AUSL RAVENNA Rassegna stampa del 30/08/2011 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE AUSL RAVENNA 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Disagi e problemi per i nuovi ticket? Segnalali nella rubrica dei commenti sul sito www.ilrestodelca... 6 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Nuovi ticket: una partenza tra file, dubbi e incertezze 7 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale Ticket, primo giorno di passione Ecco come fare per usare l'Isee 8 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna "Ticket? Colpa di Errani non di Berlusconi" 9 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna "Imposizione del Governo? No, abusi della Regione" 10 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli La Regione tratta ancora sui ticket 11 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna ) OSPEDALE «Ottimo reparto di cardiologia, ma vanno migliorati i p... 12 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna «Speculazioni sulla morte di Laura» La sorella della vittima accusa Ancisi 13 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Tutti i recapiti per consegnare i moduli 14 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Autocertificazione: le indicazioni dell' Ausl 15 30/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna La Provincia unica diventa "Romagna city" 16 30/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Nuovi ticket, file per ritirare i moduli 17 30/08/2011 Corriere di Romagna Lettere al corriere 18 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Primo giorno con largo afflusso ma senza caos 21 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna "Esami accurati per la paziente" 22 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna "Magici Mondi" alla Classense 23 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Ausl replica al medico "Quel codice verde non è mai stato rosso" 24 AREA VASTA E REGIONE 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Come cambia il ticket sanitario 26 30/08/2011 L'Informazione di Bologna 15mila chiamate a Cup 2000 27 SANITÀ NAZIONALE 30/08/2011 Corriere della Sera - ROMA Tbc, 52 i bimbi positivi si insedia la commissione 29 30/08/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE San Raffaele, debiti record da un miliardo e mezzo 30 30/08/2011 Corriere della Sera - MILANO L'OSPEDALE «DIFFUSO» 32 30/08/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE La battaglia del cavallo che liberò i malati di mente 33 30/08/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE Il Paese dei bambini obesi L'Italia prima in Europa 36 30/08/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE La clinica dove si curano i piccoli con latte e poca tv 38 30/08/2011 Il Sole 24 Ore I debiti del San Raffaele sfiorano quota 1,5 miliardi 39 30/08/2011 La Repubblica - Palermo Sanità, scatta la revoca per la gara sulle forniture 41 30/08/2011 La Repubblica - Napoli Medicina, oltre quattromila ai test 42 30/08/2011 La Repubblica - Roma Al via la commissione La Polverini tranquillizza "Non c'è un'epidemia" 43 30/08/2011 La Repubblica - Roma Allarme Tbc, altri 18 bambini positivi Si allarga il periodo, cinque nati a febbraio 44 30/08/2011 La Repubblica - Genova Regione, il Galliera non cura il mal di pancia 46 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Si possono consegnare i moduli anche in farmacia 47 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Tutti in fila per l'autocertificazione tra sportelli assediati e telefoni in tilt 48 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Ticket, Lusenti rassicura Pd e cattolici "Allo studio correttivi per le famiglie" 49 30/08/2011 La Repubblica - Nazionale Arriva dottor Skype cure, diagnosi e consulti navigano sullo smartphone 50 30/08/2011 La Stampa - NAZIONALE San Raffaele, bilancio choc una voragine di 1,5 miliardi 52 30/08/2011 Il Messaggero - roma Deceduta in ospedale indagati due medici 53 30/08/2011 Il Messaggero - roma Tbc, 52 i bambini contagiati positivi cinque nati a febbraio 54 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Cinquemila già in regola. Ma con l'Isee 55 30/08/2011 Il Secolo XIX - GENOVA All'Asl3 arriva Grossi l'esperta dei numeri 56 30/08/2011 Il Secolo XIX - GENOVA «I RISARCIMENTI PER I DISAGI DELLA GRONDA PER IL NUOVO OSPEDALE DEL PONENTE» 57 30/08/2011 Il Secolo XIX - GENOVA Galliera-Burlando, alta tensione 58 30/08/2011 MF Mistero Deloitte sul San Raffaele 59 AUSL RAVENNA 17 articoli 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 3 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Disagi e problemi per i nuovi ticket? Segnalali nella rubrica dei commenti sul sito www.ilrestodelca... Disagi e problemi per i nuovi ticket? Segnalali nella rubrica dei commenti sul sito www.ilrestodelcarlino.it/ ravenna AUSL RAVENNA 6 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 2 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuovi ticket: una partenza tra file, dubbi e incertezze Primo giorno di rincari per visite, ricette ed esami. A creare problemi FRANCESCO MONTI Di FRANCESCO MONTI COME forse era prevedibile, l'esordio del nuovo sistema di ticket regionali è stato piuttosto faticoso. Ieri, giorno di entrata in vigore dei rincari su prescrizioni di farmaci, visite ed esami specialistici, l'Ufficio relazioni con il pubblico dell'Ausl e i vari sportelli informazioni dell'azienda hanno avuto il loro da fare per rispondere ai dubbi dei cittadini. A creare problemi è soprattutto il meccanismo di autocertificazione del reddito: da ieri, gli appositi moduli sono disponibili nelle sedi Ausl, agli sportelli Cup, nelle farmacie e negli ambulatori, ma anche nelle sedi di Caf, patronati, sindacati e associazioni di categoria. Ricordiamo che, al di sotto dei 36.152 euro lordi, si è esenti da ticket su farmaci e visite, ma a dover essere calcolato è il reddito del nucleo familiare fiscale, composto da coniugi e familiari a carico. Deve essere presentato un modulo per ogni componente della famiglia. L'AZIENDA sanitaria - che parla di «maggior afflusso agli sportelli aziendali, ma senza particolari criticità» - fa sapere cho oltre 400 cittadini della provincia hanno già consegnato il modello di autocertificazione. E ricorda che chi è già esente dal ticket in base al reddito o all'età continuerà a non pagare. Lo stesso vale per i cittadini affetti da patologie croniche o invalidanti, per i quali, però, l'esenzione è limitata alle prescrizioni di specialistica ambulatoriale o di farmaci prescritti per la patologia che ha determinato la stessa esenzione. LE VOCI raccolte all'uscita del Centro medicina e prevenzione descrivono un certo disorientamento tra gli utenti, che cercano di raccapezzarsi tra fasce di reddito ed eventuali esenzioni. Alessandro Ruggeri non ha ancora provveduto a dotarsi del documento: «Ho chiesto qualche informazione, ma non ho ancora approfondito come vada calcolato il reddito. Non so se faccio parte della fascia di esenzione». Marco Fiore, invece, ha appena compilato il suo modulo di autocertificazione. «La procedura è un po' laboriosa - racconta - ma sono riuscito a sbrigarla. L'esenzione? Credo non riguardi me, sono al di sopra dei 36 mila euro». «Per ora ho solo dato un'occhiata ai cartelli informativi, ma non so molto di come funzionino i nuovi ticket - ammette Mirco Liverani. - Per quanto mi riguarda, non sono contrario a come sono state definite le fasce di reddito. L'autocertificazione? Ne so poco, ma dovrò informarmi presto. Spero sia un modo per ridurre code inutili». ANGELINA Rossi e il figlio Boris Gatta si sono presentati al Cmp per una visita prenotata da tempo (e quindi pagata secondo i vecchi criteri), ma ne hanno approfittato per ritirare gli appositi moduli. «Ora li leggeremo, e cercheremo di capire in che fascia di reddito rientriamo» spiegano. Ettore Baccarini, invece, ha già avuto un 'incontro ravvicinato' con il nuovo sistema: «Insomma devo portare sempre con me questo modulo? Che seccatura» sbuffa. «Stamattina sono stato in farmacia, e ho speso molto più del solito - aggiunge. - Purtroppo sono considerato tra i 'ricchi', cioè quelli che non rientrano nella fascia di esenzione. Anche perché il reddito familiare comprende anche quello di mia moglie, nonostante siamo in regime di separazione dei beni e presentiamo dichiarazioni dei redditi separate. Mi pare un'assurdità: io sono un pensionato, perché dobbiamo essere sempre noi a pagare?». PER Patrizia Bernardi, invece, non dovrebbe cambiare quasi nulla. «Sono invalida dice - e quindi esentata dal ticket. Se poi verrà fuori che qualche provvedimento riguarda anche me, a quel punto mi porrò il problema». AUSL RAVENNA 7 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ed. Nazionale Pag. 18 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ticket, primo giorno di passione Ecco come fare per usare l'Isee La Regione ci ripensa e rivede i criteri per il calcolo dei redditi E' STATO un vero e proprio assalto al telefono quello che ha contraddistinto la giornata di ieri, la prima dell'introduzione dei ticket sanitari in Emilia Romagna. Il call center messo in piedi dalla Regione (numero verde 800 033 033) ha risposto a più di 15.000 telefonate nell'arco della giornata, con picchi di oltre 1.900 chiamate tra le 10 e le 11 di ieri mattina. Sul campo (farmacie, punti di prenotazione, Caf e patronati) si sono registrati in Regione diversi disagi, legati più alla difficoltà di comprendere in modo chiaro tutti i passaggi della procedura di autocertificazione del reddito che ad ingorghi e 'assalti' agli sportelli. Intanto, migliaia di cittadi in regione hanno già consegnato il modulo compilato: solo a Bologna sono a quota 5.462. AUSL RAVENNA 8 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 21 (diffusione:30000) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bartolini (Pdl): è la Regione che ha deciso il sistema per pagare ricette e visite sanitari, infatti punisce le famiglie e premia i single "Ticket? Colpa di Errani non di Berlusconi" «La Regione Emilia-Romagna non si smentisce mai: appena può penalizza le famiglie». Parole di Luca Bartolini, consigliere regionale Pdl, sull'entrata in vigore dei nuovi ticket sanitari su ricette farmaceutiche, visite, esami specialistici. "Il sistema per il pagamento dei ticket è stato deciso dalla Regione e non dal Governo - sottolinea Bartolini - infatti la rimodulazione varata da Vasco Errani non ha tenuto in minima considerazione la tutela delle famiglie, specie di quelle numerose. Infatti le fasce di reddito su cui viene calcolato l'ammontare del ticket si basa sul reddito familiare lordo. La Regione, al solito, preferisce favorire chi non ha famiglia o le coppie conviventi e le coppie di fatto. Esempio: se una persona che vive sola dichiara un reddito di 35mila euro è esentato dal pagare il ticket. Invece una famiglia di operai, marito e moglie che lavorano guadagnando 19mila euro a testa, e due figli da mantenere, è costretta a pagarlo. Non è giusto, non è un sistema equo e infatti come Pdl abbiamo chiesto con un'interrogazione alla Regione di rivedere i parametri per rimodulare il ticket. Magari si potrebbe introdurre l'Isee o un quoziente familiare, sennò il pagamento del ticket è un provvedimento iniquo sbilanciato sulle spalle delle famiglie». AUSL RAVENNA 9 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 17 (diffusione:30000) "Imposizione del Governo? No, abusi della Regione" RAVENNA - "Falsità e demagogia nelle decisioni della Giunta regionale sui ticket sanitari e nelle dichiarazioni dell'Assessore Lusenti". Non usa giri di parole il consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni, secondo cui "i ticket sulle prestazioni sanitarie e sui farmaci sono presentati come un'imposizione malvagia del Governo che le Regioni ed i cittadini devono subire senza ragione". "In realtà - spiega Bazzoni - la gravissima crisi impone a tutti di valutare riduzioni di spese e il servizio sanitario non può chiamarsi fuori, visto che rappresenta quasi l'80% di tutte le spese della Regione. E' falso che i ticket vengano messi per un'imposizione del Governo; in realtà la regione Emilia-Romagna faceva già pagare un ticket uguale per tutti su pronto soccorso, laboratorio, visite specialistiche ecc. La novità, per quel che riguarda anche i farmaci, è che la Regione ha creato un meccanismo che penalizza le famiglie, dal momento che ha previsto esenzioni e gradualità del ticket in base al reddito familiare, in modo che anche redditi bassi, ma sommati, fanno scattare il pagamento. Si verifica così una situazione paradossale in cui il figlio 15enne di una coppia sposata con reddito di 20mila euro a testa paga il ticket (20+20= 40 che è superiore alla soglia esente dei 36 mila euro), mentre il figlio 15enne di una coppia non sposata regolarmente con un reddito di 35mila euro a testa (35+35 farebbe 70) non paga nessun ticket, così come non lo pagano i suoi genitori". Sul tema interviene anche Alberto Ferrero di Fli: "Noi di Fli - spiega - abbiamo sempre chiesto che si passasse al quoziente familiare, così che le famiglie, soprattutto quelle con persone a carico, avessero delle facilitazioni. In questo caso invece ed è decisamente scandaloso, si utilizza una sorta di quoziente familiare al contrario". AUSL RAVENNA 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bazzoni (Pdl):"Falsità e demagogia" 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 10 (diffusione:30000) La Regione tratta ancora sui ticket L'appello della Cgil: troviamo una soluzione più equa ROMA - I ticket "una misura odiosa, ma inevitabile a causa dei vincoli imposti dal governo" e dunque "bene ha fatto la Regione a modularne la riscossione in base al reddito. Lo ha detto ieri Vincenzo Colla, il segretario regionale della Cgil, che ha presentato ieri un piano per definire le fasce di reddito Irpef differenziate e il passaggio allo strumento dell'Isee, considerato più equilibrato. Ma questo, puntualizza Colla, "è solo un motivo in più per bollare ancora una volta le scelte del governo, che non fa nulla contro l'evasione fiscale né tantomeno mette mano a una moderna legislazione sui diritti e i doveri delle coppie di fatto". "Pieno appoggio alla giunta", assicura il capogruppo del Pd in Regione, dopo le polemiche cha hanno investito l'esecutivo per modalità di calcolo delle esenzioni che penalizzano le coppie spostate e le famiglie numerose a favore di conviventi e single. Quanto all'introduzione dell'Isee per il calcolo delle esenzioni, Monari conferma che sarà fatta una valutazione "per capire se sia lo strumento più adeguato - ha detto - per raggiungere l'obiettivo di una maggiore equità che favorisca le famiglie numerose. Non so nemmeno se l'Isee sia lo strumento più adeguato: forse c'è bisogno addirittura di crearne uno ad hoc". "Stiamo già lavorando per mettere a punto uno strumento che introduca ancora maggiore equità", ha risposto in giornata Lusenti. Quelli imposti dal governo, ha detto l'assessore, "avrebbero causato un doppio danno. Al Servizio sanitario regionale, perché una parte delle prestazioni sarebbero andate al privato. E ai cittadini e alle famiglie piùdeboli". Per questo, ha spiegato Lusenti, "abbiamo deciso di rimodularli partendo dalla legge che regola la compartecipazione, con riferimento ai redditi familiari lordi". I tempi dettati dal governo "ci hanno portato a utilizzare lo strumento più immediato", cioè l'autocertificazione, ma in viale Aldo Moro si sta già lavorando per approdare a uno strumento più equo: "Uno strumento già previsto e ribadito il 23 agosto scorso, quando la Regione ha siglato un'intesa con le organizzazioni sindacali e le associazioni del tavolo per l'imprenditoria ricorda l'assessore - sull'applicazione delle nuove modalità di contribuzione alla spesa per i soggetti non esenti". In quell'occasione, i firmatari si sono impegnati "a condividere un percorso per individuare strumenti più puntuali di valutazione della condizione economico-patrimoniale di ciascuna famiglia, a cui fare riferimento per l'applicazione delle quote di partecipazione della spesa - ha detto Lusenti- partendo dallo strumento Isee". "Stiamo lavorando per mettere a punto uno strumento di maggiore equità", dice l'assessore Lusenti AUSL RAVENNA 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'assessore alla Sanità di via Aldo Moro, Carlo Lusenti, rivede il progetto delle fasce Isee 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 15 (diffusione:165207, tiratura:206221) ) OSPEDALE «Ottimo reparto di cardiologia, ma vanno migliorati i pasti» IN DATA 27 agosto sono stato dimesso dal reparto di cardiologia dell'ospedale di Ravenna e vorrei far sapere a tutti i lettori del giornale che il nostro reparto di cardiologia ha raggiunto l'eccellenza nella cura dei degenti. Tutti vengono trattati come persone, con rispetto, decoro e dignità. Un'attenzione particolare viene prestata anche alle persone anziane. Credo che il nostro ospedale, per quanto riguarda il reparto di cardiologia, possa tranquillamente reggere il confronto con i migliori ospedali. Il punto negativo riguarda invece i pasti, a mio avviso davvero davvero non all'altezza della struttura. Non mi spiego come in un reparto così al top per il servizio, possano essere serviti dei pasti del genere. Se da un lato credo sia giusto mettere in evidenza il livello della nostra cardiologia, dall'altro penso che si debba segnalare anche la lamentela per la qualità dei pasti offerti ai pazienti, in modo da stimolare il miglioramento della situazione attuale. Amos Bonetti Ravenna AUSL RAVENNA 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ) OSPEDALE «Ottimo reparto di cardiologia, ma vanno migliorati i p... 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 12 (diffusione:165207, tiratura:206221) «Speculazioni sulla morte di Laura» La sorella della vittima accusa Ancisi «UNO SPUDORATO e volgare utilizzo a fini politici di un evento doloroso». La bufera su Alvaro Ancisi non si placa. Dopo la diffusione del video 'taroccato' sui soccorsi della 28enne modenese Laura Cavazzuti, morta la notte del 25 giugno in ospedale dopo un malore per cause naturali mentre si trovava al bagno Toto di Marina di Ravenna, anche la famiglia della giovane grida tutta la propria indignazione. E lo fa attraverso una lettera scritta dalla sorella di Laura, che prima accusa Ancisi di avere strumentalizzato la vicenda «per sostenere la sua battaglia nei confronti dei locali balnerari di Marina di Ravenna», poi al capogruppo della Lista per Ravenna chiede di «non utilizzare mai più questo video», annunciando inoltre che «nei prossimi giorni contatterò la polizia postale al fine di ottenere la rimozione di ogni copia del video da internet e mi muoverò affinché tutte le copie presenti presso le televisioni vengano distrutte». Per la sorella di Laura, già l'ampia eco data dai media alla notizia della sua morte non aveva fatto altro che «aggiungere sofferenza, rabbia e soprattutto senso di violazione al dolore già immenso della mia famiglia». E la successiva diffusione del 'documentario', ripreso dai tg nazionale e oggi «fuori controllo», ha aggiunto «un senso si incredulità». E riguardo a una delle accuse che Ancisi aveva rivolto ai gestori del Toto nel video choc, cioè che mentre la giovane era agonizzante la gente continuava a ballare, la sorella precisa che il fatto «non ha provocato in me nemmeno un millesimo della rabbia e della tristezza che ho provato nel venire a conoscenza del video». E subito arrivano le prime reazioni da parte di esponenti di maggioranza, che invitano Ancisi a scusarsi. «Il danno ai familiari della ragazza - scrive Matteo Cavicchioli, capogruppo Pd, riferendosi al video definito «una sgradevole messa in scena» - è probabilmente irreparabile, ma credo che un formale atto di scuse si renda necessario. Ancisi è un politico esperto e saprà fare ciò che gli chiedo nella maniera più appropriata, senza ulteriori strumentalizzazioni. In caso le scuse non arrivino, provvederò a chiedergliele nel prossimo consiglio comunale». DURO anche Alberto Pagani, segretario dei Democratici di Ravenna: «Spero che, per Ancisi, questa sia una lezione che gli serva ad imparare a non strumentalizzare il dolore e le tragedie degli altri». «Non devo scusarmi di nulla - replica il leader di LpR , soprattutto non posso rispondere a una lettera che non ho ricevuto». E aggiunge: «Dell'onestà del mio operato di amministratore comunale rispondo alla mia coscienza e basta, non avendo alcun interesse da difendere» a differenza di «quelli che continuano ad attaccarmi e a offendermi, cercando di intimidirmi e zittirmi solo per avere voluto far conoscere la verità sul contesto in cui una ragazza ha trovato la morte in spiaggia». l. p. AUSL RAVENNA 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIDEO CHOC E IL PD ATTACCA: «ORA SI SCUSI CON LA FAMIGLIA» 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 2 (diffusione:165207, tiratura:206221) I moduli di autocertificazione del reddito vanno riconsegnati assieme alla copia del documento di identità. Possono essere inviati via fax ai numeri 0544-286604 (distretto di Ravenna), 0546-601407 (Faenza) e 0545214600 (Lugo), oppure tramite posta elettronica certificata (Pec) all'indirizzo ausl110ra.uffprotocollo@pec. ausl.ra.it. Possono inoltre essere consegnati direttamente in vari punti aziendali Ausl Image: 20110830/foto/6797.jpg AUSL RAVENNA 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tutti i recapiti per consegnare i moduli 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Pag. 2 (diffusione:165207, tiratura:206221) Autocertificazione: le indicazioni dell' Ausl L'AUSL ha diffuso un vademecum sull'autocertificazione. -Va compilata da tutti coloro che NON sono esenti, da chi ha l'esenzione per patologia (per tutte le prestazioni e farmaci che non riguardano la stessa patologia), da ogni singolo componente del nucleo familiare (anche minori, per i quali firma il genitore). - Il modulo deve essere compilato in duplice copia e deve essere allegata sempre la fotocopia di un documento d'identità. Per i minori è sufficiente il documento di identità del genitore che autocertifica. - Per assistenza nella compilazione l'utente può avvalersi della consulenza di patronati, Caf, associazioni di categoria, ecc. L'autocertificazione può essere consegnata, unitamente alla copia del documento, presso: a) tutti gli sportelli dell'Ausl; b) i Caf e patronati; c) gli sportelli delle strutture sanitarie private convenzionate se il cittadino esegue le prestazioni presso una di queste strutture (Malatesta Novello, S. Lorenzino, Columbus, Terme S. Agnese, Arcade). NON può essere consegnata presso le farmacie, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta. L'autocertificazione può anche essere inoltrata, unitamente a copia del documento d'identità: a) per raccomandata A.R. a: Ausl Cesena - viale Ghirotti 286 - 47521 Cesena (FC); b) per fax al numero 0547 1792065 c) per e-mail certificata a: [email protected]. AUSL RAVENNA 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TICKET 30/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 6 La Provincia unica diventa "Romagna city" Balzani: «Basta una legge ordinaria» Mattarelli parla di «area metropolitana» RAVENNA. Parte dalla Costituzione per certificare che «se si vuole, si può fare». Per difendere la proposta di istituire la provincia unica della Romagna, il sindaco di Forlì Roberto Balzani cita la carta fondativa della Repubblica e chiama alla mobilitazione l'opinione pubblica per convincere la politica locale della validità dell'idea in termini di razionalizzazione dei servizi e di risparmio delle risorse. In città ha trovato il sostegno di Sauro Mattarelli, presidente Casa Oriani fautore di una Romagna City, del mondo repubblicano, della Uil e l'apertura del presidente della Provincia Claudio Casadio. «La Costituzione - precisa Balzani - è molto chiara, il mutamento delle circoscrizioni provinciali può avvenire su iniziative dei Comuni in accordo con la R e g i o n e e b a s t a u n a legge ord inaria votata d a l P a r l amento che in questo caso sarebbe poco più di una notif ica. È quindi u n a m e r a questione di volontà politica. Sembra un parad o s s o m a questa volta può essere veramente l'opinione pubblica a fare la differenza». Incassata l'ape rtura del presidente della Provincia Claudio Casadio, come già riportato dal Corriere il mese scorso, e di qualche esponente dell'opposizione, di parte del Pd forlivese e riminese, del mondo imprenditoriale e parzialmente del sindaco di Ravenna che dice «sulla proposta non si è buttato via», Balzani punta ora ad ottenere l'espressione favorevole dei consigli comunali. «I Comuni non possono nascondersi dietro difficoltà di tipo amministrativo. Spesso la politica è prigioniera di luoghi comuni e costruzioni mentali. Occorre superare ogni rigidità. Credo sia un progetto di grande importanza per lo Stato. Per la prima volta si lavora a una proposta non per dividere un territorio ma per unirlo». Pensa a un laboratorio politico il sindaco di Forlì, nel quale far nascere un a n u o v a s t r u t t u r a a m m i n istrativa che a p p l i c h i davvero pol i t i c h e i n u n'ottica di area vasta e n o n c o m e avviene ora, frutto, assicura, «di logiche di mediazione fra le città». A tratteggiare i c aratteri del nuovo so ggetto amministrativo ci pensa Sauro Mattarelli che allarga l'orizzonte e parla esplicitamente di «area metropolitana». «L'idea è quella di una Romagna City, frutto della razionalizzazione delle risorse in favore di sistemi urbanistici, logistici e culturali comuni. Penso a un progetto unificante come quello di Ravenna capitale europea della cultura». Una Romagna City che non teme la proposta di abolizione delle province e si distingue dall'idea della regione Romagna. «Siamo contrari alla regione Romagna perché è una risposta difensiva a un'esigenza di razionalizzazione. Personalmente sono favorevole all'abolizione delle province in favore di entità territoriali capaci di superare l'a ttuale sistema». Chiara Bissi Sauro Mattarelli Sopra, il palazzo della Provincia di Ravenna e il sindaco di Forlì Roberto Balzani AUSL RAVENNA 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA 30/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 6 Nuovi ticket, file per ritirare i moduli Critiche dall'opposizione: sarebbe stato meglio il quoziente familiare RAVENNA. t L'avvio ieri dei ticket sanitari in regione si è svolto senza particolari criticità. In provincia di Ravenna si è comunque registrato un prevedibile incremento nell'afflusso delle persone per il ritiro dei moduli per l'autoce rtificazione del reddito agli sportelli aziendali, ai punti informativi e agli urp. La maggior parte degli accessi ha riguardato richieste di chiarimento, che in qualche caso potrebbero aver determinato anche rallentamenti, ed il ritiro dei moduli. Oltre 400 cittadini hanno già consegnato ai servizi aziendali il modello di autocertificazione. I nuovi ticket sono infatti stabiliti in base a fasce di reddito che ogni cittadino dovrà autocertificare, attraverso un modulo da compilare per ogni componente del nucleo familiare, una sola volta. «E' bene sottolineare - fanno sapere dall'Ausl di Ravenna - che ci sono due mesi di tempo per mettersi in regola con il pagamento dell'ev ent uale ticket aggiuntivo. In questa prima fase di applicazione, tutte le prestazioni e consegna di farmaci, vengono garantite a tutti i cittadini, anche se sprovvisti di autocertificazione, applicando il ticket precedentemente in vigore. Inoltre le nuove modalità non sono applicate a tutte le persone già esenti in base al reddito, all'età, alla patologia cronica e alle altre condizioni previste». Una nota a parte meritano invece i cittadini esenti per patologie croniche o invalidanti e per malattie rare, per i quali l'esenzione si limitava alle prestazioni ambulatoriale e di farmaci prescritti per il trattamento della patologia che ha determinato l'esenzione, e che da ieri per tutte le altre prestazioni dovranno presentare l'autocertificazione per garantire un corretto calcolo del ticket. Critico il consigliere comunale del Pdl Gianguido Bazzoni: «La Regione, per la solita demagogia, ha creato un meccanismo che penalizza le famiglie, prevedendo esenzioni e gradualità del ticket in base al reddito familiare, in modo che anche redditi bassi, ma sommati, fanno scattare il pagamento». Pertanto «si arriva al paradosso che il figlio 15enne di una coppia sposata con reddito di 20mila euro a testa paga il ticket, mentre il figlio di una coppia non sposata con un reddito di 35mila euro a testa non paga nessun ticket». Sul tema è intervenuto anche il coordinatore comunale di Futuro e Liberta, Alberto Ferrero che chiede di «passare ad un 'imposizione utilizzando il quoziente familiare, così che le famiglie, ed in particolar modo quelle con persone a carico abbiano delle facilitazioni evitando che sia la semplice sommatoria dei redditi dei vari componenti la famiglia a determinare il pagamento de ll 'imposta, non tenendo conto della sua effettiva composizione». E comunque un sistema molto più equo sarebbe stato quello dell'Isee, che avrebbe fornito un'immagine molto più veritiera della situazione della famiglia. Ieri giornata "calda" nelle farmacie AUSL RAVENNA 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITA' 30/08/2011 Corriere di Romagna Pag. 22 Lettere al corriere Numerosi eventi recenti hanno un segno inequivocabile: si tratta di questioni che hanno richiesto o richiedono, per essere affrontati con successo e lungimiranza, un approccio istituzionale romagnolo, aperto, integrato, legato al territorio ma anche a scenari molto più ampi, europei, globali. Sul versante commerciale e imprenditoriale, la costituzione di un ente fieristico della Romagna, con Rimini capofila; annessa a questo, la riorganizzazione dei trasporti: a cominciare dall'opportuna costituzione della holding degli aereoporti di Romagna (con Rimini e Forlì, ma sarebbe auspicabile anche un allargamento ad altre realtà entro una scala regionale ed extraregionale); sul versante dei saperi e della ricerca, la nuova concezione del multi campus romagnolo all'interno dell'Alma Mater derivante dagli effetti dei decreti Gelmini (che invoca, al di là del mancato finanziamento del governo centrale, un nuovo protagonismo, anche delle istituzioni comunali e provinciali, nella valorizzazione dell'università e della ricerca applicata, nonché nel costruire nuovi assi tra innovazione e sistema produttivo) o, ancora, un'organizzazione del sistema della formazione professionale e della "rete politecnica" volta alla specializzazione e alle vocazioni territoriali entro un campo vasto di natura sistemica, con un forte coordinamento regionale. Ancora, sul versante delle questioni aperte, non prive di aspetti problematici: si lavora da tempo per riorganizzare su larga scala il sistema sanitario romagnolo tramite la cosiddetta "area vasta"; anche qui si è constatata, in maniera nitida, la necessità di un coordinamento più forte tra i comuni e le provincie (e forse sarebbe davvero interessante aprire un ragionamento su un'unica Ausl romagnola, all'insegna della qualità dei servizi al cittadino, della massima efficienza e della riduzione dei costi tramite investimenti e organizzazione delle spese tramite azioni di scala: credo si dovrebbe avviare uno studio di fattibilità rigoroso, pensando, prima di tutto, al bene dei cittadini fruitori dei servizi, e poi ad altre esigenze, con uno sguardo per così dire "dal basso"); ma da tempo si lavora anche sul versante del trasporto pubblico locale per un'unica azienda romagnola: al di là delle potenzialità, connesse anche a necessità legate al mantenimento dei servizi nella compatibilità di bilanci sempre più stretti (a causa degli errori di un governo nazionale fallimentare), si constatano difficoltà legate anche all'intreccio di vari livelli istituzionali. Ancora di un approccio di sistema romagnolo necessitano risorse straordinarie, e ad oggi non ancora sfruttate appieno entro una visione europea e nuovi orizzonti legati alla trasformazione repentina della società, come quelle legate al patrimonio culturale e ai suoi beni (da quelle raccolte nei Comuni più grandi a quelle disseminate in quelli più piccoli) ma anche al paesaggio e alla fruizione turistica (da quella della costa a quella naturalistica e connessa ai borghi dell'entroterra e della collina, al parco delle foreste casentinesi, e poi alle città d'arte e al patrimonio storico da scoprire o riscoprire un po' ovunque). Sempre più occorrono una visione larga e il coraggio di innovare: il laboratorio di Ravenna e della Romagna come capitale europea della cultura nel 2019 costituisce un affascinantissimo banco di prova e di sperimentazione per misurare la nostra capacità di "fare sistema" (ciò che suggerisce l'Europa e che quasi impongono alcuni processi di scala globale). Si tratta solo di alcuni esempi che mostrano quanto possa essere utile e proficuo un ragionamento su una più forte strutturazione istituzionale, di scala romagnola, che superi le attuali tre provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, all'interno di una rinnovata concezione della Regione stessa. Peraltro sono in corso, proprio su scala regionale, processi di innovazione importanti come la costituzione della città metropolitana a Bologna e i processi di sempre più stretto raccordo tra Modena e Reggio (con una possibile allargamento anche a Parma e Piacenza). Insomma sono in atto processi di movimento che la politica, non solo quella istituzionale, deve saper cogliere. Non è un caso dunque che importanti organizzazioni di categoria e sindacali abbiano già espresso pieno apprezzamento per l'idea della Provincia unica, oltre a singole personalità della politica e intellettuali, o che entro questa dimensione si muovano significative esperienze - guarda caso legate al campo della cultura e della valorizzazione del territorio - come il progetto URCA (Unione Regionale Cultura e Arte) - Cooperative in rete per la cultura, moderno ed originale modello organizzativo a "rete di imprese" AUSL RAVENNA 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Provincia unica Guardiamo al futuro 30/08/2011 Corriere di Romagna Pag. 22 AUSL RAVENNA 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato messo a punto da FederCultura Turismo Sport e avviato proprio nell'area della Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, ma anche circondario Imolese), ove si registra una concentrazione eccezionale di cooperative culturali, aderenti a Confcooperative, o la rete delle Case museo dei poeti e degli scrittori di Romagna (recentemente approdato anche sul web: con un portale curato dalla Fondazione Casa di Oriani, da cui è possibile avere informazioni sulle attività delle diverse Case museo e sulle iniziative comuni: http://www.casemuseoromagna.it/). Si tratta di esempi che dal presente gettano lo sguardo al futuro, avendo a cuore la massima valorizzazione del nostro territorio superando confini e aprendosi con più decisione al contesto regionale, a quello nazionale ed internazionale. Il fatto che questo si incroci con gli attuali ragionamenti intorno ad una sempre più stretta interazione dei Comuni, associando molte delle loro funzioni o unendosi in forme inedite - non per tagliare costi (come il governo in maniera bislacca e senza visione d'insieme sostiene) ma per renderli più efficienti in tempi di crisi - ci dice che occorre assolutamente approfondire questi percorsi e in tempi ragionevolmente brevi. Si discute molte delle provincie in questo periodo, il Pd nazionale molto opportunamente ha proposto un processo di accorpamento e quella della Provincia unica romagnola - lanciata da Roberto Balzani, presente nel suo programma di mandato, scaturito da un ampio confronto, anche in seno al centro-sinistra, e che personalmente sostengo da tempo - appare davvero una possibilità concreta per mettere in atto questa idea: che, oltre a tantissimi cittadini e numerose organizzazioni, figure politiche e istituzionali come i riminesi Roberto Piva (consigliere regionale del PD) ed Emma Pettiti (unica candidata alla segreteria del PD riminese) o, da ultimo, il Presidente della Provincia di Ravenna Claudio Casadio, ma a Ravenna anche una giovane rappresentante del PD come Serena Fagnocchi, la condividano, la reputino una proposta interessante e una "buona base di partenza", è davvero un buon segno. Non resta che proseguire. Con rigore e coraggio, e soprattutto sguardo al futuro. Chi intende conservare ciò che c'è o chi, per conservare, sostiene che la provincia sia fonte di identità (quando si sa che questi aspetti sono legati, semmai, ai Comuni, o ad altri spazi culturali e territoriali) o chi ancora sminuisce senza entrare nel merito delle questioni, credo debba essere invitato ad un maggiore realismo ma anche, al contempo, ad un rinnovato sforzo progettuale. Thomas Casadei Consigliere regionale PD Domenica 28 agosto. Alle 9: 30 inizia il lavoro del marinaio di salvataggio. Termina alle 18:30 . Oggi doveva essere il giorno di sciopero dei salvataggi, invece erano loro a svolgere servizio in mare. Giornata dura, difficile, con un mare mosso molto pericoloso. Onde e correnti mettevano in difficoltà serie turisti e riminesi. In acqua ci sono tante persone da osservare nei loro movimenti, le loro bracciate nel mare in burrasca. - Ho visto il salvataggio salvare la vita a quei quattro bambini, li ha caricati sul moscone lottando tra le onde mettendo a rischio la sua stessa vita. E poi fischiava con il fischietto tutta la giornata per cercare di fare stare la gente più vicino alla riva, ma qualcuno non ascoltava!! Sono andato vicino alla torretta quando il salvataggio è rientrato e gli ho stretto la mano. Poteva essere mio figlio!! Ma se non c'erano loro oggi quanta gente sarebbe affogata? Racconta così un signore, bagnante che oggi ha visto questo con i suoi occhi. I salvataggi hanno dimostrato in questa giornata difficile tutta la loro professionalità. Una media di 6 interventi a salvataggio. Bambini salvati, anziani, giovani, adulti, coloro che erano in difficoltà serie. I salvataggi sono assolutamente indispensabili e non basta il solo brevetto. Per imparare ad uscire in mare aperto e mosso con il moscone occorrono almeno tre anni di sevizio in mare. Imparare a conoscerlo il mare, come varcare le onde e come recuperare una persona che rischia di affogare, e rientrare a riva evitando pure di toccare con il remo le persone che sono in acqua. Se non fossero stati presenti i salvataggi oggi sarebbe stata una giornata pessima per i signori bagnini. Sarebbero affogate tante persone. Giornate come quella di oggi devono fare riflettere tutti e ringraziare i marinai di salvataggio per la loro costanza e impegno nel lavoro svolto con serie capacità. Un cittadino riminese e un salvataggio Rimini Al momento in cui mi accingo a scrivere le mie solite cavolate, non è ancora dato sapere che cosa partorirà il tanto atteso incontro, fra il «nostro» non più amato premier Berlusconi e il «vero » premier, ancora per ora, Bossi, anche se non più celodurista. Ciò che invece si può tentare di prevedere, sono le conseguenze che si potrebbero scatenare all'interno del PdL e della Lega. «La Padania» titola a tutta pagina «Ha vinto la Lega. Le nostre richieste sono state accolte». I pidiellini, 30/08/2011 Corriere di Romagna Pag. 22 AUSL RAVENNA 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato per contro, hanno affermato più volte che non ci stanno più a seguire, come cagnolini scodinzolanti, la Lega, facendo capire che, se così fosse, ci potrebbero essere pesanti ripercussioni all'interno del partito. In sintesi, potrebbe saltare il «tappo». A questo punto si deve presumere che, entrambe la fazioni siano ben armate, pronte ad intervenire duramente. E questo, per una parte, sarà sicuramente così, perchè se vince uno, perde l'altro. Non ci sono santi che tengano. E allora se vince la Lega si dovrebbe scatenare il terremoto in casa PdL e coloro che sotto sotto contestano, da tempo, il «nostro», dovrebbero uscire allo scoperto. Se vince il PdL, ecco che la stessa fine la dovrebbe fare Bossi, anche se molti segnali dicono chiaramente che la sua «fine» è vicina. Ma ci potrebbe essere una terza ipotesi. Uno scambio di favori che però scontenterebbe sia le basi della Lega che del PdL. Ecco, comunque sia, se le parole hanno ancora un loro significato, ma alle pagliacciate ci siamo abituati da tempo, questo è quanto potrebbe accadere. Vediamo. Restiamo in trepida attesa. Comunque sia, qualsiasi cosa accada, alla fine chi ci rimette veramente, è quel popolino che viene indicato come sovrano, solo quando fa comodo. Alessandro Marini Lugo di Romagna 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 17 (diffusione:30000) RAVENNA - L'Ausl traccia un bilancio della prima giornata di introduzione dei nuovi ticket sanitari, caratterizzata, come prevedibile, da un maggior afflusso di persone agli sportelli aziendali, ai punti informativi e agli urp, ma non si sono registrate particolari criticità. Oltre 400 cittadini hanno già consegnato ai servizi aziendali il modello di autocertificazione. In questa prima fase di applicazione, tutte le prestazioni e consegna di farmaci, vengono garantite a tutti i cittadini, anche se sprovvisti di autocertificazione, applicando il ticket precedentemente in vigore. L'autocertificazione va compilata una sola volta per ogni componente del nucleo familiare, salvo eventuali modifiche della fascia di reddito. I dati saranno registrati nell'anagrafe sanitaria con il relativo codice di fascia di reddito. E' bene che in questa prima fase, i cittadini portino con sé al momento della richiesta di prestazioni, il modulo di autocertificazione. AUSL RAVENNA 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Primo giorno con largo afflusso ma senza caos 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 16 (diffusione:30000) "Esami accurati per la paziente" hanno evidenziato patologie acute in atto. La paziente nel corso del percorso diagnostico eseguito è stata trattata con antidolorifici ed anti infiammatori ed alle 23.00 circa la sintomatologia risultata notevolmente attenuata; la paziente ha rifiutato di essere ricoverata ed ha chiesto di essere dimessa. Anche questo contrasta con la sottolineatura che nell'articolo evidenziava che alla paziente non era stato proposto il ricovero dopo 9 ore di attesa. Dichiarare quindi una presenza di nove ore al Pronto Soccorso, dopo il percorso diagnostico complesso a cui è stata sottoposta la signora, pare francamente pretestuoso. Riguardo l'articolo pubblicato sulla Voce sabato 27 agosto dal titolo "La mia odissea al Pronto Soccorso" arriva la risposta dell'Ausl di Ravenna che pubblichiamo integralmente. Il caso segnalato è stato trattato in modo adeguato. Non si è trattato di 9 ore di attesa o di sosta in Pronto Soccorso come si è inteso sottolineare apostrofando questo caso come malasanità. In questo caso è stato svolto un iter diagnostico-terapeutico articolato che è consistito nell'effettuazione di due consulenze specialistiche, esami radiologico, ecografico e di laboratorio, nonché nell'effettuazione di terapia antalgica, cioè di un pacchetto di prestazioni che richiede un'organizzazione complessa per essere eseguito in successione clinica corretta. Un simile percorso, se appropriatamente fosse stato svolto in regime ambulatoriale, avrebbe richiesto tempi molto superiori. La paziente giungeva con mezzo proprio alle ore 14.50 del 24.8. u.s. al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Ravenna per una sintomatologia caratterizzata da dolore addominale ai quadranti inferiori, che si protraeva dal giorno precedente. Il Medico del Pronto Soccorso disponeva la terapia antidolorifica immediata e gli accertamenti diagnostici del caso, tra cui gli esami di laboratorio, la visita ginecologica, che non rilevava patologia acuta in atto di competenza, una radiografia dell'addome, visita chirurgica ed ecografia dell'addome. Tutte le suddette indagini non Prendiamo atto della risposta dell'Ausl di Ravenna, sottolineando comunque come in nessuna parte dell'articolo si parli di "malasanità", né la signora abbia mai messo in dubbio la professionalità di medici ed infermieri sottolineando, piuttosto, il suo disagio nelle attese tra un esame e l'altro, in preda a dolori che lei stessa - nonostante non ci fossero 'patologie acute' in atto - ha definito lancinanti. AUSL RAVENNA 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le spiegazioni dell' Ausl sul ricovero della 47enne ravennate 30/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 12 (diffusione:30000) RAVENNA - Parte venerdì prossimo, alla biblioteca Classense, "Magici Mondi", la rassegna che intende indagare su alcune modalità contemporanee di pratica pittorica. Cinque gli artisti in mostra: Mattia Battistini, Simone Gardini, Pierpaolo Miccolis, Francesco Petrosillo e Ettore Tripodi. La mostra è realizzata nell'ambito del progetto "Bimba mia Bimbo mio" promosso dalla Fondazione Dopo di Noi, in collaborazione con Cna Provinciale. Partner del progetto Comune di Ravenna, Provincia di Ravenna, Ausl, Fondazione Ravenna manifestazioni e Camera di Commercio. AUSL RAVENNA 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Magici Mondi" alla Classense 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 25 (diffusione:30000) Ausl replica al medico "Quel codice verde non è mai stato rosso" CERVIA - L'Ausl di Ravenna contesta, punto per punto, il racconto del medico-turista, riportato su queste pagine, sull'"avventura fantozziana" prima al Punto di Primo Intervento del San Giorgio di Cervia, poi all' ospedale di Ravenna. "Non corrisponde al vero che il codice verde si sia tramutato in codice rosso, in questo caso, infatti, il paziente sarebbe stato trasferito all'ospedale di Ravenna con un'ambulanza del 118 e non con il taxi sanitario, trasporto secondario che si effettua solo per codici non di gravità - si legge nella velina dell' Ausl - Altro aspetto non corrispondente al vero riguarda le dichiarazioni sulla smobilitazione del Piano di Rinforzo estivo del personale. La dotazione di personale infermieristico in servizio il giorno 22 agosto, data a cui è riferito l'episodio, era quello programmato nel Piano di Rinforzo e, pertanto oltre all'abituale presenza base di un operatore infermiere, vi era la presenza di un operatore di rinforzo". Questa la ricostruzione dei fatti dell'Azienda Sanitaria: "Il paziente si è rivolto al Punto di Primo Intervento il 22 agosto alle 12.54 per un trauma cranico contusivo con ferita lacero contusa del cuoio capelluto, senza riferire perdita di coscienza. L'esame neurologico era negativo; pertanto il paziente è stato suturato e medicato, secondo una normale tempistica. Il medico di guardia ha richiesto il trasporto in ambulanza alle 14.10 per via ordinaria trattandosi di un codice verde con obiettività neurologica negativa; dal trasporto infermi è stato comunicato che vi sarebbero stati tempi di attesa prolungati, pertanto la moglie del paziente ha chiesto se si potevano allontanare, ma veniva loro detto di rimanere entro l'ospedale. Quando poi è arrivata l'ambulanza alle 15.37 il paziente non rispondeva alla chiamata; si è quindi chiamato il numero di cellulare riportato in scheda ed il paziente è giunto autonomamente dall'esterno della struttura - continua la ricostruzione - E' stato quindi trasportato a Ravenna dove ha eseguito una Tac cerebrale, negativa per lesioni traumatiche ed è ritornato a Cervia in ambulanza, da cui è stato dimesso alle 19.37 con prescrizione di desutura dopo 8 giorni, terapia antibiotica e foglio di avvertenze per trauma cranico. Quanto all'approvvigionamento dei materiali di medicazione, che secondo quanto riportato, sarebbero stati mancanti, faremo un approfondimento con la guardia medica. Si segnala che gli approvvigionamenti sono regolamentati in modo sistematico con check list e non risulta che siano pervenute richieste di fornitura". San Giorgio L'Ausl replica al medico-turista AUSL RAVENNA 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Avventura fantozziana: "Non è così" AREA VASTA E REGIONE 2 articoli 30/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 20 (diffusione:30000) Come cambia il ticket sanitario Tutto quello che c'è da sapere sulle nuove modalità CESENA - A seguito delle numerose richieste di informazioni rivolte ieri dai cittadini agli sportelli dell'Azienda Usl di Cesena e al numero verde regionale, in merito alle modalità di compilazione dell'autocertificazione necessaria all'applicazione dei nuovi ticket per l'assistenza ambulatoriale specialistica e farmaceutica in vigore proprio da ieri, si ritiene utile fornire le precisazioni alle domande più frequenti. Tali specificazioni sono utilizzate anche per un aggiornamento in tempo reale del materiale informativo disponibile per il cittadino sul sito internet dell'Ausl di Cesena (www.ausl-cesena.emr.it): si invitano pertanto i cittadini a controllare periodicamente anche le informazioni on line, o a rivolgersi al numero verde del Servizio sanitario regionale 800 033 033, con telefonata gratuita sia da fisso che da cellulare, nei giorni feriali dalle 8,30 alle 17,30 e il sabato dalle 8,30 alle 13.30. Chi deve compilare l'autocertificazione? Tutti coloro che NON sono esenti, chi ha l'esenzione per patologia (per tutte le prestazioni e farmaci che non riguardano la stessa patologia), ogni singolo componente del nucleo familiare (anche minori, per i quali firma il genitore) Come compilare l'autocertificazione? Il modulo deve essere compilato in duplice copia - deve essere allegata sempre la fotocopia del documento di identità (carta d'identità, passaporto, patente di guida, patente nautica, libretto pensione, patentino abilitazione conduzione impianti termici, porto d'armi). Per i minori è sufficiente il documento di identità del genitore che autocertifica. Per assistenza nella compilazione l'utente può avvalersi della consulenza di Patronati, CAF, Associazioni di categoria, ecc. Come consegnare l'autocertificazione? L'autocertificazione può essere consegnata unitamente ad una copia del documento presso: a) tutti gli sportelli aziendali sottoindicati b) i CAF e Patronati sottoindicati c) gli sportelli delle strutture sanitarie private convenzionate se il cittadino esegue le prestazioni presso una di queste strutture (Malatesta Novello, S. Lorenzino, Columbus, Terme S. Agnese, Arcade). Non può essere consegnata, invece, presso le Farmacie, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta. L'operatore che riceve il modulo vi appone il timbro, la data e firma su entrambe le copie. Consegna una copia all'utente e trattiene una copia. L'autocertificazione può anche essere inoltrata unitamente a copia del documento d'identità: a) per raccomandata A.R. a: AUSL Cesena - viale Ghirotti 286 - 47521 Cesena (FC) b) per fax al numero 0547 17 92 065 c) per e-mail certificata a: [email protected]. Si raccomanda di allegare copia del documento di identità Si può delegare un'altra persona per la consegna della propria autocertificazione? Qualora l'interessato sia impossibilitato alla consegna dell'autocertificazione ai punti di raccolta sopra indicati, può delegare una terza persona previa compilazione e sottoscrizione di delega. Il delegato, al momento della consegna, deve esibire un proprio documento di identità e il documento di identità del delegante/interessato. Dove si trovano i moduli per l'autocertificazione? Presso i seguenti Sportelli dell'Azienda USL: Cesena Ospedale Bufalini presso Piastra Servizi - P.zzale Giommi, Punti informativi e portinerie - Viale Ghirotti, Ufficio Relazioni con il Pubblico - Viale Ghirotti, Cesena C.so Cavour 180: Sportello Unico, Cesena P.zza A. Magnani: Punto Informativo, Mercato Saraceno: Sportello Unico - Portineria Punto Informativo, San Piero in Bagno: Sportello Unico - Portineria Punto Informativo Savignano Ospedale Santa Colomba: Sportello Unico e Portineria/Punto Informativo Gambettola: Sportello Unico Cesenatico: Ospedale Marconi: Sportello Unico - Portineria Punto Informativo Sogliano: Sportello di Comunità c/o Studi Medici di Medicina Generale, P. Garibaldi 17. Presso i CAAF Patronati -Sindacati e loro sedi periferiche. Presso le farmacie private e pubbliche territoriali. Presso gli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Sul sito internet dell'Azienda USL www.auslcesena.emr.it e della Regione www.saluter.it. Presso le strutture sanitarie private convenzionate con l'Azienda Usl In fila al Cup dove si prenotano, e si pagano, visite ed esami al Bufalini AREA VASTA E REGIONE 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Domanda/risposta 30/08/2011 L'Informazione di Bologna Pag. 3 15mila chiamate a Cup 2000 «Solo nella città di Bologna sono restati attivi per tutta la giornata 131 operatori di cui 23 al call center (che normalmente opera con 12) - fa sapere il Cup 2000 Nelle ore di punta è stata data risposta a circa 400 cittadini all'ora. Alle 17 le chiamate in entrata erano oltre 15.000. Molti hanno lavorato ininterrottamente per 10 ore e molti altri sono rientrati per garantire la funzionalità dei servizi. Nella giornata di oggi verrà ulteriormente potenziato l'impegno organizzativo e tecnologico del personale specializzato nello sviluppo software per rispondere all'esigenza dei cittadini». AREA VASTA E REGIONE 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Accordo firmato con Federfarma, Afm Spa e Farmacie comunali 131 operatori al lavoro, 23 solo per il call center SANITÀ NAZIONALE 24 articoli 30/08/2011 Corriere della Sera - Roma Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) Tbc, 52 i bimbi positivi si insedia la commissione Codacons: il marito dell'infermiera malato nel 2004 Policlinico Gemelli La direzione dell'ospedale comunica che «non è mai giunta, né da dipendenti, né dalle strutture preposte, segnalazione di patologie tubercolotiche» Clarida Salvatori Ancora una volta, il bollettino dei positivi alla tubercolosi viene aggiornato. Al rialzo. Proprio nella giornata in cui il Codacons insinua un dubbio tremendo: il marito dell'infermiera infetta è stato o no malato di Tbc nel 2004? Con i nuovi 18 casi, emersi tra i 300 neonati sottoposti al test tra venerdì e sabato, la conta - ancora parziale arriva a 52 (dunque il 7,3 per cento dei quasi 1.500 bambini richiamati). Undici maschi e sette femmine, che risultano nati a luglio (1), a giugno (5), a maggio (3), aprile (2), marzo (altri 2) e soprattutto a febbraio (5). Il che comporta che quasi certamente verranno ampliati i controlli anche ai nati a gennaio e forse anche agli ultimi mesi del 2010. La stessa governatrice del Lazio, Renata Polverini, soltanto ieri aveva infatti annunciato. «Se ci fossero dei positivi a febbraio valuteremo se estendere i controlli». Ma a tenere banco, ieri, è stato il giallo che vede protagonista il marito dell'infermiera da cui tutto il caso Tbc al Gemelli è scaturito. Secondo il Codacons, infatti, che ha anche presentato un esposto in Procura, l'uomo avrebbe contratto la malattia molti anni prima della moglie, nel 2004. «Desta sconcerto che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente», commentano dall'associazione dei consumatori, che contro l'ospedale ha già raccolto decine di denunce di famiglie con bimbi risultati positivi al test della Tbc. «L'infermiera lavora da due anni e mezzo nel reparto neonatale. Ed è per questo che l'associazione ha chiesto alla presidente della Regione di far identificare tutti, bambini e adulti, che negli ultimi due anni e mezzo hanno avuto contatto con la donna». Della notizia del contagio dell'uomo, però, non c'è una conferma ufficiale. Interpellati, Nas e Procura non smentiscono e parlano di «ulteriori accertamenti». Immediata invece la replica del Gemelli. «La direzione del Policlinico universitario dichiara che non è mai giunta, né da parte della dipendente cui è stata diagnosticata Tbc, né da parte delle autorità sanitarie competenti, segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell'infermiera. Tutti gli altri aspetti saranno chiariti nelle opportune sedi». E intanto, ieri, si è insediata la Commissione di indagine regionale. «La sua nascita - ha detto la Polverini non presuppone alcuna epidemia. Questa è una parola che in questo momento non è necessario e utile usare». Gli auguri, le speranze e le rassicurazioni però non bastano più ad alcuni genitori. Che continuano a sfogarsi. E lo fanno anche sul sito del Corriere. Significative le parole di un «babbo», si firma così, di uno dei 1.500 bimbi coinvolti. «Hanno iniziato a subire, a pochi mesi o addirittura giorni di vita, la solita ingiustizia, quell'infame tiritera a cui siamo ormai avvezzi - scrive -. Non mi fermerò finché i responsabili non salteranno fuori e non pagheranno. Dovesse diventare lo sport quotidiano del mio avvocato». E la chiusa promette vendetta. «Tanto poi sono gli Altri a rimetterci, giusto? Beh, eccoli questi Altri, stanno arrivando». RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: LEGGI tutti i commenti su roma.corriere.it Foto: La Commissione Insediata ieri, dovrà fare chiarezza sul caso Tbc SANITÀ NAZIONALE 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità Ieri registrati 18 casi, fra i quali cinque neonati nati a febbraio 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 28 (diffusione:619980, tiratura:779916) San Raffaele, debiti record da un miliardo e mezzo Certificata una voragine di duecento milioni Gli esperti Deloitte Piano di salvataggio in 15 giorni, altrimenti a metà settembre la Procura chiederà il fallimento Il patrimonio netto è precipitato sotto lo zero (contro i 28 milioni di attivo stimati finora) Mario Gerevini MILANO - Debiti lievitati a cifre record e, per la prima volta, una voragine certificata nei bilanci di 210 milioni di euro. L'ospedale San Raffaele è sull'orlo del baratro: senza un'immediata iniezione di capitali il crac è inevitabile. La Fondazione Monte Tabor, la holding che guida il polo ospedaliero, sfiora il miliardo e mezzo di indebitamento consolidato (500 milioni in più rispetto alle stime iniziali). E, cosa mai vista finora, il patrimonio netto è diventato ampiamente negativo (210 milioni contro i 28 in attivo del bilancio approvato solo due mesi fa). Ed è questo il vero «buco». È la fotografia contabile al 30 giugno così come emerge dal documento consegnato ieri al nuovo consiglio di amministrazione targato Vaticano dagli esperti della Deloitte. Ora rimangono 15 giorni di tempo per presentare il piano di salvataggio, stilato anche con l'aiuto del risanatore di Parmalat Enrico Bondi: altrimenti a metà settembre la Procura chiederà il fallimento. Il cambio di rotta non è più procrastinabile, anche se il fondatore don Luigi Verzé non vuole rassegnarsi a essere tagliato fuori, come dimostra la lettera inviata la scorsa settimana ai nuovi consiglieri di amministrazione indicati dalla Santa Sede e dall'Università Vita Salute (in rappresentanza di una charity internazionale disposta a investire un miliardo di dollari): «Sento viva l'esigenza di parteciparvi la mia forte preoccupazione - ha scritto il sacerdote - in relazione al futuro della Fondazione alla quale ho dedicato, si può ben dire, tutta la mia vita». Ma il comunicato diffuso ieri al termine del cda è perentorio: «Sarà garantita la continuità dello spirito della Fondazione. È necessaria, però, una discontinuità gestionale». In sintesi: l'era di don Verzé sembra davvero tramontata. Del resto, i guai finanziari del San Raffaele sono legati proprio alle scelte compiute dal prete manager e dai suoi fedelissimi soprattutto con la creazione di società per business alternativi alla cura dei malati. Lo sottolinea sempre il comunicato di ieri: «Le variazioni rilevate (nei conti, ndr) sono legate principalmente all'emergere di potenziali passività relative a garanzie concesse dalla Fondazione per conto di società del Gruppo». L'indebitamento della Edilraf raggiunge i 40 milioni di euro: è la società di costruzioni in cui è stato socio anche Pierino Zammarchi della Diodoro Costruzioni, poi liquidato con modalità (e soldi) che sono oggetto di indagine. Sono, poi, 39,5 i milioni di debiti riconducibili ad altre controllate, tra cui la Vds Export che sovrintende alle proprietà immobiliari e alle piantagioni in Brasile. Mentre gli impegni di leasing per la Airviaggi della Nuova Zelanda, che ha acquistato un jet per gli spostamenti di don Verzé, raggiungono i 10 milioni di euro. Altre spese responsabili della voragine sono quelle a favore della Blu Energy, creata per fornire l'energia al San Raffaele (50% Fondazione, 50% Giuseppe Grossi, già definito il re delle bonifiche e imputato nel processo milanese Montecity-Santa Giulia): i flussi di cassa vedono uscite per 3,6 milioni nel 2009, 27 nel 2010 e 15 nel 2011. Gli esperti indipendenti della Deloitte hanno, poi, cancellato con un colpo di spugna tutte le rivalutazioni contabili create nel bilancio di fine giugno con l'obiettivo di pompare artificialmente gli asset in vista di eventuali dismissioni. «Le passività ammontano a 1.476 milioni di euro - riassume il comunicato -. Di questi 431 milioni sono legati a leasing, factoring e alle garanzie concesse». Il cda ha nominato, poi, la manager Maurizia Squinzi nuovo direttore amministrativo, al posto di Mario Valsecchi, che si è dimesso a fine luglio dopo gli interrogatori in Procura. La prossima riunione è fissata per lunedì 5 settembre con la creazione, salvo sorprese, della pluriannunciata NewCo, la società dedicata all'attività core in cui gli investitori dovranno fare confluire i fondi. L'obiettivo l'ha ripetuto, con toni rispettosi ma duri, il giurista e neoconsigliere Giovanni Maria Flick a don Verzé: «Noi siamo qui per salvare il San SANITÀ NAZIONALE 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il cda Risposta a don Verzé: il Vaticano è qui per salvare l'ospedale Rischio fallimento 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 28 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ NAZIONALE 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Raffaele, anche se forse qualcuno non l'ha ancora capito». [email protected] Simona Ravizza [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Il debito Dall'esame dei conti effettuato dal Cda della Fondazione Monte Tabor, la holding che guida il San Raffaele, è emerso che i debiti dell'ospedale hanno sfiorato il miliardo e mezzo di euro (500 milioni in più rispetto alle stime iniziali). In particolare le passività ammontano a 1.476 milioni, di cui 431 milioni legate a leasing, factoring e garanzie connesse Il buco Per la prima volta è stata certificata nei bilanci anche una voragine di 210 milioni di euro. Cosa mai vista finora, il patrimonio netto è precipitato sotto lo zero contro i 28 milioni in attivo stimati finora Il rischio crac Senza un'iniezione di capitali il crac è inevitabile. Restano 15 giorni per presentare un piano di salvataggio, diversamente la Procura chiederà il fallimento Al lavoro Foto: Il superconsulente Enrico Bondi: con Renato Botti ha due settimane di tempo per scongiurare di dover portare in tribunale i libri del San Raffaele Foto: Fondatore A destra don Luigi Verzé In alto il San Raffaele (Imagoeconomica/ Newpress) 30/08/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) L'OSPEDALE «DIFFUSO» SERGIO HARARI Nei prossimi sei mesi nella nostra regione sono previsti una serie di provvedimenti che, se non modificano in modo sostanziale la geografia della Sanità, ne segnano però la nuova rotta. Si parte dalla riduzione di 1.180 posti letto, l'istituzione di 800 letti di cure intermedie, l'avvio del progetto Chronic Related Group (CReG) per i malati cronici e l'istituzione di pacchetti integrati di attività ambulatoriali (MAC, macroattività ambulatoriali ad alta integrazione e complessità). Si assiste, infatti, a una progressiva riduzione dei posti letto per raggiungere l'obiettivo di 4 letti ogni mille abitanti dettato dalle normative nazionali (in passato erano 6 letti ogni mille abitanti), gran parte delle attività prima gestite in day hospital vengono trasferite alla gestione ambulatoriale e vengono create strutture «cuscinetto» tra l'ospedalizzazione vera e propria e il domicilio, le cosiddette strutture intermedie, a bassa attività assistenziale. Vengono poi sperimentati nuovi modelli sui malati cronici che dovrebbero garantirne una migliore gestione al domicilio e ridurne i ricoveri. Si passa, insomma, a una assistenza più domiciliare e sul territorio, meno costosa e, forse, più efficace e meno disagevole. È un passaggio importante che riguarderà tutti i cittadini, oggi abituati a pensare all'ospedale come solo, ultimo punto di riferimento per la loro salute, e la cui centralità verrà di molto ridimensionata. I nosocomi, sempre più tecnologici e costosi, circoscrivono così la loro funzione alla sola fase acuta di malattia o all'intervento chirurgico, senza tempi morti organizzativi ma anche senza possibilità di ritardare la dimissione di un paziente di un giorno o di ricoverare un malato se non realmente indicato. Uno dei punti sui quali Regione Lombardia batte è infatti quello dell'appropriatezza: ricoveri solo se strettamente necessari e per il tempo indispensabile, tutto il resto fuori dall'ospedale, sul territorio e al domicilio. Anche l'organizzazione dei nuovi ospedali della nostra regione va in questa direzione, oggi pensata per intensità di cure. In questo modello, sviluppato per razionalizzare i percorsi e risparmiare il personale, la scelta di dove ricoverare il malato non si basa più solo sul tipo di malattia o di organo interessato, l'insufficienza renale in nefrologia o la polmonite in pneumologia, ma avviene soprattutto in base alla gravità del caso: paziente gravissimo che necessita di cure molto intensive, soggetto meno critico che può non essere sorvegliato minuto per minuto, eccetera. In questo scenario quegli ospedali diventati centri di eccellenza per la Sanità di tutto il Paese, e le nuove strutture in fase di sviluppo, dovranno essere supportati nel difficile compito di riorganizzare le loro attività, spesso non solo rivolte all'acuto in senso stretto, immaginando una forte integrazione con le attività ambulatoriali e sul territorio. Nei prossimi mesi assisteremo a un cambiamento nelle modalità di utilizzo della Sanità da parte dei cittadini, tutti ne dovranno prendere atto. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MENO RICOVERI, PIÙ CURE DOMICILIARI 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 44 (diffusione:619980, tiratura:779916) La battaglia del cavallo che liberò i malati di mente L'animale rimane il simbolo della riforma psichiatrica Dialogo di CLAUDIO MAGRIS con PEPPE I l 12 giugno 1972, il presidente della Provincia di Trieste riceve una lettera firmata «Marco Cavallo», in cui l'animale, che ha sentito l'odore del mattatoio cui è verosimilmente destinato, rivendica il diritto a un meritato pensionamento, dichiarandosi pronto a continuare a svolgere il suo lavoro, documentando la sua capacità di farlo e testimoniando la volontà di molti suoi amici umani, viventi nello stesso Ospedale psichiatrico di Trieste, di provvedere al suo sostentamento vita natural durante e di pagare alla Provincia la medesima cifra che ricaverebbe dalla sua vendita. Il 30 ottobre dello stesso anno la giunta provinciale di Trieste delibera la vendita del cavallo in dotazione dell'Ospedale psichiatrico dal 1959 e addetto al trasporto di biancheria, rifiuti di cucina e altro materiale, decidendo di sostituirlo con un motocarro. È così che comincia la storia di Marco Cavallo, che non sarà venduto e non morirà, anzi continua a vivere e a galoppare per il mondo, portando in groppa il malato che ha scritto per lui quella lettera e molti altri suoi compagni di sventura. Diventerà il simbolo, ilare e picaresco, di quella liberazione che è stata la cosiddetta riforma Basaglia, la legge 180 che ha trasformato l'istituzione manicomiale e soprattutto la condizione di molti dei suoi degenti e che non sarebbe stata possibile senza l'impegno di tanti che hanno lottato per essa e di quel presidente destinatario della lettera di Marco Cavallo, Michele Zanetti. Basaglia e i suoi colleghi che hanno condotto quella battaglia non hanno mai negato la malattia mentale né ceduto ad alcuna «ideologia». Non a caso alcuni rapporti nati, nel fervore della lotta, con l'abborracciato e facilone estremismo movimentista degli anni Settanta sono sfociati nello scontro avvenuto a Trieste nel settembre 1977 nel corso del terzo Reseau di alternativa alla psichiatria. Gli psichiatri basagliani (non solo loro, anche altri pure estranei al gruppo, ma soprattutto loro) hanno costretto a vedere quella realtà che ogni ideologia copre e mistifica: la realtà dell'essere umano e della sua sofferenza. Un malato non cessa di essere una persona, cui la Costituzione attribuisce dignità e inalienabili diritti civili. Non si riduce soltanto alla sua malattia; tutti sappiamo che un uomo malato di cancro non è un cancro. Invece il «pazzo» - parola vaga che indicava confusamente le cose più diverse, dalla malattia mentale al disadattamento sociale - era, per la sensibilità corrente, pressoché solo un'incarnazione della follia; non una persona, ma una malattia. Pure i fattori sociali chiamati in causa dalla nuova psichiatria non sono astrazioni ideologiche, bensì elementi che concorrono alla malattia; un cardiopatico è certo malato di cuore, ma se abita al ventesimo piano senza ascensore ciò contribuisce al suo male. A testimoniare il carattere non ideologico della riforma è ad esempio la rivendicazione anche della punibilità del malato che commetta reati, perché la dignità comporta pure responsabilità e doveri. La questione della punibilità rimanda alle angosciose e arcaiche condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari. La commissione parlamentare presieduta dal senatore Marino, che ha visitato i sei ospedali psichiatrici che sono attivi e che trattengono ancora 1400 internati, ha riferito al presidente Napolitano, che ha pubblicamente espresso la sua pena, invitando la commissione e il Parlamento ad arrivare in tempi rapidissimi alla chiusura di questi ospedali. Ma anti-ideologico è anche l'elemento giocoso, la capacità di creare momenti di festa e di inventare la vita anche nella dura guerra contro il dolore. Ne è una prova tangibile pure Marco Cavallo, il destriero azzurro come quelli di Franc Marc costruito da Vittorio Basaglia in un laboratorio corale di degenti, artisti, infermieri, medici e tanti amici. Quel cavallo ha iniziato a girare il mondo il 25 febbraio 1973, quando Franco Basaglia ha spaccato con una panchina di ghisa il muro di cinta dell'Ospedale psichiatrico triestino - il muro della reclusione - perché Marco Cavallo era così grande che non riusciva a passare attraverso l'uscita normale. Da allora sono cominciati i suoi viaggi nei più diversi Paesi, viaggi da cui nascevano spettacoli, poesie, incontri in SANITÀ NAZIONALE 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'incontro A colloquio con Peppe Dell'Acqua. La lotta di Trieste contro i manicomi La norma Con la legge 180 è stato restituito il pieno diritto di cittadinanza ai degenti 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 44 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ NAZIONALE 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cui i singoli contributi e le storie drammatiche da cui nascevano si fondevano in una creatività diffusa che sarebbe piaciuta a Novalis o a Lautréamont. È stato uno scrittore e poeta dalla fantasia metamorfica, Giuliano Scabia, a scrivere questa storia, in un libro affascinante e plurimo - scritto fra il 1973 e il 1976 e ora ripubblicato, Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura (ed. Alphabeta Verlag, Merano, pp. 247, € 20) - che contiene pure testi di Franco Basaglia, Umberto Eco, e un racconto dei viaggi del corsiero azzurro, scritto da Peppe Dell'Acqua ed Elisa Frisaldi. È a Peppe Dell'Acqua che chiedo, incontrandolo a Trieste, cos'è stato, cos'è, cosa potrà ancora essere Marco Cavallo. Direttore del Dipartimento di salute mentale, Dell'Acqua è stato ed è uno dei protagonisti più concreti, più vivi di quel percorso di liberazione. Rigoroso e ironico, autorevole e fraterno, consapevole della complessità di ogni destino che non è mai solo un caso clinico e insieme aperto alla misteriosa semplicità della vita, Dell'Acqua smentisce già con il suo modo di essere ogni «ideologia». Nel suo libro Non ho l'arma che uccide il leone ha raccontato con precisione e felicità narrativa l'avventura della rivoluzione psichiatrica, ascoltando tante voci prima inascoltate di chi non poteva parlare e cogliendone non solo il dolore o l'infamia che l'ha provocato, ma anche la sorgiva creatività, quella capacità d'infanzia e di favola che talora perfino la sventura e la violenza non riescono a soffocare del tutto. Cos'è stato veramente, gli chiedo, Marco Cavallo, quale è stata la sua strada? Dell'Acqua - Marco Cavallo è la storia della libertà riconquistata dagli internati. È il testimone di una restituzione: il diritto di cittadinanza a tutti i cittadini, anche se folli. È una grande straordinaria macchina teatrale che la visionarietà di Giuliano Scabia ha reso capace di testimoniare storie intense, singolari e collettive, felici e drammatiche. Testimone di una svolta epocale, il cavallo è l'evidenza della «possibilità» riaffermata contro il destino segnato e ineluttabile della malattia mentale, come di ogni altra condizione umana di oppressione, di fragilità, di limitazione di libertà. Forse è per questo che non ha smesso mai di viaggiare. Magris - Quale è stato l'impatto di Marco Cavallo sui ricoverati, sul gruppo che vi ha lavorato, su chi invece se ne è tenuto in disparte? C'è stato qualche malato che lo ha rifiutato? Talvolta si ha comprensibilmente paura di uscire da una reclusione; la si desidera come si desidera la tana. Ci si rifugia nel disagio per sentirsi paradossalmente protetti dalla difficoltà di cercare la vita vera e dalla frustrante amarezza di non poterla raggiungere... Dell'Acqua - Vedi, i matti non hanno costruito Marco Cavallo. Solo Dino Tinta, un paziente del reparto sudici, saliva sulla pedana e quando fu pronto il corpo del cavallo, non ci fu verso, volle entrare nella sua pancia. I matti hanno costruito qualcosa che faccio fatica a definire. Qualcosa di più duraturo. Hanno riempito la pancia del cavallo di storie e di desideri: l'orologio che Tinta desiderava più di ogni altra cosa, il porto con le navi e il capitano della giovinezza di Ondina, le tante agognate Marie, il paio di scarpe nuove... Quel 25 febbraio un corteo di più di 600 matti attraversa con il cavallo le vie della città. L'uscita non può che essere festosa e tuttavia contiene paure profonde. Sembra ora veramente possibile che si potrà andare per il mondo ognuno con la sua storia. Zoran Pangher non uscì quel giorno. Poco più di 40 anni, carsolino, colto, orfano, i genitori morti in un campo di concentramento nazista, in collegio prima e in manicomio dopo, si oppose a quella festa. L'ipotesi, soltanto l'idea, che il manicomio potesse finire lo terrorizzava. Nelle lunghe e rigorose discussioni cercava di dirci che a San Giovanni c'erano i matti veri e che Basaglia era incosciente se solo pensava che potessero vivere altrove. Solo quelli come lui, forse, che matti non erano, avrebbero potuto uscire. Anzi non avrebbero mai dovuto essere rinchiusi. Ma, aggiungeva, lui, perseguitato da sempre e da sempre impedito ad una sua normale vita, non poteva che restare in manicomio. Era suo diritto restarci. Quel cavallo con le sue promesse di libertà per tutti lo disorientava. Comprese che il manicomio veramente poteva sparire. La sua angoscia divenne incontenibile. Il bisogno di «certezza» di Zoran segnerà negli anni a venire il percorso difficile e durissimo del cambiamento. Magris - Non c'è stato forse, in qualche momento, un pericolo di entusiasmo facile, l'illusione di aver risolto festosamente i problemi? Alcuni degli stessi psichiatri protagonisti della vostra battaglia come Rotelli, una 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 44 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ NAZIONALE 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato delle figure guida, e alcuni pazienti si erano opposti alla sortita di Marco Cavallo, temevano che quello squarcio nel muro desse la falsa idea di aver creato il mondo nuovo, mentre le cose erano e talora sono ancora terribili. Dell'Acqua - L'opposizione all'uscita del cavallo, quella animatissima e crudele discussione che per quasi tutta la notte del sabato precedente alla festa coinvolse Basaglia, che voleva l'uscita, gli artisti e tutti noi (anch'io, anche se capivo poco, volevo l'uscita) costruì un'altra immagine del cavallo: «l'animale della buona coscienza», così lo chiamò Rotelli. L'animale che avrebbe potuto mettere a tutti l'anima in pace davanti alle orribili condizioni del manicomio invece di denunciarle. Il compromesso fu un volantino che diceva degli internati, del lavoro degli infermieri, della lentezza del cambiamento di fronte ai bisogni violenti degli internati di casa, di lavoro, di relazioni. Magris - Marco Cavallo ha creato spettacoli, poesie, favole, testi letterari, lirici e teatrali. Pensi che quell'esperimento - a parte il suo valore liberatorio terapeutico, che è la cosa più importante - possa incidere direttamente sul linguaggio letterario o, per poterlo fare, debba essere tradotto, filtrato da una scrittura letteraria, come nel libro di Scabia? Dell'Acqua - Credo che il filtro del linguaggio letterario, della traduzione poetica, come tu dici, sia stato e sia utilissimo. È quasi banale citare Alda Merini, John Nash, il premio Nobel, nel racconto di A Beautiful Mind. E tanto altro ancora. Magris - La storia di Marco Cavallo è finita o continua, e come? Dell'Acqua - Il cavallo continua a correre senza sosta, nei più diversi Paesi, anche oltre oceano. Dovunque va c'è sempre qualcuno che deve dire, denunciare, domandare: ...quando ero ricoverato, mi hanno legato per una settimana... io ho visto mio figlio dietro una porta chiusa per più di 15 giorni... mio padre è morto dopo una settimana che era legato a letto nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari... Viaggia per allontanare la smemoratezza che rischia di cancellare dal presente ogni traccia del passato profondo; per restituire ai giovani una storia che non hanno potuto sapere. Ha cominciato a fermarsi davanti ai servizi psichiatrici chiusi, vigilati da sgradevoli telecamere, dove le persone sono legate; davanti ai luoghi dove le persone muoiono di psichiatria, davanti al dolore degli ospedali psichiatrici giudiziari e delle carceri, davanti ai centri di salute mentale vuoti, sporchi e privi di significato, davanti alle cliniche private, private di senso, che privano le persone di futuro e di storia: cliniche e imprese sempre sostenute dai contribuenti con centinaia di milioni di euro che ogni anno bruciano al di fuori di ogni sensata politica di salute mentale senza produrre un briciolo di salute nel Lazio, in Piemonte, in Sicilia, in Lombardia, in Puglia, in Emilia Romagna. È per questo che vuole continuare a correre. RIPRODUZIONE RISERVATA Malattia e arte Opera collettiva ilare e picaresca Marco Cavallo (nella foto) è una macchina teatrale di legno e cartapesta, dal colore azzurro: un'opera collettiva realizzata nel 1973 dentro il manicomio di Trieste, di cui era direttore Franco Basaglia. S'ispira a un cavallo in carne ed ossa, adibito al trasporto della biancheria nell'ospedale psichiatrico, che fu salvato dal macello. Divenne il simbolo della volontà di liberare i malati di mente da una psichiatria antiquata, fondata sulla reclusione, contro la quale Basaglia si batté fino alla riforma del 1978, che sancì la chiusura dei manicomi. Foto: La sfida del 1973 Qui sopra: il corteo di «Marco Cavallo», nel quale si distinguono, da destra, Giuliano Scabia, Dino e Vittorio Basaglia. «Marco Cavallo» venne portato fuori dal manicomio San Giovanni di Trieste, aprendo una breccia nel muro di cinta, il 25 febbraio 1973. A volere l'iniziativa fu il direttore dell'ospedale psichiatrico Franco Basaglia (1924-1980), nella foto a destra 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 33 (diffusione:619980, tiratura:779916) Il Paese dei bambini obesi L'Italia prima in Europa A otto anni, uno su tre è grasso. Il medico: meglio educare che tassare le bibite Adriana Bazzi PARIGI - Aeroporto di Linate, sabato scorso: una coppia italiana, con una bambina di due-tre anni, attende l'imbarco per Parigi. Il padre prende un biberon, lo riempie a metà di Coca Cola, diluisce con acqua (forse perché «pura» fa male?) e lo offre alla figlia. Che gradisce. Non ha finito: apre un pacchetto di patatine e glielo allunga. La bimba è magra, ma se questo è l'andazzo, avrà molte probabilità di andare a ingrossare le file degli italiani sovrappeso e obesi che, oggi, sono già una ventina di milioni. Secondo il settimo rapporto dell'Istituto Auxologico di Milano sull'obesità, reso noto quest'anno, tra i 45 e i 64 anni, solo un uomo su tre è normopeso, mentre, per le donne, il rapporto è di uno a uno. Ma il guaio sono i bambini. A otto anni, età in cui si raggiunge il picco, il 36 per cento è in sovrappeso o obeso: un dato che ci fa guadagnare il primo posto in Europa per obesità infantile (nelle classifiche degli adulti, invece, non siamo messi male). «L'obesità sta crescendo del 2,5 per cento ogni cinque anni, in maniera lineare - precisa Michele Carruba esperto di obesità e farmacologo all'Università di Milano - ma il fenomeno potrebbe esplodere con il contributo delle nuove generazioni». Il problema dell'obesità affonda le sue radici negli anni Cinquanta: da allora gli italiani hanno cominciato a modificare la loro dieta e a ridurre l'attività fisica. In America è nato prima e già nel 1943 la Metropolitan Life Insurance Company, una compagnia di assicurazioni, aveva introdotto tabelle di riferimento (riviste nel 1983) su peso e altezza, di uomini e donne, «desiderabili»: desiderabili o «ideali», come poi sono stati definiti, perché erano legati a un minore rischio di mortalità. «Anche oggi - precisa Carruba - quando si dice che l'indice di massa corporea (un parametro che mette in relazione peso e altezza) o la misura della circonferenza della vita sono normali significa che sono correlati al più basso rischio di andare incontro a malattie o addirittura di morire per le complicanze dell'obesità». Il peso (corporeo) degli italiani, dunque, è in crescita: colpa del cambiamento delle abitudini alimentari, ma soprattutto della mancanza di attività fisica dovuta, a partire dagli anni Cinquanta, al miglioramento dei trasporti, del riscaldamento (al caldo si consumano meno calorie, mentre l'aria condizionata fa ingrassare perché spinge a mangiare di più), di certe condizioni lavorative che richiedevano grandi sforzi fisici. L'obesità non è soltanto un problema estetico, ma mette a repentaglio la salute. È, infatti, causa di diabete, di ipertensione, di artrosi, di malattie respiratorie e di patologie cardiovascolari (come è stato più volte sottolineato al congresso dell'European Society of Cardiology in corso a Parigi). Non esiste nemmeno il cosiddetto «paradosso dell'obesità», secondo il quale alcuni obesi vivrebbero più a lungo di coetanei normopeso, soprattutto quando hanno superato i 65 anni: uno studio, presentato a Parigi da Clara Carpeggiani del Cnr di Pisa, spiega questa maggiore sopravvivenza con il fatto che questi pazienti vengono trattati più aggressivamente, per malattie spesso legate proprio all'obesità, rispetto agli altri. «I danni provocati dall'eccesso di peso - dice ancora Carruba - si presentano dopo un certo periodo di tempo e, se si diventa obesi da bambini, le complicazioni arriveranno prima e ridurranno le aspettative di vita di una persona». Come arginare allora il fenomeno dell'obesità perché non si trasformi da epidemia a pandemia nel nostro Paese? Non tanto con le tasse sulle bibite, come ha appena deciso il governo francese, ma con l'educazione. «Un'indagine condotta a Milano - dice ancora Carruba - dimostra che il problema è anche culturale: i figli di persone senza titolo di studio hanno il doppio di probabilità di essere obesi rispetto ai figli dei laureati». [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Alimentazione Dagli anni 50 cambiata la dieta e ridotta l'attività fisica 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 33 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Salute Foto: «Se si è sovrappeso da piccoli, le complicazioni arriveranno prima» SANITÀ NAZIONALE 37 30/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 33 (diffusione:619980, tiratura:779916) La clinica dove si curano i piccoli con latte e poca tv Il programma In cura duemila pazienti Corsi e campagne di informazione nelle scuole della città «Fake food» Il professor Ludwig: «Il fast food fa male, ma più subdolo è il fake food, quello elaborato chimicamente» Matteo Persivale BOSTON - Il professor David Ludwig recita statistiche e aneddoti terrificanti sull'obesità infantile - il numero di bambini obesi è raddoppiato negli Usa dal 1980 al 1995, una bimba sua paziente a tre anni pesava 45 chili e oggi che ne ha 14 ne pesa 200, gli effetti della sindrome metabolica sul fegato dei bambini obesi sono provocati «dallo stesso meccanismo che produce il foie gras nelle oche» - sfoggiando lo stesso sorriso sereno con il quale si è fatto fotografare mentre ritirava l'assegno da sette milioni di dollari che un'azienda privata, un colosso delle scarpe sportive, ha versato al suo ospedale per stabilire il «New Balance Foundation Center for Childhood Obesity Prevention, Clinical Research and Care» del Boston Children's Hospital. La donazione - chi produce articoli sportivi si rende conto che un futuro di americani obesi seduti sul divano è un futuro fallimentare per chi vende scarpette da corsa - ha messo Ludwig, endocrinologo e docente all'università di Harvard tra i massimi specialisti di obesità infantile, a capo dell'istituto meglio finanziato e attrezzato per la «guerra all'obesità». Il programma del professor Ludwig, anche se la struttura ospedaliera del Boston Children's è modernissima, è inaspettatamente low-tech: si basa sulle diete, sul supporto psicologico e sull'informazione (è scettico sull'utilità a lungo termine della chirurgia, vedi il bypass gastrico). Al momento il programma ha in cura duemila piccoli pazienti al Boston Children's (da anni al numero 1 delle classifiche dei migliori ospedali pediatrici americani come quella della rivista US News), e le campagne d'informazione raggiungono decine di migliaia di bambini delle scuole cittadine e dei sobborghi con corsi e conferenze forniti dal centro. Tutti i programmi verranno allargati: Ludwig coordina il lavoro di endocrinologi, dietologi e psicoterapeuti. Con forte enfasi sul ruolo delle famiglie - genitori e parenti e insegnanti coinvolti in prima persona - nel controllo dell'alimentazione dei pazienti. Nella «guerra all'obesità», spiega, lo zucchero è il nemico principale, molto più dei grassi (addirittura Ludwig spiega che i latticini sono in certi casi indicati per chi, obeso, soffre di «resistenza all'insulina», uno scompenso nella digestione degli zuccheri). Le regole fondamentali, di semplicità disarmante, non arrivano neppure a formare un decalogo: sono quattro (bere solo acqua e latte, niente bibite zuccherate; mangiare alimenti meno elaborati possibile e ricchi di fibra; fare attività fisica ogni giorno e ridurre il tempo sedentario davanti al computer o alla tv; se viene la tentazione di fare il bis, aspettare 20 minuti perché nel frattempo la sensazione di fame potrebbe passare senza bisogno di mangiare ancora). Il fast food? «Fa male, ma il pericolo più subdolo è il fake food, il cibo fasullo come l'ho definito - spiega Ludwig, che al tema ha dedicato un libro -. Alimenti apparentemente normali ma tanto elaborati chimicamente da essere dannosi sotto il profilo nutrizionale: sono ovunque. Il cibo sano è cibo semplice, meno lavorato è meglio è. Le famiglie devono controllare e educare, ma l'industria degli alimentari deve assumersi la responsabilità di mettere sul mercato cibi meno lavorati. Imporre regole più severe? Basterebbe che lavorassero insieme con le autorità sanitarie». RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: L'esperto Il professor David Ludwig SANITÀ NAZIONALE 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A Boston Il miglior centro pediatrico americano e un metodo «all'antica»: sport e cibi poco elaborati 30/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) I debiti del San Raffaele sfiorano quota 1,5 miliardi Forti passività in Brasile Nuovo board il 5 settembre Carlo Festa MILANO Passività per quasi 1,5 miliardi, rispetto al miliardo di fine marzo, e un patrimonio netto che sprofonda in negativo a oltre 200 milioni. Sono numeri impietosi che danno idea della gravità della crisi dell'ospedale San Raffaele di Milano: ancora più pesanti, se mai ce ne fosse stato bisogno, rispetto ai dati di solo qualche mese fa. Sono i numeri di fronte ai quali si sono trovati il super consulente Enrico Bondi, il risanatore di Parmalat, e il consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor: quel nuovo consiglio, voluto dal Vaticano per salvare l'ospedale di Don Luigi Verzè, riunitosi ieri per esaminare la situazione economico finanziaria e patrimoniale al 30 giugno predisposta dal consulente contabile Deloitte. I nodi del salvataggio «I numeri sono peggiorati rispetto a quelli di soli pochi mesi fa e resta da capire se, in questa situazione, sarà ancora possbile avviare un concordato in continuità». Il commento è di un addetto ai lavori vicino alla trattativa. C'è scetticismo sulla strada che potrebbe essere seguita per il salvataggio. Con questi numeri (con le passività salite a quasi 1,5 miliardi su un patrimonio netto pesantemente negativo) una delle opzioni resta dunque, una volta riconosciuta per il gruppo l'insolvenza, l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria prevista dalla Legge Marzano. Il tempo a disposizione per scegliere un percorso di salvataggio non è molto. Il consiglio si è dato appuntamento al 5 settembre per una prima analisi delle linee guida del progetto di risanamento. Dopo di che mancheranno una decina di giorni alla scadenza di metà settembre, la data fatidica del 15 settembre entro la quale è stata richiesta la presentazione di un piano dalla Procura di Milano, con il Pm Luigi Orsi in campo, in accordo con il presidente della sezione fallimentare, Filippo Lamanna. In caso contrario verrà presentata un'istanza di fallimento. Gli interrogativi sui bilanci Restano senza risposta numerose domande. La prima riguarda il lavoro di Deloitte, che nel giro di pochi mesi ha redatto due analisi dei conti molto diverse fra loro. In particolare, le passività hanno toccato 1,476 miliardi, di cui 431 milioni legati a leasing, factoring e alle garanzie concesse. Il patrimonio netto è stato anche rettificato da Deloitte (a valore storico) e risulta negativo per 210 milioni. Nell'analisi precedente risultava invece positivo per 28 milioni anche sulla base di perizie che avevano rivalutato alcuni attivi. È pur vero che il Mol è ancora positivo, ma rispetto alle stime passate hanno avuto un peso le passività per le garanzie concesse dalla Fondazione per conto delle società brasiliane del gruppo, non solo asset ospedalieri ma anche fazende dedite alla coltivazione nell'area di Salvador de Bahia. Come mai Deloitte ha fornito due versioni così diverse? Resta da capire se siano stati utilizzati principi più prudenziali oppure se i revisori abbiano avuto la possibilità, in questo secondo controllo, di mettere le mani su documenti contabili prima non disponibili: prospetti che potrebbero essere emersi dopo l'ingresso del nuovo Cda (ieri è stata nominata Maurizia Squinzi con la carica di direttore amministrazione e finanza) e soprattutto dopo il suicidio di Mario Cal, il braccio destro di Don Luigi Verzè che si è tolto la vita in luglio lasciando una lunga scia di sospetti sulla gestione dell'ospedale. © RIPRODUZIONE RISERVATA PROTAGONISTI Enrico Bondi L'ex presidente e ad SANITÀ NAZIONALE 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità. Rivisti i conti dell'ospedale: il patrimonio netto è negativo per 210 milioni 30/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) SANITÀ NAZIONALE 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di Parmalat è stato nominato superconsulente della Fondazione San Raffaele del Monte Tabore: sta affrontando il lavoro di ricostruzione contabile. Don Luigi Verzè Fondatore dell'ospedale San Raffaele, nel riassetto di luglio, con l'azzeramento del precedente consiglio d'amministrazione, ha mantenuto la carica di presidente ma senza deleghe operative. Foto: Riassetto. L'ospedale San Raffaele a Milano 30/08/2011 La Repubblica - Palermo Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sanità, scatta la revoca per la gara sulle forniture Il manager dell'ospedale Garibaldi ha deciso il definitivo accantonamento L'ASSESSORE Massimo Russo l'aveva definita un «modello vincente». Ieri il manager dell'ospedale Garibaldi di Catania, Angelo Pellicanò, ha revocato la gara da settanta milioni di euro per l'acquisto di forniture ospedaliere al centro di polemiche. Sulla gara si era pronunciata l'Autorità nazionale di Vigilanza sui contratti, che aveva dichiarato le procedure «viziate e illegittime». Una revoca definitiva in "autotutela", quella di Pellicanò, in nome della trasparenza, come dichiara il manager: «Abbiamo assunto questa decisione per dare un segnale di trasparenza sia ai cittadini che alle aziende partecipanti». Al centro della vicenda c'è il sistema di valutazione dei prezzi affidato ad una commissione, il cui responsabile era Salvatore Riolo, ex dipendente della società prima classificata nella gara, nonché consulente della Covidien, altra concorrente nella gara e piazzatasi seconda. Riolo, che aveva interrotto in modo traumatico il suo rapporto di lavoro con una delle multinazionali che avevano preso parte alla gara, si era difeso dicendo di non aver avuto un ruolo diretto nella gara e di essere stato scelto per le sue capacità «di altissimo livello». Ad esprimersi contro la gara, era stata l'Autorità di Vigilanza che aveva ravvisato «la mancanza di prezzi a base d'asta e significativo margine di discrezionalità». Tanto da ipotizzare «possibili turbative» tra le imprese e la violazione del Codice dei contratti, nonché carenze di trasparenza. L'ospedale, che era l'ente che aveva indetto la gara, si era difeso, ed era stato sempre Pellicanò a rispondere sostenendo che la gara era stata vinta da chi aveva fatto la proposta più vantaggiosa in termini di prezzo e qualità. Maa fare precipitare le cose, c'era stato l'arresto di uno dei componenti della commissione di Valutazione, Massimo Civello, accusato di concussione, nel gennaio scorso. Dopo l'arresto di Civello, la gara venne espletata in un solo giorno nonostante ci fossero 147 lotti da valutare. Ieri, la decisione di revocarla. c. c. Foto: Massimo Russo SANITÀ NAZIONALE 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il provvedimento Il bando da 70 milioni era finito nel mirino dell'authority 30/08/2011 La Repubblica - Napoli Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Federico II, record italiano: "Professione ambìta come l'oro" Peperoni, presidente dell'Ordine "Selezione meritocratica" (carlo franco) SULLA Federico II e sulla Seconda Università sta per abbattersi l'annuale valanga di aspiranti medici e ingegneri. L'impatto avverrà il 5 settembre e l'ondata, a differenza dell'uragano "Irene" che ha risparmiato New York, travolgerà tutte le facoltà. Il numero che più impressiona alla vigilia dei test di ammissione alle facoltà che iniziano oggi per gli atenei privati e il 5 settembre per quelli pubblici - è quello relativo alle domande per l'iscrizione a Medicina: 4.099, quasi quattrocento in più di quelle presentate al San Raffaele di Milano e millecinquecento in più di Roma. Egualmente fuori controllo le previsioni che si riferiscono all'ateneo bolognese (2937 domande di iscrizione), a quello barese (1529) e alla Statale di Milano (2870). Cifre da capogiro che se, da una parte, confermano il fascino indistruttibile del «camice bianco» del medico, dall'altra evidenziano i limiti e le disfunzioni dell'università italiana sempre più pachidermica e fuori dagli standard europei. Il boom degli aspiranti medici, tra l'altro, riporta di attualità la tesi ribadita ancora ieri dal professore Andrea Lenzi, coordinatore della Conferenza dei presidi di Medicina, secondo cui «la professione medica è considerata un bene rifugio. Come l'oro». E questo è tanto più valido nei periodi di recessione acuta perché nell'immaginario collettivo la scelta di medicina garantisce, fin dagli esordi, una identità precisa e la certezza di un lavoro ben remunerato». Il segretario del Cun sostiene anche che i giovani scelgono questa facoltà attratti dal mito del dottore esaltato dalle fiction televisive, ma anche dalla certezza che in futuro neanche tanto lontano ci sarà bisogno di tanti nuovi medici, addirittura ventimila entro il 2018. È una tesi indubbiamente suggestiva e, in parte, anche non priva di fondamento, ma, restando con i piedi a terra, il presidente dell'Ordine dei medici di Napoli esprime preoccupazioni ben più concrete. «Sarebbe auspicabile dice Gabriele Peperoni - che il ministero dell'Istruzione favorisse una selezione meritocratica, in base alla quale le aspiranti matricole possano presentare domanda presso diverse università italiane, le quali procederanno all'ammissione secondo una graduatoria che verrà stilata tenendo conto dei voti riportati nell'ultimo biennio e dell'esame di diploma». Basta con la mortificante lotteria dei quiz, insomma, che appiattisce e annulla la competitività e obbliga gli studenti, e le loro famiglie, a sobbarcarsi gli oneri della preparazione ai test. La riforma, tra l'altro, è obbligata anche per allineare l'università italiana a quelle degli altri paesi europei, che questo passo in avanti lo hanno già compiuto ricavandone grandi vantaggi. Ma torniamo ai numeri degli iscritti ai test che, anche per Ingegneria, Matematica e Ingegneria fisica, sono da capogiro e fanno registrare un aumento del 55%. C'è da essere seriamente preoccupati, insomma: alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma gli iscritti sono 7333 e, all'interno di questa cifra, le studentesse sono il doppio dei colleghi maschi: 4477 contro 2879. I posti, però, sono 282 e, quindi, verrà ammesso solo uno studente su ventisei. Che chi sa se e quando smaltiranno la delusione. Alla Federico II un calcolo dettagliato non è ancora possibile perché le domande non sono state ancora tutte registrate, ma la tensione è già alle stelle. E a Monte Sant'Angelo, che ospiterà gli studenti della Federico II, e alla Mostra d'Oltremare, che accoglierà quelli della Sun, stanno preparando le aule e la tensostruttura per non farsi travolgere. (carlo franco) © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.medicina.unina.it www.comune.napoli.it Foto: LA PROVA A sinistra, studenti a una delle prove di accesso universitarie SANITÀ NAZIONALE 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medicina, oltre quattromila ai test 30/08/2011 La Repubblica - Roma Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Al via la commissione La Polverini tranquillizza "Non c'è un'epidemia" La governatrice: è una questione delicata che richiede competenza I risultati del lavoro d'indagine saranno resi noti tra novanta giorni ENTRANO ed escono da un ingresso secondario per evitare di incrociare i giornalisti. Assicurano, per bocca della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini (l'unica a parlare) che «non comunicheranno nulla, se non agli organi competenti perché si tratta di un'indagine delicata che va illustrata al termine del percorso». Bisognerà attendere 90 giorni, insomma, per conoscere i risultati della commissione d'inchiesta sulla Tbc che si è insediata ieri nella sede della Regione Lazio. A guidarla sarà Vincenzo Vullo, ordinario di malattie infettive alla Sapienza. Con lui ci saranno Mario Giuseppe Alma (direttore Uoc Broncopneumologia e Tisiologia del San Camillo), Piero Borgia (dirigente di Asp-Laziosanità), Enrico Girardi (direttore Uoc Epidemiologia clinica Spallanzani), Giuseppe Ippolito (direttore scientifico Spallanzani), Leonardo Palombi (professore ordinario di Igiene Università di Tor Vergata) e Amalia Vitagliano (dirigente regionale responsabile dell'area sanità pubblica e sicurezza alimentare). Ieri sera, per la prima volta, hanno partecipato alla quotidiana riunione dell'unità di coordinamento dell'emergenza che emette i bollettini con i nuovi casi. Da oggi avranno modo di indagare con «ampi poteri di accesso, ispezione e verifica documentale, nonché di audizione di dirigenti», per venire a capo di ciò che è successo al Gemelli tra l'infermiera ammalata e il potenziale contagio che ha coinvolto quasi 1.500 neonati. Di una cosa è certa la Polverini: «La nascita di questa commissione non presuppone alcune epidemia. È una parola che in questo momento non è assolutamente necessario né utile usare. Non c'è alcuna epidemia». E questo nonostante, dopo gli ultimi casi, è diventato necessario allargare lo spettro dei controlli anche ai nati nel mese di febbraio. Senza escludere di poter andare ancora più indietro nel tempo. Sull'eventualità, però, la governatrice frena: «In questo momento - spiega - ascolto solo ciò che dicono gli specialisti del settore. È una questione delicata che richiede anni di studio, conoscenza e competenza». La commissione, in ogni caso, indagherà unicamente su ciò che è avvenuto al Gemelli. Nessun altro ospedale (né le procedure che vengono adottate nelle altre strutture) finirà sotto la lente dei sette medici che la compongono. «La commissione - prosegue la Polverini - nasce con uno scopo preciso, cioè seguire questo particolare caso». Per tutto il resto, vale quanto previsto a livello nazionale dal ministero della Salute. «Il ministro Fazio - conclude la governatrice - ha inviato una circolare nella quale richiama le linee guida nazionali. Su quelle, il Lazio si è già attivato. Ha scritto a tutte le strutture per avere informazioni rispetto a quello che ognuna di loro fa. Se non risponderanno nei prossimi giorni saranno richiamati». (m. fv.) SANITÀ NAZIONALE 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta Insediato l'organismo di sette medici con a capo Vullo della Sapienza 30/08/2011 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Allarme Tbc, altri 18 bambini positivi Si allarga il periodo, cinque nati a febbraio In totale sono 52 casi. Il Codacons: il marito dell'infermiera malato nel 2004 Il policlinico: non ci è mai giunta alcuna segnalazione della patologia da parte della donna MAURO FAVALE IL CONTAGIO si estende anche a febbraio. Dai nuovi test effettuati venerdì e sabato su 300 bambini nati all'ospedale Gemelli, sono risultati positivi anche 5 bambini nati a febbraio. In totale, ieri, è arrivato il numero record di 18 contagiati. Così, si arriva ad un totale di 52 casi su 729 test effettuati con una percentuale, finora del 7,13%. A questi si aggiunge il caso dell'unica bambina che ha sviluppato la malattia attualmente sotto terapia e ricoverata al Bambin Gesù. La decisione di allargare lo spettro e comprendere anche i 208 bambini venuti alla luce a febbraio ha dato i suoi primi frutti. L'infermiera dalla quale sarebbe partito il contagio, insomma, era portatrice del bacillo della Tbc anche allora. Finora la donna, ricoverata allo Spallanzani da un mese, non è stata ancora ascoltata né dai carabinieri del Nas, né dai magistrati né, tantomeno, dalla commissione d'indagine regionale che si è insediata ieri. Chi per primo riuscirà a parlarle, dovrà chiederle anche se è vero quanto ha denunciato ieri il Codacons in un esposto presentato in procura. Secondo i consumatori, infatti, «il marito dell'infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004 e desta sconcerto che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente ogni anno». Un nuovo fronte al quale il Gemelli replica: «Da noi - spiegano dalla direzione del policlinico - non è mai giunta né da parte della dipendente cui è stata diagnosticata la Tbc né da parte delle autorità competenti segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell'infermiera». Insomma, una precisazione che non smentisce la notizia («ricevuta da fonte certa», assicura l'avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons) contenuta nell'esposto presentato dai consumatori. Un dato che getta una nuova luce sulle modalità con cui l'infermiera (che pure era stata vaccinata contro la Tbc) può aver contratto la malattia. Il Gemelli, in ogni caso, difende il suo operato: «Tutti gli aspetti relativi alla vicenda saranno chiariti nelle opportune sedi, con le quali il policlinico sta collaborando fattivamente, fornendo i necessari chiarimenti che di volta in volta vengono richiesti. La direzione del Gemelli, dichiara altresì che massima è stata l'attivazione della struttura sin dall'insorgenza del problema». Eppure il Codacons insiste. Chiede alla Polverini «di far identificare tutti, bambini e adulti che negli ultimi due anni e mezzo (ma anche prima, negli altri reparti) hanno avuto contatto con la donna e controllare la loro eventuale positività alla malattia». Inoltre,i consumatori considerano «sconcertante che non siano state controllate anche le centinaia di mamme che hanno allattato nello stesso nido dove si trovavano i neonati e come loro a contatto col morbo». E, considerando il diritto alla salute superiorea quello alla privacy, chiedono alla Regione «di rendere pubbliche le generalità dell'infermiera». «No a nuove cacce all'untore», però, avverte il presidente della commissione politiche sanitarie del Campidoglio, l'immunologo Ferdinando Aiuti. Le tappe IL CONTAGIO L'infermiera del Gemelli, affetta da Tbc, ha contagiato molti dei bambini nati tra febbraio e luglio. Il Codacons: "Il marito malato di Tbc nel 2004" I CONTROLLI Proseguono da oltre 10 giorni i controlli sui bimbi nati al Gemelli tra marzo e luglio. Anche i nati a febbraio risultano contagiati I POSITIVI Il bollettino della Regione parla di 18 nuovi contagi. In totale, i positivi all'esame sono 52, più la bimba malata di Tbc e ricoverata al Bambin Gesù SANITÀ NAZIONALE 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME TBC 30/08/2011 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: IL GEMELLI È in questo ospedale che i neonati sono venutia contatto con l'infermiera affetta da Tbc SANITÀ NAZIONALE 45 30/08/2011 La Repubblica - Genova Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Regione, il Galliera non cura il mal di pancia Si allarga il fronte dei consiglieri contrari al dirottamento di fondi sul nuovo ospedale Spaventa l'onere di cinque milioni l'anno, che dovranno essere versati per 15 anni GIUSEPPE FILETTO SI ALLARGA il fronte dei consiglieri regionali contrari al dirottamento di fondi pubblici sul Nuovo Galliera. «Soprattutto in questo momento - ripete Valter Ferrando - con una situazione finanziaria che crolla da tutte le parti e quando si tagliano servizi ovunque». Ferrando non è voce isolata: oltre ad essere il vice capogruppo del Pd in Regione, assicura che i mal di pancia su questo progetto si levano pure dai suoi colleghi Giancarlo Manti, Sergio Scibilia e Alessio Cavarra. Non solo. Ieri, dopo le prese di posizione di Stefano Quaini (Italia dei Valori) sono usciti i colleghi di partito Nicolò Scialfa (capogruppo), Maruska Piredda e a sorpresa pure l'assessore Marylin Fusco (anche vice presidente della giunta regionale). «Quella del Galliera è un'operazione da discutere - precisa Scialfa - è inaccettabile che la Regione partecipi con un terzo della spesa totale (180 milioni di euro, ndr) e poi si carichi anche gli interessi del mutuo». Circa 5 milioni di euro l'anno, per 15 anni. «Non siamo nelle condizioni di sopportare questa ulteriore spesa», ha detto ieri Claudio Burlando dalle colonne del Secolo XIX. «Non possiamo accollarci oneri e mutui aggiuntivi, che devono andare a carico della Fondazione», ripete. Il presidente della Regione, però, conferma l'impegno su Carignano, perché c'è la necessità di costruire un ospedale per una parte notevole di città (Centro, Valbisagno, Foce) e perché la struttura è ormai vetusta. Nel passo indietro del Governatore di fatto si legge la presa di posizione del Partito Democratico. Anche se l'assessore al Bilancio, Pippo Rossetti, dalla Sardegna dove è in vacanza, ricorda la parola data alla Curia (in particolare all'arcivescovo Angelo Bagnasco) e in campagna elettorale: «Tutti i documenti votati finora dalla maggioranza vanno in una certa direzione e penso che Burlando non ponga il problema se fare o no il nuovo ospedale, quanto invece su come e dove reperire i fondi». Comunque, è certo che sulla scia dei tre consiglieri della Federazione della Sinistra, che su Repubblica hanno lanciato la "crociata" contro lo sperpero di soldi, si è messa metà maggioranza di centrosinistra. Matteo Rossi, Alessandro Benzi e Giacomo Conti hanno annunciato che non voteranno alcun provvedimento riguardante contenimento della spesa pubblica e tagli: a costo di mandarea bagno la maggioranza. D'altra parte, da tempo Ferrando e Quaini ritengono che il progetto del Nuovo Galliera sbaglia i tempi: «Un ospedale da 400 posti non risolve i problemi della sanità nell'area metropolitana - precisa Ferrando- ne servono almeno 700, da realizzare soltanto costruendone uno a Cornigliano che copra Ponente e Valpolcevera». Su questa stessa lunghezza d'onda è anche la Lega Nord. Il capogruppo Edoardo Rixi, insieme ai consiglieri Francesco Bruzzone (segretario regionale del Carroccio) e Maurizio Torterolo, ricorda che la sua proposta di un unico ospedale a Ponente è datata di un anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA I personaggi Marylin Fusco Matteo Rossi Claudio Burlando PER SAPERNE DI PIÙ galliera.it www.partitodemocratico.it Foto: L'ospedale Galliera al centro delle polemiche SANITÀ NAZIONALE 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE SCELTE DELLA POLITICA 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Si possono consegnare i moduli anche in farmacia Ripa di Meana: "Ma il tema dell'Isee non è al momento all'ordine del giorno" ENRICO MIELE SONO entrati ufficialmente in vigore gli aumenti su ricette farmaceutiche e esami clinici. Tra sabatoe lunedì si sono recati agli sportelli oltre 13mila cittadini mentre 5.400 sono i moduli per l'autocertificazione già riconsegnati nelle mani dell'Ausl. Si tratta della dichiarazione dei redditi necessaria per stabilire l'ammontare degli aumenti sui ticket (rincari che variano a seconda della fascia di appartenenza). Il sistema sanitario bolognese sembra quindi aver retto l'impatto con una novità che ha portato non pochi grattacapi ai manager della sanità emiliana. Come conferma anche il direttore generale dell'Ausl Francesco Ripa di Meana che loda lo sforzo fatto dall'azienda per informare i cittadini: «Ieri non c'è stato alcun calo di prestazioni, nessuno è stato rimandato indietro e tuttii referti sono stati consegnati ai pazienti». Certo il numero verde e il fax ha funzionato a singhiozzo per tutta la giornata «ma l'aumento delle telefonate è stato del 600%». Diverso il discorso sull'eventuale introduzione dell'Isee nel conteggio dei rincari (novità che agevolerebbe le famiglie, ora penalizzate ai fini del calcolo dal cumulo dei redditi): «Ogni meccanismo per aumentare l'equità è il benvenuto - taglia corto il numero uno dell'Ausl - ma il tema dell'Isee non è all'ordine del giorno». Nel frattempo, nelle prossime due settimane si attende l'assalto dei cittadini agli sportelli ed infatti l'obiettivo sarà di «potenziare ancor di più il personale». Grazie alla convenzione firmata dall'azienda sanitaria felsinea e Federfarma, da domani sarà anche possibile portarei moduli in una delle 190 farmacie della città. In ogni caso ci sarà qualche giorno per "digerire" la novità. Fino al 17 settembre è possibile pagare il vecchio ticket senza alcuna certificazione del reddito. L'Ausl darà 60 giorni di tempo per saldare l'eventuale differenza (dopo aver consegnato l'autocertificazione). Terminato il periodo di rodaggio, scatterà l'operazione "tolleranza zero": senza autocertificazione si pagherà automaticamente il ticket massimo (per alcuni esami, come una Tac, può arrivare a 70 euro). Ma al momento l'Ausl non ha previsto alcun controllo sulle eventuali dichiarazioni false (o incorrette). «Nel giro di un paio di mesi- precisa Ripa di Meana- effettueremo controlli a campione». Verifiche a carico del personale dell'azienda sanitaria con l'ausilio delle banche dati del fisco. Infine per ridurre al minimo i disagi dei cittadini l'Ausl ha richiamato dalla ferie molti lavoratori, aumentato gli straordinari, senza contare l'acquisto dei moduli (circa 200mila per una spesa di 2mila euro). Nessuno costo aggiuntivo, conclude però il direttore, «le spese per noi sono marginali visto che si fa tutto attraverso il sistema informatico». Foto: Francesco Ripa di Meana SANITÀ NAZIONALE 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il bilancio A partire da domani. L'Ausl soddisfatta: il sistema ha retto, telefonate aumentate del 600% 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Tutti in fila per l'autocertificazione tra sportelli assediati e telefoni in tilt La soddisfazione di chi ce l'ha fatta e lo sconforto dei farmacisti per le code al banco ROSARIO DI RAIMONDO TRA novità, punti interrogativi e code, la rivoluzione dei ticket piomba in Regione con un sistema che ovviamente è ancora tutto da rodare. Cup presi d'assalto, il numero verde a disposizione degli utenti intasato, il fax dell'Ausl a cui inviare le autocertificazioni compilate fuori uso. I farmacisti denunciano: «La gente viene qui e non sa cosa fare, soprattutto anziani e stranieri». A tutto ciò si aggiunge anche la possibile introduzione dell'Isee, necessario a calcolare le fasce di reddito interessate dai ticket dopo la levata di scudi a difesa delle famiglie, «penalizzate» dal sistema attuale. I primi disagi colpiscono in mattinata l'ambulatorio per i prelievi del Malpighi, dove decine di persone aspettano, numerino alla mano, il proprio turno. «C'è un'ora di attesa in più rispetto all'orario di prenotazione - racconta Chiara - in teoria avrei già dovuto finire». All'interno della struttura, un'impiegata spiega le novità, consegna fogli e depliant, indirizza a destra e a sinistra: «Allora signora, questo è il foglio per autocertificare il reddito. Deve compilarlo e inviarlo all'Ausl assieme a quelli della sua famiglia». I numerosi Cup della città si sono iempiti fin dalle prime ore del mattino. Giovani, meno giovani, anziani, italiani e stranieri: tutti a cercare di districarsi dalla trafila burocratica necessaria d'ora in poi a pagare medicinali o a prenotare visite specialistiche. Lunghe file ai Cup di via Mengoli, via Tiarini e via Montebello. In quello del padiglione 17 del Sant'Orsola-Malpighi, un centinaio di persone attende con impazienza il proprio turno, facendo la spola col bar vicino per ingannare l'attesa. Gli impiegati velocizzano come possono le pratiche necessarie. E qualcuno, dopo aver aspettato per molto tempo, ce la fa. Come Roberto, che esce baldanzoso dal Cup con i suoi fogli timbrati in mano: «Si dai, ho aspettato un po' ma almeno ora dovrebbe essere tutto completato». Il numero verde messo a disposizione dalla Regione per a v e r e i n f o r m a z i o n i (800.033.033) resta intasato per molte ore. Anche il "servizio di pagamento on-line dei ticket di visite ed esami specialistici prenotati attraverso il Cup" è sospeso. E sul sito del Comune di Bologna, si rischia di fare confusione: «Chi ha un reddito complessivo familiare lordo inferiore ai 36.153 euro non pagherà il ticket per farmaci ed esami». Però la precisazione è relativa solo agli aumenti in vigore da ieri (visto che il calcolo delle esenzioni varia tra i ticket nuovi e quelli vecchi). Ma è dalle farmacie che partono critiche severe al nuovo sistema. Dice il dottor Boldini, della farmacia S. Antonio: «Perdiamo venti minuti con ogni cliente per spiegare come funziona l'autocertificazione. La gente viene qui, chiede, non sa come fare. Soprattutto gli stranieri: ma lei si rende conto cosa vuol dire quando vengono le badanti delle persone anziane che non hanno idea dei cambiamenti in corso?». Più diplomatica Roberta Dondarini, direttrice della farmacia di piazza Maggiore: «Si tratta del primo giorno, è normale che ci sia un po' di confusione. Noi comunque facciamo quel che possiamo». Alcuni clienti, una ventina, hanno potuto comprare i medicinali senza autocertificazione. «Fino al diciassette settembre siamo autorizzati a fornire farmaci anche a chi non è "in regola" - assicura la Dondarini -. Dopo, verrà fatta pagare la fascia più alta». Chi in questi giorni acquista medicinali senza aver ancora specificato la fascia di reddito alla quale appartiene, ha sessanta giorni di tempo per pagare il ticket. PER SAPERNE DI PIÙ www.saluter.it www.cgilbo.it Foto: Il materiale informativo in distribuzione nei Cup SANITÀ NAZIONALE 48 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Primo giorno del nuovo sistema: Cup presi d'assalto e disagi all'ambulatorio Malpighi Il racconto 30/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ticket, Lusenti rassicura Pd e cattolici "Allo studio correttivi per le famiglie" La Cgil: "Serve più equità, passare in fretta all'Isee" Galletti dell'Udc annuncia un ricorso al Tar per la disparità di trattamento sul calcolo degli scaglioni di reddito che penalizza le coppie sposate ELEONORA CAPELLI PRIMO giorno dei nuovi ticket: l'assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, parla di «avvio senza particolari criticità» e getta acqua sul fuoco delle polemiche. Di fronte ai mugugni nel Pd, ai dubbi della Cgil, alle indicazioni della Caritas, alle accuse della Curia, oltre che agli attacchi dell'opposizione, l'assessore promette di «individuare uno strumento di maggiore equità». Oggetto del contendere è infatti il sistema da ieri in vigore per calcolare la tassa aggiuntiva su farmaci, esami e visite, che in Emilia Romagna si basa solo sul reddito familiare lordo, cioè il cumulo dei redditi dei coniugi e degli altri membri della famiglia. In questo modo una coppia sposata raggiunge più facilmente gli scaglioni più alti (si sommano i redditi dei coniugi ma non dei conviventi), mentre non si tiene in considerazione il numero dei figli o dei familiari a carico. «Abbiamo rimodulato i ticket partendo dalla legge che regola la dini più deboli e le famiglie in difficoltàe più numerose, per questo continueremoa lavorare per mettere a punto modalità più avanzate di valutazione del reddito». La Cgil, che con Danilo Gruppi aveva chiesto correzioni dei ticket, ieri con il segretario regionale Vincenzo Colla ha chiesto di «passare in fretta dall'Irpef all'Isee per la certificazione dei redditi». Ma intanto i ticket sono partiti con le autocertificazioni, e per questo l'Udc preannuncia il ricorso al Tar, sulla base della disparità di trattamento nelle diverse fasi di attuazione dei nuovi rincari. «Abbiamo dato mandato ai nostri legali di presentare ricorso al Tar - ha detto Gian Luca Galletti, parlamentare Udc - la Regione blocchi immediatamente l'applicazione del ticket sanitario che è un gran pasticcio, lo si faccia partire da ottobre dopo aver introdotto il criterio Isee». Anche Pdl e Lega si sono scagliati ieri contro i ticket "all'emiliana" («Si penalizzano le famiglie, almeno bisogna introdurre uno sgravio in base al numero dei figli») mentre l'Idv con Liana Barbati ha chiesto di controllare con più attenzione le autocertificazioni. «I ticket sono necessari e improrogabili, per le scelte sbagliate del Governo - ha detto la consigliera dipietrista - ma per come sono stati introdotti e modulati diverse categorie di persone sono state penalizzate. L'assessore potrebbe ascoltare un po' di più le numerose critiche, chiediamo con forza un controllo capillare sulle esenzioni». Nel primo giorno dei nuovi ticket, erano in molti ad avere ancora dubbi: dalle 10 alle 11 di ieri al numero verde sono arrivate 1.900 telefonate. SPORTELLLI In coda ieri agli sportelli del Cup per compilare e consegnare i moduli per i nuovi ticket sanitari Foto: compartecipazione, con riferimento ai redditi familiari lordi - ha spiegato Lusenti in una nota - i tempi imposti dal Governo ci hanno portato a utilizzare lo strumento più immediato, che è l'autocertificazione. Ma stiamo già lavorando per mettere a punto uno strumento di maggiore equità». Il problema era già all'ordine del giorno: il 23 agosto, nel firmare l'intesa con sindacati e associazioni, l'impegno era quello di «individuare strumenti più puntuali di valutazione della situazione economico-patrimoniale di ciascuna famiglia, partendo dallo strumento Isee». Si può pensare anche a uno strumento ad hoc, come ha detto Marco Monari, capogruppo Pd, dopo la riunione del gruppo dei democratici in Regione. «Prendiamoci il tempo che ci serve ha detto Monari - per costruire un Isee ad hoca maggior tutela delle famiglie e dei nuclei numerosi. Forse ci sarà bisogno di creare uno strumento apposito». In ogni caso l'obbiettivo della Regione è quello di «tutelare i citta- SANITÀ NAZIONALE 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA I CITTADINI E LA SALUTE La sanità in regione 30/08/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) La nuova frontiera della telemedicina Dalla Gran Bretagna il progetto più ambizioso: servizio attivo 24 ore su 24 In Italia esperienze a macchia di leopardo: al nord i maggiori investimenti MICHELE BOCCI GUARDARE il proprio medico negli occhi mentre spiega la diagnosi, fargli vedere i risultati degli esami e magari quella macchia spuntata sulla spalla. Il tutto senza muoversi da casa ma fissando lo schermo di un computer o di uno smartphone. L'Inghilterra vuole disegnare una nuova frontiera per la telemedicina: i dottori comunicheranno con i pazienti attraverso Skype. Il progetto è stato illustrato al Times da Bruce Keogh, il direttore dell'Nhs (il Servizio sanitario nazionale): «Aprirebbe le porte a un servizio 24 ore su 24, sette giorni su sette. Inoltre abbatterebbe le barriere geografiche con cui molti pazienti devono fare i conti». Il programma gratuito per le chiamate video più noto al mondo diventerebbe la chiave per un nuovo sistema di assistenza. Le associazioni dei malati inglesi hanno storto un po' la bocca, ammettendo la nuova modalità solo in certi casi, soprattutto puntualizzando che non bisogna ridurre il tempo che i medici dedicano ai pazienti. Il presidente della Società italiana di telemedicina è Gianfranco Gensini, preside di Medicina a Firenze. L'idea di usare Skype non gli sembra campata in aria. «Se servea dare un'occasione in più di contatto con il medico, ben venga - dice - Non dobbiamo pensare solo alla visita nello studio del dottore di famiglia ma a tutte quelle persone che hanno rapporti continui con il loro medico ad esempio perché devono fare una terapia anticoagulante orale. Il professionista in quei casi deve valutare come sta andando il trattamento farmacologico ma anche tranquillizzare il malato. E per questo Skype può servire. La telemedicina potrebbe far pensare a una spersonalizzazione della medicina ma in realtà può dare un grande supporto a chi sta male». In Italia l'uso dell'informatica nel sistema sanitario funziona a macchia di leopardo. Una Asl attiva un progetto importante per assistere a casa grazie alla Rete chi ha lo scompenso cardiaco, quella accanto costringe gli anziani malati a fare la coda agli ambulatori per un banale controllo. «L'interesse sta crescendo ma non si investe ancora abbastanza. Non raggiungiamo i livelli dei paesi di riferimento in Europa, come Danimarca, Svezia e Inghilterra». A parlare è Marco Paparella dell'osservatorio Ict (che sta per Information e communication technology) in sanità del Politecnico di Milano dove di recente hanno realizzato uno studio nazionale.È stata presa in considerazione la telemedicina ma anche, tra l'altro, la gestione informatica delle cartelle cliniche o della distribuzione farmaceutica. A investire in tecnologie sono soprattutto le Regioni del nord. Dello stato della telemedicina nel nostro paese parla sempre Gensini: «Molti progetti in corso riguardano diabete e scompenso. Ci sono Asl dove i medici sono in grado di valutare a distanza peso, elettrocardiogramma, frequenza cardiaca dei pazienti. Purtroppo in Italia, a fronte di tante sperimentazioni, non ci sono molti progetti organici di utilizzo di queste tecnologie. La Regione più avanti in questo campo è la Lombardia». Anche in Emilia Romagna, come in altre regioni del centro nord, ci sono progetti di telemedicina attivi. L'assessore alla salute Carlo Lusenti crede nelle pontenzialità della tecnologia. «È un grandissimo supporto per i sistemi di cura, uno strumento che non può sostituire il rapporto diretto tra paziente e chi lo assiste, medico o infermiere, ma che può essere di grandissimo aiuto per l'assistenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA RADIOLOGIA In Toscana i radiologi possono guardare in tempo reale tac e risonanze fatte in un altro ospedale CARDIOLOGIA La Lombardia ha attivato da tempo la telemedicina per seguire a casa pazienti con scompenso cardiaco PNEUMOLOGIA La Asl di Ferrara tiene sotto controllo grazie alla rete pazienti con problemi respiratori cronici GERIATRIA In Piemonte gli anziani invieranno dati (peso, glicemia pressione, ecc.) a una centrale gestita da medici Telemedicina 920 79 1970 1989 80 1% percentuale sulla spesa complessiva delle Asl % percentuale investita dalle Asl del nord 24 21 9euro ore su euro la spesa per ogni cittadino in tecnologie informatiche al SANITÀ NAZIONALE 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Arriva dottor Skype cure, diagnosi e consulti navigano sullo smartphone 30/08/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 51 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nord 24 milioni la cifra spesa dalle Asl italiane per lo sviluppo delle tecnologie informatiche la spesa per ogni cittadino in tecnologie informatiche al sud lla disponibilità del medico su Skype secondo il progetto inglese alla Sapienza si sperimenta il primo elettrocardiogramma a distanza il primo progetto di telemedicina internazionale: dopo il terremoto in Armenia gli Usa offrirono alla Russia consulti a distanza % la riduzione degli accessi al pronto soccorso dei malati cronici se assistiti con la telemedicina PER SAPERNE DI PIÙ www.salute.gov.it www.repubblica.it 30/08/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 22 (diffusione:309253, tiratura:418328) San Raffaele, bilancio choc una voragine di 1,5 miliardi Peggiorano i conti dell'ospedale di don Verzè: c'è il rischio fallimento FABIO POLETTI MILANO Sempre peggio. I conti della Fondazione Monte Tabor dell'ospedale San Raffaele vanno sempre peggio. Le ottimistiche previsioni di inizio estate che davano la disastrata creatura di Don Verzè sull'orlo di un baratro profondo un miliardo di euro, sono state ampiamente superate dagli esperti finanziari di Deloitte che a tempo di record hanno fatto la radiografia all'ospedale. I numeri parlano da soli: passività per 1 miliardo e 476 milioni di euro e patrimonio netto negativo per 210 milioni di euro. Questo ultimo dato aggiunge preoccupazione a preoccupazione, anche perché le ultime rilevazioni davano un segno positivo - anche se per solo 28 milioni di euro - almeno a questo ultimo indicatore. Il cda si è dato appuntamento a lunedì 5 settembre per iniziare a studiare il piano di risanamento dell'azienda ma i tempi sono strettissimi. Dieci giorni appena - fino a metà mese - prima che la Procura di Milano che da tempo ha acceso un riflettore sui conti dell'ospedale, ne decreti il fallimento. L'ultima chance per ridare ossigeno all'ospedale malato prevede tagli e ancora tagli. E un possibile cambio dello statuto con un progressivo ridimensionamento fino all'estromissione di Don Verzè, il prete manager - più manager che sacerdote giura chi lo conosce bene - che ancora guida l'ospedale, ancorato per il suo salvataggio alla finanza vaticana. Qualche manovra per l'assestamento del San Raffaele già si vede. Da giovedì il nuovo direttore amministrativo e finanza della fondazione Monte Tabor sarà Maurizia Squinzi, top manager con un pedigree lungo così maturato tra Seat, Rcs e Poste italiane. Sarà lei a sedere sulla poltrona di lasciata libera da Mario Valsecchi, dopo l'avviso di garanzia della Procura per falso in bilancio e false scritture contabili che ha tagliato le gambe al suo predecessore. Un cambio della guardia obbligato, ammettono al San Raffaele dove i problemi sono però ben altri. Il buco da 1,5 miliardi di euro spaventerebbe chiunque. Nell'analisi di Deloitte si fotografano «potenziali passività relative a garanzie concesse dalla Fondazione per conto di società del gruppo». I creditori intanto bussano con insistenza. Ci sono fornitori che avanzano pagamenti da 500 giorni. Il solo comparto sanitario - una delle eccellenze italiane - fa da argine al tracollo definitivo. Ma di lavoro da fare ce n'è fin troppo. Sotto la scure del cda cadranno le scelte sbagliate di Don Verzè, investimenti faraonici che alla fine hanno portato l'ospedale al tracollo: investimenti su investimenti per l'autonomia energetica del San Raffaele, per il centro di medicina molecolare, per l'università. Ancora più decisi i tagli su quelle spese lontane dal core business della struttura sanitaria: dai lussuosi hotel in Sardegna alla società neozelandese con il marchio dell'ospedale per gestire l'aereo privato di Don Verzè alle coltivazioni di manghi in Brasile. Tra le ipotesi allo studio c'è quella della costituzione di una bad company che si faccia carico di tutte le passività e dei rami destinati ad essere dismessi. Nella nota stilata dal cda sotto stretto controllo del Vaticano si parla apertamente di «una soluzione tecnica che consenta di marcare la necessaria discontinuità gestionale, pur garantendo la continuità dello spirito della Fondazione». Che il piano possa riuscire e possa essere considerato attuabile dalla Procura è tutto da vedere. Ma di sicuro nella «discontinuità gestionale» c'è l'obbligatorio addio al San Raffaele di Don Verzè, che dopo aver lamentato in una lettera al nuovo cda marchiato Santa Sede la sua estromissione dalle decisioni della società, ha voluto presiedere ugualmente la riunione. 500 giorni di ritardo La disastrata situazione finanziaria del San Raffaele ha colpito anche i fornitori dell'ospedale: ce ne sono alcuni che aspettano pagamenti da 500 giorni Foto: Nel mirino Foto: Nella prossima riunione del cda del San Raffaele saranno passati al setaccio anche gli investimenti faraonici di don Verzè (accanto), che hanno inciso sul bilancio dell'ospedale Foto: Il futuro Tra le ipotesi allo studio c'è quello della costituzione di una bad company: si farebbe carico delle passività e dei rami della Fond azione Monte Tabor dell'ospedale San Raffaele che saranno dismessi SANITÀ NAZIONALE 52 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MILANO, IL 5 SETTEMBRE IL CDA INIZIA A STUDIARE IL PIANO DI RISANAMENTO 30/08/2011 Il Messaggero - Roma Pag. 39 (diffusione:210842, tiratura:295190) Due medici dell'ospedale di Sulmona - uno in servizio nel reparto di cardiologia e l'altro in quello di medicina sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo dal sostituto procuratore, Maria Teresa Leacche, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di una paziente. Si tratta di Maria Fancello, 66 anni, di Roma, deceduta venerdì scorso all'ospedale di Sulmona a causa di uno spasmo cardiaco. La donna, in vacanza con il marito a Cocullo, si era recata all'ospedale dopo una crisi respiratoria con febbre alta e dolore allo sterno. Arrivata al pronto soccorso è stata spostata in vari reparti, a causa della mancanza di posti letto, per finire in otorinolaringoiatria, nonostante fosse debilitata e sottoposta a ossigenazione forzata. Dall'autopsia conclusasi nella serata di ieri - è emerso che la morte sarebbe sopraggiunta per le conseguenze di una polmonite in corso che ha portato problemi al cuore. Tra sessanta giorni sono attesi gli esami istologici sugli organi della vittima grazie ai quali si potrà giudicare se la donna è stata sottoposta ad adeguati trattamenti terapeutici da parte dei medici. Il provvedimento del pubblico ministero è stato adottato per poter dare luogo a un'inchiesta penale. SANITÀ NAZIONALE 53 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Deceduta in ospedale indagati due medici 30/08/2011 Il Messaggero - Roma Pag. 35 (diffusione:210842, tiratura:295190) Tbc, 52 i bambini contagiati positivi cinque nati a febbraio Per cautela i test saranno estesi a tutto il mese di gennaio MAURO EVANGELISTI Non sarà il controllo di massa ventilato da una parte dal presidente dell'Asp (agenzia regionale per la sanità) Lucio D'Ubaldo e dal Codacons. Ma l'esito di ieri dei controlli sui neonati passati dal nido del Policlinico Gemelli costringerà, probabilmente, ad ampliare la forbice. Si era partiti per fare i test solo ai 1.271 bimbi nati fra marzo e luglio. Quando ci si è accorti che c'erano numerosi neonati di marzo positivi, si è deciso di richiamare anche quelli di febbraio. Doveva essere il confine del periodo finestra del contagio, ma ieri si è scoperto che cinque neonati di febbraio sono positivi al test della tubercolosi. Quasi scontato che ora, in forma cautelare, si richiamino anche i neonati di gennaio. Attenzione: non c'è ancora una conferma ufficiale. Ma appare assai probabile che si debba andare oltre a febbraio per una ovvia forma di cautela. I dati diffusi ieri (riferiti a parte dei test di venerdì e a tutti quelli di sabato) hanno complessivamente (compresi i cinque di febbraio) aggiunto diciotto casi di positività. Questo significa che ora i bimbi contagiati sono 52. Non va dimenticato, poi, che al Bambino Gesù è ricoverata una bimba di cinque mesi, nata al Gemelli, malata di tubercolosi polmonare, ma ancora non è dimostrato il collegamento con il caso dell'infermiera. Vediamo nel dettaglio il bilancio illustrato ieri sera dall'unità di coordinamento che sta gestendo il caso dell'infermiera malata di tubercolosi al Gemelli: «I 18 nuovi casi positivi sono riferiti ai risultati dei 300 test effettuati nelle giornate di venerdì e sabato scorsi. Complessivamente ad oggi sono state effettuate 917 visite e test di cui sono pervenuti 729 risultati, dei quali 52 emersi come positivi, con una media di 7,13%. Riguardo i nuovi 18 casi positivi, si tratta di undici maschi e sette femmine, dei quali 5 nati nel mese di febbraio, 2 nel mese di marzo, 2 nel mese aprile, 3 nel mese di maggio, 5 nel mese di giugno e 1 nel mese di luglio Ricordiamo che la positività al test non significa malattia ma esprime l'avvenuto contatto con il bacillo. Pertanto, anche sui nuovi 18 neonati positivi sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi prevista dal protocollo predisposto dall'Unità di coordinamento regionale. I genitori sono già stati informati. La profilassi, definita anche dalle linee guida internazionali, evita il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell'avvenuto contatto con il micobatterio. Dei neonati risultati positivi fino ad oggi e sottoposti agli ulteriori controlli previsti nessuno è risultato ammalato». Per oggi «sono stati fissati ulteriori 155 controlli». «Si conferma pertanto che entro domani tutti i bambini interessati saranno stati sottoposti a visita e test, come previsto dal protocollo medico». Dall'unità di coordinamento hanno anche sottolineato la percentuale dei bimbi contagiati sul totale di quelli controllati: poco più del 7 per cento, un dato che secondo gli esperti è comunque basso. Sempre ieri si è insediata la commissione dei sette esperti voluto dal presidente Renata Polverini per indagare su quanto successo al Gemelli. E' presieduta dal professor Vincenzo Vullo e avrà tre mesi di tempo per dare delle risposte. Ha spiegato Renata Polverini: «L'obiettivo di questa commissione è quello di fare chiarezza da un punto di vista sanitario e amministrativo sulla questione che riguarda il Policlinico Gemelli rispetto al caso dell'infermiera affetta dal morbo della tubercolosi. È un'indagine delicata che verrà poi illustrata alla fine del percorso, al termine dei 90 giorni, a meno che non ci siano eventi da comunicare ad hoc. Sotto la lente della commissione non ci saranno assolutamente altri ospedali». Foto: In alto, il Policlinico Gemelli e il laboratorio per i prelievi Fino ad ora lo screening ha coinvolto oltre novecento bambini nati tra febbraio e luglio Foto: Il presidente della Regione Renata Polverini durante la prima riunione della commissione che dovrà indagare sui casi di contagio da tubercolosi al Gemelli SANITÀ NAZIONALE 54 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ Prima riunione della commissione, previsti per oggi altri 155 esami 30/08/2011 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 2 (diffusione:165207, tiratura:206221) I moduli per l'autocertificazione si possono ritirare anche nelle farmacie SAVERIO MIGLIARI di SAVERIO MIGLIARI DICIOTTO giorni per mettersi in regola. Non sessanta come comunicato in queste settimane. È questa la novità emersa dalla conferenza stampa convocata ieri dall'Ausl nella sede di via Castiglione. Entro il 17 settembre, infatti, ci sarà un regime di tolleranza per tutti coloro che chiederanno le prestazioni senza avere presentato il nuovo modulo dell'autocertificazione: verranno garantiti i servizi e potranno saldare l'eventuale differenza di spesa con un conguaglio entro sessanta giorni. Ma dalla mattina del 18, senza modulo si rientra automaticamente nella fascia di reddito più alta. I cittadini che andranno in farmacia per richiedere prestazioni o farmaci dovranno presentarsi quindi con il modello, che possono recuperare al Cup, negli sportelli dell'Ausl, nelle farmacie o sul sito internet dell'azienda sanitaria. La Regione ha inoltre confermato l'intenzione di introdurre il modello Isee per il calcolo del reddito famigliare: non c'è una data certa per l'entrata in vigore di questa novità, e fino ad allora si dovrà continuare con l'autocertificazione. UN'ALTRA importante novità riguarda le farmacie: proprio ieri mattina Federfarma e Afm hanno stretto un accordo con l'Ausl che li impegna a distribuire (e poi ricevere e consegnare all'azienda) i moduli di autocertificazione del reddito. Un grosso aiuto per i cittadini che, quindi, ora potranno contare su 190 luoghi sparsi per la provincia dove poter consegnare queste carte. Proprio oggi il direttore generale Francesco Ripa di Meana dialogherà con le strutture sanitarie private accreditate, per aggiungerle a questa lunga lista. Anche i patronati, Caaf, sindacati e associazioni di categoria daranno assistenza nel compilare i moduli, anche se ufficialmente non rientrano nella rete organizzata dall'Asl. Ma è probabile che si facciano carico anche della consegna dei moduli all'azienda sanitaria. Intanto arrivano i primi (confortanti) numeri. In appena un giorno e mezzo, ieri e sabato pomeriggio, sono 13mila i cittadini che si sono recati agli sportelli dell'Ausl. Oltre 25mila i moduli già ritirati, e 5.462 sono già stati riconsegnati, regolarizzando così la propria posizione. Delle autocertificazioni consegnate ieri (5.112), 3.331 sono state portate agli sportelli, 80 presso gli Urp o altri punti aziendali, 600 via fax e 121 all'indirizzo di posta elettronica certificata. Per poter rispondere all'aumento di chiamate d'informazione è stato implementato il serivio di assistenza telefonica. L'aumento delle chiamate è già stato stimato: il 600% in più in pochi giorni. INTANTO il direttore generale dell'Ausl rassicura: «In questa prima giornata è andato tutto bene e non ci sono stati casi di ritardo o di rifiuto delle prestazioni. Vorrei sottolineare che molti operatori degli sportelli sono rientrati dalle ferie per rispondere a questa nuova esigenza di informazione. Inoltre in queste mattinate abbiamo messo un operatore di sala nei punti dove si possono ritirare i moduli, che farà evitare le file agli sportelli e consegnerà direttamente i nuovi fogli da compilare». Per quanto riguarda il Cup, ecco i numeri della giornata di ieri: solo in città sono restati attivi per tutta la giornata 131 operatori di cui 23 al call center (che normalmente opera con 12). Nelle ore di punta è stata data risposta a circa 400 cittadini ogni sessanta minuti. Alle 17 le chiamate in entrata erano oltre 15.000. Molti hanno lavorato ininterrottamente per 10 ore e molti altri sono rientrati per garantire la funzionalità dei servizi. «VERRANNO effettuati dei controlli nei prossimi mesi su questi modelli di autocertificazione, come quelli che effettuiamo spesso tramite i nostri software - ha spiegato Luca Baldino, direttore amministrativo dell'Ausl -. Assieme all'agenzia delle entrate verificheremo che quanto dichiarato sia vero». SANITÀ NAZIONALE 55 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cinquemila già in regola. Ma con l'Isee 30/08/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 24 (diffusione:103223, tiratura:127026) All'Asl3 arriva Grossi l'esperta dei numeri L'ULTIMA tessera è stata definita, la Asl3 ha un nuovo direttore sanitario che dal 115 settembre andrà a completare il team direttivo guidato dal direttore generale Corrado Bedogni (genovese e genoano ma con una carriera professionale che si è svolta tutta in Piemonte), già affiancato dall'avvocato piemontese Piero Giuseppe Reinaudo come responsabile amministrativo. È la dottoressa Ida Grossi, già direttore sanitario della Asl di Novara per un decennio e poi, dal 2006, responsabile medico della Asl di Biella, dove ha avuto un ruolo di primo piano per la creazione del nuovo ospedale. «Sono nata nel 1954 a Voghera, gli anni non si nascondono perchè vogliono dire esperienza dice - il mio percorso è lombardo: studi all'Università di Pavia e poi tutte le tappe all'interno dell'amministrazione, da ispettore, vicedirettore e direttore dal 2000 alla direzione sanitaria della Asl di Novara, infine a Biella». Ha un appartamento ad Arenzano, acquistato più di quarant'anni fa dal padre. E in Liguria si sente a casa. Grossi intende portare soprattutto razionalità negli uffici della Asl3 genovese: specializzata in Igiene e statistica medica, «ho ritenuto da subito di dovermi approcciare alla matematica anche se ostica. Dicevo: i numeri quando li vedo, devo poterli interpretare senza affidarmi ad altri. Da soli dicono poco, bisogna capire cosa esprimono». Chiamata mettere ordine nella sanità della Asl, «ma soprattutto ad aiutare per le mie competenze il direttore generale Bedogni che conosco e stimo da anni, professionalmente e umanamente. Credo sia un requisito importante. E posso dire che saremo un team affiatato». SANITÀ NAZIONALE 56 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ, LA NOMINA 30/08/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 24 (diffusione:103223, tiratura:127026) «I RISARCIMENTI PER I DISAGI DELLA GRONDA PER IL NUOVO OSPEDALE DEL PONENTE» ••• I SOLDI di Autostrade, che si è impegnata a risarcire i disagi per la costruzione della Gronda, riversati sul nuovo ospedale del ponente. È questa l'idea che sta facendo breccia presso una serie di esponenti del Partito Democratico. «Nel pre-contratto del 2006 - spiega Alessandro De Venuto, presidente del circolo Sanità del Pd - Autostrade si impegna a versare una quota dal 3,5 a un massimo del 5 per cento a titolo di compensazione per i lavori della Gronda. A questo punto, la proposta che potrebbe fare il Comune sarebbe quella di destinare quel denaro, senza tanti rivoli dispersivi, alla costruzione del nuovo ospedale del ponente». La proposta sarà all'ordine del giorno dell'incontro di sabato prossimo alle 18, "Salute e stato sociale nelle scelte di uscita dalla crisi", in progamma alla festa democratica. Riguardo alla posizione espressa da Burlando, De Venuto è categorico: «Le perplessità di Burlando sono legittime. Non possiamo, in questo momento più che mai, prevedere ulteriori spese a carico dei cittadini. Soprattutto fino a che ci sarà la necessità di riorganizzare la sanità del ponente. Tuttavia non si può nemmeno affossare il progetto del nuovo Galliera, arrivato troppo avanti». Guardando alla sanità come a un sistema di vasi comunicanti, i fondi di Autostrade potrebbero rivelarsi risolutivi. SANITÀ NAZIONALE 57 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TENTAZIONE TRA I DEMOCRATICI 30/08/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 24 (diffusione:103223, tiratura:127026) Galliera-Burlando, alta tensione L'istituto: «Tornare indietro sarebbe devastante». Ma anche parte del Pd critica l'operazione ROBERTO SCULLI «TORNARE indietro ora, con un progetto in fase così avanzata, sarebbe devastante». Poche parole filtrano dai vertici del Galliera, ufficialmente blindati dietro a un "no comment", eppure bastano, per descrivere l'umore ai piani alti dell'ospedale di Carignano, dopo l'altolà di Claudio Burlando. «Possiamo spendere cinquantadue milioni, non un centesimo di più», ha detto il presidente della Regione. Significa che la ristrutturazione del nuovo ospedale, alle condizioni indicate nel piano economico finanziario presentato dal Galliera, non può andare avanti. Claudio Montaldo, assessore regionale alla Sanità, è, se possibile, ancora più netto di Burlando: «Un terzo della cifra indicata a suo tempo, il resto deve venire da valorizzazioni immobiliari, razionalizzazioni. Se fossimo in una fase espansiva, forse sarebbe diverso. Ma, oggi, non possiamo permetterci di andare oltre». Non ci sarà nessuna impegno della Regione per coprire un maxi mutuo trentennale, come richiesto dal Galliera, nessuna spesa aggiuntiva per interessi o attrezzature. Nessuna disponibilità a compensare i 180 milioni di euro - contro i 160 preventivati nel 2008 - che, secondo l'ultima previsione, sarebbero necessari per ammodernare l'ospedale. Il vice presidente del Galliera, l'ex prefetto Giuseppe Romano, non vuole entrare in polemica: «Come avvenuto in questi anni di intenso lavoro per la realizzazione del nuovo ospedale - spiega- non ritengo opportuno rilasciare alcuna dichiarazione». Ma i vertici dell'ospedale sono in fibrillazione: «Che il Galliera copra due terzi delle spese per il nuovo ospedale è un caso più unico che raro. La Regione ha preso l'impegno di mantenere un finanziamento adeguato. Ed è difficile pensare che in un bilancio come quello della Regione non si possa trovare spazio per sostenere l'operazione». Problema finanziario, quello che riguarda il nuovo Galliera, ma anche politico. Un pezzo della maggioranza di centro sinistra, del nuovo ospedale della Duchessa, così come ha preso forma, non ne vuole sapere, e minaccia di fare ostruzionismo su tutta la caldissima partita della sanità. «Non si possono chiedere sacrifici ai liguri, quando si finanzia con soldi pubblici un'operazione di questa portata». Su questa linea non ci sono soltanto Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista, ma anche Idv e parte del Pd, come il consigliere Valter Ferrando: «Abbiamo esaminato una proposta in tempo di pace, ora, finanziariamente parlando, siamo in tempo di guerra. Senza contare che il ponente continua ad aver bisogno di un nuovo ospedale da setteottocento posti letto. Che si faccia a Villa Bombrini, il nuovo Galliera». Paolo Veardo, assessore comunale e consigliere di amministrazione del Galliera, getta acqua sul fuoco: «Credo che ci siano gli estremi per rientrare nei parametri finanziari chiesti dalla Regione, anche perché parte dei 180 milioni sono investimenti che riguardano attrezzature come delle tac, quindi sarebbero stati richiesti a prescindere dalla realizzazione del nuovo ospedale». Prima l'ospedale del ponente, poi il resto. Oltre all'aspetto finanziario, c'è anche questo elemento, sostenuto da diversi pezzi del Pd, ad aver sparigliato le carte. Veardo la vede diversamente: «L'ospedale di vallata è un'altra cosa. Il nuovo Galliera è stata una scelta condivisa da Comune, Provincia e Regione. E adesso il progetto è così avanti che non è più possibile tornare indietro. Fermo restando che la Regione dal suo punto di vista, in questo momento di estrema difficoltà economica, fa bene a fare grande attenzione». 180 milioni la spesa per l'operazione I costi per il nuovo Galliera sono aumentati di 20 milioni di euro 52 milioni il tetto di investimento La Regione Liguria è disponibile a investire al massimo questa cifra Foto: Il plastico del progetto per la realizzazione del nuovo progetto di Carignano SANITÀ NAZIONALE 58 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CLIMA ROVENTE DOPO L'ALTOLÀ ALLE RICHIESTE DI AUMENTO DEL FINANZIAMENTO REGIONALE 30/08/2011 MF Pag. 7 (diffusione:104189, tiratura:173386) Mistero Deloitte sul San Raffaele Usati criteri più rigidi: le passività salgono così a 1,476 miliardi di cui 431 milioni legati a leasing, factoring e garanzie. E il patrimonio netto passa da positivo per 28 milioni a negativo per 210. La Squinzi nuovo cfo Manuel Follis Qualcosa non torna osservando gli ultimi numeri di bilancio comunicati dal San Raffaele. Anzi, le nuove cifre aprono spazi d'interpretazione tutt'altro che rassicuranti sul lavoro di ricognizione svolto da Deloitte. L'ospedale milanese è alle prese da mesi con un difficile risanamento finanziario, con margini di manovra sempre più risicati, la possibilità concreta del fallimento all'orizzonte e il faro della procura milanese sempre più luminoso sullo sfondo. In questo quadro, il cda della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor si è riunito ieri per esaminare la situazione economico finanziaria e patrimoniale al 30 giugno predisposta appunto da Deloitte. Dal documento, rispetto alle stime presentate all'inizio dell'estate, «sono state rilevate variazioni legate principalmente all'emergere di potenziali passività relative a garanzie concesse dalla Fondazione per conto di società del gruppo». In particolare, «le passività ammontano a 1,476 miliardi, di cui 431 milioni legati a leasing, factoringe alle garanzie concesse», mentre il patrimonio nettoè passato da positivo per 28 milioni a negativo per 210 milioni. Il fatto che desta qualche perplessità è che la precedente valutazione relativa al primo trimestre, a compendio e integrazione del piano di ristrutturazione realizzato dall'advisor Borghesi Colombo & Associati, era stata effettuata dalla medesima Deloitte poco prima dell'estate. Che cosa è accaduto di così travolgente da modificare in modo tanto marcato una fotografia scattata una manciata di settimane? Il comunicato diffuso ieri spiega che il valore del patrimonio netto è stato rettificato «sulla base dei principi contabili riferiti alle società per azioni», quindi senza considerare le valutazioni effettuate da terze parti o le eventuali offerte (per valori superiori a quelli esposti nei vecchi bilanci) ricevute per gli asset. La domanda è: perché? Perchè aggiungere passività «potenziali» non realistiche? E perché calcolare il patrimonio sulla base del peggior scenario possibile? Un metodo così fortemente improntato al pessimismo potrebbe far pensare a una volontà di chiarezza estrema circa lo stato di salute dell'ospedale. La nota precisa infatti che «i principi contabili risultano prudenziali e considerano le attività del gruppo sulla base dei valori storici». Ma questo giro di vite sui numeri offre il fianco anche ad altre interpretazioni che puntano il dito sulla lettura eccessivamente pessimistica dei conti. Ed emerge persino il sospetto che un bilancio peggiore permetta un rimborso dei creditori più sostenibile. In sostanza, l'eventuale salvataggio alla fine risulterebbe assai meno costoso per il Vaticano. Né manca chi continua a sostenere che l'obiettivo finale della Santa Sede sia far confluire il Policlinico Gemelli (che ha confermato quanto scritto da MF-Milano Finanza sulla grave situazione finanziaria) assieme al Bambin Gesù, all'ospedale San Pio da Pietrelcina e allo stesso San Raffaele in un polo della sanità cattolica. In tutto questo il nodo dei creditori non è secondario. Le difficoltà dell'ospedale milanese sono emerse proprio in seguito all'aumentare dei decreti ingiuntivi da parte dei fornitori, che attendono pagamenti per quasi 500 milioni. Il piano realizzato da Borghesi e da Bain prevede un concordato in continuità (l'unica soluzione per evitare il fallimento) che da un lato necessita di un'iniezione di liquidità, dall'altro non contempla stralci o rinunce da parte dei creditori, peraltro chiamati a dare il loro via libera al concordato. Quando a cavallo tra giugno e luglio è spuntata l'offerta del Vaticano per il salvataggio del San Raffaele (alternativa a quella dell'imprenditore Giuseppe Rotelli, patron del gruppo San Donato) molti avevano tirato un sospiro di sollievo. Era arrivato il cavaliere più bianco possibile e proprio la solidità e lo spessore di un soggetto come il Vaticano avevano convinto molti degli attori coinvolti nella vicenda San Raffaele a spingere per una soluzione che portasse Oltretevere. Tanto più che il regista dell'operazione era nientemeno che il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Eppure da allora non è stato messo sul tavolo nemmeno un euro e i presunti capitali che dovevano essere raccolti all'estero si sono liquefatti nel caldo d'agosto, o quantomeno nessuno ne parla più. In questo contesto cresce SANITÀ NAZIONALE 59 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A DISTANZA DI POCHE SETTIMANE LA SOCIETÀ DI REVISIONE FORNISCE NUOVA VERSIONE DEI CONTI 30/08/2011 MF Pag. 7 (diffusione:104189, tiratura:173386) SANITÀ NAZIONALE 60 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il nervosismo, i sospetti hanno modo di proliferare e non manca chi rimpiange l'offerta di Rotelli, professionista del settore sanitario che certamente agiva mosso da interessi imprenditoriali, ma che era anche pronto a mettere sul piatto 250 milioni cash e ad accollarsi tutti i debiti dell'ospedale. In questo contesto va inserita anche la lettera inviata dal fondatore del San Raffaele, Don Verzè, ai membri dell'attuale cda. Lettera nella quale il presidente della Fondazione si chiede se le iniziative in via di formazione siano coerenti con gli scopi ideali dell'istituto o se, al contrario, i membri del cda intendano procedere ad una sorta di liquidazione di fatto dell'iniziativa. Nella lettera Don Verzè peraltro ricorda che il potere di nomina del cda spetta ancora a lui e ai suoi fedelissimi, i sigilli. Il consiglio ieri ha intanto «conferito dal 1° settembre a Maurizia Squinzi la carica di direttore amministrazione e finanza». La Squinzi era stata proposta da Arnaldo Borghesi, e la sua nomina fa pensare che verrà confermato l'incarico all'advisor finanziario, mentre al momento non è chiaro se anche Bain rimarrà operativa sul progetto. Il cda, conclude il comunicato, «si è dato appuntamento al 5 settembre per una prima analisi delle linee guida del progetto di risanamento, con l'obiettivo di definire una soluzione tecnica che consenta di marcare la discontinuità gestionale, pur garantendo la continuità dello spirito della Fondazione». (riproduzione riservata) Foto: Tarcisio Bertone Foto: Maurizia Squinzi