Anno XXV Numero 233 Marzo 2012 Viale Cesare Pavese 180 / Via Rocco Scotellaro 11 - Tel. 06-5015591 Fax. 06-5003394 Sito Web : http://www.parrocchiaspiritosanto.org Newsletter : http://infospiritosanto.altervista.org Carissimi, il tempo che stiamo vivendo presenta serie problematiche sia a livello sociale che famigliare e personale. In particolare sembra che escludere Dio dall’orizzonte della società e della vita famigliare sia “offrir loro pietre invece che pane” (Benedetto XVI). Come discepoli di Gesù non possiamo accettare che “il sale diventi insipido e la luce venga tenuta nascosta” (sono le immagini che Gesù usa per definire i suoi discepoli). Parole che suonano come invito a riscoprire la gioia del credere e l’entusiasmo nel comunicare la fede innanzitutto nelle nostre famiglie e poi nell’ambito in cui solitamente viviamo. Ad ogni livello sentiamo fortemente un bisogno di salvezza: a livello sociale, politico, ecclesiale ed anche personale perché tante cose che non vanno le sentiamo presenti anche nel nostro cuore e da soli non riusciamo a trovare pace e serenità. Abbiamo bisogno di salvezza e la fede ci dice che la salvezza ci è stata donata: basta Email: [email protected] accoglierla, basta credere alla Parola che ci assicura che non siamo soli, mai, tantomeno nei momenti difficili; che siamo nel cuore di un Padre che si interessa di noi al punto da “dare” il Figlio suo per noi. Questa realtà riempie veramente il cuore di gioia, di pace, di serenità. La Parola con la P maiuscola, di fatto, non vende sogni, ma solide realtà. Quale messaggio più confortante può offrirci la Settimana Santa imminente se non quello di vivere da risorti per gustare la gioia della vita? Ci attendono appuntamenti fondamentali per la nostra vita spirituale. Con l’augurio di una Santa Pasqua, don Tarcisio Agenda • Domenica 1 Aprile: Domenica delle Palme, ore 10.15 con la benedizione dell’ulivo in oratorio • Giovedi 5 Aprile: Giovedi Santo Ore 8.00: Ufficio delle letture Ore 18.30: Celebrazione della cena del Signore Ore 21.00: Adorazione comunitaria • Venerdi 6 Aprile: Venerdi Santo Ore 8.00: Ufficio delle letture Ore 18.30: Azione liturgica incentrata sulla Passione del Signore e sull’esaltazione della Croce e a seguire Cena di digiuno in salone • Sabato 7 Aprile: Sabato Santo Ore 8.00: Ufficio delle letture Ore 22.00: Solenne Veglia Pasquale • Domenica 8 Aprile: Pasqua di Risurrezione SS.Messe ore: 9.00 - 10,30 - 12.00 - 18.30 • Sabato 21 Aprile: Concerto del coro vocale “Sig’s Singers”. Ore 21.00 in chiesa. C O M UN I T A ’ VI VA “Comunità Viva”: 25 anni di presenza parrocchiale Il nostro giornalino parrocchiale ha raggiunto, raggiante, i 25 anni di vita e presenza parrocchiale. Già in occasione di altre ricorrenze (decennale, n. 100, 15.le, 20.le...) è stata raccontata la sua storia, è stato descritto il suo “stile” letterario e pastorale, si è fatto conoscere valori aggiunti che pratica, come l'archiviazione, la pubblicazione di “speciali” inserti, quali il recente libretto per il XXX°, la tenuta di rapporti con persone fisiche e giuridiche che hanno rapporti con la parrocchia...; si è fatto appello alla collaborazione, si è auspicato che continui...C.V. sa benissimo di non essere ministero “istituzionale” della parrocchia, essendo compito precipuo di essa la celebrazione, la catechesi, la predicazione, la sacramentalizzazione... ; forse per questo continua a farsi chiamare umilmente “giornalino” o “notiziario”. C.V., sostenuta da tutti i parroci, fa un suo lavoro umile e nascosto. Non cela la fatica, consistente principalmente nel fatto che ad esso non giungono sufficienti notizie; neppure nasconde il timore di sgonfiarsi, essendo la sua redazione instabile. In altra sede chiamai “mistici redattori”quanti (responsabili dei gruppi, organizzatori di attività, promotori di iniziative, veterani della prima ora, semplici dilettanti dello scrivere e del pensare...) potrebbero collaborare col giornale, unicamente fornendo, anche solo oralmente o limitatamente alla cruda notizia, informazioni, inviti, testimonianze, ricordi... Non chiediamo per noi. Il futuro del giornalino è assicurato se la comunità lo conosce e lo riconosce come proprio e lo considera scrigno nel quale affidare quanto possa giovare, a qualsiasi titolo, al prossimo e alla Chiesa. Il versare nel comune patrimonio parrocchiale il proprio contributo non è benevolenza ma bisogno per chi si adopera in un certo campo per il bene dell'intera comunità. Annunciare è compito cristiano. Il non poter tacere i valori rivelati, tramandati e vissuti che si hanno dentro è esigenza dell'anima, come il bere e il mangiare. Il tesoro prezioso lo si descrive e mostra prescindendo dal fatto che possa o meno piacere, ritenendolo oggettivamente valido. Una buona attività, praticata per conseguire personali soddisfazioni e altrui consensi, è fare non bene il bene (come diceva Riva) o fare carità non ordinata e non caritatevole (come diceva Rosmini). La cosa più bella e buona che rimane isolata avvizzisce, perché carente di tanto altro bello e buono che non riceve e e non arricchisce. Quello che don Giuseppe auspicava intitolando il numero unico dedicato alla dedicazione della chiesa, resta ancora valido e attuale: cioè che la nostra parrocchia sia una “Comunità viva”: il novero dei fedeli e fratelli tutti, e non solo degli eletti o praticanti o impegnati, deve formare l'intera ed unica comunità; e la stessa deve essere, sia pur fatta di persone diverse, viva dello stesso essere, palpitante col medesimo cuore e attiva con mani concomitanti. Ciò vale per la nostra parrocchia e per tutte le parrocchie, associazioni e persone del mondo. A riprova di ciò e come piccolo dono per il XXV, forniamo un elenco, non esaustivo e non esplicativo, ma, forse, non inutile per conoscere vicende, lavoro e valori delle comunità della nostra zona, dei giornali delle parrocchie limitrofe, affinché la conoscenza reciproca dei problemi ci sostenga, delle iniziative ci illumini, della storia ci accomuni e faciliti ai posteri la conoscenza delle comuni o simili vicende, della santità ci agglomeri. Antonio Pillucci Giornali di parrocchie limitrofe (in ordine alfabetico di titolo. Esso è scelto con scopo programmatico o parafrasando il nome del quartiere o della chiesa. I giornalini parrocchiali vanno dal semplice annuncio di appuntamenti, ad approfondimenti di temi religiosi, passando per “fogli” aperti al quartiere, alla cultura, a considerazioni varie...) BOLLETTINO PARROCCHIALE della parrocchia S. Gregorio Barbarigo (4 pagine fatte al computer e riprodotte a ciclostile, con dense considerazioni di don Franco e appuntamenti) COMUNITA' IN DIALOGO, settimanale periodico della parrocchia San Giuseppe da Copertino (da ciclostilato in B/N è passato a stampato a colori, con varietà di argomenti) DIALOGO, mensile del Torrino, della parrocchia S. Maria mater Ecclesiae (già al 27.mo anno) INSIEME, La voce della comunità parrocchiale Ss. Pietro e Paolo (giunto al 38.mo anno, 4 fogli stampati a colori, con foto, articoli, recensioni, anagrafe parrocchiale...) L'ASTRO NASCENTE, foglio di collegamento della parrocchia S. Giovanni Battista de la Salle (un “librettino” di una dozzina di pagine, trimestrale, a stampa, a colori, con vari interventi) Pagina 2 LA VOCE DEL BUON PASTORE, parrocchia Gesù Buon Pastore (fogli variabili con pensiero del parroco, dei gruppi e appuntamenti) LA VOCE DELL'ANNUNZIATELLA, testata creata nel febbraio scorso per iniziativa dell'attuale parroco della parrocchia della Santissima Annunziata a Grottaperfetta. LA VOCE DELLA PARROCCHIA S: MARIA DELLA CONSOLAZIONE NOTIZIARIO-Parrocchia Santa Giovanna Antida Thouret (recapiti dell'organico parrocchiale, appuntamenti ed impegni, orari, responsabili e attività dei gruppi con succinti commenti, in un foglietto dal 2011 a colori) PARROCCHIA INSIEME, foglio di collegamento della parrocchia N.S. Di Lourdes a Tor Marancia (4 pagine a stampa, a colori con resoconti, appuntamenti, anagrafe parrocchiale...) Antonio Pillucci A N N O XX V - N UM E R O 2 33 - M A R Z O 20 12 E’ Quaresima Quest'anno, quale opera di carità quaresimale, la Caritas parrocchiale ha proposto la raccolta di fondi da destinare a don Francis Shayo, tanzanese, che ha assunto la direzione di una scuola materna e si sta prodigando per la costruzione di un'aula, della mensa e delle strutture necessarie per accogliere i bambini. Don Francis è stato nella nostra parrocchia un anno, conquistando il cuore di molti. Quando è partito molti gli hanno chiesto di lasciargli il recapito. Una parrocchiana, la Sig.a Paola dell'Eurogolden, è restata in contatto con lui, dal quale ha ricevuto anche delle foto. Sempre per don Francis, il 10.3. si è organizzato presso il Centro sportivo Ferratella un incontro conviviale a base di pizza e fritti, al costo di 15,00 euro, parte dei quali sarà devoluto a don Francis. Moltissimi i partecipanti. Resta ancora valida la raccolta di generi alimentari non deperibili per soddisfare le richieste che pervengono. Sabato 10 marzo alle ore 20.30 al ristorante del Circolo Sportivo “Ferratella”, in Via Salvatore Quasimodo 124 si sono riunite 130 persone per una cena di beneficenza organizzata per la raccolta di fondi in favore dell’opera di Don Francis, Padre Rosminiano che per un certo periodo di tempo è stato presso la nostra Parrocchia dello Spirito Santo e poi ordinato sacerdote l’anno scorso a luglio in Tanzania. Ha avuto l’incarico di dirigere una scuola materna ed una scuola tecnica per i giovani poveri della zona a Lushota in Tanga. Lo ricordiamo tutti per il suo sorriso aperto ed incoraggiante. Già l’anno scorso avevamo organizzato una cena alla Ferratella per la stessa finalità. Io sono in contatto con Lui via e-mail e mi ha informato che con le offerte raccolte è stato possibile acquistare una macchina fotocopiatrice per la scuola primaria “Rosmini” che nell’arco di quattro anni dovrebbe accogliere circa 400 bambini. Lì c’è molto da fare: la costruzione di aule, di una mensa, di servizi, e tanto altro ancora. In questo periodo stanno facendo gli scavi per la latrina. E’ bello ed incoraggiante vedere come tante persone abbiano risposto con entusiasmo a questa iniziativa di solidarietà. Oltre alla cena c’è stata tanta musica, balli di gruppo e tango argentino con veri professionisti. E’ stato un momento di condivisione e di divertimento. Don Francis ci ringrazia e ci è riconoscente per il nostro aiuto insieme ai suoi bambini che hanno voluti manifestare la loro gratitudine attraverso disegni inviatimi per e-mail insieme foto che rappresentano alcuni dei momenti più significativi di questa opera in costruzione. Confido nella sempre maggiore partecipazione di tutti alle prossime iniziative. Bruna Francesconi 8 e 5 x mille Si avvicina il tempo della dichiarazione dei redditi. Ricordiamo, nel rispetto delle scelte personali, che col CUD o la dichiarazione dei redditi è possibile destinare, senza esborsi aggiuntivi, l' 8 per mille delle ritenute IRPEF alla Chiesa cattolica, firmando nell'apposito riquadro. In aggiunta a ciò, è possibile far destinare il 5 per mille dell'IRPEF riscossa per il decorso anno d'imposta mediante la sottoscrizione del riquadro “Sostegno del volontariato, delle onlus... e fondazioni” della apposita Sezione “Scelta per la destinazione del 5 per mille”, seguita dall'indicazione del codice fiscale del beneficiario. Forniamo, per chi non avesse proprie indicazioni, numeri di codice fiscale di Associazioni vicine alla nostra parrocchia: Centro Int.le Studi rosminiani: c.f. 81000230037; Centro Aiuto alla Vita Roma c.f. 97167940580; Ass. Bambino Gesù Egitto c.f. 90037870095. Pagina 3 C O M UN I T A ’ VI VA Assise su: “Gesù nostro contemporaneo” Lo scorso 9 febbraio il Comitato per il progetto culturale della C.E.I. ha promosso una grande iniziativa religiosa e culturale, protrattasi per tre giorni, su “Gesù nostro contemporaneo”.L'incontro è stato un po' il seguito del convegno “Dio oggi”, svoltosi due anni fa, di vasto spessore religioso, che tanta eco ha suscitato. L'introduzione, d'alta valenza filosofica-religiosa, è stata del card. Ruini, promotore e Presidente del progetto culturale della CEI. Hanno fatto seguito le relazioni dei Cardinali Bagnasco, Scola, Ravasi, nonchè laici qualificatissimi, quali i Ministri Ornaghi e Riccardi, nonché i protagonisti della cultura del nostro tempo. Per la vastità e la complessità degli argomenti trattati, unitamente al profondo contenuto religioso, non è possibile darne conto. Mi limito ad osservare che l'assise ha vigorosamente rilanciato la “contemporaneità” di Gesù di Nazareth che, sia pur 2000 anni fa, ha annunciato la Buona Novella, ha portato a compimento la Legge dell'alleanza UomoDio, ha proferito Parole di vita eterna, dando risposte e speranze all'umanità intera, compresa l'attuale, disorientata, spaurita, sfiduciata. Ancor oggi, nelle coscienze e nel convegno, risuona la domanda: “E voi chi dite che io sia?”; e l'altra: “Maestro, che debbo fare per avere la vita eterna?”. La sua risposta fu quella della croce, estrinsecazione radicale dell'amore. In essa può e deve rinvenirsi la risposta ai problemi anche attuali: non parole, non promesse, non scuse... ma la morte dell'egoismo e l'amore per l'altro. Giuseppe Crifò Dieci anni di accoglienza della comunità filippina Il 26 febbraio scorso la Comunità filippina “Our Lady of Lourdes” ha fatto una grande festa per osannare al 10th year anniversary della stessa presso la nostra parrocchia. Fu lo stesso vicariato che, constatando l'afflusso di cittadini d'altri Paesi e la necessità di garantire loro assistenza religiosa, promosse Vicarie per le varie nazionalità ed invitò le parrocchie ad ospitare i gruppi locali. Fu don Mario che li accolse. Presentando la proposta in consiglio pastorale, dopo aver ascoltato obiezioni e suggerimenti, concluse: “Se neghiamo accoglienza a nostri fratelli, chiudiamo la parrocchia”. In questi anni, con una puntualità, precisione e organizzazione tutta orientale, i filippini celebrano la Messa domenicale nella nostra chiesa. Usano la lingua locale; espongono sull'altare una Madonnina di Lourdes e una croce a “loro” cara, agevolano la partecipazione al canto facendo scorrere su uno schermo le parole, organizzano per bene letture, offerte, canti... Quando possono negli spazi dell'oratorio festeggiano, familiarizzano (che per chi è straniero è importante), giocano. Anche la Messa per il X° è stata solenne: 6 i concelebranti. All'offertorio hanno portato candele, rosario, bibbia, fiori, bandiera, passaporto/permesso di soggiorno, frutta, riso, calice, patena, ampolline, ostie. Il lungo corteo era allietato di “angeli”, i loro bambini. Nel salone parrocchiale, hanno imbandito un lauto pranzo di piatti locali e fatto festa con balli, piccoli messaggi, canti... In questi dieci anni molti i battesimi; altri son venuti in Italia; alcuni hanno fatto ritorno in patria... Ricordo di C.Lubich a 4 anni dalla scomparsa Il 14.3.2008 ci lasciò Chiara Lubich (foto), per raggiungere in paradiso Dio Padre, che amò infinitamente. La ricordiamo per l'esempio che dette, l'insegnamento che profuse, le opere che realizzò, il servizio prestato alla Chiesa e ai fratelli. Di lei forniamo un ricordo, una testimonianza, piccola nei fatti, grande nel significato, che ci ha reso la parrocchiana Mirella Favola. Mirella, funzionario dell'I.C.E. (Istituto per il Commercio dell'Estero), si trovava a Manila, nelle Filippine. Era il 1988. In quel periodo, Chiara Lubich effettuò un viaggio nel Sud Est asiatico per visitare le comunità del suo Movimento e intessere rapporti con la Chiesa locale. Naturalmente, i colleghi di lavoro focolarini ne parlarono molto e si prepararono scrupolosamente all'incontro. Ad esso partecipò anche Mirella. Chiara parlò ad uno sterminato uditorio, attento e festoso. Poi dette inizio ad una preghiera profonda e intensa. Seguì l'incontro tra Chiara e i fedeli. Mirella potè parlarle, porgere anche domande personali, Pagina 4 attentamente ascoltata da Chiara. Essa si raccomandò di pregare, pregare molto. Poi le mise una mano sulla testa, a mo' di effusione, e pose il suo sguardo intenso negli occhi di Mirella, che uscì da questo incontro trasformata, confermata, determinata a riavvicinarsi, come fece, alla fede con maggior fiducia e perseveranza. Un lampo, quindi, che le squarciò l'anima! A N N O XX V - N UM E R O 2 33 - M A R Z O 20 12 Morto Don D.Stefani Nella nostra chiesa vi sono ammassate due pile di libri di canti: uno con la copertina rossa, formato da canti in uso e riprodotti per facile utilizzo; l'altro intitolato “La famiglia cristiana nella casa del Padre”. Gestire i canti delle celebrazioni è difficile. Ricordo don Giuseppe Marabelli, che era anche organista, e curò la prima raccolta. Di fronte alle criticità del problema, disse: “Ho provato varie volte a confezionare un libro dei canti ed ho dovuto sempre rimetterci mano”. Il secondo libro fu voluto da don Giuseppe Dardano, sensibile al problema. Ebbene, artefice instancabile della raccolta, entrata in tutte le parrocchie italiane ed assunta dai vescovi come base del repertorio liturgico italiano, fu Don Dusan Stefani (foto), che è morto a Mestre il 12.6.2011 a 92 anni. Era nato a Villa Decani di Capodistria: era un serbo-sloveno-italiano. Nel 1929 la famiglia si trasferì per lavoro a Trieste. Dusan frequentò l'oratorio salesiano e nel 1946 fu ordinato sacerdote. Fin dal ginnasio si applicò al pianoforte. Per anni seguì studi musicali, conseguendo il Diploma di Maestro Compositore e Direttore d'Orchestra. A Torino “Crocetta” insegnò gregoriano, musicologia liturgica e polifonica. Il Concilio rinnovò anche la musica liturgica e don Dusan fu coinvolto in gruppi di studio presso la Elledici. Nacque il nuovo repertorio nazionale di canti liturgici, che ebbe grande diffusione. Diceva: “La musica è una cosa misteriosa che ti nasce dentro e ti trasforma. E' “extasis”. E' “trasfigurazione”...”. Nel testamento, scrisse: “... se ho qualcosa di buono lo devo: alla mia famiglia..., a don Bosco..., e alla mia duplice etnia, slava e triestina (la prima per la) fantasia e sensibilità, tipica di quella cultura... (la seconda per il) suo ottimismo e cordialità”. Il tuo ricordo è benedizione, per sempre! Antonio Pillucci IL PAPA VISITA CHIESA S. G. Ba3sta de la Salle al TORRINO Il 4 marzo scorso il Papa si è recato in visita pastorale alla parrocchia S. Giovanni Battista De La Salle al Torrino. La chiesa fu eretta il 1.10.2000. I primi anni l'attività pastorale si è svolta presso l'istituto “Santa Chiara” e in un prefabbricato. Fu dedicata (consacrata) il 12.12.2009. La chiesa fu progettata dall'arch. Giovanni Spina che ha realizzato un presbiterio a forma di barca di Pietro. Il quartiere conta 12.000 abitanti ed è “giovane”. Ne è attuale parroco don Giampaolo Perugini. Molte le attività e i gruppi, compreso il giornalino “L'astro nascente”. Il Papa è stato accolto da una folla commossa e festante. Il parroco gli ha porto il benvenuto con queste parole: “Noi la accogliamo come Papa e come Nuovo vescovo di Novara Novara è città cara ai rosminiani. Fu il Card. Morozzo di Novara che, stimando Rosmini, gli affidò la cura della Sacra di S. Michele. Qui infatti Rosmini fu beatificato essendo Novara competente territorialmente ad istruire il relativo processo canonico essendo Rosmini morto a Stresa, che dipende da detta diocesi papà”. Da parte della comunità gli ha fatto dono di un cero pasquale, di una maglia dell'oratorio, di disegni e letterine dei bambini, aggiungendo scherzosamente con riferimento a quanto detto: “Al papà non si sa mai che regalo fare e poi il Papa non porta la cravatta!” Benedetto XVI ha gradito e ringraziato per questo spirito di familiarità. E' seguita la celebrazione della S. messa. All'omelia, il Papa, tra l'altro, ha detto: “Venendo oggi in mezzo a voi, ho notato la particolare posizione di questa chiesa, posta nel punto più alto del quartiere, e dotato di un campanile slanciato, quasi un dito o una freccia verso il cielo.”, ricavandone l'indicazione evangelica di salire sul monte della trasfigurazione per ricevere la luce di Dio. Lo scorso 5 febbraio ha fatto il suo ingresso in cattedrale il nuovo vescovo, Mons. Franco Giulio Brambilla. In tale occasione il suo predecessore, Mons. Renato Corti, che tanto bene ha voluto a Rosmini, al suo Istituto e carisma, gli ha fatto dono dell'anello episcopale, a sua volta ricevuto dal Card. C. M. Martini. Nell'omelia, Mons. Brambilla ha fatto riferimento al beato Antonio Rosmini, definendolo “il nostro grande Rosmini”. Pagina 5 C O M UN I T A ’ VI VA Mons. Lonardo: “LA FEDE, NOSTRA AMICA INVISIBILE” Il 7 marzo c.a., su iniziativa del gruppo ...Anta Insieme, abbiamo avuto il piacere di accogliere Mons. Andrea Lonardo (foto), Direttore dell'ufficio Catechistico del Vicariato di Roma, che ci ha intrattenuto sul tema della Fede. L'argomento è, per sua natura, molto problematico, proprio perché credere vuol dire condividere un qualcosa o aderire a qualcuno che non si vede e non si tocca. Tutti i dubbi e le domande sulla fede nascono proprio dalla sua apparente evanescenza: come si può “credere”, cioè far atto di adesione che abbraccia tutte le dimensioni dell'esistenza, senza vedere? Perché credere a una determinata religione? Perché imporla ai bambini mediante il battesimo e la catechesi? E se uno la cerca ed essa non viene?... Mons. Lonardo, con convinzione e passione, mentale e vocale, ha rovesciato tali dubbi, presentando la fede come un'esigenza naturale e un traguardo raggiungibile e accettabile, indicando i relativi strumenti. Essi sono molti e complessi, dal momento che implicano ansia, scoperte, atteggiamenti.. Sinteticamente, va detto che l'uomo nutre il bisogno di Dio; la sete di infinito appartiene in maniera inestirpabile all'uomo; l'uomo è stato creato per la relazione con Dio. Tutti sentimenti che si provano davanti al bene e al male, di fronte alla morte e al desiderio di infinito ed eterno, nell'attuare nel nostro vivere umano il disegno di Dio, nell'amore, nella procreazione, nel progresso... L'uomo, a differenza degli animali che generano per istinto di natura, si riproduce perché ha buone ragioni (la prosecuzione, il miglioramento, la speranza...) per dare la vita, superando infinitamente se stesso. Il bambino, che si interroga su aspetti metafisici dell'esistenza (dove stavo prima?, dove è andata la nonna (che è morta?...) dimostra che l'esigenza del “sapere” prescinde dall'esperienza. Se la fede è un'esigenza, essa va pure cercata; non va presupposta ma proposta. Lo si fa presentando le peculiari caratteristiche dell'annuncio cristiano. Quali: la novità del cristianesimo (Dio si è fatto conoscere, si è rivelato), la differenza del cristianesimo (ad esempio, la risurrezione in luogo della reincarnazione), l'unità tra fede e ragione, amore e intelligenza... A chi ha trovato la fede, scoppia il cuore nel volerla trasmettere. La miglior presentazione della fede è la testimonianza. La stessa catechesi non consiste nell'insegnare la fede, ma nel suscitarla. Molto (linguaggio, metodo, pratiche...), quindi, necessita di una trasformazione di mente e d'atteggiamento per scoprire che la fiammella c'è, vale la pena farla diventare fuoco, diffonderlo ad altri, vedere oltre, trasformare l'esistenza... (a.p.) 8 MARZO: PIONIERI DEL FEMMINISMO CRISTIANO La “festa della donna” è, com'è noto, una iniziativa relativamente moderna per rivendicare pieni diritti alle donne. La strada del riscatto femminista è lunga. Nei primi del '900 il femminismo era di matrice liberale e socialista: dai diritti e parità con gli uomini, passò anche a teorizzare rispetto e libertà della persona tutta, spirito e corpo, e gestione dei principali istituti sociali (lavoro, famiglia...). In quell'epoca nacquero i primi fermenti del femminismo cattolico, incentrato sulla pari dignità tra i sessi e sul valore della “famiglia cristiana”, baluardo di continuità della specie e della fede e fortezza della società. Tra i pionieri di questo femminismo cristiano, ricordo Armida Barelli (18821953), fondatrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, Adelaide Coari (1881-1966), fondatrice della rivista femminile “Pensiero e azione”, del “Comitato italiano per la protezione della giovane” e del “Fascio Pagina 6 democratico cristiano femminile, Anna Maria Mozzoni (1837-1920), autrice del libro “La donna e i suoi rapporti sociali” e impegnata per la presentazione in Parlamento della petizione per il voto alle donne. Tra i sacerdoti, san Luigi Orione, che tuonò contro l'attacco alla famiglia cristiana, corroborata dall'indissolubilità matrimoniale e considerava il femminismo una parte importante della “Questione sociale”. Nel 1919 scrisse “Il proclama alle lavoratrici delle risaie” nel quale sosteneva che il lavoro deve essere adatto alla condizione femminile. L'inno di tale processo l'ha scritto il beato Giovanni Paolo II nella “Mulieres dignitatem”, nella quale riconosce la donna “aiuto all'umanità a non decadere” poiché esse “vegliano sull'essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana”. Giuseppe Crifò A N N O XX V - N UM E R O 2 33 - M A R Z O 20 12 IL CANE PARSIFAL (ricordo del proprio cane e monito contro l'abbandono e la crudeltà verso gli animali) ... Si addiceva questo nome lontano, misterioso, alla tua mole da colori severi, alla tua fisionomia burbera, al tuo incedere lento e maestoso. A scrutarti bene, si percepiva in quei tuoi occhi a goccia, un qualcosa di piumoso, di tenerone. Quasi quasi eri lì, ad offrire la zampa per assicurare che non eri punto un umano... Compagno carezzevole senza pretese. I trascorsi con te, punteggiati di abnegazione, umiltà, tenerezza, hanno dato senso appagante a chi ti ha vissuto vicino. Riandare alle tre fasi della tua vita è come specchiarsi nelle acque cristalline di un fiume di ieri, è un rotolare bizzarro e festoso tra l'erba tagliata. E' mirare un cielo tiepido acceso di stelle... Vecchiolino, vergognoso di essere pesante, tu stesso hai incitato per tornare al tuo antico asilo, che aveva salutato il tuo sorgere ed ora le tue membra stanche lo ritrovavano ancora amico. Intuivi cosa ti aspettava...Hai cercato la soglia negando volutamente l'ultimo sguardo a colei, che era stata tutta per te. Non volevi farle pesare la lunga assenza e in quel tuo muto ma eloquente andare a passo lento e infermo, quante emozioni avrai sgranato, mentre il singhiozzo del tuo grande cuore-cagno avrà gridato nel suo ultimo addio, l'infinito del suo amore...Però un segnale vivido lo hai lasciato, dolce Parsifal, quello di eternarti attraverso un altro simile, per dire ancora: “Io continuo a stare con te”. Vittoria Cattani L'INSIGNE RELIQUIA DELLA “SACRA TUNICA” Che fine hanno fatto – si è sempre domandato la pietà popolare – tutti quegli strumenti di dolore e compassione che accompagnarono la Via Crucis, la passione e la crocifissione di Cristo? La “Sacra Tunica” (Der Heilige Rock) è una reliquia conservata nel duomo di Treviri, consistente in un pezzo di stoffa che si ritiene appartenesse alla tunica che indossava Gesù prima di essere messo in croce. Secondo la tradizione, la tunica (o meglio, parte di essa) venne in possesso di S. Elena, madre di Costantino, che l'avrebbe consegnata a S. Agrizio, arcivescovo di Treviri, per portarla ivi. Molto spesso fu necessario apporre ad essa riparazioni e misure per la sua protezione, sicché la tunica venne più volte alterata. Ad alcune ispezioni, essa si presentava come una serie di strati di stoffe diverse, assemblate assieme. La diocesi di Treviri così descrive la situazione attuale della reliquia: “i brandelli di stoffa della parte anteriore della tunica consistono oggi, visti dall'interno all'esterno, in in satin serico, di un tulle brunastro e di un grigio taffetà, che si aggiunge ad uno strato di antichi frammenti di stoffa, collegati fra loro da un supporto elastico....”. La prima volta che la Sacra Tunica fu citata fu il 1.5.1196 dall'arcivescovo di Treviri, Giovanni I, che consacrò l'altare maggiore dell'appena eretto coro del Duomo di Treviri e vi incorporò le reliquie. Nel 1512 l'imperatore Massimiliano I, a Treviri per la riunione del parlamento del regno, chiese di vedere la Tunica. L'arcivescovo Richard von Greiffenklau zu Vollrads fece aprire l'altare. Dopo la celebrazione, i cittadini chiesero a gran voce l'esposizione della Tunica. Il Capitolo del Duomo fece erigere una balconata dalla quale fu possibile assistere alle esibizioni. Iniziarono, sia pure con alterne vicende, pellegrinaggi e ostensioni. La prossima si terrà il 13 aprile prossimo e durerà fino al 13 maggio successivo. Inviato di Papa Ratzinger è stato nominato il Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Anche se l'autenticità della Sacra Tunica, come della Sindone e di tant'altro, è controversa, nonostante gli esami archeo-tessili non siano riusciti a definire origine ed età del reperto, è certo – lo riferisce Giovanni - che Gesù la indossava e che fu presa da un soldato preposto alla sorveglianza del patibolo che la vinse a sorte e, quindi, può essere un insigne oggetto di venerazione, culto e bene per le anime. Antonio Pillucci Pagina 7 C O M UN I T A ’ VI VA 8 Aprile 2012 PASQUA! Curiosità Pasquali L'uovo di Pasqua Perchè l'uovo di Pasqua, decorato e con sorpresa? L'uovo, per contenere al suo interno il germe di vita, è l'emblema della rinascita primaverile della natura. Già i Persiani, e poi egizi, greci..., si scambiavano uova di gallina all'avvento della stagione primaverile. Intrecciandosi con le usanze e credenza cristiane, divenne simbolo della resurrezione, rinascita di Cristo. Nel 1883 lo zar incaricò un orafo, certo Peter Carl Fabergè, di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L'orafo creò un uovo di platino, contenente un altro uovo d'oro. Da qui nacque anche la sorpresa. Le pulizie di Pasqua A Pesah, Pasqua, gli ebrei dovevano ricordare la liberazione dalla schiavitù e la precipitosa fuga attraverso il Mar Rosso verso la terra promessa, rinnovando il pane azimo. A tal fine dovevano pulire accuratamente armadi e dovunque ci potessero essere rimasugli di vecchio pane e lievito, per non contaminare col vecchio il nuovo. Questa scrupolosa pulizia fatta per la Pasqua, divenne sinonimo di pulizie accurate e prese il nome di “pulizie di pasqua”. Il dolce salato Ogni regione ha sviluppato una propria tradizione culinaria pasquale. Ma perché, oltre ai dolci dal gusto dolce come la pastiera e tutti quelli a base di zucchero, marmellate, cioccolata..., altri preparano dolci “salati”? Tali sono, tra i tanti, la “schiacciata” toscana, una focaccia salata, o la “pigna” (una pizza secca all'anice) di Castel di Sangro o la “pizza al formaggio” o “la colazione” di Pasqua in uso nell'Umbria con torte o prodotti da forno con uova sode e salami. La focaccia sarebbe nata tra Pisa e Livorno come dolce povero, da mangiare da quaresima a Pentecoste. L'origine della “colazione” potrebbe essere collegato al digiuno che precede la Pasqua e segnatamente a quello del sabato santo, nel quale si facevano “i sepolcri”. Sicché a mezza mattina del giorno di Pasqua si iniziava a mangiare una sostanziosa colazione che valeva pure per pranzo. All'origine del dolce salato potrebbe aver concorso anche la primavera.: le galline riprendono a fetare copiosamente, capre, pecore e mucche a produrre abbondante latte, la gente ritorna ad affacciarsi volentieri all'esterno (tipica la gita fuori porta di pasquetta con pecorino e fava), i lavori agro-pastorali richiedono maggior impegno..., con la conseguenza che si è portati ad utilizzare la maggior quantità di uova e latte disponibile, preparando prodotti atti a soddisfare gli aumentati bisogni di una vita più attiva e all'aperto. BUONA PASQUA Danza Lenta (Anonimo) Hai mai guardato i bambini in un girotondo ? O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra? O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla ? O osservato il sole allo svanire della notte? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà. Percorri ogni giorno in volo ? Quando dici "Come stai?" ascolti la risposta? Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa ? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce Il tempo è breve. La musica non durerà. Hai mai detto a tuo figlio, "lo faremo domani?" senza notare nella fretta, il suo dispiacere ? Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao" ? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce Il tempo è breve. La musica non durerà. Quando corri cosi veloce per giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci. Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, come un regalo mai aperto . . . gettato via. La vita non è una corsa. Prendila piano. Ascolta la musica. No;ziario della Parrocchia Spirito Santo alla Ferratella - Padri Rosminiani Dire=ore Responsabile: Don Vito Nardin Dire=ore editoriale: Don Tarcisio De Tomasi Redazione: C.Fucelli Pessot del Bò - A.Pillucci Proge=o grafico: A.Cerroni Reg. Tribunale di Roma: n°565 del 03.10.1990 - Stampa in proprio - Distribuzione gratuita