceso di stelle... Vecchiolino, vergognoso di essere
pesante, tu stesso hai incitato per tornare al tuo antico
asilo, che aveva salutato il tuo sorgere ed ora le tue
membra stanche lo ritrovavano ancora amico. Intuivi
cosa ti aspettava...Hai cercato la soglia negando
volutamente l'ultimo sguardo a colei, che era stata tutta
per te. Non volevi farle pesare la lunga assenza e in
quel tuo muto ma eloquente andare a passo lento e
infermo, quante emozioni avrai sgranato, mentre il
singhiozzo del tuo grande cuore-cagno avrà gridato nel
suo ultimo addio, l'infinito del suo amore...Però un
segnale vivido lo hai lasciato, dolce Parsifal, quello di
eternarti attraverso un altro simile, per dire ancora: “Io
continuo a stare con te”.
Vittoria Cattani
L'INSIGNE RELIQUIA DELLA “SACRA TUNICA”
Che fine hanno fatto – si è sempre domandato la
pietà popolare – tutti quegli strumenti di dolore e
compassione che accompagnarono la Via Crucis, la
passione e la crocifissione di Cristo? La “Sacra
Tunica” (Der Heilige Rock) è una reliquia conservata
nel duomo di Treviri, consistente in un pezzo di stoffa
che si ritiene appartenesse alla tunica che indossava
Gesù prima di essere messo in croce. Secondo la
tradizione, la tunica (o meglio, parte di essa) venne in
possesso di S. Elena, madre di Costantino, che l'avrebbe
consegnata a S. Agrizio, arcivescovo di Treviri, per
portarla ivi. Molto spesso fu necessario apporre ad essa
riparazioni e misure per la sua protezione, sicché la
tunica venne più volte alterata. Ad alcune ispezioni, essa
si presentava come una serie di strati di stoffe diverse,
assemblate assieme. La diocesi di Treviri così descrive
la situazione attuale della reliquia: “i brandelli di stoffa
della parte anteriore della tunica consistono oggi, visti
dall'interno all'esterno, in in satin serico, di un tulle
brunastro e di un grigio taffetà, che si aggiunge ad uno
strato di antichi frammenti di stoffa, collegati fra loro
da un supporto elastico....”. La prima volta che la Sacra
Tunica fu citata fu il 1.5.1196 dall'arcivescovo di
Treviri, Giovanni I, che consacrò l'altare maggiore
dell'appena eretto coro del Duomo di Treviri e vi
incorporò le reliquie. Nel 1512 l'imperatore
Massimiliano I, a Treviri per la riunione del parlamento
del regno, chiese di vedere la Tunica. L'arcivescovo
Richard von Greiffenklau zu Vollrads fece aprire
l'altare. Dopo la celebrazione, i cittadini chiesero a gran
voce l'esposizione della Tunica. Il Capitolo del Duomo
fece erigere una balconata dalla quale fu possibile
assistere alle esibizioni. Iniziarono, sia pure con alterne
vicende, pellegrinaggi e ostensioni. La prossima si terrà
il 13 aprile prossimo e durerà fino al 13 maggio
successivo. Inviato di Papa Ratzinger è stato nominato
il Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per
i Vescovi. Anche se l'autenticità della Sacra Tunica,
come della Sindone e di tant'altro, è controversa,
nonostante gli esami archeo-tessili non siano riusciti a
definire origine ed età del reperto, è certo – lo riferisce
Giovanni - che Gesù la indossava e che fu presa da un
soldato preposto alla sorveglianza del patibolo che la
vinse a sorte e, quindi, può essere un insigne oggetto di
venerazione, culto e bene per le anime.
Antonio Pillucci
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C O M UN I T A ’ VI VA
8 Aprile 2012 PASQUA! Curiosità Pasquali
L'uovo di Pasqua
Perchè l'uovo di Pasqua, decorato e con sorpresa?
L'uovo, per contenere al suo interno il germe di vita, è
l'emblema della rinascita primaverile della natura. Già i
Persiani, e poi egizi, greci..., si scambiavano uova di
gallina all'avvento della stagione primaverile.
Intrecciandosi con le usanze e credenza cristiane,
divenne simbolo della resurrezione, rinascita di Cristo.
Nel 1883 lo zar incaricò un orafo, certo Peter Carl
Fabergè, di preparare un dono speciale per la zarina
Maria. L'orafo creò un uovo di platino, contenente un
altro uovo d'oro. Da qui nacque anche la sorpresa.
Le pulizie di Pasqua
A Pesah, Pasqua, gli ebrei dovevano ricordare la
liberazione dalla schiavitù e la precipitosa fuga
attraverso il Mar Rosso verso la terra promessa,
rinnovando il pane azimo. A tal fine dovevano pulire
accuratamente armadi e dovunque ci potessero essere
rimasugli di vecchio pane e lievito, per non contaminare
col vecchio il nuovo. Questa scrupolosa pulizia fatta per
la Pasqua, divenne sinonimo di pulizie accurate e prese
il nome di “pulizie di pasqua”.
Il dolce salato
Ogni regione ha sviluppato una propria tradizione
culinaria pasquale. Ma perché, oltre ai dolci dal gusto
dolce come la pastiera e tutti quelli a base di zucchero,
marmellate, cioccolata..., altri preparano dolci “salati”?
Tali sono, tra i tanti, la “schiacciata” toscana, una
focaccia salata, o la “pigna” (una pizza secca all'anice)
di Castel di Sangro o la “pizza al formaggio” o “la
colazione” di Pasqua in uso nell'Umbria con torte o
prodotti da forno con uova sode e salami.
La focaccia sarebbe nata tra Pisa e Livorno come dolce
povero, da mangiare da quaresima a Pentecoste.
L'origine della “colazione” potrebbe essere collegato al
digiuno che precede la Pasqua e segnatamente a quello
del sabato santo, nel quale si facevano “i sepolcri”.
Sicché a mezza mattina del giorno di Pasqua si iniziava
a mangiare una sostanziosa colazione che valeva pure
per pranzo. All'origine del dolce salato potrebbe aver
concorso anche la primavera.: le galline riprendono a
fetare copiosamente, capre, pecore e mucche a produrre
abbondante latte, la gente ritorna ad affacciarsi
volentieri all'esterno (tipica la gita fuori porta di
pasquetta con pecorino e fava), i lavori agro-pastorali
richiedono maggior impegno..., con la conseguenza che
si è portati ad utilizzare la maggior quantità di uova e
latte disponibile, preparando prodotti atti a soddisfare
gli aumentati bisogni di una vita più attiva e all'aperto.
BUONA PASQUA
Danza Lenta (Anonimo)
Hai mai guardato i bambini in un girotondo ?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla ?
O osservato il sole allo
svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo ?
Quando dici "Come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa ?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio,
"lo faremo domani?"
senza notare nella fretta,
il suo dispiacere ?
Mai perso il contatto,
con una buona amicizia
che poi finita perché
tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "Ciao" ?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Quando corri cosi veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto
il giorno, come un regalo mai aperto . . .
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.
No;ziario della Parrocchia Spirito Santo alla Ferratella - Padri Rosminiani
Dire=ore Responsabile: Don Vito Nardin
Dire=ore editoriale: Don Tarcisio De Tomasi
Redazione: C.Fucelli Pessot del Bò - A.Pillucci Proge=o grafico: A.Cerroni
Reg. Tribunale di Roma: n°565 del 03.10.1990 - Stampa in proprio - Distribuzione gratuita
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