senzaetà 1
2 senzaetà
editoriale
Manifestante
e facinoroso:
paghi, anche
se e’mio figlio
Finalmente un padre che si ribella:
la paghetta mensile più alta dello
stipendio dell’agente aggredito in piazza
U
n uomo e un figlio. Il padre fa il cuoco in un ristorante molto noto in Piemonte, il figlio studia a
Roma. Il padre si è sudato quella professione che adesso gli viene da tutti riconosciuta: è un cuoco
stellato e in molti fanno la fila per potere pranzare gustando i suoi manicaretti. E’ un uomo che si è
fatto da solo, da zero è arrivato oltre le sue più rosee aspettative. Il ragazzo invece studia, ma in realtà non fa
nulla, bighellona tra una scusa e l’altra, chiedendo soldi a papà e non facendo nulla, nemmeno gli esami che
dovrebbe fare. Il ragazzo frequenta gruppi che fanno politica, politica radicale, quella che chi fa parte della
mia generazione ha conosciuto bene: i “professionisti” delle manifestazioni, quelli che sono cresciuti giocando con le molotov e con le vite degli altri, quelli che godono a provocare e che sanno dire solo di no.
Succede che in una manifestazione pacifica di studenti, una piccola minoranza di provocatori si mette a
fronteggiare la polizia schierata. Ne nasce l’inevitabile tafferuglio, agenti che picchiano, manifestanti “professionisti” che gettano sassi e sradicano segnaletica stradale per gettarla sui militari. Succede che la peggio,
ovviamente, è per chi non c’entra nulla, ma voleva solo pacificamente manifestare le proprie idee contro i
tagli che il governo intende fare sulla scuola pubblica. Uno dei facinorosi è proprio il figlio del cuoco.
Siamo abituati che quando il figlio di un padre o di una madre viene preso per qualche motivo (violenze,
droga, violenza sessuale), i genitori si uniscono immediatamente al coro di chi tende subito a minimizzare
le responsabilità del giovane. In questo caso no. Il padre chiede che il figlio paghi, anche con l’arresto, le sue
gravi colpe. Afferma che i soldi che lui gli versa sono molti di più di quelli che guadagna uno dei poliziotti
che lui ha brutalmente aggredito.
Finalmente un padre che si ribella, finalmente un padre che ammette le sue responsabilità educative. In una
società in cui nessuno è responsabile di nulla, sapere che c’è un uomo che ha il coraggio di uscire da quel
coro prevedibile e irresponsabile è davvero una buona notizia.
Paolo Crepet
senzaetà 3
4 senzaetà
in questo numero
L’augurio di
un 2013 più sereno
I
l nostro modo di andare in controtendenza sconfiggendo i piagnistei di una crisi con
la quale sarà meglio iniziare ad abituarsi a
convivere, è: rilanciare. Innanzi tutto per il 2013
abbiamo mantenuto ed arricchito la tradizionale
Agenda della Salute nelle sue varie edizioni regionali. Può essere un utile regalo di Natale e anche uno strumento di consultazione per tutta la
famiglia. Contiene infatti il vademecum personale, gli indirizzi e le specializzazioni della sanità,
consigli per la salute e il benessere, i numeri e
le informazioni, per sapere a chi rivolgersi, sul
proprio territorio. Inoltre, sparse per tutto il calendario settimanale, le nostre “pillole”, piccole
curiosità e news scovate in rete lungo il nostro
percorso di approfondimento giornalistico.
L’Agenda è uno dei quei gadget che vorremmo
moltiplicare nell’anno che verrà. Siamo alla
quarta edizione, mentre la rivista Senzaetà oltrepassa felicemente i dieci anni di vita.
Siamo convinti che la comunicazione in Sanità
sia all’anno zero. Il nostro impegno ci decuplica
le forze e anche se pian piano, purtroppo, perchè sono sempre di meno coloro che credono e
investono nella pubblicità, avviamo un progetto
ambizioso di crescita. L’industria nostrana sta
pagando il peso della frenata produttiva e del
costo del lavoro. Nella salute e nel sociale, però,
non si può frenare, tagliare, togliere: sono servizi irrinunciabili. Di questi tempi è ancora più
importante far sapere come funziona il sistema
sociosanitario e a chi rivolgersi, quali sono le eccellenze, i reparti, le cliniche, le università...
In un clima di tagli e di tasse, spesso effettuate
senza pensare troppo alle conseguenze ma come
tappabuchi di situazioni finanziarie disperate,
l’auspicio è: implementiamo l’informazione, la
comunicazione e la pubblicità, fondamentali per
far capire che la Sanità funziona. Moltiplichiamo le inchieste e gli approfondimenti sui temi
della salute che i quotidiani non hanno il tempo
e lo spazio di fare... Facciamo attenzione al sociale, a tematiche come l’educazione dei figli, i
problemi della famiglia, della coppia, dei giovani
e delle persone anziane. In ogni crisi a rimetterci
sono le fasce deboli della popolazione e proprio
queste anzichè diminuire aumentano e s’allargano... Dunque, con il giornale, l’agenda e il sito
lanciamo qui e ora un messaggio di fiducia e di
augurio: il 2013 possa portare ai nostri lettori la
certezza che ci sono tante persone che lavorano
in silenzio e bene, per coloro che hanno più bisogno.
luca guazzati
[email protected]
4 Crepet parla alle famiglie
6 INRCA Gli anziani nella Sanità del futuro
10 BAMBINI Giochi, giocattoli e favole, tra passato e futuro
22 PROGETTO ASCOLTO GIOVANI Crepet incontra i maturandi
23 DOSSIER
La città del futuro è “intelligente” e promette migliore qualità della vita
Regione Marche, il segreto dell’attrattività
Nella “smart city”, una moderna gestione dei rifiuti
44 MANGIA SANO
Se le feste ci prendono per la gola
A tavola, solo genuinità e gusto
I consigli di dietologo e odontoiatra
76 TRA SCIENZA E MISTERO Licantropia, il mostro che è in noi
78 LAVORO All’indomani della Riforma Fornero
18
GIOVANI&SPORT/
La nostra intervista a Giorgio Chiellini:
ecco i valori del calcio
37
SPECIALE/
La famiglia italiana cambia vita
58
MEDICINA
Il ginocchio
Distorsioni e patologie osteoarticolari
La rubrica del
prof. Paolo Crepet per la
rivista “Senzaetà”
affronta il tema delicato del
cambiamento della società,
della famiglia e
dei complicati rapporti
genitori-figli.
Per scrivere al prof. Crepet:
[email protected]
“Ho adottato i miei figli
ma lui non e’ mai stato
un vero padre”
M
i chiamo Graziella e ho 60 anni e da 25 anni vivo una sorta di
strana vita fatta di una convivenza con un uomo che ho sposato 25 anni fa e che già in viaggio di nozze si è rivelato essere
volgare e senza rispetto per me, che mi aspettavo tenerezza e attenzioni.
Il mio primo pensiero di allora fu la separazione ma stupidamente pensai
“tanto poi cambierà”, sì è cambiato ma in peggio! Ho adottato i miei meravigliosi figli, mi creda sono due angeli. Lui ha detto sì a queste adozioni,
ma non è mai stato un vero padre. Lui a oggi frequenta donne a pagamento e io non ho più rapporti con lui, ma io e i miei ragazzi le chiediamo
un consiglio: come possiamo uscirne e come trattare un uomo che ancora
oggi è arrogante e violento? Ho aspettato che i miei figli diventassero
adulti, forse ho sbagliato a non separarmi prima, non lo so, giudichi lei.
La prego preò, mi aiuti a fare un po’ di chiarezza nella mia mente, chi mi
conosce mi giudica una donna dinamica, ironica ma, caro Dottore, sappia
che soffro tantissimo e vorrei che quell’uomo sparisse dalla mia vita per
tutto il male che ci ha fatto. Com’è possibile che un essere umano passi attraverso i dolori della vita (la morte di sua madre) senza risentirne e come
dice lui: tanto non ci puoi fare niente. La ringrazio. Rimango in attesa di
una sua gentile risposta. Cordialmente, Graziella
C
ara Graziella, non si tratta di giudicare (le vite non si giudicano mai, si ascoltano e basta), ma di consigliare. E come faccio a
consigliarle di rimanere lì a prendersi violenze e sopraffazioni da
un uomo così cinico? Per paura della solitudine. So bene che questo è un
problema per molti che non si sentono più giovani e che guardano al futuro con un po’ di trepidazione. So bene quanto sia un suo preciso diritto
poter sperare di non invecchiare da sola, ma purtroppo a sua vita non è
andata così e l’uomo che ha sposato 25 anni fa non si merita il suo amore
e nemmeno quello dei suoi figli. La sua fortuna è avere dei ragazzi che le
stanno vicino e che le vogliono bene: non mi sembra affatto poco. Anzi è
da qui che deve ripartire. “Meglio soli che male accompagnati” diceva il
proverbio dei saggi, ed è proprio così che si deve ragionare. Non tema la
solitudine di più che una falsa convivenza dove la parola “dignità” è calpestata ogni giorno. Lei ha solo 60 anni e oggi si può vedere ancora tanto
cammino da fare. Pensi alla sua vita futura e non a quella che lascia, guardi
avanti e non con gli occhi attaccati ai suoi errori. Hai mai conosciuto
qualcuno che non ha commesso errori? Io no. Ha due figli meravigliosi e
una vita tutta da riempire, a cominciare dalla sua sensibilità.
6 senzaetà
Come trattare
un uomo
arrogante
e violento,
che negli anni
e’ cambiato
in peggio?
PILLOLE
Il “Cuore di un’Azienda”
a Ecomondo
G
rande successo di pubblico per la mostra fotografica “AnconAmbiente: il Cuore di un’Azienda” (immagini di Luigi Sauro) allestita all’interno della Città Sostenibile di Ecomondo 2012: una vera e
propria città ideale, con le migliori applicazioni per l’efficienza energetica, che ha registrato il passaggio di migliaia di visitatori.
Ma il momento di maggior richiamo è stata la presentazione del book fotografico dedicato alla mostra: nello
stand di Federambiente si sono infatti ritrovati ieri pomeriggio il Presidente nazionale Daniele Fortini, il Presidente di Anconambiente Giorgio Marchetti ed il noto
scrittore e psichiatra Paolo Crepet che ha curato la
presentazione del libro.
CON LA MUSICA DIMINUISCE
LA PAURA DEL DENTISTA
U
n dentista indonesiano potrebbe aver trovato un
modo per far sparire la paura del trapano. Come riportato dal Daily Mail, Dhanni Gustiana della
cittadina di Parworejo, ha collegato allo strumento un lettore mp3 che manda musica talmente forte da coprire il tipo,
e terrorizzante, rumore. I pazienti, spiega Gustiana, che ha
presentato la sua invenzione anche all’International Dental
Congress lo scorso anno,
possono controllare la musica aprendo e chiudendo la bocca,
e piu’ grande e’ l’apertura maggiore e’ il volume. Per ridurre
la paura, specie nei piu’ piccoli, il dentista ha aggiunto delle
figure colorate e dei led luminosi al trapano. “Nonostante il
sistema sia stato pensato per i bambini - racconta - anche
molti adulti preferiscono il trapano musicale, con canzoni
tranquille in grado di calmare i nervi.
Paolo Crepet con il volume presentato
Premio Sciacca 2012: piccolo Cody,
la tua storia rappresenta un messaggio
di speranza per tutti
Una ventata di vitalità ed entusiasmo è entrata in Vaticano con la premiazione del piccolo Cody McCasland, Vincitore Assoluto del Premio
Internazionale “Giuseppe Sciacca”, manifestazione a scopo benefico che
ogni anno conferisce riconoscimenti a personalità che si siano distinte
come modello positivo nella società. Cody è un ragazzo di 11 anni senza arti inferiori che gareggia in numerosi sport e aiuta psicologicamente
tante persone in tali condizioni. Il Ministero della Difesa Usa lo ha scelto
per dare conforto ai militari sottoposti ad amputazioni. Con il suo sito
(www.teamcody.com) Cody raccoglie fondi per attività di riabilitazione
dei bambini disabili. Il riconoscimento gli è stato consegnato dal Cardinale Dario Castrillòn Hoyos, dal Presidente del Premio Don Bruno Lima
e dal Presidente della Giuria del Premio Giuseppe Santaniello. Durante
la cerimonia sono stati conferite borse di studio alle famiglie dei militari
italiani caduti nelle missioni all’estero e ai minori in carico al Dipartimento Giustizia Minorile - Ministero della Giustizia.
Uno spray nasale
per assumere l’insulina
U
n team di ricercatori dell’Università di Sunderland
ha inventato un nuovo sistema per mettere fine alle
punture di insulina, sostituendole con uno spray da
inalare. La ricerca, guidata da Hamde Nazar ha coinvolto Libano, Italia, Grecia ed è stata pubblicata sul Royal Society of
Chemistry journal, Biomaterials Science. Una sola spruzzata di insulina è sufficiente per ridurre i livelli di glucosio nel
sangue per 24 ore; una volta inalato il liquido si riscalda e
diventa un gel, in grado di aderire alla cavità nasale fornendo
la sua efficace per un giorno. Le punture di insulina possono
essere un inconveniente non da poco per le persone affette da diabete. Per questo uno spray nasale sarebbe un valido
trattamento alternativo, molto più attraente e meno doloroso.
(Sanità News)
senzaetà 7
Gli anziani nella
Intervista a don Vinicio Albanesi, confermato dal ministro
Balduzzi alla Presidenza dell’Inrca
L
’esperienza e la competenza di don
Vinicio Albanesi sacerdote da sempre
impegnato nel sociale con incarichi
di grande responsabilità in più settori, hanno pesato non poco sulla scelta del Ministro
Balduzzi quando non ha avuto esitazioni nel
confermarlo Presidente dell’Inrca, l’Istituto
nazionale di ricerca e cura per anziani, uno
degli I.R.C.C.S Istituti di Ricovero e Cura
a Carattere Scientifico più noti e operosi in
Italia.
Don Vinicio, può tracciare un bilancio della sua presidenza Inrca, prima di intraprendere il nuovo mandato?
“E’ stata un’esperienza lunga e faticosa per
fattori oggettivi: il primo CIV (Consiglio di
Indirizzo e Verifica) che corrisponde al Cda
di una qualsiasi azienda, ha dovuto affrontare
problemi di non poco conto.
Non tutte le strutture e le sedi in Italia erano
dedicate e specializzate per la cura degli anziani, per esempio in Sardegna o a Roma.
Negli ultimi cinque anni, l’Inrca ha fatto un
grande sforzo per la specializzazione esclusiva di tutte le sue strutture verso la ricerca
e la cura delle persone anziane, mission e
obiettivo di tutte le nostre strategie di indirizzo. Non senza affrontare problemi di varia
e complessa natura: tutte le irccs in questo
momento e sempre più, è noto, sono in una
situazione critica di stallo.
Economica ma anche lavorativa, con ri-
Che cosa chiede la
gente, le strategie
di specializzazione
e le sfide per una
società “a misura”
di invecchiamento
8 senzaetà
Don Vinicio Albanesi, un lungo impegno per la longevità attiva
cercatori poco retribuiti che necessitano di
formazione e, finalmente, di stabilizzazione,
per cui occorrono tempo e investimenti...
Per fortuna la svolta è arrivata con la nuova
direzione scientifica che con persone molto
qualificate ha portato l’Inrca ad una identità
e un riposizionamento di tutto rispetto nel
panorama nazionale, da ogni punto di vista,
clinico, molecolare, farmaceutico, scientifico.
Oggi, il risultato si vede: abbiamo, dalla direzione in giù, un gruppo compatto, qualificato
e importante”.
Quale sarà ora il passo successivo, dove andrà l’Inrca?
“Stiamo lavorando per creare eccellenze nelle
varie sedi razionalizzando risorse e personale. Come l’esperienza del Pronto Intervento
al Geriatrico di Ancona o l’adeguamento
strutturale di alcuni reparti in Calabria e a
Casatenovo, piuttosto che nella nostra sede
di Fermo. Mi spiego meglio: con l’evoluzione
scientifico medica dei servizi alla persona, la
necessità di aumentare l’attenzione e la cura
verso gli anziani richiede maggiore specializ-
Sanità del futuro
zazione. Per esempio non esiste una cardiologia per anziani, invece occorre potenziare
la riabilitazione leggendo le varie situazioni
nel dettaglio, adeguando settore per settore,
dipartimento per dipartimento oltretutto nel
rispetto dei piani regionali della sanità. Le
maggiori sfide che ci attendono ora, sono il
potenziamento e adeguamento della sede di
Appignano, la realizzazione del nuovo ospedale di Ancona Sud inoltre, il problema delle
piccole strutture da riconvertire da ospedale
per acuti a Rsa e lungodegenza per anziani.
Dobbiamo creare una vera rete di assistenza,
ad esempio postoperatoria, per sapere sempre e da qualsiasi luogo a chi rivolgersi oltre a
spingere avanti prevenzione e ricerca facendo
nuovi sacrifici e investimenti”.
L’Inrca è entrata da protagonista in Italia
Longeva...
“La longevità attiva è materia del futuro.
Ministero, Regione Marche e Inrca sono da
tempo impegnati in un network per l’invecchiamento che studia il fenomeno scientifico
e sociale del mutamento provocato dall’innalzamento dell’età e dell’aspettativa di vita...
Partiranno a breve le campagne informative
e promozionali per la prevenzione e per arrivare ad alleggerire il carico che costituisce
l’essere anziani sul sistema sanitario attuale”.
Don Vinicio è molto cliccato in rete, ha anche un blog: che cosa le chiede la gente?
“Attenzione, soprattutto attenzione: su 4 cose.
L’approccio con l’ospedale, l’ingresso in struttura; l’andirivieni dalle strutture e le difficoltà
di spostamento e orientamento dentro di esse
evitando le lunghe file delle prenotazioni; la
complessità della cura domiciliare e come tenere in casa una persona anziana; l’assistenza
nell’ultimo periodo di vita”.
Nella Sanità odierna di che cosa si ha più
bisogno adesso?
“L’ospedale dev’essere un luogo dedicato, a
dimensione di paziente... per gli anziani, questo, non c’è ancora.
Dobbiamo lavorare ancora molto...”
Ecco la nuova palestra
INDOOR
Un impianto davvero speciale,
nell’ambito del palaindoor di
Ancona, alla Montagnola, dedicato dall’Inrca e dalla FIDAL
alla città.
Non è infatti solamente una palestra tanto meno riservata agli
anziani ma un vero “Progetto
Movimento” che, al di là delle
attività agonistiche che i cittadini vi possono praticare, riservare degli orari per la riabilitazione e la fisioterapia dell’Inrca,
trovandosi infatti a pochi passi
dall’ospedale geriatrico ed essendo questo impianto dotato
di ampi spazi di parcheggio. La
palestra è attrezzata con macchine di ultima generazione per la movimentazione e la ginnastica, e la Fidal garantisce docenti e tutor professionisti per seguire tutti gli iscritti ai corsi, dall’età scolastica agli ultrasessantacinquenni. Particolarmente indicate sono le attrezzature per
combattere l’obesità, per migliorare la deambulazione e per il benessere
psicofisico di chi ha subìto traumi di varia natura ortopedica, anche dal
punto di vista della presenza di attività aggregative per curare l’aspetto
sociale e emozionale di molte persone che trovano qui un centro dove
stare bene e in compagnia.
In alto il taglio del nastro con
gli assessori Brisighelli e Eusebi.
Qui il tavolo di presidenza con il
direttore Maffei.
Sotto, al centro la direttrice
il dott.Boemi e la direttrice
dott.ssa Lattanzio
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All’Inrca la nuova
Il direttore Dessì spiega la funzione del primo
prof. Paolo Lorenzo
Dessì Fulgheri
Direttore della Clinica
di Medicina Interna
e Geratria
U
na vera sfida, un passo molto importante
nell’ambito dell’integrazione ospedaliera e della sinergia
istituzionale fra Inrca, Ospedali
Riuniti e Università Politecnica
delle Marche.
All’ospedale geriatrico di Ancona
è già operativa la Clinica di Medicina Interna e Geriatria, diretta dal prof. Paolo Lorenzo Dessì
Fulgheri: un progetto interaziendale che prevede il pieno rilancio
della struttura, grazie anche allo
staff del Direttore, composto dal
prof. Riccardo Sarzani e dalla
dott.ssa Emma Espinosa, oltre
alla scuola di specializzazione in
Geriatria e – fra breve – al centro
10 senzaetà
per l’ipertensione arteriosa. Ma
andiamo per gradi.
Prof. Dessì, una nuova struttura per gli anziani prende il via
grazie alla collaborazione di più
forze sinergiche...
“Questa Clinica è una novità positiva fortemente voluta da Inrca
e Università.
Anche in altre occasioni avevamo avuto importanti collaborazioni ma sempre provvisorie.
E’ la prima volta invece che realizziamo una struttura intera e
‘dedicata’, più l’annessa scuola di
specializzazione.
E’ stata davvero, nei rapporti
istituzionali sempre delicati, una
gestazione lunga e faticosa ma ha
“qui vengono
gli studenti
a fare
esperienza
con noi
docenti e qui
si formano
i medici
del futuro”
dato luogo ad un vero scambio
di proficue esperienze... a tutto
vantaggio del paziente”.
Ciò è in linea con l’indirizzo
dell’Inrca di massima specializzazione per la cura dell’anziano...
“Certo: se la Clinica oggi è operativa, lo dobbiamo anche alla
partecipazione sinergica di Regione Marche e Inrca al Progetto Italia Longeva che con il
Ministero della Salute ha reso
onore allo sforzo e agli investimenti fatti nella ricerca per anni
e anni”.
Insomma, la Clinica è qualcosa
di più di un semplice reparto
dentro un altro reparto...
Clinica Geriatrica
“centro interaziendale”, una sfida per il futuro
Una Clinica a 360°
Un evento significativo e rivoluzionario per tutta la sanità marchigiana: per la prima volta un’equipe intera di docenti universitari si trasferisce all’Inrca integrandosi a pieno titolo nell’attività
ospedaliera dell’Ospedale geriatrico di Ancona. La Clinica di Medicina Interna e Geriatria è la più antica delle cliniche universitarie, fondata 40 anni fa con la facoltà di Ancona, svolge un’attività
complessiva assistenziale, didattica per specializzandi e studenti,
e di ricerca. Particolarmente dedicata agli aspetti internistici e di
prevenzione delle patologie cardiovascolari e metaboliche.
“Infatti non basta cambiare una
targa all’ingresso per avere una
struttura efficiente.
Siamo di fronte ad una sfida importante e a un progetto che va
oltre l’apertura del reparto ospedaliero. Non siamo nati solo per
essere la lungodegenza del Pronto Soccorso: qui vengono gli studenti a fare esperienza con noi
docenti e qui si formano i medici
del futuro”.
Quali sono le specializzazioni
della Clinica?
“Per la Geriatria, tutte: la struttura è un concentrato di specializzazioni.
Per esempio curiamo pazienti
anziani oncopneumologici, svi-
luppiamo soprattutto terapie cardiovascolari e metaboliche, per
approfondire infine l’ipertensione arteriosa che, se non trattata,
è la responsabile principale della
demenza senile, di scompenso
cardiaco e insufficienze renali...
Siamo di fatto un centro di riferimento regionale in tal senso,
uno degli 11 di livello nazionale,
considerati centri di eccellenza
europei”.
Possiamo considerare questo di
Ancona un Centro “interaziendale”.
Che vuol dire?
“La caratteristica di questa Clinica di Medicina Interna e Geriatria è la sua funzione ‘a cava-
liere’ fra l’ospedale regionale di
Torrette, l’Inrca stessa e l’Università, appunto.
Mentre a Torrette rimangono
sede, attrezzature e infermieri,
noi qui gestiamo operativamente
il personale medico e i docenti
universitari presenti nella struttura”.
Progetti per il futuro?
“Dobbiamo realizzare anche un
ambulatorio dedicato e attivare
subito nella maniera più pratica
e veloce la collaborazione diretta fra e con tutti gli altri reparti
dell’Inrca, qui presenti...
Un lavoro enorme se si pensa che
poi, quando avremo finalmente
superato anche i naturali proble-
mi logistici che ogni spostamento e nuova attività impongono,
sarà ora di spostare il tutto nella
nuova sede di Ancona Sud...”.
Una sfida che vi trova pronti?
“Senza dubbio sì: siamo abituati
e ‘attrezzati’ alle sfide come queste.
E ci teniamo a integrare lo sforzo dell’Inrca che ha inaugurato
qui il Punto di Primo Intervento
geriatrico, supportandolo come
servizio per qualità e appropriatezza.
Ma non perdendo di vista ricerca, formazione e sperimentazione, vogliamo anche riuscire ad
accorciare i tempi di degenza dei
malati anziani in cura”.
senzaetà 11
Bimbi in gioco
Bambole,
non c’è…
futuro
Non è l’elettronica
ad uccidere la
tradizione dei regali...
A
ddio bambole e peluche, resistono giochi da
tavolo, elettronici e radiocomandati. Abbiamo
intervistato i titolari di negozi di giocattoli di
molte città italiane: il giocattolo va ancora, la crisi ha
toccato meno questo settore. Emerge anche un dato
curioso: in commercio ci sono giocattoli che avvicinano il bambino sin da piccolo al mondo reale, altro che
virtuale! Avete mai sentito parlare di costruzioni che
insegnano il risparmio energetico? Pannelli solari in
miniatura da inserire nei tetti di piccole fantastiche
casette? I bambini oggi fino a 10 anni sono ancora attratti da costruzioni, giochi come “Risiko, Monopoli,
Uno…” e apparecchi elettronici come baby computer
educativi. Poi va di moda tutto ciò che è telecomandato: elicotteri, scafi, auto da corsa…
Ma esiste una stagione, per i giocattoli? Sembra proprio di sì. Ne distinguiamo tre. Nel periodo primaverile
per comunioni e cresime, oltre a orologi o macchina
fotografica, i monopattini sono l’articolo più in voga.
In questo momento in cui l’elettronica sembra affascinare anche i piccoli, sono nati negozi in cui i bambini
possono “provare” giocattoli che mettono a frutto le
loro capacità motorie ed intellettuali.
C’è il minicomputer Clementoni con giochi di ultima
generazione. Poi, verso l’estate, ecco biciclette sempre
più complesse, mini mountain bike con 12 cambi, a
prezzi non proprio… alla portata di tutti. Infine, c’è il
Natale. E qui, ben vengano le idee…
12 senzaetà
Abbiamo chiesto ai gestori di
alcuni grandi negozi di giocattoli:
che cosa prevedete di vendere
di più per il prossimo Natale?
Che differenza ci sarà con l’anno scorso?
Firenze Città del sole
“Non ci sono grossi cambiamenti dal 2011.
Prevediamo un Natale stabile per i consumi.
I giocattoli si vendono ancora bene, nonostante la crisi. I genitori pur di accontentare i
piccoli fanno anche un sacrificio…
Questo è poi un negozio che tratta giocattoli
che avvicinano alla cultura dell’energia alternativa o fatti con materiali ecosostenibili,
atossici, sani. Per bimbi di 10 anni vendiamo
bene i monopattini che rispetto alle bici
costano meno”.
Ravenna Lego store
“Noi resistiamo: le costruzioni sono simbolo
di creatività e piacciono prima di tutto ai
genitori. Inoltre sono divertenti nei loro
aggiornamenti, con l’integrazione di piccole
motorizzazioni e elementi di simulazione di
movimento, sia meccanico che elettronico…”
Ancona Toys Center
“Vendiamo molto bene le costruzioni, giochi
da tavolo e quelli scientifici.
Non trattiamo molto l’elettronica. La crisi ha
causato un calo delle vendite dei giochi più
grandi e costosi. Con qualche eccezione, per
esempio nel mondo dei telecomandati”.
Ivrea Toys
“L’anno scorso abbiamo avuto un boom
dei giochi da tavolo, quest’anno puntiamo
sull’elettronica che ha preso il sopravvento
persino sulla tradizionale Tombola!
Spero però che resistano i peluche… ne
abbiamo una scorta!”
Milano Bimbotoys
“Poche le novità rispetto allo scorso anno,
giochi da tavolo ed elettronici oltre ai
videoplayer. Riteniamo che è finita l’era di
bambole e peluches. A otto anni si regalano
playstation e applicazioni tv…
Bimbe e bimbi hanno gusti uguali…
è un po’ triste.
Non riusciamo più a diversificare.
Poi, di colpo, dopo la Cresima tutti smettono di giocare. Se guardiamo una ragazzina
di tredici anni oggi sembra una donna, si
trucca, esce da sola… Il ragazzino ha già
chiavi di casa e motorino”.
Bari Babylandia
“Vendiamo molto bene le costruzioni lego, i
giochi da tavolo e quelli scientifici.
Abbiamo qualcosa a sfondo elettronico
come i minicomputer. Certo le case delle
bambole appartengono al passato… piuttosto i genitori ci chiedono giochi educativi”
Roma BesToys
Vendiamo dinosauri, eroi e costruzioni.
Non abbiamo risentito molto della crisi lo
scorso anno, speriamo di tener duro.
Abbiamo ristrutturato il negozio con un
aspetto più accattivante e ospitale per i
genitori.
Per Natale offriremo una cioccolata a tutti…
Roma BabyLonia
“L’idea è venuta alle commesse più giovani: una saletta laboratorio dove i ragazzini,
lasciando i genitori, provano i giochi, prima
di sceglierne uno…
Dai telecomandati ai computer.
Così, ci passano un pomeriggio e ne vedono
tanti, poi magari tornano e ne comprano un
altro….”
Napoli Toy Center
“Questo di seimila mq, è il più grande
negozio d’Italia: possiamo dire di avere
servito nonni, figli, nipoti, da oltre
trent’anni: ma oggi è cambiato tutto.
Non si fa magazzino: quello che
avevamo l’anno scorso l’abbiamo
buttato.
Conta il passaparola su
internet. Se va un gioco, la rete in
un attimo lo fa comprare a tutti i
guaglioni… Infatti non si sono più viste
pubblicità di giocattoli…”
senzaetà 13
Bimbi in gioco
Riscoprire la semplicità del gioco
per aiutare i bambini in difficoltà,
usando il loro linguaggio e il loro
modo di approcciarsi al mondo…
BAMBINI
la migliore psicoterapia è il gioco!
NE PARLIAMO CON
“Il gioco è
la via regia
all’inconscio
dei bambini”
Melanie Klein
14 senzaetà
Dr.ssa Katia Marilungo
Psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale e familiare, esperta in ipnosi ericksoniana, EMDR,
Training Autogeno, psiconcologia. E’ responsabile del Servizio di Psicologia presso la Clinica “Villa
dei Pini” di Civitanova Marche, è perito e CTU presso il Tribunale e perito del Tribunale Ecclesiastico.
e-mail : [email protected]
I
bambini piccoli posso presentare problemi di alimentazione, del ritmo sonnoveglia, di controllo sfinterico e
crescendo possono presentarsi
sintomi quali cefalea, ansia,
disturbi del comportamento che
possono avere ripercussioni sul
rendimento scolastico o sulla
vita sociale.
Come aiutare i bambini a raggiungere la consapevolezza delle
proprie risorse e capacità, liberi
da condizionamenti? Il metodo
di lavoro con i bambini prevede
l’uso del disegno e soprattutto del gioco, il cui sviluppo è
molto più precoce di quello del
linguaggio, pertanto diviene un
modo di entrare in relazione con
i genitori e con il mondo esterno. Lo scopo della psicoterapia
infantile è affrontare conflitti
psichici e angosce, che si esprimono attraverso manifestazioni
di disagio, al fine di aiutare
i piccoli pazienti a costruire
un’identità più solida, trovando
le sicurezze per crescere.
Il gioco stesso diventa terapia:
così si entra nel mondo infantile
instaurando una relazione terapeutica nel pieno rispetto delle
caratteristiche dell’infanzia, attraverso il “linguaggio infantile”.
Col gioco i bambini dicono ciò
che con le parole non sanno
esprimere.
Giocando con i bambini si
impara a capirli, a conoscerli,
si scoprono ogni volta di più.
Mentre cosiddetti giochi mo-
Favoloso scrivere Favole!
S
e la favola moderna più nota è anche uno dei più grossi business
dell’editoria (Harry Potter) lo scrivere ormai non è più riconosciuto vero mestiere. Infatti quando ci presentano qualcuno raramente si sente dire “sono uno scrittore”. Ancor più raramente “uno
scrittore di favole”. Nessuno nasce “scrittore di favole”. Non lo era
Carlo Lorenzini (Collodi) come non lo erano i Fratelli Grimm (quelli
di Biancaneve, Pollicino, Cappuccetto Rosso, Il principe Ranocchio,
Hansel e Gretel...). Entrambi hanno attinto alla tradizione linguistica per approfondire questioni delicate, diremmo oggi “politiche”. I
Grimm nella Germania ottocentesca attraverso il linguaggio accomunante, hanno unito i dialetti tedeschi un po’ come Dante fece seicento
anni prima in Italia. Collodi con Pinocchio insegnò che l’educazione
poteva essere laica e i valori restavano punto fermo ugualmente, gettando le basi della pedagogia moderna e rispolverando il sentimento
nazionale risorgimentale. Insomma, favole come messaggi. Messaggi
anche pesanti. Sulla condizione sociale, sulla cattiveria umana, sul potere costituito. Non solo il Lupo, il Male e la Povertà come fenomeni
ineluttabili. Un certo Walt Disney disegna Topolino ma gli affianca
poi Paperino.
Ciò che emerge è la creatività. La volontà. Lo spirito di ribellione al
sistema. E’ vero, la rivalsa, la bravura e la bellezza trionfano sempre
per antonomasia: il lieto fine è il topos letterario che “fa bene” a bimbi
e genitori. In Cenerentola, Biancaneve, Hansel e Gretel, o Pollicino.
Forse adesso in Shrek o Bella e la Bestia. Ma oggi cambia il messaggio: la pace e la convivenza, il gesto valoroso e la coscienza. Gianni
Rodari scriveva per i banchi di scuola, parlando alle famiglie intere...
Così Il Gabbiano J. Livingstone diventa nel tempo La Gabbianella e
il Gatto, fino ai recenti “Batticuore e altre emozioni” di Roberto Piumini. Le “porte” sull’infinito che apriva Saint Exupery diventano a più
dimensioni, come nel geniale “Monster & C.” che lascia liberi i bimbi,
da soli, di cercare la propria.
Julian Burnett
tori, afferrare oggetti, lanciarli
lontano, sistemarli uno sull’altro
(es. i classici Lego) rafforzano
nel bambino la sicurezza nelle
sue possibilità di apportare dei
cambiamenti alla realtà esterna,
il gioco simbolico, in cui gli oggetti diventano simboli di altri
oggetti, consentono al bambino
di imparare la rappresentazione
di giochi fantastici, di esercitare
il linguaggio verbale, di scoprire
l’attività creativa.
Inoltre, il gioco e gli oggetti
transazionali (come peluche,
bambole, coperte, ecc) danno
al bambino un senso di sicurezza e lo aiutano nel controllo
dell’angoscia. Il gioco si situa
in uno stato intermedio tra i
vincoli posti dalla realtà esterna
e le infinite possibilità offerte
dalla creazione fantastica; quindi
è uno spazio intermedio tra
una “realtà reale” e una “realtà
immaginaria”.
La ricchezza degli stati emotivi
che possono essere svelati col
gioco è immensa: frustrazione,
gelosia, sentimenti ambivalenti,
angoscia legata a maltrattamenti, sensi di colpa; inoltre,
nel gioco infantile si trova la
ripetizione di esperienze reali e
di particolari della vita quotidiana, spesso tessuti con elementi
fantastici.
Il ruolo dello psicoterapeuta
consiste nel mediare il gioco
con un atteggiamento molto
empatico, fornendo un ambiente
accogliente e contenitivo, senza
andare a scardinare le difese del
bambino, osservando quel che
emerge dal gioco stesso, senza
intervenire con interpretazioni o
tentativi di indurre il bambino a
verbalizzazioni.
Il terapeuta deve essere pronto
a mediare rivelazioni emotivamente forti, senza affrontarle
all’interno del gioco, ma solo
in un secondo momento in
colloqui individuali più adeguati
a tradurre in parole la sofferenza.
Questi momenti di gioco sono
seguiti da colloqui di restituzio-
ne con i familiari.
Lavorare con i bimbi richiede
competenza professionale, ma
anche grande capacità di stare in
relazione con loro, di conoscere il loro mondo o di avere
la curiosità di conoscerlo, non
perdendo però di vista il mondo
dei grandi, non lasciano in
secondo piano le preoccupazioni
adulte e rispettando il tessuto
della famiglia, che ha bisogno
di far emergere le proprie tracce
delle trame passate, di liberare
le emozioni troppo a lungo
bloccate.
senzaetà 15
Bimbi in gioco
Giocattoli sicuri
e certificati
Le direttive europee sui giocattoli sono molto severe. Ecco
come funzionano le attività di controllo del ministero, dei Nas,
dell’Istituto Superiore della Sanità sotto il coordinamento
della Direzione generale dei Rapporti Europei e Internazionali.
TAIEX è l’acronimo di Technical Assistance and Information Exchange, lo strumento della Commissione europea per l’assistenza tecnica e lo scambio di informazioni nell’ambito della Sicurezza sui giocattoli, (oltre che negli altri settori
oggetto delle direttive communitarie) e nell’ambito dell’attività normativa e regolativa della UE. Il Programma Taiex sostiene i paesi partner nell’armonizzazione
della legislazione agli standard europei e nella sua applicazione. Le iniziative che
vengono implementate derivano generalmente da richieste specifiche dei paesi beneficiari e possono consistere in diverse forme di assistenza, come visite di studio e
missioni di esperti. I paesi beneficiari sono: Croazia, Islanda, Turchia, Macedonia;
Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Serbia and Kosovo; Comunità turco
cipriota nella parte nord di Cipro; Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia,
Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldova, Marocco, Autorita’
Palestinese, Siria, Tunisia, Ucraina e Russia. Le richieste che la Commissione Europea riceve dai paesi beneficiari vengono mandate al punto di contatto di ogni
paese membro, che per l’Italia è rappresentato dal Ministero Affari Esteri.
Di recente, una delegazione macedone è venuta a far visita a
aziende e laboratori italiani per comprovare la certificazione CE
sui giocatoli e tutti i loro componenti.
Ringraziamo per l’informazione il direttore dell’Ufficio V
del Ministero della Salute dott. Pietro Malara.
16 senzaetà
Tanto lavoro
...per gioco!
Giovanni Clementoni individua in Sicurezza,
Qualità e Creatività, le doti che hanno permesso
all’azienda di Recanati di rimanere al passo con
i tempi e con le generazioni
Il fondatore Mario Clementoni con il figlio Giovanni
I
l programma TAIEX del Ministero della Salute, relativo
alla Sicurezza dei giocattoli,
aveva scelto l’azienda di Recanati per la visita di una delegazione
Macedone, quando purtroppo è
venuto a mancare il fondatore
Mario Clementoni e tutta l’industria italiana e marchigiana ha
osservato un giorno di lutto. La
Clementoni è un esempio virtuoso di come creare giocattoli
sani, oltre che di qualità Made in
Italy. Chiediamo all’erede Giovanni come nasce un Gioco in
casa Clementoni?
In realtà quello che dall’esterno
potrebbe sembrare un lavoro legato alla fantasia di alcuni estrosi
“inventori”, è invece un processo
ben più articolato e complesso
che coinvolge professionalità diverse e molto specializzate. Per
rendere l’idea in numeri, il nostro
reparto di Ricerca&Sviluppo occupa 50 giovani che svolgono
la loro attività nella sede storica
di Recanti. E’ in questo reparto che nasce l’idea di un nuovo
gioco che poi viene testata nelle scuole da un team di esperti
specializzati in psicologia dell’età
evolutiva e successivamente, una
volta condivisa e approvata da
un comitato interno, sottoposta
ad un processo di ingegnerizzazione che la rende pronta per
diventare un prodotto vero e
proprio. In Italia oggi non esiste un vero distretto del giocattolo, basti pensare che la nostra
azienda occupa circa il 20% degli addetti produttivi del settore,
quindi non esistono nemmeno
strutture di sviluppo prodotto
focalizzate interamente sulla
realizzazione di giochi. La Clementoni può vantare quindi una
struttura di Ricerca&Sviluppo
unica nel suo genere che deriva
da una esperienza che ci ha portati, negli anni, ad affinare delle
tecniche di sviluppo sempre più
sofisticate fino ad elaborare un
vero e proprio flusso industriale.
E’ interessante sottolineare che
tutti questi ragazzi, che hanno
formazioni culturali variegate
che vanno dalle umanistiche a
quelle scientifico-matematiche
fino a quelle ingegneristiche ed
economiche, spesso arrivano in
azienda da neo laureati e quando entrano non hanno la minima
idea di come si sviluppa un gioco
ed è proprio qui da noi che “imparano il mestiere”. A conferma
della concretezza di questa realtà
la gran parte della produzione
(circa il 60% in numero di pezzi)
si concentra proprio nello stabilimento di Recanati. Per completare la mia risposta non mi resta
che aggiungere che tutti i nostri
prodotti vengono testati secondo
le più rigide normative di sicu-
rezza italiane ed europee. Ovviamente i test e le prove richieste
sono ben diversi se si tratta di un
prodotto dedicato alla prima infanzia, per intenderci parliamo di
bambini da 0 a 36 mesi, piuttosto
che un prodotto scientifico, per
bambini dai 7 anni, che propone sostanze chimiche e materiali
tecnici per realizzare gli esperimenti proposti.
Il fondatore Mario diceva che
giocare è una cosa seria. Qual
è il ruolo educativo di un gioco
Clementoni e quale attenzione ponete al fattore educativo
quando ne realizzate uno nuovo?
Il nostro credo è ancora quello su
cui Mario Clementoni ha fondato la sua azienda e che ha fatto
diventare il brand Clementoni
un sinonimo di gioco educativo ovvero di “gioco intelligente”
senzaetà 17
Bimbi in gioco
per citare mio padre. Lui credeva fermamente nell’importanza
dell’attività ludica e del rapporto
che proprio attraverso il gioco si
dovrebbe stabilire tra il bambino
e i genitori e raccomandava, per
citarlo ancora, “… di giocare con
i figli, che considerano il papà e
la mamma, almeno fino a una
certa età, i più importanti compagni di gioco, e dico sempre che
il giocattolo è una vitamina che
va somministrata tutti i giorni,
perché il bambino ha la necessità
di giocare …”
Soprattutto poi, dalla creatività
al prodotto, quali controlli occorrono per mettere in vendita
un gioco finalmente “certificato”, con tutte le norme e le
regole da osservare... ancora,
ritengo, più difficili quando si
tratta di giochi per bambini?
Dovete usare materiali vernici,
colori particolari?
I requisiti richiesti in termini di
sicurezza variano in base alla tipologia di prodotto e all’età del
bambino a cui lo stesso è destinato, ma ovviamente il prerequisito essenziale per qualsiasi
nostro gioco è che sia assolutamente sicuro e quindi realizzato
con materiali atossici, in qualsiasi
sua componente e con un design
che non possa recare in alcun
modo danno ai piccoli utilizzatori. Inoltre i nostri giochi devono
superare i test più severi che ne
mettono alla prova la resistenza
affinché non perda parti mentre
è in uso.
Per certificare tutto ciò ci avvaliamo, oltre che di test realizzati
internamente in via preliminare,
della certificazione di organizzazioni specializzate come l’IISG
Istituto Italiano per la Sicurezza
del Giocattolo e della tedesca
TÜV Rheinland LGA Products
GmbH.
La produzione Clementoni riguarda giochi per bimbi di pochi mesi fino a giochi scientifici
cosiddetti “da tavolo”... cosa è
cambiato dai tempi di Sapien-
tino alle esigenze dei ragazzini
di oggi? Scuola, famiglia, società quali sono le evoluzioni più
evidenti relativamente al modo
di giocare dei piccoli?
Il mondo è cambiato e noi con
lui, ma certo non è cambiato lo
scopo di questa azienda: aiutare
i bambini a crescere giocando.
Oggi lo facciamo ancora attraverso il Sapientino, nella versione con gli spinotti, ma anche
con prodotti touch screen che
veicolano contenuti educativi
che discendono direttamente da
quello che è il nostro Know-how
educativo sviluppato in quasi 50
anni di lavoro.
Le dico questo come premessa
per rispondere alla sua domanda
perché oggi i bambini giocano
in modo molto diverso da come
facevamo noi, in quanto la cifra
distintiva del loro approccio al
gioco è l’immediatezza. Per loro
il giocattolo deve essere immediatamente fruibile e quindi la
meccanica di gioco facilmente
comprensibile e quanto più possibile svincolata dalla lettura di
un lungo e complicato libretto di
istruzioni.
Non è un caso che i moderni
device elettronici che sempre
più stanno migrando anche verso il mondo del giocattolo, siano spesso caratterizzati da una
comprensibilità che è direttamente proporzionale all’uso del
prodotto.
Oggi noi “usiamo” molti di questi moderni hardware inserendo
però le nostre competenze educative, vale a dire il software o
come si diceva una volta i contenuti… educativi ovviamente.
Scopriamo CLEMENTONI
I giochi Clementoni che festeggiano 50 anni di vita, sono stati recentemente scelti per
una visita di controllo dal Taiex del Ministero della Salute come esempio di prodotto
sano e in regola con le norme europee della salute, della sicurezza, della qualità made
in Italy.
La Clementoni, marchio storico leader nei giochi da tavola, attualmente conta 500 dipendenti e ad una solida struttura multinazionale con filiali commerciali in Spagna,
Germania, Francia, Portogallo, Polonia, UK e una filiale operativa ad Hong Kong.
Il fatturato 2012 è 140 milioni di euro e proviene per circa il 50% dall’export mentre la
restante parte viene dall’Italia. La Clementoni è saldamente nelle mani della famiglia
Clementoni che oltre a detenere il 100% del pacchetto azionario, ne determina le scelte
strategiche e operative. I quattro figli di Mario, occupano oggi ruoli di primaria importanza all’interno dell’azienda.
L’azienda ha nelle Marche il cervello e la creatività, precisamente a Recanati. Progetti e
design esclusivi sono sviluppati internamente da un team di oltre 50 persone del reparto di Ricerca&Sviluppo. In Cina, attraverso una consolidata rete di fornitori indipendenti, vengono realizzati i prodotti elettronici o ad alto contenuto di manodopera per i
quali i partner cinesi hanno maturato un’indiscussa specializzazione tecnologica e una
forte competitività in termini di costo.
18 senzaetà
E’ il videogioco educativo dei
piccoli con un grande video
touch screen e una veste grafica molto accattivante ideale
per divertirsi anche in viaggio. Grazie ai nuovi contenuti
didattici garantiti da Sapientino, al joypad multi direzionale, al pennino che facilita
l’interazione con lo schermo
e alla tastiera alfanumerica Clem Touch Plus stimola l’apprendimento in modo
coinvolgente e appassionante.
Pensato per i bambini di età
prescolare li guida, attraverso
il gioco, nell’apprendimento
di lettere, numeri, parole e
della lingua inglese.
dalle piccole attenzioni
nascono grandi cose
Esperienza, ingegno, conoscenza e rapporto umano sono
gli strumenti più preziosi. Punto fondamentale è l'incontro:
tra le parti, le esigenze, i bisogni, le necessità che risiedono
nella scelta di una casa, un locale, un terreno, un progetto
edilizio da immaginare o promuovere.
È questo il mondo Aequitas
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senzaetà 19
Giovani&Sport
calcio
Giorgio Chiellini
DIFENSORE D’ATTACCO
di Maria Chiara La Rovere
20 senzaetà
ph.Salvatore Giglio per gentile concessione gratuita di Giorgio Chiellini
“
Sono nato a Pisa, insieme a mio fratello
gemello Claudio, il 14 agosto 1984, da
papà Fabio e mamma Lucia. Ho altri
due fratelli: Giulio e Silvia”.
Così inizia a raccontarsi il “Chiello nazionale”, ripercorrendo la sua storia calcistica,
iniziata a 6 anni nel Livorno 9, proseguita a
13 con il passaggio al Livorno, con cui arriva
in serie A.
Poi per Giorgio Chiellini il trasferimento
alla Juventus, la Fiorentina e ancora Juve,
tra scudetto, serie B, ritorno in A a lottare
per titolo e Champions, e la stagione epica
2011/2012 del ritorno allo scudetto. Pensare
che parliamo di un fuoriclasse rubato al basket, a cui voleva dedicarsi, da piccolo, tifoso
dei Lakers!
Oggi, difensore d’eccellenza, nella Signora
come in nazionale, grintoso nel suo ruolo
come negli inserimenti nella mischia offensiva, vanta anche un bottino di goal e trascina la squadra, combattivo e implacabile.
E trova il tempo per incontrare i giovani, in
varie occasioni, lui che, laureato in Economia e Commercio, non dimentica di essere
un esempio. Ci ha incuriosito e gli abbiamo
chiesto com’è la vita “in vetta” e cosa direbbe
proprio ai giovani che sognano di calcare la
A con le loro scarpette chiodate.
Come ha mosso i primi passi nel calcio?
Come qualsiasi altro bambino: a scuola e nei
cortili sotto casa in compagnia di mio fratello e dei miei amici più cari. Il calcio è un
gioco facilmente raggiungibile da tutti: una
palla, uno spazio non necessariamente così
ampio dove poter correre, e qualche maglia o
qualche zaino a delimitare le porte.
Quali sacrifici comporta arrivare a giocare
ad alti livelli?
Questa è una domanda complessa a cui
rispondere. Il rischio di fraintendimento è
infatti molto alto. Pertanto ci tengo a esordire sottolineando quanto sia io, sia i miei
colleghi, siamo consapevoli dei vantaggi, non
solo economici, che la nostra professione
comporta. Innanzitutto credo sia giusto, a
differenza di molti altri lavori, definire il
nostro una passione vissuta a 360°. Fatte
queste doverose premesse, non nascondo che
arrivare a giocare ad alti livelli ha comportato alcuni sacrifici che mi hanno formato
nel carattere. Ho dovuto allontanarmi dagli
affetti più stretti in un’età in cui gli stessi
legami sono indispensabili per la formazione caratteriale e umana. Il secondo grande
sacrificio che un calciatore deve fare credo
sia quello di imparare a vivere costantemente
sotto i riflettori. Ti accorgi di avere sempre
gli occhi puntati addosso. È ovvio che tutto
ciò fa parte di un meccanismo di cui noi, i
media, i tifosi siamo le parti fondamentali,
ed è giusto che sia così. Ma non nego che sia
indispensabile imparare a convivere con la
notorietà.
Cosa consiglia ai giovani che si accostano
al calcio?
Il calcio, come dicevo prima, dev’essere
sempre considerato un gioco e tale deve
rimanere soprattutto a livello giovanile.
Credo che l’errore più comune sia quello di
caricare i giovani di aspettative e responsabilità smisurate rispetto alla loro giovane
età. Forse più che un consiglio ai ragazzi mi
sentirei di darlo agli adulti che li accompagnano: fate in modo che essi possano
crescere serenamente e consapevoli delle
proprie capacità e consci che il mancato
raggiungimento del mondo professionistico
non significa in alcun modo un fallimento
dell’atleta e dell’individuo.
Quali sono i valori che contano in una
squadra?
La lealtà reciproca, il rispetto per il prossimo
e la voglia di aiutarsi vicendevolmente in
allenamento, in partita e nella vita di tutti i
giorni.
Valori in squadra?
Lealtà reciproca,
rispetto per il prossimo
e voglia di aiutarsi
in allenamento,
in partita
e nella vita di
tutti i giorni.
senzaetà 21
Strutture
Residenza Dorica
dove l’età pesa di meno
Intervista alla direttrice Lucia Masiero:
sicurezza, accoglienza e investimenti per il futuro
U
Lucia Masiero. direttrice Residenza Dorica
22 senzaetà
na lunga esperienza nell’assistenza ai
non autosufficienti e
nell’accoglienza assistita agli
anziani, oggi la direttrice Lucia
Masiero di Residenza Dorica,
una delle strutture di punta del
Gruppo Santo Stefano, ci spiega
perchè proprio questa struttura
sia considerata un gioiello per
l’accoglienza e la sicurezza delle
persone sole e anziane.
“La Qualità è la nostra caratteristica. Sia che si parli dell’accoglienza degli ospiti sia della
struttura in sè che riassume non
solo servizi e sicurezza, accoglienza e modernità ma anche
l’ospitalità intesa come aggregazione, animazione e compagnia
per chi è solo. Grande merito va
soprattutto al nostro personale,
preparato, competente e motivato, che lavora come un’unica
squadra con molta passione”.
Che anno sarà questo 2013?
“Un anno foriero di grandi cambiamenti: Residenza Dorica, in
controtendenza con la crisi, sta
investendo nella direzione non
solo della struttura convenzio-
nata ma anche per i privati; stiamo lavorando all’ampliamento
dei posti letto da 116 a 130, per
la residenza protetta, per la RSA
per non autosufficienti e per la
riabilitazione estensiva, per cui
abbiamo l’obiettivo immediato
di realizzare una nuova palestra
attrezzata e rendere utilizzabile
anche il giardino esterno alla
sede”.
Secondo la sua esperienza le
persone che entrano aumenteranno?
“La società di oggi, direi in
particolare la famiglia moderna, sta facendo molta fatica a
mantenere l’anziano malato in
casa. Inoltre sono sempre di più
le persone che rimangono sole...
Ma noi curiamo in particolare
anche le demenze e le varie
patologie dell’invecchiamento,
purtroppo anche queste in forte
crescita. Se poi parliamo della
realtà anconitana, si avverte un
grande bisogno di assistenza in
tutti i sensi: al di là della crisi. E
lo dimostra alla fine il fatto che
abbiamo risposto direttamente a
tutto questo, investendo”.
Anche assumendo personale?
“Soprattutto: in due anni abbiamo assunto 1 assistente sociale,
1 educatrice professionale, 1
psicologa, 1 coordinatore dei
servizi infermieristici e sociosanitari oltre a personale Oss e
infermieristico”.
E se parliamo del Gruppo,
dell’Istituto Santo Stefano?
“Il Gruppo cresce in strutture
e qualità e ci dà la possibilità di
investire. Mi sembra davvero
un’ottima opportunità e una
risposta importante al sistema
sanitario e assistenziale di oggi:
implementando strutture come
la nostra, aprendo sempre più
ai privati cittadini non solo
convenzionati, si riesce a far
fronte ai tagli enormi del settore
Sanità”.
Residenza Dorica risponde ai
requisiti della massima igienicità e sicurezza...
“Ci teniamo moltissimo, è un
impegno gravoso ma il più
importante: ed è anche il nostro
fiore all’occhiello. Abbiamo
controlli continui dai NAS e
dall’ASUR. Tutto il personale
qui ha fatto corsi di formazione
mirati e la stessa struttura, dalla
cucina che ha l’HACCP per
requisiti dell’autocontrollo degli
Con i familiari
Si è svolto all’interno di Residenza Dorica un corso sulle
buone relazioni con i familiari degli ospiti per tutti i dipendenti addetti al settore “accoglienza”. Con queste materie
di approfondimento: ascolto attivo, gestione di comportamenti differenti come aggressivo, logorroico, timido,
confusionario, pignolo; prevenire il malcontento; gestione
delle provocazioni; collaborazione con i colleghi ; gestione
dell’ansia del familiare... etc
alimenti alle certificazioni sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro oltre che sanitari, fino al Progetto
‘Terapia dell’accoglienza’, che
coinvolge tutti i dipendenti”.
Mi illustra quest’ultimo? Di
che si tratta?
“Vogliamo che qui l’ospite si
senta a casa sua, dal momento
dell’ingresso in poi. Abbiamo
tutor molto preparati in tal
senso e compiti diversificati per
ogni momento della giornata.
Qui la depressione, malattia
comune e presente per chi cerca
una struttura come la nostra,
non è mai sottovalutata o ignorata. Sappiamo che è la prima
causa di un malessere che poi
ingenera altre malattie, anche
fisiche. Noi poniamo attenzione
a tutto: se l’anziano non mangia,
se ha bisogno di movimento,
di aria, di svago. Insomma tutti
gli aspetti della permanenza
vengono osservati, individuati e
curati”.
Per svago cosa intende?
“Venga un pomeriggio a
festeggiare il Natale con noi, si
renderà conto: ci sono i parenti,
i giovani, mangiamo qui tutti
insieme, facciamo giochi e ci
divertiamo. Si respira l’allegria
delle feste e ciò contagia tutti.
Basta vedere sul nostro minisito
Residenza Dorica, le fotografie.
Si ride e si scherza... e l’età pesa
di meno”.
senzaetà 23
L’evento
Il presidente del Consiglio della Regione Marche,
Vittoriano Solazzi con il Prof. Crepet e il sindaco
di Ascoli Piceno, Guido Castelli
Un Progetto Ascolto
per i maturandi
L
o psichiatra e scrittore Paolo Crepet
ha tenuto quattro lezioni sul senso della Maturità agli studenti delle quinte
classi delle scuole superiori delle Marche.
Questo “Progetto Ascolto”, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Regionale
delle Marche Vittoriano Solazzi e dall’Ufficio Scolastico regionale nella persona del
dott. Calascibetta, ha avuto dei numeri ragguardevoli nelle presenze e soprattutto un’attenzione incredibile da parte degli stessi ragazzi che hanno inviato centinaia di sms con
domande da porre a Crepet. Segno indiscutibile del bisogno di comunicare e dialogare
nell’età più critica, quando l’orientamento, fra
studio e lavoro, rappresenta una scelta di vita
fondamentale. Solazzi ha ricordato che tale
“ascolto” fa parte dei programmi delle politiche giovanili alla base del suo mandato e,
a giudicare dall’interesse suscitato, si direbbe che mai prima le Marche hanno centrato
un obiettivo così delicato e importante come
quello di dar voce ai giovani nell’età adolescenziale, tanto da diventare un modello
come regione a livello nazionale. Le tappe
del prof. Crepet sono state Ancona e Ascoli
Piceno il 24 e 25 ottobre; Macerata e Pesaro
il 7 e 8 novembre: 49 i plessi scolastici coinvolti per un totale di 75 classi e 26 Comuni
partecipanti. Ben 1970 gli studenti presenti
nelle quattro tappe.
Crepet prendendo spunto dagli sms ricevuti,
24 senzaetà
ha utilizzato un filo conduttore per i ragazzi: prendere
consapevolezza di sè e coraggio nell’effettuare scelte. Da
parte dei genitori, il compito
di sostenerli nell’autonomia
e nel rispetto dei figli: “Usciti
dall’esame di maturità e dai
banchi di scuola è come se
prendeste in mano la cloche
di un aeroplano. E’ la cloche
della vita, è già in mano vostra ma non ve ne siete ancora
accorti, poichè state troppo
vicini a genitori e insegnanti,
che sono i tutor, gli istruttori di volo. Provate adesso ad
andare da soli. Sapete che ce la potete fare.
Certo ci sono regole, rischi, incertezze...,
ma avete tutto il tempo per prepararvi e gli
strumenti idonei per proseguire. Non basta:
dovete andare oltre. Dovete volare! Provate e riprovate, forse cadrete, qualcuno può
farsi male... Ma qualcuno riesce anche ad
accendere un razzo e ad aumentare tanto la
velocità che lascia tutti gli altri indietro. Più
sarà difficile e rischioso, più grande sarà la
soddisfazione nel riuscire. Non volete provarci? Sono sicuro che non vedete l’ora. Chi
di voi vuole accendere per primo il razzo?”
Luca Guazzati
dalle Marche
massima attenzione
agli adolescenti
1970 PRESENZE
NEI TEATRI!
Dossier
Città del futuro
Una città intelligente
per vivere meglio,
futuro imminente?
Ciudad Creativa Digital Guadalajara,
un progetto di carlorattiassociati
Ecosostenibili, tecnologiche, integrate, attraenti, vivibili. Oggi si parla di
smart cities in termini variegati. Ma sappiamo che nella “città intelligente”,
quella del futuro, i cittadini usano la tecnologia diffusa per vivere meglio e
vivono green. Cosa vuol dire, in pratica, e quanto l’utopia può sposare la realtà? Molto, a sentire le due voci internazionali, ma italianissime, a cui abbiamo
chiesto un punto della situazione in questo senso.
di Maria Chiara La Rovere
U
Carlo Ratti
Architetto, Ingegnere,
direttore del MIT SENSEable
City Lab di Boston
na è torinese, classe 1971, architetto,
ingegnere, designer. Laurea in Italia e
Francia, specializzazioni a Cambridge, direttore del MIT SENSEable City Lab
di Boston. Più che un cervello in fuga, Carlo
Ratti è un cervello in continuo movimento:
Londra, Boston, Singapore, Mosca, Torino,
dove ha fondato lo studio Carlo Ratti Associati. Inserito nei 50 Most Influential Designers in America dalla rivista Fast Company,
è membro del World Economic Forum Global Agenda Council for Urban Management,
program director dello Strelka Institute for
Media, Architecture and Design di Mosca,
curatore del BMW Guggenheim Pavilion
2012 a Berlino. Il suo Digital Water Pavilion
dell’Expo 2008 di Zaragoza, padiglione tutto
d’acqua a controllo digitale, è stato nominato
dal Time Best Project of the year.
“Le città di oggi, coperte di sensori e di reti
elettroniche – ci racconta – si stanno trasformando in computer all’aria aperta.
Si può dire che internet stia invadendo lo
spazio fisico, un fenomeno che spesso passa
sotto il nome “smart city” ma che preferirei
definire “senseable city” (che è anche il nome
del nostro gruppo di ricerca al MIT di Boston). “Senseable” mi sembra che abbia una
dimensione più umana e metta al centro le
persone, non la tecnologia. Questa evolu-
senzaetà 25
Dossier
Città del futuro
zione ha investito molte realtà: dai consumi
energetici, al traffico, fino alla raccolta e allo
smaltimento dei rifiuti.
Oggi siamo all’esordio di una dimensione
ibrida, tra mondo digitale e mondo materiale,
che sta trasformando il nostro modo di vivere.”
E qui da noi?
“Molti esempi interessanti in Italia partono
dal basso. Come con Decoro Urbano, un’app
con la quale chiunque può caricare su una
mappa interattiva le foto di affissioni abusive,
buche nell’asfalto, rifiuti abbandonati e contribuire così a migliorare la proprio città.”
Le smart cities promettono qualità di vita
migliore per tutte le categorie di cittadini.
Realizzabile?
“Dipende da come sono implementate.
Tutti i cittadini possono migliorare il loro
stile di vita e trarre beneficio da una città più
intelligente poiché l’applicazione di controlli
e tecnologie digitali in genere permette una
significativa ottimizzazione di risorse a vantaggio di tutta la comunità.”
Quanto conta la sostenibilità ambientale
nei progetti smart? Esempi?
“L’ecosostenibilità è alla base dei progetti
smart city.
Per implementare questo aspetto è fondamentale da un lato raccogliere quanti più dati
possibili, dall’altro coinvolgere i cittadini, gli
unici realmente in grado di modificare le città.
Le faccio un esempio: con il SENSEable City
Lab del MIT abbiamo condotto una ricerca a
26 senzaetà
Ciudad Creativa Digital Guadalajara, un progetto
di carlorattiassociati (Torre Est /Corte nuova)
Seattle etichettando i rifiuti.
L’esperimento ha condotto a risultati inaspettati: monitorare i viaggi compiuti dai rifiuti
attraverso gli Stati Uniti ci ha permesso di
sviluppare progetti per ottimizzare il processo di raccolta e smaltimento della spazzatura,
ma soprattutto abbiamo notato come la condivisione di informazioni influenzi i comportamenti del singolo individuo.
Ci sono stati diversi volontari che, dopo esser venuti a conoscenza dell’infinito viaggio
intrapreso da una bottiglia di plastica da loro
scartata, ci hanno detto di aver deciso di incrementare l’uso del vetro nelle loro abitazioni a discapito della plastica.”
Obiettivo del SENSEable City Laborato-
ry?
“Cercare di comprendere come la tecnologia stia cambiando il nostro modo di capire
la città, di progettarla ed in ultima analisi di
viverla.”
A cosa sta lavorando al momento?
“I progetti su cui stiamo lavorando con lo
studio di Torino spaziano da un masterplan
per la riqualificazione di un’area centrale
della città di Guadalajara in Messico ad un
progetto di design intelligente per Cassina
(“future furniture”).
Inoltre stiamo iniziando una collaborazione
con Expo2015 per curare uno dei padiglioni
tematici chiamato FUTURE FOOD DISTRICT .”
3M italia headquarters,
Mario Cucinella Architects, 2010
Mario Cucinella
Architetto e designer italiano,
visitng professor presso
l’Università di Nottingham
M
ario Cucinella è di Genova, dove
è nato nel 1960 e dove ha lavorato
con il collega Renzo Piano. Nel
‘92 fonda Mario Cucinella Architects a Parigi e nel ‘99 a Bologna. Dal 2004 è visiting
professor presso l’Università di Nottingham.
Nel 2009 è il primo architetto Italiano, dopo
30 anni, a vincere un Premio Marché International des Professionnels d’Immobilier
nella categoria green building con il Centre
for Sustainable Energy Technologies. Nel
2011 vince ancora il premio nella stessa categoria con la Sede centrale italiana della 3M.
È fondatore dell’organizzazione non profit
Building green futures. Evidente la passione
per i temi della progettazione ambientale e
per la sostenibilità in architettura.
“La forza e il carattere delle città non è rappresentato solo dall’architettura ma dal sistema di relazioni che si instaura tra l’architettura e gli uomini con la loro cultura, le loro
abitudini, i linguaggi, la memoria e le emozioni – ci dice – Quando si parla di smart city,
per me si parla di questo: un sistema di reti
capaci di tenere insieme emozioni, informazioni, energia e ambiente. In Italia c’è ancora
molto da fare in questa direzione ma abbiamo
un buon punto di partenza su cui lavorare. Il
nostro modello di città, con le piazze, i mercati, i luoghi di aggregazione viene studiato e
riproposto in tutto il mondo.”
Un progetto smart deve essere sostenibile.
Quando un progetto architettonico può
dirsi tale e come è messa l’Italia?
“La sostenibilità nell’architettura non riguarda solo gli aspetti energetici e prestazionali
degli edifici, la sostenibilità ha per me una
forte impronta etica che si traduce nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. La sostenibilità si inserisce in un processo creativo come
attore primario e deve necessariamente avere
alla base una sensibilità, una forte empatia
verso i luoghi con cui si rapporta. Un progetto è sostenibile quando rispetta tutte queste
condizioni. Si parla molto di sostenibilità in
Italia e nel mondo ma molta strada è ancora
da percorrere in questa direzione, soprattutto
nel campo dell’edilizia residenziale.”
Città intelligenti per far vivere meglio tutti.
Fattibile?
“Certo che è fattibile. Bisognerebbe solo progettare con più responsabilità e rispetto, e che
le norme rendessero tutto ciò obbligatorio.”
Il suo è uno studio di architettura centrato
sulla sostenibilità? Perchè?
“Al giorno d’oggi la sostenibilità non dovrebbe essere considerata una delle opzioni
perché purtroppo non lo è più. Abbiamo già
consumato più risorse e territorio di quanto
One airport square, view from the
terrace, progetto Mario Cucinella
Architects, 2012
senzaetà 27
Dossier
Città del futuro
Green School nella Striscia di Gaza Progetto Building Green Futures 2012
potessimo permetterci ed è giusto che chi si
occupa di progettare gli edifici prenda coscienza che è necessario un cambiamento di
rotta.”
Con Building green futures sta lavorando
su questi temi nei paesi in via di sviluppo.
“Building green futures è un’organizzazione
non profit che si occupa di promuovere l’architettura sostenibile e l’uso di energie rinnovabili per migliorare le condizioni di vita
e l’accesso alle risorse nei paesi in via di sviluppo. Stiamo lavorando con l’ONU per la
costruzione di una green school nella Striscia
di Gaza.”
Cosa vede nel futuro dell’architettura?
“Vedo il superamento della mera tecnologia
a tutti i costi. Vedo la capacità di saper dialogare con i luoghi, i climi e le culture e il riappropriarsi di tecniche costruttive che l’uomo
conosce e perfeziona da millenni, unite alle
ultime scoperte della tecnica più sofisticate,
in modo da poter costruire edifici sempre più
performanti, che consumino sempre di meno
e che abbiano il più possibile, già nella forma,
la risposta alle domande energetiche.”
Suoi progetti attuali?
“Oltre alla green school di Gaza a cui accennavo, sto lavorando in Africa, in Ghana, per
la costruzione del primo edificio sostenibile nel West Africa. Mi sto occupando della
progettazione della nuova università di Aosta e seguendo lo sviluppo del masterplan
che trasformerà la città di Catania. Stiamo
ultimando in questi giorni una nuova scuola
nelle aree colpite dal terremoto dell’Emilia
Romagna.”
28 senzaetà
In Italia chi è più smart?
Alla giornata di apertura di Smart City Exhibition a Bologna, lo scorso ottobre, presentata la ricerca “ICity rate”, realizzata da FORUM PA. In classifica,
le città italiane più smart e più vicine ai bisogni dei cittadini. Bologna, Parma
e Trento, in testa alla classifica generale, seguite da Firenze, Milano, Ravenna,
Genova, Reggio-Emilia, Venezia e Pisa. Al 43esimo posto incontriamo la
prima città del Sud, Cagliari, seguita da Lecce (54°) e Matera (58°). Fanalino
di coda Caltanissetta, Crotone ed Enna. Anche guardando solo alle dieci città
metropolitane, la spaccatura è evidente. Bologna, Firenze, Milano, Genova,
Venezia e Torino sono tra le prime 15 classificate, Roma segue al 21esimo
posto, mentre segnano il passo le altre tre: Bari (69°), Napoli (77°) e Reggio
Calabria (87°).
Smart City, un investimento
Progresso e innovazione, abitare sano, benessere, che può dare la sensazione di essere a casa in un agglomerato urbano che perde i connotati del condominio. Sono elementi interessanti insiti nel concetto
di smart city. L’aspetto di grande importanza, poi, dal nostro punto di vista, legato al risparmio di
traffico, energia e burocrazia, triade maledetta delle città contemporanee, è la funzione antistress.
Sensori e dispositivi collegati in rete raccolgono dati per selezionare la migliore abitabilità dei centri
più grandi. Ma i punti deboli ci sono: in Italia le città non reggono il passo con l’Europa, forse per il
senso civico stesso e la partecipazione degli abitanti, che dovrebbero informarsi di più. Gli Italiani,
pigri e disattenti, per il 78% non sanno cosa significa smart city.
Il fatto è che per far diventare i propri capoluoghi più “intelligenti”, l’Italia ogni anno dovrebbe investire 3 punti di PIL da qui al 2030 (circa 50 miliardi l’anno, dice un rapporto Abb/Teh Ambrosetti).
Ma quello che nessuno sembra sapere è che il gioco varrebbe la candela se si tiene conto di fattori come
il risparmio energetico, ad esempio: il risparmio, ossia il ritorno economico stimato, sarebbe di 10 punti
PIL all’anno. Dunque, un investimento.
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senzaetà 29
Dossier
Città del futuro
Marche,
regione turistica
I
l Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca che ha anche il dicastero del Turismo, parla spesso della sfida di “un nuovo
motore di sviluppo che si basi sul turismo integrato con la cultura
e l’ambiente”.
Presidente Spacca, quali sono i programmi per rendere le Marche
più “attraenti”?
Non sono più sufficienti le nostre bellezze naturalistiche e storicoarchitettoniche né la professionalità degli imprenditori e la qualità
dell’offerta. Occorre rafforzare il sistema direzionale potenziandone
i valori manageriali.
Vogliamo offrire servizi sempre più elevati, per essere ancora più competitivi in un settore in continua evoluzione, caratterizzato da richieste crescenti.
E’ necessario rafforzare la strategia di promozione delle Marche nel
mondo, sfruttando le potenzialità della rete, imporre il nostro brand a
livello internazionale, trasferire al turismo il modello Marche codificato per l’economia. Un modello, cioè, basato su qualità, riconoscibilità, rispetto delle tradizioni unito ad un’innovazione sempre più spinta.
La Regione è convinta che sia la strada giusta per vincere la crisi che
l’Italia e l’Europa stanno vivendo e che ha, ovviamente, pesanti ripercussioni sul movimento dei flussi turistici.
I consumi sono in contrazione, la recessione è in atto.
Non è così, invece, in tanti Paesi nel mondo che anche negli ultimi
anni hanno registrato crescite a due cifre del Pil. In questo contesto
30 senzaetà
un nuovo turista, di fascia medio-alta, sta emergendo in Cina, in Russia, in Sud-America, nel Medio Oriente. Il web marketing, in questa
prospettiva, è strumento utilissimo per intercettare i nuovi flussi. Il
Piano triennale turistico della Regione prevede azioni specifiche per
implementare la promozione online.
I borghi più belli d’Italia sono, in questa regione, fiore all’occhiello
di un Turismo d’eccellenza, d’arte, storia e cultura. S’intende spingere questa caratteristica anche nelle politiche promozionali regionali?
Le Marche sono sinonimo di pluralità.
Anche nel turismo. Tra i principali obiettivi del Piano c’è quindi la
promozione dei nostri tanti turismi: culturale, enogastronomico, balneare, montano, di meditazione, sportivo, religioso, dei borghi storici.
Per vincere la sfida di un mercato globale anche nel settore turistico,
è necessario uscire dalle logiche della frammentazione dell’offerta per
territori e privilegiare l’offerta per “pacchetti”.
Le Marche del mare con 16 bandiere blu, ma anche le Marche dei
borghi più belli d’Italia, delle cantine e dei vini più pregiati, di una
cucina eccellente. Le Marche dei cento teatri, di stagioni liriche prestigiose, di percorsi spirituali e religiosi.
Un territorio che in ogni stagione sa offrire il meglio di sé: destagionalizzare l’offerta è quindi un altro obiettivo del Piano.
Si parla a livello europeo di “città Intelligenti” le cosiddette Smart
City, possono i capoluoghi marchigiani avere tali caratteristiche
QUAL E’ IL SEGRETO DELL’ ATTRATTIVITA’?
Nei primi 8 mesi del 2012 il sistema
ricettivo marchigiano, in controtendenza con le negative performance italiane , ha visto aumentare,
rispetto allo scorso anno, il numero di turisti. Tra gennaio e agosto,
nelle Marche si sono registrati
2.057.224 arrivi (+0,83%) e 14.358.119
presenze (+0,61%).
Gian Mario Spacca
Presidente Regione Marche
antistress e di migliore vivibilità?
La bellezza dei paesaggi incontaminati, uno sviluppo senza fratture,
l’ambiente preservato, l’agricoltura curata, l’enogastronomia genuina
e di altissimo livello, la straordinaria dotazione di beni culturali, pari
alla Toscana e superiore a chiunque per quanto riguarda i borghi storici, una grande civiltà che affonda le proprie radici in una tradizione
millenaria, fanno delle Marche la regione con una qualità della vita
eccezionale.
Non a caso la rivista americana Aarp, che conta 37 milioni di associati,
ha definito le Marche uno dei 5 paradisi terrestri in cui vivere.
E’ questa caratteristica che permette alle Marche di condividere, con
l’Ile de France e la Comunidad de Madrid, il record dei territori più
longevi del mondo (83 anni e 3 mesi è l’aspettativa media di vita). Ma
stiamo cercando di migliorare ulteriormente il primato. La Regione
Marche aderisce alla Strategia di Europa 2020 e Horizon 2020 e hanno accordi di collaborazione con Infn, Cern, Issnaff per lo sviluppo di
un distretto ad alta tecnologia per la longevità attiva (Ambient Assisted Living) e di progetti per smart cities and communities con l’utilizzo spinto di piattaforme avanzate ICT, anche con il sostegno del
MIUR. Vogliamo fare in modo che le idee innovative si trasformino
in nuovi prodotti e servizi.
Vogliamo stimolare la crescita e l’occupazione, soprattutto dei giovani.
Vogliamo innalzare ulteriormente il livello della qualità della vita della
nostra comunità.
senzaetà 31
Dossier
Città del futuro
Raccolta differenziata
RIVOLUZIONE CAPITALE
R
aggiungere il 50% di raccolta differenziata entro il 2014: è questo l’obiettivo che Roma vuole centrare grazie al
nuovo Piano di sviluppo della RD, elaborato
a giugno scorso dal gruppo di lavoro Roma
Capitale-Ama-Conai (Consorzio Nazionale
Imballaggio) con il contributo del Ministero
dell’Ambiente.
In sintesi, il piano prevede l’applicazione
del sistema domiciliare/condominiale porta
a porta e della raccolta stradale opportunamente riorganizzata.
E sempre a giugno nella Città Eterna la “differenziata” ha raggiunto la percentuale del
26%, con un incremento di più di 8 punti
percentuali rispetto al dato del 2007 (corrispondente a un aumento di oltre il 50% dei
volumi intercettati).
Attualmente, i rifiuti avviati a riciclo superano le 468mila tonnellate annue: oltre il quadruplo di quelli prodotti a Firenze e pari alla
somma della raccolta differenziata di città
come Genova, Napoli e Perugia.
Si tratta di numeri che collocano la Capitale
al primo posto in Italia e al terzo in Europa
in termini di quantitativi assoluti.
Ma adesso Roma è pronta per un ulteriore
32 senzaetà
salto di qualità e punta dritta verso il traguardo del 50% da raggiungere nei prossimi
24 mesi. A tal proposito sono due le grandi
novità che attendono i cittadini: il posizionamento, per la prima volta, dei cassonetti
stradali di colore marrone per la raccolta differenziata degli scarti alimentari e organici,
e quello delle campane di colore verde per la
raccolta separata del vetro.
Con il nuovo piano di
sviluppo Roma punta
a raggiungere quota
50% entro il 2014
L’introduzione del porta a porta riguarderà più di un milione di utenti, con porzioni
importanti del territorio che comprendono il
70% dell’estensione comunale e che coinvolgeranno il 36,79% dei cittadini residenti nella
Capitale.
Il progetto pilota è partito a novembre nel
IV municipio, interessando gli oltre 200mila “abitanti equivalenti” presenti (residenti e
lavoratori).
L’avvio del servizio è stato preceduto da
un’intensa attività informativa sul territorio,
con il coinvolgimento di associazioni, centri
anziani, parrocchie, scuole e delle istituzioni.
Progressivamente, il nuovo modello di raccolta sarà esteso a tutta la città, attraverso un
crono-programma che stabilirà le aree interessate e le attività da svolgere nel 2013 e nel
2014, quantificando in modo puntuale anche
gli investimenti necessari.
“L’applicazione del nuovo sistema – sottolinea il presidente di Ama, Piergiorgio Benvenuti - rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’approccio del cittadino verso il
conferimento dei rifiuti, che non devono più
essere intesi come scarti ma come risorsa.
E se è ormai assodato che una corretta “differenziata” deve partire dalle mura domestiche,
Ama aiuterà i romani fornendo strumenti e
materiali per la separazione dei rifiuti.
Queste nuove scelte strategiche consentiranno alla Capitale di raddoppiare in soli 2
anni la quota di rifiuti da avviare a riciclo,
adeguandosi così agli standard delle capitali
europee più virtuose”.
senzaetà 33
Dossier
Città del futuro
Mantenere quanto
Raccolta differenziata, mutano gli scenari cittadini:
R
Mauro Ragaini
Direttore Generale Sogenus
34 senzaetà
icordate quando dicevamo che di
risorsa-rifiuto si parla sempre meno?
Eppure la raccolta differenziata ha
fatto passi avanti notevoli e anche nella percezione del cittadino la situazione è migliore. Oggi, l’impari lotta delle multiservices
cittadine per rientrare nelle direttive europee
sta diventando un vero e proprio braccio di
ferro sia perchè ormai tutti i limiti migliorabili sono arrivati al massimo sia perchè
stante la crisi dei comuni e delle famiglie,
chiedere qualche nuovo sforzo, investimento
o sacrificio che sia, è quasi impossibile.
Dunque, ogni città, piccola o grande, si
interroga: quale sarà lo scenario futuro
possibile?
Il nostro opinion leader per quanto riguarda
tale tema è da molto tempo il direttore di
Sogenus Mauro Ragaini.
“Nella città che cambia, oggi potenzia-
re un servizio costoso e mirato come la
differenziata è questione di miglioramento
qualitativo e di razionalizzazione – afferma
Ragaini – Qualità, poichè ormai in gran
parte d’Italia siamo arrivati a un servizio
efficace ed efficiente, eseguito dopo campagne di sensibilizzazione reiterate e mirate.
Razionalizzazione poichè bisogna sempre
più fare i conti con le esigenze di bilancio sia
dei Comuni che delle aziende multiservizi.
Siamo arrivati al punto che bisogna fare
calcoli stringenti e considerazioni molto realistiche per delineare possibili scenari futuri:
si può spingere un servizio di differenziata
ancora di più laddove sussistono le condizioni ed è maggiore la sensibilità dell’utenza e
la propensione alla collaborazione.
Lo sforzo organizzativo ed economico
per aumentare la percentuale di raccolta
differenziata oltre certi limiti può diventare
abbiamo raggiunto
parla il direttore Sogenus Mauro Ragaini
antieconomico soprattutto per il gestore del
servizio.
Ovviamente bisogna fare di più ma senza
inventarsi nulla soprattutto in tanta parte del
Sud dove la gestione dei rifiuti complessivamente, risente di ritardi, anomalie e scarsa
collaborazione da parte dell’utenza.
Scarseggiano i controlli costanti perchè
manca la volontà politica.
Troppi hanno paura dei cittadini incivili”.
Al di là delle difficoltà del momento,
domandiamo, il segnale generale di un’urbanizzazione che avanza aiuta a pensare
domani ai rifiuti in un’ottica diversa?
“Certamente i servizi devono trovare corrispondenza con l’evoluzione urbanistica: se
adeguiamo viabilità, reti di collegamento,
abitazioni/quartieri e servizi, devono di
pari passo migliorare raccolta differenziata,
smaltimento e così via.
Ma occorre anche costruire impianti per un
sistema integrato efficiente che permetta
una moderna gestione dei rifiuti anche se i
soliti comitati non vogliono che si costruisca
nulla”.
In conclusione, oggi quale sfida dobbiamo
ancora vincere?
“Direi mantenere ciò che abbiamo raggiunto
nelle migliori realtà.
E raggiungere ulteriori traguardi laddove
persistono inefficienze ed arretratezze.
Migliorare la collaborazione del cittadino,
poi, non può solo essere una questione pedagogica: bisogna anche far capire ai cittadini
che se si vogliono più servizi bisogna pagarli
e non sperare che il di più non lo paghi
nessuno generando debiti per le aziende che
gestiscono il servizio.
Sono aspetti molto delicati che vanno
affrontati con serietà”.
Occorre migliorare
la collaborazione del
cittadino ma anche
costruire impianti
per un sistema
integrato efficiente che
permetta una moderna
gestione dei rifiuti
senzaetà 35
Dossier circolazione
Città dellinfatica
futuro
Una utility
... sartoriale
Come spingere la differenziata nella città
in trasformazione: parla il presidente
di Anconambiente, Giorgio Marchetti
36 senzaetà
A
ncona ha una azienda
utility “su misura”. Dalla
raccolta dei pannolini a
quella dei rifiuti porta a porta, il
presidente Giorgio Marchetti di
Anconambiente, azienda multiservizi del Comune capoluogo
delle Marche, ci spiega che il
servizio è molto cambiato nel
tempo. Vediamo perchè.
“Nel mutamento sociale che
stiamo affrontando, la città stessa
cambia ed ha esigenze diverse –
afferma il presidente Marchetti
– Facciamo l’esempio dei quartieri: ognuno ha caratteristiche e
abitudini da rispettare”.
Di quale natura?
“Ad esempio anche la città di
Ancona ha un centro storico a
forte densità di residenti ultrasessantacinquenni. I più anziani,
spesso soli, abitano in appartamenti molto grandi e con una
badante straniera. E’ una realtà di
cui tener conto, come pure bisogna avere particolare attenzione
per quei quartieri dove la presenza di famiglie extracomunitarie è
forte”.
Perchè, cosa cambia in questi?
“Tradizioni diverse, orari e ritmi
di vita e anche la difficoltà della lingua, a volte. Abbiamo fatto
campagne informative anche in
lingue diverse, abbiamo avviato
corsi e organizzato incontri con
i referenti di tutte le principali
comunità straniere”.
Dunque Anconambiente studia
anche la tipologia delle famiglie
che ricevono il servizio?
“Non solo: per noi lo studio anagrafico della popolazione è la base
del servizio. Inoltre integriamo i
dati anche con indagini, questionari, raccolta dati e informazioni
che ci possano aiutare nel capire
le esigenze della famiglia di oggi
e dimensionare meglio i servizi”.
Dove prendete queste informazioni?
“La prima informazione viene
dall’ascolto. Le persone anziane
sono ricettive, si informano, sono
attente e precise, una fonte preziosa anche come interfaccia alle
tipologie di servizi che offriamo.
Addirittura ci contattano loro
per indirizzare meglio la raccolta e darci preziosi consigli. Poi
chiediamo ai Consigli di Circoscrizione le caratteristiche dei
quartieri. Così, oggi sappiamo
che per ragioni d’età media, il rione Adriatico è il più “anziano”
mentre il Piano San Lazzaro è il
rione multietnico della città. Se
vogliamo spingere, come è nostro
dovere, la differenziata, dobbiamo fare informazione mirata per
le colf nel primo, oppure tradurre
in diverse lingue gli appelli e gli
slogan, nel secondo”.
A che punto sono arrivati i
risultati?
“Siamo a oltre il 62% per la differenziata, stiamo tentando di arrivare al tetto di legge (65%)”.
A livello delle città italiane
Ancona com’è posizionata?
“Bene: sono pochi i capoluoghi
che fanno tali percentuali, quasi
nessuno con 100mila abitanti.
Le nostre tariffe sono nella media. In rapporto alla diminuzione della produzione dei rifiuti,
il bilancio è molto buono. Non
abbiamo grandi impianti con costi esorbitanti e investiamo tutto nelle risorse umane. Il nostro
fiore all’occhiello è la percezione
positiva del servizio, da parte del
cittadino”.
Le vostre scelte di comunicazione?
“Molteplici: manifesti, pubblicità
al cinema, depliant e campagne
di comunicazione mirate, anche
utilizzando il dialetto locale. Da
ultimo, abbiamo allestito una
mostra fotografica che è poi di-
Prof. Giorgio Marchetti
Presidente Anconambiente
ventata un book celebrativo per
il quarantennale dell’azienda da
festeggiare nel 2013. Un omaggio al valore dei nostri operatori.
Ogni anno adottiamo un piano
di comunicazione calibrato sia
sulle necessità di informazione
e di servizio che sulla percezione
istituzionale dell’azienda”.
Visto che stiamo facendo
un’inchiesta sui servizi cimiteriali, cosa fate ad Ancona?
“Il contratto per tale servizio sarà
rivisto d’accordo con il Comune:
ci piacerebbe migliorare la qualità del servizio accoglienza interno. E’ importante per il cittadino.
Cominceremo dalla sala commiato del cimitero di Tavernelle,
il più grande del capoluogo. Si
sta pensando ad una nuova struttura”.
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Speciale
Famiglia domani
CRISI?
Si cambia. Con la crisi, la
famiglia volta pagina. Nel bene
e nel male. Si modificano le
abitudini, i comportamenti dei
singoli componenti del nucleo.
E’ l’incipit di una nuova
stagione, caratterizzata
anzitutto da un drastico
calo di consumi, registrato
dall’Istat, da Confcommercio e dalle associazioni
dei consumatori.
di Federica Buroni
La famiglia italiana cambia vita
40 senzaetà
Diamo i numeri
-9,8%
L
a notevole perdita del potere d’acquisto delle famiglie, dal 2008, ammonta
a ben -9,8% secondo Federconsumatori: a questo si aggiungono le allarmanti
prospettive per il 2012 sul fronte degli aumenti dei prezzi e delle tariffe, specialmente
quelle energetiche, nonché gli effetti delle
manovre economiche di quest’anno. Si stima
che la stangata, sempre secondo Federconsumatori, sarà di ben +2201 euro per famiglia.
L’associazione ha elaborato uno studio sul
cambiamento delle abitudini delle famiglie
prendendone a campione una che guadagna
1800 euro al mese, composta da 2 genitori e
un figlio. Le famiglie che rientrano in questa
tipologia sono 11,5 milioni.
Dal 2002 al 2012, si scopre che si taglia su
ristorante o pizzerie per cui se prima ci si andava 3 volte al mese, oggi non si va oltre a 1,5
volte al mese. Discesa agli inferi anche per cinema, teatro e concerti. Se prima si frequentava il cinema 3 volte al mese, oggi si riduce a
1,5 volte al mese; se prima a teatro si andava
una volta l’anno, oggi si taglia sino allo 0,7
volte l’anno. Stessa sorte per i concerti: se fino
a pochi anni fa ci si poteva concedere questo lusso una volta l’anno, ora siamo a quota
0,8 volte l’anno. Il segno meno riguarda poi
i parchi divertimento che da una frequentazione di 2 volte l’anno scendono a una, i
trattamenti di bellezza, la spesa per tabacchi
perdita potere
d’acquisto
e perfino l’utilizzo dell’auto. Ciò che colpisce
sono però i tagli ai consumi alimentari, sino
a - 11% e alle vacanze con -21%.
Il solo settore che non conosce crisi è quello
del gioco dove pure molti si rifugiano, magari
con l’illusione del guadagno facile: l’incremento della spesa per i giochi e lotterie dal
2007 ad oggi, secondo Adiconsum, è stato al
di sopra di qualsiasi altro settore di consumo.
Date le premesse, per molte famiglie resta il
Dove “taglia”
la famiglia
media secondo
le associazioni
dei consumatori
problema dell’indebitamento. Sempre secondo Federconsumatori, le consistenze debitorie sono passate da circa 50 miliardi nel 2002
a 115 del 2009. Un trend che ha registrato
una progressiva frenata dal 20090-2010 con
l’aggravarsi degli effetti della crisi economica. Se nel 2009, l’indebitamento era parti a
4618 euro per famiglia e 1910 per individuo,
oggi siamo a 4280 euro a famiglia e 1783 ad
individuo.
+2.201€
di stangata
per famiglia
-11%
per i consumi
alimentari
-21%
per le vacanze
+3.456€
euro all’anno
per la benzina
senzaetà 41
Speciale
Famiglia domani
Sul fronte dei consumi, è l’Adiconsum a segnalare i grandi cambiamenti.
Il presidente Pietro Giordano fa notare che
“si comprimono gli acquisti voluttuari e si
concentra la spesa sul necessario per cui crollano le vendite di prodotti come l’hi-fi, il tessile, l’abbigliamento e lo sport”, si rinviano le
“spese importanti” come la ristrutturazione
della casa o la sostituzione dell’auto.
Si scelgono poi con maggior cura i canali
di vendita dando la preferenza a discount e
ipermercati, ogni acquisto viene ponderato e
si sfruttano al massimo le offerte.
Si sfruttano i motori di comparazione on line
e si rinuncia in molti casi ad una parte della
qualità. “Si rinuncia in qualche caso – sottolinea Giordano – a prodotti con elevato valore
aggiunto, si sta più attenti a non sprecare e si
opta per il social shopping per potersi permettere il week-end di vacanza”.
Ma si sta anche “più in casa e meno fuori:
per questo, nonostante la crisi, si vendono gli
abbonamenti Internet e Pay Tv, i Tablet e gli
Smartphone”.
Così la crisi ti cambia la vita.
“L’attuale situazione economica sta comportando il rischio, per le famiglie, di superare la
linea di non ritorno”. E’ quanto sostiene Lamberto Santini, presidente nazionale Adoc.
Lo sguardo, in particolare, è rivolto all’aumento del prezzo della benzina.
“L’inflazione galoppante, soprattutto in due
settori, alimentare e carburanti – dice Santini
– ha causato mutamenti di comportamento
42 senzaetà
nei nuclei familiari sempre più drastici”.
I numeri fanno chiarezza. Secondo l’Adoc,
nel 2001 una famiglia spendeva, per i beni
alimentari, circa 410 euro al mese, poco meno
di 5000 euro l’anno. Oggi la spesa è salita a
477 euro mensili arrivando a sfiorare i 6000
eruo annui. Una differenza di ben 800 euro,
pari al 16,3% in più.
Rincari non pareggiati dagli aumenti del reddito, fermi al 10-11%.
Dal punto di vista dei carburanti, secondo
Santini, “dieci anni fa il costo della benzina
era pari a 1,05 euro al litro, annualmente la
spesa era pari a 1890 euro al litro e l’impatto
sul reddito pari al 6,6%.
Nel 2012, il costo della benzina è salito a 1,92
euro al litro, la spesa annua è salita a quota 3456 euro mentre l’impatto sul reddito è
cresciuto fino al 10,9%. Nel complesso, una
spesa maggiore di 1556 euro l’anno”.
L’iniziativa Eni di quest’estate, per Adoc,
quella cioè di prevedere sconti sui carburanti
“è stata positiva e c’era la speranza di poterla
proseguire almeno fino alla fine dell’anno.
Sarebbe stato un buon segnale per le famiglie”. Su cui grava, da quest’anno, anche l’Imu.
Dato questo contesto, ecco l’importanza del
pacchetto “Percorso Famiglia”, una serie di
misure per il sostegno ai nuclei familiari in
difficoltà, realizzato in collaborazione con
Governo, Abi e associazioni dei consumatori.
“Si tratta – spiega Santini – di aiuti mirati
all’acquisto della prima casa, ai nuovi nati e
agli studenti.
Da nord a sud,
quanto pesano le buste della spesa
E
’ Pisa la capitale del risparmio.
Riempire il carrello nei supermercati della
città toscana consente di spendere meno
di tutto il resto d’Italia. Ma si fanno sempre buoni
affari anche a Firenze e Verona. Chi fa shopping ad
Aosta, Catania e Siracusa invece deve fare i conti
con prezzi alti e carrelli semivuoti. Qui infatti i
prezzi volano alti, altissimi anzi.
E’ quanto emerge da un’indagine di Altroconsumo
che, con la sua inchiesta annuale, ha passato al setaccio 950 punti vendita in 61 località della penisola.
Lo studio di Altroconsumo prende spunto da una
stima Istat secondo cui una famiglia media italiana
spende al supermercato il 20% del suo budget: circa
6372 euro l’anno.
Tra le regioni, le più economiche sono Toscana,
Umbria e Veneto assieme all’Emilia Romagna. Riempire le buste della spesa è invece impresa ardua in
Trentino, Val d’Aosta, Lazio e Basilicata, la maglia
nera va anche a Calabria, Marche e Abruzzo. E sulle
isole dove è quasi impossibile non uscire “svuotati”
da un supermercato.
I dettagli, allora. A Pisa, in cima alla classifica del
risparmio, la convenienza è di casa: tra alimentari,
igiene personale e pulizia della casa, una famiglia
media spende ogni anno 5.969 euro. E’ Arezzo
invece che vanta il supermercato a più portata di
tasca. Vanno bene, su questo fronte, anche Firenze
e Verona, dove si spendono rispettivamente 5.973
euro e 6088 euro annui.
Tra le prime cinque, si piazzano anche Perugia e
Modena. Scorrendo la graduatoria, si scopre che
Roma si colloca molto in basso, con 6559 euro l’anno. Le città in assoluto più colpite dal carovita sono
gli estremi Sud con Siracusa e Catania, e Nord Italia
con Aosta in testa alla hit parade: qui una famiglia
media spende circa 6739 euro l’anno.
una famiglia media
italiana spende al
supermercato il 20%
del suo budget:
circa 6372 euro l’anno.
Volontariato
Famiglia domani
Insieme per la solidarietà
ti legge l’etichetta
Un’Associazione, tante missioni nella capitale. Dal trasporto
gratuito di anziani e disabili al supporto per favorirne attività
culturali, visite museali, interessi artistici, sino al progetto
“Noi Ti leggiamo l’Etichetta”, un aiuto non da poco nella giungla dei prodotti della spesa quotidiana.
44 senzaetà
L
’Associazione Insieme per la Solidarietà di Roma da anni svolge attività
di volontariato non solo nella Capitale
ma si adopera anche sul territorio provinciale.
Attraverso la partecipazione dei suoi volontari
aderisce ad alcuni progetti di Roma Capitale,
specialmente nei municipi che appartengono
alle aree della periferia dove le problematiche
legate agli anziani sono più accentuate.
Per le iniziative gestite dalla Casa del Volontariato l’Associazione aderisce ai seguenti
progetti: “Un amico per la Città”, a sostegno
della sicurezza degli ingressi delle scuole elementari e medie nelle ore di entrata e uscita
degli studenti; “Nonna Roma”, per il trasporto
gratuito delle persone anziane per le visite e
terapie mediche, servizio supportato dall’Associazione con tre pulmini di cui due attrezzati per i disabili; “Pony della Solidarietà”,
servizio che i soci svolgono a favore sempre
delle persone anziane oppure di famiglie con
disabili che hanno bisogno di un aiuto per far
fronte a tutte quelle piccole attività quotidiane, come recarsi in farmacia a prendere i farmaci. L’Associazione non offre opportunità
di aiuto solo per l’area delle politiche sociali
e sanitarie ma anche per le attività culturali
e ricreative. Recentemente, sempre a Roma,
ha siglato una convenzione con il Museo del
“Chiostro del Bramante” per fare avvicinare e
apprezzare al meglio, attraverso un’assistenza
mirata, gli anziani alle mostre d’arte e a tutte
quelle attività culturali che rientrano nel programma del Museo.
Ma non è tutto, l’Associazione Insieme per la
Solidarietà dallo scorso mese di ottobre offre un nuovo servizio attraverso l’attivazione
del Progetto “Noi Ti leggiamo L’Etichetta”.
Questo iniziativa è nata per facilitare gli an-
ziani quando, nell’atto quotidiano di fare la
spesa, si imbattono nella ragnatela di nomi
e cifre riportati sulle etichette dei prodotti.
Per alcuni di loro è una vera impresa leggere
non solo il prezzo e la scadenza del prodotto,
quest’ultima il più delle volte scritta talmente
in piccolo che si fa fatica a vederla, ma anche
per capire gli altri componenti del prodotto.
I volontari impiegati in questa “missione”,
previo un corso di formazione, sono a disposizione in alcuni supermercati e negozi per
vendita di generi alimentari proprio per illustrare come leggere le etichette sulla merce,
nonché le tabelle nutrizionali degli alimenti
e le eventuali intolleranze che alcuni alimenti
possono causare.
Il Progetto “Noi Ti Leggiamo l’Etichetta” ha precisato il Presidente dell’Associazione
Piero Bianchi – ha preso spunto dai progetti
Europei presentati da Education and Culture
lifelong learning programme GRUNDTVIG
come seniorguides in quanto l’Associazione
Insieme per la Sodolidarietà è stata parteners
per l’Italia.
La copertura economica necessaria sia per la
fase organizzativa che per l’aggregazione dei
volontari, come pure per l’assicurazione degli
stessi, è stata sostenuta grazie al lascito della
signora Maria Margherita Seimando sensibile a questo argomento.
L’Associazione Insieme per la Solidarietà è
iscritta all’Albo Regionale del Lazio, C.F.
97502250588, ha sede legale in Via Emilio
Lepido, 40/e - Tel 06 45435760 – www.insiemeperlasolidarieta.org – bianchi_piero@
yahoo.it
Nicoletta Di Benedetto
senzaetà 45
Mangia sano a Natale
Se le feste ci prendono ...per la gola
S
otto le feste, l’eterno dilemma sulla “convenienza” del mangiare per godere, anziché nutrirsi, ci fa piangere lacrime di coccodrillo.
Oltre che commettere un peccato di gola, ne soffrono sempre più salute e portafogli, poiché le tentazioni irresistibili si moltiplicano e diventa impossibile resistere alle prelibatezze, specie quelle della
tavola imbandita del classico cenone. Proponiamo
Quel tortellino
Re del Natale
P
rotagonista di tante leggende, il tortellino è il più
conosciuto al mondo tra le paste all’uovo ripiene.
Nobile piatto, dalle molte varianti che lo fanno
diventare cappelletto o timballo, al sugo, alla panna o
in brodo, è la specialità natalizia che qui vi presentiamo,
con i consigli di “mamma Giselda”, esponente dell’antica tradizione marchigiana della buona tavola.
Che rappresenti l’ombelico di Venere o quello di Lucrezia Borgia, per un eccellente tortellino ci vuole, innanzitutto, un ottimo brodo di carne.
La sfoglia, di farina e uova, deve essere rigorosamente
fatta a mano, sottile come solo le vere massaie riescono
a fare, per realizzare tortellini tagliati piccolissimi per
concentrare il gusto, farciti con ripieni ricchi di qualità
e sapori. Il ripieno, in particolare, deve essere fatto con
carni miste cotte ai ferri e al forno, poi macinate e condite con aromi dell’orto, parmigiano e noce moscata. I
piccoli gioielli vanno obbligatoriamente chiusi a mano,
uno ad uno … possibilmente in quell’atmosfera serena
e “chiacchieraticcia” (come trovare termine più appropriato?) delle massaie nella cucina di mamma Giselda.
in queste pagine una piccola riflessione “salutare”
sul mangiare e bere, suggerendo di far ricadere le
scelte su genuinità e manualità del buon cibo di una
volta.
Saremo “retrò” ma riteniamo che chi è costretto a
fare una vacanza in meno o più corta per via della
crisi, almeno la soddisfazione di gustare i piaceri di
una buona tavola se lo merita!
Natale o Pasqua che sia, ci vogliono
almeno 20 tortellini a testa,
secondo tradizione
Con i consigli di
“mamma Giselda”,
Le Stagioni, San Marcello (AN)
46 senzaetà
“Dieta prima e dopo,
poco vino e champagne:
e Capodanno
vi risparmierà”
“Non scherzate
a tavola!”
L
’unico rimedio? Moderazione, tanta
moderazione, specie per gli individui
adulti. Non vi è dubbio che la golosità
risulta dannosa alla salute del corpo quando
comporta un’alimentazione eccessiva, in termini di energia, di grassi animali, di alcool e
di colesterolo. Del resto, la gola è annoverata
tra i 7 vizi capitali nella tradizione assieme
alla lussuria. Il prof. Aldo Svegliati Baroni,
primario emerito medico dietologo di Ancona, non ha dubbi.
Quali cibi sono davvero da evitare?
“In realtà non c’è un alimento che non si
possa mangiare, l’importante è considerare
l’apporto calorico, la composizione e quindi
usarlo con intelligenza”.
Quindi il problema è una mancata educazione alimentare?
Direi che oggi c’è più possibilità di mangiare
e la popolazione viene investita dagli eccessi
in maniera più larga. Molti poi, sono persone
Dott. Aldo Svegliati Baroni
Primario emerito medico
dietologico Ospedale
Umberto I Torrette di Ancona
di una certa età con necessità caloriche inferiori rispetto ad un giovane e si capisce come
un’alimentazione abbondante annaffiata da
alcool, possa creare disturbi gastroenterici e
da questi è breve il passo a quelli di natura
cardiocircolatoria”.
Quante sono le calorie di cui hanno bisogno una persona anziana e una giovane?
“La media per un giovane si aggira intorno
alle 2400 calorie ma già i soggetti al di sopra
di 40 anni ne bruciano appena 1800...”
L’alimentazione delle persone durante l’anno rispetta questi limiti?
“Direi proprio di no. Anzi, a una quota ca-
lorica maggiorata rispetto a quella indicata
dall’Istituto Nazionale della Nutrizione, non
si associa un dispendio energetico adeguato e
quindi un’attività motoria. Tant’è vero che i
bambini marchigiani con le loro marmellate,
nutella e dolciumi vari, sono obesi addirittura
nel 10% dei casi. E’ però un fenomeno nazionale: recentissime indagini segnalano un 23%
di bambini sovrappeso e un 11% di obesi.
Sarebbe il caso di riflettere non le pare?”
Sì, ma facciamolo dopo Capodanno. Intanto, se abbiamo già prenotato il cenone,
possiamo ridurre almeno il rischio con un
comportamento adeguato prima e dopo?
“Se ormai abbiamo prenotato e pagato, nella mentalità delle persone è logico utilizzare
quanto offerto... In realtà bisognerebbe cercare almeno di limitare la quantità e l’alcool.
Molte preoccupazioni suscita il mitico cenone:
se la cena di Natale è stata ricca quello di Capodanno sarà... sontuosa. Si può approfittare
di questa ‘tregua’ per dare alcune avvertenze
mediche sui cibi e le modalità per accogliere il
2013 senza sgradevoli conseguenze e per passare incolumi le restanti feste. Il primo e consueto suggerimento è moderare la quantità.
Se è sconsigliabile comunque l’assunzione di
alimenti molto grassi come lo zampone che il
31 dicembre si aggiunge a pietanze a rischio
(arrosti di maiale, salumi, salsicce) che fanno
lievitare i trigliceridi specie se ben condite , la
modica quantità frena gli effetti indesiderati.
Altra indicazione è evitare di accompagnare
la cena con troppi dolci e alcool. I panettoni
ipercalorici e i torroni dopo il pasto specie se
al cioccolato, sono pesantissimi. Poi i liquori,
anche se molti li considerano digestivi, complicano il lavoro dello stomaco”.
Quanto vino si può bere a Capodanno senza farci del male?
“Un bicchiere di vino e uno di champagne
sono più che sufficienti e non fanno danni”.
Ma il giorno prima e il giorno dopo bisogna
stare a dieta?
“Certamente, dando spazio a frutta e verdura”.
Se dopo le feste ci si scopre due o tre chili in
più, digiuno?
“Noi dietologi siamo assolutamente contrari
al digiuno e al dimagrimento troppo rapido.
Una dieta equilibrata, modicamente ipocalorica, potrà essere sufficiente per rientrare in
linea nel giro di dieci giorni”
senzaetà 47
Inclusione
e Lavoro
ATLANTE Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di
tipo B, una ONLUS per l'inserimento socio-lavorativo di soggetti
svantaggiati.
ATLANTE ha lo scopo di creare opportunità lavorative di vera
integrazione sociale per gli appartenenti alle categorie protette o
svantaggiate, offrendo sul mercato una ampia gamma di servizi, con
la garanzia della certificazione di qualità ISO 9001:2008
PERCENTUALE LAVORATORI
APPARTENENTI ALLE
CATEGORIE SVANTAGGIATE
REQUISITI MINIMI DI LEGGE
ATLANTE
30%
70%
circa 50 su 70 dipendenti
Richiedi i servizi di ATLANTE
Centralino, portierato, custodia non armata
Gestione parcheggi
Veicolazione pasti
Raccolta differenziata dei rifiuti
Attività ausiliarie di supporto alle isole ecologiche.
Spazzamento manuale
Pulizia bagni pubblici
Movimentazione e pulizia autobus
Interventi tecnici di controllo e piccola manutenzione
ordinaria su impianti idraulici, elettrici, fognari e gas
Letture contatori
E inoltre: traslochi, facchinaggio, pulizie, pulizie industriali, manutenzione del verde, vendita di titoli di viaggio per
trasporto urbano ed extraurbano …
Sostieni il lavoro dei disabili e delle categorie svantaggiate
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Bonifico Bancario:
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non lucrative di utilità sociale” della
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Tel. 071 2901002 – Fax 071 2914251
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48 senzaetà
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Albo Regionale Marche Cooperative Sociali D.D. n° 295 del 11/08/97
Cibo per la mente,
il corpo, lo spirito
I
l cibo non può essere visto come un
semplice aggiungere carburante al nostro
corpo fisico ma deve essere vissuto in
modo consapevole, attento e partecipato
come esperienza che attiva la sfera cognitiva,
specie quando sorge il pensiero del cibo, ad
esempio, nel momento in cui programmiamo cosa cucinare per pranzo o per cena,
quando ci documentiamo sui principi nutrizionali degli alimenti o quando ci confrontiamo sui sentito dire, sulle dicerie, gli usi, i
costumi che, appartenendo ad un contesto
socio culturale, attengono a ciascuno di noi e
che a vario titolo ci influenzano nelle nostre
preferenze e scelte.
A sua volta, il contenuto mentale influenza
quello emozionale, e quest’ultimo di riflesso
agisce sul primo.
A questo attengono le paure, i desideri, le
ansie, le rabbie, i sensi di colpa e tutto ciò
che emotivamente ci orienta verso alcune
preferenze alimentari piuttosto che altre.
Esiste un altro aspetto spesso sottovalutato:
quello spirituale.
Non c’è cultura, tradizione filosofica o religiosa in cui non venga delineata la sacralità
del cibo e dell’atto dell’alimentarsi. “Non di
solo pane vive l’uomo” ma al tempo stesso
“Non quello che entra nella bocca rende
impuro l’uomo, ma quel che esce dalla sua
bocca”.
Le citazioni potrebbero essere infinite. È
evidente come anche la componente spirituale possa a sua volta avere ripercussioni
sulle sfere mentale, emozionale e fisica di
tale esperienza.
È evidente, quindi, che l’approccio al cibo, al
pari della vita debba avere un equilibrio armonico tra tutti questi aspetti, tutti debbono
essere nutriti e bilanciati. In questa accezione non esistono a priori cibi buoni o cattivi
in assoluto ma quel che conta, nel rispetto
delle proprie condizioni fisiche e di salute, è
l’uso e la frequenza con cui ci si approccia.
Nessuna rigidità, luogo comune, diceria fa
bene al vivere, alla vita, ivi compresa l’alimentazione.
Quel che conta in primis è la consapevolezza: del proprio corpo, delle emozioni, convinzioni credenze filosofiche e/o religiose,
condizioni del corpo.
E questa passa attraverso il sentire, il farne
esperienza diretta, non tramite le parole e le
eventuali imposizioni di un altro, per quanto
esperto possa essere.
Anche le parole e i suggerimenti alimentari
di amici o di esperti possono aiutarci, nella
misura in cui sappiamo farne buon uso,
adattandoli alle nostre specifiche condizioni
psicofisiche, che solo noi stessi conosciamo
in quanto le viviamo in prima persona.
Anna Fata
Psicologa olistica e scrittrice
www.armoniabenessere.it
cibo,come
Aggiungere
“carburante”
Al fisico.
Ma facciamolo
consapevolmente
Si è tenuto lo scorso settembre a Senigallia (Ancona) l’incontro iniziale di “AlimenTIAMOci consapevolmente”, una lunga
e articolata manifestazione che nell’arco di tre mesi offre servizi di consulenza in tema di alimentazione, seminari, laboratori,
corsi e conferenze.
Argomento approfondito nel primo incontro è stato il buon cibo per la mente, il corpo, lo spirito. I relatori che si sono
avvicendati, hanno trattato ciascuno il tema secondo la loro prospettiva professionale: il dottor Danilo Carloni, farmacista ed
esperto di omeopatia e fitoterapia, ha illustrato le proprietà benefiche di un cibo quanto mai diffuso e amato: la mela, la dottoressa Anna Fata, psicologa olistica, scrittrice e presidente di ArmoniaBenessere, l’associazione no profit per il ben-essere
della persona che vive e che lavora che ha promosso l’intera manifestazione, ha posto l’accento sulle implicazioni emotive,
sociali, simboliche, mentali, spirituali che l’esperienza alimentare comporta, il professor Alessandro Gramenzi, nutrizionista
dell’Università di Teramo, ha evidenziato l’esperienza del cibo in relazione ai nostri amici animali, che ormai a pieno titolo
sono entrati a fare parte della famiglia della maggior parte di noi.
Per info sulla manifestazione: [email protected]
Mangia sano a Natale
Un momento dolce...
alla portata di tutti
D
a oltre 110 anni il marchio Giampaoli è sinonimo di qualità nei
dolciumi, di creatività e innovazione.
Arrivata felicemente alla quarta
generazione, l’industria capitanata dal presidente Giampaolo
Giampaoli ha una storia importante che continua a crescere, investendo e lavorando, assumendo
personale anzichè ricorrere alla
cassa integrazione e ampliando
con continui investimenti i settori di competenza.
Giampaoli dalla
tradizione del
Natale alla
capacità di
interpretare
il cambiamento
sociale:
oltre la
qualità,
creatività
e innovazione
Una delle caratteristiche aziendali infatti è sempre stata quella di essere al passo con i tempi.
Inventori del primo panettone
al cioccolato, il Panciocc, poi
dei biscotti e dei dolci con fa-
50 senzaetà
rina integrale, del torrone bio,
da dodici anni anche della linea
“senza zucchero” che ha portato
grandi consensi per la sensibilità
dimostrata verso chi ha problemi
di alimentazione e intolleranza,
oggi Giampaoli è ancora in piena
evoluzione sia dimensionale che
produttiva. “Una delle nuove sfide è il senza zucchero! - afferma
il Presidente Giampaoli - Anni
fa abbiamo fatto questa scelta,
lavorando anche come fornitori
del prodotto denominato “Giusto”, della linea medicinale Giuliani.
Ritengo che nella nostra storia
industriale, questo sia un impegno sociale preciso con la consapevolezza, unita alla responsabilità verso tutte le famiglie,
di poter regalare un momento
dolce... alla portata di tutti”.
Personalità vitale e vulcanica,
il Presidente non si fa pregare
quando si tratta di fare previsioni
sul particolare momento di crisi che stiamo attraversando: “La
società sta cambiando, bisogna
interpretare le esigenze delle famiglie di oggi.
Dobbiamo rimboccarci le maniche, da buoni marchigiani.
I sacrifici non ci spaventano”.
Proprio questo dinamismo e una
visione chiara del futuro hanno
fatto sì che i prodotti a marchio
Giampaoli siano arrivati anche
negli show room della Cina.
Un passo importante, l’ennesima
sfida di un made in Italy che rilancia senza paura, consapevole
della qualità e dell’eccellenza che
esprime a tutti i livelli.
Non da ultimo il coraggio di
fare e proporre prodotti sempre
nuovi.
Tra il verde screziato delle terre marchigiane, sul più alto colle a sinistra
del fiume Esino, c’è il paese di San Marcello. Qui, l’esperienza trentennale di una famiglia, i Bolognini, con la passione per la cucina tipica marchigiana e casalinga, crea un ambiente dove innovazione e tradizione
convivono. Le Stagioni è un ristorante a conduzione familiare, gestito in
cucina da mamma Giselda e dallo Chef Giacomo, le cui creazioni soddisfano i più diversi appetiti. Segni particolari: un connubio di cucina
genuina e convivialità nel rispetto delle tradizioni agresti della regione.
In sala, il gusto del palato sposa i piaceri della mente, con serate di
musica e letture, presentazioni di libri ed incontri a tema. Fuori, l’Orto
dei Profumi, un giardino di valore culturale e simbolico, fatto di piante
aromatiche e frutti dimenticati, un percorso di recupero della memoria
per scoprire come il nuovo sia già scritto nelle radici del passato.
senzaetà 51
Mangia sano a Natale
Troppi dolci,
poveri denti!
Il nostro esperto Oliviero Gorrieri spiega:
“Alimentazione e carie,piccolo grande problema”
L
a carie è una patologia
che provoca degenerazione dei tessuti duri del
dente, smalto e dentina.
Questa malattia multifattoriale
nasce dall’interazione di tre fattori: i batteri che colonizzano la
superficie del dente formando la
placca batterica (streptococcus
mutans); le caratteristiche proprie dell’ospite quali l’anatomia
del dente, saliva e abitudini di
igiene orale; l’alimentazione (gli
zuccheri, fra i quali il saccarosio è
il carboidrato più cariogeno). La
contemporanea presenza di placca e zuccheri in bocca provoca la
formazione di acidi e enzimi che
determinano l’abbassamento del
Ph e intaccano lo smalto causandone la demineralizzazione, ovvero la perdita di calcio e fosfato
al di sotto della superficie.
A questo stadio la lesione si presenta come macchia.
Con l’estendersi in profondità la
52 senzaetà
lesione raggiunge la dentina con
penetrazione di batteri nei tubuli
dentinali e formazione di cavità
cariosa.
Qui i primi sintomi della patologia, dolori al caldo e freddo, mal
localizzato e d’intensità sempre
maggiore.
Se la carie non è rimossa, il processo può raggiungere la camera pulpare: è carie penetrante in
dentina: dolore intenso, localizzato, estremo dolore al tatto.
Con l’esposizione della polpa,
non più protetta da dentina,
avanzano infezioni e insorge la
pulpopatia.
Un particolare tipo di carie è
quella del solco (PFCLs). Si
tratta di una tipologia frequente
negli adolescenti che insidia, in
principio, le parti profonde dei
solchi e si sviluppa in profondità interessando rapidamente gli
strati della dentina seguendo i
canalicoli fino alla polpa e ren-
dendosi visibile nella parte superficiale a distanza di tempo. La
demineralizzazione rimane confinata all’interno del solco senza
sintomatologia.
Questa appare solo quando la
lesione va a indebolire il tessuto dello smalto che, collassando,
evidenzia la cavità.
La carie del solco è nota come
“hidden caries” ovvero carie nascosta. La sua incidenza è aumentata con la somministrazione di fluoro attraverso colluttori,
gel o dentifrici che rafforzano lo
smalto ma rendono più vulnerabili le aree più nascoste, come i
recessi dei solchi, esposte all’aggressione dei batteri che qui si
vanno a nascondere indisturbati.
La carie del solco è più diffusa di
quanto si pensi ed è proprio per
questo che è importante una diagnosi precoce e opportuni provvedimenti di profilassi, sigillatura
e conservativa.
Nella foto la dott.ssa Patrizia
Proietti, responsabile del
progetto di prevenzione e
trattamento dei disordini
cranio-mandibolo-posturali
della ASUR Marche,
con il prof. Oliviero Gorrieri.
Diagnosi
e trattamento
della carie
La diagnosi inizia con l’esame clinico: anamnesi, indagine clinica
extra e intraorale con strumenti
come specchietto e specillo, test
di transilluminazione e sensibilità,
infine indagine radiografica poichè la carie, quando il dente perde
minerali, diventa radiologicamente
visibile anche in zone più profonde
come radici e spazi interprossimali.
Il trattamento della carie richiede la
terapia conservativa: anestesia, isolamento del campo operatorio con
diga di gomma o rulli di cotone,
rimozione del tessuto alterato, preparazione della cavità; detersione;
protezione pulpare, otturazione con
materiali per ricostruzione provvisoria (guttaperca, cementi) o permanente (amalgama, resine e composti), controllo occlusale, rifinitura
e lucidatura. Non ci sono criteri per
giudicare se tutto il tessuto cariato
è stato asportato. Per questo validi
studi hanno dimostrato l’efficacia
anche di nuove strategie come i
trattamenti con ozono.
MIELE
niente di più naturale
L
’apicoltura ha da sempre rappresentato una fonte di reddito e se anche
l’apicoltore, in passato, non conosceva
bene l’importante ruolo svolto dalle api per
la salvaguardia dell’ambiente, tuttavia grande
cura veniva prestata nei confronti di questi
laboriosissimi insetti sociali.
Miele, pappa reale e propoli: questi i prodotti
principali della produzione apistica.
Il miele, in particolare, è un alimento che
esplica un’attività sul benessere dell’uomo per
i suoi aspetti nutrizionali e salutistici.
Ecco dunque che vale la pena individuare le
possibili proprietà del miele attraverso la conoscenza della sua composizione chimica.
I carboidrati costituiscono circa l’80% del
miele, l’acqua il 17%, gli acidi organici dallo
0,1 allo 0,5% (soprattutto acido gluconico), i
sali minerali dallo 0,1 all’1,5%, soprattutto il
potassio, (assenti o in tracce nello zucchero),
le proteine (dalle api e dalle piante, assenti
nello zucchero) e aminoacidi dallo 0,2 al 2%
ed infine le vitamine (vitamine idrosolubili,
vitamina C e alcune vitamine del gruppo B) e
i componenti dell’aroma presenti in tracce.
Pertanto, il miele è da considerare, per composizione e per funzione, soprattutto un alimento glucidico a elevato potere energetico.
Al miele sono state attribuite, per la sua specifica composizione, azioni favorevoli per la
salute umana:
• azione prebiotica (promozione flora
batterica del colon);
• azione antiossidante (polifenoli);
• azione batteriostatica (produzione di acqua
ossigenata e acido gluconico);
• azione antinfiammatoria (flavonoidi, ac.
fenolico, peptidi);
• azione ipotensiva (presenza di colina
e acetilcolina).
La tradizione ha, inoltre, raccomandato altri
impieghi del miele, alcuni legati alla particolare specie vegetale di provenienza e al periodo di raccolta.
Il miele infatti può essere un conservante
degli alimenti, può essere usato a livello topico come coadiuvante di ferite e abrasioni e,
a fini terapeutici, anche se non riconosciuto
ufficialmente, come coadiuvante per gastriti,
lassativo e sedativo della tosse.
Infine, il miele è considerato un alimento importante per la dieta dei bambini.
In particolare, sembrerebbe migliorare la tolleranza al latte vaccino, rallentare la fermentazione intestinale e facilitare l’assorbimento
e la metabolizzazione dei grassi.
L’impegno Assam
L’APICOLTURA
NELLE MARCHE
Si può tracciare un quadro dell’apicoltura marchigiana attraverso i
dati forniti dai Consorzi Apistici
Provinciali. I dati possono essere
aggregati per classi dimensionali
suddividendo gli apicoltori in hobbisti o amatoriali se posseggono fino
a 30 alveari, apicoltori semiprofessionisti se posseggono da 31 a 200
alveari, professionisti se posseggono oltre 200 alveari. Su un totale
di 1355 apicoltori solo 17 possono
definirsi professionisti e circa 215
semiprofessionisti
(dati 2009).
Gianluca Carrabs
Amministratore Assam
L’attività dell’ASSAM, in collaborazione
con i Consorzi Apistici è volta a migliorare la professionalità degli apicoltori attraverso
la realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento e a controllare la qualità stessa
dei prodotti attraverso li laboratorio del Centro Agrochimico di Jesi.
Per informazioni si può consultare il sito www.assam.marche.it
il portale della biodiversità
senzaetà 53
Medicina
sanità
meglio adeguare che tagliare
Perchè solo tagli? Il presidente Bambara
della Iaio spiega come collaborare fra pubblico
e privato per recuperare risorse preziose
Presidente Iaio
Filippo Bambara
54 senzaetà
Ma davvero non c’è altra soluzione che tagliare, a proposito di
quanto predisposto dalla manovra governativa detta Spending
Rewiew? Chiediamo un parere
al Presidente Iaio Filippo Bambara.
“Dalla lettura dell’articolato legislativo, la manovra altro non
rappresenta che il solito Uovo di
Colombo a partire dalle premesse che si incentrano senza alcuna lungimiranza programmatica
sull’acquisto e fornitura di beni e
servizi attraverso nuovi contratti
finalizzati ad ulteriori sconti attraverso una rinegoziazione contrattuale tra Azienda sanitaria e
fornitori.
Ad avviso del Ministero della Salute, Il risparmio sarà di 1
miliardo di euro per il secondo
semestre del 2012, 2 miliardi per
il 2013 e 2 miliardi per il 2014.
Ovviamente non sono d’accordo, perchè alla fine paga il solito
Pantalone cioè gli anelli deboli
della catena, i pazienti e i fornitori privati con in essere accordi
contrattuali che così saranno incisi e percossi.
Prima di ridurre o tagliare servizi,
sarebbe stata opportuna un’adeguata verifica che tenesse conto
anche del principio “meglio acquistare che produrre”, con ciò
strumentalizzando le norme che
già ora statuiscono i baluardi
portanti del sistema: appropriatezza, qualità, economicità: “conditio sine qua non” per l’accesso e
adeguamento del finanziamento
del SSN”.
Come è possibile verificare milioni di prestazioni?
“Il nostro Ministro Balduzzi proviene dalla AGE.NA.S., agenzia
composta da quotati tecnici cui
sono demandate diverse funzioni, tra cui: Monitoraggio della
spesa sanitaria dei LEA; Monitoraggio costi e tariffe del Sistema Sanitario Nazionale; Qualità
ed Accreditamento.
Quindi conosce bene il sistema
e soprattutto da quali tagli iniziare”.
Ad esempio ?
Da un’attenta verifica dei dati
trasmessi dalle singole strutture al Ministero dell’Economia e
delle finanze in materia di monitoraggio della spesa nel settore sanitario e di appropriatezza
delle prescrizioni sanitarie: i
dati in parola vengono trasmessi
sia direttamente dalle strutture
o attraverso le regioni e le province autonome laddove queste
hanno realizzato direttamente
nel proprio territorio sistemi di
monitoraggio delle prescrizioni
Un nuovo modo di fare salute
nasce IAIO fondo integrativo del SSN
SI chiama IAIO, nasce come Associazione di Promozione Sociale per poi trasformarsi in Fondo Integrativo
del Servizio Sanitario Nazionale, opera come rete di previdenza e assistenza per i propri associati (Soci Sostenitori) ed è in grado di fornire prestazioni di ogni tipo grazie alle strutture anch’esse associate (Soci Promotori).
Il Consiglio di Amministrazione della Iaio Fondo Integrativo del Sistema Sanitario Nazionale, si è costituito il 19 luglio 2011, ad Ancona avviando un programma che prevede da statuto: promozione Sociale
e attuazione dei Servizi Sanitari e della Ricerca Scientifica a favore della salute, attraverso il diritto allo sviluppo, alla innovazione, alla libera impresa per la tutela della Vita. Obiettivo del Consiglio è proporre in questo
quinquennio azioni che valorizzino, in aderenza alle Direttive UE, promozione, rispetto, leggi e regole che perfezionino la burocrazia a favore della salute come lo prevede il proprio Codice Etico che si rivede nella Carta Europea dei Diritti del Malato, (Bruxelles 15 novembre 2002). Interlocutori di questa Istituzione non lucrativa sono
il Ministero della Salute, le Regioni con gli assessorati alla Sanità, Comuni, ASL, Ospedali, Ambulatori, Poliambulatori e Cliniche ospedaliere sia pubbliche che private del territorio italiano, Europeo ed
extra Europeo.La IAIO prevede un budget annuo pari al 20% da dedicare alla Promozione Sociale dell’Assistenza ambulatoriale, ospedaliera e socio sanitaria attraverso le risorse economiche circolanti annualmente.
Il Consiglio
per la trasmissione telematica al
Ministero dell’economia e delle
finanze per i dovuti controlli .
Il sistema permette così ai Direttori Generali delle Aziende Unità Sanitarie Locali di informare
la propria attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, avvalendosi delle risultanze
degli osservatori centrali e regionali e quindi perfezionare accordi contrattuali con le strutture
accreditate in aderenza alla normativa comunitaria in materia di
procedure di acquisizione di beni
e servizi e nel rispetto dei princìpi di buona amministrazione e
gestione del denaro pubblico.
Il sistema permette inoltre di
salvaguardare la salute pubblica
attraverso le procedure operative
e risultati finali della assistenza,
incluso il gradimento degli utilizzatori dei servizi, così come
previsti nei requisiti ulteriori di
qualificazione per gli accreditamenti istituzionali”.
Se ho ben capito, quindi, lei
dice che ci sono i mezzi per verificare appropriatezza, qualità,
economicità di ogni struttura
operante per il SSN e quindi
sapere dove è meglio acquistare
che produrre...
“Una premessa: il mio ragionamento si riferisce a tutte quelle
prestazioni che nulla hanno a
che vedere con il rapporto tra il
Servizio sanitario nazionale e i
medici di medicina generale ed
i pediatri di libera scelta, disciplinato da apposite convenzioni; il riferimento è quindi alle
prestazioni previste nei LEA
che vengono erogate presso i
presidi gestiti direttamente da
AUSL, Aziende Ospedaliere,
delle Aziende Universitarie e
Gli undici Consiglieri, provenienti
da tutta Italia, sono prescelti per le
comprovate capacità culturali e professionali in Sanità e Ricerca scientifica.
Presidente è Filippo Bambara, manager
della sanità, uno dei maggiori esperti in
materia sanitaria sia nazionale che europea. Vice Presidente vicario è Massimo
Corigliano direttore Odontoiatria (“Cristo Re” di Roma); Presidente dell’Accademia Internazionale di Implantoprotesi Osteoconessa. Nicola Giampaolo è
portavoce della presidenza, giornalista,
direttore responsabile della rivista della
IAIO “Fare Salute”, Postulatore accreditato alla Santa Sede, Dicastero della
Congregazione delle Cause dei Santi
nonché Postulatore della Diocesi di
Roma e dell’Arcidiocesi di Napoli. Segretario Loredana Pianetti, titolare del
Centro Polispecialistico REM Ancona.
Tesoriere Giorgio Acciarini,medico
chirurgo specialista in Odontostomatologia. Consiglieri: Vittorio Bartolucci medico chirurgo in Odontostomatologia. Alessandro Cipollina medico
chirurgo in Odontostomatologia e
Chirurgia odontostomatologica Presidente Iaio i.s.s. Regione Sicilia, Enrico
Olivieri: medico chirurgo in Odontostomatologia. Serse Solazzi: titolare
della struttura Odontoteam di Fano.
Vittorio Antonino: titolare di struttura
multicentrica in Veneto. Luigi Casa:
Vice Presidente Accademia Internazionale di Implantoprotesi Osteoconessa
di Roma .
senzaetà 55
Medicina
Un momento del convegno iaio a Catanzaro, in Calabria
degli Istituti di Ricovero e Cura
a carattere scientifico, nonchè da
Soggetti Privati Accreditati con
in essere accordi contrattuali.
Con la riforma “ter” si è passati
dalle cosiddette “Convenzioni”
agli “accordi contrattuali” quindi
non più atti “discrezionali” bensì
accordi con strutture pubbliche e
private che, operanti per il “terzo
Pagante/Garante (SSN/ Fondi
Nazionali - Europei)”, devono
possedere determinati requisiti
strutturali, tecnologici, organizzativi e garantire i requisiti
professionali degli operatori sanitari”.
Dunque chiunque ha i requisiti
può stipulare accordi contrattuali con il Servizio Sanitario.
“Ovviamente no.
La qualifica di soggetto accreditato non costituisce di per sé un
vincolo per le aziende e gli enti
del servizio sanitario nazionale a
corrispondere la remunerazione
delle prestazioni erogate, al di
fuori degli accordi contrattuali”.
Quali sono i criteri per far parte
del sistema?
“Intanto l’autorizzazione sanitaria rilasciata in rapporto al
fabbisogno complessivo e alla
localizzazione territoriale delle
56 senzaetà
strutture presenti in ambito regionale.
Poi l’accreditamento istituzionale e relativa classe rilasciato dalla
regione alle strutture autorizzate,
pubbliche o private ed ai professionisti che ne facciano richiesta
previa un’attenta valutazione
della rispondenza delle strutture
al fabbisogno e alla funzionalità
della programmazione regionale,
inclusa la determinazione dei limiti entro i quali sia possibile accreditare quantità di prestazioni
in eccesso rispetto al fabbisogno
programmato, in modo da assicurare un’efficace competizione
tra le strutture accreditate”.
Ciò significa che la struttura
privata accreditata è equiparata
alla struttura pubblica quindi
“dentro il SSN”.
“Esatto, il sistema dovrebbe così
assicurare un’efficace e sana competizione tra le strutture accreditate e indurre gli Enti preposti
ad una corretta valutazione costi/
benefici in ossequio alla circostanza dove “è meglio acquistare
che produrre”.
Può fare un esempio?
“Proprio in questi giorni i quotidiani locali di una regione c.d.
“virtuosa” riportano la notizia
dell’inaugurazione di un ampliamento di una struttura pubblica
operante nel comparto odontoiatrico. Come d’uopo in queste
circostanze, alla “qualificata presenza” di autorità varie nella de-
armonia
coesistenza
e integrazione
ingredienti
necessari
per
l’eccellenza
in sanità
Abbattendo
i costi sanitari
scrizione dell’attività di reparto,
a quanto riportato dalla stampa,
si evidenziava che venivano erogate circa 3687 prestazioni l’anno di varia natura , conservativa,
protesica, ortodontica, chirurgica. Tuttavia, a mio sommesso
avviso, il dato più rilevante ma
puntualmente omesso, è che non
è dato sapere quanti operatori,
tra direttore, professionisti, assistenti, receptioniste, infermieri
etc., operano presso la struttura
e, ovviamente, a quanto ammontano i costi, anche non sanitari,
coperture assicurative comprese,
per far funzionare la struttura.
Ora, pur non conoscendo in dettaglio tali elementi, possiamo
provare a simulare un confronto
tra la citata struttura pubblica
e una privata accreditata alla V
classe Eccellenza di 300 mq. con
in essere accordi contrattuali con
il SSN operante nella stessa regione, attraverso i dati della trasmissione telematica al Ministero dell’economia e delle finanze
per i dovuti controlli (ex art. 50
L. n. 326/2003) delle prestazioni
erogate, si evince senza tema di
smentita che:
•Le prestazioni di varia natura,
conservativa, protesica, ortodontica, chirurgica erogate sono pari
a circa 7000 in 7 mesi di attività
per un budget annuale assegnato
di € 129.000. Una precisazione:
il budget in parola è omnicomprensivo dei costi gestionali, copertura assicurativa compresa per
cui, esaurito il budget la struttura
privata non potrebbe più erogare prestazioni LEA e quindi
verrebbe a mancare all’Utenza
quella garanzia della continuità
Il Presidente Filippo Bambara interviene al
recente convegno iaio di Sarnano nelle Marche
della riabilitazione dell’apparato masticatorio progettata dallo
specialista di sua fiducia. Risulta
inoltre:
•Prestazioni non ripetitive.
•Il Gradimento dell’Utenza è
pari al 98% (dati emersi dalle
verifiche ispettive sulla certificazione della qualità e per il mantenimento dell’accreditamento
Istituzionale alla V classe Eccellenza)•Nessun contenzioso in atto.
•La Struttura produce utili.
•La risposta non può essere il
taglio, sic et simpliciter, dei posti
letto, delle prestazioni, l’erogazione di prestazioni in intramoenia/
extramoenia/extraLea senza una
vera e fattiva regolamentazione
che coinvolga le risorse del privato accreditato.
Sono convinto che una corretta
e trasparente gestione del denaro
pubblico non può prescindere da
un’attenta verifica dei costi non
sanitari che, a mio avviso, sono
la vera metastasi del sistema, così
garantendo al citato anello debole della filiera ( sempre lui, il
ns.paziente) che tutte le risorse
pubbliche che il SSN assicura
vengono destinate esclusivamente alla sua salute”.
La presentazione ufficiale della iaio a Roma
Che soluzioni propone la Iaio?
“Le norme prevedono diverse
soluzioni: razionalizzare la spesa
sanitaria attraverso sperimentazioni gestionali tra pubblico/
privato, con il coinvolgimento
dei medici di medicina generale,
dei medici operanti nelle strutture private accreditate, infermieri
professionali e soccorritori provenienti dal volontariato e, perché no, in aderenza allo spirito
della riforma “ter”, prestando
una maggior attenzione a quegli Organismi no-profit all’uopo
istituiti, come la IAIO Fondo
Integrativo del SSN.
Il sistema garantirebbe al cittadino, come avviene in quei paesi
dove la mission sanità è una risorsa e non un costo, un’adeguata
risposta sanitaria attraverso la
previsione di poliambulatori che
comprendano il primo intervento H24 con lo stazionamento
paziente H24 e attività di prevenzione sanitaria con la presa
in carico del paziente.
La IAIO persegue il convincimento che l’armonia, la coesistenza e l’integrazione di pubblico e privato accreditato, e privato
no profit siano le caratteristiche
che rendono eccellente il model-
lo di sanità avviando così quel
percorso dell’abbattimento della
spesa sanitaria financo attraverso accordi diretti tra il SSN e
Fondi Doc iscritti presso il registro nazionale per tutte quelle
prestazioni erogabili in regime
ambulatoriale e in regime di Day
Surgery”.
Sul prossimo numero con
il Presidente Bambara
tratteremo il fenomeno
del turismo odontoiatrico
senzaetà 57
Malati di Niente:
12 anni di storia
D
odicesimo
appuntamento a Jesi per la rassegna Malati di Niente,
confronto di esperienze, voci e
dibattiti a livello internazionale
sui temi della diversità, integrazione e lotta contro lo stigma.
Chiediamo al Dott. Gilberto
Maiolatesi, coordinatore della
rassegna, le motivazioni che
diedero origine all’iniziativa.
“Nel 2001 Jesi fu scossa dalla notizia di una vile aggressione di un
gruppo di giovani nei confronti
di un paziente del Dipartimento
di Salute Mentale.
L’inspiegabile violenza inusuale
per una città di salde tradizioni
civili quale è Jesi, risultava ancor
più preoccupante in considerazione dell’età dei protagonisti,
membri di una generazione destinata a costituire il futuro della
comunità locale.
Nello stesso anno, per impulso
Il punto
sulla 180:
quando
l’istituzione
diventa
“perversa?”
58 senzaetà
della Comunità Alloggio Soteria e grazie al finanziamento di
istituzioni pubbliche (Comune
di Jesi e Provincia di Ancona) ed
enti no-profit (CoossMarche),
nacque la Rassegna “Malati di
Niente”, un percorso di sperimentazione nel quale camminano insieme pazienti, operatori,
gente comune verso un orizzonte
rappresentato da una comunità
di uomini e donne ancora capaci
di creare legame sociale, inclusione, solidarietà”.
Quali sono gli obiettivi che si
propone Malati di Niente?
“Gli obiettivi dichiarati della
Rassegna – ufficialmente confluita a partire dal 2003 all’interno
del Progetto Sollievo - sono
1) Valorizzare le diversità, la
contaminazione culturale e l’intervento sociale sul territorio;
2) Attivare un lavoro di rete con
l’associazionismo sociale e culturale, le istituzioni, le strutture
del servizio psichiatrico, il volontariato, il mondo della cooperazione;
3) Promuovere una riflessione e
una battaglia contro lo stigma, il
pregiudizio, il tentativo di revisionare la Legge 180”.
Quest’anno si percepisce la
volontà di coinvolgere diversi
attori sociali e allargare il dibattito culturale anche attraverso laboratori di formazione,
mostre di pittura e rassegne cinematografiche.
“Nel corso delle undici edizioni
di “Malati di Niente”, salutate
da una crescente partecipazione
di pubblico e da un significativo
coinvolgimento degli studenti
degli Istituti superiori del territorio (ITAS “Galilei”, Liceo
Socio-psico-pedagogico “Vittorio Emanuele II”, Liceo artistico “Mannucci”), Jesi è diventata
sede di dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, happening sulle tematiche della solidarietà e
dell’integrazione sociale.
Numerose sono state le presenze artistiche registrate in questi
anni: da Licia Maglietta (sul
palcoscenico del Pergolesi con il
“Delirio amoroso” di Alda Merini), al gruppo teatrale dell’Arena
del Sole con gli attori del DSM
di Bologna, al regista Silvano
Agosti (autore del film “La seconda ombra” sulla vita di Franco
Basaglia), Ascanio Celestini (“La
Pecora nera”), Emma Dante e
Stefano Benni”.
Dal 9 settembre con la Festa
Viaggiante fino a Giugno 2013
con il laboratorio teatrale “Il
Teatro, la Meta e il Viaggio”: c’è
un tema conduttore?
“La Rassegna 2012 è legata al
concetto di istituzione totale cioè
quando le istituzioni divengono
‘perverse’ nel loro operare.
Ciò avviene nel momento in cui
l’istituzione vive solo per mantenere se stessa stravolgendo il
proprio compito e i propri obiettivi.
Il manicomio è stato l’esempio
più eclatante di istituzione totale perversa in quanto il soggetto
anziché trovare cura ed assistenza si oggettivava nella malattia”.
senzaetà 59
Medicina
ginocchio
Per non ritrovarsi
“IN GINOCCHIO”
L
Consigli
utili in caso
di distorsioni
Fisioterapia
per riacquistare articolarità
In caso di distorsioni, l’immobilizzazione comporta successivamente la necessità di far riacquistare l’articolarità completa
del ginocchio. È quello che ci spiega Joseph Di Segni, fisioterapista romano da anni impegnato nell’ambito della riabilitazione traumatologica e traumatologico-sportiva. “Con tecniche di
chinesiterapia e manipolazioni articolari riusciamo a sbloccare
l’articolazione. Tutto ciò deve essere eseguito con un lavoro
parallelo di massaggio linfodrenante che tende ad eliminare
l’edema presente, da associare a terapie fisiche antinfiammatorie come la tecar ed il laser. Quindi si effettuano esercizi di
rinforzo muscolare in isometria. Senza andare ad intaccare
l’articolazione si riesce, così, a riacquistare un tono, trofismo
muscolare, sufficientemente valido”.
60 senzaetà
e problematiche più diffuse
legate al ginocchio sono le distorsioni e l’artrosi – ci spiega
Elvira Di Cave, primario della Divisione Ortopedica dell’Ospedale Israelitico di Roma – Le prime colpiscono le articolazioni accidentalmente o
durante l’attività sportiva. Il dolore
e il gonfiore che ne susseguono implicano la necessità di immobilizzare
il ginocchio in un tutore che metta
in quiete biologica l’articolazione. Il
Prof.ssa Elvira Di Cave,
primario della Divisione
ghiaccio ed i farmaci antiinfiammaOrtopedica dell’Ospedale
tori provvedono a ridurre il dolore ed
Israelitico di Roma
il gonfiore in modo tale da stimolare
la fase di ripresa cicatriziale dei legamenti interessati. È fondamentale in
questa fase identificare bene la gravità della lesione perché così sarà
possibile evitare quelle che sono le conseguenze di un trauma misconosciuto: la lassità (debolezza legamentosa) con conseguente insorgenza di attrito cartilagineo e quindi l’insorgenza di alterazioni
cartilaginee chiamate lesioni condrali.
Che tipo di individuo incorre in tali problematiche?
Ovviamente sono più colpiti gli sportivi, in modo uguale per sesso o
sport. È chiaro che l’obesità crea un substrato favorevole all’insorgenza
di tale patologia e che il superare il limite fisiologico di resistenza allo
sforzo crea anch’esso una maggiore frequenza agli stimoli discorsivi”.
Come si interviene?
Riposo, ghiaccio, tutore e bastoni canadesi senza caricare l’arto colpito
a terra.
Qual è la situazione se si tratta di sportivi professionisti?
È la stessa che riguarda le persone normali con la sostanziale differenza che lo sportivo ha necessità di un riposo funzionale, di non interrompere mai l’attività fisica, quindi per questo un precoce recupero in
piscina con esercizi in acqua alta favorirà l’insorgenza di una ripresa
graduale ma più veloce.
Ulteriori consigli?
Una lesione legamentosa va sempre affrontata stabilizzandola perché
la instabilità crea dei momenti di conflitto ed usura precoci che sono
l’anticamera dell’insorgenza dell’artrosi invalidante socialmente che
necessita di impianti protesici.
In quali casi è necessario un intervento chirurgico?
Quando si rompe il legamento crociato si deve ricostruire per dare
stabilità e quando c’è una lesione cartilaginea importante ed è subentrata l’artrosi occorre applicare la protesi. Per una semplice lesione meniscale basta l’artroscopia .
Maria Chiara La Rovere
Un gel
per recuperare
fattori
di crescita
piastrinici
nel trattamento
delle patologie
degenerative
osteoarticolari
L
a disciplina Ortopedica,
un tempo considerata
quale branca chirurgica
cruenta e demolitiva, oggi sta
virando verso la “prevenzione”
delle patologie degenerative ed
aspira alla “rigenerazione” di tessuti danneggiati.
Normalmente, le cellule dell’organismo stimolano i processi di
accrescimento, differenziamento
e riparazione utilizzando delle
proteine che vengono definite
“fattori di crescita”. Queste fungono da impulsi che la cellula
converte in risposte ben determinate: fisiologicamente stimolano l’accrescimento e l’omeostasi tissutale, mentre nel trauma,
attraverso l’ematoma, stimolano
l’attivazione del processo riparativo-cicatriziale.
Le piastrine, costantemente implicate nei processi riparativi di
lesione, sono state identificate
come “riserva di fattori di crescita” facilmente reperibile, e per
questo studiate per possibili applicazioni terapeutiche. La letteratura scientifica utilizza la sigla
PRP (Platelet Rich Plasma) per
indicare un pool di fattori di crescita derivati dalle piastrine, che
per via della sua consistenza è
anche denominato “Gel Piastri-
Dott. Alberto Busilacchi
Clinica Ortopedica
Università Politecnica
delle Marche
nico” o “Pappa Piastrinica”.
In Clinica Ortopedica dell’Università Politecnica delle Marche,
da anni ci occupiamo di questa
materia, avendo verificato cosa
accade alle cellule stimolate con
PRP attraverso test preclinici
(per valutare la sicurezza), definendo l’efficacia del trattamento
infiltrativo in lesioni tendinee,
muscolari e cartilaginee, infine
organizzando incontri scientifici come la “Ia consensus conference nazionale sui fattori di
crescita in ortopedia”. I maggiori
successi, nella nostra esperienza,
parallelamente ai dati pubblicati
da altri ricercatori nel mondo, si
osservano nel giovane sportivo
con problemi cartilaginei, come
pure nel soggetto anziano artrosico: in quest’ultimo caso non si
punta ad una riparazione o rigenerazione del tessuto degenerato come si auspica nel giovane,
bensì alla scomparsa del dolore
e all’ incremento della mobilità
articolare, ovvero a quegli aspetti
critici affinché un anziano possa
muoversi ed mantenersi autosuf-
ficiente.
Tra le articolazioni che meglio
rispondono al trattamento con
PRP abbiamo in primo luogo il
ginocchio, seguito dalla spalla e
dalla caviglia. Numerose discipline mediche guardano con interesse alle biotecnologie come il
PRP, per le quali l’Ortopedia ha
avuto un atteggiamento “pionieristico”: la nostra ricerca sta ad
ogni modo procedendo per ottenere evidenze sempre più forti
sia sul piano clinico che a livello
biologico-molecolare.
senzaetà 61
Longevità Attiva
FESTA DEI NONNI
per unire le generazioni
L’esempio di Ancona
Uno degli eventi italiani multigenerazionali per rendere tangibile l’input
internazionale dell’Anno Europeo della
Longevità attiva e della Solidarietà fra
le generazioni.
N
onni, bambini, scuole, associazioni: da 1 a 90 il
ventaglio di età presenti, per una giornata di gioia
e commozione straordinariamente partecipata.
Sono gli ingredienti della Festa del Nonno made in Ancona, che il 4 ottobre ha riempito di suoni e colori la sede
comunale.
Decine di bambini insieme ai loro piccoli grandi amici
nonni, tra palloncini, disegni e lettere, lette e raccontate
nella sede istituzionale-conviviale, a conclusione del concorso “Vota il nonno migliore”.
Tutto grazie all’intraprendenza dell’organizzatore, Claudio Acacia (ex dipendente Inrca), la collaborazione del
Comune di Ancona, della rivista Senzaetà, da sempre
sensibile ai temi sociali, e di soggetti come Inrca, Italia Longeva, associazione Amici dell’Inrca, Corriere
Adriatico, Banca Popolare di Ancona, Dolciaria Giampaoli, Giovane Ancona Calcio, scuola materna Acquario di Pietralacroce.
Tanti i premiati. Targa ricordo ad Antonio Tombarello,
Ferdinando Gagliardi, Franco Traferri, Roberto Giaccaglia,
Vinicio Riderelli e Matteo Menghini: sono i non-conventional nonni premiati grazie alle parole scritte dai loro nipotini, che, tra il serio e il faceto, l’ironico e l’emozionante,
si sono rivelati piccoli scrittori d’eccellenza. Premiate anche diverse scuole del territorio: l’Acquario, la Da Vinci, la
De Amicis e la Falcone.
La Giovane Ancona Calcio, rappresentata dal presidente
Diego Franzoni e dal dirigente Claudio Vignoni, ha messo inoltre a disposizione i propri gadget per premiare i
nipoti Marco Duranti, Benito Santarelli, Chiara Menghini
ed Elisa Pistagni, le associazioni Scatola Magica, Ludocoop,
Centro Nonni e Nipoti e Laboratorio Tecnico. Fra gli intervenuti, l’assessore comunale Tamara Ferretti, Aldo Tesei
(Amici dell’Inrca) ed Enrico Paciaroni, emerito geriatra cofondatore dell’Inrca.
ma.la.
62 senzaetà
senzaetà 63
Medicina il piede
La pedana
baropodometrica
È
un apparecchio utilizzato in ortopedia,
traumatologia, rieducazione funzionale, medicina
sportiva, diabetologia e soprattutto da tecnici ortopedici, che
confermano la validità nello
studio del piede offerta da questo strumento, che completa,
migliora e modernizza le precedenti tecniche di analisi.
Questa tecnica è caratterizzata da una pedana composta di
migliaia di sensori che sono in
gradodi misurare la deformazione generata dalla forza applicata dal piede sulla pedana.
È quindi un sofisticato metodo d’indagine non invasiva per
misurare la quantità di carico esercitata su ciascun punto
d’appoggio del piede.
L’importanza del piede come
mezzo di sostegno del corpo è
fondamentale. L’esame viene
eseguito a piedi nudi, per valutare patologie e di individuare
le zone di sovraccarico, e con
le scarpe, per verificare la congruità della correzione dell’ortesi plantare.
Il test prevede: controllo in ortostatismo bipodalico (statico)
e indagine del passo durante
l’evoluzione cinetica del mo-
64 senzaetà
vimento (dinamico), misurazioni che sono accompagnate
da documentazione a colori
grazie all’ausilio del computer
con analisi dei valori pressori in
automatico con confronto dei
parametri di normalità.
Lo studio baropodometrico
consente al paziente di avere
una chiara visione della distribuzione delle superfici e dei
carichi esercitati sul piede, aiutandolo a conoscere meglio il
proprio appoggio. Il controllo
dell’appoggio del piede sia senza sia con le calzature previene
l’insorgere di dolori alle articolazioni metatarsali o al calcagno in casi d’instabilità, nonché complicazioni che possono
riflettersi sulla struttura corporea con particolare riferimento
ad algie lombari, problemi al
ginocchio e al bacino.
Infatti, problemi come dolori
al ginocchio, al bacino, alla colonna vertebrale, cervicalgia,
cefalee, mal occlusioni dentali e
altro ancora possono essere scatenati da una cattiva postura.
L’importanza del piede come
mezzo di sostegno del corpo
intero diventa fondamentale
in situazioni apparentemente
banali.
ANALISI STATICA: eseguita da un tecnico ortopedico mediante apparecchiatura di nuova generazione consentendo di
esaminare nel dettaglio la morfologia del paziente che cammina senza calzature. L’analisi statica studia quindi le informazioni primarie del paziente ossia (distribuzione del carico,
delle superfici, posizione del baricentro corporeo I centri di
pressione dei singoli arti (attraverso una scala di colore saranno messi in evidenza eventuali iper-carichi).
ANALISI DINAMICA: si esegue per stabilire la distribuzione dei carichi in posizione statica e dinamica, le diverse
fasi del passo e il trasferimento del carico corporeo al suolo
durante l’appoggio e il roteamento del piede, il paziente cammina almeno tre volte senza calzature. Quest’analisi quindi
esamina il doppio appoggio quantificando carichi e superfici durante il ciclo del passo. I dati sono poi confrontati con
quelli dell’analisi statica per verificare se vi sono valori simili
o diversi tra loro, variazioni riconducibili a instabilità strutturali, problemi di equilibrio, algie del piede o dell’ arto inferiore
o altre problematiche simili.
ANALISI STABILOMETRICA: è uno studio qualitativo
che serve ad analizzare il preciso esame posturologico e ortostatico del corpo
Sistema CAD-CAM
Il sistema CAD-CAM permette ai tecnici ortopedici di realizzare,
con uno strumento semplice e potente, prodotti con tecniche di
scansione e modellamento in 3D. Questo sistema è costituito da un
hardware e un software che permette di ottenere modelli tridimensionali
positivi, controllando in tempo reale le loro caratteristiche.
Il modello digitale in 3D è ottenuto attraverso l’uso di fotocamere
tecnologicamente avanzate, garantendo al paziente
massima precisione nel risultato ma soprattutto
evitano allo stesso i soliti bendaggi gessati
fornendo confort e pulizia.
Il CAD-CAM consente di riprendere
con assoluta precisione e fedeltà sia
le gibbosità sia le più difficili asimmetrie
nei diversi tipi di pazienti dal bambino,
all’anziano, al neurologico. L’esame si esegue facendo porre il
paziente al centro del sistema con una maglina aderente sulla
quale si trovano molteplici file di punti di diverse tonalità di
colore, dopodiché il tecnico ortopedico esegue lo scatto fotografico e l’esame per il paziente si può considerare finito in
quanto può lasciare la postazione e rivestirsi.
Il software una volta rilevati i punti dalle immagini ne calcola
l’esatta posizione, dando il via alla fase della stilizzazione che
per il tecnico ortopedico vuol dire lavorare finalmente in uno
studio tecnologicamente avanzato.
Per concludere possiamo dire che il CAD-CAM è un passo
avanti per la tecnologia ortopedica perché permette la riuscita
di un presidio perfetto semplificando notevolmente il lavoro
del tecnico ortopedico
Neri Mario e Chiucchiù Maria Luisa Tecnici Ortopedici
e Titolari del Centro Ortopedico Marchigiano
Cos’ è un plantare
L’ortesi plantare è un dispositivo medico realizzato interamente su misura che deve rispondere
a più necessità: da un lato correggere e/o compensare una problematica e dall’altra essere ben
tollerata dal paziente risultando perciò leggera e soprattutto capace di migliorare la qualità della
nostra vita.
Classificazione:
Plantari correttivi - Plantari antalgici - Plantari biomeccanici
S’intendono plantari correttivi, le ortesi realizzate con lo scopo di correggere una problematica
nell’età evolutiva, ovvero fino a quando l’apparato muscolo-tendineo-scheletrico è in grado di
rispondere a delle sollecitazioni esterne. Appartengono a queste categorie le ortesi per il bimbo
che, per mezzo di cunei, spessori o sostegni, sono in grado di modificare il piede piatto, la
pronazione del retropiede, il ginocchio valgo ecc..S’intendono plantari antalgici, le ortesi concepite
a solo scopo di ridurre, limitare o eliminare il dolore: sono morbidi al fine di ammortizzare o scaricare
l’urto in un determinato punto dolente. Indicati persoggetti con artrosi a uno stadio avanzato, artrite
deformante, gotta, diabetici, gravi insufficienze circolatorie.
Per la realizzazione di un’ortesi plantare è fondamentale una corretta prescrizione medica dell’ortopedico.
Centro Ortopedico
Marchigiano
Via Flaminia 309/310
Torrette di Ancona (AN)
Tel.071/2181277
mail
[email protected]
Centro Ausili
Via Dell’Industria n.2
Falconara Marittima (AN)
Tel.071/2181277
mail
[email protected]
NewGedam
Via Pergolesi n.44
Potenza Picena (MC)
mail
[email protected]
Sito:
www.neriteam.it
senzaetà 65
Medicina il piede
Bistrattato e poco considerato nonostante rivesta un ruolo importantissimo sia per la
nostra salute che per il
nostro equilibrio psicofisico, il piede è un raffinatissimo capolavoro
di meccanica tanto che
Leonardo da Vinci lo
definì un’opera d’arte,
un capolavoro di ingegneria. Interessante
scoprire i tanti aspetti
che ne venivano valorizzati nell’antichità.
Un piede...
mille significati
Tra oriente
e occidente,
sesso e religione,
le “estremità”
dell’uomo
hanno segnato
il pensiero
66 senzaetà
N
ella cultura cinese, i piedi esercitavano
un certo fascino soprattutto in ambito sessuale, e per renderli più attraenti
“modellavano” i piedi delle bambine fasciandoli
così strettamente fin dalla nascita da bloccare lo
sviluppo delle ossa, in modo da modificare completamente la loro forma per farli rimanere poi
minuscoli. I cinesi avevano la predilezione per i
piedi piccoli fin da tempi lontanissimi, ancor
prima dell’era di Confucio (551 - 479 a.C.):
il camminare a passi corti e misurati rientrava
in un canone di comportamento femminile
che valorizzava la grazia e l’equilibrio.
Nella cultura berbera venivano effettuate delle decorazioni ai piedi con l’hennè: foglie, labirinti di linee concentriche, figure che erano
simboli magici o di iniziazione che le donne
si facevano su diverse parti del corpo e anche
sui piedi, usanza che continua ancora oggi ma
spogliata dei suoi significati ancestrali.
Nelle varie tradizioni religiose i piedi hanno
rivestito sempre un ruolo importante come
baciare i piedi o la lavanda dei piedi: erano
atti di sottomissione e umiliazione, compiuti
dagli schiavi nei confronti dei loro padroni
che confermava la supremazia dei potenti
su di loro. Due episodi, ma come segno di
umiltà, li troviamo nella Bibbia: la lavanda
dei piedi nell’ultima cena di Gesù con i suoi
discepoli e l’episodio nella quale Maria Maddalena massaggia con olio di nardo i piedi
del Cristo asciugandoli poi con i suoi capelli.
Un approccio particolare con il piede, lo
troviamo soprattutto nella medicina tradizionale cinese, giapponese, indiana, tibetana,
nella quale i guaritori, gli sciamani e i medici utilizzando in punti specifici tecniche di
massaggio, portavano alla “guarigione” fisica,
spirituale e mentale l’individuo considerato
un “unicum” tra corpo e psiche.
Ma tecniche di massaggio del piede le troviamo anche in Egitto: significativo è l’affresco
rinvenuto a Saqqara, nella piramide di Ankhmahor, nota come la “Tomba del Grande
Medico”, risalente alla sesta dinastia (22632423 a. C.).
Poi altri studi antropologici hanno evidenziato che anche nel Continente Americano
presso le culture, Incas, Maya, sono state trovate testimonianze di tecniche di massaggio
del piede, tecniche ancora oggi utilizzate dai
Cherokee del “Clan del Orso”, nel North Carolina. Nel mondo occidentale la moda ha
cercato di valorizzare sempre di più i piedi,
specie quelli femminili, mettendoli in risalto con tacchi alti o con scarpe scoperte, con
fini cavigliere o anelli, esaltando le estremità,
laccando le unghia con smalti colorati e con
tatuaggi.
Pietro Ceccarelli
senzaetà 67
Genitori dopo
la separazione
N
el caso di un conflitto familiare in
presenza di figli, quando la convivenza è ormai divenuta impossibile, generalmente la prima cosa che si fa è
andare da un legale. In alcuni casi si cerca di
trovare una soluzione concordata che consenta di avviare una separazione consensuale,
in modo da risparmiare tempo e denaro;
altre volte, la delusione, la rabbia prendono
il sopravvento ed inizia una dolorosissima
battaglia giudiziale.
Dal 2006 è entrata in vigore la legge
sull’affido condiviso (54/2006). Il legislatore
ha disposto che i figli vengano affidati ad
entrambi i genitori, rendendosi conto che,
in caso di separazione il figlio ha il diritto di
mantenere un rapporto equilibrato, continuativo, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi i genitori e di conservare
rapporti significativi anche con i parenti di
ciascun ramo genitoriale.
Purtroppo, la condizione emotiva dei genitori coinvolti nel conflitto a volte rende difficile mantenere l’attenzione sui bisogni dei
figli e concretizzare l’affidamento condiviso.
Inoltre anche quando non si intraprende
una guerra legale, può rimanere comunque,
all’esito della separazione, la difficoltà per i
genitori di comunicare in maniera efficace
fra loro per continuare a svolgere le loro
competenze educative.
Per aiutare i genitori che vivono questo difficile momento può essere utile la Mediazione
Familiare, una risorsa in grado di favorire il
contenimento ed il controllo del conflitto
familiare, di riaprire la comunicazione e la
collaborazione genitoriale in modo da mantenere i legami affettivi con i figli.
La Mediazione Familiare è uno spazio in
68 senzaetà
cui i genitori si rivolgono ad un terzo neutrale, il Mediatore Familiare, in un percorso
che consente alla coppia di comunicare in
un clima di rispetto, dignità ed equità. Consiste in un numero limitato di incontri (da
otto a dodici), a cadenza quindicinale, in cui
i genitori si incontrano per cercare soluzioni
possibili.
Non si tratta di una terapia familiare, non
serve a riunire la coppia, non si sostituisce
alle procedure legali ma si integra con esse
occupandosi di quegli aspetti relazionali ed
emotivi che non rientrano nella prerogative
del legale.
L’integrazione delle due diverse competenze
consente quindi di favorire il raggiungimento di accordi duraturi perché condivisi e ai
figli viene offerta la possibilità di vivere in
un contesto familiare che risulta più sereno.
Il servizio di Mediazione Familiare è gratuito ed è offerto presso il CENTRO DI MEDIAZIONE FAMILIARE del Consultorio
Familiare di via Colombo n. 106 di Ancona.
Responsabile dell’U.O. Attività Consultoriali è la Dott.ssa Daniela Silvestrelli.
Dal 1998 esiste un Protocollo di Intesa tra
ASUR e Comune di Ancona per la gestione
integrata dell’attività di Mediazione Familiare.
PROBLEMI DI
COMUNICAZIONE
INIBISCONO
L’EDUCAZIONE
CENTRO DI MEDIAZIONE FAMILIARE DI ANCONA:
MEDIATORI
- Dott.ssa Dina Ubertini referente sociale Distretto Centro;
- Dott.ssa Paola Ferrini ;
- Dott.ssa Maria Altomare Fusco;
- Dott.ssa Alessandra Boldreghini ;
- Dott.ssa Roberta del Giudice
Sede:
Via C.Colombo 106 Ancona
Telefono: 071-8705082 071-8705062
Email: [email protected]
Orario :
giovedì 15.00-19.00
venerdì 9.00- 13.00
Focus
salute
Mammografia,
ultima generazione
A colloquio con il nostro esperto dott.Franco Baiocco
U
na carriera professionale
trascorsa ininterrottamente prestando servizio in radiologia (negli ultimi
dieci anni come responsabile di
struttura complessa per l’ASL7 e
la ZT7 di Ancona), occupandosi
nello specifico da oltre 30 anni
di Diagnostica Senologica e di
Ecografia Internistica che ha organizzato in prevalenza nel polo
ospedaliero di Loreto.
Il dott. Franco Baiocco, dallo scorso anno, presta servizio
presso la sede di Porto Potenza
dell’Istituto di Riabilitazione
Santo Stefano, nel centro “Esculapio”, lungo la statale 16.
La struttura portopotentina,
dunque, si è arricchita di una
professionalità di riconosciuta
esperienza alla quale ha affidato la responsabilità del Centro
Senologico. Con lui parliamo di
quelle che sono le questioni più
rilevanti di una tematica che interessa un numero crescente di
donne.
Dott. Baiocco, perché effettuare
con regolarità esami strumentali al seno e quanto la diagnosi
precoce è importante?
Innanzitutto per l’alto tasso di
incidenza dei casi di neoplasia
al seno, in aumento in Italia, che
colpiscono 1 donna su 9 (circa 47000 nuovi casi l’anno nel
nostro paese). È il tumore più
frequente nel sesso femminile e
rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne.
E poi perché la maggior parte
dei tumori del seno non dà segno
di sé e si può riscontrare solo con
la mammografia, attualmente il
test più efficace per la diagnosi
precoce. Nella donna tra i 30 e i
45 anni, ci si può avvalere anche
dell’ecografia.
Che cosa offre, a tal proposito,
il Centro Senologico di Porto
Potenza?
Il Centro di Porto Potenza rappresenta un servizio che, utilizzando le più innovative tecnologie disponibili e grazie ad
attrezzature di ultima generazione, permette l’esecuzione di
esami diagnostici
senologici completi.
Il Centro è infatti
dotato, oltre che di
un modernissimo
ecografo, di un
mammografo
digitale a grande
campo, con elevata
rapidità di esecuzione degli esami. A breve, poi, è prevista un’ulteriore crescita...
Cosa intende?
Sarà attivata, sempre per la diagnostica senologica, anche una
risonanza magnetica nucleare.
Si tratta di un modello Achieva
della Philips, strumento ad alto
campo da 1,5 Tesla con bobina
per mammella. Un’apparecchiatura di ultima generazione che
consentirà esami ancora più approfonditi e di qualità.
Nico Coppari
Riconoscere il tumore nelle prime fasi permette un trattamento
meno invasivo e una maggiore possibilità di guarigione.
Per effettuare diagnosi precoce il Centro Senologico di Porto Potenza dell’Istituto Santo Stefano è dotato di un mammografo digitale a grande campo, il MammoDiagnost DR di PHILIPS Healthcare, che, attraverso l’ottimale rappresentazione dei più piccoli
dettagli anatomici, consente una maggior precisione e confidenza
nella diagnosi e la rapidità di esecuzione degli esami.
senzaetà 69
L’Opinione
Caccia alle risorse pubbliche.
Politica o ragioneria?
L
a gara a ostacoli per il reperimento delle risorse
pubbliche, o il tentativo disperato di preservare
quelle poche esistenti, continua a mietere vitti-
me.
Monti, ormai, è alle strette e la situazione generale,
così sembra, è al collasso.
La sanità e la scuola sono i terreni visibilmente più fertili per tagli orizzontali e verticali e trasversali.
E questo già si sa.
Ma, è lecito chiedersi, c’è una politica dietro tutto ciò?
Il fatto che Monti sia un tecnico a capo di un governo
di tecnici dovrebbe metterlo al sicuro da scelte che non
siano di pura ragioneria.
Ma, in realtà sappiamo che non è così, perché così non
può essere.
Scegliere dove e quanto tagliare è una decisione che
coinvolge un certo modo di gestire risorse pubbliche e
questa è politica.
La decisione di non introdurre la tassa patrimoniale, ad
esempio. Dire che non si intendono tassare i patrimoni
70 senzaetà
per timore dell’esportazione di capitali, è indice di due
cose. O della volontà di posizionare una foglia di fico
davanti al doveroso controllo che un Paese dovrebbe
avere del proprio territorio, anche in senso non propriamente fisico.
Oppure della volontà di non volerlo esercitare.
E ciò è frutto, comunque di una scelta politica.
Dire, poi che non si vogliono abbassare le spese della casta, e mettere mano a pensioni d’oro e vitalizi per
paura di essere sommersi dai ricorsi, oppure perché sarebbe ininfluente per far fronte al disastro economico
in cui si versa, è una scelta politica.
Così il disegno di ristrutturazione della sanità.
E’ difficile non pensare, seguendo la nostra logica di
cittadini, che lo smantellamento progressivo del nostro
sistema sanitario non agevoli, seppur indirettamente
l’introduzione di capitali privati nei suoi ambiti, in particolare assicurativi.
E se non è politica questa.
Luigi Sfredda
L’Intervista
regione marche
se la sanità italiana parla russo
È
nato da qualche tempo presso “Villa
Serena”, casa di cura convenzionata
con sede a Jesi, nelle Marche, ed è segno tangibile di una visione che guarda oltre
confine.
È il servizio di assistenza medica svolto da
medici russi a favore dei concittadini che abbiano esigenze di cure.
A parlarci di questa novità è il Console Onorario della Federazione Russa di Ancona, il
Prof. Armando Ginesi.
Signor Console, come nasce l’iniziativa?
Consapevole del disagio che ogni cittadino
che abbia bisogno di cure mediche si trova ad
affrontare in un paese straniero di cui non conosce o conosce poco la lingua, per via della
difficoltà di esprimere i propri problemi fisici
al personale medico e paramedico, il Consolato Onorario della Federazione Russa di
Ancona ha pensato di risolvere il problema
chiedendo alla clinica privata convenzionata,
“VILLA SERENA” di Jesi di dotarsi di personale medico ed infermieristico di
lingua russa.
Perché la scelta è caduta su Villa Serena?
La proprietà della clinica – dotata peraltro di
alcune eccellenze in campo chirurgico, medico, cardiologico e di apparecchiature di ultima generazione per le varie
tipologie diagnostiche (Risonanza magnetica aperta, TAC, e quant’altro) – è da tempo
iscritta all’Associazione Amici dell’Italia e
della Russia (AAIR), vicina al Consolato.
Un particolare di rilievo è che la clinica “Villa Serena”, oltre a disporre di ambiti medici
di primo livello e attrezzature diagnostiche
altrettanto valide, è situata in un ambiente
confortevole, sopra una collina, immersa nel
verde.
La qualcosa garantisce anche un confort psicologico di non trascurabile rilevanza.
Il Consolato ringrazia la proprietà del nosocomio, la società “Salus S.p.A.”, per la collaborazione preziosa a favore delle comunità
russe e russofone in generale residenti, in
particolare, nel territorio delle regioni Marche, Romagna, Umbria ed Abruzzo.
Chi effettua il servizio medico presso Villa
Serena?
Il servizio medico è coordinato dalla dott.ssa
Liudmila Kadatskaya, nata a San Pietroburgo, laureata in medicina e chirurgia presso
l’Accademia Pediatrica di San Pietroburgo e
presso la “Sapienza” di Roma. La dott.ssa Kadatskaya è dunque medico chirurgo generale,
specializzata in pediatria, in analisi cliniche
laboratoriali, in tisiologia degli adulti e dei
bambini e si occupa di alcuni aspetti ginecologici afferenti, soprattutto, alle vaginiti delle
pazienti migranti.
Tengo a specificare che oltre alla presenza in
clinica, la dott.ssa Kadatskaya opera anche
privatamente nel Centro medico di Corso
Matteotti (prospiciente alla farmacia Martini) di Jesi, per appuntamento.
Alessandra Corradini
Prof.Armando Ginesi
Console Onorario della
Federazione Russa
di Ancona
Per informazioni:
Villa Serena
Via di colle Onorato, 2 . 60035 Jesi
(Ancona)
tel. 0731.205032 .
[email protected]
Consolato Onorario della Federazione
Russa di Ancona:
Tel. 0731.605816
[email protected]
Associazione A.A.I.R.
[email protected]
Dott.ssa Liudmila Kadatskaya
[email protected]
senzaetà 71
INFORMA
Appropriatezza
e qualificazione
L
Almerino Mezzolani,
assessore alla Salute
Regione Marche
La strategia della
Regione per
applicare
i pesantissimi
tagli della
spending
review nazionale
72 senzaetà
a Giunta regionale ha approvato le direttive vincolanti per il sistema sanitario regionale per l’immediata applicazione della spending review nazionale che
prevede per le Marche tagli di -180 milioni
di euro e di ulteriori -310 posti letto.
“La pesantissima spending review nazionale
va applicata – afferma l’assessore alla Salute
Almerino Mezzolani - ma non con tagli lineari, bensì agendo sulla crescita qualificata
e appropriata del sistema sanitario in tutto il
territorio regionale, tagliando la burocrazia,
rafforzando i servizi sanitari specializzati in
rete: questa è la strategia che abbiamo definito con l’atto approvato oggi dalla Giunta
regionale, che costituisce l’immediato avvio
dell’operatività delle misure nazionali. Abbiamo bisogno di responsabilità e condivisione per affrontare uno scenario che altrimenti
mette a rischio la stessa sopravvivenza del
sistema sanitario regionale. Ora, infatti, la
spending review nazionale si abbatte su di
noi come un ciclone: nel 2013 sono previsti
tagli di -180 milioni di euro e la riduzione di
ulteriori -310 posti letto che porta il taglio
complessivo a -469 posti letto.
L’atto approvato avvia le manovre strutturali
per attuare tali previsioni, ma con la messa
in rete dei servizi, ricorrendo all’adozione di
criteri di appropriatezza e qualità e definendo
i tre livelli del sistema socio-sanitario regionale:
-la rete dell’alta specialità;
-la rete ospedaliera di integrazione clinica per
le acuzie;
-la rete territoriale socio-sanitaria per postacuzie, sub-acuzie e fragilità.
Le Marche, infatti, sono rimaste una delle
pochissime Regioni virtuose in Italia in termini sia di qualità dei servizi che di equilibrio
dei conti: vogliamo mantenere tali risultati di
eccellenza.
L’atto approvato è una risposta di qualità, una
“via marchigiana” all’applicazione delle spending review nazionale: nelle Marche la salute
è ancora un diritto e vogliamo che nessun cittadino resti solo.
Non possiamo sottrarci allo sforzo di risanamento nazionale ma vogliamo applicare le
misure nazionali rigettando la logica dei tagli
lineari, compiendo un ulteriore salto di qualità nella strategia regionale, agendo su appropriatezza, qualificazione, specializzazione
in rete, taglio delle rendite di posizione e dei
costi della burocrazia.
Il Governo regionale conferma così il suo impegno verso i cittadini ed avvia una riforma
per assicurare servizi adeguati e appropriati,
per salvaguardare e qualificare il diritto alla
salute in tutti i territori delle Marche.”
L’atto approvato oggi dalla Giunta regionale costituisce l’avvio immediato del percorso
di budget e delle azioni di attuazione della
spending review nazionale.
SANITà, “UNITA’ DI COORDINAMENTO”
Per il pareggio di bilancio 2012
Coordinamento più stretto tra la programmazione e la gestione del servizio sanitario
regionale per conseguire il pareggio di bilancio nel 2012.
Lo ha deciso la Giunta regionale che ha istituito una “Unità di coordinamento”, presieduta dal direttore del dipartimento Carmine Ruta, alla quale partecipano i direttori
generali delle Aziende ospedaliere, dell’Asur e dell’Inrca.
All’unita di coordinamento sarà presente anche l’assessore regionale alla Sanità.
Settimanalmente il gruppo si riunirà per monitorare le azioni necessarie a conseguire
l’equilibrio finanziario nell’esercizio in corso e a segnalare alla Giunta regionale ulteriori interventi, rispetto a quanto già previsto dalla programmazione regionale.
Le azioni necessarie dovranno seguire non una logica di tagli lineari, ma rapportata
alla funzione strategica che le singole strutture svolgono, anche in funzione del contenimento della mobilità passiva.
Sostanzialmente la Giunta rafforza il monitoraggio del sistema sanitario, alla luce di
provvedimenti come la spending review e l’ancora non definito piano di riparto del
Fondo sanitario nazionale tra le Regioni.
“Le Marche hanno avviato azioni di rientro per 100 milioni di euro nel 2012.
La carenza di riferimenti finanziari nazionali e il taglio del Fondo nazionale costringono, però, a rafforzare i controlli, per evitare penalizzazioni nei servizi erogati alla
comunità”.
Stati vegetativi,
la Regione istituisce il gruppo di lavoro
C
ontinuità assistenziale alle persone in stato vegetativo e sostegno alle loro famiglie. Sono gli obiettivi che la Regione intende conseguire attraverso l’istituzione di un Gruppo tecnico. Su proposta dell’assessore alla Salute, Almerino
Mezzolani, la Giunta ha recepito l’Accordo tra Governo e Regioni sulle “Linee di
indirizzo per l’assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza”.
Gli interventi verranno coordinati da un Centro regionale che andrà attivato anche
nelle Marche.
Il Gruppo di lavoro sarà composto da un dirigente dell’Agenzia sanitaria regionale,
dai direttori sanitari, da sei medici specialisti (neurologia, anestesia e rianimazione,
neuro rianimazione), da un dirigente del dipartimento Salute e Servizi Sociali, da un
rappresentante delle strutture private accreditate e da un rappresentante delle associazioni dei familiari.
“Proseguiamo gli interventi per rafforzare le reti cliniche orientate a migliorare l’assistenza ospedaliera e territoriale – afferma l’assessore Mezzolani – La continuità assistenziale ha rappresentato una costante degli ultimi Piani sanitari della Regione che
hanno privilegiato l’integrazione dei profili medici e sociali di ogni evento patologico.
L’attuale Piano valorizza la continuità assistenziale e l’attivazione di gruppi di lavoro
multidisciplinari per predisporre linee di indirizzo professionali e implementare le
linee guida nazionali con nuovi modelli organizzativi dei servizi di riabilitazione”. Le
disposizioni emanate dovranno uniformare l’assistenza erogata, in modo da scongiurare “fratture nella continuità assistenziale e condizioni di improprio abbandono delle
famiglie”. Andranno previste adeguate modalità di informazioni e comunicazione con
la famiglia, di supporto per i familiari più impegnati nell’assistenza, di aiuto nelle fasi
più critiche durante la gestione del congiunto.
senzaetà 73
Sessuologia
Il sessuologo
… questo
74 senzaetà
La consulenza sessuologica
come arma per combattere
i disturbi sessuali
L
a salute sessuale è una componente
fondamentale del benessere e della
qualità di vita personale e di coppia.
Avere una vita sessuale sana e attiva significa
saper vivere l’intimità come spazio di gioco,
relazione, scambio reciproco di piacere e momento privilegiato di complicità con l’altro.
Eros, desiderio sessuale, eccitazione e tranquil-
lità sono gli ingredienti principali per vivere la
sessualità al meglio ma dobbiamo ammettere
che, purtroppo, sono molti gli ostacoli che possono interrompere o disturbare l’appagamento
sessuale e causare problemi sotto le lenzuola. Ansia da prestazione, paura del fallimento, sentimenti di inadeguatezza, conflitti nel
rapporto con il partner, precedenti esperienze
sessuali traumatiche, tabù e credenze sbagliate
sono solo alcuni dei nemici che interferiscono
negativamente nella sfera della sessualità.
Psicologa clinica Villla dei Pini
Dott.ssa Alessandra Battistelli
sconosciuto!
senzaetà 75
Sessuologia
uale si può!
Migliorare la vita sess
Ecco dei semplici suggerimenti:
•Ascoltate il vostro corpo, i suoi desideri e
i suoi bisogni per aumentare la confidenza
con voi stessi
•Evitate di vivere il sesso come una prova,
una performance o una sfida
•Allenate la fantasia erotica giocando con
l’immaginazione
•Parlate con il vostro lui o la vostra lei di ciò
che vi piace e non vi piace sotto le lenzuola
•Spezzate la routine concedendovi dei
momenti di intimità del tutto inaspettati
Recenti studi dimostrano che i disturbi
sessuali sono in crescente diffusione eppure
al giorno d’oggi per la maggior parte delle
persone è ancora difficile parlarne, trovare il
coraggio di confrontarsi e chiedere aiuto.
A questo proposito è attivo presso la Clinica
“Villa dei Pini” di Civitanova Marche un
Servizio di Sessuologia rivolto a persone
con problemi di erezione, ansia da prestazione eiaculazione precoce, dolore durante i
rapporti sessuali, anorgasmia femminile, disturbi di adattamento dopo una gravidanza
o la menopausa, calo del desiderio sessuale e
comportamenti sessuali problematici.
Il sessuologo è uno specialista in grado non
solo di aiutare a risolvere i disturbi sessuali di coloro che non vivono un’intimità
appagante ma anche offrire rassicurazioni ed
informazioni dove mancano.
Attraverso dei colloqui individuali e/o di
coppia il sessuologo esplora insieme alla persona le differenti componenti che interagiscono nella sua vita sessuale e affettiva e che
determinano l’insorgenza di problematiche
legate alla sfera sessuale/relazionale.
Il trattamento dei disturbi sessuali passa
attraverso una terapia breve basata principalmente sull’ascolto attivo e la comprensione
del paziente insieme a strumenti e tecniche
comportamentali specifiche in grado di
accompagnare la persona in un percorso di
sostegno e aiuto. In linea generale, al di là
dell’approccio che si propone, è importante
sottolineare che prima si interviene tanto
prima sarà possibile risolvere il problema.
76 senzaetà
senzaetà 77
X Files
Il mostro
che è in noi
Chi ha paura del Lupo Mannaro?
Licantropia dalla medicina alla
letteratura:
malattia e psicosi fra mito,
leggenda e realtà
Q
uesto è un giornale di servizi che affronta medicina e salute
così come chiede il lettore. Numerose mail – da città diverse –
ci chiedono di occuparci di Licantropia.
Sì, proprio di Licantropia.
Abbiamo subito girato l’onere di un approfondimento scientifico e
culturale al nostro inviato speciale che ha raccolto testimonianze in giro
per alcune contee europee... a rischio!
Abbiamo scartato racconti di testimonianze e report “folcloristici”- pure
numerosi - per rimanere sul fatto culturale. Ma dall’origine mitologica
alla suggestione umana, a diagnosi mediche che hanno dello straordinario, il passo è... da leggere in questa e nelle prossime puntate.
78 senzaetà
C
i sono posti in cui parlare di licantropia è poco consigliabile. Lo abbiamo comprovato lungo un viaggio davvero singolare, dalle strade
nebbiose dell’interno della Scozia scendendo in Francia attraverso i
cupi rivauges della Normandia del Nord. Infine cercando testimoni e notizie sulle aspre e nere colline della rustica campagna di Provenza. Ma nei pub
fumosi e alcolici e dentro le taverne rimaste tali e quali a due secoli fa, fare
domande su quanto succede nelle notti di luna piena, può non essere il modo
giusto per scambiare quattro chiacchiere...
Dappertutto, in questi posti sperduti e isolati, lontani dalle città, vince la
paura.
La leggenda del Mostro crea psicosi soprattutto fra allevatori, pastori e agricoltori. Nei paesi di alta collina la paura del Lupo vive ancora e si sussurra fra
una birra e un sigaro, guardandosi bene alle spalle! Ma perchè proprio il lupo,
non l’orso, o il serpente o il coccodrillo? Non è l’animale a fare paura ma la
bestia che nasconde. Quella che molto rassomiglia all’uomo.
Anzi, dall’Uomo ne deriva.
La parola lycos, lupo in greco antico, è radice di licantropo. Già Erodoto parlò
di una regione ad est della Mesopotamia i cui abitanti potevano trasformarsi
in lupi (o forse, semplicemente si travestivano con pelli per incutere timore ai
nemici?). Li chiamò i Neri, dall’abitudine sinistra di muoversi di notte, come
micidiali predatori... e da quel popolo il Mar Nero deriva il suo nome. Uomini
e dèi possono trasformarsi in lupo nelle Metamorfosis di Ovidio. Da Zeus in
persona a Lèto, (per i romani Latona), figlia del Titano Ceo e di Febe, madre
di Artemide e Apollo... E ancora il poeta Virgilio, Areteo di Cappadocia, Petronio, nel suo Satyricon dove descrive la trasformazione in lupo di Versipelle, (colui che cambia pelle). Infine Lycaon, re mitologico di Arcadia, aveva 50
figli. E’ considerato il primo licantropo. Ma che differenza c’è fra licantropo e
lupo mannaro?
Ccontinua...nel prossimo numero
Dal nostro inviato speciale Julian Burnett
Lycaon turned into wolf - Hendrik Goltzius -1589
senzaetà 79
Lavoro
Famiglia&Lavoro
Come il lavoro
ci cambia la vita
Considerazioni all’ indomani della “Riforma Fornero”
P
arlare oggi di mercato
del lavoro e occupazione
vuol dire dare voce non
solo ad uno degli argomenti di
più scottante attualità ma anche
dare spazio a interrogativi che
interessano la vita quotidiana
di ognuno, imprese e lavoratori, visti i risvolti sociali, otre
che economici, che vengono a
determinarsi attorno a questo
argomento.
Conosciamo ormai tutti la
Riforma del mercato del lavoro
dello scorso luglio 2012 (legge n.
92/2012 “Disposizioni in materia
di riforma del mercato del lavoro
in una prospettiva di crescita”).
Una norma che è intervenuta
su una pluralità di tematiche,
come tipologie contrattuali di
lavoro dipendente ed autonomo,
disciplina in tema di flessibilità
in uscita (licenziamenti e dimissioni), ammortizzatori sociali,
tutele in costanza di rapporto di
lavoro .
L’Articolo 1 della legge introduce, in particolare, importanti
modifiche a molteplici tipologie
contrattuali cosiddette “flessibili”
(ritenute a volte “malate”, in
quanto in esse si anniderebbero ipotesi frequenti di usi
80 senzaetà
distorti ed illegittimi), quali ad
esempio, il contratto di lavoro a
tempo determinato, contratto a
progetto, lavoro a chiamata e le
“partite Iva”.
Tali tipologie di rapporto di
lavoro rappresentano oggi
un’immagine di mercato del
lavoro discontinuo e frammentato, caratterizzato cioè da una
molteplicità (forse eccessiva)
di forme contrattuali, delle cui
funzioni, presupposti ed applicazioni vi è spesso un uso distorto
che rischia di diventare, di
conseguenza, non “genuino” .
A fronte di questa incertezza,
corrisponde spesso nella realtà
una difficoltà ad identificare i
requisiti distintivi di ciascun
rapporto di lavoro. Una prima
distinzione tra le tipologie contrattuali di lavoro subordinato,
autonomo e parasubordinato è
essenziale per poter capire quali
siano le esigenze alla base di uno
schema negoziale di rapporto
di lavoro e quindi quali siano i
diritti e gli obblighi derivanti
per le parti e gli adempimenti
amministrativi richiesti.
Ad ogni modo, ad una crescente instabilità e discontinuità
della costruzione della carriera
professionale sopra accennata,
corrisponde in maniera sempre
più marcata (e, spesso imprevedibile!) anche una non semplice
costruzione della carriera previdenziale, che spesso vede mutare
le gestioni pensionistiche di
riferimento e i requisiti richiesti
per poter accedere ai trattamenti
di pensione. Nei prossimi numeri avremo la possibilità di approfondire alcuni degli argomenti
che più da vicino riguardano le
questioni che qui abbiamo avuto
modo di richiamare, relativamente alla gestione dei rapporti
di lavoro.
Per maggiori informazioni è
possibile rivolgersi allo Studio
di Consulenza del Lavoro
“Carotti Rodriguez Progetti
Lavoro srl”, Via Grandi, 56,
Ancona
tel. 071/2868280
[email protected]
www.studiocarotti.it.
Quali sono le tipologie contrattuali di
lavoro “flessibile”?
Le tipologie contrattuali di lavoro flessibile (quali,
ad esempio, il contratto a tempo determinato, il
contratto a progetto, il lavoro a chiamata e le “partite
Iva”) sono state al centro dei cambiamenti introdotti
dalla Riforma lo scorso luglio. Da una parte, cambiano i requisiti e gli adempimenti richiesti per ricorrere
a ciascuna di esse, dall’altra, è sempre meno agevole
prevedere una costruzione ininterrotta della propria
carriera professionale e previdenziale.
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Orizzontali
1.Lavora metalli preziosi. 6.Non zuccherati. 10.Una
persona ipotetica.11.Sopportano le pene dell’inferno.
13.In mezzo. 14.Un segmento del dito 16.Per il poeta
è...egli. 17. Il Simòn detto “El Libertador”. 18.Anno
Sancto. 19.Castigate 20.Agnese a Madrid 22.Tempietto
con dentro una statua 25.Metallo per anelli 26.E’ ricca di potassio. 27.Tubi di legno...vuoti.29.C’è quello
delle Amazzoni. 30.Lamentela noiosa e insistente 32.
Imposta battente. 34.Calma, serena. 35.Torino. 36.
Veleno potentissimo 38.In mezzo alle dita. 39.Lewis
atleta americano 40.In fin dei conti. 41. Amò Leandro.
42.Quella di ferro passava per Berlino. 44. Veicolo a
trazione elettrica. 45. Barca ricavata da un tronco d’albero. 46. Quattrini, palanche.
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Verticali
1.Priva di lucidità. 2.Quasi unici 3.L’organo del volo. 4. Ferrara per l’ACI. 5. Erta o venuta giù 6. L’attrice Magnani 7. Non
hanno bisogno di diete. 8. Divinità della mitologia greca. 9. Un pò di rispetto. 11. Tagliò i capelli a Sansone 12. Un mezzo
di trasporto.14. Quanto di energia vibrazionale.15. Campioni sportivo. 17. La meta del golfista.18. Compiono decolli e
atterraggi. 19. Vino bianco secco. 21. La mamma del papà. 23.E’ simile al cervo. 24.Erano anche detti “Uomini Puri”. 27.Il
veleno di Socrate. 28.Venuto al mondo. 30.Rete locale. 31.Uomo meccanico. 33.Piccolo parassita.34.Si usano per le staccionate.37.Strada parecchio difficoltosa.38.La sua capitale è Teheran.39.Il contrario di senza.41.La moglie di Zeus.42.L’inizio
del cammino.43.Napoli.44.All’inizio è..troppo.
LEGGI IL LINGUAGGIO DEL CORPO
ascolta il piede
Il Naso in primo piano
Toccarsi il naso
Il fatto che qualcuno si tocchi il naso durante una conversazione può essere un segnale che ci sta probabilmente
nascondendo qualcosa.
Dilatare le narici
Se un soggetto dilata le sue narici come un cavallo agitato, è probabilmente arrabbiato, esasperato o disturbato da
qualcosa.
Arricciare il naso
Indica che il soggetto è disgustato da una certa situazione.
Più marcate sono le rughe che si formano sotto gli occhi in
conseguenza dell’arricciarsi del naso, maggiore è il senso
di repulsione che l’individuo sta provando.
Con i piedi si comunicano le preferenze. Quando ci si trova
assieme a più persone, si capirà per le quali si nutre più interesse a seconda di dove puntino i piedi. Maggiore é l’interesse per una persona, maggiore sarà la probabilità che i piedi
puntino nella sua direzione. Stando seduti si sposteranno i
piedi in avanti rispetto alla sedia quando ci si sente a proprio
agio e si ritrarranno sotto la sedia quando una situazione o discorso provoca una reazione negativa. Se lo stato di disagio
aumenta si cercherà conforto “aggrappandosi” con i piedi e
le caviglie alle gambe della sedia.
Nel prossimo numero:
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BIMBI CHE VESTONO MADE IN ITALY
Storie del childrenswear nostrano, mode e stili
ma soprattutto qualità, sicurezza e attenzione
ai materiali, per un settore che dall’Italia
guarda ai bambini del mondo
MEDICINA
• Da Boston incoraggianti novità nella lotta
contro l’epatite C
• Nostra inchiesta sul turismo
odontoiatrico
VIVIBILITÀ ALL’ITALIANA
Si può migliorare la qualità di vita
nelle nostre città e spendere meno:
parola di Gabriella Chiellino,
prima laureata in Italia in Scienze Ambientali, responsabile scientifico Città
Sostenibile Ecomondo, membro della
commissione Mobilità Stati Generali
Ambiente Ministero, AD di eAmbiente,
avviata dieci anni fa puntando alla
smart city italiana
Chiellino con il Ministro Clini
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