Mercatello sul Metauro
25 luglio – 12 agosto 2009
Ex-Convento di San Francesco
Museo di San Francesco, Sala Vero Baldeschi
Elaborazione testi, ideazione grafica e impaginazione, Gabriele Muccioli.
Le foto di copertina (Concerto di Mezz’Estate, il Maestro Agiman prova con l’Orchestra Sinfonica Rossini e il Coro
Polifonico Icense nella chiesa di S. Francesco ... un francescano ascolta, 10 agosto 2008) sono di Gabriele Muccioli.
La foto dell’Orchestra Sinfonica Rossini di pag. 51 è di Federico Tamburini.
L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non identificate.
Stampa Arti Grafiche Stibu
a stagione concertistica Musica&Musica - tempi, luoghi e
culture a confronto - è fin dalla
sua origine stata ideata e promossa
nell’ambito delle iniziative che il Museo
di San Francesco sempre più frequentemente attiva per valorizzare le sue strutture architettoniche e le opere d’arte
conservatevi. Tale impegno si è da subito ampliato ed allargato fino a comprendere nel suo bacino d’interesse
tutto il centro storico di Mercatello ed il
restante territorio extraurbano, punteggiato da molteplici emergenze architettoniche e caratterizzato da notevoli
qualità paesaggistiche e naturalistiche;
senza tralasciare la palese continuità
territoriale con i comuni limitrofi, appoggiata con forza dalla direzione del
museo mediante l’adesione convinta
alla rete museale Museo del Metauro arte e storia, tradizioni e innovazioni.
In quest’ottica, utilizzare la musica
per contribuire a far scoprire, vivere, conoscere e valorizzare il patrimonio storico e artistico di Mercatello e dell’Alta
valle del Metauro, è parsa da subito una
scelta ideale, accogliendo negli anni un
numero sempre crescente di “palcoscenici improvvisati” che ruotano attorno a
quella che è ormai riconosciuta anche
come una splendida “sala da concerto”: la Chiesa monumentale di San
Francesco, fulcro e perno del museo e
della cultura alto-metaurense.
Il sorprendente riscontro ottenuto
nelle passate edizioni da parte degli addetti ai lavori, del pubblico e della critica, ha imposto di riproporre anche
quest’anno l’iniziativa e di moltiplicare
gli sforzi per migliorarla; di crescere e
L
maturare accogliendo fra simpatizzanti,
amici e sostenitori nuovi soggetti che ne
hanno percepito l’importanza e sono, e
saranno, in grado di apportare contributi e sostegni ulteriori sotto vari punti di
vista: da quello artistico a quello economico. Del resto non è certamente pensabile adagiarsi sugli allori.
La continua crescita e la ricerca di
una qualità sempre maggiore, punti
fermi dell’iniziativa, non possono certo
mancare in questo momento in cui,
come già si programmava l’anno passato, sono imminenti i lavori di ampliamento del museo attuale, l’accrescersi
delle sue collezioni, l’adeguamento delle strutture ai più moderni standard, la
professionalizzazione degli addetti e la
dotazione di efficienti laboratori didattici
per alunni e famiglie.
Non possiamo poi dimenticare che
quest’anno ricorrono – oltre agli importanti anniversari di Handel, Haydn, Menfelssohn, Purcell ma anche De André e
Woodstock, più strettamente legati alla
musica e da essa doverosamente ricordati - i quarant’anni dalla firma dello
Statuto dell’Associazione Pro Loco Mercatellese, nata proprio grazie allo stimolo di ricomporre la collezione del
Museo di San Francesco, dispersa dalle
conseguenze del furioso passaggio
dell’ultima guerra mondiale e di cui si è
in seguito sempre amorevolmente e con
dedizione occupata.
Nel 2009 si celebrano inoltre i settecento anni del grande Crocifisso dipinto
su legno da Giovanni da Rimini per la
nuova chiesa francescana mercatellese; opera fondamentale, primo ed importantissimo esempio documentato
Gabriele Muccioli
(delegato al Museo di San Francesco
ProLoco Mercatellese)
Chiesa monumentale di San Francesco
Giovanni da Rimini, Crocifisso, tavola (1309), particolare
della scuola pittorica riminese, firmato e
datatato alla base dall’autore. La mirabile opera d’arte ha partecipato e vissuto tutte le vicende avvenute nello
splendido tempio francescano che ancora la conserva e dove venne collocata già prima della sua consacrazione,
avvenuta nel 1318.
Dalla sua posizione privilegiata ha
visto la fatica dei primi fratelli di Francesco; osservato frescanti, pittori e scultori
trecenteschi e rinascimentali arrampicati su traballanti impalcature; seguito
dispute teologiche, correnti artistiche, riforme e controriforme che hanno trasformato più volte la chiesa; osservato
truppe di soldati stranieri accamparvisi
dentro; udito colpi di spada, di bombarda e il rombo di aerei seminatori di
morte; accolto generazioni di fedeli
oranti, di coppie che ai suoi occhi si promettono ancor oggi la vita e di uomini
che esalato l’ultimo respiro hanno trovato ai suoi piedi il loro riposo eterno.
A quanti vengono da ogni parte del
mondo per ammirarlo nella sua abbagliante bellezza sfuggono le preghiere rivoltegli da Federico da Montefeltro che
alla sua ombra venne allevato, quelle
elevategli dal biturgense Piero della
Francesca durante i suoi viaggi verso Urbino o quelle innalzategli dalla giovane
Orsolina Giuliani prima di essere santificata ed elevata alla gloria degli altari.
Fatto quest’ultimo che interferì in maniera determinante nell’avventurosa
vita della grande tavola di pioppo sagomata che, dopo gli spostamenti già subiti all’interno del tempio francescano,
venne dimenticata in una legnaia e destinata al fuoco perchè rimpiazzata da
una tela dedicata alla concittadina
Santa Veronica. Fortunatamente seguirono la sua riscoperta artistica, le esposizioni e i viaggi a Rimini, a Ravenna, a
Urbino e quello sfortunatissimo a Firenze
dove durante l’alluvione del 1967 vennero messe a dura prova anche le sue
capacità di galleggiare in Arno.
Iniziativa ideata e promossa dal
Museo di San Francesco
con il sostegno e il supporto di:
Associazione Pro Loco Mercatellese
Comune di Mercatello sul Metauro
Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro
sotto il patrocinio della
Provincia di Pesaro e Urbino
in collaborazione con:
Coro Polifonico Icense Mercatello
Parrocchia Santa Veronica Giuliani Mercatello
Direzione artistica, Gabriele Muccioli - Guerrino Parri
indice
PRESENTAZIONI
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G. Giovannini Commissario Straordinario, Comunità Montana dell’Alto e
Medio Metauro
G. Pistola Sindaco, Comune di Mercatello sul Metauro, A. Marchetti
Assessore alla Cultura, Comune di Mercatello sul Metauro
G. Muccioli Delegato alla Cultura, Pro Loco Mercatellese
PROGRAMMA
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SUOR ANGELICA: opera in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano - 1918. Cantanti del programma lirico The Professional Advantage - Orchestra
Sinfonica Rossini - H. Keelan direttore - V. Hartman regista.
FALSTAFF: commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito da Shakespeare - 1893. Cantanti del
programma lirico The Professional Advantage - Orchestra
Sinfonica Rossini - J. Caraher direttore - V. Hartman regista.
VIBRAZIONI INFINITE: quattro secoli di musiche per archi Pachelbel, Mozart, Rossini, Britten. Orchestra Sinfonica
Rossini - L. Marcelletti direttore.
UN PENTAGRAMMA DI STELLE: ispirazioni celtiche sotto la
torre medievale nella notte di San Lorenzo. InChanto
M. Scarpini voce solista, percussioni / G. Allegro flauti dolci, clarinetti,
tin whistles / F. Barbucci violino, cori / M. Del Bigo chitarra-liuto, cetera,
arpa, bodhràn, darbouka, cori / C. Guasconi ghironda, tastiere, dulcimer,
epinètte, harmonium, cori.
CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: vivere un museo divertendosi Bizet, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Offenbach, Mendelssohn, Mascagni, Rossini, Haendel. Orchestra Sinfonica G.
Rossini – Coro Polifonico Icense Mercatello - F. von Bothmer
tenore - L. Marcelletti direttore.
AMICI E SOSTENITORI
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Soci ordinari e sostenitori
presentazioni
Angelo musicante con flauto di Pan, tempera sulla volta del Salone al piano nobile (sec. XIX)
Palazzo Gasparini
a stagione musicale che Mercatello propone a partire dal mese di
luglio, rappresenta ormai un appuntamento culturale da non perdere
per tutti coloro che, attratti dalla musica,
amano profondamente anche l’arte in
tutte le sue espressioni, le tradizioni, l’ambiente ed il paesaggio.
Seguire la stagione di Musica&Musica
permette infatti, non solo di godere del
ricchissimo programma musicale proposto, ma anche della straordinaria cornice architettonica che lo ospita. La
chiesa di San Francesco con annesso il
museo recentemente allestito e già in
programma di ampliamento, rappresenta per noi Mercatellesi un tesoro inestimabile ereditato dai nostri Avi che
abbiamo il dovere di mantenere intatto
per i nostri figli, e nello stesso tempo, da
far vivere con manifestazioni importati
come questa.
Il turista che decide di partecipare alla
stagione musicale può soffermarsi a godere dello straordinario paesaggio che
l’Alta val Metauro offre, con il suo ambiente ancora intatto e le prelibatezze
gastronomiche offerte dai numerosi agriturismi operanti nel territorio, dove può
rinvigorire lo spirito ed il corpo con rilassanti soggiorni.
La stagione di Musica&Musica va vista
pertanto anche come uno straordinario
strumento di promozione, di integrazione
sociale e di arricchimento culturale per
cittadini e turisti.
Un forte plauso va a tutti gli organizzatori che hanno saputo mettere insieme
un evento di grande qualità con le sole
proprie forze e con costi assolutamente
insignificanti, se paragonati ad altre manifestazioni che, pur coprendo bacini territoriali più vasti, raggiungono spesso
costi esorbitanti.
La Comunità Montana, nonostante la
fase molto difficile, legata ai tagli che
hanno sostanzialmente azzerato i trasferimenti dello stato ed all’assoluta incertezza sul proprio futuro, ha fatto, con
L
grande piacere, ogni sforzo per sostenere anche per quest’anno la manifestazione, in quanto la ritiene fra le più
qualificate della nostra vallata.
Con i continui restringimenti finanziari
che tutti gli Enti locali devono affrontare
in questa fase, credo sia assolutamente
necessario sostenere quelle iniziative
dove il rapporto qualità-prezzo è molto
elevato; perché solo queste manifestazioni sono destinate a durare nel tempo.
Auguro buon divertimento a tutti coloro che vorranno partecipare a questa
stagione musicale con l’auspicio che,
tramite loro, si riesca ad allargare la platea di ascolto; in particolare fra i cittadini
di Mercatello e dei paesi limitrofi. Gli organizzatori e gli Amministratori, dovranno
pertanto fare un ultimo sforzo per promuovere la manifestazione nel territorio
e per integrarla ad altri eventi che durante l’estate ravvivano le nostre piazze,
le nostre chiese ed i nostri palazzi.
Un ultimo pensiero lo rivolgo a coloro
che da Amministratori si troveranno a
gestire il nuovo Ente Territoriale che nascerà dall’attuazione della legge regionale di riforma delle Comunità Montane,
affinché facciano ogni sforzo per sostenere coordinare e sviluppare il settore
culturale, settore sul quale purtroppo,
troppo spesso si riversano i tagli.
Sono convinto che la cultura rappresenti da sempre un formidabile strumento di sviluppo socio-economico del
territorio. Dobbiamo, in qualità di Amministratori, fare ogni sforzo per promuoverla a tutti i livelli, fra i cittadini di ogni
età e stato sociale con particolare riguardo verso i giovani sui quali dobbiamo investire e credere.
Un grande “In bocca al lupo” a tutti gli
organizzatori affinché questa stagione
musicale sia ancora più straordinaria di
quella dello scorso anno.
Gabriele Giovannini
(Commissario Straordinario Comunità
Montana dell’Alto e Medio Metauro)
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ur con le inevitabili difficoltà ed i
ritardi dovuti alla recente consultazione elettorale amministrativa,
Musica&Musica giunge ancora una
volta con assoluta tempestività all’appuntamento. Il merito va chiaramente
alla Pro Loco Mercatellese, in particolare
a Parri Guerrino e Muccioli Gabriele che
per tanti aspetti organizzativi hanno saputo far fronte alla straordinarietà della
situazione.
Oggi, ripreso il lavoro amministrativo,
siamo veramente felici di poter continuare l’esperienza della stagione concertistica che negli ultimi anni tanto lustro
ha dato al nostro paese. Il nostro territorio
deve poter far leva non soltanto sulle
qualità architettoniche ed ambientali,
ma deve continuare anche a credere in
eventi importanti e mirare costantemente a migliorarli ancora.
Nelle tre edizioni trascorse ben 18 rappresentazioni hanno animato l’estate
dell’Alta Valle del Metauro ed il suono
degli strumenti e delle voci si è diffuso in
molti angoli suggestivi del nostro centro
storico. Quest’anno, per la prima volta,
la rassegna esce dal paese per una serata, quella del 10 agosto, in cui tradizionalmente si osserva la caduta delle
stelle, per arrivare in quel borgo millenario di Castello della Pieve dove si racconta venne deciso nel 1301 l’esilio del
sommo poeta fiorentino Dante Alighieri.
Certamente da quel luogo, quasi equidistante tra Mercatello e Borgo Pace le
note di ispirazione celtica si avvertiranno
anche nella vicina Borgo Pace, quasi a
suggellare l’esigenza di unire gli sforzi
delle comunità per garantire alla Valle
una migliore qualità della vita. Vita che
deve necessariamente essere pregna di
cultura, di storia e di sana condivisione.
P
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Sia la rassegna che l’intero paese si
apriranno quest’anno ad una nuova iniziativa nata proprio grazie al notevole riscontro che la stagione concertistica
Musica&Musica ha progressivamente
avuto nel territorio sia in ragione della
qualità delle rappresentazioni sia per
merito degli splendidi scenari in cui è
ospitata: un primo corso di perfezionamento nella lingua italiana per cantanti
lirici promosso dall’associazione statunitense “The Professional Advantage”.
É questo un segnale importante che di
concerto tra l’Amministrazione e la Pro
Loco abbiamo voluto cogliere. Durante
il corso, che si terrà nelle sale di Palazzo
Gasparini, verranno rappresentate dagli
allievi due opere liriche integrali.
É la quarta edizione, come al solito
pensata con l’occhio sempre attento
anche ai bilanci, tanto più in periodi
come questo di grande sofferenza economica. Ce la faremo come sempre
senza lasciare strascichi, grazie alla collaborazione di tante persone, di Enti territoriali e di alcune realtà produttive della
zona che hanno inteso garantirci supporti importanti. Ringraziamo tutti e
siamo certi comunque, che grazie alla
professionalità dei coordinatori, sarà ancora una edizione di successo.
Pur sufficientemente partecipi, a differenza di ciò che purtroppo avviene in
molte altre realtà, sollecitiamo i cittadini
dell’Alta Valle a non mancare. La loro
presenza unitamente a quella di tante
persone che provengono da fuori ci sarà
di ulteriore stimolo a proseguire sulla
strada intrapresa e ormai segnata.
Giovanni Pistola
(Sindaco del Comune di Mercatello)
Alfiero Marchetti
(Assessore alla Cultura)
a crisi economica, le elezioni amministrative e l’ormai endemica
diminuzione dei fondi destinati alla
cultura, hanno reso particolarmente difficoltosa la progettazione e la realizzazione di questa quarta edizione della
stagione concertistica Musica&Musica,
tempi luoghi e culture a confronto.
Come spesso avviene gli ostacoli da
superare si sono però dimostrati uno stimolo fondamentale ed hanno portato
gli organizzatori a moltiplicare i loro sforzi
nel cercare, nonostante tutto, di progredire ulteriormente nella via segnata dalle precedenti esperienze.
Il lavoro svolto negli anni passati e l’interesse crescente con il quale viene
vista e letta dall’esterno la manifestazione ha infatti consentito di mantenere
inalterata, ed in molti casi aumentata, la
fiducia dei sostenitori storici, ai quali se
ne sono affiancati altri che hanno riconosciuto la validità dell’iniziativa e individuato in essa un mezzo efficace con
cui condividere la propria crescita e valorizzazione.
Nel ringraziare quanti ci sostengono in
questa nuova avventura speriamo di riuscire a soddisfare la fiducia concessa e
magari sorprenderli oltre il dovuto nel ritorno di immagine ottenuto.
Segno evidente del rilievo e spessore
raggiunto dall’iniziativa musicale promossa dall’Associazione Pro-Loco Mercatellese e dal Comune di Mercatello
sul Metauro nell’ambito delle attività finalizzate alla valorizzazione e all’uso del
Museo di San Francesco, è l’interesse rivoltogli da sempre più numerosi artisti
che vorrebbero esibirsi al suo interno. In
questo senso, frutto tangibile di quanto
importante sia per una piccola cittadina
valorizzare le proprie ricchezze storicoculturali, è l’attivazione di un primo corso
di perfezionamento nella lingua italiana
per cantanti lirici promosso dall’associazione statunitense The Professional Advantage.
Questo si svolgerà tra il quattro di luglio e il primo di agosto nelle splendide
sale del centralissimo Palazzo Gasparini,
di proprietà comunale, coinvolgendo
l’intero centro storico di Mercatello per
L
la sistemazione logistica dei partecipanti
e del corpo docente che, proprio negli
intenti della nostra stagione concertistica e nella bellezza del luogo, ha riconosciuto la sede ideale per raggiungere
i propri scopi. Senza tralasciare l’apporto
umano ed economico che iniziative del
genere possono portare, qui interessa
segnalare il contributo artistico che il
gruppo di cantanti lirici provenienti dagli
stati americani darà alla manifestazione
mercatellese e non solo.
Delle numerose recite e rappresentazioni che una presenza di tale rilievo può
offrire, si è deciso di ospitarne solo alcune, anche per evitare sovradosaggi
in un periodo già fortemente caratterizzato da continue manifestazioni folkloristiche legate al Palio del Somaro, dando
possibilità alla compagnia di canto di
esibirsi, anche per instaurare proficue e
indispensabili collaborazioni, in altri spazi
e teatri della Provincia di Pesaro e Urbino, fra cui l’Abbazia Benedettina di
Lamoli ed il Teatro Comunale di Cagli.
All’interno del cartellone sono inserite
due opere liriche integrali, e questa è
una novità, realizzate dai partecipanti al
corso con la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro: la pucciniana Suor Angelica ed il verdiano
Falstaff, che troveranno spazio rispettivamente nell’atmosfera mistica del Complesso monumentale di San Francesco e
nell’incantevole scenario del giardino di
Palazzo Donati.
Dopo quest’apertura interamente dedicata al melodramma, per la prima
volta la stagione concertistica si allontanerà dal centro storico di Mercatello per
aggiungere un altro palcoscenico improvvisato ai tanti già sperimentati.
Il suggestivo Castello della Pieve, piccolo e incantevole borgo arroccato
sulle alture mercatellesi e dominato
dalla torre medievale, ospiterà infatti un
concerto ispirato dalla Musica Celtica
del gruppo senese InChanto, appositamente scelto per concludere in maniera
accattivante e festosa la tradizionale
passeggiata notturna della Notte di San
Lorenzo, organizzata dall’associazione
Arte e Altro di Mercatello. Camminatori
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Gabriele Muccioli
(delegato alla Cultura
Pro Loco Mercatellese)
12
Palazzo Gasparini
Allegorie delle Arti e delle Scienze, tempera sulla volta del Salone al piano nobile (sec. XIX), part. La Musica
al termine della faticata e meno ardimentosi spettatori che raggiungeranno
più agevolmente e tranquillamente la
meta verranno rapiti da un’atmosfera
magica supportata da profumi antichi
conditi da polvere di stelle.
Gli ultimi due appuntamenti vedranno
protagonista la nostra sede principale,
l’accogliente e abbagliante Chiesa di
San Francesco, ricca di capolavori e
cuore del museo che da essa prende il
nome. Qui ritroveremo, come nel riuscitissimo Concerto di Mezz’Estate dello
scorso anno, l’Orchestra Sinfonica Rossini che è ormai diventata un partner insostituibile grazie alla sua disponibilità e
valore. Anche la formula delle serate ricalcherà quella già collaudata nella
passata occasione, con programmi godibilissimi attentamente e lungamente
studiati dagli organizzatori assieme ai
protagonisti ed al direttore d’orchestra
brasiliano Lanfranco Marcelletti, che dirigerà entrambi i concerti.
Il primo metterà in scena gli strumenti
ad arco con una carrellata cronologica
che porterà gli ascoltatori dal meraviglioso rincorrersi delle note di Pachelbel
al vibrante pizzicato di Britten passando
per i celeberrimi temi di Mozart e le divertenti melodie di Rossini. Il tutto accompagnato dalle lucide introduzioni su
autori e brani che il brillante e simpatico
direttore saprà dare.
La conclusione della manifestazione
sarà affidata ad un organico orchestrale, una voce solistica (il tenore Ferdinand von Bothmer) ed un programma
lirico-sinfonico veramente eccezionali;
Offenbach, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Rossini, Mascagni, Mendelssohn e
Haendel verranno riletti e interpretati
con l’apporto del locale Coro Polifonico
Icense che, grazie all’impegno ed alla
preparazione del suo direttore Guerrino
Parri, oltre all’ormai consolidato repertorio sacro e a cappella si apre sempre più
spesso con entusiasmo e crescenti risultati a nuovi ed impegnativi repertori.
programma
sabato 25 luglio
ore 21,15 Giardino dei Fiori
SUOR ANGELICA: opera in un atto di Giacomo Puccini
su libretto di Giovacchino Forzano - 1918
Personaggi
Suor Angelica soprano ..........................
zia principessa contralto .......................
badessa mezzosoprano..........................
suora zelatrice mezzosoprano..............
maestra delle novizie mezzosoprano.
suor Genovieffa soprano.......................
suor Osmina soprano .............................
suor Dolcina soprano .............................
suora infermiera mezzosoprano ...........
novizia soprano........................................
prima cercatrice soprano.....................
seconda cercatrice mezzosoprano....
prima conversa soprano .......................
seconda conversa mezzosoprano ......
Interpreti ......................Julia Ellerston,
Katy Gentry, Elena Galvan, Janara Rose Kellerman, Cristina
Carlucci, Amy Calvert, Tamora
Pellikka, Kristina Moore, Ashley
Kozak, Karen Kanakis .......................
direttore ....................... Hugh
regia ....................
Keelan
Vernon Hartman
Orchestra Sinfonica Rossini .............................................................................
Produzione in collaborazione con The Professional Advantage
pertura dedicata alla lirica,
quella che Musica&Musica propone nel 2009 agli appassionati
ed a nuovi curiosi spettatori. Questi potranno così avvicinarsi senza timori al fantastico mondo del melodramma; di
norma relegato a sopravvivere a fatica
in teatri elevati a templi da una ristretta
scelta di adepti che pur lamentandosene, poco o nulla fanno per spolverare
e far conoscere ai più uno degli spettacoli più popolari mai concepiti.
A
14
Occasione per riproporre anche nel
nostro entroterra le avventure, gli intrighi
e gli amori che fino agli albori del secolo
scorso infiammavano, divertivano e appassionavano i numerosi e variegati frequentatori dei nostri piccoli teatri, è la
presenza di un corso internazionale di
perfezionamento nella lingua del bel
canto che si tiene a Mercatello e che in
questi giorni giunge alla sua conclusione
e culmine proprio con le due produzioni
operistiche che ospitiamo.
Si inizia con Suor Angelica, primo soggetto originale messo in musica da Giacomo Puccini e per lui scritto da Forzano
a completamento degli altri due atti
unici che compongono il Trittico (Il Tabarro e Gianni Schicchi), progetto nato
per riunire nell’arco di un’unica serata i
tre registri fondamentali del linguaggio
teatrale: il tragico, il lirico e il comico.
Pur essendo da subito considerata la
meno riuscita del gruppo, nella sua brevità la composizione mette a dura prova
la preparazione degli esecutori con il
continuo gioco ad incastri che esalta il
tipico canto di conversazione Pucciniano e contemporaneamente affascina l'ascoltatore.
Nel lavoro l'orchestra primeggia, quasi
a divenire l'attore principale, e usa trionfalmente il gioco delle parti per descrivere l'ambiente claustrale con sonorità
mai pesanti né enfatiche, con un suono
diafano, di tessiture cameristiche e leggere attentissime agli impasti timbrici.
È proprio grazie alla musica che Puccini inquadra il dramma personale della
protagonista, la commovente storia di
Angelica, ragazza madre costretta a
farsi suora dalla zia principessa. Ambientata nel XVII secolo, oltre ad essere uno
dei rarissimi esempi di opera lirica interpretata solo da donne, è anche l'unica
opera italiana che prevede un miracolo
a scena aperta: la grazia della Vergine
che perdona Suor Angelica accettandone il pentimento in punto di morte.
Il dramma della solitudine, si svolge in
un ambiente claustrofobico e opprimente, richiuso su se stesso, che amplifica ulteriormente l’isolamento della
protagonista, il distacco dal mondo e la
freddezza dell’ambiente claustrale in cui
mancano vita e amore.
Palcoscenico ideale è sembrato essere fin da subito l’antico convento dei
minori di Mercatello, in particolare il recentemente recuperato Giardino dei
Fiori che - con la sua cancellata che separa la scena dal pubblico, la sua fontanella, i fiori e le erbe tanto amati da
Suor Angelica e così essenziali per lo
svolgimento della storia ed il suo tragico
finale - si proporrà come nuovo luogo
per la rassegna musicale.
Giacomo Puccini
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Soggetto
In un monastero italiano, verso la fine
del Seicento, Suor Angelica raggiunge
le consorelle che pregano nella piccola
chiesa. Uscite all’aperto la Suora Zelatrice applica le dure regole della vita di
clausura, punendo le converse responsabili di qualche mancanza.
In un breve attimo di rilassatezza e riposo le suore si confidano i loro piccoli
desideri; solo Suor Angelica dichiara di
non averne alcuno, ma ognuna sa che
mente conoscendo la sua vera storia.
Di nobili origini, Suor Angelica è stata
infatti rinchiusa in quel convento solo per
punizione, e da quel momento non ha
più avuto alcuna notizia della sua famiglia. Apparentemente rassegnata, soffre
in realtà per il silenzio che dura ormai da
sette anni.
Una delle suore cercatrici, rientrate nel
frattempo, annuncia che all’ingresso del
convento si è fermata una lussuosa carrozza. Suor Angelica è presa dall’ansia.
La campanella annuncia una visita e
la Badessa chiama al parlatorio proprio
Suor Angelica.
16
Entra la vecchia Zia Principessa, che
chiede con alterigia alla nipote di firmare la rinuncia al patrimonio di famiglia, da lei amministrato. Suor Angelica
cerca di ottenere qualche segno di affetto, ma la vecchia spiega, inflessibile,
che la rinuncia serve alla sorella minore,
in procinto di sposarsi; rinfaccia poi alla
nipote la colpa di avere avuto un figlio
fuori dal matrimonio, disonorando la famiglia.
Suor Angelica vorrebbe conoscere la
sorte del figlio, che le è stato strappato e
del quale non ha più saputo nulla; impassibile e crudele, la vecchia le rivela
che il bambino è morto due anni prima
per una malattia. Partita la principessa,
Suor Angelica si abbandona alla disperazione. Decide di lasciare la vita e beve
una pozione di erbe velenose.
Uscita dal suo stato di allucinazione si
pente, ma è troppo tardi; implora allora
la Vergine di darle il segno del suo perdono. Il miracolo si compie: la Vergine
appare, preceduta da un bambino che
si avvicina alla religiosa morente.
Libretto
[La preghiera]
(La scena è vuota. Le suore sono in chiesa)
Le suore
Ave Maria, piena di grazia,
il Signore è teco,
Tu sei benedetta fra le donne,
benedetto il frutto del ventre tuo,
Gesù.
Sancta Maria,
prega per noi peccatori...
Suor Angelica
Prega per noi peccatori,
ora e nell’ora della nostra morte...
Le suore
Prega per noi ecc.
(Due converse, in ritardo, si soffermano un
istante ad ascoltare un cinguettio, quindi
entrano in chiesa. – Suor Angelica, anch’essa in ritardo, si avvia in chiesa e fa
l’atto di costrizione delle ritardatarie che le
novizie non hanno fatto. – Terminata la preghiera le suore escono dalla chiesa)
[Le Punizioni]
La Sorella Zelatrice (alle due converse)
Sorelle in umiltà,
mancaste alla quindèna
ed anche Suor Angelica,
che però fece contrizione piena.
Invece voi, sorelle,
peccaste in distrazione,
e avete perso un giorno di quindèna!
Una conversa
M’accuso della colpa
e invoco una gran pena,
e più grave sarà
più grazie vi dirò,
sorella in umiltà.
La Maestra delle Novizie (alle novizie)
(Chi arriva tardi in coro
si prostri e baci terra.)
La Zelatrice (alle converse)
Farete venti volte
la preghiera mentale
per gli afflitti, gli schiavi
e per quelli che stanno
in peccato mortale.
Una conversa
Con gioia e con fervore!
Le due converse
Cristo Signore,
Sposo d’Amore,
io voglio sol piacerti,
ora e nell’ora
della mia morte! Amen!
La Zelatrice
Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi.
E osservate il silenzio.
La Maestra delle Novizie (alle novizie)
(Perché stasera in coro
ha riso e fatto ridere.)
La Zelatrice
Voi, Suor Osmina, in chiesa
tenevate nascoste nelle maniche
due rose scarlattine.
Suor Osmina
Non è vero!
La Zelatrice
Sorella, entrate in cella.
Non tardate! La Vergine vi guarda!
Alcune suore
Regina Virginum, ora pro ea...
[La Ricreazione]
La Zelatrice
Ed or, sorelle in gioia,
poiché piace al Signore
e per tornare
più allegramente
a faticare
per amor Suo
ricreatevi!
Le suore
Amen!
Suor Genovieffa
O sorelle, sorelle,
io voglio rivelarvi
che una spera di sole
è entrata in clausura!
Guardate dove batte,
là, là fra la verzura!
Il sole è sull’acòro!
Comincian le tre sere
della fontana d’oro!
Le suore
– È vero; fra un istante
vedrem l’acqua dorata!
– E per due sere ancor!
– È maggio! – È maggio!
– È il bel sorriso – di Nostra Signora
– che viene con quel raggio.
– Regina – di Clemenza, grazie!
– Grazie!
Una novizia
Maestra, vi domando
licenza di parlare.
La Maestra delle Novizie
Sempre per laudare
le cose sante e belle.
La novizia
Qual grazia della Vergine
rallegra le sorelle?
La Maestra delle Novizie
Un segno risplendente
della bontà di Dio!
Per tre sere dell’anno solamente,
all’uscire dal coro,
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Dio ci concede di vedere il sole
che batte sulla fonte e la fa d’oro.
La novizia
E l’altre sere?
La Maestra delle Novizie
O usciamo troppo presto e il sole è alto,
o troppo tardi e il sole è tramontato.
Le suore
– Un altr’anno è passato!
– È passato un altr’anno!
– E una sorella manca!...
Suor Genovieffa
O sorelle in pio lavoro,
quando il getto s’è infiorato,
quando il getto s’è indorato,
non sarebbe ben portato
un secchiello d’acqua d’oro
sulla tomba a Bianca Rosa?
Le suore
Sì! La suora che riposa
lo desidera di certo!
Suor Angelica
I desideri sono i fiori dei vivi,
non fioriscon nel regno delle morte,
perché la Madre Vergine soccorre,
e in Sua benignità,
liberamente al desïar precorre;
prima che un desiderio sia fiorito,
la Madre delle Madri l’ha esaudito.
O sorella, la morte è vita bella!
La Zelatrice
Noi non possiamo
nemmen da vive avere desideri.
Suor Genovieffa
Se son leggeri e candidi, perché?
Voi non avete un desiderio?...
La Zelatrice
Io no!
Le suore
– Ed io nemmeno!
– Io no!
– Io no!
Suor Genovieffa
Io sì,
lo confesso.
Soave Signor Mio,
tu sai che prima d’ora
nel mondo ero pastora.
Da cinqu’anni non vedo un agnellino.
Signore, ti rincresce
se dico che desidero
vederne uno piccino,
poterlo carezzare,
toccargli il muso fresco
e sentirlo belare?
Se è colpa, t’offerisco
il Miserere mei.
Perdonami, Signore,
Tu che sei l’Agnus Dei.
18
Suor Dolcina
Ho un desiderio anch’io!
Le suore
– Sorella, li sappiamo
i vostri desideri!
– Qualche boccone buono!
– Della frutta gustosa!
– La gola è colpa grave!
(alle novizie)
(È golosa! – È golosa!)
Suor Genovieffa
Suor Angelica, e voi?
Avete desideri?
Suor Angelica
Io?... no, sorella, no.
Le suore
– Che Gesù la perdoni,
ha detto una bugia!
– Ha detto una bugia!
Una novizia
Perché?
Le suore
– Noi lo sappiamo,
ha un grande desiderio.
– Vorrebbe aver notizie
della famiglia sua!
– Son più di sett’anni,
da quando è in monasterio,
non ha avuto più nuove!
– E sembra rassegnata,
ma è tanto tormentata!
– Nel mondo era ricchissima,
lo disse la Badessa.
– Era nobile!
– Nobile!
– Nobile! – Principessa!
– La vollero far monaca,
– sembra per punizione.
– Perché?
– Perché?
– Chi sa!
– Mah?
– Mah?
La Sorella Infermiera
Suor Angelica, sentite!
Suor Angelica
O sorella infermiera,
che cosa accadde, dite!
La Sorella Infermiera
Suora Chiara là nell’orto
assettava la spalliera
delle rose; all’improvviso
tante vespe sono uscite,
l’han pinzata qui nel viso!
ora è in cella e si lamenta;
ah! calmatele, sorella,
il dolor che la tormenta!
Le suore
Poveretta! – Poveretta!
Suor Angelica
Aspettate; ho un’erba e un fiore!
La Sorella Infermiera
Suor Angelica ha sempre una ricetta
buona, fatta coi fiori,
sa trovar sempre un’erba benedetta
per calmare i dolori!
Suor Angelica
Ecco, questa è calenzòla;
col latticcio che ne cola
le bagnate l’enfiagione.
E con questa, una pozione.
Dite a Sorella Chiara
che sarà molto amara,
ma che le farà bene.
E le direte ancor
che punture di vespe
sono piccole pene
e che non si lamenti,
ché a lamentarsi crescono i tormenti.
La Sorella Infermiera
Le saprò riferire!
Grazie, sorella, grazie.
Suor Angelica
Sono qui per servire.
[Il ritorno dalla cerca]
Le cercatrici
Laudata Maria!
Le suore
E sempre sia!
Le cercatrici
Bona sera stasera,
Sorella Dispensiera!
Prima cercatrice
Un otre d’olio.
Suor Dolcina
Uh! buono!
Seconda cercatrice
Nocciòle, sei collane.
Prima cercatrice
Un panierin di noci.
Suor Dolcina
Buone con sale e pane!
La Sorella Zelatrice
Sorella!
Prima cercatrice
Qui farina!
E qui una caciottella
che suda ancora latte,
buona come una pasta,
e un sacchetto di lenti,
dell’uova, burro e basta.
Le suore
Buona cerca stasera,
Sorella Dispensiera!
Seconda cercatrice (a Suor Dolcina)
Per voi, sorella ghiotta...
Suor Dolcina
Un tralcetto di ribes!
Degnatene, sorelle.
Le suore
– Grazie!
– Grazie!
Uh! Se ne prendo un chicco, la martorio!
Suor Dolcina
No, prendete!
Le suore
– Grazie!
– Grazie!
Prima cercatrice
Chi è venuto stasera in parlatorio?
Le suore
– Nessuno.
– Nessuno.
– Perché?
Prima cercatrice
Fuor del portone c’è
fermata una ricca berlina.
Suor Angelica
Come, sorella? avete detto?
Una berlina è fuori?
Ricca? Ricca? Ricca?
Prima cercatrice
Da gran signori.
Certo aspetta qualcuno
che è entrato nel convento,
e forse fra un momento
suonerà la campana a parlatorio.
Suor Angelica
Ah! ditemi, sorella,
com’era la berlina?
Non aveva uno stemma?
uno stemma d’avorio?...
E dentro tappezzata
d’una seta turchina
ricamata in argento?
Prima cercatrice
Io non so, sorella, non lo so:
ho veduto soltanto
una berlina... bella!
Le suore
– È diventata bianca...
– Ora è tutta vermiglia!
– Poverina!
– È commossa!
– È commossa
– Poverina!
– Spera che sian persone di famiglia!
(Si sente suonare)
– Vien gente in parlatorio!
– Una visita viene!
– Per chi?
– Per chi?
– Per chi?
– Per chi sarà?
19
– Fosse per me!
– Per me!
– Fosse mia madre
– che ci porta le tortorine bianche.
– Fosse la mia cugina di campagna
– che porta il seme di lavanda buono.
Suor Angelica
(O Madre eletta, leggimi nel cuore.
Volgi per me un sorriso al Salvatore.)
Suor Genovieffa
O sorella in amore,
noi preghiam la Stella delle Stelle
che la visita adesso sia per voi.
Suor Angelica
Buona sorella, grazie... grazie!
La Badessa
Suor Angelica!
Le suore
Ah! (poi si ritirano su invito della Badessa)
Suor Angelica
Madre, Madre, parlate!
Chi è? chi è? Madre, parlate!
Son sett’anni che aspetto,
che aspetto una parola, uno scritto...
Tutto ho offerto alla Vergine
in piena espïazione.
20
La Badessa
Offritele anche l’ansia
che adesso vi scompone!
Le suore (dall’interno, dal piccolo cimitero
del convento)
Requiem aeternam
dona ei, Domine:
et lux perpetua
luceat ei.
Requiescat in pace. Amen!
Suor Angelica
Madre, sono serena e sottomessa.
La Badessa
È venuta a trovarvi
vostra zia Principessa.
Suor Angelica
Ah!
La Badessa
In parlatorio
si dica quanto
vuole ubbidienza,
necessità.
Ogni parola è udita
dalla Vergine Pia.
Suor Angelica
La Vergine m’ascolti. E così sia.
[La Zia Principessa]
La Zia Principessa
Il Principe Gualtiero vostro padre,
la Principessa Clara vostra madre,
quando vent’anni or sono
vennero a morte,
m’affidarono i figli
e tutto il patrimonio di famiglia.
Io dovevo dividerlo
quando ciò ritenessi conveniente
e con giustizia piena.
È quanto ho fatto. Ecco la pergamena.
Voi potete osservarla, discuterla, firmarla.
Suor Angelica
Dopo sett’anni son davanti a voi.
Ispiratevi a questo luogo santo...
È luogo di clemenza,
è luogo di pietà!
La Zia Principessa
Di penitenza!
Io debbo rivelarvi la ragione
perché addivenni a questa divisione.
Vostra sorella
Anna Vïola
anderà sposa.
Suor Angelica
Sposa?!
Sposa la piccola
Anna Viola,
la sorellina piccina?
Ah! ah! Son sett’anni,
son passati sett’anni! Ah! ah!
O sorellina bionda che vai sposa,
o sorellina mia, tu sia felice!
E chi la ingemma?
La Zia Principessa
Chi per amore condonò la colpa
di cui macchiaste il nostro bianco
stemma!
Suor Angelica
Sorella di mia madre,
voi siete inesorabile!
La Zia Principessa
Che dite? E che pensate?
Inesorabile? Inesorabile?
Vostra madre invocate
quasi contro di me?
Contro di me!
Vostra madre invocate
quasi contro di me?!
Di frequente la sera,
là nel nostro oratorio,
io mi raccolgo.
Nel silenzio di quei raccoglimenti,
il mio spirito par che s’allontani
e s’incontri con quel di vostra madre
in colloqui eterei, arcani!
Com’è penoso, com’è penoso
udire i morti dolorare e piangere!
Quando l’estasi mistica scompare,
per voi ho serbata una parola sola:
Espiare! Espiare!
Offrite alla Vergine
la mia giustizia!
Suor Angelica
Tutto ho offerto alla Vergine, sì, tutto;
ma v’è un’offerta che non posso fare:
alla Madre soave delle Madri,
non posso offrire di scordar... mio figlio!
Mio figlio! Mio figlio, il figlio mio!
Figlio mio!
La creatura che mi fu strappata!
Figlio mio,
che ho veduto e baciato una sol volta!
Creatura mia! Creatura mia lontana!
È questa la parola
che invoco da sett’anni.
Parlatemi di lui!
Com’è, com’è mio figlio?
Com’è dolce il suo volto?
Come sono i suoi occhi?
Parlatemi di lui!
di mio figlio... mio figlio,
parlatemi... di lui...
Perché tacete?
Perché? Perché?
Un altro istante di questo silenzio
e vi dannate per l’eternità!
La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica!
La Zia Principessa
Or son due anni,
venne colpito
da fiero morbo.
Tutto fu fatto per salvarlo...
Suor Angelica
È morto?
Ah!
(Entrano la Suora Clavaria e la Badessa con
la pergamena che Suor Angelica firma.)
21
[La grazia]
Suor Angelica
Senza mamma,
bimbo, tu sei morto!
Le tue labbra,
senza i baci miei,
scoloriron
fredde, fredde!
E chiudesti,
o bimbo, gli occhi belli!
Non potendo
carezzarmi,
le manine
componesti in croce!
E tu sei morto
senza sapere
quanto t’amava
questa tua mamma!
Ora che sei un angelo del cielo,
ora tu puoi vederla la tua mamma,
tu puoi scendere giù pel firmamento,
ed aleggiare intorno a me ti sento.
Sei qui, sei qui, mi baci e m’accarezzi.
Ah! dimmi quando in ciel potrò vederti?
Quando potrò baciarti?
Oh! dolce fine d’ogni mio dolore,
quando in cielo con te potrò salire?
Quando potrò morire?
Quando potrò morire,
potrò morire?
Dillo alla mamma, creatura bella,
con un leggero scintillar di stella.
Parlami, parlami, amore, amore, amor!
(Le suore tornano dal cimitero)
Suor Genovieffa
Sarete contenta, o buona sorella,
la Vergine ha accolto la prece.
Le suore
Sarete contenta, sorella,
la Vergine ha fatto la grazia.
Suor Angelica
La grazia è discesa dal cielo,
già tutta, già tutta m’accende,
risplende! risplende!
Già vedo, sorelle, la meta!
22
Sorelle, son lieta, son lieta!
Cantiamo! Già in cielo si canta!
Lodiamo la Vergine Santa!
Le suore
E così sia! – Cantiamo!
Già in cielo si canta!
E così sia!
Lodiamo la Vergine Santa!
(Le suore si ritirano nele celle)
Le suore (dall’interno)
Lodiamo la Vergine Santa!...
Amen!
Suor Angelica (dalla cella)
Ah! Lodiam!
La grazia è discesa dal cielo!
(Esce Suor Angelica e prepara un veleno)
Suor Angelica
Suor Angelica ha sempre una ricetta
buona fatta coi fiori.
Amici fiori che nel piccol seno
racchiudete le stille del veleno,
ah, quante cure v’ho prodigate!
Ora mi compensate.
Per voi, miei fior, io morirò.
Addio, buone sorelle, addio, addio!
Io vi lascio per sempre.
M’ha chiamata mio figlio!
Dentro un raggio di stelle
m’è apparso il suo sorriso,
m’ha detto: «Mamma, vieni in Paradiso!».
Addio! Addio!
Addio, chiesetta! In te quanto ho pregato!
Buona accoglievi preghiere e pianti.
È discesa la grazia benedetta!
Muoio per lui e in cielo lo rivedrò! Ah!
(beve il veleno)
[Il miracolo]
Suor Angelica
Ah! son dannata!
Mi son data la morte,
mi son data la morte!
Io muoio, muoio in peccato mortale!
Per amor di mio figlio!
Ho smarrita la ragione!
Non mi fare morire
in dannazione!
Le suore
Regina Virginum, salve, Maria!
Mater castissima, salve, Maria!
Regina pacis, salve, Maria!
Suor Angelica
Dammi un segno di grazia,
dammi un segno di grazia,
Madonna! Madonna!
Salvami! Salvami!
(A questa invocazione rispondono le voci
degli Angeli)
Ragazzi, Suore e Uomini
O gloriosa virginum,
Sublimis inter sidera,
Qui te creavit, parvulum,
Lactente nutris ubere.
Suor Angelica
O Madonna, salvami!
Una madre ti prega,
una madre t’implora!
O Madonna, salvami!
Suore, Uomini e Ragazzi
Quod Heva tristis abstulit
Tu reddis almo germine:
Intrent ut astra flebiles,
Coeli recludis cardines.
Gloriosa virginum, salve, Maria!
Suor Angelica
Ah!
Ragazzi
Regina virginum!
Suor Angelica
Ah!
Ragazzi
Virgo fidelis! Sancta Maria!
Ragazzi e Suore
Gloriosa virginum, salve, Maria!
Mater purissima, salve, Maria!
Turris davidica, salve, Maria!
(Appare la Regina del conforto e un bimbo
tutto bianco al quale Angelica tenderà le
braccia prima di morire.)
interpreti
The Professional Advantage
Fondato da Vernon Hartman e Amy
Johnson, che ne sono anche i direttori
artistici, The Professional Advantage
offre un approccio unico tra i molti programmi estivi per cantanti americani,
con una accurata selezione di partecipanti, professionisti di talento, che desiderano fare un’esperienza diretta sui
palcoscenici europei, approfondire la
conoscenza della lingua italiana tramite
un corso intensivo e sperimentare sul
campo, nella terra del bel canto e in
luoghi dal forte richiamo storico-culturale, come funziona veramente il
mondo del teatro lirico.
Questo attraverso il contatto diretto
con insegnanti e professionisti che vantano grande esperienza nei vari settori
del mondo operistico e che possiedono
un innato talento per la trasmissione
delle loro conoscenze.
I membri del corpo docente sono infatti scelti annualmente in base alle
opere e scene che saranno rappresentate al termine del corso e ai bisogni
specifici dei partecipanti, ritenuti particolarmente idonei alle parti a loro assegnate durante le audizioni preliminari
svolte negli Stati Uniti d’America.
I prestigiosi insegnanti Master del corso
2009 sono il soprano Amy Johnson e il tenore Mark Thomsen.
23
Hugh Keelan
Stimato arrangiatore, Hugh Keelan è
attualmente direttore della Erie Philharmonic dopo esserlo stato per 15 anni
alla Northeastern Pennsylvania Philharmonic, un'orchestra di straordinaria qualità con i migliori strumentisti provenienti
da New York e Philadelphia.
Nato a Kingston, in Inghilterra, Hugh
Keelan è stato un giovanissimo pianista,
fin da 8 anni, e più tardi anche violista. A
soli 16 anni ha eseguito il Concerto per
pianoforte e orchestra n. 5 “Imperatore”
di Beethoven nella Sala Grande del
Conservatorio di Mosca.
Ha seguito i propri studi all'Università di
Cambridge, sotto la guida di Robin Holloway, prima di approdare alla Indiana
University. A New York rimase per perfezionarsi con Vladimir Kin e lavorare all'American Opera Center presso la
Juilliard School. In teatro ha lavorato
con grandissimi nomi come Sir Georg
Solti, Sir Bernard Haitink e Sir Colin Davis.
Tra le molte orchestre che ha diretto si
segnalano la Saint Louis Symphony, l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia,
la New Zealand Symphony Orchestra e
la Residentie Orchestra of The Hague.
Hugh Keelan
Vernon Hartman
Vernon Hartman
Nato a Dallas, in Texas si è diplomato
in canto all'Academy of Vocal Arts di
Philadelphia. Giovanissimo ha attirato
l’attenzione nei panni di Rigoletto, grazie
al quale ha ottenuto la parte del Figaro
mozartiano in una tournée del Western
Opera Theater. In seguito ha trascorso
cinque anni con la New York City
Opera, dove ha debuttato in Pagliacci,
prima di entrare al Metropolitan nel 1981
interpretando Il barbiere di Siviglia. Il debutto europeo è avvenuto con il Guglielmo del Cosí fan Tutte al Festival dei
due mondi di Spoleto nel 1977.
Per quasi due decenni Hartman ha lavorato al Metropolitan Opera di New
York dove ha impersonato anche: Die
Fledermaus, Le Nozze di Figaro, Faust, I
Pagliacci, Turandot, Romeo et Juliette,
Manon Lescaut e Billy Budd. Come cantante si è esibito in tutto il Nord America
ed in Europa; in Spagna, Austria, Norve24
gia e Germania. Da ricordare il ruolo di
Fred Moore interpretato nella prima assoluta nell'opera di Anton Coppola,
Sacco and Vanzetti.
Ha lavorato inoltre come direttore artistico, produttore e consulente per oltre
venti teatri in America ed Europa. Grazie
all’esperienza accumulata, nell’anno
2006, fonda la Impresario Productions,
una società di produzione indipendente. Partecipa attivamente all'insegnamento e conduce seminari e master
classes negli Stati Uniti ed in Italia, da ultimo il corso tenuto da The Professional
Advantage nel luglio del 2009 a Mercatello sul Metauro e concluso dalle sue
regie delle opere Suor Angelica e Falstaff ospitate da Musica&Musica.
Orchestra Sinfonica Rossini
Alla produzione dell’opera Suor Angelica, collabora l'Orchestra Sinfonica Rossini (maggiori dettagli p. 50) con una
selezione dei suoi migliori componenti
appositamente disegnata per adeguare l’organico al piccolo ed intimo
palcoscenico messo a disposizione.
Amy Johnson
Soprano, è una tra le cantanti americane più raffinate. Grazie a carisma,
bellezza e versatilità vocale, è in grado
di rappresentare un repertorio straordinario: da Salomè a Donna Anna in Don
Giovanni, da Madama Butterfly ad
Aida, dalla Contessa nelle Nozze di Figaro a Desdemona in Otello.
Ha rappresentato questi e altri personaggi in tutto il mondo con compagnie
quali la Vlaamse Opera di Anversa, la
New York City Opera, la Toledo Opera,
la Virginia Opera e la Piedmont Opera.
Amy Johnson
Mark Thomsen
Il definitivo riconoscimento internazionale del suo talento avvenne quando fu
prescelta dalla compositrice di origine
scozzese Thea Musgrave per creare il
ruolo di Manuela nella prima mondiale
di Simon Bolivar. Nel 2006 ha cantato la
Sinfonia n. 9 di Beethoven alla Carnegie
Hall in favore delle vittime del terremoto
del Sud-Est asiatico con la New York Philharmonic Orchestra.
Nella sua carriera, ha collaborato con
i più grandi direttori e accompagnatori.
Recentemente ha creato un nuovo
progetto chiamato Twisted Sisters in cui
scene di “pazzia” tratte da opere quali
Mefistofele, Salomè e Lucia di Lammermoor, si intersecano con immagini tratte
da film e proiettate in sala con l’accompagnamento dell’orchestra.
Amy Johnson, oltre ad essere una
cantante di successo, è anche insegnante di canto all’Università del Massachussets di Amherst.
Mark Thomsen
É uno dei più acclamati tenori americani. Lanciato alla Lyric Opera of Chicago nel ruolo di Don José in Carmen,
lavora costantemente nei maggiori teatri. Tra questi si segnalano per il successo
ottenuto: la New York City Opera con La
clemenza di Tito, il Don Giovanni, Madama Butterfly, La traviata, The Merry
Widow e Les pecheurs de perles.
É di casa alla Santa Fe Opera, dove si
è esibito in oltre cinquanta produzioni, e
alla Dallas Opera dove è stato il Dottore
nell’opera di Dominick Argento The Voyage of Edgar Allan Poe, Pinkerton in
Madama Butterfly, Tamino in Die Zauberflöte e Edgardo in Lucia di Lammermoor, così come alla Houston Grand
Opera come Don Ottavio, Faust, Tamino, Ferrando, Belmonte, e Des Grieux.
I suoi più recenti impegni includono:
Nicias in Thais (Boston Lyric Opera), Don
José in Carmen (Dallas Opera), Enrico in
Lucia di Lammermoor (Opera Carolina),
Rodolfo in La bohème (Indianapolis
Opera), Belmonte nel Die entführung
aus dem serail (Lyric Opera of Kansas
City) e Tamino in Die Zauberflöte (Cleveland Opera).
25
sabato 1 agosto
ore 21,15 giardino di Palazzo Donati
FALSTAFF: commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi
su libretto di Arrigo Boito da Shakespeare - 1893
Personaggi
Interpreti
Sir John Falstaff baritono........................
Ford, marito di Alice baritono ..............
Fenton tenore ...........................................
dottor Cajus tenore.................................
Bardolfo, seguace di Falstaff tenore..
Pistola, seguace di Falstaff basso.......
Mrs. Alice Ford soprano .........................
Nannetta, figlia di Alice soprano ........
Mrs. Quickly contralto ............................
Mrs. Meg Page mezzosoprano .............
Peter Lightfoot ....................................
Nikolas Arden ....................................
Joel Wiley .............................................
Timothy Birt ...........................................
Donald Johnston ..............................
Jon Lee Keenan................................
Karen Kanakis....................................
Ashley Kozak ......................................
Janara Rose Kellerman ...............
Tamora Pellikka ................................
oste della Giarrettiera - Robin, paggio di Falstaff - un paggio di Ford borghesi, popolani, servi di Ford .......
The Professional Advantage, Elena
Galvan, Cristina Carlucci, Julia Ellerston, Katy Gentry, Amy Calvert .........
direttore ................. James
Caraher
regia .................... Vernon Hartman
Orchestra Sinfonica Rossini .............................................................................
Produzione in collaborazione con The Professional Advantage
llestire uno spettacolo teatrale
dove mancano gli spazi ad
esso deputati, lo storico Teatro
Bencivenni dopo le sevizie e gli oltraggi
subiti nel tempo è ormai inagibile da decenni, è già di per se un’impresa, tantopiù se questa prevede la messa in scena
di un’opera lirica estremamente impegnativa come il Falstaff verdiano. Assecondando la volontà e il coraggio che
l’organizzazione americana ha caparbiamente messo in mostra, facendo di
A
26
necessità virtù, si è di comune accordo
stabilito di utilizzare allo scopo il suggestivo scenario regalato dal Giardino di
Palazzo Donati, incastonato nel tessuto
del centro storico di Mercatello e incorniciato da quinte architettoniche ideali
per il soggetto da rappresentare. Al suo
interno la regia troverà agevolmente
spunti per ricreare l’Osteria della Giarrettiera e la casa di Ford così come, ancor
più facilmente, gli esterni delle suddette
e il fantastico parco reale di Windsor.
Il soggetto dell’ultima opera di Verdi,
scritta tra il 1890 e il 1893, è tratto in parte
da "Enrico IV" e soprattutto da "Le allegre comari di Windsor" di Shakespeare. Il
compositore quasi ottantenne dichiarava di desiderare da più di quarant’anni di comporre un’opera comica,
dopo il mezzo fiasco di Un giorno di
regno nel 1840, e di conoscere Le allegre comari di Windsor di Shakespeare
da cinquanta.
Il libretto che Boito ne trae, dopo aver
condiviso con Verdi i trionfi dell’Otello,
ispira la musica di un compositore del
tutto rinnovato. Egli aveva tra le mani un
piccolo gioiello, intessuto di preziosismi
linguistici incastonati in una perfetta sagoma drammatica. Per la prima volta il
compositore poteva lavorare, cosa che
non gli era mai accaduta, senza interventi sulla poesia. Il testo era diverso da
tutti gli altri predisposti sino a quel momento e la musica risultò altrettanto innovativa. Non si trovano forme strofiche;
la scrittura orchestrale è più sciolta, priva
di procedimenti stereotipati e animata
da un senso armonico vario e attento a
tutti i dettagli.
Grazie all’età ed alla fama guadagnata Verdi musica l’opera quasi per
passatempo, senza obblighi di scadenze e in atteggiamento di totale li-
bertà, distensione e divertimento; ma
con la consueta meticolosità. Non era
infatti facile adattare alla drammaturgia
italiana nuove forme compositive ma il
grande cittadino di Busseto ci riuscì mescolando magistralmente una musica
senza soluzione di continuità ad una
azione più tradizionale e congeniale ai
gusti del teatro italiano.
Preceduto da una crescente curiosità
ed attesa, il 9 febbraio 1893, alla Scala
di Milano, il pubblico che assiste alla
trionfante prima è quello delle grandi
occasioni, un pubblico d’eccezione
che vede tra gli spettatori personalità
del mondo della cultura come Carducci, Giacosa, Puccini e Mascagni.
Già l’inizio è fulminante e il materiale
musicale esposto nel primo tema sarà
una matrice che Verdi utilizzerà, con
tutte le variazioni e trasfigurazioni possibili, durante tutta l'opera.
È un tema tumultuoso, energico, che
in questa scena accompagna le invettive di Cajus, quasi fosse un leitmotiv del
personaggio e della sua rabbia. Verdi
abolisce l'ouverture ed entra direttamente nel vivo della commedia con immediata densità musicale; in quella che
è l'unica sua opera in cui l'amore contrastato trionfa, infine, secondo il desiderio dei due amanti.
Giuseppe Verdi
27
Soggetto
ATTO I
[Parte prima]
L’Osteria della Giarrettiera.
All’Osteria della Giarrettiera Sir John
Falstaff vive di rendita e di qualche
espediente; e infatti lo vediamo subito
difendersi dalle ire di un certo Dottor
Cajus, che lamenta di essere stato ubriacato e poi derubato dai due servi di Falstaff: Bardolfo e Pistola. A Falstaff basta
un diniego dei due furfanti per concludere l’inchiesta, seguita, all’uscita del
dottor Cajus, con un rimprovero ai due
servi per la loro rozzezza nell’esercitare il
furto. Chiuso l’incidente, Falstaff si dedica all’esame del conto dell’oste. Le
sue finanze sono ormai insufficienti e Bardolfo, in particolare, rappresenta un pesante passivo. Per questo Falstaff decide
di corteggiare due ricche e piacenti signore del luogo. Ha allo scopo preparato due lettere: Bardolfo recapiterà
quella per la signora Meg Page, Pistola
quella per la signora Alice Ford. Ma i
due, sorprendentemente, rifiutano: portano una spada al fianco, non sono dei
messaggeri di frivolezze; di obbedire a
quell’ordine sono impediti dall’Onore!
Alla parola onore, Falstaff insorge indignato e affida le due lettere a un paggio, scacciando i due furfanti dal suo
servizio.
[Parte seconda]
Il giardino della casa Ford.
Le due donne sulle quali Sir John Falstaff ha posto gli occhi, Meg Page ed
Alice Ford, si incontrano scoprendo di
aver ricevuto due lettere identiche. Assieme a loro sono la matura comare
sig.ra Quickly, e la figlia di Alice, Nannetta. Le quattro donne decidono di
farsi beffe dell’incauto spasimante, e si
ritirano per mettere a punto un piano.
Uscite le donne, entrano in scena Pistola
e Bardolfo che hanno pensato bene di
passare dalla parte del nemico. Entrano
con loro il gelosissimo signor Ford, marito
di Alice, il dottor Cajus e il giovane Fenton, innamorato corrisposto di Nannetta.
Pistola e Bardolfo svelano naturalmente
le intenzioni di Falstaff e Ford decide di
28
escogitare qualche trucco per accertare la fedeltà di Alice. Rientrano intanto
le donne con il piano messo a punto: la
comare Quickly andrà da Falstaff fingendo che entrambe le sue lettere abbiano sortito l’effetto voluto. L’intenzione
è di attirarlo in un convegno galante
con Alice per poi dirgli e dargli tutto quel
che si merita. Anche il gruppo degli uomini mette a punto il proprio piano di
guerra: Bardolfo e Pistola torneranno
nelle grazie e al servizio di Falstaff per introdurre alla sua presenza il signor Ford
che, sotto falso nome, cercherà di scoprirne le trame. Nel frattempo, una garbata schermaglia d’amore si accende
tra Nannetta e Fenton, fondendosi nel
grande cicaleccio a nove voci in cui
ciascuno degli altri presenti manifesta le
proprie minacciose intenzioni nei riguardi di Falstaff.
ATTO II
[Parte prima]
L’Osteria della Giarrettiera.
Bardolfo e Pistola chiedono di essere
riaccolti al servizio di Sir John Falstaff che
magnanimamente li riassume. Bardolfo
introduce la signora Quickly, latrice di un
messaggio da parte di Alice Ford. Questa si dice perdutamente innamorata di
Sir John e lo avvisa che suo marito ogni
giorno si assenta da casa “dalle due alle
tre”. Falstaff assicura che non mancherà
all’appuntamento, ma la signora Quickly ha un’altra ambasciata da parte
della bella Meg Page. Anch’essa è stata
conquistata dalla lettera di Falstaff, ma
è maritata con un uomo che da casa si
assenta assai di rado. Accertato che le
due donne non sappiano nulla l’una
dell’altra e congedata l’ambasciatrice,
Bardolfo annuncia la visita di un certo signor Fontana, ossia Mister Ford. Egli racconta a Falstaff di essersi perdutamente
innamorato di Alice ma che essa lo respinge, trincerandosi dietro la propria incorrotta onestà. Il signor Fontana si è
rivolto a Falstaff, sapendolo – egli afferma – conquistatore irresistibile. Gli
offre un sacco di monete in cambio
della sua conquista della bella ritrosa,
sperando che, una volta espugnata, la
casta Alice sia più accessibile anche per
lui. Falstaff accetta ben volentieri. Anzi;
assicura il finto signor Fontana di essere
già a buon punto nell’impresa e di stare
proprio per correre all’appuntamento
con la signora Ford. Esce infatti per prepararsi e Ford, rimasto solo, attonito per
quanto ha scoperto, canta il proprio orrore per le corna e la propria sete di vendetta contro Falstaff.
[Parte seconda]
Una sala nella casa di Ford
La signora Quickly racconta ad Alice
e a Meg il risultato del suo colloquio. Poiché l’ora si avvicina, si predispongono
gli strumenti per la beffa: un grande
cesto di biancheria sporca e un paravento aperto. L’allegria delle donne è
turbata soltanto dalle preoccupazioni di
Nannetta, innamorata del giovane Fenton, ma che suo padre vuol dare in
sposa al dottor Cajus. All’arrivo di Falstaff
tutte, tranne Alice, corrono a nascondersi. Entra il cavaliere: alle sue pesanti
galanterie, al suo goffo corteggiamento
Alice oppone le finte moine della donna
innamorata e timorosa. Quando gli assalti di Falstaff corrono il rischio di passare il segno, entra affannatissima la
bella Meg ad annunciare l’arrivo di Ford
che, scoperto tutto, è deciso a farsi giustizia sommaria. L’annuncio fa parte naturalmente della burla e Falstaff corre a
nascondersi impaurito dietro il paravento. Nella stanza irrompe la signora
Quickly, anch’essa ad annunciare l’imminente arrivo di Ford, ma questa volta
sul serio. La storia rischia di trasformarsi
da farsa in tragedia. Entrano infatti Ford,
il dottor Cajus, Fenton, Bardolfo e Pistola,
che frugano furiosamente nel cesto
della roba sporca, poi si disperdono alla
ricerca per la casa. Le donne cacciano
allora Falstaff nel cesto mentre Fenton e
Nannetta si nascondono dietro il paravento per scambiarsi tenerezze amorose. Gli uomini ritornano per una più
accurata perquisizione finché il rumore
di un bacio, dietro il paravento, convince Ford che lì si trovi il reo. Un nuovo
cicaleccio di tutti i presenti si conclude
con il rovesciamento del paravento che
svela Nannetta e Fenton. Gli uomini ri29
prendono la loro corsa per la casa e
Alice ne approfitta per far rovesciare il
cesto della roba sporca nelle acque del
Tamigi che scorre lì sotto. Sir John Falstaff
conclude la sua avventura galante in
acqua, assieme ai panni e ai pannolini
sporchi, mentre Alice trascina il marito
alla finestra per svelargli la beffa.
ATTO III
[Parte prima]
Davanti all’Osteria della Giarrettiera
Falstaff impreca contro il mondo. Solo
un po’ di vino, dopo la tanta acqua del
fiume, riesce a rianimarlo. Il momento di
pace è rotto dall’ingresso della signora
Quickly: Falstaff la respinge inorridito ma
la comare ha buon gioco nel fargli subito credere che Alice è innocente, anzi
piange, si dispera, delira per lui. Essa gli
manda una lettera: “T’aspetterò nel
parco Real, a mezzanotte. Tu verrai travestito [...] alla quercia di Herne”. Un
luogo da tregenda, dove si aggira lo
spettro del Cacciatore Nero. Falstaff
cade nel tranello ed entra con la signora Quickly nell’Osteria della Giarrettiera per discuterne meglio. Ma alla
scena hanno assistito nascosti tutti gli
altri: Mister Ford, il dottor Cajus, Alice,
Meg, Nannetta e Fenton. Quando Falstaff, nell’ora fatale della mezzanotte, si
recherà alla quercia di Herne con la
fronte adorna delle lunghe corna di
cervo che la leggenda attribuisce al
Cacciatore Nero, una tregenda di fate,
di folletti, di pipistrelli e di farfarelli si scaglierà sul malcapitato, sino a fargli confessare le sue perversità e le sue male
intenzioni. Nannetta sarà la Regina delle
Fate, Meg una Ninfa, la signora Quickly
una Befana ... La mascherata è comunque destinata a finire in allegria: castigato Falstaff, si celebreranno le nozze
tra il dottor Cajus e Nannetta. Questa,
per lo meno, è la segreta intenzione di
Ford: ma la signora Quickly ha sentito
tutto e corre ad avvertire le comari.
[Parte seconda]
Il parco reale di Windsor
l giovane Fenton canta il suo amore
per Nannetta, finché la giovane – travestita da Regina delle Fate – si avvicina.
30
L’idillio è interrotto da Alice, Meg e Quickly che obbligano Fenton a indossare un
mantello da frate; Fenton non capisce
ma non v’è tempo per le spiegazioni.
Falstaff sta arrivando, e tutti corrono a
nascondersi. Entra infatti Falstaff, grottescamente travestito come il Cacciatore
Nero: è mezzanotte. Alice fa la sua apparizione; Falstaff ritenta i suoi bizzarri approcci amorosi ma – di nuovo – la voce
di Meg annuncia l’arrivo della tregenda,
il magico e infernale carosello di fate e
streghe. Alice fugge fingendo terrore.
Entra la Regina delle Fate con il suo magico corteo, fra canti e danze. Falstaff,
memore della leggenda che vuole
morto chiunque osi guardare le fate, si
getta a terra, ventre in giù, lungo e disteso. Dopo le fate, entrano anche gli
altri, per il castigo finale. Bardolfo, travestito da demonio, invita spiriti e folletti a
punzecchiare e orticheggiare l’intruso.
Una violenta sarabanda si scatena attorno al malcapitato che, in una comica litania, riconosce le proprie colpe
e afferma il pentimento. Ma a un certo
punto, l’alito puzzolente del “demonio”
insospettisce Falstaff che, sotto il rosso
mantello infernale, riconosce Bardolfo.
La beffa volge al termine: tutti si tolgono
la maschera. Il signor Fontana svela di
essere il marito di Alice. Le donne sbattono in faccia a Falstaff la verità. Ford
annuncia le nozze della Regina delle
Fate: si avanzano infatti il Dottor Cajus e
quella che tutti credono Nannetta. Si fa
avanti anche un’altra coppia mascherata: due giovani che chiedono di approfittare dell’occasione. Le due coppie
vengono unite in matrimonio ma, al momento di togliersi i veli, si scopre che i
due giovani mascherati non sono altro
che Nannetta e Fenton, mentre il dottor
Cajus ha sposato Bardolfo travestito da
Regina delle Fate. È inutile che Ford, Falstaff e Cajus si palleggino la sconfitta: la
vittoria è andata alle allegre comari di
Windsor e gli scornati sono i tre uomini.
La conclusione – prima di avviarsi a
cena - la trae Falstaff con la pronta adesione degli altri personaggi presenti:
“Tutto nel mondo è burla ...”.
Libretto
ATTO I
[Parte prima]
(L’interno dell’Osteria della Giarrettiera)
Dr.Cajus Falstaff!
Falstaff Olà!
Dr.Cajus Sir John Falstaff!!
Bardolfo (al Dr.Cajus) Oh! che vi piglia?
Dr.Cajus (a Falstaff) Hai battuto i miei servi!...
Falstaff Oste! un’altra bottiglia di Xeres.
Dr.CajusHai fiaccata la mia giumenta baia,
Sforzata la mia casa.
Falstaff Ecco la mia risposta:
Ho fatto ciò che hai detto.
Dr.Cajus E poi?
Falstaff L’ho fatto apposta.
Dr.Cajus M’appellerò al Consiglio Real.
Falstaff Vatti con Dio.
Sta zitto o avrai le beffe;
quest’é il consiglio mio.
Dr.Cajus Non é finita!
Falstaff Al diavolo!
Dr.Cajus Bardolfo!
Bardolfo Ser Dottore.
Dr.Cajus Tu, ier, m’hai fatto bere.
Bardolfo Pur troppo! e che dolore!...
Sto mal. D’un tuo pronostico m’assisti.
Ho l’intestino
Guasto. Malanno agli osti
Che dan la calce al vino!
Vedi questa meteora?
Dr.Cajus La vedo
Bardolfo Essa si corca
Rossa così ogni notte.
Dr.Cajus Pronostico di forca!
M’hai fatto ber, furfante,
con lui (indicando Pistola)
narrando frasche;
Poi, quando fui ben ciuschero,
M’hai vuotato le tasche.
Bardolfo Non io.
Dr.Cajus Chi fu?
Falstaff Pistola!
Pistola Padrone.
Falstaff Hai tu vuotate
le tasche a quel Messere?
Dr.Cajus Certo fu lui. Guardate.
Come s’atteggia al niego
quel ceffo da bugiardo!
Qui c’eran due scellini
del regno d’Edoardo
E sei mezze-corone.
Non ne riman più segno.
Pistola (brandendo una scopa)
Padron, chiedo di battermi
con quest’arma di legno.
(al Dr.Cajus) Vi smentisco!
Dr.Cajus Bifolco! tu parli a un gentiluomo!
Pistola Gonzo!
Dr.Cajus Pezzente!
Pistola Bestia!
Dr.Cajus Can!
Pistola Vil!
Dr.Cajus Spauracchio!
Pistola Gnomo!
Dr.Cajus Germoglio di mandragora!
Pistola Chi?
Dr.Cajus Tu.
Pistola Ripeti!
Dr.Cajus Si.
Pistola Saette!!!
Falstaff Ehi là! Pistola! Non scaricarti qui!
Bardolfo! Chi ha vuotato le tasche
a quel Messere?
Dr.Cajus Fu l’un dei due.
Bardolfo (indicando il Dr.Cajus)
Costui beve, poi pel gran bere
Perde i suoi cinque sensi,
poi ti narra una favola
Ch’egli ha sognato mentre
dormì sotto la tavola.
Falstaff (al Dr.Cajus)
L’odi? Se ti capaciti,
del ver tu sei sicuro.
I fatti son negati. Vattene in pace.
Dr.Cajus Giuro
Che se mai mi ubbriaco
ancora all’osteria
Sarà fra gente onesta,
sobria, civile e pia.
Bardolfo, Pistola Amen.
Falstaff Cessi l’antifona.
Le urlate in contrattempo.
L’arte sta in questa massima:
“Rubar con garbo e a tempo”.
Siete dei rozzi artisti.
Sei polli: sei scellini,
tranta giarre di Xeres: due lire; tre tacchini...
(a Bardolfo) Fruga nella mia borsa. Due fagiani
Un’acciuga.
Bardolfo
Un mark, un mark, un penny.
Falstaff Fruga.
Bardolfo
Ho frugato.
Falstaff Fruga!
Bardolfo Qui non c’é più uno spicciolo.
Falstaff Sei la mia distruzione!
Spendo ogni sette giorni dieci ghinee!
Beone!
So che se andiam, la notte,
di taverna in taverna,
Quel tuo naso ardentissimo
mi serve da lanterna!
Ma quel risparmio d’olio
tu lo consumi in vino.
Son trent’anni che abbevero
quel fungo porporino!
31
Costi troppo.
(a Pistola) E tu pure. Oste! un’altra bottiglia.
(a Bardolfo e a Pistola) Mi struggete le carni!
Se Falstaff s’assottiglia
Non é più lui, nessuno più l’ama;
in quest’addome
C’é un migliaio di lingue
che annunciano il mio nome!
Pistola Falstaff immenso!
Bardolfo Enorme Falstaff!
Falstaff (alla pancia) Quest’é il mio regno.
Lo ingrandirò.
Ma é tempo d’assottigliar l’ingegno.
Bardolfo, Pistola Assottigliam.
Falstaff V’é noto un tal, qui del paese
che ha nome Ford?
Bardolfo Si.
Pistola Si.
Falstaff Quell’uomo é un gran borghese...
Pistola Più liberal d’un Creso.
Bardolfo È un Lord!
Falstaff Sua moglie é bella.
Pistola E tien lo scrigno.
Falstaff È quella! O amor! Sguardo di stella!
Collo di cigno! e il labbro?! Un fior.
Un fior che ride.
Alice é il nome,
e un giorno come passa mi vide
Ne’suoi paraggi, rise.
M’ardea l’estro amatorio
Nel cor. La Dea vibrava
raggi di specchio ustorio.
Su me, su me, sul fianco baldo,
sul gran torace,
Sul maschio pie’, sul fusto saldo,
erto, capace;
E il suo desir in lei fulgea sì
al mio congiunto
Che parea dir:
“Io son di Sir John Falstaff”.
Bardolfo Punto.
Falstaff e a capo. Un’altra;
e questa a nome Margherita
Pistola La chiaman Meg.
Falstaff È anch’essa dei miei pregi invaghita.
E anch’essa tien le chiavi dello scrigno.
Costoro saran le mie Gioconde
e le mie Coste d’oro!
Guardate. Io sono ancora
una piacente estate
Di San Martino.
A voi, due lettere infuocate.
(a Bardolfo) Tu porta questa a Meg;
tentinam la sua virtù.
Già vedo che il tuo naso arde di zelo.
(a Pistola) E tu porta questa ad Alice.
Pistola Porto una spada al fianco.
Non sono un Messer Pandarus.
Ricuso.
32
Falstaff Saltimbanco.
Bardolfo Sir John, in quest’intrigo
non posso accondiscendervi.
Lo vieta...
Falstaff Chi?
Bardolfo L’Onore
Falstaff (al paggio Robin) Ehi! paggio!
(a Bardolfo e Pistola) Andate a impendervi.
Ma non più a me.
(al paggio) Due lettere, prendi, per due signore.
Consegna tosto, corri, lesto, va!
(a Pistola e Bardolfo) L’Onore!
Ladri! Voi state ligi all’onor vostro, voi!
Cloache d’ignominia,
quando, non sempre, noi
Possiam star ligi al nostro.
Io stesso, sì, io, io,
Devo talor da un lato
porre il timor di Dio
E, per necessità, sviar l’onore, usare
Stratagemmi ed equivoci,
Destreggiar, bordeggiare.
E voi, coi vostri cenci
e coll’occhiata torta
Da gatto pardo e i fetidi sghignazzi
avete a scorta
Il vostro Onor! Che onore?!
che onor? che onor! che ciancia!
Che baia!
Può l’onore riempirvi la pancia?
No. Può l’onor rimettervi uno stinco?
Non può.
Nè un piede? No. Nè un dito?
Nè un capello? No.
L’onor non é chirurgo.
Che é dunque? Una parola.
Che c’é in questa parola?
C’é dell’aria che vola.
Bel costrutto!
L’onore lo può sentire chi é morto?
No. Vive sol coi vivi?...
Neppure: perchè a torto
Lo gonfian le lusinghe,
lo corrompe l’orgoglio,
L’ammorban le calunnie;
e per me non ne voglio!
Ma, per tornare a voi, furfanti,
ho atteso troppo.
E vi discaccio.
Olà! Lesti! Lesti! al galoppo!
Ladri! Via! Via di qua!
Via di qua! Via di qua!
[Parte seconda]
(Giardino della casa di Ford)
Meg Alice.
Alice Meg.
Meg Nannetta.
Alice (a Meg) Escivo appunto.
Per ridere con te.
(a Mrs Quickly) Buon dì, comare.
Quickly Dio vi doni allegria.
Botton di rosa!
Alice (a Meg) Giungi in buon punto.
M’accade un fatto da trasecolare.
Meg Anche a me.
Quickly Che?
Nannetta Che cosa?
Alice (a Megg) Narra il tuo caso.
Meg Narra il tuo.
Alice Promessa
Di non ciarlar.
Meg Ti pare?!
Quickly Oibò! Vi pare?!
Alice Dunque: se m’acconciassi
a entrar ne’ rei
Propositi del diavolo, sarei
Promossa al grado si Cavalleressa!
Meg Anch’io
Alice Motteggi.
Meg Non più parole,
Chè qui sciupiamo la luce del sole.
Ho una lettera.
Alice Anch’io.
Nannetta, Quickly Oh!
Alice Leggi.
Meg (a Alice) Leggi.
“Fulgida Alice! amor t’offro...”
...Ma come?!
Che cosa dice?
Salvo che il nome
La frase é uguale.
Alice “Fulgida Meg, amor t’offro...”
Meg “...amor bramo.”
Alice Qua “Meg”, là “Alice”
Meg È tal e quale,
“Non domandar perchè, ma dimmi...”
Alice “...t’amo”
Pur non gli offersi cagion.
Meg Il nostro caso é pur strano.
Quickly Guardiam con flemma.
Meg Gli stessi versi.
Alice Lo stesso inchiostro.
Quickly La stessa mano.
Nannetta Lo stesso stemma.
Alice, Meg
“Sei la gaia comare, il compar gaio
“son io, e fra noi due facciamo il paio.”
Alice Già
Nannetta Lui, lei, te.
Quickly Un paio in tre.
Alice “Facciamo il paio in un amor ridente”
“di donna bella e d’uom...”
Tutte “...appariscente...”
Alice “Ma il viso tuo su me risplenderà
Come una sorella sull’immensità”
Tutte Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!
Alice “Rispondi al tuo scudiere,
John Falstaff Cavaliere”.
Quickly Mostro!
Alice Dobbiam gabbarlo.
Nannetta E farne chiasso.
Alice E metterlo in burletta.
Nannetta Oh! Oh! che spasso!
Quickly Che allegria!
Meg Che vendetta!
Alice Quell’otre, quel tino!
Quel Re delle pance,
Ci ha ancora le ciance
Del bel vagheggino.
E l’olio gli sgocciola
Dall’adipe unticcio
E ancor ei ne snocciola
La strofa e il bisticcio!
Lasciam ch’ei le pronte
Sue ciarle ne spifferi;
Farà come i pifferi
Che sceser dal monte.
Vedrai che, se abbindolo
Quel grosso compar,
Più lesto d’un guindolo
Lo faccio girar.
Quickly Quell’uomo é un cannone!
Se scoppia, ci spaccia.
Colui, se l’abbraccia,
Ti schiaccia Giunone.
Ma certo si spappola.
Quel mostro a tuo cenno
E corre alla trappola
E perde il suo senno.
Potenza di un fragile
Sorriso di donna!
Sciena d’un agile
Movenza di gonna!
Se il vischio lo impegola
Lo udremo strillar,
E allor la sua fregola
Vedremo svampar.
33
Nannetta (ad Alice)
Se ordisci una burla,
Vo’ anch’io la mia parte.
Conviene condurla
Con senno, con arte.
L’agguato ov’ei sdrucciola
Convien ch’ei non scerna;
Già prese una lucciola
Per una lanterna.
Che il gioco riesca
Perciò non dubito;
Poi coglierlo subito.
Bisogna offrir l’esca
E se i scillinguagnoli
Sapremo adoprar,
Vedremo a rigagnoli
Quell’orco sudar.
Quickly Un flutto in tempesta
Gittò sulla rena
Di Windsor codesta
Vorace balena.
Ma qui non ha spazio
Da farsi più pingue;
Ne fecer già strazio
Le vostre tre lingue.
Tre lingue più allegre
D’un trillo di nacchere,
Che spargon più chiacchere
Di sei cingallegre.
Tal sempre s’esilari
Quel bel cinguettar.
Così soglion l’ilari
Comari ciarlar.
(s’allontanano, entrano altri personaggi)
Dr.Cajus (a Ford)
È un ribaldo, un furbo, un ladro,
Un furfante, un turco, un vandalo;
L’alto dì mandò a soqquadro
La mia casa e fù uno scandalo.
Se un processo oggi gl’intavolo
Sconterà le sue rapine,
Ma la sua più degna fine
Sia d’andare in man del diavolo.
E quei due che avete accanto
Gente sonon di sua tribù,
Non son due stinchi di santo
Né son fiori di virtù.
Bardolfo (a Ford) Falstaff,sì ripeto, giuro,
(Per mia bocca il ciel v’illumina)
Contro voi John Falstaff rumina
Un progetto alquanto impuro.
Son uom d’arme e quell’infame
Più non vo’ che v’impozzangheri;
Non vorrei, no, escir dai gangheri
Dell’onor per un reame!
Messer Ford, l’uomo avvisato
Non é salvo che a metà.
Tocca a voi d’ordir l’agguato
Che l’agguato stornerà.
34
Ford Un ronzio di vespe e d’avidi
Calabron brontolamento,
Un rombar di nembi gravidi
D’uragani é quel ch’io sento.
Il cerebro un ebro allucina
Turbamento di paura
Ciò che intorno a me si buccina,
È un sussurro di congiura.
Parlan quattro e uno ascolta;
Qual dei quattro ascolterò?
Se parlaste uno alla volta
Forse allor v’intenderò
Pistola (a Ford) Sir John Falstaff già v’appresta,
Messer Ford, un gran pericolo.
Già vi pende sulla testa
Qualche cosa a perpendicolo.
Messer Ford, fui già un armigero
Di quell’uom dall’ampia cute;
Or mi pento e mi morigero
Per ragioni di salute.
La minaccia or v’é scoperta,
Or v’é noto il ciurmador.
State all’erta, all’erta, all’erta!
Qui di tratta dell’onor.
Fenton (a Ford) Se volete, io non mi perito
Di ridurlo alla ragione
Colle brusche o colle buone,
E pagarlo al par del merito.
Mi dà il cuore e mi solletica
(E sarà una giostra gaia)
Di sfondar quella ventraia
Iperbolico-apoplettica.
Col consiglio o colla spada
Se lo trovo al tu per tu,
O lui va per la sua strada
O lo assegno a Belzebù.
Ford (a Pistola) Ripeti.
Pistola (a Ford) In due parole:
L’enorme Falstaff vuole
Entrar nel vostro tetto,
Beccarvi la consorte,
Sfondar lacassa-forte
e sconquassarvi il letto.
Dr.Cajus Caspita!
Ford Quanto guai!
Bardolfo (a Ford) Già le scrisse un biglietto...
Pistola Ma quel messaggio abbietto ricusai.
Bardolfo Ricusai.
Pistola Badate a voi!
Bardolfo Badate!
Pistola Falstaff le occhieggia tutte,
Che siano belle o brutte,
Pulzelle o maritate.
Bardolfo La corona che adorna
D’Atteòn l’irte chiome
Su voi già spunta.
Ford Come sarebbe a dir?
Bardolfo Le corna.
Ford Brutta parola!
Dr.Cajus Ha voglie voraci il Cavaliere.
Ford Sorveglierò la moglie.
Sorveglierò il messere.
(rientrano le quattro donne.)
Salvar vo’ i beni miei
Dagli appetiti altrui.
Fenton (vedendo Nannetta)(È lei)
Nannetta (vedendo Fenton) (È lui)
Ford (vedendo Alice) (È lei)
Alice (vedendo Ford) (È lui)
Nannetta Guai!
Alice Schiviamo i passi suoi.
Meg Ford é geloso?
Alice Assai.
Quickly Zitto
Alice Badiamo a noi.
(Restano Nannetta e Fenton)
Fenton Pst, pst, Nannetta.
Nannetta Sss.
Fenton Vien qua
Nannetta Taci. Che vuoi?
Fenton Due baci.
Nannetta In fretta.
Fenton In fretta
(Si bacciano rapidamente).
Nannetta Labbra di foco!
Fenton Labbra di fiore!...
Nannetta Che il vago gioco
Sanno d’amore.
Fenton Che spargon ciarle,
Che mostran perle,
Belle a vederle,
Dolci a baciarle!
Labbra leggiadre!
Nannetta Man malandrine!
Fenton Ciglia assassine!
Pupille ladre!
T’amo!
Nannetta Imprudente, no.
Fenton Sì... due baci.
Nannetta Basta.
Fenton Mi piaci tanto!
Nannetta Vien gente.
(ritornano le donne.)
Fenton (cantando allontanandosi)
“Bocca baciata non perde ventura”
Nannetta “Anzi rinnova come fa la luna”
(Fenton si nasconde).
Alice Falstaff m’ha canzonata.
Meg Merita un gran castigo.
Alice Se gli scrivessi un rigo?...
Nannetta Val meglio un’ambasciata.
Alice Si.
Quickly Si.
Alice (a Quickly) Da quel brigante
Tu andrai.Lo adeschi all’offa
D’un ritovo galante
Con me.
Quickly Questa é gaglioffa!
Nannetta Che bella burla!
Alice Prima, per attirarlo a noi,
Lo lusinghiamo, e poi
Gliele cantiamo in rima.
Quickly Non merita riguardo.
Alice È un bove.
Meg È un uom senza fede.
Alice È un monte di lardo.
Meg Non merta clemenza.
Alice È un ghiotton che scialacqua
Tutto il suo aver nel cuoco.
Nannetta Lo tufferem nell’acqua.
Alice Lo arrostiremo al fuoco.
Nannetta Che gioia!
Alice Che allegria!
Meg (a Quickly) Procaccia di far bene
La tua parte.
Quickly (accorgendosi di Fenton)
Chi viene?
Meg La c’é qualcun che spia.
(escono tutte tranne Nannetta)
Fenton Torno all’assalto.
Nannetta Torno alla gara. Ferisci!
Fenton Para!
Nannetta La mira é in alto.
L’amor é un agile
Torneo, sua corte
Vuol che il più fragile
Vinca il più forte.
Fenton M’armo, e ti guardo.
T’aspetto al varco.
Nannetta Il labbro é l’arco.
Fenton E il bacio é il dardo
Bada! la freccia
Fatal già scocca
Dalla mia bocca
Sulla tua treccia.
Nannetta Eccoti avvinto.
Fenton Chiedo la vita!
Nannetta Io son ferita,
Ma tu sei vinto.
Fenton Pietà! Facciamo
La pace e poi...
Nannetta E poi?
Fenton Se vuoi, ricominciamo.
Nannetta Bello é quel gioco
Che dura poco. Basta.
Fenton Amor mio!
Nannetta Vien gente. Addio!
(fugge).
Fenton (allontanandosi cantando)
“Bocca baciata non perde ventura”.
Nannetta “Anzi rinnova come fa la luna”
(Rientrano gli uomini).
Bardolfo (a Ford) Udrai quanta egli sfoggia
Magniloquenza altera.
Ford Diceste ch’egli alloggia
Dove?
Pistola Alla Giarrettiera.
35
Ford A lui mi annuncerete,
Ma con un falso nome;
Poscia vedrete come
Lo piglio nella rete.
Ma... non una parola.
Bardolfo In ciarle non m’ingolfo.
Io mi chiamo Bardolfo.
Pistola Io mi chiamo Pistola.
Ford Siam d’accordo.
Bardolfo L’arcano custodirem.
Pistola Son sordo e muto.
Ford Siam d’accordo tutti.
Bardolfo, Pistola Sì.
Ford Qua la mano.
(Si avanzano le donne).
Dr.Cajus (a Ford) Del tuo barbaro diagnostico
Forse il male é assai men barbaro.
Ti convien tentar la prova
Molestissima del ver.
Così avvien col sapor ostico
Del ginepro e del rabarbaro;
Il benessere rinnova
L’amarissimo bicchier.
Pistola (a Ford)
Voi dovete empirgli il calice,
Tratto tratto, interrogandolo,
Per tentar se vi riesca
Di trovar del nodo il bandolo.
Come all’acqua inclina il salice.
Così al vin quel Cavalier.
Scoverete la sua tresca,
Scoprirete il suo pensier.
Ford (a Pistola)
Tu vedrai se bene adopera
L’arte mia con quell’infame.
E sarà prezzo dell’opera
S’io discopro le sue trame.
Se da me storno il ridicolo
Non avrem sudato invan.
S’io mi salvo dal pericolo,
L’angue morde il cerretan.
Bardolfo (a Ford)
Messer Ford, un infortunio
Marital in voi si incorpora;
Se non siete astuto e cauto
Quel sir John vi tradirà.
Quel paffuto plenilunio
Che il color del vino imporpora
Troverebbe un pasto lauto
Nella vostra ingenuità.
Fenton (fra sè)
Qua borbotta un crocchio d’uomini,
C’é nell’aria una malia.
Là cinghetta un stuol di femine,
Spira un vento agitator.
Ma colei che in cor mi nomini,
Dolce amor, vuol esser mia!
Noi sarem come due gemine
Stelle unite in un ardor.
36
Alice (a Meg) Vedrai che, se abbindolo
Quel grosso compar.
Più lesto d’un guindolo
Lo faccio girar
Meg (ad Alice) Se il viscio lo impegola
Lo udremo strillar,
E allor la sua fregola
Vedremo svampar.
Nannetta (ad Alice) E se i scilinguagnoli
Sapremo adoprar,
Vedremo a rigagnoli
Quell’orco sudar
Quickly Tal sempre s’esilari
Quel bel cinguettar;
Così soglion l’ilari
Comari ciarlar.
(escono gli uomini)
Alice Qui più non si vagoli...
Nannetta (a Quickly) Tu corri all’ufficio tuo.
Alice Vo’ ch’egli miagoli
D’amor come un micio.
(a Quickly) È intesa.
Quickly Sì.
Nannetta È detta.
Alice Domani.
Quickly Sì. Sì.
Alice Buon dì, Meg.
Quickly Nannetta, buon dì.
Nannetta Addio.
Meg Buon dì.
Alice Vedrai che quell’epa
Terribile e tronfia
Si gonfia.
Alice, Nannetta Si gonfia.
Alice, Meg, Quickly, Nannetta
Si gonfia e poi crepa.
Alice “Ma il viso mio su lui risplenderà...”
Tutte “Come una stella sull’immensità”
ATTO II
[Parte prima]
(L’interno dell’ Osteria della Giarrettiera)
Bardolfo, Pistola Siam pentiti e contriti.
Falstaff L’uomo ritorna al vizio,
La gatta al lardo...
Bardolfo, Pistola E noi, torniamo al tuo servizio.
Bardolfo (a Falstaff)
Padron, là c’é una donna
che alla vostra presenza
Chiede d’essere ammessa.
Falstaff S’inoltri.
(Bardolfo esce e torna con Mrs.Quickly.)
Quickly Reverenza!
Falstaff Buon giorno, buona donna.
Quickly Se Vostra Grazia vuole,
Vorrei, segretamente,
dirle quattro parole.
Falstaff T’accordo udienza.
(a Bardolfo e Pistola) Escite.
Quickly Reverenza! Madonna
Alice Ford...
Falstaff Ebben?
Quickly Ahimé! Povera donna!
Siete un gran seduttore!
Falstaff Lo so. Continua.
Quickly Alice
Sta in gran agitazione
d’amor per voi; vi dice
Ch’ebbe la vostra lettera,
che vi ringrazia e che
Suo marito esce sempre
dalle due alle tre.
Falstaff Dalle due alle tre.
Quickly Vostra Grazia a quell’ora
Potrà liberamente salir ove dimora
La bella Alice! Povera donna!
le angosce sue
Son crudeli! ha un marito geloso!
Falstaff Dalle due alle tre
(a Quickly) Le dirai che impaziente aspetto
Quell’ora. Al mio dovere non mancherò.
Quickly
Ben detto. Ma c’e un’altra ambasciata
per Vostra Grazia.
Falstaff Parla.
Quickly La bella Meg
(un angelo che innamora a guardarla)
Anch’essa vi saluta
molto amorosamente;
Dice che suo marito
é assai di rado assente.
Povera donna!
un giglio di candore e di fe’!
Voi le stregtate tutte.
Falstaff Stregoneria non c’é,
Ma un certo qual mio fascino
personal!... Dimmi: l’altra
Sa di quest’altra?
Quickly Oibò! La donna nasce scaltra.
Non temete.
Falstaff Or ti vo’ remunerar...
Quickly Chi semina grazie, raccoglie amore.
Falstaff Prendi, Mercurio-femina.
(congedandola) Saluta le tue dame.
Quickly M’inchino
(Esce)
Falstaff Alice é mia!
Va, vecchio John, va, va per la tua via.
Questa tua vecchia carne
ancora spreme
Qualche dolcezza a te.
Tutte le donne ammutinate insieme
Si dannano per me!
Buon corpo di Sir John,
Ch’io nutro e sazio,
Va, ti ringrazio.
Bardolfo Padron, di là c’é un certo
Messer Mastro Fontana
Che anela di conoscervi;
offre una damigiana
Di Cipro per l’asciolvere
di Vostra Signoria.
Falstaff Il suo nome é Fontana?
Bardolfo Sì.
Falstaff Bene accolta sia
La fontana che spande
Un simile liquore!
Entri.
(Bardolfo esce)
Va, vecchio John, per la tua via.
(Ford travestito entra)
Ford Signore, v’assista il cielo!
Falstaff Assista voi pur, signore.
Ford Io sono,
Davver, molto indiscreto,
e vi chiedo perdono,
Se, senza cerimonie,
qui vengo e sprovveduto
Di più lunghi preamboli.
Falstaff Voi siete il benvenuto.
Ford In me vedete un uomo
ch’ha un’abbondanza grande
Degli agi della vita;
un uom che spende e spande
Come più gli talenta
pur di passar mattana.
Io mi chiamo Fontana!
Falstaff Caro signor Fontana!
Voglio fare con voi
Più ampia conoscenza.
Ford Caro Sir John,
desidero parlarvi in confidenza.
Bardolfo (a Pistola) Attento!
Pistola (a Bardolfo) Zitto!
Bardolfo Guarda! Scommetto! Egli va dritto
Nel trabocchetto.
Pistola Ford se lo intrappola...
Bardolfo Zitto!
Falstaff (a Bardolfo e Pistola) Che fate là?
(a Ford) V’ascolto.
37
Ford Sir John, m’infonde ardire
Un ben noto proverbio popolar:
si suol dire
Che l’oro apre ogni porta,
che l’oro é un talismano,
che l’oro vince tutto.
Falstaff L’oro é un buon capitano
Che marcia avanti.
Ford Ebbene. Ho un sacco si monete
Qua, che mi pesa assai.
Sir John, se voi volete
Aiutarmi a portarlo...
Falstaff Con gran piacer... non so,
Davver, per qual mio merito, Messer.
Ford Ve lo dirò.
C’é a Windsor, una dama,
bella e leggiadra molto.
Si chiama Alice;
é moglie di un certo Ford.
Falstaff V’ascolto.
Ford Io l’amo e lei non m’ama;
le scrivo, non risponde;
La guardo, non mi guarda;
la cerco e si nasconde.
Per lei sprecai tesori,
gittai doni su doni,
Escogitai, tramando,
il vol delle occasioni.
Ahimé! tutto fu vano!
Rimasi sulle scale,
Negletto, a bocca asciutta,
cantando un madrigale.
Falstaff (canterellando)
“L’amor, l’amor che non ci dà mai tregue”
“finchè la vita strugge”
“È come l’ombra...”
Ford “ c’é chi fugge...”
Falstaff “...insegue,,,”
38
Ford “E chi l’insegue...”
Falstaff “...fugge”
Ford E questo madrigale
l’ho appreso a prezzo d’or.
Falstaff Quest’é il destin fatale
del misero amator.
Essa non vi die’ mai luogo a lusinghe?
Ford No.
Falstaff Ma infin, perchè v’aprite a me?
Ford Ve lo dirò:
Voi siete un gentiluomo
prode, arguto, fecondo,
Voi siete un uom di guerra,
voi siete un uom di mondo...
Falstaff (con gento d’umiltà) Oh!...
Ford Non vi adulo,
e quello é un sacco di monete
Spendetele! Spendetele!
sì, spendete e spandete
Tutto il mio patrimonio!
Siate ricco e felice!
Ma, in contraccambio,
chiedo che conquistiate Alice!
Falstaff Strana ingiunzion!
Ford Mi spiego: quella crudel beltà
Sempre é vissuta
in grande fede di castità.
La sua virtù importuna
m’abbarbagliava gli occhi:
La bella inespugnabile dicea:
“Guai se mi tocchi”
Ma se voi l’espugnate,
poi, posso anch’io sperar:
Da fallo nasce fallo e allor...
Che ve ne par?
Falstaff Prima di tutto, senza complimenti,
Messere,
accetto il sacco.
E poi (fede il cavaliere,
Qua la mano!)
farò le vostre brame sazie.
Voi, la moglie di Ford possederete.
Ford Grazie!!
Falstaff Io san già molto innanzi;
(non c’é ragion ch’io taccia
Con voi) fra una mezz’ora
sarà nelle mie braccia.
Ford Chi?...
Falstaff Alice. Essa mandò dianzi una...
confidente
Per dirmi che quel tanghero
di suo marito é assente
Dalle due alle tre.
Ford Lo conoscete?
Falstaff Il diavolo
Se lo porti all’inferno
con Menelao suo avolo!
Vedrai! Te lo cornifico netto!
se mi frastorna
Gli sparo una girandola
di botte sulle corna!
Quel Messer Ford é un bue!
Un bue! Te lo corbello,
Vedrai! Ma é tardi. Aspettami qua.
Vado a farmi bello.
Ford È sogno o realtà?... Due rami enormi
Crescon sulla mia testa.
È un sogno? Mastro Ford!
Mastro Ford! Dormi?
Svegliati! Su! Ti desta!
Tua moglie sgarra
e mette in mal assetto
L’onoe tuo, la casa ed il tuo letto!
L’ora é fissata, tramato l’inganno;
Sei gabbato e truffato!...
E poi diranno
Che un marito geloso é un insensato!
Già dietro a me nomi d’infame conio
Fischian passando;
mormora lo scherno.
O matrimonio, inferno!
Donna: Demonio!
Nella lor moglie abbian fede i babbei!
Affiderei
La mia birra a un Tedesco,
Tutto il mio desco
A un Olandese lurco,
La mia bottiglia d’acquavite
a un Turco,
Non mia moglie a se stessa.
O laida sorte!
Quella brutta parola in cor mi torna:
Le corna! Bue! Capron! le fusa torte!
Ah! le corna! le corna!
Ma non mi sfuggirai! no! sozzo, reo,
Dannato epicureo!
Prima li accoppio
E poi lo colgo. Io scoppio!
Vendicherò l’affronto!
Laudata sempre sia
Nel fondo del mio cor la gelosia.
Falstaff (rientrando) Eccomi qua. Son pronto.
M’accompagnate un tratto?
Ford Vi metto sulla via.
Falstaff Prima voi.
Ford Prima voi.
Falstaff No, sono in casa mia.
Passate.
Ford Prego...
Falstaff È tardi. L’appuntamento preme.
Ford Non fate complimenti...
Falstaff Ebben; passiamo insieme.
[Parte seconda]
(Una sala nella casa di Ford)
Alice Presenteremo un bill, per una tassa
Al parlamento, sulla gente grassa.
Quickly Comari!
Alice Ebben?
Meg Che c’é?
Quickly Sarà sconfitto!
Alice Brava!
Quickly Fra poco gli farem la festa!
Alice, Meg Bene!
Quickly Piombò nel laccio a capofitto.
Alice Narrami tutto, lesta.
Meg Lesta.
Alice Lesta.
Quickly Giunta all’Albergo della Giarrettiera
Chiedo d’essere ammessa alla presenza
Del Cavalier,segreta messaggera.
Sir John si degna d’accordarmi
udienza,
M’accoglie tronfio in furfantesca posa:
“Buon giorno, buona donna”
“Reverenza”
A lui m’inchino
molto ossequiosamente,
poi passo alle notizie ghiotte.
Infin, per farla spiccia,
Vi crede entrambe innamorate cotte.
Delle bellezze sue.
(ad Alice) E lo vedrete presto ai vostri pie’.
Alice Quando?
Quickly Oggi, qui, dalle due alle tre.
Meg Dalle due alle tre.
Alice Son già le due.
Olà! Ned Will!
Già tutto ho preparato.
Portate qui la cesta del bucato.
Quickly Sarà un affare gaio!
Alice Nannetta, e tu non ridi? Che cos’hai?
Tu piangi? Che cos’hai?
Dillo a tua madre.
Nannetta Mio padre...
Alice Ebben?
Nannetta Mio padre...
Alice Ebben?
Nannetta Mio padre...
Vuole ch’io mi mariti al Dr.Cajo!!
Alice A quel pedante?!
Quickly Oibò!
Meg A quel gonzo!
Alice A quel grullo!
Nannetta A quel bisavolo!
Alice No! No!
Meg, Quickly poi Tutte No! No!
Nannetta Piuttosto lapidata viva.
Alice Da una mitraglia di torsi di cavolo.
Quickly Ben detto!
Meg Brava!
Alice Non temer.
Nannetta Evviva!
Col Dottor Cajo non mi sposerò!
Alice (ai servi)
Mettete là. Poi, quando avrò chiamato,
Vuoterete la cesta nel fossato.
39
Nannetta Bum!
Alice Taci. - Andate.
Nannetta Che bombardamento!
Alice Prepariamo la scena
Qua una sedia.
Nannetta Qua il mio liuto.
Alice Apriamo il paravento.
Bravissime! Così.Più aperto ancora.
Fra poco s’incomincia la commedia.
Gaie comari di Windsor! é l’ora!
L’ora di alzar la risata sonora!
L’alta risata che scoppia, che scherza,
Che sfolgora, armata
Di dardi e di sferza!
Gaie comari, festosa brigata!
Sul lieto viso
Spunti il sorriso,
Splenda del riso l’acuto fulgor!
Favilla incendiaria
Di gioia nell’aria,
Di gioia nel cor.
(a Meg)
A noi! Tu la parte
Farai che ti spetta.
Meg (ad Alice) Tu corri il tuo rischio
Col grosso compar.
Quickly Io sto alla vedetta.
Alice (a Quickly) Se sbagli ti fischio.
Nannetta Io resto in disparte
Sull’uscio a spiar.
Alice E mostreremo all’uomo che l’allegria
D’oneste donne ogni onestà comporta.
Fra le femmine quella é la più ria
Che fa la gattamorta.
Quickly Eccolo! È lui!
Alice Dov’é?
Quickly Poco discosto.
Nannetta Presto.
Quickly A salir s’avvia.
Alice Tu di qua. Tu di là!
Nannetta Al posto!
Meg Al posto!
(Alice rimane sola. Entra Falstaff)
Falstaff “Alfin t’ho colto,”
“Raggiante fior,”
“T’ho colto!”
Ed or potrò morir felice.
Avrò vissuto molto
Dopo quest’ora di beato amor.
Alice O soave Sir John!
Falstaff Mia bella Alice!
Non so far lo svenevole,
Nè lusingar, nè usar frase fiorita,
Ma dirò tosto un mio pensier colpevole.
Alice Cioé?
Falstaff Cioé:
Vorrei che Mastro Ford
Passasse a miglior vita...
Alice Perchè?
40
Falstaff Perchè? Lo chiedi?
Saresti la mia Lady
E Falstaff il tuo Lord!
Alice Povera Lady inver!
Falstaff Degna d’un Re.
T’immagino fregiata del mio stemma,
Mostrar fra gemma e gemma
La pompa del tuo sen.
Nell’iri ardente e mobile dei rai
Dell’Adamante,
Col picciol pie’nel nobile
Cerchio d’un guardinfante
Risplenderai!
Più fulgida d’un ampio arcobaleno.
Alice Ogni più bel gioiel mi nuoce e spregio
Il finto idolo d’or.
Mi basta un vel legato in croce, un fregio
Al cinto e in testa un fior.
Falstaff Sirena!
Alice Adulator!
Falstaff Soli noi siamo
E non temiamo agguato.
Alice Ebben?
Falstaff Io t’amo!
Alice Voi siete nel peccato!
Falstaff Sempre l’amor l’occasione azzecca.
Alice Sir John!
Falstaff Chi segue vocazion non pecca.
T’amo! e non é mia colpa...
Alice Se tanta avete vulnerabil polpa...
Falstaff Quand’ero paggio
Del Duca di Norfolk ero sottile,
Ero un miraggio
Vago,leggero, gentile, gentile.
Quello era il tempo
Del mio verde Aprile,
Quello era il tempo
Del mio lieto Maggio,
Tant’ero smilzo, flessibile e snello
Che avrei guizzato attraverso un anello.
Alice Voi mi celiate.
Io temo i vostri inganni.
Temo che amiate...
Falstaff Chi?
Alice Meg.
Falstaff Colei? M’é in uggia la sua faccia.
Alice Non traditemi, John...
Falstaff Mi par mill’anni
D’avervi fra le braccia.
T’amo...
Alice Per carità...
Falstaff Vieni!
Quickly (da fuori) Signora Alice!
Falstaff Chi va là?
Quickly (entrando) Signora Alice!
Alice Chi c’é?
Quickly Mia signora!
C’é Mistress Meg e vuol parlarvi,
Sbuffa... strepita, s’abbaruffa...
Falstaff Alla malora!
Quickly E vuol passare e la trattengo a stento.
Falstaff Dove m’ascondo?
Alice Dietro il paravento.
Meg Alice! che spavento!
Che chiasso! Che discordia!
Non perdere un momento.
Fuggi!...
Alice Misericordia! che avvenne?
Meg Il tuo consorte
Vien gridando “accorr’uomo!”
Dice...
Alice (Parla più forte).
Meg Che vuol scannare un uomo!
Alice (Non ridere.)
Meg Ei correva
Invaso da tremendo
Furor! Maledicendo
Tutte le figlie D’Eva!
Alice Misericordia!
Meg Dice che un tuo ganzo hai nascosto;
Lo vuole ad ogni costo
Scoprir...
Quickly (ritornando) Signora Alice!
Vien Mastro Ford! Salvatevi!
È come una tempesta!
Strepita, tuona, fulmina,
Si dà dei pugni in testa,
Scoppia in minacce ed urla...
Alice (Dassenno oppur da burla?)
Quickly Dassenno. Egli scavalca
Le siepi del giardino...
Lo segue una gran calca
Di gente... é già vicino...
Mentr’io vi parlo ei valca
L’ingresso...
Ford (da fuori) Malandrino!!!
Falstaff Il diavolo cavalca
Sull’arco di un violino!!
Ford Chiudete le porte! Sbarrate le scale!
Seguitemi a caccia!
Scoviamo il cignale!
(entrano correndo il Dr.Cajus e Fenton)
Correte sull’orme, sull’usta.
(a Fenton) Tu fruga
Negli anditi.
Bardolfo, Pistola (irrompono) A caccia!
Ford (a Bardolfo e Pistola)
Sventate la fuga!
Cercate là dentro!
Alice (a Ford) Sei tu dissennato?
Che fai?
Ford Chi c’é dentro quel cesto?
Alice Il bucato.
Ford Mi lavi!! rea moglie!
(al Dr.Cajus) Tu, piglia le chiavi,
Rovista le casse, va.
(ad Alice) Ben tu mi lavi!
Al diavolo i cenci!
Sprangatemi l’uscio
Del parco!
Camice... gonnelle...- Or ti sguscio,
Briccon! - Strofinacci! Via! Via! Cuffie
rotte! - Ti sguscio. - Lenzuola...
berretti da notte... - Non c’é...
Alice, Meg, Quickly Che uragano!!
Ford Cerchiam sotto il letto.
Nel forno, nel pozzo, nel bagno,
sul tetto, in cantina...
Alice È farnetico!
Quickly Cogliam tempo.
Alice Troviamo modo com’egli esca.
Meg Nel panier.
Alice No, là dentro
non c’entra, é troppo grosso.
Falstaff Vediam; sì, c’entro, c’entro.
Alice Corro a chiamare i servi.
Meg Sir John! Voi qui? Voi?
Falstaff T’amo
Amo te sola... salvami! salvami!
Quickly Svelto!
Meg Lesto!
Falstaff Ahi!...Ahi!...Ci sto...Copritemi...
Quickly (a Meg) Presto! colmiamo il cesto.
Nannetta (a Fenton) Vien qua.
Fenton Che chiasso!
Nannetta Quanti schiamazzi!
Segui il mio passo.
Fenton Casa di pazzi!
Nannetta Qui ognun delira
Con vario error.
Son pazzi d’ira...
Fenton E noi d’amor.
41
Nannetta Seguimi. Adagio.
(Si nascondono dietro il paravento)
Fenton Nessun m’ha scorto.
Nannetta Tocchiamo il porto.
Fenton Siamo a nostr’agio.
Nannetta Sta zitto e attento.
Fenton Vien sul mio petto!
Nannetta Il paravento
Sia benedetto!
Dr.Cajus (da fuori) Al ladro!
Ford Al pagliardo!
Dr.Cajus (entra) Squartatelo!
Ford Al ladro!
(a Bardolfo e Pistola) C’é?
Pistola No.
Ford (a Bardolfo) C’é?
Bardolfo Non c’é, no.
Ford Vada a soqquadro la casa.
Dr.Cajus Non trovo nessuno.
Ford Eppur giuro
Che l’uomo é qua dentro.
Ne sono sicuro!
Sicuro! Sicuro!
Dr.Cajus Sir John! Sarò gaio
Quel dì ch’io ti veda dar calci a rovaio!
Ford Vien fuora, furfante! T’arrendi!
O bombardo le mura!
Dr.Cajus T’arrendi!
Ford Vien fuora! Codardo!
Sugliardo!
Bardolfo, Pistola Nessuno!
Ford (a Bardolfo e Pistola) Cercatelo ancora!
T’arrendi! Scafandro!
Non c’é!
Dr.Cajus Vieni fuori!
Non c’é!
Pappalardo! Beon! Bada a te!
Ford Scagnardo! Falsardo! Briccon!!
(Nannetta e Fenton dietro il paravento)
Nannetta, Fenton (Si danno un bacio sonoro)
[rumore del bacio]
Ford (guardando il paravento)
C’é.
Dr.Cajus C’é
Ford Se t’agguanto!
Dr.Cajus Se ti piglio!
Ford Se t’acciuffo!
Dr.Cajus Se t’acceffo!
Ford Ti sconquasso!
Dr.Cajus T’arronciglio
Come un can!
Ford Ti rompo il ceffo!
Dr.Cajus Guai a te!
Ford Prega il tuo santo!
Guai se alfin con te m’azzuffo!
Se ti piglio!
Dr.Cajus Se t’agguanto!
Ford Se t’acceffo!
Dr.Cajus Se t’acciuffo!
42
Nannetta (a Fenton) Mentre qui vecchi
Corron la giostra,
Noi si sottecchi
Corriam la nostra.
L’amor non ode
Tuon nè bufere,
Vola alle sfere
Beate e gode.
Fenton (a Nannetta) Bella! Ridente!
Oh! come pieghi
Verso i miei prieghi
Donnescamente!
Quickly (a Meg) Facciamo le viste
D’attendere ai panni;
Pur ch’ei non c’inganni
Con mosse impreviste.
Finor non s’accorse
Di nulla; egli può
Sorprenderci forse,
Confonderci no.
Meg Facciamolgli siepe
Fra tanto scompiglio.
Ne’giuochi il periglio
È un grano di pepe.
Il rischio é un diletto
Che accresce l’ardor.
Che stimola in petto
Gli spirti e il cor.
Falstaff Affogo!
Quickly Sta sotto
Bardolfo Non si trova.
Pistola Non si coglie.
Ford Pss... Qua tutti.
(indicando il paravento) L’ho trovato.
Là c’é Falstaff con mia moglie.
Bardolfo Sozzo can vituperato!
Ford Zitto!
Pistola, Dr.Cajus Zitto!
Ford Urlerai dopo.
Là s’é udito il suon d’un bacio.
Bardolfo Noi dobbiamo pigliare il topo
Mentre sta rodendo il cacio.
Ford Ragioniam. Colpo non vibro
Senza un piano di battaglia.
Nannetta L’attimo ancora
Cogliam che brilla;
È la scintilla
Viva dell’ora.
Fenton Come ti vidi
M’innamorai,
E tu sorridi
Perchè lo sai.
Nannetta Lo spiritello
D’amor, volteggia.
Fenton Già un sogno bello
D’Imene albeggia.
Meg Or questi s’insorge.
Quickly (a Falstaff nella cesta)
Se l’altro ti scorge sei morto.
Falstaff Son cotto!
Meg Sta sotto!
Falstaff Che caldo!
Quickly Sta sotto!
Falstaff Mi squaglio!
Quickly Sta sotto!
Gli Altri Bravo.
Dr.Cajus Un uom di quel calibro
Con un soffio ci sbaraglia.
Ford La mia tattica maestra
Lesue mosse pria registra
(a Pistola e compagni) Voi sarete l’ala destra.
(a Bardolfo e Dr.Cajus) Noi sareml’ala sinistra
(agli altri) E costor con pie’ gagliardo
Sfonderanno il baluardo.
Tutti gli Altri Bravo, bravo, Generale.
Dr.Cajus Aspettiamo un tuo segnale.
Nannetta Tutto delira
Sospiro e riso.
Sorride il viso
E il cor sospira.
Come in sua zolla
Si schiude un fior,
La sua corolla
Svolve il mio cor.
Meg Il ribaldo vorrebbe un ventaglio.
Falstaff Un breve spiraglio
Non chiedo di più.
Quickly Ti metto il bavaglio
Se parli.
Meg Giù!
Quickly Giù!
Ford (al Dr.Cajus)
Senti, accosta un po’ l’orecchio!
Che patetici lamenti!!
Là c’é Alice e qua c’é il vecchio
Seduttore. Senti! senti!
Essi credon d’esser soli
Nel lor tenero abbandon;
Su quel nido d’usiguoli
Scoppierà fra poco il tuon.
Dr.Cajus (a Ford) Sento, intendo e vedo chiaro
Delle femmine gl’inganni;
Non vorrei, compare caro,
Esser io ne’ vostri panni.
Chi non sa ridur la moglie
Colle buone alla ragion,
Dovrà vincer le sue voglie
Colla frusta e col baston.
Bardolfo (a Pistola)Vieni qua, fatti più presso;
Vieni a udir gli ascosi amanti.
S’ode un rumire sommesso
Qualdi tortore tubanti,
E un fruscio che par di gonna
Un fruscio vago e legger;
È la voce della donna
Che risponde al cavalier.
Pistola (a Bardolfo) Odi come amor lo cuoce!
Pare Alfeo con Aretusa.
Quella gonfia cornamusa
Manda fuori un fil di voce.
Ma fra poco il lieto gioco
Turberà dura lezion.
Egli canta, ma fra poco
Muterà la sua canzon.
Fenton Fra quelle ciglia
Vedo due fari
A meraviglia
Sereni e chiari.
Bocca mia dolce,
Pupilla d’or,
Voce che molce
Com’arpa il cor.
Meg (a Quickly) Sta zitta! Se ridi,
La burla é scoperta.
Dobbiam stare all’erta.
Tu il giuoco disguidi
Geloso marito,
Compare sfacciato,
Ciascuno é punito
Secondo il peccato.
Parliam sottovoce
Guardando il Messer
Che brontola e cuoce
Nel nostro panier.
Quickly (a Meg) Stiam zitte! stiam zitte;
Trattieni le risa;
Se l’altro s’avvisa
Noi siamo sconfitte.
Costui suda e soffia,
S’intrefola e tosse,
Per gran battisoffia
Le viscere ha scosse.
Costui s’é infardato
Di tanta viltà.
Che darlo al bucato
È averne pietà.
43
Gente del vicinato Piano, piano, a passo lento,
Mentr’ei sta senza sospetto,
Lo cogliamo a tradimento,
Gli facciamo lo sgambetto.
S’egli cade più non scappa,
Nessuno più lo può salvar.
Nel tuo diavolo t’incappa;
Che tu possa stramazzar!
Ford (agli altri)
Zitto! A noi! Quest’é il momento.
Zitto! Attenti! Attenti a me.
Dr.Cajus Dà il segnal.
Ford Uno... Due... Tre...
(rovesciando il paravento)
Dr.Cajus Non é lui!!!
Tutti Sbalordimento!
Nannetta Dolci richiami
D’amor.
Fenton Te bramo!
Dimmi sem’ami!
Nannetta Sì, t’amo!
Fenton T’amo!
Falstaff Ouff... Cesto molesto!
Alice Silenzio!
Falstaff Protesto!
Meg, Quickly Che bestia restia!
Falstaff Portatemi via!
Meg, Quickly È matto furibondo!
Falstaff Aiuto!
Alice, Meg, Quickly È il finimondo!
Ford (a Nannetta) Ancor nuove rivolte!
(a Fenton) Tu va pe’ fatti tuoi!
L’ho detto mille volte:
Costei non fa per voi.
(Nannetta e Fenton fuggono)
Bardolfo È là! Ferma!
Ford Dove?
Bardolfo Là!
Pistola Là! Sulle scale.
Pistola, Bardolfo, Dr.Cajus, i Compagni
A caccia!
Quickly Che caccia infernale!
(Tutti gli uomini escono)
Alice Ned! Will! Tom! Isaac!
Su! Presto! Presto!
(Nannetta rientra)
Rovesciate quel cesto
Dalla finestra nell’acqua del fosso..
Là! Presso alle giuncaie
Davanti al crocchiio delle lavandaie.
Nannetta, Meg, Quickly Sì, sì, sì, sì!
Nannetta C’é dentro un pezzo grosso.
Alice (al paggio) Tu chiama mio marito;
(a Meg) Gli narreremo il nostro caso pazzo.
Solo al vedere il Cavalier nel guazzo
D’ogni gelosa ubbia sarà guarito.
Quickly (ai servi) Pesa!
Alice, Meg (ai servi) Coraggio!
Nannetta Il fondo ha fatto crac!
44
Meg, Quickly e Nannetta Su!
Alice Trionfo!
Meg, Quickly, Nannetta Trionfo! Ah! Ah!
Alice Che tonfo!
Nannetta, Meg Che tonfo!
(Falstaff capitombola dalla finestra e finisce
nelle acque del Tamigi)
Tutte Patatrac!
ATTO III
[Parte prima]
(Esterno dell’Osteria della Giarrettiera)
Falstaff Ehi! Taverniere!
Mondo ladro. Mondo rubaldo.
Reo mondo!
(entra l’Oste)
Taverniere: un bicchier di vin caldo.
Io, dunque, avrò vissuto tanti anni,
audace e destro
Cavaliere, per essere portato
in un canestro
E gittato al canale co’pannilini biechi,
Come si fa coi gatti e i catellini ciechi.
Chè se non galleggiava per me
Quest’epa tronfia,
Certo affogavo. Brutta morte.
L’acqua mi gonfia.
Mondo reo. Non c’é più virtù.
Tutto declina.
Va, vecchio John, va,
va per la tua via; cammina
Finchè tu muoia.
Allor scomparirà la vera
Virilità del mondo.
Che giornataccia nera!
M’aiuti il ciel! Impinguo troppo.
Ho dei peli grigi.
(torna l’Oste)
Versiamo un po’di vino nell’acqua del
Tamigi!
Buono. Ber del vino dolce
e sbottonarsi al sole,
Dolce cosa!
Il buon vino sperde le tetre fole
Dello sconforto, accende
l’occhio e il pensier, dal labbro
Sale al cervel e quivi
risveglia il picciol fabbro
Dei trilli; un negro grillo
che vibra entro l’uom brillo
Trilla ogni fibra in cor,
l’allegro etere al trillo
Guizza e il gicondo globo
squilibra una demenza
Trillante! E il trillo invade il mondo!...
Quickly Reverenza. La bella Alice...
Falstaff Al diavolo te con Alice bella!
Ne ho piene le bisacce!
Ne ho piene le budella!
Quickly Voi siete errato...
Falstaff Un canchero! Sento ancor le cornate
Di quell’irco geloso!
Ho ancor l’ossa arrembate
D’esser rimasto curvo,
come una buona lama
Di Bilbao, nello spazio
D’un panierin di dama!
Con quel tufo! E quel caldo!
Un uom della mia tempra,
Che in uno stillicidio
continuo si distempra!
Poi, quando fui ben cotto,
rovente, incandescente,
M’han tuffato nell’acqua. Canaglie!!!
Quickly Essa é innocente.
Prendete abbaglio.
Falstaff Vattene!
Quickly La colpa é di quei fanti
Malaugurati! Alice piange,
urla, invoca i santi.
Povera donna! V’ama. Leggete.
Alice (spiando con altri) Legge.
Ford Legge. Vedrai che ci ricasca.
Alice L’uom non si corregge.
Meg (ad Alice) Nasconditi.
Dr.Cajus Rilegge.
Ford Rilegge. L’esca inghiotte.
Falstaff (legge) “T’aspetterò ne parco Real,
a mezzanotte”
“Tu verrai travestito
da Cacciatore nero”
“Alla quercia di Herne”
Quickly Amor ama il mistero
Per rivedervi Alice,
si val d’una leggenda
Popolar. Quella quercia
é un luogo da tregenda.
Il Cacciatore nero c’é impeso
ad un suo ramo.
V’ha chi crede vederlo ricomparir...
Falstaff Entriamo.
Là si discorre meglio
Narrami la tua frasca.
Quickly (entrando nell’osteria)
Quando il rintocco della mezzanotte...
Ford Ci casca.
Alice Quando il rintocco della mezzanotte
Cupo si sparge nel silente orror,
Sorgon gli spirti vagabondi a frotte
E vien nel parco il nero Cacciator.
Egli cammina lento, lento, lento,
Nel gran letargo della sepoltura.
S’avanza livido...
Nannetta Oh! Che spavento!
Meg Già sento il brivido della paura!
Alice Fandonie che ai bamboli
Raccontan le nonne
Con lunghi preamboli,
Per farli dormir.
Alice, Nannetta, Meg Vendetta di donne
Non deve fallir.
Alice S’avanza livido e il passo converge
Al tronco ove esalò l’anima prava.
Sbucan le Fate. Sulla fronte egli erge
Due corna lunghe, lunghe, lunghe...
Ford Brava. Quelle corna saranno la mia gioia!
Alice (a Ford) Bada! tu pur mi meriti
Qualche castigatoia!
Ford Perdona. Riconosco i miei demeriti.
Alice Ma guai se ancor ti coglie
Quella mania feroce
Di cercar dentro il guscio d’una noce
L’amante di tua moglie.
Ma il tempo stringe
e vuol fantasia lesta.
Meg Affrettiam.
Fenton Concentriam la mascherata.
Alice Nannetta!
Nannetta Eccola qua!
Alice (a Nannetta) Sarai la Fata
Regina delle Fate, in bianca veste
Chiusa in candido vel, cinta di rose.
Nannetta E canterò parole armoniose.
Alice (a Meg) Tu la verde sarai Ninfa silvana,
E la comare Quickly una befana.
Nannetta A neraviglia!
Alice Avrò con me dei putti
Che fingeran folletti,
E spiritelli,
E diavoletti,
E pipistrelli,
E farfarelli.
Su Falstaff camuffato in manto e corni
Ci scaglieremo tutti
E lo tempesteremo
Finch’abbia confessata
La sua perversità.
45
Poi ci smaschereremo
E, pria che il ciel raggiorni,
La giuliva brigata
Se ne ritornerà.
Meg Vien sera. Rincasiam.
Alice L’appuntamento
é alla quercia di Herne.
Fenton È inteso.
Nannetta A meraviglia!
Oh! che allegro spavento!
Alice, Nannetta, Fenton Addio.
Meg (a Nannetta e Alice) Addio.
Alice Provvedi le lanterne.
(Mrs Quickly esce dall’osteria e spia Ford e il
Dr.Cajus che parlano).
Ford (al Dr.Cajus) Non dubitar, tu sposerai mia figlia.
Rammenti bene il suo travestimento?
Dr.Cajus Cinta di rose, il vel bianco e la vesta.
Alice (da fuori) Non ti scordar le maschere.
Meg (da fuori) No, certo.
Nè tu le raganelle!
Ford (al Dr.Cajus) Io già disposi
La rete mia. Sul finir della festa
Verrete a me col volto ricoperto
Essa dal vel, tu da un mantel fantesco
E vi benedirò come due sposi.
Dr.Cajus Siam d’accordo.
Quickly (Stai fresco!)
(Esce e da fuori) Nannetta! Ohè! Nannetta!
Nannetta! Ohè!
Nannetta (da fuori) Che c’é? Che c’é?
Quickly Prepara la canzone della Fata.
Nannetta È preparata.
Alice Tu, non tardar.
Quickly Chi prima arriva, aspetta.
[Parte seconda]
(Il parco di Windsor di notte)
Fenton Dal labbro il canto estasiato vola
Pe’ silenzi notturni e va lontano
E alfin ritrova un altro labbro umano
Che gli risponde colla sua parola.
Allor la notte che non é più sola
Vibra di gioia in un accordo arcano
Come altra voce al suo fonte rivola.
Quivi ripiglia suon, ma la sua cura
Tende sempre ad unir chi lo disuna.
Così baciai la disiata bocca!
Bocca baciata non perde ventura.
Nannetta (fuori) Anzi rinnova come fa la luna.
Fenton Ma il canto muor nel bacio che lo tocca.
(entra Nannetta)
Alice Nossignore! Tu indossa questa
cappa.
Fenton Che vuol dir ciò?
Nannetta Lasciati fare.
Alice (porgendo la maschera)
Allaccia.
Nannetta È un fraticel sgusciato dalla Trappa.
46
Alice Il tradimento che Ford ne minaccia
Tornar deve in suo scorno
e in nostro aiuto.
Fenton Spiegatevi
Alice Ubbidisci presto e muto.
L’occasione come viene scappa.
(a Mrs Quickly) Chi vestirai da finta sposa?
Quickly Un gaio
Ladron nasuto che aborre il Dr.Cajus.
Meg Ho nascosto i folletti lungo il fosso.
Siam pronte.
Alice Zitto. Viene il pezzo grosso.
Via!...
(Tutte fuggono con Fenton - Falstaff entra
con due corna di cervo in testa mentre
suona la mezzanotte.)
Falstaff Una, due, tre, quattro,
cinque, sei, sette botte,
Otto, nove, dieci, undici, dodici.
Mezzanotte.
Questa é la quercia.
Numi, proteggetemi! Giove!
Tu per amor d’Europa
ti trasformasti in bove;
Portasti corna.
I numi c’insegnan la modestia.
L’amore metamorfosa
un uom in una bestia.
Odo un soave passo!
(Entra Alice) Alice! Amor ti chiama!
Vieni! l’amor m’infiamma!
Alice Sir John!
Falstaff Sei la mia dama!
Alice Sir John!
Falstaff Sei la mia dama!
Alice O sfavillante amor!
Falstaff Vieni! Già fremo e fervo!
Alice Sir John!
Falstaff Sono il tuo servo!
Sono il tuo cervo, imbizzarrito. Ed or
Piovan tartufi, rafani e finocchi!!
E sian la mia pastura!
E amor trabocchi!
Siam soli...
Alice No. Qua nella selva densa
Mi segue Meg.
Falstaff È doppia l’avventura!
Venga anche lei! Squartatemi
Come un camoscio a mensa!
Sbranatemi!! Cupido
Alfin mi ricompensa.
Io t’amo! t’amo!
Meg (da fuori) Aiuto!
Alice Un grido! Ahimé!
Meg Vien la tragenda!
Alice Ahimé! Fuggiamo!
Falstaff Dove?
Alice (fugge) Il cielo perdoni al mio peccato!
Falstaff Il diavol non vuol ch’io sia dannato.
Nannetta (vestita da Regina delle Fate)
Ninfe! Elfi! Silfi! Sirene!
L’astro degli incantesimi
in cielo é sorto.
Sorgete! Ombre serene!
Falstaff Sono le Fate. Chi le guarda é morto.
Alice (con alcune Fate) Inoltriam.
Nannetta (con altre Fate) Egli é là.
Alice Steso al suol.
Nannetta Lo confonde il terror
Le Fate Si nasconde
Alice Non ridiam!
Le Fate Non ridiam!
Nannetta Tutte qui, dietro a me.
Cominciam.
Le Fate Tocca a te.
La Regina delle Fate
Sul fil d’un soffio etesio
Scorrete, agili larve;
Fra i rami un baglior cesio
D’alba lunare apparve.
Danzate! e il passo blando
Misuri un blando suon.
Le magiche accoppiando
Carole alla canzon.
Le Fate La selva dorme e sperde
Incenso ed ombra; e par
Nell’aer denso un verde
Asilo in fondo al mar.
La Regina delle Fate
Erriam sotto la luna
Scegliendo fior da fiore,
Ogni corolla in core
Porta la sua fortuna.
Coi gigli e le viole
Scrivian de’ nomi arcani,
Dalle fatate mani
Germoglino parole,
Parole illuminate
Di puro argento e d’or,
Carni e malie. Le Fate
Hanno per cifre i fior.
Le Fate Moviam ad una ad una
Sotto il lunare albor,
Verso la quercia bruna
Del nero Cacciator.
(sbucano: Alice, Meg, Mrs Quickly, Bardolfo,
Pistola, Dr.Cajus, Fenton, Ford, e boghesi in
costumi fantastici)
Bardolfo Alto là!
Pistola Chi va là?
Falstaff Pietà!
Quickly C’é un uomo!
Alice, Meg, Nannetta C’è un uom!
Ford Cornuto come un bue!
Pistola Rotondo come un pomo!
Bardolfo Grosso come una nave!
Bardolfo, Pistola (a Falstaff) Alzati, olà!
Falstaff Portatemi una grue!
Non posso.
Ford È troppo grave.
Quickly È corrotto!
Le Fate È corrotto!
Alice, Nannetta, Meg È impuro!
Bardolfo Si faccia lo scongiuro!
Alice (a Nannetta) Evita il tuo periglio.
Già il Dottor Cajo ti cerca.
Nannetta Troviamo
Un nascondiglio.
Quickly Poi ternerete lesti al mio richiamo.
(Nannetta, Fenton, Quickly scompaiono)
Bardolfo Spiritelli! Folletti!
Farfarelli! Vampiri! Agili insetti
Del palude infernale! Punzecchiatelo!
Orticheggiatelo!
Martirizzatelo
Coi grifi aguzzi!
Falstaff (a Bardolfo)
Ahimè! tu puzzi
Come una puzzola.
Folletti, Diavoli
Ruzzola, ruzzola, ruzzola, ruzzola!
Alice, Meg, Quickly Pizzica, pizzica,
Pizzica,stuzzica,
Spizzica, spizzica
Pungi, spilluzzica,
Finch’egli abbai!
Falstaff Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Folletti, Diavoli
Scrolliam crepitacoli,
Scarandole e nacchere!
Di schizzi e di zacchere
Quell’otre si macoli.
Meniam scorribandole,
Danziamo la tresca,
Treschiam le farandole
Sull’ampia ventresca.
Zanzare ed assilli,
Volate alla lizza
Coi dardi e gli spilli!
Ch’ei crepi di stizza!
47
Alice, Meg, Quickly Pizzica, pizzica,
Pizzica,stuzzica,
Spizzica, spizzica,
Pungi, spilluzzica
Finch’egli abbai!
Falstaff Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Alice, Meg, Quickly, Fate Cozzalo, aizzalo
Dai pie’ al cocuzzolo!
Srozzalo, strizzalo!
Gli svampi l’uzzolo!
Pizzica,pizzica, l’unghia rintuzzola!
Ruzzola, ruzzola, ruzzola, ruzzola!
Dr.Cajus, Ford Cialtron!
Bardolfo, Pistola Poltron!
Dr.Cajus, Ford Ghiotton!
Bardolfo, Pistola Pancion!
Dr.Cajus, Ford Beon!
Bardolfo, Pistola Briccon!
Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola In ginocchion!
Ford Pancia ritronfia!
Alice Guancia-rigonfia!
Bardolfo Sconquassa letti!
Quickly Spacca-farsetti!
Pistola Vuota-barili!
Dr.Cajus Sfianca-giumenti!
Ford Triplice mento!
Bardolfo, Pistola Di’ che ti penti!
Falstaff Ahi! Ahi! mi pento!
Tutti gli uomini Uom frodolento!
Falstaff Ahi! Ahi! mi pento!
Gli Uomini Uom turbolento!
Falstaff Ahi! Ahi! mi pento!
Gli Uomini Capron! Scroccon! Spaccon!
Falstaff Perdon!
Bardolfo Riforma la tua vita!
Falstaff Tu puti d’acquavita.
Le Donne Domine fallo casto!
Falstaff Ma salvagli l’addomine.
Le Donne Domine fallo guasto!
Falstaff Ma salvagli l’addomine.
Le Donne Fallo punito Domine!
Falstaff Ma salvagli l’addomine.
Le Donne Falle pentito Domine!
Falstaff Ma salvagli l’addomine
Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola
Globo d’impurità! rispondi.
Falstaff Ben mi sta.
Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola
Monte d’obesità! rispondi.
Falstaff Ben mi sta.
Dr.Cajus, Ford, Bardolfo, Pistola
Otre di malvasia! rispondi.
Falstaff Così sia.
Bardolfo Re dei panciuti!
Falstaff Va via, tu puti.
Bardolfo Re dei cornuti!
Falstaff Va via, tu puti.
Tutti Furfanteria!
Falstaff Ahi! Così sia.
48
Bardolfo Ed or che il diavol ti porti via!!
(Gli casca il cappuccio e Falstaff riconosce
il suo ex-compare)
Falstaff Nitro! Catrame! Solfo!!
Riconosco Bardolfo!
Naso vermiglio!
Naso bargiglio!
Puntuta lesina!
Vampa di resina!
Salamandra! Ignis fatuus!
Vecchia alabarda! Stecca
Di sartore! Schidion d’inferno!
Aringa secca!
Vampiro! Basilisco!
Manigoldo! Ladrone!
Ho detto. E se smentisco
Voglio che mi si spacchi il cinturone!!
Tutti Bravo!
Falstaff Un poco di pausa. Sono stanco.
Quickly (a Bardolfo)
(Vieni, Ti coprirò col velo bianco.)
(Quickly e Bardolfo scompaiono)
Ford Ed or, mentre vi passa la scalmana,
Sir John, dite: il cornuto
Chi é?
Alice, Meg (smascherandosi) Chi é?
Alice Vi siete fatto muto?
Falstaff Caro signor Fontana!
Alice Sbagliate nel saluto,
Questo é Ford, mio marito.
Quickly (ritornando) Cavaliero,
Voi credeste due donne così grulle,
Così citrulle,
Da darsi anima e corpo all’Avversiero,
Per un uom vecchio, sudicio ed obeso...
Meg, Quickly Con quella testa calva...
Alice, Meg, Quickly E con quel peso!
Ford Parlano chiaro.
Falstaff Incomincio ad accorgermi
D’esser stato un somaro.
Alice Un cervo.
Ford Un bue.
Tutti Ah! Ah!
Ford E un mostro raro!
Falstaff Ogni sorta di gente dozzinale
Mi beffa e se ne gloria;
Pur,senza me, costor con tanta boria
Non avrebbero un briciol di sale.
Son io che vi fa scaltri.
L’arguzia mia crea l’arguzia degli altri.
Tutti Ma bravo!
Ford Per gli Dei!
Se non ridessi ti sconquasserei!
Ma basta. Ed ora vo’ che m’ascoltiate.
Coronerem la mascherata bella
Congli sponsali della
Regina delle Fate.
(Il Dr.Cajus con la maschera e Bardolfo, vestito da Regina delle Fate)
Già s’avanza la coppia degli sposi.
Attenti!
Tutti Attenti!
Ford Eccola, in bianca vesta
Col velo e il serto delle rose in testa
E il fidanzato suo ch’io le disposi.
Circondatela, o Ninfe.
(entrano Nannetta e Fenton mascherati)
Alice Un’altra coppia
D’amanti desiosi
Chiede d’essere ammessa agli augurosi
connubi!
Ford E sia. Farem la festa doppia.
Avvicinate i lumi.
Il ciel v’accoppia.
Giù le maschere e i veli. Apoteosi!
(Le due coppi si smascherano)
Tutti (tranne Ford e il Dr.Cajus)
Ah! Ah! Ah! Ah!
Dr.Cajus (riconoscendo Bardolfo)
Spavento!
Ford Tradimento!
Gli altri Apoteosi!
Ford Fenton con mia figlia!!
Dr.Cajus Ho sposato Bardolfo!!
Tutti Ah! Ah!
Dr.Cajus Spavento!
Le Donne Vittoria!
Tutti (tranne Dr.Cajus e Ford)
Evviva! Evviva!
Ford Oh! Meraviglia!
Alice (a Ford) L’uom cade spesso nelle reti ordite
Salle malizie sue.
Falstaff Caro buon Messer Ford, ed ora, dite:
Lo scornato chi é?
Ford (accenna al Dr.Cajus) Lui.
Dr.Cajus (accenna a Ford) Tu.
Ford No.
Dr.Cajus Sì.
Bardolfo (a Ford e al Dr.Cajus) Voi.
Fenton Lor.
Dr.Cajus (con Ford) Noi.
Falstaff Tutti e due.
Alice (a Falstaff, Ford e Dr.Cajus)No. Tutti e tre.
(a Ford) Volgiti e mira quelle ansie leggiadre.
Nannetta (a Ford) Perdonateci, padre.
Ford Chi schivare non può la propria noia
L’accetti di buon grado.
Facciamo il parentado
E che il ciel vi dia gioia.
Tutti (tranne il Dr.Cajus) Evviva!
Falstaff Un coro e terminiam la scena.
Ford Poi con Sir Falstaff, tutti,
andiamo a cena.
Tutti Tutto nel mondo é burla.
L’uom é nato burlone,
La fede in cor gli ciurla,
Gli ciurla la ragione.
Tutti gabbati! Irride
L’un l’altro ogni mortal.
Ma ride ben chi ride
La risata final.
49
interpreti
The Professional Advantage
É un programma estivo per cantanti
amaricani che punta a perfezionare, attraverso l’esperienza diretta in palcoscenici italiani, la professionalità e la dizione
nella lingua madre dell’Opera lirica. Le
sue produzioni di fine corso, come il Falstaff in oggetto, sono preparate meticolosamente fin dalla dura selezione svolta
oltre oceano al fine di raggiungere risultati e qualità considerevoli (maggiori
dettagli a pag. 23).
James Caraher
James Caraher è da 16 anni Direttore
Artistico della Indianapolis Opera e continua anche oggi ad esaltare il pubblico
con importanti produzioni. É stato acclamato per la sua grande capacità di
amalgamare e far collaborare fra loro
tutti i componenti ed attori di uno spettacolo lirico, da quelli del palcoscenico
a quelli della buca, ottenendo importanti risultati, come più volte testimoniato dalla critica.
Le più recenti stagioni all'Indianapolis
Opera lo hanno visto dirigere: Il Barbiere
di Siviglia, Madama Butterfly, The Crucible, Falstaff, Les Contes d’Hoffman, Cosí
fan tutte, Lucia di Lammermoor, Les Pêcheurs de Perles, Werther, The Merry
Widow, Le Nozze di Figaro, Turandot,
Carmen, La Fille du Regiment, Die Zauberflöte e Tosca.
Negli anni Caraher ha visto maturare il
suo amore per l'opera partendo dal suo
primo ruolo di accompagnatore per le
prove al Tri-Cities Opera di Binghamton,
New York. Da lì si è trasferito alla Syracuse Opera Company dove è stato assistente musicale e maestro del coro fino
al suo primo podio: Rigoletto. I risultati e
l'innato talento lo hanno poi fatto promuovere a direttore principale. Incarico
che ha rivestito fino al 1988 quando ha
potuto ampliare il suo orizzonte all'Indianapolis Opera.
50
Per molte stagioni ha assunto, in aggiunta, anche il ruolo di direttore musicale per l'Opera Memphis.
Nel 2001, Caraher ha partecipato alla
straordinaria coproduzione (Indianapolis
Opera - Opera Company of Philadelphia) di Porgy and Bess di Gershwin.
Caraher è inoltre di frequente invitato
come direttore ospite da altre orchestre
alle quali presta il suo talento, fra queste:
The Opera Company of Philadelphia,
Nashville Opera, New Jersey Opera Festival, Kentucky Opera, Opera Memphis,
Imperial Symphony Orchestra (Florida),
El Paso Opera, Fargo-Moorhead Opera,
Youngstown Symphony, Greater Buffalo
Opera e Opera Delaware.
Vernon Hartman
Direttore artistico del programma lirico
The Professional Advantage cura anche
la regia dello spettacolo teatrale (maggiori dettagli pag. 24).
Orchestra Sinfonica Rossini
É l'orchestra della Provincia di Pesaro
e Urbino ed è riconosciuta dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali dal 2005.
Nata nel 2001 da una selezione coordinata dal Maestro Zedda, la formazione ha partecipato al Rossini Opera
Festival come Orchestra del Festival.
Nell’ambito della rassegna ha eseguito
opere rossiniane (La Gazzetta - Il viaggio
a Reims - L’equivoco stravagante - Il
turco in Italia) e di altri autori (Un avverimento ai gelosi, Pavesi - La poetessa
idrofoba, Pacini - Gl’inganni della somiglianza, Generali - I tre mariti, Mosca Adelina, Generali - Il trionfo delle belle,
Pavesi - Arrighetto, Coccia) oltre che
accompagnato Concerti di bel canto e
proposto Concerti d’archi.
Dal 2004 il gruppo è un’associazione
autonoma con l'intento di proseguire la
propria attività lirica e sinfonica anche in
diverse sedi e contesti.
L'attivita' dell'orchestra, in costante sviluppo, conta di circa settanta esecuzioni l'anno su tutto il territorio nazionale
e all’estero. In particolare organizza produzioni concertistiche per le amministrazioni di Pesaro (Teatro Rossini), di Fano
(Teatro della Fortuna), di Urbino (Teatro
Sanzio) e della Provincia di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni si è esibita con
successo in Corea del Sud, Malta e Turchia. Nel 2008 è stata già ospite della
rassegna musicale mercatellese Musica&Musica sotto la direzione del Maestro Daniele Agiman.
Orchestra Sinfonica Rossini
51
mercoledì 5 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
VIBRAZIONI INFINITE: quattro secoli di musiche per
archi - Pachelbel, Mozart, Rossini, Britten
Orchestra Sinfonica Rossini
Lanfranco Marcelletti
. . . . . . . direttore
Johann Pachelbel (1653-1706)
Canone e Giga in re maggiore - 1680
- Canone
- Giga
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Serenata in sol maggiore KV 525 "Eina keine Nachtmusik" - 1787
- Allegro
- Romanza - Andante
- Minuetto - Allegro
- Rondò - Allegro
Gioacchino Rossini (1792-1868)
Sonata per orchestra d'archi n. 1 - 1804
- Moderato
- Andante
- Allegro
Benjamin Britten (1913-1976)
Simple Symphony, Op. 4 per Orchestra d’archi (1934)
- Bourrée impetuosa - Allegro Ritmico
- Pizzicato scherzoso – Presto possibile pizzicato sempre
- Sarabanda sentimentale – Poco lento e pesante
- Finale vivace - Prestissimo con fuoco
li strumenti ad arco, le cui
corde producono vibrazioni se
sollecitate da archetti che
tendono fasci di crini di cavallo, sono la
base di un’orchestra classica e grazie
alle risposte delle loro sinuose casse armoniche riescono a trasmettere un’infinità di sensazioni. Il loro utilizzo nella
storia della musica è smisurato ed in
questa serata, grazie alla competenza,
G
52
chiarezza e affabilità del direttore Lanfranco Marcelletti, verrà ripercorso attraverso quattro pietre miliari del genere,
una per ciascun secolo, dal Seicento ad
oggi. Per ogni partitura ed autore del
programma sarà infatti possibile approfondire la conoscenza grazie alle note e
aneddoti che, nel suo perfetto e simpatico italiano, il conduttore brasiliano
saprà affiancare alle esecuzioni.
L’apertura è riservata alla musica barocca, precedente all’avvento di Bach,
ed in particolare ad uno dei suoi brani
più celeberrimi; più o meno consapevolmente familiare all’orecchio del grande
pubblico per le tante rivisitazioni, anche
moderne. Tanto famoso da essere identificato con l’autore del quale ofusca
tutta la restante produzione. Conosciuto
come Canone di Pachelbel, il brano è
una straordinaria composizione musicale del sec. XVII scriita come parte di
una pièce di musica da camera dal musicista tedesco Johann Pachelbel, per
un organico costituito da tre violini e
basso continuo (violoncello). Solo successivamente il pezzo venne arrangiato
da altri per una maggiore varietà strumentale fino a raggiungere la forma
della versione per orchestra d’archi.
La composizione è caratterizzata dalla reiterazione del suono dei diversi strumenti a corda. Più precisamente, il
primo violino dà subito vita alla variazione iniziale, ripresa immediatamente
dal secondo violino mentre il primo ne
avvia una seconda; al termine di questa
il primo violino avvia la terza variazione,
il secondo violino la seconda, il terzo la
prima, e così via in maniera circolare. La
complessità della struttura del canone,
che pure non varia mai nel ritmo, aumenta con il procedere dell'esecuzione
fin quando le variazioni, che in tutto
sono ventotto, diventano più complesse
prima di semplificarsi di nuovo.
Per quanto conosciuto, il brano precedente non può certo competere con
la composizione inserita nel programma
per rappresentare il periodo classico.
Forse nessuno non proseguirebbe automaticamente il suo tema iniziale, di
grande impatto, una volta ascoltate le
tre note che Mozart stese per avviare la
serenata Eine Kleine Nachtmusik (Piccola musica notturna). Un'opera concepita per piccola orchestra d’archi di
struttura relativamente semplice ma
piena di idee gioiose portate avanti con
grande leggerezza e continuità, con un
atteggiamento musicale mai retorico,
molto raffinato e di grande chiarezza
espositiva, quasi stilizzato.
Johann Pachelbeli
Wolfgang Amadeus Mozart
Gioacchino Rossini
Benjamin Britten
53
L’Allegro di apertura mostra subito
una trasparente concisione ed espone
due temi ripetuti: il primo contrappone
ad un inizio forte e ben scandito una
parte più leggera ed elegante, mentre il
secondo presenta un motivo cantabile
e aggraziato a cui ne segue un altro leziosamente decorato da trilli. Il minuetto
che originariamente seguiva è andato
perso facendo rientrare la composizione
nella forma della classica sinfonia viennese. La Romanza è, nella sua lievità, il
movimento più aderente al tema notturno della composizione, molto tenero
ed in alcuni punti addirittura patetico. Il
Minuetto, curioso nell’alternanza di robustezza e di amabilità, risulta assolutamente coerente con gli altri movimenti
e viene svolto in modo pacato. Infine un
Rondò ha il compito di chiudere gioiosamente la serenata con una calibratissima mistura di scatto, vigore e grazia.
L’onore di rappresentare il secolo XIX
è dato a Gioacchino Rossini che, se pur
giovanissimo, nella sua Sonata per orchestra d’archi n. 1 mostra già di aver
chiari i decenni futuri che lo vedranno
trionfare per tutta Europa, prima di arrendersi all’inevitabile progresso dello
stile e del gusto. Nel 1804, a soli dodici
anni, Rossini dimostra la sua spontanea
vena creativa in una serie di sei sonate,
composte in tre giorni, durante le vacanze passate a Ravenna dalla ricca
famiglia di Agostino Triossi; contrabbassista per il cui strumento il pesarese disegna inusuali e complessi passaggi. La
raccolta ebbe circolazionene successivamente, nel 1825, quando fu pubblicata quasi integralmente da Ricordi per
un più classico quartetto d'archi. Seguirono altre edizioni con nuove trascrizioni,
come quella più celebre per soli fiati.
La Sonata n. 1, che ascolteremo nella
versione orchestrale, libera dalle influenze degli studi futuri, si ispira al modello più congeniale e vicino al giovane
Rossini; la scuola italiana. Da essa attinge l'ispirazione ed il gusto per la melodia dominante sull’accompagnamento.
Anche ad un primo ascolto se ne apprezza subito la squisita fattura e freschezza. Del resto è davvero difficile non
sentire il fascino della giovanile invenzione rossiniana, ariosa e tersa, venata
di sottile umorismo, svagata e frizzante.
Come le altre sonate, anche la prima rispecchia lo schema tripartito tradizionale, con due movimenti veloci ed uno
centrale più lento. Il tempo di apertura,
Moderato, esprime una sorprendente e
disinvolta gaiezza che, nel susseguirsi dei
temi, richiama chiari stilemi mozartiani.
L’Andantino è interamente percorso da
una vena melodica e, infine, l’Allegro è
l’atteso epilogo liberatorio.
Col brano di chiusura giungiamo al secolo appena trascorso e lo facciamo
con la deliziosa Sinfonia Semplice op. 4
per archi, di Benjamin Britten; scritta nel
1934 dal fecondo e versatile compositore inglese. Esponente di rilievo assoluto
del Novecento, l’artista seppe esprimere
fin dalle sue prime opere la capacità
comunicativa e le sue grandi doti di orchestratore. Il brano in programma è
uno splendido esempio del suo genio
precoce essendo stato composto dall’autore ventenne rielaborando otto lavori che lui stesso aveva concepito ed
abbozzato fra i dieci e i tredici anni di
età; come nel caso di Rossini, quando
non aveva ancora ricevuto un vero insegnamento compositivo.
L’aggettivo “semplice” del titolo sta
infatti ad indicare, non tanto la facilità
d’esecuzione dell’opera ma piuttosto il
linguaggio musicale adottato che si distingue per il nitore e la chiarezza delle
melodie scevre di orpelli. Un’età giovanile rievocata senza alcun appesantimento retorico e con la chiara volontà
di applicare modi semplici e schietti per
raggiungere in maniera diretta l’attenzione dell’ascoltatore attraverso i quattro movimenti.
interpreti
Orchestra Sinfonica Rossini
Lanfranco Marcelletti, Jr.
Considerato “gran surpresa” dalla critica spagnola, direttore d’orchestra e
pianista, è uno degli artisti brasiliani più
conosciuti a livello internazionale, acclamato per le sue coinvolgenti esecuzioni
nel repertorio orchestrale e operistico.
Ha diretto varie orchestre tra cui: Orchestra Sinfonica del Brasile, Orchestra
del Teatro Nazionale di Brasilia, Orchestra Sinfonica Nazionale del Cile, Orchestra Sinfonica di Xalapa, Orchestra del
Teatro Comunale di Bologna, Orchestra
Sinfonica di Galicia, Haydn Chamber
Orchestra di Londra e Orchestra del Festival Eleazar de Carvalho in Brasile.
Il successo ottenuto al Glimmerglass
Opera Festival nel 2000, dove ha iniziato
la sua carriera operistica, lo ha portato a
lavorare per altri importanti teatri; tra
questi il Teatro Real di Madrid, il Teatro
Calderón di Valladolid e la Commonwealth Opera in Massachusetts. Ha assistito
il compositore Anton Coppola, nella
prima dell’opera Sacco e Vanzetti ed
ha ideato, in collaborazione con l’attrice C. Bermejo, lo spettacolo per bambini www.mozart.deus, prodotto dal
Teatro Calderon di Valladolid.
Ha iniziato gli studi musicali in Brasile,
al Conservatorio Pernambucano de Musica di Recife, la sua città natale, dove si
è diplomato in pianoforte. Si è quindi trasferito in Europa, perfezionandosi nel suo
strumento alla Music Akademie di Zurigo
e alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna, dove ha studiato
anche composizione. Si è infine trasferito
negli Stati Uniti ultimando gli studi di direzione d’orchestra alla Yale University.
Lanfranco Marcelletti, Jr.
L'Orchestra Sinfonica Rossini (maggiori
dettagli p. 50) è presente alla serata con
una validissima selezione dei suoi migliori
archi, ad ulteriore dimostrazione della
qualità, disponibilità e versatilità che la
compagine pesarese può mettere a servizio dei teatri della provincia e non solo.
Numerosi sono i premi e riconoscimenti ottenuti: ha vinto i concorsi “Giovani Direttori”, promosso dall’Orchestra
Sinfonica del Cile (1998) e, come pianista, “Giovani Solisti di Roma” (1988); è
stato nominato “Giovane Direttore
dell’Anno” dall’Associazione di Critici
d’Arte di San Paolo del Brasile (1998); ha
ricevuto della Yale University il Dean’s
Prize (1996) e il Premio intitolato a Eleazar
de Carvalho (1997), compositore e direttore d’orchestra brasiliano considerato
sua guida e mentore. Ha ricevuto inoltre
una menzione speciale rilasciata dall’Assemblea dello Stato di Pernambuco
per la sua attività di promotore della musica classica.
Direttore musicale dell’ottima Cayuga
Chamber Orchestra di Ithaca, è anche
professore di direzione d’orchestra e direttore della University Orchestra all’Università del Massachusetts di Amherst.
Invitato nel 2004 a Pesaro per dirigere
“Il Viaggio a Reims” al Rossini Opera Festival, vi ha diretto l’anno successivo
anche la farsa “Arrighetto” di Carlo
Coccia, e vi ricopre la carica di assistente del celebre maestro e musicologo Alberto Zedda nella direzione della
prestigiosa Accademia Rossiniana.
55
lunedì 10 agosto
ore 22,15 Castello della Pieve
UN PENTAGRAMMA DI STELLE: ispirazioni celtiche sotto
la torre medievale nella notte di San Lorenzo
InChanto
Michela Scarpini
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . voce
solista, percussioni
Giampiero Allegro
. . . . . . . . . . flauti
dolci, clarinetti, tin whistles
Franco Barbucci
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violino,
cori
Marco Del Bigo
. . . . . . . . . . . . . . . . chitarra-liuto, cetera, arpa
. . . . . . . . . . . . . . .bodhràn, darbouka, cori
Cesare Guasconi
. . . . . . . . . . . . . . . ghironda, tastiere, dulcimer
. . . . . . . . . . . . . .epinètte, harmonium, cori
n caratteristico borgo di origine
medievale, in cui i lavori di recupero che lo stanno restituendo
alla fruizione e godibilità di abitanti ed
ospiti occasionali hanno raggiunto una
fase molto avanzata, è uno dei nuovi
palcoscenici insoliti aggiunti tra quelli
promossi da Musica&Musica che, proprio nella valorizzazione di angoli e monumenti di Mercatello e del suo intorno
trova uno dei suoi fondamentali e più significativi motivi ispiratori e fini.
Occasione per questa nuova proposta è l’ormai tradizionale passeggiata
che si svolge ogni anno nella romantica
Notte di San Lorenzo. Ideata in un primo
momento dalla Pro-Loco Mercatellese e
ormai da anni organizzata con crescente successo dall’associazione Arte
e Altro (a cui rivolgersi per le iscrizioni telefonando al 3208935754), la camminata lungo gli agevoli e sicuri sentieri
naturalistici che circondano la cittadina
dell’alta Valle del Metauro si snoda,
U
56
senza difficoltà alcuna, attraverso paesaggi suggestivi, a diretto contatto con
la ricca flora e fauna appenninica.
Si parte circa alle ore 19:00 dal centro
di Mercatello: Piazza G. Garibaldi. Le
esperte e preparate guide sapranno indicare ed evidenziare ai partecipanti
tutto quello che si incontrerà e scorgerà
lungo il cammino non tralasciando ovviamente una sosta per poter ammirare,
lontano da fonti di inquinamento luminoso, lo spettacolo della volta celeste
solcata dall’emozionante scie delle Perseidi o Lacrime di San Lorenzo.
Non mancherà una lettura guidata
della mappa stellare, della quale verranno evidenziate, osservate ed illustrate
le principali costellazioni, prima dell’arrivo - previsto alle ore 10:00 - e del ristoro
offerto dagli organizzatori a Castello
della Pieve; luogo a cui potranno agevolmente accedere anche gli spettatori
che non abbiano voluto o potuto partecipare all’escursione a piedi.
Mercatello, sullo sfondo Castello della Pieve
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Castello della Pieve
spazio, regalando sensazioni amplificate
dal luogo così carico di storia in cui si
tiene e si vive il concerto.
Attraverso i testi e le musiche il gruppo
elabora un repertorio di propria composizione profondamente ispirato dalla loro
regione d’origine: quella Toscana apparentemente così lontana ma, nella realtà, così vicina da scorgerne il confine,
laggiù sulle cime dell’Appennino che
sbarra lo sfondo; quello stesso confine
per il cui controllo fu elevata la torre che
domina strumentisti e spettatori.
La ricerca degli InChanto ben si
adatta al nostro territorio di confine, depositario di una cultura propria, profonda e radicata, ma anche luogo di
accoglienza per culture dalle quali ha
assorbito e con le quali si è incrociato e
confrontato nel corso dei secoli.
Qui, ai piedi della torre medievale imponente vedetta sul confine fra Bizantini e Goti, estrema difesa della Pieve di
San Pietro d’Ico, testimone muta delle
antiche trame politiche fra guelfi e ghibellini che portarono all’esilio di Dante
Alighieri da Firenze, espressione della
fede degli abitanti che la mutarono in
campanile, segno della decadenza,
abbandono e rinascita del borgo - in
uno scenario magico che domina la nascente Valle del Metauro e si perde nell’immensità del cielo stellato, si esibirà il
gruppo musicale InChanto; nome che
già da solo ben sintetizza la sua proposta musicale e l’affinità con lo spirito e le
intenzioni della serata.
Quella proposta dagli InChanto, affermato gruppo senese composto da cinque superbi musicisti, è infatti musica
d’autore che, coadiuvata dal suggestivo intorno, saprà far perdere ai presenti la cognizione del tempo e dello
58
interpreti
InChanto
InChanto si forma nei primi anni ‘90
grazie alla comune passione dei suoi
componenti per la musica antica e per
le sonorità della musica tradizionale.
Sin dall’inizio l’obiettivo ben definito è
stato quello di elaborare un repertorio di
propria composizione profondamente
ispirato dal luogo di origine: le terre di Toscana. Toscana sentita come terra di
partenza e appartenenza e vista come
depositaria di una forte cultura identificativa, ma anche come terra di passaggio e di ospitalità.
I brani del gruppo, quindi, sono scaturiti non tanto dall’esigenza di una ricerca
strettamente filologica o di maniera,
quanto dal desiderio di proporre una
musica d’autore che affondi le sue radici nel folk europeo (irlandese, bretone,
occitano) come nella cultura musicale
e letteraria del Rinascimento italiano.
Negli anni successivi il maggior spazio
concesso a nuovi strumenti (clarinetto,
ghironda, arpa, dulcimer) ha reso possibile, pur mantenendo intatta l’ispirazione iniziale, la sperimentazione di
nuove soluzioni compositive e timbriche.
Il risultato di questo percorso musicale e
letterario è un’alchimia sonora che, filtrata attraverso una sensibilità mediterranea, evoca atmosfere in equilibrio tra
antico e moderno, colto e popolare, e
dà vita ad un impasto essenziale ed originale di forte impatto emotivo.
Nel corso degli anni InChanto ha partecipato ad importanti manifestazioni
nell’ambito della musica etnica, classica o d’autore, nonché a festivals nazionali e stranieri. Brani ed interviste sono
stati trasmesi su emittenti radio e TV italiane ed estere.
Da sempre il gruppo ha cercato di coniugare la propria musica con altre
espressioni artistiche.
Con questo intento sono nati gli spettacoli teatrali: "Qual Dissono Concento"
(1995), “Mosè” (1997) con l’attrice Paola
Lambardi su testo della poetessa M.T.
Scibona, “Controluce” (2007) e “Muliermada” (2008) sempre con Paola Lombardi, fino ad arrivare a “…E il pianto si
mutò in canto..” (Poggio a Caiano 2007
- Bagno Vignoni 2008): una sintesi di
danza, musica e recitazione, ispirata al
poemetto “Ambra” di Lorenzo il Magnifico, con la partecipazione dell’attrice
Pamela Villoresi.
La discografia conta quattro album:
Ludus Venti (1999) Muliermala (2000),
Amors (2002), Città sottili (2006).
Quest’ultimo disco ha ottenuto ottime
recensioni dalla stampa specializzata
italiana ed estera: la rivista svedese
“Lira” e quella francese "Trad Magazine"
hanno voluto premiare “Città sottili” rispettivamente con la “Stella” di merito
e con il "Bravo".
InChanto
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mercoledì 12 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: vivere un museo divertendosi - Bizet, Grieg, Telemann, Bach, Mozart, Offenbach,
Mendelssohn, Mascagni, Rossini, Haendel
Orchestra Sinfonica Rossini
Coro Polifonico Icense
Ferdinand von Bothmer
Lanfranco Marcelletti
Georges Bizet (1838-1875)
da Carmen - 1875
- Prélude
preludio, atto I
- La fleur que tu m’avais jetée
aria di Don José, atto II
Edvard Grieg (1843-1907)
da Peer Gynt - 1876
- Morgenstimmung preludio, atto IV
- In der Halle des Bergkonigs
coro, atto II
Georg Philipp Telemann (1681-1767)
dal Concerto per tromba in Re magg.
- Adagio
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
dalla Cantata BWV 140 - 1731
- Zion hört die Wächter singen
. . . . . . . direttore
Jacques Offenbach (1819-1880)
da Orphée aux enfers - 1858
- Ouverture
Felix Mendelssohn Bartholdy(1809-1847)
da Ein Sommernachtstraum - 1843
(Sogno di una notte di mezza estate)
- Intermezzo
atto II - atto III
Pietro Mascagni (1863-1945)
da Cavalleria rusticana - 1890
- Intermezzo
Gioacchino Rossini (1792-1868)
da La scala di seta - 1812
- Ouverture
da Semiramide - 1823
- La speranza più soave
corale
aria di Idreno con coro, atto II
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
da Le Nozze di Figaro - 1786
- Ouverture
Georg Friedrich Haendel (1685-1759)
dal Messiah - 1741
- Hallelujah
coro, parte II
roiettato verso un futuro che lo
vedrà nei prossimi anni sempre
più impegnato come guida e riferimento della vita culturale dell’alta
valle del Metauro, il Museo di San Francesco accoglie ancora una volta nel
suo spazio maggiormente rappresentativo, la Chiesa di San Francesco, un prestigioso, brillante, imperdibile concerto a
conclusione della stagione musicale
ideata proprio per la sua valorizzazione.
Di nuovo un’occasione per immergersi nella storia e nella cultura che trasuda dalle pietre e dalle preziose opere
d’arte conservatevi. Un’opportunità diversa per gustare la struttura museale
esclusivamente per svago e diletto, rimandando eventuali approfondimenti
a visite o studi successivi e scoprendo, se
ve ne fosse ancora bisogno, come può
essere divertente un museo; ancora dai
più assimilato all’aggettivo contrario.
P
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Don José
La fleur que tu m'avais jetée
dans ma prison m'était restée,
flétrie et sèche, cette fleur
gardait toujours sa douce odeur;
et pendant des heures entières,
sur mes yeux, fermant mes paupières,
de cette odeur je m'enivrais ...
et dans la nuit je te voyais!
Je me prenais à te maudire,
à te détester, à me dire:
pourquoi faut-il que le destin
l'ait mise là sur mon chemin?
Puis je m'accusais de blasphème,
et je ne sentais en moi-même,
je ne sentais qu'un seul désir,
un seul désir, un seul espoir:
te revoir, ô Carmen, oui, te revoir!
Car tu n'avais eu qu'à paraître,
qu'à jeter un regard sur moi,
pour t'emparer de tout mon être ...
ô ma Carmen!
Et j'étais une chose à toi!
Carmen, je t'aime!
Don José
Il fiore che m’avevi gettato,
m’era rimasto nella mia prigione,
vizzo e appassito, questo fiore
serbava sempre il suo dolce profumo;
e durante lunghe ore,
chiudendo le palpebre sugli occhi,
m’inebriavo di quell’odore ...
e ti vedevo nelle notti!
Mi mettevo a maledirti,
a detestari, a dirmi:
perchè il destino ha voluto
metterla sul mio cammino?
Poi mi dicevo blasfemo,
e non sentivo in me,
non sentivo che un desiderio,
un desiderio solo, una speranza sola:
rivederti o Carmen, si rivederti!
Ché t’era bastato apparire,
gettar su me un solo sguardo,
per impadronirti di tutto il mio essere ...
ho Carmen mia!
Ed ero una cosa tua!
Carmen, io t'amo!
Edvard Grieg
rica Carmen di Bizet. Composto a posteriori per indicare allo spettatore il percorso del dramma, anticipa l'affollata e
vivace plaza de toros, prima di piombare in un Andante che allude alla protagonista e che risucchia in maniera
implacabile la sezione precedente.
Tale clima viene ripreso nella celeberrima e dolcissima aria di Don José: La
fleur que tu m’avais jetée, duro banco
di prova per generazioni di tenori. Protagonista è il fiore d’acacia che Carmen
gli aveva gettato sulla piazza di Siviglia,
un fiore rinsecchito da due mesi di galera e che Don José estrae, dopo essere
stato insultato dall’amata, per dedicarle
una delle più belle dichiarazioni
d’amore che mai uomo abbia rivolto a
una donna.
Georges Bizet
In quest’ottica anche il programma
della serata non ha fili conduttori. Così
come il museo conserva opere di autori,
tipologie, materiali, epoche e gusti diversi, la scaletta dei brani proposti svaria
nel repertorio musicale attingendo qua
e là delle perle amatissime e conosciutissime con il solo scopo di lasciare nella
mente dei presenti un’indelebile immagine e sensazione di meraviglia; una
amalgama e simbiosi riuscitissima tra la
superba scena ed i suoni che la stessa,
in un mirabile e sorprendente gioco di rifessioni, diffrazioni, rifrazioni e assorbimenti, restituisce alla platea.
L’apertura è particolarmente significativa, un’esplosione di suono e ritmo rilasciata dall’improvviso attacco gioioso
del Preludio che introduce all’opera li-
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Nell'antro del re della Montagna (In
der Halle des Bergkonigs) la musica si
presenta molto diversa, il tema si annuncia con toni eseguiti da strumenti dal
tono grave (fagotti, violoncelli e contrabbassi) e pian piano si espande ai registri più alti dell'orchestra; l'atmosfera
musicale diventa gradatamente sempre più tesa ed infuocata, rappresenta
l'ostilità dei troll, creature mostruose di
Tolkeniana memoria che abitano i boschi e delle quali si odono voci e urla nell’oscurità. I troll vorrebbero sottomettere
Peer Gynt alle loro leggi crudeli durante
il suo passaggio nel loro regno maligno.
Il suono soave del familiare e evocativo Mattino del compositore norvegese
Grieg, ci introduce ad un’altra pietra miliare dello spettacolo musicale: dopo
l’opera lirica francese le musiche di
scena per un dramma letterario nordico
adattato con difficoltà al palcoscenico;
quello dedicato alle avventurose e fantastiche peregrinazioni del sognatore
Peer Gynt, scritte in versi da Henrik Ibsen.
Qui i mirabolanti e fiabeschi viaggi del
protagonista sono accompagnati dai
brani composti da Grieg che, vista la difficoltà nell’allestimento ed il successo
delle musiche, cominciarono a vivere indipendentemente dal dramma fino a
sfociare in due suite sinfoniche di quattro
episodi ciascuna. I brani che ascolteremo, famosissimi per le loro molteplici rivisitazioni e utilizzi - basti pensare alla
carrellata che viene data del secondo
nella sigla televisiva del programma di
Philippe Daverio: Passepertout - aprono
e chiudono la Suite n. 46, anche se la
versione di Nell'antro del re della montagna in programma è quella originale,
poco eseguita, con l’esplosione del
coro dei troll nel finale che chiude l’impressionante crescendo. Il Mattino (Morgenstimmung) è il brano più popolare,
caratterizzato da un tema idilliaco attraverso il quale Grieg rappresenta il sorgere del sole nella foresta; la melodia è
lieta, semplice ed orecchiabile, di carattere sognante, una linea eseguita inizialmente dal solo flauto, ripetuta dall'oboe
e poi dagli archi in un crescendo di
ampio respiro che, accompagna il protagonista della favola in una passeggiata tranquilla e rilassante nella brezza
dell'aria mattutina.
die hoftrolle
schlachtet ihn ab! betort hat der christ
des bergkönigs wonnigste maid!
ein junger troll
ob ich ihn in den finger schneid?
ein anderer
darf ich ihn an den haaren reissen?
eine trolljungfer
lasst mich ihn in den schenkel beissen!
trollhexe (mit kochlöffel)
dafern er in salzlaug zu pökeln ist...?
eine andere (mit schlächtermesser):
soll ich ihn am spieß braten oder im hafen
schmoren?
62
Johann Sebastian Bach
Georg Philipp Telemann
Con lo struggente e malinconico
Adagio dal Concerto per tromba in Re
maggiore di Telemann cambiamo ancora una volta rotta, genere e paese. Il
grande compositore tedesco, contemporaneo di Bach ed Haendel, è in questo caso chiamato in causa per un
omaggio che attraverso le sue note si
vuol fare a Fabrizio De André; nel decimo anniversario dalla scomparsa. Il
cantautore genovese scelse infatti proprio questo inconfondibile movimento
Senza abbandonare la musica barocca tedesca il nostro Coro Polifonico
Icense, continuando nella sua lettura
dei corali di Bach, ci proporrà un’altro
capolavoro dell’immensa produzione
del compositore: Zion hört die Wächter
singen dalla Wachet auf, ruft uns die
Stimme BWV 140, una delle sue più belle
e famose cantate, scritta per la domenica in cui il vangelo narra la parabola
delle Vergini sagge e stolte.
Zion hört die Wächter singen,
Das Herz tut ihr vor Freuden springen,
Sie wachet und steht eilend auf.
Ihr Freund kommt vom Himmel prächtig,
Von Gnaden stark, von Wahrheit mächtig,
Ihr Licht wird hell, ihr Stern geht auf.
Nun komm, du werte Kron,
Herr Jesu, Gottes Sohn!
Hosianna!
Wir folgen all
Zum Freudensaal
Und halten mit das Abendmahl.
Sion ode le guardie cantare,
il suo cuore è pieno di gioia,
si sveglia e si leva di fretta.
Il suo sposo scende glorioso dal cielo,
forte nella misericordia, potente nella verità,
la luce di Sion brilla, la sua stella sorge.
Ora vieni, o corona preziosa,
Signore Gesù, Figlio di Dio!
Osanna!
Tutti ti seguiamo
nella sala della gioia
per prendere parte alla cena.
A conclusione delle prima parte del
concerto non poteva mancare il compositore divino; Mozart, rappresentato
da una delle sue pagine sinfoniche tra
le più ispirate e scintillanti, destinata ad
aprire, introdurre e anticipare i temi di
uno dei capolavori assoluti del teatro lirico: Le nozze di Figaro, unanimemente
considerato uno degli esempi più perfetti di drammaturgia musicale. La Sinfonia, anche se perfettamente adeguata
al tema e ai personaggi del libretto di
Da Ponte, rimane fondamentalmente
un pezzo a sè che può essere ascoltato
autonomamente nella sua completezza
pur anticipando la freschezza e vivacità
delle pagine seguenti.
Nella seconda parte si riparte subito
alla grande, in maniera ancor più sfavillante della prima, con il breve ma estremamente coinvolgente movimento che
chiude l’Ouverture dell’operetta Orfeo
all’Inferno (Orphée aux enfers) di Offenbach; graffiante e riuscitissima satira dell’antichità e dell’opera settecentesca.
Esempio illustre ne è il brano che ascolteremo, ripreso in seguito durante lo
spettacolo teatrale quando il minuetto
ballato da Giove si trasforma man mano
in una danza sempre più sfrenata; il famoso cancan con il quale la musica è
da allora identificata, e capace di simboleggiare con le sue sole note l’essenza stessa della Bella Epoque.
Jacques Offebach
Wolfgang Amadeus Mozart
per cucirgli indissolubilmente addosso
un suo testo poetico e ottenere così uno
dei suoi successi più noti: La canzone
dell’amore perduto, toccante esempio
di come la musica non conosca limiti di
tempo o possa essere semplicemente
relegata e definita da etichette, generi
e confini troppo nitidi, ma faccia al contrario parte della stessa grande famiglia,
come la nostra rassegna cerca fin dalla
sua impostazione iniziale di predicare.
63
Felix Mendelssohn Bartholdy
64
Pietro Mascagni
L’amatissimo Rossini irrompe ora nuovamente nei nostri programmi con l’inventiva ed energia che caratterizza in
particolar modo i suoi anni giovanili. Lo
fa con l’Ouverture della farsa comica La
scala di seta che, al contrario del proseguo dell’opera, ripresa solamente nel
secondo dopoguerra, rimase sempre
nel repertorio sinfonico per le sue riconosciute qualità. Essa è infatti una splendida pagina dove il dinamismo e lo
scatto ritmico sono accompagnati da
una straordinaria freschezza melodica
che immette nel clima di vitalità gioiosa
della farsa, il cui ritmo drammaturgico si
svolge su una vorticosa rapidità di scansione del tempo musicale.
Da una delle prime brevi e geniali
farse scritte dal pesarese per il piccolo
teatro San Moisè di Venezia passiamo
ora a quella che rappresenta il precoce
congedo di Rossini dall’Italia, il suo testamento estetico, la formalizzazione di un
modello di opera dalle proporzioni perfette: Semiramide; elaborazione di una
forma di opera talmente idealizzata da
non avere precedenti, come ben evidenziato dall’aria di Idreno La speranza
più soave che ascolteremo. Nella lunghissima opera scritta per il Teatro La Fenice, anch’esso veneziano, rispetto alle
fonti letterarie originali (Voltaire) è infatti
introdotto questo nuovo personaggio,
un principe indiano innamorato della
principessa babilonese Azema. Essa non
ha alcun rilievo nell’opera e sembra
comparire più che altro per dare senso
alla presenza di Idreno e dar sfoggio a
quest’ultimo di intonare bellissime arie
tenorili, più che per una propria necessità drammaturgica.
Il clima viene rasserenato dalle musiche create per il balletto Sogno di una
notte di mezza estate da Mendelssohn,
del quale ricorre il bicentenario dalla nascita. La misteriosa e magica commedia
scaturita dal genio di Shakespeare è accompagnata in scena dai temi musicali
creati dalla fantasia e arguzia del compositore. Come il resto della partitura,
ora silente ed immota sotto le occhiate
delle stelle e della luna, ora fremente dei
sussurri di elfi e fate, anche l’Intermezzo,
unica pagina amorosa del Sogno, riflette una infinita pace notturna che a
tratti vibra dei mille brividi del bosco.
Tutt’altro personaggio è il compositore
livornese Pietro Mascagni. Figura controversa nella maturità - vissuta in un periodo storico non dimenticato e da non
dimenticare - seppe al suo esordio dipingere quel grande affresco popolare
che è Cavalleria rusticana; spartiacque
nell’evoluzione del melodramma di fine
Ottocento e che grazie all’enorme successo gli regalò fama in vita e un posto
indelebile fra i grandi musicisti. Prova
tangibile delle spiccate capacità compositive dell’autore è l’Intermezzo in programma, squarcio sinfonico fra le due
scene che compongono l’unico atto
dell’opera, inserito quasi a dimostrazione della modernità che, sull’esempio
wagneriano, affidava all’orchestra un
ruolo di spicco nella rinnovata concezione dell’opera in musica. Pezzo sinfonico ricco di sensuale empito melodico,
amatissimo e commovente, denuncia
una straordinaria inventiva musicale e
possiede un forte impatto emotivo che
saprà certamente coinvolgere i presenti
prima della parte finale del concerto.
tato con l’estratto più conosciuto dal
suo Messiah; complesso, maestoso e impegnativo oratorio sulla redenzione cristiana, con oltre 140 minuti di musica
composti in soli 24 giorni. Il lavoro ebbe
un così enorme successo di pubblico
che per guadagnare spazio nel teatro
tutte le dame furono invitate a non indossare abiti ingombranti e gli uomini a
rinunciare alla spada. L’Hallelujah in programma, come altri brani dell’oratorio
ispirati a proprie composizioni d’amore
e a formule operistiche, seppur basato
su profezie bibliche e meditazioni sulla
venuta del Cristo Salvatore, è la revisione corretta di una precedente creazione nella quale un pagano rendeva
grazie al dio Bacco. Il sontuoso inno di
giubilo, a cui si deve in gran parte la fortuna e la fama del Messiah, celebra la
maestà divina con un crescendo di fervore, fino a scioglersi in una travolgente
acclamazione.
Idreno
La speranza più soave
Già quest'alma lusingava;
E l'istante s'appressava
Più felice pel mio cor:
Te mia sposa, a questo seno...
Coro di donzelle
Vieni, Azema...
Coro di grandi e indiani
Vieni, Idreno.
Donzelle
Là nel tempio...
Grandi e indiani
A piè dell'ara...
La Regina là si rende,
Là, con lei, v'attende amor.
Idreno
Ah! sì: andìam... Ma tu sospiri?...
Par che il pianto celi a stento!...
(Ah! ti frena in tal momento,
O geloso mio furor!)
Coro
Al più tenero contento
S'abbandoni il vostro cor.
Idreno
Si, sperar voglio contento:
A chi t'ama cederai;
M'amerai... dividerai
Di quest'anima l'ardor
E con me delirerai
Nei trasporti dell'amor.
Coro
Si - l'amor consoli omai
Di vostr'anime l'ardor.
Testo originale:
Hallelujah, for the Lord God Omnipotent
reigneth, Hallelujah!
The kingdom of this world is become
the kingdom of our Lord and of His Christ
and He shall reign for ever and ever,
Hallelujah!
King of Kings, and Lord of Lords,
and He shall reign for ever and ever,
Hallelujah!
A chiusura del concerto, celebrandosene quest’anno i 250 anni dalla morte,
non ci si poteva esimere da un ricordo
per quello che Beethoven definì il più
grande compositore che sia mai vissuto:
Haendel. Ancor oggi idolatrato come
una pop star, unico musicista al quale è
stata dedicata una statua in vita, il compositore inglese, scelto anche per l’inno
della Champions league, è rappresen-
Georg Friedrich Haendel
Gioacchino Rossini
Testo tradotto:
Hallelujah, per il Signore Onnipotente
che regnerà, Hallelujah!
Questo mondo è diventato il regno
del nostro Signore e di suo Figlio Gesù Cristo,
ed egli vi regnerà per sempre, Hallelujah!
Re dei Re e Signore dei Signori,
ed egli vi regnerà per sempre, Hallelujah!
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interpreti
Orchestra Sinfonica Rossini
L'Orchestra Sinfonica G. Rossini (maggiori dettagli p. 50) è stata scelta come
orchestra dell’intera stagione concertistica e questa sera è nuovamente protagonista, con il suo nutrito e qualificato
organico, per il concerto conclusivo e
più atteso.
Coro Polifonico Icense
Il Coro Polifonico Icense si è costituito
da quasi trent’anni, nel 1980, grazie alla
passione per la musica e il canto di molti
Mercatellesi e all’opera generosa di don
Adamo Lucciarini. Dopo una lunga interruzione, l’entusiasmo e la volontà di
alcuni suoi componenti e del presidente
attuale, Fabio Bricca, hanno permesso
al coro di ricostituirsi nel 2004.
La corale, costituita da circa 35 elementi e diretta dal Maestro Guerrino
Parri, nel suo pur breve periodo di vita,
ha avuto l'onore, grazie alla preparazione di un repertorio sacro di grande
qualità e alla preziosa collaborazione
musicale con l'organista Lorenzo Antinori, di esibirsi in importanti chiese; tra le
altre: la Basilica di San Pietro in Vaticano,
la Basilica Inferiore di San Francesco in
Assisi, la Basilica della Santa Casa di Loreto, la Basilica Cattedrale di Urbino e il
Duomo di Orvieto. L’entusiasmo e il consenso unanime hanno spinto la corale
ad organizzare rassegne corali nella
chiesa di San Francesco in Mercatello
sul Metauro, dove si sono esibite assieme
ad essa corali nazionali di grande valore
e spessore.
Lo studio di un repertorio che spazia
tra vari generi musicali di epoche diverse ha consentito inoltre al Coro Polifonico Icense di partecipare alla stagione
concertistica regionale I colori della Musica, alla Rassegna Corale Autunnale
della città di Pergola, alla Rassegna Nazionale Cantar la Voce nella città di Urbania e di esibirsi con successo durante
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il festival estivo - Musica&Musica: tempi
luoghi e culture a confronto - di cui è diventata una delle colonne portanti e
durante la quale si è esibita anche con
l’accompagnamento dell’Orchestra da
Camera delle Marche diretta dal Maestro Antonio Cavuoto (2006) e dell’Orchestra Sinfonica Rossini diretta dal
Maestro Daniele Agiman (2008).
Oggi la corale vive con crescente entusiasmo la propria evoluzione artistica
musicale, aperta a future importanti collaborazioni, come quella che la vedrà
impegnata nella serata assieme all’Orchestra Sinfonica G. Rossini ed al tenore
Ferdinand von Bothmer.
Lanfranco Marcelletti, Jr.
Il talentuoso direttore d’orchestra brasiliano (maggiori dettagli pag. 55) è
chiamato a dirigere anche questo concerto conclusivo che si è riusciti a portare in scena soprattutto grazie alla sua
disponibilità, competenza e amicizia dimostrata alla nostra modesta stagione
concertistica, che con lui condivide
l’entusiasmo e l’amore per la musica.
Coro Polifonico Icense
Ferdinand von Bothmer
Nato a Monaco, ha condotto i propri
studi musicali all’Hochschule di Vienna
dove, dal 1999, è stato membro della
Volksoper, debuttando in diversi ruoli
principali del repertorio tedesco.
La sua carriera internazionale decolla
immediatamente: Innsbruck, Opera di
Lipsia, Festival di Mörbisch (Vienna). Nel
2002 viene invitato da Placido Domingo
alla Washington Opera per interpretare
Jaquino nel Fidelio di Beethoven, ruolo
che esegue subito dopo anche al Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione
del Maestro Riccardo Muti.
Fra i numerosi teatri nei quali si è esibito, si segnalano: l’Opera di Zurigo,
l’Opera di Nancy, l’Opera di Roma, i
teatri di Amburgo e Dusseldorf, il Théatre
Royal de la Mannaie, il Teatro Regio di
Torino e il Tokyo Opera.
Recentemente è stato ospite della
Volksoper di Vienna per una produzione
di Mozart e Salieri (Rimski-Korsakov). Ha
cantato inoltre Idomeneo a Wiesbaden
e a Vienna, Die Schuldigkeit des ersten
Gebots di Mozart al Rossini Opera Festival e Il ratto del serraglio, nel ruolo di Belmonte, con i Göttinger Symphoniker.
Ferdinand von Bothmer è anche attivo nel repertorio liederistico - ha inciso
per la Naxos il CD 29 della Shubert Lied
Edition - e da concerto in generale.
È stato ospite, tra gli altri, al prestigioso
Festival di Salisburgo - Ouvertüre zu Manfred di Schumann - sotto la bacchetta di
Ivor Bolton e alla Bachakademie Stuttgart sotto la guida di Helmut Rillling. Ha
tenuto numerosi Concerti con la Bayerischer Rundfunk, eseguendo, tra l’altro,
Die lustigen Weiber von Windsor di Otto
Nicolai, del quale è stato realizzato
anche il CD.
Grazie al suo talento, dopo essere
stato selezionato dal Maestro Alberto
Zedda per la prestigiosa Accademia
Rossiniana di Pesaro, ha registrato con il
noto direttore d’orchestra La donna del
lago di Gioacchino Rossini nel ruolo di
Rodrigo, interpretata anche a Mercatello nella stagione 2008.
Fra gli ultimi impegni, ricordiamo il
ruolo di protagonista nel rossiniano Le
nozze di Peleo e Teti al Rossini Opera Festival di Pesaro, dove è stato anche
Otello nel 2007 e Pilade nell’edizione di
Ermione del 2008, l’interpretazione in
Wiener Blut di Johann Strauß a Nancy, la
partecipazione a Il barbiere di Siviglia
alla Volksoper di Vienna e a La Juive allestita a Stoccarda, nonchè l’interpretazione di Jago nell’Otello rossiniano della
tournée giapponese che lo spettacolo
di Giancarlo Del Monaco realizzato per
il festival pesarese nel 2007 ha effettuato
lo scorso inverno.
Ferdinand von Bothmer
Giovan Francesco Guerrieri, San Filippo Neri, tela (1647), part. di unangelo musicante che suona il liuto
Chiesa di Santa Maria del Metauro
amici e sostenitori
nche nel 2009, per la quarta
volta dalla sua riapertura e riallestimento post-sisma, il Museo
di San Francesco, con l’organizzazione
dell’Associazione Pro Loco Mercatellese
e l’essenziale sostegno del Comune di
Mercatello sul Metauro e della Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro, ospiterà la stagione concertistica
“MUSICA&MUSICA: tempi, luoghi e culture a confronto”, volta a promuovere e
valorizzare il ricco patrimonio storico-artistico dell’istituzione museale, del centro
storico e del territorio circostante.
Essendo tale iniziativa inserita fra
quelle promosse dal museo, gli amici e i
sostenitori dello stesso avranno diritto ad
accedere gratuitamente a tutte le serate in programma.
Invitiamo pertanto anche lei, gentile
lettore, fruitore e spettatore, ad entrare
da subito a far parte del gruppo di persone che sostengono il Museo di San
Francesco e le sue attività o di regalare
questa opportunità ad altri a lei vicini.
A
•usare l’audioguida per la visita del
museo e del centro storico di Mercatello
con solo 1,00 Euro;
•usufruire di uno sconto del 10% su tutte
le pubblicazioni in vendita al bookshop
del museo;
•entrare gratuitamente ad ogni concerto previsto da Musica&Musica 2009
(dovrà solo essere confermata la presenza e scelto il posto preferito);
•ricevere il programma dei concerti e ritirare senza nessuna spesa il programma
di sala all’inizio degli spettacoli;
•trovare stampato sul suddetto programma e pubblicato sulle pagine web
di Musica&Musica il proprio nome (purché comunicato in tempo utile);
•prenotare biglietti per i familiari o ospiti,
con una settimana di anticipo rispetto
alla messa in vendita al pubblico (fino
ad un massimo di quattro per ciascuno
spettacolo).
I titolari della tessera socio ordinario*,
valida per tutto il 2009, personale e non
trasferibile, potranno:
•visitare ogni volta che vorranno, gratuitamente, il Museo di San Francesco;
Gli enti, privati o attività commerciali
che diventano socio sostenitore*, invece, otterranno:
•quattro tessere non nominative (potranno essere cedute di volta in volta a
dipendenti, amici, clienti, ospiti, ecc.)
che daranno diritto alle stesse agevolazioni e benefici riservati ai soci ordinari.
Soci ordinari
Soci sostenitori
Catuogno Ilda
Ciocchetti Claudio
Contarelli Pierluigi
Ferri Dino
Filomena Daniela
Gazzaneo Lucia Francesca
Gentili Emanuela
Gostoli Renata
Lazzari Elizio
Ligi Lanfranco
Montagna Luciano
Muccioli Flavio Mario
Parri Carmen
Ragnucci Gianfranco
Storti Livio
L’Arca di Noè, cartolibreria
c.so Bencivenni 45 - Mercatello sul Metauro (PU)
Arti Grafiche Stibu s.n.c.
via Molino del Signore 15 - Urbania (PU)
BCC Metauro
via G. Matteotti 4 - Orciano di Pesaro (PU)
Costruzioni Meliffi e Guidi s.n.c.
Via Michelangelo 83 - Urbania (PU)
Ferri e Muccioli architetti
via Raffaello Sanzio 18 - Urbania (PU)
La Grotta dei Folletti, agriturismo
loc. Bruciata 29/A - Mercatello sul Metauro (PU)
Meozzi Mobili s.n.c.
Via Roma 4, Pistrino - Citerna (PG)
* La quota stabilita nell’anno 2009 per i soci ordinari è di € 25,00. Per giovani sotto i 26 anni, componenti del Coro Polifonico Icense o della Banda Musicale di Mercatello, possessori di UNPLIcard
e soci Touring Club Italiano, tale cifra è ridotta ad € 20,00. Quella per i soci sostenitori è di € 150,00.
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Gli organizzatori si riservano di apportare al programma eventuali
variazioni imposte da ragioni tecniche o da cause di forza maggiore.
I posti per i concerti a pagamento, detratti quelli riservati agli abbonati, saranno acquistabili, fino ad esaurimento di quelli disponibili, a partire dallo stesso giorno della
settimana precedente la manifestazione musicale fino all’inizio dello spettacolo.
Per informazione, abbonamenti e biglietti: ProLoco Mercatellese, tel. 072289819
www.proloco-mercatello. it
[email protected]
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