CHE NE DICI SIGNORE, SE IN QUESTO NATALE FACCIO UN BELL’ALBERO DENTRO IL MIO CUORE E CI ATTACCO, INVECE DEI REGALI I NOMI DI TUTTI I MIEI AMICI? GLI AMICI LONTANI E VICINI. GLI ANTICHI ED I NUOVI. QUELLI CHE VEDO TUTTI I GIORNI E QUELLI CHE VEDO DI RADO. QUELLI CHE RICORDO SEMPRE E QUELLI CHE ALLE VOLTE RESTANO DIMENTICATI. QUELLI COSTANTI E QUELLI INTERMITTENTI. QUELLI DELLE ORE DIFFICILI E QUELLI DELLE ORE ALLEGRE. QUELLI CHE SENZA VOLERLO HO FATTO SOFFRIRE, E QUELLI CHE SENZA VOLERLO MI HANNO FATTO SOFFRIRE. QUELLI CHE CONOSCO PROFONDAMENTE E QUELLI DEI QUALI CONOSCO SOLO LE APPARENZE. QUELLI CHE MI DEVONO POCO E QUELLI AI QUALI MOLTO DEVO. I MIEI AMICI SEMPLICI E I MIEI AMICI IMPORTANTI. I NOMI DI TUTTI QUELLI CHE SONO GIA PASSATI NELLA MIA VITA. UN ALBERO CON RADICI MOLTO PROFONDE, PERCHÉ I LORO NOMI NON ESCANO MAI DAL MIO CUORE. DAI RAMI MOLTO GRANDI PERCHÉ I NUOVI NOMI VENUTI DA TUTTE LE PARTI SI UNISCANO AI GIÀ ESISTENTI. CON UN’OMBRA MOLTO GRADEVOLE PERCHÉ LA NOSTRA AMICIZIA SIA UN MOMENTO DI VERO RIPOSO DURANTE LE LOTTE DELLA VITA. Una delle più valide scoperte della psicologia moderna è che l’amore può mantenere o ristabilire l’equilibrio psipsichico. Fu chiesto al padre della psicanalisi qual è il segreto della felicità. Freud rispose: amare e lavorare. Il segno dell’uomo normale è la possibilità di rendersi utile e di voler bene. Da duemila anni il Vangelo ripete lo stesso concetto. Non è stato Lenin, ma san Paolo il primo ad affermare: chi non lavora non mangi. Quanto all’amore, nessuno è più radicale di Cristo, il quale impone anche l’affetto verso i nemici. Noi troviamo Gesù sempre in «cattiva compagnia». Predilige sedersi a tavola con i pubblicani e i peccatori. Accetta la collaborazione delle pie donne, che erano state tutt’altro che stinchi di sante. Questo modo di fare del Signore indica che egli non poteva essere figlio del suo tempo. La discontinuità di Cristo con la civiltà contemporanea indica la sua statura più che umana. Gesù, che ha predicato il perdono degli offensori, prega per i suoi carnefici ed esclama: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Basta questa preghiera per far credere nella sua straordinaria personalità. Un uomo semplice, straziato da dolori atroci, non è in grado di pregare per i suoi torturatori. La stessa impressione di una grazia superiore l’ha data il papa Giovanni Paolo II il quale è stato gravemente ferito il 13 maggio 1981 e ha esclamato: «Perdono il mio fratello attentatore e prego per lui». L’amore dei nemici è talmente superiore alle risorse delle creature che molti lo ritengono impossibile. L’ebreo Montefiore, che è il maggior esperto israelita del Vangelo, riconosce che l’amore dei nemici è ignoto all’Antico Testamento, ma aggiunge che per quanto appaia bello il precetto di amarli è inopportuno e nocivo, perché incoraggia i filibustieri. Non solo gli ebrei, ma anche i musulmani si beffano del precetto di porgere l’altra guancia. Lo fanno in nome del realismo, dicendo: «La guerra è parte della storia, è ineliminabile. Il Corano allora cerca di dettare le regole dello sterminio, di impedirne gli eccessi». Il ragionamento musulmano poteva sembrare valido fino a ieri. Oggi, al bagliore demoniaco delle armi nucleari, il dilemma è tragico: o si accetta l’amore dei nemici o si precipita nell’Apocalisse. La bomba atomica è come il lupo di Gubbio, che non ha ceduto alla potenza delle armi ma a quella dell’amore. E per noi, comunità di Marciano? E’ ancora attuale questa proposta? Ne abbiamo bisogno? Possiamo continuare a parlare di «nemici» riferendosi ai paesi confinanti o agli abitanti dello stesso Comune, in nome di avvenimenti passati? Amare e lavorare! Sembra un’ottima soluzione di vecchie ruggini… Lavoriamo insieme: impegniamoci nelle iniziative paesane, da qualunque associazione arrivino,… E un po’ di affetto reciproco, andando oltre a ciò che divide e guardando al molto che ci può unire! Don Alessandro ORARIO INVERNALE DELLE SANTE MESSE Festiva: ore 8.00 - ore 11.30 – ore 16.00 (non tutte le domeniche) Feriale: ore 17.00 S. Rosario e ore 17.30 S. Messa CONFESSIONI Il parroco è a disposizione per le Confessioni tutti i giorni prima o dopo la S.Messa feriale delle ore 17.30. Ogni Domenica dopo le celebrazioni delle ore 8.00 e 11.30. Per coloro che sono ammalati e hanno il desiderio di confessarsi e fare la Comunione oppure per tutti coloro che avessero necessità urgente di parlare con il parroco, è possibile telefonando allo 0575.845491 oppure 339.4985557 Ho sul mio tavolo il settimanale del Corriere della sera “Sette” e un piccolo libro destinato ai bambini della prima Comunione intitolato “Da cuore a cuore, il dono dell’Eucaristia” , che nelle prime pagine risponde a tanti perché sulla Messa ed anche alla domanda: siamo obblligati ad andare a Messa? La rubrica Attualità del sopracitato settimanale riporta il parere di un anticlericale: ”l’andare a Messa, si dice, dà felicità mentre, lui, l’anticlericale, si rallegra del fatto che sempre meno italiani ci vanno”. Quel signore non sa che cos’é la Messa, e forse non sa nemmeno chi è l’uomo; soprattutto non sa chi è Gesù, magari non ne vuol sentire parlare per paura di cadere nelle “spire” oscurantiste e minacciose della Chiesa. Non c’è da aver paura: Gesù è così potente che può rivelarsi anche a lui; lo ha fatto con un aspirante omicida come san Paolo! Resta il problema: si è obbllgati ad andare a Messa o no? Quel libretto per i bambini risponde: sei obbligato ad abbracciare papà e mamma? No. Se lo fai è perché li ami. Ecco scavarsi l’abisso e chiarirsi il divario tra le due impostazioni: quella fondata sull’amore e quella fondata sull’osservanza di una norma e sul timore servile. A Messa andiamo non per un obbligo, non per fare un... favore a Dio o per far contenti i familiari o per farci vedere “praticanti” Vado a Messa perché l’amore immenso di Dio mi ha raggiunto, ho conosciuto Dio. Egli è la vita mia, il mio Creatore e Salvatore, Egli è ... Non serve molto dirlo a chi dice di non avere la fede e gli fa comodo restare così. Anche amare non è comodo, non si può più fare ciò che si vuole; il paradosso è che è proprio questa la felicità: uno ama per amare, non gliene viene qualche cosa, è solo contento che l’Altro ci sia, esista dinanzi a se. Il fratello di cui sopra non sa che ci è necessario Dio più dell’aria che respiriamo, dell’acqua e del cibo; forse non ha mai avvertito di essere da lui amato tanto. L’andare a Messa è una chiamata e un dono cui si vuole rispondere con il dono di noi stessi. Si ascolta la Parola e ci si vincola per un’Alleanza che è comunione di vita. Un “pezzo” di eternità fa irruzione nella nostra storia e viene a toccare la vita. Per uno che ha fede quel “povero” banchetto in cui si mangia un po’ di pane e si beve un po’ di vino è il sacrificio che salva il mondo al quale unisco anche il sacrificio del mio quotidiano, della mia vita. Quel cibo venuto dal cielo sazia e guarisce la nostra carne (vita fisicastoria...) e ci rende immortali. La Messa, nel giorno del Signore, la domenica, è ciò che definisce i discepoli di Gesù. In essa confluisce il nostro quotidiano e da essa prende il via l’atteggiamento con cui viviamo l’esistenza di ogni giorno, il nostro vivere nella carità e nell’amore è il contenuto vero della nostra Messa che perciò non è un semplice rito... consolatorio, ma il luogo dove diciamo di fare ed impariamo a fare quello che ha fatto Gesù della sua vita: un atto di amore. Ci dispiace che molti italiani, come dice il nostro amico, non abbiamo questa sapienza. La speranza è che ciò non sia perché non abbiamo “raccontato” o non abbiamo “fatto vedere”, sui nostri volti di risorti, che cosa sia l’amore. L ‘egoismo non porta che alla tristezza. Dio ha avuto una grande considerazione dell’uomo e della sua libertà: egli vuole essere scelto, non costringe nessuno; se uno va a Messa perché è obbligato è uno schiavo, non un figlio. Il dono è lì. Per tutti. Ogni domenica, anche Venerdì 09 Novembre, alle ore 21, nel Santuario di S. Maria delle Vertighe, è avvenuta la consegna del Piano Pastorale Diocesano ai membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali della zona Valdichiana. Durante la mattina dello stesso giorno era già stato consegnato a tutti i Sacerdoti dal Vescovo mons. Bassetti, assente la sera in quanto chiamato a presiedere una veglia di preghiera per la pace nel mondo, nella Cattedrale della Madonna del Conforto. Il Vicario Generale Diocesano, mons. Agostinelli, ha in primo luogo celebrato la liturgia della Parola introdotta dal canto, procedendo con un breve ma significativo momento di preghiera. Alla luce del brano letto, (At 1,6-11), ci ha esortato alla gratitudine verso il Signore per il dono del Piano Pastorale Diocesano. Tutti noi operatori, ci dobbiamo sentire chiamati personalmente da Dio per la sua realizzazione, riflettendo sul passato per non ripeterne gli eventuali errori, fra i quali ci potrebbero essere state metodologie non troppo adeguate alle mentalità e agli stili di vita dell’odierna società, deludendo così le aspettative dei nostri ascoltatori. Mons. Agostinelli ha incoraggiato vivamente noi laici, invitandoci a cooperare con entusiasmo, insieme ai nostri parroci, per portare a compimento il lavoro proposto dal Piano Pastorale Diocesano: -Nessuno si deve sentire troppo vecchio o con cultura inadeguata – ci ha detto – in quanto ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio (cfr Is 43,4), Egli ci ama da sempre (cfr Ger 31,3), ci ha chiamato per nome (cfr Is 43,1) e ci ha disegnato nel palmo della Sua mano (cfr Is 49,16). – Con queste e altre belle parole ci ha invitato a rispondere con rinnovata fiducia il nostro “Eccomi!” (Is 6,8) a questo compito, per il quale ci dobbiamo sentire scelti e chiamati dallo Spirito Santo Il Vicario Generale ha poi passato la parola al Vicario di zona mons. Walter Jacomoni, di Monte S. Savino, per l’illustrazione del Piano Pastorale Diocesano, quest’anno incentrato sulla famiglia, “immagine di Dio per l’uomo”, frutto di attenti studi e cooperazioni con esperti del settore. Reduce dall’esperienza di Roma del 22.10, in occasione della beatificazione dei coniugi Beltrame Quattrocchi, mons. Jacomoni ci ha donato una bella esortazione del Santo Padre: “Famiglia, diventa ciò che sei!” Altro non significa che tutto ciò che dobbiamo essere è già racchiuso in noi coniugi, attraverso la Grazia del Sacramento del Matrimonio. – Chi vuole contemplare Dio – ci ha detto – volga il proprio sguardo sulla famiglia, in essa si rispecchia l’immagine trinitaria di Dio. - Non è un caso se il primo miracolo di Gesù è avvenuto alle nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11)! Gesù stesso è lo sposo della Chiesa nella quale riversa tutto il Suo Amore e con i Sacramenti dell’Ordine sacro e del Matrimonio stabilisce con essa un’alleanza pienamente nuziale (cfr Ef 5,21-33). Il Piano Pastorale Diocesano di quest’anno, ci ha spiegato mons. Jacomoni, non è un piano per la famiglia, ma con la famiglia, invitata a riscoprirsi dono prezioso che il Signore fa alla Sua Chiesa e al mondo. Mons. Agostinelli ha poi consegnato i libretti del Piano Pastorale Diocesano a tutti i presenti ed infine ha impartito la benedizione solenne, aiutandoci ancora a sentirci inviati in missione dal Signore. Sulle note di “Santa Maria del cammino”, la Madonna delle Vertighe ci ha dato la spinta per il primo passo “fuori”, che ci aiuterà ad avanzare insieme, nonostante le cadute e gli inevitabili scoraggiamenti, sulle orme di Gesù e dei beati coniugi Beltrame-Quattrocchi, dono di Dio per una efficace testimonianza della Chiesa dei nostri giorni! Liana Castiglionesi La santa famiglia Cosa può fare la comunità parrocchiale per la famiglia e con la famiglia? Questi i timidi tentativi all’interno della nostra parrocchia: giovedì 8 novembre un primo incontro nel quale è stato tracciato un piccolo programma, dopo aver dialogato con le famiglie presenti. Tutti siamo concordi nell’importanza dell’istituto familiare; d’accordo anche della necessità di imparare ad essere sposi e genitori; che abbiamo bisogno di essere cristiani migliori per adempiere a compiti non solo “umani”, accettati nel Sacramento del Matrimonio. E allora: troviamoci come famiglie! Ma... è facile? con quale modalità? L’idea sorta è di ritrovarsi come famiglie in piccoli gruppi, nell’ambito familiare. Per approfondire questa idea e ascoltare chi già ha percorso questa strada, sono stati invitati, giovedì 22 novembre, due sposi, Stefania e Alberto, della Parrocchia di San Giovanni Valdarno e don Giancarlo Rapaccini, un sacerdote che ha sperimentato i “gruppi-famiglia”. Hanno raccontato come è nata la pastorale familiare nella loro parrocchia: si sono incontrati a piccoli gruppi di famiglie cercando, prima di tutto, di creare rapporti di amicizia. Utile a questo, la cena consumata insieme. Poi il confronto con la Parola di Dio e/o una riflessione su un tema riguardante la famiglia, concludeva la serata. Una volta al mese si ripeteva l’incontro. Ogni volta cambiava la famiglia ospitante. Da qui è nata la voglia di incontrarsi anche per altre occasioni: una gita, un pomeriggio insieme, un ritiro,... All’interno della parrocchia si erano venuti formando vari “gruppi-famiglia” che ogni mese si ritrovavano. Poi ogni tanto, i vari gruppi si ritrovavano insieme in parrocchia per vedere il cammino fatto, verificarne la bontà, progettare e correggere... Dopo ormai venti anni le famiglie continuano a trovarsi per crescere nella fede, nell’amicizia e dare una buona mano alla vita della comunità parrocchiale. Abbiamo ascoltato volentieri e ci siamo incontrati con le famiglie interessate al progetto, mercoledì 5 dicembre per decidere la pastorale familiare parrocchiale. Insieme a tutte le famiglie e persone di buona volontà ci incontreremo nella “sala parrocchiale”, mercoledì 12 dicembre, per prendere visione e dare una lettura del Piano Pastorale Diocesano sulla famiglia. Carissime famiglie, credete che occorra fare qualcosa per ridare vitalità all’istituzione familiare? Se no, avanti così! Se sì, un invito: abbiamo il coraggio di pensare a delle soluzioni, abbiamo il coraggio di “perdere” un po’ di tempo per far sì che la famiglia torni ad essere “una piccola Tutto proviene da Dio Creator del cielo e terra letizia d’ogni figlio che nel suo cor rinserra L’offerta che consiglia a l’umanità ferita è la Sacra famiglia giusto esempio di vita Pei figli, pei genitor Gesù, Giuseppe, Maria son sempre in tono d’amor di pace, preghiera pia. Nel Piano Pastorale “la famiglia” n’è il tema dell’anno il principale, quant’è bello, ti prema! Il Vangelo ci insegna di “famiglia” lo stile la si trova ben degna e virtuosa, gentile. Cristo va assai studiato con la Sua Madre accanto San Giuseppe imitato: la vita in loro è incanto! Questa santa Famiglia è la via di salvezza pel figlio e per la figlia per l’uomo la saggezza. O famiglie del mondo vediamoci i difetti fino al cuore profondo: usa volontà, smetti! Rinascerà l’amore, la sana cordialità e fra noi tanto onore e un fiume di carità. Con la famiglia santa non più l’odio, la guerra: la pace i cuori incanta Dio apre del ciel la serra. O Spirito grandioso illumina le menti via satana, insidioso, dona pace alle genti! Offri agli sposi amore più pensiero all’Eterno, armonia al genitore e mai, nei cuor, l’inferno Don Luigi Valdambrini Ogni anno celebriamo con gioia la festa del Patrono parrocchiale: Sant’Andrea, Apostolo e Martire. La sera precedente, 29 novembre, dopo cena, è stata proposta una “Confessione comunitaria” in preparazione alla festa. Non c’è stata grande risposta. Non c’è l’abitudine. Ma dovremo piano piano prendere confidenza con questa celebrazione in preparazione alle grandi solennità dell’anno liturgico come Natale e Pasqua,.. I sacerdoti sono numericamente meno e con più parrocchie e non sempre è possibile confessare nelle Veglie di Natale e Pasqua dalle ore 21.00 alle 24.00, come è tradizione assodata nelle nostre zone. Una celebrazione comunitaria della Confessione nei giorni precedenti deve aiutare a non fare le file qualche minuto prima dell’inizio della celebrazioni delle grandi solennità. Ordinariamente, tutte le domeniche, prima e dopo le SS. Messe, il sacerdote è a disposizione per le Confessioni, così pure nei giorni feriali. Il giorno della festa, venerdì 30 novembre, sono state celebrate le SS. Messe delle ore 8.00 e 11.30. La sera, ore 18.00, Messa solenne presente il delegato del Vescovo, Mons. Tullio Cappelli. Bello l’addobbo floreale; bene i Ministranti! Il coro ha animato la Messa, da par suo, come ormai succede da diverso tempo. La buona volontà, l’applicazione settimanale nelle prove e uno spiccato senso del servizio alla comunità sono ingredienti che non tradiscono! Ad multos annos! Una bella partecipazione di popolo ha solennizzato la Monsignor Franco Agostinelli, vicario generale della diocesi di Arezzo, è il nuovo vescovo di Grosseto. Lo ha nominato il Papa, accettando la rinuncia, per motivi di salute, da parte di monsignor Giacomo Babini, altro vescovo aretino. Nato a Arezzo il l° gennaio 1944, monsignor Agostinelli è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1968, per poi proseguire gli studi a Roma dove si è laureato in teologia dogmatica e teologia morale. Dal 1972 al 1986 è stato parroco nell’importante parrocchia aretina del Sacro Cuore; nel 1984 il vescovo Giovanni D’Ascenzi gli ha affidato il coordinamento di tutta la pastorale, nominandolo Vicario Episcopale per la Pastorale Diocesana. Dal 1984 al 1993 è stato anche responsabile diocesano della pastorale giovanile e festa. Ma ancor di più la presenza numerosa di giovani che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima negli anni precedenti. Erano presenti, hanno rinnovato le promesse battesimali e della Cresima insieme all’assemblea e hanno presenziato attivamente con le “preghiere dei fedeli” e la “processione offertoriale”. Un bel segno di speranza per il futuro! Al termine della S. Messa, al Salone del SS. Crocifisso è stata posta sulla parete esterna, a destra del portone principale, una lapide-ricordo a Don Guido. Così è stato pensato con il Consiglio Pastorale e così è stato deciso. Una breve celebrazione per spiegare il motivo del gesto: grazie, Don Guido, per il bene che ha fatto in questa comunità e grazie per aver realizzato il Salone, con il contributo di tutta la popolazione. Questo il testo della lapide: LA COMUNITÀ DI MARCIANO RICORDA CON RICONOSCENZA DON GUIDO CUTINI PER IL LUNGO E FEDELE MINISTERO SACERDOTALE E PER LA REALIZZAZIONE DI QUESTO EDIFICO A. D. 2001 All’interno è stato affisso anche un ricordo a Siro Santini, uno dei promotori della costruzione del Salone. La bella serata si è conclusa con la cena nella “sala parrocchiale”. Una trentina di persone hanno aderito a questo momento conviviale fraterno. Bene! dell’ufficio scuola e, fino al 1996, direttore dell’ufficio catechistico e dell’ufficio di pastorale familiare. Nel 1997 il vescovo Flavio Roberto Carraro lo ha nominato suo Vicario Generale, carica confermata nel 1999 dal vescovo Gualtiero Bassetti. Monsignor Agostinelli riceverà l’ordinazione episcopale direttamente dalle mani del Papa domenica 6 gennaio, nella festa dell’Epifania, in San Pietro. Il vescovo uscente Giacomo Babini ha comunicato personalmente la notizia , annunciando l’intenzione di ritirarsi a Sansepolcro, nella sua terra d’origine. Mercatino della Solidarietà Nei giorni di Sabato 8 e Domenica 9 Dicembre presso i locali della Fondazione Palleggi, è stato organizzato un mercatino della solidarietà “MARCIANOBELLO” dove era possibile trovare oggettistica in genere (raccolta nelle soffitte e nelle cantine), ricami, cuscini e merletti (fatti a mano da alcune signore di buona volontà: GRAZIE!!!) e oggetti dell’artigianato della Tanzania . Il ricavato totale è stato di L. 1.992.500 delle quali L. 470.000 sono da ridare a Gianni Tiezzi per i prodotti dell’artigianato della Tanzania mentre le restanti L. 1.552.500 saranno devolute in parte per aiuti umanitari in seguito al terremoto che ha colpito la città di San Salvador in America centrale e in parte per la costruzione di una nuova aula di una scuola media superiore nella missione in Tanzania di Padre Fabiano (nipote di Don Guido), inoltre per la stessa iniziativa di Padre Fabiano saranno devolute anche le L.426.500 raccolte, secondo le intenzioni dei familiari, in memoria del defunto Rossi Gino. Restano in cassa L. 3.376.850. 2 bacheche... Alle due colonne, in fondo alla Chiesa, sono state poste due bacheche, come deciso nel Consiglio Caritas. Hanno come scopo, tener sveglia la nostra attenzione sulle necessità del mondo. In una, verranno riportate le varie “adozioni a distanza” che i parrocchiani hanno fatto in questi ultimi anni. Ci sarà affisso una specie di “statino” del bambino adottato: la foto con il nome e cognome, l’età, il paese e la nazione. Inoltre è presente l’indirizzo dell’Associazione attraverso la quale è stata fatta l’adozione. Tale indirizzo potrà essere utilizzato da chi desidera partecipare all’iniziativa, adottando a sua volta un bambino. L’altra bacheca riporterà articoli di giornale, frasi e immagini di problemi positivi e negativi legati al terzo mondo e al mondo delle missioni. L’intenzione, come detto, è di aiutare a riflettere! Giornata Missionaria Mondiale Il frutto della raccolta in denaro di Domenica 21 ottobre, Giornata Missionaria Mondiale, è di £ 228.000, ed è stato portato in Curia di Arezzo. La Chiesa invita le parrocchie ad aiutare i popoli del terzo mondo. Aiuto che possiamo dare in vari modi: contattando direttamente un missionario e con lui decidere le finalità delle raccolte di denaro - cosa buona, perchè così sappiamo dove vanno i soldi stanziati; andare direttamente in missione per trascorrervi un periodo di conoscenza della realtà e, manualmente, rendersi utili lavorando- senz’altro formativo e arricchente; oppure utilizzare la via ufficiale delle Pontificie Opere Missionarie, cioè ogni diocesi, attraverso la Curia e l’Ufficio Missionario, raccoglie il frutto delle giornate missionarie e destina al “centro”, le Pontificie Opere Missionarie, che pensa a dare secondo il bisogno alle varie missioni del mondo. Sono tre modalità giuste: la prima un po’ più gratificante, la seconda impegna in prima persona, la terza è la via “ufficiale” che ci fa sentire utili al mondo intero e parte di un’unica famiglia, anche se non sapremo mai a chi è ar- In settembre ad una signora della parrocchia è giunta la foto di un bambino adottato; con la foto una letterina delle Suore di Santa Elisabetta. La riportiamo per far conoscere i motivi per cui le persone che hanno fatto l’adozione a distanza con queste Suore, non abbiano ricevuto notizie. E’ avvenuto così pure per l’adozione fatta a nome della Parrocchia di Marciano. Gentilissima Signora, finalmente le invio la foto del bambino indiano che insieme a tanti altri aiutiamo a Madaplathurth - Kerala (India). L’aiuto è esteso anche alla famiglia del bambino adottato. Come ho detto per telefono al suo Parroco, le autorità negano il visto alle suore italiane ed europee, perchè essendo induisti, non vogliono i cristiani. Attualmente le nostre giovani suore indiane sono da sole, senza noi italiane. Questo spiega anche le poche notizie che abbiamo. La ringrazio tanto; appena ho foto di bambini le invierò anche agli altri che hanno fatto una adozione a distanza. Dio vi ricompensi di tutto! Suor M. Lucia Paccini Il quadro in restauro: storia infinita Il quadro dell’Adorazione dei Magi che da qualche mese è presso una ditta di restauri, non sarà terminato entro la data preventivata dai restauratori: Natale o Epifania. Quindi dovremo ancora attendere prima di rivederlo nella sua sede originale. Cassa parrocchiale Ai primi di dicembre nella cassa parrocchiale si trova la somma di £ 20.421.000. S. Messa e Sacramenti A volte si sente dire “oggi c’è la mia Messa”, riferendosi al fatto che durante la celebrazione sarà ricordato il nome di un proprio defunto. E’ senz’altro un modo di dire, si sa che la Messa è di tutti, anche se si nomina un defunto in particolare. Ma il motivo di questo scritto è un altro: non capisco perchè non sia possibile celebrare il Sacramento del Battesimo durante la Messa “ordinata” da una famiglia diversa da quella del Battesimo. Teologicamente tutto parte dalla Messa, quindi è bene celebrare il Battesimo all’interno della Messa. Dire il nome del defunto non “offende” il Battesimo. E neppure “si manca di rispetto” al defunto a celebrare il Battesimo. Allora? E’ una tradizione che ci portiamo dietro, ma che è senza fondamento? Oppure si pensa che abbinare l’intenzione della Messa con il Battesimo sia una “furbizia” del parroco per guadagnarci due volte? Che differenza c’è, economicamente, a dire la Messa e ricevere l’offerta e poi subito dopo celebrare il Battesimo e ricevere l’offerta dello stesso? E poi c’è da ricordare che le varie offerte che il parroco riceve, non hanno uguali finalità: l’offerta della Messa spetta al sacerdote, invece quella che viene dalla celebrazione dei Sacramenti va alla “cassa PROGRAMMA E ORARI DELLE CELEBRAZIONI NATALIZIE Orari e celebrazioni natalizie - Novena del Santo Natale a partire dal 15 dicembre, all’interno della Messa del pomeriggio; - 24 dicembre ore 24.00: S. Messa nella Veglia di Natale; - ore 23.30 - veglia di preghiera. 25 dic. Solennità del S. Natale SS. Messe ore 8.00-11.30-16.00; 26 dic. S. Stefano co-patrono della parrocchia SS. Messe ore 8.00 e 11.30. Confessioni: Lunedì 24 dicembre, vigilia di Natale, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Martedì 25 dicembre - Solennità del S. Natale - Domenica 30 dicembre, ore 16.45, la parrocchia organizza una tombola. - Lunedì 31 dicembre, ore 21.00, la parrocchia organizza, presso il Salone, la “cena di fine anno”. Iscrizioni presso Roberta tel. 0575/845238 e Marilisa 0575/845016. - Martedì 1 gennaio, ore 16.45, la parrocchia organizza la consueta tombola. - Domenica 6 gennaio 2002, ore 16.45, arriva la Befana per i bambini e seguirà la tombola organizzata dalla parrocchia. MERCOLEDI 26 DICEMBRE VISITA AL PRESEPE SULLE BARCHE A CESENATICO Partenza - ore 13.45 da Marciano. Arrivo Cesenatico ore 16.30 circa. Visita al “Presepe sulle barche”. Rientro per le ore 21.30-22.00 circa La spesa del pullman è £ 20.000. Iscrizioni in parrocchia. - alla S. Messa delle ore 11.30 e 16.00 sarà presente un sacerdote per le confessioni. Festività natalizie: - Venerdì 21 Dicembre: ore 21.00 nella Chiesa Parrocchiale Concerto di Natale, organizzato dall’Amministrazione Comunale. - Sabato 22 dicembre: ore 21.00 ai giardini pubblici (PRATO) presepe vivente preparato dai ragazzi delle scuole elementari e medie. - Martedì 25 dicembre - S. Natale: ore 16.45, al Salone, ci divertiamo con la tombola. IL PRESEPE SIAMO NOI Finalmente è Natale; gli alunni di tutte le scuole del nostro comune vogliono manifestare quest’anno la loro sensibilità verso questo evento, proponendosi come personaggi di un presepe vivente per percepire con maggiore consapevolezza l’aspetto religioso della nascita di Gesù. Essere personaggi di quel presepe che hanno sempre costruito con le statuine li entusiasma e li distoglie dal natale vissuto all’insegna dei simboli consumistici che finiscono per snaturare il valore autentico di questo evento eccezionale. Alunni, genitori e insegnanti, sono impegnatissimi nella realizzazione del progetto che esprime anche la volontà della scuola di animare la vita del paese, di vivere momenti di aggregazione e soprattutto di riscoprire insieme quei valori morali che oggi, particolarmente, vediamo calpestati. La manifestazione si terrà nei giardini pubblici, il giorno 22 Dicembre, alle ore 21,00. Si ringraziano fin d’ora, per la collaborazione, la Parrocchia, il Comune, la Pro-Loco, la Società sportiva, il Comitato dei festeggiamenti del SS.Crocifisso e si invita tutta la popolazione a partecipare. A conclusione della serata si avrà l’opportunità di scambiarsi gli auguri natalizi in un clima di conviviale letizia, gustando leccornie preparate dai genitori. Costruito nei palazzi dei ricchi o nelle case dei poveri il presepio rispetta sempre la povertà di una capanna destinata ad accogliere l’immensità incontenibile di un Dio fatto uomo. E ci si chiede: «Perché? Come è possibile?», ripetendo la domanda di Maria all’Angelo. «Nulla è impossibile a Dio», risponde l’Angelo. Rimane sempre il perché di tutto questo: un perché generato dalla natura stessa dell’amore, che non bada quale prezzo è disposto a pagare, quando si fa dono. Dio, creandoci, pose nell’uomo qualche cosa di sè, che ci fece simili a lui, suoi figli. E non si tira indietro alla prospettiva di conoscere e sperimentare la debolezza e lo squallore dell’uomo, qualora egli si allontana da Dio. E così, da ricco che era, si fece povero, anzi misero, perché la nostra miseria diventasse in lui e con lui nobiltà. E’ l’incredibile ma meravigliosa storia di Dio che sembra sconfinare nella follia. Una follia alla quale non fanno impressione le paludi della vita dell’uomo, che la sua presenza, quando è accolta, fa diventare giardini. Per questo a Natale ci si cerca tutti in mille modi. Si vorrebbe comunicare con tutti, dare a tutti un segno che l’amore esiste ancora, come sorgente di vita. Si vorrebbe cancellare ogni tipo di emarginazione. Si vorrebbe definitivamente sepolto il germe della violenza. Rivedo le immagini che, l’11 settembre scorso, giungevano dagli Stati Uniti, e ci raccontavano in diretta la tragedia che si è abbattuta su New York, su Washington e sull’umanità tutta. Rivedo anche la fuga disperata di milioni di profughi afghani. Sto soffrendo con i civili dell’Afghanistan per i bombardamenti americani. Penso all’inaudita violenza che in luglio a Genova ha accompagnato l’incontro dei G8. Ma penso anche alla violenza ai bambini, alle donne, ai deboli: una cronaca quotidiana che fa arrossire tutti di vergogna. Abbiamo avuto momenti di speranza - è vero --, quando per esempio Giovanni Paolo II ha compiuto i tre difficili viaggi apostolici in Grecia e in Siria, in Ucraina e in Armenia; o quando più volte l’israeliano Shimon Peres ha incontrato Yasser Arafat, leader dei Palestinesi, per parlare di disarmo e di pace. Non è stato tutto quello che avremmo voluto, ma diamo a quei momenti un titolo, chiamiamoli “atti di buona volontà”, quella cantata sulla grotta di Betlemme e che attira la pace di Dio. Vorremmo che questo “cammino di speranza” passasse per gli Stati Uniti, l’Afghanistan, la Palestina, i Paesi Arabi, l’America Latina, il mondo tutto. L’odio non ha mai vinto una guerra: ha forse conosciuto l’amaro sapore della vittoria di una battaglia, non la guerra della civiltà dell’amore, che si ottiene solo con la buona volontà. Vorremmo che a Natale tutti i grandi della politica, dell’economia, della cultura e dell’arte gettassero alle ortiche quella corona di prestigio, di ricchezza e di potere che si sono fatta, e indossassero quella del servizio, la sola che può stare sulla testa dell’uomo come la corona di spine sulla testa di Gesù. Allora sì che possiamo dare fiato alla speranza degli uomini, che oggi hanno tanta nostalgia di amore, di giustizia e di pace. Con il suo Natale Gesù ha reso questa nostalgia una verità che i Pastori, i Re Magi e tanti altri hanno trovato e vissuto. Il nostro augurio è che tutti giungano a Betlemme per “vedere” e “gustare” finalmente la pace! Il mondo è sbigottito per gli avvenimenti di inaudita violenza su New York. Che fare? Non ci si può accontentare di pensare alle ritorsioni, alla vendetta o al fatalismo che fa perdere ogni speranza di futuro.... La Chiesa reagisce alla violenza con un’unica arma che conosce: la preghiera. La nostra comunità parrocchiale si è riunita martedì 18 settembre per una veglia di preghiera per la pace. E’ nato in quell’occasione il “fiore della pace”. Un segno visibile della nostra preghiera articolata in 4 riflessioni: la pace è frutto della giustizia, del perdono, della solidarietà e della condivisione. Le 4 riflessioni sono state rese visivamente nei 4 petali del fiore. Ai piedi del fiore la frase di San Francesco: ”O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”. Qualche giorno dopo, sabato 13 ottobre, è continuata la preghiera con i ragazzi delle scuole elementari e medie, nella Messa di inizio anno scolastico. Riportiamo soltanto alcune preghiere significative che sono state poste vicino al “fiore della pace”: possiamo servircene ancora, visto che la pace sembra ancora lontana da venire. «Gesù, aiuta le persone che hanno perso i familiari nell’attentato in America, aiutali a sopportare il dolore e a non sentirsi tristi e soli». «Gesù, aiuta i terroristi a capire la gravità di quello che hanno fatto: la guerra non è un gioco». «Caro Gesù, fai capire agli Americani che non si devono vendicare perchè sennò le guerre non finiscono mai». «Caro Gesù, aiuta le persone povere, soprattutto i bambini, fai in modo che abbiano almeno il necessario per sopravvi- Due proposte di Giovanni Paolo II per arrivare ad una soluzione dei conflitti internazionali e favorire il dialogo tra le religioni. La prima data, quella del digiuno, venerdì 14 dicembre, coincide con la fine del Ramadan islamico. Questa scelta vuol significare che già nella preghiera le due posizioni oggi maggiormente in conflitto si trovino unite nella preghiera. L’unità che Dio vuole stabilire tra gli uomini dovrà essere prima di tutto realizzata in questa unità di tutti gli uomini in Dio. Dio solo può superare i conflitti e realizzare l’aspirazione di tutti gli uomini ad una pace che rimane ed è dono di Dio. Di seguito il testo ufficiale dell’appello del papa. Carissimi Fratelli e sorelle 1.La scena internazionale continua ad essere turbata da preoccupanti tensioni. Non possiamo non ricordare le pesanti sofferenze che ancora affliggono tanti nostri fratelli e sorelle del mondo: migliaia di vittime innocenti nei gravissimi attentati dell’ 11 settembre scorso; innumerevoli persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni per affrontare l’ignoto e talvolta la morte cruenta; donne, vecchi e bambini esposti al rischio di morire di freddo e di fame. In una situazione resa drammatica dalla sempre incombente minaccia del terrorismo sentiamo l’esigenza di elevare il nostro grido a Dio. Quanto più insormontabili sembrano le difficoltà e oscure le prospettive, tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera per implorare da Dio il dono della comprensione reciproca, della concordia e della pace. 2. Sappiamo che la preghiera acquista forza se è accompagnata dal digiuno e dall’elemosina. Così insegna già l’Antico Testamento ed i cristiani, fin dai primi secoli hanno accolto questa lezione e l’hanno applicata, particolarmente nei tempi di Avvento e di Quaresima. Da parte loro, i fedeli dell’Islam hanno appena iniziato il Ramadan, mese consacrato al digiuno e alla preghiera. Noi cristiani ci avvieremo tra poco nell’Avvento per prepararci, nella preghiera, alla celebrazione del Natale, giorno della nascita del “Principe della pace”. In questo tempo opportuno chiedo ai cattolici che il prossimo 14 dicembre sia vissuto come giorno di digiuno, durante il quale pregare con fervore Dio perchè conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia, e faccia sì che si possano trovare adeguate soluzioni ai molti conflitti che travagliano il mondo. Ciò di cui ci si priva nel digiuno potrà essere messo a disposizione dei poveri, in particolare di chi soffre in questo momento le conseguenze del terrorismo e della guerra. Vorrei inoltre annunciare che è mia intenzione invitare i rappresentanti delle varie religioni del mondo a venire ad Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare per il superamento delle contrapposizioni e per la promozione dell’autentica pace. Ci si vuol trovare insieme, in particolare, cristiani e musulmani, per proclamare davanti al mondo che ha religione non deve mai diventare motivo di conflitto, di odio e di violenza. Chi veramente accoglie in sè la parola di Dio, buono e misericordioso, non può non escludere dal cuore ogni forma di astio e di inimicizia. In questo momento storico, l’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di ascoltare parole di speranza. Come dissi quindici anni fa, annunciando l’incontro di preghiera per la pace che si sarebbe tenuto ad Assisi nell’ottobre successivo:”E’ urgente che un’invocazione corale salga con insi- stenza dalla terra verso il Cielo, per implorare dall’Onnipotente, nelle cui mani stanno i destini del mondo, il grande dono della pace, presupposto necessario per ogni serio impegno a servizio del vero progresso dell’umanità”. 3. Affido fin d’ora queste iniziative alla materna intercessione di Maria Santissima, chiedendoLe di voler sostenere i nostri sforzi e quelli dell’umanità intera sulla via della pace. A Te, Regina della pace, chiediamo di aiutarci a rispondere con la forza della verità e dell’amore alle nuove e sconvolgenti sfide del momento presente. Aiutaci a superare anche questo momento difficile, che turba la serenità di tante persone, e ad impegnarci senza indugi nel costruire ogni giorno e in ogni ambiente una autentica cultura della pace. Giovanni Paolo II La nostra diocesi e di conseguenza la nostra comunità parrocchiale aderiscono all’invito del Papa. Venerdì 14 dicembre, alle ore 20.00, presso il Salone del Crocifisso: veglia di preghiera (durante l’orario della cena); digiuno; offerta per i poveri pari a ciò di cui ci siamo privati (l’equivalente di una cena - le offerte, tramite la Caritas Diocesana, saranno devolute per le necessità della Palestina e dell’Afghanistan). Termineremo con un momento di festa. Due belle preghiere Portando la comunione agli anziani, ho trovato la Signora Giannini Eugenia (classe 1906) che nella sua “verde” età ricorda benissimo le preghiere che aveva imparato da piccola. Ne riportiamo 2: sono molto belle. PRIMA DELLA COMUNIONE Eccomi che mi accosto alla sacra mensa, dove si dispensa il pane del cielo. Guardo sotto quel velo, credo ben che ci sia il bene dell’anima mia e Dio che mi ama. Eccolo che mi chiama alla Comunione, sta esposto nell’altare, per me sta preparato, mi parto di viato e lo ricevo per avere ogni bene di sapore io mi consacro amore. Fontana che mi invita a tanto bene mi dice viene viene a goder l’anima mia a godere in santa pia la mia presenza, la santa providenza. Di Voi non son mai sazio, Signore mio Dio vi ringrazio. DOPO LA COMUNIONE Angeli santi venite tutti quanti a consolarmi il cuore che in bocca ci ho il Signore. Mi parla, mi dice: Campane a festa A suo tempo il Vescovo aveva invitato i Parroci a far festa per la nascita dei bambini con il suono della campane. Quando sentiamo suonare le campane, in genere, ci chiediamo chi è morto??? Ci sembra, invece, opportuno accogliere l’invito del Vescovo e dare voce alle campane per sottolineare la venuta la mondo di una nuova creatura., pertanto chiunque lo desideri, potrà comunicare tale lieto evento al parroco che, suonando le campane, condividerà tale gioia con tutta la BACHECA DEI GIOVANI Al Salone è posta una bacheca che di volta in volta sarà aggiornata. Conterrà alcune proposte di catechesi, schede a tema, inviti vari e un indirizzo di posta elettronica per entrare in contatto con la parrocchia e con altri giovani. Vuol essere un piccolo mezzo di incontro! Chi vuole, lo utilizzi liberamente! Ogni martedì alle ore 21.00 c’è l’incontro del “gruppo giovani”. E’ stato fatto un “calendario” di incontri così articolato: - un martedì “riflessione dal Vangelo”: lettura di un brano, riflessione e condivisione, cioè ognuno cerca di proporre un personale pensiero nato dalla parola ascoltata. - un martedì: incontro di catechesi. La pastorale giovanile diocesana propone in questo anno la riflessione sull’ “affettività”. Viene proposta una scheda sulla quale si discute. - un martedì la “lectio divina”: confronto articolato con la Parola di Dio. Più facile farla che spiegarla. - un martedì: incontro di programmazione: parliamo insieme delle eventuali iniziative di carattere spirituale, sociale, caritativo o ricreativo. L’incontro è anticipato alle ore 20 perchè ci troviamo insieme per la cena. Cari giovani, un po’ di coraggio e di buona volontà, poi nasce amicizia reciproca, voglia di stare insieme, la gioia di ascoltare delle buone parole, il gusto delle cose di Dio. Tutto questo forma i giovani alla vita. Casa di Riposo Dreini (Gargonza) Domenica 25 novembre, alcuni ragazzi della parrocchia hanno condiviso un pomeriggio di festa e canti con gli anziani della Casa di Riposo di Dreini. E’ stata un esperienza speciale che presto rifaremo ... perché non vieni anche tu? G.M.G. TORONTO 2001: arriviamo! Pensiamo già alla Giornata Mondiale della Gioventù in Canada dal 18 al 31 luglio 2002. E’ troppo presto? No! E’ ora il tempo! Se qualcuno desidera partecipare si faccia avanti. Alcuni di noi andranno sicuramente. Può essere un problema la spesa? Due milioni e centomila. Pensaci! Se vuoi chiedi informazioni in parrocchia! G i o v a n i s s i m i Con i giovani che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima lo scorso anno teniamo un incontro settimanale, il martedì alle ore 15.00. Un incontro vario: a partire dal torneo di ping-pong, nell’attesa che giungano tutti i partecipanti, quindi il “momento di serietà: “la vita è mia” tema della crescita umana, cristiana, affettiva… Utilizziamo schede, questionari e testimonianze… al termine la merenda. Ogni martedì un componente porta un dolce, al resto pensa la parrocchia. Dopo merenda continua il torneo di ping-pong e alcune ragazze fanno il corso di chitarra con l’animatrice Nada. ASSOCIAZIONE DEL SANTO ROSARIO Domenica 28 ottobre con le iscritte all’associazione del “Rosario Perpetuo”, il nostro parroco Don Alessandro e chi lo desiderava, con il pullman, siamo andati a Firenze in Santa Maria Novella. E’ stata una bella giornata di canti e di preghiera. Ci ha fatto sentire più uniti fra noi e più vicini alla Madonna. Che dire della nostra Associazione? Eravamo tante iscritte, ma purtroppo alcune ci hanno lasciato e ora aspettiamo che si aggiungano delle nuove, soprattutto delle giovani. L’impegno non è gravoso. Una volta al mese si deve fare un’ora di preghiera, un’ora in compagnia della Madonna, da sole nelle nostre case oppure insieme la prima domenica del mese in chiesa. In passato nel mese di maggio, andavamo sempre a fare un pellegrinaggio-gita ad un santuario. Ricordo a Genova alla Madonna della Guardia, a Pompei, a Cascia e in tanti altri luoghi. Sicuramente tante persone si ricorderanno, magari con nostalgia, di quelle belle giornate trascorse insieme in preghiera, ma anche nel divertimento (che non guata mai). Faccio un appello a Don Alessandro che insieme riprendiamo queste buone abitudini. I pellegrinaggi, le gite sono un modo per riunirci e per stare insieme, insieme si prega meglio e in fondo ci vogliamo anche un po’ più di bene La vostra zelatrice Biagini Brunella COMPAGNIA DEL SS. SACRAMENTO In altro giornale parrocchiale è stata fatta la storia della Compagnia e delle sue finalità. Qui vogliamo parlare dell’aspetto economico. La cassa della Compagnia del SS. Sacramento è formata dalla quote che annualmente pagano i confratelli (£ 5.000); il momento del pagamento della quota è il tempo di Pasqua. Al presente nel conto della Compagnia ci sono £ 3.182.500. Quale l’uso della cassa? Con questo denaro si fanno celebrare delle SS. Messe per suffragare le anime dei fratelli e sorelle iscritti all’associazione. In fondo alla chiesa, nel foglietto delle messe settimanali, si scrive messa “offerta dalla Compagnia”. Inoltre l’addobbo della chiesa in occasione delle Quarantore di carnevale e di Pasqua è offerto dalla Compagnia. Così pure il pane che nella celebrazione del Giovedì Santo viene distribuito ai Discepoli e agli altri a cui spetta. Quando le finanze lo permettono, non trattandosi di somme eccezionali, si pensa anche a piccole interventi per la chiesa parrocchiale: manutenzione, arreddi, altro… Questo perché dobbiamo avere a cuore la nostra chiesa parrocchiale costruita con tanto sacrificio dai nostri padri. Da ricordare che il Camarlingo della Compagnia è il Sig. Renzoni Raffaello. Il cassiere è il Sig. Marcelli Ivo. COMITATO DI GESTIONE DEL SALONE In data 19 novembre 2001 è stato rinnovato il Comitato di Gestione del Salone. Il precedente Comitato era scaduto per decorrenza dei cinque anni, in luglio 2001. Nel Consiglio Pastorale del 25 ottobre erano stati eletti, come da statuto, 7 membri nella persona di Emilio Bernocchi, Evaristo Biagini, Piergiorgio Fantozzi, Anna Mori, Marcello Redi, Luca Zama e Marilisa Zama. Il parroco aveva nominato tre esterni al Consiglio pastorale: Giuliano Berni, Giuseppe Bigliazzi e Santino Renzoni. Mancava di rinnovare le cariche. Passati alle votazioni, sono stati eletti per acclamazione: Giuliano Berni - presidente; Evaristo Biagini - segretario; Marcello Redi - cassiere. Non resta che augurare buon lavoro al nuovo Comitato. Insieme un grazie di cuore al Comitato che per cinque anni ha dato lustro al Salone con tante iniziative e attività. Grazie al presidente Roberta! Facendo un passo indietro, c’è da lodare alcuni volenterosi che in giugno hanno restaurato tutti gli infissi del Salone, scartandoli e dando mani di vernice. Al presente, in questi giorni sta concludendo la Rassegna Teatrare Regionale “Il Fanfulla”. Bella idea! Begli spettacoli! Manca solo la partecipazione dei paesani. Peccato! Il mese di novembre è dedicato al “ringraziamento”, festa nata 51 anni fa per volere della Coldiretti e poi fatta propria dalla Conferenza Episcopale Italiana. Nella nostra parrocchia questa festa è stata celebrata il 18 novembre. Piccoli e grandi attrezzi utilizzati dai nostri nonni in agricoltura, hanno addobbato il centro storico del paese accompagnando la comunità a ringraziare, durante la Santa Messa celebrata alle ore 11.30, per i doni che Dio ci dà continuamente. La chiesa era addobbata a festa e tanti doni raccolti dalle famiglie della parrocchia, e non solo!!, riempivano una sfilata di cesti pronti ad essere destinati alla beneficenza: gli ospiti delle case di riposo di Dreni e della RSA di Monte San Savino, hanno ringraziato tutti noi e Dio per tutto ciò. Al termine della Santa Messa, è stato regalato ad ognuno di noi “un piccolo ricordo” perché tornando a casa e leggendo la “Preghiera del Lavoratore” facessimo memoria che ogni cosa e ogni uomo appartengono a Dio e che il nostro lavoro e la nostra fatica producono frutti ed alimento. Poi don Alessandro, uscendo dalla porta del paese, ha benedetto la lunga sfilata di mezzi agricoli con la simpatica presenza della “miccia” del “Fagiolo”!!! E come si dice, “tutte le feste finiscono in gloria”!! Tutti a pranzo al Ristorante Belvedere a Monte San Savino. E tra saccottini, spiedini e barzellette, tutti hanno ringraziato Dio per “il pane quotidiano”, per l’affetto e per l’armonia che questa festa dona ai loro cuori, ai nostri cuori. Cosa dire adesso?! Grazie a tutti, proprio a tutti; grazie a don Alessandro e a tutta la parrocchia e grazie a ….. Dio, naturalmente!! Questa chiesa di stile francescano, vasta, armoniosa ed arricchita da un bel portico con colonne doriche, risale al 1500, dato che in quel secolo e cioé nel 1562, la troviamo sede di una fiorente e ben organizzata Compagnia e con un cappellano deputato alla sua regolare ufficiatura. In origine era dedicata alla S.S. Annunziata, ma a poco a poco per la venerazione ad un simulacro che era stato posto nel tempio, dal popolo venne comunemente chiamata «Chiesa del S.S. Crocifisso». Si trovava situata fuori delle mura castellane, nei pressi ove la strada che viene da Cesa, si congiungeva con quella che da Marciano prosegue verso Lucignano. La chiesa aveva un piccolo campanile a vela con due campane e mancava di sagrestia. Sino a tutto il 1500 nell’interno esisteva un solo altare, quello dedicato alla Madonna, e su questo altare troneggiava un bel quadro in legno di scuola senese, ove sul fondo d’oro era dipinta la scena dell’Annunciazione. In seguito, probabilmente quando fu costruito l’altro altare, il quadro venne sostituito da una statua della Vergine in scagliola e, non si sa da chi, sulle ginocchia di questo simulacro, fu posto, senza riflettere alla riverenza, un piccolo Gesù Bambino di legno. Nei primi del 1600, crescendo la venerazione verso il Crocifisso, si volle costruire sulla parete di sinistra, su disegno dello scultore Pozzi, un grandioso altare barocco in gesso per la decorosa conservazione della sacra immagine. Il 20 maggio 1898 per completare la simmetria del tempio si aggiunse l’altare della Addolorata. La chiesa possedeva varie opere d’arte, provenienti in gran parte dalla vecchia Pieve di Santo Stefano: una statua in legno di Santa Maria Maddalena del sec. XV°, le tele dell’Ultima Cena e della Crocefissione attribuita al Vasari e due belle tavole della scuola senese sulle quali erano dipinti i santi Fabiano e Sebastiano e Maria con l’Angelo. Come abbiamo già detto, la chiesa mancava di sagrestia e di un vero e proprio campanile. Per supplire alla prima de- ficienza, nel maggio 1838 i Magistrati della Compagnia decretarono la costruzione della sagrestia che, dopo molte discussioni, venne innalzata per consiglio del capomastro Boldi di Montagnano, tra Levante e Mezzogiorno, dietro l’altare del Crocefisso. La spesa per tale opera fu di L. 407. Non era ancora terminato il lavoro, allorché i Magistrati incaricarono il foianese Luigi Radicchi di preparare il progetto del campanile. Il disegno, tuttora esitente, fu ricompensato con L. 5 e nel tardo novembre 1843 si scavarono le fondamenta. I lavori proseguivano mano a mano che si raggranellavano i mezzi e solo nel 1849 venne inaugurata la bella torre campanaria, alta 29 braccia. La somma di L.2.162, necessitata per la costruzione, fu largamente superata dalle offerte del popolo. A titolo di curiosità, si ricorda che i maggiori offerenti furono il pievano con L. 13, Francesco e Natale Salvadori con L. 10 ciascuno; gli altri possidenti dettero dalle 3 alle 5 lire; il popolo dagli 8 ai 10 soldi e Lorenzo Spadini offrì un soldo. Fatto il campanile bisognava provvedere alle campane e i Magistrati della Compagnia, nell’adunanza del 28 settembre 1851, stanziarono 100 scudi per il nuovo concerto companario, che venne affidato ai fratelli Sini di Acquapendente. La fusione si effettuò sotto le logge della chiesa il 2 agosto 1853 e vennero estratte tre campane del seguente peso: la prima di libbre 1.192, la seconda di libbre 705 e la terza di libbre 380. La spesa totale, oltre il bronzo già esistente, fu di L. 1.542, e siccome la Compagnia non aveva tanto danaro in cassa, Don Giuseppe Franceschi, Girolamo Tosi e Don Antonio Ferretti, anticiparono le mancanti 400lire. Il concerto campanario non riuscì di comune soddisfazione, onde il 27 novembre 1879 venne approvato il progetto del fonditore Terzo Raffaelli, che prevedeva l’aggiunta di una quarta campana. Anche questa volta la fusione fu ripetuta in Marciano e, si dice, che insieme al vecchio bronzo siano state gettate nel crogiuolo, molte monete di argento. Così nel gennaio 1860 si ebbero quattro nuove campane, la prima delle quali di 1.192 libbre, la seconda di 862, la terza di 624 e la quarta di 387 libbre. La rifusione venne a costare L. 1.429, e per saldare il pistoiese Raffaelli furono prese in prestito 80 monete In occasione della partenza da Marciano, Don Guido fu invitato a Badicorte per un saluto alla comunità. In quella circostanza Don Luigi offrì una poesia a Don Guido. Dopo un po’ di tempo, sempre in rima, rispose Don Guido. Ci sembra bello riportarle entrambe sia per mettere in risalto il bel rapporto di due anziani sacerdoti che per mantenere vivo il ricordo di Don Guido. Badicorte, 01-10-2000 AL CARISSIMO DON LUIGI E AI SUOI ZELANTI PARROCCHIANI. A don Guido Cutini Grazie del tuo saluto, o don Guido arciprete. Si, il ringraziamento giusto è, ti si compete. T’abbiamo conosciuto da molti anni in zona, agile, buon pastore e di fama che intona. Ti si ammiran le opere non solo pastorali ben accette alle anime ma anche le ecclesiali: Pronto riparatore là do v’è necessario per chiese e canonica con fare accorto e serio. I limiti dell’età chiedono il buon riposo, Dio te lo conceda, lungo, con salute e gioioso. Tua uscita da Marciano recherà molto vuoto tuo lavoro resterà ai posteri assai noto! Tutti noi a Badicorte ti esprimiamo affetto, ti ringraziamo tanto: “e vviva !“ forte - netto! Don Luigi Valdambrini E i Parrocchiani di Badicorte NON SAPEVO DEL TUO ESTRO POETICO CHE MI HA RALLEGRATO E COMMOSSO, LEGGENDOLO L’HO TROVATO PATETICO DISPIACIUTO PER NON AVERLO IN LETTURA MOSSO. LE PAROLE DI LODE ALLA MISSIONE SACERDOTALE DA TE MESSE, IN MODO APPROPRIATO IN RISALTO NON FANNO ECCEZIONE; NEL MISISTRO DI DIO E’ NATURALE, COSI’ ESSER DEVE PER VINCERE DEL DEMONE L’ASSALTO. QUANTO CONCERNE LA CHIESA, LA CANONICA E LE MOLTEPLICI STRUTTURE COLLATERALI, CHE SONO MOLTE, DOVEROSA ATTUAZIONE PERIODICA, PARTE FAN DELLE VARIE INIZIATIVE SACERDOTALI. L’INCORAGGIAMENTO E GLI AIUTI DELLA GENTE, STATI SON SPRONE A FARE ED ANDARE IN AVANTI: ESIGENZE CHE IL POPOL FEDELE IN SE’ SENTE: I DESIDERI A PREGAR E LODAR DIO SONO TANTI. L’AUGURIO DI MERITATO E GIOIOSO RIPOSO, NEL RITIRO A VITA SCEVRA DA ATTIVITA’ OBBLIGATA, ESSER DOVREBBE IN PREMIO DEL LUNGO CORSO GODENDO GIORNI LIETI IN UNA VECCHIAIA BEATA. DOPO QUARANT’ANNI LASCIANDO IL PAESE DI MARCIANO, DI CERTO IN ME CI SARA’ UN GRAN VUOTO: RICORDI, PERSONE, FESTE, EVENTI SCORRON MAN MANO VENENDO UNO DIETRO L’ALTRO, COME DEL TEMPO IL MOTO. A DON LUIGI, CHE COME ME E’ PRETE E HA SPESO LA LUNGA E SOLITARIA VITA INSEGNANDO AI FEDELI DELLA BONTA’ LE METE AUGURIAMO UNA FINE FELICE A GIOIA UNITA. AI BADICORTINI PER LA SCHIETTA RICONOSCENZA, RIVOLTAMI PER GLI INSEGNAMENTI E BENEFICI RICEVUTI, QUANDO COME MAESTRO DATO HO DELLA FEDE LA SCIENZA, INFINITE GRAZIE PER GLI ENCOMI E SALUTI RICEVUTI! DON GUIDO CUTINI L’anno liturgico è formato da 52 settimane, come l’anno civile, però con un ‘impostazione particolare, perché è liturgico, cioè basato sulla liturgia, che è la preghiera della Chiesa. Nel corso di questo anno, infatti, viene presentato, attraverso le celebrazioni liturgiche, Gesù Cristo, il suo messaggio e la sua vita. Viene presentata anche la Chiesa, attraverso la figura della Vergine Maria e dei Santi, che sono coloro che hanno vissuto in pienezza l’insegnamento di Gesù. Possiamo dire che l’anno liturgico è il cammino dei cristiani per conoscere e accogliere Gesù nella propria vita. IL FONDAMENTO La domenica è il fondamento dell’anno liturgico, perché è il giorno della risurrezione di Gesù, i primi cristiani in questo giorno celebravano la Pasqua settimanale. Per questo la domenica è il giorno del Signore, il giorno dell’Eucaristia. Successivamente, per un desiderio di approfondire e vivere appieno i misteri di Gesù, si è sviluppato il ciclo pasquale e il ciclo natalizio. LO SCOPO L’anno liturgico è un vero e proprio cammino di salvezza, perché la Chiesa rende presente il mistero di Redenzione con la sua pienezza di grazia. L’anno liturgico, quindi, è un anno di grazia del Signore, per questo il cristiano a contatto con questo tempo deve trasformare la propria vita, rinnovandosi, o meglio, convertendosi, come è avvenuto per i santi. I COLORI DELL’ANNO LITURGICO L’anno liturgico ha i suoi colori che spiegano e orientano nel tempo che si sta vivendo. Possiamo dire che sono i segnali che fanno subito capire l’itinerario particolare che si sta percorrendo o la festa che si sta celebrando. Dall’introduzione al Messale Romano: «La differenza dei colori nelle vesti liturgiche ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico» (n. 37). - Il colore VIOLA indica penitenza, conversione, attesa e suffragio; si usa nei tempi di Avvento e di Quaresima e nella liturgia dei defunti. - Il colore BIANCO significa risurrezione, purezza e gioia; si usa nel tempo di Natale e nel tempo di Pasqua, nelle celebrazioni del Signore, della Vergine Maria e dei santi non martiri. - Il colore VERDE esprime speranza, costanza nel cammino e ascolto perseverante; si usa nel tempo ordinario. - Il colore ROSSO indica amore e martirio; si usa la domenica delle Palme, il Venerdì Santo, la domenica di Pentecoste e nelle celebrazioni dei santi martiri. - Il colore significa regalità e si può usare per sottolineare l’importanza di alcune Solennità. (1) AVVENTO COLORE LITURGICO: Viola. DURATA DEL CAMMINO: 4 settimane, dalla domenica 2 dicembre fino al 24 dicembre. IL MESSAGGIO: Preparazione e attesa gioiosa per la prossima venuta del Signore Gesù. (2) TEMPO DI NATALE COLORE LITURGICO: Bianco DURATA DEL CAMMINO: Dalla notte di Natale fino alla festa del Battesimo di Gesù, che si celebra la domenica seguente l’Epifania. IL MESSAGGIO: Accogliere Gesù, luce delle genti, che porta pace e amore. Battesimi: Mori Riccardo Biagini Andrea Pascucci Angelica Goti Valentino Defunti: Mariottoni Angiolo Cetica Isabella ved. Palleggi Rossi Gino FESTIVITA’ NATALIZIE ? Venerdì 21 Dicembre: ore 21.00 nella Chiesa Parrocchiale Concerto di Natale, organizzato dall’Amministrazione Comunale. ? Sabato 22 dicembre: ai giardini pubblici (PRATO) presepe vivente preparato dai ragazzi delle scuole elementari e medie. ? Domenica 23 dicembre: ore 17.00 Concerto natalizio nella Chiesa parrocchiale di Rigomagno. ? Martedì 25 dicembre - S. Natale: ore 16.45, al Salone, ci divertiamo con la tombola. ? Mercoledì 26 dicembre: S. Stefano, co-patrono SS. Messe ore 8.00 e 11.30. Nel pomeriggio, ore Adorazione: 1° giovedì del mese, ore 21.15 Associazione del S.Rosario Ora di guardia 1a domenica del mese, ore 15.00 13.30 partenza per Cesenatico: visita al “presepe sulle barche“. Rientro per le ore 21.30 circa. La spesa del pullman è £ 20.000. ? Domenica 30 dicembre : ore 17 tombola al Salone ? Lunedì 31 dicembre, ore 21.00, la parrocchia organizza, presso il Salone, la “cena di fine anno”. Iscrizioni presso Roberta tel. 0575/845238 e Marilisa 0575/845016. ? Martedì 1° gennaio, ore 16.45, la parrocchia organizza la consueta tombola. ? Domenica 6 gennaio 2002, ore 16.45, arriva la Befana per i bambini e seguirà la tombola organizzata dalla parrocchia. Famiglie: Incontri a piccoli gruppi. Dare adesione e disponibilità. Giovani: ogni Martedì ore 21.15 Coro: A chi piace cantare ed ha la voce intonata è il BENVENUTO... Giornalino: Se volete scriveteci le storie e/o i consigli. Saranno sul prossimo numero Laboratorio della carità: tutti i lunedì, ore 21.15