LE AVVENTURE DI UNO SCRITTORE
Introduzione
Ai fini dell’apparato operativo inserito nel libro, il racconto “Le avventure di uno
scrittore” è stato suddiviso in gruppi di capitoli in modo da individuare sequenze al loro
interno coerenti anche rispetto alle proposte operative.
sezione
Inizio del racconto
Gelsomina e Ruggero
La donna velata e il bambino dai riccioli d’oro
Giacomo gioca agli indiani
L’aquila da guardia e Tommaso
Conclusione
capitoli libro
1, 2
3
4
5, 6
7
8
pagine
3-9
10-14
15-24
25-32
33-45
46-48
Data la struttura del testo, si ritiene opportuno dedicare una sezione a ciascuna
avventura principale.
Nell’ultimo capitolo la sezione “Giocare con le parole” è stata eliminata per lasciare più
spazio alla ricostruzione del racconto.
Le attività legate al testo si articolano in tre sezioni principali, segnalate nel titolo delle
schede operative del libro.
1. Giocare con le parole: in cui si sviluppano abilità legate all’ortografia,
all’approfondimento lessicale e alla riflessione linguistica e all’analisi di frasi particolari.
2. Alla scoperta del racconto: con attività di comprensione del racconto o di strutture
logiche in esso utilizzate, di analisi delle sequenze narrative e del contesto storicogeografico, di descrizione dei personaggi e di comprensione e sviluppo del messaggio
trasmesso dal racconto.
3. Io scrittore: con suggerimenti per rielaborare e reinventare parti del racconto, per
riferire situazioni riferite a se stessi e per narrare o descrivere partendo dalla traccia del
racconto stesso.
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I-1
OBIETTIVI DELLE PROPOSTE OPERATIVE
Obiettivi delle proposte contenute nel volume
riferimento al volume
obiettivi
Inizio del racconto, capp. 1, 2 pp. 3-9
p. 50 PER COMINCIARE
Conoscere e usare le onomatopee.
Gelsomina e Ruggero, cap. 3 pp. 10-14
p. 51
GIOCARE CON LE PAROLE
Ampliare il lessico. Conoscere le similitudini. Saper
descrivere le proprie emozioni.
p. 52
ALLA SCOPERTA
DEL RACCONTO
Individuare in un testo gli elementi cardine del racconto.
Riconoscere relazioni causa-effetto. Individuare il luogo dove
si svolge il racconto.
p. 53 IO SCRITTORE
Raccontare un’esperienza personale a partire da un evento
letto. Usare la propria fantasia per rielaborare un testo. Avvio
al genere testuale del “diario”.
La donna velata e il bambino dai riccioli d’oro, cap. 4 pp. 15-24
p. 54
GIOCARE CON LE PAROLE
Ampliare il lessico, anche specifico. Conoscere il significato di
alcune espressioni figurate.
p. 55
ALLA SCOPERTA
DEL RACCONTO
p. 56
IO SCRITTORE
Ricostruire lo svolgimento temporale degli eventi anche in
presenza di un flashback.
Estrapolare informazioni esplicite e implicite nel testo e nelle
immagini di un libro. Inventare un finale diverso per una
storia seguendo una semplice traccia
Giacomo gioca agli indiani, cap. 5, 6 pp. 25-32
p. 57
GIOCARE CON LE PAROLE
Ampliare il lessico di base. Saper desumere dal testo il
significato di parole nuove. Saper scrivere parole in uno
schema.
p. 58
ALLA SCOPERTA
DEL RACCONTO
Riconoscere i personaggi di un racconto e il loro ruolo.
Comprendere le relazioni causa-effetto negli eventi di un
racconto.
p. 59
IO SCRITTORE
Descrivere situazioni individuando una caratteristica richiesta
(pericolosità). Esercitare la fantasia e le capacità
d’immaginazione.
C&C∗: Comprendere i pericoli insiti in alcuni giochi.
segue
∗
C&C: Cittadinanza e Costituzione
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I-2
OBIETTIVI DELLE PROPOSTE OPERATIVE
riferimento al volume
obiettivi
L’aquila da guardia e Tommaso, cap. 7 pp. 33-45
p. 60
GIOCARE CON LE PAROLE
Leggere attentamente un testo alla ricerca di parole
specifiche. Comprendere il significato dei soprannomi e
intuirne il meccanismo di formazione.
C&C: Comprendere la valenza di un soprannome e
distinguere tra uso accettabile e offensivo.
p. 61
ALLA SCOPERTA
DEL RACCONTO
Individuare le caratteristiche del protagonista e
dell’antagonista del racconto e confrontarle. Disegnare dei
personaggi seguendo attentamente la loro descrizione.
p. 62
IO SCRITTORE
Comprendere il messaggio di un racconto. Immaginare
soluzioni diverse per un evento.
C&C: Avvicinarsi ai problemi legati al bullismo.
Conclusione, cap. 8 pp. 46-48
p. 63
ALLA SCOPERTA
DEL RACCONTO
Distinguere racconti realistici da fantastici e individuare gli
elementi che li rendono tali. Cogliere il messaggio
fondamentale di un libro.
p. 64
IO SCRITTORE
Trasformare la voce narrante e il tempo di un testo,
comprendendo quali sono le parti variabili del racconto.
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I-3
SPUNTI DI LAVORO
Partendo dal presupposto che le attività seguenti sono perlopiù realizzabili se l’intera
classe legge il libro contemporaneamente, precisiamo che il libro di narrativa può essere
letto dagli alunni secondo una delle seguenti modalità, che presentano vantaggi differenti.
a) L’insegnante concorda con i bambini quali pagine vanno lette entro il
periodo stabilito (una settimana, il mercoledì seguente ecc.): questo
permette un maggiore controllo del ritmo di lavoro.
b) L’insegnante concorda con i bambini una data entro la quale tutti
devono aver terminato di leggere il libro: questo consente agli alunni una
maggiore autonomia; la verifica della comprensione, passo passo, può
essere fatta attraverso le operative dedicate nel testo.
A seconda del momento dell’anno scolastico in cui sarà proposta la lettura del libro e
delle capacità raggiunte dalla classe, l’insegnante sceglierà la modalità di lavoro che ritiene
migliore.
Il libro, organizzato con una “cornice” che lega e raccoglie racconti differenti, propone
diverse tipologie di testo per un primo piacevole approccio alle loro caratteristiche e
differenze.
Questa struttura permette di collegarsi anche con quanto affrontato nel libro di letture,
distribuendo la lettura delle diverse parti del libro, in parallelo con la programmazione di
italiano, all’interno dell’intero arco dell’anno.
La guida propone alcune attività che potrete sviluppare a partire dal testo –coinvolgendo
la classe coralmente o a gruppi – alcune delle quali potranno essere ripetute più volte
durante la lettura del testo.
1) Tra fantasia e realtà
Quando gli alunni cominciano a crescere e a migliorare le loro abilità di lettori, arriva il
momento di distinguere tra ciò che è fantastico e ciò che è realistico.
Una differenza più sottile e forse più complessa da capire che quella tra un racconto
realistico e uno reale, cioè veramente accaduto.
Per gli alunni, infatti, a volte è difficile comprendere che un fatto può essere
considerato realistico pur non essendo la narrazione di un fatto veramente accaduto.
Per esempio la storia dell’amicizia tra Ruggero e Gelsomina può essere reale, se si
eccettua l’intervento della mosca, ma è stata comunque inventata dallo scrittore, non è
una cosa davvero accaduta. Invece la storia della donna velata ha le caratteristiche di una
fiaba fantastica.
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II - 1
SPUNTI DI LAVORO
Può essere utile, e divertente, far trasformare le storie realistiche in fantastiche e
viceversa. Scegliete dai libri della biblioteca di classe o tra le proposte del libro di letture
dei brani che si prestino a questa attività (vedi schede 2 e 3) e assegnateli agli alunni.
Quindi chiedete loro che, individualmente, li trasformino secondo la regola:
racconto realistico → racconto fantastico
racconto fantastico
→ racconto realistico
Per far ciò sarà necessario, con la lettura di brani opportuni e attraverso una discussione
di classe, individuare gli elementi che rendono realistico o fantastico il racconto e
appuntarli in una tabella a doppia entrata che potrà essere integrata anche in corso
d’opera.
realistico
fantastico
luogo del racconto
luoghi che esistono o che
luoghi di fantasia come
sono esistiti nel passato come boschi magici, castelli
case, città, foreste…
incantati, città del futuro…
personaggio principale
personaggi reali viventi o
vissuti nel passato: una
ragazzina o un ragazzino
come noi, un faraone egizio,
un investigatore privato…
personaggi di fantasia: una
strega, un animale che può
parlare, un oggetto
animato…
…
È importante anche far notare come non sia necessario che tutti gli elementi siano di
fantasia perché un racconto sia fantastico, mentre un solo elemento fantastico può
rendere fantastico un racconto realistico (potete portare l’esempio del racconto di Ruggero
e Gelsomina)
L’attività sviluppa la fantasia e permette di analizzare gli elementi dei racconti realistici
e fantastici e confrontarli tra loro.
Scheda 1 – TRA FANTASIA E REALTÀ (I)
Scheda 2 – TRA FANTASIA E REALTÀ (II)
Scheda 3 – TRA FANTASIA E REALTÀ (III)
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II - 2
SPUNTI DI LAVORO
2) La cornice del racconto
Una volta terminata la lettura del libro da parte di tutta la classe, è interessante
riprendere l’idea della cornice letteraria.
Spiegate che con “cornice letteraria” s’intende una storia che ne contiene tante altre,
proprio come una cornice può racchiudere tante foto differenti. Chiedete di portare altri
esempi di “cornici” diverse: per esempio alcuni album di Topolino raccolgono avventure
diverse legate tutte da un filo comune, oppure una scatola che contiene cioccolatini di
tanti gusti differenti, o ancora il frigorifero che conserva cibi diversi… (vedi anche la
proposta di laboratorio nella scheda 4).
Scheda 4 – SECONDO ME È UN… LIBRO
Ora fate riassumere agli alunni, individualmente, la storia della mosca, raccomandando
di non descrivere puntualmente le avventure che vive nel libro, in modo da verificare se è
stata colta da tutti la cornice narrativa.
Potete dare un aiuto suggerendo di individuare le pagine che narrano la cornice,
“cancellando” con un bollino rimovibile le pagine che raccontano, invece, le diverse
avventure.
In seguito, dopo aver rivisto i riassunti, potete condividere le correzioni con la classe,
leggendoli o semplicemente spiegando quali sono stati gli errori da voi riscontrati senza
fare nomi (Attenzione, qualcuno nel riassunto ha descritto come ha allontanato il
prepotente da Tommaso, ma questo non fa parte del racconto “Un’aquila da guardia e
Tommaso”? Voi cosa ne pensate?).
Proponete ora di costruire voi stessi dei romanzi usando l’espediente della “cornice
letteraria”.
Potete partire da 3, massimo 4, testi che i bambini hanno già letto (per esempio dei
brani, da voi opportunamente scelti, dal libro di letture oppure da favole a loro note) che i
bambini dovranno unire fra loro cercando di trovare un filo conduttore.
Aiutateli facendo delle domande che possano suggerire eventuali collegamenti, per
esempio:
“Ci sono dei personaggi simili in queste storie?” (per esempio in Cappuccetto rosso, ne I
tre porcellini e nella storia de I sette capretti c’è sempre il lupo…)
“In che luogo si svolgono queste storie? Potrebbe esserci un personaggio che spia quello
che succede?”
Oppure, se avete scelto delle storie di extraterrestri,
“In quale tempo si svolgono le storie? Il narratore come potrebbe essere arrivato fino a lì?”
Una volta che il compito da svolgere è chiaro, dividete gli alunni in gruppi di 5-6
componenti e chiedete a ciascun gruppo di inventare il proprio “romanzo a cornice”.
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III - 1
SPUNTI DI LAVORO
Potrete poi far raccontare i nuovi romanzi così costruiti attraverso delle semplici
rappresentazioni teatrali: all’interno di ciascun gruppo verranno distribuite le parti da
narrare, comprese l’inizio e la fine della storia che fa da “cornice” e le eventuali parti che
servono per collegare i testi proposti.
L’attività permette di esplorare con leggerezza più testi, “maneggiandoli” senza il
timore che a volte incutono ad alcuni alunni.
Inoltre permette di sviluppare attività di Arte e immagine collegate a italiano.
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III - 2
ESPANSIONI ALLE ATTIVITÀ
proposte nel volume di narrativa
Inizio del racconto, capp. 1, 2 pp. 3-9
p. 51 Per cominciare
Avviate l’analisi del protagonista principale, lo scrittore trasformato in mosca, anche
attraverso le attività proposte nelle 2 pagine della scheda 4.
Scheda 5 – DA SCRITTORE A MOSCA
Gelsomina e Ruggero, cap. 3 pp. 10-14
p. 51 Giocare con le parole
Fate completare il “mini-dizionario” avviato nel testo con l’analisi grammaticale delle
parole trovate. È l’occasione per introdurre l’uso delle onomatopee e delle parole
onomatopeiche, a partire dall’attività e dal testo. Alcune parole onomatopeiche nel libro:
ronzio (p. 6), singhiozzare (p. 25), frullare (p. 35)
Fate disegnare dei volti o addirittura delle figure intere che con l’espressione, con i gesti
e con il… “colore” esprimano le emozioni elencate nel testo.
Avviate una riflessione su quali colori rappresentino alcuni concetti: chiedete agli alunni
quale sia, per loro, il colore della guerra o della pace, dell’amicizia ecc. come proposto
anche nel laboratorio della scheda 5.
Scheda 6 – DI TUTTI I COLORI!
p. 53 Io scrittore
A partire dal diario di Ruggero a p. 12 e dall’attività a p. 53, avviate un primo approccio al
genere testuale del diario. Potete anche proporre di avviare un diario personale.
La donna velata e il bambino dai riccioli d’oro, cap. 4 pp. 15-24
p. 54 Giocare con le parole
Fate costruire altre tavole di nomenclatura ritagliando immagini di oggetti o altri
elementi complessi (per esempio, un’automobile) o chiedendo di disegnarla agli alunni
stessi e completate con le parole specifiche delle diverse parti (cofano, parabrezza,
baule…). Oltre che per l’arricchimento del lessico specifico, avrete anche costruito un
dizionario visuale utile per alunni con scarsa dimestichezza con l’italiano che potrete
“prestare” anche ad altre classi.
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IV - 1
ESPANSIONI DELLE ATTIVITÀ
p. 55 Alla scoperta del racconto
Fate riprendere le frasi riordinate nell’esercizio, per scrivere sul quaderno il riassunto del
racconto. Se gli alunni lo trovano necessario, possono aggiungere frasi o parole per
completare e collegare meglio il riassunto.
p. 56 Io scrittore
Proponete agli alunni di scrivere sul quaderno la descrizione del castello del padre di
Fatima, tenendo conto delle caratteristiche che hanno indicato nel primo esercizio della
pagina. Potranno quindi disegnare il loro castello e confrontarlo con l’interpretazione della
disegnatrice che vedono a p. 23 del libro.
Giacomo gioca agli indiani, cap. 5, 6 pp. 25-32
p. 57 Giocare con le parole
Proponete di costruire altri schemi come quello del libro: su carta a quadretti grandi fate
scrivere alcune parole (una lettera in ogni quadretto), e fatele allineare in modo da creare
una colonna in cui leggere una parola nuova.
Se volete andare oltre, potete proporre a ciascun bambino di scrivere su un foglio le
definizioni delle loro parole e di ridisegnare lo schema senza le lettere: chiedete poi di
scambiarsi e risolvere i “cruciverba” così ottenuti.
p. 58 Alla scoperta del racconto
Fate riscrivere i paragrafi ottenuti collegando causa ed effetto e fateli disegnare. Potete
anche chiedere di “girare” la frase, partendo dalla causa (Giacomo giocava… perciò il
fienile…)
p. 59 Io scrittore
A partire da uno dei giochi pericolosi individuati dagli alunni, proponete di inventare una
nuova disavventura che potrebbe capitare all’imprudente Giacomo!
L’aquila da guardia e Tommaso, cap. 7 pp. 33-45
p. 60 Giocare con le parole
Potreste ampliare il discorso sui soprannomi dicendo che molti cognomi hanno avuto
origine proprio da dei soprannomi. Divertitevi a fare ipotesi sulle possibili origini di alcuni
cognomi italiani (e, se ne avete la possibilità, stranieri). Al sito: http://www.cognomix.it/ ,
potete trovare l’origine di alcuni cognomi italiani. Vi consigliamo di consultare il sito prima
di proporlo agli alunni in quanto alcuni cognomi possono avere significati volgari.
Riflettere su questi argomenti potrebbe anche risolvere spiacevoli situazioni in cui i
bambini si prendono in giro a causa dei relativi cognomi.
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IV - 2
ESPANSIONI DELLE ATTIVITÀ
p. 61 Alla scoperta del racconto
Usando la traccia del testo, fate descrivere compagni o altre persone vicine agli alunni.
Le caratteristiche scritte in tabella possono essere anche trasformate in un vero e proprio
testo descrittivo.
Conclusione, cap. 8 pp. 46-48
p. 63 Alla scoperta del racconto
Chiedete agli alunni di fare un disegno per ogni titolo elencato nel primo esercizio,
facendo in modo che dal tipo di disegno e dalla colorazione si capisca se è un episodio
realistico o fantastico.
Potete preparare l’attività sfogliando libri di racconti realistici e fantastici e confrontando
disegni e stili.
Troverete ulteriori attività sul racconto nelle seguenti schede.
Scheda 7 – I TEMPI DEL RACCONTO
Scheda 8 – IL RACCONTO CONTINUA
Scheda 9 – UNO SPLENDIDO PANORAMA
Scheda 10 – LE PAROLE DELLO SPAZIO (I)
Scheda 11 – LE PAROLE DELLO SPAZIO (II)
Scheda 12 – LE PAROLE DEL TEMPO
Scheda 13 – NON SOLO GUARDARE…
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IV - 3
DENTRO IL RACCONTO
A ogni racconto inserito nella cornice del libro “Le avventure di uno scrittore”
corrisponde una diversa tematica che l’insegnante può sviluppare con la propria classe, a
seconda degli interessi e delle diverse situazioni degli alunni.
Gelsomina e Ruggero
La donna velata e il bambino dai riccioli d’oro
Giacomo gioca agli indiani
L’aquila da guardia e Tommaso
emozioni e sentimenti
il viaggio e la paura
la sicurezza nei giochi
il bullismo e i rapporti tra compagni
Di seguito proponiamo delle attività che permettono di sviluppare alcune di queste
tematiche.
1) Sentimenti in gioco
Esprimere i propri sentimenti a un’amica o un amico può risultare imbarazzante per gli
adulti, ma forse ancora di più per bambini che fino a poco tempo prima hanno “vissuto” le
proprie emozioni in maniera istintiva e senza porsi domande, mentre ora, crescendo, si
trovano a riflettere sulle proprie emozioni e soprattutto su come esse verranno accolte dai
diretti interessati e da chi sta loro intorno. La simpatia e l’amicizia tra maschi e femmine
viene in genere etichettata come “amore”, anche sotto la spinta dei modelli veicolati dai
mass media e dalla società che spesso concepisce i rapporti tra uomini e donne solo
come conseguenze della diversa sessualità e i bambini stessi si trovano a immaginarli
come tali. Questo causa naturalmente una timidezza e un pudore ancora maggiore
rispetto ai rapporti tra ragazzi dello stesso sesso, anche a causa del timore di quello che
diranno i compagni e le compagne.
Lavorare sui sentimenti e sulle emozioni diventa, quindi, molto importante per riportare
le cose alla loro giusta dimensione e per permettere una più spontanea e serena
comunicazione nel gruppo classe.
Organizzate un “blog cartaceo”, cioè un cartellone sul quale ogni alunno potrà chiedere
all’insegnante di attaccare una lettera, o una foto, un disegno… con il quale esprimere i
propri sentimenti rispetto a un argomento che potrete scegliere come gruppo classe
oppure che sarete voi stesse a proporre.
I ragazzi potranno firmare il proprio messaggio con un nicname (pseudonimo), ma non
potranno rivelare i segreti di nessuno né tantomeno prendere in giro qualcuno. I messaggi
dovranno restare un segreto della classe e non potranno essere raccontati al di fuori di
essa. L’insegnante potrà decidere di non “pubblicare” un messaggio se, a suo parere,
vìola alcune di queste norme.
Segnate queste regole, ed eventualmente altre decise dalla classe, accanto al
cartellone-blog, in modo che siano sempre ben visibili.
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V-1
DENTRO IL RACCONTO
Se tutti sono d’accordo, potete commentare insieme il blog, leggendo i messaggi,
aggiungendone di nuovi a voce ed eventualmente cercando di riassumere in poche parole
quanto espresso dalla classe.
Se avete le possibilità di accedere a un blog informatico protetto, potrete in un secondo
momento trasportare l’attività nell’ambiente informatico, mettendo ulteriormente
l’accento sulle regole necessarie a tutelare la sicurezza e la privacy nel caso dell’uso di
Internet.
L’attività permette di sviluppare diverse modalità di espressione dei propri sentimenti,
arricchendo le capacità espressive degli alunni anche in questo ambito.
Inoltre, permette di avviare in maniera concreta alla prevenzione nell’uso dei sistemi
informatici e alla cura della propria privacy e di quella degli altri.
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V-2
DENTRO IL RACCONTO
2) Giocare in sicurezza
La sicurezza domestica, e ancor più in classe, è sicuramente un argomento che negli
ultimi anni è diventato oggetto di grande attenzione. Il difficile equilibrio tra “piacere della
scoperta e del gioco” e il “non correre pericoli” è un costante problema non solo per i
genitori, ma anche per gli insegnanti, che si trovano spesso a dover proibire dei giochi
perché troppo rischiosi. Rendere gli alunni consapevoli dei possibili pericoli che corrono
farà sì che essi siano maggiormente partecipi della propria sicurezza.
Cominciate con una discussione aperta in cui gli alunni potranno raccontare le occasioni
di gioco che, secondo loro, possono diventare pericolose, anche partendo dal racconto di
“Giacomo gioca agli indiani” e dall’attività di pag. 59 del libro.
Prendete nota delle ipotesi e discutetele insieme, in modo da fugare eventuali falsi
timori.
A questo punto, dividete la classe in piccoli gruppi e affidate a ciascuno una o più
situazioni di pericolo. Chiedete quindi di illustrarle attraverso una semplice storia a fumetti
e di evidenziare con una cornice rossa la vignetta dove il bambino o la bambina
provocano la situazione di pericolo. Se vi sembra che sia necessario, a titolo di esempio,
svolgete coralmente questa attività partendo dalla storia di Giacomo: il momento in cui il
bambino si mette in pericolo è, naturalmente, quando appicca il fuoco: fate fare delle
ipotesi su come potrebbe essere accaduto ciò.
Con i fumetti raccolti potrete preparare un libretto sulla sicurezza, proponendo agli
alunni di aggiungere dei brevi testi, come introduzione o conclusione di ogni racconto,
nella quale riportare semplici e chiare raccomandazioni e suggerimenti per evitare di
correre rischi. Chiedete di seguire le norme per scrivere un testo regolativo, collegandovi
eventualmente al libro di letture in uso nella classe.
In alternativa al manuale di sicurezza, potreste organizzare un cartellone.
L’attività permette di individuare gli elementi pericolosi di un gioco e le cause di
pericolo, e aiuterà i bambini a controllare maggiormente le proprie azioni.
Inoltre, il lavoro avvicinerà gli alunni ai testi regolativi in maniera pratica.
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VI - 1
DENTRO IL RACCONTO
3) Prepotenze? No grazie!
Il racconto “L’aquila da guardia e Tommaso”, affronta il problema delle prepotenze tra
compagni. Nel caso narrato si tratta, in particolare, di un episodio di bullismo. Potete
introdurre tale argomento proprio a partire dal racconto, invitando gli alunni a comprendere
il significato profondo di tale parola (in molti casi abusata e in altrettanti dimenticata)
attraverso un’attività in tre fasi:
a) Gli alunni formulano, singolarmente o a coppie, una loro definizione di bullismo.
Invitate gli alunni a essere il più possibile precisi nel redarre tale definizione, spiegando se
essi pensano che ci siano delle differenze tra “bullismo” e “prepotenza” e arricchendola
anche di esempi di “bullismo” e di “non bullismo”.
b) Se possibile, riportate tutte le definizioni sulla LIM, sulla lavagna o in un cartellone e,
attraverso una discussione, raggiungete una definizione condivisa da tutta la classe.
c) Leggete infine una definizione “ufficiale” di bullismo (quella seguente è tratta dal sito
promosso dal MIUR http://www.smontailbullo.it/, dove potrete trovare anche numerosi
consigli, racconti di esperienze e suggerimenti di attività in merito).
“Il termine italiano "bullismo" è la traduzione letterale della parola inglese
bullying, termine ormai comunemente usato nella letteratura internazionale per
indicare il fenomeno delle prepotenze ripetute tra pari.
Possiamo dire di assistere a una relazione di questo tipo se:
• avvengono prepotenze intenzionali;
• queste prepotenze sono ripetute nel tempo e riguardano sempre gli stessi
soggetti;
• tra i protagonisti esiste uno squilibrio di forze tale per cui chi è oggetto di
prevaricazioni è più debole e non è in grado di difendersi da solo.
[…] Il bullismo riguarda un gruppo e come tale deve essere considerato. Il
riferimento al gruppo è importante per almeno due buoni motivi:
1. chi agisce o riceve prepotenze può essere un singolo, ma più spesso è un
gruppo di persone,
2. queste dinamiche si affermano all'interno di un gruppo che comprende, oltre
ai bulli e alle vittime, anche un buon numero di persone che apparentemente
non sono direttamente coinvolte, ma sanno quello che sta succedendo e
possono prendere posizione.”
Proprio leggendo la definizione sopra ci rendiamo conto quale importanza possa avere il
gruppo classe-scuola nel provocare o demolire fenomeni di bullismo.
Suggeriamo perciò di organizzare attività volte a sensibilizzare tutta la classe a questo
problema, e non a colpevolizzare un bambino o un gruppo di bambini.
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VII - 1
DENTRO IL RACCONTO
Cominciate invitando ciascun alunno a riconoscere un’occasione in cui hanno assistito a
una “prepotenza”, anche piccola, senza reagire in alcun modo. Fate notare che con
“reagire” non si intende intervenire, ma anche solo segnalare quanto avvenuto a un adulto
o ascoltare con partecipazione il racconto di chi ha subito la violenza senza prenderlo in
giro. Le esperienze verranno scritte su foglietti anonimi che raccoglierete e, in seguito,
leggerete alla classe per valutare come si sarebbe potuto intervenire: in questo modo sarà
possibile far notare ai bambini che, almeno nel caso di prepotenze tra loro pari, sia
possibile non essere complici di una violenza anche senza correre rischi.
Molto probabilmente durante questa discussione emergerà la paura di “fare la spia”
rispetto a un amico o a quanto si è visto. È bene ragionare insieme su che cosa significhi
questa espressione, evidenziando, anche attraverso esempi, la differenza tra fare la spia e
denunciare una situazione problematica.
A violenza non si risponde con violenza, neppure se si è “dalla parte della ragione” e in
particolare quando si ha a che fare con i giovani!
In tal senso è particolarmente educativo il bellissimo racconto “Il Prepotente” in
“L’inventore di sogni” di Ian McEwan, Einaudi Ragazzi, dove il colpo di scena finale ci fa
capire che spesso la prepotenza nasce dal disagio e che sarebbe più efficace agire su
questo e non semplicemente punire o isolare il “colpevole”.
L’attività sviluppa obiettivi di C&C, non solo per quanto riguarda il comportamento
rispettoso dell’alterità, ma anche rispetto alle capacità di esprimere esperienze in
maniera corretta, e favorisce la crescita di un gruppo classe.
Scheda 14 – IL PREPOTENTE
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VII - 2
1
TRA FANTASIA E REALTÀ (I)
1. Rispetto all’avventura “Giacomo gioca agli indiani” (pagine 25-32
del libro), indica con una X quale degli avvenimenti qui sotto elencati
vengono immaginati, cioè che NON avvengono davvero.
 Giacomo gioca nel fienile con il fuoco.
 Gli indiani stanno facendo la festa di primavera.
 Il toro abbatte la porta del fienile.
2. Disegna la forma delle nuvole che la mosca vede mentre vola nel
cielo.
ORA DIVENTAVANO SERPENTI…
ORA GUERRIERI…
ORA ANIMALI SPAVENTOSI…
O CUCCIOLI COCCOLONI.
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2
TRA FANTASIA E REALTÀ (II)
1. Trasforma il seguente racconto da realistico in fantastico
inserendo uno o più elementi di fantasia.
Eccoti alcuni suggerimenti sui possibili elementi da modificare:
• Perché Maxi è diventata alta?
• Perché Maxi non si vergogna più?
• Chi è Mini?
Mini e Maxi
Erminia Zippi ha otto anni, è molto alta e magrissima. Ha i capelli rossi,
crespi come una treccia di rame. Anche in pieno inverno le restano tante
lentiggini sul naso.
Per mamma, papà e tutti gli amici è semplicemente Mini.
Solo suo fratello Moriz la chiama: - Spilungona, spazzolino rosso, pertica!
Perché lui non la supera neanche di un dito, pur avendo due anni di più.
E questo lo irrita da matti. Visto che è più piccola, dovrebbe anche essere
più bassa! Così ogni giorno protesta: - Che razza di spilungona sei? Ma ti
pare normale?
Un tempo Mini gli dava retta e si vergognava di essere così lunga.
Ma da quando va a scuola, non più.
Perché nella sua scuola ci sono altri bambini alti come lei e altri più alti
ancora. E poi la sua migliore amica Maxi, che è anche la più bassa di tutta
la classe, le dice spesso:
- Cosa darei per essere alta come te!
A scuola Mini e Maxi sono compagne di banco. E di solito si vedono anche
di pomeriggio, a casa di una o dell’altra, ai giardinetti. Oppure portano in
giro Tobi, che è il cane di Maxi.
O vanno da Sebastiano, un loro compagno di classe.
Mini pensa che Maxi sia la bambina più intelligente del mondo. Per questo
quando Mini ha un problema, ne parla con lei e a Maxi viene quasi sempre
una buona idea per risolverlo.
Cristine Nöstlinger, Mini compie gli anni, Franco Panini Ragazzi
Le avventure di uno scrittore
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3
TRA FANTASIA E REALTÀ (III)
1. Trasforma il seguente racconto da fantastico in realistico
inserendo uno o più elementi di fantasia.
Abbiamo già sottolineato alcuni elementi fantastici che puoi cambiare per
trasformarli in realistici. Naturalmente tu puoi modificarne anche altri.
La fata musona
C’erano una volta due fate cugine che vivevano in un bosco. Una si
chiamava Venticello Gaio e l’altra Venticello Sconsolato. Dai loro nomi si
capisce che una era sempre allegra e l’altra sempre di cattivo umore.
Venticello Gaio si annoiava molto di svolazzare insieme a una fata musona
come la cugina e cercava in tutti i modi di farla sorridere:
- Guarda che buffi fiori! Guarda che strane foglie!
Ma tutto quello che a lei metteva allegria a Venticello Sconsolato faceva
venire una terribile tristezza: - Eh, quei poveri fiori presto saranno appassiti!
E quelle foglie tra poco ingialliranno, poi cadranno a terra!…
Venticello Gaio non ne poteva più.
“Devo fare qualcosa” pensò. Poiché era una fata, aveva mille risorse.
Indossò un vestito fatto di buio e preparò una notte straordinaria. Andò da
tutti i fiori, da tutti gli alberi, da tutti gli animali:
- Un concerto! Un grande meraviglioso concerto che risuoni ovunque,
ecco quello che ci vuole. Lo dirigerò io, con la magia del mio vento.
Quella notte tutto il bosco suonò una musica che non si era mai sentita. La
luna scese quasi fino agli alberi per ascoltare meglio. Il concerto durò fino
all’alba. Quando la musica tacque Venticello Sconsolato fece un applauso
sincero e i musicisti ringraziarono con un bell’inchino.
- Già finito? - chiese Venticello Sconsolato.
- La notte è quasi finita e i musicisti sono stanchissimi - disse la luna.
- Ancora un pezzetto…- supplicò Venticello Sconsolato.
La musica ripartì e il bosco si riempì di nuovo di suoni e rumori. Finì che
era quasi l’alba, ma non bastava ancora.
- Vi prego, non smettete!- e il concerto continuò.
Anna Vivarelli, Piccole storie matte, Interlinea Edizioni
Le avventure di uno scrittore
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4
SECONDO ME È… UN LIBRO!
Trasformate il libro in un “oggetto” divertente,
per esempio in…
… un collage di fotografie
OCCORRENTE




1 cartellone e dei fogli A4
matite, pennarelli, tempere e altri materiali per colorare
colla stick, forbici con punte arrotondate
riviste e giornali
• Costruite dei semplici biglietti piegando a metà dei
fogli A4.
• Nelle pagine interne di ciascun biglietto scrivete il
titolo e il riassunto di un’avventura della mosca.
• Sulla prima pagina del biglietto incollate una fotografia
o fate un disegno relativo al racconto.
• Attaccate su un cartellone tutti i biglietti delle
avventure, (incollate l’ultima pagina al cartellone), avendo cura di
lasciare spazio sufficiente per illustrare, scrivendo anche un breve
testo, l’inizio e la fine del libro ed
eventuali parti di collegamento.
• Con del nastro o del cartoncino
colorato fate una cornice al vostro
quadro e appendetelo in aula.
segue
Le avventure di uno scrittore
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4
SECONDO ME È…
… una scatola di cioccolatini
OCCORRENTE
 1 scatola tipo quelle dei cioccolatini grande almeno come un foglio A4
 matite, pennarelli, tempere e altri materiali per colorare
 colla stick, forbici con punte arrotondate
 delle strisce di cartoncino colorato alte 8 cm e lunghe 40 cm, della carta bianca.
• Piegate a fisarmonica le strisce di cartoncino in
modo da ottenere dei quadrati di 8 cm di lato.
• Disegnate una forma diversa, da “ciocco-latino”,
su ciascun quadrato e ritagliatele in modo, però,
che la striscia rimanga unita.
• Su ciascuna striscia illustrate con vignette o
scrivete un’avventura del libro.
• Ripiegate le strisce a fisarmonica e disponetele nella scatola come
tanti cioccolatini; se volete mettete sul fondo della scatola della carta
velina o della carta argentata.
• Ricoprite il coperchio della scatola con
un foglio bianco sul quale fate uno o
più disegni per spiegare la cornice del
racconto (lo scrittore che si trasforma
in mosca per trovare l’ispirazione…).
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5
DA SCRITTORE A MOSCA
1. Confronta com’è descritto lo scrittore PRIMA e DOPO essersi
trasformato in mosca.
Come sono i
suoi occhi?
uomo
mosca
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
Come si
muove
(usa le mani,
le zampe…)?
Che cosa fa
(cammina,
vola…)?
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
………………………………………………………...……
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
2. A te piacerebbe trasformarti in una mosca?
• Racconta che cosa faresti diventato mosca?
• Dove andresti?
• Che cosa ti piacerebbe vedere senza essere notato?
segue
Le avventure di uno scrittore
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5
DA SCRITTORE A MOSCA
3. In quale altro animale ti piacerebbe trasformarti?
Racconta la tua trasformazione completando la tabella qui sotto.
bambino/bambina
Come sono i
tuoi occhi?
dopo essermi
trasformato/a in…
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
…………………………………………………………
Come ti muovi?
Che cosa fai?
…………………………………………………………
…………………………………………………………
4. La mosca è la “protagonista” di molti modi di dire diversi. Eccone
alcuni: prova a spiegarli, poi verifica su un dizionario.
• Far saltare la mosca al naso.
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
• Essere una mosca bianca.
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
• Zitto e mosca!
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
• Non far male a una mosca.
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
• Restare con un pugno di mosche.
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
• Non sentir volare una mosca.
…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..………………
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6
DI TUTTI I COLORI!
OCCORRENTE




1 foglio di carta da pacco bianca
matite, pennarelli, tempere…
colla stick, forbici con punte arrotondate
riviste e giornali
Scegliete in una discussione di classe alcune
“emozioni” che volete… colorare! Pensate sia a
emozioni come la gioia, l’amore, l’allegria… sia a
emozioni come la tristezza e la paura.
Dividetevi in gruppi: 3-4 bambini per ciascuna
emozione o coppia
di emozioni (una felice e una triste).
Scegliete un colore (o due, se proprio volete) per ogni emozione e
preparate un cartellone seguendo queste indicazioni:
• Scrivete in alto il titolo.
• Cercate su riviste e giornali alcune immagini che illustrino l’emozione
da voi scelta.
• Ricolorate le immagini con le tempere o i pennarelli usando soprattutto
il colore da voi scelto per quell’emozione.
• Ritagliate le figure e incollatele sul cartellone.
• Aggiungete anche disegni fatti da voi, sempre usando il coloreemozione.
• Arricchite il cartellone anche con oggetti tridimensionali legati
all’emozione, per esempio: un fazzolettino di carta per “asciugare” le
lacrime, o il biglietto d’invito a una festa.
• Completate il cartellone scrivendo perché avete abbinato quel colore
alla vostra emozione.
Preparate, infine, una mostra con i vostri cartelloni: appendeteli in un
corridoio della scuola o in aula. Mettete sotto ciascun cartellone il nome
degli autori. Spiegate ai visitatori come avete svolto il lavoro.
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7
I TEMPI DEL RACCONTO
1. Indica con una X quando si svolge, secondo te, l’avventura
di Gelsomina e Ruggero (pagine 10-14 del libro).
Spiega poi i motivi della tua scelta.
 tanto tanto tempo fa
 nel nostro tempo
 nel futuro
2. Sottolinea i verbi di pagina 10 e analizzane i tempi.
Indica con una X.
I verbi di questa pagina sono quasi tutti…
 al passato
 al presente
 al futuro
3. Riscrivi il primo paragrafo di pagina 10 volgendo, dove possibile,
i verbi al presente. È sempre possibile farlo?
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
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8
IL RACCONTO CONTINUA
Gelsomina e Ruggero (pagine 10-14 del libro)
1. Che cosa si diranno Gelsomina e Ruggero al loro primo
appuntamento?
Completa i fumetti come più ti piace.
…………………………………………………………..
…………………………………………………………..
………………………………………………………..
……………………………………………..
……………………………………………..
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……………………………………………..
……………………………………………..
L’aquila da guardia e Tommaso (pagine 33-45 del libro)
2. Ti è mai capitato di comportarti da prepotente con qualcuno/a?
E di subire le prepotenze e i dispetti di qualche ragazzino/a?
Racconta quali emozioni hai provato e come ti sei comportato.
Le avventure di uno scrittore (pagine 3-16 del libro)
3. Stai facendo i compiti di matematica quando… la tua matita ti
anima e ti fa vivere un’avventura fantastica. Che cosa accadrà?
Ti aiuterà a fare i compiti oppure ti trasformerà in un personaggio dei
fumetti o ancora… racconta!
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9
UNO SPLENDIDO PANORAMA
1. Leggi che cosa vede la mosca nel golfo all’inizio della storia “La
donna velata e il bambino dai riccioli d’oro”.
Sottolinea tutti gli aggettivi e scrivili accanto al nome a cui si riferiscono,
come nell’esempio.
La luce del sole si rispecchiava sulla superficie di un mare calmo e
invitante, mentre il vento della sera soffiava sulle vele bianche delle barche
che rientravano in porto.
L’attenzione dello scrittore fu attratta da un’imbarcazione dallo scafo verde,
più piccola delle altre, che sembrava sparire oltre la linea dell’orizzonte.
mare: calmo, ……..…………………………..…………………..…………………..…………………..………………………………
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
2. Ora disegna qui sotto come immagini il paesaggio descritto.
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10
LE PAROLE DELLO SPAZIO (I)
1. Cerca nell’avventura “L’aquila da guardia e Tommaso” (pagine 3345 del libro), le parole dello spazio.
Per ogni parola dello spazio qui sotto, copia la frase in cui l’hai letta (A). Poi
scrivi una frase inventata da te (B) che contenga la stessa parola.
 direzione
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
 vicina
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
 circondata
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
 sotto
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
 davanti
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
 attorno
A) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
B) ……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..……………………………
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11
LE PAROLE DELLO SPAZIO (II)
1. Tra i luoghi indicati qui sotto, colora solo il riquadro di quelli in cui
si svolge l’avventura “L’aquila da guardia e Tommaso” (pagine 33-45
del libro).
una campagna con
campi coltivati e prati
una vecchia casa
un parco
di querce
una scuola
una costa piatta
sul mare
un bosco di pini
in montagna
un
ripido
scoglio
una cittadina
una fabbrica
un parco di
betulle
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LE PAROLE DEL TEMPO
1. Descrivi la scuola di Tommaso come se fossi una mosca che arriva
da lontano, segui quest’ordine:
•
•
•
•
prima: la zona in cui si trova
poi: il parco intorno
in seguito: l’edificio esterno
infine: inventa tu come sono fatti gli spazi interni della scuola.
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
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2. Usa la traccia dell’esercizio 1 per descrivere la tua scuola.
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
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……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
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NON SOLO GUARDARE…
1. Secondo te che cosa vogliono dire queste parole pronunciate dal
genio del computer?
Se ti manca la fiducia nelle meraviglie del mondo, come puoi aspettarti di
vedere le splendide storie che ti accadono intorno?
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
2. Elenca le cose molto belle che vedi attorno a te se osservi
attentamente (oggetti, persone ma anche avvenimenti…).
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
……………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………..…………………………………...….
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14
IL PREPOTENTE
C’era un prepotente nella classe di Peter; si chiamava Barry Tamerlane.
Non aveva l'aria da prepotente. Non era di quelli sempre tutti sporchi; non
aveva una faccia brutta, e neppure lo sguardo da far paura o le croste
sopra le dita, e non girava armato.
A casa non lo picchiavano, come spesso succede ai prepotenti, e neanche
lo viziavano. Aveva genitori gentili ma fermi, che non sospettavano nulla. A
guardarlo era bello morbido e tondo, pur senza essere grasso; portava gli
occhiali e sulla sua faccia soffice e rosa luccicava l’argento dell’apparecchio
dei denti.
Come si spiega allora che Barry Tamerlane riuscisse tanto bene a fare il
prepotente?
Peter aveva dedicato a questa domanda un bel po’ di pensieri. Ed era
giunto alla conclusione che il successo di Barry avesse due spiegazioni.
La prima era che Barry sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il
volere una cosa e ottenerla. Supponiamo ad esempio che gli andasse a
genio il giocattolo che aveva un bambino in cortile: lui non faceva altro che
strapparglielo di mano. Se c'era da fare una coda, lui si metteva per primo.
La seconda ragione del successo di Tamerlane era che di lui avevano tutti
paura. Non si sapeva bene perchè. Bastava sentirlo nominare per provare
una specie di pugno gelato alla bocca dello stomaco. Barry metteva paura,
perche aveva la reputazione di uno che mette paura.
Barry Tamerlane era potente in tutta la scuola. Nessuno poteva impedirgli
di prendersi quel che voleva. Che strano che non gli importasse di essere
senza amici, o di essere odiato ed evitato da tutti.
Quando compì undici anni, Barry invitò a casa una dozzina di compagni.
II festeggiato tutto sorridente accolse i bambini sulla porta di casa.
- Salve Peter! Grazie! Ehi, mamma, guarda che cosa mi ha regalato il mio
amico Peter!
Quel pomeriggio, Barry fu cortese con tutti i suoi ospiti. Partecipava alle
gare, senza pretendere di vincere sempre. Rideva con i genitori e versava
da bere, e aiuto addirittura a rimettere in ordine e a lavare i piatti.
segue
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IL PREPOTENTE
14
A un certo momento della festa, Peter sbirciò nella stanza di Barry. C'erano
libri dappertutto, una pista da trenino montata sul pavimento, un vecchio
orso di pezza sul letto appoggiato al cuscino, un gioco elettronico: una
stanza identica in tutto e per tutto alla sua. Alla fine del pomeriggio, Barry
salutò Peter con una pacca sul braccio e gli disse: - A domani Peter.
“Allora Barry Tamerlane ha una doppia vita, - pensava Peter tornando a
casa. - Ogni mattina in un determinato punto del tragitto tra casa e scuola,
il bambino si trasforma in un mostro, e la sera, il mostro ritorna bambino”.
Un pomeriggio, Peter si ritrovò da solo ai margini del
cortile. Era stato sul punto di addentare la mela,
quando sollevò lo sguardo e si ritrovò gli occhi
puntati sulla faccia rosa e tondetta di Barry
Tamerlane. Tese molto semplicemente la mano e
disse: - Voglio quella mela.
Dovete sapere che Peter non era un codardo. Ma
non aveva coraggio per Ie risse. Era un ragazzino
abbastanza robusto per la sua età, ma sapeva che
non sarebbe mai riuscito a vincere facendo la lotta,
perchè non ce l’avrebbe fatta a colpire un altro sul
serio.
- Avanti, - disse Barry Tamerlane in tono ragionevole. - Passami quella
mela, se non vuoi che ti disfi la faccia.
Peter sentì il gelo salirgli dai piedi e diffondersi in tutto il corpo. Valeva la
pena di farsi disfare la faccia per così poco? Certamente no. E d’altra parte
era giusto cederla, solo perchè un prepotente la voleva?
- Dai Peter! Fagli vedere! - disse qualcuno.
- Dai Barry! Tocca a te! - dicevano altre voci.
Altri bambini si radunavano in cerchio. Peter sentì l’annuncio diffondersi in
tutto il cortile: - Si picchiano! Si picchiano!
Peter osservò il bambino che si stava preparando a colpirlo e gli venne in
mente la festa di compleanno di tre settimane prima, quando Barry era
stato così affettuoso e cordiale. Che cosa rendeva tanto potente il roseo, il
paffuto Barry?
segue
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IL PREPOTENTE
14
E all'improvviso, dal nulla, Peter trovò la risposta.
“Ma è ovvio, - pensò - Siamo noi. Tutta la sua forza
e il potere, ce li siamo sognati noi. Noi abbiamo
fatto di lui quel che è. Quando va a casa e nessuno
gli crede se fa il prepotente, allora torna se stesso”.
Barry tornò a parlare. - È la tua ultima occasione.
Dammi quella mela.
Per tutta risposta, Peter si portò la mela alla bocca
e ne staccò un gran morso. - Vuoi sapere una
cosa? - gli disse lentamente - lo non ti credo. Tu
non sei altro che un grasso budino rosa... coi denti
di ferro.
Ci fu uno scroscio di risa tra la folla. Peter incalzò,
prima che l’altro recuperasse la rabbia. - Sono
stato a casa tua. Ti ricordi? Per il tuo compleanno.
Tu sei un bambino normale, tranquillo. Ti ho
anche visto aiutare tua mamma a lavare i piatti...
- Aaaaaaah, - fece eco la folla accompagnando l’esclamazione con una
nota di caloroso disprezzo.
- E poi ho guardato in camera tua e ho visto l’orsacchiotto ben rincalzato
sotto le coperte.
- Aaaaaaah, - gridò la folla - Uuuuuuuuh! Piccolino... pisciasotto... dorme
soltanto con l’orsacchiotto... aaaaah.
Non c’era uno solo tra i presenti che non nascondesse una segreta passione
per qualche vecchio animale di pezza malconcio e che non se lo
coccolasse tutte le notti. Ma che soddisfazione, scoprire che il prepotente
non era da meno.
E proprio a quel punto Barry si mise a piangere. Sussultava con tutto il
corpo e di tanto in tanto tirava su un po’ d’aria per respirare.
Ma la folla non ebbe pietà.
- Oh poverino, vuole la mamma...
Ormai il pianto era tanto dirotto che Barry non ebbe neppure la forza di
allontanarsi. Rimase lì, in mezzo al cerchio degli altri bambini, a piangersi e
a smoccolarsi dentro le mani. Erano tutti e tutto contro di lui.
segue
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14
IL PREPOTENTE
Per il resto di quella mattina in classe, Barry rimase muto. Si ingobbì sul
quaderno senza più alzare gli occhi per non incontrare lo sguardo degli
altri.
Peter, al contrario, si sentiva pieno di sè. Ma col passare delle ore,
incominciò a sentirsi vagamente diverso. Le parole che aveva detto si
misero a ossessionarlo. Si era preso gioco di Barry solo perchè era grasso e
portava l’apparecchio e aveva un orsacchiotto e aiutava sua mamma a
lavare i piatti.
Certo, aveva voluto difendersi e dare una buona lezione a Barry, ma aveva
finito col trasformarlo in un oggetto di scherno per tutta la scuola. Le sue
parole gli avevano fatto molto più male di qualsiasi pugno sul naso. Lo
avevano umiliato. E adesso il prepotente chi era?
Uscendo per l'intervallo del pranzo, Peter appoggiò un biglietto sul banco
di Barry. C'era scritto:
Ti va di giocare a pallone? P.S. Ce l’ho anch'io un orsacchiotto e devo sempre aiutare mia madre a lavare i piatti.
Peter
Barry accettò volentieri. I due ragazzini organizzarono una partita e vollero
a tutti i costi essere messi nella stessa squadra. Si aiutarono a segnare, e
uscirono dal campo tenendosi sottobraccio. Lui e Peter divennero amici.
Barry appese in camera sua il biglietto che Peter gli aveva scritto, e del
prepotente, come succede con i brutti sogni, ci si scordò presto.
Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi
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