Mercatello sul Metauro 25 luglio – 12 agosto 2009 Ex-Convento di San Francesco Museo di San Francesco, Sala Vero Baldeschi Elaborazione testi, ideazione grafica e impaginazione, Gabriele Muccioli. Le foto di copertina (Concerto di Mezz’Estate, il Maestro Agiman prova con l’Orchestra Sinfonica Rossini e il Coro Polifonico Icense nella chiesa di S. Francesco ... un francescano ascolta, 10 agosto 2008) sono di Gabriele Muccioli. La foto dell’Orchestra Sinfonica Rossini di pag. 51 è di Federico Tamburini. L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non identificate. Stampa Arti Grafiche Stibu a stagione concertistica Musica&Musica - tempi, luoghi e culture a confronto - è fin dalla sua origine stata ideata e promossa nell’ambito delle iniziative che il Museo di San Francesco sempre più frequentemente attiva per valorizzare le sue strutture architettoniche e le opere d’arte conservatevi. Tale impegno si è da subito ampliato ed allargato fino a comprendere nel suo bacino d’interesse tutto il centro storico di Mercatello ed il restante territorio extraurbano, punteggiato da molteplici emergenze architettoniche e caratterizzato da notevoli qualità paesaggistiche e naturalistiche; senza tralasciare la palese continuità territoriale con i comuni limitrofi, appoggiata con forza dalla direzione del museo mediante l’adesione convinta alla rete museale Museo del Metauro arte e storia, tradizioni e innovazioni. In quest’ottica, utilizzare la musica per contribuire a far scoprire, vivere, conoscere e valorizzare il patrimonio storico e artistico di Mercatello e dell’Alta valle del Metauro, è parsa da subito una scelta ideale, accogliendo negli anni un numero sempre crescente di “palcoscenici improvvisati” che ruotano attorno a quella che è ormai riconosciuta anche come una splendida “sala da concerto”: la Chiesa monumentale di San Francesco, fulcro e perno del museo e della cultura alto-metaurense. Il sorprendente riscontro ottenuto nelle passate edizioni da parte degli addetti ai lavori, del pubblico e della critica, ha imposto di riproporre anche quest’anno l’iniziativa e di moltiplicare gli sforzi per migliorarla; di crescere e L maturare accogliendo fra simpatizzanti, amici e sostenitori nuovi soggetti che ne hanno percepito l’importanza e sono, e saranno, in grado di apportare contributi e sostegni ulteriori sotto vari punti di vista: da quello artistico a quello economico. Del resto non è certamente pensabile adagiarsi sugli allori. La continua crescita e la ricerca di una qualità sempre maggiore, punti fermi dell’iniziativa, non possono certo mancare in questo momento in cui, come già si programmava l’anno passato, sono imminenti i lavori di ampliamento del museo attuale, l’accrescersi delle sue collezioni, l’adeguamento delle strutture ai più moderni standard, la professionalizzazione degli addetti e la dotazione di efficienti laboratori didattici per alunni e famiglie. Non possiamo poi dimenticare che quest’anno ricorrono – oltre agli importanti anniversari di Handel, Haydn, Menfelssohn, Purcell ma anche De André e Woodstock, più strettamente legati alla musica e da essa doverosamente ricordati - i quarant’anni dalla firma dello Statuto dell’Associazione Pro Loco Mercatellese, nata proprio grazie allo stimolo di ricomporre la collezione del Museo di San Francesco, dispersa dalle conseguenze del furioso passaggio dell’ultima guerra mondiale e di cui si è in seguito sempre amorevolmente e con dedizione occupata. Nel 2009 si celebrano inoltre i settecento anni del grande Crocifisso dipinto su legno da Giovanni da Rimini per la nuova chiesa francescana mercatellese; opera fondamentale, primo ed importantissimo esempio documentato Gabriele Muccioli (delegato al Museo di San Francesco ProLoco Mercatellese) Chiesa monumentale di San Francesco Giovanni da Rimini, Crocifisso, tavola (1309), particolare della scuola pittorica riminese, firmato e datatato alla base dall’autore. La mirabile opera d’arte ha partecipato e vissuto tutte le vicende avvenute nello splendido tempio francescano che ancora la conserva e dove venne collocata già prima della sua consacrazione, avvenuta nel 1318. Dalla sua posizione privilegiata ha visto la fatica dei primi fratelli di Francesco; osservato frescanti, pittori e scultori trecenteschi e rinascimentali arrampicati su traballanti impalcature; seguito dispute teologiche, correnti artistiche, riforme e controriforme che hanno trasformato più volte la chiesa; osservato truppe di soldati stranieri accamparvisi dentro; udito colpi di spada, di bombarda e il rombo di aerei seminatori di morte; accolto generazioni di fedeli oranti, di coppie che ai suoi occhi si promettono ancor oggi la vita e di uomini che esalato l’ultimo respiro hanno trovato ai suoi piedi il loro riposo eterno. A quanti vengono da ogni parte del mondo per ammirarlo nella sua abbagliante bellezza sfuggono le preghiere rivoltegli da Federico da Montefeltro che alla sua ombra venne allevato, quelle elevategli dal biturgense Piero della Francesca durante i suoi viaggi verso Urbino o quelle innalzategli dalla giovane Orsolina Giuliani prima di essere santificata ed elevata alla gloria degli altari. Fatto quest’ultimo che interferì in maniera determinante nell’avventurosa vita della grande tavola di pioppo sagomata che, dopo gli spostamenti già subiti all’interno del tempio francescano, venne dimenticata in una legnaia e destinata al fuoco perchè rimpiazzata da una tela dedicata alla concittadina Santa Veronica. Fortunatamente seguirono la sua riscoperta artistica, le esposizioni e i viaggi a Rimini, a Ravenna, a Urbino e quello sfortunatissimo a Firenze dove durante l’alluvione del 1967 vennero messe a dura prova anche le sue capacità di galleggiare in Arno. Iniziativa ideata e promossa dal Museo di San Francesco con il sostegno e il supporto di: Associazione Pro Loco Mercatellese Comune di Mercatello sul Metauro Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro sotto il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con: Coro Polifonico Icense Mercatello Parrocchia Santa Veronica Giuliani Mercatello Direzione artistica, Gabriele Muccioli - Guerrino Parri indice PRESENTAZIONI 9 10 11 G. Giovannini Commissario Straordinario, Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro G. Pistola Sindaco, Comune di Mercatello sul Metauro, A. Marchetti Assessore alla Cultura, Comune di Mercatello sul Metauro G. Muccioli Delegato alla Cultura, Pro Loco Mercatellese PROGRAMMA 14 26 52 56 60 SUOR ANGELICA: opera in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano - 1918. Cantanti del programma lirico The Professional Advantage - Orchestra Sinfonica Rossini - H. Keelan direttore - V. Hartman regista. FALSTAFF: commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito da Shakespeare - 1893. Cantanti del programma lirico The Professional Advantage - Orchestra Sinfonica Rossini - J. Caraher direttore - V. Hartman regista. VIBRAZIONI INFINITE: quattro secoli di musiche per archi Pachelbel, Mozart, Rossini, Britten. Orchestra Sinfonica Rossini - L. Marcelletti direttore. UN PENTAGRAMMA DI STELLE: ispirazioni celtiche sotto la torre medievale nella notte di San Lorenzo. InChanto M. Scarpini voce solista, percussioni / G. Allegro flauti dolci, clarinetti, tin whistles / F. Barbucci violino, cori / M. Del Bigo chitarra-liuto, cetera, arpa, bodhràn, darbouka, cori / C. Guasconi ghironda, tastiere, dulcimer, epinètte, harmonium, cori. CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: vivere un museo divertendosi Bizet, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Offenbach, Mendelssohn, Mascagni, Rossini, Haendel. Orchestra Sinfonica G. Rossini – Coro Polifonico Icense Mercatello - F. von Bothmer tenore - L. Marcelletti direttore. AMICI E SOSTENITORI 71 Soci ordinari e sostenitori presentazioni Angelo musicante con flauto di Pan, tempera sulla volta del Salone al piano nobile (sec. XIX) Palazzo Gasparini a stagione musicale che Mercatello propone a partire dal mese di luglio, rappresenta ormai un appuntamento culturale da non perdere per tutti coloro che, attratti dalla musica, amano profondamente anche l’arte in tutte le sue espressioni, le tradizioni, l’ambiente ed il paesaggio. Seguire la stagione di Musica&Musica permette infatti, non solo di godere del ricchissimo programma musicale proposto, ma anche della straordinaria cornice architettonica che lo ospita. La chiesa di San Francesco con annesso il museo recentemente allestito e già in programma di ampliamento, rappresenta per noi Mercatellesi un tesoro inestimabile ereditato dai nostri Avi che abbiamo il dovere di mantenere intatto per i nostri figli, e nello stesso tempo, da far vivere con manifestazioni importati come questa. Il turista che decide di partecipare alla stagione musicale può soffermarsi a godere dello straordinario paesaggio che l’Alta val Metauro offre, con il suo ambiente ancora intatto e le prelibatezze gastronomiche offerte dai numerosi agriturismi operanti nel territorio, dove può rinvigorire lo spirito ed il corpo con rilassanti soggiorni. La stagione di Musica&Musica va vista pertanto anche come uno straordinario strumento di promozione, di integrazione sociale e di arricchimento culturale per cittadini e turisti. Un forte plauso va a tutti gli organizzatori che hanno saputo mettere insieme un evento di grande qualità con le sole proprie forze e con costi assolutamente insignificanti, se paragonati ad altre manifestazioni che, pur coprendo bacini territoriali più vasti, raggiungono spesso costi esorbitanti. La Comunità Montana, nonostante la fase molto difficile, legata ai tagli che hanno sostanzialmente azzerato i trasferimenti dello stato ed all’assoluta incertezza sul proprio futuro, ha fatto, con L grande piacere, ogni sforzo per sostenere anche per quest’anno la manifestazione, in quanto la ritiene fra le più qualificate della nostra vallata. Con i continui restringimenti finanziari che tutti gli Enti locali devono affrontare in questa fase, credo sia assolutamente necessario sostenere quelle iniziative dove il rapporto qualità-prezzo è molto elevato; perché solo queste manifestazioni sono destinate a durare nel tempo. Auguro buon divertimento a tutti coloro che vorranno partecipare a questa stagione musicale con l’auspicio che, tramite loro, si riesca ad allargare la platea di ascolto; in particolare fra i cittadini di Mercatello e dei paesi limitrofi. Gli organizzatori e gli Amministratori, dovranno pertanto fare un ultimo sforzo per promuovere la manifestazione nel territorio e per integrarla ad altri eventi che durante l’estate ravvivano le nostre piazze, le nostre chiese ed i nostri palazzi. Un ultimo pensiero lo rivolgo a coloro che da Amministratori si troveranno a gestire il nuovo Ente Territoriale che nascerà dall’attuazione della legge regionale di riforma delle Comunità Montane, affinché facciano ogni sforzo per sostenere coordinare e sviluppare il settore culturale, settore sul quale purtroppo, troppo spesso si riversano i tagli. Sono convinto che la cultura rappresenti da sempre un formidabile strumento di sviluppo socio-economico del territorio. Dobbiamo, in qualità di Amministratori, fare ogni sforzo per promuoverla a tutti i livelli, fra i cittadini di ogni età e stato sociale con particolare riguardo verso i giovani sui quali dobbiamo investire e credere. Un grande “In bocca al lupo” a tutti gli organizzatori affinché questa stagione musicale sia ancora più straordinaria di quella dello scorso anno. Gabriele Giovannini (Commissario Straordinario Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro) 9 ur con le inevitabili difficoltà ed i ritardi dovuti alla recente consultazione elettorale amministrativa, Musica&Musica giunge ancora una volta con assoluta tempestività all’appuntamento. Il merito va chiaramente alla Pro Loco Mercatellese, in particolare a Parri Guerrino e Muccioli Gabriele che per tanti aspetti organizzativi hanno saputo far fronte alla straordinarietà della situazione. Oggi, ripreso il lavoro amministrativo, siamo veramente felici di poter continuare l’esperienza della stagione concertistica che negli ultimi anni tanto lustro ha dato al nostro paese. Il nostro territorio deve poter far leva non soltanto sulle qualità architettoniche ed ambientali, ma deve continuare anche a credere in eventi importanti e mirare costantemente a migliorarli ancora. Nelle tre edizioni trascorse ben 18 rappresentazioni hanno animato l’estate dell’Alta Valle del Metauro ed il suono degli strumenti e delle voci si è diffuso in molti angoli suggestivi del nostro centro storico. Quest’anno, per la prima volta, la rassegna esce dal paese per una serata, quella del 10 agosto, in cui tradizionalmente si osserva la caduta delle stelle, per arrivare in quel borgo millenario di Castello della Pieve dove si racconta venne deciso nel 1301 l’esilio del sommo poeta fiorentino Dante Alighieri. Certamente da quel luogo, quasi equidistante tra Mercatello e Borgo Pace le note di ispirazione celtica si avvertiranno anche nella vicina Borgo Pace, quasi a suggellare l’esigenza di unire gli sforzi delle comunità per garantire alla Valle una migliore qualità della vita. Vita che deve necessariamente essere pregna di cultura, di storia e di sana condivisione. P 10 Sia la rassegna che l’intero paese si apriranno quest’anno ad una nuova iniziativa nata proprio grazie al notevole riscontro che la stagione concertistica Musica&Musica ha progressivamente avuto nel territorio sia in ragione della qualità delle rappresentazioni sia per merito degli splendidi scenari in cui è ospitata: un primo corso di perfezionamento nella lingua italiana per cantanti lirici promosso dall’associazione statunitense “The Professional Advantage”. É questo un segnale importante che di concerto tra l’Amministrazione e la Pro Loco abbiamo voluto cogliere. Durante il corso, che si terrà nelle sale di Palazzo Gasparini, verranno rappresentate dagli allievi due opere liriche integrali. É la quarta edizione, come al solito pensata con l’occhio sempre attento anche ai bilanci, tanto più in periodi come questo di grande sofferenza economica. Ce la faremo come sempre senza lasciare strascichi, grazie alla collaborazione di tante persone, di Enti territoriali e di alcune realtà produttive della zona che hanno inteso garantirci supporti importanti. Ringraziamo tutti e siamo certi comunque, che grazie alla professionalità dei coordinatori, sarà ancora una edizione di successo. Pur sufficientemente partecipi, a differenza di ciò che purtroppo avviene in molte altre realtà, sollecitiamo i cittadini dell’Alta Valle a non mancare. La loro presenza unitamente a quella di tante persone che provengono da fuori ci sarà di ulteriore stimolo a proseguire sulla strada intrapresa e ormai segnata. Giovanni Pistola (Sindaco del Comune di Mercatello) Alfiero Marchetti (Assessore alla Cultura) a crisi economica, le elezioni amministrative e l’ormai endemica diminuzione dei fondi destinati alla cultura, hanno reso particolarmente difficoltosa la progettazione e la realizzazione di questa quarta edizione della stagione concertistica Musica&Musica, tempi luoghi e culture a confronto. Come spesso avviene gli ostacoli da superare si sono però dimostrati uno stimolo fondamentale ed hanno portato gli organizzatori a moltiplicare i loro sforzi nel cercare, nonostante tutto, di progredire ulteriormente nella via segnata dalle precedenti esperienze. Il lavoro svolto negli anni passati e l’interesse crescente con il quale viene vista e letta dall’esterno la manifestazione ha infatti consentito di mantenere inalterata, ed in molti casi aumentata, la fiducia dei sostenitori storici, ai quali se ne sono affiancati altri che hanno riconosciuto la validità dell’iniziativa e individuato in essa un mezzo efficace con cui condividere la propria crescita e valorizzazione. Nel ringraziare quanti ci sostengono in questa nuova avventura speriamo di riuscire a soddisfare la fiducia concessa e magari sorprenderli oltre il dovuto nel ritorno di immagine ottenuto. Segno evidente del rilievo e spessore raggiunto dall’iniziativa musicale promossa dall’Associazione Pro-Loco Mercatellese e dal Comune di Mercatello sul Metauro nell’ambito delle attività finalizzate alla valorizzazione e all’uso del Museo di San Francesco, è l’interesse rivoltogli da sempre più numerosi artisti che vorrebbero esibirsi al suo interno. In questo senso, frutto tangibile di quanto importante sia per una piccola cittadina valorizzare le proprie ricchezze storicoculturali, è l’attivazione di un primo corso di perfezionamento nella lingua italiana per cantanti lirici promosso dall’associazione statunitense The Professional Advantage. Questo si svolgerà tra il quattro di luglio e il primo di agosto nelle splendide sale del centralissimo Palazzo Gasparini, di proprietà comunale, coinvolgendo l’intero centro storico di Mercatello per L la sistemazione logistica dei partecipanti e del corpo docente che, proprio negli intenti della nostra stagione concertistica e nella bellezza del luogo, ha riconosciuto la sede ideale per raggiungere i propri scopi. Senza tralasciare l’apporto umano ed economico che iniziative del genere possono portare, qui interessa segnalare il contributo artistico che il gruppo di cantanti lirici provenienti dagli stati americani darà alla manifestazione mercatellese e non solo. Delle numerose recite e rappresentazioni che una presenza di tale rilievo può offrire, si è deciso di ospitarne solo alcune, anche per evitare sovradosaggi in un periodo già fortemente caratterizzato da continue manifestazioni folkloristiche legate al Palio del Somaro, dando possibilità alla compagnia di canto di esibirsi, anche per instaurare proficue e indispensabili collaborazioni, in altri spazi e teatri della Provincia di Pesaro e Urbino, fra cui l’Abbazia Benedettina di Lamoli ed il Teatro Comunale di Cagli. All’interno del cartellone sono inserite due opere liriche integrali, e questa è una novità, realizzate dai partecipanti al corso con la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro: la pucciniana Suor Angelica ed il verdiano Falstaff, che troveranno spazio rispettivamente nell’atmosfera mistica del Complesso monumentale di San Francesco e nell’incantevole scenario del giardino di Palazzo Donati. Dopo quest’apertura interamente dedicata al melodramma, per la prima volta la stagione concertistica si allontanerà dal centro storico di Mercatello per aggiungere un altro palcoscenico improvvisato ai tanti già sperimentati. Il suggestivo Castello della Pieve, piccolo e incantevole borgo arroccato sulle alture mercatellesi e dominato dalla torre medievale, ospiterà infatti un concerto ispirato dalla Musica Celtica del gruppo senese InChanto, appositamente scelto per concludere in maniera accattivante e festosa la tradizionale passeggiata notturna della Notte di San Lorenzo, organizzata dall’associazione Arte e Altro di Mercatello. Camminatori 11 Gabriele Muccioli (delegato alla Cultura Pro Loco Mercatellese) 12 Palazzo Gasparini Allegorie delle Arti e delle Scienze, tempera sulla volta del Salone al piano nobile (sec. XIX), part. La Musica al termine della faticata e meno ardimentosi spettatori che raggiungeranno più agevolmente e tranquillamente la meta verranno rapiti da un’atmosfera magica supportata da profumi antichi conditi da polvere di stelle. Gli ultimi due appuntamenti vedranno protagonista la nostra sede principale, l’accogliente e abbagliante Chiesa di San Francesco, ricca di capolavori e cuore del museo che da essa prende il nome. Qui ritroveremo, come nel riuscitissimo Concerto di Mezz’Estate dello scorso anno, l’Orchestra Sinfonica Rossini che è ormai diventata un partner insostituibile grazie alla sua disponibilità e valore. Anche la formula delle serate ricalcherà quella già collaudata nella passata occasione, con programmi godibilissimi attentamente e lungamente studiati dagli organizzatori assieme ai protagonisti ed al direttore d’orchestra brasiliano Lanfranco Marcelletti, che dirigerà entrambi i concerti. Il primo metterà in scena gli strumenti ad arco con una carrellata cronologica che porterà gli ascoltatori dal meraviglioso rincorrersi delle note di Pachelbel al vibrante pizzicato di Britten passando per i celeberrimi temi di Mozart e le divertenti melodie di Rossini. Il tutto accompagnato dalle lucide introduzioni su autori e brani che il brillante e simpatico direttore saprà dare. La conclusione della manifestazione sarà affidata ad un organico orchestrale, una voce solistica (il tenore Ferdinand von Bothmer) ed un programma lirico-sinfonico veramente eccezionali; Offenbach, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Rossini, Mascagni, Mendelssohn e Haendel verranno riletti e interpretati con l’apporto del locale Coro Polifonico Icense che, grazie all’impegno ed alla preparazione del suo direttore Guerrino Parri, oltre all’ormai consolidato repertorio sacro e a cappella si apre sempre più spesso con entusiasmo e crescenti risultati a nuovi ed impegnativi repertori. programma sabato 25 luglio ore 21,15 Giardino dei Fiori SUOR ANGELICA: opera in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano - 1918 Personaggi Suor Angelica soprano .......................... zia principessa contralto ....................... badessa mezzosoprano.......................... suora zelatrice mezzosoprano.............. maestra delle novizie mezzosoprano. suor Genovieffa soprano....................... suor Osmina soprano ............................. suor Dolcina soprano ............................. suora infermiera mezzosoprano ........... novizia soprano........................................ prima cercatrice soprano..................... seconda cercatrice mezzosoprano.... prima conversa soprano ....................... seconda conversa mezzosoprano ...... Interpreti ......................Julia Ellerston, Katy Gentry, Elena Galvan, Janara Rose Kellerman, Cristina Carlucci, Amy Calvert, Tamora Pellikka, Kristina Moore, Ashley Kozak, Karen Kanakis ....................... direttore ....................... Hugh regia .................... Keelan Vernon Hartman Orchestra Sinfonica Rossini ............................................................................. Produzione in collaborazione con The Professional Advantage pertura dedicata alla lirica, quella che Musica&Musica propone nel 2009 agli appassionati ed a nuovi curiosi spettatori. Questi potranno così avvicinarsi senza timori al fantastico mondo del melodramma; di norma relegato a sopravvivere a fatica in teatri elevati a templi da una ristretta scelta di adepti che pur lamentandosene, poco o nulla fanno per spolverare e far conoscere ai più uno degli spettacoli più popolari mai concepiti. A 14 Occasione per riproporre anche nel nostro entroterra le avventure, gli intrighi e gli amori che fino agli albori del secolo scorso infiammavano, divertivano e appassionavano i numerosi e variegati frequentatori dei nostri piccoli teatri, è la presenza di un corso internazionale di perfezionamento nella lingua del bel canto che si tiene a Mercatello e che in questi giorni giunge alla sua conclusione e culmine proprio con le due produzioni operistiche che ospitiamo. Si inizia con Suor Angelica, primo soggetto originale messo in musica da Giacomo Puccini e per lui scritto da Forzano a completamento degli altri due atti unici che compongono il Trittico (Il Tabarro e Gianni Schicchi), progetto nato per riunire nell’arco di un’unica serata i tre registri fondamentali del linguaggio teatrale: il tragico, il lirico e il comico. Pur essendo da subito considerata la meno riuscita del gruppo, nella sua brevità la composizione mette a dura prova la preparazione degli esecutori con il continuo gioco ad incastri che esalta il tipico canto di conversazione Pucciniano e contemporaneamente affascina l'ascoltatore. Nel lavoro l'orchestra primeggia, quasi a divenire l'attore principale, e usa trionfalmente il gioco delle parti per descrivere l'ambiente claustrale con sonorità mai pesanti né enfatiche, con un suono diafano, di tessiture cameristiche e leggere attentissime agli impasti timbrici. È proprio grazie alla musica che Puccini inquadra il dramma personale della protagonista, la commovente storia di Angelica, ragazza madre costretta a farsi suora dalla zia principessa. Ambientata nel XVII secolo, oltre ad essere uno dei rarissimi esempi di opera lirica interpretata solo da donne, è anche l'unica opera italiana che prevede un miracolo a scena aperta: la grazia della Vergine che perdona Suor Angelica accettandone il pentimento in punto di morte. Il dramma della solitudine, si svolge in un ambiente claustrofobico e opprimente, richiuso su se stesso, che amplifica ulteriormente l’isolamento della protagonista, il distacco dal mondo e la freddezza dell’ambiente claustrale in cui mancano vita e amore. Palcoscenico ideale è sembrato essere fin da subito l’antico convento dei minori di Mercatello, in particolare il recentemente recuperato Giardino dei Fiori che - con la sua cancellata che separa la scena dal pubblico, la sua fontanella, i fiori e le erbe tanto amati da Suor Angelica e così essenziali per lo svolgimento della storia ed il suo tragico finale - si proporrà come nuovo luogo per la rassegna musicale. Giacomo Puccini 15 Soggetto In un monastero italiano, verso la fine del Seicento, Suor Angelica raggiunge le consorelle che pregano nella piccola chiesa. Uscite all’aperto la Suora Zelatrice applica le dure regole della vita di clausura, punendo le converse responsabili di qualche mancanza. In un breve attimo di rilassatezza e riposo le suore si confidano i loro piccoli desideri; solo Suor Angelica dichiara di non averne alcuno, ma ognuna sa che mente conoscendo la sua vera storia. Di nobili origini, Suor Angelica è stata infatti rinchiusa in quel convento solo per punizione, e da quel momento non ha più avuto alcuna notizia della sua famiglia. Apparentemente rassegnata, soffre in realtà per il silenzio che dura ormai da sette anni. Una delle suore cercatrici, rientrate nel frattempo, annuncia che all’ingresso del convento si è fermata una lussuosa carrozza. Suor Angelica è presa dall’ansia. La campanella annuncia una visita e la Badessa chiama al parlatorio proprio Suor Angelica. 16 Entra la vecchia Zia Principessa, che chiede con alterigia alla nipote di firmare la rinuncia al patrimonio di famiglia, da lei amministrato. Suor Angelica cerca di ottenere qualche segno di affetto, ma la vecchia spiega, inflessibile, che la rinuncia serve alla sorella minore, in procinto di sposarsi; rinfaccia poi alla nipote la colpa di avere avuto un figlio fuori dal matrimonio, disonorando la famiglia. Suor Angelica vorrebbe conoscere la sorte del figlio, che le è stato strappato e del quale non ha più saputo nulla; impassibile e crudele, la vecchia le rivela che il bambino è morto due anni prima per una malattia. Partita la principessa, Suor Angelica si abbandona alla disperazione. Decide di lasciare la vita e beve una pozione di erbe velenose. Uscita dal suo stato di allucinazione si pente, ma è troppo tardi; implora allora la Vergine di darle il segno del suo perdono. Il miracolo si compie: la Vergine appare, preceduta da un bambino che si avvicina alla religiosa morente. Libretto [La preghiera] (La scena è vuota. Le suore sono in chiesa) Le suore Ave Maria, piena di grazia, il Signore è teco, Tu sei benedetta fra le donne, benedetto il frutto del ventre tuo, Gesù. Sancta Maria, prega per noi peccatori... Suor Angelica Prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte... Le suore Prega per noi ecc. (Due converse, in ritardo, si soffermano un istante ad ascoltare un cinguettio, quindi entrano in chiesa. – Suor Angelica, anch’essa in ritardo, si avvia in chiesa e fa l’atto di costrizione delle ritardatarie che le novizie non hanno fatto. – Terminata la preghiera le suore escono dalla chiesa) [Le Punizioni] La Sorella Zelatrice (alle due converse) Sorelle in umiltà, mancaste alla quindèna ed anche Suor Angelica, che però fece contrizione piena. Invece voi, sorelle, peccaste in distrazione, e avete perso un giorno di quindèna! Una conversa M’accuso della colpa e invoco una gran pena, e più grave sarà più grazie vi dirò, sorella in umiltà. La Maestra delle Novizie (alle novizie) (Chi arriva tardi in coro si prostri e baci terra.) La Zelatrice (alle converse) Farete venti volte la preghiera mentale per gli afflitti, gli schiavi e per quelli che stanno in peccato mortale. Una conversa Con gioia e con fervore! Le due converse Cristo Signore, Sposo d’Amore, io voglio sol piacerti, ora e nell’ora della mia morte! Amen! La Zelatrice Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi. E osservate il silenzio. La Maestra delle Novizie (alle novizie) (Perché stasera in coro ha riso e fatto ridere.) La Zelatrice Voi, Suor Osmina, in chiesa tenevate nascoste nelle maniche due rose scarlattine. Suor Osmina Non è vero! La Zelatrice Sorella, entrate in cella. Non tardate! La Vergine vi guarda! Alcune suore Regina Virginum, ora pro ea... [La Ricreazione] La Zelatrice Ed or, sorelle in gioia, poiché piace al Signore e per tornare più allegramente a faticare per amor Suo ricreatevi! Le suore Amen! Suor Genovieffa O sorelle, sorelle, io voglio rivelarvi che una spera di sole è entrata in clausura! Guardate dove batte, là, là fra la verzura! Il sole è sull’acòro! Comincian le tre sere della fontana d’oro! Le suore – È vero; fra un istante vedrem l’acqua dorata! – E per due sere ancor! – È maggio! – È maggio! – È il bel sorriso – di Nostra Signora – che viene con quel raggio. – Regina – di Clemenza, grazie! – Grazie! Una novizia Maestra, vi domando licenza di parlare. La Maestra delle Novizie Sempre per laudare le cose sante e belle. La novizia Qual grazia della Vergine rallegra le sorelle? La Maestra delle Novizie Un segno risplendente della bontà di Dio! Per tre sere dell’anno solamente, all’uscire dal coro, 17 Dio ci concede di vedere il sole che batte sulla fonte e la fa d’oro. La novizia E l’altre sere? La Maestra delle Novizie O usciamo troppo presto e il sole è alto, o troppo tardi e il sole è tramontato. Le suore – Un altr’anno è passato! – È passato un altr’anno! – E una sorella manca!... Suor Genovieffa O sorelle in pio lavoro, quando il getto s’è infiorato, quando il getto s’è indorato, non sarebbe ben portato un secchiello d’acqua d’oro sulla tomba a Bianca Rosa? Le suore Sì! La suora che riposa lo desidera di certo! Suor Angelica I desideri sono i fiori dei vivi, non fioriscon nel regno delle morte, perché la Madre Vergine soccorre, e in Sua benignità, liberamente al desïar precorre; prima che un desiderio sia fiorito, la Madre delle Madri l’ha esaudito. O sorella, la morte è vita bella! La Zelatrice Noi non possiamo nemmen da vive avere desideri. Suor Genovieffa Se son leggeri e candidi, perché? Voi non avete un desiderio?... La Zelatrice Io no! Le suore – Ed io nemmeno! – Io no! – Io no! Suor Genovieffa Io sì, lo confesso. Soave Signor Mio, tu sai che prima d’ora nel mondo ero pastora. Da cinqu’anni non vedo un agnellino. Signore, ti rincresce se dico che desidero vederne uno piccino, poterlo carezzare, toccargli il muso fresco e sentirlo belare? Se è colpa, t’offerisco il Miserere mei. Perdonami, Signore, Tu che sei l’Agnus Dei. 18 Suor Dolcina Ho un desiderio anch’io! Le suore – Sorella, li sappiamo i vostri desideri! – Qualche boccone buono! – Della frutta gustosa! – La gola è colpa grave! (alle novizie) (È golosa! – È golosa!) Suor Genovieffa Suor Angelica, e voi? Avete desideri? Suor Angelica Io?... no, sorella, no. Le suore – Che Gesù la perdoni, ha detto una bugia! – Ha detto una bugia! Una novizia Perché? Le suore – Noi lo sappiamo, ha un grande desiderio. – Vorrebbe aver notizie della famiglia sua! – Son più di sett’anni, da quando è in monasterio, non ha avuto più nuove! – E sembra rassegnata, ma è tanto tormentata! – Nel mondo era ricchissima, lo disse la Badessa. – Era nobile! – Nobile! – Nobile! – Principessa! – La vollero far monaca, – sembra per punizione. – Perché? – Perché? – Chi sa! – Mah? – Mah? La Sorella Infermiera Suor Angelica, sentite! Suor Angelica O sorella infermiera, che cosa accadde, dite! La Sorella Infermiera Suora Chiara là nell’orto assettava la spalliera delle rose; all’improvviso tante vespe sono uscite, l’han pinzata qui nel viso! ora è in cella e si lamenta; ah! calmatele, sorella, il dolor che la tormenta! Le suore Poveretta! – Poveretta! Suor Angelica Aspettate; ho un’erba e un fiore! La Sorella Infermiera Suor Angelica ha sempre una ricetta buona, fatta coi fiori, sa trovar sempre un’erba benedetta per calmare i dolori! Suor Angelica Ecco, questa è calenzòla; col latticcio che ne cola le bagnate l’enfiagione. E con questa, una pozione. Dite a Sorella Chiara che sarà molto amara, ma che le farà bene. E le direte ancor che punture di vespe sono piccole pene e che non si lamenti, ché a lamentarsi crescono i tormenti. La Sorella Infermiera Le saprò riferire! Grazie, sorella, grazie. Suor Angelica Sono qui per servire. [Il ritorno dalla cerca] Le cercatrici Laudata Maria! Le suore E sempre sia! Le cercatrici Bona sera stasera, Sorella Dispensiera! Prima cercatrice Un otre d’olio. Suor Dolcina Uh! buono! Seconda cercatrice Nocciòle, sei collane. Prima cercatrice Un panierin di noci. Suor Dolcina Buone con sale e pane! La Sorella Zelatrice Sorella! Prima cercatrice Qui farina! E qui una caciottella che suda ancora latte, buona come una pasta, e un sacchetto di lenti, dell’uova, burro e basta. Le suore Buona cerca stasera, Sorella Dispensiera! Seconda cercatrice (a Suor Dolcina) Per voi, sorella ghiotta... Suor Dolcina Un tralcetto di ribes! Degnatene, sorelle. Le suore – Grazie! – Grazie! Uh! Se ne prendo un chicco, la martorio! Suor Dolcina No, prendete! Le suore – Grazie! – Grazie! Prima cercatrice Chi è venuto stasera in parlatorio? Le suore – Nessuno. – Nessuno. – Perché? Prima cercatrice Fuor del portone c’è fermata una ricca berlina. Suor Angelica Come, sorella? avete detto? Una berlina è fuori? Ricca? Ricca? Ricca? Prima cercatrice Da gran signori. Certo aspetta qualcuno che è entrato nel convento, e forse fra un momento suonerà la campana a parlatorio. Suor Angelica Ah! ditemi, sorella, com’era la berlina? Non aveva uno stemma? uno stemma d’avorio?... E dentro tappezzata d’una seta turchina ricamata in argento? Prima cercatrice Io non so, sorella, non lo so: ho veduto soltanto una berlina... bella! Le suore – È diventata bianca... – Ora è tutta vermiglia! – Poverina! – È commossa! – È commossa – Poverina! – Spera che sian persone di famiglia! (Si sente suonare) – Vien gente in parlatorio! – Una visita viene! – Per chi? – Per chi? – Per chi? – Per chi sarà? 19 – Fosse per me! – Per me! – Fosse mia madre – che ci porta le tortorine bianche. – Fosse la mia cugina di campagna – che porta il seme di lavanda buono. Suor Angelica (O Madre eletta, leggimi nel cuore. Volgi per me un sorriso al Salvatore.) Suor Genovieffa O sorella in amore, noi preghiam la Stella delle Stelle che la visita adesso sia per voi. Suor Angelica Buona sorella, grazie... grazie! La Badessa Suor Angelica! Le suore Ah! (poi si ritirano su invito della Badessa) Suor Angelica Madre, Madre, parlate! Chi è? chi è? Madre, parlate! Son sett’anni che aspetto, che aspetto una parola, uno scritto... Tutto ho offerto alla Vergine in piena espïazione. 20 La Badessa Offritele anche l’ansia che adesso vi scompone! Le suore (dall’interno, dal piccolo cimitero del convento) Requiem aeternam dona ei, Domine: et lux perpetua luceat ei. Requiescat in pace. Amen! Suor Angelica Madre, sono serena e sottomessa. La Badessa È venuta a trovarvi vostra zia Principessa. Suor Angelica Ah! La Badessa In parlatorio si dica quanto vuole ubbidienza, necessità. Ogni parola è udita dalla Vergine Pia. Suor Angelica La Vergine m’ascolti. E così sia. [La Zia Principessa] La Zia Principessa Il Principe Gualtiero vostro padre, la Principessa Clara vostra madre, quando vent’anni or sono vennero a morte, m’affidarono i figli e tutto il patrimonio di famiglia. Io dovevo dividerlo quando ciò ritenessi conveniente e con giustizia piena. È quanto ho fatto. Ecco la pergamena. Voi potete osservarla, discuterla, firmarla. Suor Angelica Dopo sett’anni son davanti a voi. Ispiratevi a questo luogo santo... È luogo di clemenza, è luogo di pietà! La Zia Principessa Di penitenza! Io debbo rivelarvi la ragione perché addivenni a questa divisione. Vostra sorella Anna Vïola anderà sposa. Suor Angelica Sposa?! Sposa la piccola Anna Viola, la sorellina piccina? Ah! ah! Son sett’anni, son passati sett’anni! Ah! ah! O sorellina bionda che vai sposa, o sorellina mia, tu sia felice! E chi la ingemma? La Zia Principessa Chi per amore condonò la colpa di cui macchiaste il nostro bianco stemma! Suor Angelica Sorella di mia madre, voi siete inesorabile! La Zia Principessa Che dite? E che pensate? Inesorabile? Inesorabile? Vostra madre invocate quasi contro di me? Contro di me! Vostra madre invocate quasi contro di me?! Di frequente la sera, là nel nostro oratorio, io mi raccolgo. Nel silenzio di quei raccoglimenti, il mio spirito par che s’allontani e s’incontri con quel di vostra madre in colloqui eterei, arcani! Com’è penoso, com’è penoso udire i morti dolorare e piangere! Quando l’estasi mistica scompare, per voi ho serbata una parola sola: Espiare! Espiare! Offrite alla Vergine la mia giustizia! Suor Angelica Tutto ho offerto alla Vergine, sì, tutto; ma v’è un’offerta che non posso fare: alla Madre soave delle Madri, non posso offrire di scordar... mio figlio! Mio figlio! Mio figlio, il figlio mio! Figlio mio! La creatura che mi fu strappata! Figlio mio, che ho veduto e baciato una sol volta! Creatura mia! Creatura mia lontana! È questa la parola che invoco da sett’anni. Parlatemi di lui! Com’è, com’è mio figlio? Com’è dolce il suo volto? Come sono i suoi occhi? Parlatemi di lui! di mio figlio... mio figlio, parlatemi... di lui... Perché tacete? Perché? Perché? Un altro istante di questo silenzio e vi dannate per l’eternità! La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica! La Zia Principessa Or son due anni, venne colpito da fiero morbo. Tutto fu fatto per salvarlo... Suor Angelica È morto? Ah! (Entrano la Suora Clavaria e la Badessa con la pergamena che Suor Angelica firma.) 21 [La grazia] Suor Angelica Senza mamma, bimbo, tu sei morto! Le tue labbra, senza i baci miei, scoloriron fredde, fredde! E chiudesti, o bimbo, gli occhi belli! Non potendo carezzarmi, le manine componesti in croce! E tu sei morto senza sapere quanto t’amava questa tua mamma! Ora che sei un angelo del cielo, ora tu puoi vederla la tua mamma, tu puoi scendere giù pel firmamento, ed aleggiare intorno a me ti sento. Sei qui, sei qui, mi baci e m’accarezzi. Ah! dimmi quando in ciel potrò vederti? Quando potrò baciarti? Oh! dolce fine d’ogni mio dolore, quando in cielo con te potrò salire? Quando potrò morire? Quando potrò morire, potrò morire? Dillo alla mamma, creatura bella, con un leggero scintillar di stella. Parlami, parlami, amore, amore, amor! (Le suore tornano dal cimitero) Suor Genovieffa Sarete contenta, o buona sorella, la Vergine ha accolto la prece. Le suore Sarete contenta, sorella, la Vergine ha fatto la grazia. Suor Angelica La grazia è discesa dal cielo, già tutta, già tutta m’accende, risplende! risplende! Già vedo, sorelle, la meta! 22 Sorelle, son lieta, son lieta! Cantiamo! Già in cielo si canta! Lodiamo la Vergine Santa! Le suore E così sia! – Cantiamo! Già in cielo si canta! E così sia! Lodiamo la Vergine Santa! (Le suore si ritirano nele celle) Le suore (dall’interno) Lodiamo la Vergine Santa!... Amen! Suor Angelica (dalla cella) Ah! Lodiam! La grazia è discesa dal cielo! (Esce Suor Angelica e prepara un veleno) Suor Angelica Suor Angelica ha sempre una ricetta buona fatta coi fiori. Amici fiori che nel piccol seno racchiudete le stille del veleno, ah, quante cure v’ho prodigate! Ora mi compensate. Per voi, miei fior, io morirò. Addio, buone sorelle, addio, addio! Io vi lascio per sempre. M’ha chiamata mio figlio! Dentro un raggio di stelle m’è apparso il suo sorriso, m’ha detto: «Mamma, vieni in Paradiso!». Addio! Addio! Addio, chiesetta! In te quanto ho pregato! Buona accoglievi preghiere e pianti. È discesa la grazia benedetta! Muoio per lui e in cielo lo rivedrò! Ah! (beve il veleno) [Il miracolo] Suor Angelica Ah! son dannata! Mi son data la morte, mi son data la morte! Io muoio, muoio in peccato mortale! Per amor di mio figlio! Ho smarrita la ragione! Non mi fare morire in dannazione! Le suore Regina Virginum, salve, Maria! Mater castissima, salve, Maria! Regina pacis, salve, Maria! Suor Angelica Dammi un segno di grazia, dammi un segno di grazia, Madonna! Madonna! Salvami! Salvami! (A questa invocazione rispondono le voci degli Angeli) Ragazzi, Suore e Uomini O gloriosa virginum, Sublimis inter sidera, Qui te creavit, parvulum, Lactente nutris ubere. Suor Angelica O Madonna, salvami! Una madre ti prega, una madre t’implora! O Madonna, salvami! Suore, Uomini e Ragazzi Quod Heva tristis abstulit Tu reddis almo germine: Intrent ut astra flebiles, Coeli recludis cardines. Gloriosa virginum, salve, Maria! Suor Angelica Ah! Ragazzi Regina virginum! Suor Angelica Ah! Ragazzi Virgo fidelis! Sancta Maria! Ragazzi e Suore Gloriosa virginum, salve, Maria! Mater purissima, salve, Maria! Turris davidica, salve, Maria! (Appare la Regina del conforto e un bimbo tutto bianco al quale Angelica tenderà le braccia prima di morire.) interpreti The Professional Advantage Fondato da Vernon Hartman e Amy Johnson, che ne sono anche i direttori artistici, The Professional Advantage offre un approccio unico tra i molti programmi estivi per cantanti americani, con una accurata selezione di partecipanti, professionisti di talento, che desiderano fare un’esperienza diretta sui palcoscenici europei, approfondire la conoscenza della lingua italiana tramite un corso intensivo e sperimentare sul campo, nella terra del bel canto e in luoghi dal forte richiamo storico-culturale, come funziona veramente il mondo del teatro lirico. Questo attraverso il contatto diretto con insegnanti e professionisti che vantano grande esperienza nei vari settori del mondo operistico e che possiedono un innato talento per la trasmissione delle loro conoscenze. I membri del corpo docente sono infatti scelti annualmente in base alle opere e scene che saranno rappresentate al termine del corso e ai bisogni specifici dei partecipanti, ritenuti particolarmente idonei alle parti a loro assegnate durante le audizioni preliminari svolte negli Stati Uniti d’America. I prestigiosi insegnanti Master del corso 2009 sono il soprano Amy Johnson e il tenore Mark Thomsen. 23 Hugh Keelan Stimato arrangiatore, Hugh Keelan è attualmente direttore della Erie Philharmonic dopo esserlo stato per 15 anni alla Northeastern Pennsylvania Philharmonic, un'orchestra di straordinaria qualità con i migliori strumentisti provenienti da New York e Philadelphia. Nato a Kingston, in Inghilterra, Hugh Keelan è stato un giovanissimo pianista, fin da 8 anni, e più tardi anche violista. A soli 16 anni ha eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 “Imperatore” di Beethoven nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca. Ha seguito i propri studi all'Università di Cambridge, sotto la guida di Robin Holloway, prima di approdare alla Indiana University. A New York rimase per perfezionarsi con Vladimir Kin e lavorare all'American Opera Center presso la Juilliard School. In teatro ha lavorato con grandissimi nomi come Sir Georg Solti, Sir Bernard Haitink e Sir Colin Davis. Tra le molte orchestre che ha diretto si segnalano la Saint Louis Symphony, l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, la New Zealand Symphony Orchestra e la Residentie Orchestra of The Hague. Hugh Keelan Vernon Hartman Vernon Hartman Nato a Dallas, in Texas si è diplomato in canto all'Academy of Vocal Arts di Philadelphia. Giovanissimo ha attirato l’attenzione nei panni di Rigoletto, grazie al quale ha ottenuto la parte del Figaro mozartiano in una tournée del Western Opera Theater. In seguito ha trascorso cinque anni con la New York City Opera, dove ha debuttato in Pagliacci, prima di entrare al Metropolitan nel 1981 interpretando Il barbiere di Siviglia. Il debutto europeo è avvenuto con il Guglielmo del Cosí fan Tutte al Festival dei due mondi di Spoleto nel 1977. Per quasi due decenni Hartman ha lavorato al Metropolitan Opera di New York dove ha impersonato anche: Die Fledermaus, Le Nozze di Figaro, Faust, I Pagliacci, Turandot, Romeo et Juliette, Manon Lescaut e Billy Budd. Come cantante si è esibito in tutto il Nord America ed in Europa; in Spagna, Austria, Norve24 gia e Germania. Da ricordare il ruolo di Fred Moore interpretato nella prima assoluta nell'opera di Anton Coppola, Sacco and Vanzetti. Ha lavorato inoltre come direttore artistico, produttore e consulente per oltre venti teatri in America ed Europa. Grazie all’esperienza accumulata, nell’anno 2006, fonda la Impresario Productions, una società di produzione indipendente. Partecipa attivamente all'insegnamento e conduce seminari e master classes negli Stati Uniti ed in Italia, da ultimo il corso tenuto da The Professional Advantage nel luglio del 2009 a Mercatello sul Metauro e concluso dalle sue regie delle opere Suor Angelica e Falstaff ospitate da Musica&Musica. Orchestra Sinfonica Rossini Alla produzione dell’opera Suor Angelica, collabora l'Orchestra Sinfonica Rossini (maggiori dettagli p. 50) con una selezione dei suoi migliori componenti appositamente disegnata per adeguare l’organico al piccolo ed intimo palcoscenico messo a disposizione. Amy Johnson Soprano, è una tra le cantanti americane più raffinate. Grazie a carisma, bellezza e versatilità vocale, è in grado di rappresentare un repertorio straordinario: da Salomè a Donna Anna in Don Giovanni, da Madama Butterfly ad Aida, dalla Contessa nelle Nozze di Figaro a Desdemona in Otello. Ha rappresentato questi e altri personaggi in tutto il mondo con compagnie quali la Vlaamse Opera di Anversa, la New York City Opera, la Toledo Opera, la Virginia Opera e la Piedmont Opera. Amy Johnson Mark Thomsen Il definitivo riconoscimento internazionale del suo talento avvenne quando fu prescelta dalla compositrice di origine scozzese Thea Musgrave per creare il ruolo di Manuela nella prima mondiale di Simon Bolivar. Nel 2006 ha cantato la Sinfonia n. 9 di Beethoven alla Carnegie Hall in favore delle vittime del terremoto del Sud-Est asiatico con la New York Philharmonic Orchestra. Nella sua carriera, ha collaborato con i più grandi direttori e accompagnatori. Recentemente ha creato un nuovo progetto chiamato Twisted Sisters in cui scene di “pazzia” tratte da opere quali Mefistofele, Salomè e Lucia di Lammermoor, si intersecano con immagini tratte da film e proiettate in sala con l’accompagnamento dell’orchestra. Amy Johnson, oltre ad essere una cantante di successo, è anche insegnante di canto all’Università del Massachussets di Amherst. Mark Thomsen É uno dei più acclamati tenori americani. Lanciato alla Lyric Opera of Chicago nel ruolo di Don José in Carmen, lavora costantemente nei maggiori teatri. Tra questi si segnalano per il successo ottenuto: la New York City Opera con La clemenza di Tito, il Don Giovanni, Madama Butterfly, La traviata, The Merry Widow e Les pecheurs de perles. É di casa alla Santa Fe Opera, dove si è esibito in oltre cinquanta produzioni, e alla Dallas Opera dove è stato il Dottore nell’opera di Dominick Argento The Voyage of Edgar Allan Poe, Pinkerton in Madama Butterfly, Tamino in Die Zauberflöte e Edgardo in Lucia di Lammermoor, così come alla Houston Grand Opera come Don Ottavio, Faust, Tamino, Ferrando, Belmonte, e Des Grieux. I suoi più recenti impegni includono: Nicias in Thais (Boston Lyric Opera), Don José in Carmen (Dallas Opera), Enrico in Lucia di Lammermoor (Opera Carolina), Rodolfo in La bohème (Indianapolis Opera), Belmonte nel Die entführung aus dem serail (Lyric Opera of Kansas City) e Tamino in Die Zauberflöte (Cleveland Opera). 25 sabato 1 agosto ore 21,15 giardino di Palazzo Donati FALSTAFF: commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito da Shakespeare - 1893 Personaggi Interpreti Sir John Falstaff baritono........................ Ford, marito di Alice baritono .............. Fenton tenore ........................................... dottor Cajus tenore................................. Bardolfo, seguace di Falstaff tenore.. Pistola, seguace di Falstaff basso....... Mrs. Alice Ford soprano ......................... Nannetta, figlia di Alice soprano ........ Mrs. Quickly contralto ............................ Mrs. Meg Page mezzosoprano ............. Peter Lightfoot .................................... Nikolas Arden .................................... Joel Wiley ............................................. Timothy Birt ........................................... Donald Johnston .............................. Jon Lee Keenan................................ Karen Kanakis.................................... Ashley Kozak ...................................... Janara Rose Kellerman ............... Tamora Pellikka ................................ oste della Giarrettiera - Robin, paggio di Falstaff - un paggio di Ford borghesi, popolani, servi di Ford ....... The Professional Advantage, Elena Galvan, Cristina Carlucci, Julia Ellerston, Katy Gentry, Amy Calvert ......... direttore ................. James Caraher regia .................... Vernon Hartman Orchestra Sinfonica Rossini ............................................................................. Produzione in collaborazione con The Professional Advantage llestire uno spettacolo teatrale dove mancano gli spazi ad esso deputati, lo storico Teatro Bencivenni dopo le sevizie e gli oltraggi subiti nel tempo è ormai inagibile da decenni, è già di per se un’impresa, tantopiù se questa prevede la messa in scena di un’opera lirica estremamente impegnativa come il Falstaff verdiano. Assecondando la volontà e il coraggio che l’organizzazione americana ha caparbiamente messo in mostra, facendo di A 26 necessità virtù, si è di comune accordo stabilito di utilizzare allo scopo il suggestivo scenario regalato dal Giardino di Palazzo Donati, incastonato nel tessuto del centro storico di Mercatello e incorniciato da quinte architettoniche ideali per il soggetto da rappresentare. Al suo interno la regia troverà agevolmente spunti per ricreare l’Osteria della Giarrettiera e la casa di Ford così come, ancor più facilmente, gli esterni delle suddette e il fantastico parco reale di Windsor. Il soggetto dell’ultima opera di Verdi, scritta tra il 1890 e il 1893, è tratto in parte da "Enrico IV" e soprattutto da "Le allegre comari di Windsor" di Shakespeare. Il compositore quasi ottantenne dichiarava di desiderare da più di quarant’anni di comporre un’opera comica, dopo il mezzo fiasco di Un giorno di regno nel 1840, e di conoscere Le allegre comari di Windsor di Shakespeare da cinquanta. Il libretto che Boito ne trae, dopo aver condiviso con Verdi i trionfi dell’Otello, ispira la musica di un compositore del tutto rinnovato. Egli aveva tra le mani un piccolo gioiello, intessuto di preziosismi linguistici incastonati in una perfetta sagoma drammatica. Per la prima volta il compositore poteva lavorare, cosa che non gli era mai accaduta, senza interventi sulla poesia. Il testo era diverso da tutti gli altri predisposti sino a quel momento e la musica risultò altrettanto innovativa. Non si trovano forme strofiche; la scrittura orchestrale è più sciolta, priva di procedimenti stereotipati e animata da un senso armonico vario e attento a tutti i dettagli. Grazie all’età ed alla fama guadagnata Verdi musica l’opera quasi per passatempo, senza obblighi di scadenze e in atteggiamento di totale li- bertà, distensione e divertimento; ma con la consueta meticolosità. Non era infatti facile adattare alla drammaturgia italiana nuove forme compositive ma il grande cittadino di Busseto ci riuscì mescolando magistralmente una musica senza soluzione di continuità ad una azione più tradizionale e congeniale ai gusti del teatro italiano. Preceduto da una crescente curiosità ed attesa, il 9 febbraio 1893, alla Scala di Milano, il pubblico che assiste alla trionfante prima è quello delle grandi occasioni, un pubblico d’eccezione che vede tra gli spettatori personalità del mondo della cultura come Carducci, Giacosa, Puccini e Mascagni. Già l’inizio è fulminante e il materiale musicale esposto nel primo tema sarà una matrice che Verdi utilizzerà, con tutte le variazioni e trasfigurazioni possibili, durante tutta l'opera. È un tema tumultuoso, energico, che in questa scena accompagna le invettive di Cajus, quasi fosse un leitmotiv del personaggio e della sua rabbia. Verdi abolisce l'ouverture ed entra direttamente nel vivo della commedia con immediata densità musicale; in quella che è l'unica sua opera in cui l'amore contrastato trionfa, infine, secondo il desiderio dei due amanti. Giuseppe Verdi 27 Soggetto ATTO I [Parte prima] L’Osteria della Giarrettiera. All’Osteria della Giarrettiera Sir John Falstaff vive di rendita e di qualche espediente; e infatti lo vediamo subito difendersi dalle ire di un certo Dottor Cajus, che lamenta di essere stato ubriacato e poi derubato dai due servi di Falstaff: Bardolfo e Pistola. A Falstaff basta un diniego dei due furfanti per concludere l’inchiesta, seguita, all’uscita del dottor Cajus, con un rimprovero ai due servi per la loro rozzezza nell’esercitare il furto. Chiuso l’incidente, Falstaff si dedica all’esame del conto dell’oste. Le sue finanze sono ormai insufficienti e Bardolfo, in particolare, rappresenta un pesante passivo. Per questo Falstaff decide di corteggiare due ricche e piacenti signore del luogo. Ha allo scopo preparato due lettere: Bardolfo recapiterà quella per la signora Meg Page, Pistola quella per la signora Alice Ford. Ma i due, sorprendentemente, rifiutano: portano una spada al fianco, non sono dei messaggeri di frivolezze; di obbedire a quell’ordine sono impediti dall’Onore! Alla parola onore, Falstaff insorge indignato e affida le due lettere a un paggio, scacciando i due furfanti dal suo servizio. [Parte seconda] Il giardino della casa Ford. Le due donne sulle quali Sir John Falstaff ha posto gli occhi, Meg Page ed Alice Ford, si incontrano scoprendo di aver ricevuto due lettere identiche. Assieme a loro sono la matura comare sig.ra Quickly, e la figlia di Alice, Nannetta. Le quattro donne decidono di farsi beffe dell’incauto spasimante, e si ritirano per mettere a punto un piano. Uscite le donne, entrano in scena Pistola e Bardolfo che hanno pensato bene di passare dalla parte del nemico. Entrano con loro il gelosissimo signor Ford, marito di Alice, il dottor Cajus e il giovane Fenton, innamorato corrisposto di Nannetta. Pistola e Bardolfo svelano naturalmente le intenzioni di Falstaff e Ford decide di 28 escogitare qualche trucco per accertare la fedeltà di Alice. Rientrano intanto le donne con il piano messo a punto: la comare Quickly andrà da Falstaff fingendo che entrambe le sue lettere abbiano sortito l’effetto voluto. L’intenzione è di attirarlo in un convegno galante con Alice per poi dirgli e dargli tutto quel che si merita. Anche il gruppo degli uomini mette a punto il proprio piano di guerra: Bardolfo e Pistola torneranno nelle grazie e al servizio di Falstaff per introdurre alla sua presenza il signor Ford che, sotto falso nome, cercherà di scoprirne le trame. Nel frattempo, una garbata schermaglia d’amore si accende tra Nannetta e Fenton, fondendosi nel grande cicaleccio a nove voci in cui ciascuno degli altri presenti manifesta le proprie minacciose intenzioni nei riguardi di Falstaff. ATTO II [Parte prima] L’Osteria della Giarrettiera. Bardolfo e Pistola chiedono di essere riaccolti al servizio di Sir John Falstaff che magnanimamente li riassume. Bardolfo introduce la signora Quickly, latrice di un messaggio da parte di Alice Ford. Questa si dice perdutamente innamorata di Sir John e lo avvisa che suo marito ogni giorno si assenta da casa “dalle due alle tre”. Falstaff assicura che non mancherà all’appuntamento, ma la signora Quickly ha un’altra ambasciata da parte della bella Meg Page. Anch’essa è stata conquistata dalla lettera di Falstaff, ma è maritata con un uomo che da casa si assenta assai di rado. Accertato che le due donne non sappiano nulla l’una dell’altra e congedata l’ambasciatrice, Bardolfo annuncia la visita di un certo signor Fontana, ossia Mister Ford. Egli racconta a Falstaff di essersi perdutamente innamorato di Alice ma che essa lo respinge, trincerandosi dietro la propria incorrotta onestà. Il signor Fontana si è rivolto a Falstaff, sapendolo – egli afferma – conquistatore irresistibile. Gli offre un sacco di monete in cambio della sua conquista della bella ritrosa, sperando che, una volta espugnata, la casta Alice sia più accessibile anche per lui. Falstaff accetta ben volentieri. Anzi; assicura il finto signor Fontana di essere già a buon punto nell’impresa e di stare proprio per correre all’appuntamento con la signora Ford. Esce infatti per prepararsi e Ford, rimasto solo, attonito per quanto ha scoperto, canta il proprio orrore per le corna e la propria sete di vendetta contro Falstaff. [Parte seconda] Una sala nella casa di Ford La signora Quickly racconta ad Alice e a Meg il risultato del suo colloquio. Poiché l’ora si avvicina, si predispongono gli strumenti per la beffa: un grande cesto di biancheria sporca e un paravento aperto. L’allegria delle donne è turbata soltanto dalle preoccupazioni di Nannetta, innamorata del giovane Fenton, ma che suo padre vuol dare in sposa al dottor Cajus. All’arrivo di Falstaff tutte, tranne Alice, corrono a nascondersi. Entra il cavaliere: alle sue pesanti galanterie, al suo goffo corteggiamento Alice oppone le finte moine della donna innamorata e timorosa. Quando gli assalti di Falstaff corrono il rischio di passare il segno, entra affannatissima la bella Meg ad annunciare l’arrivo di Ford che, scoperto tutto, è deciso a farsi giustizia sommaria. L’annuncio fa parte naturalmente della burla e Falstaff corre a nascondersi impaurito dietro il paravento. Nella stanza irrompe la signora Quickly, anch’essa ad annunciare l’imminente arrivo di Ford, ma questa volta sul serio. La storia rischia di trasformarsi da farsa in tragedia. Entrano infatti Ford, il dottor Cajus, Fenton, Bardolfo e Pistola, che frugano furiosamente nel cesto della roba sporca, poi si disperdono alla ricerca per la casa. Le donne cacciano allora Falstaff nel cesto mentre Fenton e Nannetta si nascondono dietro il paravento per scambiarsi tenerezze amorose. Gli uomini ritornano per una più accurata perquisizione finché il rumore di un bacio, dietro il paravento, convince Ford che lì si trovi il reo. Un nuovo cicaleccio di tutti i presenti si conclude con il rovesciamento del paravento che svela Nannetta e Fenton. Gli uomini ri29 prendono la loro corsa per la casa e Alice ne approfitta per far rovesciare il cesto della roba sporca nelle acque del Tamigi che scorre lì sotto. Sir John Falstaff conclude la sua avventura galante in acqua, assieme ai panni e ai pannolini sporchi, mentre Alice trascina il marito alla finestra per svelargli la beffa. ATTO III [Parte prima] Davanti all’Osteria della Giarrettiera Falstaff impreca contro il mondo. Solo un po’ di vino, dopo la tanta acqua del fiume, riesce a rianimarlo. Il momento di pace è rotto dall’ingresso della signora Quickly: Falstaff la respinge inorridito ma la comare ha buon gioco nel fargli subito credere che Alice è innocente, anzi piange, si dispera, delira per lui. Essa gli manda una lettera: “T’aspetterò nel parco Real, a mezzanotte. Tu verrai travestito [...] alla quercia di Herne”. Un luogo da tregenda, dove si aggira lo spettro del Cacciatore Nero. Falstaff cade nel tranello ed entra con la signora Quickly nell’Osteria della Giarrettiera per discuterne meglio. Ma alla scena hanno assistito nascosti tutti gli altri: Mister Ford, il dottor Cajus, Alice, Meg, Nannetta e Fenton. Quando Falstaff, nell’ora fatale della mezzanotte, si recherà alla quercia di Herne con la fronte adorna delle lunghe corna di cervo che la leggenda attribuisce al Cacciatore Nero, una tregenda di fate, di folletti, di pipistrelli e di farfarelli si scaglierà sul malcapitato, sino a fargli confessare le sue perversità e le sue male intenzioni. Nannetta sarà la Regina delle Fate, Meg una Ninfa, la signora Quickly una Befana ... La mascherata è comunque destinata a finire in allegria: castigato Falstaff, si celebreranno le nozze tra il dottor Cajus e Nannetta. Questa, per lo meno, è la segreta intenzione di Ford: ma la signora Quickly ha sentito tutto e corre ad avvertire le comari. [Parte seconda] Il parco reale di Windsor l giovane Fenton canta il suo amore per Nannetta, finché la giovane – travestita da Regina delle Fate – si avvicina. 30 L’idillio è interrotto da Alice, Meg e Quickly che obbligano Fenton a indossare un mantello da frate; Fenton non capisce ma non v’è tempo per le spiegazioni. Falstaff sta arrivando, e tutti corrono a nascondersi. Entra infatti Falstaff, grottescamente travestito come il Cacciatore Nero: è mezzanotte. Alice fa la sua apparizione; Falstaff ritenta i suoi bizzarri approcci amorosi ma – di nuovo – la voce di Meg annuncia l’arrivo della tregenda, il magico e infernale carosello di fate e streghe. Alice fugge fingendo terrore. Entra la Regina delle Fate con il suo magico corteo, fra canti e danze. Falstaff, memore della leggenda che vuole morto chiunque osi guardare le fate, si getta a terra, ventre in giù, lungo e disteso. Dopo le fate, entrano anche gli altri, per il castigo finale. Bardolfo, travestito da demonio, invita spiriti e folletti a punzecchiare e orticheggiare l’intruso. Una violenta sarabanda si scatena attorno al malcapitato che, in una comica litania, riconosce le proprie colpe e afferma il pentimento. Ma a un certo punto, l’alito puzzolente del “demonio” insospettisce Falstaff che, sotto il rosso mantello infernale, riconosce Bardolfo. La beffa volge al termine: tutti si tolgono la maschera. Il signor Fontana svela di essere il marito di Alice. Le donne sbattono in faccia a Falstaff la verità. Ford annuncia le nozze della Regina delle Fate: si avanzano infatti il Dottor Cajus e quella che tutti credono Nannetta. Si fa avanti anche un’altra coppia mascherata: due giovani che chiedono di approfittare dell’occasione. Le due coppie vengono unite in matrimonio ma, al momento di togliersi i veli, si scopre che i due giovani mascherati non sono altro che Nannetta e Fenton, mentre il dottor Cajus ha sposato Bardolfo travestito da Regina delle Fate. È inutile che Ford, Falstaff e Cajus si palleggino la sconfitta: la vittoria è andata alle allegre comari di Windsor e gli scornati sono i tre uomini. La conclusione – prima di avviarsi a cena - la trae Falstaff con la pronta adesione degli altri personaggi presenti: “Tutto nel mondo è burla ...”. Libretto ATTO I [Parte prima] (L’interno dell’Osteria della Giarrettiera) Dr.Cajus Falstaff! Falstaff Olà! Dr.Cajus Sir John Falstaff!! Bardolfo (al Dr.Cajus) Oh! che vi piglia? Dr.Cajus (a Falstaff) Hai battuto i miei servi!... Falstaff Oste! un’altra bottiglia di Xeres. Dr.CajusHai fiaccata la mia giumenta baia, Sforzata la mia casa. Falstaff Ecco la mia risposta: Ho fatto ciò che hai detto. Dr.Cajus E poi? Falstaff L’ho fatto apposta. Dr.Cajus M’appellerò al Consiglio Real. Falstaff Vatti con Dio. Sta zitto o avrai le beffe; quest’é il consiglio mio. Dr.Cajus Non é finita! Falstaff Al diavolo! Dr.Cajus Bardolfo! Bardolfo Ser Dottore. Dr.Cajus Tu, ier, m’hai fatto bere. Bardolfo Pur troppo! e che dolore!... Sto mal. D’un tuo pronostico m’assisti. Ho l’intestino Guasto. Malanno agli osti Che dan la calce al vino! Vedi questa meteora? Dr.Cajus La vedo Bardolfo Essa si corca Rossa così ogni notte. Dr.Cajus Pronostico di forca! M’hai fatto ber, furfante, con lui (indicando Pistola) narrando frasche; Poi, quando fui ben ciuschero, M’hai vuotato le tasche. Bardolfo Non io. Dr.Cajus Chi fu? Falstaff Pistola! Pistola Padrone. Falstaff Hai tu vuotate le tasche a quel Messere? Dr.Cajus Certo fu lui. Guardate. Come s’atteggia al niego quel ceffo da bugiardo! Qui c’eran due scellini del regno d’Edoardo E sei mezze-corone. Non ne riman più segno. Pistola (brandendo una scopa) Padron, chiedo di battermi con quest’arma di legno. (al Dr.Cajus) Vi smentisco! Dr.Cajus Bifolco! tu parli a un gentiluomo! Pistola Gonzo! Dr.Cajus Pezzente! Pistola Bestia! Dr.Cajus Can! Pistola Vil! Dr.Cajus Spauracchio! Pistola Gnomo! Dr.Cajus Germoglio di mandragora! Pistola Chi? Dr.Cajus Tu. Pistola Ripeti! Dr.Cajus Si. Pistola Saette!!! Falstaff Ehi là! Pistola! Non scaricarti qui! Bardolfo! Chi ha vuotato le tasche a quel Messere? Dr.Cajus Fu l’un dei due. Bardolfo (indicando il Dr.Cajus) Costui beve, poi pel gran bere Perde i suoi cinque sensi, poi ti narra una favola Ch’egli ha sognato mentre dormì sotto la tavola. Falstaff (al Dr.Cajus) L’odi? Se ti capaciti, del ver tu sei sicuro. I fatti son negati. Vattene in pace. Dr.Cajus Giuro Che se mai mi ubbriaco ancora all’osteria Sarà fra gente onesta, sobria, civile e pia. Bardolfo, Pistola Amen. Falstaff Cessi l’antifona. Le urlate in contrattempo. L’arte sta in questa massima: “Rubar con garbo e a tempo”. Siete dei rozzi artisti. Sei polli: sei scellini, tranta giarre di Xeres: due lire; tre tacchini... (a Bardolfo) Fruga nella mia borsa. Due fagiani Un’acciuga. Bardolfo Un mark, un mark, un penny. Falstaff Fruga. Bardolfo Ho frugato. Falstaff Fruga! Bardolfo Qui non c’é più uno spicciolo. Falstaff Sei la mia distruzione! Spendo ogni sette giorni dieci ghinee! Beone! So che se andiam, la notte, di taverna in taverna, Quel tuo naso ardentissimo mi serve da lanterna! Ma quel risparmio d’olio tu lo consumi in vino. Son trent’anni che abbevero quel fungo porporino! 31 Costi troppo. (a Pistola) E tu pure. Oste! un’altra bottiglia. (a Bardolfo e a Pistola) Mi struggete le carni! Se Falstaff s’assottiglia Non é più lui, nessuno più l’ama; in quest’addome C’é un migliaio di lingue che annunciano il mio nome! Pistola Falstaff immenso! Bardolfo Enorme Falstaff! Falstaff (alla pancia) Quest’é il mio regno. Lo ingrandirò. Ma é tempo d’assottigliar l’ingegno. Bardolfo, Pistola Assottigliam. Falstaff V’é noto un tal, qui del paese che ha nome Ford? Bardolfo Si. Pistola Si. Falstaff Quell’uomo é un gran borghese... Pistola Più liberal d’un Creso. Bardolfo È un Lord! Falstaff Sua moglie é bella. Pistola E tien lo scrigno. Falstaff È quella! O amor! Sguardo di stella! Collo di cigno! e il labbro?! Un fior. Un fior che ride. Alice é il nome, e un giorno come passa mi vide Ne’suoi paraggi, rise. M’ardea l’estro amatorio Nel cor. La Dea vibrava raggi di specchio ustorio. Su me, su me, sul fianco baldo, sul gran torace, Sul maschio pie’, sul fusto saldo, erto, capace; E il suo desir in lei fulgea sì al mio congiunto Che parea dir: “Io son di Sir John Falstaff”. Bardolfo Punto. Falstaff e a capo. Un’altra; e questa a nome Margherita Pistola La chiaman Meg. Falstaff È anch’essa dei miei pregi invaghita. E anch’essa tien le chiavi dello scrigno. Costoro saran le mie Gioconde e le mie Coste d’oro! Guardate. Io sono ancora una piacente estate Di San Martino. A voi, due lettere infuocate. (a Bardolfo) Tu porta questa a Meg; tentinam la sua virtù. Già vedo che il tuo naso arde di zelo. (a Pistola) E tu porta questa ad Alice. Pistola Porto una spada al fianco. Non sono un Messer Pandarus. Ricuso. 32 Falstaff Saltimbanco. Bardolfo Sir John, in quest’intrigo non posso accondiscendervi. Lo vieta... Falstaff Chi? Bardolfo L’Onore Falstaff (al paggio Robin) Ehi! paggio! (a Bardolfo e Pistola) Andate a impendervi. Ma non più a me. (al paggio) Due lettere, prendi, per due signore. Consegna tosto, corri, lesto, va! (a Pistola e Bardolfo) L’Onore! Ladri! Voi state ligi all’onor vostro, voi! Cloache d’ignominia, quando, non sempre, noi Possiam star ligi al nostro. Io stesso, sì, io, io, Devo talor da un lato porre il timor di Dio E, per necessità, sviar l’onore, usare Stratagemmi ed equivoci, Destreggiar, bordeggiare. E voi, coi vostri cenci e coll’occhiata torta Da gatto pardo e i fetidi sghignazzi avete a scorta Il vostro Onor! Che onore?! che onor? che onor! che ciancia! Che baia! Può l’onore riempirvi la pancia? No. Può l’onor rimettervi uno stinco? Non può. Nè un piede? No. Nè un dito? Nè un capello? No. L’onor non é chirurgo. Che é dunque? Una parola. Che c’é in questa parola? C’é dell’aria che vola. Bel costrutto! L’onore lo può sentire chi é morto? No. Vive sol coi vivi?... Neppure: perchè a torto Lo gonfian le lusinghe, lo corrompe l’orgoglio, L’ammorban le calunnie; e per me non ne voglio! Ma, per tornare a voi, furfanti, ho atteso troppo. E vi discaccio. Olà! Lesti! Lesti! al galoppo! Ladri! Via! Via di qua! Via di qua! Via di qua! [Parte seconda] (Giardino della casa di Ford) Meg Alice. Alice Meg. Meg Nannetta. Alice (a Meg) Escivo appunto. Per ridere con te. (a Mrs Quickly) Buon dì, comare. Quickly Dio vi doni allegria. Botton di rosa! Alice (a Meg) Giungi in buon punto. M’accade un fatto da trasecolare. Meg Anche a me. Quickly Che? Nannetta Che cosa? Alice (a Megg) Narra il tuo caso. Meg Narra il tuo. Alice Promessa Di non ciarlar. Meg Ti pare?! Quickly Oibò! Vi pare?! Alice Dunque: se m’acconciassi a entrar ne’ rei Propositi del diavolo, sarei Promossa al grado si Cavalleressa! Meg Anch’io Alice Motteggi. Meg Non più parole, Chè qui sciupiamo la luce del sole. Ho una lettera. Alice Anch’io. Nannetta, Quickly Oh! Alice Leggi. Meg (a Alice) Leggi. “Fulgida Alice! amor t’offro...” ...Ma come?! Che cosa dice? Salvo che il nome La frase é uguale. Alice “Fulgida Meg, amor t’offro...” Meg “...amor bramo.” Alice Qua “Meg”, là “Alice” Meg È tal e quale, “Non domandar perchè, ma dimmi...” Alice “...t’amo” Pur non gli offersi cagion. Meg Il nostro caso é pur strano. Quickly Guardiam con flemma. Meg Gli stessi versi. Alice Lo stesso inchiostro. Quickly La stessa mano. Nannetta Lo stesso stemma. Alice, Meg “Sei la gaia comare, il compar gaio “son io, e fra noi due facciamo il paio.” Alice Già Nannetta Lui, lei, te. Quickly Un paio in tre. Alice “Facciamo il paio in un amor ridente” “di donna bella e d’uom...” Tutte “...appariscente...” Alice “Ma il viso tuo su me risplenderà Come una sorella sull’immensità” Tutte Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Alice “Rispondi al tuo scudiere, John Falstaff Cavaliere”. Quickly Mostro! Alice Dobbiam gabbarlo. Nannetta E farne chiasso. Alice E metterlo in burletta. Nannetta Oh! Oh! che spasso! Quickly Che allegria! Meg Che vendetta! Alice Quell’otre, quel tino! Quel Re delle pance, Ci ha ancora le ciance Del bel vagheggino. E l’olio gli sgocciola Dall’adipe unticcio E ancor ei ne snocciola La strofa e il bisticcio! Lasciam ch’ei le pronte Sue ciarle ne spifferi; Farà come i pifferi Che sceser dal monte. Vedrai che, se abbindolo Quel grosso compar, Più lesto d’un guindolo Lo faccio girar. Quickly Quell’uomo é un cannone! Se scoppia, ci spaccia. Colui, se l’abbraccia, Ti schiaccia Giunone. Ma certo si spappola. Quel mostro a tuo cenno E corre alla trappola E perde il suo senno. Potenza di un fragile Sorriso di donna! Sciena d’un agile Movenza di gonna! Se il vischio lo impegola Lo udremo strillar, E allor la sua fregola Vedremo svampar. 33 Nannetta (ad Alice) Se ordisci una burla, Vo’ anch’io la mia parte. Conviene condurla Con senno, con arte. L’agguato ov’ei sdrucciola Convien ch’ei non scerna; Già prese una lucciola Per una lanterna. Che il gioco riesca Perciò non dubito; Poi coglierlo subito. Bisogna offrir l’esca E se i scillinguagnoli Sapremo adoprar, Vedremo a rigagnoli Quell’orco sudar. Quickly Un flutto in tempesta Gittò sulla rena Di Windsor codesta Vorace balena. Ma qui non ha spazio Da farsi più pingue; Ne fecer già strazio Le vostre tre lingue. Tre lingue più allegre D’un trillo di nacchere, Che spargon più chiacchere Di sei cingallegre. Tal sempre s’esilari Quel bel cinguettar. Così soglion l’ilari Comari ciarlar. (s’allontanano, entrano altri personaggi) Dr.Cajus (a Ford) È un ribaldo, un furbo, un ladro, Un furfante, un turco, un vandalo; L’alto dì mandò a soqquadro La mia casa e fù uno scandalo. Se un processo oggi gl’intavolo Sconterà le sue rapine, Ma la sua più degna fine Sia d’andare in man del diavolo. E quei due che avete accanto Gente sonon di sua tribù, Non son due stinchi di santo Né son fiori di virtù. Bardolfo (a Ford) Falstaff,sì ripeto, giuro, (Per mia bocca il ciel v’illumina) Contro voi John Falstaff rumina Un progetto alquanto impuro. Son uom d’arme e quell’infame Più non vo’ che v’impozzangheri; Non vorrei, no, escir dai gangheri Dell’onor per un reame! Messer Ford, l’uomo avvisato Non é salvo che a metà. Tocca a voi d’ordir l’agguato Che l’agguato stornerà. 34 Ford Un ronzio di vespe e d’avidi Calabron brontolamento, Un rombar di nembi gravidi D’uragani é quel ch’io sento. Il cerebro un ebro allucina Turbamento di paura Ciò che intorno a me si buccina, È un sussurro di congiura. Parlan quattro e uno ascolta; Qual dei quattro ascolterò? Se parlaste uno alla volta Forse allor v’intenderò Pistola (a Ford) Sir John Falstaff già v’appresta, Messer Ford, un gran pericolo. Già vi pende sulla testa Qualche cosa a perpendicolo. Messer Ford, fui già un armigero Di quell’uom dall’ampia cute; Or mi pento e mi morigero Per ragioni di salute. La minaccia or v’é scoperta, Or v’é noto il ciurmador. State all’erta, all’erta, all’erta! Qui di tratta dell’onor. Fenton (a Ford) Se volete, io non mi perito Di ridurlo alla ragione Colle brusche o colle buone, E pagarlo al par del merito. Mi dà il cuore e mi solletica (E sarà una giostra gaia) Di sfondar quella ventraia Iperbolico-apoplettica. Col consiglio o colla spada Se lo trovo al tu per tu, O lui va per la sua strada O lo assegno a Belzebù. Ford (a Pistola) Ripeti. Pistola (a Ford) In due parole: L’enorme Falstaff vuole Entrar nel vostro tetto, Beccarvi la consorte, Sfondar lacassa-forte e sconquassarvi il letto. Dr.Cajus Caspita! Ford Quanto guai! Bardolfo (a Ford) Già le scrisse un biglietto... Pistola Ma quel messaggio abbietto ricusai. Bardolfo Ricusai. Pistola Badate a voi! Bardolfo Badate! Pistola Falstaff le occhieggia tutte, Che siano belle o brutte, Pulzelle o maritate. Bardolfo La corona che adorna D’Atteòn l’irte chiome Su voi già spunta. Ford Come sarebbe a dir? Bardolfo Le corna. Ford Brutta parola! Dr.Cajus Ha voglie voraci il Cavaliere. Ford Sorveglierò la moglie. Sorveglierò il messere. (rientrano le quattro donne.) Salvar vo’ i beni miei Dagli appetiti altrui. Fenton (vedendo Nannetta)(È lei) Nannetta (vedendo Fenton) (È lui) Ford (vedendo Alice) (È lei) Alice (vedendo Ford) (È lui) Nannetta Guai! Alice Schiviamo i passi suoi. Meg Ford é geloso? Alice Assai. Quickly Zitto Alice Badiamo a noi. (Restano Nannetta e Fenton) Fenton Pst, pst, Nannetta. Nannetta Sss. Fenton Vien qua Nannetta Taci. Che vuoi? Fenton Due baci. Nannetta In fretta. Fenton In fretta (Si bacciano rapidamente). Nannetta Labbra di foco! Fenton Labbra di fiore!... Nannetta Che il vago gioco Sanno d’amore. Fenton Che spargon ciarle, Che mostran perle, Belle a vederle, Dolci a baciarle! Labbra leggiadre! Nannetta Man malandrine! Fenton Ciglia assassine! Pupille ladre! T’amo! Nannetta Imprudente, no. Fenton Sì... due baci. Nannetta Basta. Fenton Mi piaci tanto! Nannetta Vien gente. (ritornano le donne.) Fenton (cantando allontanandosi) “Bocca baciata non perde ventura” Nannetta “Anzi rinnova come fa la luna” (Fenton si nasconde). Alice Falstaff m’ha canzonata. Meg Merita un gran castigo. Alice Se gli scrivessi un rigo?... Nannetta Val meglio un’ambasciata. Alice Si. Quickly Si. Alice (a Quickly) Da quel brigante Tu andrai.Lo adeschi all’offa D’un ritovo galante Con me. Quickly Questa é gaglioffa! Nannetta Che bella burla! Alice Prima, per attirarlo a noi, Lo lusinghiamo, e poi Gliele cantiamo in rima. Quickly Non merita riguardo. Alice È un bove. Meg È un uom senza fede. Alice È un monte di lardo. Meg Non merta clemenza. Alice È un ghiotton che scialacqua Tutto il suo aver nel cuoco. Nannetta Lo tufferem nell’acqua. Alice Lo arrostiremo al fuoco. Nannetta Che gioia! Alice Che allegria! Meg (a Quickly) Procaccia di far bene La tua parte. Quickly (accorgendosi di Fenton) Chi viene? Meg La c’é qualcun che spia. (escono tutte tranne Nannetta) Fenton Torno all’assalto. Nannetta Torno alla gara. Ferisci! Fenton Para! Nannetta La mira é in alto. L’amor é un agile Torneo, sua corte Vuol che il più fragile Vinca il più forte. Fenton M’armo, e ti guardo. T’aspetto al varco. Nannetta Il labbro é l’arco. Fenton E il bacio é il dardo Bada! la freccia Fatal già scocca Dalla mia bocca Sulla tua treccia. Nannetta Eccoti avvinto. Fenton Chiedo la vita! Nannetta Io son ferita, Ma tu sei vinto. Fenton Pietà! Facciamo La pace e poi... Nannetta E poi? Fenton Se vuoi, ricominciamo. Nannetta Bello é quel gioco Che dura poco. Basta. Fenton Amor mio! Nannetta Vien gente. Addio! (fugge). Fenton (allontanandosi cantando) “Bocca baciata non perde ventura”. Nannetta “Anzi rinnova come fa la luna” (Rientrano gli uomini). Bardolfo (a Ford) Udrai quanta egli sfoggia Magniloquenza altera. Ford Diceste ch’egli alloggia Dove? Pistola Alla Giarrettiera. 35 Ford A lui mi annuncerete, Ma con un falso nome; Poscia vedrete come Lo piglio nella rete. Ma... non una parola. Bardolfo In ciarle non m’ingolfo. Io mi chiamo Bardolfo. Pistola Io mi chiamo Pistola. Ford Siam d’accordo. Bardolfo L’arcano custodirem. Pistola Son sordo e muto. Ford Siam d’accordo tutti. Bardolfo, Pistola Sì. Ford Qua la mano. (Si avanzano le donne). Dr.Cajus (a Ford) Del tuo barbaro diagnostico Forse il male é assai men barbaro. Ti convien tentar la prova Molestissima del ver. Così avvien col sapor ostico Del ginepro e del rabarbaro; Il benessere rinnova L’amarissimo bicchier. Pistola (a Ford) Voi dovete empirgli il calice, Tratto tratto, interrogandolo, Per tentar se vi riesca Di trovar del nodo il bandolo. Come all’acqua inclina il salice. Così al vin quel Cavalier. Scoverete la sua tresca, Scoprirete il suo pensier. Ford (a Pistola) Tu vedrai se bene adopera L’arte mia con quell’infame. E sarà prezzo dell’opera S’io discopro le sue trame. Se da me storno il ridicolo Non avrem sudato invan. S’io mi salvo dal pericolo, L’angue morde il cerretan. Bardolfo (a Ford) Messer Ford, un infortunio Marital in voi si incorpora; Se non siete astuto e cauto Quel sir John vi tradirà. Quel paffuto plenilunio Che il color del vino imporpora Troverebbe un pasto lauto Nella vostra ingenuità. Fenton (fra sè) Qua borbotta un crocchio d’uomini, C’é nell’aria una malia. Là cinghetta un stuol di femine, Spira un vento agitator. Ma colei che in cor mi nomini, Dolce amor, vuol esser mia! Noi sarem come due gemine Stelle unite in un ardor. 36 Alice (a Meg) Vedrai che, se abbindolo Quel grosso compar. Più lesto d’un guindolo Lo faccio girar Meg (ad Alice) Se il viscio lo impegola Lo udremo strillar, E allor la sua fregola Vedremo svampar. Nannetta (ad Alice) E se i scilinguagnoli Sapremo adoprar, Vedremo a rigagnoli Quell’orco sudar Quickly Tal sempre s’esilari Quel bel cinguettar; Così soglion l’ilari Comari ciarlar. (escono gli uomini) Alice Qui più non si vagoli... Nannetta (a Quickly) Tu corri all’ufficio tuo. Alice Vo’ ch’egli miagoli D’amor come un micio. (a Quickly) È intesa. Quickly Sì. Nannetta È detta. Alice Domani. Quickly Sì. Sì. Alice Buon dì, Meg. Quickly Nannetta, buon dì. Nannetta Addio. Meg Buon dì. Alice Vedrai che quell’epa Terribile e tronfia Si gonfia. Alice, Nannetta Si gonfia. Alice, Meg, Quickly, Nannetta Si gonfia e poi crepa. Alice “Ma il viso mio su lui risplenderà...” Tutte “Come una stella sull’immensità” ATTO II [Parte prima] (L’interno dell’ Osteria della Giarrettiera) Bardolfo, Pistola Siam pentiti e contriti. Falstaff L’uomo ritorna al vizio, La gatta al lardo... Bardolfo, Pistola E noi, torniamo al tuo servizio. Bardolfo (a Falstaff) Padron, là c’é una donna che alla vostra presenza Chiede d’essere ammessa. Falstaff S’inoltri. (Bardolfo esce e torna con Mrs.Quickly.) Quickly Reverenza! Falstaff Buon giorno, buona donna. Quickly Se Vostra Grazia vuole, Vorrei, segretamente, dirle quattro parole. Falstaff T’accordo udienza. (a Bardolfo e Pistola) Escite. Quickly Reverenza! Madonna Alice Ford... Falstaff Ebben? Quickly Ahimé! Povera donna! Siete un gran seduttore! Falstaff Lo so. Continua. Quickly Alice Sta in gran agitazione d’amor per voi; vi dice Ch’ebbe la vostra lettera, che vi ringrazia e che Suo marito esce sempre dalle due alle tre. Falstaff Dalle due alle tre. Quickly Vostra Grazia a quell’ora Potrà liberamente salir ove dimora La bella Alice! Povera donna! le angosce sue Son crudeli! ha un marito geloso! Falstaff Dalle due alle tre (a Quickly) Le dirai che impaziente aspetto Quell’ora. Al mio dovere non mancherò. Quickly Ben detto. Ma c’e un’altra ambasciata per Vostra Grazia. Falstaff Parla. Quickly La bella Meg (un angelo che innamora a guardarla) Anch’essa vi saluta molto amorosamente; Dice che suo marito é assai di rado assente. Povera donna! un giglio di candore e di fe’! Voi le stregtate tutte. Falstaff Stregoneria non c’é, Ma un certo qual mio fascino personal!... Dimmi: l’altra Sa di quest’altra? Quickly Oibò! La donna nasce scaltra. Non temete. Falstaff Or ti vo’ remunerar... Quickly Chi semina grazie, raccoglie amore. Falstaff Prendi, Mercurio-femina. (congedandola) Saluta le tue dame. Quickly M’inchino (Esce) Falstaff Alice é mia! Va, vecchio John, va, va per la tua via. Questa tua vecchia carne ancora spreme Qualche dolcezza a te. Tutte le donne ammutinate insieme Si dannano per me! Buon corpo di Sir John, Ch’io nutro e sazio, Va, ti ringrazio. Bardolfo Padron, di là c’é un certo Messer Mastro Fontana Che anela di conoscervi; offre una damigiana Di Cipro per l’asciolvere di Vostra Signoria. Falstaff Il suo nome é Fontana? Bardolfo Sì. Falstaff Bene accolta sia La fontana che spande Un simile liquore! Entri. (Bardolfo esce) Va, vecchio John, per la tua via. (Ford travestito entra) Ford Signore, v’assista il cielo! Falstaff Assista voi pur, signore. Ford Io sono, Davver, molto indiscreto, e vi chiedo perdono, Se, senza cerimonie, qui vengo e sprovveduto Di più lunghi preamboli. Falstaff Voi siete il benvenuto. Ford In me vedete un uomo ch’ha un’abbondanza grande Degli agi della vita; un uom che spende e spande Come più gli talenta pur di passar mattana. Io mi chiamo Fontana! Falstaff Caro signor Fontana! Voglio fare con voi Più ampia conoscenza. Ford Caro Sir John, desidero parlarvi in confidenza. Bardolfo (a Pistola) Attento! Pistola (a Bardolfo) Zitto! Bardolfo Guarda! Scommetto! Egli va dritto Nel trabocchetto. Pistola Ford se lo intrappola... Bardolfo Zitto! Falstaff (a Bardolfo e Pistola) Che fate là? (a Ford) V’ascolto. 37 Ford Sir John, m’infonde ardire Un ben noto proverbio popolar: si suol dire Che l’oro apre ogni porta, che l’oro é un talismano, che l’oro vince tutto. Falstaff L’oro é un buon capitano Che marcia avanti. Ford Ebbene. Ho un sacco si monete Qua, che mi pesa assai. Sir John, se voi volete Aiutarmi a portarlo... Falstaff Con gran piacer... non so, Davver, per qual mio merito, Messer. Ford Ve lo dirò. C’é a Windsor, una dama, bella e leggiadra molto. Si chiama Alice; é moglie di un certo Ford. Falstaff V’ascolto. Ford Io l’amo e lei non m’ama; le scrivo, non risponde; La guardo, non mi guarda; la cerco e si nasconde. Per lei sprecai tesori, gittai doni su doni, Escogitai, tramando, il vol delle occasioni. Ahimé! tutto fu vano! Rimasi sulle scale, Negletto, a bocca asciutta, cantando un madrigale. Falstaff (canterellando) “L’amor, l’amor che non ci dà mai tregue” “finchè la vita strugge” “È come l’ombra...” Ford “ c’é chi fugge...” Falstaff “...insegue,,,” 38 Ford “E chi l’insegue...” Falstaff “...fugge” Ford E questo madrigale l’ho appreso a prezzo d’or. Falstaff Quest’é il destin fatale del misero amator. Essa non vi die’ mai luogo a lusinghe? Ford No. Falstaff Ma infin, perchè v’aprite a me? Ford Ve lo dirò: Voi siete un gentiluomo prode, arguto, fecondo, Voi siete un uom di guerra, voi siete un uom di mondo... Falstaff (con gento d’umiltà) Oh!... Ford Non vi adulo, e quello é un sacco di monete Spendetele! Spendetele! sì, spendete e spandete Tutto il mio patrimonio! Siate ricco e felice! Ma, in contraccambio, chiedo che conquistiate Alice! Falstaff Strana ingiunzion! Ford Mi spiego: quella crudel beltà Sempre é vissuta in grande fede di castità. La sua virtù importuna m’abbarbagliava gli occhi: La bella inespugnabile dicea: “Guai se mi tocchi” Ma se voi l’espugnate, poi, posso anch’io sperar: Da fallo nasce fallo e allor... Che ve ne par? Falstaff Prima di tutto, senza complimenti, Messere, accetto il sacco. E poi (fede il cavaliere, Qua la mano!) farò le vostre brame sazie. Voi, la moglie di Ford possederete. Ford Grazie!! Falstaff Io san già molto innanzi; (non c’é ragion ch’io taccia Con voi) fra una mezz’ora sarà nelle mie braccia. Ford Chi?... Falstaff Alice. Essa mandò dianzi una... confidente Per dirmi che quel tanghero di suo marito é assente Dalle due alle tre. Ford Lo conoscete? Falstaff Il diavolo Se lo porti all’inferno con Menelao suo avolo! Vedrai! Te lo cornifico netto! se mi frastorna Gli sparo una girandola di botte sulle corna! Quel Messer Ford é un bue! Un bue! Te lo corbello, Vedrai! Ma é tardi. Aspettami qua. Vado a farmi bello. Ford È sogno o realtà?... Due rami enormi Crescon sulla mia testa. È un sogno? Mastro Ford! Mastro Ford! Dormi? Svegliati! Su! Ti desta! Tua moglie sgarra e mette in mal assetto L’onoe tuo, la casa ed il tuo letto! L’ora é fissata, tramato l’inganno; Sei gabbato e truffato!... E poi diranno Che un marito geloso é un insensato! Già dietro a me nomi d’infame conio Fischian passando; mormora lo scherno. O matrimonio, inferno! Donna: Demonio! Nella lor moglie abbian fede i babbei! Affiderei La mia birra a un Tedesco, Tutto il mio desco A un Olandese lurco, La mia bottiglia d’acquavite a un Turco, Non mia moglie a se stessa. O laida sorte! Quella brutta parola in cor mi torna: Le corna! Bue! Capron! le fusa torte! Ah! le corna! le corna! Ma non mi sfuggirai! no! sozzo, reo, Dannato epicureo! Prima li accoppio E poi lo colgo. Io scoppio! Vendicherò l’affronto! Laudata sempre sia Nel fondo del mio cor la gelosia. Falstaff (rientrando) Eccomi qua. Son pronto. M’accompagnate un tratto? Ford Vi metto sulla via. Falstaff Prima voi. Ford Prima voi. Falstaff No, sono in casa mia. Passate. Ford Prego... Falstaff È tardi. L’appuntamento preme. Ford Non fate complimenti... Falstaff Ebben; passiamo insieme. [Parte seconda] (Una sala nella casa di Ford) Alice Presenteremo un bill, per una tassa Al parlamento, sulla gente grassa. Quickly Comari! Alice Ebben? Meg Che c’é? Quickly Sarà sconfitto! Alice Brava! Quickly Fra poco gli farem la festa! Alice, Meg Bene! Quickly Piombò nel laccio a capofitto. Alice Narrami tutto, lesta. Meg Lesta. Alice Lesta. Quickly Giunta all’Albergo della Giarrettiera Chiedo d’essere ammessa alla presenza Del Cavalier,segreta messaggera. Sir John si degna d’accordarmi udienza, M’accoglie tronfio in furfantesca posa: “Buon giorno, buona donna” “Reverenza” A lui m’inchino molto ossequiosamente, poi passo alle notizie ghiotte. Infin, per farla spiccia, Vi crede entrambe innamorate cotte. Delle bellezze sue. (ad Alice) E lo vedrete presto ai vostri pie’. Alice Quando? Quickly Oggi, qui, dalle due alle tre. Meg Dalle due alle tre. Alice Son già le due. Olà! Ned Will! Già tutto ho preparato. Portate qui la cesta del bucato. Quickly Sarà un affare gaio! Alice Nannetta, e tu non ridi? Che cos’hai? Tu piangi? Che cos’hai? Dillo a tua madre. Nannetta Mio padre... Alice Ebben? Nannetta Mio padre... Alice Ebben? Nannetta Mio padre... Vuole ch’io mi mariti al Dr.Cajo!! Alice A quel pedante?! Quickly Oibò! Meg A quel gonzo! Alice A quel grullo! Nannetta A quel bisavolo! Alice No! No! Meg, Quickly poi Tutte No! No! Nannetta Piuttosto lapidata viva. Alice Da una mitraglia di torsi di cavolo. Quickly Ben detto! Meg Brava! Alice Non temer. Nannetta Evviva! Col Dottor Cajo non mi sposerò! Alice (ai servi) Mettete là. Poi, quando avrò chiamato, Vuoterete la cesta nel fossato. 39 Nannetta Bum! Alice Taci. - Andate. Nannetta Che bombardamento! Alice Prepariamo la scena Qua una sedia. Nannetta Qua il mio liuto. Alice Apriamo il paravento. Bravissime! Così.Più aperto ancora. Fra poco s’incomincia la commedia. Gaie comari di Windsor! é l’ora! L’ora di alzar la risata sonora! L’alta risata che scoppia, che scherza, Che sfolgora, armata Di dardi e di sferza! Gaie comari, festosa brigata! Sul lieto viso Spunti il sorriso, Splenda del riso l’acuto fulgor! Favilla incendiaria Di gioia nell’aria, Di gioia nel cor. (a Meg) A noi! Tu la parte Farai che ti spetta. Meg (ad Alice) Tu corri il tuo rischio Col grosso compar. Quickly Io sto alla vedetta. Alice (a Quickly) Se sbagli ti fischio. Nannetta Io resto in disparte Sull’uscio a spiar. Alice E mostreremo all’uomo che l’allegria D’oneste donne ogni onestà comporta. Fra le femmine quella é la più ria Che fa la gattamorta. Quickly Eccolo! È lui! Alice Dov’é? Quickly Poco discosto. Nannetta Presto. Quickly A salir s’avvia. Alice Tu di qua. Tu di là! Nannetta Al posto! Meg Al posto! (Alice rimane sola. Entra Falstaff) Falstaff “Alfin t’ho colto,” “Raggiante fior,” “T’ho colto!” Ed or potrò morir felice. Avrò vissuto molto Dopo quest’ora di beato amor. Alice O soave Sir John! Falstaff Mia bella Alice! Non so far lo svenevole, Nè lusingar, nè usar frase fiorita, Ma dirò tosto un mio pensier colpevole. Alice Cioé? Falstaff Cioé: Vorrei che Mastro Ford Passasse a miglior vita... Alice Perchè? 40 Falstaff Perchè? Lo chiedi? Saresti la mia Lady E Falstaff il tuo Lord! Alice Povera Lady inver! Falstaff Degna d’un Re. T’immagino fregiata del mio stemma, Mostrar fra gemma e gemma La pompa del tuo sen. Nell’iri ardente e mobile dei rai Dell’Adamante, Col picciol pie’nel nobile Cerchio d’un guardinfante Risplenderai! Più fulgida d’un ampio arcobaleno. Alice Ogni più bel gioiel mi nuoce e spregio Il finto idolo d’or. Mi basta un vel legato in croce, un fregio Al cinto e in testa un fior. Falstaff Sirena! Alice Adulator! Falstaff Soli noi siamo E non temiamo agguato. Alice Ebben? Falstaff Io t’amo! Alice Voi siete nel peccato! Falstaff Sempre l’amor l’occasione azzecca. Alice Sir John! Falstaff Chi segue vocazion non pecca. T’amo! e non é mia colpa... Alice Se tanta avete vulnerabil polpa... Falstaff Quand’ero paggio Del Duca di Norfolk ero sottile, Ero un miraggio Vago,leggero, gentile, gentile. Quello era il tempo Del mio verde Aprile, Quello era il tempo Del mio lieto Maggio, Tant’ero smilzo, flessibile e snello Che avrei guizzato attraverso un anello. Alice Voi mi celiate. Io temo i vostri inganni. Temo che amiate... Falstaff Chi? Alice Meg. Falstaff Colei? M’é in uggia la sua faccia. Alice Non traditemi, John... Falstaff Mi par mill’anni D’avervi fra le braccia. T’amo... Alice Per carità... Falstaff Vieni! Quickly (da fuori) Signora Alice! Falstaff Chi va là? Quickly (entrando) Signora Alice! Alice Chi c’é? Quickly Mia signora! C’é Mistress Meg e vuol parlarvi, Sbuffa... strepita, s’abbaruffa... Falstaff Alla malora! Quickly E vuol passare e la trattengo a stento. Falstaff Dove m’ascondo? Alice Dietro il paravento. Meg Alice! che spavento! Che chiasso! Che discordia! Non perdere un momento. Fuggi!... Alice Misericordia! che avvenne? Meg Il tuo consorte Vien gridando “accorr’uomo!” Dice... Alice (Parla più forte). Meg Che vuol scannare un uomo! Alice (Non ridere.) Meg Ei correva Invaso da tremendo Furor! Maledicendo Tutte le figlie D’Eva! Alice Misericordia! Meg Dice che un tuo ganzo hai nascosto; Lo vuole ad ogni costo Scoprir... Quickly (ritornando) Signora Alice! Vien Mastro Ford! Salvatevi! È come una tempesta! Strepita, tuona, fulmina, Si dà dei pugni in testa, Scoppia in minacce ed urla... Alice (Dassenno oppur da burla?) Quickly Dassenno. Egli scavalca Le siepi del giardino... Lo segue una gran calca Di gente... é già vicino... Mentr’io vi parlo ei valca L’ingresso... Ford (da fuori) Malandrino!!! Falstaff Il diavolo cavalca Sull’arco di un violino!! Ford Chiudete le porte! Sbarrate le scale! Seguitemi a caccia! Scoviamo il cignale! (entrano correndo il Dr.Cajus e Fenton) Correte sull’orme, sull’usta. (a Fenton) Tu fruga Negli anditi. Bardolfo, Pistola (irrompono) A caccia! Ford (a Bardolfo e Pistola) Sventate la fuga! Cercate là dentro! Alice (a Ford) Sei tu dissennato? Che fai? Ford Chi c’é dentro quel cesto? Alice Il bucato. Ford Mi lavi!! rea moglie! (al Dr.Cajus) Tu, piglia le chiavi, Rovista le casse, va. (ad Alice) Ben tu mi lavi! Al diavolo i cenci! Sprangatemi l’uscio Del parco! Camice... gonnelle...- Or ti sguscio, Briccon! - Strofinacci! Via! Via! Cuffie rotte! - Ti sguscio. - Lenzuola... berretti da notte... - Non c’é... Alice, Meg, Quickly Che uragano!! Ford Cerchiam sotto il letto. Nel forno, nel pozzo, nel bagno, sul tetto, in cantina... Alice È farnetico! Quickly Cogliam tempo. Alice Troviamo modo com’egli esca. Meg Nel panier. Alice No, là dentro non c’entra, é troppo grosso. Falstaff Vediam; sì, c’entro, c’entro. Alice Corro a chiamare i servi. Meg Sir John! Voi qui? Voi? Falstaff T’amo Amo te sola... salvami! salvami! Quickly Svelto! Meg Lesto! Falstaff Ahi!...Ahi!...Ci sto...Copritemi... Quickly (a Meg) Presto! colmiamo il cesto. Nannetta (a Fenton) Vien qua. Fenton Che chiasso! Nannetta Quanti schiamazzi! Segui il mio passo. Fenton Casa di pazzi! Nannetta Qui ognun delira Con vario error. Son pazzi d’ira... Fenton E noi d’amor. 41 Nannetta Seguimi. Adagio. (Si nascondono dietro il paravento) Fenton Nessun m’ha scorto. Nannetta Tocchiamo il porto. Fenton Siamo a nostr’agio. Nannetta Sta zitto e attento. Fenton Vien sul mio petto! Nannetta Il paravento Sia benedetto! Dr.Cajus (da fuori) Al ladro! Ford Al pagliardo! Dr.Cajus (entra) Squartatelo! Ford Al ladro! (a Bardolfo e Pistola) C’é? Pistola No. Ford (a Bardolfo) C’é? Bardolfo Non c’é, no. Ford Vada a soqquadro la casa. Dr.Cajus Non trovo nessuno. Ford Eppur giuro Che l’uomo é qua dentro. Ne sono sicuro! Sicuro! Sicuro! Dr.Cajus Sir John! Sarò gaio Quel dì ch’io ti veda dar calci a rovaio! Ford Vien fuora, furfante! T’arrendi! O bombardo le mura! Dr.Cajus T’arrendi! Ford Vien fuora! Codardo! Sugliardo! Bardolfo, Pistola Nessuno! Ford (a Bardolfo e Pistola) Cercatelo ancora! T’arrendi! Scafandro! Non c’é! Dr.Cajus Vieni fuori! Non c’é! Pappalardo! Beon! Bada a te! Ford Scagnardo! Falsardo! Briccon!! (Nannetta e Fenton dietro il paravento) Nannetta, Fenton (Si danno un bacio sonoro) [rumore del bacio] Ford (guardando il paravento) C’é. Dr.Cajus C’é Ford Se t’agguanto! Dr.Cajus Se ti piglio! Ford Se t’acciuffo! Dr.Cajus Se t’acceffo! Ford Ti sconquasso! Dr.Cajus T’arronciglio Come un can! Ford Ti rompo il ceffo! Dr.Cajus Guai a te! Ford Prega il tuo santo! Guai se alfin con te m’azzuffo! Se ti piglio! Dr.Cajus Se t’agguanto! Ford Se t’acceffo! Dr.Cajus Se t’acciuffo! 42 Nannetta (a Fenton) Mentre qui vecchi Corron la giostra, Noi si sottecchi Corriam la nostra. L’amor non ode Tuon nè bufere, Vola alle sfere Beate e gode. Fenton (a Nannetta) Bella! Ridente! Oh! come pieghi Verso i miei prieghi Donnescamente! Quickly (a Meg) Facciamo le viste D’attendere ai panni; Pur ch’ei non c’inganni Con mosse impreviste. Finor non s’accorse Di nulla; egli può Sorprenderci forse, Confonderci no. Meg Facciamolgli siepe Fra tanto scompiglio. Ne’giuochi il periglio È un grano di pepe. Il rischio é un diletto Che accresce l’ardor. Che stimola in petto Gli spirti e il cor. Falstaff Affogo! Quickly Sta sotto Bardolfo Non si trova. Pistola Non si coglie. Ford Pss... Qua tutti. (indicando il paravento) L’ho trovato. Là c’é Falstaff con mia moglie. Bardolfo Sozzo can vituperato! Ford Zitto! Pistola, Dr.Cajus Zitto! Ford Urlerai dopo. Là s’é udito il suon d’un bacio. Bardolfo Noi dobbiamo pigliare il topo Mentre sta rodendo il cacio. Ford Ragioniam. Colpo non vibro Senza un piano di battaglia. Nannetta L’attimo ancora Cogliam che brilla; È la scintilla Viva dell’ora. Fenton Come ti vidi M’innamorai, E tu sorridi Perchè lo sai. Nannetta Lo spiritello D’amor, volteggia. Fenton Già un sogno bello D’Imene albeggia. Meg Or questi s’insorge. Quickly (a Falstaff nella cesta) Se l’altro ti scorge sei morto. Falstaff Son cotto! Meg Sta sotto! Falstaff Che caldo! Quickly Sta sotto! Falstaff Mi squaglio! Quickly Sta sotto! Gli Altri Bravo. Dr.Cajus Un uom di quel calibro Con un soffio ci sbaraglia. Ford La mia tattica maestra Lesue mosse pria registra (a Pistola e compagni) Voi sarete l’ala destra. (a Bardolfo e Dr.Cajus) Noi sareml’ala sinistra (agli altri) E costor con pie’ gagliardo Sfonderanno il baluardo. Tutti gli Altri Bravo, bravo, Generale. Dr.Cajus Aspettiamo un tuo segnale. Nannetta Tutto delira Sospiro e riso. Sorride il viso E il cor sospira. Come in sua zolla Si schiude un fior, La sua corolla Svolve il mio cor. Meg Il ribaldo vorrebbe un ventaglio. Falstaff Un breve spiraglio Non chiedo di più. Quickly Ti metto il bavaglio Se parli. Meg Giù! Quickly Giù! Ford (al Dr.Cajus) Senti, accosta un po’ l’orecchio! Che patetici lamenti!! Là c’é Alice e qua c’é il vecchio Seduttore. Senti! senti! Essi credon d’esser soli Nel lor tenero abbandon; Su quel nido d’usiguoli Scoppierà fra poco il tuon. Dr.Cajus (a Ford) Sento, intendo e vedo chiaro Delle femmine gl’inganni; Non vorrei, compare caro, Esser io ne’ vostri panni. Chi non sa ridur la moglie Colle buone alla ragion, Dovrà vincer le sue voglie Colla frusta e col baston. Bardolfo (a Pistola)Vieni qua, fatti più presso; Vieni a udir gli ascosi amanti. S’ode un rumire sommesso Qualdi tortore tubanti, E un fruscio che par di gonna Un fruscio vago e legger; È la voce della donna Che risponde al cavalier. Pistola (a Bardolfo) Odi come amor lo cuoce! Pare Alfeo con Aretusa. Quella gonfia cornamusa Manda fuori un fil di voce. Ma fra poco il lieto gioco Turberà dura lezion. Egli canta, ma fra poco Muterà la sua canzon. Fenton Fra quelle ciglia Vedo due fari A meraviglia Sereni e chiari. Bocca mia dolce, Pupilla d’or, Voce che molce Com’arpa il cor. Meg (a Quickly) Sta zitta! Se ridi, La burla é scoperta. Dobbiam stare all’erta. Tu il giuoco disguidi Geloso marito, Compare sfacciato, Ciascuno é punito Secondo il peccato. Parliam sottovoce Guardando il Messer Che brontola e cuoce Nel nostro panier. Quickly (a Meg) Stiam zitte! stiam zitte; Trattieni le risa; Se l’altro s’avvisa Noi siamo sconfitte. Costui suda e soffia, S’intrefola e tosse, Per gran battisoffia Le viscere ha scosse. Costui s’é infardato Di tanta viltà. Che darlo al bucato È averne pietà. 43 Gente del vicinato Piano, piano, a passo lento, Mentr’ei sta senza sospetto, Lo cogliamo a tradimento, Gli facciamo lo sgambetto. S’egli cade più non scappa, Nessuno più lo può salvar. Nel tuo diavolo t’incappa; Che tu possa stramazzar! Ford (agli altri) Zitto! A noi! Quest’é il momento. Zitto! Attenti! Attenti a me. Dr.Cajus Dà il segnal. Ford Uno... Due... Tre... (rovesciando il paravento) Dr.Cajus Non é lui!!! Tutti Sbalordimento! Nannetta Dolci richiami D’amor. Fenton Te bramo! Dimmi sem’ami! Nannetta Sì, t’amo! Fenton T’amo! Falstaff Ouff... Cesto molesto! Alice Silenzio! Falstaff Protesto! Meg, Quickly Che bestia restia! Falstaff Portatemi via! Meg, Quickly È matto furibondo! Falstaff Aiuto! Alice, Meg, Quickly È il finimondo! Ford (a Nannetta) Ancor nuove rivolte! (a Fenton) Tu va pe’ fatti tuoi! L’ho detto mille volte: Costei non fa per voi. (Nannetta e Fenton fuggono) Bardolfo È là! Ferma! Ford Dove? Bardolfo Là! Pistola Là! Sulle scale. Pistola, Bardolfo, Dr.Cajus, i Compagni A caccia! Quickly Che caccia infernale! (Tutti gli uomini escono) Alice Ned! Will! Tom! Isaac! Su! Presto! Presto! (Nannetta rientra) Rovesciate quel cesto Dalla finestra nell’acqua del fosso.. Là! Presso alle giuncaie Davanti al crocchiio delle lavandaie. Nannetta, Meg, Quickly Sì, sì, sì, sì! Nannetta C’é dentro un pezzo grosso. Alice (al paggio) Tu chiama mio marito; (a Meg) Gli narreremo il nostro caso pazzo. Solo al vedere il Cavalier nel guazzo D’ogni gelosa ubbia sarà guarito. Quickly (ai servi) Pesa! Alice, Meg (ai servi) Coraggio! Nannetta Il fondo ha fatto crac! 44 Meg, Quickly e Nannetta Su! Alice Trionfo! Meg, Quickly, Nannetta Trionfo! Ah! Ah! Alice Che tonfo! Nannetta, Meg Che tonfo! (Falstaff capitombola dalla finestra e finisce nelle acque del Tamigi) Tutte Patatrac! ATTO III [Parte prima] (Esterno dell’Osteria della Giarrettiera) Falstaff Ehi! Taverniere! Mondo ladro. Mondo rubaldo. Reo mondo! (entra l’Oste) Taverniere: un bicchier di vin caldo. Io, dunque, avrò vissuto tanti anni, audace e destro Cavaliere, per essere portato in un canestro E gittato al canale co’pannilini biechi, Come si fa coi gatti e i catellini ciechi. Chè se non galleggiava per me Quest’epa tronfia, Certo affogavo. Brutta morte. L’acqua mi gonfia. Mondo reo. Non c’é più virtù. Tutto declina. Va, vecchio John, va, va per la tua via; cammina Finchè tu muoia. Allor scomparirà la vera Virilità del mondo. Che giornataccia nera! M’aiuti il ciel! Impinguo troppo. Ho dei peli grigi. (torna l’Oste) Versiamo un po’di vino nell’acqua del Tamigi! Buono. Ber del vino dolce e sbottonarsi al sole, Dolce cosa! Il buon vino sperde le tetre fole Dello sconforto, accende l’occhio e il pensier, dal labbro Sale al cervel e quivi risveglia il picciol fabbro Dei trilli; un negro grillo che vibra entro l’uom brillo Trilla ogni fibra in cor, l’allegro etere al trillo Guizza e il gicondo globo squilibra una demenza Trillante! E il trillo invade il mondo!... Quickly Reverenza. La bella Alice... Falstaff Al diavolo te con Alice bella! Ne ho piene le bisacce! Ne ho piene le budella! Quickly Voi siete errato... Falstaff Un canchero! Sento ancor le cornate Di quell’irco geloso! Ho ancor l’ossa arrembate D’esser rimasto curvo, come una buona lama Di Bilbao, nello spazio D’un panierin di dama! Con quel tufo! E quel caldo! Un uom della mia tempra, Che in uno stillicidio continuo si distempra! Poi, quando fui ben cotto, rovente, incandescente, M’han tuffato nell’acqua. Canaglie!!! Quickly Essa é innocente. Prendete abbaglio. Falstaff Vattene! Quickly La colpa é di quei fanti Malaugurati! Alice piange, urla, invoca i santi. Povera donna! V’ama. Leggete. Alice (spiando con altri) Legge. Ford Legge. Vedrai che ci ricasca. Alice L’uom non si corregge. Meg (ad Alice) Nasconditi. Dr.Cajus Rilegge. Ford Rilegge. L’esca inghiotte. Falstaff (legge) “T’aspetterò ne parco Real, a mezzanotte” “Tu verrai travestito da Cacciatore nero” “Alla quercia di Herne” Quickly Amor ama il mistero Per rivedervi Alice, si val d’una leggenda Popolar. Quella quercia é un luogo da tregenda. Il Cacciatore nero c’é impeso ad un suo ramo. V’ha chi crede vederlo ricomparir... Falstaff Entriamo. Là si discorre meglio Narrami la tua frasca. Quickly (entrando nell’osteria) Quando il rintocco della mezzanotte... Ford Ci casca. Alice Quando il rintocco della mezzanotte Cupo si sparge nel silente orror, Sorgon gli spirti vagabondi a frotte E vien nel parco il nero Cacciator. Egli cammina lento, lento, lento, Nel gran letargo della sepoltura. S’avanza livido... Nannetta Oh! Che spavento! Meg Già sento il brivido della paura! Alice Fandonie che ai bamboli Raccontan le nonne Con lunghi preamboli, Per farli dormir. Alice, Nannetta, Meg Vendetta di donne Non deve fallir. Alice S’avanza livido e il passo converge Al tronco ove esalò l’anima prava. Sbucan le Fate. Sulla fronte egli erge Due corna lunghe, lunghe, lunghe... Ford Brava. Quelle corna saranno la mia gioia! Alice (a Ford) Bada! tu pur mi meriti Qualche castigatoia! Ford Perdona. Riconosco i miei demeriti. Alice Ma guai se ancor ti coglie Quella mania feroce Di cercar dentro il guscio d’una noce L’amante di tua moglie. Ma il tempo stringe e vuol fantasia lesta. Meg Affrettiam. Fenton Concentriam la mascherata. Alice Nannetta! Nannetta Eccola qua! Alice (a Nannetta) Sarai la Fata Regina delle Fate, in bianca veste Chiusa in candido vel, cinta di rose. Nannetta E canterò parole armoniose. Alice (a Meg) Tu la verde sarai Ninfa silvana, E la comare Quickly una befana. Nannetta A neraviglia! Alice Avrò con me dei putti Che fingeran folletti, E spiritelli, E diavoletti, E pipistrelli, E farfarelli. Su Falstaff camuffato in manto e corni Ci scaglieremo tutti E lo tempesteremo Finch’abbia confessata La sua perversità. 45 Poi ci smaschereremo E, pria che il ciel raggiorni, La giuliva brigata Se ne ritornerà. Meg Vien sera. Rincasiam. Alice L’appuntamento é alla quercia di Herne. Fenton È inteso. Nannetta A meraviglia! Oh! che allegro spavento! Alice, Nannetta, Fenton Addio. Meg (a Nannetta e Alice) Addio. Alice Provvedi le lanterne. (Mrs Quickly esce dall’osteria e spia Ford e il Dr.Cajus che parlano). Ford (al Dr.Cajus) Non dubitar, tu sposerai mia figlia. Rammenti bene il suo travestimento? Dr.Cajus Cinta di rose, il vel bianco e la vesta. Alice (da fuori) Non ti scordar le maschere. Meg (da fuori) No, certo. Nè tu le raganelle! Ford (al Dr.Cajus) Io già disposi La rete mia. Sul finir della festa Verrete a me col volto ricoperto Essa dal vel, tu da un mantel fantesco E vi benedirò come due sposi. Dr.Cajus Siam d’accordo. Quickly (Stai fresco!) (Esce e da fuori) Nannetta! Ohè! Nannetta! Nannetta! Ohè! Nannetta (da fuori) Che c’é? Che c’é? Quickly Prepara la canzone della Fata. Nannetta È preparata. Alice Tu, non tardar. Quickly Chi prima arriva, aspetta. [Parte seconda] (Il parco di Windsor di notte) Fenton Dal labbro il canto estasiato vola Pe’ silenzi notturni e va lontano E alfin ritrova un altro labbro umano Che gli risponde colla sua parola. Allor la notte che non é più sola Vibra di gioia in un accordo arcano Come altra voce al suo fonte rivola. Quivi ripiglia suon, ma la sua cura Tende sempre ad unir chi lo disuna. Così baciai la disiata bocca! Bocca baciata non perde ventura. Nannetta (fuori) Anzi rinnova come fa la luna. Fenton Ma il canto muor nel bacio che lo tocca. (entra Nannetta) Alice Nossignore! Tu indossa questa cappa. Fenton Che vuol dir ciò? Nannetta Lasciati fare. Alice (porgendo la maschera) Allaccia. Nannetta È un fraticel sgusciato dalla Trappa. 46 Alice Il tradimento che Ford ne minaccia Tornar deve in suo scorno e in nostro aiuto. Fenton Spiegatevi Alice Ubbidisci presto e muto. L’occasione come viene scappa. (a Mrs Quickly) Chi vestirai da finta sposa? Quickly Un gaio Ladron nasuto che aborre il Dr.Cajus. Meg Ho nascosto i folletti lungo il fosso. Siam pronte. Alice Zitto. Viene il pezzo grosso. Via!... (Tutte fuggono con Fenton - Falstaff entra con due corna di cervo in testa mentre suona la mezzanotte.) Falstaff Una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette botte, Otto, nove, dieci, undici, dodici. Mezzanotte. Questa é la quercia. Numi, proteggetemi! Giove! Tu per amor d’Europa ti trasformasti in bove; Portasti corna. I numi c’insegnan la modestia. L’amore metamorfosa un uom in una bestia. Odo un soave passo! (Entra Alice) Alice! Amor ti chiama! Vieni! l’amor m’infiamma! Alice Sir John! Falstaff Sei la mia dama! Alice Sir John! Falstaff Sei la mia dama! Alice O sfavillante amor! Falstaff Vieni! Già fremo e fervo! Alice Sir John! Falstaff Sono il tuo servo! Sono il tuo cervo, imbizzarrito. Ed or Piovan tartufi, rafani e finocchi!! E sian la mia pastura! E amor trabocchi! Siam soli... Alice No. Qua nella selva densa Mi segue Meg. Falstaff È doppia l’avventura! Venga anche lei! Squartatemi Come un camoscio a mensa! Sbranatemi!! Cupido Alfin mi ricompensa. Io t’amo! t’amo! Meg (da fuori) Aiuto! Alice Un grido! Ahimé! Meg Vien la tragenda! Alice Ahimé! Fuggiamo! Falstaff Dove? Alice (fugge) Il cielo perdoni al mio peccato! Falstaff Il diavol non vuol ch’io sia dannato. Nannetta (vestita da Regina delle Fate) Ninfe! Elfi! Silfi! Sirene! L’astro degli incantesimi in cielo é sorto. Sorgete! Ombre serene! Falstaff Sono le Fate. Chi le guarda é morto. Alice (con alcune Fate) Inoltriam. Nannetta (con altre Fate) Egli é là. Alice Steso al suol. Nannetta Lo confonde il terror Le Fate Si nasconde Alice Non ridiam! Le Fate Non ridiam! Nannetta Tutte qui, dietro a me. Cominciam. Le Fate Tocca a te. La Regina delle Fate Sul fil d’un soffio etesio Scorrete, agili larve; Fra i rami un baglior cesio D’alba lunare apparve. Danzate! e il passo blando Misuri un blando suon. Le magiche accoppiando Carole alla canzon. Le Fate La selva dorme e sperde Incenso ed ombra; e par Nell’aer denso un verde Asilo in fondo al mar. La Regina delle Fate Erriam sotto la luna Scegliendo fior da fiore, Ogni corolla in core Porta la sua fortuna. Coi gigli e le viole Scrivian de’ nomi arcani, Dalle fatate mani Germoglino parole, Parole illuminate Di puro argento e d’or, Carni e malie. Le Fate Hanno per cifre i fior. Le Fate Moviam ad una ad una Sotto il lunare albor, Verso la quercia bruna Del nero Cacciator. (sbucano: Alice, Meg, Mrs Quickly, Bardolfo, Pistola, Dr.Cajus, Fenton, Ford, e boghesi in costumi fantastici) Bardolfo Alto là! Pistola Chi va là? Falstaff Pietà! Quickly C’é un uomo! Alice, Meg, Nannetta C’è un uom! Ford Cornuto come un bue! Pistola Rotondo come un pomo! Bardolfo Grosso come una nave! Bardolfo, Pistola (a Falstaff) Alzati, olà! Falstaff Portatemi una grue! Non posso. Ford È troppo grave. Quickly È corrotto! Le Fate È corrotto! Alice, Nannetta, Meg È impuro! Bardolfo Si faccia lo scongiuro! Alice (a Nannetta) Evita il tuo periglio. Già il Dottor Cajo ti cerca. Nannetta Troviamo Un nascondiglio. Quickly Poi ternerete lesti al mio richiamo. (Nannetta, Fenton, Quickly scompaiono) Bardolfo Spiritelli! Folletti! Farfarelli! Vampiri! Agili insetti Del palude infernale! Punzecchiatelo! Orticheggiatelo! Martirizzatelo Coi grifi aguzzi! Falstaff (a Bardolfo) Ahimè! tu puzzi Come una puzzola. Folletti, Diavoli Ruzzola, ruzzola, ruzzola, ruzzola! Alice, Meg, Quickly Pizzica, pizzica, Pizzica,stuzzica, Spizzica, spizzica Pungi, spilluzzica, Finch’egli abbai! Falstaff Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Folletti, Diavoli Scrolliam crepitacoli, Scarandole e nacchere! Di schizzi e di zacchere Quell’otre si macoli. Meniam scorribandole, Danziamo la tresca, Treschiam le farandole Sull’ampia ventresca. Zanzare ed assilli, Volate alla lizza Coi dardi e gli spilli! Ch’ei crepi di stizza! 47 Alice, Meg, Quickly Pizzica, pizzica, Pizzica,stuzzica, Spizzica, spizzica, Pungi, spilluzzica Finch’egli abbai! Falstaff Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Alice, Meg, Quickly, Fate Cozzalo, aizzalo Dai pie’ al cocuzzolo! Srozzalo, strizzalo! Gli svampi l’uzzolo! Pizzica,pizzica, l’unghia rintuzzola! Ruzzola, ruzzola, ruzzola, ruzzola! Dr.Cajus, Ford Cialtron! Bardolfo, Pistola Poltron! Dr.Cajus, Ford Ghiotton! Bardolfo, Pistola Pancion! Dr.Cajus, Ford Beon! Bardolfo, Pistola Briccon! Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola In ginocchion! Ford Pancia ritronfia! Alice Guancia-rigonfia! Bardolfo Sconquassa letti! Quickly Spacca-farsetti! Pistola Vuota-barili! Dr.Cajus Sfianca-giumenti! Ford Triplice mento! Bardolfo, Pistola Di’ che ti penti! Falstaff Ahi! Ahi! mi pento! Tutti gli uomini Uom frodolento! Falstaff Ahi! Ahi! mi pento! Gli Uomini Uom turbolento! Falstaff Ahi! Ahi! mi pento! Gli Uomini Capron! Scroccon! Spaccon! Falstaff Perdon! Bardolfo Riforma la tua vita! Falstaff Tu puti d’acquavita. Le Donne Domine fallo casto! Falstaff Ma salvagli l’addomine. Le Donne Domine fallo guasto! Falstaff Ma salvagli l’addomine. Le Donne Fallo punito Domine! Falstaff Ma salvagli l’addomine. Le Donne Falle pentito Domine! Falstaff Ma salvagli l’addomine Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola Globo d’impurità! rispondi. Falstaff Ben mi sta. Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola Monte d’obesità! rispondi. Falstaff Ben mi sta. Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola Otre di malvasia! rispondi. Falstaff Così sia. Bardolfo Re dei panciuti! Falstaff Va via, tu puti. Bardolfo Re dei cornuti! Falstaff Va via, tu puti. Tutti Furfanteria! Falstaff Ahi! Così sia. 48 Bardolfo Ed or che il diavol ti porti via!! (Gli casca il cappuccio e Falstaff riconosce il suo ex-compare) Falstaff Nitro! Catrame! Solfo!! Riconosco Bardolfo! Naso vermiglio! Naso bargiglio! Puntuta lesina! Vampa di resina! Salamandra! Ignis fatuus! Vecchia alabarda! Stecca Di sartore! Schidion d’inferno! Aringa secca! Vampiro! Basilisco! Manigoldo! Ladrone! Ho detto. E se smentisco Voglio che mi si spacchi il cinturone!! Tutti Bravo! Falstaff Un poco di pausa. Sono stanco. Quickly (a Bardolfo) (Vieni, Ti coprirò col velo bianco.) (Quickly e Bardolfo scompaiono) Ford Ed or, mentre vi passa la scalmana, Sir John, dite: il cornuto Chi é? Alice, Meg (smascherandosi) Chi é? Alice Vi siete fatto muto? Falstaff Caro signor Fontana! Alice Sbagliate nel saluto, Questo é Ford, mio marito. Quickly (ritornando) Cavaliero, Voi credeste due donne così grulle, Così citrulle, Da darsi anima e corpo all’Avversiero, Per un uom vecchio, sudicio ed obeso... Meg, Quickly Con quella testa calva... Alice, Meg, Quickly E con quel peso! Ford Parlano chiaro. Falstaff Incomincio ad accorgermi D’esser stato un somaro. Alice Un cervo. Ford Un bue. Tutti Ah! Ah! Ford E un mostro raro! Falstaff Ogni sorta di gente dozzinale Mi beffa e se ne gloria; Pur,senza me, costor con tanta boria Non avrebbero un briciol di sale. Son io che vi fa scaltri. L’arguzia mia crea l’arguzia degli altri. Tutti Ma bravo! Ford Per gli Dei! Se non ridessi ti sconquasserei! Ma basta. Ed ora vo’ che m’ascoltiate. Coronerem la mascherata bella Congli sponsali della Regina delle Fate. (Il Dr.Cajus con la maschera e Bardolfo, vestito da Regina delle Fate) Già s’avanza la coppia degli sposi. Attenti! Tutti Attenti! Ford Eccola, in bianca vesta Col velo e il serto delle rose in testa E il fidanzato suo ch’io le disposi. Circondatela, o Ninfe. (entrano Nannetta e Fenton mascherati) Alice Un’altra coppia D’amanti desiosi Chiede d’essere ammessa agli augurosi connubi! Ford E sia. Farem la festa doppia. Avvicinate i lumi. Il ciel v’accoppia. Giù le maschere e i veli. Apoteosi! (Le due coppi si smascherano) Tutti (tranne Ford e il Dr.Cajus) Ah! Ah! Ah! Ah! Dr.Cajus (riconoscendo Bardolfo) Spavento! Ford Tradimento! Gli altri Apoteosi! Ford Fenton con mia figlia!! Dr.Cajus Ho sposato Bardolfo!! Tutti Ah! Ah! Dr.Cajus Spavento! Le Donne Vittoria! Tutti (tranne Dr.Cajus e Ford) Evviva! Evviva! Ford Oh! Meraviglia! Alice (a Ford) L’uom cade spesso nelle reti ordite Salle malizie sue. Falstaff Caro buon Messer Ford, ed ora, dite: Lo scornato chi é? Ford (accenna al Dr.Cajus) Lui. Dr.Cajus (accenna a Ford) Tu. Ford No. Dr.Cajus Sì. Bardolfo (a Ford e al Dr.Cajus) Voi. Fenton Lor. Dr.Cajus (con Ford) Noi. Falstaff Tutti e due. Alice (a Falstaff, Ford e Dr.Cajus)No. Tutti e tre. (a Ford) Volgiti e mira quelle ansie leggiadre. Nannetta (a Ford) Perdonateci, padre. Ford Chi schivare non può la propria noia L’accetti di buon grado. Facciamo il parentado E che il ciel vi dia gioia. Tutti (tranne il Dr.Cajus) Evviva! Falstaff Un coro e terminiam la scena. Ford Poi con Sir Falstaff, tutti, andiamo a cena. Tutti Tutto nel mondo é burla. L’uom é nato burlone, La fede in cor gli ciurla, Gli ciurla la ragione. Tutti gabbati! Irride L’un l’altro ogni mortal. Ma ride ben chi ride La risata final. 49 interpreti The Professional Advantage É un programma estivo per cantanti amaricani che punta a perfezionare, attraverso l’esperienza diretta in palcoscenici italiani, la professionalità e la dizione nella lingua madre dell’Opera lirica. Le sue produzioni di fine corso, come il Falstaff in oggetto, sono preparate meticolosamente fin dalla dura selezione svolta oltre oceano al fine di raggiungere risultati e qualità considerevoli (maggiori dettagli a pag. 23). James Caraher James Caraher è da 16 anni Direttore Artistico della Indianapolis Opera e continua anche oggi ad esaltare il pubblico con importanti produzioni. É stato acclamato per la sua grande capacità di amalgamare e far collaborare fra loro tutti i componenti ed attori di uno spettacolo lirico, da quelli del palcoscenico a quelli della buca, ottenendo importanti risultati, come più volte testimoniato dalla critica. Le più recenti stagioni all'Indianapolis Opera lo hanno visto dirigere: Il Barbiere di Siviglia, Madama Butterfly, The Crucible, Falstaff, Les Contes d’Hoffman, Cosí fan tutte, Lucia di Lammermoor, Les Pêcheurs de Perles, Werther, The Merry Widow, Le Nozze di Figaro, Turandot, Carmen, La Fille du Regiment, Die Zauberflöte e Tosca. Negli anni Caraher ha visto maturare il suo amore per l'opera partendo dal suo primo ruolo di accompagnatore per le prove al Tri-Cities Opera di Binghamton, New York. Da lì si è trasferito alla Syracuse Opera Company dove è stato assistente musicale e maestro del coro fino al suo primo podio: Rigoletto. I risultati e l'innato talento lo hanno poi fatto promuovere a direttore principale. Incarico che ha rivestito fino al 1988 quando ha potuto ampliare il suo orizzonte all'Indianapolis Opera. 50 Per molte stagioni ha assunto, in aggiunta, anche il ruolo di direttore musicale per l'Opera Memphis. Nel 2001, Caraher ha partecipato alla straordinaria coproduzione (Indianapolis Opera - Opera Company of Philadelphia) di Porgy and Bess di Gershwin. Caraher è inoltre di frequente invitato come direttore ospite da altre orchestre alle quali presta il suo talento, fra queste: The Opera Company of Philadelphia, Nashville Opera, New Jersey Opera Festival, Kentucky Opera, Opera Memphis, Imperial Symphony Orchestra (Florida), El Paso Opera, Fargo-Moorhead Opera, Youngstown Symphony, Greater Buffalo Opera e Opera Delaware. Vernon Hartman Direttore artistico del programma lirico The Professional Advantage cura anche la regia dello spettacolo teatrale (maggiori dettagli pag. 24). Orchestra Sinfonica Rossini É l'orchestra della Provincia di Pesaro e Urbino ed è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2005. Nata nel 2001 da una selezione coordinata dal Maestro Zedda, la formazione ha partecipato al Rossini Opera Festival come Orchestra del Festival. Nell’ambito della rassegna ha eseguito opere rossiniane (La Gazzetta - Il viaggio a Reims - L’equivoco stravagante - Il turco in Italia) e di altri autori (Un avverimento ai gelosi, Pavesi - La poetessa idrofoba, Pacini - Gl’inganni della somiglianza, Generali - I tre mariti, Mosca Adelina, Generali - Il trionfo delle belle, Pavesi - Arrighetto, Coccia) oltre che accompagnato Concerti di bel canto e proposto Concerti d’archi. Dal 2004 il gruppo è un’associazione autonoma con l'intento di proseguire la propria attività lirica e sinfonica anche in diverse sedi e contesti. L'attivita' dell'orchestra, in costante sviluppo, conta di circa settanta esecuzioni l'anno su tutto il territorio nazionale e all’estero. In particolare organizza produzioni concertistiche per le amministrazioni di Pesaro (Teatro Rossini), di Fano (Teatro della Fortuna), di Urbino (Teatro Sanzio) e della Provincia di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni si è esibita con successo in Corea del Sud, Malta e Turchia. Nel 2008 è stata già ospite della rassegna musicale mercatellese Musica&Musica sotto la direzione del Maestro Daniele Agiman. Orchestra Sinfonica Rossini 51 mercoledì 5 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco VIBRAZIONI INFINITE: quattro secoli di musiche per archi - Pachelbel, Mozart, Rossini, Britten Orchestra Sinfonica Rossini Lanfranco Marcelletti . . . . . . . direttore Johann Pachelbel (1653-1706) Canone e Giga in re maggiore - 1680 - Canone - Giga Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Serenata in sol maggiore KV 525 "Eina keine Nachtmusik" - 1787 - Allegro - Romanza - Andante - Minuetto - Allegro - Rondò - Allegro Gioacchino Rossini (1792-1868) Sonata per orchestra d'archi n. 1 - 1804 - Moderato - Andante - Allegro Benjamin Britten (1913-1976) Simple Symphony, Op. 4 per Orchestra d’archi (1934) - Bourrée impetuosa - Allegro Ritmico - Pizzicato scherzoso – Presto possibile pizzicato sempre - Sarabanda sentimentale – Poco lento e pesante - Finale vivace - Prestissimo con fuoco li strumenti ad arco, le cui corde producono vibrazioni se sollecitate da archetti che tendono fasci di crini di cavallo, sono la base di un’orchestra classica e grazie alle risposte delle loro sinuose casse armoniche riescono a trasmettere un’infinità di sensazioni. Il loro utilizzo nella storia della musica è smisurato ed in questa serata, grazie alla competenza, G 52 chiarezza e affabilità del direttore Lanfranco Marcelletti, verrà ripercorso attraverso quattro pietre miliari del genere, una per ciascun secolo, dal Seicento ad oggi. Per ogni partitura ed autore del programma sarà infatti possibile approfondire la conoscenza grazie alle note e aneddoti che, nel suo perfetto e simpatico italiano, il conduttore brasiliano saprà affiancare alle esecuzioni. L’apertura è riservata alla musica barocca, precedente all’avvento di Bach, ed in particolare ad uno dei suoi brani più celeberrimi; più o meno consapevolmente familiare all’orecchio del grande pubblico per le tante rivisitazioni, anche moderne. Tanto famoso da essere identificato con l’autore del quale ofusca tutta la restante produzione. Conosciuto come Canone di Pachelbel, il brano è una straordinaria composizione musicale del sec. XVII scriita come parte di una pièce di musica da camera dal musicista tedesco Johann Pachelbel, per un organico costituito da tre violini e basso continuo (violoncello). Solo successivamente il pezzo venne arrangiato da altri per una maggiore varietà strumentale fino a raggiungere la forma della versione per orchestra d’archi. La composizione è caratterizzata dalla reiterazione del suono dei diversi strumenti a corda. Più precisamente, il primo violino dà subito vita alla variazione iniziale, ripresa immediatamente dal secondo violino mentre il primo ne avvia una seconda; al termine di questa il primo violino avvia la terza variazione, il secondo violino la seconda, il terzo la prima, e così via in maniera circolare. La complessità della struttura del canone, che pure non varia mai nel ritmo, aumenta con il procedere dell'esecuzione fin quando le variazioni, che in tutto sono ventotto, diventano più complesse prima di semplificarsi di nuovo. Per quanto conosciuto, il brano precedente non può certo competere con la composizione inserita nel programma per rappresentare il periodo classico. Forse nessuno non proseguirebbe automaticamente il suo tema iniziale, di grande impatto, una volta ascoltate le tre note che Mozart stese per avviare la serenata Eine Kleine Nachtmusik (Piccola musica notturna). Un'opera concepita per piccola orchestra d’archi di struttura relativamente semplice ma piena di idee gioiose portate avanti con grande leggerezza e continuità, con un atteggiamento musicale mai retorico, molto raffinato e di grande chiarezza espositiva, quasi stilizzato. Johann Pachelbeli Wolfgang Amadeus Mozart Gioacchino Rossini Benjamin Britten 53 L’Allegro di apertura mostra subito una trasparente concisione ed espone due temi ripetuti: il primo contrappone ad un inizio forte e ben scandito una parte più leggera ed elegante, mentre il secondo presenta un motivo cantabile e aggraziato a cui ne segue un altro leziosamente decorato da trilli. Il minuetto che originariamente seguiva è andato perso facendo rientrare la composizione nella forma della classica sinfonia viennese. La Romanza è, nella sua lievità, il movimento più aderente al tema notturno della composizione, molto tenero ed in alcuni punti addirittura patetico. Il Minuetto, curioso nell’alternanza di robustezza e di amabilità, risulta assolutamente coerente con gli altri movimenti e viene svolto in modo pacato. Infine un Rondò ha il compito di chiudere gioiosamente la serenata con una calibratissima mistura di scatto, vigore e grazia. L’onore di rappresentare il secolo XIX è dato a Gioacchino Rossini che, se pur giovanissimo, nella sua Sonata per orchestra d’archi n. 1 mostra già di aver chiari i decenni futuri che lo vedranno trionfare per tutta Europa, prima di arrendersi all’inevitabile progresso dello stile e del gusto. Nel 1804, a soli dodici anni, Rossini dimostra la sua spontanea vena creativa in una serie di sei sonate, composte in tre giorni, durante le vacanze passate a Ravenna dalla ricca famiglia di Agostino Triossi; contrabbassista per il cui strumento il pesarese disegna inusuali e complessi passaggi. La raccolta ebbe circolazionene successivamente, nel 1825, quando fu pubblicata quasi integralmente da Ricordi per un più classico quartetto d'archi. Seguirono altre edizioni con nuove trascrizioni, come quella più celebre per soli fiati. La Sonata n. 1, che ascolteremo nella versione orchestrale, libera dalle influenze degli studi futuri, si ispira al modello più congeniale e vicino al giovane Rossini; la scuola italiana. Da essa attinge l'ispirazione ed il gusto per la melodia dominante sull’accompagnamento. Anche ad un primo ascolto se ne apprezza subito la squisita fattura e freschezza. Del resto è davvero difficile non sentire il fascino della giovanile invenzione rossiniana, ariosa e tersa, venata di sottile umorismo, svagata e frizzante. Come le altre sonate, anche la prima rispecchia lo schema tripartito tradizionale, con due movimenti veloci ed uno centrale più lento. Il tempo di apertura, Moderato, esprime una sorprendente e disinvolta gaiezza che, nel susseguirsi dei temi, richiama chiari stilemi mozartiani. L’Andantino è interamente percorso da una vena melodica e, infine, l’Allegro è l’atteso epilogo liberatorio. Col brano di chiusura giungiamo al secolo appena trascorso e lo facciamo con la deliziosa Sinfonia Semplice op. 4 per archi, di Benjamin Britten; scritta nel 1934 dal fecondo e versatile compositore inglese. Esponente di rilievo assoluto del Novecento, l’artista seppe esprimere fin dalle sue prime opere la capacità comunicativa e le sue grandi doti di orchestratore. Il brano in programma è uno splendido esempio del suo genio precoce essendo stato composto dall’autore ventenne rielaborando otto lavori che lui stesso aveva concepito ed abbozzato fra i dieci e i tredici anni di età; come nel caso di Rossini, quando non aveva ancora ricevuto un vero insegnamento compositivo. L’aggettivo “semplice” del titolo sta infatti ad indicare, non tanto la facilità d’esecuzione dell’opera ma piuttosto il linguaggio musicale adottato che si distingue per il nitore e la chiarezza delle melodie scevre di orpelli. Un’età giovanile rievocata senza alcun appesantimento retorico e con la chiara volontà di applicare modi semplici e schietti per raggiungere in maniera diretta l’attenzione dell’ascoltatore attraverso i quattro movimenti. interpreti Orchestra Sinfonica Rossini Lanfranco Marcelletti, Jr. Considerato “gran surpresa” dalla critica spagnola, direttore d’orchestra e pianista, è uno degli artisti brasiliani più conosciuti a livello internazionale, acclamato per le sue coinvolgenti esecuzioni nel repertorio orchestrale e operistico. Ha diretto varie orchestre tra cui: Orchestra Sinfonica del Brasile, Orchestra del Teatro Nazionale di Brasilia, Orchestra Sinfonica Nazionale del Cile, Orchestra Sinfonica di Xalapa, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Sinfonica di Galicia, Haydn Chamber Orchestra di Londra e Orchestra del Festival Eleazar de Carvalho in Brasile. Il successo ottenuto al Glimmerglass Opera Festival nel 2000, dove ha iniziato la sua carriera operistica, lo ha portato a lavorare per altri importanti teatri; tra questi il Teatro Real di Madrid, il Teatro Calderón di Valladolid e la Commonwealth Opera in Massachusetts. Ha assistito il compositore Anton Coppola, nella prima dell’opera Sacco e Vanzetti ed ha ideato, in collaborazione con l’attrice C. Bermejo, lo spettacolo per bambini www.mozart.deus, prodotto dal Teatro Calderon di Valladolid. Ha iniziato gli studi musicali in Brasile, al Conservatorio Pernambucano de Musica di Recife, la sua città natale, dove si è diplomato in pianoforte. Si è quindi trasferito in Europa, perfezionandosi nel suo strumento alla Music Akademie di Zurigo e alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna, dove ha studiato anche composizione. Si è infine trasferito negli Stati Uniti ultimando gli studi di direzione d’orchestra alla Yale University. Lanfranco Marcelletti, Jr. L'Orchestra Sinfonica Rossini (maggiori dettagli p. 50) è presente alla serata con una validissima selezione dei suoi migliori archi, ad ulteriore dimostrazione della qualità, disponibilità e versatilità che la compagine pesarese può mettere a servizio dei teatri della provincia e non solo. Numerosi sono i premi e riconoscimenti ottenuti: ha vinto i concorsi “Giovani Direttori”, promosso dall’Orchestra Sinfonica del Cile (1998) e, come pianista, “Giovani Solisti di Roma” (1988); è stato nominato “Giovane Direttore dell’Anno” dall’Associazione di Critici d’Arte di San Paolo del Brasile (1998); ha ricevuto della Yale University il Dean’s Prize (1996) e il Premio intitolato a Eleazar de Carvalho (1997), compositore e direttore d’orchestra brasiliano considerato sua guida e mentore. Ha ricevuto inoltre una menzione speciale rilasciata dall’Assemblea dello Stato di Pernambuco per la sua attività di promotore della musica classica. Direttore musicale dell’ottima Cayuga Chamber Orchestra di Ithaca, è anche professore di direzione d’orchestra e direttore della University Orchestra all’Università del Massachusetts di Amherst. Invitato nel 2004 a Pesaro per dirigere “Il Viaggio a Reims” al Rossini Opera Festival, vi ha diretto l’anno successivo anche la farsa “Arrighetto” di Carlo Coccia, e vi ricopre la carica di assistente del celebre maestro e musicologo Alberto Zedda nella direzione della prestigiosa Accademia Rossiniana. 55 lunedì 10 agosto ore 22,15 Castello della Pieve UN PENTAGRAMMA DI STELLE: ispirazioni celtiche sotto la torre medievale nella notte di San Lorenzo InChanto Michela Scarpini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . voce solista, percussioni Giampiero Allegro . . . . . . . . . . flauti dolci, clarinetti, tin whistles Franco Barbucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violino, cori Marco Del Bigo . . . . . . . . . . . . . . . . chitarra-liuto, cetera, arpa . . . . . . . . . . . . . . .bodhràn, darbouka, cori Cesare Guasconi . . . . . . . . . . . . . . . ghironda, tastiere, dulcimer . . . . . . . . . . . . . .epinètte, harmonium, cori n caratteristico borgo di origine medievale, in cui i lavori di recupero che lo stanno restituendo alla fruizione e godibilità di abitanti ed ospiti occasionali hanno raggiunto una fase molto avanzata, è uno dei nuovi palcoscenici insoliti aggiunti tra quelli promossi da Musica&Musica che, proprio nella valorizzazione di angoli e monumenti di Mercatello e del suo intorno trova uno dei suoi fondamentali e più significativi motivi ispiratori e fini. Occasione per questa nuova proposta è l’ormai tradizionale passeggiata che si svolge ogni anno nella romantica Notte di San Lorenzo. Ideata in un primo momento dalla Pro-Loco Mercatellese e ormai da anni organizzata con crescente successo dall’associazione Arte e Altro (a cui rivolgersi per le iscrizioni telefonando al 3208935754), la camminata lungo gli agevoli e sicuri sentieri naturalistici che circondano la cittadina dell’alta Valle del Metauro si snoda, U 56 senza difficoltà alcuna, attraverso paesaggi suggestivi, a diretto contatto con la ricca flora e fauna appenninica. Si parte circa alle ore 19:00 dal centro di Mercatello: Piazza G. Garibaldi. Le esperte e preparate guide sapranno indicare ed evidenziare ai partecipanti tutto quello che si incontrerà e scorgerà lungo il cammino non tralasciando ovviamente una sosta per poter ammirare, lontano da fonti di inquinamento luminoso, lo spettacolo della volta celeste solcata dall’emozionante scie delle Perseidi o Lacrime di San Lorenzo. Non mancherà una lettura guidata della mappa stellare, della quale verranno evidenziate, osservate ed illustrate le principali costellazioni, prima dell’arrivo - previsto alle ore 10:00 - e del ristoro offerto dagli organizzatori a Castello della Pieve; luogo a cui potranno agevolmente accedere anche gli spettatori che non abbiano voluto o potuto partecipare all’escursione a piedi. Mercatello, sullo sfondo Castello della Pieve 57 Castello della Pieve spazio, regalando sensazioni amplificate dal luogo così carico di storia in cui si tiene e si vive il concerto. Attraverso i testi e le musiche il gruppo elabora un repertorio di propria composizione profondamente ispirato dalla loro regione d’origine: quella Toscana apparentemente così lontana ma, nella realtà, così vicina da scorgerne il confine, laggiù sulle cime dell’Appennino che sbarra lo sfondo; quello stesso confine per il cui controllo fu elevata la torre che domina strumentisti e spettatori. La ricerca degli InChanto ben si adatta al nostro territorio di confine, depositario di una cultura propria, profonda e radicata, ma anche luogo di accoglienza per culture dalle quali ha assorbito e con le quali si è incrociato e confrontato nel corso dei secoli. Qui, ai piedi della torre medievale imponente vedetta sul confine fra Bizantini e Goti, estrema difesa della Pieve di San Pietro d’Ico, testimone muta delle antiche trame politiche fra guelfi e ghibellini che portarono all’esilio di Dante Alighieri da Firenze, espressione della fede degli abitanti che la mutarono in campanile, segno della decadenza, abbandono e rinascita del borgo - in uno scenario magico che domina la nascente Valle del Metauro e si perde nell’immensità del cielo stellato, si esibirà il gruppo musicale InChanto; nome che già da solo ben sintetizza la sua proposta musicale e l’affinità con lo spirito e le intenzioni della serata. Quella proposta dagli InChanto, affermato gruppo senese composto da cinque superbi musicisti, è infatti musica d’autore che, coadiuvata dal suggestivo intorno, saprà far perdere ai presenti la cognizione del tempo e dello 58 interpreti InChanto InChanto si forma nei primi anni ‘90 grazie alla comune passione dei suoi componenti per la musica antica e per le sonorità della musica tradizionale. Sin dall’inizio l’obiettivo ben definito è stato quello di elaborare un repertorio di propria composizione profondamente ispirato dal luogo di origine: le terre di Toscana. Toscana sentita come terra di partenza e appartenenza e vista come depositaria di una forte cultura identificativa, ma anche come terra di passaggio e di ospitalità. I brani del gruppo, quindi, sono scaturiti non tanto dall’esigenza di una ricerca strettamente filologica o di maniera, quanto dal desiderio di proporre una musica d’autore che affondi le sue radici nel folk europeo (irlandese, bretone, occitano) come nella cultura musicale e letteraria del Rinascimento italiano. Negli anni successivi il maggior spazio concesso a nuovi strumenti (clarinetto, ghironda, arpa, dulcimer) ha reso possibile, pur mantenendo intatta l’ispirazione iniziale, la sperimentazione di nuove soluzioni compositive e timbriche. Il risultato di questo percorso musicale e letterario è un’alchimia sonora che, filtrata attraverso una sensibilità mediterranea, evoca atmosfere in equilibrio tra antico e moderno, colto e popolare, e dà vita ad un impasto essenziale ed originale di forte impatto emotivo. Nel corso degli anni InChanto ha partecipato ad importanti manifestazioni nell’ambito della musica etnica, classica o d’autore, nonché a festivals nazionali e stranieri. Brani ed interviste sono stati trasmesi su emittenti radio e TV italiane ed estere. Da sempre il gruppo ha cercato di coniugare la propria musica con altre espressioni artistiche. Con questo intento sono nati gli spettacoli teatrali: "Qual Dissono Concento" (1995), “Mosè” (1997) con l’attrice Paola Lambardi su testo della poetessa M.T. Scibona, “Controluce” (2007) e “Muliermada” (2008) sempre con Paola Lombardi, fino ad arrivare a “…E il pianto si mutò in canto..” (Poggio a Caiano 2007 - Bagno Vignoni 2008): una sintesi di danza, musica e recitazione, ispirata al poemetto “Ambra” di Lorenzo il Magnifico, con la partecipazione dell’attrice Pamela Villoresi. La discografia conta quattro album: Ludus Venti (1999) Muliermala (2000), Amors (2002), Città sottili (2006). Quest’ultimo disco ha ottenuto ottime recensioni dalla stampa specializzata italiana ed estera: la rivista svedese “Lira” e quella francese "Trad Magazine" hanno voluto premiare “Città sottili” rispettivamente con la “Stella” di merito e con il "Bravo". InChanto 59 mercoledì 12 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: vivere un museo divertendosi - Bizet, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Offenbach, Mendelssohn, Mascagni, Rossini, Haendel Orchestra Sinfonica Rossini Coro Polifonico Icense Ferdinand von Bothmer Lanfranco Marcelletti Georges Bizet (1838-1875) da Carmen - 1875 - Prélude preludio, atto I - La fleur que tu m’avais jetée aria di Don José, atto II Edvard Grieg (1843-1907) da Peer Gynt - 1876 - Morgenstimmung preludio, atto IV - In der Halle des Bergkonigs coro, atto II Georg Philipp Telemann (1681-1767) dal Concerto per tromba in Re magg. - Adagio Johann Sebastian Bach (1685-1750) dalla Cantata BWV 140 - 1731 - Zion hört die Wächter singen . . . . . . . direttore Jacques Offenbach (1819-1880) da Orphée aux enfers - 1858 - Ouverture Felix Mendelssohn Bartholdy(1809-1847) da Ein Sommernachtstraum - 1843 (Sogno di una notte di mezza estate) - Intermezzo atto II - atto III Pietro Mascagni (1863-1945) da Cavalleria rusticana - 1890 - Intermezzo Gioacchino Rossini (1792-1868) da La scala di seta - 1812 - Ouverture da Semiramide - 1823 - La speranza più soave corale aria di Idreno con coro, atto II Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) da Le Nozze di Figaro - 1786 - Ouverture Georg Friedrich Haendel (1685-1759) dal Messiah - 1741 - Hallelujah coro, parte II roiettato verso un futuro che lo vedrà nei prossimi anni sempre più impegnato come guida e riferimento della vita culturale dell’alta valle del Metauro, il Museo di San Francesco accoglie ancora una volta nel suo spazio maggiormente rappresentativo, la Chiesa di San Francesco, un prestigioso, brillante, imperdibile concerto a conclusione della stagione musicale ideata proprio per la sua valorizzazione. Di nuovo un’occasione per immergersi nella storia e nella cultura che trasuda dalle pietre e dalle preziose opere d’arte conservatevi. Un’opportunità diversa per gustare la struttura museale esclusivamente per svago e diletto, rimandando eventuali approfondimenti a visite o studi successivi e scoprendo, se ve ne fosse ancora bisogno, come può essere divertente un museo; ancora dai più assimilato all’aggettivo contrario. P 60 Don José La fleur que tu m'avais jetée dans ma prison m'était restée, flétrie et sèche, cette fleur gardait toujours sa douce odeur; et pendant des heures entières, sur mes yeux, fermant mes paupières, de cette odeur je m'enivrais ... et dans la nuit je te voyais! Je me prenais à te maudire, à te détester, à me dire: pourquoi faut-il que le destin l'ait mise là sur mon chemin? Puis je m'accusais de blasphème, et je ne sentais en moi-même, je ne sentais qu'un seul désir, un seul désir, un seul espoir: te revoir, ô Carmen, oui, te revoir! Car tu n'avais eu qu'à paraître, qu'à jeter un regard sur moi, pour t'emparer de tout mon être ... ô ma Carmen! Et j'étais une chose à toi! Carmen, je t'aime! Don José Il fiore che m’avevi gettato, m’era rimasto nella mia prigione, vizzo e appassito, questo fiore serbava sempre il suo dolce profumo; e durante lunghe ore, chiudendo le palpebre sugli occhi, m’inebriavo di quell’odore ... e ti vedevo nelle notti! Mi mettevo a maledirti, a detestari, a dirmi: perchè il destino ha voluto metterla sul mio cammino? Poi mi dicevo blasfemo, e non sentivo in me, non sentivo che un desiderio, un desiderio solo, una speranza sola: rivederti o Carmen, si rivederti! Ché t’era bastato apparire, gettar su me un solo sguardo, per impadronirti di tutto il mio essere ... ho Carmen mia! Ed ero una cosa tua! Carmen, io t'amo! Edvard Grieg rica Carmen di Bizet. Composto a posteriori per indicare allo spettatore il percorso del dramma, anticipa l'affollata e vivace plaza de toros, prima di piombare in un Andante che allude alla protagonista e che risucchia in maniera implacabile la sezione precedente. Tale clima viene ripreso nella celeberrima e dolcissima aria di Don José: La fleur que tu m’avais jetée, duro banco di prova per generazioni di tenori. Protagonista è il fiore d’acacia che Carmen gli aveva gettato sulla piazza di Siviglia, un fiore rinsecchito da due mesi di galera e che Don José estrae, dopo essere stato insultato dall’amata, per dedicarle una delle più belle dichiarazioni d’amore che mai uomo abbia rivolto a una donna. Georges Bizet In quest’ottica anche il programma della serata non ha fili conduttori. Così come il museo conserva opere di autori, tipologie, materiali, epoche e gusti diversi, la scaletta dei brani proposti svaria nel repertorio musicale attingendo qua e là delle perle amatissime e conosciutissime con il solo scopo di lasciare nella mente dei presenti un’indelebile immagine e sensazione di meraviglia; una amalgama e simbiosi riuscitissima tra la superba scena ed i suoni che la stessa, in un mirabile e sorprendente gioco di rifessioni, diffrazioni, rifrazioni e assorbimenti, restituisce alla platea. L’apertura è particolarmente significativa, un’esplosione di suono e ritmo rilasciata dall’improvviso attacco gioioso del Preludio che introduce all’opera li- 61 Nell'antro del re della Montagna (In der Halle des Bergkonigs) la musica si presenta molto diversa, il tema si annuncia con toni eseguiti da strumenti dal tono grave (fagotti, violoncelli e contrabbassi) e pian piano si espande ai registri più alti dell'orchestra; l'atmosfera musicale diventa gradatamente sempre più tesa ed infuocata, rappresenta l'ostilità dei troll, creature mostruose di Tolkeniana memoria che abitano i boschi e delle quali si odono voci e urla nell’oscurità. I troll vorrebbero sottomettere Peer Gynt alle loro leggi crudeli durante il suo passaggio nel loro regno maligno. Il suono soave del familiare e evocativo Mattino del compositore norvegese Grieg, ci introduce ad un’altra pietra miliare dello spettacolo musicale: dopo l’opera lirica francese le musiche di scena per un dramma letterario nordico adattato con difficoltà al palcoscenico; quello dedicato alle avventurose e fantastiche peregrinazioni del sognatore Peer Gynt, scritte in versi da Henrik Ibsen. Qui i mirabolanti e fiabeschi viaggi del protagonista sono accompagnati dai brani composti da Grieg che, vista la difficoltà nell’allestimento ed il successo delle musiche, cominciarono a vivere indipendentemente dal dramma fino a sfociare in due suite sinfoniche di quattro episodi ciascuna. I brani che ascolteremo, famosissimi per le loro molteplici rivisitazioni e utilizzi - basti pensare alla carrellata che viene data del secondo nella sigla televisiva del programma di Philippe Daverio: Passepertout - aprono e chiudono la Suite n. 46, anche se la versione di Nell'antro del re della montagna in programma è quella originale, poco eseguita, con l’esplosione del coro dei troll nel finale che chiude l’impressionante crescendo. Il Mattino (Morgenstimmung) è il brano più popolare, caratterizzato da un tema idilliaco attraverso il quale Grieg rappresenta il sorgere del sole nella foresta; la melodia è lieta, semplice ed orecchiabile, di carattere sognante, una linea eseguita inizialmente dal solo flauto, ripetuta dall'oboe e poi dagli archi in un crescendo di ampio respiro che, accompagna il protagonista della favola in una passeggiata tranquilla e rilassante nella brezza dell'aria mattutina. die hoftrolle schlachtet ihn ab! betort hat der christ des bergkönigs wonnigste maid! ein junger troll ob ich ihn in den finger schneid? ein anderer darf ich ihn an den haaren reissen? eine trolljungfer lasst mich ihn in den schenkel beissen! trollhexe (mit kochlöffel) dafern er in salzlaug zu pökeln ist...? eine andere (mit schlächtermesser): soll ich ihn am spieß braten oder im hafen schmoren? 62 Johann Sebastian Bach Georg Philipp Telemann Con lo struggente e malinconico Adagio dal Concerto per tromba in Re maggiore di Telemann cambiamo ancora una volta rotta, genere e paese. Il grande compositore tedesco, contemporaneo di Bach ed Haendel, è in questo caso chiamato in causa per un omaggio che attraverso le sue note si vuol fare a Fabrizio De André; nel decimo anniversario dalla scomparsa. Il cantautore genovese scelse infatti proprio questo inconfondibile movimento Senza abbandonare la musica barocca tedesca il nostro Coro Polifonico Icense, continuando nella sua lettura dei corali di Bach, ci proporrà un’altro capolavoro dell’immensa produzione del compositore: Zion hört die Wächter singen dalla Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 140, una delle sue più belle e famose cantate, scritta per la domenica in cui il vangelo narra la parabola delle Vergini sagge e stolte. Zion hört die Wächter singen, Das Herz tut ihr vor Freuden springen, Sie wachet und steht eilend auf. Ihr Freund kommt vom Himmel prächtig, Von Gnaden stark, von Wahrheit mächtig, Ihr Licht wird hell, ihr Stern geht auf. Nun komm, du werte Kron, Herr Jesu, Gottes Sohn! Hosianna! Wir folgen all Zum Freudensaal Und halten mit das Abendmahl. Sion ode le guardie cantare, il suo cuore è pieno di gioia, si sveglia e si leva di fretta. Il suo sposo scende glorioso dal cielo, forte nella misericordia, potente nella verità, la luce di Sion brilla, la sua stella sorge. Ora vieni, o corona preziosa, Signore Gesù, Figlio di Dio! Osanna! Tutti ti seguiamo nella sala della gioia per prendere parte alla cena. A conclusione delle prima parte del concerto non poteva mancare il compositore divino; Mozart, rappresentato da una delle sue pagine sinfoniche tra le più ispirate e scintillanti, destinata ad aprire, introdurre e anticipare i temi di uno dei capolavori assoluti del teatro lirico: Le nozze di Figaro, unanimemente considerato uno degli esempi più perfetti di drammaturgia musicale. La Sinfonia, anche se perfettamente adeguata al tema e ai personaggi del libretto di Da Ponte, rimane fondamentalmente un pezzo a sè che può essere ascoltato autonomamente nella sua completezza pur anticipando la freschezza e vivacità delle pagine seguenti. Nella seconda parte si riparte subito alla grande, in maniera ancor più sfavillante della prima, con il breve ma estremamente coinvolgente movimento che chiude l’Ouverture dell’operetta Orfeo all’Inferno (Orphée aux enfers) di Offenbach; graffiante e riuscitissima satira dell’antichità e dell’opera settecentesca. Esempio illustre ne è il brano che ascolteremo, ripreso in seguito durante lo spettacolo teatrale quando il minuetto ballato da Giove si trasforma man mano in una danza sempre più sfrenata; il famoso cancan con il quale la musica è da allora identificata, e capace di simboleggiare con le sue sole note l’essenza stessa della Bella Epoque. Jacques Offebach Wolfgang Amadeus Mozart per cucirgli indissolubilmente addosso un suo testo poetico e ottenere così uno dei suoi successi più noti: La canzone dell’amore perduto, toccante esempio di come la musica non conosca limiti di tempo o possa essere semplicemente relegata e definita da etichette, generi e confini troppo nitidi, ma faccia al contrario parte della stessa grande famiglia, come la nostra rassegna cerca fin dalla sua impostazione iniziale di predicare. 63 Felix Mendelssohn Bartholdy 64 Pietro Mascagni L’amatissimo Rossini irrompe ora nuovamente nei nostri programmi con l’inventiva ed energia che caratterizza in particolar modo i suoi anni giovanili. Lo fa con l’Ouverture della farsa comica La scala di seta che, al contrario del proseguo dell’opera, ripresa solamente nel secondo dopoguerra, rimase sempre nel repertorio sinfonico per le sue riconosciute qualità. Essa è infatti una splendida pagina dove il dinamismo e lo scatto ritmico sono accompagnati da una straordinaria freschezza melodica che immette nel clima di vitalità gioiosa della farsa, il cui ritmo drammaturgico si svolge su una vorticosa rapidità di scansione del tempo musicale. Da una delle prime brevi e geniali farse scritte dal pesarese per il piccolo teatro San Moisè di Venezia passiamo ora a quella che rappresenta il precoce congedo di Rossini dall’Italia, il suo testamento estetico, la formalizzazione di un modello di opera dalle proporzioni perfette: Semiramide; elaborazione di una forma di opera talmente idealizzata da non avere precedenti, come ben evidenziato dall’aria di Idreno La speranza più soave che ascolteremo. Nella lunghissima opera scritta per il Teatro La Fenice, anch’esso veneziano, rispetto alle fonti letterarie originali (Voltaire) è infatti introdotto questo nuovo personaggio, un principe indiano innamorato della principessa babilonese Azema. Essa non ha alcun rilievo nell’opera e sembra comparire più che altro per dare senso alla presenza di Idreno e dar sfoggio a quest’ultimo di intonare bellissime arie tenorili, più che per una propria necessità drammaturgica. Il clima viene rasserenato dalle musiche create per il balletto Sogno di una notte di mezza estate da Mendelssohn, del quale ricorre il bicentenario dalla nascita. La misteriosa e magica commedia scaturita dal genio di Shakespeare è accompagnata in scena dai temi musicali creati dalla fantasia e arguzia del compositore. Come il resto della partitura, ora silente ed immota sotto le occhiate delle stelle e della luna, ora fremente dei sussurri di elfi e fate, anche l’Intermezzo, unica pagina amorosa del Sogno, riflette una infinita pace notturna che a tratti vibra dei mille brividi del bosco. Tutt’altro personaggio è il compositore livornese Pietro Mascagni. Figura controversa nella maturità - vissuta in un periodo storico non dimenticato e da non dimenticare - seppe al suo esordio dipingere quel grande affresco popolare che è Cavalleria rusticana; spartiacque nell’evoluzione del melodramma di fine Ottocento e che grazie all’enorme successo gli regalò fama in vita e un posto indelebile fra i grandi musicisti. Prova tangibile delle spiccate capacità compositive dell’autore è l’Intermezzo in programma, squarcio sinfonico fra le due scene che compongono l’unico atto dell’opera, inserito quasi a dimostrazione della modernità che, sull’esempio wagneriano, affidava all’orchestra un ruolo di spicco nella rinnovata concezione dell’opera in musica. Pezzo sinfonico ricco di sensuale empito melodico, amatissimo e commovente, denuncia una straordinaria inventiva musicale e possiede un forte impatto emotivo che saprà certamente coinvolgere i presenti prima della parte finale del concerto. tato con l’estratto più conosciuto dal suo Messiah; complesso, maestoso e impegnativo oratorio sulla redenzione cristiana, con oltre 140 minuti di musica composti in soli 24 giorni. Il lavoro ebbe un così enorme successo di pubblico che per guadagnare spazio nel teatro tutte le dame furono invitate a non indossare abiti ingombranti e gli uomini a rinunciare alla spada. L’Hallelujah in programma, come altri brani dell’oratorio ispirati a proprie composizioni d’amore e a formule operistiche, seppur basato su profezie bibliche e meditazioni sulla venuta del Cristo Salvatore, è la revisione corretta di una precedente creazione nella quale un pagano rendeva grazie al dio Bacco. Il sontuoso inno di giubilo, a cui si deve in gran parte la fortuna e la fama del Messiah, celebra la maestà divina con un crescendo di fervore, fino a scioglersi in una travolgente acclamazione. Idreno La speranza più soave Già quest'alma lusingava; E l'istante s'appressava Più felice pel mio cor: Te mia sposa, a questo seno... Coro di donzelle Vieni, Azema... Coro di grandi e indiani Vieni, Idreno. Donzelle Là nel tempio... Grandi e indiani A piè dell'ara... La Regina là si rende, Là, con lei, v'attende amor. Idreno Ah! sì: andìam... Ma tu sospiri?... Par che il pianto celi a stento!... (Ah! ti frena in tal momento, O geloso mio furor!) Coro Al più tenero contento S'abbandoni il vostro cor. Idreno Si, sperar voglio contento: A chi t'ama cederai; M'amerai... dividerai Di quest'anima l'ardor E con me delirerai Nei trasporti dell'amor. Coro Si - l'amor consoli omai Di vostr'anime l'ardor. Testo originale: Hallelujah, for the Lord God Omnipotent reigneth, Hallelujah! The kingdom of this world is become the kingdom of our Lord and of His Christ and He shall reign for ever and ever, Hallelujah! King of Kings, and Lord of Lords, and He shall reign for ever and ever, Hallelujah! A chiusura del concerto, celebrandosene quest’anno i 250 anni dalla morte, non ci si poteva esimere da un ricordo per quello che Beethoven definì il più grande compositore che sia mai vissuto: Haendel. Ancor oggi idolatrato come una pop star, unico musicista al quale è stata dedicata una statua in vita, il compositore inglese, scelto anche per l’inno della Champions league, è rappresen- Georg Friedrich Haendel Gioacchino Rossini Testo tradotto: Hallelujah, per il Signore Onnipotente che regnerà, Hallelujah! Questo mondo è diventato il regno del nostro Signore e di suo Figlio Gesù Cristo, ed egli vi regnerà per sempre, Hallelujah! Re dei Re e Signore dei Signori, ed egli vi regnerà per sempre, Hallelujah! 65 interpreti Orchestra Sinfonica Rossini L'Orchestra Sinfonica G. Rossini (maggiori dettagli p. 50) è stata scelta come orchestra dell’intera stagione concertistica e questa sera è nuovamente protagonista, con il suo nutrito e qualificato organico, per il concerto conclusivo e più atteso. Coro Polifonico Icense Il Coro Polifonico Icense si è costituito da quasi trent’anni, nel 1980, grazie alla passione per la musica e il canto di molti Mercatellesi e all’opera generosa di don Adamo Lucciarini. Dopo una lunga interruzione, l’entusiasmo e la volontà di alcuni suoi componenti e del presidente attuale, Fabio Bricca, hanno permesso al coro di ricostituirsi nel 2004. La corale, costituita da circa 35 elementi e diretta dal Maestro Guerrino Parri, nel suo pur breve periodo di vita, ha avuto l'onore, grazie alla preparazione di un repertorio sacro di grande qualità e alla preziosa collaborazione musicale con l'organista Lorenzo Antinori, di esibirsi in importanti chiese; tra le altre: la Basilica di San Pietro in Vaticano, la Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi, la Basilica della Santa Casa di Loreto, la Basilica Cattedrale di Urbino e il Duomo di Orvieto. L’entusiasmo e il consenso unanime hanno spinto la corale ad organizzare rassegne corali nella chiesa di San Francesco in Mercatello sul Metauro, dove si sono esibite assieme ad essa corali nazionali di grande valore e spessore. Lo studio di un repertorio che spazia tra vari generi musicali di epoche diverse ha consentito inoltre al Coro Polifonico Icense di partecipare alla stagione concertistica regionale I colori della Musica, alla Rassegna Corale Autunnale della città di Pergola, alla Rassegna Nazionale Cantar la Voce nella città di Urbania e di esibirsi con successo durante 66 il festival estivo - Musica&Musica: tempi luoghi e culture a confronto - di cui è diventata una delle colonne portanti e durante la quale si è esibita anche con l’accompagnamento dell’Orchestra da Camera delle Marche diretta dal Maestro Antonio Cavuoto (2006) e dell’Orchestra Sinfonica Rossini diretta dal Maestro Daniele Agiman (2008). Oggi la corale vive con crescente entusiasmo la propria evoluzione artistica musicale, aperta a future importanti collaborazioni, come quella che la vedrà impegnata nella serata assieme all’Orchestra Sinfonica G. Rossini ed al tenore Ferdinand von Bothmer. Lanfranco Marcelletti, Jr. Il talentuoso direttore d’orchestra brasiliano (maggiori dettagli pag. 55) è chiamato a dirigere anche questo concerto conclusivo che si è riusciti a portare in scena soprattutto grazie alla sua disponibilità, competenza e amicizia dimostrata alla nostra modesta stagione concertistica, che con lui condivide l’entusiasmo e l’amore per la musica. Coro Polifonico Icense Ferdinand von Bothmer Nato a Monaco, ha condotto i propri studi musicali all’Hochschule di Vienna dove, dal 1999, è stato membro della Volksoper, debuttando in diversi ruoli principali del repertorio tedesco. La sua carriera internazionale decolla immediatamente: Innsbruck, Opera di Lipsia, Festival di Mörbisch (Vienna). Nel 2002 viene invitato da Placido Domingo alla Washington Opera per interpretare Jaquino nel Fidelio di Beethoven, ruolo che esegue subito dopo anche al Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione del Maestro Riccardo Muti. Fra i numerosi teatri nei quali si è esibito, si segnalano: l’Opera di Zurigo, l’Opera di Nancy, l’Opera di Roma, i teatri di Amburgo e Dusseldorf, il Théatre Royal de la Mannaie, il Teatro Regio di Torino e il Tokyo Opera. Recentemente è stato ospite della Volksoper di Vienna per una produzione di Mozart e Salieri (Rimski-Korsakov). Ha cantato inoltre Idomeneo a Wiesbaden e a Vienna, Die Schuldigkeit des ersten Gebots di Mozart al Rossini Opera Festival e Il ratto del serraglio, nel ruolo di Belmonte, con i Göttinger Symphoniker. Ferdinand von Bothmer è anche attivo nel repertorio liederistico - ha inciso per la Naxos il CD 29 della Shubert Lied Edition - e da concerto in generale. È stato ospite, tra gli altri, al prestigioso Festival di Salisburgo - Ouvertüre zu Manfred di Schumann - sotto la bacchetta di Ivor Bolton e alla Bachakademie Stuttgart sotto la guida di Helmut Rillling. Ha tenuto numerosi Concerti con la Bayerischer Rundfunk, eseguendo, tra l’altro, Die lustigen Weiber von Windsor di Otto Nicolai, del quale è stato realizzato anche il CD. Grazie al suo talento, dopo essere stato selezionato dal Maestro Alberto Zedda per la prestigiosa Accademia Rossiniana di Pesaro, ha registrato con il noto direttore d’orchestra La donna del lago di Gioacchino Rossini nel ruolo di Rodrigo, interpretata anche a Mercatello nella stagione 2008. Fra gli ultimi impegni, ricordiamo il ruolo di protagonista nel rossiniano Le nozze di Peleo e Teti al Rossini Opera Festival di Pesaro, dove è stato anche Otello nel 2007 e Pilade nell’edizione di Ermione del 2008, l’interpretazione in Wiener Blut di Johann Strauß a Nancy, la partecipazione a Il barbiere di Siviglia alla Volksoper di Vienna e a La Juive allestita a Stoccarda, nonchè l’interpretazione di Jago nell’Otello rossiniano della tournée giapponese che lo spettacolo di Giancarlo Del Monaco realizzato per il festival pesarese nel 2007 ha effettuato lo scorso inverno. Ferdinand von Bothmer Giovan Francesco Guerrieri, San Filippo Neri, tela (1647), part. di unangelo musicante che suona il liuto Chiesa di Santa Maria del Metauro amici e sostenitori nche nel 2009, per la quarta volta dalla sua riapertura e riallestimento post-sisma, il Museo di San Francesco, con l’organizzazione dell’Associazione Pro Loco Mercatellese e l’essenziale sostegno del Comune di Mercatello sul Metauro e della Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro, ospiterà la stagione concertistica “MUSICA&MUSICA: tempi, luoghi e culture a confronto”, volta a promuovere e valorizzare il ricco patrimonio storico-artistico dell’istituzione museale, del centro storico e del territorio circostante. Essendo tale iniziativa inserita fra quelle promosse dal museo, gli amici e i sostenitori dello stesso avranno diritto ad accedere gratuitamente a tutte le serate in programma. Invitiamo pertanto anche lei, gentile lettore, fruitore e spettatore, ad entrare da subito a far parte del gruppo di persone che sostengono il Museo di San Francesco e le sue attività o di regalare questa opportunità ad altri a lei vicini. A •usare l’audioguida per la visita del museo e del centro storico di Mercatello con solo 1,00 Euro; •usufruire di uno sconto del 10% su tutte le pubblicazioni in vendita al bookshop del museo; •entrare gratuitamente ad ogni concerto previsto da Musica&Musica 2009 (dovrà solo essere confermata la presenza e scelto il posto preferito); •ricevere il programma dei concerti e ritirare senza nessuna spesa il programma di sala all’inizio degli spettacoli; •trovare stampato sul suddetto programma e pubblicato sulle pagine web di Musica&Musica il proprio nome (purché comunicato in tempo utile); •prenotare biglietti per i familiari o ospiti, con una settimana di anticipo rispetto alla messa in vendita al pubblico (fino ad un massimo di quattro per ciascuno spettacolo). I titolari della tessera socio ordinario*, valida per tutto il 2009, personale e non trasferibile, potranno: •visitare ogni volta che vorranno, gratuitamente, il Museo di San Francesco; Gli enti, privati o attività commerciali che diventano socio sostenitore*, invece, otterranno: •quattro tessere non nominative (potranno essere cedute di volta in volta a dipendenti, amici, clienti, ospiti, ecc.) che daranno diritto alle stesse agevolazioni e benefici riservati ai soci ordinari. Soci ordinari Soci sostenitori Catuogno Ilda Ciocchetti Claudio Contarelli Pierluigi Ferri Dino Filomena Daniela Gazzaneo Lucia Francesca Gentili Emanuela Gostoli Renata Lazzari Elizio Ligi Lanfranco Montagna Luciano Muccioli Flavio Mario Parri Carmen Ragnucci Gianfranco Storti Livio L’Arca di Noè, cartolibreria c.so Bencivenni 45 - Mercatello sul Metauro (PU) Arti Grafiche Stibu s.n.c. via Molino del Signore 15 - Urbania (PU) BCC Metauro via G. Matteotti 4 - Orciano di Pesaro (PU) Costruzioni Meliffi e Guidi s.n.c. Via Michelangelo 83 - Urbania (PU) Ferri e Muccioli architetti via Raffaello Sanzio 18 - Urbania (PU) La Grotta dei Folletti, agriturismo loc. Bruciata 29/A - Mercatello sul Metauro (PU) Meozzi Mobili s.n.c. Via Roma 4, Pistrino - Citerna (PG) * La quota stabilita nell’anno 2009 per i soci ordinari è di € 25,00. Per giovani sotto i 26 anni, componenti del Coro Polifonico Icense o della Banda Musicale di Mercatello, possessori di UNPLIcard e soci Touring Club Italiano, tale cifra è ridotta ad € 20,00. Quella per i soci sostenitori è di € 150,00. 71 Gli organizzatori si riservano di apportare al programma eventuali variazioni imposte da ragioni tecniche o da cause di forza maggiore. I posti per i concerti a pagamento, detratti quelli riservati agli abbonati, saranno acquistabili, fino ad esaurimento di quelli disponibili, a partire dallo stesso giorno della settimana precedente la manifestazione musicale fino all’inizio dello spettacolo. Per informazione, abbonamenti e biglietti: ProLoco Mercatellese, tel. 072289819 www.proloco-mercatello. it [email protected]