senzaetà 1 2 senzaetà editoriale Manifestante e facinoroso: paghi, anche se e’mio figlio Finalmente un padre che si ribella: la paghetta mensile più alta dello stipendio dell’agente aggredito in piazza U n uomo e un figlio. Il padre fa il cuoco in un ristorante molto noto in Piemonte, il figlio studia a Roma. Il padre si è sudato quella professione che adesso gli viene da tutti riconosciuta: è un cuoco stellato e in molti fanno la fila per potere pranzare gustando i suoi manicaretti. E’ un uomo che si è fatto da solo, da zero è arrivato oltre le sue più rosee aspettative. Il ragazzo invece studia, ma in realtà non fa nulla, bighellona tra una scusa e l’altra, chiedendo soldi a papà e non facendo nulla, nemmeno gli esami che dovrebbe fare. Il ragazzo frequenta gruppi che fanno politica, politica radicale, quella che chi fa parte della mia generazione ha conosciuto bene: i “professionisti” delle manifestazioni, quelli che sono cresciuti giocando con le molotov e con le vite degli altri, quelli che godono a provocare e che sanno dire solo di no. Succede che in una manifestazione pacifica di studenti, una piccola minoranza di provocatori si mette a fronteggiare la polizia schierata. Ne nasce l’inevitabile tafferuglio, agenti che picchiano, manifestanti “professionisti” che gettano sassi e sradicano segnaletica stradale per gettarla sui militari. Succede che la peggio, ovviamente, è per chi non c’entra nulla, ma voleva solo pacificamente manifestare le proprie idee contro i tagli che il governo intende fare sulla scuola pubblica. Uno dei facinorosi è proprio il figlio del cuoco. Siamo abituati che quando il figlio di un padre o di una madre viene preso per qualche motivo (violenze, droga, violenza sessuale), i genitori si uniscono immediatamente al coro di chi tende subito a minimizzare le responsabilità del giovane. In questo caso no. Il padre chiede che il figlio paghi, anche con l’arresto, le sue gravi colpe. Afferma che i soldi che lui gli versa sono molti di più di quelli che guadagna uno dei poliziotti che lui ha brutalmente aggredito. Finalmente un padre che si ribella, finalmente un padre che ammette le sue responsabilità educative. In una società in cui nessuno è responsabile di nulla, sapere che c’è un uomo che ha il coraggio di uscire da quel coro prevedibile e irresponsabile è davvero una buona notizia. Paolo Crepet senzaetà 3 4 senzaetà in questo numero L’augurio di un 2013 più sereno I l nostro modo di andare in controtendenza sconfiggendo i piagnistei di una crisi con la quale sarà meglio iniziare ad abituarsi a convivere, è: rilanciare. Innanzi tutto per il 2013 abbiamo mantenuto ed arricchito la tradizionale Agenda della Salute nelle sue varie edizioni regionali. Può essere un utile regalo di Natale e anche uno strumento di consultazione per tutta la famiglia. Contiene infatti il vademecum personale, gli indirizzi e le specializzazioni della sanità, consigli per la salute e il benessere, i numeri e le informazioni, per sapere a chi rivolgersi, sul proprio territorio. Inoltre, sparse per tutto il calendario settimanale, le nostre “pillole”, piccole curiosità e news scovate in rete lungo il nostro percorso di approfondimento giornalistico. L’Agenda è uno dei quei gadget che vorremmo moltiplicare nell’anno che verrà. Siamo alla quarta edizione, mentre la rivista Senzaetà oltrepassa felicemente i dieci anni di vita. Siamo convinti che la comunicazione in Sanità sia all’anno zero. Il nostro impegno ci decuplica le forze e anche se pian piano, purtroppo, perchè sono sempre di meno coloro che credono e investono nella pubblicità, avviamo un progetto ambizioso di crescita. L’industria nostrana sta pagando il peso della frenata produttiva e del costo del lavoro. Nella salute e nel sociale, però, non si può frenare, tagliare, togliere: sono servizi irrinunciabili. Di questi tempi è ancora più importante far sapere come funziona il sistema sociosanitario e a chi rivolgersi, quali sono le eccellenze, i reparti, le cliniche, le università... In un clima di tagli e di tasse, spesso effettuate senza pensare troppo alle conseguenze ma come tappabuchi di situazioni finanziarie disperate, l’auspicio è: implementiamo l’informazione, la comunicazione e la pubblicità, fondamentali per far capire che la Sanità funziona. Moltiplichiamo le inchieste e gli approfondimenti sui temi della salute che i quotidiani non hanno il tempo e lo spazio di fare... Facciamo attenzione al sociale, a tematiche come l’educazione dei figli, i problemi della famiglia, della coppia, dei giovani e delle persone anziane. In ogni crisi a rimetterci sono le fasce deboli della popolazione e proprio queste anzichè diminuire aumentano e s’allargano... Dunque, con il giornale, l’agenda e il sito lanciamo qui e ora un messaggio di fiducia e di augurio: il 2013 possa portare ai nostri lettori la certezza che ci sono tante persone che lavorano in silenzio e bene, per coloro che hanno più bisogno. luca guazzati [email protected] 4 Crepet parla alle famiglie 6 INRCA Gli anziani nella Sanità del futuro 10 BAMBINI Giochi, giocattoli e favole, tra passato e futuro 22 PROGETTO ASCOLTO GIOVANI Crepet incontra i maturandi 23 DOSSIER La città del futuro è “intelligente” e promette migliore qualità della vita Regione Marche, il segreto dell’attrattività Nella “smart city”, una moderna gestione dei rifiuti 44 MANGIA SANO Se le feste ci prendono per la gola A tavola, solo genuinità e gusto I consigli di dietologo e odontoiatra 76 TRA SCIENZA E MISTERO Licantropia, il mostro che è in noi 78 LAVORO All’indomani della Riforma Fornero 18 GIOVANI&SPORT/ La nostra intervista a Giorgio Chiellini: ecco i valori del calcio 37 SPECIALE/ La famiglia italiana cambia vita 58 MEDICINA Il ginocchio Distorsioni e patologie osteoarticolari La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] “Ho adottato i miei figli ma lui non e’ mai stato un vero padre” M i chiamo Graziella e ho 60 anni e da 25 anni vivo una sorta di strana vita fatta di una convivenza con un uomo che ho sposato 25 anni fa e che già in viaggio di nozze si è rivelato essere volgare e senza rispetto per me, che mi aspettavo tenerezza e attenzioni. Il mio primo pensiero di allora fu la separazione ma stupidamente pensai “tanto poi cambierà”, sì è cambiato ma in peggio! Ho adottato i miei meravigliosi figli, mi creda sono due angeli. Lui ha detto sì a queste adozioni, ma non è mai stato un vero padre. Lui a oggi frequenta donne a pagamento e io non ho più rapporti con lui, ma io e i miei ragazzi le chiediamo un consiglio: come possiamo uscirne e come trattare un uomo che ancora oggi è arrogante e violento? Ho aspettato che i miei figli diventassero adulti, forse ho sbagliato a non separarmi prima, non lo so, giudichi lei. La prego preò, mi aiuti a fare un po’ di chiarezza nella mia mente, chi mi conosce mi giudica una donna dinamica, ironica ma, caro Dottore, sappia che soffro tantissimo e vorrei che quell’uomo sparisse dalla mia vita per tutto il male che ci ha fatto. Com’è possibile che un essere umano passi attraverso i dolori della vita (la morte di sua madre) senza risentirne e come dice lui: tanto non ci puoi fare niente. La ringrazio. Rimango in attesa di una sua gentile risposta. Cordialmente, Graziella C ara Graziella, non si tratta di giudicare (le vite non si giudicano mai, si ascoltano e basta), ma di consigliare. E come faccio a consigliarle di rimanere lì a prendersi violenze e sopraffazioni da un uomo così cinico? Per paura della solitudine. So bene che questo è un problema per molti che non si sentono più giovani e che guardano al futuro con un po’ di trepidazione. So bene quanto sia un suo preciso diritto poter sperare di non invecchiare da sola, ma purtroppo a sua vita non è andata così e l’uomo che ha sposato 25 anni fa non si merita il suo amore e nemmeno quello dei suoi figli. La sua fortuna è avere dei ragazzi che le stanno vicino e che le vogliono bene: non mi sembra affatto poco. Anzi è da qui che deve ripartire. “Meglio soli che male accompagnati” diceva il proverbio dei saggi, ed è proprio così che si deve ragionare. Non tema la solitudine di più che una falsa convivenza dove la parola “dignità” è calpestata ogni giorno. Lei ha solo 60 anni e oggi si può vedere ancora tanto cammino da fare. Pensi alla sua vita futura e non a quella che lascia, guardi avanti e non con gli occhi attaccati ai suoi errori. Hai mai conosciuto qualcuno che non ha commesso errori? Io no. Ha due figli meravigliosi e una vita tutta da riempire, a cominciare dalla sua sensibilità. 6 senzaetà Come trattare un uomo arrogante e violento, che negli anni e’ cambiato in peggio? PILLOLE Il “Cuore di un’Azienda” a Ecomondo G rande successo di pubblico per la mostra fotografica “AnconAmbiente: il Cuore di un’Azienda” (immagini di Luigi Sauro) allestita all’interno della Città Sostenibile di Ecomondo 2012: una vera e propria città ideale, con le migliori applicazioni per l’efficienza energetica, che ha registrato il passaggio di migliaia di visitatori. Ma il momento di maggior richiamo è stata la presentazione del book fotografico dedicato alla mostra: nello stand di Federambiente si sono infatti ritrovati ieri pomeriggio il Presidente nazionale Daniele Fortini, il Presidente di Anconambiente Giorgio Marchetti ed il noto scrittore e psichiatra Paolo Crepet che ha curato la presentazione del libro. CON LA MUSICA DIMINUISCE LA PAURA DEL DENTISTA U n dentista indonesiano potrebbe aver trovato un modo per far sparire la paura del trapano. Come riportato dal Daily Mail, Dhanni Gustiana della cittadina di Parworejo, ha collegato allo strumento un lettore mp3 che manda musica talmente forte da coprire il tipo, e terrorizzante, rumore. I pazienti, spiega Gustiana, che ha presentato la sua invenzione anche all’International Dental Congress lo scorso anno, possono controllare la musica aprendo e chiudendo la bocca, e piu’ grande e’ l’apertura maggiore e’ il volume. Per ridurre la paura, specie nei piu’ piccoli, il dentista ha aggiunto delle figure colorate e dei led luminosi al trapano. “Nonostante il sistema sia stato pensato per i bambini - racconta - anche molti adulti preferiscono il trapano musicale, con canzoni tranquille in grado di calmare i nervi. Paolo Crepet con il volume presentato Premio Sciacca 2012: piccolo Cody, la tua storia rappresenta un messaggio di speranza per tutti Una ventata di vitalità ed entusiasmo è entrata in Vaticano con la premiazione del piccolo Cody McCasland, Vincitore Assoluto del Premio Internazionale “Giuseppe Sciacca”, manifestazione a scopo benefico che ogni anno conferisce riconoscimenti a personalità che si siano distinte come modello positivo nella società. Cody è un ragazzo di 11 anni senza arti inferiori che gareggia in numerosi sport e aiuta psicologicamente tante persone in tali condizioni. Il Ministero della Difesa Usa lo ha scelto per dare conforto ai militari sottoposti ad amputazioni. Con il suo sito (www.teamcody.com) Cody raccoglie fondi per attività di riabilitazione dei bambini disabili. Il riconoscimento gli è stato consegnato dal Cardinale Dario Castrillòn Hoyos, dal Presidente del Premio Don Bruno Lima e dal Presidente della Giuria del Premio Giuseppe Santaniello. Durante la cerimonia sono stati conferite borse di studio alle famiglie dei militari italiani caduti nelle missioni all’estero e ai minori in carico al Dipartimento Giustizia Minorile - Ministero della Giustizia. Uno spray nasale per assumere l’insulina U n team di ricercatori dell’Università di Sunderland ha inventato un nuovo sistema per mettere fine alle punture di insulina, sostituendole con uno spray da inalare. La ricerca, guidata da Hamde Nazar ha coinvolto Libano, Italia, Grecia ed è stata pubblicata sul Royal Society of Chemistry journal, Biomaterials Science. Una sola spruzzata di insulina è sufficiente per ridurre i livelli di glucosio nel sangue per 24 ore; una volta inalato il liquido si riscalda e diventa un gel, in grado di aderire alla cavità nasale fornendo la sua efficace per un giorno. Le punture di insulina possono essere un inconveniente non da poco per le persone affette da diabete. Per questo uno spray nasale sarebbe un valido trattamento alternativo, molto più attraente e meno doloroso. (Sanità News) senzaetà 7 Gli anziani nella Intervista a don Vinicio Albanesi, confermato dal ministro Balduzzi alla Presidenza dell’Inrca L ’esperienza e la competenza di don Vinicio Albanesi sacerdote da sempre impegnato nel sociale con incarichi di grande responsabilità in più settori, hanno pesato non poco sulla scelta del Ministro Balduzzi quando non ha avuto esitazioni nel confermarlo Presidente dell’Inrca, l’Istituto nazionale di ricerca e cura per anziani, uno degli I.R.C.C.S Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico più noti e operosi in Italia. Don Vinicio, può tracciare un bilancio della sua presidenza Inrca, prima di intraprendere il nuovo mandato? “E’ stata un’esperienza lunga e faticosa per fattori oggettivi: il primo CIV (Consiglio di Indirizzo e Verifica) che corrisponde al Cda di una qualsiasi azienda, ha dovuto affrontare problemi di non poco conto. Non tutte le strutture e le sedi in Italia erano dedicate e specializzate per la cura degli anziani, per esempio in Sardegna o a Roma. Negli ultimi cinque anni, l’Inrca ha fatto un grande sforzo per la specializzazione esclusiva di tutte le sue strutture verso la ricerca e la cura delle persone anziane, mission e obiettivo di tutte le nostre strategie di indirizzo. Non senza affrontare problemi di varia e complessa natura: tutte le irccs in questo momento e sempre più, è noto, sono in una situazione critica di stallo. Economica ma anche lavorativa, con ri- Che cosa chiede la gente, le strategie di specializzazione e le sfide per una società “a misura” di invecchiamento 8 senzaetà Don Vinicio Albanesi, un lungo impegno per la longevità attiva cercatori poco retribuiti che necessitano di formazione e, finalmente, di stabilizzazione, per cui occorrono tempo e investimenti... Per fortuna la svolta è arrivata con la nuova direzione scientifica che con persone molto qualificate ha portato l’Inrca ad una identità e un riposizionamento di tutto rispetto nel panorama nazionale, da ogni punto di vista, clinico, molecolare, farmaceutico, scientifico. Oggi, il risultato si vede: abbiamo, dalla direzione in giù, un gruppo compatto, qualificato e importante”. Quale sarà ora il passo successivo, dove andrà l’Inrca? “Stiamo lavorando per creare eccellenze nelle varie sedi razionalizzando risorse e personale. Come l’esperienza del Pronto Intervento al Geriatrico di Ancona o l’adeguamento strutturale di alcuni reparti in Calabria e a Casatenovo, piuttosto che nella nostra sede di Fermo. Mi spiego meglio: con l’evoluzione scientifico medica dei servizi alla persona, la necessità di aumentare l’attenzione e la cura verso gli anziani richiede maggiore specializ- Sanità del futuro zazione. Per esempio non esiste una cardiologia per anziani, invece occorre potenziare la riabilitazione leggendo le varie situazioni nel dettaglio, adeguando settore per settore, dipartimento per dipartimento oltretutto nel rispetto dei piani regionali della sanità. Le maggiori sfide che ci attendono ora, sono il potenziamento e adeguamento della sede di Appignano, la realizzazione del nuovo ospedale di Ancona Sud inoltre, il problema delle piccole strutture da riconvertire da ospedale per acuti a Rsa e lungodegenza per anziani. Dobbiamo creare una vera rete di assistenza, ad esempio postoperatoria, per sapere sempre e da qualsiasi luogo a chi rivolgersi oltre a spingere avanti prevenzione e ricerca facendo nuovi sacrifici e investimenti”. L’Inrca è entrata da protagonista in Italia Longeva... “La longevità attiva è materia del futuro. Ministero, Regione Marche e Inrca sono da tempo impegnati in un network per l’invecchiamento che studia il fenomeno scientifico e sociale del mutamento provocato dall’innalzamento dell’età e dell’aspettativa di vita... Partiranno a breve le campagne informative e promozionali per la prevenzione e per arrivare ad alleggerire il carico che costituisce l’essere anziani sul sistema sanitario attuale”. Don Vinicio è molto cliccato in rete, ha anche un blog: che cosa le chiede la gente? “Attenzione, soprattutto attenzione: su 4 cose. L’approccio con l’ospedale, l’ingresso in struttura; l’andirivieni dalle strutture e le difficoltà di spostamento e orientamento dentro di esse evitando le lunghe file delle prenotazioni; la complessità della cura domiciliare e come tenere in casa una persona anziana; l’assistenza nell’ultimo periodo di vita”. Nella Sanità odierna di che cosa si ha più bisogno adesso? “L’ospedale dev’essere un luogo dedicato, a dimensione di paziente... per gli anziani, questo, non c’è ancora. Dobbiamo lavorare ancora molto...” Ecco la nuova palestra INDOOR Un impianto davvero speciale, nell’ambito del palaindoor di Ancona, alla Montagnola, dedicato dall’Inrca e dalla FIDAL alla città. Non è infatti solamente una palestra tanto meno riservata agli anziani ma un vero “Progetto Movimento” che, al di là delle attività agonistiche che i cittadini vi possono praticare, riservare degli orari per la riabilitazione e la fisioterapia dell’Inrca, trovandosi infatti a pochi passi dall’ospedale geriatrico ed essendo questo impianto dotato di ampi spazi di parcheggio. La palestra è attrezzata con macchine di ultima generazione per la movimentazione e la ginnastica, e la Fidal garantisce docenti e tutor professionisti per seguire tutti gli iscritti ai corsi, dall’età scolastica agli ultrasessantacinquenni. Particolarmente indicate sono le attrezzature per combattere l’obesità, per migliorare la deambulazione e per il benessere psicofisico di chi ha subìto traumi di varia natura ortopedica, anche dal punto di vista della presenza di attività aggregative per curare l’aspetto sociale e emozionale di molte persone che trovano qui un centro dove stare bene e in compagnia. In alto il taglio del nastro con gli assessori Brisighelli e Eusebi. Qui il tavolo di presidenza con il direttore Maffei. Sotto, al centro la direttrice il dott.Boemi e la direttrice dott.ssa Lattanzio senzaetà 9 All’Inrca la nuova Il direttore Dessì spiega la funzione del primo prof. Paolo Lorenzo Dessì Fulgheri Direttore della Clinica di Medicina Interna e Geratria U na vera sfida, un passo molto importante nell’ambito dell’integrazione ospedaliera e della sinergia istituzionale fra Inrca, Ospedali Riuniti e Università Politecnica delle Marche. All’ospedale geriatrico di Ancona è già operativa la Clinica di Medicina Interna e Geriatria, diretta dal prof. Paolo Lorenzo Dessì Fulgheri: un progetto interaziendale che prevede il pieno rilancio della struttura, grazie anche allo staff del Direttore, composto dal prof. Riccardo Sarzani e dalla dott.ssa Emma Espinosa, oltre alla scuola di specializzazione in Geriatria e – fra breve – al centro 10 senzaetà per l’ipertensione arteriosa. Ma andiamo per gradi. Prof. Dessì, una nuova struttura per gli anziani prende il via grazie alla collaborazione di più forze sinergiche... “Questa Clinica è una novità positiva fortemente voluta da Inrca e Università. Anche in altre occasioni avevamo avuto importanti collaborazioni ma sempre provvisorie. E’ la prima volta invece che realizziamo una struttura intera e ‘dedicata’, più l’annessa scuola di specializzazione. E’ stata davvero, nei rapporti istituzionali sempre delicati, una gestazione lunga e faticosa ma ha “qui vengono gli studenti a fare esperienza con noi docenti e qui si formano i medici del futuro” dato luogo ad un vero scambio di proficue esperienze... a tutto vantaggio del paziente”. Ciò è in linea con l’indirizzo dell’Inrca di massima specializzazione per la cura dell’anziano... “Certo: se la Clinica oggi è operativa, lo dobbiamo anche alla partecipazione sinergica di Regione Marche e Inrca al Progetto Italia Longeva che con il Ministero della Salute ha reso onore allo sforzo e agli investimenti fatti nella ricerca per anni e anni”. Insomma, la Clinica è qualcosa di più di un semplice reparto dentro un altro reparto... Clinica Geriatrica “centro interaziendale”, una sfida per il futuro Una Clinica a 360° Un evento significativo e rivoluzionario per tutta la sanità marchigiana: per la prima volta un’equipe intera di docenti universitari si trasferisce all’Inrca integrandosi a pieno titolo nell’attività ospedaliera dell’Ospedale geriatrico di Ancona. La Clinica di Medicina Interna e Geriatria è la più antica delle cliniche universitarie, fondata 40 anni fa con la facoltà di Ancona, svolge un’attività complessiva assistenziale, didattica per specializzandi e studenti, e di ricerca. Particolarmente dedicata agli aspetti internistici e di prevenzione delle patologie cardiovascolari e metaboliche. “Infatti non basta cambiare una targa all’ingresso per avere una struttura efficiente. Siamo di fronte ad una sfida importante e a un progetto che va oltre l’apertura del reparto ospedaliero. Non siamo nati solo per essere la lungodegenza del Pronto Soccorso: qui vengono gli studenti a fare esperienza con noi docenti e qui si formano i medici del futuro”. Quali sono le specializzazioni della Clinica? “Per la Geriatria, tutte: la struttura è un concentrato di specializzazioni. Per esempio curiamo pazienti anziani oncopneumologici, svi- luppiamo soprattutto terapie cardiovascolari e metaboliche, per approfondire infine l’ipertensione arteriosa che, se non trattata, è la responsabile principale della demenza senile, di scompenso cardiaco e insufficienze renali... Siamo di fatto un centro di riferimento regionale in tal senso, uno degli 11 di livello nazionale, considerati centri di eccellenza europei”. Possiamo considerare questo di Ancona un Centro “interaziendale”. Che vuol dire? “La caratteristica di questa Clinica di Medicina Interna e Geriatria è la sua funzione ‘a cava- liere’ fra l’ospedale regionale di Torrette, l’Inrca stessa e l’Università, appunto. Mentre a Torrette rimangono sede, attrezzature e infermieri, noi qui gestiamo operativamente il personale medico e i docenti universitari presenti nella struttura”. Progetti per il futuro? “Dobbiamo realizzare anche un ambulatorio dedicato e attivare subito nella maniera più pratica e veloce la collaborazione diretta fra e con tutti gli altri reparti dell’Inrca, qui presenti... Un lavoro enorme se si pensa che poi, quando avremo finalmente superato anche i naturali proble- mi logistici che ogni spostamento e nuova attività impongono, sarà ora di spostare il tutto nella nuova sede di Ancona Sud...”. Una sfida che vi trova pronti? “Senza dubbio sì: siamo abituati e ‘attrezzati’ alle sfide come queste. E ci teniamo a integrare lo sforzo dell’Inrca che ha inaugurato qui il Punto di Primo Intervento geriatrico, supportandolo come servizio per qualità e appropriatezza. Ma non perdendo di vista ricerca, formazione e sperimentazione, vogliamo anche riuscire ad accorciare i tempi di degenza dei malati anziani in cura”. senzaetà 11 Bimbi in gioco Bambole, non c’è… futuro Non è l’elettronica ad uccidere la tradizione dei regali... A ddio bambole e peluche, resistono giochi da tavolo, elettronici e radiocomandati. Abbiamo intervistato i titolari di negozi di giocattoli di molte città italiane: il giocattolo va ancora, la crisi ha toccato meno questo settore. Emerge anche un dato curioso: in commercio ci sono giocattoli che avvicinano il bambino sin da piccolo al mondo reale, altro che virtuale! Avete mai sentito parlare di costruzioni che insegnano il risparmio energetico? Pannelli solari in miniatura da inserire nei tetti di piccole fantastiche casette? I bambini oggi fino a 10 anni sono ancora attratti da costruzioni, giochi come “Risiko, Monopoli, Uno…” e apparecchi elettronici come baby computer educativi. Poi va di moda tutto ciò che è telecomandato: elicotteri, scafi, auto da corsa… Ma esiste una stagione, per i giocattoli? Sembra proprio di sì. Ne distinguiamo tre. Nel periodo primaverile per comunioni e cresime, oltre a orologi o macchina fotografica, i monopattini sono l’articolo più in voga. In questo momento in cui l’elettronica sembra affascinare anche i piccoli, sono nati negozi in cui i bambini possono “provare” giocattoli che mettono a frutto le loro capacità motorie ed intellettuali. C’è il minicomputer Clementoni con giochi di ultima generazione. Poi, verso l’estate, ecco biciclette sempre più complesse, mini mountain bike con 12 cambi, a prezzi non proprio… alla portata di tutti. Infine, c’è il Natale. E qui, ben vengano le idee… 12 senzaetà Abbiamo chiesto ai gestori di alcuni grandi negozi di giocattoli: che cosa prevedete di vendere di più per il prossimo Natale? Che differenza ci sarà con l’anno scorso? Firenze Città del sole “Non ci sono grossi cambiamenti dal 2011. Prevediamo un Natale stabile per i consumi. I giocattoli si vendono ancora bene, nonostante la crisi. I genitori pur di accontentare i piccoli fanno anche un sacrificio… Questo è poi un negozio che tratta giocattoli che avvicinano alla cultura dell’energia alternativa o fatti con materiali ecosostenibili, atossici, sani. Per bimbi di 10 anni vendiamo bene i monopattini che rispetto alle bici costano meno”. Ravenna Lego store “Noi resistiamo: le costruzioni sono simbolo di creatività e piacciono prima di tutto ai genitori. Inoltre sono divertenti nei loro aggiornamenti, con l’integrazione di piccole motorizzazioni e elementi di simulazione di movimento, sia meccanico che elettronico…” Ancona Toys Center “Vendiamo molto bene le costruzioni, giochi da tavolo e quelli scientifici. Non trattiamo molto l’elettronica. La crisi ha causato un calo delle vendite dei giochi più grandi e costosi. Con qualche eccezione, per esempio nel mondo dei telecomandati”. Ivrea Toys “L’anno scorso abbiamo avuto un boom dei giochi da tavolo, quest’anno puntiamo sull’elettronica che ha preso il sopravvento persino sulla tradizionale Tombola! Spero però che resistano i peluche… ne abbiamo una scorta!” Milano Bimbotoys “Poche le novità rispetto allo scorso anno, giochi da tavolo ed elettronici oltre ai videoplayer. Riteniamo che è finita l’era di bambole e peluches. A otto anni si regalano playstation e applicazioni tv… Bimbe e bimbi hanno gusti uguali… è un po’ triste. Non riusciamo più a diversificare. Poi, di colpo, dopo la Cresima tutti smettono di giocare. Se guardiamo una ragazzina di tredici anni oggi sembra una donna, si trucca, esce da sola… Il ragazzino ha già chiavi di casa e motorino”. Bari Babylandia “Vendiamo molto bene le costruzioni lego, i giochi da tavolo e quelli scientifici. Abbiamo qualcosa a sfondo elettronico come i minicomputer. Certo le case delle bambole appartengono al passato… piuttosto i genitori ci chiedono giochi educativi” Roma BesToys Vendiamo dinosauri, eroi e costruzioni. Non abbiamo risentito molto della crisi lo scorso anno, speriamo di tener duro. Abbiamo ristrutturato il negozio con un aspetto più accattivante e ospitale per i genitori. Per Natale offriremo una cioccolata a tutti… Roma BabyLonia “L’idea è venuta alle commesse più giovani: una saletta laboratorio dove i ragazzini, lasciando i genitori, provano i giochi, prima di sceglierne uno… Dai telecomandati ai computer. Così, ci passano un pomeriggio e ne vedono tanti, poi magari tornano e ne comprano un altro….” Napoli Toy Center “Questo di seimila mq, è il più grande negozio d’Italia: possiamo dire di avere servito nonni, figli, nipoti, da oltre trent’anni: ma oggi è cambiato tutto. Non si fa magazzino: quello che avevamo l’anno scorso l’abbiamo buttato. Conta il passaparola su internet. Se va un gioco, la rete in un attimo lo fa comprare a tutti i guaglioni… Infatti non si sono più viste pubblicità di giocattoli…” senzaetà 13 Bimbi in gioco Riscoprire la semplicità del gioco per aiutare i bambini in difficoltà, usando il loro linguaggio e il loro modo di approcciarsi al mondo… BAMBINI la migliore psicoterapia è il gioco! NE PARLIAMO CON “Il gioco è la via regia all’inconscio dei bambini” Melanie Klein 14 senzaetà Dr.ssa Katia Marilungo Psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale e familiare, esperta in ipnosi ericksoniana, EMDR, Training Autogeno, psiconcologia. E’ responsabile del Servizio di Psicologia presso la Clinica “Villa dei Pini” di Civitanova Marche, è perito e CTU presso il Tribunale e perito del Tribunale Ecclesiastico. e-mail : [email protected] I bambini piccoli posso presentare problemi di alimentazione, del ritmo sonnoveglia, di controllo sfinterico e crescendo possono presentarsi sintomi quali cefalea, ansia, disturbi del comportamento che possono avere ripercussioni sul rendimento scolastico o sulla vita sociale. Come aiutare i bambini a raggiungere la consapevolezza delle proprie risorse e capacità, liberi da condizionamenti? Il metodo di lavoro con i bambini prevede l’uso del disegno e soprattutto del gioco, il cui sviluppo è molto più precoce di quello del linguaggio, pertanto diviene un modo di entrare in relazione con i genitori e con il mondo esterno. Lo scopo della psicoterapia infantile è affrontare conflitti psichici e angosce, che si esprimono attraverso manifestazioni di disagio, al fine di aiutare i piccoli pazienti a costruire un’identità più solida, trovando le sicurezze per crescere. Il gioco stesso diventa terapia: così si entra nel mondo infantile instaurando una relazione terapeutica nel pieno rispetto delle caratteristiche dell’infanzia, attraverso il “linguaggio infantile”. Col gioco i bambini dicono ciò che con le parole non sanno esprimere. Giocando con i bambini si impara a capirli, a conoscerli, si scoprono ogni volta di più. Mentre cosiddetti giochi mo- Favoloso scrivere Favole! S e la favola moderna più nota è anche uno dei più grossi business dell’editoria (Harry Potter) lo scrivere ormai non è più riconosciuto vero mestiere. Infatti quando ci presentano qualcuno raramente si sente dire “sono uno scrittore”. Ancor più raramente “uno scrittore di favole”. Nessuno nasce “scrittore di favole”. Non lo era Carlo Lorenzini (Collodi) come non lo erano i Fratelli Grimm (quelli di Biancaneve, Pollicino, Cappuccetto Rosso, Il principe Ranocchio, Hansel e Gretel...). Entrambi hanno attinto alla tradizione linguistica per approfondire questioni delicate, diremmo oggi “politiche”. I Grimm nella Germania ottocentesca attraverso il linguaggio accomunante, hanno unito i dialetti tedeschi un po’ come Dante fece seicento anni prima in Italia. Collodi con Pinocchio insegnò che l’educazione poteva essere laica e i valori restavano punto fermo ugualmente, gettando le basi della pedagogia moderna e rispolverando il sentimento nazionale risorgimentale. Insomma, favole come messaggi. Messaggi anche pesanti. Sulla condizione sociale, sulla cattiveria umana, sul potere costituito. Non solo il Lupo, il Male e la Povertà come fenomeni ineluttabili. Un certo Walt Disney disegna Topolino ma gli affianca poi Paperino. Ciò che emerge è la creatività. La volontà. Lo spirito di ribellione al sistema. E’ vero, la rivalsa, la bravura e la bellezza trionfano sempre per antonomasia: il lieto fine è il topos letterario che “fa bene” a bimbi e genitori. In Cenerentola, Biancaneve, Hansel e Gretel, o Pollicino. Forse adesso in Shrek o Bella e la Bestia. Ma oggi cambia il messaggio: la pace e la convivenza, il gesto valoroso e la coscienza. Gianni Rodari scriveva per i banchi di scuola, parlando alle famiglie intere... Così Il Gabbiano J. Livingstone diventa nel tempo La Gabbianella e il Gatto, fino ai recenti “Batticuore e altre emozioni” di Roberto Piumini. Le “porte” sull’infinito che apriva Saint Exupery diventano a più dimensioni, come nel geniale “Monster & C.” che lascia liberi i bimbi, da soli, di cercare la propria. Julian Burnett tori, afferrare oggetti, lanciarli lontano, sistemarli uno sull’altro (es. i classici Lego) rafforzano nel bambino la sicurezza nelle sue possibilità di apportare dei cambiamenti alla realtà esterna, il gioco simbolico, in cui gli oggetti diventano simboli di altri oggetti, consentono al bambino di imparare la rappresentazione di giochi fantastici, di esercitare il linguaggio verbale, di scoprire l’attività creativa. Inoltre, il gioco e gli oggetti transazionali (come peluche, bambole, coperte, ecc) danno al bambino un senso di sicurezza e lo aiutano nel controllo dell’angoscia. Il gioco si situa in uno stato intermedio tra i vincoli posti dalla realtà esterna e le infinite possibilità offerte dalla creazione fantastica; quindi è uno spazio intermedio tra una “realtà reale” e una “realtà immaginaria”. La ricchezza degli stati emotivi che possono essere svelati col gioco è immensa: frustrazione, gelosia, sentimenti ambivalenti, angoscia legata a maltrattamenti, sensi di colpa; inoltre, nel gioco infantile si trova la ripetizione di esperienze reali e di particolari della vita quotidiana, spesso tessuti con elementi fantastici. Il ruolo dello psicoterapeuta consiste nel mediare il gioco con un atteggiamento molto empatico, fornendo un ambiente accogliente e contenitivo, senza andare a scardinare le difese del bambino, osservando quel che emerge dal gioco stesso, senza intervenire con interpretazioni o tentativi di indurre il bambino a verbalizzazioni. Il terapeuta deve essere pronto a mediare rivelazioni emotivamente forti, senza affrontarle all’interno del gioco, ma solo in un secondo momento in colloqui individuali più adeguati a tradurre in parole la sofferenza. Questi momenti di gioco sono seguiti da colloqui di restituzio- ne con i familiari. Lavorare con i bimbi richiede competenza professionale, ma anche grande capacità di stare in relazione con loro, di conoscere il loro mondo o di avere la curiosità di conoscerlo, non perdendo però di vista il mondo dei grandi, non lasciano in secondo piano le preoccupazioni adulte e rispettando il tessuto della famiglia, che ha bisogno di far emergere le proprie tracce delle trame passate, di liberare le emozioni troppo a lungo bloccate. senzaetà 15 Bimbi in gioco Giocattoli sicuri e certificati Le direttive europee sui giocattoli sono molto severe. Ecco come funzionano le attività di controllo del ministero, dei Nas, dell’Istituto Superiore della Sanità sotto il coordinamento della Direzione generale dei Rapporti Europei e Internazionali. TAIEX è l’acronimo di Technical Assistance and Information Exchange, lo strumento della Commissione europea per l’assistenza tecnica e lo scambio di informazioni nell’ambito della Sicurezza sui giocattoli, (oltre che negli altri settori oggetto delle direttive communitarie) e nell’ambito dell’attività normativa e regolativa della UE. Il Programma Taiex sostiene i paesi partner nell’armonizzazione della legislazione agli standard europei e nella sua applicazione. Le iniziative che vengono implementate derivano generalmente da richieste specifiche dei paesi beneficiari e possono consistere in diverse forme di assistenza, come visite di studio e missioni di esperti. I paesi beneficiari sono: Croazia, Islanda, Turchia, Macedonia; Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Serbia and Kosovo; Comunità turco cipriota nella parte nord di Cipro; Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldova, Marocco, Autorita’ Palestinese, Siria, Tunisia, Ucraina e Russia. Le richieste che la Commissione Europea riceve dai paesi beneficiari vengono mandate al punto di contatto di ogni paese membro, che per l’Italia è rappresentato dal Ministero Affari Esteri. Di recente, una delegazione macedone è venuta a far visita a aziende e laboratori italiani per comprovare la certificazione CE sui giocatoli e tutti i loro componenti. Ringraziamo per l’informazione il direttore dell’Ufficio V del Ministero della Salute dott. Pietro Malara. 16 senzaetà Tanto lavoro ...per gioco! Giovanni Clementoni individua in Sicurezza, Qualità e Creatività, le doti che hanno permesso all’azienda di Recanati di rimanere al passo con i tempi e con le generazioni Il fondatore Mario Clementoni con il figlio Giovanni I l programma TAIEX del Ministero della Salute, relativo alla Sicurezza dei giocattoli, aveva scelto l’azienda di Recanati per la visita di una delegazione Macedone, quando purtroppo è venuto a mancare il fondatore Mario Clementoni e tutta l’industria italiana e marchigiana ha osservato un giorno di lutto. La Clementoni è un esempio virtuoso di come creare giocattoli sani, oltre che di qualità Made in Italy. Chiediamo all’erede Giovanni come nasce un Gioco in casa Clementoni? In realtà quello che dall’esterno potrebbe sembrare un lavoro legato alla fantasia di alcuni estrosi “inventori”, è invece un processo ben più articolato e complesso che coinvolge professionalità diverse e molto specializzate. Per rendere l’idea in numeri, il nostro reparto di Ricerca&Sviluppo occupa 50 giovani che svolgono la loro attività nella sede storica di Recanti. E’ in questo reparto che nasce l’idea di un nuovo gioco che poi viene testata nelle scuole da un team di esperti specializzati in psicologia dell’età evolutiva e successivamente, una volta condivisa e approvata da un comitato interno, sottoposta ad un processo di ingegnerizzazione che la rende pronta per diventare un prodotto vero e proprio. In Italia oggi non esiste un vero distretto del giocattolo, basti pensare che la nostra azienda occupa circa il 20% degli addetti produttivi del settore, quindi non esistono nemmeno strutture di sviluppo prodotto focalizzate interamente sulla realizzazione di giochi. La Clementoni può vantare quindi una struttura di Ricerca&Sviluppo unica nel suo genere che deriva da una esperienza che ci ha portati, negli anni, ad affinare delle tecniche di sviluppo sempre più sofisticate fino ad elaborare un vero e proprio flusso industriale. E’ interessante sottolineare che tutti questi ragazzi, che hanno formazioni culturali variegate che vanno dalle umanistiche a quelle scientifico-matematiche fino a quelle ingegneristiche ed economiche, spesso arrivano in azienda da neo laureati e quando entrano non hanno la minima idea di come si sviluppa un gioco ed è proprio qui da noi che “imparano il mestiere”. A conferma della concretezza di questa realtà la gran parte della produzione (circa il 60% in numero di pezzi) si concentra proprio nello stabilimento di Recanati. Per completare la mia risposta non mi resta che aggiungere che tutti i nostri prodotti vengono testati secondo le più rigide normative di sicu- rezza italiane ed europee. Ovviamente i test e le prove richieste sono ben diversi se si tratta di un prodotto dedicato alla prima infanzia, per intenderci parliamo di bambini da 0 a 36 mesi, piuttosto che un prodotto scientifico, per bambini dai 7 anni, che propone sostanze chimiche e materiali tecnici per realizzare gli esperimenti proposti. Il fondatore Mario diceva che giocare è una cosa seria. Qual è il ruolo educativo di un gioco Clementoni e quale attenzione ponete al fattore educativo quando ne realizzate uno nuovo? Il nostro credo è ancora quello su cui Mario Clementoni ha fondato la sua azienda e che ha fatto diventare il brand Clementoni un sinonimo di gioco educativo ovvero di “gioco intelligente” senzaetà 17 Bimbi in gioco per citare mio padre. Lui credeva fermamente nell’importanza dell’attività ludica e del rapporto che proprio attraverso il gioco si dovrebbe stabilire tra il bambino e i genitori e raccomandava, per citarlo ancora, “… di giocare con i figli, che considerano il papà e la mamma, almeno fino a una certa età, i più importanti compagni di gioco, e dico sempre che il giocattolo è una vitamina che va somministrata tutti i giorni, perché il bambino ha la necessità di giocare …” Soprattutto poi, dalla creatività al prodotto, quali controlli occorrono per mettere in vendita un gioco finalmente “certificato”, con tutte le norme e le regole da osservare... ancora, ritengo, più difficili quando si tratta di giochi per bambini? Dovete usare materiali vernici, colori particolari? I requisiti richiesti in termini di sicurezza variano in base alla tipologia di prodotto e all’età del bambino a cui lo stesso è destinato, ma ovviamente il prerequisito essenziale per qualsiasi nostro gioco è che sia assolutamente sicuro e quindi realizzato con materiali atossici, in qualsiasi sua componente e con un design che non possa recare in alcun modo danno ai piccoli utilizzatori. Inoltre i nostri giochi devono superare i test più severi che ne mettono alla prova la resistenza affinché non perda parti mentre è in uso. Per certificare tutto ciò ci avvaliamo, oltre che di test realizzati internamente in via preliminare, della certificazione di organizzazioni specializzate come l’IISG Istituto Italiano per la Sicurezza del Giocattolo e della tedesca TÜV Rheinland LGA Products GmbH. La produzione Clementoni riguarda giochi per bimbi di pochi mesi fino a giochi scientifici cosiddetti “da tavolo”... cosa è cambiato dai tempi di Sapien- tino alle esigenze dei ragazzini di oggi? Scuola, famiglia, società quali sono le evoluzioni più evidenti relativamente al modo di giocare dei piccoli? Il mondo è cambiato e noi con lui, ma certo non è cambiato lo scopo di questa azienda: aiutare i bambini a crescere giocando. Oggi lo facciamo ancora attraverso il Sapientino, nella versione con gli spinotti, ma anche con prodotti touch screen che veicolano contenuti educativi che discendono direttamente da quello che è il nostro Know-how educativo sviluppato in quasi 50 anni di lavoro. Le dico questo come premessa per rispondere alla sua domanda perché oggi i bambini giocano in modo molto diverso da come facevamo noi, in quanto la cifra distintiva del loro approccio al gioco è l’immediatezza. Per loro il giocattolo deve essere immediatamente fruibile e quindi la meccanica di gioco facilmente comprensibile e quanto più possibile svincolata dalla lettura di un lungo e complicato libretto di istruzioni. Non è un caso che i moderni device elettronici che sempre più stanno migrando anche verso il mondo del giocattolo, siano spesso caratterizzati da una comprensibilità che è direttamente proporzionale all’uso del prodotto. Oggi noi “usiamo” molti di questi moderni hardware inserendo però le nostre competenze educative, vale a dire il software o come si diceva una volta i contenuti… educativi ovviamente. Scopriamo CLEMENTONI I giochi Clementoni che festeggiano 50 anni di vita, sono stati recentemente scelti per una visita di controllo dal Taiex del Ministero della Salute come esempio di prodotto sano e in regola con le norme europee della salute, della sicurezza, della qualità made in Italy. La Clementoni, marchio storico leader nei giochi da tavola, attualmente conta 500 dipendenti e ad una solida struttura multinazionale con filiali commerciali in Spagna, Germania, Francia, Portogallo, Polonia, UK e una filiale operativa ad Hong Kong. Il fatturato 2012 è 140 milioni di euro e proviene per circa il 50% dall’export mentre la restante parte viene dall’Italia. La Clementoni è saldamente nelle mani della famiglia Clementoni che oltre a detenere il 100% del pacchetto azionario, ne determina le scelte strategiche e operative. I quattro figli di Mario, occupano oggi ruoli di primaria importanza all’interno dell’azienda. L’azienda ha nelle Marche il cervello e la creatività, precisamente a Recanati. Progetti e design esclusivi sono sviluppati internamente da un team di oltre 50 persone del reparto di Ricerca&Sviluppo. In Cina, attraverso una consolidata rete di fornitori indipendenti, vengono realizzati i prodotti elettronici o ad alto contenuto di manodopera per i quali i partner cinesi hanno maturato un’indiscussa specializzazione tecnologica e una forte competitività in termini di costo. 18 senzaetà E’ il videogioco educativo dei piccoli con un grande video touch screen e una veste grafica molto accattivante ideale per divertirsi anche in viaggio. Grazie ai nuovi contenuti didattici garantiti da Sapientino, al joypad multi direzionale, al pennino che facilita l’interazione con lo schermo e alla tastiera alfanumerica Clem Touch Plus stimola l’apprendimento in modo coinvolgente e appassionante. Pensato per i bambini di età prescolare li guida, attraverso il gioco, nell’apprendimento di lettere, numeri, parole e della lingua inglese. dalle piccole attenzioni nascono grandi cose Esperienza, ingegno, conoscenza e rapporto umano sono gli strumenti più preziosi. Punto fondamentale è l'incontro: tra le parti, le esigenze, i bisogni, le necessità che risiedono nella scelta di una casa, un locale, un terreno, un progetto edilizio da immaginare o promuovere. È questo il mondo Aequitas COMPRAVENDITA - AFFITTI - LOCAZIONI - CONSULENZA TECNICO LEGALE E FINANZIARIA Aequitas servizi immobiliari snc - Viale della Vittoria, 31 60035 Jesi (AN) tel 0731.710000 fax 0731.710009 www.aequitasimmobiliare.it [email protected] senzaetà 19 Giovani&Sport calcio Giorgio Chiellini DIFENSORE D’ATTACCO di Maria Chiara La Rovere 20 senzaetà ph.Salvatore Giglio per gentile concessione gratuita di Giorgio Chiellini “ Sono nato a Pisa, insieme a mio fratello gemello Claudio, il 14 agosto 1984, da papà Fabio e mamma Lucia. Ho altri due fratelli: Giulio e Silvia”. Così inizia a raccontarsi il “Chiello nazionale”, ripercorrendo la sua storia calcistica, iniziata a 6 anni nel Livorno 9, proseguita a 13 con il passaggio al Livorno, con cui arriva in serie A. Poi per Giorgio Chiellini il trasferimento alla Juventus, la Fiorentina e ancora Juve, tra scudetto, serie B, ritorno in A a lottare per titolo e Champions, e la stagione epica 2011/2012 del ritorno allo scudetto. Pensare che parliamo di un fuoriclasse rubato al basket, a cui voleva dedicarsi, da piccolo, tifoso dei Lakers! Oggi, difensore d’eccellenza, nella Signora come in nazionale, grintoso nel suo ruolo come negli inserimenti nella mischia offensiva, vanta anche un bottino di goal e trascina la squadra, combattivo e implacabile. E trova il tempo per incontrare i giovani, in varie occasioni, lui che, laureato in Economia e Commercio, non dimentica di essere un esempio. Ci ha incuriosito e gli abbiamo chiesto com’è la vita “in vetta” e cosa direbbe proprio ai giovani che sognano di calcare la A con le loro scarpette chiodate. Come ha mosso i primi passi nel calcio? Come qualsiasi altro bambino: a scuola e nei cortili sotto casa in compagnia di mio fratello e dei miei amici più cari. Il calcio è un gioco facilmente raggiungibile da tutti: una palla, uno spazio non necessariamente così ampio dove poter correre, e qualche maglia o qualche zaino a delimitare le porte. Quali sacrifici comporta arrivare a giocare ad alti livelli? Questa è una domanda complessa a cui rispondere. Il rischio di fraintendimento è infatti molto alto. Pertanto ci tengo a esordire sottolineando quanto sia io, sia i miei colleghi, siamo consapevoli dei vantaggi, non solo economici, che la nostra professione comporta. Innanzitutto credo sia giusto, a differenza di molti altri lavori, definire il nostro una passione vissuta a 360°. Fatte queste doverose premesse, non nascondo che arrivare a giocare ad alti livelli ha comportato alcuni sacrifici che mi hanno formato nel carattere. Ho dovuto allontanarmi dagli affetti più stretti in un’età in cui gli stessi legami sono indispensabili per la formazione caratteriale e umana. Il secondo grande sacrificio che un calciatore deve fare credo sia quello di imparare a vivere costantemente sotto i riflettori. Ti accorgi di avere sempre gli occhi puntati addosso. È ovvio che tutto ciò fa parte di un meccanismo di cui noi, i media, i tifosi siamo le parti fondamentali, ed è giusto che sia così. Ma non nego che sia indispensabile imparare a convivere con la notorietà. Cosa consiglia ai giovani che si accostano al calcio? Il calcio, come dicevo prima, dev’essere sempre considerato un gioco e tale deve rimanere soprattutto a livello giovanile. Credo che l’errore più comune sia quello di caricare i giovani di aspettative e responsabilità smisurate rispetto alla loro giovane età. Forse più che un consiglio ai ragazzi mi sentirei di darlo agli adulti che li accompagnano: fate in modo che essi possano crescere serenamente e consapevoli delle proprie capacità e consci che il mancato raggiungimento del mondo professionistico non significa in alcun modo un fallimento dell’atleta e dell’individuo. Quali sono i valori che contano in una squadra? La lealtà reciproca, il rispetto per il prossimo e la voglia di aiutarsi vicendevolmente in allenamento, in partita e nella vita di tutti i giorni. Valori in squadra? Lealtà reciproca, rispetto per il prossimo e voglia di aiutarsi in allenamento, in partita e nella vita di tutti i giorni. senzaetà 21 Strutture Residenza Dorica dove l’età pesa di meno Intervista alla direttrice Lucia Masiero: sicurezza, accoglienza e investimenti per il futuro U Lucia Masiero. direttrice Residenza Dorica 22 senzaetà na lunga esperienza nell’assistenza ai non autosufficienti e nell’accoglienza assistita agli anziani, oggi la direttrice Lucia Masiero di Residenza Dorica, una delle strutture di punta del Gruppo Santo Stefano, ci spiega perchè proprio questa struttura sia considerata un gioiello per l’accoglienza e la sicurezza delle persone sole e anziane. “La Qualità è la nostra caratteristica. Sia che si parli dell’accoglienza degli ospiti sia della struttura in sè che riassume non solo servizi e sicurezza, accoglienza e modernità ma anche l’ospitalità intesa come aggregazione, animazione e compagnia per chi è solo. Grande merito va soprattutto al nostro personale, preparato, competente e motivato, che lavora come un’unica squadra con molta passione”. Che anno sarà questo 2013? “Un anno foriero di grandi cambiamenti: Residenza Dorica, in controtendenza con la crisi, sta investendo nella direzione non solo della struttura convenzio- nata ma anche per i privati; stiamo lavorando all’ampliamento dei posti letto da 116 a 130, per la residenza protetta, per la RSA per non autosufficienti e per la riabilitazione estensiva, per cui abbiamo l’obiettivo immediato di realizzare una nuova palestra attrezzata e rendere utilizzabile anche il giardino esterno alla sede”. Secondo la sua esperienza le persone che entrano aumenteranno? “La società di oggi, direi in particolare la famiglia moderna, sta facendo molta fatica a mantenere l’anziano malato in casa. Inoltre sono sempre di più le persone che rimangono sole... Ma noi curiamo in particolare anche le demenze e le varie patologie dell’invecchiamento, purtroppo anche queste in forte crescita. Se poi parliamo della realtà anconitana, si avverte un grande bisogno di assistenza in tutti i sensi: al di là della crisi. E lo dimostra alla fine il fatto che abbiamo risposto direttamente a tutto questo, investendo”. Anche assumendo personale? “Soprattutto: in due anni abbiamo assunto 1 assistente sociale, 1 educatrice professionale, 1 psicologa, 1 coordinatore dei servizi infermieristici e sociosanitari oltre a personale Oss e infermieristico”. E se parliamo del Gruppo, dell’Istituto Santo Stefano? “Il Gruppo cresce in strutture e qualità e ci dà la possibilità di investire. Mi sembra davvero un’ottima opportunità e una risposta importante al sistema sanitario e assistenziale di oggi: implementando strutture come la nostra, aprendo sempre più ai privati cittadini non solo convenzionati, si riesce a far fronte ai tagli enormi del settore Sanità”. Residenza Dorica risponde ai requisiti della massima igienicità e sicurezza... “Ci teniamo moltissimo, è un impegno gravoso ma il più importante: ed è anche il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo controlli continui dai NAS e dall’ASUR. Tutto il personale qui ha fatto corsi di formazione mirati e la stessa struttura, dalla cucina che ha l’HACCP per requisiti dell’autocontrollo degli Con i familiari Si è svolto all’interno di Residenza Dorica un corso sulle buone relazioni con i familiari degli ospiti per tutti i dipendenti addetti al settore “accoglienza”. Con queste materie di approfondimento: ascolto attivo, gestione di comportamenti differenti come aggressivo, logorroico, timido, confusionario, pignolo; prevenire il malcontento; gestione delle provocazioni; collaborazione con i colleghi ; gestione dell’ansia del familiare... etc alimenti alle certificazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro oltre che sanitari, fino al Progetto ‘Terapia dell’accoglienza’, che coinvolge tutti i dipendenti”. Mi illustra quest’ultimo? Di che si tratta? “Vogliamo che qui l’ospite si senta a casa sua, dal momento dell’ingresso in poi. Abbiamo tutor molto preparati in tal senso e compiti diversificati per ogni momento della giornata. Qui la depressione, malattia comune e presente per chi cerca una struttura come la nostra, non è mai sottovalutata o ignorata. Sappiamo che è la prima causa di un malessere che poi ingenera altre malattie, anche fisiche. Noi poniamo attenzione a tutto: se l’anziano non mangia, se ha bisogno di movimento, di aria, di svago. Insomma tutti gli aspetti della permanenza vengono osservati, individuati e curati”. Per svago cosa intende? “Venga un pomeriggio a festeggiare il Natale con noi, si renderà conto: ci sono i parenti, i giovani, mangiamo qui tutti insieme, facciamo giochi e ci divertiamo. Si respira l’allegria delle feste e ciò contagia tutti. Basta vedere sul nostro minisito Residenza Dorica, le fotografie. Si ride e si scherza... e l’età pesa di meno”. senzaetà 23 L’evento Il presidente del Consiglio della Regione Marche, Vittoriano Solazzi con il Prof. Crepet e il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli Un Progetto Ascolto per i maturandi L o psichiatra e scrittore Paolo Crepet ha tenuto quattro lezioni sul senso della Maturità agli studenti delle quinte classi delle scuole superiori delle Marche. Questo “Progetto Ascolto”, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Regionale delle Marche Vittoriano Solazzi e dall’Ufficio Scolastico regionale nella persona del dott. Calascibetta, ha avuto dei numeri ragguardevoli nelle presenze e soprattutto un’attenzione incredibile da parte degli stessi ragazzi che hanno inviato centinaia di sms con domande da porre a Crepet. Segno indiscutibile del bisogno di comunicare e dialogare nell’età più critica, quando l’orientamento, fra studio e lavoro, rappresenta una scelta di vita fondamentale. Solazzi ha ricordato che tale “ascolto” fa parte dei programmi delle politiche giovanili alla base del suo mandato e, a giudicare dall’interesse suscitato, si direbbe che mai prima le Marche hanno centrato un obiettivo così delicato e importante come quello di dar voce ai giovani nell’età adolescenziale, tanto da diventare un modello come regione a livello nazionale. Le tappe del prof. Crepet sono state Ancona e Ascoli Piceno il 24 e 25 ottobre; Macerata e Pesaro il 7 e 8 novembre: 49 i plessi scolastici coinvolti per un totale di 75 classi e 26 Comuni partecipanti. Ben 1970 gli studenti presenti nelle quattro tappe. Crepet prendendo spunto dagli sms ricevuti, 24 senzaetà ha utilizzato un filo conduttore per i ragazzi: prendere consapevolezza di sè e coraggio nell’effettuare scelte. Da parte dei genitori, il compito di sostenerli nell’autonomia e nel rispetto dei figli: “Usciti dall’esame di maturità e dai banchi di scuola è come se prendeste in mano la cloche di un aeroplano. E’ la cloche della vita, è già in mano vostra ma non ve ne siete ancora accorti, poichè state troppo vicini a genitori e insegnanti, che sono i tutor, gli istruttori di volo. Provate adesso ad andare da soli. Sapete che ce la potete fare. Certo ci sono regole, rischi, incertezze..., ma avete tutto il tempo per prepararvi e gli strumenti idonei per proseguire. Non basta: dovete andare oltre. Dovete volare! Provate e riprovate, forse cadrete, qualcuno può farsi male... Ma qualcuno riesce anche ad accendere un razzo e ad aumentare tanto la velocità che lascia tutti gli altri indietro. Più sarà difficile e rischioso, più grande sarà la soddisfazione nel riuscire. Non volete provarci? Sono sicuro che non vedete l’ora. Chi di voi vuole accendere per primo il razzo?” Luca Guazzati dalle Marche massima attenzione agli adolescenti 1970 PRESENZE NEI TEATRI! Dossier Città del futuro Una città intelligente per vivere meglio, futuro imminente? Ciudad Creativa Digital Guadalajara, un progetto di carlorattiassociati Ecosostenibili, tecnologiche, integrate, attraenti, vivibili. Oggi si parla di smart cities in termini variegati. Ma sappiamo che nella “città intelligente”, quella del futuro, i cittadini usano la tecnologia diffusa per vivere meglio e vivono green. Cosa vuol dire, in pratica, e quanto l’utopia può sposare la realtà? Molto, a sentire le due voci internazionali, ma italianissime, a cui abbiamo chiesto un punto della situazione in questo senso. di Maria Chiara La Rovere U Carlo Ratti Architetto, Ingegnere, direttore del MIT SENSEable City Lab di Boston na è torinese, classe 1971, architetto, ingegnere, designer. Laurea in Italia e Francia, specializzazioni a Cambridge, direttore del MIT SENSEable City Lab di Boston. Più che un cervello in fuga, Carlo Ratti è un cervello in continuo movimento: Londra, Boston, Singapore, Mosca, Torino, dove ha fondato lo studio Carlo Ratti Associati. Inserito nei 50 Most Influential Designers in America dalla rivista Fast Company, è membro del World Economic Forum Global Agenda Council for Urban Management, program director dello Strelka Institute for Media, Architecture and Design di Mosca, curatore del BMW Guggenheim Pavilion 2012 a Berlino. Il suo Digital Water Pavilion dell’Expo 2008 di Zaragoza, padiglione tutto d’acqua a controllo digitale, è stato nominato dal Time Best Project of the year. “Le città di oggi, coperte di sensori e di reti elettroniche – ci racconta – si stanno trasformando in computer all’aria aperta. Si può dire che internet stia invadendo lo spazio fisico, un fenomeno che spesso passa sotto il nome “smart city” ma che preferirei definire “senseable city” (che è anche il nome del nostro gruppo di ricerca al MIT di Boston). “Senseable” mi sembra che abbia una dimensione più umana e metta al centro le persone, non la tecnologia. Questa evolu- senzaetà 25 Dossier Città del futuro zione ha investito molte realtà: dai consumi energetici, al traffico, fino alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Oggi siamo all’esordio di una dimensione ibrida, tra mondo digitale e mondo materiale, che sta trasformando il nostro modo di vivere.” E qui da noi? “Molti esempi interessanti in Italia partono dal basso. Come con Decoro Urbano, un’app con la quale chiunque può caricare su una mappa interattiva le foto di affissioni abusive, buche nell’asfalto, rifiuti abbandonati e contribuire così a migliorare la proprio città.” Le smart cities promettono qualità di vita migliore per tutte le categorie di cittadini. Realizzabile? “Dipende da come sono implementate. Tutti i cittadini possono migliorare il loro stile di vita e trarre beneficio da una città più intelligente poiché l’applicazione di controlli e tecnologie digitali in genere permette una significativa ottimizzazione di risorse a vantaggio di tutta la comunità.” Quanto conta la sostenibilità ambientale nei progetti smart? Esempi? “L’ecosostenibilità è alla base dei progetti smart city. Per implementare questo aspetto è fondamentale da un lato raccogliere quanti più dati possibili, dall’altro coinvolgere i cittadini, gli unici realmente in grado di modificare le città. Le faccio un esempio: con il SENSEable City Lab del MIT abbiamo condotto una ricerca a 26 senzaetà Ciudad Creativa Digital Guadalajara, un progetto di carlorattiassociati (Torre Est /Corte nuova) Seattle etichettando i rifiuti. L’esperimento ha condotto a risultati inaspettati: monitorare i viaggi compiuti dai rifiuti attraverso gli Stati Uniti ci ha permesso di sviluppare progetti per ottimizzare il processo di raccolta e smaltimento della spazzatura, ma soprattutto abbiamo notato come la condivisione di informazioni influenzi i comportamenti del singolo individuo. Ci sono stati diversi volontari che, dopo esser venuti a conoscenza dell’infinito viaggio intrapreso da una bottiglia di plastica da loro scartata, ci hanno detto di aver deciso di incrementare l’uso del vetro nelle loro abitazioni a discapito della plastica.” Obiettivo del SENSEable City Laborato- ry? “Cercare di comprendere come la tecnologia stia cambiando il nostro modo di capire la città, di progettarla ed in ultima analisi di viverla.” A cosa sta lavorando al momento? “I progetti su cui stiamo lavorando con lo studio di Torino spaziano da un masterplan per la riqualificazione di un’area centrale della città di Guadalajara in Messico ad un progetto di design intelligente per Cassina (“future furniture”). Inoltre stiamo iniziando una collaborazione con Expo2015 per curare uno dei padiglioni tematici chiamato FUTURE FOOD DISTRICT .” 3M italia headquarters, Mario Cucinella Architects, 2010 Mario Cucinella Architetto e designer italiano, visitng professor presso l’Università di Nottingham M ario Cucinella è di Genova, dove è nato nel 1960 e dove ha lavorato con il collega Renzo Piano. Nel ‘92 fonda Mario Cucinella Architects a Parigi e nel ‘99 a Bologna. Dal 2004 è visiting professor presso l’Università di Nottingham. Nel 2009 è il primo architetto Italiano, dopo 30 anni, a vincere un Premio Marché International des Professionnels d’Immobilier nella categoria green building con il Centre for Sustainable Energy Technologies. Nel 2011 vince ancora il premio nella stessa categoria con la Sede centrale italiana della 3M. È fondatore dell’organizzazione non profit Building green futures. Evidente la passione per i temi della progettazione ambientale e per la sostenibilità in architettura. “La forza e il carattere delle città non è rappresentato solo dall’architettura ma dal sistema di relazioni che si instaura tra l’architettura e gli uomini con la loro cultura, le loro abitudini, i linguaggi, la memoria e le emozioni – ci dice – Quando si parla di smart city, per me si parla di questo: un sistema di reti capaci di tenere insieme emozioni, informazioni, energia e ambiente. In Italia c’è ancora molto da fare in questa direzione ma abbiamo un buon punto di partenza su cui lavorare. Il nostro modello di città, con le piazze, i mercati, i luoghi di aggregazione viene studiato e riproposto in tutto il mondo.” Un progetto smart deve essere sostenibile. Quando un progetto architettonico può dirsi tale e come è messa l’Italia? “La sostenibilità nell’architettura non riguarda solo gli aspetti energetici e prestazionali degli edifici, la sostenibilità ha per me una forte impronta etica che si traduce nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. La sostenibilità si inserisce in un processo creativo come attore primario e deve necessariamente avere alla base una sensibilità, una forte empatia verso i luoghi con cui si rapporta. Un progetto è sostenibile quando rispetta tutte queste condizioni. Si parla molto di sostenibilità in Italia e nel mondo ma molta strada è ancora da percorrere in questa direzione, soprattutto nel campo dell’edilizia residenziale.” Città intelligenti per far vivere meglio tutti. Fattibile? “Certo che è fattibile. Bisognerebbe solo progettare con più responsabilità e rispetto, e che le norme rendessero tutto ciò obbligatorio.” Il suo è uno studio di architettura centrato sulla sostenibilità? Perchè? “Al giorno d’oggi la sostenibilità non dovrebbe essere considerata una delle opzioni perché purtroppo non lo è più. Abbiamo già consumato più risorse e territorio di quanto One airport square, view from the terrace, progetto Mario Cucinella Architects, 2012 senzaetà 27 Dossier Città del futuro Green School nella Striscia di Gaza Progetto Building Green Futures 2012 potessimo permetterci ed è giusto che chi si occupa di progettare gli edifici prenda coscienza che è necessario un cambiamento di rotta.” Con Building green futures sta lavorando su questi temi nei paesi in via di sviluppo. “Building green futures è un’organizzazione non profit che si occupa di promuovere l’architettura sostenibile e l’uso di energie rinnovabili per migliorare le condizioni di vita e l’accesso alle risorse nei paesi in via di sviluppo. Stiamo lavorando con l’ONU per la costruzione di una green school nella Striscia di Gaza.” Cosa vede nel futuro dell’architettura? “Vedo il superamento della mera tecnologia a tutti i costi. Vedo la capacità di saper dialogare con i luoghi, i climi e le culture e il riappropriarsi di tecniche costruttive che l’uomo conosce e perfeziona da millenni, unite alle ultime scoperte della tecnica più sofisticate, in modo da poter costruire edifici sempre più performanti, che consumino sempre di meno e che abbiano il più possibile, già nella forma, la risposta alle domande energetiche.” Suoi progetti attuali? “Oltre alla green school di Gaza a cui accennavo, sto lavorando in Africa, in Ghana, per la costruzione del primo edificio sostenibile nel West Africa. Mi sto occupando della progettazione della nuova università di Aosta e seguendo lo sviluppo del masterplan che trasformerà la città di Catania. Stiamo ultimando in questi giorni una nuova scuola nelle aree colpite dal terremoto dell’Emilia Romagna.” 28 senzaetà In Italia chi è più smart? Alla giornata di apertura di Smart City Exhibition a Bologna, lo scorso ottobre, presentata la ricerca “ICity rate”, realizzata da FORUM PA. In classifica, le città italiane più smart e più vicine ai bisogni dei cittadini. Bologna, Parma e Trento, in testa alla classifica generale, seguite da Firenze, Milano, Ravenna, Genova, Reggio-Emilia, Venezia e Pisa. Al 43esimo posto incontriamo la prima città del Sud, Cagliari, seguita da Lecce (54°) e Matera (58°). Fanalino di coda Caltanissetta, Crotone ed Enna. Anche guardando solo alle dieci città metropolitane, la spaccatura è evidente. Bologna, Firenze, Milano, Genova, Venezia e Torino sono tra le prime 15 classificate, Roma segue al 21esimo posto, mentre segnano il passo le altre tre: Bari (69°), Napoli (77°) e Reggio Calabria (87°). Smart City, un investimento Progresso e innovazione, abitare sano, benessere, che può dare la sensazione di essere a casa in un agglomerato urbano che perde i connotati del condominio. Sono elementi interessanti insiti nel concetto di smart city. L’aspetto di grande importanza, poi, dal nostro punto di vista, legato al risparmio di traffico, energia e burocrazia, triade maledetta delle città contemporanee, è la funzione antistress. Sensori e dispositivi collegati in rete raccolgono dati per selezionare la migliore abitabilità dei centri più grandi. Ma i punti deboli ci sono: in Italia le città non reggono il passo con l’Europa, forse per il senso civico stesso e la partecipazione degli abitanti, che dovrebbero informarsi di più. Gli Italiani, pigri e disattenti, per il 78% non sanno cosa significa smart city. Il fatto è che per far diventare i propri capoluoghi più “intelligenti”, l’Italia ogni anno dovrebbe investire 3 punti di PIL da qui al 2030 (circa 50 miliardi l’anno, dice un rapporto Abb/Teh Ambrosetti). Ma quello che nessuno sembra sapere è che il gioco varrebbe la candela se si tiene conto di fattori come il risparmio energetico, ad esempio: il risparmio, ossia il ritorno economico stimato, sarebbe di 10 punti PIL all’anno. Dunque, un investimento. Julian Burnett SISTEMI PER COMUNICARE Telefonia, networking e videosorveglianza per la tua impresa. Connettiamo il vostro business Voce Sistemi di telefonia IP, servizi di Unified Communication, soluzioni di connettività fonia e dati e di Call Center Dati I tuoi dispositivi desiderano parlarsi. Accontentali grazie ai nostri servizi di networking e cablaggio strutturato. 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E’ necessario rafforzare la strategia di promozione delle Marche nel mondo, sfruttando le potenzialità della rete, imporre il nostro brand a livello internazionale, trasferire al turismo il modello Marche codificato per l’economia. Un modello, cioè, basato su qualità, riconoscibilità, rispetto delle tradizioni unito ad un’innovazione sempre più spinta. La Regione è convinta che sia la strada giusta per vincere la crisi che l’Italia e l’Europa stanno vivendo e che ha, ovviamente, pesanti ripercussioni sul movimento dei flussi turistici. I consumi sono in contrazione, la recessione è in atto. Non è così, invece, in tanti Paesi nel mondo che anche negli ultimi anni hanno registrato crescite a due cifre del Pil. In questo contesto 30 senzaetà un nuovo turista, di fascia medio-alta, sta emergendo in Cina, in Russia, in Sud-America, nel Medio Oriente. Il web marketing, in questa prospettiva, è strumento utilissimo per intercettare i nuovi flussi. Il Piano triennale turistico della Regione prevede azioni specifiche per implementare la promozione online. I borghi più belli d’Italia sono, in questa regione, fiore all’occhiello di un Turismo d’eccellenza, d’arte, storia e cultura. S’intende spingere questa caratteristica anche nelle politiche promozionali regionali? Le Marche sono sinonimo di pluralità. Anche nel turismo. Tra i principali obiettivi del Piano c’è quindi la promozione dei nostri tanti turismi: culturale, enogastronomico, balneare, montano, di meditazione, sportivo, religioso, dei borghi storici. Per vincere la sfida di un mercato globale anche nel settore turistico, è necessario uscire dalle logiche della frammentazione dell’offerta per territori e privilegiare l’offerta per “pacchetti”. Le Marche del mare con 16 bandiere blu, ma anche le Marche dei borghi più belli d’Italia, delle cantine e dei vini più pregiati, di una cucina eccellente. Le Marche dei cento teatri, di stagioni liriche prestigiose, di percorsi spirituali e religiosi. Un territorio che in ogni stagione sa offrire il meglio di sé: destagionalizzare l’offerta è quindi un altro obiettivo del Piano. Si parla a livello europeo di “città Intelligenti” le cosiddette Smart City, possono i capoluoghi marchigiani avere tali caratteristiche QUAL E’ IL SEGRETO DELL’ ATTRATTIVITA’? Nei primi 8 mesi del 2012 il sistema ricettivo marchigiano, in controtendenza con le negative performance italiane , ha visto aumentare, rispetto allo scorso anno, il numero di turisti. Tra gennaio e agosto, nelle Marche si sono registrati 2.057.224 arrivi (+0,83%) e 14.358.119 presenze (+0,61%). Gian Mario Spacca Presidente Regione Marche antistress e di migliore vivibilità? La bellezza dei paesaggi incontaminati, uno sviluppo senza fratture, l’ambiente preservato, l’agricoltura curata, l’enogastronomia genuina e di altissimo livello, la straordinaria dotazione di beni culturali, pari alla Toscana e superiore a chiunque per quanto riguarda i borghi storici, una grande civiltà che affonda le proprie radici in una tradizione millenaria, fanno delle Marche la regione con una qualità della vita eccezionale. Non a caso la rivista americana Aarp, che conta 37 milioni di associati, ha definito le Marche uno dei 5 paradisi terrestri in cui vivere. E’ questa caratteristica che permette alle Marche di condividere, con l’Ile de France e la Comunidad de Madrid, il record dei territori più longevi del mondo (83 anni e 3 mesi è l’aspettativa media di vita). Ma stiamo cercando di migliorare ulteriormente il primato. La Regione Marche aderisce alla Strategia di Europa 2020 e Horizon 2020 e hanno accordi di collaborazione con Infn, Cern, Issnaff per lo sviluppo di un distretto ad alta tecnologia per la longevità attiva (Ambient Assisted Living) e di progetti per smart cities and communities con l’utilizzo spinto di piattaforme avanzate ICT, anche con il sostegno del MIUR. Vogliamo fare in modo che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi. Vogliamo stimolare la crescita e l’occupazione, soprattutto dei giovani. Vogliamo innalzare ulteriormente il livello della qualità della vita della nostra comunità. senzaetà 31 Dossier Città del futuro Raccolta differenziata RIVOLUZIONE CAPITALE R aggiungere il 50% di raccolta differenziata entro il 2014: è questo l’obiettivo che Roma vuole centrare grazie al nuovo Piano di sviluppo della RD, elaborato a giugno scorso dal gruppo di lavoro Roma Capitale-Ama-Conai (Consorzio Nazionale Imballaggio) con il contributo del Ministero dell’Ambiente. In sintesi, il piano prevede l’applicazione del sistema domiciliare/condominiale porta a porta e della raccolta stradale opportunamente riorganizzata. E sempre a giugno nella Città Eterna la “differenziata” ha raggiunto la percentuale del 26%, con un incremento di più di 8 punti percentuali rispetto al dato del 2007 (corrispondente a un aumento di oltre il 50% dei volumi intercettati). Attualmente, i rifiuti avviati a riciclo superano le 468mila tonnellate annue: oltre il quadruplo di quelli prodotti a Firenze e pari alla somma della raccolta differenziata di città come Genova, Napoli e Perugia. Si tratta di numeri che collocano la Capitale al primo posto in Italia e al terzo in Europa in termini di quantitativi assoluti. Ma adesso Roma è pronta per un ulteriore 32 senzaetà salto di qualità e punta dritta verso il traguardo del 50% da raggiungere nei prossimi 24 mesi. A tal proposito sono due le grandi novità che attendono i cittadini: il posizionamento, per la prima volta, dei cassonetti stradali di colore marrone per la raccolta differenziata degli scarti alimentari e organici, e quello delle campane di colore verde per la raccolta separata del vetro. Con il nuovo piano di sviluppo Roma punta a raggiungere quota 50% entro il 2014 L’introduzione del porta a porta riguarderà più di un milione di utenti, con porzioni importanti del territorio che comprendono il 70% dell’estensione comunale e che coinvolgeranno il 36,79% dei cittadini residenti nella Capitale. Il progetto pilota è partito a novembre nel IV municipio, interessando gli oltre 200mila “abitanti equivalenti” presenti (residenti e lavoratori). L’avvio del servizio è stato preceduto da un’intensa attività informativa sul territorio, con il coinvolgimento di associazioni, centri anziani, parrocchie, scuole e delle istituzioni. Progressivamente, il nuovo modello di raccolta sarà esteso a tutta la città, attraverso un crono-programma che stabilirà le aree interessate e le attività da svolgere nel 2013 e nel 2014, quantificando in modo puntuale anche gli investimenti necessari. “L’applicazione del nuovo sistema – sottolinea il presidente di Ama, Piergiorgio Benvenuti - rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’approccio del cittadino verso il conferimento dei rifiuti, che non devono più essere intesi come scarti ma come risorsa. E se è ormai assodato che una corretta “differenziata” deve partire dalle mura domestiche, Ama aiuterà i romani fornendo strumenti e materiali per la separazione dei rifiuti. Queste nuove scelte strategiche consentiranno alla Capitale di raddoppiare in soli 2 anni la quota di rifiuti da avviare a riciclo, adeguandosi così agli standard delle capitali europee più virtuose”. senzaetà 33 Dossier Città del futuro Mantenere quanto Raccolta differenziata, mutano gli scenari cittadini: R Mauro Ragaini Direttore Generale Sogenus 34 senzaetà icordate quando dicevamo che di risorsa-rifiuto si parla sempre meno? Eppure la raccolta differenziata ha fatto passi avanti notevoli e anche nella percezione del cittadino la situazione è migliore. Oggi, l’impari lotta delle multiservices cittadine per rientrare nelle direttive europee sta diventando un vero e proprio braccio di ferro sia perchè ormai tutti i limiti migliorabili sono arrivati al massimo sia perchè stante la crisi dei comuni e delle famiglie, chiedere qualche nuovo sforzo, investimento o sacrificio che sia, è quasi impossibile. Dunque, ogni città, piccola o grande, si interroga: quale sarà lo scenario futuro possibile? Il nostro opinion leader per quanto riguarda tale tema è da molto tempo il direttore di Sogenus Mauro Ragaini. “Nella città che cambia, oggi potenzia- re un servizio costoso e mirato come la differenziata è questione di miglioramento qualitativo e di razionalizzazione – afferma Ragaini – Qualità, poichè ormai in gran parte d’Italia siamo arrivati a un servizio efficace ed efficiente, eseguito dopo campagne di sensibilizzazione reiterate e mirate. Razionalizzazione poichè bisogna sempre più fare i conti con le esigenze di bilancio sia dei Comuni che delle aziende multiservizi. Siamo arrivati al punto che bisogna fare calcoli stringenti e considerazioni molto realistiche per delineare possibili scenari futuri: si può spingere un servizio di differenziata ancora di più laddove sussistono le condizioni ed è maggiore la sensibilità dell’utenza e la propensione alla collaborazione. Lo sforzo organizzativo ed economico per aumentare la percentuale di raccolta differenziata oltre certi limiti può diventare abbiamo raggiunto parla il direttore Sogenus Mauro Ragaini antieconomico soprattutto per il gestore del servizio. Ovviamente bisogna fare di più ma senza inventarsi nulla soprattutto in tanta parte del Sud dove la gestione dei rifiuti complessivamente, risente di ritardi, anomalie e scarsa collaborazione da parte dell’utenza. Scarseggiano i controlli costanti perchè manca la volontà politica. Troppi hanno paura dei cittadini incivili”. Al di là delle difficoltà del momento, domandiamo, il segnale generale di un’urbanizzazione che avanza aiuta a pensare domani ai rifiuti in un’ottica diversa? “Certamente i servizi devono trovare corrispondenza con l’evoluzione urbanistica: se adeguiamo viabilità, reti di collegamento, abitazioni/quartieri e servizi, devono di pari passo migliorare raccolta differenziata, smaltimento e così via. Ma occorre anche costruire impianti per un sistema integrato efficiente che permetta una moderna gestione dei rifiuti anche se i soliti comitati non vogliono che si costruisca nulla”. In conclusione, oggi quale sfida dobbiamo ancora vincere? “Direi mantenere ciò che abbiamo raggiunto nelle migliori realtà. E raggiungere ulteriori traguardi laddove persistono inefficienze ed arretratezze. Migliorare la collaborazione del cittadino, poi, non può solo essere una questione pedagogica: bisogna anche far capire ai cittadini che se si vogliono più servizi bisogna pagarli e non sperare che il di più non lo paghi nessuno generando debiti per le aziende che gestiscono il servizio. Sono aspetti molto delicati che vanno affrontati con serietà”. Occorre migliorare la collaborazione del cittadino ma anche costruire impianti per un sistema integrato efficiente che permetta una moderna gestione dei rifiuti senzaetà 35 Dossier circolazione Città dellinfatica futuro Una utility ... sartoriale Come spingere la differenziata nella città in trasformazione: parla il presidente di Anconambiente, Giorgio Marchetti 36 senzaetà A ncona ha una azienda utility “su misura”. Dalla raccolta dei pannolini a quella dei rifiuti porta a porta, il presidente Giorgio Marchetti di Anconambiente, azienda multiservizi del Comune capoluogo delle Marche, ci spiega che il servizio è molto cambiato nel tempo. Vediamo perchè. “Nel mutamento sociale che stiamo affrontando, la città stessa cambia ed ha esigenze diverse – afferma il presidente Marchetti – Facciamo l’esempio dei quartieri: ognuno ha caratteristiche e abitudini da rispettare”. Di quale natura? “Ad esempio anche la città di Ancona ha un centro storico a forte densità di residenti ultrasessantacinquenni. I più anziani, spesso soli, abitano in appartamenti molto grandi e con una badante straniera. E’ una realtà di cui tener conto, come pure bisogna avere particolare attenzione per quei quartieri dove la presenza di famiglie extracomunitarie è forte”. Perchè, cosa cambia in questi? “Tradizioni diverse, orari e ritmi di vita e anche la difficoltà della lingua, a volte. Abbiamo fatto campagne informative anche in lingue diverse, abbiamo avviato corsi e organizzato incontri con i referenti di tutte le principali comunità straniere”. Dunque Anconambiente studia anche la tipologia delle famiglie che ricevono il servizio? “Non solo: per noi lo studio anagrafico della popolazione è la base del servizio. Inoltre integriamo i dati anche con indagini, questionari, raccolta dati e informazioni che ci possano aiutare nel capire le esigenze della famiglia di oggi e dimensionare meglio i servizi”. Dove prendete queste informazioni? “La prima informazione viene dall’ascolto. Le persone anziane sono ricettive, si informano, sono attente e precise, una fonte preziosa anche come interfaccia alle tipologie di servizi che offriamo. Addirittura ci contattano loro per indirizzare meglio la raccolta e darci preziosi consigli. Poi chiediamo ai Consigli di Circoscrizione le caratteristiche dei quartieri. Così, oggi sappiamo che per ragioni d’età media, il rione Adriatico è il più “anziano” mentre il Piano San Lazzaro è il rione multietnico della città. Se vogliamo spingere, come è nostro dovere, la differenziata, dobbiamo fare informazione mirata per le colf nel primo, oppure tradurre in diverse lingue gli appelli e gli slogan, nel secondo”. A che punto sono arrivati i risultati? “Siamo a oltre il 62% per la differenziata, stiamo tentando di arrivare al tetto di legge (65%)”. A livello delle città italiane Ancona com’è posizionata? “Bene: sono pochi i capoluoghi che fanno tali percentuali, quasi nessuno con 100mila abitanti. Le nostre tariffe sono nella media. In rapporto alla diminuzione della produzione dei rifiuti, il bilancio è molto buono. Non abbiamo grandi impianti con costi esorbitanti e investiamo tutto nelle risorse umane. Il nostro fiore all’occhiello è la percezione positiva del servizio, da parte del cittadino”. Le vostre scelte di comunicazione? “Molteplici: manifesti, pubblicità al cinema, depliant e campagne di comunicazione mirate, anche utilizzando il dialetto locale. Da ultimo, abbiamo allestito una mostra fotografica che è poi di- Prof. Giorgio Marchetti Presidente Anconambiente ventata un book celebrativo per il quarantennale dell’azienda da festeggiare nel 2013. Un omaggio al valore dei nostri operatori. Ogni anno adottiamo un piano di comunicazione calibrato sia sulle necessità di informazione e di servizio che sulla percezione istituzionale dell’azienda”. Visto che stiamo facendo un’inchiesta sui servizi cimiteriali, cosa fate ad Ancona? “Il contratto per tale servizio sarà rivisto d’accordo con il Comune: ci piacerebbe migliorare la qualità del servizio accoglienza interno. E’ importante per il cittadino. Cominceremo dalla sala commiato del cimitero di Tavernelle, il più grande del capoluogo. Si sta pensando ad una nuova struttura”. senzaetà 37 Via Vecchia del Pinocchio 26/b 60131 Ancona tel. 071 2863669 cell. 334 5830912 www.fisiofitness.eu [email protected] Il centro della salute a 360° senzaetà 39 Speciale Famiglia domani CRISI? Si cambia. Con la crisi, la famiglia volta pagina. Nel bene e nel male. Si modificano le abitudini, i comportamenti dei singoli componenti del nucleo. E’ l’incipit di una nuova stagione, caratterizzata anzitutto da un drastico calo di consumi, registrato dall’Istat, da Confcommercio e dalle associazioni dei consumatori. di Federica Buroni La famiglia italiana cambia vita 40 senzaetà Diamo i numeri -9,8% L a notevole perdita del potere d’acquisto delle famiglie, dal 2008, ammonta a ben -9,8% secondo Federconsumatori: a questo si aggiungono le allarmanti prospettive per il 2012 sul fronte degli aumenti dei prezzi e delle tariffe, specialmente quelle energetiche, nonché gli effetti delle manovre economiche di quest’anno. Si stima che la stangata, sempre secondo Federconsumatori, sarà di ben +2201 euro per famiglia. L’associazione ha elaborato uno studio sul cambiamento delle abitudini delle famiglie prendendone a campione una che guadagna 1800 euro al mese, composta da 2 genitori e un figlio. Le famiglie che rientrano in questa tipologia sono 11,5 milioni. Dal 2002 al 2012, si scopre che si taglia su ristorante o pizzerie per cui se prima ci si andava 3 volte al mese, oggi non si va oltre a 1,5 volte al mese. Discesa agli inferi anche per cinema, teatro e concerti. Se prima si frequentava il cinema 3 volte al mese, oggi si riduce a 1,5 volte al mese; se prima a teatro si andava una volta l’anno, oggi si taglia sino allo 0,7 volte l’anno. Stessa sorte per i concerti: se fino a pochi anni fa ci si poteva concedere questo lusso una volta l’anno, ora siamo a quota 0,8 volte l’anno. Il segno meno riguarda poi i parchi divertimento che da una frequentazione di 2 volte l’anno scendono a una, i trattamenti di bellezza, la spesa per tabacchi perdita potere d’acquisto e perfino l’utilizzo dell’auto. Ciò che colpisce sono però i tagli ai consumi alimentari, sino a - 11% e alle vacanze con -21%. Il solo settore che non conosce crisi è quello del gioco dove pure molti si rifugiano, magari con l’illusione del guadagno facile: l’incremento della spesa per i giochi e lotterie dal 2007 ad oggi, secondo Adiconsum, è stato al di sopra di qualsiasi altro settore di consumo. Date le premesse, per molte famiglie resta il Dove “taglia” la famiglia media secondo le associazioni dei consumatori problema dell’indebitamento. Sempre secondo Federconsumatori, le consistenze debitorie sono passate da circa 50 miliardi nel 2002 a 115 del 2009. Un trend che ha registrato una progressiva frenata dal 20090-2010 con l’aggravarsi degli effetti della crisi economica. Se nel 2009, l’indebitamento era parti a 4618 euro per famiglia e 1910 per individuo, oggi siamo a 4280 euro a famiglia e 1783 ad individuo. +2.201€ di stangata per famiglia -11% per i consumi alimentari -21% per le vacanze +3.456€ euro all’anno per la benzina senzaetà 41 Speciale Famiglia domani Sul fronte dei consumi, è l’Adiconsum a segnalare i grandi cambiamenti. Il presidente Pietro Giordano fa notare che “si comprimono gli acquisti voluttuari e si concentra la spesa sul necessario per cui crollano le vendite di prodotti come l’hi-fi, il tessile, l’abbigliamento e lo sport”, si rinviano le “spese importanti” come la ristrutturazione della casa o la sostituzione dell’auto. Si scelgono poi con maggior cura i canali di vendita dando la preferenza a discount e ipermercati, ogni acquisto viene ponderato e si sfruttano al massimo le offerte. Si sfruttano i motori di comparazione on line e si rinuncia in molti casi ad una parte della qualità. “Si rinuncia in qualche caso – sottolinea Giordano – a prodotti con elevato valore aggiunto, si sta più attenti a non sprecare e si opta per il social shopping per potersi permettere il week-end di vacanza”. Ma si sta anche “più in casa e meno fuori: per questo, nonostante la crisi, si vendono gli abbonamenti Internet e Pay Tv, i Tablet e gli Smartphone”. Così la crisi ti cambia la vita. “L’attuale situazione economica sta comportando il rischio, per le famiglie, di superare la linea di non ritorno”. E’ quanto sostiene Lamberto Santini, presidente nazionale Adoc. Lo sguardo, in particolare, è rivolto all’aumento del prezzo della benzina. “L’inflazione galoppante, soprattutto in due settori, alimentare e carburanti – dice Santini – ha causato mutamenti di comportamento 42 senzaetà nei nuclei familiari sempre più drastici”. I numeri fanno chiarezza. Secondo l’Adoc, nel 2001 una famiglia spendeva, per i beni alimentari, circa 410 euro al mese, poco meno di 5000 euro l’anno. Oggi la spesa è salita a 477 euro mensili arrivando a sfiorare i 6000 eruo annui. Una differenza di ben 800 euro, pari al 16,3% in più. Rincari non pareggiati dagli aumenti del reddito, fermi al 10-11%. Dal punto di vista dei carburanti, secondo Santini, “dieci anni fa il costo della benzina era pari a 1,05 euro al litro, annualmente la spesa era pari a 1890 euro al litro e l’impatto sul reddito pari al 6,6%. Nel 2012, il costo della benzina è salito a 1,92 euro al litro, la spesa annua è salita a quota 3456 euro mentre l’impatto sul reddito è cresciuto fino al 10,9%. Nel complesso, una spesa maggiore di 1556 euro l’anno”. L’iniziativa Eni di quest’estate, per Adoc, quella cioè di prevedere sconti sui carburanti “è stata positiva e c’era la speranza di poterla proseguire almeno fino alla fine dell’anno. Sarebbe stato un buon segnale per le famiglie”. Su cui grava, da quest’anno, anche l’Imu. Dato questo contesto, ecco l’importanza del pacchetto “Percorso Famiglia”, una serie di misure per il sostegno ai nuclei familiari in difficoltà, realizzato in collaborazione con Governo, Abi e associazioni dei consumatori. “Si tratta – spiega Santini – di aiuti mirati all’acquisto della prima casa, ai nuovi nati e agli studenti. Da nord a sud, quanto pesano le buste della spesa E ’ Pisa la capitale del risparmio. Riempire il carrello nei supermercati della città toscana consente di spendere meno di tutto il resto d’Italia. Ma si fanno sempre buoni affari anche a Firenze e Verona. Chi fa shopping ad Aosta, Catania e Siracusa invece deve fare i conti con prezzi alti e carrelli semivuoti. Qui infatti i prezzi volano alti, altissimi anzi. E’ quanto emerge da un’indagine di Altroconsumo che, con la sua inchiesta annuale, ha passato al setaccio 950 punti vendita in 61 località della penisola. Lo studio di Altroconsumo prende spunto da una stima Istat secondo cui una famiglia media italiana spende al supermercato il 20% del suo budget: circa 6372 euro l’anno. Tra le regioni, le più economiche sono Toscana, Umbria e Veneto assieme all’Emilia Romagna. Riempire le buste della spesa è invece impresa ardua in Trentino, Val d’Aosta, Lazio e Basilicata, la maglia nera va anche a Calabria, Marche e Abruzzo. E sulle isole dove è quasi impossibile non uscire “svuotati” da un supermercato. I dettagli, allora. A Pisa, in cima alla classifica del risparmio, la convenienza è di casa: tra alimentari, igiene personale e pulizia della casa, una famiglia media spende ogni anno 5.969 euro. E’ Arezzo invece che vanta il supermercato a più portata di tasca. Vanno bene, su questo fronte, anche Firenze e Verona, dove si spendono rispettivamente 5.973 euro e 6088 euro annui. Tra le prime cinque, si piazzano anche Perugia e Modena. Scorrendo la graduatoria, si scopre che Roma si colloca molto in basso, con 6559 euro l’anno. Le città in assoluto più colpite dal carovita sono gli estremi Sud con Siracusa e Catania, e Nord Italia con Aosta in testa alla hit parade: qui una famiglia media spende circa 6739 euro l’anno. una famiglia media italiana spende al supermercato il 20% del suo budget: circa 6372 euro l’anno. Volontariato Famiglia domani Insieme per la solidarietà ti legge l’etichetta Un’Associazione, tante missioni nella capitale. Dal trasporto gratuito di anziani e disabili al supporto per favorirne attività culturali, visite museali, interessi artistici, sino al progetto “Noi Ti leggiamo l’Etichetta”, un aiuto non da poco nella giungla dei prodotti della spesa quotidiana. 44 senzaetà L ’Associazione Insieme per la Solidarietà di Roma da anni svolge attività di volontariato non solo nella Capitale ma si adopera anche sul territorio provinciale. Attraverso la partecipazione dei suoi volontari aderisce ad alcuni progetti di Roma Capitale, specialmente nei municipi che appartengono alle aree della periferia dove le problematiche legate agli anziani sono più accentuate. Per le iniziative gestite dalla Casa del Volontariato l’Associazione aderisce ai seguenti progetti: “Un amico per la Città”, a sostegno della sicurezza degli ingressi delle scuole elementari e medie nelle ore di entrata e uscita degli studenti; “Nonna Roma”, per il trasporto gratuito delle persone anziane per le visite e terapie mediche, servizio supportato dall’Associazione con tre pulmini di cui due attrezzati per i disabili; “Pony della Solidarietà”, servizio che i soci svolgono a favore sempre delle persone anziane oppure di famiglie con disabili che hanno bisogno di un aiuto per far fronte a tutte quelle piccole attività quotidiane, come recarsi in farmacia a prendere i farmaci. L’Associazione non offre opportunità di aiuto solo per l’area delle politiche sociali e sanitarie ma anche per le attività culturali e ricreative. Recentemente, sempre a Roma, ha siglato una convenzione con il Museo del “Chiostro del Bramante” per fare avvicinare e apprezzare al meglio, attraverso un’assistenza mirata, gli anziani alle mostre d’arte e a tutte quelle attività culturali che rientrano nel programma del Museo. Ma non è tutto, l’Associazione Insieme per la Solidarietà dallo scorso mese di ottobre offre un nuovo servizio attraverso l’attivazione del Progetto “Noi Ti leggiamo L’Etichetta”. Questo iniziativa è nata per facilitare gli an- ziani quando, nell’atto quotidiano di fare la spesa, si imbattono nella ragnatela di nomi e cifre riportati sulle etichette dei prodotti. Per alcuni di loro è una vera impresa leggere non solo il prezzo e la scadenza del prodotto, quest’ultima il più delle volte scritta talmente in piccolo che si fa fatica a vederla, ma anche per capire gli altri componenti del prodotto. I volontari impiegati in questa “missione”, previo un corso di formazione, sono a disposizione in alcuni supermercati e negozi per vendita di generi alimentari proprio per illustrare come leggere le etichette sulla merce, nonché le tabelle nutrizionali degli alimenti e le eventuali intolleranze che alcuni alimenti possono causare. Il Progetto “Noi Ti Leggiamo l’Etichetta” ha precisato il Presidente dell’Associazione Piero Bianchi – ha preso spunto dai progetti Europei presentati da Education and Culture lifelong learning programme GRUNDTVIG come seniorguides in quanto l’Associazione Insieme per la Sodolidarietà è stata parteners per l’Italia. La copertura economica necessaria sia per la fase organizzativa che per l’aggregazione dei volontari, come pure per l’assicurazione degli stessi, è stata sostenuta grazie al lascito della signora Maria Margherita Seimando sensibile a questo argomento. L’Associazione Insieme per la Solidarietà è iscritta all’Albo Regionale del Lazio, C.F. 97502250588, ha sede legale in Via Emilio Lepido, 40/e - Tel 06 45435760 – www.insiemeperlasolidarieta.org – bianchi_piero@ yahoo.it Nicoletta Di Benedetto senzaetà 45 Mangia sano a Natale Se le feste ci prendono ...per la gola S otto le feste, l’eterno dilemma sulla “convenienza” del mangiare per godere, anziché nutrirsi, ci fa piangere lacrime di coccodrillo. Oltre che commettere un peccato di gola, ne soffrono sempre più salute e portafogli, poiché le tentazioni irresistibili si moltiplicano e diventa impossibile resistere alle prelibatezze, specie quelle della tavola imbandita del classico cenone. Proponiamo Quel tortellino Re del Natale P rotagonista di tante leggende, il tortellino è il più conosciuto al mondo tra le paste all’uovo ripiene. Nobile piatto, dalle molte varianti che lo fanno diventare cappelletto o timballo, al sugo, alla panna o in brodo, è la specialità natalizia che qui vi presentiamo, con i consigli di “mamma Giselda”, esponente dell’antica tradizione marchigiana della buona tavola. Che rappresenti l’ombelico di Venere o quello di Lucrezia Borgia, per un eccellente tortellino ci vuole, innanzitutto, un ottimo brodo di carne. La sfoglia, di farina e uova, deve essere rigorosamente fatta a mano, sottile come solo le vere massaie riescono a fare, per realizzare tortellini tagliati piccolissimi per concentrare il gusto, farciti con ripieni ricchi di qualità e sapori. Il ripieno, in particolare, deve essere fatto con carni miste cotte ai ferri e al forno, poi macinate e condite con aromi dell’orto, parmigiano e noce moscata. I piccoli gioielli vanno obbligatoriamente chiusi a mano, uno ad uno … possibilmente in quell’atmosfera serena e “chiacchieraticcia” (come trovare termine più appropriato?) delle massaie nella cucina di mamma Giselda. in queste pagine una piccola riflessione “salutare” sul mangiare e bere, suggerendo di far ricadere le scelte su genuinità e manualità del buon cibo di una volta. Saremo “retrò” ma riteniamo che chi è costretto a fare una vacanza in meno o più corta per via della crisi, almeno la soddisfazione di gustare i piaceri di una buona tavola se lo merita! Natale o Pasqua che sia, ci vogliono almeno 20 tortellini a testa, secondo tradizione Con i consigli di “mamma Giselda”, Le Stagioni, San Marcello (AN) 46 senzaetà “Dieta prima e dopo, poco vino e champagne: e Capodanno vi risparmierà” “Non scherzate a tavola!” L ’unico rimedio? Moderazione, tanta moderazione, specie per gli individui adulti. Non vi è dubbio che la golosità risulta dannosa alla salute del corpo quando comporta un’alimentazione eccessiva, in termini di energia, di grassi animali, di alcool e di colesterolo. Del resto, la gola è annoverata tra i 7 vizi capitali nella tradizione assieme alla lussuria. Il prof. Aldo Svegliati Baroni, primario emerito medico dietologo di Ancona, non ha dubbi. Quali cibi sono davvero da evitare? “In realtà non c’è un alimento che non si possa mangiare, l’importante è considerare l’apporto calorico, la composizione e quindi usarlo con intelligenza”. Quindi il problema è una mancata educazione alimentare? Direi che oggi c’è più possibilità di mangiare e la popolazione viene investita dagli eccessi in maniera più larga. Molti poi, sono persone Dott. Aldo Svegliati Baroni Primario emerito medico dietologico Ospedale Umberto I Torrette di Ancona di una certa età con necessità caloriche inferiori rispetto ad un giovane e si capisce come un’alimentazione abbondante annaffiata da alcool, possa creare disturbi gastroenterici e da questi è breve il passo a quelli di natura cardiocircolatoria”. Quante sono le calorie di cui hanno bisogno una persona anziana e una giovane? “La media per un giovane si aggira intorno alle 2400 calorie ma già i soggetti al di sopra di 40 anni ne bruciano appena 1800...” L’alimentazione delle persone durante l’anno rispetta questi limiti? “Direi proprio di no. Anzi, a una quota ca- lorica maggiorata rispetto a quella indicata dall’Istituto Nazionale della Nutrizione, non si associa un dispendio energetico adeguato e quindi un’attività motoria. Tant’è vero che i bambini marchigiani con le loro marmellate, nutella e dolciumi vari, sono obesi addirittura nel 10% dei casi. E’ però un fenomeno nazionale: recentissime indagini segnalano un 23% di bambini sovrappeso e un 11% di obesi. Sarebbe il caso di riflettere non le pare?” Sì, ma facciamolo dopo Capodanno. Intanto, se abbiamo già prenotato il cenone, possiamo ridurre almeno il rischio con un comportamento adeguato prima e dopo? “Se ormai abbiamo prenotato e pagato, nella mentalità delle persone è logico utilizzare quanto offerto... In realtà bisognerebbe cercare almeno di limitare la quantità e l’alcool. Molte preoccupazioni suscita il mitico cenone: se la cena di Natale è stata ricca quello di Capodanno sarà... sontuosa. Si può approfittare di questa ‘tregua’ per dare alcune avvertenze mediche sui cibi e le modalità per accogliere il 2013 senza sgradevoli conseguenze e per passare incolumi le restanti feste. Il primo e consueto suggerimento è moderare la quantità. Se è sconsigliabile comunque l’assunzione di alimenti molto grassi come lo zampone che il 31 dicembre si aggiunge a pietanze a rischio (arrosti di maiale, salumi, salsicce) che fanno lievitare i trigliceridi specie se ben condite , la modica quantità frena gli effetti indesiderati. Altra indicazione è evitare di accompagnare la cena con troppi dolci e alcool. I panettoni ipercalorici e i torroni dopo il pasto specie se al cioccolato, sono pesantissimi. Poi i liquori, anche se molti li considerano digestivi, complicano il lavoro dello stomaco”. Quanto vino si può bere a Capodanno senza farci del male? “Un bicchiere di vino e uno di champagne sono più che sufficienti e non fanno danni”. Ma il giorno prima e il giorno dopo bisogna stare a dieta? “Certamente, dando spazio a frutta e verdura”. Se dopo le feste ci si scopre due o tre chili in più, digiuno? “Noi dietologi siamo assolutamente contrari al digiuno e al dimagrimento troppo rapido. Una dieta equilibrata, modicamente ipocalorica, potrà essere sufficiente per rientrare in linea nel giro di dieci giorni” senzaetà 47 Inclusione e Lavoro ATLANTE Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo B, una ONLUS per l'inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati. ATLANTE ha lo scopo di creare opportunità lavorative di vera integrazione sociale per gli appartenenti alle categorie protette o svantaggiate, offrendo sul mercato una ampia gamma di servizi, con la garanzia della certificazione di qualità ISO 9001:2008 PERCENTUALE LAVORATORI APPARTENENTI ALLE CATEGORIE SVANTAGGIATE REQUISITI MINIMI DI LEGGE ATLANTE 30% 70% circa 50 su 70 dipendenti Richiedi i servizi di ATLANTE Centralino, portierato, custodia non armata Gestione parcheggi Veicolazione pasti Raccolta differenziata dei rifiuti Attività ausiliarie di supporto alle isole ecologiche. Spazzamento manuale Pulizia bagni pubblici Movimentazione e pulizia autobus Interventi tecnici di controllo e piccola manutenzione ordinaria su impianti idraulici, elettrici, fognari e gas Letture contatori E inoltre: traslochi, facchinaggio, pulizie, pulizie industriali, manutenzione del verde, vendita di titoli di viaggio per trasporto urbano ed extraurbano … Sostieni il lavoro dei disabili e delle categorie svantaggiate Per le Donazioni Bonifico Bancario: IT 93 X 03359 01600 100000062907 Causale del versamento: Erogazione liberale a favore dei progetti di ATLANTE Soc. Coop. Sociale Il tuo 5x1000 per ATLANTE Inserisci il Codice Fiscale di Atlante: 01482990429 nel campo “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” della dichiarazione dei redditi ATLANTE Società Cooperativa Sociale Piazza Salvo d'Acquisto 21, 60131 Ancona Partita IVA 01482990429 Tel. 071 2901002 – Fax 071 2914251 www.atlantecooperativa.com 48 senzaetà Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente: A106667 Albo Regionale Marche Cooperative Sociali D.D. n° 295 del 11/08/97 Cibo per la mente, il corpo, lo spirito I l cibo non può essere visto come un semplice aggiungere carburante al nostro corpo fisico ma deve essere vissuto in modo consapevole, attento e partecipato come esperienza che attiva la sfera cognitiva, specie quando sorge il pensiero del cibo, ad esempio, nel momento in cui programmiamo cosa cucinare per pranzo o per cena, quando ci documentiamo sui principi nutrizionali degli alimenti o quando ci confrontiamo sui sentito dire, sulle dicerie, gli usi, i costumi che, appartenendo ad un contesto socio culturale, attengono a ciascuno di noi e che a vario titolo ci influenzano nelle nostre preferenze e scelte. A sua volta, il contenuto mentale influenza quello emozionale, e quest’ultimo di riflesso agisce sul primo. A questo attengono le paure, i desideri, le ansie, le rabbie, i sensi di colpa e tutto ciò che emotivamente ci orienta verso alcune preferenze alimentari piuttosto che altre. Esiste un altro aspetto spesso sottovalutato: quello spirituale. Non c’è cultura, tradizione filosofica o religiosa in cui non venga delineata la sacralità del cibo e dell’atto dell’alimentarsi. “Non di solo pane vive l’uomo” ma al tempo stesso “Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quel che esce dalla sua bocca”. Le citazioni potrebbero essere infinite. È evidente come anche la componente spirituale possa a sua volta avere ripercussioni sulle sfere mentale, emozionale e fisica di tale esperienza. È evidente, quindi, che l’approccio al cibo, al pari della vita debba avere un equilibrio armonico tra tutti questi aspetti, tutti debbono essere nutriti e bilanciati. In questa accezione non esistono a priori cibi buoni o cattivi in assoluto ma quel che conta, nel rispetto delle proprie condizioni fisiche e di salute, è l’uso e la frequenza con cui ci si approccia. Nessuna rigidità, luogo comune, diceria fa bene al vivere, alla vita, ivi compresa l’alimentazione. Quel che conta in primis è la consapevolezza: del proprio corpo, delle emozioni, convinzioni credenze filosofiche e/o religiose, condizioni del corpo. E questa passa attraverso il sentire, il farne esperienza diretta, non tramite le parole e le eventuali imposizioni di un altro, per quanto esperto possa essere. Anche le parole e i suggerimenti alimentari di amici o di esperti possono aiutarci, nella misura in cui sappiamo farne buon uso, adattandoli alle nostre specifiche condizioni psicofisiche, che solo noi stessi conosciamo in quanto le viviamo in prima persona. Anna Fata Psicologa olistica e scrittrice www.armoniabenessere.it cibo,come Aggiungere “carburante” Al fisico. Ma facciamolo consapevolmente Si è tenuto lo scorso settembre a Senigallia (Ancona) l’incontro iniziale di “AlimenTIAMOci consapevolmente”, una lunga e articolata manifestazione che nell’arco di tre mesi offre servizi di consulenza in tema di alimentazione, seminari, laboratori, corsi e conferenze. Argomento approfondito nel primo incontro è stato il buon cibo per la mente, il corpo, lo spirito. I relatori che si sono avvicendati, hanno trattato ciascuno il tema secondo la loro prospettiva professionale: il dottor Danilo Carloni, farmacista ed esperto di omeopatia e fitoterapia, ha illustrato le proprietà benefiche di un cibo quanto mai diffuso e amato: la mela, la dottoressa Anna Fata, psicologa olistica, scrittrice e presidente di ArmoniaBenessere, l’associazione no profit per il ben-essere della persona che vive e che lavora che ha promosso l’intera manifestazione, ha posto l’accento sulle implicazioni emotive, sociali, simboliche, mentali, spirituali che l’esperienza alimentare comporta, il professor Alessandro Gramenzi, nutrizionista dell’Università di Teramo, ha evidenziato l’esperienza del cibo in relazione ai nostri amici animali, che ormai a pieno titolo sono entrati a fare parte della famiglia della maggior parte di noi. Per info sulla manifestazione: [email protected] Mangia sano a Natale Un momento dolce... alla portata di tutti D a oltre 110 anni il marchio Giampaoli è sinonimo di qualità nei dolciumi, di creatività e innovazione. Arrivata felicemente alla quarta generazione, l’industria capitanata dal presidente Giampaolo Giampaoli ha una storia importante che continua a crescere, investendo e lavorando, assumendo personale anzichè ricorrere alla cassa integrazione e ampliando con continui investimenti i settori di competenza. Giampaoli dalla tradizione del Natale alla capacità di interpretare il cambiamento sociale: oltre la qualità, creatività e innovazione Una delle caratteristiche aziendali infatti è sempre stata quella di essere al passo con i tempi. Inventori del primo panettone al cioccolato, il Panciocc, poi dei biscotti e dei dolci con fa- 50 senzaetà rina integrale, del torrone bio, da dodici anni anche della linea “senza zucchero” che ha portato grandi consensi per la sensibilità dimostrata verso chi ha problemi di alimentazione e intolleranza, oggi Giampaoli è ancora in piena evoluzione sia dimensionale che produttiva. “Una delle nuove sfide è il senza zucchero! - afferma il Presidente Giampaoli - Anni fa abbiamo fatto questa scelta, lavorando anche come fornitori del prodotto denominato “Giusto”, della linea medicinale Giuliani. Ritengo che nella nostra storia industriale, questo sia un impegno sociale preciso con la consapevolezza, unita alla responsabilità verso tutte le famiglie, di poter regalare un momento dolce... alla portata di tutti”. Personalità vitale e vulcanica, il Presidente non si fa pregare quando si tratta di fare previsioni sul particolare momento di crisi che stiamo attraversando: “La società sta cambiando, bisogna interpretare le esigenze delle famiglie di oggi. Dobbiamo rimboccarci le maniche, da buoni marchigiani. I sacrifici non ci spaventano”. Proprio questo dinamismo e una visione chiara del futuro hanno fatto sì che i prodotti a marchio Giampaoli siano arrivati anche negli show room della Cina. Un passo importante, l’ennesima sfida di un made in Italy che rilancia senza paura, consapevole della qualità e dell’eccellenza che esprime a tutti i livelli. Non da ultimo il coraggio di fare e proporre prodotti sempre nuovi. Tra il verde screziato delle terre marchigiane, sul più alto colle a sinistra del fiume Esino, c’è il paese di San Marcello. Qui, l’esperienza trentennale di una famiglia, i Bolognini, con la passione per la cucina tipica marchigiana e casalinga, crea un ambiente dove innovazione e tradizione convivono. Le Stagioni è un ristorante a conduzione familiare, gestito in cucina da mamma Giselda e dallo Chef Giacomo, le cui creazioni soddisfano i più diversi appetiti. Segni particolari: un connubio di cucina genuina e convivialità nel rispetto delle tradizioni agresti della regione. In sala, il gusto del palato sposa i piaceri della mente, con serate di musica e letture, presentazioni di libri ed incontri a tema. Fuori, l’Orto dei Profumi, un giardino di valore culturale e simbolico, fatto di piante aromatiche e frutti dimenticati, un percorso di recupero della memoria per scoprire come il nuovo sia già scritto nelle radici del passato. senzaetà 51 Mangia sano a Natale Troppi dolci, poveri denti! Il nostro esperto Oliviero Gorrieri spiega: “Alimentazione e carie,piccolo grande problema” L a carie è una patologia che provoca degenerazione dei tessuti duri del dente, smalto e dentina. Questa malattia multifattoriale nasce dall’interazione di tre fattori: i batteri che colonizzano la superficie del dente formando la placca batterica (streptococcus mutans); le caratteristiche proprie dell’ospite quali l’anatomia del dente, saliva e abitudini di igiene orale; l’alimentazione (gli zuccheri, fra i quali il saccarosio è il carboidrato più cariogeno). La contemporanea presenza di placca e zuccheri in bocca provoca la formazione di acidi e enzimi che determinano l’abbassamento del Ph e intaccano lo smalto causandone la demineralizzazione, ovvero la perdita di calcio e fosfato al di sotto della superficie. A questo stadio la lesione si presenta come macchia. Con l’estendersi in profondità la 52 senzaetà lesione raggiunge la dentina con penetrazione di batteri nei tubuli dentinali e formazione di cavità cariosa. Qui i primi sintomi della patologia, dolori al caldo e freddo, mal localizzato e d’intensità sempre maggiore. Se la carie non è rimossa, il processo può raggiungere la camera pulpare: è carie penetrante in dentina: dolore intenso, localizzato, estremo dolore al tatto. Con l’esposizione della polpa, non più protetta da dentina, avanzano infezioni e insorge la pulpopatia. Un particolare tipo di carie è quella del solco (PFCLs). Si tratta di una tipologia frequente negli adolescenti che insidia, in principio, le parti profonde dei solchi e si sviluppa in profondità interessando rapidamente gli strati della dentina seguendo i canalicoli fino alla polpa e ren- dendosi visibile nella parte superficiale a distanza di tempo. La demineralizzazione rimane confinata all’interno del solco senza sintomatologia. Questa appare solo quando la lesione va a indebolire il tessuto dello smalto che, collassando, evidenzia la cavità. La carie del solco è nota come “hidden caries” ovvero carie nascosta. La sua incidenza è aumentata con la somministrazione di fluoro attraverso colluttori, gel o dentifrici che rafforzano lo smalto ma rendono più vulnerabili le aree più nascoste, come i recessi dei solchi, esposte all’aggressione dei batteri che qui si vanno a nascondere indisturbati. La carie del solco è più diffusa di quanto si pensi ed è proprio per questo che è importante una diagnosi precoce e opportuni provvedimenti di profilassi, sigillatura e conservativa. Nella foto la dott.ssa Patrizia Proietti, responsabile del progetto di prevenzione e trattamento dei disordini cranio-mandibolo-posturali della ASUR Marche, con il prof. Oliviero Gorrieri. Diagnosi e trattamento della carie La diagnosi inizia con l’esame clinico: anamnesi, indagine clinica extra e intraorale con strumenti come specchietto e specillo, test di transilluminazione e sensibilità, infine indagine radiografica poichè la carie, quando il dente perde minerali, diventa radiologicamente visibile anche in zone più profonde come radici e spazi interprossimali. Il trattamento della carie richiede la terapia conservativa: anestesia, isolamento del campo operatorio con diga di gomma o rulli di cotone, rimozione del tessuto alterato, preparazione della cavità; detersione; protezione pulpare, otturazione con materiali per ricostruzione provvisoria (guttaperca, cementi) o permanente (amalgama, resine e composti), controllo occlusale, rifinitura e lucidatura. Non ci sono criteri per giudicare se tutto il tessuto cariato è stato asportato. Per questo validi studi hanno dimostrato l’efficacia anche di nuove strategie come i trattamenti con ozono. MIELE niente di più naturale L ’apicoltura ha da sempre rappresentato una fonte di reddito e se anche l’apicoltore, in passato, non conosceva bene l’importante ruolo svolto dalle api per la salvaguardia dell’ambiente, tuttavia grande cura veniva prestata nei confronti di questi laboriosissimi insetti sociali. Miele, pappa reale e propoli: questi i prodotti principali della produzione apistica. Il miele, in particolare, è un alimento che esplica un’attività sul benessere dell’uomo per i suoi aspetti nutrizionali e salutistici. Ecco dunque che vale la pena individuare le possibili proprietà del miele attraverso la conoscenza della sua composizione chimica. I carboidrati costituiscono circa l’80% del miele, l’acqua il 17%, gli acidi organici dallo 0,1 allo 0,5% (soprattutto acido gluconico), i sali minerali dallo 0,1 all’1,5%, soprattutto il potassio, (assenti o in tracce nello zucchero), le proteine (dalle api e dalle piante, assenti nello zucchero) e aminoacidi dallo 0,2 al 2% ed infine le vitamine (vitamine idrosolubili, vitamina C e alcune vitamine del gruppo B) e i componenti dell’aroma presenti in tracce. Pertanto, il miele è da considerare, per composizione e per funzione, soprattutto un alimento glucidico a elevato potere energetico. Al miele sono state attribuite, per la sua specifica composizione, azioni favorevoli per la salute umana: • azione prebiotica (promozione flora batterica del colon); • azione antiossidante (polifenoli); • azione batteriostatica (produzione di acqua ossigenata e acido gluconico); • azione antinfiammatoria (flavonoidi, ac. fenolico, peptidi); • azione ipotensiva (presenza di colina e acetilcolina). La tradizione ha, inoltre, raccomandato altri impieghi del miele, alcuni legati alla particolare specie vegetale di provenienza e al periodo di raccolta. Il miele infatti può essere un conservante degli alimenti, può essere usato a livello topico come coadiuvante di ferite e abrasioni e, a fini terapeutici, anche se non riconosciuto ufficialmente, come coadiuvante per gastriti, lassativo e sedativo della tosse. Infine, il miele è considerato un alimento importante per la dieta dei bambini. In particolare, sembrerebbe migliorare la tolleranza al latte vaccino, rallentare la fermentazione intestinale e facilitare l’assorbimento e la metabolizzazione dei grassi. L’impegno Assam L’APICOLTURA NELLE MARCHE Si può tracciare un quadro dell’apicoltura marchigiana attraverso i dati forniti dai Consorzi Apistici Provinciali. I dati possono essere aggregati per classi dimensionali suddividendo gli apicoltori in hobbisti o amatoriali se posseggono fino a 30 alveari, apicoltori semiprofessionisti se posseggono da 31 a 200 alveari, professionisti se posseggono oltre 200 alveari. Su un totale di 1355 apicoltori solo 17 possono definirsi professionisti e circa 215 semiprofessionisti (dati 2009). Gianluca Carrabs Amministratore Assam L’attività dell’ASSAM, in collaborazione con i Consorzi Apistici è volta a migliorare la professionalità degli apicoltori attraverso la realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento e a controllare la qualità stessa dei prodotti attraverso li laboratorio del Centro Agrochimico di Jesi. Per informazioni si può consultare il sito www.assam.marche.it il portale della biodiversità senzaetà 53 Medicina sanità meglio adeguare che tagliare Perchè solo tagli? Il presidente Bambara della Iaio spiega come collaborare fra pubblico e privato per recuperare risorse preziose Presidente Iaio Filippo Bambara 54 senzaetà Ma davvero non c’è altra soluzione che tagliare, a proposito di quanto predisposto dalla manovra governativa detta Spending Rewiew? Chiediamo un parere al Presidente Iaio Filippo Bambara. “Dalla lettura dell’articolato legislativo, la manovra altro non rappresenta che il solito Uovo di Colombo a partire dalle premesse che si incentrano senza alcuna lungimiranza programmatica sull’acquisto e fornitura di beni e servizi attraverso nuovi contratti finalizzati ad ulteriori sconti attraverso una rinegoziazione contrattuale tra Azienda sanitaria e fornitori. Ad avviso del Ministero della Salute, Il risparmio sarà di 1 miliardo di euro per il secondo semestre del 2012, 2 miliardi per il 2013 e 2 miliardi per il 2014. Ovviamente non sono d’accordo, perchè alla fine paga il solito Pantalone cioè gli anelli deboli della catena, i pazienti e i fornitori privati con in essere accordi contrattuali che così saranno incisi e percossi. Prima di ridurre o tagliare servizi, sarebbe stata opportuna un’adeguata verifica che tenesse conto anche del principio “meglio acquistare che produrre”, con ciò strumentalizzando le norme che già ora statuiscono i baluardi portanti del sistema: appropriatezza, qualità, economicità: “conditio sine qua non” per l’accesso e adeguamento del finanziamento del SSN”. Come è possibile verificare milioni di prestazioni? “Il nostro Ministro Balduzzi proviene dalla AGE.NA.S., agenzia composta da quotati tecnici cui sono demandate diverse funzioni, tra cui: Monitoraggio della spesa sanitaria dei LEA; Monitoraggio costi e tariffe del Sistema Sanitario Nazionale; Qualità ed Accreditamento. Quindi conosce bene il sistema e soprattutto da quali tagli iniziare”. Ad esempio ? Da un’attenta verifica dei dati trasmessi dalle singole strutture al Ministero dell’Economia e delle finanze in materia di monitoraggio della spesa nel settore sanitario e di appropriatezza delle prescrizioni sanitarie: i dati in parola vengono trasmessi sia direttamente dalle strutture o attraverso le regioni e le province autonome laddove queste hanno realizzato direttamente nel proprio territorio sistemi di monitoraggio delle prescrizioni Un nuovo modo di fare salute nasce IAIO fondo integrativo del SSN SI chiama IAIO, nasce come Associazione di Promozione Sociale per poi trasformarsi in Fondo Integrativo del Servizio Sanitario Nazionale, opera come rete di previdenza e assistenza per i propri associati (Soci Sostenitori) ed è in grado di fornire prestazioni di ogni tipo grazie alle strutture anch’esse associate (Soci Promotori). Il Consiglio di Amministrazione della Iaio Fondo Integrativo del Sistema Sanitario Nazionale, si è costituito il 19 luglio 2011, ad Ancona avviando un programma che prevede da statuto: promozione Sociale e attuazione dei Servizi Sanitari e della Ricerca Scientifica a favore della salute, attraverso il diritto allo sviluppo, alla innovazione, alla libera impresa per la tutela della Vita. Obiettivo del Consiglio è proporre in questo quinquennio azioni che valorizzino, in aderenza alle Direttive UE, promozione, rispetto, leggi e regole che perfezionino la burocrazia a favore della salute come lo prevede il proprio Codice Etico che si rivede nella Carta Europea dei Diritti del Malato, (Bruxelles 15 novembre 2002). Interlocutori di questa Istituzione non lucrativa sono il Ministero della Salute, le Regioni con gli assessorati alla Sanità, Comuni, ASL, Ospedali, Ambulatori, Poliambulatori e Cliniche ospedaliere sia pubbliche che private del territorio italiano, Europeo ed extra Europeo.La IAIO prevede un budget annuo pari al 20% da dedicare alla Promozione Sociale dell’Assistenza ambulatoriale, ospedaliera e socio sanitaria attraverso le risorse economiche circolanti annualmente. Il Consiglio per la trasmissione telematica al Ministero dell’economia e delle finanze per i dovuti controlli . Il sistema permette così ai Direttori Generali delle Aziende Unità Sanitarie Locali di informare la propria attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, avvalendosi delle risultanze degli osservatori centrali e regionali e quindi perfezionare accordi contrattuali con le strutture accreditate in aderenza alla normativa comunitaria in materia di procedure di acquisizione di beni e servizi e nel rispetto dei princìpi di buona amministrazione e gestione del denaro pubblico. Il sistema permette inoltre di salvaguardare la salute pubblica attraverso le procedure operative e risultati finali della assistenza, incluso il gradimento degli utilizzatori dei servizi, così come previsti nei requisiti ulteriori di qualificazione per gli accreditamenti istituzionali”. Se ho ben capito, quindi, lei dice che ci sono i mezzi per verificare appropriatezza, qualità, economicità di ogni struttura operante per il SSN e quindi sapere dove è meglio acquistare che produrre... “Una premessa: il mio ragionamento si riferisce a tutte quelle prestazioni che nulla hanno a che vedere con il rapporto tra il Servizio sanitario nazionale e i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, disciplinato da apposite convenzioni; il riferimento è quindi alle prestazioni previste nei LEA che vengono erogate presso i presidi gestiti direttamente da AUSL, Aziende Ospedaliere, delle Aziende Universitarie e Gli undici Consiglieri, provenienti da tutta Italia, sono prescelti per le comprovate capacità culturali e professionali in Sanità e Ricerca scientifica. Presidente è Filippo Bambara, manager della sanità, uno dei maggiori esperti in materia sanitaria sia nazionale che europea. Vice Presidente vicario è Massimo Corigliano direttore Odontoiatria (“Cristo Re” di Roma); Presidente dell’Accademia Internazionale di Implantoprotesi Osteoconessa. Nicola Giampaolo è portavoce della presidenza, giornalista, direttore responsabile della rivista della IAIO “Fare Salute”, Postulatore accreditato alla Santa Sede, Dicastero della Congregazione delle Cause dei Santi nonché Postulatore della Diocesi di Roma e dell’Arcidiocesi di Napoli. Segretario Loredana Pianetti, titolare del Centro Polispecialistico REM Ancona. Tesoriere Giorgio Acciarini,medico chirurgo specialista in Odontostomatologia. Consiglieri: Vittorio Bartolucci medico chirurgo in Odontostomatologia. Alessandro Cipollina medico chirurgo in Odontostomatologia e Chirurgia odontostomatologica Presidente Iaio i.s.s. Regione Sicilia, Enrico Olivieri: medico chirurgo in Odontostomatologia. Serse Solazzi: titolare della struttura Odontoteam di Fano. Vittorio Antonino: titolare di struttura multicentrica in Veneto. Luigi Casa: Vice Presidente Accademia Internazionale di Implantoprotesi Osteoconessa di Roma . senzaetà 55 Medicina Un momento del convegno iaio a Catanzaro, in Calabria degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, nonchè da Soggetti Privati Accreditati con in essere accordi contrattuali. Con la riforma “ter” si è passati dalle cosiddette “Convenzioni” agli “accordi contrattuali” quindi non più atti “discrezionali” bensì accordi con strutture pubbliche e private che, operanti per il “terzo Pagante/Garante (SSN/ Fondi Nazionali - Europei)”, devono possedere determinati requisiti strutturali, tecnologici, organizzativi e garantire i requisiti professionali degli operatori sanitari”. Dunque chiunque ha i requisiti può stipulare accordi contrattuali con il Servizio Sanitario. “Ovviamente no. La qualifica di soggetto accreditato non costituisce di per sé un vincolo per le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale a corrispondere la remunerazione delle prestazioni erogate, al di fuori degli accordi contrattuali”. Quali sono i criteri per far parte del sistema? “Intanto l’autorizzazione sanitaria rilasciata in rapporto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione territoriale delle 56 senzaetà strutture presenti in ambito regionale. Poi l’accreditamento istituzionale e relativa classe rilasciato dalla regione alle strutture autorizzate, pubbliche o private ed ai professionisti che ne facciano richiesta previa un’attenta valutazione della rispondenza delle strutture al fabbisogno e alla funzionalità della programmazione regionale, inclusa la determinazione dei limiti entro i quali sia possibile accreditare quantità di prestazioni in eccesso rispetto al fabbisogno programmato, in modo da assicurare un’efficace competizione tra le strutture accreditate”. Ciò significa che la struttura privata accreditata è equiparata alla struttura pubblica quindi “dentro il SSN”. “Esatto, il sistema dovrebbe così assicurare un’efficace e sana competizione tra le strutture accreditate e indurre gli Enti preposti ad una corretta valutazione costi/ benefici in ossequio alla circostanza dove “è meglio acquistare che produrre”. Può fare un esempio? “Proprio in questi giorni i quotidiani locali di una regione c.d. “virtuosa” riportano la notizia dell’inaugurazione di un ampliamento di una struttura pubblica operante nel comparto odontoiatrico. Come d’uopo in queste circostanze, alla “qualificata presenza” di autorità varie nella de- armonia coesistenza e integrazione ingredienti necessari per l’eccellenza in sanità Abbattendo i costi sanitari scrizione dell’attività di reparto, a quanto riportato dalla stampa, si evidenziava che venivano erogate circa 3687 prestazioni l’anno di varia natura , conservativa, protesica, ortodontica, chirurgica. Tuttavia, a mio sommesso avviso, il dato più rilevante ma puntualmente omesso, è che non è dato sapere quanti operatori, tra direttore, professionisti, assistenti, receptioniste, infermieri etc., operano presso la struttura e, ovviamente, a quanto ammontano i costi, anche non sanitari, coperture assicurative comprese, per far funzionare la struttura. Ora, pur non conoscendo in dettaglio tali elementi, possiamo provare a simulare un confronto tra la citata struttura pubblica e una privata accreditata alla V classe Eccellenza di 300 mq. con in essere accordi contrattuali con il SSN operante nella stessa regione, attraverso i dati della trasmissione telematica al Ministero dell’economia e delle finanze per i dovuti controlli (ex art. 50 L. n. 326/2003) delle prestazioni erogate, si evince senza tema di smentita che: •Le prestazioni di varia natura, conservativa, protesica, ortodontica, chirurgica erogate sono pari a circa 7000 in 7 mesi di attività per un budget annuale assegnato di € 129.000. Una precisazione: il budget in parola è omnicomprensivo dei costi gestionali, copertura assicurativa compresa per cui, esaurito il budget la struttura privata non potrebbe più erogare prestazioni LEA e quindi verrebbe a mancare all’Utenza quella garanzia della continuità Il Presidente Filippo Bambara interviene al recente convegno iaio di Sarnano nelle Marche della riabilitazione dell’apparato masticatorio progettata dallo specialista di sua fiducia. Risulta inoltre: •Prestazioni non ripetitive. •Il Gradimento dell’Utenza è pari al 98% (dati emersi dalle verifiche ispettive sulla certificazione della qualità e per il mantenimento dell’accreditamento Istituzionale alla V classe Eccellenza)•Nessun contenzioso in atto. •La Struttura produce utili. •La risposta non può essere il taglio, sic et simpliciter, dei posti letto, delle prestazioni, l’erogazione di prestazioni in intramoenia/ extramoenia/extraLea senza una vera e fattiva regolamentazione che coinvolga le risorse del privato accreditato. Sono convinto che una corretta e trasparente gestione del denaro pubblico non può prescindere da un’attenta verifica dei costi non sanitari che, a mio avviso, sono la vera metastasi del sistema, così garantendo al citato anello debole della filiera ( sempre lui, il ns.paziente) che tutte le risorse pubbliche che il SSN assicura vengono destinate esclusivamente alla sua salute”. La presentazione ufficiale della iaio a Roma Che soluzioni propone la Iaio? “Le norme prevedono diverse soluzioni: razionalizzare la spesa sanitaria attraverso sperimentazioni gestionali tra pubblico/ privato, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei medici operanti nelle strutture private accreditate, infermieri professionali e soccorritori provenienti dal volontariato e, perché no, in aderenza allo spirito della riforma “ter”, prestando una maggior attenzione a quegli Organismi no-profit all’uopo istituiti, come la IAIO Fondo Integrativo del SSN. Il sistema garantirebbe al cittadino, come avviene in quei paesi dove la mission sanità è una risorsa e non un costo, un’adeguata risposta sanitaria attraverso la previsione di poliambulatori che comprendano il primo intervento H24 con lo stazionamento paziente H24 e attività di prevenzione sanitaria con la presa in carico del paziente. La IAIO persegue il convincimento che l’armonia, la coesistenza e l’integrazione di pubblico e privato accreditato, e privato no profit siano le caratteristiche che rendono eccellente il model- lo di sanità avviando così quel percorso dell’abbattimento della spesa sanitaria financo attraverso accordi diretti tra il SSN e Fondi Doc iscritti presso il registro nazionale per tutte quelle prestazioni erogabili in regime ambulatoriale e in regime di Day Surgery”. Sul prossimo numero con il Presidente Bambara tratteremo il fenomeno del turismo odontoiatrico senzaetà 57 Malati di Niente: 12 anni di storia D odicesimo appuntamento a Jesi per la rassegna Malati di Niente, confronto di esperienze, voci e dibattiti a livello internazionale sui temi della diversità, integrazione e lotta contro lo stigma. Chiediamo al Dott. Gilberto Maiolatesi, coordinatore della rassegna, le motivazioni che diedero origine all’iniziativa. “Nel 2001 Jesi fu scossa dalla notizia di una vile aggressione di un gruppo di giovani nei confronti di un paziente del Dipartimento di Salute Mentale. L’inspiegabile violenza inusuale per una città di salde tradizioni civili quale è Jesi, risultava ancor più preoccupante in considerazione dell’età dei protagonisti, membri di una generazione destinata a costituire il futuro della comunità locale. Nello stesso anno, per impulso Il punto sulla 180: quando l’istituzione diventa “perversa?” 58 senzaetà della Comunità Alloggio Soteria e grazie al finanziamento di istituzioni pubbliche (Comune di Jesi e Provincia di Ancona) ed enti no-profit (CoossMarche), nacque la Rassegna “Malati di Niente”, un percorso di sperimentazione nel quale camminano insieme pazienti, operatori, gente comune verso un orizzonte rappresentato da una comunità di uomini e donne ancora capaci di creare legame sociale, inclusione, solidarietà”. Quali sono gli obiettivi che si propone Malati di Niente? “Gli obiettivi dichiarati della Rassegna – ufficialmente confluita a partire dal 2003 all’interno del Progetto Sollievo - sono 1) Valorizzare le diversità, la contaminazione culturale e l’intervento sociale sul territorio; 2) Attivare un lavoro di rete con l’associazionismo sociale e culturale, le istituzioni, le strutture del servizio psichiatrico, il volontariato, il mondo della cooperazione; 3) Promuovere una riflessione e una battaglia contro lo stigma, il pregiudizio, il tentativo di revisionare la Legge 180”. Quest’anno si percepisce la volontà di coinvolgere diversi attori sociali e allargare il dibattito culturale anche attraverso laboratori di formazione, mostre di pittura e rassegne cinematografiche. “Nel corso delle undici edizioni di “Malati di Niente”, salutate da una crescente partecipazione di pubblico e da un significativo coinvolgimento degli studenti degli Istituti superiori del territorio (ITAS “Galilei”, Liceo Socio-psico-pedagogico “Vittorio Emanuele II”, Liceo artistico “Mannucci”), Jesi è diventata sede di dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, happening sulle tematiche della solidarietà e dell’integrazione sociale. Numerose sono state le presenze artistiche registrate in questi anni: da Licia Maglietta (sul palcoscenico del Pergolesi con il “Delirio amoroso” di Alda Merini), al gruppo teatrale dell’Arena del Sole con gli attori del DSM di Bologna, al regista Silvano Agosti (autore del film “La seconda ombra” sulla vita di Franco Basaglia), Ascanio Celestini (“La Pecora nera”), Emma Dante e Stefano Benni”. Dal 9 settembre con la Festa Viaggiante fino a Giugno 2013 con il laboratorio teatrale “Il Teatro, la Meta e il Viaggio”: c’è un tema conduttore? “La Rassegna 2012 è legata al concetto di istituzione totale cioè quando le istituzioni divengono ‘perverse’ nel loro operare. Ciò avviene nel momento in cui l’istituzione vive solo per mantenere se stessa stravolgendo il proprio compito e i propri obiettivi. Il manicomio è stato l’esempio più eclatante di istituzione totale perversa in quanto il soggetto anziché trovare cura ed assistenza si oggettivava nella malattia”. senzaetà 59 Medicina ginocchio Per non ritrovarsi “IN GINOCCHIO” L Consigli utili in caso di distorsioni Fisioterapia per riacquistare articolarità In caso di distorsioni, l’immobilizzazione comporta successivamente la necessità di far riacquistare l’articolarità completa del ginocchio. È quello che ci spiega Joseph Di Segni, fisioterapista romano da anni impegnato nell’ambito della riabilitazione traumatologica e traumatologico-sportiva. “Con tecniche di chinesiterapia e manipolazioni articolari riusciamo a sbloccare l’articolazione. Tutto ciò deve essere eseguito con un lavoro parallelo di massaggio linfodrenante che tende ad eliminare l’edema presente, da associare a terapie fisiche antinfiammatorie come la tecar ed il laser. Quindi si effettuano esercizi di rinforzo muscolare in isometria. Senza andare ad intaccare l’articolazione si riesce, così, a riacquistare un tono, trofismo muscolare, sufficientemente valido”. 60 senzaetà e problematiche più diffuse legate al ginocchio sono le distorsioni e l’artrosi – ci spiega Elvira Di Cave, primario della Divisione Ortopedica dell’Ospedale Israelitico di Roma – Le prime colpiscono le articolazioni accidentalmente o durante l’attività sportiva. Il dolore e il gonfiore che ne susseguono implicano la necessità di immobilizzare il ginocchio in un tutore che metta in quiete biologica l’articolazione. Il Prof.ssa Elvira Di Cave, primario della Divisione ghiaccio ed i farmaci antiinfiammaOrtopedica dell’Ospedale tori provvedono a ridurre il dolore ed Israelitico di Roma il gonfiore in modo tale da stimolare la fase di ripresa cicatriziale dei legamenti interessati. È fondamentale in questa fase identificare bene la gravità della lesione perché così sarà possibile evitare quelle che sono le conseguenze di un trauma misconosciuto: la lassità (debolezza legamentosa) con conseguente insorgenza di attrito cartilagineo e quindi l’insorgenza di alterazioni cartilaginee chiamate lesioni condrali. Che tipo di individuo incorre in tali problematiche? Ovviamente sono più colpiti gli sportivi, in modo uguale per sesso o sport. È chiaro che l’obesità crea un substrato favorevole all’insorgenza di tale patologia e che il superare il limite fisiologico di resistenza allo sforzo crea anch’esso una maggiore frequenza agli stimoli discorsivi”. Come si interviene? Riposo, ghiaccio, tutore e bastoni canadesi senza caricare l’arto colpito a terra. Qual è la situazione se si tratta di sportivi professionisti? È la stessa che riguarda le persone normali con la sostanziale differenza che lo sportivo ha necessità di un riposo funzionale, di non interrompere mai l’attività fisica, quindi per questo un precoce recupero in piscina con esercizi in acqua alta favorirà l’insorgenza di una ripresa graduale ma più veloce. Ulteriori consigli? Una lesione legamentosa va sempre affrontata stabilizzandola perché la instabilità crea dei momenti di conflitto ed usura precoci che sono l’anticamera dell’insorgenza dell’artrosi invalidante socialmente che necessita di impianti protesici. In quali casi è necessario un intervento chirurgico? Quando si rompe il legamento crociato si deve ricostruire per dare stabilità e quando c’è una lesione cartilaginea importante ed è subentrata l’artrosi occorre applicare la protesi. Per una semplice lesione meniscale basta l’artroscopia . Maria Chiara La Rovere Un gel per recuperare fattori di crescita piastrinici nel trattamento delle patologie degenerative osteoarticolari L a disciplina Ortopedica, un tempo considerata quale branca chirurgica cruenta e demolitiva, oggi sta virando verso la “prevenzione” delle patologie degenerative ed aspira alla “rigenerazione” di tessuti danneggiati. Normalmente, le cellule dell’organismo stimolano i processi di accrescimento, differenziamento e riparazione utilizzando delle proteine che vengono definite “fattori di crescita”. Queste fungono da impulsi che la cellula converte in risposte ben determinate: fisiologicamente stimolano l’accrescimento e l’omeostasi tissutale, mentre nel trauma, attraverso l’ematoma, stimolano l’attivazione del processo riparativo-cicatriziale. Le piastrine, costantemente implicate nei processi riparativi di lesione, sono state identificate come “riserva di fattori di crescita” facilmente reperibile, e per questo studiate per possibili applicazioni terapeutiche. La letteratura scientifica utilizza la sigla PRP (Platelet Rich Plasma) per indicare un pool di fattori di crescita derivati dalle piastrine, che per via della sua consistenza è anche denominato “Gel Piastri- Dott. Alberto Busilacchi Clinica Ortopedica Università Politecnica delle Marche nico” o “Pappa Piastrinica”. In Clinica Ortopedica dell’Università Politecnica delle Marche, da anni ci occupiamo di questa materia, avendo verificato cosa accade alle cellule stimolate con PRP attraverso test preclinici (per valutare la sicurezza), definendo l’efficacia del trattamento infiltrativo in lesioni tendinee, muscolari e cartilaginee, infine organizzando incontri scientifici come la “Ia consensus conference nazionale sui fattori di crescita in ortopedia”. I maggiori successi, nella nostra esperienza, parallelamente ai dati pubblicati da altri ricercatori nel mondo, si osservano nel giovane sportivo con problemi cartilaginei, come pure nel soggetto anziano artrosico: in quest’ultimo caso non si punta ad una riparazione o rigenerazione del tessuto degenerato come si auspica nel giovane, bensì alla scomparsa del dolore e all’ incremento della mobilità articolare, ovvero a quegli aspetti critici affinché un anziano possa muoversi ed mantenersi autosuf- ficiente. Tra le articolazioni che meglio rispondono al trattamento con PRP abbiamo in primo luogo il ginocchio, seguito dalla spalla e dalla caviglia. Numerose discipline mediche guardano con interesse alle biotecnologie come il PRP, per le quali l’Ortopedia ha avuto un atteggiamento “pionieristico”: la nostra ricerca sta ad ogni modo procedendo per ottenere evidenze sempre più forti sia sul piano clinico che a livello biologico-molecolare. senzaetà 61 Longevità Attiva FESTA DEI NONNI per unire le generazioni L’esempio di Ancona Uno degli eventi italiani multigenerazionali per rendere tangibile l’input internazionale dell’Anno Europeo della Longevità attiva e della Solidarietà fra le generazioni. N onni, bambini, scuole, associazioni: da 1 a 90 il ventaglio di età presenti, per una giornata di gioia e commozione straordinariamente partecipata. Sono gli ingredienti della Festa del Nonno made in Ancona, che il 4 ottobre ha riempito di suoni e colori la sede comunale. Decine di bambini insieme ai loro piccoli grandi amici nonni, tra palloncini, disegni e lettere, lette e raccontate nella sede istituzionale-conviviale, a conclusione del concorso “Vota il nonno migliore”. Tutto grazie all’intraprendenza dell’organizzatore, Claudio Acacia (ex dipendente Inrca), la collaborazione del Comune di Ancona, della rivista Senzaetà, da sempre sensibile ai temi sociali, e di soggetti come Inrca, Italia Longeva, associazione Amici dell’Inrca, Corriere Adriatico, Banca Popolare di Ancona, Dolciaria Giampaoli, Giovane Ancona Calcio, scuola materna Acquario di Pietralacroce. Tanti i premiati. Targa ricordo ad Antonio Tombarello, Ferdinando Gagliardi, Franco Traferri, Roberto Giaccaglia, Vinicio Riderelli e Matteo Menghini: sono i non-conventional nonni premiati grazie alle parole scritte dai loro nipotini, che, tra il serio e il faceto, l’ironico e l’emozionante, si sono rivelati piccoli scrittori d’eccellenza. Premiate anche diverse scuole del territorio: l’Acquario, la Da Vinci, la De Amicis e la Falcone. La Giovane Ancona Calcio, rappresentata dal presidente Diego Franzoni e dal dirigente Claudio Vignoni, ha messo inoltre a disposizione i propri gadget per premiare i nipoti Marco Duranti, Benito Santarelli, Chiara Menghini ed Elisa Pistagni, le associazioni Scatola Magica, Ludocoop, Centro Nonni e Nipoti e Laboratorio Tecnico. Fra gli intervenuti, l’assessore comunale Tamara Ferretti, Aldo Tesei (Amici dell’Inrca) ed Enrico Paciaroni, emerito geriatra cofondatore dell’Inrca. ma.la. 62 senzaetà senzaetà 63 Medicina il piede La pedana baropodometrica È un apparecchio utilizzato in ortopedia, traumatologia, rieducazione funzionale, medicina sportiva, diabetologia e soprattutto da tecnici ortopedici, che confermano la validità nello studio del piede offerta da questo strumento, che completa, migliora e modernizza le precedenti tecniche di analisi. Questa tecnica è caratterizzata da una pedana composta di migliaia di sensori che sono in gradodi misurare la deformazione generata dalla forza applicata dal piede sulla pedana. È quindi un sofisticato metodo d’indagine non invasiva per misurare la quantità di carico esercitata su ciascun punto d’appoggio del piede. L’importanza del piede come mezzo di sostegno del corpo è fondamentale. L’esame viene eseguito a piedi nudi, per valutare patologie e di individuare le zone di sovraccarico, e con le scarpe, per verificare la congruità della correzione dell’ortesi plantare. Il test prevede: controllo in ortostatismo bipodalico (statico) e indagine del passo durante l’evoluzione cinetica del mo- 64 senzaetà vimento (dinamico), misurazioni che sono accompagnate da documentazione a colori grazie all’ausilio del computer con analisi dei valori pressori in automatico con confronto dei parametri di normalità. Lo studio baropodometrico consente al paziente di avere una chiara visione della distribuzione delle superfici e dei carichi esercitati sul piede, aiutandolo a conoscere meglio il proprio appoggio. Il controllo dell’appoggio del piede sia senza sia con le calzature previene l’insorgere di dolori alle articolazioni metatarsali o al calcagno in casi d’instabilità, nonché complicazioni che possono riflettersi sulla struttura corporea con particolare riferimento ad algie lombari, problemi al ginocchio e al bacino. Infatti, problemi come dolori al ginocchio, al bacino, alla colonna vertebrale, cervicalgia, cefalee, mal occlusioni dentali e altro ancora possono essere scatenati da una cattiva postura. L’importanza del piede come mezzo di sostegno del corpo intero diventa fondamentale in situazioni apparentemente banali. ANALISI STATICA: eseguita da un tecnico ortopedico mediante apparecchiatura di nuova generazione consentendo di esaminare nel dettaglio la morfologia del paziente che cammina senza calzature. L’analisi statica studia quindi le informazioni primarie del paziente ossia (distribuzione del carico, delle superfici, posizione del baricentro corporeo I centri di pressione dei singoli arti (attraverso una scala di colore saranno messi in evidenza eventuali iper-carichi). ANALISI DINAMICA: si esegue per stabilire la distribuzione dei carichi in posizione statica e dinamica, le diverse fasi del passo e il trasferimento del carico corporeo al suolo durante l’appoggio e il roteamento del piede, il paziente cammina almeno tre volte senza calzature. Quest’analisi quindi esamina il doppio appoggio quantificando carichi e superfici durante il ciclo del passo. I dati sono poi confrontati con quelli dell’analisi statica per verificare se vi sono valori simili o diversi tra loro, variazioni riconducibili a instabilità strutturali, problemi di equilibrio, algie del piede o dell’ arto inferiore o altre problematiche simili. ANALISI STABILOMETRICA: è uno studio qualitativo che serve ad analizzare il preciso esame posturologico e ortostatico del corpo Sistema CAD-CAM Il sistema CAD-CAM permette ai tecnici ortopedici di realizzare, con uno strumento semplice e potente, prodotti con tecniche di scansione e modellamento in 3D. Questo sistema è costituito da un hardware e un software che permette di ottenere modelli tridimensionali positivi, controllando in tempo reale le loro caratteristiche. Il modello digitale in 3D è ottenuto attraverso l’uso di fotocamere tecnologicamente avanzate, garantendo al paziente massima precisione nel risultato ma soprattutto evitano allo stesso i soliti bendaggi gessati fornendo confort e pulizia. Il CAD-CAM consente di riprendere con assoluta precisione e fedeltà sia le gibbosità sia le più difficili asimmetrie nei diversi tipi di pazienti dal bambino, all’anziano, al neurologico. L’esame si esegue facendo porre il paziente al centro del sistema con una maglina aderente sulla quale si trovano molteplici file di punti di diverse tonalità di colore, dopodiché il tecnico ortopedico esegue lo scatto fotografico e l’esame per il paziente si può considerare finito in quanto può lasciare la postazione e rivestirsi. Il software una volta rilevati i punti dalle immagini ne calcola l’esatta posizione, dando il via alla fase della stilizzazione che per il tecnico ortopedico vuol dire lavorare finalmente in uno studio tecnologicamente avanzato. Per concludere possiamo dire che il CAD-CAM è un passo avanti per la tecnologia ortopedica perché permette la riuscita di un presidio perfetto semplificando notevolmente il lavoro del tecnico ortopedico Neri Mario e Chiucchiù Maria Luisa Tecnici Ortopedici e Titolari del Centro Ortopedico Marchigiano Cos’ è un plantare L’ortesi plantare è un dispositivo medico realizzato interamente su misura che deve rispondere a più necessità: da un lato correggere e/o compensare una problematica e dall’altra essere ben tollerata dal paziente risultando perciò leggera e soprattutto capace di migliorare la qualità della nostra vita. Classificazione: Plantari correttivi - Plantari antalgici - Plantari biomeccanici S’intendono plantari correttivi, le ortesi realizzate con lo scopo di correggere una problematica nell’età evolutiva, ovvero fino a quando l’apparato muscolo-tendineo-scheletrico è in grado di rispondere a delle sollecitazioni esterne. Appartengono a queste categorie le ortesi per il bimbo che, per mezzo di cunei, spessori o sostegni, sono in grado di modificare il piede piatto, la pronazione del retropiede, il ginocchio valgo ecc..S’intendono plantari antalgici, le ortesi concepite a solo scopo di ridurre, limitare o eliminare il dolore: sono morbidi al fine di ammortizzare o scaricare l’urto in un determinato punto dolente. Indicati persoggetti con artrosi a uno stadio avanzato, artrite deformante, gotta, diabetici, gravi insufficienze circolatorie. Per la realizzazione di un’ortesi plantare è fondamentale una corretta prescrizione medica dell’ortopedico. Centro Ortopedico Marchigiano Via Flaminia 309/310 Torrette di Ancona (AN) Tel.071/2181277 mail [email protected] Centro Ausili Via Dell’Industria n.2 Falconara Marittima (AN) Tel.071/2181277 mail [email protected] NewGedam Via Pergolesi n.44 Potenza Picena (MC) mail [email protected] Sito: www.neriteam.it senzaetà 65 Medicina il piede Bistrattato e poco considerato nonostante rivesta un ruolo importantissimo sia per la nostra salute che per il nostro equilibrio psicofisico, il piede è un raffinatissimo capolavoro di meccanica tanto che Leonardo da Vinci lo definì un’opera d’arte, un capolavoro di ingegneria. Interessante scoprire i tanti aspetti che ne venivano valorizzati nell’antichità. Un piede... mille significati Tra oriente e occidente, sesso e religione, le “estremità” dell’uomo hanno segnato il pensiero 66 senzaetà N ella cultura cinese, i piedi esercitavano un certo fascino soprattutto in ambito sessuale, e per renderli più attraenti “modellavano” i piedi delle bambine fasciandoli così strettamente fin dalla nascita da bloccare lo sviluppo delle ossa, in modo da modificare completamente la loro forma per farli rimanere poi minuscoli. I cinesi avevano la predilezione per i piedi piccoli fin da tempi lontanissimi, ancor prima dell’era di Confucio (551 - 479 a.C.): il camminare a passi corti e misurati rientrava in un canone di comportamento femminile che valorizzava la grazia e l’equilibrio. Nella cultura berbera venivano effettuate delle decorazioni ai piedi con l’hennè: foglie, labirinti di linee concentriche, figure che erano simboli magici o di iniziazione che le donne si facevano su diverse parti del corpo e anche sui piedi, usanza che continua ancora oggi ma spogliata dei suoi significati ancestrali. Nelle varie tradizioni religiose i piedi hanno rivestito sempre un ruolo importante come baciare i piedi o la lavanda dei piedi: erano atti di sottomissione e umiliazione, compiuti dagli schiavi nei confronti dei loro padroni che confermava la supremazia dei potenti su di loro. Due episodi, ma come segno di umiltà, li troviamo nella Bibbia: la lavanda dei piedi nell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli e l’episodio nella quale Maria Maddalena massaggia con olio di nardo i piedi del Cristo asciugandoli poi con i suoi capelli. Un approccio particolare con il piede, lo troviamo soprattutto nella medicina tradizionale cinese, giapponese, indiana, tibetana, nella quale i guaritori, gli sciamani e i medici utilizzando in punti specifici tecniche di massaggio, portavano alla “guarigione” fisica, spirituale e mentale l’individuo considerato un “unicum” tra corpo e psiche. Ma tecniche di massaggio del piede le troviamo anche in Egitto: significativo è l’affresco rinvenuto a Saqqara, nella piramide di Ankhmahor, nota come la “Tomba del Grande Medico”, risalente alla sesta dinastia (22632423 a. C.). Poi altri studi antropologici hanno evidenziato che anche nel Continente Americano presso le culture, Incas, Maya, sono state trovate testimonianze di tecniche di massaggio del piede, tecniche ancora oggi utilizzate dai Cherokee del “Clan del Orso”, nel North Carolina. Nel mondo occidentale la moda ha cercato di valorizzare sempre di più i piedi, specie quelli femminili, mettendoli in risalto con tacchi alti o con scarpe scoperte, con fini cavigliere o anelli, esaltando le estremità, laccando le unghia con smalti colorati e con tatuaggi. Pietro Ceccarelli senzaetà 67 Genitori dopo la separazione N el caso di un conflitto familiare in presenza di figli, quando la convivenza è ormai divenuta impossibile, generalmente la prima cosa che si fa è andare da un legale. In alcuni casi si cerca di trovare una soluzione concordata che consenta di avviare una separazione consensuale, in modo da risparmiare tempo e denaro; altre volte, la delusione, la rabbia prendono il sopravvento ed inizia una dolorosissima battaglia giudiziale. Dal 2006 è entrata in vigore la legge sull’affido condiviso (54/2006). Il legislatore ha disposto che i figli vengano affidati ad entrambi i genitori, rendendosi conto che, in caso di separazione il figlio ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato, continuativo, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi i genitori e di conservare rapporti significativi anche con i parenti di ciascun ramo genitoriale. Purtroppo, la condizione emotiva dei genitori coinvolti nel conflitto a volte rende difficile mantenere l’attenzione sui bisogni dei figli e concretizzare l’affidamento condiviso. Inoltre anche quando non si intraprende una guerra legale, può rimanere comunque, all’esito della separazione, la difficoltà per i genitori di comunicare in maniera efficace fra loro per continuare a svolgere le loro competenze educative. Per aiutare i genitori che vivono questo difficile momento può essere utile la Mediazione Familiare, una risorsa in grado di favorire il contenimento ed il controllo del conflitto familiare, di riaprire la comunicazione e la collaborazione genitoriale in modo da mantenere i legami affettivi con i figli. La Mediazione Familiare è uno spazio in 68 senzaetà cui i genitori si rivolgono ad un terzo neutrale, il Mediatore Familiare, in un percorso che consente alla coppia di comunicare in un clima di rispetto, dignità ed equità. Consiste in un numero limitato di incontri (da otto a dodici), a cadenza quindicinale, in cui i genitori si incontrano per cercare soluzioni possibili. Non si tratta di una terapia familiare, non serve a riunire la coppia, non si sostituisce alle procedure legali ma si integra con esse occupandosi di quegli aspetti relazionali ed emotivi che non rientrano nella prerogative del legale. L’integrazione delle due diverse competenze consente quindi di favorire il raggiungimento di accordi duraturi perché condivisi e ai figli viene offerta la possibilità di vivere in un contesto familiare che risulta più sereno. Il servizio di Mediazione Familiare è gratuito ed è offerto presso il CENTRO DI MEDIAZIONE FAMILIARE del Consultorio Familiare di via Colombo n. 106 di Ancona. Responsabile dell’U.O. Attività Consultoriali è la Dott.ssa Daniela Silvestrelli. Dal 1998 esiste un Protocollo di Intesa tra ASUR e Comune di Ancona per la gestione integrata dell’attività di Mediazione Familiare. PROBLEMI DI COMUNICAZIONE INIBISCONO L’EDUCAZIONE CENTRO DI MEDIAZIONE FAMILIARE DI ANCONA: MEDIATORI - Dott.ssa Dina Ubertini referente sociale Distretto Centro; - Dott.ssa Paola Ferrini ; - Dott.ssa Maria Altomare Fusco; - Dott.ssa Alessandra Boldreghini ; - Dott.ssa Roberta del Giudice Sede: Via C.Colombo 106 Ancona Telefono: 071-8705082 071-8705062 Email: [email protected] Orario : giovedì 15.00-19.00 venerdì 9.00- 13.00 Focus salute Mammografia, ultima generazione A colloquio con il nostro esperto dott.Franco Baiocco U na carriera professionale trascorsa ininterrottamente prestando servizio in radiologia (negli ultimi dieci anni come responsabile di struttura complessa per l’ASL7 e la ZT7 di Ancona), occupandosi nello specifico da oltre 30 anni di Diagnostica Senologica e di Ecografia Internistica che ha organizzato in prevalenza nel polo ospedaliero di Loreto. Il dott. Franco Baiocco, dallo scorso anno, presta servizio presso la sede di Porto Potenza dell’Istituto di Riabilitazione Santo Stefano, nel centro “Esculapio”, lungo la statale 16. La struttura portopotentina, dunque, si è arricchita di una professionalità di riconosciuta esperienza alla quale ha affidato la responsabilità del Centro Senologico. Con lui parliamo di quelle che sono le questioni più rilevanti di una tematica che interessa un numero crescente di donne. Dott. Baiocco, perché effettuare con regolarità esami strumentali al seno e quanto la diagnosi precoce è importante? Innanzitutto per l’alto tasso di incidenza dei casi di neoplasia al seno, in aumento in Italia, che colpiscono 1 donna su 9 (circa 47000 nuovi casi l’anno nel nostro paese). È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne. E poi perché la maggior parte dei tumori del seno non dà segno di sé e si può riscontrare solo con la mammografia, attualmente il test più efficace per la diagnosi precoce. Nella donna tra i 30 e i 45 anni, ci si può avvalere anche dell’ecografia. Che cosa offre, a tal proposito, il Centro Senologico di Porto Potenza? Il Centro di Porto Potenza rappresenta un servizio che, utilizzando le più innovative tecnologie disponibili e grazie ad attrezzature di ultima generazione, permette l’esecuzione di esami diagnostici senologici completi. Il Centro è infatti dotato, oltre che di un modernissimo ecografo, di un mammografo digitale a grande campo, con elevata rapidità di esecuzione degli esami. A breve, poi, è prevista un’ulteriore crescita... Cosa intende? Sarà attivata, sempre per la diagnostica senologica, anche una risonanza magnetica nucleare. Si tratta di un modello Achieva della Philips, strumento ad alto campo da 1,5 Tesla con bobina per mammella. Un’apparecchiatura di ultima generazione che consentirà esami ancora più approfonditi e di qualità. Nico Coppari Riconoscere il tumore nelle prime fasi permette un trattamento meno invasivo e una maggiore possibilità di guarigione. Per effettuare diagnosi precoce il Centro Senologico di Porto Potenza dell’Istituto Santo Stefano è dotato di un mammografo digitale a grande campo, il MammoDiagnost DR di PHILIPS Healthcare, che, attraverso l’ottimale rappresentazione dei più piccoli dettagli anatomici, consente una maggior precisione e confidenza nella diagnosi e la rapidità di esecuzione degli esami. senzaetà 69 L’Opinione Caccia alle risorse pubbliche. Politica o ragioneria? L a gara a ostacoli per il reperimento delle risorse pubbliche, o il tentativo disperato di preservare quelle poche esistenti, continua a mietere vitti- me. Monti, ormai, è alle strette e la situazione generale, così sembra, è al collasso. La sanità e la scuola sono i terreni visibilmente più fertili per tagli orizzontali e verticali e trasversali. E questo già si sa. Ma, è lecito chiedersi, c’è una politica dietro tutto ciò? Il fatto che Monti sia un tecnico a capo di un governo di tecnici dovrebbe metterlo al sicuro da scelte che non siano di pura ragioneria. Ma, in realtà sappiamo che non è così, perché così non può essere. Scegliere dove e quanto tagliare è una decisione che coinvolge un certo modo di gestire risorse pubbliche e questa è politica. La decisione di non introdurre la tassa patrimoniale, ad esempio. Dire che non si intendono tassare i patrimoni 70 senzaetà per timore dell’esportazione di capitali, è indice di due cose. O della volontà di posizionare una foglia di fico davanti al doveroso controllo che un Paese dovrebbe avere del proprio territorio, anche in senso non propriamente fisico. Oppure della volontà di non volerlo esercitare. E ciò è frutto, comunque di una scelta politica. Dire, poi che non si vogliono abbassare le spese della casta, e mettere mano a pensioni d’oro e vitalizi per paura di essere sommersi dai ricorsi, oppure perché sarebbe ininfluente per far fronte al disastro economico in cui si versa, è una scelta politica. Così il disegno di ristrutturazione della sanità. E’ difficile non pensare, seguendo la nostra logica di cittadini, che lo smantellamento progressivo del nostro sistema sanitario non agevoli, seppur indirettamente l’introduzione di capitali privati nei suoi ambiti, in particolare assicurativi. E se non è politica questa. Luigi Sfredda L’Intervista regione marche se la sanità italiana parla russo È nato da qualche tempo presso “Villa Serena”, casa di cura convenzionata con sede a Jesi, nelle Marche, ed è segno tangibile di una visione che guarda oltre confine. È il servizio di assistenza medica svolto da medici russi a favore dei concittadini che abbiano esigenze di cure. A parlarci di questa novità è il Console Onorario della Federazione Russa di Ancona, il Prof. Armando Ginesi. Signor Console, come nasce l’iniziativa? Consapevole del disagio che ogni cittadino che abbia bisogno di cure mediche si trova ad affrontare in un paese straniero di cui non conosce o conosce poco la lingua, per via della difficoltà di esprimere i propri problemi fisici al personale medico e paramedico, il Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona ha pensato di risolvere il problema chiedendo alla clinica privata convenzionata, “VILLA SERENA” di Jesi di dotarsi di personale medico ed infermieristico di lingua russa. Perché la scelta è caduta su Villa Serena? La proprietà della clinica – dotata peraltro di alcune eccellenze in campo chirurgico, medico, cardiologico e di apparecchiature di ultima generazione per le varie tipologie diagnostiche (Risonanza magnetica aperta, TAC, e quant’altro) – è da tempo iscritta all’Associazione Amici dell’Italia e della Russia (AAIR), vicina al Consolato. Un particolare di rilievo è che la clinica “Villa Serena”, oltre a disporre di ambiti medici di primo livello e attrezzature diagnostiche altrettanto valide, è situata in un ambiente confortevole, sopra una collina, immersa nel verde. La qualcosa garantisce anche un confort psicologico di non trascurabile rilevanza. Il Consolato ringrazia la proprietà del nosocomio, la società “Salus S.p.A.”, per la collaborazione preziosa a favore delle comunità russe e russofone in generale residenti, in particolare, nel territorio delle regioni Marche, Romagna, Umbria ed Abruzzo. Chi effettua il servizio medico presso Villa Serena? Il servizio medico è coordinato dalla dott.ssa Liudmila Kadatskaya, nata a San Pietroburgo, laureata in medicina e chirurgia presso l’Accademia Pediatrica di San Pietroburgo e presso la “Sapienza” di Roma. La dott.ssa Kadatskaya è dunque medico chirurgo generale, specializzata in pediatria, in analisi cliniche laboratoriali, in tisiologia degli adulti e dei bambini e si occupa di alcuni aspetti ginecologici afferenti, soprattutto, alle vaginiti delle pazienti migranti. Tengo a specificare che oltre alla presenza in clinica, la dott.ssa Kadatskaya opera anche privatamente nel Centro medico di Corso Matteotti (prospiciente alla farmacia Martini) di Jesi, per appuntamento. Alessandra Corradini Prof.Armando Ginesi Console Onorario della Federazione Russa di Ancona Per informazioni: Villa Serena Via di colle Onorato, 2 . 60035 Jesi (Ancona) tel. 0731.205032 . [email protected] Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona: Tel. 0731.605816 [email protected] Associazione A.A.I.R. [email protected] Dott.ssa Liudmila Kadatskaya [email protected] senzaetà 71 INFORMA Appropriatezza e qualificazione L Almerino Mezzolani, assessore alla Salute Regione Marche La strategia della Regione per applicare i pesantissimi tagli della spending review nazionale 72 senzaetà a Giunta regionale ha approvato le direttive vincolanti per il sistema sanitario regionale per l’immediata applicazione della spending review nazionale che prevede per le Marche tagli di -180 milioni di euro e di ulteriori -310 posti letto. “La pesantissima spending review nazionale va applicata – afferma l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani - ma non con tagli lineari, bensì agendo sulla crescita qualificata e appropriata del sistema sanitario in tutto il territorio regionale, tagliando la burocrazia, rafforzando i servizi sanitari specializzati in rete: questa è la strategia che abbiamo definito con l’atto approvato oggi dalla Giunta regionale, che costituisce l’immediato avvio dell’operatività delle misure nazionali. Abbiamo bisogno di responsabilità e condivisione per affrontare uno scenario che altrimenti mette a rischio la stessa sopravvivenza del sistema sanitario regionale. Ora, infatti, la spending review nazionale si abbatte su di noi come un ciclone: nel 2013 sono previsti tagli di -180 milioni di euro e la riduzione di ulteriori -310 posti letto che porta il taglio complessivo a -469 posti letto. L’atto approvato avvia le manovre strutturali per attuare tali previsioni, ma con la messa in rete dei servizi, ricorrendo all’adozione di criteri di appropriatezza e qualità e definendo i tre livelli del sistema socio-sanitario regionale: -la rete dell’alta specialità; -la rete ospedaliera di integrazione clinica per le acuzie; -la rete territoriale socio-sanitaria per postacuzie, sub-acuzie e fragilità. Le Marche, infatti, sono rimaste una delle pochissime Regioni virtuose in Italia in termini sia di qualità dei servizi che di equilibrio dei conti: vogliamo mantenere tali risultati di eccellenza. L’atto approvato è una risposta di qualità, una “via marchigiana” all’applicazione delle spending review nazionale: nelle Marche la salute è ancora un diritto e vogliamo che nessun cittadino resti solo. Non possiamo sottrarci allo sforzo di risanamento nazionale ma vogliamo applicare le misure nazionali rigettando la logica dei tagli lineari, compiendo un ulteriore salto di qualità nella strategia regionale, agendo su appropriatezza, qualificazione, specializzazione in rete, taglio delle rendite di posizione e dei costi della burocrazia. Il Governo regionale conferma così il suo impegno verso i cittadini ed avvia una riforma per assicurare servizi adeguati e appropriati, per salvaguardare e qualificare il diritto alla salute in tutti i territori delle Marche.” L’atto approvato oggi dalla Giunta regionale costituisce l’avvio immediato del percorso di budget e delle azioni di attuazione della spending review nazionale. SANITà, “UNITA’ DI COORDINAMENTO” Per il pareggio di bilancio 2012 Coordinamento più stretto tra la programmazione e la gestione del servizio sanitario regionale per conseguire il pareggio di bilancio nel 2012. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha istituito una “Unità di coordinamento”, presieduta dal direttore del dipartimento Carmine Ruta, alla quale partecipano i direttori generali delle Aziende ospedaliere, dell’Asur e dell’Inrca. All’unita di coordinamento sarà presente anche l’assessore regionale alla Sanità. Settimanalmente il gruppo si riunirà per monitorare le azioni necessarie a conseguire l’equilibrio finanziario nell’esercizio in corso e a segnalare alla Giunta regionale ulteriori interventi, rispetto a quanto già previsto dalla programmazione regionale. Le azioni necessarie dovranno seguire non una logica di tagli lineari, ma rapportata alla funzione strategica che le singole strutture svolgono, anche in funzione del contenimento della mobilità passiva. Sostanzialmente la Giunta rafforza il monitoraggio del sistema sanitario, alla luce di provvedimenti come la spending review e l’ancora non definito piano di riparto del Fondo sanitario nazionale tra le Regioni. “Le Marche hanno avviato azioni di rientro per 100 milioni di euro nel 2012. La carenza di riferimenti finanziari nazionali e il taglio del Fondo nazionale costringono, però, a rafforzare i controlli, per evitare penalizzazioni nei servizi erogati alla comunità”. Stati vegetativi, la Regione istituisce il gruppo di lavoro C ontinuità assistenziale alle persone in stato vegetativo e sostegno alle loro famiglie. Sono gli obiettivi che la Regione intende conseguire attraverso l’istituzione di un Gruppo tecnico. Su proposta dell’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani, la Giunta ha recepito l’Accordo tra Governo e Regioni sulle “Linee di indirizzo per l’assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza”. Gli interventi verranno coordinati da un Centro regionale che andrà attivato anche nelle Marche. Il Gruppo di lavoro sarà composto da un dirigente dell’Agenzia sanitaria regionale, dai direttori sanitari, da sei medici specialisti (neurologia, anestesia e rianimazione, neuro rianimazione), da un dirigente del dipartimento Salute e Servizi Sociali, da un rappresentante delle strutture private accreditate e da un rappresentante delle associazioni dei familiari. “Proseguiamo gli interventi per rafforzare le reti cliniche orientate a migliorare l’assistenza ospedaliera e territoriale – afferma l’assessore Mezzolani – La continuità assistenziale ha rappresentato una costante degli ultimi Piani sanitari della Regione che hanno privilegiato l’integrazione dei profili medici e sociali di ogni evento patologico. L’attuale Piano valorizza la continuità assistenziale e l’attivazione di gruppi di lavoro multidisciplinari per predisporre linee di indirizzo professionali e implementare le linee guida nazionali con nuovi modelli organizzativi dei servizi di riabilitazione”. Le disposizioni emanate dovranno uniformare l’assistenza erogata, in modo da scongiurare “fratture nella continuità assistenziale e condizioni di improprio abbandono delle famiglie”. Andranno previste adeguate modalità di informazioni e comunicazione con la famiglia, di supporto per i familiari più impegnati nell’assistenza, di aiuto nelle fasi più critiche durante la gestione del congiunto. senzaetà 73 Sessuologia Il sessuologo … questo 74 senzaetà La consulenza sessuologica come arma per combattere i disturbi sessuali L a salute sessuale è una componente fondamentale del benessere e della qualità di vita personale e di coppia. Avere una vita sessuale sana e attiva significa saper vivere l’intimità come spazio di gioco, relazione, scambio reciproco di piacere e momento privilegiato di complicità con l’altro. Eros, desiderio sessuale, eccitazione e tranquil- lità sono gli ingredienti principali per vivere la sessualità al meglio ma dobbiamo ammettere che, purtroppo, sono molti gli ostacoli che possono interrompere o disturbare l’appagamento sessuale e causare problemi sotto le lenzuola. Ansia da prestazione, paura del fallimento, sentimenti di inadeguatezza, conflitti nel rapporto con il partner, precedenti esperienze sessuali traumatiche, tabù e credenze sbagliate sono solo alcuni dei nemici che interferiscono negativamente nella sfera della sessualità. Psicologa clinica Villla dei Pini Dott.ssa Alessandra Battistelli sconosciuto! senzaetà 75 Sessuologia uale si può! Migliorare la vita sess Ecco dei semplici suggerimenti: •Ascoltate il vostro corpo, i suoi desideri e i suoi bisogni per aumentare la confidenza con voi stessi •Evitate di vivere il sesso come una prova, una performance o una sfida •Allenate la fantasia erotica giocando con l’immaginazione •Parlate con il vostro lui o la vostra lei di ciò che vi piace e non vi piace sotto le lenzuola •Spezzate la routine concedendovi dei momenti di intimità del tutto inaspettati Recenti studi dimostrano che i disturbi sessuali sono in crescente diffusione eppure al giorno d’oggi per la maggior parte delle persone è ancora difficile parlarne, trovare il coraggio di confrontarsi e chiedere aiuto. A questo proposito è attivo presso la Clinica “Villa dei Pini” di Civitanova Marche un Servizio di Sessuologia rivolto a persone con problemi di erezione, ansia da prestazione eiaculazione precoce, dolore durante i rapporti sessuali, anorgasmia femminile, disturbi di adattamento dopo una gravidanza o la menopausa, calo del desiderio sessuale e comportamenti sessuali problematici. Il sessuologo è uno specialista in grado non solo di aiutare a risolvere i disturbi sessuali di coloro che non vivono un’intimità appagante ma anche offrire rassicurazioni ed informazioni dove mancano. Attraverso dei colloqui individuali e/o di coppia il sessuologo esplora insieme alla persona le differenti componenti che interagiscono nella sua vita sessuale e affettiva e che determinano l’insorgenza di problematiche legate alla sfera sessuale/relazionale. Il trattamento dei disturbi sessuali passa attraverso una terapia breve basata principalmente sull’ascolto attivo e la comprensione del paziente insieme a strumenti e tecniche comportamentali specifiche in grado di accompagnare la persona in un percorso di sostegno e aiuto. In linea generale, al di là dell’approccio che si propone, è importante sottolineare che prima si interviene tanto prima sarà possibile risolvere il problema. 76 senzaetà senzaetà 77 X Files Il mostro che è in noi Chi ha paura del Lupo Mannaro? Licantropia dalla medicina alla letteratura: malattia e psicosi fra mito, leggenda e realtà Q uesto è un giornale di servizi che affronta medicina e salute così come chiede il lettore. Numerose mail – da città diverse – ci chiedono di occuparci di Licantropia. Sì, proprio di Licantropia. Abbiamo subito girato l’onere di un approfondimento scientifico e culturale al nostro inviato speciale che ha raccolto testimonianze in giro per alcune contee europee... a rischio! Abbiamo scartato racconti di testimonianze e report “folcloristici”- pure numerosi - per rimanere sul fatto culturale. Ma dall’origine mitologica alla suggestione umana, a diagnosi mediche che hanno dello straordinario, il passo è... da leggere in questa e nelle prossime puntate. 78 senzaetà C i sono posti in cui parlare di licantropia è poco consigliabile. Lo abbiamo comprovato lungo un viaggio davvero singolare, dalle strade nebbiose dell’interno della Scozia scendendo in Francia attraverso i cupi rivauges della Normandia del Nord. Infine cercando testimoni e notizie sulle aspre e nere colline della rustica campagna di Provenza. Ma nei pub fumosi e alcolici e dentro le taverne rimaste tali e quali a due secoli fa, fare domande su quanto succede nelle notti di luna piena, può non essere il modo giusto per scambiare quattro chiacchiere... Dappertutto, in questi posti sperduti e isolati, lontani dalle città, vince la paura. La leggenda del Mostro crea psicosi soprattutto fra allevatori, pastori e agricoltori. Nei paesi di alta collina la paura del Lupo vive ancora e si sussurra fra una birra e un sigaro, guardandosi bene alle spalle! Ma perchè proprio il lupo, non l’orso, o il serpente o il coccodrillo? Non è l’animale a fare paura ma la bestia che nasconde. Quella che molto rassomiglia all’uomo. Anzi, dall’Uomo ne deriva. La parola lycos, lupo in greco antico, è radice di licantropo. Già Erodoto parlò di una regione ad est della Mesopotamia i cui abitanti potevano trasformarsi in lupi (o forse, semplicemente si travestivano con pelli per incutere timore ai nemici?). Li chiamò i Neri, dall’abitudine sinistra di muoversi di notte, come micidiali predatori... e da quel popolo il Mar Nero deriva il suo nome. Uomini e dèi possono trasformarsi in lupo nelle Metamorfosis di Ovidio. Da Zeus in persona a Lèto, (per i romani Latona), figlia del Titano Ceo e di Febe, madre di Artemide e Apollo... E ancora il poeta Virgilio, Areteo di Cappadocia, Petronio, nel suo Satyricon dove descrive la trasformazione in lupo di Versipelle, (colui che cambia pelle). Infine Lycaon, re mitologico di Arcadia, aveva 50 figli. E’ considerato il primo licantropo. Ma che differenza c’è fra licantropo e lupo mannaro? Ccontinua...nel prossimo numero Dal nostro inviato speciale Julian Burnett Lycaon turned into wolf - Hendrik Goltzius -1589 senzaetà 79 Lavoro Famiglia&Lavoro Come il lavoro ci cambia la vita Considerazioni all’ indomani della “Riforma Fornero” P arlare oggi di mercato del lavoro e occupazione vuol dire dare voce non solo ad uno degli argomenti di più scottante attualità ma anche dare spazio a interrogativi che interessano la vita quotidiana di ognuno, imprese e lavoratori, visti i risvolti sociali, otre che economici, che vengono a determinarsi attorno a questo argomento. Conosciamo ormai tutti la Riforma del mercato del lavoro dello scorso luglio 2012 (legge n. 92/2012 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”). Una norma che è intervenuta su una pluralità di tematiche, come tipologie contrattuali di lavoro dipendente ed autonomo, disciplina in tema di flessibilità in uscita (licenziamenti e dimissioni), ammortizzatori sociali, tutele in costanza di rapporto di lavoro . L’Articolo 1 della legge introduce, in particolare, importanti modifiche a molteplici tipologie contrattuali cosiddette “flessibili” (ritenute a volte “malate”, in quanto in esse si anniderebbero ipotesi frequenti di usi 80 senzaetà distorti ed illegittimi), quali ad esempio, il contratto di lavoro a tempo determinato, contratto a progetto, lavoro a chiamata e le “partite Iva”. Tali tipologie di rapporto di lavoro rappresentano oggi un’immagine di mercato del lavoro discontinuo e frammentato, caratterizzato cioè da una molteplicità (forse eccessiva) di forme contrattuali, delle cui funzioni, presupposti ed applicazioni vi è spesso un uso distorto che rischia di diventare, di conseguenza, non “genuino” . A fronte di questa incertezza, corrisponde spesso nella realtà una difficoltà ad identificare i requisiti distintivi di ciascun rapporto di lavoro. Una prima distinzione tra le tipologie contrattuali di lavoro subordinato, autonomo e parasubordinato è essenziale per poter capire quali siano le esigenze alla base di uno schema negoziale di rapporto di lavoro e quindi quali siano i diritti e gli obblighi derivanti per le parti e gli adempimenti amministrativi richiesti. Ad ogni modo, ad una crescente instabilità e discontinuità della costruzione della carriera professionale sopra accennata, corrisponde in maniera sempre più marcata (e, spesso imprevedibile!) anche una non semplice costruzione della carriera previdenziale, che spesso vede mutare le gestioni pensionistiche di riferimento e i requisiti richiesti per poter accedere ai trattamenti di pensione. Nei prossimi numeri avremo la possibilità di approfondire alcuni degli argomenti che più da vicino riguardano le questioni che qui abbiamo avuto modo di richiamare, relativamente alla gestione dei rapporti di lavoro. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi allo Studio di Consulenza del Lavoro “Carotti Rodriguez Progetti Lavoro srl”, Via Grandi, 56, Ancona tel. 071/2868280 [email protected] www.studiocarotti.it. Quali sono le tipologie contrattuali di lavoro “flessibile”? Le tipologie contrattuali di lavoro flessibile (quali, ad esempio, il contratto a tempo determinato, il contratto a progetto, il lavoro a chiamata e le “partite Iva”) sono state al centro dei cambiamenti introdotti dalla Riforma lo scorso luglio. Da una parte, cambiano i requisiti e gli adempimenti richiesti per ricorrere a ciascuna di esse, dall’altra, è sempre meno agevole prevedere una costruzione ininterrotta della propria carriera professionale e previdenziale. 1 2 3 4 5 10 18 17 20 24 23 21 25 30 29 32 33 35 36 42 31 34 37 38 39 45 9 15 19 22 8 14 16 Orizzontali 1.Lavora metalli preziosi. 6.Non zuccherati. 10.Una persona ipotetica.11.Sopportano le pene dell’inferno. 13.In mezzo. 14.Un segmento del dito 16.Per il poeta è...egli. 17. Il Simòn detto “El Libertador”. 18.Anno Sancto. 19.Castigate 20.Agnese a Madrid 22.Tempietto con dentro una statua 25.Metallo per anelli 26.E’ ricca di potassio. 27.Tubi di legno...vuoti.29.C’è quello delle Amazzoni. 30.Lamentela noiosa e insistente 32. Imposta battente. 34.Calma, serena. 35.Torino. 36. Veleno potentissimo 38.In mezzo alle dita. 39.Lewis atleta americano 40.In fin dei conti. 41. Amò Leandro. 42.Quella di ferro passava per Berlino. 44. Veicolo a trazione elettrica. 45. Barca ricavata da un tronco d’albero. 46. Quattrini, palanche. 7 12 11 13 6 40 41 43 44 46 Verticali 1.Priva di lucidità. 2.Quasi unici 3.L’organo del volo. 4. Ferrara per l’ACI. 5. Erta o venuta giù 6. L’attrice Magnani 7. Non hanno bisogno di diete. 8. Divinità della mitologia greca. 9. Un pò di rispetto. 11. Tagliò i capelli a Sansone 12. Un mezzo di trasporto.14. Quanto di energia vibrazionale.15. Campioni sportivo. 17. La meta del golfista.18. Compiono decolli e atterraggi. 19. Vino bianco secco. 21. La mamma del papà. 23.E’ simile al cervo. 24.Erano anche detti “Uomini Puri”. 27.Il veleno di Socrate. 28.Venuto al mondo. 30.Rete locale. 31.Uomo meccanico. 33.Piccolo parassita.34.Si usano per le staccionate.37.Strada parecchio difficoltosa.38.La sua capitale è Teheran.39.Il contrario di senza.41.La moglie di Zeus.42.L’inizio del cammino.43.Napoli.44.All’inizio è..troppo. LEGGI IL LINGUAGGIO DEL CORPO ascolta il piede Il Naso in primo piano Toccarsi il naso Il fatto che qualcuno si tocchi il naso durante una conversazione può essere un segnale che ci sta probabilmente nascondendo qualcosa. Dilatare le narici Se un soggetto dilata le sue narici come un cavallo agitato, è probabilmente arrabbiato, esasperato o disturbato da qualcosa. Arricciare il naso Indica che il soggetto è disgustato da una certa situazione. Più marcate sono le rughe che si formano sotto gli occhi in conseguenza dell’arricciarsi del naso, maggiore è il senso di repulsione che l’individuo sta provando. Con i piedi si comunicano le preferenze. Quando ci si trova assieme a più persone, si capirà per le quali si nutre più interesse a seconda di dove puntino i piedi. Maggiore é l’interesse per una persona, maggiore sarà la probabilità che i piedi puntino nella sua direzione. Stando seduti si sposteranno i piedi in avanti rispetto alla sedia quando ci si sente a proprio agio e si ritrarranno sotto la sedia quando una situazione o discorso provoca una reazione negativa. Se lo stato di disagio aumenta si cercherà conforto “aggrappandosi” con i piedi e le caviglie alle gambe della sedia. Nel prossimo numero: www.senzaeta.it - [email protected] BIMBI CHE VESTONO MADE IN ITALY Storie del childrenswear nostrano, mode e stili ma soprattutto qualità, sicurezza e attenzione ai materiali, per un settore che dall’Italia guarda ai bambini del mondo MEDICINA • Da Boston incoraggianti novità nella lotta contro l’epatite C • Nostra inchiesta sul turismo odontoiatrico VIVIBILITÀ ALL’ITALIANA Si può migliorare la qualità di vita nelle nostre città e spendere meno: parola di Gabriella Chiellino, prima laureata in Italia in Scienze Ambientali, responsabile scientifico Città Sostenibile Ecomondo, membro della commissione Mobilità Stati Generali Ambiente Ministero, AD di eAmbiente, avviata dieci anni fa puntando alla smart city italiana Chiellino con il Ministro Clini www.senzaeta.it EDITORE Pixel REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 Direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected] Coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere Hanno collaborato Claudio Acacia, Alessandra Battistelli, Federica Buroni, Julian Burnett, Alberto Busilacchi, Stefano Carotti, Pietro Ceccarelli, Nico Coppari, Alessandra Corradini, Nicoletta Di Benedetto, Anna Fata, Katia Marilungo, Nicolò Scocchera, Luigi Sfredda. grafica Elisabetta Pincini segreteria di redazione Helga Riderelli Comitato scientifico Direttore prof. 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